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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

www.softsecrets.com | Numero 5 - 2020 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

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Cannabis terapeutica: GW Pharmaceuticals annuncia l'apertura della sede in Italia AMSTERDAM

esperienza nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di farmaci innovativi e si è cimentata in un progetto pionieristico che ha consentito di riportare il discorso sui benefici medici della cannabis al grande pubblico e alle istituzioni, attraverso una rigorosa indagine scientifica, estesi studi clinici (ai quali hanno partecipato più di 8.000 pazienti in tutto il mondo) e approvazioni regolatorie.

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La britannica GW Pharmaceuticals, leader mondiale nella ricerca sui cannabinoidi e sui farmaci a base di cannabis, ha annunciato lo scorso 16 settembre l'apertura della sua primissima sede italiana, a Milano. L'azienda è famosa per aver brevettato e distribuito il Sativex, il primissimo farmaco a base di cannabis ad ottenere l'approvazione della United Kingdom's Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) e ad essere distribuito sul mercato europeo. Come le iniziali possono far intuire, GW Pharmaceuticals è stata fondata nel 1998 dai dottori Geoffrey Guy e Brian Whittle che, proprio in quell'anno, ottennero una licenza di coltivazione dal Ministero dell'Interno del Regno Unito e dall'MHRA, consentendo all'azienda di coltivare, possedere e fornire cannabis per condurre ricerche scientifiche sugli usi medicinali della pianta. Dal 2001 GW

Pharmaceuticals è quotata su AIM, il mercato junior della Borsa di Londra e nel maggio 2013, la società è stata quotata anche sull'indice NASDAQ a New York. "Con l'apertura della sede a Milano, GW non solo intende sottolineare l'impegno verso i pazienti ed i medici italiani ma anche perseguire la missione di rendere disponibili farmaci innovativi a base di cannabinoidi a tutti quei pazienti le cui necessità mediche non risultano ad oggi soddisfatte. - queste le parole di Chris Tovey, GW's Chief Operating Officer Essendo Milano uno dei centri di eccellenza in Europa per ricerca ed innovazione, nonché terreno fertile per l'imprenditoria, la città incontra appieno le nostre aspirazioni di crescita e sviluppo e rappresenta un luogo ideale da cui partire per consolidare la nostra presenza nel Paese". In oltre venti anni di attività, GW Pharmaceuticals ha maturato una vasta

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Uno dei meriti di GW Pharmaceuticals è infatti quello di aver (ri)aperto la strada alla comprensione di come, se utilizzata correttamente, la cannabis possa aiutare a trattare e gestire diversi tipi di malattie. Prima del 2010 infatti - anno di lancio del Sativex - il discorso pubblico sulla cannabis medica era ancora arenato sulla pericolosità della sostanza e in pochi, soprattutto nel settore Big Pharma, avrebbero scommesso sul boom dei cannabinoidi. "GW crede fermamente che i pazienti e i loro medici debbano avere accesso a farmaci a base di cannabis efficaci e correttamente sperimentati - spiega l'azienda nel comunicato stampa relativo all'apertura della sede milanese - e che solo attraverso la conduzione di studi clinici di alta qualità si possano raccogliere le evidenze necessarie per garantire la sicurezza dei pazienti". La sede italiana di GW sarà guidata da Thomas Topini, da vent'anni impegnato nell'industria biofarmaceutica, con una considerevole esperienza nel campo dei medicinali innovativi e dei farmaci orfani, i medicinali potenzialmente utili per trattare una malattia rara.

di Giovanna Dark


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SWEET ZKITTLEZ

UNA PIANTA REGINA!

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INDOOR IN TERRA?

PERCHÉ A VOLTE È MEGLIO FARSI AIUTARE DA MADRE NATURA

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TEST DI COLTURA PER BLUEBERRY COOKIES E OCEAN GROWN COOKIES

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PREVENZIONE DI MALATTIE E PARASSITI

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RITORNO ALLE ORIGINI!

CIÒ DI CUI HANNO BISOGNO LE PIANTE


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COLTURA

Nella quinta settimana di fioritura, le piante sviluppano adeguatamente le infiorescenze. Le 9 piante nel terreno crescono in maniera leggermente più densa e compatta che quelle coltivate in cocco. I LED funzionano in modalità SUNRISE-FADE ON (= regolati con luce arancione). Il SUNRISE-fade accende lentamente le lampade, imitando l’alba, e garantendo un basso stress per le piante. Tutte le piante fioriscono incredibilmente, sviluppando nuovi fiori in varie posizioni e cominciano a profumare intensamente. Nella settima settimana di fioritura, le piante continuano a crescere in maniera INCREDIBILE e adesso hanno enormi cime su ognuno dei rami principali e laterali.

Coltivare V1 con LED SANlight Q6W-Generation2 Le talee V1 provengono da una pianta madre sconosciuta, nella quale mi sono imbattuto in un giardino all’aria aperta. Notai la pianta perché aveva sviluppato cime enormi. Senza conoscere i suoi antecedenti genetici, ho preso una talea per IDUOD GLYHQWDUH SLDQWD PDGUH HG H΍HWWXDWR XQ FLFOR LQGRRU 3HU PHJOLR FRQRVFHUH OD SLDQWD KR VFHOWR GL FROWLYDUOD LQ GXH VXEVWUDWL GL΍HUHQWL SLDQWH FLDVFXQR OH XQH DɝDQFR DOOȇDOWUH DOOȇLQWHUQR GL XQD WHQGD +20(%2; 5 Sulla sinistra ho piantato con BioBizz Light Mix (dentro vasi da 15 litri) aggiungendo al terreno le pastiglie biologiche di Sannie (3 pastiglie per vaso). Queste pastiglie emettono lentamente i propri nutrienti durante tutto il ciclo così dovrò aggiungere ESCLUSIVAMENTE acqua del rubinetto durante gli innaffiamenti. Queste piante saranno innaffiate a mano. Sulla destra ho piantato in vasi da 15 litri in un substrato inerte: Ugro XL Coco Block e saranno annaffiate attraverso alimentazione per sgocciolamento con Mills Nutrients a partire da una riserva da 90 litri. Durante la prima settimana di vegetativa, la luci delle 4 lampade LED Q6W-Generation2 SANlight sono regolate al 40% (= luce verde senza regolazione) e sono mantenute ad una distanza di 65 cm sopra le piante. Dopo la seconda settimana, le quattro lampade vengono collocate ad una distanza di 40 cm e si regolano all’80%. Le 18 piante si sviluppano bene e crescono con un salutare colore verde. Il giorno 21 aggiungo preventivamente un predatore biologico (= Chrysopidae) contro gli afidi e passo le piante in fioritura cambiando l’orario della luce a 12/12 ore di luce/buio.

Le 9 piante si sviluppano in maniera quasi identica sia a sinistra che a destra e crescono in maniera ottimale. La morfologia sottile delle foglie mostrano un’eredità Sativa nella genetica sconosciuta della V1. In questo momento, i quattro LED SANlight sono ancora regolati all’80% e si trovano ad una distanza di 40 cm per garantire uno

stiramento adeguato delle piante. Le 9 piante nel cocco si nutrono con il programma di alimentazione completo dei nutrienti Mills, solo Vitalize viene mantenuto a metà dose. Dopo la quarta settimana, le piante continuano a crescere positivamente e sviluppano i primi rametti d’infiorescenze. Aggiungo una rete per supportare lo sviluppo delle piante.

Il forte odore ha una nota dolce e floreale. Le produzione dei tricomi è abbondante e le piante brillano letteralmente con uno strato di cristalli. Le piante V1 stanno crescendo estremamente bene con i quattro LED Q6WGen.2, a dire il vero molto meglio di come mi sarei aspettato e sicuramente meglio che con delle HPS. Le lampade sono state alzate fra i 50 e 60 cm e sono state regolate al 100% di potenza per garantire una produzione completa in tricomi. Le piante in terra producono infiorescenze MOLTO DENSE e davvero compatte, ed anche le piante nel cocco sviluppano cime enormi, ma leggermente meno dense. Per assicurare un buon flushing ho smesso di dare fertilizzanti. Dopo qualche giorno a 100% di potenza con le lampade LED Q6W-Generation 2, le piante cominciano a mostrare segni di scolorimento. Per questo motivo le regolo nuovamente all’80% mantenendole ad una distanza fra 55 e 60 cm dalle piante. L’immensa quantità di fiori prodotte dalle V1 è spaventosa. Le cime si gonfiano e crescono giorno dopo giorno, la produzione di tricomi è una FOLLIA, tutti le cime sono COPERTE DI TRICOMI. L’odore dolce che esonda dalle piante è delizioso e allucinante. Dopo 9 settimane di fioritura è giunto finalmente il momento di raccogliere. Dalle 9 piante in terra ho ottenuto 784 grammi di cime secche e dalle 9 piante in cocco alimentate con Mills ho ottenuto 820 grammi (circa il 4,4% in più!). La quantità complessiva del raccolto arriva a 1.604 grammi di erba essiccata di alta qualità. Visto che le luci sono state regolate per quasi tutto il ciclo, la quantità di energia utilizzata arriva approssimativamente all’85% della sua capacità totale (= 100W x 0,85 = 850 watt). Considerando questo dato, questa COLTIVAZIONE HA PRODOTTO 1,88 GRAMMI PER WATT, un risultato INCREDIBILE. In media, ogni pianta ha prodotto 89,11 grammi, sono atterrito dal risultato di questo ciclo con i LED e voglio RACCOMANDARE FORTEMENTE le lampade SANlight Q6W-Generation2.


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BANCHE DEI SEMI Jaypp

Una pianta regina:

Sweet Zkittlez® di Sweet Seeds® nel frenetico tran tran quotidiano. Quando mi accingo a scrivere articoli come di un fuoristrada per i principianti o di un Non è sicuramente una varietà per i autotreno per i più esperti. questo, lo faccio sempre con molta emozione; principianti, ma ha un effetto benefico, ideale per un consumo giornaliero, in direi piuttosto che si tratta di un misto di ansia, Come coltivare piante quanto crea il giusto equilibrio fra calma dolci come caramelle nervosismo, gioia ed entusiasmo. Ogni volta che un e creatività, fra la pace che alberga Chi di noi non ha già letto articoli sulla cannabicoltore come me, abituato a testare varietà in ognuno di noi e la giovialità di una cannabis, in riveste specializzate come piacevole conversazione. questa, o visitato forum dedicati alla di qualità, si cimenta a coltivare una pianta di questo coltivazione di marijuana per ottenere tipo, non può che restare colpito dal suo profumo il massimo dalla nostra amata pianta? Questa la scheda Informazioni di questo tipo sono oggi tecnica: e dalla sua bontà, tanto da voler continuare a alla portata di tutti e abbondano sia coltivarla all’infinito. in termini qualitativi che quantitativi. Varietà SWS84

Sto parlando di una delle recenti novità della banca Sweet Seeds®, la magnifica Sweet Zkittlez® (SWS84). Le progenitrici di questo nuovo ibrido di indica – di cui si è innamorato tutto il team Sweet Seeds® – sono un clone élite, appositamente selezionato, di Zkittlez, varietà americana della costa occidentale, con effetto rilassante (grazie a una potente combinazione di cannabinoidi) e un marcato gusto di caramello, e un altro clone della gustosa

Grape Ape, proveniente dal reparto I+D+i di Sweet Seeds®. È una bomba a orologeria, che esplode in una moltitudine di terpeni, intrappolando il cuore in un tunnel di estrema dolcezza e massimo piacere, altamente raccomandata per i buongustai della cannabis. Parlando del suo effetto, non posso che prostrarmi ai suoi piedi: è in grado di rimuovere ogni traccia di stress che ci affligge

Indica: 70% / Sativa: 30% THC: 16-23% · CBD: 0,2% Resa all’interno: 450-650 g/m2 Resa all’esterno: 400-700 g/pianta Periodo di raccolta all’interno: 9 settimane Periodo di raccolta all’esterno: fine settembre – inizio ottobre

Vediamo ora come si comporta questa signora se facciamo germinare i suoi semi e l’accudiamo con un po’ d’amore: ogni minima cura sarà da lei ricompensata assumendo le sembianze

Presto o tardi, però, dobbiamo mettere in pratica ciò che abbiamo appreso. Quando lo facciamo, ciò che inizialmente ci sembrava semplice si complica inesorabilmente. Non bisogna allarmarsi, anzi, per facilitare le cose cercherò di spiegare concisamente come produrre biologicamente fiori di cannabis degni di essere presenti in un catalogo per cannabicoltori. Come quasi tutte le esperienze di vita, non conta tanto come cominciarle, ma come portarle a termine. È anche vero


7 che, se si sceglie la strada sbagliata, il cammino fino al traguardo finale sarà più lungo e tortuoso. Nella coltivazione di una varietà, la germinazione è fra le fasi più importanti: una germinazione sbagliata può portare a risultati deludenti in meno di 3 giorni. Dobbiamo semplificare e prestare particolare attenzione a questa prima fase. Fare poco e bene è sicuramente meglio. Prima di tutto è necessario idratare i semi, per poterli risvegliare dal loro lungo letargo. In questo i semi Sweet Seeds® si rivelano davvero utili, essendo sottoposti ad accurati controlli preliminari di germinazione, che semplificano la vita ai cannabicoltori, rendendo più celere questa importante fase di coltivazione. Forza, siamo già a buon punto! I semi possono essere messi a bagno in un bicchiere d’acqua fino a quando vedremo spuntare le radici, oppure possiamo farli germinare direttamente a contatto con fazzoletti avvolti all’intero di un contenitore per alimenti o fra due piatti. Conserviamo quindi il contenitore, o i piatti, in un ambiente caldo e, in meno di 2 giorni, le piantine saranno già cresciute, con una radicetta abbastanza lunga, in grado di attecchire in un sostrato leggero. Potremmo comprare del terriccio appositamente formulato per la cannabis o piuttosto prepararlo noi stessi utilizzando almeno i seguenti ingredienti:

La miscelazione del sostrato è un lavoro che possiamo risparmiarci comprando terriccio pronto e lattine di fertilizzante; se lo prepariamo in casa, però, saremo

sicuri di somministrare nutrienti totalmente organici. Certo, a volte non è facile aggiungere gli ingredienti necessari nelle giuste proporzioni e una formulazione sbagliata, alla fine, complica le cose invece di semplificarle. È una vera sfida, ma se vogliamo essere bravi coltivatori domestici, dobbiamo far fronte anche a questa difficoltà.

stimolatore di radici, uno stimolatore di fiori e un fertilizzante organico per la fioritura. Chi opta per un approccio più professionale potrà anche aggiungere un flacone di enzimi (per decomporre la materia vegetale), sali e zuccheri. Ad ogni modo un terriccio pronto, che assicura il giusto apporto di nutrienti, è più che sufficiente.

D’altra parte, esistono in commercio fertilizzanti organici di marca che, a fronte di una modica spesa, possono fare al caso nostro. Senza voler rendere questa impresa più complessa del necessario, basteranno: un buon

Il dilemma è poi coltivare all’interno o all’esterno… Io preferisco sempre l’approccio indoor, perché non ho abbastanza spazio all’aperto. In base alla mia esperienza, spiegherò ora in dettaglio come si è comportata la

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Se si utilizza terriccio preparato in casa, sarà opportuno irrigarlo con aggiunta di molassa e alghe. Se possibile, preparare anche un infuso di batteri benefici per attivare la microflora. Per garantire poi che la radice cresca sana e si espanda in qualsiasi sostrato (preparato in casa o acquistato), possiamo aggiungere micorrize nel mezzo di coltura dove collocheremo la pianta al suo primo trapianto.

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- della buona torba bionda - humus di lombrico di buona qualità - guano di pipistrello - pollina (concime realizzato con escrementi di pollame) - dolomite (per sopperire alla carenza di magnesio) - farina di ossa (per l’apporto di calcio) - basalto, se riusciamo a procurarcelo (per un ulteriore apporto di oligoelementi puri) - altri prodotti come la perlite, ad esempio, che ossigena il sostrato e trattiene l'umidità, contribuendo altresì ad alleggerirlo.

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8 meravigliosa Sweet Zkittlez® nella mia tenda di coltura di 120 x 120 cm sotto luci a LED. In ogni caso, sono sicuro che questa varietà è in grado di fiorire anche all'aperto, in un buon terreno o in un vaso di dimensioni sufficienti, a patto che si predisponga un numero sufficiente di stecche per sorreggere gli esemplari coltivati in quanto, si badi bene, i fiori sono enormi!

