Prima che inizi a descrivere la meravigliosa esperienza che ho passato nel visitare il Marocco voglio chiarire che questo mio scritto non vuole essere un diario giornaliero del viaggio, ma la descrizione della esperienza avuta, le sensazioni provate, la descrizione dei luoghi, il rapporto avuto con la gente, il godimento appieno della natura, i panorami, la campagna, le tradizioni, i modi di fare, il folklore, i cibi. Giacomo Frisa
PARTE I° DA TANGERI A SIDI FNI - GIORNI 19 - KM. 1342 Assieme a Tuccio, Pina e mia moglie siamo partiti con 2 camper l’8 febbraio 2009 con destinazione Marocco. Dopo avere attraversato l’Italia, la Francia, la Spagna siamo arrivati a Algeciras, città posta sullo stretto di Gibilterra onde potere traghettare verso Tangeri. Il desiderio di vivere la vacanza in modo libero e creativo mi ha fatto decidere di non usufruire di mezzi di trasporto, navi, per arrivare in Marocco, dandomi la consapevolezza di usufruire del Camper in modo pieno dell’abitacolo, viaggiando. Abbiamo attraversato lo stretto e dopo 2 ore e 15 minuti siamo sbarcati a Tangeri. Esaurite le formalità della frontiera (Dogana, Polizia, Cambio, Carburanti)
ci siamo inoltrati nella Città. La collocazione del centro urbano è dato dall’essere posto sulla costa, luogo d’incontro tra i due mari, l’oceano atlantico ed il mare mediterraneo. Ad un primo sguardo non sembra una città Africana, ma spagnola. Le case bianche barbicate sulla collina in un susseguirsi interrotto di stradine in salita e discesa. Percorrendo i quartieri ci si accorge che le strutture si rifanno alla provenienza dei loro abitanti. Gli stili di costruzione Spagnola, Francese, Portoghese, danno la natura di un crocevia di culture architettoniche ed un fascino unico. La leggenda vuole che Ercole separò la montagna di Calpè (Gilbiterra) e Abyla (il monte
TANGERI
REGIONE AGRICOLA Musa, vicino Ceuta) chiamata da allora le colonne di Ercole, cosi creando lo stretto. Nel pomeriggio abbiamo iniziato il Tour del Marocco avviandoci verso Asilah ed abbiamo percorso la statale che scorre parallelamente la costa dell’Atlantico. Verso il sud segue il tracciato dell’antica via romana che da Tigia raggiungeva Volubis con la deviazione per la visita di Marrachesh con rientro a Essaouria sino a Sidi-Fni. In questa parte dell’itinerario, percorso vicino al mare , si attraversano città piene di storia ad iniziare dai Romani, Imperatore Cesare Augusto, ai Veneziani, Portoghesi, Spagnoli. Ognuno di essi hanno lasciato città, monumenti,fortini,avamposti, porte che davano e danno accesso a città vecchie e nuove. C’è da ringraziare la natura per avere dato al Marocco lunghissime spiagge sull’Atlantico
piene di sabbia finissima, soffice, con un retroterra pianeggiante , dove si estende una florida regione agricola incisa da numerosi corsi d’acqua che scendono al mare ed i più grandi agglomerati urbani del paese.(foto2) Da Tiznit – Tafraoute abbiamo iniziato la visita del Sud, il pre-deserto sino a Merzouga, attraversano la vasta area depressionaria della valle del Draa, percossa dall’uadi Draa, con il suo lunghissimo letto in una sorta di lunga oasi, la valle del Dades. Da Erfoud per Errachidia abbiamo iniziato la risalita attraversando le valli tra il sistema montuoso dell’anti atlante (Rif) e l’atlante, attraversando le gole du ziz ( tunnel del legionario) verso il Nord salendo ad un’altitudine di 2.300 metri. Abbiamo visitato Fes, Meknes, città imperiali, Volubilis antiche vestigia Romaniche. Tetouan – Tangeri.
Domenica 15 febbraio, ci troviamo a Larache posteggiati in un campeggio internazionale gratuito. Giorno di riposo e volendo glorificare il Signore ci siamo informati se in città vi fosse una chiesa cattolica. Con grande sorpresa il Taxi ci accompagna davanti la chiesa “Nostra Signora di Pilar”. Entro per chiedere informazione sull’orario della messa ed incontro “ Frà GIUSEPPE”. Un frate Cappuccino che per otto anni era stato a Collesano, provincia Palermo a 13 Km dal mio paese e dove molto spesso vado a messa. Nativo di San Fratello, provincia di Messina, della diocesi di Patti,missionario in Africa è stato
mandato a Larache. Che gioia !!! Ci siamo abbracciati e la commozione ci ha presi tutti e due con un nodo alla gola. Quante domande mi ha fatto su delle persone note a tutte due, a Presbiteri della Diocesi, a Confratelli di Gibilmanna e di Collesano. Abbiamo assistito all’Eucarestia e nell’omelia fra Giuseppe ci ha presentato alla comunità cattolica di Larache. A fine Messa tutta la gente è venuta a salutarci, abbracciandoci affettuosamente, augurandoci una buona permanenza in Marocco. Dopo la Messa siamo rimasti con Frà Giuseppe a visitare il convento annesso alla chiesa.
CONVENTO NOSTRA SIGNORA DEL PILAR Trovare le parole per descrivere un incontro per me cosi emozionante e davvero molto difficile. Forse il fatto stesso di essere cosi lontano da casa, in terra straniera, con una persona speciale, affettuosa, ministro del Signore è stato veramente toccante , commovente e anche con la comunità tutta. E’ un ricordo che terrò nel cuore oltre al ricordo del tour del Marocco.
RABAT Rabat, capitale amministrativa e politica del Regno del Marocco. E’ una città tranquilla dal clima mite ventilata dalla brezza che spira dall’oceano. Gli ampi viali, i quartieri moderni, le spiagge che la circondano, rendono attraente e piacevole la visita. Fra i monumenti è da citare il Mausoleo di Mohamed V. E’ un capolavoro dell’architettura ispano-moresca e dell’arte tradizionale marocchina. La decorazione raggiunge il massimo dell’espressività e rispecchia l’evoluzione delle arti in Marocco sin dai tempi antichi.
RABAT Mausoleo Mohamed V
RABAT Mausoleo Mohamed V
CASABLANCA Scendendo verso Sud siamo arrivati a Casablanca. Una città dalle dimensioni enormi. Si estende per chilometri adagiata sulla riva dell’oceano. E’ attraversata dall’autostrada da Nord a Sud. Siamo usciti in uno svincolo che indicava il centro per potere raggiungere la Moschea di Assan II. Si ha l’impressione di non essere in Marocco, ma in una città Europea. Grandi alberghi, viali ampi, incroci dove confluiscono 5, 6 viali di cui alcuni a più corsie, palazzi in vetro, banche, assicurazioni, gruppi commerciali. E’ una città commerciale e l’unico monumento da visitare a mio giudizio è la Moschea.
