Verde Pensile

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Sandra Marraghini Verde pensile scenari e percorsi di innovazione urbana

SANDRA MARRAGHINI Architetto, specializzata in Architettura del Paesaggio e Documentazione Centri Storici, presidente della sezione di Italia Nostra di Arezzo, è libera professionista e docente di Applicazioni e Fondamenti della Geometria Descrittiva presso la facoltà di Architettura di Firenze. Si occupa di design e innovazione, architettura, restauro, beni culturali e paesaggio.

Verde pensile scenari e percorsi di innovazione urbana Sandra Marraghini


Verde pensile scenari e percorsi di innovazione urbana



Sandra Marraghini

Verde pensile

scenari e percorsi di innovazione urbana Analisi dello sviluppo delle coperture e delle pareti ecologiche, e applicazioni pratiche per la rivalutazione del paesaggio urbano e il miglioramento della qualitĂ della vita


copyright © 2012 arch. Sandra Marraghini impaginazione e cura tipografica: Edizioni Giorgio Vasari srl via Mantegna 4, Arezzo tel. 392 9596285 – fax 0575 1657738 email edizionivasari@aruba.it ISBN 978-88-905493-3-5 prima edizione novembre 2012 in copertina: ideazione Sandra Marraghini, foto ed elaborazione grafica di Giulia Nozzoli le foto con il marchio

sono rilasciate con licenza Creative Commons e possono essere riutilizzate liberamente.

le foto senza logo sono di proprietà di Sandra Marraghini. Del testo e delle foto senza logo è vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, se non autorizzata


INDICE TETTI E PARETI VERDI: STATO DELL’ARTE SVILUPPO SOSTENIBILE E VERDE PENSILE Nuovi scenari urbani sostenibili Il dibattito sulle energie rinnovabili in Italia Diffusione del verde pensile e nuova ecologia Gli orti urbani Il ruolo del design per l’affermazione di nuovi modelli di vita urbana Nuova tradizione

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TETTI E PARETI VERDI: RISPARMIO ENERGETICO E BENEFICI AMBIENTALI I benefici ecologici dei tetti verdi In sintesi, l’elenco dei benefici ambientali di tetti e pareti verdi Diminuzione del ruscellamento delle acque meteoriche Effetto delle coperture sul microclima Fissaggio delle polveri sottili Isolamento termoacustico Sfruttamento delle superfici e aumento del valore degli immobili Salvaguardia e tutela delle biodiversità Orti sociali

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TETTI E PARETI VERDI: TECNOLOGIE E METODI DI REALIZZAZIONE Tetti verdi estensivi Tetti verdi intensivi Pannelli applicabili su pareti esterne preesistenti Muri vegetali Parete vegetale integrata (brevetto Patrick Blanc) Pannelli vetrati con alghe come bioreattori

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BEST PRACTICES Progetti realizzati High Line, New York, USA Promenade Plantée, XII Arrondissement, Parigi Museo Quai Branley, Parigi Darmstadt, Waldspirale School of Art, Design and Media, Nanyang, Singapore Environment Park, Torino, Italia Vancouver West Convention Center, Vancouver, Canada City Hall, Chicago, USA Villaggio olimpico XX Olimpiade invernale, Italia, Sestriere Scuola materna, Germania, Hoehnwart Barclays Bank, Inghilterra, Londra Policlinico, Italia, Catania

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Albergo, Italia, Abano Terme CaixaForum, Madrid, Spagna Centro Commerciale “Fiordaliso”, Rozzano (Mi), Italia

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Urban Factory Vancouver Harvest Tower, Vancouver, Canada London Farm Tower, Londra, Regno Unito Dragonfly, New York, USA Bosco Verticale, Milano, Italia Skyland, Milano, Italia SCENARI E PERCORSI DI INNOVAZIONE VERDE A FIRENZE Firenze e la tradizione del bel paesaggio Il verde pensile: una nuova opportunità per Firenze Gli spazi verdi a Firenze: iniziative comunali 2010/2012 Florens 2010, installazione di un prato in piazza del Duomo Invasioni Botaniche 2011 Controversie e critiche La Parete Verde presso le ex carceri delle Murate Parco San Donato – Novoli, Quartiere 5 Il Parco delle Cascine Estratto del regolamento edilizio in vigore nel comune di Firenze

