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RAVENNA
MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 4 - APRILE 2015
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Nr. 4 - APRILE 2015 - www.salute10piu.it ALIMENTAZIONE
2 LE RADICI Dott.ssa Monica Negosanti MEDICINA
4 LA CANDIDA Dott.ssa Maria Nives Visani SANITÀ
6 LE PATOLOGIE DELLA TIROIDE Dott. Roberto Nonni SESSUALITÀ
8 I DISTURBI DELL’ORGASMO FEMMINILE Edda Plazzi ODONTOIATRIA
11 I DENTI DEL GIUDIZIO Dott. Roberto Zabberoni IL PERSONAGGIO
14 OBES GRANDINI di Tiziano Zaccaria LONGEVITÀ
18 ASSUNTA FOSCHINI di Tiziano Zaccaria BENESSERE
20 PILATES IN GRAVIDANZA Nicoletta Fabbri PSICOLOGIA
22 COME GESTIRE LE RIVALITÀ TRA FRATELLI Dott.ssa Isabella Cantagalli DERMATOLOGIA
24 LAVARSI TROPPO FA MALE Dott.ssa Francesca Negosanti SPORT
26 ATLETI MASTER Dott. Flaviano Jacopi BENESSERE
28 10 REGOLE PER MANTENERSI IN SALUTE Prof. Umberto Tirelli I NOSTRI AMICI ANIMALI
30 IL CUORE DI CANI E GATTI Dott. Vladimir Guluta SALUTE 10+ - Anno 5 - N. 4.2015 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it
Proprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it - Direttore responsabile: Spada Gabriele Stampa: Modulgrafica Forlivese - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it
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ALIMENTAZIONE
RADICI
LE
RAFANO, ZENZERO, LIQUIRIZIA E RABARBARO sono elementi vegetali molto nutritivi, dagli effetti più svariati. Eccone le caratteristiche, i pregi e le controindicazioni.
È controindicato in caso di ipercloridria (aumentata presenza di acido cloridrico), gastrite, ulcera gastroduodenale, gastroenterocolite, malattie delle vie urinarie. Se consumato in eccesso irrita le mucose gastriche causando gastrite, enterite, nefrite, cistite.
Dott.ssa
Monica Negosanti
Dietista - AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione
Le radici sono quella parte della pianta che hanno il compito di assorbire acqua e sali minerali per il nutrimento della pianta stessa. Sono quindi elementi molto nutritivi, dagli effetti più svariati. In cucina ne troviamo di vari tipi.
Il rafano Detto anche barbaforte o cren, è una pianta erbacea perenne di diverse specie, coltivata per le sue radici a rizoma (dalla forma allungata) che contengono un olio essenziale molto irritante, vitamina C, minerali, enzimi e glucosidi solforati. In cucina si utilizza la radice, grattugiata o a fette sottili, piccantissima. Dà sapore a minestre, creme, salse, insalate, verdure bollite, ecc.; è utile in caso di inappetenza, difficoltà di digestione, evita il mal di testa provocato da cattiva digestione, favorisce la produzione della bile. Ha proprietà benefiche purché venga consumato con molta moderazione. 2
Zenzero Pianta erbacea perenne, di cui si utilizzano le radici, fresche o essiccate. Contiene olio essenziale, gingerina, zingerone, resine e mucillagini, che conferiscono allo zenzero le sue proprietà medicinali. Si utilizza per aromatizzare zuppe, pesce, verdure, dolci.
Può essere candito. È aromatizzante, aperitivo, digestivo, stimolante, antireumatico. Contrasta l’aerofagia e la nausea, migliora la circolazione sanguigna e allevia mal di denti e di testa. È efficace nell’affaticamento e nelle sindrome da perdite di memoria (usato regolarmente come condimento). È controindicato in caso di ipercloridria, gastrite, ulcera gastroduodenale.
Liquirizia Pianta erbacea appartenente alle leguminose, della quale si impiega la radice ricca di principi attivi, tra i quali il mannitolo, l’asparigina, la glicirizzina (terpene con potere dolcificante 50-70 volte
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più del saccarosio) e un ormone simile al cortisone. Oggi si utilizza soprattutto il succo della radice, dal sapore dolceamaro e con azione emolliente e dissetante, per aromatizzare pastiglie, caramelle, sciroppi. In cucina si utilizza per aromatizzare dolci e tisane. In commercio si trovano anche i bastoncini di radice da masticare. Ha proprietà ipertensive, espettoranti, digestive, antinfiammatorie, emollienti, antistaminiche, antispastiche, lassative, cicatrizzanti e dissetanti. L’estratto di liquirizia, grazie ai suoi flavonoidi (sostanze antiossidanti e antinfiammatorie) inibisce la crescita dei virus e, in parte, li neutralizza. Inoltre, protegge la mucosa dello stomaco, grazie al contenuto di acido gliciterrico, che aumenta la produzione di muco in questa parte dell’organismo. Il succo è controindicato in caso di ipertensione. Se consumata in eccesso, la liquirizia può provocare ritenzione di liquidi, amenorrea e diminuzione del desiderio sessuale. I disturbi regrediscono interrompendone l’assunzione.
Rabarbaro La pianta del rabarbaro appartiene alla famiglia delle Polygonaceae, è originaria della Cina, cresce sia in Europa che in Asia e giunge a maturazione in autunno;
è una pianta perenne caratterizzata dalla presenza di grandi foglie e piccoli fiori.
PIANTA DI RABARBARO
Le prime informazioni sulle sue proprietà terapeutiche ci giungono dalla Cina, e precisamente dall'imperatore cinese Shen Nung (2.700 a.C) che ne descrive appunto le qualità nel suo libro di erbe medicinali. Il nome rabarbaro deriva da due parole greche: "ra" che significa pianta e "barbaron" che indica che questa pianta era solitamente coltivata da popolazioni barbare. Il 93% circa del rabarbaro è composto da acqua, fibre alimentari nella percentuale di 1,7%, zuccheri, proteine e carboidrati; nel rabarbaro troviamo anche una discreta presenza di minerali, tra cui calcio, potassio, magnesio, ferro, fosforo, manganese e selenio (questi quelli degni di nota). Vasta la gamma di vitamine: quasi tutte quelle appartenenti al gruppo A e B, presenti la vitamina C, D, K e J. Il rabarbaro contiene anche acido gallico, tannico e cinnamico. Gli antichi romani e i greci usavano in modo il rabarbaro per le sue proprietà terapeutiche;
il suo utilizzo principale è quello lassativo, ma, se assunto sottoforma di tisana prima dei pasti, può portare alcuni benefici al fegato ed alla digestione. Da secoli è conosciuta la sua attività antinfiammatoria e, per uso esterno, viene impiegato, soprattutto in Cina, per curare scottature e ferite. In cucina si utilizzano i rossi piccioli fogliari, dal caratteristico sapore acido amarognolo, che si consumano canditi, glassati, in confettura, nelle minestre, nei dolci. È depurativo e lassativo (se consumato per brevi periodi), aperitivo, tonico e vermifugo. Il decotto di steli è indicato in caso di alcolismo. È controindicato in caso di gotta, uricemia, calcoli renali da ossalati, ipercloridria, gastrite, ulcera gastroduodenale, emorroidi, allattamento (rende il latte amaro). Non deve essere consumato per lunghi periodi ininterrottamente perché, dopo un’iniziale azione depurativa e lassativa, provoca stitichezza. Le parti verdi delle foglie non devono essere utilizzate perché potrebbero provocare gravi FINE intossicazioni.
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MEDICINA
LACANDIDA AMICA O NEMICA?
CAUSE E CURA dell’infezione determinata dallo squilibrio del fungo “Candida Albicans”, che colpisce principalmente il corpo femminile.
Da cosa viene favorita?
Dott.ssa
Maria Nives Visani
Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it
La Candidosi è una patologia dovuta al fungo “Candida Albicans”, responsabile di vari disturbi tra cui il più diffuso è quello che coinvolge la popolazione femminile sotto forma di infiammazione vaginale. Il fungo in realtà è un “saprofita”, cioè è presente nel nostro corpo fin dal primo giorno di vita: il neonato lo assume durante il passaggio lungo il canale vaginale materno durante la nascita. Dunque la “Candida” fa parte della fisiologica flora batterica, perlomeno fino al momento in cui, a seguito di un’eventuale diminuzione delle difese immunitarie, si ha un aumento delle colonie dapprima a livello dell'intestino tenue, poi per diffusione a livello genitale sia maschile che femminile, a livello cutaneo o orale (mughetto). 4
Molti sono i fattori che contribuiscono alla proliferazione e allo squilibrio della Candida; innanzitutto la somministrazione di farmaci quali antibiotici, cortisonici, pillola contraccettiva, farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale quali tranquillanti, ansiolitici, farmaci antiulcera, ma anche condizioni particolari come in gravidanza o nel diabete e per determinate abitudini di vita come l'utilizzo di salvaslip o collant, che racchiudono un clima caldo umido favorevole allo sviluppo del fungo, oppure la frequentazione di piscine, dove la pre-
senza del cloro è responsabile dell'alterazione della flora fisiologica protettrice. In realtà la vera causa dell'incremento di questo micete è l'alimentazione industriale troppo raffinata e ricca di zuccheri, tanto da minare le riserve enzimatiche necessarie a digerire gli amidi (pane, pizza, patate, dolci, pasta).
A questo punto… …arriva la Candida, proprio per digerire tutto quello che il nostro pancreas non tollera più; possono comparire gonfiori gastro intestinali, sindrome del colon irritabile, feci non formate o stipsi, ma
Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA
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anche sindrome da affaticamento cronico, depressione, ansia, bulimia, anoressia, sindrome dell'iperattività nei bambini. I sintomi neurologici nascono proprio dalle tossine che la Candida immette in circolo.
La candida può manifestarsi in maniera “nascosta” A livello cutaneo possono presentarsi dermatite seborroica e psoriasi. A livello generale possono presentarsi molte patologie apparentemente non collegate come: emicrania, asma, sinusite, iperglicemia, alterazioni renali, sterilità, allergie, intolleranze, disturbi cardiaci e disturbi delle gravidanze.
Sostenere il sistema immunitario con piante come Uncaria tomentosa, Tabebuja, Estratto di Semi di Pompelmo, Echinacea, ma soprattutto ripristinare l'equilibrio della flora fisiologica e del sistema immunitario sottomucosale partendo dall'intestino. Per questo vengono impiegati vari Lattobacilli, tra cui l'Acidophilus e il Plantarum sia per uso interno che per uso locale sotto forma di ovuli. In acuto si potrà intervenire con l'utilizzo di ovuli a base di Calendula, Tea Tree Oil, estratto di Semi di Pompelmo e di Pseudowintera Colorata; per la secchezza vaginale, che a volte accompagna questa patologia, potrà essere usato il “Gel d'Aloe”.