Abbiamo avuto la fortuna di potere posteggiare proprio li davanti . Con la guida che parla Italiano, abbiamo visitato la moschea, luogo di adorazione, la casa di culto, edificio sacro per i credenti dell’Islam. E’ molto difficile descrivere questo luogo, perché si rimane senza parole, scioccati da una bellezza cosi incomparabile. Un edificio enorme che può ospitare 25 mila fedeli. E’ il terzo luogo di preghiera più grande del mondo. Progettata dall’architetto francese Michel Pinseau sul mare si compone dal Minareto a pianta quadrata (25 mt. di lato) per 172 mt. di altezza e da due piani sotterranei che sono provvisti di sale per abluzioni e garage.
CASABLANCA - Moschea Assan II
Un monumento che simboleggia la solidarietà, l’impegno e la devozione del popolo Marocchino. Le forme originali dell’architettura berbera e arabo – islamica esprimono un insieme di doppio volto del Marocco. L’austerità di questo edificio sacro è ingentilito dalle decorazioni, da un gioco geometrico di aperture, arcate,
nicchie e motivi a rilievo. Abbiamo avuto la fortuna di trovare il tetto della moschea aperto. Infatti, subito dopo si è richiuso. La Moschea è impreziosita da lampadari in vetro di Murano e marmi pregiati di Carrara. La visita è durata quasi tre ore, siamo rientrati in camper per la cena.
CASABLANCA - Moschea Assan II
MARRACHESCH Il giorno dopo ripreso il cammino abbiamo attraversato il tratto forse più affascinante della costa atlantica. L’altopiano accanto la fascia costiera è disseminato di arganie. Una specie antichissima, pianta endemica del
Marocco, cui tra i fitti rami, anche più alti di 8 metri, è facile vedere capre intende a brucare le foglie. Dai frutti ricavano olio commestibile, profumi, e prodotti per l’igiene.
Lasciando la costa ci siamo addentrati sull’altopiano per raggiungere Marrachesc. Nella piana dell’Haouz si distende la città con lo sfondo delle cime dell’atlante imbiancate di neve, appare come un’opera d’arte. Abbiamo trovato il campeggio a 12 km dalla città. Con un taxi e l’autista parlante in Italiano che faceva anche da guida, abbiamo visitato tutti, o quasi, i monumenti di Marrachesc, ma voglio descriverne soltanto uno: Place Jemaa el-Fna. Centro vitale di Marrachesc è uno dei più grandi spettacoli del mondo. Uno spettacolo che merita essere vissuto. Abbiamo passato un intero pomeriggio fino alla sera tardi. Nel pomeriggio la piazza è un mercato, ma a poco a poco si svuota ed incomincia ad animarsi d‘incantatori di serpenti, acrobati,
domatori di scimmie, giocolieri, musici, danzatori, mangiatori di spade, artisti da strada. La gente curiosa si dispone a circolo per assistere a questi spettacoli. La piazza è circondata da caffè e ristoranti. Infatti, dopo avere assistito ad alcuni spettacoli, ci siano seduti nella terrazza di un barristorante a riposare e consumare gelato, the e caffè. Era un ottimo punto di osservazione ed abbiamo continuato a guardare l’animazione della piazza, ad ascoltare i suoni prodotti dai musici, le voci di una piazza gremita di gente gioiosa ed il diffondersi delle luci artificiali. Incominciano ad animarsi i chioschi sul fondo della piazza dove si diparte l’accesso al Suq. Iniziano a cucinare, arrostire carne, friggere, diffondendo odori gradevoli mescolati ad altri
provenienti da bancarelle che espongono alimentari, spezie e aromi. Abbiamo cenato in un chiosco nella piazza, attirati da ragazzi vestiti da camerieri, assieme ad una moltitudine di gente proveniente da ogni parte del mondo. I nostri commensali erano Giapponesi. Abbiamo cenato con il Tajine, dal nome del caratteristico recipiente in coccio con coperchio
conico, a base di carne di montone e verdure di stagione. Cuscus, il piatto tipico per eccellenza della cucina marocchina assieme al Tajine, a base di semola di grani, insaporito da un brodo di carne speziato. Una cena abbondante, gustosa, riflette le caratteristiche principali della cultura alimentare preparate con antiche ricette arabe.
MARRACHESC Place Jemaa el-Fna
MARRACHESC Place Jemaa el-Fna
Piatto caratteristico TAJINE
Dopo 2 giorni e mezzo siamo tornati verso il mare ad Essaouria. E’ una delle città, della costa atlantica, più affascinante. Purtroppo il tempo fa i capricci, piove. Ci costringe a visitare il lungomare e la medina con l’ombrello. Il porto è il luogo più animato della città. La sera, vicino alla porta della marina che dal porto dà accesso alla città nella piazza antistante, abbiamo fatto cena a base di pesce. In proposito devo sottolineare e fare presente che in tutte le città minori, Asilah, El Jadida, Oualidia, Safi, Agadir e Sidi fni, la nostra alimentazione, pranzo e cena era a base di pesce. Pina, cuoca incomparabile, che sa manipolare il pesce con grande maestria e professionalità, ogni giorno cucinava il pesce in modo diverso, gustoso e divino. Il pescato in queste città che ho citato è la prima risorsa economica. I pescherecci atlantici, ogni giorno scaricano tonnellate di pesce più vario. I prezzi al mercato al minuto per noi europei, sono insignificanti. Il pesce più pregiato era 90 dirham (DH) al Kg. (Nove Euro). Ad Essaouria come a Safi l’economia è basata sulla industria conserviera legata alla pesca. Il porto che abbiamo visitato era animato dai pescatori sulle banchine intenti a riparare le reti per la pesca. Gli
AGADIR
approdi erano tutti occupati da imbarcazioni variopinte, i pescherecci di alto mare, che si dondolavano sull’acqua come se ballassero. Parte del pescato viene destinato al mercato estero. La sera avviene la vendita mediante l’asta pubblica, caratteristica, per lotti di cassette piene di pescato coperte di ghiaccio. Abbiamo pernottato in un parcheggio custodito dove il custode ha voluti in anticipo 50 DH. La notte la pioggia con il suo ticchettio ci ha tenuto compagnia. Al mattino, quando siamo partiti la pioggia era di poca intensità. Ci siamo diretti verso Agadir, la città turistica balneare più nota del Marocco. Percorriamo adagio la strada, anche se aveva smesso di piovere, per godere i magnifici paesaggi, di colore diversi dal verde all’azzurro dell’oceano. Ci siamo fermati sulla costa su un promontorio a picco sul mare in mezzo agli alberi per pranzare e riposare un po’. Era un punto di osservazione spettacolare, una terrazza con una splendida vista sul mare e sulla costa. Per Kilometri e kilometri abbiamo camminato parallelamente alla spiaggia quasi deserta e, mentre ci avvicinavamo alla città , diventava sempre più profonda, più grande, bagnata da un incantevole mare limpido e blu.