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SCHEDE DI PIANTE ADATTE ALL’INVERDIMENTO NELL’AREA FIORENTINA

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PROPOSTE E SUGGESTIONI D’INNOVAZIONE 55 Coperture di capannoni, supermercati e stazioni di servizio, 55 con inverdimenti di tipo estensivo Coperture condominiali come nuova opportunità ricreativa 55 per le categorie disagiate, anziani e mamme con bambini BIBLIOGRAFIA 58 SITOGRAFIA 59

Sandra Marraghini Architetto, specializzata in Architettura del Paesaggio e Documentazione Centri Storici, presidente della sezione di Italia Nostra di Arezzo, è libera professionista e docente di Applicazioni e Fondamenti della Geometria Descrittiva presso la facoltà di Architettura di Firenze. Si occupa di design e innovazione, architettura, restauro, beni culturali e paesaggio. L’Autore desidera ringraziare Matteo Berilli per l’elaborazione dei rendering a fine volume e Giulia Nozzoli per la copertina


TETTI E PARETI VERDI: STATO DELL’ARTE

SVILUPPO SOSTENIBILE E VERDE PENSILE NUOVI SCENARI URBANI SOSTENIBILI Uno dei problemi contemporanei più impegnativi è lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali e umane e di risorse energetiche non rinnovabili. Un insaziabile bisogno di produrre, di ingurgitare energia, è alla base del nostro benessere ma siamo consapevoli che questa condizione così come viene condotta oggi non potrà durare a lungo. Di strategica importanza è concepire uno sviluppo sostenibile in cui ricerca e innovazione siano finalizzate all’utilizzo di fonti di energia pulite e rinnovabili, in alternativa al consumo smodato di quelle non rinnovabili o ad alto rischio di pericolosità. Un ruolo determinante nella gestione di tali trasformazioni è giocato dalla capacità di visione di nuovi modelli di sviluppo in equilibrio con l’ambiente, che offrano pari opportunità per tutte le persone. Anche il mondo delle professioni possiede in questa trasformazione una grossa responsabilità, che deve essere spesa mettendo in campo tutte le proprie risorse e competenze, per individuare metodi e strumenti che consentano di tradurre in pratica tali impegnativi obiettivi. Una grande sfida per il settore della progettazione è costituita dai nuovi assetti che si possono prefigurare con l’introduzione delle energie alternative e dell’adeguamento del sistema degli insediamenti umani, dell’edilizia e dei servizi, e per l’Italia in particolare, di gestirne sapientemente l’inserimento nei nostri straordinari contesti paesaggistici, artistici e monumentali.

L’introduzione di sistemi di captazione di energia rinnovabile e del relativo apparato impiantistico comportano la predisposizione di progetti di nuove forme architettoniche, nuovi componenti edilizi, nuovi prodotti. Esemplare e culturalmente prestigiosa la presa di posizione, a questo proposito, dell’architetto Renzo Piano, che ha denunciato quella che chiama “l’esplosione delle città”, cioè l’espansione continua e incondizionata del costruito e delle aree urbanizzate, indicando la necessità di invertire tale tendenza da “esplosiva” in “implosiva” e di non costruire più nuovi insediamenti, ma riqualificare l’esistente, abbattendo l’utilizzo di nuove superfici e lo spreco di risorse naturali ed energetiche non rinnovabili. IL DIBATTITO SULLE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA Alcune fonti alternative di energia pulita risultano adeguate al clima italiano, ma presentano, nella loro applicazione diffusa a grande scala, alcune contraddizioni. Quando si ha a che fare con il paesaggio e l’ambiente non esiste una soluzione globalmente valida, ma risulta più efficace individuarne ogni volta una specifica sulla base delle opportunità e della vocazione che ogni diversa situazione presenta. Nel campo delle energie rinnovabili tanto più è importante tenere presente questo principio metodologico, che trova i suoi fondamenti nella concezione