Fiori di calibro XL

Ho coltivato le mie piante in primavera, a una temperatura interna (sotto lampade a LED che non producono calore) ed esterna moderata e stabile durante tutto il ciclo di fioritura. Le piante sono cresciute per 1 mese in vasi di tipo air pot da 20 litri. Il vigore di questa meravigliosa varietà Sweet Seeds® era visibile da subito, con foglie enormi, di tipo indica, steli molto consistenti e una distanza internodale molto serrata, tutti fattori ideali per una coltivazione indoor. Prima di passare alla fase di fioritura, le piante misuravano circa 40 cm di altezza. La dimensione finale raggiunta era di circa 85 cm - cioè più del doppio. È stato un vero spettacolo veder spuntare i primi bud, subito dopo la formazione di un elevato numero di pistilli, superiore alla media delle varietà americane (normalmente di resa media). Per il loro aspetto serrato, questi piccoli peli bianchi, che tanto ci piacciono, formavano una lunga cima centrale, che dominava sugli altri rami laterali.

Seppur non molto ramificata, la pianta sviluppa rami inferiori alquanto produttivi. Per poter potenziare la cima centrale, basta potare questi rami inferiori prima che i fiori comincino a formarsi; così facendo, tutto il vigore sarà concentrato sulla produzione d’infiorescenze nel fusto centrale. La Sweet Zkittlez® è perfetta per una coltura di tipo SOG. Inoltre, pur trattandosi di una varietà ad elevato consumo di nutrienti, quando ho visto maturare i primi pistilli, a 40 giorni circa dalla fioritura, ho deliberatamente ridotto l'alimentazione, perché le piante sembravano già molto floride e in buona salute, obbligandole così a consumare le riserve del sostrato e delle loro stesse foglie, alla fine del ciclo. Ho evitato un lavaggio del terreno e le ho alimentate solo ad acqua ed enzimi nelle ultime due settimane. Ho anche utilizzato un fertilizzante organico in quantità moderate. Alla fine, lo posso assicurare, era percepibile un aroma totalmente puro, dolce e fruttato, con una nota citrica. È una pianta destinata a passare inosservata: di fatti ha un odore impercettibile all’esterno, nelle immediate vicinanze dello spazio di coltura. Certo, si tratta di un profumo un po’ troppo pungente, ma solo a distanza ravvicinata. In prossimità del raccolto, le piante avevano assunto un aspetto davvero favoloso, con una quantità di resina

degna d’ammirazione e, fatto ancor più sorprendente, una profusione di tricomi che spiccavano sul colore rossastroviolaceo delle foglie, tipico di molte varietà americane. I calici hanno mantenuto un colore verdognolo, che si abbinava perfettamente alle tonalità del fogliame e al caramello dei tricomi – rendendo così questa Sweet Zkittlez® di Sweet Seeds®, dal sapore delizioso di frutto della passione, una gioia per tutti i sensi.

è di solito molto gustoso! Facendo essiccare lentamente e maturare i bud in barattoli di vetro, si può assaporare una combinazione perfetta di note fruttate, caramellate e legnose, con note citriche e sentori speziati. Ogni boccata produce un effetto sensazionale, non di iperattività, ma di gioia estrema e creatività, che calma il corpo e rilassa dopo un’intensa giornata di lavoro.

Sono piante ideali per produrre estratti, grazie alla resina che ricopre quasi tutte le foglie. Il concentrato di colofonia prodotto supera il 20% ed

Questa regina di Sweet Seeds® può così entrare a pieno titolo nel nostro spazio di coltura domestico, senza alcun ripensamento!


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MEDICAL CANNABIS Di Fabrizio Dentini | La foto di Claudia Luttazzi è di Maria Novella De Luca

CLAUDIA LUTTAZZI E MAURO MARTINI di classe medica: «Chiedevo notizie sulla cannabis terapeutica ai medici, ma incontravo difficoltà nell’ottenere anche le informazioni più elementari. Probabilmente l’illegalità di questa pianta ha pregiudicato la ricerca scientifica e gli specialisti stessi erano spesso poco preparati. Trovai infine medici illuminati che mi aiutarono nella nuova tappa della mia lunga marcia: ottenere legalmente cannabis terapeutica per alleviare sofferenze, gli effetti collaterali e le complicazioni dovute alla malattia e ai farmaci che assumo».

Nel 2017 Claudia, che aveva finalmente ottenuto una prescrizione per la terapia con cannabis, comunque ammoniva: «Nonostante gli sviluppi promessi sul fronte dell’erogazione di cannabis, quest’ultima, attraverso l’Istituto di Firenze, non è ancora disponibile in forma concreta per tutti i pazienti e quindi, personalmente, continuo a riceverla dall’Olanda, tramite Asl. Ne mangio i semi, ricchi di tutti gli aminoacidi essenziali e con un ottimo rapporto omega3/omega6 e condisco le verdure con l’olio di canapa biologico privo di THC. Poi ingerisco a piccole dosi i miei biscotti, preparati con il burro ottenuto dai residui di marijuana medica fornita attraverso l’Asl e utilizzata in precedenza per l’estrazione del concentrato, mentre di sera assumo il mio farmaco auto prodotto, la resina di THC/CBD».

Se Mauro concludeva la sua storia sottolineando come il suo percorso di

Sia Mauro che Claudia, come tanti altri, avevano dovuto trovare il proprio

DUE STORIE DI CANAPA MEDICA Oggi mi trovo a scrivere un articolo in memoriam, un articolo che vuole raccontare la traiettoria di due italiani che hanno lottato per vedere riconosciuto il proprio diritto alla cura con la cannabis. Entrambi ci hanno lasciato a settembre, reputo quindi importante onorarli raccontandovi i loro cammini attraverso le loro stesse parole. Parole di persone come tante, parole di persone dalla grande sensibilità, un uomo e una donna consci che condividere le loro esperienze personali potesse essere utile a chi cominciava ad affrontare un percorso simile, con tanti interrogativi e poche risposte. Una scelta di altruismo e d’esempio.

lasciandolo privo di forze». Il rapporto curativo con la cannabis era nato dalle rispettive indagini personali e dalla loro irriducibile necessità di trovare un accettabile livello di benessere quotidiano. Entrambi hanno testimoniato con forza e con l’esempio delle loro vite come nel nostro paese il volersi curare con la cannabis sia ancora una questione complessa la cui risoluzione spetti ancora alla determinazione del singolo paziente. Se Mauro svelava: «Nell’ambito delle mie ricerche, ho scoperto che la cannabis è utile in alcune forme di LES ed è stata dimostrata l’efficacia del

Mauro Martini

Claudia Luttazi

Mauro Martini soffriva di LES, lupus erimatoso sistemico ed artrite reumatoide, due malattie rare per le quali la ricerca medica ha poco interesse nel trovare una soluzione curativa considerando i limitati riscontri economici. Claudia Luttazzi, invece, aveva contratto un carcinoma mammario ed in seguito aveva sviluppato delle metastasi cerebrali. Tutti e due avevano affrontato un percorso di cura ufficiale soffrendone gli effetti collaterali. Mauro, in particolare, quelli dovuti all’assunzione in dosi massicce di steroidi e Claudia quelli conseguenti alla chemio e radio terapia che, come descriveva, le avevano generato: «Una tossicità generalizzata che si ripercuote sull’intero organismo,

e la cannabis mi aiuta a stare meglio a livello psicologico. Conduco una vita meno stressata, più soddisfacente e creativa».

Sativex nei casi di artrite reumatoide, sia per quanto riguarda la percezione del dolore che per la cura della malattia. Il costo per me è troppo alto. Non potrei pensare di spendere più di quel che guadagno ed inoltre sto abbandonando quello che è sempre stato il mio lavoro di tecnico in ambito elettromedicale perché i dolori m’impediscono di viaggiare e di portarmi presso il cliente, le mie mani non mi permettono più di esercitare la forza necessaria allo svolgimento delle mie mansioni, la mia borsa dei ferri che pesa 16 chili.» Se per Mauro i problemi di accesso erano principalmente economici, Claudia confermava molte difficoltà a livello

cura si fosse sviluppato a prescindere dai medici: «Nel 2015 sono tornato dal medico in ospedale a Sanremo, il dottore, quando ho accennato al trattamento con cannabis, ha chiuso l’argomento senza escluderlo, lasciandomi intendere che non pensava proseguire con l’alternativa da me proposta. La riflessione che mi viene spontanea è che l’assurdo proibizionismo di cui è oggetto questa pianta, ha impedito non solo la ricerca in questo campo, ma ha mantenuto nell’ignoranza della possibilità di cura e dei metodi d’assunzione molte persone che avrebbero potuto invece giovarne. Comunque consumo cannabis da circa 10 anni. Fumo circa 1 grammo al giorno

equilibrio seguendo le proprie intuizioni ed apprendendo giorno dopo giorno. I medici non hanno svolto un ruolo positivo di consulenza ed assistenza, ma nel migliore dei due casi, quello di Claudia, meramente prescrittivo. Da queste storie (la versione integrali sul sito www.canapamedica.it) almeno una lezione bisogna, necessariamente, ritenere: il sapere condiviso dei e dai pazienti, un sapere osteggiato, sbeffeggiato, bistrattato e ignorato dai legislatori e dai medici è la base sulla quale tante vite di sofferenza riescono ad intravedere uno scampolo di agognata normalità. Riposa in pace Claudia, riposa in pace Mauro, che la luce vi avvolga.


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BOOSTER: HERBA-WEIGHT Herba-Weight è una soluzione di polifosfato potassico addizionato ad acidi umici da Vermicompost prodotto Linea- Herba. Questo Booster, ricco in potassio e soprattutto in fosforo, è ideale per tutti quei momenti in cui la SLDQWD ULFKLHGH WDOL HOHPHQWL H TXLQGL LQGLFDWR QHOOȇXOWLPD IDVH GL ȴRULWXUD Il corretto utilizzo del Booster migliorerà notevolmente il peso, l’odore e la qualità del raccolto e in SL» OȇDOWR WHQRUH GL IRVIRUR SUHVHQWH QHOOD IRUPXOD]LRQH VWLPROHU¢ IRUWHPHQWH OȇHPLVVLRQH GL ȴRUL La presenza di acidi umici da Vermicompost, oltre a favorire una più rapida traslocazione degli elementi nutritivi e a limitarne il dilavamento, stimola il metabolismo, anticipando la maturazione, e incrementa l'aumento dell'apparato radicale delle piante. Per maggiori informazioni

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Topic sui fertilizzanti Hai qualche domanda riguardo i fertilizzanti in generale o su come fertilizzare le tue piante? Invia le tue domande a francesco@bionova.nl. In ogni edizione di Soft Secrets verranno pubblicate le risposte a molte dei vostri quesiti. Tutte le altre domande possono essere trovate su bionova.nl & softsecrets.com

IN QUESTO TERZO TOPIC RICHIAMEREMO I CONCETTI ESPRESSI NEI PRECEDENTI DUE NUMERI DI SOFTSECRETS E SPIEGHEREMO COME PREPARARE AL MEGLIO IL SUBSTRATO E LE PIANTINE PIMA DEL TRAPIANTO. nƺ ȵǣƏȇɎƺ ɀȒȇȒ ƳƺǕǼǣ ȒȸǕƏȇǣɀȅǣ ƏɖɎȒɎȸȒˡ cioè in grado di sintetizzare tutti i composti di cui necessitano per il loro sviluppo attraverso l’utilizzo di luce solare, biossido di carbonio (CO2), acqua ed elementi inorganici. Per la vita delle piante sono necessari alcuni elementi quali ‫ ى‬l’azoto (N) ‫ ى‬il fosforo (P) ‫ ى‬il potassio (K) ‫ ى‬il calcio (Ca) ‫ ى‬il magnesio (Mg) ‫ ى‬il ferro (Fe) per citare i più importanti. Questi ƺǼƺȅƺȇɎǣ ɀȒȇȒ ƬǼƏɀɀǣˡƬƏɎǣ ƬȒȅƺ ȅƏƬȸȒ‫ٮ‬ƺǼƺmenti o macro-nutrienti, micro-elementi e meso-elementi in relazione alle quantità richieste di ciascuno di essi.

Quando una pianta è carente di uno o ȵǣɞ ƺǼƺȅƺȇɎǣ ɀǣ ɮƺȸǣˡƬƏȇȒ ɀƬȒȅȵƺȇɀǣ ȇɖɎȸǣzionali con successivi sintomi di carenza. Questi scompensi avvengono poiché gli elementi essenziali ricoprono un ruolo chiave nel metabolismo vegetale. Questi sono impiegati come costituenti di composti organici, nell’accumulo di energia e per il mantenimento delle strutture vegetali. L’analisi del suolo come anche quella dei tessuti vegetali ci fornisce importanti informazioni riguardo lo stato nutrizionale del sistema suolo-pianta e consente al coltivatore di intervenire in modo mirato per evitare carenɿƺ Ȓ ˡɎȒɎȒɀɀǣƬǣɎơِ

Coltivando le piante con le moderne tecnologie di cui disponiamo portiamo il loro metabolismo e quindi la richiesta di elementi nutritivi a livelli molto elevati. Dai substrati di coltivazione vengono asportate enormi quantità di elementi nutrizionali soprattutto N-P-K, per prevenire e scongiurare carenze nutritive vengono più o meno costantemente somministrati fertilizzanti prontamente assimilabili, liquidi o idrosolubili, per via radicale e fogliare. I fertilizzanti che apportano elementi in forma inorganica sono chiamati “minerali”, quelli che invece derivano da estratti vegetali e residui animali sono chiamati “organici”. Che venga somministrato del fertilizzante organico o minerale le piante assorbono gli elementi della fertilità soprattutto in forma inorganica.

rtilizzanti

fe Topic sui

tue piante? lizzare le risposte come ferti blicate le erale o su anno pub nti in gen i fertilizza Secrets verr ets.com riguardo ione di Soft nl & softsecr domanda l. In ogni ediz su bionova. va.n ate Hai qualche trov iono cesco@b ono essere ande a fran ande poss dom dom tue le altre Invia le siti. Tutte vostri que a mol te dei o per miglior mod “Qual è il ˢɖɀǝ ƏǼǼƺ ȅǣƺ A+B non ƺɀƺǕɖǣȸƺ ɖȇ fertilizzanti “Perché i ?” sola bottiglia piante?” le mie fertilizzare sono in una ɖȇ ˢɖɀǝ Ȓ Ǖɖǣȸƺ devo hé ƺȸ ƺɀƺ “Perc ttigliati ȅƏȇǣƺȸƏ ȵ erire il caB sono imbo nƏ ȅǣǕǼǣȒȸ rato per allegg ƺǼǼƏ ǔƏɀƺ zzanti A + degli elei subst te?” fertili del I alcun é gio ˡȇƺ Ƴ pian lavag no ente poich essere ǣ ɖɎȸǣɎǣɮǣ ƏǼǼƏ e hanno bisog ne, le piant sosteCome le perso armente per poter regol a l’appordi nutrirsi vitali. Senz ie attività rebbe nere le propr i la pianta non riusci ment tta attraverso to di nutri energia prodo biomassa la con la sola nere soste e ia la fotosintes i dopo la luce la I fertilizzant e limitante in crescita. il primo fattor a arma a l’acqua sono anche la prim aumentare ma produzione atore per e del coltiv amente e disposizion quantitativ produzioni le proprie mente. tativa quali

possono separatam interno non nte menti al loro insieme. Dura iva te miscelati ione nutrit direttamen e della soluz nte la preparazion B vanno aggiu onenti A e presente nella le due comp all’acqua già onente una alla volta ione, prima la comp ente successivam tanica di nutriz con cura e gli eleA miscelando B. in caso contrario ente te la componen reagirebbero chimicam ƳƺǼ nti ɎǣƬǝƺ prese i ment ƺ ƬƏȸƏɎɎƺȸǣɀ ƳǣˡƬƏȇƳȒ Ǽ ono a ɎȸƏ ǼȒȸȒ ȅȒ nte si veng same preci i molto prodotto. Più dei legam è più le molecole la pianta non i. creare tra dibili, tali che nutriv forti, inscin gli elementi ilare assim in grado di

tra i renza c’è “Che diffe I Minerali & fertilizzanti Organici?” fertilizzanti

ƺȇɎǣ ȇ Ƴǣ ɀȒǼɖɿǣȒȇ ȸǣƬȒ Ƴǣ ƺǼƺȅ ɀȒ Ǽ‫ټ‬ɖɎǣǼǣɿɿȒ enzimi lj ƏɎɎȸƏɮƺȸ ntrate. Gli Ƴǣ ˡȒȸǣɎɖȸƏ e molto conce alizzate che enzimatich iche speci ssi cole prote rosi proce sono mole zzando nume iche agiscono catali e delle caratterist Alcun il modo sono biochimici. i degli enzim ȸɎǣƬȒǼƏȸƺ ǼƏ più evidenti Ȓً ƺƳ ǣȇ ȵƏ enzimi Ƭɖǣ ǼƏɮȒȸƏȇ ento degli ɀȵƺƬǣˡƬȒ ǣȇ a Il funzionam senza alcun loro velocità. garantito ente è completam enti o effetto collaterale elem l’aggiunta perdita di ssita ra, e non nece ȇɿǣȅǣ àƺǼȒƬǣɿsulla coltu ƺ ǕǼǣ ƺ ƳȒɎɎǣِ Xȇˡȇ ato che Ƴǣ ƏǼɎȸǣ ȵȸȒ con il risult ità batterica nti nel substrato zano l’attiv minerali prese rtiti in modo nutrienti e amente conve te disponibili, vengono rapid resi nuovamen ente dalle piante da essere più facilm ilati ento abbassam essere assim ti un costante enti rimas garantendo dei nutrim ntrazione ƳȒ ȷɖǣȇdella conce ƬȒȇɀƺȇɎƺȇ ȇƺ ˡȒȸǣɎɖȸƏ ȇǣɎȒ ȵɖǼǣɎȒً ȇƺǼ ɮƏɀȒ Ə ˡ ȵȸȒƳȒɎɎȒ ˡ e che ƺȇɎȒ Ƴǣ ɖȇ dei tessuti Ƴǣ Ǽ‫ټ‬ȒɎɎƺȇǣȅ i all’interno ne di un’esplosio privo di residu sata regala annu ogni uri. ad tenti e durat aromi persis