AGADIR Nel camping comunale troviamo molti Italiani che vengono a svernare per tre quattro mesi in questa meravigliosa città. Nel febbraio del 1960, un terremoto distrusse quasi tutto il centro urbano. La solidarietà internazionale e l’orgoglio del popolo Marocchino intrapresero la ricostruzione della nuova Agadir. E’ risorta, una città bella, radiosa, progettata da architetti europei, è piena di palazzi che rispecchiano l’architettura moderna. Offre un clima mite, temperato in tutto l’arco dell’anno ed un’infrastruttura
alberghiera di gran lusso, atta a favorire il richiamo turistico. Il classico ed il moderno si incrociano e si mescolano in perfetta simbiosi nell’architettura, nei costumi, nelle lingue. Agadir attualmente possiede il primo porto turistico marocchino e anche dal punto di vista ittico. Abbiamo visitato la città in macchina , in taxi e a piedi. La sera siamo rimasti in camping a familiarizzare con altri Italiani che erano lì da tempo. ( foto 13,14) L’indomani siamo partiti per Tiznit.
LA SPIAGGIA
LA COSTA
Prima di lasciare la città ci si dirige al centro commerciale Marjanne, dove c’è di tutto. Dimenticavo di dirvi che questi centri commerciali esistono e si trovano nelle periferie delle grandi città. Noi abbiamo scelto questo tipo di supermercati perché si compra bene a prezzi convenienti, prodotti freschi e di prima qualità. Dalla frutta alla carne, dal pane ai dolci. L’acqua nelle confezioni da 5 litri al costo di 9.90 DH in
confezione di 2. Si lasciano i camper davanti a questi centri in dei parcheggi molto grandi, esterni, non custoditi, senza paura di furti o timori di altro genere. E’ facile trovare decine di camper, quasi tutti francesi, posteggiati. mentre i proprietari fanno la spesa. Devo dire che dopo settimane che mi trovo in questa terra ho la sensazione che mi sento più sicuro qui che per le strade di casa nostra.
Centro commerciale Marjanne
Riprendiamo il cammino. Il paesaggio incomincia a cambiare. Non più la macchia mediterranea lussureggiante di argan verdi, olivastri, rosmarino, mirto, ma regioni di pietrame interrotti dalla coltivazione di mandorle, orzo e grano. La strada offre bellissimi scorci panoramici, attraversando paesini e villaggi raccolti intorno a un minareto. (foto 16,17 e 18) Ci siamo fermati per la notte a Tiznit, in campeggio. All’entrata
della città abbiamo ammirato la fortificazione con imponenti mura di cinta. Il nome di questa città è stato dato da Fatima, una ragazza che fuggi con il proprio amante. In molte città marocchine riproducono una mano, come amuleto.
Acque piovane
La costa
Regioni di pietrame
L’indomani ci siamo portati a Sidi-Fni, un villaggio dall’aspetto spagnolo composto da una strada principale molto larga e rettilinea, dove si svolgono tutte le attività del villaggio. Il Suq si trova all’inizio del corso. Il villaggio è posto sull’orlo di un balcone roccioso che si affaccia sull’oceano, dove i venti marini si fanno sentire. Il rumore dei flutti del mare sugli scogli e sulla spiaggia, la notte non mi hanno fatto dormire. Prima di chiudere questa prima parte del racconto del viaggio mi sia consentito trascrivere la mia riflessione. Non vi nascondo che quando sono partito avevo qualche riserva e prevenzione verso il popolo Marocchino. Adesso, invece, mi ritrovo a parlare con loro, aiutandomi con la gestualità delle mani, con familiarità, in quanto i più anziani non parlano il francese. Cammino in mezzo a loro nei suq, affollati, con la macchina fotografica e la cinepresa al collo senza pensare di custodirle. Posteggio il camper senza inserire l’allarme, alcune volte mi è capitato di lasciarlo aperto. I soldi, carte di credito, e quant’altro alla portata degli scippatori. Camminiamo tranquilli senza avere cura particolare per gli oggetti di valore. Nei Suq, i commercianti, gli artigiani, oltre a invitarci nei loro negozi per venderci le loro cose, ci chiedono la nostra provenienza. Quando sentono “Palermo, Sicilia” il sorriso gli spunta spontaneo e ci apostrofano “ tu cugino”. Credo che per loro il turista è un ospite sacro, ben voluto, come da noi in Sicilia, coscienti anche, che lo straniero è portatore di benessere. Ho notato la fierezza nel loro comportamento che non si commisera e sorride sempre anche se non ha nulla. I bambini sempre e anche i grandi tendono la
mano per ricevere qualcosa. Sulle strade, appena ci avvistano da lontano, corrono verso il ciglio della strada per salutare, ma anche per fermarti e chiedere di avere qualsiasi cosa. Sono disponibili, cortesi ad aiutarti nelle difficoltà e si offrono per qualsiasi aiuto che tu possa avere bisogno. Non ci credete? Ebbene, a Meknes, ho chiesto ad un SIGNORE dove potevo trovare un laboratorio per riparare la cinepresa. Mi ha accompagnato con un taxi, ha pagato il taxi, e quando abbiamo trovato il laboratorio chiuso, con il cartello che apriva nel pomeriggio, mi ha invitato a casa sua per il pranzo. Questo è il Marocco. Un popolo solidale, altruista, generoso e accogliente.
PARTE II IL SUD - LE REGIONI PRESAHARIANE DA SIDI-FNI A MERZOUGA GIORNI 11 KM.1.287
Di buon mattino ci siamo messi in viaggio percorrendo a ritroso la strada che porta a Tiznit. Ci siamo fermati in un Camping situato nel giardino di un hotel a 5 stelle. Pensate, i servizi, le docce erano situati all’interno dell’hotel preceduti da sale di aspetto arredate con divani, poltrone, quadri, specchi e tappeti. Nel pomeriggio mia moglie e Pina sono andati a visitare il Suq dei gioiellieri. I vicoli che costeggiano i grandi muri di cinta attorno ad una piazzetta sono piene di negozi dove vi si possono vedere gioielli berberi in argento di raffinata fattura ed armi decorate con filigrana d’argento. Tuccio ed io abbiamo cercato uno sportello bancario per prelevare moneta contante. In proposito, non serve portare moneta in contante in quantità eccessiva. Esiste una rete di banche e sportelli
bancomat in tutte le città. Accettano tutte le carte di credito VISA, MAESTRO, CIRCUS, POSTAMAT, ecc, ecc. In Marocco, l’unico Ufficio pubblico statale presente è l’ufficio postale anche in zone di piccola entità demografica. L’indomani siamo partiti per Tafraoute. Il paesaggio è pieno di piccole oasi di palmeti verdi dove vengono coltivati grano, ortaggi e alberi da frutto quali melograni, mele, fichi, pesche. Percorsa la pianura la strada incomincia a salire lungo i fianchi della montagna in un paesaggio di selvaggia bellezza. La strada è piena di curve e stretta, ma ci regala un emozionante spettacolo: i mandorli in piena fioritura. Ci siamo fermati a quota 1200 metri di altitudine per il pranzo in uno spiazzo antistante ad una struttura alberghiera.
Nel primo pomeriggio abbiamo ripreso il viaggio celermente per l’arrivo della nebbia. La visibilità si era ridotta enormemente e siamo stati fortunati perché la strada scendeva verso valle e la nebbia si era dissolta. Mentre ci avviciniamo a Tafraoute, la strada attraversa una valle a fianco di un fiume, tra due barriere di roccia bizzarre nelle forme e sospese incombenti su case e villaggi costruiti ai piedi o sui fianchi della montagna. Tafraoute è posta in una vallata dell’Anti Atlante, circondata da un
anfiteatro di montagne granitiche rosa e da palmeti, mandorli, olivi.