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ecosistemica del paesaggio. Il dibattito sull’impatto ambientale è per questo molto accesso, al punto di trovare in posizioni di contrasto le stesse associazioni ambientaliste. Una fonte come l’eolico, se da una parte rappresenta un tipo energia alternativa rinnovabile molto interessante, dall’altra suscita molti dubbi e opposizioni. La realizzazione di questi impianti avviene in contesti paesaggistici delicatissimi come i crinali montani, con effetti devastanti sul piano dell’impatto visivo e con tutta una serie di conseguenze negative rispetto alla vocazione turistica, spesso unica vera risorsa di certi nostri territori. Molti dubbi sorgono a proposito del rapporto costi/ benefici: gli impianti eolici costruiti sui crinali hanno alti costi di realizzazione e altrettanto alti di smaltimento, al punto da far prevedere irrealizzabile un eventuale loro smontaggio nel momento in cui dovessero risultare una tecnologia superata. Lo stesso problema si presenta anche con le installazioni degli impianti fotovoltaici, che se da una parte, per il fatto di utilizzare l’energia solare, risulterebbero particolarmente congeniali all’ambiente italiano, dall’altra, a causa delle estese superfici che richiedono e spesso in mezzo a campagne virtuosamente coltivate, possono risultare addirittura improponibili nei nostri pregiati paesaggi. Ciò potrebbe compromettere la possibilità di investimenti più vocazionali per il territorio, legati alla fruibilità del patrimonio culturale, perdendo così importanti opportunità di riqualificazione. Appare, stante la ricerca in questo campo a oggi, in generale più sensata la logica della sommatoria di piccoli interventi ben inseriti di integrazione e riqualificazione energetica che non quella rigida e impattante dei grandi impianti. In Italia può dimostrarsi più opportuno l’introduzione e la diffusione della tecnologia delle tegole fotovoltaiche che si inseriscono molto bene esteticamente, piuttosto che le centrali fotovoltaiche con la sfilata di brutti pannelli inadatti ai nostri contesti paesaggistici sempre caratterizzati da storicità e monumentalità. Così come può risultare opportuno in molti casi integrare varie modalità di approvvigionamento e ottimizzazione energetica realizzando sulle coperture degli edifici insieme o in alternativa al fotovoltaico altri tipi di interventi a seconda del caso

specifico, come i tappezzamenti vegetali. DIFFUSIONE DEL VERDE PENSILE E NUOVA ECOLOGIA Quello delle coperture e delle pareti verticali verdi è un settore in espansione che merita grande considerazione per i vantaggi ambientali che sta dimostrando. I tetti verdi sono tra gli interventi che possono godere degli incentivi fiscali per l’abbattimento del consumo energetico. In Germania e in Svezia sono già ampiamente sperimentati e applicati, anche in Gran Bretagna, in Spagna, Stati Uniti, Canada, Giappone e Brasile, dove si stanno cominciando a utilizzare sempre più diffusamente, grazie allo sviluppo della ricerca già avviato. Esistono in Italia numerosi esempi di nuovi progetti e realizzazioni e un’esperienza pilota portata avanti dal comune di Bolzano, che ha prodotto una normativa edilizia per incentivarne la realizzazione, ma molto ancora deve essere fatto. Nello stesso tempo sta esplodendo, anche nel nostro Paese, la “moda” del giardino verticale assieme alla richiesta di rivestire pareti interne e esterne con piante, grazie al successo internazionale e alla divulgazione delle architetture di Patrick Blanc. Il tema dei giardini verticali e pensili è posizionato nell’ambito di un nuovo romanticismo volto al recupero della natura selvaggia e non viene scelto solo per le caratteristiche pur rilevanti di vantaggi ambientali, che riesce a risolvere senza bisogno di occupare ulteriore spazio, ma sulla base dell’idea che il verde aiuti a vivere meglio. Questa convinzione affonda le sue radici nelle concezioni ecologiste diffusesi a partire dagli anni Sessanta soprattutto in Germania e in Austria, non a caso la patria di quel Friedensreich Hundertwassen che già alla fine degli anni Ottanta progettava il suo Hundertwasserhaus nel quartiere di Landstraße, a Vienna: un complesso di case popolari. La suggestione e il successo di pareti e tetti verdi nelle città si aggiungono come nuova prospettiva nell’ambito del “terzo paesaggio” di Gilles Clement, nel Junkspace di Rem Koolhaas, ovvero laddove la città – nei suoi segmenti abbandonati, i suoi retri, nei vuoti e interstizi – diventa foresta e, spontaneamente,