Topic s u

i fertili

zzanti

Hai qu alche do manda tue do riguardo mande i fertili a franc a molte zzanti esco@ dei vos in gene bionova. tri quesi rale o su nl. In og ti. Tutte come ni edizio le altre fertilizza ne di So domand re le tue ft Secret e posso piante s verran no ess ? ere tro no pubb vate su licate le “Qual bionova. è il mo rispost mento nl & sof e fertilizza migliore tsecre ts.com re le pia per nte? Qu settim ante vol ana?” “A quale te alla tip olo Le pian gia di coltivazi te relazion modulano le one si loro esig e alle con “ Quali van adattan meglio enze nut ɎȸȒɮƏȇȒ o taggi ho Ə ƬȸƺɀƬ dizioni ambien rizionali i fertili ƺȸƺ ƺ ˡȒ tali nell ǔȒɎȒɀǣȇɎ in zzanti nell’utili i fertili mineral ȸǣȸƺِ Xȇˢ e ƺɎǣƬƏ Ƴƺ zzanti zzare ɖƺȇɿƏɎȒ quali si ǣ Ɏƺɀ “attivo” i? E qu in due ƳƏǼǼ‫ټ‬ƏɎɎ degli elem ɀɖɎǣ ɮƺǕƺɎƏǼ elli A+B?” compo ǣɮǣɎơ organici? ǣ n‫ټ‬ƏɀɀȒȸ condut enti nut nenti ƫǣȅƺȇɎ tore dell ritivi attr ” Ȓ a Invia le

durant pianta averso e le ore avviene n‫ټ‬ɖɎǣǼǣɿɿ il X ǔƺȸɎǣǼǣɿ di luce Ȓ Ƴƺǣ ǔƺȸ principa sistema Ƴǣ ȇƺƬƺ are a ɿƏȇɎǣ ȅ ed è ɀɀǣɎ ɎǣǼǣɿɿƏȇ lmente come il devo inizi ǣȇƺȸƏǼǣ ȵ ƏɀɀǣȅǣǼ Ɏǣ ƫǣ ƳȒƫƫǣƏȅ ơ ƺ ȸǣƬǝǣƺɀɎƏ ƳƏ in questo mo Nut “Quando ƏƫǣǼǣɎơ ƺ ƺȸ ǼƏ ǼȒȸȒ mento molto van riForte e il Coc ƬȒȅȵȒȇƺȇɎǣ ‫ڷ‬ Ȓ ȸǣǔȒȸȇ ȵƏȸɎƺ Ƴ ȸƏȵ da par Quindi ǣȸǼƏ Ƴǣ ȇ le piante?” ƺǼǼƏ ȵǣƏ oForte te dei veg ǣƳǣɎơ Ƴǣ ɖɎǣ il mome ɖɎȸǣȅƺ ȇɎƏ Ƭǝƺ trovano taggioso per fertilizzare ǼǣɿɿȒ a qualsia eta ȇɎȒِ partire tutti colo risulta nto mig risulta a prodotti a si tipologi li si adattano essere e germinate verse tipo dover gestire ro i qua i organici, uisce sistem alle prim liore per fertilizz rda le piant coltivaz li ƏƬƬƺȇƳ a di pian che rigua a di colt to nato Ai fertilizzant organica (SO), si attrib e ore ioni con si are le pian ȒȇȒ inseg Ƴǣǔǔƺȸƺȇ logie di piante ta e Per quan ivazione ǣƬǝƺ ɎƏɎǣ ɀɎɖ nza dila costan Ǽƺ ǼɖƬǣ ǣȇ Əȅƫ del mattino Ɏǣ ƺɀǣǕƺȇ rienza ci ha le quali Ƭǝƺ ٫ Ƭǝǣȅ ȵƺǔƏƬƺ con risu dalla sosta o quando te seme l’espe può mo presen ɿƺ ȇ o a fertilizzare za ǣƺȇɎ dal ǣ ƏɿǣȒȇǣ ˡɀǣ ȇɎǣً ǼȒ nel inizin ɖɎȸǣ lǣ ƬȒ ɀǣɀɎ si ɀɀȒ Ƴ ɀȵƺƬǣƏǼ som tano ɖǼ ɀɖȒ ralment ɿǣȒȇƏǼǣِ X dulare ȇɎȸȒǼǼƏɎǣ ƺȅǣ Ƴǣ paio nzali ɖȇ ƬȒȅȵǼƺ ȅƺ ȇǣǔƺɀɎƏȇȒ ɀ meglio ƬȒǼɎǣɮƏɿ e per colt ministrare i Ǽ ƬȒǼɎǣɮƏ ِ «ǣǕɖƏȸ si macro del secondo i giovani seme X ǔƺȸɎǣǼǣɿ ƺ Ƭǝƺ ɀǣ ȅƏ le concen ǣȒȇƺ ǔɖȒ ȇɎƺ ǣȇ nutrim e micro ɎȒȸƺ ƳȒ 2-3 fert ivazioni formazione ǣɿǣȒȇƺ ɀȒȇȒ diffeè ɿƏȇ ٫ ƫǣȒǼȒǕǣƬǝ piena ent rso Ƴƺˡȇ la ilizz elem ȸǣ ɀɖ traz Ɏǣ Ȓȸ ȅȒ in terra i azioni la dopo il disco tà ȒǼȒِ ƳɖǼƏȸƺ ǼƏ ioni di ǕƏȇǣƬǣ ٢ enti in al loro ɎƺȇɀǣɎơِ ¨ƺȸ ƏƬȷɖƏ ɮ o miscele genei al Per i cloni tti da attivi settima mo ǣ ƬȒȅȵ interno ȇɖɎȸǣɿǣȒ ƬȒȇ ɮƏȸǣƏ ǣȇ ƏȇȇȒ ƫƺ interven radicati pront la ȒɀɎǣ di foglie vere. ) dovend ici quelli prodo ȇƺ ȷɖƏȇ do tale da essere nio ȇƺ ȵȒǣƬǝ na intervallate di terra ɖȇ ˡǼɎȸȒ ire in ma nza d cloni re o mineral concimi organ contengono carbo ɎȸƏɎɎƺȇ ȸǣɀƬȒȇɎ ƻ ǣǼ Ɏƺȸȸ da sola niere mir ƳȒ ȸǣƬǝǣƺɀɎȒ rente. In prese amo e dobbiamo inizia re izzati da prima ƺٖȒ ȅǣƬ che ȸƏɎȒ ƺȇƳȒ ƺ ǣƬƬǣȒ ǔɖ ento della ɎƺȅȵȒِ Ȓ aiuta ȸȒȸǕƏȇǣɀ piante biologica e ȇɿǣȒȇƏ Ƭ ȸǣǼƏɀƬǣƏȇ ad un elem lizzanti Xȇɮƺ ٢¨٣ ȵȒɎƏɀ ِ ³ƺ ɀǣ ǝƏȇȇȒ ƬƏ ata sul problem di trapianto possi stessa giornata per ȅǣ ƳƺǼǼƏ rilascian icamente Ȓȅƺ ƳȒ ǕǼǣ ƺǼ strati iner Ƭƺ ȵƺȸ ƬȒǼɎǣɮ a tra i ferti ɀǣȒ ٢k٣ Ȓ a ȸƺȇɿƺ Ƴ nella materie prime te lo ȸǣɿȒɀǔƺȸ legato chim o ƺȅƺȇɎ ƏɿǣȒ ȇǣɀɎȸƏȸƺ ɿȒǼǔȒ ٢³ ti “Differenz ǣ ǔȒɀǔȒȸȒ nutrizione ano solo da rapidamen Ə tement lentamente ǣ ȇƺǼ I concimi ɀȒǼȒ ǼƏ dobbiam o in NFT in DW ȇǣ ǣȇ ˡƫȸƏ Ƴ e costan recuperare e nel tem fertilità e deriv animale o mista. lli solidi?” to in un ƬȒȅȵȒȇ ٣ ȵȒɀɀǣƏȅȒ ɀȒȅ ǣ ƬȒƬƬȒ ɮǣƏ ǔȒǕ o assicur C o altr le piante a ale, nutritiv ً ɀɖƫ spostamen ǼǣƏȸƺِ ³ƺ i ottenuti ƺȇɎƺ ƬȒɀ Ƭ ɎƏȇ ȅǣliquidi e que i are un i e meglio po gli element origine veget invece sono quelli ً ƏȇƬǝƺ ǣȇɮƺƬƺ Ɏƺ Ƴǣ ȇɖ causato dallo Ə ƬƏȸƺȇ nto. Se le radic rifornim sistemi idropon nelle stress trapia i ȵƺȸ colt Ƭǣ Ɏ mi ono Ɏȸǣƺ erali dal si ɿƺ Ƴ i e ento gior ȸȒɮǣƏȅ fertilizz ivazioni add conci risied ȇɎǣ ǣȇ ɀȒ ici ǣ ƏɿȒɎȒ ٢z nuovo organomin Ȓ Ƴǣ ǔȸȒ principali uno o più anti Bio ٢xǕ٣ Ȓ ȷ in substra icono a si può preve ƳƏǼǣɎơ Ƴǣ ambiente ٣ ƬƏǼƬǣȒ ɎƺȸȸǣƬƬǣ lazione di ȇɎƺ nova tota ǼɖɿǣȒȇƺِ ÁɖɎɎƏɮ naliero ȅƺ ȅ ȇɎƺ ɖƏǼƬǝƺ ȅ sviluppate Le differenze Ɏǣً ȇƺǼǼƺ ȅȒ ti come mi minerali. ٢!Ə٣ ȅ per via Ȓً ȅ molto ȸȒƳȒɎ ne dalla misce Əɀɀ conci ǣƏ ƺ cloni, Əȵȵ sono ǣɴ Ƴ lme Ƴƺǣ ȵ più d’azio ǣƬȸȒ sui ǣȅǣǼ ƏǕȇƺɀǣȒ ɀɀƺȇ o, non ità ǣ ɎȒȸƫƺ ƺ ǼǣƬƏȸƺ Ə nte solu ƬȒƬƬȒً uno o ƏƫǣǼ Əȵȵ Əȵ ȒȸɎƏ ǔȒȸȅƏ ˡɀǣƬƏ trattament ǼǼƏ ƬȒǼɎɖ ƺǼƺȅƺȇɎȒ ȵȒɀ ȇƺǼǼƏ ȵȸ ˡƫȸƏ Ƴ i fattori bili e dire ƳȒ o chimici sono tti e nella veloc forma organici con ȸƺ ƬȒɀɎƏ ǣ ƳƏ ȵƏȸɎƺ ƳƺǼǼƺ ȸƏ ɀȒǼȒ dere il primo ǣ ƺȵƏȸƏɿǣ ɀǣƏȅȒ nque molti mi minerali usati o dei prodo ɀɖȵƺȸ‫ٮ‬ɀ i in ttarali, ȇɎƺ sub comu ȵǣƏ conci quell utilizz i e ǼƏ Ƭ no re ȅƺ Ȓȇƺ mine ǼǼƏ stra ȇɎƺ ȒǣǼ ƺ ƳƺǼ ȒȅȵȒȇ enti Ment ȇɎƺ ǣ ȇɖ ƳƺǼ ً ȵȒɀɀǣƏ ti organic solui. Solitament fogliare. Resta ɖǣȸƺ ɀɖǼǼƏ ȸƏȵǣƳǣɎơ Ƴƺ en ǼǣɮǣȇǕ‫ٮ‬ ƺȇɎƺ ِ zando ɎȸǣȅƺȇɎ con ȅȒ uti da giacim ɎƺȸȸǣƬƬǣ i compos degli stess gas liquefatti, ɀȒǣǼً ɖɎǣ quindi Ȓ ǣȇˢ trialmente quelli otten Ȓِ no essere ti prevale ǣ ƏȇƬǝƺ ǣȇ solida Ǽǣɿità dell’emerg me Ƭǝƺ ȵȒɀɀȒȇ ȇƺǼ Ǽɖȇ o trattati indus ɎȸƏɀǔȒȸȅƏɿǣȒȇƺً i in forma liquida posso nteme ǕȒ ȵƺȸǣȒ no fertilizzant ne, sulla veloc cloni. L’inizio tali e quali ƺ Ȓ Ƴǣ nsioni. Quell nte da o polgerminazio i ƳȒِ ȸƏǔˡȇƏɿǣȒȇ trattain cristalli zioni o sospe himento dei “Le pia ɿƏɎȒ ȵȸȒƬƺɀɀǣ Ƴǣ e granulari, sintetica dal Ə ǼƏ ǼȒȸȒ za o dell’attecc ȇƺ lj ȅȒǼɎȒ ǣȇˢɖƺȇ di nte si son uti per via possono esser Ə ƳƺɎƺȸȅǣȇ gia di tti inorganici ɿɿƏɿǣȒ quelli otten o blocca quindi Ə ǔȒȸȅƏ ˡɀǣƬ Ogni tipolo ƳƺǼǼƏ ǔƺȸɎǣǼǣ non cre triale di prodo concimi miin acqua e ɮƺȸɖǼƺȇɎǣِ n del substrato. te, differenti o ai mento indus scono e di solubilità piante. Tra i fer“P teristiche dalla scelta Pe atore e erc gica. Il ricors più e sta rch c é esi percentual ing nostre presenta carat o assenza in le “ origine biolo esso in passato al coltiv ed No rato iall per sto magà nn n subst endo an , no i fer posso o ntano una disponibilit Co C alla presenza troviamo a os os fertilizza nerali ha perm tilizzanti che se sa mai viste prima i che prese a sono sono ci in relazione fertilizza ente produzioni piante le sto tilizzanti quell e prontezza d’azione re le ivi. Quindi ?” vegan o della di ottenere o ne fu fortem se ndo, pe costan ta loro ilità i? elementi nutrit rati organici l’inizi agronomic é: X ǔƺȸɎǣǼǣɿ liquidi. Ques giore solub rché? cos temen ato faccio?” subst ɿƏȇɎǣ ƬȒ ɿƏ il progresso cosa po capire il perch di colio i formulati una maggior te, coltivare in e programm a ɀǭ ƳƺɎɎǣ ƳƺǼǼƏ ȇɖ to. È facile senza dubb sso far ce in ne può esser dalla piena ger ɮƺǕ condiziona Ɏȸǣ Ȓȇƺ Ɏȸǣɿǣ le produzioni con e?” ica si tradu ǣً ɀǣƏ Ƭǝƺ fertilizzazio ane ɮƺǕƺɎƏǼ Əȇǣ ȸƏȵȵȸƺɀƺȇ e ƺ ȅƏɎƺȸ ³ƺ Ǽƺ ȵǣ a confronto caratterist ƺȇɎǣ ȇɖɎȸǣɎǣɮ Non pot due settim azione ico e quell ƺً ȵȒǣƬǝ ɎƏȇȒ ǣǼ ƏȇɎ mettiamo ǣƺ ȵȸǣȅ Ƴƺǣ ɎȸƏɎɎƏȅ dopo circa con organ endo gar ǔɖɎɖȸȒ caso di coltiv ƺ ȇƏɎɖȸƏ ƻ ȵȸȒƳȒ e manuale, ȇȒȇ ƳƏȇ ɀɎƏȇȇȒ ǣ ƺ ǝƏȇȇȒ ɀȅƺɀɀȒ ici (NPK) ƺǔˡƬǣƺȇɿƏ ƺȸɎǣ ȵǣƏȇɎƺ ɖ l’irrigazion , invece nel antire alle ɎɎǣ ƬȒȇ ȸ Ǽǣً ȸǣȇȇȒ ture fertilizzate di elementi chim ȇǕǣƏǼǼƺ ȇȒɀƺ ȵƺ Ƴǣ ƬȸƺɀƬ ɖƫɀɎȸƏɎǣ ǣȇ minazione è azione e praticando ȇ‫ټ‬ƏǼǣȅƺ ǣɀȒȸ ɮƏƫ o ȇƳȒ Ȓ ǣȇ ɀ nte org ȸ Ǽ‫ټ‬Ə parità nut coltiv a ɀƺ ǣǼǣ ƺ stiam di ȒƬƬȒ ȇȒȇ ƺȸƺ anic ioni ralme ȅƫ riment ȇɎƏ ɀȒȵȸƏɎɎ potrest Ə Ƴǣ Ƭ ƺ gene ǣƺȇɎƺِ x ȒɀɎƏȇɎƺ i classici minerale i il pro più avanzate ri. i pensare ɿǣȒȇƺ ƬȒɀɎƏȇ ɖɎɎȒ idire con soluz ǣȇ ɀȒǼƏ ˡƫȸ to ȒǼɎǣ Ǽ‫ټ‬ɖɀȒ Ƴǣ o che il dato ƳȒɎ conten ȅȒȇɎƺ o tecniche menti foglia Ɏƺ nzali substra gati ad inum di prepar gono pro Ƴƺǣ ǔƺȸɎǣǼǣɿɿƏȇɎ ِ (ǣɮƺȸɀƺ blema potreb seconde. Ques ci accorgiam ilità ƬȒȇɎǣ Ƴǣ ȒȸǣǕǣȇƺ ne, o tratta ǣȇ Əȇǣȅ to enza i seme siamo obbli be esse ɀȒȇȒ Ǽƺ sindotti o una solub ƺɀɀƺȸƺ Ƭ a favore delle ǣ fertirrigazio ɎȸȒǼǼƏɎƺ ƏǼƺ ȵȸȒ ne o molta frequ per sost con tutto il nec are il re a ǣȵȒɎƺɀǣ zato il caso sottopr sbilanciato presentano ƏɖɀƏɎȒ ȇƺǼ ȇƺ amenɮƺȇǣƺȇɎ germinazio enere una diluite e con ً ȵȒ essario oƳƏ ɖȇ‫ټ‬ǣȸȸ Ƭǝƺ ǝƏ se viene analiz ǣ ƳƏ ˡǼǣƺ Le forme solidendo molte volte scars ȇɎȸȒ Ȓ ȅƺȇȒ Ƴǣ Ƴ Ǽƺ ȷɖƏǼǣ ȇȒȇ e di lungo dopo la loro ƺ ȸǣǕȒǕǼǣ ƏɀˡɀɀǣƏ ǣǕƏɿǣȒȇƺ Ɏȸƺƫƫƺ crescita è vero solo ɮǣƺȇƺ Ǖ una vision ȸƺ ȵȒƬȒ ƺɎƺȸ ƺɎ ȅǣȇ ȒɀƏ ƺƳ o i cloni poco la ɎȒ Ǽ‫ټ‬Əȵȵ veloce sta iniz e e non in ƏȸƏȇɎǣɎȒ inferiore rende ɎƏȅƺȇɎǣ ȇɖɎȸǣɎǣɮǣِ (ǣ ƬȒ i ȒȸȅȒȇǣ Ƴǣ ɮ ƏɎǣ ȵȸȒƳ ɖȇƏ ˡȒȸ siva sen ƏȸƏɎȒ ȸƏ ƺƬƬƺɀɀǣɮƏ ento. iando a periodo, con golarment Ǽ‫ټ‬ɖɎ ƏȸǣȒ Ǖƺȇ ȒɎɎǣ ȷɖƏ ǣ ǣ ɎȸƏɎ ǣɎɖȸƏ ƺɀ liquid ȷɖƺ za attecchim ƳǣƬƏ i, nel lungo marcire ȒɀɀǣǕƺȇ Ɏƺ ƺǔˡƬǣƺȇɎ to a quelli Ǽǣ ƏȇɎǣƫǣȒ ǣǼǣɿɿȒ ƺȸƺ ƺ ƏǼ ȵǼȒɀɎȒ ȅȒ lì impegn dover essere per care Ǽƺ ƺ Ȓ ȇƺǼ ɀɖ periodo. Infatt ne minerale otteniamo Ɏȸǣ ǔƏȸȅ ƳȒ Ǽ‫ټ‬ƏǕȸ i solidi rispet logica di fertiliz-colt ɎǣƬǣً sempre ato a pre nza di ƫɀɎȸƏɎȒِ piante di anno ƏƬǣ ǣȇ Ǖ ǣƬȒǼɎȒȸƺ i fertilizzant ura e tutt ‫ټ‬Ə una ȅƏǕǣƬǝ ad Xȇ ȷ sme par sola fertilizzazio te ma incostanti e ƺȇƺ ano ata ٖƬȒǼ are ɖƺɀɎǣ ƬƏ ttono di ȸƺِ Xȇ ɎǣɮƏɎȒȸƺ ƺ ǣȇ ǔȸƺ questi pozioni con con eleva di SO ɀǣ Ǽƺ meglio si adatt , ovvero la prima pratic ɮƺȸɀȒ ǼƏ ƬƏɎ i qu assorbir ɎɎƏ ƺ ǔɖ Ǽǣ Ə compos migliore ardo seguen produzioni dotazione or ȸǣƏِ nƏ Ƭ ƺȇƏ Ɏȸ e i nutrim fondo ti passan ȵȵǼǣƬƏ ƏǼǼƏ ande rigu è quella ɎȸȒˡƬƏ veriamo la te bloc ɀɖƬƬƺɀ fertiȒɀƏ azione outdo ɎƏɮȒǼƺِ X ǔƺȸɎ zazione di ɀɖƫɀɎȸƏ enti o quindi ˡȇȒ Ə Ǖ co della ɀǣɮȒ vostre dom in anno impo coltivazione. 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Le piante per ricavare nutrienti dal substrato di coltivazione sviluppano un esteso sistema radicale con accrescimento radiale. La struttura delle radici è relativamenɎƺ ɀƺȅȵǼǣƬƺً ȵȸƺɀƺȇɎƏȇȒ ɀɖǼǼƏ ǼȒȸȒ ɀɖȵƺȸˡƬǣƺ numerosi peli radicali deputati all’assorbimento dell’acqua e degli elementi nutritivi che vengono estratti continuamente dalle zone nell’immediata vicinanza dei loro tessuti.