E’ meta turistica perché si offre da base per escursioni nei dintorni che vengono organizzate da Agenzie il loco. Il tramonto offre uno spettacolo molto bello. La luce che ribalza dal granito rosa si diffonde sulle case, sulla vegetazione, in colori fantastici. Dopo due giorni abbiamo ripreso il viaggio per Igherm – Tata ed abbiamo raggiunto Foum Zguid. Si attraversano regioni molto vaste e silenziose. Spesso la strada si snoda su letti di fiumi torrenziali, quasi tutti secchi, pieni di pietrame e sabbia. Si prosegue in un paesaggio molto vasto e disabitato, mosso solo sa ondulazioni collinari. Ogni tanto si incontrano mandrie di dromedari a pascolo condotti da bambini. Bambine pastore
Mandrie di dromedari al pascolo
Ci siamo fermati per il caffè fuori dal nastro stradale. Il traffico veicolare è quasi inesistente, la strada rettilinea che va verso l’orizzonte scompare in un paesaggio lunare, il silenzio, la solitudine, il fascino della natura vergine, la distanza che sembra non avere mai fine, crea un’atmosfera del
tutto inconsueta. Mediante la strada P 31 ci siamo a portati a Zagora attraversando la Valle del Draa. Il percorso si snoda a fianco l’omonimo fiume che discende dall’Anti Atlante alimentato da affluenti che provengono da versanti diversi.
Da Tansikht a Zagora sembra un'unica oasi. Il tratto, 100 Km Circa ,è costellato da fitti palmeti e da cittadelle fortificate. All’interno dei palmeti sono attivate molte culture, dagli ortaggi alla frutta, dal grano alle fave, lenticchie, piselli, ecc.ecc. alle palme di datteri. Lungo il nodo stradale si incontrano molte persone che si spostano a piedi da un villaggio all’altro. I ragazzi vanno o tornano dalle scuole. Molte donne tornano a casa dopo aver lavorato nei campi tutto il giorno. La condizione femminile non è rosea: si vedono cariche di erbe che raccolgono in campagna per il foraggio degli animali o con recipienti di terracotta per attingere l’acqua potabile dalle sorgenti, o a dosso di asini. Partecipa attivamente alla lavorazione della terra con l’aratro a chiodo, tirato da un mulo o asino. In casa oltre ai
lavori domestici panifica e cuoce il pane nel cortile in mezzo alla cenere prodotta dalla brace della legna. In questa parte del Marocco, in particolar modo nelle campagne, le donne vestono secondo le antiche tradizioni, si coprono il capo ed il viso con veli di color blu. Il soprannome di “ Uomini blu”, abitanti di questa regione, deriva dal tipico ampio telo blu con cui gli uomini, sin da giovani, si avvolgono il capo e il viso, lasciando solo una fessura per gli occhi. Questa acconciatura è un insostituibile riparo dal vento e dalla sabbia, nessun uomo tuaregh si priva mai, neppure nella vita privata. Nelle città, medie e grandi, le donne, sia berbere, in particolare quelle giovani, vestono all’europea. Non à consentito fotografare le donne e se si chiede il permesso rifiutano categoricamente.
ZAGORA Attualmente Zagora è una rinomata città turistica denominata “la porta del deserto”. Dal Gebel Zagora il panorama è magnifico e abbraccia contemporaneamente il palmeto, il deserto che lo circonda da ogni lato. Abbiamo raggiunto il camping (foto7). Dopo aver visitato la città abbiamo ripreso il viaggio verso Quarzazate ripercorrendo la valle del Draa dove ogni tanto si incontrano delle costruzioni in terra battuta e paglia
Camping di Zagora
dette”Ksaur” e alcuni villaggi di varia estensione. Percorsi 159 kilometri ci siamo fermati nel Campeggio Municipale. Il gestore del Camping, acquisita la cittadinanza italiana per avere sposato una connazionale, è ritornato in Marocco e parla correttamente la lingua italiana. Ci ha procurato una guida, con auto per l’indomani per visitare la città , i luoghi più interessanti.
Abdoul con il taxi
ABDOUL il nome della guida. Si è presentato al Camping alle 8,45 per iniziare la visita dei monumenti. La città di Quarzazate è stata costruita tra le valli, alla confluenza dei fiumi Draa e Dades (Rose) , strategica per l’esplorazione del sud. Sicuramente, a renderla nota ed a farne la fortuna turistica è la presenza degli studi cinematografici Atlas dove sono stati girati i film " il the nel deserto",
a Bibbia”, “ Lawrence d’Arabia”. Visita a pagamento 100 Dh.
Monumento alla cinematografia
A 12 km circa dal centro ci ha portato a visitare la Casa del Pascià. La visita è a pagamento.
E’ un edificio a più piani con muri perimetrali molto spessi, affiancati da torri merlati, dalla quale si gode una vista panoramica sulla valle e dell’uadi Quarzazate. Dopo aver visitato la camera della favorita,la sala da pranzo,il salone di ricevimento, ci hanno offerto il Thè. Gli ambienti sono abbelliti con stucchi e soffitti in legno di cedro dipinti, illuminati da grandi lampadari. E’ un piccolo castello ben conservato ed è molto interessante constatare i processi di costruzione tradizionali nel conservare la riproposizione delle forme originarie. Vista panoramica sulla Valle e dell’Uadi Quarzazate
Nido di cicogne sui merli della casa del Pascia
Interno Casa del Pascia
Abdoul, sfruttando le sue conoscenze, ci ha fatto visitare la casa di abitazione di una famiglia dentro la Kasba di Taourirt (foto 14) . Nella Kasba si entra a piedi, le strade non consentono l’accesso e la circolazione delle auto perche strette, si percorrono stradine larghe non più di un metro e cinquanta, passaggi coperti quasi bui e maleodoranti. Si entra nell’abitazione mediante una scala tortuosa, con gradini non uniformi. Ci accomodiamo in un ambiente dove i muri perimetrali sono coperti da divani. L’accoglienza è calorosa, ci vengono offerti dolci e il thè alla menta L’abitazione è composta di due ambienti che sono la cucina e la stanza dove siamo ospitati, che serve per ricevimento, soggiorno, pranzo e la notte per dormire. Il nucleo familiare era composto dai genitori e tre figli di cui uno di alcuni mesi, un bambino, bellissimo, meraviglioso, che Pina e mia moglie si sono contese per tenerlo in braccio. Gente povera, ma dignitosa nella loro condizione sociale, aperta, affettuosa e molto ospitale. Più tardi Abdoul alla guida del suo mezzo ci ha portato a visitare il lago ad una decina di Km dalla città. Quarzazate affascina il visitatore con le sue caratteristiche
mura di terra rossa che, al tramonto, riflettono sulla città una luce calda e ovattata. Un’altra caratteristica della città è la presenza massiccia dei Tuareg riconoscibili dal vestiario caratteristico di colore blu. Al ritorno ci ha condotto verso il suq dove abbiamo fatto la spesa alimentare. A pranzo abbiamo avuto ospite Abdoul il quale, ringraziandoci, ci detto che “ in vita sua non aveva mai mangiato spaghetti cosi buoni”. Nel primo pomeriggio, dopo aver preso l’appuntamento, Abdoul ha accompagnato Pina e mia moglie dal parrucchiere. Tuccio e Abdoul,nell’attesa, hanno girato la città con la macchina. Al ritorno ho pregato Abdoul di andare in città a prendere un Tecnico Tv perché avevo problemi con l’impianto della televisione nel Camper. In proposito: La ricezione del segnale satellitare in Marocco è ottima a condizione che adottiate due consigli: a) Dotatevi di un’antenna con disco parabolico non meno di 80 cm. di diametro; b) Bisogna ruotare l’illuminatore di 15 gradi verso sinistra per ricevere il segnale al 100%. Abdoul ha portato il Tecnico e dopo l’intervento lo ha riaccompagnato. E’ rimasto con noi sino alle 18,30. Per tutta la giornata a disposizione l’ho retribuito con 50 Euro. Inizialmente non voleva accettarli perché troppi, poi spinto da tutti noi, con grande imbarazzo li ha presi.
