La dorsale
Stazioni Unite del Simeto
Progetti CultuRUrali dall’abbandono al recupero della Ex tratta ferroviaria Motta S. Anastasia - Regalbuto
Patrocinio
Comune di Paternò
Indice
Assessorato alla Cultura, Turismo, Sport e Spettacolo
Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto
Organizzazione comunitaria
Associazioni che hanno aderito al percorso di suds: Ass. VIVISIMETO - Paternò Ass. SiciliAntica Paternò Ass. Batarnù - Paternò Ass. G.A.S. Simeto Santa Maria di Licodia Ass. Cultura&Progresso Santa Maria di Licodia
pag. 4
Dove Siamo?
pag. 10
La ferrovia Motta-Regalbuto
pag. 11
Panoramica sulla riqualificazione delle ferrovie dismesse
pag. 13
Breve scansione territoriale Cenni storici dal progetto all’abbandono
Ass. Pro Loco Paternò
Ass. Alzheimer Paternò
Aspetti Normativi
LIPU Onlus Sez. Catania Gruppo fotografico Le Gru Valverde
Associazione Italiana Agricoltura Biologica Sicilia Onlus
A.P.A.S. Paternò
Aderiscono all’iniziativa:
premessa
Catania
Federazione Italiana Amici della Bici Sicilia Onlus Ass. La Casa dei Santi Paternò
Ass. La Locomotiva Adrano
Archibla Paternò
Laboratorio Simeto Adrano
Testi: S.U.d.S. viale Don Luigi Orione 3/A - 95047 Paternò (CT) www.sudsimeto.wordpress.com | facebook: SUdS - Stazioni Unite del Simeto - Progetticultururali simeto.suds@gmail.com | tel. +39 0958204124 cell. +39 3478078523 Grafica e Impaginazione: Simona Maria Campione Pubblicazione autoprodotta | Finito di Stampare Dicembre 2016 Tutti i diritti sono riservati - Copyright:
Aspetti generali sulla riconversione della ex ferrovia Motta-Regalbuto
Aspetti tecnici sulla riconversione delle linee ferroviarie dismesse Contesto: Il Patto Di Fiume
pag. 17
Arte e Cultura nei processi di rigenerazione urbana
pag. 17
Strategie per una nuova centralità della Valle del Simeto
pag. 19
Esperienze Territoriali Dalla Comunità L’esperienza di torino
La Valle del Simeto nella “Strategia nazionale Aree Internee”
SUdS: un percorso condiviso per il recupero della ferrovia dismessa Cronaca di una giornata di (stra)ordinaria riconquista Bibliografia
pag. 22
Premessa
Questo piccolo opuscolo raccoglie e intreccia ricerche, conoscenze, esperienze e studi maturati sul territorio tra la Valle del Simeto e quella del Salso negli ultimi quindici anni. Una presa di coscienza della comunità sulle potenzialità del proprio territorio, delle risorse non valorizzate su cui fondare il rilancio di un’economia basata sulla sostenibilità ambientale-culturale e agro-turistica. Una prima azione da cui partire per rafforzare la trama territoriale nella Valle del Simeto e rinnovare le relazioni tra le realtà sociali-culturali e quelle produttive, può essere il recupero dell’ex tratta ferroviaria Motta Sant’Anastasia – Regalbuto. Se l’antico tracciato fu progettato alla fine dell’Ottocento per accedere o attraversare territori marginali e poi, nel corso della metà del secolo scorso, fu impiegata nel nella logistica del fiorente commercio dell’agrumicoltura, in questo inizio di secolo la tratta può ricoprire un ruolo centrale nella crescente domanda di uso culturale del territorio coniugando attività agricola, ambientale, sociale e culturale, in altri termini una rete territoriale in grado di offrire le specificità del luogo. Di seguito un breve elenco dei progetti che, a di nostra conoscenza, hanno sviluppato in ambito Universitario l’argomento negli ultimi 15 anni, con diversi approcci disciplinari (Architettura, Ingegneria, Agragria, Scienze Politiche, etc.):
2001 Paternò tra urbano e rurale: una proposta di riqualificazione. Arch. Salvatore G. Ferlito e Maria L. Saccone Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria
Lo studio rilegge la composizione urbana della città di Paternò, individua gli elementi paesaggistici e ambientali che caratterizzano l’insediamento, come nuove polarità a scala territoriale, ridisegna le relazioni tra città e campagna. Il Neck (collina storica), le Salinelle dei Cappuccini, la Sorgiva Monafria con la Via dei Mulini, sono percorsi e luoghi storici ed ambientali significativi della città, nel progetto divengono aree parco, d’interfaccia, di filtro, tra l’urbano e il rurale. Sul versante opposto nella campagna a poca distanza dell’abitato, il recupero della tratta ferroviaria per la fruizione delle attività agricole, ricreative e agro-ambientali, consente la mobilità interterritoriale e la diretta accessibilità ai luoghi storici del paesaggio rurale ancora oggi poco praticati.
2005 I mulini ad acqua nel territorio di Paternò, un contesto da valorizzare. Ing. Luca Salvatore Giuffrida Università degli studi di Catania – Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura
La tesi analizza e ridisegna le strutture architettoniche e le tecniche costruttive degli antichi mulini ad acqua alimentati dalla sorgiva Monafria a ridosso dell’abitato di Paternò. L’antica strada dei mulini è attraversata dalla tratta ferroviaria Motta Sant’Anastasia – Regalbuto, quindi in quel luogo è possibile ricongiungere più percorsi di fruizione. I mulini possono ospitare e promuovere attività agro-culturali: Museo della Civiltà Contadina, ristorazione e degustazione dei prodotti tipici, Museo del Mulino, centro culturale, scuola delle tradizioni agro-artigianali, etc.
2007 Progetto “S.P.E.S. Scopriamo Paternò E il Simeto” Avv. Carmela Garifoli Università degli Studi di Catania - Centro di ricerca finalizzato F. Braudel Programma INTERREG IIIC Sud/Progetto DEDEL-SDEC - Master di secondo livello in “Creazione di progetti sociali e sviluppo locale”. 4
Il project work prefigura un’integrazione tra il turismo culturale più tradizionale e quello naturalistico-rurale, sviluppando l’idea di un sistema di ecoturismo attraverso la realizzazione di itinerari integrati che comprendano sia le emergenze naturalistico ambientali presenti lungo il fiume Simeto che le aree archeologiche e culturali della città di Paternò. In questo contesto un ruolo centrale è costituito dalla valorizzazione e riutilizzo della tratta ferroviaria Motta-Regalbuto, ivi compresi gli immobili ferroviari, realizzando dei “Percorsi verdi” di mobilità dolce con un sistema misto che comprenda treno, bicicletta, bus ed escursioni pedonali validi per le nuove forme di turismo verde.
2009 O2M Linee narrative per un parco fluviale del Simeto. Arch. Livia Chisari Università degli studi di Catania - S.D.S. Architettura di Siracusa
Ricerca sul ruolo del bacino idrografico del fiume Simeto, visto “non come una semplice incisione sulla superficie terrestre ma il cuore di una rete idrografica complessa attorno alla quale si sono nel tempo succedute popolazioni, economie e accumulati segni di una continua riscrittura insediativa”.
2010 I Percorsi di mobilità sostenibile lungo le valli dei fiumi Simeto e Salso. Ipotesi di recupero come greenway della linea ferroviaria dismessa Motta S. Anastasia-Regalbuto, “La Greenway dei Due Fiumi” Arch. Antonio Caruso e Arch. Alessandro Napoli Politecnico di Torino - II Facoltà di Architettura
Partendo dall’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale e materiale appartenente alla linea ferroviaria Motta S. Anastasia-Regalbuto, la tesi sviluppa il tema del recupero della linea come “greenway” per realizzare un percorso verde lungo i corridoi fluviali del Simeto e del Salso. Il progetto, sviluppato in forma di masterplan, prevede sia gli interventi per la trasformazione del percorso ferroviario, sia le modalità per il recupero dei beni immobili.
Valorizzazione del paesaggio agrario di pertinenza della Valle del Simeto. Dott. Agr. Pasquale Sinatra Università degli Studi di Catania - Facoltà di Agraria, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Tecnologie e Pianificazione per il Territorio e l’Ambiente La prima parte della ricerca analizza le coltivazioni presenti dalle quote più basse del fiume sino ai frutteti alle quote più alte, constata l’abbandono di molte colture e rivela le specie selvatiche. Nella seconda parte s’ipotizza una possibile valorizzazione riqualificando i percorsi rurali esistenti, tra cui l’antico tracciato ferroviario lungo la Valle, con la possibilità di trasformarlo in greenway.
2012 Per un Sistema di Saperi, regole e Progetti Condivisi. La Mappatura di Comunità nella Valle del Simeto. Ing. Giusy Pappalardo Università degli studi di Catania – Facoltà di Ingegneria Edile-Architettura La tesi è stata sviluppata lavorando a stretto contatto con le comunità locali della Valle del Simeto, nel bacino idrografico più esteso dell’isola ed è risultata vincitrice del primo premio nel concorso “La Città dei Cittadini” bandito d’Istituto Nazionale “Casalecchio delle Culture”, con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana.
Workshop “Landscape Simeto” Fondazione e dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Catania in collaborazione con l’Associazione Culturale Officina 21 Workshop internazionale di progettazione per la promozione dell’architettura urbana, del paesaggio urbano ed agricolo. Un’esperienza progettuale su cinque ambiti di studio: Catania, Motta, Paternò, Adrano e Bronte, caratterizzati dalla presenza di cinque castelli – il fiume costituisce il connettore tra queste aree urbane e l’armatura principale della rete territoriale. 5
2014 Il Progetto come Pratica Sociale Due esperienze di “Progetto-Azione Partecipato” nella Valle del Simeto PhD Antonio Raciti Università degli Studi di Catania - Dipartimento di Architettura, DARC Dottorato di ricerca in Progetto e Recupero Architettonico, Urbano e Ambientale” XXIV ciclo Quali sono cioè le modalità con cui lavorare dall’interno delle pratiche urbane? In che modo “rendere attiva” la figura tecnica all’interno di esse? Questa ricerca si occupa di rispondere a questi interrogativi ritenendo che le tradizioni del progetto urbano, sensibili alle forme di inclusione sociale nei processi di trasformazione dei luoghi, possano rappresentare strumenti ancora utili se portati all’interno della operatività delle pratiche urbane. Essa cioè si interroga sulle possibilità offerte da questi strumenti nell’orientare, sostenere e alimentare tali fenomeni. Si esplorano poi tali questioni problematiche attraverso la partecipazione a un progetto di Ricerca Azione Partecipata più ampio svolto in seno ad una partnership tra il Dipartimento di Architettura dell’Università di Catania e una rete di associazioni nata nella valle del Simeto. infine, sulla base delle esperienze pratiche, si rassegnano alcune riflessioni critiche rispetto ai margini di azione disciplinare ancora esistenti dentro le pratiche sociali e rispetto alle modalità di azione scelte all’interno di questo lavoro
Per uno sviluppo partecipato e integrato nella Valle del Simeto. Progetto di un laboratorio di sperimentazione per il Patto di Fiume Ing. Carmelo Caruso Università degli Studi di Catania - Corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura Dopo un’analitico excursus del tema dello sviluppo locale e uno studio di caso sull’Agenzia di Sviluppo Locale di Caltagirone, si elabora un’ipotesi di Agenzia di Sviluppo per l’attuazione e gestione del Patto per il fiume Simeto. Sulla base di quanto analizzato in merito ai successi e alle criticità relativi all’esperienza del Calatino, si cerca qui di capire quali elementi positivi è opportuno riprodurre nel Laboratorio del Patto e quali, invece, andrebbero modificati, adattati o aggiunti ex novo, in relazione ad un attento esame delle caratteristiche del territorio simetino e del processo di mobilitazione sociale nato e sviluppatosi negli ultimi anni.