…e per lui Il problema si può affrontare anche in maniera naturale per lei…
Se si tratta invece di un’infezione maschile che riguarda il GLANDE (punta del pene) con DISBIOSI Innanzitutto eliminare chiazze rosso/rosate, dall'alimentazione tutto prurito e bruciore, si ciò che provoca disbiosi potrà utilizzare una fermentativa (alterata crema a base delle stesecologia della microflose piante citate sopra. ra), ovvero zuccheri, Opportuno accompagnare lavaggi latticini, alcoolici, lievito di birra e aceto. dei genitali esterni con Tea Tree (10 E' necessario prendere in esame le abi- gocce in 3-4 litri d'acqua) e Calendula tudini di vita ed intervenire di conse- TM (2-3 cucchiai nella stessa quantità guenza utilizzando slip e salvaslip solo d'acqua). Ottimo l'utilizzo di polveri di cotone idrofilo e possibilmente evi- basicizzanti da assumere in quantità di tare l'uso di collant o jeans troppo un cucchiaino in acqua alla sera dopo cena. stretti.
Un aiuto anche dall’omeopatia Si potranno affrontare i vari sintomi utilizzando i Sali di Schussler quali Ferrum Phosp D12 e Kali Chloratum D6, rispettivamente per l'infiammazione con rossore e per le perdite di color bianco. Si utilizzerà Candida Albicans 200ch, se il problema esiste da tanto tempo a cui si possono associare anche altri rimedi omeopatici quali: - KREOSOTUM, se vi è presente forte prurito e dolore bruciante accompagnato da escrezioni fortemente maleodoranti; - MERCURIUS SOLUBILIS, con secrezioni infiammatorie bianco/gialle corrosive; - ACIDUM NITRICUM, se compaiono ragadi e fissurazioni vaginali.
Conclusioni Naturalmente sarà necessario fare molta attenzione durante i rapporti intimi cercando di evitare le reinfezioni tra partner utilizzando il profilattico. Tuttavia, in caso di frequenti recidive, sarebbe opportuno porsi anche la domanda se il partner che si ha... è quello giusto!
FINE
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SANITA’
LE PATOLOGIE DELLA
TIROIDE La GHIANDOLA POSTA ALLA BASE DEL COLLO, che svolge importanti funzioni per il nostro organismo, può essere colpita da problemi funzionali come le tiroiditi (infiammazioni), oppure da problemi strutturali come i noduli e le cisti. L’importanza della prevenzione.
Nella tiroide possiamo individuare sostanzialmente due tipi di problemi, spesso collegati fra loro.
Dott.
Roberto Nonni
Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital Faenza E-mail: rnonni@alice.it
Le malattie della tiroide sono molto comuni, interessano entrambi i sessi, anche se maggiormente il sesso femminile. La tiroide è una ghiandola posta alla base del collo, che svolge importanti funzioni per il nostro organismo. Basta pensare che il suo mancato o eccessivo funzionamento, se non adeguatamente corretti e curati, possono portare a gravi conseguenze per la salute della persona, fino a determinarne anche la morte. Negli ultimi vent’anni le patologie della tiroide sono molto aumentate, sicuramente per l’incremento dei fattori che possono interagire sulla sua funzionalità e anche perché è cambiato l’approccio diagnostico, aumentando sempre di più la fascia delle categorie di persone che vengono routinariamente sottoposte ad accertamenti e controlli. Ciò ha portato ad individuarne le malattie in fasi sempre più precoci. 6
PROBLEMI FUNZIONALI La tiroide non funziona bene; funziona poco oppure troppo. Le cause che determinano queste alterazioni della sua funzione molto spesso sono legate a processi di tipo infiammatorio, le cosiddette tiroiditi. Le tiroiditi possono essere acute, se
scatenate da possibili malattie virali o batteriche. Hanno un decorso solitamente acuto, non sempre facile da riconoscere, con dolori più o meno intensi al collo, dolori a volte sfumati e cupi, dolori a volte più o meno intensi per cui molto spesso il paziente si rivolge all’ortopedico o al fisiatra. Al dolore si possono associare febbre e malessere generale, determinati dal fatto che la tiroide non funziona più bene, a volte sfugge dal controllo ipofisario ed
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immette in circolo ormoni tiroidei senza “che questi siano richiesti”, determinando situazioni di iper o ipotiroidismo. L’altra categoria è quella delle tiroiditi croniche, sicuramente le più numerose, molto più frequenti nelle donne, che insorgono ed evolvono a volte molto lentamente, determinando disturbi molto modesti nella fase iniziale, che può durare anche molti anni, finché si arriva allo scompenso, evidenziando a questo punto un quadro di ipotiroidismo conclamato, cioè di scarso funzionamento. Questo tipo di tiroidite molto spesso ha una familiarità, cioè qualche elemento della propria famiglia è portatore della malattia, per cui in questi casi è sempre molto utile eseguire periodicamente un controllo degli esami del sangue sui componenti della famiglia stessa. PROBLEMI STRUTTURALI La tiroide funziona bene, gli esami del sangue sono tutti normali, ma la persona riferisce la comparsa più o meno improvvisa di una tumefazione al collo, oppure un’indagine ecografica eseguita al collo, magari per altri motivi, evidenzia la presenza di noduli (solidi) o di cisti (liquide). E’ questa la causa più frequente di malattie della tiroide, cioè la presenza di formazioni nodulari o cistiche, o anche miste. I noduli possono essere singoli o di
scarsi numero, oppure numerosi, e in questo caso determinano quello che si chiama gozzo multinodulare della tiroide.
Le cisti sono delle formazioni a contenuto liquido, con dimensioni che vanno da pochi millimetri (e sono estremamente frequenti) a tre centimetri. Possono essere singole o numerose, comunque difficilmente creano problemi.
Chi colpisce e come si manifesta
GOZZO MULTINODULARE (evidenziato)
Se le formazioni nodulari sono piccole o molto piccole, e queste di solito il paziente non le avverte, il riscontro è causale. Altre volte possono essere grandi o molto grandi e determinare compressioni sulle strutture vicine (nervi e trachea) con problemi che possono essere anche molto gravi. Fortunatamente oggi, grazie alla sensibilizzazione sui problemi della tiroide, quindi alla prevenzione, difficilmente si arriva a questi quadri. I noduli possono essere di natura benigna o maligna. Altra caratteristica è quella di non avere nessuna autonomia funzionale (freddi), oppure di produrre ormoni tiroidei. Per cui a chi viene diagnosticata la presenza di uno o più noduli tiroidei, si raccomanda di affidarsi al medico, che provvederà a mettere in atto tutti i provvedimenti diagnostici e terapeutici necessari.
Considerando la continua crescita delle patologie funzionali ed organiche della tiroide, è corretto un approccio diagnostico semplice e poco costoso. E’ sufficiente eseguire come primo approccio un dosaggio ematico del TSH per avere un controllo sul funzionamento, ed un esame ecografico per avere una valutazione sulle caratteristiche della struttura. Questi esami vanno eseguiti già in giovane età sulle persone che presentano una familiarità per malattie della tiroide, o che sono state esposte a situazioni di rischio (radiazioni). FINE
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SESSUALITÀ
I DISTURBI DELL’ DELL’ORGASMO
FEMMINILE Concludiamo il viaggio tra i disturbi della sessualità femminile con il terzo approfondimento, quello riguardante l’orgasmo.
Edda Plazzi Pisicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com
Quando a una fase di eccitazione, conseguenza di una stimolazione soddisfacente, non segue l’orgasmo, oppure si presenta dopo un consistente e reiterato ritardo, nonostante le condizioni di salute della donna siano nella norma, si può parlare di disturbo dell’orgasmo o di anorgasmia. Questo è un disturbo che colpisce in particolar modo le giovani donne alle loro prime esperienze sessuali, ma può manifestarsi anche nella quotidianità di quelle donne che stanno attraversando cambiamenti ormonali. La menopausa, la fase dell’allattamento e il periodo del post parto sono momenti durante i quali lo scombussolamento ormonale può andare a incidere su tutta la sfera sessuale femminile.
L’anorgasmia è molto più diffusa… …di quello che si pensi e molte donne, davanti a un piacere che tarda ad arrivare, hanno riferito di aver finto di raggiungerlo, almeno una volta nella vita. Si può parlare di disturbo dell’orgasmo femminile solo quando tale condizione procura disagio emotivo. Molte donne riescono infatti ad avere 8
rapporti sessuali soddisfacenti anche senza raggiungere l’orgasmo. Generalmente si tende a distinguere tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale, anche se sembra che il secondo sia sempre provocato dalla stimolazione del clitoride, organo ben innervato, sensibile al tatto, alla pressione e al calore. Questa tesi sembrerebbe supportata dalle testimonianze di coloro che raccontano come l’automanipolazione sia sostanzialmente diretta a tale organo. Alcuni dibattiti si concentrano invece sull’esistenza del punto G, che dovrebbe trovarsi sulla parete anteriore della vagina, ma sta diventando sempre più opinione comune che esista un continuum tra clitoride
e vagina. Individuare esattamente il punto degli organi genitali dove si concentrino le sensazioni che scaturiscono dall’orgasmo non aggiunge nulla alla sessualità femminile.
Possibili cause Quando l’anorgasmia è dovuta a fattori ormonali, si può intervenire con la somministrazione di estrogeni, particolarmente usati in menopausa, i quali, oltre ad aumentare la lubrificazione, la sensibilità del clitoride, riducono la comparsa delle vampate di calore e dei dolori che eventualmente possono insorgere durante i rapporti. Molti studi hanno dimostrato che un ruolo importante nella sessualità femminile è svolta
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dagli androgeni che possono essere somministrati come terapia ormonale. Il disturbo dell’orgasmo può essere conseguenza dell’uso di determinati farmaci. Ancora una volta richiamiamo in causa gli antidepressivi, che almeno in una fase iniziale dell’assunzione possono compromettere la vita sessuale. Inoltre questo disturbo può essere conseguenza di malattie che influenzano negativamente il livello vascolare, ormonale o muscolare dell’individuo e in questi casi bisogna intervenire sulla causa principale, laddove è possibile, per migliorare anche l’aspetto riguardante la vita sessuale. Un motivo frequente dell'anorgasmia può essere una scarsa tonicità dei muscoli vaginali. Proprio per questo tra le indicazioni maggiormente consigliate dagli specialisti ci sono gli esercizi di Kegel, una serie di contrazioni muscolari prodotte dalla donna stringendo e rilasciando volontariamente i muscoli della vagina da ripetere quotidianamente per un certo periodo di tempo.