Le radici delle piante formano spesso delle associazioni con funghi micorrizici i quali con Ǽƺ ǼȒȸȒ ɀȒɎɎǣǼǣ ǣǔƺ ٢ɀɎȸɖɎɎɖȸƺ ˡǼǣǔȒȸȅǣ٣ ƏȅȵǼǣˡƬƏȇȒ l’estensione e la capacita di esplorazione del sistema radicale facilitando l’assimilazione di acqua e di elementi minerali, fosforo in particolare ed altri che sono relativamente immobili. In cambio le piante forniscono carboidrati ai funghi micorrizici. L’effetto maggiore di queste associazioni pianta-micorriza sono particolarmente visibili in substrati carenti di tali elementi. Somministrando fertilizzante minerale alla coltivazione le piante tendono a sopprimere l’associazione, i funghi micorrizici smettono di rifornire le piante di elementi minerali ma spesso continuano ad assorbire carboidrati dall’ospite vegetale.

Inviate le vostre domande riguardo I fertilizzanti in generale e/o su come fertilizzare le vostre piante a Soft Secrets: francesco@bionova.nl

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Preparazione dei vasi e delle piantine prima del trapianto: Mescolare con cura100g di PROFIMIX e/o 20g di MICROLIFE con 10 litri di terriccio BIO SOILMIX ٢‫ ׏׏‬ǼǣɎȸǣ ȵƺȸ ɮƏɀȒ٣ ƺ ȸǣƺȅȵǣȸƺ ǣ ɮƏɀǣ senza pressarlo per garantire un perfetto drenaggio nella parte basale. Preparare una soluzione con 2.5 ml/L ROOTS e 0.5 ml/L BN-ZYM, inumidire bene il substrato dentro ogni vaso e lasciarlo drenare prima del trapianto. (Se avanza soluzione nutritiva metterla in una bacinella e immergere le radici dei cloni per circa 5-10 min nella soluzione per prevenire ulteriormente un eventuale stress da ɎȸƏȵǣƏȇɎȒٖɎȸƏɀȵȒȸɎȒ٣ِ Se non avanza soluzione ripreparane un quantitativo limitato con le suddette dosi per immergervi i semenzali o i cloni. In alternativa eseguire una fertilizzazione fogliare con le piantine ancora nei vassoi di semina come di seguito indicato: mescolare come prima cosa il SILUTION 1.5-2 ml/L di acqua, attendere almeno mezz’ora per far stabilizzare la soluzione nutritiva, poi aggiungere ROOTS 1.5 ml/L e The Missing Link 0.5 ml/L.

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GROWING di CBG

INDOOR IN TERRA? Perché a volte è meglio farsi aiutare da madre natura

Siamo giunti alla fine dell'estate, è tempo di raccolta per i nostri amici/colleghi coltivatori outdoor. Ben contenti di lasciar loro le operazioni di pulizia e concia andiamo ad esaminare la soluzione della coltivazione indoor, pratica per chi ha esigenze di discretezza o non può coltivare in campo aperto alla luce del sole.

Coltivare indoor significa riprodurre in uno spazio, che può essere anche piccolo quanto il case di un computer, la meraviglia della natura. Un vasetto di terra, un ventilatore e una lampadina diventano un surrogato dell'ambiente di crescita naturale della canapa. Converrete con me che in casa, in un armadio, non c'è la pioggia, né gli insetti, né la luce solare ma la canapa si adatta e può produrre gustose e ricche infiorescenze con i giusti accorgimenti. Coltivando in un ambiente totalmente controllato - come può essere un growbox - si acquisisce il potere divino di comandare sul giorno e sulla notte, sul meteo e sulla vita che dentro il growbox si sviluppa. Mi perdonino i più appassionati, non sono avventato ma semplice osservatore delle possibilità umane

del giorno d'oggi: fiorisce la canapa a gennaio in campo aperto? Non sempre, non in tutto il mondo ma in un growbox si, praticamente ovunque. Coltivando in campo aperto seguendo le stagioni si ha un prodotto caratterizzato dall'ambiente di crescita, parimenti in casa si avrà un prodotto con caratteristiche peculiari. La bravura del coltivatore indoor sta nella maggior difficoltà che si incontra nel poter gestire chirurgicamente i parametri ambientali di crescita. Coltivando outdoor si ha la natura dalla propria parte e a meno di imprevisti si è aiutati nel proprio intento. Una grandinata non è certo un aiuto, ma converranno con me i coltivatori più esperti, è più difficile avere una overfertilizzazione quando si coltiva sotto la luce solare diretta, per esempio.

In questo articolo consiglierò un metodo di coltivazione semplice ma efficace, anzi direi un approccio alla coltivazione della canapa indoor. Esistono differenti maniere di coltivare canapa, in terriccio o fuori suolo. Non esiste un metodo migliore, l'ultima parola spetta al consumatore, perché non dimentichiamolo i fiori del nostro raccolto devono piacere a chi li consuma. Esiste però la propria strada che ogni coltivatore trova con l'esperienza. Quindi raccomando di sperimentare sempre cercando il proprio stile di coltivazione, fidandosi solo dei risultati effettivi osservati sulle proprie piante, con spirito critico e con metodo scientifico. Non dimentichiamoci della maledizione che aleggia sul growing: è una pianta molto facile da far crescere, la canapa si adatta e regala soddisfazioni a chiunque. Veramente

a chiunque! Questo fa sì che si creino leggende e miti sulla coltivazione, spesso fuorvianti. Osservazioni personali che diventano leggende, coltivatori che si definiscono esperti perché raccolgono fiori di lavoro... Tutto ciò non fa bene alla canapa, sono però fiducioso nel futuro, quando sarà più regolamentata di adesso e maggiormente conosciuta da tutti. Ma torniamo al nostro articolo sulla coltivazione indoor e concentriamoci sulla differenza e sulla strada che vogliamo seguire. L'inizio è il substrato nel quale vogliamo crescere le nostre piante. La divisione è tra suolo e fuori-suolo. Nel primo caso scegliamo la via più semplice, ricalcando ciò che avverrebbe in campo aperto: un terriccio scelto, vivo, nel senso di inoculato di vita, ed eventualmente pre-


16 fertilizzato. Nel secondo caso invece optiamo per un substrato inerte, dovremo procurarci noi il modo di gestire la vita nell'interfaccia radice/substrato e avremo in uso dei fertilizzanti a pronta assimilazione da gestire con misuratori di pH ed EC. Per comodità scegliamo il metodo più semplice, quello che ci permette di venir aiutati da madre natura. Non come in campo aperto, ma quasi... Scegliamo di utilizzare dei vasi pieni di terriccio. Il miglior terriccio non lo si trova in confezioni colorate pronte all'uso perché ogni pianta e ogni coltivatore riescono ad esprimere il proprio meglio in condizioni differenti. Un buon aiuto per chi volesse comporre il proprio substrato è la seguente proporzione: 4 parti di terra del vostro giardino, 4 parti di compost e 2 parti di sabbia. Eventualmente il mix si può alleggerire con un 10% di perlite, a me piace però mi obbliga a bagnare più spesso le piante. Vivendo in città si fa molto prima ad andare in un growshop o in un centro di giardinaggio e chiedere consiglio sulle varie marche. Un terriccio a pH 7 e con un basso EC andrà benissimo. Le grandi case di fertilizzanti producono terricci per la coltivazione ma bisogna stare ben attenti alla quantità di fertilizzante contenuta perché a volte può capitare di avere piante in over-fertilizzazione solamente grazie al substrato. Che poi diciamocelo, non è sempre un buon fertilizzante quello contenuto nei terricci, potrebbe anche essere troppo carico di azoto e quindi per esempio costituire un limite se si vogliono utilizzare fertilizzanti organici (che contengono quasi sempre azoto). La nostra amata, anzi amatissima, pianta è vorace quindi spesso è necessaria una integrazione. Ma prima di parlare di fertilizzanti dobbiamo assicurarci di avere un terriccio vivo, il che significa che dobbiamo preoccuparci di inoculare noi la vita tramite l'utilizzo di prodotti contenenti batteri e funghi benefici che troviamo in vendita su Amazon, nei negozi di giardinaggio e nei growshop. A me piace utilizzare un consorzio di micorrize, batteri e lieviti prodotto in Italia e del quale non posso scrivere il nome su queste pagine purtroppo. Poi, una volta inoculato e reso vivo il nostro substrato possiamo preoccuparci della fertilizzazione delle nostre piante. Ciò che serve è una soluzione principalmente acquosa contenente sempre uno zucchero semplice per la pedofauna (la vita inoculata precedentemente nel terriccio) e l'eventuale fertilizzante discioltovi. Ho scritto "l'eventuale fertilizzante discioltovi" perché se vogliamo possiamo includere nel nostro substrato del fertilizzante solido e non preoccuparci più di utilizzare quello liquido. La comodità di utilizzare un fertilizzante solido mescolato col terriccio è di natura anzitutto pratica, non si deve far altro che bagnare con acqua e uno zucchero

semplice perché già tutto il nutrimento è contenuto nel vaso. Dopo di che si ha la natura dalla propria parte perché così facendo si imita un buon terreno il che difficilmente porterà a delle carenze nelle piante. Ultimamente si sente molto parlare nei forum di supersoil ed è esattamente ciò che ho appena descritto: terriccio scarico di fertilizzanti e ben drenante, mescolato con fertilizzanti a lenta cessione e inoculato di micorrize e batteri al quale si aggiunge solo acqua e si riesce a portare a fioritura le nostre amate piante di canapa. I più esperti possono cimentarsi nel creare le loro miscele di substrato per una determinata varietà di canapa, sono disponibili anche su internet i pellettati a lenta cessione a un prezzo veramente accessibile a tutti. Per i coltivatori alle prime armi consiglio di affidarsi ai marchi specializzati in canapa che già hanno pensato a delle ricette di preparati da mescolare al terriccio, semplificando ulteriormente la vita ai growers. Per decenni il mercato ha offerto fertilizzanti liquidi per i coltivatori indoor, negli ultimi 15 anni sono entrati prepotentemente nel mercato anche i fertilizzanti

liquidi di derivazione biologica (o anche organica, dall'inglese "organic", che significa appunto biologico). Ovviamente ci sono numerose differenze tra le varie marche, quelli che in principio erano dei fermentati liquidi filtrati ora sono dei liquidi contenenti in sospensione anche i microorganismi responsabili delle fermentazioni. Anche il contenuto e il titolo di nutrienti è divenuto sempre più preciso, contando che molti coltivatori richiedono fertilizzanti precisi. Inoltre si sono sviluppate anche tecnologie sempre più affinate per avere fertilizzanti in grado di venir utilizzati nei sistemi di irrigazione senza intasarli. La coltivazione indoor, dopo aver scelto il substrato e quindi l'approccio desiderato, contempla la scelta tra cloni o semi da cui partire, ma di ciò ne parlo sempre su questo numero in un altro articolo, per cui non mi addentrerò oltre su questo argomento. La gestione dei parametri ambientali è abbastanza semplice, nel senso che con un timer potremo decidere se far crescere o far fiorire le nostre piante. Per semplicità 18 ore di luce e 6 di buio saranno il nostro giorno e la nostra notte del periodo di crescita vegetativa, mentre 12 ore di luce e 12 di buio scandiranno il ritmo del nostro periodo di fioritura.