2015 INSTABILITY | Paesaggi di trasformazione verso il paradigma della resilienza Dott.ri Arch. Simona Maria Campione, Liliana Adamo, Chiara Torrisi, Floriana Roccasalva, Giuseppe Scirè Banchitta Università degli studi di Catania – S.D.S. Architettura di Siracusa La strategia complessiva, frutto di un lavoro corale, guarda l’azione di progetto alle diverse scale nella prefigurazione di una diffusione virale del nuovo paradigma olistico. Le pratiche e i progetti ecosistemici adottati nel territorio della Valle del Simeto si suddividono in una serie di azioni progettuali che lavorano sulle criticità e sui caratteri peculiari del luogo, proponendosi di stabilizzare le anomalie dell’ecosistema: la rinaturalizzazione della zona collinare attraverso l’impianto di un’agroforesta; permeabilizzazione del parco fluviale tramite la realizzazione di un anello di collegamento sugli argini (percorso ciclo-pedonale); il potenziamento dei tratti di vegetazione ripariale compromessi ed inserimento di laboratori artigianali legati alla sperimentazione di alcune tipologie vegetali (canapa, arundo donax, ed altre autoctone); la creazione di un sistema di assi trasversali di ricucitura che intercettano, ed in parte ricostruiscono, le antiche vie dell’acqua e dei trasporti, interfacciandosi sempre con le aziende agricole lungo il percorso; il recupero e riconversione di alcune unità di rilevanza storica (mulini, saje, casolari) e realizzazione ex novo di altri dispositivi attraverso tecniche di architettura naturale (terra cruda, balle di paglia, vegetecture). Il progetto, in estrema sintesi, si propone di esaltare l’identità di questi luoghi per reanderla non solo fruibile ma capace di diventare una risorsa economica e culturale per la città. La tesi cerca di rimettere la natura al centro delle nuove dinamiche evolutive, come matrice di un sistema complesso ed eterogeneo, reintegrando le relazioni ed i legami ormai perduti tra Paternò, la campagna ed il fiume Simeto.
R-urban Regeneration Summer School, ha coinvolto per 10 giorni (17-27 giugno) i partecipanti in attività di ricerca-azione per l’identificazione di politiche e progetti di rigenerazione rurale e urbana nella Valle del Simeto. Il seminario ha offerto l’occasione di presentare non solo le attività della scuola ma anche le possiblità di collaborazione per gli studenti dell’Università di Catania con il “Patto di Fiume Simeto” e con l’University of Memphis.
L’Evoluzione della lotta all’inceneritore e la redazione del Patto di Fiume nella Valle del Simeto. Dott. Nicola Conti Università degli studi di Catania Facoltà di Scienze politiche La tesi si è concentrata sulle mobilitazioni locali e i comitati cittadini che si oppongono alla realizzazione delle opere imposte dai governi centrali e regionali, promuovendo modelli di sviluppo incentrati sulla tutela dell’ambiente. Il caso studio della mobilitazione “simetina” contro la realizzazione di un mega inceneritore, previsto dal Piano Rifiuti di Salvatore Cuffaro, ha dimostrato come la comunità della Valle sia da subito riuscita a superare la logica NIMBY, dando vita all’associazione ViviSimeto. Quest’ultima si è occupata di progetti importanti quali la mappatura di comunità che raffigura i luoghi più sentiti dai cittadini, e il Patto di Fiume, un piano di sviluppo economico fondato sulla valorizzazione della Valle inserito nelle Strategie Nazionale Aree Interne presso il Ministero dello Sviluppo Economico e della Coesione Sociale.
2016 Arte e cultura nel processo di rigenerazione del territorio della Valle del Simeto Simona Bracchetti Università degli studi della Sapienza di Roma-Facoltà di Architettura
La ricerca è finalizzata allo studio di un progetto di riqualificazione della tratta ferroviaria dismessa Motta S. Anastasia - Regalbuto, nell’ambito di quanto previsto dal Patto per il Fiume Simeto per la rigenerazione e lo sviluppo del territorio dell’intera Valle, e in riferimento ad alcune recenti esperienze progettuali che hanno investito principalmente in cultura, arte, sociale e turismo per promuovere un nuovo modello di sviluppo urbano con cui rivitalizzare e rigenerare il territorio.
L’idea di utilizzare l’acronimo, S.u.d.S. “ Stazioni Unite del Simeto, Progetti CultuRUrali”, nasce dalla volontà di avviare un percorso di unione e condivisione tra tutte le realtà territoriali (produttive, sociali, culturali) che con diverse competenze possano coralmente supportare e contribuire alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo. Siamo convinti che nessun progetto possa essere realizzato se non con la volontà di tutti i portatori d’interesse pubblico e privato. La complessità dell’intervento richiede necessariamente il coinvolgimento dell’intera comunità della Valle del Simeto e del Salso, ma non preclude la possibilità di avviare un progetto “pilota” lungo il tracciato. La stazione di San Marco per la sua integrità strutturale, l’unica lungo tutto il tracciato a trovarsi a ridosso del centro abitato, facilmente raggiungibile e collegabile ad aree di grande rilevanza storica-ambientale (Oasi avifaunistica di Ponte Barca, Salinelle dei Cappuccini, Collina storica, sorgive e la Via dei Mulini, etc.) è quella a nostro avviso che più si presta ad avviare un’azione concreta per definire un modello e innescare un processo di riqualificazione dell’intero sistema.
R-URBAN REGENERATION CoPED Summer School 2015 Università degli studi di Catania, University of Memphis, C.a.r.d.i. Siciliani, Presidio partecipativo del Patto di Fiume Simeto, Ass. Vivisimeto. 6
7
EX FERROVIA PATERNò-NICOSIA per la Valle del Salso
TRATTO MOTTA S.ANASTASIA- REGALBUTO
5 6 5
12
13
1- CATANIA CENTRALE 2- AQUICELLA 3- BICOCCA-AEREOPORTO
Adrano
11 Regalbuto
10
7
9
10
Lago artificiale Pozzillo
8
LINEA DISMESSA MOTTA-REGALBUTO
Biancavilla
4- MOTTA S. ANASTASIA 5- RITORNELLA 6- AGNELLERIA 7- S.MARCO_PATERNÒ 8- SCHETTINO 9- MANDARANO_CENTURIPE 10- CARCACI 11- LETO 12- SPARACOLLO 13 REGALBUTO
5 11
S.Maria di Licodia
9
11
Centuripe
8
EREI 12
15
14
Paternò Belpasso
7
13
14
1
16
6 Catania
Motta S.Anastasia
5
4
Lago artificiale Ogliastro
BENI STORICO-ARCHEOLOGICI 1- Abbazzia di Maniace 2- Castello di Bolo 3- Chiesetta della placa di SerraValle 4-Cartiera 5-Ponte dei Saraceni 6-Città Sicula del Mendolito
BENI NATURALI-PAESAGGISTICI 7-Borgo di Carcaci 8-Ponte Acquedotto Biscari 9-Mure Dionigiane 10- Castello Spitaleri 11-Fontana del Cherubino 12-Ex allevamento cavalli
13-Rovine del Castello di Poira 14-Rovine del Ponte Romano 15-Via dei Mulini 16-Rovine di Fenicia Moncada
1- Oasi Avifaunistica di Ponte Barca 2 Passo d’Ipsi 3-Salinelle di San Biagio 4-Geosito Salinelle dei Cappuccini 5- Forre Laviche 6-Pietrerosse
La ferrovia Motta-Regalbuto
DOVE SIAMO?
BREVE SCANSIONE TERRITORIALE
Cenni storici dal progetto all’abbandono
La Valle del Simeto è un luogo storicamente importante, perché sede delle prime civiltà fluviali che, analogamente a quelle sviluppatesi in Mesopotamia lungo la valle del Tigri e L’Eufrate, riuscirono a sfruttare le stagioni delle piene, dando origine alle prime forme di struttura sociale e di agricoltura. Questo consentì una rapida crescita degli stanziamenti umani e la nascita delle prime città. L’ asta fluviale, il fiume Simeto, che lambisce la valle e corre in parte parallela alla linea ferroviaria, è il principale fiume della Sicilia. Ricade nel versante orientale dell’isola, comprende tre specifici ambiti paesistici, quello relativo alla pianura alluvionale catanese, al cono vulcanico etneo e alle colline degli Erei. Ed è proprio l’unione di terre geologicamente cosi differenti a dare origine ad un territorio altamente complesso, ma unico nel suo genere, in grado di creare palinsesti e trame del tutto differenti che in piccolo sintetizzano e rappresentano il paesaggio colturale-culturale della Sicilia. La stessa storia agricola del territorio ci ricorda la ricchezza avutasi specie durante il dominio Arabo-Normanno. Canapa, cotone, riso, mandorli oliveti erano parte di un sistema policolturale ecologicamente integrato con l’ambiente. Attraversando il territorio, ci sono ancora elementi che testimoniano la floridezza degli anni passati. Immenso è il patrimonio per la regimazione delle acque. Sistemi di adduzione, captazione, e distribuzione furono qui progettati e perfezionati attraverso la costruzione di saje, senie e norie che, con la sola forza idraulica e animale, riuscivano ad assicurare il giusto apporto idrico alle colture e alla città. L’acqua, in queste terre è preziosa risorsa limitata, va gestita nella consapevolezza del suo valore insostituibile. Purtroppo l’uso smodato delle risorse naturali e la loro immorale contaminazione da parte di alcune aziende agricole e insediamenti industriali sta avvelenando i corsi d’acqua, prosciugando le sorgenti, desertificando i colli. Rifiuti di qualunque genere a cielo aperto trasformano strade e tratti del lungofiume in vere e proprie discariche. Le vecchie guide di ferro della linea ferroviaria, in questo ostile contesto, si prestano a divenire elemento unificante. Potrebbero essere la pista di attraversamento di questo palinsesto territoriale, tra l’urbano e il rurale. L’infrastruttura segna un momento storico cruciale, specie per l’ambito rurale. La campagna, da sempre a servizio delle città, oggi, non comunica più, né trae beneficio da essa. La trama agricola, frutto di una società post-industriale, è legata al solo profitto intensivo delle risorse, non rientra più e non può più competere con la concorrenza e le logiche del mercato internazionale. Più del 50% delle aziende presenti nel territorio hanno abbandonato il proprio appezzamento. L’abbandono dell’attività agricola è una delle prime cause di desertificazione e dissesto idrogeologico. Diventa fondamentale, all’interno di una pianificazione territoriale, incentivare e tutelare tutte le attività rurali nascenti. 10
Le complesse vicende storiche della ferrovia Motta S. Anastasia-Regalbuto hanno inizio appena dopo l’Unità d’Italia. La prima proposta per la costruzione di una ferrovia tra Paternò e Nicosia lungo la Valle del Salso fu avanzata nel 1879 quando l’Ufficio Tecnico Provinciale di Catania presentò un progetto al Ministero dei Lavori Pubblici come diramazione della ferrovia circumetnea presso Paternò. Le rimostranze dei comuni limitrofi, tuttavia, comportarono un rallentamento burocratico, obbligando gli uffici competenti alla stesura di diverse varianti. Successivamente si costituì un consorzio di diversi enti locali nel tentativo di rilanciare l’idea della ferrovia del Salso attraverso i fondi statali predisposti dal Ministero dei Lavori Pubblici per la realizzazione di 1000 km di ferrovie secondarie. Tali finanziamenti davano priorità ai progetti con rilevante importanza economica e militare in territori scarsamente dotati di infrastrutture ma facilmente raccordabili ad altre reti ferroviarie già esistenti. Infatti, nonostante il capolinea venisse a trovarsi a Nicosia, era auspicato un ulteriore prolungamento della linea verso i centri sulla costa tirrenica, Termini Imerese ad ovest e Santo Stefano di Camastra ad est. Il progetto venne approvato dal Governo con decreto del 21 maggio 1885 ma ben presto le sovvenzioni statali risultarono inadeguate alle ingenti somme di costruzione che il Consorzio promotore avrebbe dovuto sostenere. Il progetto venne temporaneamente abbandonato finché, circa vent’anni dopo, le condizioni fi nanziarie migliorarono. Così nel 1908 fu approvato dal Consiglio Superiore di Lavori Pubblici un ulteriore progetto in variante elaborato dal medesimo gruppo di tecnici ma anche stavolta varie controversie impedirono l’inizio dei lavori. Solo all’inizio del 1921 venne approvato un nuovo progetto definitivo i cui lavori iniziarono l’anno seguente tra parecchi ostacoli burocratici e svariate sospensioni. Tale progetto manteneva l’idea del collegamento tra Paternò e Nicosia ma l’innesto ferroviario non sarebbe più avvenuto con la Circumetnea bensì con la linea ferroviaria Catania–Palermo nei pressi di Motta S. Anastasia. Il primo tronco di questa linea, fino alla stazione di Schettino, venne inaugurato il 28 ottobre 1934. Nell’ottobre del 1948 venne annunciata la prosecuzione dei lavori del tratto ferroviario tra Schettino e Regalbuto, tronco che fu aperto all’esercizio ordinario nel febbraio del 1952. “Fin dall’inizio, però, la linea presentò un volume di traffico passeggeri assai scarso, sia perché in previsione di un uso prettamente commerciale le stazioni erano state realizzate lontano dai centri abitati, sia per la concorrenza del trasporto su gomma. Né molto meglio andava con il traffico merci, malgrado i trasporti legati al commercio degli agrumi, sempre fiorente, ma solo stagionale, dato che la mancanza di qualsiasi collegamento verso le altre linee ferrate dell’interno faceva della Motta S. Anastasia - Regalbuto una linea totalmente fine a se stessa. L’unico periodo di intensi traffici si ebbe negli anni ‘50 per il trasporto dei materiali necessari alla costruzione della diga di Pozzillo, nei pressi di Regalbuto. Nei pressi di Regalbuto, però, proprio in seguito all’assestamento del terreno lungo le sponde dell’invaso artificiale, si manifestò il cedimento di una galleria, che fu puntellata, ma nel 1973 si decise di interrompere la linea alla stazione di Sparacollo. Da quel momento cessò quasi del tutto il traffico passeggeri, ma la ferrovia continuò ad essere utilizzata per il traffico merci. Negli anni seguenti, in seguito ad ulteriori dissesti lungo l’ultimo tratto della linea, a causa dei terreni di natura argillosa, la ferrovia fu interrotta alla stazione di Carcaci che, in attesa di decisioni sul ripristino o meno del resto della linea, divenne il capolinea provvisorio”. (Caruso - Napoli 2010)
Già nel 1961 l’Ufficio tecnico del Comune di Paternò lamentava lo stato di degrado in cui versavano la ferrovia e le relative stazioni a causa della scarsa manutenzione e l’inadeguatezza delle strutture al crescente volume di traffico merci dovuto all’esportazione 11
Panoramica sulla riqualificazione delle ferrovie dismesse
dei prodotti agrumicoli. La condizione incerta in cui ancora una volta si trovava la linea Motta-Regalbuto comportò diversi dibattiti parlamentari sulla sua eventuale dismissione tanto che, nel quadro generale di un progressivo smantellamento delle reti ferroviarie secondarie, nel 1986 il Ministro dei Trasporti dichiarò la futura soppressione della ferrovia a seguito dell’eventuale potenziamento delle linee parallele.