Il fattore psico-emotivo Anche se la causa dell’anorgasmia è fisica o iatrogena (dovuta all’uso di farmaci), il disagio può peggiorare a causa dell’ansia. In molti soggetti, indifferentemente dal genere si instaura una sorta
di ansia da prestazione, per ovvi motivi più evidente negli uomini, ma che crea la stessa difficoltà anche nelle donne, accompagnata da insoddisfazione, tristezza e molto spesso difficoltà a parlarne con il partner. Come tutti gli altri disturbi della sessualità, l’anorgasmia può presentarsi nel corso della vita, ed essere la conseguenza di una relazione divenuta insoddisfacente su altri versanti o la risposta di un momento di vita stressante.
Come intervenire? E’ molto importante per lo specialista DISTINGUERE TRA ANORGASMIA PRIMARIA o SECONDARIA proprio per la programmazione dell’intervento da seguire. Nel PRIMO CASO bisogna andare a rivedere tutta la storia della paziente e risalire a eventuali traumi infantili, forme di insegnamento particolarmente rigide, ecc.. Si dovrebbe indagare insieme al soggetto quali sensazioni potrebbero scaturire dopo un eventuale orgasmo (giudizi, sensi di colpa, vergogna, ecc..). Nel SECONDO CASO ci si trova davanti a una donna che ha una memoria esperenziale dell’orgasmo, ma che si trova nella difficoltà di riprovare quella sensazione di piacere già sperimentato. In un caso di anorgasmia secondaria si
fa riferimento al contingente, ai momenti di stress che la persona sta affrontando. Cambiamenti lavorativi, lutti, sbalzi ormonali, come già precedentemente affermato, e i momenti difficili in generale possono contribuire a creare un contesto poco adatto al rilassamento e di conseguenza al raggiungimento del piacere. In alcuni casi la difficoltà sessuale può assumere significati relazionali che vale la pena esplorare. Uno dei primi miti da sfatare quando le coppie arrivano in terapia è quello dell’orgasmo simultaneo, come emblema di un’armonia perfetta nella coppia. Spesso in una terapia di tipo psicologico aiutare i partner a comprendere la loro diversità sia a livello fisico che mentale può esser di grande aiuto per entrambi e può contribuire alla ricerca di una maggiore naturalezza e spontaneità.
Conclusioni Nelle terapie più utilizzate, come quella dell’approccio integrato, l’obiettivo principale è mettere la donna in contatto con le proprie sensazioni, con la conoscenza del proprio corpo e delle proprie fantasie sessuali in maniera graduale e rispettando i tempi del soggetto. FINE
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ODONTOIATRIA
I DENTI DEL
GIUDIZIO
QUANDO E IN QUALI CASI NE È INDICATA L’ESTRAZIONE.
Dott.
Roberto Zabberoni
Centro Dentale La Cura - Ravenna
I denti del giudizio, o terzi molari, possono crescere mediamente nella fascia d’età dai 15 ai 25 anni. Non sempre sono presenti tutti e quattro i germi degli stessi e molto spesso questi denti non trovano lo spazio sufficiente in arcata per fuoriuscire senza creare qualche problema, soprattutto nell’arcata inferiore. Tale mancanza di spazio sembra avere origini evolutive, essendosi, nell’arco delle ultime migliaia di anni, ridotte le dimensioni dello splancnocranio (ossa del massiccio facciale) a favore di quelle del neurocranio (ossa contenenti l’encefalo). Semplificando, i terzi molari erano di certo utili agli uomini primitivi per masticare cibi molto duri e per questo trovavano spazio nelle arcate dentali, mentre negli Homo Sapiens Sapiens del XXI secolo, che si nutrono di cibi teneri e processati, i denti del giudizio non sembrano più di tanto necessari e quindi frequentemente sono assenti o inclusi.
re parzialmente inclusi, emergendo, cioè, solo in parte attraverso la gengiva, oppure possono crescere lateralmente (come nell’immagine qui in alto a sinistra), compromettendo a volte l’integrità del secondo molare e del suo supporto parodontale, o possono talvolta rimanere totalmente inclusi all’interno dell’osso o del tutto coperti dalla gengiva, a volte formando cisti che danneggiano sia l’osso stesso che i denti vicini.
Quando interventire E’ importante, in occasione delle visite periodiche di controllo o di igiene dentale in ambulatorio, che l’odon-
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toiatra valuti la presenza e la posizione dei denti del giudizio sia clinicamente che radiograficamente, per riscontrare o prevenire eventuali problemi che questi possono causare ai denti e ai tessuti contigui.
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»…dalla
gengiva, si forma frequentemente un’infiammazione dei tessuti molli circostanti, detta pericoronarite, che, associata ai batteri che facilmente colonizzano la zona, può causare dolore diffuso e difficoltà nel movimento di apertura della bocca e, a volte, evolvere in ascesso dentale. PERICONARITE E DOLORE
In tali casi la terapia antibiotica associata ad antidolorifici-antiinfiammatori e a collutori può eliminare i sintomi per un periodo variabile di tempo, ma si rende comunque necessaria la valutazione da parte dell’odontoiatra sull’eventuale necessità di estrazione del dente. In base ad alcune previsioni di crescita, talvolta può essere opportuno intervenire prematuramente sui denti del giudizio praticando delle germectomie, cioè estraendoli quando ancora non hanno le radici sviluppate (intorno ai 15 anni di età) per motivi ortodontici (cioè per evitare che la loro fuoriuscita causi, in mancanza dello spazio sufficiente in arcata, www.privatassistenza.it
bili carie o tasche parodontali), cisti, difficoltà e dolore nel movimento di apertura della bocca, difficoltà di mantenimento di una buona igiene orale nel sito, prevenzione di disalliNon è consigliata l’estrazio- neamenti dentali. ne sistematica ed indiscrimi- Vanno, inoltre, considerati e nata dei “molari del senno”: comunicati al paziente, in caso è sempre fondamentale, infatti, di estrazione, alcuni fattori che per ogni singolo paziente effet- possono influenzare l’incidentuare una valutazione del za delle complicanze postrischio/beneficio prima di prospet- estrattive dei denti del giudizio: l’età, la storia medica del targli o meno l’estrazione del dente del giudizio. paziente, la presenza di diabeDal punto di vista del paziente, ovvia- te e di altre patologie che minano la mente, la prima scelta è sempre il guarigione dei tessuti, la presenza di trattamento non chirurgico, soprattut- pericoronarite, la scarsa igiene orale, to quando i denti del giudizio sono l’assunzione di particolari farmaci, sani e non causano dolore. Spetta, il fumo, il tipo di inclusione del comunque, in definitiva, all’odontoia- molare inferiore ed il suo rapporto tra consigliare al paziente se conven- col nervo alveolare inferiore, il ga “curare” e mantenere il dente del tempo e la tecnica chirurgica, l’espegiudizio, oppure estrarlo prematura- rienza del chirurgo, l’uso pre- e postmente o a crescita completata, secon- operatorio di antibiotici e la tecnica do la specifica condizione clinica anestesiologica. “locale” e sistemica di quel determiCome avviene l’estrazione nato paziente. Dopo che il paziente è stato adeguaIndicazioni all’estrazione tamente informato sulle procedure e Alcune indicazioni per l’estrazione quindi ha manifestato il suo pieno possono essere: frequenti episodi di consenso, l’intervento di estrazione, dolore alla gengiva e al dente (dif- che sarà eseguito in anestesia locale, fuso fino all’orecchio e ai denti vici- andrà ben pianificato, valutando indini), carie molto destruenti, interfe- cazioni e controindicazioni locali e renze con la masticazione, interfe- sistemiche, rischio e difficoltà dell’inrenze con il secondo molare (possi- tervento (radici angolate o bifide, spostamenti e affollamenti dentari e conseguenti malocclusioni o addirittura, a lungo termine e in alcuni casi, disordini cranio-mandibolari).
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La tecnica chirurgica dovrà essere la meno invasiva, ma la più sicura, possibile e prevedere, nel caso di estrazioni complesse, l’utilizzo di leve e di manipoli ad alta velocità con frese per osteotomia ed odontotomia, in grado di ridurre di molto i tempi dell’intervento, o l’utilizzo di manipoli e punte per piezochirurgia.
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inclinazione, vicinanza a fasci vascolonervosi, profondità di inclusione) con l’ausilio di RADIOGRAFIE (fondamentale un’ortopantomografia, detta anche panoramica delle arcate dentarie, ben eseguita) e, in alcuni casi, con l’aiuto di immagini tridimensionali.
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Dopo l’estrazione E’ importante rivolgersi all’odontoiatra dopo l’estrazione in caso compaiano dolore intenso (il più delle volte causato dalla piuttosto frequente complicanza chiamata osteite alveolare, risolvibile in qualche giorno) oppure nell’eventualità si manifestino gonfiori o parestesie (formicolìi ai tessuti molli), in modo tale da poter, per quanto possibile, limitare queste fastidiose complicanze. Per un miglior decorso post-estrattivo è consigliabile sedare il dolore con antidolorifici-antiinfiammatori, utilizzare ghiaccio nelle prime ore dopo l’estrazione per limitare
il gonfiore, evitare un eccessivo movimento di apertura della bocca, rimanere a riposo almeno nel giorno dell’estrazione, mantenere una buona igiene orale e una disinfezione del sito estrattivo con l’ausilio di collutori e di eventuale antibiotico-terapia per qualche giorno. FINE
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IL PERSONAGGIO
OBES
GRANDINI
GIRAMONDO IN BICICLETTA
La sua passione sono i lunghi viaggi sui pedali. In oltre trent’anni ha visitato ormai tutto il globo, DALL’ALASKA AL SUD AFRICA, DAL TIBET ALL’AUSTRALIA. Lo spinge il desiderio di immergersi nella natura e di scoprire nuove culture. Intervista di Tiziano Zaccaria E-mail: zaccariatiziano@alice.it Nato nel 1952 a Medelana, in provincia di Ferrara, Obes Grandini ha una storia tutta da raccontare. Figlio di agricoltori, da sempre ama viaggiare in solitario per il mondo, alla ricerca di nuove genti e nuovi posti da visitare, cercando soprattutto di entrare in contatto con la natura. E il mezzo ideale per soddisfare questo suo desiderio, è la bicicletta. Il suo primo lungo viaggio avvenne nel 1980, sulle strade dell’Europa fino a Capo Nord. Dopodiché ha visitato Africa, Sud America, Cina, Mongolia, Siberia, Canada, Alaska, Deserto del Sahara, Tibet, Thailandia ed altre decine di Paesi. Per le sue storie sui pedali non cerca sponsor: vive con poco e le spese necessarie, come gli spostamenti in nave o aereo, se li paga coi risparmi messi da parte in mesi di lavoro come agricoltore.