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consente lo sviluppo di forme antropiche e naturali. Questo è il nuovo regno della biodiversità. GLI ORTI URBANI Ciò che ha contribuito grandemente a dare impulso e a suscitare un sempre maggiore interesse per la diffusione del verde sui tetti in ambiente urbano è lo sviluppo delle colture idroponiche. Questo metodo di coltivazione è una tecnica di agricoltura avanzata e intensiva, dove le piante vengono cresciute in un ambiente controllato con acqua arricchita di minerali essenziali, in questo modo è possibile produrre frutta e ortaggi, utilizzando fino a 20 volte in meno di terra e 10 volte in meno di acqua rispetto all’agricoltura convenzionale, ed eliminando pesticidi chimici, fertilizzanti ed emissioni di CO2 (quelli derivati dalle macchine agricole e trasporti a lunga distanza). L’agricoltura idroponica può aiutare la gente a vivere in modo sostenibile grazie alla diffusione dell’agricoltura urbana, che consente di produrre ciò di cui si ha bisogno senza danneggiare il mondo intorno a noi. Gli scienziati sperano di poter rendere realizzabili questi sistemi nei tetti per produrre frutta e verdura a chilometri zero, da consumare fresca appena colta. Si punta molto verso la diffusione dell’autoproduzione e si stanno progettando nuove tipologie residenziali in cui è previsto per ogni abitazione uno spazio esterno o sul tetto o sul terrazzo per coltivare i vegetali da portare direttamente sulle proprie tavole. Sono già numerosi in quasi tutte le più grandi metropoli del mondo i progetti di enormi edifici denominati urban factory, il cui fascino è indiscutibile per il farci sperare di rendere realizzabile ciò che fino a poco tempo fa era addirittura impensabile. I nuovi modelli dell’abitare e del vivere sociale rendono ipotizzabili nuovi idilliaci scenari di un futuro possibile di progresso e benessere, egualmente distribuito tra tutte le persone, senza depauperare la natura e le sue risorse.

IL RUOLO DEL DESIGN PER L’AFFERMAZIONE DI NUOVI MODELLI DI VITA URBANA Il design attraverso la ricerca può contribuire in modo determinante all’innovazione e a qualificare le nuove tecnologie verdi per l’affermazione di nuovi prodotti che derivano dai nuovi stili di vita. Il design, che attraverso la creatività e la progettualità è capace di fondere la funzione in forma e la forma in simbolo pregnante di significato, è in grado di trasformare la tecnicità delle attuali proposte di coperture e pareti verdi in nuovo linguaggio e di combinare nei nuovi modelli di vita sostenibilità a bellezza. Le coperture verdi, se non ben progettate rispetto alla gestione del lavoro di manutenzione che occorre per conservarle, possono cadere nel giro di poco tempo nel degrado, questo non deve scoraggiarci, ma motivarci a cercare soluzioni per realizzare questi nuovi spazi abitativi e urbani in modo che la loro qualità rimanga nel tempo. L’obiettivo che ci si propone è di condurre attraverso la disciplina del design il processo, che si rende oggi necessario, di riscatto di vasti territori delle nostre città dallo squallore del degrado: periferie residenziali, aree dismesse, zone industriali. Nel nostro Paese, in contrasto con la bellezza dei suoi monumenti artistici, dei suoi centri storici e del paesaggio naturale abbiamo realizzato sostanzialmente della brutta architettura in un’incoerente e informe combinazione urbanistica. La sfida per rendere più vivibili e umani i nostri insediamenti e migliorare la qualità della vita non può riguardare solo le nuove edificazioni, ma anche la riqualificazione del costruito esistente per renderlo fruibile in una nuova dimensione ecologica. Le nuove tecnologie a disposizione dei tetti verdi e delle pareti verticali verdi con la diffusione della cultura idroponica aprono scenari nuovi nel settore della riqualificazione ambientale delle città, andando a fornire un’opportunità realizzabile per futuristiche proposte architettoniche, per nuovi modi di riuso urbano, per l’affermazione di nuovi linguaggi. La diffusione di pareti vegetali, di giardini pensili e orti urbani possono rappresentare un’ottima modalità per ottenere la combinazione di vantaggi a livello di risparmio energetico, di miglioramento climatico e ambientale con la soddisfazione di bisogni più pret-