Aspetti Normativi
La legislazione italiana, allo stato attuale, non ha ancora normato le greenway, cosicché al momento si può fare riferimento solo alla normativa riguardante le piste ciclabili. Evidentemente tale normativa è quella che maggiormente si avvicina al concetto di greenway, sebbe in genere quest’ultima abbia delle caratteristiche leggermente differenti rispetto a una pista ciclabile. Il principale riferimento nella legislazione italiana in merito alla mobilità ciclistica è il D.M. 30/11/1999, n° 557, «Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili» pubblicato nella G.U.R.I. del 26 settembre 2000 n° 225, che indica tutti i riferimenti tecnici per la progettazione e realizzazione delle piste ciclabili. Di poco precedente, la Legge 19 ottobre 1998 n. 366 «Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica», pubblicata sulla G.U.R.I. del 23 Ottobre 1998 n° 248, detta le norme per la valorizzazione e lo sviluppo della mobilità ciclistica affidando alle regioni il compito di redigere i piani di finanziamento per la realizzazione di reti di percorsi ciclabili integrati.
“Il progressivo declino anche del traffico merci, che fu soppiantato dal più agevole e conveniente trasporto su gomma, segnò la sorte della linea poiché le Ferrovie dello Stato rinunciarono a qualsiasi lavoro di ripristino della linea franata e ridussero al lumicino la manutenzione della linea ancora attiva, tanto che la velocità massima venne ridotta da 80 Km/h a 45 Km/h. [...]. Negli anni ‘90, quindi, in previsione di una riapertura della linea, vennero realizzati consistenti lavori di ammodernamento nel tratto tra Motta e Paternò, con la sostituzione completa di buona parte dell’armamento ferroviario. La ripresa del traffico merci, però durò molto poco a causa della grave crisi che nel frattempo colpì il comparto agrumicolo e della politica generale di disincentivazione del traffico merci ferroviario. Negli ultimi anni la linea è stata utilizzata in regime di tradotta (velocità max 20 Km/h) fino a Schettino per saltuari trasporti di merci e per l’accantonamento di materiale rotabile in disuso, finché nel 2007 un ultimo treno ha raccolto e portato via gli ultimi carri rimasti nei binari ad arrugginire, sancendo di fatto la chiusura definitiva della linea”.
Il punto di partenza per tutti i progetti che riguardano la redazione di per le di greenway in Sicilia è indubbiamente lo “Studio per la realizzazione di una rete di percorsi verdi dedicata alla mobilità non motorizzata in Sicilia” che è stato promosso tra il 2003 e il 2004 dal Dipartimento Trasporti e Comunicazioni dell’Assessorato del Turismo, delle Comunicazioni e dei Trasporti nell’ambito del programma europeo «REVERMED» (Rete Verde Europea per il Mediterraneo). La Regione Siciliana, infatti, per il raggiungimento degli obiettivi previsti nel REVERMED, ha costituito un tavolo tecnico fra i rappresentanti delle Province, degli Enti Parchi, degli Enti gestori di Riserve, delle maggiori Associazioni Nazionali ed amatoriali di ciclo-turismo e ciclo-escursionismo (F.I.A.B., A.I.Greenways, A.I.C.C.) e più in generale degli Enti Pubblici interessati alla specifica attività, col fine di acquisire degli elementi propedeutici alla definizione di un piano regionale della rete di greenway. I diversi percorsi individuati sono stati suddivisi nelle seguenti categorie: • piste ricavabili da tratti di ferrovie dismesse o in corso di dismissione; • piste realizzabili per allargamento della sede stradale a fianco di strade statali o provinciali di grande interesse paesaggistico e ad alto livello di traffico motorizzato; • piste ricavabili mediante l’installazione di adeguata segnaletica in strade provinciali o comunali di grande interesse paesaggistico e a basso livello di traffico motorizzato; • piste ricavabili dalla sistemazione di regie trazzere o lungo gli argini dei fiumi e dei laghi; • piste corrispondenti a percorsi ciclo-turistici studiati da Associazioni ciclo-amatoriali.
(Caruso - Napoli 2010)
Infine il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con decreto registrato il 26/05/2014 ha autorizzato la definitiva dismissione dei 36,75 km di tratta ferroviaria compresi tra Schettino e Regalbuto.
Schizzo di studio per il raccordo ferroviario della linea Motta S. Anastasia-Paternò con la Ferrovia Circumetnea (ca. 1920-25) 12
Il programma REVERMED, tra i diversi percorsi, prevede anche la riconversione come greenway della ferrovia Motta S. Anastasia - Regalbuto, pur solamente nel tratto compreso tra le stazioni di Schettino e Regalbuto, in quanto alla data della sua redazione, le FS utilizzavano ancora la tratta tra le stazioni di Motta S. Anastasia e Schettino per l’occasionale movimentazione di carri merci. Le indicazioni provenienti dal Programma REVERMED sono state poi recepite dal Decreto dell’Assessore al Turismo, ai Trasporti e alla Comunicazione del 6 giugno 2005 (GURS n.28 del 1° Luglio 2005) «Piano della mobilità non motorizzata in Sicilia per la realizzazione di una rete regionale di mobilità alternativa di trasporto a basso o nullo impatto ambientale», che è tutt’ora valido. 13
Giro Del Mare 2015 “In Ricordo Di Fabio Vasquez” Mountain Bike Club Siracusa
i compiti di programmazione e amministrazione inerenti i servizi ferroviari in concessione alle FS S.p.a. di interesse regionale e locale. Tali decreti definiscono anche il trasferimento dei beni di queste linee ferroviarie al demanio ed al patrimonio disponibile ed indisponibile delle Regioni. Aspetti tecnici sulla riconversione delle linee ferroviarie dismesse
Aspetti generali sulla riconversione dell’ex ferrovia Motta-Regalbuto
La linea ferroviaria Motta-Regalbuto è stata dismessa in diverse fasi temporali e ciò ha avuto un influsso sia nello stato di conservazione delle diverse tratte, sia nella sua attuale proprietà. Da Paternò fino a Regalbuto il tracciato si presenta in molti casi non più armato a causa di consistenti furti di materiale ferroso e in alcune parti non più visibile in quanto occultato dalla vegetazione. Alcune parti del tracciato e alcuni immobili sono stati, inoltre, arbitrariamente inclusi nelle proprietà private limitrofe e in limitati casi sono già stati sdemanializzati ed alienati. Questa parte della tratta, dismessa ufficialmente nel 1987, è st ata retrocessa allo Stato dall’Ente Concessionario e inclusa nel Demanio Pubblico dello Stato Ramo Ferrovie. La parte del tracciato ad essere stata dismessa più recentemente è quella tra le stazioni di Motta S. Anastasia e Schettino, che si presenta ancora armata, ma non è più soggetta da tempo ad alcuna manutenzione. In seguito alla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato (1992) questa tratta, ancora formalmente in esercizio a quella data, è passata in proprietà alle FS s.p.a. e, in seguito, con l’organizzazione delle FS in holding, a Reti Ferroviarie Italiane, che è la società che si occupa della gestione della rete. Va segnalato a tal proprosito che un’altra società della holding FS, Italferr si occupa dell’alienazione dei beni di proprietà di RFI e non più necessari alla funzionalità della rete ferroviaria nazionale e, tra questi, anche quelli appartenenti alle linee dismesse dopo il 1992, siano essi stazioni, caselli, appartamenti, gallerie o sedimi ferroviari al fine di monetizzare tale patrimonio. Fortunatamente le norme stabiliscono su questi beni il diritto di prelazione all’Amministrazione Statale e agli eventuali Enti locali interessati per opere di pubblico interesse, i quali, devono, però, procedere, come per tutte le altre opere pubbliche, alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, senza la quale Italferr è inibita ad alienarli. Proprio in seguito all’interesse espresso da alcune amministrazioni per il recupero come greenway delle ferrovie dismesse, RFI ha modificato in parte la politica di dismissione dei beni, ed è attualmente orientata in molti casi ad attuare un procedimento simile al rail-banking americano, cedendo in concessione alle Amministrazioni Locali il diritto di superficie delle linee. Va ricordato, a tal proposito, che le Regioni, sulla base del d.lgs. 422/97 poi successivamente modificato ed integrato dal d.lgs. 400/99, hanno acquisito dallo Stato 14
Gli interventi richiesti per la riconversione di una linea ferroviaria dismessa dipendono da svariati fattori legati allo stato di conservazione delle infrastrutture di cui essa stessa è dotata. Gli interventi più consistenti, dal punto di vista economico, riguardano sicuramente il ripristino e la manutenzione di tutte le opere d’arte: gallerie, ponti, ponticelli, tombini, viadotti, muri di controripa o di sottoscarpa, necessari per la fruizione del percorso. Inoltre è necessario mettere in condizioni di sufficiente sicurezza anche i caselli e le stazioni ferroviarie abbandonate, che però possono essere riconvertiti anche in strutture ricettive e ricreative, servizi o attività commerciali. Un riferimento particolare va fatto all’opportunità del recupero delle gallerie, che spesso si trovano in precarie condizioni statiche, per cui si rendono necessari dei costi rilevanti per la loro riabilitazione strutturale. Tra l’altro, è importante anche considerare la lunghezza totale della galleria, perché in un percorso ciclopedonale una lunghezza superiore ai 200 metri non è accettabile per ovvi motivi di sicurezza. In questo caso in fase di progettazione esecutiva dovrà essere predisposto un percorso alternativo. Per quanto riguarda le scelte progettuali, va evidenziata la necessità di porre particolare attenzione ai casi in cui la linea risulti ancora armata. In questi casi la prima operazione da realizzare sarà costituita dalla rimozione delle rotaie, le cui spese di dismissione, in genere possono essere coperte dai ricavi derivanti dalla cessione del materiale ferroso. Una particolare attenzione si deve, invece, porre al problema dello smaltimento delle traversine in legno, che sono considerati rifiuti pericolosi, in quanto trattate con olio di creosoto (olio di catrame) per renderle resistenti agli attacchi dei parassiti e ai degradanti atmosferici. L’olio di catrame (PAH) in genere non risulta particolarmente pericoloso per la salute umana, ma diventa cancerogeno per contatto diretto, soprattutto in seguito a contatti cutanei prolungati e ripetuti sull’arco di molti anni. Per questo motivo è vietato il riutilizzo delle traversine in legno trattato per luoghi che vedano la costante presenza di persone o all’interno di edifici. Diversa considerazione va invece fatta in merito alla massicciata, che, in genere, è conveniente lasciare in sito in modo da costituire un ottimo ancoraggio per la nuova pavimentazione e di sottofondo drenante per il percorso. In genere, però, è necessario risagomare la vecchia massicciata, al fine di ottenere un percorso di dimensioni adeguate, con una larghezza media di almeno 2,5 metri in modo da consentire il passaggio di almeno due biciclette affiancate e la presenza contemporanea di un’utenza promiscua (pedoni, cavalieri, ciclisti). Lungo il percorso, poi, dovranno essere poste delle cordonate in legno nei punti maggiormente pericolosi, soprattutto nel caso che il piano della ferrovia sia in rilevato rispetto al piano di campagna, o laddove sia necessario separare adeguatamente la greenway dalla viabilità ordinaria. Nel caso dei ponti, inoltre, potrebbe rendersi necessaria la realizzazione di nuovi parapetti secondo le norme attuali al fine di evitare qualunque pericolo di caduta. Il manto di pavimentazione per le greenways lungo aree rurali o di elevato pregio paesaggistico ed ambientale deve, in genere, essere costituito da una miscela di inerti medio-fini di frantoio (cosiddetto tout venant stabilizzato), opportunamente costipati al di sopra della massicciata, laddove ancora esistente, o di altro opportuno substrato drenante. In questo caso, dovrà necessariamente porsi una cura particolare verso tutti quegli accorgimenti che possano 15