Obes, subito una domanda inerente la nostra rivista. Hai mai avuto problemi di salute in giro per il mondo? «Sono stato ricoverato in ospedale due volte. Nel 1984 ero in viaggio a Rio de Janeiro, quando mi ritrovai con un dolore ed un grosso rigonfiamento in testa. In ospedale mi trovarono delle larve di un insetto all’interno di questo “bozzolo”. 14
Mi operarono gratuitamente, dimettendomi qualche giorno dopo. Nel 2001 sono invece stato un paio di giorni all’ospedale di Istanbul, ma per ben altri motivi. In un parco fui contattato da alcuni turchi, che si finsero amichevoli. Mi offrirono qualcosa, narcotizzandomi. Mi risvegliai il giorno dopo in ospedale: un poliziotto mi aveva trovato privo di sensi sull’erba e mi aveva fatto ricoverare. Naturalmente, ero stato derubato di tutto. La dose di narcotico era molto pesante, perché impiegai due giorni per riprendere pienamente conoscenza».
OBES IN NORD-EUROPA
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Hai una copertura assicurativa, quando sei in giro per il mondo? «Non sono mai stato assicurato, tranne per un viaggio in Africa. Ma di sicuro d’ora in avanti mi assicurerò sempre, un po’ per questione di età, un po’ perché ho sentito di persone che dopo essere state ricoverate all’estero, hanno dovuto aprire un mutuo per pagare il proprio debito».
Porti con te alcuni farmaci? «Sì, qualche analgesico e qualche antidiarroico. E porto sempre con me delle pastiglie per purificare l’acqua, perché in molti paesi poveri manca l’acqua potabile ed il rischio di infezioni è elevato. Inoltre, se devo affrontare un viaggio in paesi caldi, prendo sempre qualche crema solare contro le scottature».
Come scegli la meta da affrontare? «E’ abbastanza casuale: molto dipende dalle mie disponibilità economiche del momento. Praticamente tutti i risparmi del mio lavoro come agricoltore li spendo nei viaggi».
Perchè hai scelto la bici come tua compagna di viaggio? «Nei primi anni Settanta viaggiai per l’Europa con una Citroen 2CV ed andai in India con un furgoncino Volkswagen insieme a tre amici. Dopodiché passai ai mezzi pubblici, per avere un contatto
migliore con la gente del posto, ma quando dai finestrini di un treno o di una corriera vedevo una natura incontaminata da viverci dentro, allora decisi di usare le due ruote. Iniziai a fare qualche viaggetto con una vecchia bicicletta da donna ereditata da mio nonno. Poi nel 1980 ne acquistai una nuova, di poco valore, partendo in sella per l’Irlanda ed arrivando poi fino a Capo Nord».
Qual è il vantaggio della bici? «E’ la massima libertà di movimento. Sulla bici, si entra con tutti i sensi nel luogo dove ci si trova.
Gli aspetti negativi, invece, possono essere il traffico, non sempre evitabile, e quei luoghi che non offrono la possibilità di accamparsi con la tenda».
Come mai la scelta di viaggiare in solitario? «Un po’ per indole, un po’ per necessità: è difficile trovare qualcuno che condivida pienamente la mia passione. Se nei primi viaggi in auto negli anni Settanta ho cercato compagnia, con la bici ho sempre preferito andare da solo, tranne in alcune occasioni. Per esempio, ho pedalato per sei mesi in »SEGUE Australia in compagnia di…
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IL PERSONAGGIO eventuali visti sono in ordine. Tutto il resto è abbastanza superfluo. Cerco comunque d’informarmi sulla condizioni climatiche del posto in cui devo andare, acquisto cartine ed imbastisco un ipotetico itinerario, che però quasi sempre cambia durante il viaggio, in base ai consigli della gente del posto o perché ascolto un altro viaggiatore. Mi piace andare alla scoperta, trovarmi di fronte alle novità, imparare sul campo».
Quale popolo ti ha maggiormente colpito?
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poi è capitato che un amico mi abbia accompagnato per un po’ durante un altro viaggio. Da solo, comunque, ho la libertà di decidere cosa fare o non fare. E mi sembra di comprendere meglio tutte le sfumature di una terra straniera».
Come ti prepari ad affrontare un lungo viaggio? «Pianifico poche cose essenziali. Controllo le condizioni della bici, della tenda e del sacco a pelo che porto sempre con me; verifico se il passaporto e gli
«Sono rimasto impressionato dai pastori kirghizi e tibetani. In Tibet ho trovato un’accoglienza straordinaria: le persone mi ospitavano a casa loro, condividendo il poco cibo che possedevano, senza chiedermi nulla in cambio e senza nessuna lingua che ci permettesse di comunicare, ma semplicemente scambiandoci un sorriso. In Kirghizistan, a tremila metri, ho dormito in una yurta riscaldata con gli escrementi delle capre, steso su una pelliccia di yak, tra gente che conserva un rapporto con la natura che dovrebbe essere insegnato a scuola».
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E l’emozione più forte che hai provato davanti alla natura? «Ammirare l’aurora boreale, in una notte di fine settembre, nel nord dell’Alaska, a dieci gradi sotto zero. Restai folgorato da quel fenomeno che riempiva il cielo».
Non hai mai cercato l’aiuto economico o tecnico di qualche sponsor… «Prima di partire per l’Africa, una ditta mi propose una bicicletta nuova, ma rifiutai. Le sponsorizzazioni ti sottraggono qualcosa alla totale libertà, fosse anche soltanto per qualche foto con una maglietta o un berretto marchiato. Quando viaggio, voglio essere svincolato da ogni obbligo: ce ne sono già tanti a casa».
Durante il viaggio dove ti fermi per mangiare e dormire? «Trascorro gran parte delle mie notti in tenda, accampandomi un po’ ovunque, dove capita. Con me porto un fornelletto e dei tegamini: spesso mi preparo il pasto da solo, acquistando cibo del posto. A volte nei paesi poveri mi fermo nei punti di ristoro allestiti lungo le strade, cercando sempre di gustare piatti locali».
Il tuo primo grande viaggio fu nel 1980 a Capo Nord; l’ultimo nel 2010 a Città del Capo. Quali sono le differenze fra queste due avventure vissute a distanza di trent’anni? «Il viaggio a Capo Nord nacque per caso. Volevo raggiungere l’Irlanda in bici per poi rientrare in treno, ma pedalare mi piacque così tanto che andai fino nella punta settentrionale della Norvegia, stando lontano da casa per quindici mesi. L’itinerario del 2010 lungo tutta l’Africa fino a Città del Capo è stato invece il coronamento di un sogno inseguito a lungo. Già nel 1983, quando andai nel Sahara, l’idea iniziò a girarmi per la testa, però ho continuato a rimandarla per quasi trent’anni a causa delle guerre, delle epidemie e
NEL NORD EUROPA
degli altri eventi che mi sconsigliavano di partire, finché nel 2010 ho deciso che era giunto il momento di realizzarla».
Hai un fisico asciutto: è il frutto di una preparazione continua? «Non mi alleno mai e non seguo diete particolari. E’ semplicemente la mia costituzione fisica. Durante il viaggio di solito raggiungo una buona condizione atletica strada facendo, riuscendo a percorrere fino a 130 chilometri al giorno. Mi basta andare con un passo lento e costante».
Hai scritto anche dei libri per raccontare i tuoi viaggi? «L’esperienza letteraria è nata casualmente. Quando andai a Capo Nord,
tenni un diario giornaliero ed iniziai a coltivare la passione per la scrittura. Il mio primo libro pubblicato risale comunque al viaggio attraverso il Sudamerica, da Caracas a Ushuaia, nella Terra del Fuoco. Oggi vendo i miei libri attraverso il mio sito internet www.obesgrandini.com e nei mercatini locali».
Il tuo prossimo obiettivo in programma? «Entro la fine di quest’anno spero di organizzare un viaggio in Centro America. Sono molto interessato a Panama, Costa Rica, Guatemala ed agli altri Paesi di quell’area, che non ho mai visitato. Ma non so se nel 2015 riuscirò a mettere da parte i FINE soldi necessari per partire».
IN ALASKA
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LONGEVITÀ
ASSUNTA
FOSCHINI «In cento anni ho avuto una sola influenza. Ma CHE VITA DI STENTI»
di Tiziano Zaccaria
Una giovinezza difficilissima
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Appena ventenne, Assunta si sposa con Primo, morto già diversi anni fa all’età di 80 anni. «Faceva il garzone. Poveretto, ha fatto una vita da cane: tutte le mattine si alzava alle tre per andare a lavorare sopra un carro trainato da asini». «La vita che abbiamo fatto noi, non la auguro a nessuno – continua la neo centenaria – C’era molta disciplina e si viveva con poco. Mangiavamo verdure e pane, spesso vecchio ed ammuffito. Soltanto a volte ci permettevamo il
«Di salute sono sempre stata abbastanza bene. Ricordo di essere stata influenzata soltanto una volta nella mia vita. Da piccola ebbi una malattia infettiva che chiamavano il grup (una forma grave della difterite, che porta a difficoltà respiratorie, ndr.). Dicevano che per quella malattia si poteva morire. Ma a distanza di così tanto tempo, sono ancora qua a raccontarlo».
lusso di un pezzetto di pancetta di maiale. Io andavo a raccogliere l’erba di campo, di fianco al fiume: a volte quella era la mia cena. Ogni tanto i vicini ci portavano una bottiglia di vino annacquato. Ricordo che a casa mia c’era un vecchio forno. Ogni quindici giorni un vecchietto veniva a cuocere il pane: lo faceva per lui e intanto ce ne lasciava un po’ anche a noi. Ancora oggi la notte penso alle cose che abbiamo passato per sopravvivere, eppure sono arrivata contenta ai cento anni».