Il ricambio di aria è necessario per abbattere l'umidità relativa quando è troppo alta, tenendo conto che deve andare abbassandosi dai 65 punti percentuali in germinazione ai 45 della fioritura. Un buon deumidificatore e un'aria condizionata potente sono i migliori alleati per la gestione della temperatura e dell'umidità all'interno del nostro spazio di coltivazione. Inoltre il ricambio d'aria serve per riportare la concentrazione di anidride carbonica nell'aria a valori accettabili per la fotosintesi, ma anche in questo caso si può integrare con una bombola comandata da una elettrovalvola regolata automaticamente da una sonda. Sconsiglio vivamente di utilizzare i bruciatori per non rischiare di rovinare la nostra coltura a causa di fughe di etilene prodotto da un eventuale bruciatore difettoso. Nei prossimi numeri andremo a vedere meglio la gestione del fotoperiodo e dell'ambiente di coltura. Per ora spero di aver fornito abbastanza stimoli, rimandando sempre ad internet dove con una buona coscienza critica si possono trovare informazioni molto utili. Chiedete sempre il perché e buone fioriture!



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STORIA DELLA VARIETÀ DI BARNEY’S FARM Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

SHISKABERRY:

DIRETTAMENTE DAL LIBRO ILLUSTRATO SULL’INDICA La deliziosa collezione Cali di Barney’s Farm comprende attualmente 13 varietà e la quasi pura indica (80%) Shiskaberry è una di queste. Senza dubbio una pianta da non perdere per l’amante dell’indica The Doc! L’avrebbe presa “a occhi chiusi”, ma è stato ovviamente molto curioso quando ha scoperto in anticipo le caratteristiche di questa promettente varietà. Il selezionatore di Barney’s ha lavorato molto al suo sviluppo e l’ha selezionata per anni per raggiungere la piena soddisfazione.

periodo di fioritura piuttosto breve di appena 7-8 settimane. Anche outdoor funziona molto bene, arrivando a fine ciclo in modo piuttosto precoce sotto fonti di luce naturale nella terza-quarta settimana di settembre.

Dal lato della madre, troviamo una vecchia conoscenza – il sublime classico delle varietà fruttate Blueberry. Il padre di Shiskaberry trasmette robustezza e affidabilità ben radicate, è un classico afghano della vecchia scuola.

Altro fattore positivo sia outdoor sia indoor, la resistenza alle muffe di Shiskaberry è valutata a 4 su una scala di 5, ed è quindi molto buona. Pur essendo una varietà con un’altezza piuttosto ridotta, con una fase vegetativa estesa ha un sorprendente potenziale di resa outdoor fino a 1,5-2 kg per pianta.

L’ibridazione di queste due varietà ha portato a una potente pianta indica con una resa indoor superiore alla media (500-600g/m2), il tutto in un

La fase vegetativa: cespugli ultracompatti Secondo Barney's, Shiskaberry è una

compagna di stanza molto facile da coltivare con un livello di difficoltà valutato a 1, “easy-peasy”, come si dice in California. Beh, per il maestro coltivatore di grande esperienza The Doc le cose non devono necessariamente essere facili, ma ovviamente non gli dispiace coltivare anche varietà poco complesse. Proprio come ci si aspettava, i due semi femminilizzati che sono stati piantati sono germinati con successo, ben ritti sopra la superficie dopo tre giorni. In considerazione della loro natura dominante fortemente indica, The Doc ha dato alle sue due piante di Shiskaberry una fase vegetativa di cinque settimane, di cui avevano davvero bisogno in quanto sono cresciute in modo molto serrato, diventando poi cespugli ultracompatti con fogliame di colore verde scuro. “Non si riesce a vedere attraverso di loro un solo millimetro, talmente sono dense e ramificate”, ha riferito The Doc alla fine della fase vegetativa:

“queste due piante si presentano outdoor come indiche uniformi a tutto tondo con altezze ridotte di 29 e 33 cm. Tuttavia, con l’allungamento che si verifica durante la fioritura, senza dubbio arriverà più luce ai rami laterali e favorirà la crescita di cime rigogliose”. Per sostenere ulteriormente la crescita, ho eliminato alcune delle grandi foglie ombrose. Non molto, naturalmente, poiché contengono molte sostanze nutritive importanti per il bilancio energetico delle piante”.

Uno spettacolo scintillante con cime spesse e un odore sensazionale Durante le prime quattro settimane di fioritura, le due Shiskaberry si sono allungate molto bene, anzi, la loro chioma è diventata più aperta e le numerose formazioni floreali si sono potute sviluppare vigorosamente. È stato uno spettacolo scintillante. Dal diario di coltivazione di The Doc: “Questa è una qualità di fiori di indica di prima qualità nella loro forma più pura! Quasi ancora meglio che guardare queste


19 “per raccogliere vere e proprie bacche di canna ben grassocce” ha detto ridacchiando. Alla fine una pianta era alta 59 cm e l’altra 72 cm, a causa del maggiore allungamento dei rami. Ancora una volta The Doc è rimasto fortemente sorpreso nel momento in cui ha pesato le cime qualche settimana dopo, quando i due esemplari di Shiskaberry hanno sfiorato i 100 grammi per pianta, rendendo 198 grammi in totale.

Lo sballo con la Shiskaberry: The Doc si trasforma in un budda, con il battito del cuore di una balenottera azzurra Il profumo ammaliante si è tradotto in un gusto altrettanto ammaliante quando The Doc ha degustato la Shiskaberry per la prima volta:

Dopo esattamente 56 giorni, proprio alla fine della finestra temporale dichiarata da Barney's, le due Shiskaberry erano completamente mature, il che ha consentito a The Doc di passare alla fase della raccolta,

Dati sulla coltura: Genetica

Shiskaberry (Blueberry x Afghan)

Fase vegetativa

Cinque settimane (dopo la germinazione)

Fase di fioritura

56 giorni / 49-56 giorni in generale

Substrato

Plagron Grow Mix, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Luce

Fino a 12 x SANlight S4W = 1680 watt

Temperatura

19-28°C

Umidità dell’aria

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzazione

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/stimolatori

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits di Green Buzz Liquids

Strumentazione

CleanLight Pro per la prevenzione delle muffe

Altezza

59 + 72 cm

Resa

Nel complesso, 198 grammi

Contemporaneamente, la sua testa è stata sottoposta a un delicato massaggio al THC che sembrava stendere un velo ammortizzante attorno alla stessa, allontanando ogni pensiero negativo e mettendolo in uno stato di beatitudine e di profondo rilassamento. Più di due ore dopo era seduto su un grande cuscino come un budda dai capelli grigi il cui cuore batteva - o per lo meno così lui ha percepito – come quello di una balenottera azzurra.

Anche questo gusto pieno è rimasto sul palato per un po’ di tempo. “Che gustosa delizia e completamente

www.barneysfarm.com

“Queste sono le note speziate dolci dei frutti di bosco portate all’estremo”

Cime dure come il granito hanno dato vita a una felice sorpresa al raccolto

ha scherzato The Doc. Subito dopo due voluminose boccate di vapore, ha sentito un piacevole calore corporeo nascere dal profondo, fluendo nelle sue membra e rendendole morbide e rilassate.

In conclusione, The Doc ha detto “La Shiskaberry è un’autentica varietà paladina che esce direttamente dal libro illustrato sull’indica! Ha dimostrato di essere grande sotto ogni aspetto, con una crescita e una fioritura eccellenti, abbondante resa, un sapore adorabile e un effetto euforico meditativo che coccola il corpo e la mente. Questa pianta occupa un posto speciale nel mio cuore”.

Quando il vapore del suo vaporizzatore Mighty si è diffuso nella sua bocca, tutte le papille gustative hanno detto

cime è odorarle, perché la fragranza che emanano è semplicemente straordinaria. Come se si raccogliessero delle bacche sulla radura di un bosco, con il sole che splende dopo la pioggia, il che fa salire nell’aria le speziate note terrose del terreno umido del bosco, che si fondono con un profumo di bacche dolce e leggermente aspro in un forte aroma terroso”.

senza calorie!”


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LEGALIZZAZIONE di Giovanna Dark

MAKE AMERICA STONED AGAIN NEL VOTO DI NOVEMBRE ANCHE LA DECISIONE SULLA LEGALIZZAZIONE IN ALTRI 5 STATI Le elezioni del 2016, nonostante abbiano portato Donald Trump alla Casa Bianca, hanno avuto il merito di legalizzare la cannabis in otto Stati su nove e ora si spera in un'altra grande vittoria a novembre. Il prossimo mese, infatti, gli elettori di cinque Stati decideranno se adottare nuove leggi sulla cannabis medica e ricreativa. Ad oggi 33 Stati su 51 hanno legalizzato la cannabis medica e, di questi, 11 hanno legalizzato la cannabis anche per uso ricreativo. Se più Stati si unissero a quella lista, ciò potrebbe rappresentare un'enorme opportunità per la crescita del settore e i sostenitori della legalizzazione ritengono che le iniziative di successo potrebbero avere un effetto domino su altri Stati, specialmente quelli che cercano di affrontare questioni di bilancio e giustizia sociale. Le vendite di cannabis negli Stati che hanno legalizzato la pianta per scopi medici e ricreativi hanno totalizzato circa 15 miliardi di dollari nel 2019 e si prevede che supereranno i 30 miliardi entro il 2024, secondo i dati di BDS Analytics, che monitora le vendite dei dispensari.

persone di colore. Se approvata quindi, la "Public Question No. 1" legalizzerebbe la cannabis per gli adulti di età pari o superiore a 21 anni. Il programma sarebbe regolato dalla stessa commissione che sovrintende alle attività di cannabis

fissa le vendite annuali fino a 950 milioni di dollari entro il 2024.

South Dakota

La storia ci ha insegnato che la legalizzazione della cannabis parte sempre da quella

Montana

Ma quali sono gli Stati chiamati a decidere sulla legalizzazione? Li vediamo di seguito.

Arizona

Nel caso in cui venisse votata la legalizzazione della cannabis ludica, ciò consentirebbe agli adulti di età pari o superiore a 21 anni di possedere, consumare o cedere fino a 1 oncia di cannabis (circa 29 grammi) e creare un sistema di regolamentazione per la coltivazione e la vendita dei prodotti. Nella proposta sono incluse l'aggiunta di disposizioni di equità sociale e una proposta di riforma della giustizia penale come l'estinzione dei pregressi reati legati alla cannabis,. Secondo le stime della pubblicazione di settore Marijuana Business Daily, le vendite di cannabis ricreativa in Arizona potrebbero ammontare a 760 milioni di dollari entro il 2024.

New Jersey

Quando il governatore Phil Murphy è stato eletto nel 2017, ha detto di voler mantenere la promessa elettorale di legalizzare la cannabis. A quel tempo, disse che la legalizzazione poteva essere un'iniezione di dollari per le casse statali, ma che le ragioni principali per la legalizzazione sarebbero state per scopi di giustizia sociale, ovvero la revisione delle vecchie leggi sulla droga che criminalizzavano in modo sproporzionato le

sull'emendamento A, che legalizzerebbe la cannabis ricreativa per tutti gli adulti e richiederebbe ai legislatori statali di scrivere una nuove leggi per la cannabis medica e quella industriale. Il Consiglio per la ricerca legislativa del South Dakota ha previsto che l'emendamento A potrebbe portare circa 29 milioni di dollari in entrate fiscali entro il 2024.

LE INIZIATIVE DI SUCCESSO POTREBBERO AVERE UN EFFETTO DOMINO SU ALTRI STATI, SPECIALMENTE QUELLI CHE CERCANO DI AFFRONTARE QUESTIONI DI BILANCIO E GIUSTIZIA SOCIALE medica del New Jersey e i prodotti di cannabis ricreativa sarebbero soggetti all'imposta statale sulle vendite (attualmente al 6,6%). Secondo le prime stime, il mercato della cannabis ricreativa del New Jersey potrebbe essere pesante. Marijuana Business Daily

medica per poi, eventualmente, pensare a quella ricreativa ma il South Dakota potrebbe rappresentare la celeberrima eccezione che conferma la regola. Gli elettori devono decidere sulla "Measure 26", che istituirebbe un programma relativo alla cannabis medica, nonché

Gli elettori del Montana vedranno due quesiti sulla cannabis nelle loro schede. La "Ballot issue I-190" consentirebbe agli adulti nello Stato di possedere, acquistare e utilizzare cannabis per uso ricreativo. Un'iniziativa separata, la "CI-118", stabilirà 21 anni come età legale per acquistare, possedere e consumare cannabis. Se approvata, la I-190 istituirebbe una tassa del 20% sulla cannabis ricreativa, con più della metà delle riscossioni fiscali che finiscono nel fondo generale statale e il resto assegnato a programmi per il trattamento dell'abuso di sostanze. La misura consentirebbe anche alle persone che scontano una pena per reati legati alla cannabis di richiederne la cancellazione dalla fedina penale. Secondo un'analisi fiscale, lo Stato prevede poi che le vendite di cannabis ricreativa raggiungeranno un totale di quasi 193 milioni di dollari nel 2025, generando 38,5 milioni di dollari di entrate fiscali.

Mississippi

In Mississippi ci sono due misure concorrenti per legalizzare la cannabis medica. L'iniziativa 65, risultante da una petizione dei cittadini, consentirebbe ai medici di raccomandare la cannabis medica a pazienti con una qualsiasi delle 22 condizioni qualificanti come cancro, sclerosi multipla e disturbo da stress post-traumatico. L'emendamento costituzionale istituirebbe un programma di regolamentazione per le aziende per la coltivazione e la vendita di cannabis medica e per i prodotti da tassare a un'aliquota del 7%. Funzionari del Marijuana Business Daily hanno affermato che se l'iniziativa 65 fosse approvata, le vendite mediche potrebbero ammontare a 800 milioni di dollari entro il 2024.


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OUTDOOR 2020

Di Macky / Percysgrowroom.com

COME RACCOGLIERE E FAR ESSICCARE LE PIANTE DI

CANNABIS ALL’APERTO Con l’approssimarsi della fine della stagione di coltivazio- trollato il tutto e che le vostre piante siano pronte per il raccolto. Ora tutto quello che ne, l’inevitabile raccolto si avvicina. Si tratta di un momen- dovete fare è tagliarle. to che tutti i coltivatori attendono con ansia, ma non è Il modo migliore per tagliare una pianta di sempre facile. Più sono grandi le vostre piante, più tempo ci vorrà per raccoglierle. È necessario disporre di tutti gli strumenti necessari e pianificare attentamente ciò che si intende fare per rendere il raccolto il più facile possibile. b All’inizio potrebbe rivelarsi divertente, ma dopo qualche ora di potatura, potrebbe diventare faticoso. Prepararsi adeguata-

mente al raccolto renderà tutta la procedura più semplice per voi e per le piante. b In primo luogo, dovreste assicurarvi che le vostre piante siano pronte per il raccolto. Potete farlo controllando i tricomi presenti sulle gemme. Se avete bisogno di una guida su come effettuare questa operazione, visitate il sito web di Soft Secrets. Ma per ora supponiamo che abbiate con-

cannabis

Le piante di cannabis coltivate outdoor possono crescere fino a raggiungere tre metri di altezza! Alcune piante rimangono piccole, soprattutto se si coltivano piante autofiorenti. La prassi migliore è quella di tagliare la pianta sul fondo del gambo principale, rimuovendolo completamente dalla massa radicale. Se la pianta non è molto più alta di un metro o poco più, si tratta di un’operazione semplice da svolgere.

b Dopo di che, dallo stesso punto si partirà a rimuovere i rami, uno ad uno, e si taglieranno le grandi foglie a ventaglio, così come le “sugar leaves”. b Se la vostra pianta è troppo grande per essere appesa a testa in giù, dovrete rimuovere i rami uno ad uno e appenderli singolarmente. b Questa operazione andrebbe effettuata il prima possibile durante il giorno. Preferibilmente prima dell’alba.