impedire o, quantomeno, limitare la progressiva colonizzazione del manto di pavimentazione da parte di specie erbacee. A tale scopo potrebbero essere utilmente impiegati, al di sotto dello strato di percorrenza, delle membrane geotessili di ultima generazione. Laddove il percorso interseca delle strade veicolari particolarmente trafficate, al fine di evitare possibili incidenti, potrebbe rendersi necessaria la realizzazione di sottopassaggi. Nel caso di intersezioni con strade poco trafficate, invece, si dovrà provvedere a rendere sicuro l’incrocio, collocando una opportuna segnaletica e una serie di dossi rallentatori per i mezzi provenienti da entrambi i percorsi. Dovrà attentamente valutarsi, inoltre, l’opportunità della messa in opera di sbarre, cippi o altri ostacoli che possano impedire l’accesso al percorso verde di mezzi motorizzati non autorizzati. In paesi caldi, come nell’ambito siciliano, diventa importante, la piantumazione di specie arboree lungo il percorso, al fine di creare delle adeguate zone d’ombra che possano permettere un’agevole percorrenza anche nei mesi più caldi dell’anno. A questo scopo, potrebbe essere indicato l’inserimento di specie arboree a chioma stretta, quali ad esempio i cipressi, lungo entrambi i lati del percorso a un intervallo di ca. 5 metri o nel solo versante esposto a meridione per avere comunque un’ombra adeguata, oppure l’impianto di specie a chioma larga (mandorli, carrubi, olivi, querce) a distanze superiori. È opportuno, quindi, predisporre dei punti di sosta ogni 2-3 km lungo il tracciato, utilizzando preferibilmente gli spiazzali in prossimità delle stazioni e dei caselli. Tali aree è necessario che vengano dotate di ampi spazi ombreggiati, di infrastrutture per la sosta degli utenti e di servizi igienici, nonché di punti per il rifornimento di acqua potabile. Il nuovo percorso verde deve quindi essere necessariamente dotato di opportuna segnaletica che indichi le distanze, gli incroci, i servizi, i punti di accesso e le informazioni turistiche utili agli utenti.
Contesto: Il Patto Di Fiume
Esperienze Territoriali Dalla Comunità
Dal 2008 le associazioni e i movimenti locali della Valle del Simeto, insieme all’Università degli Studi di Catania, sono impegnati alla costruzione di un programma condiviso capace di mettere in atto nuovi approcci progettuali all’interno di un sistema di regole e principi, cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in maniera prioritaria nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione territoriale. È un’esperienza di riqualificazione fluviale, un approccio su area vasta che punta alla gestione e mitigazione dei corsi d’acqua, mediante processi decisionali partecipati. L’unione e la sinergia di tutti i soggetti coinvolti ha portato in un primo tempo alla costruzione di una mappa di comunità, uno strumento (generalmente cartografico) con cui gli abitanti del luogo hanno avuto la possibilità di rappresentare il loro patrimonio storico artistico e naturale, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano tutelare per trasmetterli alle generazioni future. È la Mente Locale, espressione massima di cultura e civiltà che attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Un lungo percorso che nel 2015 si ufficializza e materializza nel Patto di fiume Simeto, un piano di natura contrattuale, un network umano di energie, sottoscritto volontariamente da semplici cittadini, dai comuni di Paternò, Adrano, Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Belpasso, Centuripe, Motta S. Anastasia, Ragalna e Regalbuto, e associazioni locali coadiuvate dal Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto. Quest’ultimo rappresenta la comunità all’interno del Patto, che crede, investe e vuole creare nuove micro-economie REALI per il bene futuro della propria terra. 16
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Arte e Cultura nei processi di rigenerazione urbana L’esperienza di torino
Da poco più di un decennio, alcuni economisti affermano che il ruolo principale della cultura e dell’arte sia quello di promuovere lo sviluppo urbano e regionale, sostenendo che una ricchezza di stimoli e una capillare diffusione dell’offerta culturale, siano fondamentali per rivitalizzare e rigenerare un dato territorio. Studi specifici analizzano quali sono i settori competitivi di una città, quali tra questi appartengono al mondo dell’arte, e come possono essere inseriti nella pianificazione urbana. Nel campo strettamente legato al mondo dell’arte, le ricerche e le sperimentazioni fatte a partire dal periodo della nascita della Public Art, hanno portato ad un dialogo sempre più stretto con il territorio e lo spazio pubblico urbano, e ad una relazione più diretta col pubblico. Tra i fattori determinanti: l’evoluzione del concetto di “pubblico” e della funzione “pubblica” dell’arte; l’azione di artisti in territori o contesti di conflittualità politica ed emergenza sociale; l’importanza data dall’arte relazionale allo spazio delle relazioni, della condivisione e della convivialità; progetti artistici finalizzati all’inclusione di soggetti sociali emarginati; progetti di scambio e condivisione di conoscenze e esperienze tra artisti e non artisti, finalizzati alla creazione di un patrimonio culturale comune; l’arte pensata non come produzione di un oggetto estetico ma come “prassi al vivo nei contesti del territorio e della città”, rivolta ad un pubblico ampio e non solo legato al mondo dell’arte. Nell’ambito di questo panorama generale, e in riferimento alla riorganizzazione dell’offerta dei servizi culturali di alcune città europee, negli anni ’90 Torino ha affrontato l’emergenza sociale delle periferie degradate e la necessità di elaborare un nuovo modello produttivo, puntando su una pluralità di interventi legati all’industria del turismo, della cultura e dell’arte. Nasce così il Progetto Speciale Periferie 1997-2005. L’approccio integrato, l’intersettorialità, la partecipazione dei cittadini, la comunicazione, il sociale, sono gli aspetti chiave del complesso processo di rigenerazione urbana avviato con questo progetto, in cui le Amministrazioni di Torino e del Piemonte sono state affiancate da una rete di enti locali, imprese sociali, comitati, associazioni e volontariato. Artecittà, 11 artisti per il passante ferroviario di Torino, Luci d’Artista, Artissima sono solo alcuni dei progetti e delle iniziative cui ha dato vita l’Amministrazione, che sono stati affiancati da altre iniziative nate dal basso, promosse in autonomia da artisti e creativi torinesi, ambientate in quartieri problematici o in spazi architettonici non convenzionalmente deputati all’arte, o non utilizzati, dando visibilità ad artisti non accreditati o poco conosciuti (come nel caso di Paratissima). Negli anni, gli eventi di questo circuito off non vengono ignorati, al contrario nel 2009 vengono inseriti nel progetto nascente di una piattaforma di condivisione online chiamata Contemporary Art, che ad oggi mette in rete e pubblicizza tutti i soggetti, i luoghi e le iniziative del mondo culturale della città. Questo lungo percorso, ben più articolato rispetto a quanto sommariamente accennato, ha portato nel 2015 la Pubblica Amministrazione torinese all’adozione di un “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani” in riferimento al testo approvato dalla città di Bologna e al modello generale di amministrazione condivisa. L’esempio di Torino anche se inerente ad un panorama urbano ben definito e circoscritto, può fornire spunti utili per strategie, azioni e relazioni per un’area di intervento a carattere territoriale come la Valle del Simeto, dove le diverse centralità urbane possono essere messe in rete culturalmente da un percorso fisicamente unificante, e collegate virtualmente tra loro diventando un unico polo, di riferimento per un territorio ancora più esteso. 18
Strategie per una nuova centralità della Valle del Simeto La Valle del Simeto nella “Strategia nazionale Aree Internee”
L’alto valore sociale del lavoro fin qui svolto dalla comunità simetina ha ottenuto un importante riconoscimento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha scelto questo territorio come “area pilota” all’interno della Strategie Nazionale Aree Interne; queste costituiscono una delle opzioni strategiche d’intervento per un uso efficace dei fondi comunitari nell’ambito della programmazione 2014-2020. Il Patto di Fiume ha già individuato gli assi prioritari di sviluppo in una bozza inviata al Ministero dell’Economia e delle Finanze; uno di questi è rappresentato dal recupero e dalla riqualificazione dell’ex tratta ferroviaria Motta S. Anastasia-Regalbuto. Nel contesto del Patto di Fiume, l’infrastruttura ferroviaria esistente si pone come possibile cerniera capace di connettere idealmente, ma non solo, i territori dei diversi comuni uniti nella volontà di dare nuova linfa vitale all’intera area simetina, ricollegandosi a quelli che sono i punti saldi della SNAI nell’attenzionare quelle aree fortemente antropizzate del lento ma ricco entroterra siciliano. “Le Aree Interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali, “rugosa”, con problemi demografici ma anche fortemente policentrica e con forte potenziale di attrazione. Intervenire in modo deciso è un impegno politico, a un tempo doveroso e sfidante. Richiede visione d’insieme, azione coordinata, mobilitazione di “comunità”. E richiede attenzione al fatto che da queste aree vengono beni necessari per tutti noi: acqua, aria buona, cibo, paesaggi, cultura.”1
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I programmi operativi per accedere ai Fondi seguono indicazioni non generiche, si tratta infatti di una lista di interventi infrastrutturali atti a migliorare e salvaguardare il patrimonio storico naturale dei territori coinvolti. Gli obiettivi da perseguire mirano a valorizzare e tutelare l’ecosistema ambientale e allo stesso tempo la qualità della vita e l’inclusione sociale; in quest’ottica è da vedere la rilevanza del binomio ricerca e sviluppo. 1-Brano tratto dalle conclusioni del Seminario “Nuove strategie per la programmazione 2014-2020 della politica regionale: le aree interne” a cura dei ministri Renato Balduzzi, Fabrizio Barca, Mario Catania, Elsa Fornero, Francesco Profumo (Roma, 15 dicembre 2012).