Cent’anni appena compiuti Assunta Foschini, nata a Bagnacavallo il 14 marzo 1915, ha da poco festeggiato il secolo di vita nella sua attuale casa di Sant'Agata sul Santerno. Cent’anni portati benissimo, sia fisicamente (cammina ancora autonomamente, pur con l’ausilio inevitabile di un bastone), sia per lucidità mentale. «Purtroppo molte cose oggi me le sono dimenticate. Ma i tanti stenti passati soprattutto durante la seconda guerra mondiale, quelli me li ricordo ancora bene».
Figlia di braccianti… …anche lei iniziò a lavorare giovanissima nei campi. «A 14 anni iniziai a fare la bracciante presso una famiglia di contadini. Da allora, per tanti anni, non ho fatto altro che lavorare». 18
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La guerra del 1944-45… …rappresenta il fulcro principale dei suoi ricordi: «Eravamo sfollati. Da Traversara, dove abitavo con mio marito, ci mandarono a Boncellino, oltre il fiume. Vivevamo nella paura di rappresaglie e rastrellamenti. In un campo, per nasconderla, avevamo sepolto la nostra macchina da cucire, un oggetto importante e prezioso per quell’epoca. Ma una pattuglia di tedeschi notò che la terra non era pari: scavarono, la trovarono e se la portarono via». Nel dopoguerra, dopo vari trasferimenti («avrò cambiato casa venti volte nella mia vita»), Assunta ha trovato sistemazione definitiva a Sant’Agata sul Santerno, dove ha lavorato presso il mulino locale. «Trovammo una casetta in affitto, che riuscivamo a pagare grazie al prestito di un mio zio».
Ai giorni nostri Oggi Assunta è una centenaria serena, che trascorre le sue giornate assieme alla figlia ed una nipote (ha due nipoti e due pronipoti). «Per passare il tempo mi
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diletto a fare delle presine all’uncinetto. Non guardo la televisione: sono un po’ sorda e non la sento bene. Ho un fratello di 97 anni che ogni tanto viene a trovarmi. E’ una persona forte, un ex maresciallo che guida ancora l’auto. Avevo un altro fratello, morto diversi anni fa». Cosa mangia oggi? «Un po’ di tutto, dalla minestra in brodo alla
pasta. Ma se c’è un po’ di pane, sono già contenta. Il pane mi piace. Anche un bicchiere di vino ogni tanto lo bevo volentieri. Così passo le mie giornate, nella speranza che per voi la vita continui bene, che tutto vada per il meglio. Perché ho paura che vengano tempi peggiori per chi è giovane». FINE
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BENESSERE
PILATES IN
GRAVIDANZA Una corretta attività fisica aiuta a gestire bene i cambiamenti del corpo femminile in attesa di un figlio. Gli ESERCIZI PILATES migliorano soprattutto LA STABILITÀ ARTICOLARE e rinforzano i muscoli addominali, consentendo al feto di crescere confortevolmente.
Nicoletta Fabbri Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza E-Mail: nicofabbri@libero.it
La gravidanza è una fase della vita femminile in cui il corpo modifica il suo linguaggio, così come accade in altri periodi importanti dell'esistenza come la pubertà e la menopausa. Periodi importanti, ma non necessariamente critici: se si presta attenzione alle esigenze del proprio corpo che cambia, si possono trovare le giuste soluzioni in grado di ripristinare quell'equilibrio dinamico che ci garantisce salute e benessere. I principali cambiamenti che intervengono nel periodo della gravidanza riguardano la postura, a causa dello spostamento in avanti del baricentro, la maggior lassità legamentosa dovuta a variazioni ormonali che predispongo i tessuti connettivi e le articolazioni al parto, le variazioni della pressione arteriosa. Una corretta ed adeguata attività fisica aiuta a gestire al meglio questi cambiamenti. 20
La tecnica del Pilates…
I benefici al corpo in maternità
…che è nata proprio con lo scopo di migliorare la consapevolezza corporea oltre che l'efficienza fisica ed il confort, può essere quindi la scelta giusta. Ci insegna ad ascoltare e comprendere le tensioni del nostro corpo, il posizionamento e la capacità di movimento delle sue varie parti. Gli esercizi vengono svolti per lo più in decubito, non producono impatti traumatici e non richiedono movimenti bruschi e incontrollati. Al contrario, si ricerca la massima concentrazione sia riguardo a come vengono eseguiti i movimenti che alla respirazione ad essi associata: questo porta ad un miglioramento della ossigenazione dei tessuti e ad una sensazione di calma e rilassamento.
L'obiettivo generale degli esercizi Pilates è quello di migliorare la stabilità articolare senza perderne la mobilità, rinforzare i muscoli addominali senza irrigidirli, consentendo al feto di crescere confortevolmente, sostenuto ma non compresso, conservare la simmetria e la corretta mobilità delle curve vertebrali. Anche il pavimento pelvico viene sensibilizzato e allenato, consentendo un buon assetto statico e dinamico del bacino ed una maggior efficacia al momento del parto. Ovviamente è opportuno rivolgersi a professionisti competenti che siano in grado di scegliere ed adattare gli esercizi in base alle esigenze della gestante.
Nei primi mesi Non è infatti indifferente fare Pilates nel primo, secondo o terzo trimestre di gravidanza. Il primo trimestre è forse quello più problematico e rischioso: se non si è già esperte e ben allenate, occorre iniziare con gradualità e moderazione gli esercizi, non senza aver prima con-
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sultato il proprio medico ginecologo. Sarebbe inoltre meglio preferire la lezione individuale piuttosto che quella di gruppo, in modo da poter personalizzare al 100% gli esercizi ed apprendere al meglio la tecnica.
Il secondo trimestre… …è caratterizzato da un notevole incremento dell'elasticità muscolo-articolare dovuto ad un aumento dell'ormone relaxina (prodotto nella donna dalle ovaie, dalla mammella e durante la gravidanza) nel torrente ematico. Ciò dona una sensazione di maggiore flessibilità che a volte arriva fino a quella di instabilità e predispone a distorsioni e stiramenti.
Anche in questo caso la tecnica Pilates può venirci in soccorso proprio insegnandoci a mantenere il controllo articolare attraverso una contrazione muscolare attiva che supplisce a questo deficit temporaneo delle strutture connettivali e legamentose di sostegno.
Gli ultimi 3 mesi…
medico prima di riprendere l'attività, in particolare se il parto è stato cesareo.
…sono caratterizzati da un rapido aumento delle dimensioni del feto: occorre quindi adattare gli esercizi in modo che non vadano a creare inopportune pressioni addominali, mantenendo al contempo la loro efficacia. Una buona elasticità unita ad una buona tonicità della parete addominale consente inoltre di diminuire il rischio di Questo permette di evidiastasi della linea alba tare il rischio di emorcioè della rottura ragie, problemi con della parte medial'allattamento e conna del muscolo sente alla linea alba di retto dell'addome, ritrovare il proprio che può verificarsi tono. In ogni caso è quando il feto o i feti opportuno ripartire con siano particolarmente esercizi mirati al pavigrandi rispetto LINEA ALBA mento pelvico e con alla capacità contenitiva materna. Se ciò avviene, contrazioni addominali isotoniche, oltre agli evidenti risvolti inestetici, prima di riprendere con esercizi Pilates si ha una minor efficienza dei più dinamici finalizzati al recupero di muscoli addominali sia dal punto di una perfetta forma fisica ed estetica. vista contenitivo che di sostegno della colonna vertebrale. Solitamen- Conclusioni te questo evento richiede una riso- La gravidanza può dunque essere un luzione chirurgica che spesso può buon momento per avvicinarsi alla tecnica Pilates e creare una consuetudine essere prevenuta. che nel tempo darà grandi soddisfaNel periodo del post-parto… zioni: inserire infatti una routine …il Pilates è di nuovo una valida scelta, Pilates nel proprio allenamento, anche sempre seguendo alcuni accorgimenti affiancandola ad altre attività sportive, importanti. Sarebbe opportuno atten- aiuta a prevenire gli infortuni e condere dalle 6 alle 8 settimane ed avere sente di ottimizzare prestazioni e risulnuovamente il consenso del proprio tati. FINE
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PSICOLOGIA
GESTIRE LE RIVALITÀ TRA
FRATELLI Dott.ssa
Isabella Cantagalli
Psicologa - Psicoterapeuta c/o Phisiomedica Faenza Cell. 329.8025403 E-mail: drcantagalli@gmail.com
La rivalità tra fratelli è normale e inevitabile. Con la rivalità i bambini imparano ciascuno dell’altro e di sé stessi. Nello stesso tempo imparano a prendersi cura l’uno dell’altro. Nonostante ciò, i genitori trovano alquanto impossibile restare fuori dai contrasti dei propri figli. Perché? Nessun genitore si sente adeguato completamente con più di un figlio. Quando i figli iniziano a litigare, un soggiacente senso di colpa porta i genitori a pensare di dover proteggere l’uno o l’altro. Quindi ogni situazione diventa rapidamente triangolare. La rivalità dei fratelli viene alimentata dallo scopo di coinvolgere i genitori.
Accettare la rivalità La sensazione di una madre di non essere capace di amare due bambini inizia quando una madre scopre di essere in attesa del secondo figlio. Quando chiedo “cosa ne pensa il figlio maggiore” la madre arrossisce e si rattrista. È cosi difficile anticipare a un bambino che arriverà a casa qualcuno che si intrometterà nel rapporto amoroso creato con il primo figlio. 22
La rivalità tra fratelli viene alimentata da questi sentimenti. All’inizio il figlio maggiore indirizzerà la propria rabbia sui genitori per averlo abbandonato. Quando poi il fratello minore inizierà a girovagare per casa e arriverà ai suoi giocattoli, troverà il sistema per tormentare il bambino in modo da coinvolgere i genitori nella propria rivalità. E in qualche modo ci riuscirà. Quando il più piccolo attirerà sempre di più l’attenzione degli estranei, l’espressione del più grande si farà triste e tutto il suo corpo mostrerà segni di abbattimento. Potrebbe ritirarsi a sedere sulle gambe dei genitori e, pollice in bocca, guardare gli ospiti giocare allegramente con l’affascinante neonato.
Insegnare a sentirsi responsabile Imparare a condividere con altri nell’ambito di una stessa famiglia è una delle più importanti opportunità di apprendimento che chiunque possa avere. Imparare a condividere non è una capacità che viene insegnata molto spesso al giorno d’oggi.