L’indomani abbiamo ripreso il viaggio verso TINGHIR attraverso la valle Dades, famosa per le sue rose e dalle mille casbah, consapevole di lasciarci alle spalle una città bella, linda, pulita e rosa ed una persona affettuosa, religiosa, premurosa, grande lavoratore qual’è Abdoul. Kasba di Tinghir
(sotto) Villaggi nella valle del Todra Ci siamo fermati all’inizio della città di Tinghir nel camping” Le soleil”. Un buon camping, piccolo ma accogliente. Nel pomeriggio abbiamo visitato il centro e contattato il Taxi per l’indomani, per visitare le gole del Todra.Le gole distano a 12 Kilometri dalla città e si percorre la strada che costeggia il fiume che ha dato le origine della gola. Il contrasto è forte che risalta tra il verde delle palme e coltivazioni e la terra scura e i villaggi che si attraversano. Le case sono dello stesso colore del suolo e altre rosa antico che è un colore nazionale.
LA VALLE DEL TODRA
Il grande Taxi, mercedes, ci trasporta sin dentro la gola. Sono sceso dal Taxi è mi si è presentato una scena mozzafiato. La strada scorreva tra il fiume Todra e le pareti rocciose scoscese che raggiungono in alcuni punti 250 metri. In un’ansa del fiume, dal lato opposto alla strada, hanno costruito una struttura ricettiva , di color rosa, e per raggiungerla si deve attraversare il fiume su una passerella in legno.
Albergo ristorante nella gola del Todra
Tuccio e Pina sul fiume Todra
ERFOUD L’indomani siamo partiti per Erfoud – Merzouga . La strada è ottima, il traffico è completamente assente, si percorre il nastro stradale che scorre verso l’orizzonte dove appaiono splendidi scenari del deserto Sahariano ed ogni tanto i tipici villaggi berberi. Abbiamo attraversato le cittadine di Anif e Rissani ai margini dell’oasi per arrivare nel pomeriggio tardi a ERFOUD. Il campeggio dove ci siamo fermati era posto a pochi metri dalle dune del deserto rosa.
Camping internazIonale Elfourd
Abbiamo avuto l’opportunità di ammirare il meraviglioso calare del sole in mezzo alle dune che si colorano di colori meravigliosi, sembrano che si incendiano. Il mattino seguente ci siamo svegliati abbastanza presto per fare una piccola escursione sulle dune per ammirare il sorgere del sole. Guardare le distese dune del deserto
evoca scenari immobili,misteriosi, desolati. Eppure, sono convinto, che vedere la luce del tramonto sulle dune del deserto, è uno spettacolo che difficilmente si dimentica per i colori che sa inventare. Tonalità dal rosa al rosso oro.
Più tardi abbiamo fatto l’escursione con il fuoristrada Land Rover 4x4 in mezzo alle dune rosse del deserto. Abbiamo visitato una miniera abbandonata percorrendo una pista nel deserto molto accidentata, un
villaggio abitato da una popolazione nera, venuta dal Senegal ed un grande lago in mezzo ad un territorio nero piene di sassi che sembra roccia lavica
Lago a nord di Merzouga
PARTE TERZA DA MERZOUGA A TETOUAN-TANGERI GIORNI 15
KM.821
Di buon mattino ci mettiamo in movimento ripercorrendo la strada che porta a Elfourd con destinazione ERACHIDIA. Il percorso si svolge sulla strada statale P. 21 che ripercorre l’antichissima via commerciale e militare tra il Sud e il Nord del Marocco. Collega, infatti, il deserto e le città Imperiali di Fes e Meknes. Attraverso le dune di sabbia dorata dell’Erg Chebbi il quale ci offre uno spettacolo affascinante e mutevole di colori. Percorriamo la strada che costeggia l’uadi Ziz, immensi palmeti e colture con la vegetazione limitata alle sponde tra pendii scoscesi alture collinari vulcaniche completamente spoglie. Ai bordi della strada, distanziati l’uno dagli altri, ragazzi, uomini e donne, cercano di vendere confezioni di datteri di qualità diverse. Si costeggiano per 100 kilometri circa palmeti e si attraversano villaggi con Edifici fortificati
lunghe mura di cinta costruite con terra e fango. Si incontrano edifici a forma quadrata o rettangolari, costruiti sempre con fango e terra, accanto alle case dei contadini quasi tutte a pianterreno. Edifici costruiti attorno ad una corte interna dove si affacciano locali di abitazione e soprattutto magazzini, granai, protetti da torri angolari molto alte rispetto ai muri di cinta. Si tratta di vere e proprie fortezze concepite a scopo difensivo dalle razzie dei nomadi del deserto. (foto 1)
Edifici fortificati
A 20 kilometri da Erachidia abbiamo trovato l’indicazione di un campeggio “ La sorgente blu di Minsk”
Campeggio “ La sorgente blu di Minsk”
Ci siamo fermati. E’ un campeggio molto bello, situato all’ombra delle palme dove le acque cristalline e trasparenti di una sorgente, situata ai piedi di una parete rocciosa, sgorga in una piscina. Il camping da un lato è delimitato dall’uadi Ziz e dall’altro da alte pareti di roccia calcarea erose dall’acqua. Inoltre, lo stesso camping viene attraversato da un canale di acque fresche che servono per l’irrigazione della rimanente oasi.