SudS_Stazioni unite del Simeto un progetto condiviso per il recupero della ferrovia dismessa Il recupero del tracciato ferroviario dismesso è strategico in quanto costituisce uno degli assi di attraversamento-collegamento di quasi tutti i territori comunali (Paternò, Adrano, Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Belpasso, Centuripe, Motta S. Anastasia, Ragalna e Regalbuto) ricadenti all’interno del Patto di Fiume. Le recenti esperienze vissute nel territorio simetino hanno seguito con passione la logica della progettazione collettiva, secondo modelli di sviluppo non imposti astrattamente da autorità superiori ma condivisi dalle comunità residenti nel territorio stesso (pianificazione bottom-up) con l’obiettivo di dare solidità alle richieste dei vari portatori di interesse già presenti e attivi nella Valle del Simeto facendo comunicare tra loro visioni e punti di vista differenti. Una delle più significative attività di coprogettazione partecipata è nata proprio dalla collaborazione tra numerosi soggetti locali, associazioni culturali, aziende agricole, progettisti, ricercatori siciliani e statunitensi. Si tratta della Scuola Estiva di Pianificazione di Comunità e Progetto Ecologico svolta a giugno del 2015 presso la Fattoria didattica L’ Agorà (Santa Maria di Licodia). Durante questa summer school gli studenti americani e italiani assieme ai loro docenti hanno avuto occasione di far parte di un gruppo di ricerca, pianificazione e progettazione finalizzato a identificare indicazioni progettuali e programmatiche per la rigenerazione urbana nella Valle del Simeto. Come più volte ricordato, negli ultimi dieci anni la comunità simetina ha intrapreso, in collaborazione con alcuni ricercatori dell’Università di Catania, un percorso di pianificazione partecipata che sta all’origine del già citato “Patto di Fiume Simeto”. Il Patto ha identificato la rigenerazione urbana tra le sue priorità d’azione ed ha disegnato un’ampia cornice di riferimento che consente di superare i limiti della razionalità finanziaria, legando i temi della sostenibilità economica alle dimensioni socio-culturale ed ecoambientale. Il lavoro sinergico che giovani professionisti locali accomunati da una visione olistica del territorio e da un approccio interdisciplinare alle tematiche dello sviluppo sostenibile, hanno svolto insieme a studenti italiani e stranieri e a studiosi di chiara fama internazionale, ha delineato una serie di politiche, strategie e progetti centrati sulla rigenerazione rurale e urbana (r-urban) di comunità. In sostanza il lavoro svolto nell’ambito della scuola estiva CoPED 2015 ha messo a fuoco come le linee di sviluppo possibile (il sistema agro-bio-economico di qualità della Valle del Simeto e i progetti di mobilità sostenibile come l’emblematica rivitalizzazione della tratta ferroviaria Motta-Regalbuto) debbano essere proposte in maniera integrata a partire dal trinomio inscindibile abitanti/esperti/istituzioni. L’esperienza della summer school ha dato un contributo rilevante al processo in atto nel nostro territorio perché da un lato ha nuovamente posto all’attenzione di una platea internazionale le questioni della Valle del Simeto, dall’altro ha offerto alla nostra comunità esempi di azioni analoghe già realizzate in altre parti del mondo. Da questi nuovi impulsi progettuali nasce alla fine dell’estate 2015 l’idea delle “Stazioni Unite del Simeto” (SUdS), ovvero il desiderio, da parte di professionisti, artisti e soggetti attivi provenienti dall’associazioni culturali locali, di ritrovare l’unità territoriale perduta attraverso la riscoperta di un percorso dimenticato, un insieme di “Progetti CultuRurali” per il recupero della Ex tratta ferroviaria Motta S. Anastasia-Regalbuto.
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SUdS rappresenta l’azione concreta per avviare un processo partecipato di co-progettazione tra le tante realtà locali attive nel processo di Patto di Fiume Simeto. Nel settembre del 2015 SUdS in collaborazione col Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto (PPFS) rappresentante delle diverse realtà associative locali, ha svolto diverse escursioni lungo la tratta ferroviaria abbandonata, per constatare lo stato di fatto e prendere coscienza delle componenti emergenti, il rapporto e le relazioni con il paesaggio ed il territorio circostante, constatando la trama esistente di infrastrutture idriche e di antiche trazzere, che nel complesso rappresentano e compongono gli elementi lineari sui quali è stato costruito e si è evoluto il paesaggio. Si è manifestata così l’urgenza di riconoscere questi percorsi, considerarne il valore ecologico strutturante nel paesaggio e porli alla base di una nuovo sperimentale progetto, olistico, intersettoriale e sperimentale in grado di promuovere diversità, e di valorizzare vecchie e nuove risorse locali. La mobilità si pone, in tal senso, come elemento fondante per presidiare e reinventare questi luoghi. I nuovi sistemi per la mobilità dolce, come piste ciclabili, piste equestri etc. diverrebbero la nuova dorsale paesaggistica di collegamento: un altro modo per riappropriarsi di un mezzo antico inventandosi nuove modalità di attraversamento, coniugando l’eterno tema del viaggio con le nuove sensibilità socio-ambientali. In questo specifico contesto risulta essenziale la collaborazione con l’ente gestore nonché proprietario della rete infrastrutturale. La Rete Ferroviaria Italiana (S.P.A.) è da tempo promotrice del recupero e riuso delle stazioni impresenziate o abbandonate tramite contratti di comodato d’uso verso enti locali o associazioni ONLUS che ne fanno richiesta. SUdS nel mese di ottobre ha avviato una diretta interlocuzione con i dirigenti della Rete Ferroviaria Italiana (S.P.A.) sede di Catania, per comprendere le procedure necessarie per ottenere, all’interno del processo del Patto di Fiume Simeto, il comodato dell’infrastruttura. RFI in molte parti d’Italia ha già avviato, con realtà provenienti dal No Profit, numerosi programmi di riqualificazione, con l’obiettivo di riconvertire e recuperare l’intero patrimonio (caselli, magazzini, case cantoniere, linee ferrate) in vere e proprie “piazze” di servizio, accoglienza e svago. Nei vari incontri i dirigenti della Rete Ferroviaria Italiana (S.P.A.) si sono resi disponibili nei confronti del Collettivo SUdS chiedendogli di inoltrare richiesta, attraverso l’ente comunale di riferimento, del comodato d’uso dell’infrastruttura. Nel mese di dicembre 2015, presso la Masseria San Marco, sita in prossimità della stazione abbandonata di Paternò, è stato organizzato un focus per discutere gli obiettivi a breve o medio termine. Dal dibattito è emersa la volontà di elaborare una richiesta di comodato d’uso, della stazione di San Marco e quella di Schettino compreso i 3 km della tratta ferroviaria interamente ricadente nel Comune di Paternò, da avanzare alla società RFI. Un’altra importante tappa di questo percorso è rappresentata dall’incontro svolto il 17 gennaio 2016 presso la Fattoria sociale L’Agorà. Il dialogo tra i vari portatori d’interesse, imprenditori locali ed esperti si è svolto con modalità non formali attraverso due tavole rotonde dedicate ai principali temi di sviluppo: infrastruttura e produzione agroalimentare. Da molto tempo entrambi i temi sono al centro dell’attenzione da parte della comunità della Valle e in diverse occasioni sono emerse proposte operative secondo principi di sostenibilità, miglioramento della qualità della vita e della produzione agricola. L’ex ferrovia Motta-Regalbuto è una presenza ingombrante, rappresenta il più grande rifiuto nella Valle del Simeto, da questa premessa il tavolo ha tratto spunto per il dibattito. L’idea progettuale dominante condivisa è la riconversione dei 53 km di ferrovia in un percorso verde che collega la foce del fiume Simeto, sul Mar Ionio, e l’area delle sorgenti sui Nebrodi, costituendo di fatto la greenway del Simeto. 22
Un possibile quadro generale d’interventi è sintetizzabile in alcuni punti: • recupero dell’infrastruttura ferroviaria dismessa in funzione di percorsi ciclo-pedonali ad uso turistico e per il tempo libero; • riattivazione del tratto ferroviario tra la stazione di Motta S. Anastasia (che congiunge la tratta dismessa con quella attiva tra Catania e Palermo) e la stazione di San Marco-Paternò per i passeggeri provenienti da Palermo e da Catania; • recupero degli immobili a servizio della linea ferroviaria (caselli, stazioni etc.) per insediare quattro diversi contenitori tematici: 1. ospitalità: un albergo diffuso (ostelli, vagoni-rifugi, country house, agricampeggio ecc.); 2. polo museale: il museo multimediale della cultura/storia simetina che collega il sistema dei musei dei diversi comuni; 3. economia rurale: spazi per il commercio dei prodotti locali e per la promozione di un marchio di tipicità simetina; 4. polo culturale: spazi per il teatro, l’arte e la musica. Questa idea progettuale, imperniata sulla mobilità dolce a servizio di un turismo responsabile e relazionale, per la fruizione e messa in rete dei beni ambientali, naturalistici, storici archeologici e agro-turistici della Valle, deve essere supportata dai 10 comuni del Patto di fiume Simeto, dalle realtà associative e dall’Università di Catania, definendo un rapporto con RFI ed avviare i procedimenti necessari alla gestione e recupero dell’intera tratta. Occorre pertanto continuare a perseguire parallelamente due strade: - Un processo più articolato, da attuare nel medio-lungo termine, condiviso tra tutti i comuni del Patto di Fiume, per il recupero dei 53 km della tratta Motta S. Anastasia-Regalbuto - Un’azione concreta nell’immediato, di co-progettazione sulla stazione di San Marco, a ridosso del centro abitato di Paternò, per costruire un prototipo variamente declinabile lungo tutto il tracciato, al fine di innescare processi di rivitalizzazione e rigenerazione dell’intera Valle del Simeto proprio grazie all’ex-ferrovia. Attraverso progetti e interventi come questi, in questa valle, si continua a immaginare una visione alternativa del futuro, ricercando un nuovo equilibrio tra cultura, natura, agricoltura e infrastruttura, in un processo partecipato dall’intera comunità. SUdS, da questo ultimo incontro, ha avviato un intenso lavoro per concretizzare una prima azione, recuperare la Stazione abbandonata di San Marco in modo da costruire un primo modello sperimentale. Per raggiungere lo scopo il collettivo si è impegnato a : a. Coinvolgere e mettere a sistema le realtà associative del territorio per stabilire modalità e obiettivi comuni d’azione sulle linee tracciate. b. Sollecitare il Comune di Paternò al fine di avviare un dialogo con RFI per la richiesta di comodato d’uso della Stazione
Occasione per accelerare il processo è stata l’adesione alla “IX Giornata Nazionale delle 23
Ferrovie non Dimenticate” promossa dal Coordinamento Mobilità Dolce (Co.Mo.Do) solo due settimane prima dall’evento, fissato domenica 10 Aprile 2016, SUdS con le Associazioni Vivisimeto, SiciliAntica di Paternò, Cultura&Progresso, GAS Simeto, Compagnia Batarnù, Ferrovie Kaos, Liotrum photos, Alzheimer di Paternò, insieme ad altri spontanei volontari e con il sostegno del Comune di Paternò e del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, investe tutte le proprie energie per ripulire e ridare alla comunità un pezzo di storia, la Stazione di San Marco.