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SALUTE_10piu_n.4.15_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 04/04/15 09:28 Pagina 23
Come genitori ci preoccupiamo troppo di proteggere un bambino dai suoi sentimenti di rivalità. La cosa ideale sarebbe quella di insegnare a un bambino come sentirsi responsabile dei propri fratelli e del benessere dell’intera famiglia. Imparare il senso di responsabilità nei confronti degli altri può essere la cosa più importante che un genitore possa insegnare al proprio figlio. Ciò deriva dall’imparare a condividere la vita con un fratello.
Quando si portano entrambi fuori per una passeggiata, preparare il maggiore dicendogli: “Quasi tutte le persone estranee amano i neonati. Questo non significa che non amino anche te. Vieni a sederti accanto a me quando ti senti solo, abbandonato o geloso”. SITUAZIONI FREQUENTI
Alcuni suggerimenti… …per chi ha più bambini piccoli. In In In relazione all’età del primo figlio, affidargli compiti da svolgere per il più piccolo: dargli una poppata, portare i pannolini, aiutare tenendolo in braccio e coccolandolo quando è agitato.
Lasciargli scegliere i vestiti per il fratellino, farsi aiutare mentre si mettono i vestiti al piccolo chiedendo di parlagli mentre lo si cambia, tenere il fratellino per una parte della poppata e aiutare a spingere la carrozzina.
Puoi prenderlo in braccio quando altri fanno festa al più piccolo. Se il genitore resta a casa tutto il giorno con i bambini, avrà una particolare serie di preoccupazioni. Come adattarsi alle diverse personalità e ai diversi livelli di età? Forse l’aspetto più impegnativo dell’essere un genitore “casalingo” è quello di trascorrere tutto il giorno con individui di età e temperamento diverso. Inoltre, se si resta a casa, si pensa di dover essere in qualche modo ricompensati dai bambini, perché sono loro il motivo per cui si è deciso di rimanere a casa. La rivalità tra i bambini causa una sensazione di insuccesso nel genitore. Quando poi i bambini litigano per il genitore, quel genitore non si sente affatto ricompensato.
Se si lavora fuori casa, è importante pianificare il proprio ritorno a casa ogni giorno. Bisogna aspettarsi che il bambino entri in crisi appena si varca la porta di casa e che si inneschi una situazione di profonda rivalità. Con calma ma con fermezza, bisogna sedersi con ciascun dei bambini e chiedere della loro giornata. Dopo aver parlato con entrambi, si può dare inizio ai doveri casalinghi dell’ultima parte della giornata. Ciascun genitore dovrebbe programmare di dedicare un momento particolare del suo tempo da passare solo con ciascun dei figli alla fine della settimana. FINE LETTURE CONSIGLIATE PER I GENITORI… E. e J-P. Darchis. “Fratelli e sorelle tra complicità e rivalità”. Ed. Avallardi
T.B.Brazelton, J.D. Sparrow. “Il tuo bambino e … la gelosia”. Ed. Raffaello Cortina Editore
J.Dunn. “Affetti profondi: bambini, genitori, fratelli, amici”. Ed.Mulino
J.Dunn, R.Plomin “Vite separate: perché i fratelli sono così diversi?” Ed.Giunti
M. Laniado “Bambini gelosi. Come risolvere le rivalità tra fratelli senza fare preferenze”. Ed.Red
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DERMATOLOGIA
LAVARSI TROPPO
FA MALE Francesca Negosanti
Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna www.centro-dermatologico.it E-mail: info@centro-dermatologico.it
Se fino a qualche tempo fa questa affermazione poteva risuonare come un’eresia, ora è dimostrato da innumerevoli studi scientifici: lavarsi troppo fa male. L’eccesso di igiene, infatti, altera le fisiologiche barriere della nostra pelle e può causare diverse problematiche che possono andare dalla semplice pelle secca ed irritabile fino alla formazione di fissurazioni, ragadi, dermatiti pruriginose. Recenti ricerche effettuate su neonati e bimbi di età inferiore a 5 anni hanno evidenziato che i bambini che sin dalla nascita vivono in ambienti troppo asettici, circondati da oggetti perfettamente puliti e sterilizzati, hanno molte più probabilità di non sviluppare adeguate difese immunitarie e di sviluppare la dermatite atopica e allergie di varia natura. Le allergie, infatti, sono ormai in continuo aumento e sono la tipica patologia del ricco mondo occidentale… 24
A E LIPID ACQU I
BARRIERA CUTANEA “SANA” AGENTI ESTERNI PENETRANO
E LIP IDI
Dott.ssa
GLI AGENTI ESTERNI VENGONO RESPINTI
AC QU A
Premessa La nostra pelle è rivestita dal così detto film idrolipidico (composto da grassi), e dallo strato corneo, che hanno la funzione di proteggerci dal mondo esterno. La barriera cutanea così come i muri delle nostre abitazioni è formata da una sorta di mattoncini tenuti insieme da una specie di cemento composto da varie sostanze, tra cui i ceramidi che hanno la funzione di trattenere la giusta quantità di acqua quindi di garantire idratazione e di non far penetrare agenti esterni, come particelle di sporco o germi. Quando la barriera cutanea si altera come nel caso di pelle secca, dermatiti e ragadi, si aprono come dei
BARRIERA CUTANEA DANNEGGIATA
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pertugi ed inevitabilmente disperdono acqua verso l’esterno, creando una sempre maggior secchezza cutanea e favorendo l’ingresso di agenti esterni irritanti o infiammatori, con conseguente aumento di infezioni, irritazioni, infiammazioni, allergie.
Chi ha la “pelle debole”? La barriera cutanea è tipicamente alterata nei soggetti affetti dalla dermatite atopica o da allergie di varia natura.
fronti di stimoli che normalmente non causerebbero nessuna reazione (come cibi, farmaci, sostanze che si respirano o che si toccano). Nei soggetti allergici il venire a contatto con certe sostanze (allergeni) provoca reazioni abnormi come arrossamenti, gonfiori, pruriti e quindi alterazioni della barriera cutanea.
L’importanza della pelle
In tutti i soggetti, ma specialmente in quelli atopici e/o allergici, è fondamentale preservare il più possibile Nei bebè colpisce La dermatite atopica, in guance, gomiti e la barriera della nostra pelle. particolare, è una malatginocchia. Questo non significa smettere tia infiammatoria delle di lavarsi, ma significa prenpelle non contagiosa che dersi cura di sè nel modo giucolpisce persone genetisto. Una buona detersione camente predisposte, che cutanea deve rimuovere 3 dà luogo ad una pelle eccessivamente reattiva nei contipi di impurità: lo sporco fronti di vari stimoli e che ha come sintomo principaidrosolubile (cosmetici, le secchezza e prurito. sudore), lo sporco insolubiQuesta malattia è cronica, con un’al- le (residui di trucco o smog) e lo ternanza di fasi acute e fasi di remissio- sporco liposolubile (il sebo della ne; nella maggior parte dei casi esordi- nostra pelle e la componente grassa sce in età pediatrica e si risolve con la dei cosmetici). Bisogna lavarsi per pulipubertà, altre volte invece può rimane- re senza aggredire. re latente e manifestarsi solo in età adulta o persistere in età adulta. Un sogget- Quindi, come fare? to con dermatite atopica non è necessa- Benissimo lavarsi tutti i riamente anche allergico e non necessa- giorni, ma PRIVILEriamente lo diventerà. Atopia ed aller- GIARE LAVAGGI gia sono due cose ben diverse. BREVI CON ACQUA L’allergia è infatti un'anomala reazione TIEPIDA E MAI TROPPO CALDA. del nostro sistema immunitario nei con- Asciugarsi tamponando delicatamente e
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non strofinando ed aggredendo la pelle. Non utilizzare detergenti aggressivi, troppo schiumogeni e ricchi di tensioattivi, conservanti, coloranti e profumi, ma detergenti delicati a Ph neutro e adeguati ai vari tipi di pelle, secca o grassa che sia. PREFERIRE OLII DETERGENTI, specialmente nei neonati e nei soggetti con pelle particolarmente secca e delicata. Non usare mai troppo sapone, diluirlo magari nell’acqua e rimuovere sempre l’eccesso di detergente, privilegiare la sola acqua alla troppa schiuma. E poi, dopo il bagno o la doccia, idratare e curare tutta la nostra pelle con emollienti specifici (le giuste creme non ungono o sporcano ma ci proteggono, ci idratano e la pelle non secca e bene idratata è una pelle sana che non fa prurito). NON ABUSARE di detersivi ed ammorbidenti nei lavaggi quotidiani della biancheria e prediligere tessuti naturali, magari di lino e cotone e colori chiari rispetto a tessuti ruvidi, sintetici, ricchi di coloranti. Infine, per quanto riguarda nello specifico le mani, bisognerebbe cercare di far passare almeno 4 ore tra un lavaggio e l’altro. Usare sempre i guanti se si fanno lavori domestici a contatto con acqua e applicare sempre creme protettive o barriera (difendono la pelle dall’esterno).
FINE
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SPORT
ATLETI
MASTER ATTIVITÀ FISICA SANA E SICURA anche sopra i quarant’anni. Ecco le regole da rispettare.
Dott.
Flaviano Jacopi
Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore Sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it
La Medicina dello Sport italiana è la più avanzata nel mondo, soprattutto perché, al di là dei suoi centri di studio e delle sue strutture di eccellenza, è l’unica che ha ottenuto che fosse obbligatoria per legge l’idoneità medica per praticare sport a livello agonistico e per essere iscritti a federazioni sportive professionistiche, dilettantistiche ed amatoriali.
Quali sono gli esami cui sottoporsi? Secondo le direttive della legge, con una semplice visita preceduta dalla raccolta di una STORIA CLINICA e FAMILIARE DETTAGLIATA, un ECG (elettrocardiogramma) a RIPOSO E DOPO SFORZO, una SPIROMETRIA ed un ESAME URINE (con qualche ulteriore accertamento per alcune discipline speciali), il medico sportivo è in grado di fare un’ottimale selezione dei casi che eventualmente devono compiere ulteriori accertamenti per escludere patologie, in particolare cardiache. Considerando i milioni di sportivi italiani anche giovanissimi, si tratta di una monumentale opera di prevenzione, particolarmente per quanto riguarda le cardiopatie, delle quali ci dobbiamo sentire orgogliosi. 26
È tutto nella prevenzione La potenza preventiva della medicina sportiva pur con il suo semplice approccio, si rivela soprattutto negli atleti giovani, con le punte più alte nei giovanissimi che si presentano a visita per la prima volta, perchè le eventuali problematiche cardiologiche che vengono rilevate, sono dovute a lesioni generalmente congenite, a malattie ereditarie o ad anomalie già evidenziabili con un semplice ecg o con la storia individuale o familiare. Dopo i 35-40 anni, evidentemente le lesioni organiche acquisite o congenite sono già state individuate, mentre cominciano a diventare significative sempre più le patologie legate alla arteriosclerosi che come noto può colpire tutti i vasi arteriosi, ma in modo più problematico per chi pratica sport, le arterie coronarie che sono i vasi arteriosi del cuore. Per questo motivo negli ultimi anni si è cominciato a parlare di ATLETI MASTER, intendendo con questo termine i maschi che hanno un’età superiore a 40 anni, e le donne dopo la menopausa.