Campeggio “ La sorgente blu di Minsk”
Canale di irrigazione
Nel pomeriggio tardi, in taxi siamo andati a visitare Erachidia e fare rifornimento di generi alimentari. In proposito, dimenticavo di raccontarvi che da quando il nostro tour si è svolto nel Sud presahariano ed all’interno come ora, la nostra alimentazione è cambiata. Vicino al mare era quasi totalmente a base di pesce, ora è a base di carni: Agnello, Agnellone, Capra e Vitello. In queste Regioni la pastorizia è l’attività prevalente. La popolazione contadina con fissa dimora oltre all’allevamento delle capre e agnelli alleva anche gli animali da cortile, mentre i pastori veri e propri hanno carattere nomade e vivono in tende. Sia gli uni che gli altri usano i suq rurali, luoghi di compra –vendita e di scambi sociali dove avviene lo scambio delle merci ossia il “baratto”. Lungo il nostro itinerario
spesso abbiamo visto ed assistito a mercati di bestiame, prodotti agricoli, ai margini delle strade principali o vicino ad un passo di montagna. In capanne poste sul ciglio delle strade vendono carni macellate frasche, capra,agnelloni,agnelli,pecore, con la possibilità di cucinarle sul fuoco arrosto preparato dal venditore per la bisogna. UN CONSIGLIO. Comprate le carni nei suq delle città perché sono altrettanto gustose, teneri e fresche, ma più sicure dal punto di vista igienico-sanitario.
Al ritorno abbiamo preparato il fuoco per arrostire gli spiedini di carne. Tuccio è l’esperto, il vulcano della situazione. Abbiamo cenato fuori, sotto il tendalino, ed abbiamo avuto ospite il proprietario del negozio di tappeti dentro il camping. Domani è Domenica e decidiamo di rimanere fermi per riposare. Purtroppo a Erachidia non è presente una chiesa cattolica e non siamo andati a messa. Abbiamo fatto manutenzioni ai mezzi e le donne hanno fatto il bucato. Abbiamo arrostito il capretto e nella cucina esterna abbiamo cucinato la carne con il sugo e le patate per la
cena della sera. Nel pomeriggio abbiamo giocato a carte ed io ho seguito gli eventi sportivi alla televisione, il calcio. Dopo cena abbiamo seguito le notizie del telegiornale in Italia. Abbiamo completato la partita a carte di scala 40, iniziata molto prima della cena (Ho vinto io) e siamo andati a letto. Ho voluto trascrivervi una giornata di riposo trascorsa in camping viaggiando in un tour di 10.000 Km.
Tuccio agli arrosti
L’indomani alle 8,30 siamo partiti in direzione Midelt. La strada costeggiava il lago artificiale formato dalla diga di Assan dove l’acqua diparte con impianti di irrigazione delle vaste oasi della bassa valle dello Ziz. La strada è molto scorrevole e si snoda il passaggio attraverso una gola incassata e piena di palme. Si incontrano villaggi fortificati, si attraversa il “Tunnel del Legionario”, costruito dai legionari della Legione Straniera.
Tunnel del Legionario
Proseguendo per la P.13 arriviamo a MIDELT. E’ un moderno centro minerario e commerciale sorto in una conca a quota 1.500 metri di altitudine ai piedi di una montagna. La strada continua a salire ed a quota 2.100 mt. ci fermiamo per preparare il pranzo. Siamo immersi in un bosco pieno di lecci centenarie , cedri e querce. Qua e là conche piene di neve. All’ombra c’è freddo, molto pungente e abbiamo dovuto indossare indumenti
pesanti. Dopo il pranzo, abbiamo ripreso il cammino verso AZROU. Ci siamo fermati in un passo, a quota 2.850 mt. di altitudine, per fotografare le montagne con le cime tutte innevate. Dopo pochi minuti veniamo circondati da donne con bambini, sbucati dal nulla, che chiedono qualsiasi cosa porgendo le mani in avanti. Abbiamo dato degli indumenti e delle arance ai bambini.
Quota 2.100
Proseguendo si attraversa un altopiano disseminato da conche laviche piene d’acqua che formano una miriade di laghetti che raccolgono le acque dalle nevi che si sciolgono, tracimano e congiungendosi con altre acque danno origine alla formazione dei fiumi.
Quota 2.100
La strada ora scende verso valle , in un paesaggio quasi irreale, costeggia la montagna formata da crateri spenti, solcate da fratture e colate laviche di colore scuro. In una conca verde piena di cedri attraversiamo AZROU, un piccolo centro dalle case bianche dai tetti verdi. Ci avviciniamo a IFRANE, località turistica, la zona è coperta di foreste di cedri centenari ed è popolata da gruppi di scimmie allo stato brado che si sono fatte fotografare.
Foresta d'Ifrane Ancora una volta il Marocco mi ha sorpreso. Questa Regione che abbiamo attraversato e che stiamo attraversando non sembra l’Africa. Tutto fa pensare di trovarsi in Svizzera o in Valle d’Aosta. Innanzi tutto le montagne con cime alte quanto le Alpi coperte quasi sempre di neve. La vegetazione, la tipologia delle abitazioni, gli chalet, le ville, complessi alberghieri, baite, complessi residenziali dai tetti rossi e diversi impianti di risalita per la pratica degli sport sciistici.
FES Verso le 17.00 siamo arrivati a FES. Ad un incrocio ci ha avvicinato un ragazzo con un motorino e ci ha condotto al Camping Internazionale.
Panoramica di Fes
Con una guida che parlava perfettamente Italiano e la macchina abbiamo visitato Fes, prima il quartiere nuovo e poi la Medina che racchiude tre città la moresca, la città imperiale e la città nuova secondo criteri urbanistici occidentali. Prima dell’inizio della visita vera e propria ci ha portato in una collina situata di fronte, a specchio, di Fes per poterla vedere nell’insieme. Camping internazionale di Fes
E’ un quadro di una distesa di tetti con tanti minareti che si stagliano al di sopra dei tetti. Guardando verso sud si vede la città nuova piena di palazzi all’europea. La città è circondata da alte mura possenti e torri merlate che la proteggevano dagli invasori. La medina , la più grande del Marocco, Porta Palazzo Reale
Place des Alaouites
racchiude nei suq tutte le attività artigianali e botteghe di ogni genere. Attraverso un’antica porta siamo entrati in una piazza immensa con sullo sfondo il Palazzo Reale. Questo non è visitabile,però ci è consentito fare le foto davanti le porte d’oro con le guardie.
Siamo entrati nella Medina attraverso una porta smaltata blu (Il blu di Fes) all’esterno, mentre all’interno è di colore verde. E’ meravigliosa, un’opera d’arte realizzata in stile ispano-moresco decorata con simboli islamici ed ebraici. La guida ha posteggiato la macchina e ci siamo inoltrati a piedi in un dedalo di stradine tortuose dove è difficile orientarsi ed è facile ,invece, perdersi. Infatti la guida spesso si fermava ad aspettarci per ricomporci e continuare a camminare. I Suq di città sono autentici Porta Bab Boujeloude quartieri laboratori. Vi si trovano tutte le attività artigianali e negozi di ogni genere. Girovagare per un suq, come quello di Fes, è una delle esperienze più affascinante che si possa vivere in Marocco. La nostra guida ci ha condotto a visitare una scuola dove fabbricavano tappeti secondo tecniche tradizionali con lana di pecora, di capra e a volte di cammello.