Appendere i rami

Una volta rimossi dal gambo principale, i rami dovranno essere appesi a testa in giù,


23 stanza di essiccatura, ma non direttamente sulle cime! b L’umidità aumenterà nei primi due giorni, ma dovrebbe stabilizzarsi intorno al 55% il terzo giorno. L’odore svanirà dalle cime, che per qualche giorno odoreranno d’erba. Non preoccupatevi, questo fa parte della procedura di essiccatura e l’odore ritornerà man mano che le cime essiccheUDQQR H VDUDQQR FRQFLDWH b

Come verificare se le cime sono essiccate

Si può capire se le cime sono essiccate piegando gli steli e verificando se si spezzano. Se nel farlo il gambo si piega, significa che c’è ancora troppa umidità nelle cime e quindi bisognerebbe lasciarle appese più a lungo. b D’altro canto, se effettuate l’operazione e il gambo si spezza a metà, significa che le cime sono essiccate a sufficienza per poter essere rimosse dai rami e riposte in barattoli o contenitori per la concia.

preferibilmente in un ambiente buio. L’area di essiccatura dovrà essere allestita prima d’iniziare a triturare, in modo da poter tagliare i rami dalla pianta, appenderli subito dopo e passare alla fase successiva. Quando si appendono, i rami non dovrebbero toccarsi fra di loro, e dovrebbe fluire una leggera brezza intorno agli stessi mentre sono appesi. Questo ridurrà le possibilità di germinazione delle spore di muffa. b Dopo che avrete tagliato l’intera pianta e tutti i rami saranno appesi, passate alla potatura della parte principale.

Il modo migliore per potare le cime Ci sono molti modi per tagliare le cime dopo il raccolto. Ciononostante, la maggior parte dei coltivatori si limiterà a munirsi di forbici e inizierà a tagliare le foglie dalla pianta. Alcuni coltivatori utilizzeranno dei dispositivi elettronici per tagliare le foglie, il che ridurrà il tempo necessario per il raccolto, ma si tratta di apparati costosi.

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Prima d’iniziare a potare le piante, avrete bisogno di qualche paio di forbici buone. Un paio grande per tagliare i rami forti e un paio di forbici piccole per tagliare le foglie più piccole. b Rollate prima d’iniziare e preparate alcuni podcast sula cannabis da ascoltare per qualche ora così da passare il tempo in modo più divertente. Vi consigliamo “High on Home Grown", perché è divertente e istruttivo ed è un ascolto perfetto durante il raccolto. b Inoltre, dovreste indossare guanti in lattice. Questo eviterà che le vostre mani diventino appiccicose e raccoglierà la

resina man mano che tagliate le cime. Li potete riporre in freezer dopo il raccolto e la resina può poi essere rimossa e fumata. Potete anche farlo con le forbici.

Potare potare potare

Una volta pronti, prendete uno dei rami appesi non tagliati e iniziate a rimuovere tutte le grandi foglie a ventaglio, il più vicino possibile allo stelo. Queste foglie sono infatti facili da raggiungere. Passate poi alle foglie più sottili. Questa operazione può richiedere un po’ di tempo. Vale comunque la pena rimuovere prima le foglie grandi e buttarle via. Conservate poi le foglie in punta mentre le tagliate, per produrre hashish o prodotti commestibili dopo il raccolto. b Prendetevi il vostro tempo, ma non dovete necessariamente svolgere un lavoro perfetto. Un raccolto può richiedere molto tempo e alcune di queste foglie più piccole possono essere rimosse anche quando le cime sono essiccate. Dopo aver tagliato la cima in modo soddisfacente, dovreste appenderle in un ambiente fresco e buio e passare al ramo successivo. b Ci vorrà molto tempo per le piante grandi, ma il risultato ripagherà lo sforzo fatto dopo il raccolto! Le cime saranno abbastanza essiccate per poterle fumare circa 1 settimana dopo il raccolto, se fatte essiccare correttamente.

Come far essiccare le cime dopo il raccolto

Dopo ore di potatura, tutte le cime dovrebbero essere appese in un ambiente buio e fresco, con flusso costante d’aria che circola nella stanza di essiccatura. b Si tratta di una fase molto importante, che se non viene effettuata in modo adeguato

può rovinare l’intero raccolto. Essiccate troppo velocemente e la cannabis sarà dura da fumare. Se la lasciate ad essiccare troppo a lungo, ammuffirà e non sarà utilizzabile. b In media, le cime più piccole essiccheranno nel giro di 5 giorni e quelle di dimensioni medie nel giro di una settimana. Per le cime più grandi potrebbero volerci 10 giorni o addirittura 2 settimane per essiccare. b Le cime dovrebbero essere appese a circa 20°C, con un piccolo ventilatore oscillante che soffia aria all’interno della

Questa procedura può richiedere un paio di settimane ed è molto importante che vi prendiate il vostro tempo e che essicchiate le cime correttamente. Se non lo fate in modo adeguato, potete vanificare mesi di lavoro e la vostra cannabis non sarà certo gradevole. b Aspettate che sia essiccata e poi conciate le cime per almeno una settimana. Per una guida su come conciare le cime, consultate il prossimo numero di Soft Secrets! Nella prossima puntata parleremo di come ottenere il miglior gusto possibile dalle vostre cime conciandole in modo corretto. b In bocca al lupo per il raccolto e non dimenticate di condividere le vostre foto sui social network di Soft Secrets! Pubblicheremo la migliore in uno dei prossimi numeri! Di Macky.


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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark

moltissimi di noi hanno probabilmente fumato la loro prima canna ben prima di avere 18 anni, ad oggi in Italia si può ufficialmente consumare cannabis legale solo se si è maggiorenni. Ma se si guarda oltre oceano, dove la cannabis ad alto contenuto di THC è in prevalenza legale, la lista delle diverse "legal ages" in tutto il Nord America è quantomeno curiosa. Ogni Stato degli Stati Uniti che consente la vendita di cannabis ricreativa richiede che i clienti abbiano almeno 21 anni; in Canada l'età minima è 19 anni, tranne che in Alberta (dove servono 18 anni) e Québec, dove invece si deve avere almeno 21 anni. Nella maggior parte delle giurisdizioni nordamericane poi, la marijuana medica è legale per le persone di età pari o superiore a 18 anni, ovviamente con prescrizione.

SUL CONSEGUIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ ESISTE DAVVERO UN'ETÀ MINIMA PER POTER CONSUMARE CANNABIS? L'età minima legale esiste praticamente per tutti i tipi di cose "da adulti". Che si parli di alcol, di tabacco o sesso consenziente, di guida o esercizio dei diritti democratici, ogni nazione ha messo nero su bianco quale sia l'età minima legalmente richiesta per accedere a determinati tipi di esperienze. E la cannabis? Impariamo a guidare il motorino a 14 anni, dai 16 in poi siamo in grado di avere rapporti sessuali consenzienti e a 18 possiamo finalmente andare a votare - ma non per eleggere i rappresentanti del Senato, per quello serve avere 21 anni. Se la maggiore età in Italia è istituzional-

mente fissata a 18 anni, esistono diverse tappe in cui una persona è legalmente autorizzata a fare determinate cose. Lo stesso avviene similmente in tutte le altre nazioni, con età minime leggermente diverse, decise sulla base del contesto culturale. E quando si parla di cannabis,

una sostanza ancora imprigionata nella zona grigia della semi-legalità, il dibattito si fa naturalmente acceso e interessante, soprattutto riguardo l'età minima ideale per consentire l'uso ricreativo. Se nell'illegalità tutto è permesso e in

Ma che differenza può fare davvero se si ha 18, 19 o 21 anni? Un gruppo di ricerca della Memorial University di Newfoundland, in Canada, ha recentemente indagato sulla questione e ha voluto dare una risposta. Invece di guardare alla salute e alla sicurezza immediate dei giovani, hanno preferito valutare i risultati del consumo nella loro vita da adulti, vale a dire il livello di istruzione, le abitudini di fumare sigarette per tutta la vita e la salute fisica e mentale in generale. Nel loro studio, i ricercatori canadesi hanno concluso che l'età legale minima ideale per consumare cannabis la prima volta sarebbe 19 anni. Mentre l'età di 19 anni è in linea con età legale minima nella maggior parte delle province e dei territori canadesi, l'autore principale dello studio, Hai Van Nguyen, afferma che lo studio del suo team non voleva mettere in discussione o confermare le normative vigenti. Si trattava piuttosto di misurare l'impatto di una sostanza proibita da tempo e gli effetti a lungo termine del suo utilizzo nella prima età adulta. "Non ci accontentiamo se i nostri risultati supportano o contraddicono l'attuale età legale minima nella maggior parte delle province. - ha detto il ricercatore - Riteniamo che i nostri risultati possano aiutare a informare il


25 dibattito sull'età legale minima in Canada, nonché a informare i responsabili delle politiche in altre giurisdizioni che stanno cercando di legalizzare la cannabis non medica come Messico, Nuova Zelanda, Russia, Lussemburgo e diversi stati degli Stati Uniti". L'American Academy of Pediatrics ha rifiutato di commentare direttamente lo studio ma la sua opinione sull'uso di cannabis in giovane età è ben nota. Si legge infatti sul suo sito web: "Visti i dati a sostegno degli effetti negativi della marijuana sulla salute e sullo sviluppo del cervello nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 0 e 21 anni, l'AAP si oppone all'uso di marijuana in questa fascia di popolazione". Nel 2019, anche il l capo esecutivo dello United States Public Health Service Commissioned Corps, Jerome Adams, ha reso pubblica la sua opinione riguardo l'uso di cannabis durante l'adolescenza. Adams si è concentrato sulle preoccupazioni circa

ideale, i minorenni non vanno mai a cercare cannabis da fonti illecite ma, si sa, non viviamo certo in un'utopia. Prima dell'apertura delle vendite legali di cannabis in Canada nell'ottobre 2018, una task force governativa ha esaminato attentamente la questione dell'età legale, scoprendo che maggiore è l'età minima legale, più è probabile che gli adolescenti cerchino fonti non regolamentate, rischiando sia il consumo di prodotti potenzialmente più pericolosi che l'incarcerazione. Poiché i gruppi sanitari hanno spinto per un'età legale minima di 21 e anche 25 anni, il Cannabis Act canadese alla fine ha lasciato che fosse compito delle singole province e territori stabilire un'età minima. La maggior parte ha finito per seguire la regola già in vigore per l'alcol: 19. Douglas Berman, professore di diritto presso la Ohio State University e direttore esecutivo del Drug Enforcement and Policy Center del college, sottolinea il danno individuale e comunitario che

I RICERCATORI CANADESI HANNO CONCLUSO CHE L'ETÀ LEGALE MINIMA IDEALE PER CONSUMARE CANNABIS LA PRIMA VOLTA SAREBBE 19 ANNI l'effetto del consumo di cannabis sul cervello e ha concluso con un "invito all'azione a livello nazionale" sulla sicurezza della cannabis per i giovani. Adams non è entrato nei dettagli sull'età, ma ha espresso preoccupazione per l'uso di cannabis mentre il cervello continua a svilupparsi fino a raggiungere i 20 anni. Dello stesso avviso anche gli esperti europei che, nella famosa mozione al Parlamento di Bruxelles in cui si auspicava un uso più esteso della cannabis a livello medicinale, hanno chiesto precise norme per la tutela dei minori nell'accesso alla sostanza.

deriva dagli arresti in giovane età "e le conseguenze collaterali di una possibile condanna". Sebbene sensibile alla scienza che suggerisce che il THC possa avere effetti negativi a lungo termine sul cervello in via di sviluppo, Berman sottolinea che l'età minima legale federale per bere era in gran parte basata sulla guida e sulla sicurezza stradale, non sulla salute del cervello e che non vede per quale motivo la cannabis debba essere trattata diversamente.

Detto questo, la scienza sull'uso precoce della cannabis e sullo sviluppo del cervello è ancora in fase embrionale. Gli esperti medici indicano come l'esposizione al THC negli adolescenti, tra gli altri sintomi, potrebbe causare cambiamenti nei modelli neurali, diminuzione della connettività neurale, assottigliamento della corteccia e sostanza bianca inferiore. Tuttavia uno studio recente, pubblicato dalla rivista Drug and Alcohol Dependence, suggerisce che eventuali cambiamenti alla struttura del cervello causati dall'uso di cannabis nell'adolescenza, vengano in larga parte riassorbiti e corretti prima che i soggetti compiano 30 anni.

Da un punto di vista legale, il professor Berman crede infatti che una soluzione possa essere trovata nel concetto di gradualità: "Penso che sia interessante immaginare i limiti di potenza del THC regolati in base ai diversi gruppi di età: i più giovani avrebbero un accesso legale e sicuro ai prodotti a basso contenuto di THC, che non dovrebbero compromettere alcuna funzione cerebrale. E poi, una volta raggiunti i 25 anni e con il cervello completamente sviluppato, ti consentiremo di avere accesso anche a livelli più alti di THC". Berman riconosce che questa idea non è perfetta ma è convinto che potrebbe rappresentare una sfida per l'industria commerciale e per i legislatori che si confrontano con le nuove disposizioni di legalizzazione.

Se davvero il problema principale è la salute del nostro cervello, perché allora non rendere la cannabis illegale fino ai 20 anni? Perché, nel mondo reale, chi fa le leggi deve soppesare la propensione della natura umana per il proibito con regole e conseguenze appropriate. In un mondo

E in Italia cosa ne pensano? Il nostro paese è tra i primi consumatori di cannabis in Europa e tutti i dati pubblicati da almeno un decennio a questa parte indicano che nel bel paese si comincia a fumare decisamente presto. La stragrande maggioranza dei soggetti presi in esame per le stati-

stiche ha ammesso di aver consumato cannabis per la prima volta molto prima di aver compiuto 18 anni, con una media che si attesta tra i 14 e i 16 anni. Forse anche in ragione della tutela dei minorenni, gli esperti medici italiani hanno sempre sconsigliato l'utilizzo di cannabis (anche medicale) ai soggetti non adulti. Di più, ancora nel 2020 in Italia si discute ufficialmente di come cominciare a fumare cannabis in giovane età sia l'anticamera della dipendenza da droghe pesanti in età adulta: roba di 50 anni fa. Da noi, insomma, le istituzioni preferiscono ancora sventolare lo spauracchio del "tossico" e l'accesso alla cannabis, sia essa a bassissimo o alto contenuto di THC,

tere l'acquisto e il consumo di cannabis a bassissimo contenuto di THC anche ai minorenni, potrebbe disincentivare il ricorso al mercato nero e al conseguente contatto con una sostanza più potente, meno controllata e potenzialmente più pericolosa. Ma, come dicevamo sopra, non viviamo certo in un'utopia e i ragazzi di ogni generazione avranno le proprie mele proibite da cogliere. Bisognerebbe forse fare come in Svizzera dove, anche per i minorenni, il possesso ad uso personale di meno di 10 grammi di hashish o marijuana non è legalmente perseguibile, in quanto la legge non prevede alcun trattamento speciale per gli adolescenti rispetto agli adulti in questi casi.

L'IDEA DI PERMETTERE L'ACQUISTO E IL CONSUMO DI CANNABIS A BASSISSIMO CONTENUTO DI THC ANCHE AI MINORENNI, POTREBBE DISINCENTIVARE IL RICORSO AL MERCATO NERO rimane privilegio dei maggiorenni. Ma la proposta del professor Berman potrebbe avere interessanti applicazioni nel caso in cui finalmente si decidesse di legalizzare tout court anche in Italia. L'idea di permet-

Magari gli Svizzeri non avranno a cuore il cervello dei loro ragazzi... Di sicuro, hanno capito che criminalizzarli per qualche canna può causare danni molto peggiori al loro sviluppo come adulti.