Maggior attenzione al cuore Una tale distinzione è molto importante, perché SONO SEMPRE DI PIÙ COLORO CHE OLTRE I 40 ANNI PRATICANO ANCORA SPORT e addirittura sono moltissimi coloro che a questa età riprendono o addirittura cominciano per la prima volta nella vita a praticarlo.
La malattia coronarica, pur essendo presente anche nei giovani, ma assai raramente, diventa sempre più frequente con il passare degli anni, per cui lo sforzo del medico sportivo deve essere particolarmente dedicato alla individuazione della sua presenza o dell’eventuale predisposizione a svilupparsi negli atleti adulti. I protocolli routinari della medicina sportiva sono sempre validi, ma in queste fasce d’età devono essere adattati perché, ad esempio, un semplice ecg dopo sforzo come previsto dalla legge istitutiva dell’idoneità, non è generalmente sufficiente, ma deve essere sostituito da un ecg (elettrocardiogramma) da sforzo massimale.
ESAME DI ECG DA SFORZO MASSIMALE ESEGUITO CON CICLOERGOMETRO
Si tratta di una prova da sforzo al cicloergometro o al tappeto rotante eseguita sotto monitoraggio elettrocardiografico continuo, limitata dal raggiungimento della frequenza massimale (220 - l’età: ad esempio per un atleta di 42 anni la frequenza massimale è 178bpm, ossia 220 - 42) o dai sintomi (fatica muscolare, dispnea intensa, dolore toracico, aritmie pericolose, ipotensione).
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Infine voglio rammentare che nell’ultimo anno è stato introdotta anche l’idoneità sportiva non agonistica che viene rilasciata dal medico di famiglia, sulla base della conoscenza del suo assistito e, per età superiori a 50 anni, di un ecg (elettrocardiogramma) refertato da un cardiologo. Anche in questo caso, soprattutto se il soggetto intende praticare sport di un certo impegno, caso per caso, dovrebbero essere fatti approfondimenti maggiori.
TA
FINE
IA
NEW CITY CLUB ASSOCIAZIONE DILETTANTISTICA
Una distinzione particolare Ma tra i master, quelli cui il medico sportivo deve prestare la massima attenzione sono gli atleti ‘’di ritorno’’ e soprattutto i neofiti, cioè quelli che, non avendo mai praticato attività sportiva, vogliono iniziare a 40, 50 o più anni.
Idoneità sportiva non agonistica
IL
Un test da sforzo può evidenziare sintomi e segni indicativi di malattia coronarica, ma per meglio interpretarlo, devono essere noti i cosìddetti fattori di rischio coronarico che, oltre all’età, sono l’assetto lipidico cioè i livelli di colesterolo e trigliceridi, la storia di ipertensione, di diabete e di fumo di sigaretta, oltre ai precedenti famigliari. Come detto il sesso femminile è generalmente più protetto fino alla menopausa. La legge non prevede l’esecuzione dell’assetto lipidico in vista dell’idoneità, ma questo dovrebbe essere conosciuto dall’aspirante sportivo master, per facilitare il compito del medico. L’insieme del risultato del test massimale e l’esame dei fattori di rischio e della storia personale consente al medico di inquadrare il paziente e di decidere se concedere l’idoneità o programmare ulteriori accertamenti.
Non di rado, sportivi completamente asintomatici, sulla base dei dati emersi dal test da sforzo, si sono rivelati portatori di coronaropatia che ha reso necessaria la rivascolarizzazione coronarica. D’altro canto un test da sforzo completamente negativo (senza patologie), pur in presenza di uno o più fattori di rischio, consente al medico di dare preziose indicazioni sul trattamento di quei fattori di rischio, consentendo tuttavia la pratica sportiva. Anche in questo caso si tratta di medicina preventiva, spostata all’età di mezzo o alla terza età. Come detto, negli ultimi anni sempre più numerosi sono gli atleti master, e spesso si tratta di persone che praticano sport da sempre e vogliono, giustamente, proseguire in tale pratica. Questi atleti, a mio avviso, sono i più tranquilli da un punto di vista del rischio, perché sono abituati agli accertamenti, si controllano, conoscono la loro situazione metabolica, sono attenti allo stile di vita, in particolare alla dieta, anche se a volte, fortunatamente di rado, tendono a sottovalutare il peso dell’età che avanza.
In questi, gli accertamenti devono essere accurati e particolarmente approfonditi perché, accanto al rischio cardiovascolare comunque legato all’età, devono essere valutate le capacità funzionali di un cuore che non è abituato, o da tempo è disabituato a carichi di lavoro molto più alti. A mio avviso, in questo tipo di atleti, al di là delle prescrizioni di legge, soprattutto quando l’età è superiore a 50 e/o se sono preECOCARDIOGRAMMA senti fattori di rischio, particolarmente l’ipertensione, oltre al test da sforzo, deve essere eseguito un ecocardiogramma.
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FF
Quali indicatori produce un test da sforzo?
Con l’avanzare dell’età
A
Tale procedura particolare non è prevista dalla legge, anche se alcune Regioni, come l’Emilia Romagna, hanno diramato una circolare con la quale i centri di medicina sportiva sono invitati a praticarla. Questo invito non costituisce un obbligo, ma certamente è una sollecitazione che il medico sportivo deve tenere presente.
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BENESSERE
1 0 REGOLE PER RESTARE IN SALUTE DECALOGO DI BUONI PROPOSITI PER “ALLUNGARSI LA VITA”.
Prof.
Umberto Tirelli
Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone)
Gli analisti dicono che nel 2015 non svanirà la crisi economica, che l’occupazione stenterà a riprendere, che il debito pubblico dell’Italia resterà un Spada di Damocle sul futuro del nostro Paese. E allora? Allora vale comunque la pena “volersi bene” ed iniziare l’anno cercando perlomeno di pensare al proprio stato di salute. In che modo? Seguendo le dieci le regole elencate nel decalogo messo a punto dal professor Umberto Tirelli. Queste regole, che elenchiamo qui di seguito, possono rappresentare per tutti – ma proprio per tutti, talmente sono semplici - lo spunto per i buoni propositi dell’anno nuovo.
anni di vita in meno davanti a te, quindi è bene non iniziare proprio. Smettere di fumare non è mai troppo tardi: ci si può riuscire a tutte le età, magari con l’aiuto delle sigarette elettroniche. Su questo punto sono allineato con Umberto Veronesi: le sigarette elettroniche sono meno cancerogene di quelle tradizionali, perché non c’è la combustione di carta e tabacco. E’ evidente che la soluzione ottimale sarebbe smettere di fumare, ma è una parola che spesso non si traduce nei fatti, visto che il 25% delle persone riprende a fumare dopo aver provato vari metodi anti-fumo. Insomma, non dobbiamo demonizzare le sigarette elettroniche, perché per molti fumatori rappresentano un modo per uscire dalla schiavitù del fumo».
4 - Prudenza al volante «Inutile fare prevenzione contro le malattie, per andarsi poi a schiantarsi in strada per l’elevata velocità. Al volante bisogna essere prudenti, perché ogni giorno i morti sulle strade sono tantissimi. Dunque niente alcol quando si guida, moderare la velocità, non usare il telefonino, controllare regolarmente le gomme e i freni. Essere comunque cortesi con gli altri automobilisti e rispettosi di pedoni e ciclisti. Quando si esce in compagnia, adottare il sistema che chi guida non beve».
1 - Non abusare dell’alcol «Un bicchiere di vino al giorno non fa male, ma occorre evitare l’abuso – spiega il professor Tirelli – Soprattutto, non bere mai bevande alcoliche fuori dai pasti. Attenzione ai superalcolici nei giovani e nei giovanissimi».
2 - Non fumare «Se sei giovanissimo, sappi che se fumi avrai almeno dieci 28
3 - Mantieni il giusto peso «Controlla l’alimentazione (meno grassi e carne, più frutta e verdura) e fai ricorso all’attività fisica. Una camminata a passo veloce di mezz’ora a giorni alterni può essere già sufficiente. Se vi sono intolleranze o altri disturbi alimentari, puoi valutare la nutrigenomica che analizza il Dna e può fornire delle linee guida personalizzate per migliorare la qualità dell’alimentazione e lo stile di vita».
5 - Lascia a casa l’auto quando puoi «Contribuisci a diminuire l’inquinamento provocasto dai gas di scarico delle macchine, che è cancerogeno, lasciando il più possibile l’auto a casa, camminando o andando in bicicletta».
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6 - Affidati alla medicina predittiva «La medicina predittiva è nata una decina di anni fa, quando è stata completata l’identificazione del genoma umano – prosegue il professor Tirelli – E’ un modello che si applica non ai malati, ma ai sani. Scopo della medicina predittiva infatti non è la guarigione, quanto invece la scoperta di alterazioni del Dna, la cui identificazione può essere utile per individuare i soggetti a rischio di sviluppare tumori, Alzheimer, alterazioni del metabolismo delle vitamine o dei grassi o degli zuccheri. Nel caso di alcuni tumori della mammella, del colon retto, della prostata, della tiroide ed altri, è possibile ricorrere ad un test sulla saliva per identificare gli individui a rischio. Quando raccogliamo l’anamnesi di un paziente, dovremmo sempre chiedere se in famiglia ci sono stati altri casi di uno stesso tumore, perché questo fa pensare a forme legate ad alterazioni genetiche.
a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ma attenzione, perché lasciare da solo il paziente col risultato del test, oltre a non essere utile, può essere pericoloso: accedere ai test genetici può infatti generare una serie di danni, soprattutto psicologici, ma anche medico-legali. Negli Stati Uniti, nel 2013 l’azienda di test genetici 23andMe aveva avviato una dirompente campagna pubblicitaria televisiva, informando che per appena 99 dollari e un po’ di saliva, sarebbe stato possibile scoprire “centinaia di cose sulla propria salute, compreso il fatto di essere a rischio di cardiopatia ischemica, artrite, calcolosi della colecisti o emocromatosi”. Dopo qualche mese è arrivata la reazione dell’FDA (la Food and Drug Administration, ovvero l’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali negli Stati Uniti), che ha intimato alla 23andMe (che nel frattempo aveva superato il milione di clienti) di sospendere immediatamente la campagna pubblicitaria».