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tamente estetici. Il verde utilizzato come connettivo all’interno delle città è in grado di ricomporre in un insieme sensato e ricco di significato la sommatoria di singoli interventi edilizi senza qualità e assolutamente incoerenti tra loro: nello stile, nelle altezze, nei colori ecc. Il connettivo verde può aiutare a restituire quel disegno di città che nella maggior parte delle periferie è tristemente assente e può costituire un modo praticabile di restituire un’immagine e una dignità estetica a periferie e zone industriali. Lo sviluppo di tali interventi presenta sicuramente l’enorme vantaggio di un indotto per alcuni settori produttivi che potrebbe risultare consistente, non solo per le aziende legate alla produzione e al montaggio di coperture e pareti vegetali, ma anche per il settore vivaistico, per le aziende del mobile e del complemento di arredo che potrebbero trovare un nuovo filone produttivo e di innovazione di prodotto nell’arredamento e nel complemento di arredo da esterno e dell’ecodesign. Una nuova tendenza già registrata al Salone del Mobile di Milano 2012, che ha presentato le innovazioni più importanti, non tanto nella consueta miriade di belle sedie, ma nell’arredo per l’outdoor. Il crescente interesse verso un approccio responsabile all’edilizia cittadina e alla sua integrazione essenziale con la presenza di un verde funzionale è un fenomeno crescente che attraversa e muta allo stesso tempo i metodi di progettazione fino a ora adottati. L’analisi e la comprensione delle realtà a oggi esistenti e dei concept per gli sviluppi futuri consente di capire quali siano, a livello effettivo, gli ambiti di intervento più concretizzabili.

NUOVA TRADIZIONE Un ossimoro che lega insieme due concetti forti ed evocativi, in aperto contrasto semantico tra loro, simbolo, e insieme chiave di volta del costante mutamento delle condizioni sociali che trasversalmente attraversano ogni contesto, stravolgendo i concetti abitativi, gli stili di vita e di lavoro. Questo ambito di intervento, l’individuazione di spazi di progettazione nell’ambito della nuova tradizione, applicata ai concetti di eco sostenibilità è l’obiettivo che ci si propone di indagare, prefigurano soluzioni e nuovi progetti che possano indurre a recuperare e ripensare in chiave contemporanea e futuribile il tradizionale e atavico rapporto tra l’uomo e la natura, che la società di oggi sembra aver quasi dimenticato. L’idea di uno sviluppo sostenibile possiede in sé una funzione educativa, che favorisce negli utenti/cittadini l’acquisizione di un’autoconsapevolezza sul peso e sul ruolo del singolo a fronte della collettività. È una prospettiva antropocentrica quella che andiamo cercando, un ritorno alle basi dell’essenza umana che implica al tempo stesso l’utilizzo di un minor ausilio tecnologico. La fine del secolo scorso ha accelerato i ritmi sociali a un livello esponenziale, spingendosi verso i limiti della frantumazione del tessuto connettivo umano, avallata in questo da un’organizzazione utilitaristica degli spazi delle città. Il costruito, negli ultimi decenni, ha sostituito intere distese di terra verde. Nelle nostre città tra un muro in cemento e le strade di asfalto, forse vediamo un albero e qualche aiuola.

parete verde, ex carcere delle Murate, Firenze


TETTI E PARETI VERDI: RISPARMIO ENERGETICO E BENEFICI AMBIENTALI I BENEFICI ECOLOGICI DEI TETTI VERDI La vivibilità dell’ambiente urbano e il miglioramento del microclima delle nostre città si possono raggiungere solo diffondendo le aree verdi. Ma la maggior parte degli spazi urbani è caratterizzato da una edificazione di tipo intensivo. E allora, quali spazi possono ospitare la vegetazione? Una risposta è stata quella di sistemare il verde “in testa” alle costruzioni. Dagli anni Sessanta, quando si è diffuso il concetto di ecologia, il tetto giardino è stato visto come una possibile soluzione per il risparmio energetico e una risposta per l’inquinamento. Difatti, il green roof è in grado di ristabilire un certo equilibrio tra vegetazione e costruito, riducendo sia le emissioni di anidride carbonica in città, che l’effetto “isola di calore”. Quest’ultimo fenomeno è denominato Urban Heat Island Effect (UHI, effetto dell’isola di calore urbana) e si indica con esso quel processo che innesca l’innalzamento della temperatura media urbana rispetto a quella riscontrata nelle zone rurali limitrofe. Una prima e immediata conseguenza è il crescente consumo dell’energia elettrica, utilizzata, ad esempio, per alimentare i condizionatori per il rinfrescamento estivo. Questi, uniti alla produzione di polveri, e all’immissione di sostanze inquinanti, contribuiscono all’innalzamento della temperatura trasformando la città in una vera e propria isola di calore. Il processo fotosintetico delle piante può, in que-