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8. A. B. C. D.

Flushing, raccolto e concia. 1. A. B. C. D. 2. A. B. C. D. 3. A. B. C. D.

4. A. B. C. D. 5.

Che cosa fa il flushing? Elimina gli insetti infestanti. Riduce le dimensioni della pianta. Elimina le tracce immagazzinate di nutrienti. Migliora il colore della pianta. Cosa può succedere se non si effettua il flushing? Le cime non si essiccano adeguatamente. Le cime marciscono. Le cime si sbriciolano al momento dell’essiccatura. ΖO VDSRUH H OD TXDOLW¢ ȴQDOL QH ULVHQWRQR Che tipo di ciclo di luce si dovrebbe utilizzare per il flushing? Lo stesso che per la fioritura. Luci spente. 6 ore accese/18 ore spente. Luci accese.

Per quanto tempo si dovrebbe effettuare il flushing? Più di 4 settimane. 1-2 settimane. 3 settimane. 1 giorno.

A. B. C. D.

Perché alcuni coltivatori applicano una fase di 48 ore di “buio” appena prima del raccolto? Per aumentare e migliorare i sapori. Per evitare che le piante si secchino. Per tenere basse le temperature. Per mantenere l’umidità a livelli corretti.

6. A. B. C. D.

In che cosa consiste la potatura a umido? Inumidire le cime prima della potatura. Potare le cime prima dell’essiccatura. Tenere alta l’umidità dopo la potatura. Potare senza effettuare il flushing.

7. A. B. C. D.

Cosa sono le sugar leaf? Foglie che ingialliscono. Foglie palmate. Foglie con tricomi sulle stesse. Nuove foglie.

9. A. B. C. D.

A che distanza dalla cima si dovrebbe potare il fogliame in eccesso? 1-2 mm. 1 cm 2 cm 2,54 cm (1 pollice).

15. Come andrebbero posizionate le cime al momento dell’essiccatura? A. Impilate. B. Distanziate in modo omogeneo. C. In un barattolo. D. In ordine di dimensione.

In che cosa si può trasformare la potatura di foglie sugar in eccesso? Zuppa. Colla. Carta. Bubble Hash.

16. A. B. C. D.

10. In che cosa consiste la potatura a secco? A. Eliminare il fogliame prima che secchi. B. Far seccare le cime prima di eliminare il fogliame. C. Utilizzare una macchina per la potatura. D. 3RWDUH VHQ]D H΍HWWXDUH SULPD LO ȵXVKLQJ

11. Perché è importante far essiccare le cime al buio? A. Per velocizzare il processo. B. Per rallentare il processo. C. La luce può deteriorare il THC. D. Per allontanare i parassiti.

12. Qual è la temperatura adatta per fare essiccare le cime? A. 18-20°C. B. 25-30°C. C. 10-15°C. D. Oltre i 30°C.

13. Quale è l’umidità adatta per fare essiccare le cime? A. 10-20% UR. B. 25% UR. C. 50-60% UR. D. Meno di 10% UR.

14. Perché è importante far essiccare le cime lentamente? A. Per massimizzare l’espressione della pianta. B. Per evitare gli insetti infestanti. C. Per evitare un sapore finale amaro “acerbo”. D. Per mantenere il gradevole aspetto delle cime.

Come si dovrebbero conciare le cime? In una scatola di cartone. Non si deve fare. In un sacchetto di plastica. In un barattolo di vetro a tenuta stagna.

17. In che cosa consiste il “burping” durante la concia? A. Scuotere il barattolo. B. Aprire il barattolo in modo regolare per un buon flusso d’aria. C. Lasciare il barattolo sotto la luce del sole. D. Non aprire il barattolo.

18. Perché si dovrebbe effettuare la concia delle cime? A. Per farle essiccare ulteriormente. B. Per farle pesare di più. C. Per far maturare i sapori. D. Per schiarire il loro colore.

19. Qual è il contenuto di umidità ideale delle cime ben essiccate e conciate? A. 10-12% di contenuto di umidità. B. 50% di contenuto di umidità. C. 20% di contenuto di umidità. D. 0% di contenuto di umidità.

20. Per quanto tempo si possono tenere le cime conciate? A. Finché si vuole. B. Fino a 12 mesi in condizioni adeguate. C. 3 mesi. D. 5 anni.

Risposte a pagina 54


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COLTIVAZIONE DI CANNABIS INDOOR

TEST DI COLTURA PER BLUEBERRY COOKIES E OCEAN GROWN COOKIES Abbiamo intervistato Antonio, un cannabicoltore indoor che ha testato, con ottimi risultati, le due nuove varietà cookies di Dinafem: Blueberry Cookies e Ocean H. Madera Grown Cookies. Antonio è un appassionato coltivatore indoor. Tutto è iniziato quando la sua ragazza gli ha riferito che alcuni amici avrebbero messo a sua disposizione il loro terrazzo di casa per coltivare cannabis. Dalla germinazione del primo seme è così cominciato un cammino che non si è mai arrestato. Tutti, ci confessa Antonio, hanno bisogno d’inseguire una passione. Quanto a lui, il suo amore per la cannabicoltura lo

Germinazione

Piantina di Blueberry Cookies

ha portato a investire in attrezzature con cui allestire uno spazio di coltura all’interno del suo appartamento, in modo da non dover più dipendere dagli altri.

Lo spazio di coltura

Lo spazio di coltura è stato allestito in una stanza degli ospiti, che Antonio lascia sempre con la finestra aperta e la persiana abbassata. In questa stanza ha installato

Piante appena germinate

Fase vegetativa

XQD WHQGD GL FROWXUD GL [ bFP PXQLta di pannello LED Platinum P300, che FRQVXPD VROR b: GXUDQWH OD FUHVFLWD H b: GXUDQWH OD ILRULWXUD FRQ XQ QRWHYROH risparmio energetico e produzione di calore praticamente nulla. La tenda è tenuta sempre aperta ed è provvista di due ventilatori, che consentono di mantenere una temperatura costante di 24,5-25,5º durante il giorno e di 20–21º durante la notte. Antonio utilizza inoltre un deumidificatore, per mantenere un’umidità del 60% durante la crescita e del 55% circa in fase di fioritura. Ci ha spiegato inoltre che, quando le

punte delle piante crescono fino a toccare quasi il pannello a LED, le sposta di un palmo e mezzo, per evitare che si brucino e stimolare la produzione di infiorescenze e una grande quantità di tricomi, anche se talvolta, a causa dell’intensità della luce, le punte superiori possono imbiancarsi.

Sostrato e fertilizzazione

Normalmente Antonio usa vasi di tipo air pot da 10 litri, appositamente progettati per stimolare la crescita della zolla e renderla più fibrosa. In tal modo l’acqua e le sostanze nutritive possono essere facilmente assorbite e il sostrato risulta più ossigenato. Sul fondo del vaso Antonio distende uno strato di 1 cm di perlite, a

OG Cookies e Blueberry Cookies all’inizio della fase vegetativa

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9LVWD GHOOD WHQGD GL FROWXUD GXUDQWH OD IDVH YHJHWDWLYD

Fase vegetativa della OG Cookies e della Blueberry Cookies

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fogliame. In entrambe le varietà, la concentrazione di tricomi era impressionante, con diversi grappoli di fiori e foglie cariche di resina. Alla fine della fioritura, era visibile una tale concentrazione di resina che i bud avevano l’aspetto di “caramelle al THC”. I bud sono quindi stati recisi, spuntati accuratamente ed essiccati in una tenda di propagazione, provvista di un piccolo deumidificatore. Ogni giorno Antonio collocava all’interno una bottiglia da 6 litri d’acqua ghiacciata, per tenere bassa la temperatura.

Degustazione di Blueberry Cookies e Ocean Grown Cookies

Vegetazione frondosa della Blueberry Cookies

cui aggiunge 3 cm di All Mix Biobizz e un ulteriore strato di Light Mix Biobizz, fino a riempire quasi tutto il vaso. In cima a tutto sparge infine guano di pipistrello “Superguano” e lava vulcanica “Top Vulcan”, entrambi della marca Top Crop. Per fertilizzare questo sostrato, utilizza i fertilizzanti base della BAC, combinati con l’intera gamma di stimolatori per la crescita di Advanced Nutrients. In particolare, utilizza Rhino Skin, Big Bud, Bud Factor X, Bud Candy, Tarántula, Piraña, Nirvana, Overdrive, Sensi Zym e B52. Inoltre, alla fine della fioritura, irriga le piante con acqua alternativamente miscelata con i suddetti stimolatori e Bloombastic. Coltivando solo quattro piante all’interno della tenda, è poi libero di adattare l’irrigazione di volta in volta, miscelando l’acqua con i nutrienti più adatti.

Potatura, installazione di una rete, controllo dell’altezza e defoliazione

Con una stampante 3D, Antonio ha realizzato un telaio, su cui vengono fissate tutte le piante. Il telaio viene utilizzato anche per tenere aperti i rami e stimolare la crescita piante con portamento basso; in altri termini, applica il metodo del Low Stress Training (LST). Nella normale fase di crescita, le piante normalmente sviluppano un bud principale di grandi dimensioni e altri bud molto più piccoli. Questo metodo di allevamento viene applicato durante la crescita e consiste nel legare il ramo principale, che cresce in una posizione più aperta, mentre i rami secondari raggiungono rapidamente la luce e producono bud omogenei. Oltre al metodo LST, Antonio installa anche una rete, per favorire

Una volta asciutti, i bud avevano un la crescita orizzontale delle piante. Inoltre, preferisce una potatura apicale e uno sfrondamento intenso dei rami bassi perché, quando si coltiva con i LED, i bud prodotti in questa zona sono di scarsa qualità. Tra la seconda e la terza settimana di fioritura, di solito, rimuove le foglie più grandi, per evitare che i bud rimangano coperti.

Crescita e fioritura di Blueberry Cookies e Ocean Grown Cookies Nel test di coltura delle due varietà, Antonio ha germinato i semi direttamente nel terreno: le piantine sono germogliate dopo tre giorni. Gli esemplari sono quindi cresciuti con rami abbondanti e un portamento arbustivo. Un esemplare di Blueberry Cookies è cresciuto piuttosto alto, con una lunga cima principale, foglie spesse e splendidamente violacee e foglioline molto folte. Nella fase vegetativa le piante sono cresciute alquanto lentamente ma rigogliose.

Passando alla fase di fioritura, lo sviluppo è stato esplosivo. I rami hanno continuato a crescere producendo molto fogliame, con germogli su tutti i lati. Sono spuntati anche molti rami bassi, poi rimossi. Le Blueberry Cookies tendevano a crescere più delle Ocean Grown Cookies, continuando a svilupparsi anche dopo la potatura apicale; i loro bud si raccoglievano prima in file uniformi per poi densificarsi settimana dopo settimana. Dalla seconda settimana in poi, Ocean Grown Cookies si è contraddistinta per il suo profumo intenso, che pervadeva la stanza, oltre che per la bellezza del suo

aspetto impressionante: densi e con grande quantità di resina. È quindi giunto il momento di degustarli. Al palato i Blueberry Cookies erano caratterizzati da un sapore dolce e fruttato, molto intenso. Fumarli è stata un’esperienza piacevole e deliziosa, che ha attirato l’attenzione dei visitatori per l’effetto particolarmente rilassante e creativo. Anche i bud delle OG Cookies risultavano piuttosto dolci, anche se su base molto più terrosa. Antonio si è detto molto soddisfatto dei semi di Dinafem, che aveva già provato in altre occasioni. perché sono “a prova di errore”, facili da germogliare, sempre affidabili nella resa e al di sopra di ogni aspettativa.


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Fioritura abbondante

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Dettaglio di un bud alla fine della fioritura

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LEGALIZZAZIONE di Giovanna Dark

OSTINARSI A VEDERE IL BICCHIERE MEZZO VUOTO LA MAGGIOR PARTE DELLA RICERCA SULLA CANNABIS SI CONCENTRA SUI DANNI DEL SUO UTILIZZO, ANZICHÉ SUI BENEFICI facile per i ricercatori lavorare con composti isolati e creare dosi regolate, invece che utilizzare l'intera pianta di cannabis con tutte le sue proprietà. Negli Stati Uniti, così come da noi, è difficile ottenere i permessi governativi e, al momento, l'unico produttore legale di cannabis per la ricerca negli Stati Uniti è l'Università del Mississippi, che coltiva cannabis decisamente diversa da quella consumata quotidianamente da milioni di americani.

Per le anime belle e quanti credono nell'imparzialità della scienza, questa notizia è davvero un duro colpo. Un nuovo studio pubblicato da Science - una delle più prestigiose riviste in campo scientifico - ha rivelato che la maggior parte delle ricerche che vengono condotte sulla cannabis si concentra sui danni del suo utilizzo invece che sugli effetti benefici. E poiché una ricerca positiva sulla cannabis è indubbiamente la chiave per rendere legale la pianta, quello portato alla luce da Science è un sistema che potrebbe tranquillamente far gridare al complotto. Partiamo dai numeri. L'analisi del finanziamento della ricerca sulla cannabis negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito dice che tra il 2000 e il 2018 sono stati destinati 1,56 miliardi di dollari, di cui oltre la metà è stata spesa per indagare i potenziali danni dell'uso ricreativo. Poco più di 1 miliardo di dollari è venuto dal più grande finanziatore, lo statunitense National Institute on Drug Abuse (NIDA), che ha distribuito molti più soldi per la ricerca sull'uso improprio della cannabis e sui suoi effetti negativi, invece che sulle sue applicazioni mediche. Ed è innegabile che il budget del governo sia una dichiarazione politica. Rispetto ai 1,49 miliardi spesi dagli Stati Uniti nel periodo di 18

anni, il Canada ha speso 32,2 milioni e il Regno Unito 40 milioni. Mentre la spesa del Regno Unito è stata similmente dominata dalla ricerca sugli effetti nocivi della cannabis, i finanziamenti del Canada si sono concentrati sul sistema endocannabinoide, Lo studio pubblicato da Science si basa su un database assemblato da Jim Hudson,

della sua lettura dei 3269 sussidi che includevano parole chiave correlate alla cannabis, Hudson ha classificato ciascuna in categorie che hanno catturato il fulcro della ricerca. Il suo è il primissimo tentativo di consolidare i dati sulle sovvenzioni per la cannabis da una vasta gamma di fonti e classificarli ed è utile vedere come la "parte del leone negli Stati Uniti rimane concentrata

COSÌ FACENDO SI FINISCE PER FORNIRE PIÙ ARGOMENTI AI DETRATTORI E SI CONTRIBUISCE A CEMENTARE ULTERIORMENTE LA POSIZIONE DELLA CANNABIS COME "DROGA", INVECE CHE COME SEMPLICE PIANTA MEDICINALE un consulente di enti di beneficenza per la ricerca medica e agenzie governative, che ha raccolto dati sulle sovvenzioni - disponibili pubblicamente - di 50 finanziatori, comprese agenzie pubbliche. Sulla base

sulle conseguenze negative anziché sui potenziali benefici. L'analisi accenna anche agli ostacoli legali allo studio della cannabis. Spesso è più

Quello messo assieme da Jim Hudson non è purtroppo un quadro esaustivo della ricerca sulla cannabis a livello mondiale, perché acquisisce solo dati pubblici da un breve elenco di paesi. Ad esempio, nonostante la reputazione di importante centro di ricerca sulla cannabis, Israele non è presente, così come non viene annoverato nemmeno uno dei paesi dell'Unione Europea; sebbene Hudson speri di espandere l'elenco dei paesi e dei finanziatori. Il suo è comunque un contributo fondamentale e svela un lato della scienza che spesso non consideriamo a fondo, ovvero che la ricerca viene troppo spesso indirizzata dalla mano che la finanzia. Se la ricerca "viziata" sulla cannabis aveva quasi il suo perché duranti gli anni bui della "war on drugs", meno si capisce come mai anche oggi questa tendenza permanga. Soprattutto se si pensa che così facendo si finisce per fornire più argomenti ai detrattori della pianta e si contribuisce a cementare ulteriormente la posizione della cannabis come "droga", invece che come semplice pianta medicinale. E ciò è indubbiamente problematico da un punto di vista etico e scientifico, soprattutto se si considerano le dubbie giustificazioni che si continuano a porre contro chi chiede di legalizzare in primis l'autocoltivazione. Se non altro, la buona notizia è che il finanziamento complessivo della ricerca sulla cannabis negli è in costante aumento. Negli Stati Uniti da meno di 30,2 milioni di dollari nel 2000 si è passati a più di 143 milioni nel 2018, e il denaro per esplorare i trattamenti medici sulla cannabis continua a fluire copioso, anche se non così velocemente come i finanziamenti per le indagini sui suoi potenziali danni. La speranza è certamente che la ricerca sulla cannabis possa tornare a vedere il bicchiere mezzo pieno.