Costruire un “albero genealogico” familiare dei tumori, aiuta il medico ad indirizzarsi verso una diagnosi, oltre a richiedere in maniera ragionata il test genetico
«riscontri anomalie persistenti quali tosse insistente, voce alterata, difficoltà a respirare, cuore che batte irregolarmente, febbricola, calo di peso inspiegato, sanguinamento inspiegato a livello della bocca o delle vie genitali o del retto, noduli della pelle, oppure nei che cambiano colore, sanguinano o fanno prurito».
8 - Procedi agli screening ed eventualmente ai test genetici «A seconda dell’età, procedi agli screening per la diagnosi precoce dell’utero, della mammella, del colon retto, della prostata. Se hai parenti stretti che hanno sviluppato tumori della mammella, colon retto e prostata, sussiste un aumentato rischio di sviluppare questi tumori e potrebbe essere necessario adottare indagini di screening più sofisticate, compreso il genotest oncologico per la valutazione del Dna ed eventuali alterazioni che predispongono ai tumori».
9 - Monitora il rischio cardiovascolare «Controlla pressione arteriosa e colesterolo, e segui le indicazioni precedenti».
7 - Fatti visitare se: 10 - Evita di contrarre malattie trasmettibili sessualmente «Adotta relazioni stabili con un partner che faccia altrettanto, oppure utilizza il preservativo. Partecipa ai programmi di vaccinazione contro l’epatite B e l’Hpv, che possono fare scomparire o ridurre l’epatocarcinoma, i tumori del collo FINE dell’utero e della tonsilla».
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I NOSTRI AMICI ANIMALI
IL CUORE DI
CANI E GATTI ANCHE LORO SONO AFFETTI DA MALATTIE CARDIACHE per certi versi identiche a quelle che colpiscono l’uomo. E anche le terapie sono le stesse.
che si chiama stenosi valvolare aortica. La valvola mitralica può presentare un quadro di insufficienza dovuta alla imperfetta chiusura delle cuspidi.
Dott.
Vladimir Guluta
Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Molti di noi si sentono estremamente legati ad alcuni animali che sono entrati a fare parte della nostra vita di tutti i giorni. Penso ai più comuni, che sono i cani e i gatti. Una relazione forte esiste tra noi e queste meravigliose creature, con le quali possiamo stabilire un vero legame “di cuore”, di amicizia e di rispetto. Ci fa male proprio “il cuore” quando i nostri piccoli amici stanno male; a loro volta, dotati di straordinarie capacità di “avvertire” quando la vita del loro padrone è in pericolo, non lo abbandonano, anzi corrono alla ricerca di aiuto.
Così per loro, come per noi Parlando del forte legame di cuore tra noi e loro, è bene sapere che anche cani e gatti sono affetti da malattie cardiache, per certi versi identiche a quelle che colpiscono l’uomo. Non si tratta di malattie infettive che si trasmettono tra noi e loro, ma di patologie acquisite, che semplicemente si assomigliano. SONO MOLTO FREQUENTI LE MALATTIE DELLE VALVOLE CARDIACHE. La valvola aortica diventa “stretta” riducendo la sua apertura e creando quello 30
Un altro gruppo di malattie che colpiscono i nostri amici animali, e che gli umani conoscono bene, sono LE CARDIOMIOPATIE. Un primo gruppo è rappresentato da malattie che ispessiscono il muscolo cardiaco (cardiomiopatie ipertrofiche), un altro da patologie che dilatano il cuore e gli indeboliscono severamente la forza di contrazione (cardiomiopatie dilatative). Chi non ha sentito della cardiomiopatia dilatativa?
Ebbene, il modo in cui si presenta la loro malattia è identico al nostro: astenia, intolleranza allo sforzo, perdita di appetito, affanno, respiro veloce, tosse, ritenzione di liquidi e molto spesso disturbi del ritmo cardiaco che si associano. Sull’elettrocardiogramma le aritmie registrate nell’uomo sono identiche a quelle di questi animali. Se, per esempio, non sappessimo che una fibrillazione atriale, una tachicardia atriale, una tachicardia ventricolare o una fibrillazione ventricolare sia stata registrata in un cane, potremmo perfettamente pensare che sia umana.
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Altre malattie possono coinvolgere il pericardio (tumori del pericardio, versamento pericardico), altre sono difetti congeniti, più frequenti nei cani che nei gatti (stenosi aortica e polmonare, difetto interatriale, difetto interventricolare, la pervietà del dotto di Botallo, la tetralogia di Fallot, ecc.).
Similitudini Lo scompenso cardiaco, una sindrome estremamente diffusa negli uomini che accompagna spesso molte patologie cardiache, si presenta anche nei gatti e nei cani. Quasi da non credere, i cani e i gatti possono essere affetti da ipertensione arteriosa. Accade più spesso (come negli uomini) negli animali affetti da insufficienza renale, negli animali obesi o con disfunzioni ghiandolari (ipertiroidismo, anomalie della funzionalità delle ghiandole surrenali, ecc.). Tanto per darvi l’esempio di un'altra situazione che ci accomuna, anche loro soffrono di “ipertensione da camice bianco”…
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Ciao, io sono ZEUS, ti aspetto alla scuderia per giocare con te. Gli animali sono un aiuto alla prevenzione del disagio tipico presente nell’età adolescenziale
frequenti per gli uomini, mentre per i nostri cari piccoli amici sono rare perché… il padrone dovrebbe spendere molti soldi; sfortunatamente sono procedure che non si eseguono “con la mutua”…
Gli strumenti utilizzati… Per approfondire la diagnosi, anche i medici veterinari usano gli stessi mezzi diagnostici dei nostri cardiologi: l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma, la radiografia del torace, fino alle indagini molto più impegnative come il monitoraggio elettrocardiografico, la registrazione Holter su 24 ore o estremamente sofisticate come la TAC o la risonanza magnetica.
Avvicinamento all’equitazione per grandi e piccini
…e i farmaci Per la terapia farmacologica, anche il cane e il gatto usano “i nostri farmaci” come gli antiaritmici, i vasodilatatori, gli ACE-inibitori, ecc.
In questo caso, se un nostro cagnolino dovesse rimanere senza una medicina potremmo prendere una compressa dalla nostra scatola e prestargliela. Attenzione solo ai dosaggi, che sono molto più bassi per loro, a causa della differenza del peso corporeo, lo stesso ragionamento che faremmo per i nostri bambini. FINE
…le terapie… Le terapie per il loro problema cardiaco possono essere interventi chirurgici per la dilatazione o la sostituzione della valvola malata, per la chiusura di un’anomala comunicazione tra le varie camere cardiache, oppure si può trattare dell’impianto di un pacemaker quando il cuore è troppo lento e “perde troppi colpi”. La differenza è quella che i suddetti interventi o procedure sono estremamente 31
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HANNO COLLABORATO al numero 4_APRILE 2015 di SALUTE 10+ Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Nicoletta Fabbri Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza E-Mail: nicofabbri@libero.it Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com Dott.ssa Francesca Negosanti Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna - www.centro-dermatologico.it Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione
Dott. Roberto Nonni Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza E-mail: rnonni@alice.it Edda Plazzi Pisicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com Prof. Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone) Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it Dott. Roberto Zabberoni Centro Dentale La Cura - Ravenna
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I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB - Faenza - Tel. 0546.623355 E-mail: info@studioabb.it Dott. Alberto Busilacchi - Maria Cecilia Hospital Cotignola Dott.ssa Chiara Bucherini - Biologa nutrizionista Dott. Eugenio Bucherini - Angiologo Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB Faenza - Tel. 0546.623355 - E-mail: info@studioabb.it Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza - E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com Dott. Giorgio Maria Cicognani - Medico Geriatra - AUSL Ravenna E-mail: giorgio.cicognani@fastwebnet.it Dott. Guido Cocchi Responsabile Centro Malformazioni Congenite e Amb/DH MR UO-Neonatologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna E-mail: guido.cocchi@unibo.it
Denny Conti - Sport GM Solarolo Rivenditore specializzato scarpe da running Prof. Gioacchino Coppi Direttore Chirurgia Vascolare Università di Modena e Reggio Emilia
Stefano Cresci Presidente AIDO Regionale Emilia-Romagna Dott. Sergio D’Addato Dip. di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Bologna - Ospedale Sant’Orsola Malpighi Dott. Calogero Di Stefano - Specialista urologo E-mail: loger99@libero.it Dott.ssa Maria Cristina Digilio - Dipartimento di Medicina Pediatrica IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza
E-mail: andrea.drei@alice.it Prof. Marinella Di Stani - Psichiatra Responsabile Ambulatorio del Comportamento Alimentare di Ravenna - AUSL Romagna Dott. Stefano Farioli-Vecchioli Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia - Centro Santa Lucia-EbriCNR, Roma - E-mail: stefano.farioli@inmm.cnr.it Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org
Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it
Edda Plazzi - Pisicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com Dott. Giuseppe Plazzi - Dipartimento di Scienze Neurologiche Università di Bologna - E-mail: giuseppe.plazzi@unibo.it Dott. Alessandro Repici Responsabile Endoscopia Digestiva Humanitas Milano Dott. Antonio Salzetta - Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna
Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori Tel. 335.5238668
Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna
Francesco Spadoni - Tecnico ortopedico Email: francesco@ortopediaspadoni.it
Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia
Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo
Dott.ssa Enza Lamanna - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott. Luciano Lozio - Docente universitario e consulente farmaceutico
Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it
Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola - www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it
Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta
Barbara Maioli - Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 Reg. Emilia Romagna - Disciplinato ai sensi della Legge nr. 4/2013 E-mail: barbara.maioli@alice.it
Doriana Togni - Bottega dei Servizi - E-mail: info@bottegadeiservizi.it
Dott. Andrea Maccolini - Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it
Dott. Gregorio Tugnoli - Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it
Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it
Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com
Dott. Marco Manfrini - Specialista in terapie Chirurgiche Innovative
Alberto Mantovani - Direttore Scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University Dott.ssa Monica Negosanti - Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it
Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Dott. Salvatore Voce - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna Dott. Franco Ziccardi - Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza E-mail: caspitafaenza@gmail.com Prof. Dott. Raul Zini Maria Cecilia Hospital Cotignola
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