10 APRILE 2016 _Cronaca di una giornata di (stra)ordinaria riconquista Ci si alza presto il 10 Aprile, il sole tentenna, il vento non molla, in mattinata anche tre minuti di pioggia, ma è troppo poco per fermare il treno che è già partito, e infatti gli elementi gradualmente cedono all’entusiasmo dei partecipanti e non infieriscono. È’ l’ultimo giorno utile per partecipare all’evento nazionale al quale siamo iscritti, per questo da qualche giorno si fa notte alla stazione. Ma la cornice dell’Evento Co.mo.do. è davvero solo un pretesto, e infatti, considerando in primis l’inesistenza di un percorso ciclopedonale sulla linea ferrata, il programma della giornata allarga anche le maglie dello stesso evento sulla mobilità dolce, prevedendo in mattinata tre percorsi escursionistici, che hanno come perno centrale e portale d’accesso proprio la stazione di S. Marco, punto di partenza e di arrivo per tutti i numerosi visitatori. Il primo, il percorso A, ha solcato i primi 500 mt della linea ferroviaria sino all’intercettazione della storica, ma abbandonata, Via dei Mulini, risalendo per il Geosito delle Salinelle, per giungere all’importantissima area archeologica della collina di San Marco, dove, proprio sulle pietre della capanna neolitica, un cantastorie, nel solco della grande tradizione paternese, insieme a due brillanti musicisti, ha raccontato ai visitatori la storia di quel sito e in generale la storia antichissima della città. Il secondo, il percorso B, grazie ad un servizio navetta, ha condotto i visitatori nel cuore della città di Paternò, la collina storica con i suoi monumenti e il nuovissimo museo multimediale. Il terzo, il percorso C, ha raggiunto il Fiume Simeto, incentrando l’escursione sull’attività di “birdwatching” presso l’Oasi Avifaunistica di Ponte Barca. Nel Piazzale interno alla stazione, davanti ad un informale cerchio di sedie e circondato dagli stands dei produttori biologici della valle, è avvenuto l’incontro di insediamento del Biodistretto del Simeto, patrocinato dall’AIAB, un ulteriore tassello nel disegno di valorizzazione e promozione delle tipicità agroalimentari simetine. Dopo il pranzo organizzato dal G.A.S. Simeto e dall’associazione Cultura e Progresso di S.Maria di Licodia, le proiezioni di una serie di lavori realizzati da un gruppo di ricerca audiovisiva (proprio sulla tratta Motta-Regalbuto), le attività creative per bambini, le mostre fotografiche e documentaristiche sul tema delle Ferrovie abbandonate, la musica con un elegante quartetto di musica popolare e la performance di danza su trampoli della compagnia Batarnù; nel frattempo gli anziani dell’associazione Alzheimer di Paternò hanno piantato le prime piantine dell’orto sociale ricavato in un auiola ripulita, mentre il vecchio custode, accompagnato dal figlio, si commuoveva al ricordo dei tanti anni vissuti in quei luoghi, raccontando ai più curiosi frammenti di una storia che per un giorno sembrava rivivere; infine, mentre il sole tramonta sullo splendido scenario dei monti Erei, ancora musica con i più giovani che non resistono alla voglia di danzare in quel luogo alieno eppure familiare, in un giorno che ha avuto per tutti, indistintamente, il sapore della riconquista: la riconquista di un luogo dimenticato, della natura del proprio territorio, della memoria collettiva, della storia della propria comunità. 24
La giornata del 10 Aprile potrebbe costituire un primo tassello per un’azione strategica territoriale, ovvero quello di dare valore aggiunto alle risorse locali, valorizzandone le caratteristiche specifiche. Si tratta di fornire al territorio un vantaggio comparativo che lo renda meno vulnerabile ai processi di delocalizzazione. Un approccio integrato e multisettoriale, che supera gli approcci convenzionali e tematici coordinandoli in un’ottica trasversale e collettiva, che crea effetti sinergici e favorisce le sinergie già esistenti tra soggetti e settori diversi, integrando crescita economica, sviluppo sociale e gestione consapevole delle risorse naturali e culturali. L’esperimento messo a punto dalle diverse realtà locali ha dato concretezza a questo nuovo approccio garantendo una entusiasmante giornata ricca di stimoli e nuove prospettive. L’associazione SUdS può consolidare il percorso intrapreso, partendo dalla stazione di San Marco, ambire insieme alla comunità del Simeto, alla riattivazione dell’intero sistema.
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PERCORSOAAB BC C PERCORSI 2
3
4
1
2 3
Stazione S.Marco
A
B C
4 5
6
8
9
7
FI U O ET SIM ME 6
10
A
PERCORSO A
B PERCORSO B
11
C PERCORSO C
TREKKING RURALE E VISITA ANIMATA
VISITE GUIDATE
Escursione naturalistica
Escursione guidata in trekking con partenza dalla stazione
Visita guidata alla Collina Storica e al Museo
Ore 9,00 trasferimento in auto propria per raggiungere
via dei mulini,risalita fino al geosito “Salinelle dei
“normodotati e anziani con decadimento cognitivo lieve per
alla collina di San Marco.
memoria autobiografica.
di S.Marco, percorso sui binari fino al passaggio a livello con
Multimediale.Partecipazione alle visite di anziani
Cappuccini”, performance finale presso il sito archeologico
stimolare nel soggetto la memoria storica attraverso la
“l’Oasi avifaunistica di Ponte Barca”. Le auto saranno parcheggiate in luogo sicuro all’ingresso dell’Oasi, per potere iniziare lo
spostamento a piedi lungo la strada che fa da argine alla riva
sinistra del fiume. Si consiglia di portare un binocolo o cannocchiale ed un berretto perché la zona è completamente esposta al sole, abbigliamento a cipolla ed acqua da bere.
1
Via dei mulini
2
Geosito delle Salinelle
3
area archeologica di S.Marco
Durata : 3 ore circa Difficoltà : Facile Distanza :3 Km
4
Museo Multimediale
5
Collina Storica
Durata : 3 ore circa Difficoltà : Facile
6
Oasi Avifaunistica
Durata : 3 ore circa
di Ponte Barca
Difficoltà : Facile
Planimetria territoriale dei vari percorsi e punti d’interesse tracciati in occasione dell’evento. 26
27
Simeto
Ex Ferrovia Motta S.Anastasia-Regalbuto
promoz ione di Progetti Cu ltuRU rali sul recupero della Ex ferr ovia Motta S.Anastasia-Re galbuto
Organizzazione comunitaria
L’EX FERROVIA DELLE ARANCE
REPORT FOTOGRAFICO
IX Giornata Nazionale delle Ferrovie non dimenticate
STOP
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Planimetria generale della Stazione di S.Marco
! BELVEDERE
BELVEDERE
17 /01 /2016 Prima tavola rotonda partecipata per la presentazione del progetto SudS. In basso alcuni momenti del dibattito tra vari portatori di interesse, imprenditori locali e tecnici esperti, organizzati attraverso due tavole rotonde dedicate ai principali temi di sviluppo: infrastruttura e produzione agroalimentare.
SISTEMA COLLINARE DEGLI EREI
SISTEMA COLLINARE DEGLI EREI
ATTIVITÀ LUDICO RICREATIVE
!
ESIBIZIONE MUSICALE
! AREA FOOD
STOP
ORTO SOCIALE
AREA TEATRO
ESPOSIZIONE
STOP
TOILET
AREA CONVEGNO
MERCATINO
BIO
INGRESSO BIGLIETTERIA
BAR STOP
STOP
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FUMATORE!
STOP!
é vietato gettare mozziconi di sigaretta per terra! Utilizzare gli appositi contenitori
PER RAGIONI DI SICUREZZA NON OLTREPASSARE IL LIMITE POSSIBILI RIFIUTI, RESIDUI DI VETRO
DIFFERENZIA!
attenzione!
é vietato gettare carta plastica e rifiuti di qualunque genere per terra! Utilizzare gli appositi contenitori
NON SOSTARE SUI BINARI
RACCOMANDAZIONI e buone norme comportamentali 28
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29/03 /2016 Primo sopralluogo insime ai funzionari di RFI e alcuni tecnici del comune e al sindaco di Paternò Mauro Mangano.
Pulitura e sgombro materiali delle stanze interne e lungo i binari.
SABATO 2 Aprile Volontari impegnati nell’ azione di BONIFICA manuale della Stazione di S.Marco
GIOVEDI 6 Aprile Sgombero e pulizia dell’area da dedicare all’orto sociale e Food.
Raccolta e differenzazione rifuiti
Autocostruzione tavoli e sedute tramite l’utilizzo dei pallet per la zona Food
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Installazione stanza d’ingresso con documentazione d’archivio relativa alla costruzione originaria della tratta ferroviaria Paternò-Nicosia
Azione di giardinaggio lungo i binari per fruire i primi 20 mt della linea ferrata.
Dediche poetiche di anonimi viandanti
Momenti di autocostruzione sedute, fioriere e tavoli.
Pulizia e sgombero della stanze interne al piano primo della stazione
Allestimento e ripristino dei servizi igenici.
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Alcuni momenti della giornata di Domenica
Alcuni momenti della giornata di Domenica 34
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Percoso B, escursione lungo i primi 500 mt della tratta ferrata a cura dell’Associazione Sicilia Antica
Percoso B, animazione del cantastorie all’interno dell’area archeologica di S.Marco a cura della Compagnia Batarnù
Percoso B, escursione lungo i primi 500 mt della tratta ferrata a cura dell’Associazione Sicilia Antica
Percoso B, animazione del cantastorie all’interno dell’area archeologica di S.Marco a cura della Compagnia Batarnù
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Percoso B, visita al Geosito delle Salinelle dei Cappuccini, a cura dell’ Associazione Sicilia Antica.
Percoso A, visita al museo multimediale e al Colle storico, a cura della Proloco di Paternò.
Percoso C, attività di birdwatching all’interno dell’Oasi Avifaunistica di Ponte Barca, a cura dell’Associazione Vivisimeto
Gli anziani del centro Alzaimer di Paternò, impegnati nella realizzazione di un orto sociale
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Esposizione cimeli trovati in loco, a cura dell’Associazione Ferrovie kaos. Mostra fotografica “Binari convergenti” a cura del collettivo Liotrum Photos
Attività ludiche e ricreative per bambini .
Allestimento fotografico “I binari del Tempo” , di Alfio Bottino 40
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Insediamento e dibattito per il lancio del Biodistretto della Valle del Simeto a cura del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto
Performance di giocoleria e trampoli a cura della Compagnia Batarnù
“Nzémmula” mercatino produttori locali, a cura della Proloco di Belpasso.
Esibizione musica popolare a cura di Pietro Calvagna Quartet.
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DOMENICA 10 Aprile 2016
Stazioni Unite del Simeto
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Continua l’attività di S.U.D.S... dal 6/06/2016 al 15/06/2016 L’associzione ospita e partecipa attivamente alla scuola estiva di Pianificazione di Comunità e Progetto Ecologico CoPED summer school 2016 in collaborazione con University of Memphis e UMASS Boston. Durante la scuola, il gruppo di lavoro formato da 13 studenti provenienti dall’Università di Catania, Memphis e Boston, guidati dai loro docenti, si sono soffermati in particolare sulla sezione della ferrovia del territorio di Paternò, con l’obbiettivo di identificare un progetto pilota di riqualificazione. Il progetto pilota ha l’obbiettivo di connettere i temi della mobilità sostenibile con più ampie questioni di natura socio- culturale ed economico. Il metodo utilizzato è stato altamente collaborativo poiché ispirato al paradigma della ricerca azione. La scuola ha avuto l’obiettivo di identificare e sviluppare progetti che possano soddisfare i bisogni cruciali della comunità paternese, allo stesso tempo, realizzare il potenziale trasformativo del Patto di Fiume Simeto. Le attività svolte sono state: ricerca d’archivio (Patto di Fiume Simeto, comuni, archivio SUdS), revisione letteratura sulle buone pratiche in materia di sviluppo rurale sostenibile, visite presso i siti chiave dell’area progetto, interviste ai residenti, interviste ad imprenditori rurali, attività partecipative durante la festa di comunità di SUdS tenutasi giorno 12 giugno 2016. Durante questi giorni il gruppo di lavoro si è soffermato su quattro temi: • Team 1: ferrovia/greenway storico-naturalistica (parco lineare, valori geologici unici, risorse naturali, insediamenti umani, storia e futuro agricolo e industriale, tradizione e futuro del trasporto); • Team 2: La Stazione San Marco (nodo di nuova mobilità, Gate per un museo lineare, supporto al mercato del consumo locale, centro culturale, centro educativo, officina collettiva, ospitalità) • Team 3: Agricoltura (commercializzazione diretta, supporto alle pratiche innovative e etico-sostenibili, certificazioni di qualità dal basso, potenziamento dell’export internazionale) • Team 4: Salinelle – Via dei mulini (area dedicata alla valorizzazione del ricco passato della regione, anche attraverso la promozione di strategie per l’educazione all’archeologia, il benessere naturale e la produzione di energia da fonti sostenibili) Per ogni tema sono state individuate delle azioni, finalizzate al recupero delle quattro aree
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La scuola estiva CoPED / The CoPED Summer School
Nel 2012 Laura Saija, fra i principali protagonisti del processo che ha costruito il Patto di Fiume Simeto e ricercatrice vincitrice della prestigiosa borsa di studio europea Marie Curie, ha avviato in collaborazione con Antonio Raciti (nello stesso anno visiting assistant professor presso la University of Memphis) la prima sperimentazione di una scuola estiva in Sicilia con l’obiettivo di lavorare a diversi progetti contenuti nel Patto di Fiume. Il successo di questo primo progetto pilota assieme ai riscontri positivi di studenti, professori, e residenti locali hanno portato alla istituzionalizzazione della CoPED (Community Planning and Enviromental Design) Summer School – espressamente voluta dalle organizzazioni impegnati nell’attivazione del Patto di Fiume Simeto. Nel corso degli ultimi quattro anni, Laura Saija e Antonio Raciti insieme ai numerosi altri colleghi italiani, europei e americani, hanno reclutato più di 75 studenti e una dozzina di professori per partecipare a quella che è diventata un annuale scuola estiva della durata di dieci giorni. Ogni anno studenti e professori lavorano in sinergia con residenti, amministratori, e ricercatori locali per implementare i diversi progetti sviluppati all’interno delle principali linee di azione identificate nel Patto di Fiume Simeto. Tra le Università e gli Istituti di Ricerca che hanno partecipato all’annuale CoPED Summer School nella Valle del Simeto sono presenti: • L’Università degli Studi di Catania, Catania, Italia • The University of Memphis, Memphis, TN, USA • University of Massachusetts at Boston, Boston, MA, USA • La Sapienza, Roma, Italia • Boise State University, Boise, ID, USA • Hunter College of the City University in New York (CUNY), NY, USA • Leipzig Research Institute, Berlino, Germania Ogni anno i partecipanti alla scuola raccolgono e analizzano dati primari e secondari relativi a uno o due sfide/opportunità di sviluppo economico e concordate con il Presidio del Patto di Fiume Simeto. Negli scorsi anni il lavoro della scuola estiva ha prodotto la raccolta di dati e sviluppato diverse analisi sul territorio della Valle del Simeto. Tale lavoro è stato usato in vario modo dai leader locali per preparare proposte di sviluppo per la Valle. Fra le varie misure di sviluppo identificate e alle quali la scuola estiva ha contribuito con le sue attività di ricerca, sono presenti: restaurare, preservare e reinterpretare siti storici d’interesse comunitario; trasformare discariche illegali in spazi pubblici attrattivi e funzionali; promuovere nuove forme di agricoltura sostenibile; e migliorare la qualità dell’acqua del bacino del fiume Simeto. La cruciale importanza che la ricerca condotta durante la CoPED Summer School ha giocato nel supportare l’impegno di organizzazioni e amministrazioni locali nel promuovere uno sviluppo sostenibile per la Valle del Fiume Simeto, ha prodotto un forte interesse nel trasformare la scuola estiva in una iniziativa di ricerca attiva tutto l’anno. Questa è una proposta che professori e leader locali coinvolti nell’arco dei passati 5 anni stanno attualmente esplorando.