sto, venirci incontro. Esso trasforma l’energia solare in energia biochimica assorbendo, in particolare, la radiazione più calda. È stato calcolato che il verde assorbe una percentuale pari al 60-90% della radiazione solare, inoltre l’ombreggiamento dato dalla vegetazione riduce il carico termico entrante negli edifici fino al 50%, abbassando le temperature superficiali. Per di più, la vegetazione, data la sua capacità di fissare la polvere, spesso causa di quelle fastidiosissime allergie oggi sempre più diffuse, trattiene la stessa evitando che resti sospesa nell’aria. Ancora, il tetto verde con soli 8 cm di terriccio è in grado di trattenere in copertura e restituire all’ambiente con l’evaporazione fino al 70% della pioggia. Altra conseguenza delle mutate temperature del centro urbano è la maggiore frequenza di temporali, spesso anche violenti. In questo il green roof, se applicato in larga scala, può ridurre sostanzialmente la quantità di acqua che defluisce nel sistema fognario, alleggerendone il carico. Di conseguenza l’usura arrecata all’impianto è ridotta, comportando anche un minore costo per la collettività. Per di più, il tetto verde, è capace di migliorare l’isolamento acustico abbattendo fino a 3 decibel esternamente e 8 decibel all’interno della costruzione. La vegetazione è, inoltre, una vera e propria protezione del tetto, in grado di prolungarne la vita riducendo gli shock termici del manto impermeabile e i movimenti strutturali dell’edificio. In ultimo, e non meno importante, il green roof migliora l’impatto visivo delle coperture, sia piane che


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a falde, e può essere pensato come luogo naturale dove alcune specie di piante e animali possono trovare un habitat e svilupparsi in sintonia con l’ambiente. I green roof, orti o giardini che ricoprono del tutto o in parte i tetti di abitazioni e non solo, sono infatti un perfetto connubio fra estetica, funzionalità e sostenibilità, che permette non solo di rendere gli edifici gradevoli alla vista ma rappresenta anche, e soprattutto, un sistema ecologico. IN SINTESI, L’ELENCO DEI BENEFICI AMBIENTALI DI TETTI E PARETI VERDI – Riducono il carico che grava sulla rete di smaltimento delle acque piovane, dato che una gran parte dell’acqua piovana viene assorbita dalle piante verdi oppure evapora; – Producono un miglioramento del clima circostante, con riduzione degli aumenti di temperatura causati nelle città dall’estendersi delle superfici artificiali (Urban Heat Island Effect); – Proteggono i materiali strutturali del tetto stesso; – Uno strato vegetale vivo sul tetto sostituisce i metri quadrati di verde occupati dal corpo dell’edificio e quindi contribuisce a conservare la biodiversità; – Sono più belli di un tetto di cartone o lamiera e consentono soluzioni progettuali efficaci ai fini dell’inserimento di edifici in delicatissimi contesti paesaggistici; – Attenuano i rumori; – Proteggono dal calore estivo e hanno un effetto isolante d’inverno; – Consentono soluzioni progettuali efficaci ai fini dell’inserimento di edifici in delicatissimi contesti paesaggistici; – Consentono di creare piccoli spazi verdi sulle coperture dei condomini utilizzabili a categorie sociali svantaggiate come anziani o bambini o portatori di handicap che potrebbero avere difficoltà a spostarsi da casa per raggiungere aree verdi troppo lontane. Queste condizioni, di per se già punto di partenza ottimale per una riqualificazione degli spazi, trovano un più largo campo d’azione nelle varie applicazioni nelle quali il verde è divenuto un aspetto essenziale e