Ci hanno accolto con molta cordialità e dopo averci offerto il Thè alla menta un commesso e due inservienti iniziano a mostrarci tutta una seria di tappeti che era la produzione della casa. In contemporanea ci spiegava la tecnica della tessitura, i fili di lana usati, la rappresentazione dei disegni, i colori, l’etichetta sigillo di controllo del Ministero dell’Artigianato. A me e mia moglie è piaciuto un tappeto dalle dimensioni di 3,13 x 2,10 di qualità extra superiore, prodotto con tecnica a trama doppia con punti annodati a mano. UN CONSIGLIO. Se dovete acquistare qualsiasi oggetto sia vestiario, gioiello, ecc.ecc. non accettate mai il prezzo che vi viene proposto anche se espongono il cartello prezzi fissi. Per le popolazione arabe in generale, mercanteggiare il prezzo delle merci e servizi è del tutto normale, anzi, è cosa gradita e a cui tengono molto. L’accettazione della richiesta del prezzo immediato per loro è come se la merce fosse svalutata. Si tratta infatti di un rituale sociale e culturale, di un’occasione per conoscersi, per scambiare informazioni, per scherzare. Il prezzo proposto è sempre gonfiato più della metà. Quindi il compratore, dovrà dire che ha già visto l’articolo in altro negozio ed il prezzo era più conveniente e di qualità superiore e
offrire un prezzo pari alla metà o ancora meno di quello richiesto. Come d’incanto spunta il sorriso sul volto del venditore ed incomincia la trattativa diminuendo da una parte ed aumentando dall’altra, ci s’incontrerà a metà strada concludendo l’affare. La nostra trattativa per l’acquisto è iniziata nel suq di Fes e si è conclusa dentro il camping, la sera dove eravamo alloggiati, per meno della metà del prezzo richiesto. Abbiamo visitato una fabbrica di ceramica e molti quartieri a bordo della macchina facendo sosta davanti a monumenti, Palazzi, Moschee,Porte della città, piazze e fontane. Comunque, a parere del sottoscritto, il vero tesoro di Fes è la Medina, la più grande del Marocco ed è di una bellezza incomparabile. Basta girovagare nella medina per trovarsi in un altro mondo, quello magico e misterioso dell’oriente. Città Imperiale, dominata da un’atmosfera che ispira calma, bellezza, in cui tutto è pervaso da un sottile mistero in un’atmosfera di profumi e fragranze. E’ chiamata “Firenze del Maghreb”, oltre che per il giglio che ne è il simbolo, per la straordinaria ricchezza dei monumenti e testimonianze di incomparabile valore storico, artistico e culturale.
A i m p c A B
MEKNES Partiamo di buon mattino alla volta dell’ultima città Imperiale MEKNES. Siamo arrivati nel pomeriggio ed abbiamo travato il camping “Agadal” a ridosso delle mura della città imperiale. Ottimo, forse uno dei migliori in assoluto, molto ombrato, con servizi ottimi. Sia all’interno del camping che all’esterno, vi sono molte cabine e telefoni pubblici. ALTRO CONSIGLIO. E’ molto conveniente chiamare i familiari ed amici dai telefoni pubblici. L’uso del telefonino è
sconsigliabile, perché le tariffe sono molte alte, ed a pagare si è in due, chi trasmette e chi riceve le telefonate. Quindi è conveniente spegnere i telefonini e telefonare attraverso i telefoni pubblici e usare le carte prepagate marocchine che si trovano da per tutto. Il giorno dopo decidemmo di visitare la città Imperiale con una carrozzella trainata da un cavallo ed un cocchiere che era un ragazzo che parlava italiano e che ha fatto, anche, da guida.
ALTRO CONSIGLIO. E’ opportuno stabilire in anticipo il costo del servizio, i luoghi ed i monumenti da visitare, specie per particolari tragitti, senza esitare a contrattare se il prezzo sembra eccessivo. Abbiamo visitato: la Medina, La porta Bad el – Mansour, la porta bab Jami en –
Nouar, il bacino dell’Agadal, la moschea Bab Berrima, il vecchio Mellah, la porta antica Bab Idid, il Mausoleo di Moulay Ismail, le scuderie, il granaio. Costeggiando le grandiose mura di colore ocra ci siamo portati a scendere verso l’uadi Benfekrane, che divide la
città in vecchia e nuova, per risalire, con molta fatica per il cavallo, verso la città nuova. Ci siamo fermati nella collina di fronte, su una piazzola
stradale che sembrava un balcone naturale, per ammirare la città vecchia nell’insieme.
Intorno le ore 13, ci ha riportato al Camping pagando il prezzo pattuito in 180 DH. La sera intorno le ore 20,00 il ristorante, dove avevamo prenotato ci ha mandato la macchina a prenderci per la cena, offerta da Pina, che festeggiava l’onomastico. Abbiamo cenato nel terrazzo del ristorante che si affacciava nella grande piazza elHedin: La piazza illuminata con lampioni di colore giallo, gli alberi illuminati da proiettori sapientemente disposti,la grande porta di colore verde illuminata, la scarsa circolazione, i rumori ovattati, la temperatura mite, il cielo sereno. Tutto dava la sensazione
di essere in un luogo da fiaba, quasi da sogno irreale. Abbiamo fatto una cena abbondante con Tajinne, arrosto con contorni ed antipasti preparati secondo ricette tradizionali insaporiti e speziati. Dopo la frutta ci hanno servito un dolce tipico preparato con mandorle e miele. La Direzione ci ha offerto gratis il digestivo. Intorno le ore 23,00, accompagnati con la macchina del ristorante, siamo tornati al campeggio. Il giorno dopo di mattina in taxi le donne sono andate nel suq della medina a fare sciopping e Tuccio ed io siamo andati nella città nuova per riparare la cinepresa. Ci
siamo ritrovati a Place Aouda per ritornare assieme al camping. Tra tutte le città imperiali Meknes l’ho trovata la più interessante, prospera, piena di decine di palazzi uno più bello dell’altro, piazze decorate, porte monumentali,casbah, vasti giardini e kilometri di muri che la circondano, dominata da tantissimi minareti di colore verde smeraldo. Il Mulay Ismail sotto il suo regno ne fece la capitale del Marocco e la arricchì di raffinati monumenti tanto da farle guadagnare l’appellativo “ Versailles
del Marocco”. Oggi il grande sovrano riposa nella grande moschea che custodisce la tomba. Meknes è una piccola perla incastonata fra dolci colline . Giorno 21 marzo riprendiamo il cammino, attraverso la P.28, verso Moulay Idriss. E’ città santa, adagiata su uno sperone roccioso a dominio della valle dell’Audi Khouman e dalla piana di Volubilis . Abbiamo trovato il posteggio con molta difficoltà, attraversando la città per una strada stretta ed in salita dove si transitava uno alla volta.