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Stralci di testi estratti dal REPORT CoPED 2016 Domanda centrale di ricerca Il Presidio Partecipativo del Simeto, organizzazione ombrello che rappresenta la componente partecipativa della struttura di governance prevista dal Patto di Fiume Simeto, ha dato indicazioni sulla opportunità di scegliere il distretto di Paternò come focus del lavoro da svolgersi durante l’edizione 2016 della scuola CoPED. Tra i membri del Presidio vi è l’Associazione SudS (Stazioni Unite del Simeto), un’organizzazione nata con lo scopo di promuovere, nell’ambito del Patto di Fiume Simeto, la rifunzionalizzazione dell’ex-ferrovia delle arance e delle strutture a essa connesse. In particolare SudS è impegnata nel progetto di rifunzionalizzazione della storica Stazion San Marco e della corrispondente sezione della tratta ferroviaria. Proprio quest’area di lavoro è stata dunque scelta come focus della scuola estiva CoPED 2016, e in particolare è stataformulata la seguente domanda di ricerca: Quali progetti di sviluppo etico e sostenibile possono essere attivati nell’area della storica Stazione di San Marco all’interno della cornice valoriale e programmatica del Patto di Fiume Simeto? Nel rispondere a tale domanda, alla scuola estiva è stato chiesto di porre un’attenzione speciale ai progetti che possano in particolare portare al raggiungimento dei seguenti obiettivi: • rigenerare la relazione tra gli abitanti, le istituzioni e il sistema fluviale del Simeto; • coinvolgere individui, organizzazioni e diversi livelli di governo nell’avviare nuove forme di cura e tutela ambientale; • promuovere un più alto livello di collaborazione economica e scambio educativo e culturale tra le famiglie, le istituzioni e le varie agenzie delle dieci municipalità che hanno sottoscritto il Patto di Fiume Simeto; • Promuovere lo sviluppo economico e i livelli di occupazione nei settori della bio-eticoagricoltura e della ricettività bio-eticoturistica; • Incrementare le relazioni tra gli imprenditori del settore bio-eticoagricolo e i consumatori urbani (famiglie, attività commerciali e istituzioni); • incoraggiare e ampliare la partecipazione nei processi di pianificazione, progetto e implementazione del Patto di Fiume Simeto; • Identificare modalità con cui internet e i social media possono aiutare a oltrepassare le storiche barriere e forme di isolamento dei produttori e degli imprenditori locali.
Ispezione fisica della stazione e della ferrovia Gli studenti e i docenti in collaborazione con i membri di SudS hanno condotto una dettagliata ispezione fisica dell’edificio e dell’area circostante la stazione di San Marco. Durante questo sopralluogo sono stati fatti dei disegni a mano libera dello stato di fatto di piante dell’edificio, strade di accesso, parcheggi, e strutture secondarie come cabine dell’elettricitá e la linea ferrata, con dimensioni approssimative. Su questa base é stata condotta una stima dei punti di forza, debolezza e miglioramenti necessari per adibire lo spazio per attivitá aperte al pubblico. Dopo la stima fatta sugli edifici, studenti e docenti hanno percorso la sede dei binari fino alla via dei Mulini, risalendola sono arrivati alle Salinelle e all’area dell’insediamento romano, per poi ritornare alla stazione. Durante 49
questo giro a piedi, gli studenti hanno appurato le condizioni della sede ferroviaria e la presenza delle strutture necessarie per il funzionamento lungo tutto il tratto ferroviario. Gli studenti si sono anche occupati di osservare e identificare su una mappa gli usi del suolo, condizioni degli edifici, e presenza di edifici storici limitrofi alla sede della linea ferrata. Infine, hanno anche osservato e localizzato emergenze naturali e artificiali nell’area; fra le più rilevanti sono state individuate le numerose macchie di rose rampicanti, i resti di acquedotto romano, le rovine di una Chiesa romana del quindicesimo secolo, e una serie di mulini del diciannovesimo secolo.
interviste a residenti e produttori agricoli Lavorando con SudS, i ricercatori hanno strutturato delle interviste destinate a residenti e produttori agricoli. Le interviste con i residenti sono state condotte utilizzando il metodo delle interviste per strada col fine di ottenere informazioni da una rappresentanza della popolazione incontrata in tre luoghi differenti della città di Paternò: il mercato vicino l’area delle Salinelle, il centro storico e il quartiere attorno alla stazione di San Marco. Esse sono state concepite per: comprendere la percezione che i residenti hanno dei principali siti di interesse analizzati; esplorare i principali problemi correnti e futuri che la valle sta affrontando; raccogliere idee per la riqualificazione della stazione, delle Salinelle, dell’agricoltura dell’area; sondare il livello di conoscenza dell’associazione SudS. Gli studenti, organizzati in coppie composte di uno studente italiano e uno straniero, hanno condotto circa 26 interviste. Durante le ore del mercato cittadino a Paternò, gli studenti hanno condotto interviste con venditori agricoli al mercato, adolescenti, impiegati delle istituzioni locali, commercianti, disoccupati, giovani professionisti e residenti che facevano la spesa.
Interviste agli agricoltori locali Le interviste con gli agricoltori sono state incentrate sulla storia dell’azienda, le pratiche produttive, i problemi che le aziende affrontano quotidianamente, le idee per gli investimenti futuri, e l’interesse nel formare una rete di agricoltori con l’obiettivo di condividere informazioni, risorse, e pratiche innovative. SudS ha identificato 10 agricoltori che hanno partecipato attivamente al processo di formazione del Patto di Fiume Simeto. Lavorando a coppie, i ricercatori hanno intervistato i dieci agricoltori durante una visita alle loro stesse aziende. Sono stati anche documentati i prodotti che vengono coltivati, le strutture che compongono le aziende (e iloro usi), e pratiche di irrigazione. Le trascrizioni delle interviste con i residenti e gli agricoltori sono state analizzate al fine di identificare i temi comuni relativi a strategie di sviluppo, luoghi chiave e caratteristici dentro e nei dintorni della città di Paternò, la percezione sulla produzione agricola, e le sfide che possono rappresentare barriere al cambiamento. L’analisi delle interviste ha aiutato nello strutturare le attività interattive che si sono svolte alla stazione di San Marco, durante un evento aperto a tutti.
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Quattro progetti strategici
Il piano di sviluppo dell’area della Stazione San Marco per il period 2016- 2020 è costituito da quattro progetti strategici tra loro correlati, concepiti per contribuire in modo significativo agli obiettivi di sviluppo del Patto di Fiume Simeto. Questi progetti sono stati costruiti per valorizzare al massimo I beni e le risorse già presenti nella comunità e identificati durante le attività di ricerca della scuola CoPED 2016, ossia la stazione storica San Marco e la corrispondente tratta dell’ex ferrovia delle arance, il sito archeologico e naturalistico delle Salinelle e la crescente rete d’imprenditori locali nei settore dell’agricoltura etica e biologica. I paragrafi che seguono descrivono in dettaglio di seguenti progetti: la riqualifcazione della stazione storica di San Marco; la conversione della tratta paternese dell’ex ferrovia delle arance in una greenway multifunzione; la riappropriazione comunitaria e la riqualifcazione del sito delle Salinelle; lo sviluppo del settore agricolo etico-biologico per l’incremento dell’occupazione, la crescita dei profitti e la generazione di ricchezza redistribuita tra tutti I resdienti (presenti e future) di Paternò e della Valle del Simeto. La Stazione Ferroviaria San Marco diventa un centro di comunità multifunzione Descrizione del progetto Questo progetto mira a trasformare la Stazione Ferroviaria di San Marco, che ha vissuto un lunghissimo periodo di abbandono, in un centro di comunità concepito per rispondere a una varietà di bisogni educativi, culturali, legati al trasporto e produttivi della regione. Tali bisogni sono stati identificati dai tutti i soggetti coinvolti durante le attivitá della scuola estiva CoPED 2016. Per i prossimi tre anni, gli spazi interni ed esterni della stazione San Marco verranno riqualificati e ri-utilizzati per ospitare una serie di attività educative, culturali e commerciali mirate a valorizzare la ricchezza della storia e della cultura simetine. Tali attività permetteranno anche di celebrare la cultura alimentare locale – che presenta caratteri di elevata unicità e qualità –, e di promuovere esistenti e nuove attività produttive legate al settore dell’agricoltura etico-ecologica, aiutando a incrementare le opportunità occupazionali in ambito locale. Tra gli usi previsti per la Stazione San Marco vi sono: • Orto etico-ecologico con finalità dimostrative ed educative – dove studenti, lavoratori e proprietari agricoli, woofers (WOOFER è una rete internazionale di volontari ospitati gratuitamente nelle fattorie biologiche che contraccambiano con il proprio lavoro), consumatori ed eco-turisti sono introdotti a una grande varietà di pratiche colturali innovative e sostenibili in uso nella Valle del Simeto. Grazie a questa introduzione i visitatori sono poi incoraggiati a fruire dei prodotti del mercatino della stazione e iscriversi a possibili gruppi di acquisto solidale (GAS) come quello dell’associazione Cultura e Progresso. Simili GAS sono potenziabili con consegne a domicilio dei prodotti della rete dei produttori coinvolti nel progetto. I visitatori 54
possono anche organizzare visite nelle aziende della rete che hanno per prime sperimentato le tecniche mostrate nell’orto, ed eventualmente decidere di iscriversi a un programma di stage intensivi da 1 a 3 mesi presso tali aziende per un training approfondito. • Academia di arti e cultura simetine per l’infanzia – dove i bambini di scuole elementare e media sono esposti a una varietà di forme artistiche e culturali tradizionali siciliane, tra cui pittura, scultura, arte dei cantastorie, teatro popolare, teatro dei pupi e danza. Nella stagione estiva, fino a 60 bambini possono lavorare con artisti, scrittori, musicisti e danzatori locali nella scrittura, produzione e messa in scena di opere che celebrano la storia e la cultura siciliane e simetina. Le opere si svolgono in un anfiteatro all’aperto da realizzare nello spazio retrostante la stazione, coinvolgendo studenti di scuola superiore e universitari. Alla rappresentazione, che può avere cadenza settimanale, sono invitati i parenti dei bambini partecipanti e tutti i residenti. • Mercatino della Stazione San Marco – dove residenti e visitatori possono acquistare frutta fresca e secca, verdura, prodotti caseari, miele, farine, etc. prodotti senza l’uso di prodotti chimici e in assenza di pratiche di sfruttamento lavorativo entro un raggio di 50 km. Il mercato venderebbe anche prodotti alimentari a valore aggiunto (trasformati) come olio, aceto, vino, farine e derivati prodotti con grani antichi. A tutto ciò potrebbero aggiungersi prodotti artigianali non alimentari che usano materie prime agricole locali come gioielli, borse, portafogli, utensili, vestiti e tessuti, cosmetici, etc. Il mercato potrebbe essere finanziato attraverso un modesto sovrapprezzo richiesto ai produttori utile a coprire i costi di marketing e gestione (bollette, staff). I produttori sono coinvolti direttamente nella gestione del Mercato, e si incontrano regolarmente per discutere dei prodotti, delle tecniche di coltivazione, delle ricette da usare e diffondere, e in generale per l’individuazione di strategie di attrazione di visitatori e consumatori. • Sloco Paternò Bistro – dove residenti, lavoratori e visitatori possono gustare pranzi, cene, aperitivi degustando cibo locale e salutare, e scoprire le ricette della tradizione culinaria simetina. Un concorso verrebbe indetto per attirare imprenditori e chef locali per operare questa attività. Un aspetto importante dell’unicità di questa struttura sarebbe la regolare presenza di performance artistiche da parte delle organizzazioni locali come la Casa dei Cantastorie e Batarnù. • Scuola di cucina simetina – dove visitatori interessati appassionati di cibo salutare e culturalmente rilevante possono frequentare vere e proprie classi sui fondamenti di una nuova Sicilian Cuisine. La cucina del Bistro può essere usata per delle classi su come preparare una versione salutare di alcuni dei più famosi piatti siciliani tradizionali. Le mattine sarebbero dedicate alla visita di aziende agricole dove vengono prodotti di cibi locali, mentre i pomeriggi sarebbero dedicati a una combinazione di lezioni tradizionali e per la preparazione dei cibi, che gli studenti possono condividere con parenti e amici. Gli studenti possono essere ospitati inizialmente dalle strutture ricettive localizzate nelle vicinanze e poi, eventualmente, in strutture RFI appositamente riqualificate (case cantoniere, per esempio) o in nuovi eco-micro-alloggi realizzati attraverso campi di bio-architettura. 55