una delle tipologie di riqualificazione maggiormente utilizzate in Europa. Scegliere il green consente, allo stesso tempo, di avere un tetto con una durata nel tempo molto maggiore rispetto a una copertura classica, diminuire il ruscellamento delle acque piovane e diminuire i costi degli impianti di condizionamento. Studi recenti sottolineano come le differenze di temperatura delle diverse tipologie di copertura offrano benefici diretti sulla qualità della vita e sul risparmio energetico. Si noti infatti che se una copertura nera registra, durante la stagione estiva, 80° C, una costituita di coppi in media 50° C, una copertura green ne registra addirittura 30° C. Durante la notte infatti, un tetto verde tende a restituire il calore assorbito durante il giorno, abbassando quindi la temperatura all’interno dell’abitazione. DIMINUZIONE DEL RUSCELLAMENTO DELLE ACQUE METEORICHE Uno dei vantaggi ottenibili con l’utilizzo del verde pensile è sicuramente quello dovuto alla quantità d’acqua meteorica che tale tipo di copertura è in grado di trattenere, con i dovuti benefici in termine di manutenzione e costruzione di impianti per lo smaltimento delle acque. Nelle città dove l’urbanizzazione eccessiva negli anni non ha tenuto conto di queste problematiche la spesa per la regimazione delle acque, a seguito della scelta di utilizzare coperture impermeabili è elevata: l’utilizzo di coperture verdi potrebbe quindi, in tal senso, concorrere all’abbattimento di queste spese. EFFETTO DELLE COPERTURE SUL MICROCLIMA Altro consistente beneficio che si può trarre dall’installazione di coperture verdi è senza dubbio costituito dal naturale fenomeno di evo traspirazione delle coperture verdi e del loro impatto sulle aree immediatamente circostanti. L’acqua assorbita dalle piante viene restituita infatti sotto forma di vapore che genera così un abbassamento globale della temperatura. Inoltre il calore assorbito durante il giorno viene restitui-


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parete verde, ex carcere delle Murate, Firenze, particolare


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to nel corso della notte poiché il cielo, comportandosi da corpo oscuro, tende ad attirare il calore, consentendone così il rilascio e l’abbassamento della temperatura della copertura. FISSAGGIO DELLE POLVERI SOTTILI La presenza di coperture verdi contribuisce alla diminuzione della presenza delle polveri sottili nell’aria. Questo effetto è dato dalla presenza, sulla superficie delle foglie, di uno strato d’aria umida che trattiene il pulviscolo presente nell’aria. In condizioni normali esso non presenta particolari rischi per la copertura verde ma se eccessivo può comprometterne l’equilibrio. ISOLAMENTO TERMOACUSTICO Un altro fattore importante e piuttosto noto è che la differenza di temperatura tra le coperture verdi e quelle inerti/nere risulta essere enorme: a parità di condizioni la temperatura di una copertura verde non supera i 32° C in estate, contro gli oltre 80° C che si registrano su una copertura nera. Beneficio direttamente connesso a questo tipo di comportamento della copertura è anche il conseguente isolamento termico dell’edificio, grazie al quale si verifica una diminuzione dei consumi energetici sia d’estate che d’inverno. SFRUTTAMENTO DELLE SUPERFICI E AUMENTO DEL VALORE DEGLI IMMOBILI Le coperture verdi rendono fruibili (qualora siano

agibili) aree che, nel caso ad esempio di tetti condominiali, diversamente potrebbero non essere utilizzate o solamente in parte. La rivalutazione di queste superfici, oltre a offrire spazi comuni utili per l’aggregazione e la coesione sociale, favoriscono una serie quasi infinita di possibilità d’uso, dal semplice giardino a destinazioni più complesse, come spazio benessere od orto sociale. Questo tipo di intervento ha effetto indiretto anche sul valore aggiunto che acquisisce l’immobile, aumentandone il valore sul mercato. SALVAGUARDIA E TUTELA DELLE BIODIVERSITÀ La restituzione di spazi verdi alla natura introduce a un altro beneficio, indiretto in questo senso, dell’adozione del verde come sistema di copertura edilizia. In questo senso, se da una parte la tipologia di inverdimento intensivo presenta le stesse caratteristiche (e problematiche) di un qualsiasi giardino a terra per quanto riguarda l’intervento e la manutenzione umana, quella estensiva sembra la più consona (ma non sempre la più efficace) per favorire la proliferazione e la salvaguardia delle biodiversità. ORTI SOCIALI Altro mezzo di rivalutazione degli spazi in comune è la riconversione in superfici per l’autoproduzione alimentare. Tale destinazione d’uso non si limita però alla sola coltivazione ma anche a quella di creare spazi di aggregazione piacevole, veri e propri angoli comuni di benessere e relax.


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Torre Guinigi, Lucca

giardino pensile, New York


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parete verde a CittĂ del Messico


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