Città di Moulay Idiss
Subito si è presentato un giovane definendosi “Guida” per volerci accompagnare nella visita della città. ALTRO CONSIGLIO. Avvalersi sempre delle guide ufficiali. Si riconoscono perché indossano una divisa, una targhetta e da una tessera di riconoscimento rilasciata
dall’Ente Turismo di Stato. E’ sempre cosa buona e giusta pattuire il prezzo mercanteggiando, l’itinerario da percorre ed i monumenti da visitare. Al termine della visita la guida ufficiale vi condurrà nel posto designato, avendovi trattato con cortesia,
solerzia e correttezza, mentre non può dirsi altrettanto delle sedicenti “guide” abusive che operano nell’illegalità. La visita del centro di Moulay Idriss è esclusivamente pedonale. Le strade sono strette e piene di scale. Per noi non musulmani non è consentito accedere alla cinta sacra del mausoleo, nè pernottare in città. Dopo aver visitato il Suq ci siamo fermati in una piazza che era un terrazzo a riposare perché il cammino tutto in salita era molto faticoso. VOLUBILIS è il principale sito archeologico del Marocco. Gli scavi effettuati in diversi periodi hanno portato alla luce imponenti rovine di una città Romana
risalente al II° secolo dopo cristo. Residenza di procuratori divenne subito una città importante ed abbellita di monumenti, l’arco di trionfo, il campidoglio. Dopo aver pagato il biglietto d’ingresso, abbiamo iniziato i a percorrere il percorso per visitare le rovine. Mi accorgo che sotto gli alberi d’ulivo è pieno di “Asparagi bianchi”. Da noi molto apprezzati e ricercati per le loro proprietà diuretiche e rinfrescanti, in Marocco non li conoscono. In poco tempo mia moglie ed io ne abbiamo raccolto molti chili . Li abbiamo utilizzati per fare le frittate con le uova e con la pasta in bianco.
Rovine della città Romana di Volubilis
io e mia moglie
Abbiamo visitato ed ammirato i resti dei monumenti più belli ed in serata siamo partiti per Chefchaouen, ma ci siamo fermati a 15 km. (foto) da Ouzzane in un campeggio posto ai bordi della P.28, per il pernottamento. Percorriamo 68 km. della P.28 e siamo arrivati a CHEFCHAOUEN.
Città di Chefchaoun Camping Chafchaoun Il campeggio è ottimo, situato nella parte alta della città da dove si gode una vista meravigliosa della città sottostante e la valle verde piena di agrumi. A pranzo Agnello arrosto e, dopo il riposo, in taxi siamo andati a visitare la città. All’ingresso della Medina dove, subito dopo l’accesso, ci si ritrova in una piazza piena di fontane, bazar e laboratori
artigianali di tappeti e tessuti animata da un gruppo numeroso di studenti che cantavano e ballavano accompagnati da tamburi, tamburelli e strumenti musicali molto caratteristici.
Medina di Chefchaoun
La maggior parte, se non tutti, i muri perimetrali della case sono bianchi con tetti coperti di tegole brune, le stradine strette, i pavimenti acciottolati con pietre, gli archi a ferro di cavallo, le inferriate in ferro battuto delle finestre, molto originali nella loro fattura, danno calore ed una atmosfera con sapori andalusi. Dietro la Kasba abbiamo visitato la Grande moschea dall’esterno. Siamo usciti dalla Medina dalla porta Bub es-Sour aperta nel muro di cinta. Ci siamo ritrovati nella avenue Hassan II, della città nuova, seguendola ci si ritrova in fondo alla strada nella Piazza Mohamed V
Siamo rientrati in taxi al campeggio in tempo per preparare la cena. La temperatura è scesa notevolmente, fuori fa freddo. Attraverso le gole del Laou, molto spettacolari, ci dirigiamo verso Tetouan. Si oltrepassa la diga sull’uadi Nakhla Diga sull'uadi Nakhla
Tetouan che approvvigiona Tetouan e serve, anche, per l’irrigazione della fertile pianura sottostante piena di agrumi. Superate le alture si scende verso il fondo valle quando all’orizzonte si stagliano , contro le montagne del Rif, le case bianche, le torri, le terrazze e i bastioni di TETOUAN. Abbiamo trovato il campeggio a 12 km distante dalla città in località MARTIL, centro balneare a 100 mt. dalla spiaggia. E’ la prima cosa che visitiamo. Il lungo mare di Martil è composto da due viali alberati lunghi 2 km. circa, pieni di alberghi, ville lussuose, ristoranti, gelaterie, dancings, club e sale da gioco. La spiaggia di sabbia finissima di colore dorato,è bagnata dalle acque del Mediterraneo limpide dai riflessi cangianti. In taxi siamo andati a Tetouan. Abbiamo visitato la città, guidati da una persona che parlava italiano. I palazzi di color bianco, i balconi in ferro battuto gli archi travi piastrellate , tutti elementi che fanno pensare l’eredità andalusa dei Musulmani che hanno riportato in Marocco l’aspetto simile a quello dei quartieri arabi della città spagnoli del Sud. Siamo entrati nella Medina e siamo andati nel Suq. Al solito, è formato da un dedalo di viuzze strette e sinuose e maleodorante che attraversano cortili e piazze. Sono stato attratto da una figura che in altri posto non avevo notato. Un Signore vendeva acqua fresca di montagna in bicchieri, al minuto, che riempiva da un recipiente.
Abbiamo comprato il pesce per il pranzo e la cena. Dopo un lungo giro,in taxi, visitando piazze e monumenti siamo rientrati in Campeggio pagando la corsa 25 DH. L’indomani abbiamo raggiunto TANGERI. Abbiamo fatto il pieno di gasolio e siamo andati ai magazzini Marjanne a spendere tutti i DH rimasti. Ci siamo portati al porto in attesa dell’imbarco per attraversare lo sterro di Gibilterra. DATI CONCLUSIVI Abbiamo percorso in Marocco Km. 3.493 Abbiamo speso per Gasolio 2.586 DH corrispondenti a €.238,12 Abbiamo speso per Camping € 221,00 bbiamo speso per la traversata ALGEGIRAS – TANGERI – A/R €. 287,50 (biglietto valido 3 mesi). Abbiamo percorso in totale da Scillato (PA) Andata e ritorno Km. 10.250. CONSIDERAZIONI In Marocco non vi sono problemi legati alla sicurezza, se volete, potete fare campeggio libero, ma non conviene, I costi dei Camping sono convenienti e potete usufruire dei servizi e approvvigionamento acque. Diffidate da Pseudo Associazione o Accompagnatori per portarvi in Marocco. Vi fregano soltanto i soldi. L’unica raccomandazione che vi voglio suggerire è non andate da soli a meno che non andiate in un posto e rimanete fermi. Le strade sono abbastanza buone, molto scorrevoli. Le autostrade sono poche ed in fase di costruzione. Il Marocco in questo periodo è un cantiere aperto. Non appesantite il Camper portandovi provvigioni, alimentari, acque potabili. In Marocco nei supermercati Marjanne troverete di tutto e di più a prezzi convenienti. Nei ristoranti si può mangiare a base di pesce per il prezzo di 9 €, a base di carne da 7 a 8 €. Le bevande alcoliche non vengono servite, se non nei ristoranti autorizzati, che sono pochi. Il Marocco non ha copertura satellitare G.P.S., quindi niente navigatore, fornitevi di cartina topografica, possibilmente quella della “Mischelin”. Quando arrivate in Marocco comprate, anche , una guida camping del Marocco. Il Marocco è un paese meraviglioso e merita essere visitato, senza correre, con calma per apprezzarlo di più. Spero di essere di aiuto a quanti si apprestano a visitare il Marocco con la descrizione della mia esperienza. BUON VIAGGIO. Giacomo FRISA Via Giacomo Matteotti, n. 34 90020 SCILLATO (PA) E.mail: frisagi@inwind.it
Impaginazione e grafica di Salvo Vitale