• HUB per il trasporto alternativo – dove i residenti locali e i visitatori potrebbero avere accesso a un sistema di mezzi di trasporto soft di zipcar, bici, bici elettriche, etc. con cui esplorare liberamente Paternò e la Valle del Simeto. Per coloro interessati a visitare il percorso storico-turistico descritto più avanti, è possibile usufruire di un sistema di trasporto su carelli da rotaia azionati a mano o elettricamente, che connettono la stazione con l’adiacente via storica dei mulini (attività particolarmente indicata per le famiglie). • Centro visitatori – dove i residenti e visitatori possono accedere a tutte le informazioni sui tanti siti storici, archeologici, naturalistici, etc. visitabili nella valle e sulle attività e gli eventi da poter fruire. Nel centro una permanente installazione video può fornire ai visitatori un’anteprima introduttiva delle possibilità di fruizione della valle. Una stazione digitale (con almeno un computer connesso a internet e una stampante) può fornire ai visitatori la possibilità di prenotare e pagare on-line per la fruizione di servizi, eventi e ingresso ai monumenti da visitare. • Centro di pianificazione e progetto di comunità – dove MACRODESIGN, uno studio professionale di architettura e pianificazione con una vocazione
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Razionalità del progetto La trasformazione della stazione San Marco in un centro multifunzionale educativo, culturale, commerciale e per il trasporto darebbe un significativo contributo al rafforzamento dell’economia della Città di Paternò e della Valle del Simeto. Alcune delle funzioni sopra citate sono concepite per fornire ai produttori aderenti alla rete un immediato punto di vendita per i propri prodotti. La creazione di attività produttive localizzate nell’ambito della stazione (come il bistrò, l’accademia d’arte simetina per l’infanzia) la scuola di cucina darebbe inoltre la possibilità di creare posti di lavoro che sono ciò di cui la comunità, duramente colpita dalla crisi economica, ha attualmente maggiormente bisogno. L’orto didattico-dimostrativo, il centro per il trasporto alternativo e il centro visitatori sono concepite per attrarre principalmente visitatori e turisti con un’attitudine etica al viaggio e con particolare interesse agli aspetti culturali, storici e culinari dei luoghi da visitare. Tali progetti genererebbero anche un flusso di entrate per attività economiche locali correlate, come ristornati, teatri, ostelli, B&B, musei, etc. Le attività educative, come l’accademia artistica per l’infanzia, la scuola di cucina e le performance artistiche del Bistrò, sono concepite per accrescere l’apprezzamento della ricchezza e dell’unicità dei beni culturali – sia materiali che immateriali – della valle del Simeto. Questo progetto è stato concepito anche alla luce di datate esperienze di riuso multifunzionale di strutture ferroviarie dismesse simili alla stazione San Marco, sia in Europa sia in Nord America.
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CONTINUA L’ESPERIENZA SUDS... In basso: progettazione e sistemazione area verde e piantumazione primi arbusti.
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BIBLIOGRAFIA STORICA
FONTI ARCHIVIO COMUNALE | ricerca d’archivio - Arch. Salvatore Giovanni Ferlito • Reclamo consiglio comunale – Comune di Paternò 30 marzo 1884
• Brevi considerazioni - Giovanni Leonardi segretario generale della provincia di Catania Rappresentante la provincia, il comune di Catania ed il Consiglio di amministrazione della ferrovia di salso – ROMA 15 dicembre 1885. • Relazione del Consiglio di Amministrazione all’Assemblea del Consorzio per la concessione della costruzione ed esercizio della ferrovia da Paternò per salso a Nicosia Catania 1891. • Consorzio per la costruzione ed esercizio della ferrovia Paternò-Nicosia – Relazione e Proposte del Consiglio di Amministrazione – Catania 1894.
• Ferrovia da Paternò a Nicosia e le sue diramazioni per Centuripe, Assoro e Troina | Missioni Studi e Progetti compiuti dall’Ing. Cav. F. Clarenza dal 1883 al 1908 - Catania 1908. • Lettera al Presidente del Consiglio d il Ministero dei LL.PP – Comune di Paternò 1923 • Comune di Paternò - Elezioni Politiche dell’anno 1924.
• Lettera al Comune di Paternò da parte del Ministero dei LL.PP – Ferrovia a scartamento ordinario Motta Sant’Anastasia – Paternò. Prolungamento da Paternò a Cugno di Carcaci - 30 novembre 1924.
• Lettera Prefettura della Provincia di Catania – Sig. segretario Politico della Federazione Provinciale del Partito Nazional Fascista – Oggetto: Paternò Cugno - 16 dicembre 1924.
• Lettera Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia al Sig. Podestà del Comune di Paternò – Oggetto: Costruzione della Stazione Schettino e tronco Ferroviario Motta Schettino – 2 ottobre 1927. • Comune di Paternò - Verbale di deliberazione del regio Podestà. Oggetto: inaugurazione della strada ferrata Motta-Schettino. Approvazione spesa. - 17 dicembre 1934.
• Lettera Ufficio Speciale per la Costruzione delle Ferrovie Secondarie in Sicilia al Sig. Podestà del Comune di Paternò – Oggetto: Linea Motta S. Anastasia-Nicosia. Tronco Motta S. Anastasia-Schettino. Illuminazione piazzali delle Stazioni di Paternò e Schettino - 2 ottobre 1927
• Lettera Prefettura di Catania al Sig. Podestà del Comune di Paternò – Oggetto: Linea Motta S. Anastasia-Nicosia. Tronco Motta S. Anastasia-Schettino. Illuminazione piazzali delle Stazioni di Paternò e Schettino - 7 gennaio 1936. • Comune di Paternò - Verbale di deliberazione del regio Podestà. Oggetto: approvazione della convenzione per la consegna in uso al Comune del piazzale esterno della Stazione ferrovia di Paternò - 19 febbraio 1937.
• Avviso Pubblico Comune di Paternò – Rende noto - cerimonia per l’esecuzione dei lavori per il completamento della ferrovia fino a Regalbuto e Nicosia alla presenza dell’On. Matterella sottosegretario al Ministero dei trasporti - 7 ottobre 1948.
• Ministero dei trasporti Ispettorato Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione –Ispettorato compartimentale Ufficio studi e progetti per la costruzione di nuove ferrovie in Sicilia. Al Sig. Sindaco del Comune di Paternò. Oggetto: Cerimonia per l’apertura all’esercizio della linea ferroviaria Schettino- Regalbuto – 26 gennaio 1952. • Avviso Pubblico Comune di Paternò – Rende noto che domenica 3 febbraio 1952 - cerimonia per l’apertura al pubblico esercizio della linea ferrovia Schettino- Regalbuto alla presenza dell’On. Matterella sottosegretario al Ministero dei trasporti - 29 gennaio 1952. • Ministero dei trasporti Ispettorato Generale della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in Concessione –Ispettorato compartimentale Ufficio studi e progetti per la costruzione di nuove ferrovie in Sicilia. Al Sig. Sindaco del Comune di Paternò. Oggetto: Cerimonia inaugurale – 14 febbraio 1952.
• Comune di Paternò – Ufficio Tecnico. Oggetto: scalo ferroviario della stazione di Paternò – Relazione. – 6 marzo 1961. • Lettera del Sig. sindaco del Comune di Paternò – all’On. Ministro dei Trasporti/ROMA e On.le Uffico Comprtimentale Ferrovie dello Stato/Palermo. Oggetto: Scalo Ferroviario Stazione San Marco di Paternò - 10 novembre 1961. • Prefettura di Catania – esigenza di ridimensionamento della linea ferroviaria Motta S. AnastasiaNicosia - 30 dicembre 1966 • Lettera del Comune di Paternò all’Ill.mo Sig. A. Cunsolo e al Presidente Esportatori e Commercianti Prodotti del suolo di Paternò. Oggetto: soppressione della tratta Motta-Regalbuto. - 16 agosto 1967.
• Lettera degli Esportatori e Commercianti Ortofrutta e Prodotti del suolo di Paternò, al Sig. sindaco del comune di Paterno. Oggetto: soppressione della tratta Motta-Regalbuto - 23 febbraio 1967. • Interrogazione Ministero dei Trasporti notizia soppressione del tratto ferroviario di 50 km a scartamento ordinario tra Motta Sant’Anastasia (CT) a Regalbuto (EN) “Gaudioso” – 1961.
• IX Legislatura –discussione – seduta dell’1 novembre 1986 – soppressione della tratta Motta Sant’Anastasia-Regalbuto – “Germana” – Ministro dei Trasporti “Signorile” - 1 novembre 1986.
• Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti -DECRETO dismissione della linea ferroviaria SchettinoRegalbuto - 26 maggio 2014.
• Comune di Paternò - Verbale di deliberazione del regio Podestà. Oggetto: approvazione della convenzione per la consegna in uso al Comune del piazzale esterno della Stazione ferrovia di Schettino - 19 febbraio 1937. • Comune di Paternò - Verbale di deliberazione del regio Podestà. Oggetto: inaugurazione della strada ferrata Motta-Schettino. Approvazione spesa. - 19 febbraio 1937.
• Ministero delle Comunicazioni Ispettorato Generale ferrovie-tranvie ed automobili - Ufficio Speciale per la Costruzione delle Ferrovie Secondarie – Convenzione con il Comune di Paternò per la consegna del piazzale esterno della Stazione di Paternò della linea ferroviaria Motta S. Anastasia-Nicosia - 30 ottobre 1937. • Ministero delle Comunicazioni Ispettorato Generale ferrovie-tranvie ed automobili - Ufficio Speciale per la Costruzione delle Ferrovie Secondarie – Convenzione con il Comune di Paternò per la consegna del piazzale esterno della Stazione di Schettino della linea ferroviaria Motta S. Anastasia-Nicosia - 5 novembre 1937.
• Lettera Ufficio Speciale per la Costruzione delle Ferrovie Secondarie in Sicilia al Sig. Podestà del Comune di Paternò – Oggetto: Linea Motta S. Anastasia- Schettino. Consegna del dei piazzali esterni - 25 novembre 1937. • Lettera al Sig. sindaco del Comune di Paternò – richiesta operatori ortofrutticoli ripristino treno derrate giornaliero - 10 maggio 1948. 62
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S.U.d.S. ringrazia per il supporto il Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, il Comune di Paternò, le associazioni della Valle del Simeto e tutti i volontari che stanno seguendo questo percorso.