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COLTIVA CON JORGE CERVANTES

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Di Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com

malate. Il lavaggio delle mani uccide batteri, funghi e virus indesiderati. Malattie e parassiti passano da una pianta all’altra su attrezzi sporchi, contenitori e materiale vario. Disinfettate gli attrezzi e il materiale immergendo o strofinando con alcool per sfregamento, soluzione di candeggina al 5 percento, disinfettanti commerciali o sterilizzati con una torcia a mano per uccidere eventuali malattie e parassiti. Un rapido riscaldamento con la torcia sterilizzerà gli attrezzi in pochi secondi. È molto più facile tenere puliti dei set separati di attrezzi e materiale per coltura indoor, in serra e outdoor. Eliminate le piante malate dalla coltura mettendole in contenitori e trattatele in isolamento. Una singola pianta debole e malata può diffondere in poco tempo problemi devastanti nella coltivazione. Se non potete isolare le piante, prendete in considerazione la possibilità di eliminarle e di distruggerle nel caso in cui i problemi dovessero essere gravi.

PREVENZIONE DI MALATTIE E PARASSITI

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Le coltivazioni pulite e ben curate danno pochi problemi di malattie e parassiti. Al contrario, le colture sporche, umide e mal tenute che ho visto hanno avuto problemi di oidio, di marciume delle cime, di acari, di tripidi e di molte altre malattie e parassiti. Le coltivazioni problematiche producono raccolti inferiori agli standard. Prevenite malattie e parassiti controllando ciò che attira malattie e parassiti e li aiuta a moltiplicarsi. Rimuovete i nascondigli umidi e poco igienici. Indossate abiti puliti. Lavatevi le mani e gli attrezzi dopo aver toccato le piante malate. Se le malattie attaccano una o più piante, isolatele e trattatele separatamente. Tenete pulita la vostra coltivazione. Spazzate per terra e i passaggi quotidianamente. Coprite i sentieri sporchi con barriere di erbacce tessute per ridurre al minimo la polvere e il fango e agevolare la pulizia. Igienizzate i pavimenti, i muri, i contenitori, ecc. delle coltivazioni delimitate con una soluzione di candeggina al 5 percento. Utilizzate pacciame organico pulito - paglia, fieno di erba medica, compost ben decomposto, ecc. - outdoor, che sia privo di malattie e sostanze chimiche. Non utilizzate foglie di cannabis contaminate o dell’altro pacciame infetto e infestato da parassiti. Indoor e in serra usate pacciame che possa essere sterilizzato, compresi i pellet di argilla espansa, la carta e la plastica.

I coltivatori trasportano molte malattie e parassiti che potrebbero distruggere le loro coltivazioni. Alcune semplici e regolari precauzioni sanitarie prevengono malattie e parassiti. Indossare vestiti puliti - magliette, scarpe, pantaloni, guanti - soprattutto nelle aree delimitate. Queste semplici precauzioni mantengono i problemi al di fuori delle mura della coltura. Predisponete un catino di soluzione di candeggina diluita al 5 percento fuori dalla coltivazione per sterilizzare le scarpe. Entrate con le scarpe nella soluzione ogni volta che fate ingresso nella coltura. I coltivatori professionisti di cannabis medica utilizzano questa valida tecnica per prevenire l’ingresso di malattie e parassiti nelle loro coltivazioni indoor e in serra. Lavatevi le mani per almeno 20 secondi con sapone e acqua calda prima di toccare il fogliame e dopo aver maneggiato le piante malate. Applicate alcune gocce di alcool da sfregamento (isopropilico) sulle mani per una rapida igienizzazione fra una manipolazione e l’altra delle piante

Le malattie del suolo e i parassiti e le loro uova vivono nel terriccio usato contaminato e nelle miscele senza terra di piante containerizzate. La struttura e la consistenza dei substrati di coltura usati si deteriorano. Le radici penetrano più lenta-

mente nei substrati compattati e c’è meno spazio per l’ossigeno, il che limita l’assorbimento dei nutrienti. Il terriccio usato è privo di nutrienti e presenta squilibri nutritivi. Le piante denutrite crescono in terreni di coltura soggetti a malattie. Queste piante malate sono il bersaglio perfetto di malattie e infestazioni parassitarie. Evitate i problemi. Smaltite i substrati di coltura usati o incorporateli nel terreno della coltivazione outdoor. Risparmiare sull’acquisto di terriccio sarà ripagato con una diminuzione della resa e con la perdita dei raccolti. Iniziare un nuovo raccolto in un nuovo substrato di coltura costerà di più all’inizio, ma eliminerà molti problemi potenziali. La sostituzione del terreno e di altri substrati può essere proibitiva in termini monetari per le coltivazioni di grandi dimensioni. Il riutilizzo del terreno richiede manodopera extra e competenze tecniche. La ventilazione dell’aria è fondamentale in tutte le colture, siano esse indoor, outdoor e in serra. Indoor e in serra, la ventilazione passiva è la modalità di controllo dell’umidità più semplice e meno costosa a disposizione. Aprite le bocchette d’aria passive in entrata e in uscita per creare un flusso d’aria naturale usando un


36 semplice principio fisico: l’aria calda sale. Le bocchette di aspirazione situate vicino al livello del suolo portano aria fresca che viene aspirata dalle bocchette di uscita situate vicino al soffitto. Indoor un ventilatore collegato a un umidostato è spesso la soluzione più efficace per controllare l’umidità. Ho visitato diverse stanze di coltura e serre con scarsa ventilazione, alcune addirittura senza ventole di estrazione. L’aria umida che ristagnava era così forte che mi ha fatto appannare gli occhiali. La soluzione è semplice, installare una ventola per aspirare l'aria umida viziata. Installate ventole abbastanza grandi da rimuovere in poco tempo l’aria umida e mantenere l'umidità al 50 percento o meno. Collegare i generatori e gli emettitori di CO2 a un controller che gestisce l’estrazione dell’aria. I generatori di CO2 aumentano la crescita della cannabis, ma per contro creano calore e umidità. I deumidificatori sono relativamente economici, facilmente reperibili e svolgono un buon lavoro nel tenere sotto controllo l’umidità nelle aree chiuse. I deumidificatori assorbono energia elettrica extra e l’acqua condensata deve essere eliminata su base quotidiana. La maggior parte dei condizionatori d’aria possono essere impostati su un livello di umidità specifico. Il legno, il carbone e il calore elettrico asciugano e deumidificano l’aria. Aprite le bocchette del calore domestico e dei condizionatori d’aria che si trovano nelle coltivazioni indoor per contribuire a controllare la temperatura e a mantenere bassa l’umidità. Outdoor, la riduzione dell’umidità richiede pianificazione. Piantate in aree con flusso d’aria naturale come passaggi d’aria e pendii delle colline. Non piantate in fondo a un canyon o in una valle dove l’aria si ferma e ristagna. Una volta che le piante sono nel terreno, l’umidità è praticamente impossibile da controllare. Le piante in container possono essere spostate in luoghi con flusso d’aria naturale nel caso in cui le condizioni climatiche cambino. La circolazione dell’aria rende la vita molto difficile a malattie e parassiti. Molti parassiti sono letteralmente spazzati via dal vento. Le spore dei funghi hanno poco tempo per insediarsi con la brezza e crescono male sul terreno, sui gambi e sulle foglie essiccati al vento. Installate dei ventilatori per la circolazione dell’aria indoor e in serra. Potate ed eliminate i rami spinosi e il fogliame all’interno delle piante. Questo aumenterà la circolazione dell’aria all’interno delle piante in modo che l’aria stagnante possa essere evacuata in modo efficiente. Tutte le piante indoor, in serra e outdoor traggono vantaggio dall’elimina-

zione del fogliame di basso valore. Piantate varietà di cannabis resistenti agli insetti e alle muffe. In generale, le varietà a predominanza indica sono più resistenti ai parassiti e le varietà a predominanza sativa sono più resistenti agli attacchi fungini. Scegliete piante madri che sapete essere resistenti alle malattie e ai parassiti. La resistenza a malattie e parassiti stanno appena cominciando a diventare una priorità tra i selezionatori professionisti. Ad oggi, sono disponibili poche varietà resistenti alle malattie e ai parassiti. Questo è un altro motivo per cui le tecniche di coltivazione sanitarie sono fondamentali per proteggere le piante da questi distruttori di coltivazioni. Impiegate tutte queste misure preventive e la vostra coltivazione avrà meno problemi con malattie e parassiti. E quando si presentano problemi di malattie e parassiti, sarà molto più facile individuarli e correggerli. Prevenire l’insorgenza di malattie e parassiti è molto più facile rispetto a eliminare un’infestazione. Se le malattie e i parassiti non sono tenuti sotto controllo, possono devastare la coltura nel giro di poche settimane.

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Le coltivazioni indoor delimitate sono più soggette a malattie e parassiti perché offrono un ambiente ospitale alle malattie che distruggono la cannabis. Delimitate completamente (sigillate) le stanze di coltivazione in modo che l’ambiente possa essere controllato in modo efficiente. Un po’ di pressione negativa nelle colture delimitate rende la vita difficile a malattie e parassiti. Le serre si scaldano quando esce il sole e si raffreddano in poco tempo quando il sole scompare. La temperatura può salire rapidamente oltre la soglia di sicurezza di 29 gradi centigradi. Le temperature elevate rallentano la crescita e provocano molti altri problemi. Quando le temperature si abbassano, l’umidità relativa sale in poco tempo causando la formazione di condensa ovunque: su muri, fogliame, terreno, ecc.

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Le coltivazioni outdoor sono le mie preferite! Sono meno soggette a malattie e parassiti perché le forze naturali - luce del sole, vento, pioggia e predatori naturali tengono sotto controllo malattie e parassiti. Controllate le malattie e i parassiti. Se la prevenzione si dimostra inadeguata e compaiono malattie, saranno necessarie misure di controllo metodiche. Le malattie possono diffondersi a macchia d’olio se si presentano condizioni favorevoli. Se le malattie prendono piede, anche dopo l’adozione di tutte le misure preventive, intervenire immediatamente. Individuate la malattia o parassita che ha provocato il danno. Valutate la portata dell’infestazione. Agite poi per tenere il tutto sotto controllo.

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Jorge Cervantes è l’autore della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2.000 immagini a colori, in formato A4) e di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia). Entrambi sono disponibili in vendita su Amazon a livello internazionale. La Cannabis Encyclopedia contiene un ottimo capitolo sull’acqua. Contattate Jorge su www.marijuanagrowing.com.


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COLTIVA CON MR. JOSÉ

Mr. José / info@mrjose.eu

RITORNO ALLE ORIGINI - CIÒ DI CUI HANNO

BISOGNO LE PIANTE

Ci sono un sacco di ipotesi e di notizie rivoluzionarie sulla coltivazione di cannabis negli ultimi anni. È fantastico seguire e provare nuove tecniche, nuove attrezzature e sistemi di coltivazione. In ogni caso, l’unico modo per ottenere un raccolto spettacolare è quello di non dimenticare le basi. Torniamo alle origini e riassumiamo ciò che molti coltivatori a volte dimenticano. Fotosintesi

Per noi esseri umani, l’elemento più importante è che produce ossigeno, senza il quale non saremmo in grado di vivere sulla Terra. Tuttavia, per il regno vegetale, l’ossigeno è solo uno dei suoi prodotti collaterali. Nel processo di fotosintesi, le piante assorbono anidride carbonica (CO2), acqua, sostanze nutritive, radiazioni fotosinteticamente attive e calore, che trasformano in ossigeno e carboidrati. Mentre rilasciano la maggior parte dell'ossigeno nell’aria, utilizzano i carboidrati come fonte di energia per crescere e sopravvivere. Più è rapida e migliore la fotosintesi, maggiore è la quantità di carboidrati che le piante riescono a produrre. L’obiettivo principale di ogni coltivatore è quello d’incoraggiare il più possibile la velocità della fotosintesi. Quando le condizioni per la fotosintesi sono ottimali, le piante hanno maggiore energia per la loro crescita e la loro fioritura. Il processo in cui semplici composti inorganici formano strutture più complesse viene definito assimilazione.

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Se uno dei componenti necessari alla fotosintesi manca o non è presente a sufficienza, il processo avviene solo in parte o non avviene affatto. Se, per esempio, le piante non hanno accesso alla luce, come durante la notte, la fotosintesi non si verifica. Ma anche in questo caso le piante utilizzano comunque dell’energia per mantenere le loro funzioni vitali. A quel punto, scindono le strutture complesse sotto forma di carboidrati in strutture più semplici. Questo processo viene definito dissimilazione ed è l’esatto contrario dell’assimilazione. Se volete che le vostre piante utilizzino l’energia soprattutto per la loro crescita e fioritura, dovete ridurre al minimo la dissimilazione e massimizzare l’assimilazione promuovendo e accelerando la fotosintesi. Lo si può fare creando un clima adeguato e assicurando un buon funzionamento generale della stanza di coltivazione.

Un’irrigazione inadeguata rallenta la crescita delle piante e una grande carenza d’acqua comporta la morte delle piante. Con una quantità ottimale di umidità, la pianta si sviluppa adeguatamente. Se l’irrigazione è eccesiva, le radici - da cui la pianta trae le sue sostanze nutritive – sono le prime a cominciare ad ammuffire. Se l’eccesso persiste, la pianta comincia a diventare salmastra. Nei casi estremi inizia ad ammuffire e il gambo e la pianta muoiono del tutto. Le piante di cannabis assorbono l’acqua attraverso l’apparato radicale, per lo più attraverso i pilucchi sottili presenti sulla superficie delle radici, chiamati pilucchi radicali. Sono visibili ad occhio nudo e il momento migliore per osservarli è quando i semi germinano sulla carta di germinazione. Se volete che le radici ricevano la quantità d’acqua necessaria, occorre creare le condizioni ottimali, il che significa raggiungere la giusta temperatura e fornire abbastanza ossigeno. Se la temperatura è troppo bassa o troppo elevata nell’area delle radici, la capacità di assorbimento dell’acqua diminuisce. Con temperature estreme questa capacità è bloccata del tutto.

Nutrienti

Acqua

Le piante, come le persone, sono per lo più costituite da acqua. Il 70-80% del peso

delle piante fresche è costituito da acqua, che svolge un ruolo chiave nelle varie reazioni metaboliche, compresa la fotosintesi. Tuttavia, fino al 98% dell’acqua assorbita viene riemessa nell’atmosfera per traspirazione. L’acqua è fondamentale per il trasporto delle sostanze nell’organismo vegetale. Scioglie le sostanze nutritive e le trasporta laddove le piante ne hanno bisogno. Può anche raffreddare la pianta in caso di necessità, oppure impedire che la temperatura scenda velocemente. La funzione termoregolatrice dell’acqua potrebbe essere utilizzata dai coltivatori come soluzione ottimale per aumentare la presenza di CO2. In una situazione ideale, l’acqua scorre continuamente all’interno della pianta dalle radici fino alle foglie, dove fuoriesce dalla pianta e viene rilasciata nell’atmosfera sotto forma di vapore. Questo non sarebbe possibile senza una significativa tensione superficiale dell’acqua, che consente l’elevazione capillare, la traspirazione e la galleggiabilità delle radici.

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La maggior parte dei nutrienti viene assorbita dai pilucchi delle radici con l’acqua. Le piante di cannabis, come altre piante più alte, sono in grado di assorbire alcune sostanze nutritive anche dalle


39 foglie. La nutrizione fogliare è per lo più utilizzata come rimedio veloce per correggere lo squilibrio dei nutrienti o per aggiungere oligoelementi e vitamine alle piante. Ciononostante, la nutrizione delle radici è di gran lunga più importante della nutrizione fogliare. La fonte primaria di nutrienti è il terreno. Contiene una quantità diversa di humus. L’humus è un

pio idroponicamente o aeroponicamente. In tal caso, tutte le sostanze nutritive vengono disciolte direttamente in acqua e distribuite direttamente nell’area delle radici.

Luce

La luce è uno degli elementi fondamentali della fotosintesi e le piante ne hanno

e proteggono l’apparato fotosintetico dai danni causati da un’eccessiva radiazione. Per le piante è necessaria una radiazione fotosinteticamente attiva (PAR). La crescita delle vostre piante dipende dalla quantità di PAR che ricevono.

Aria – CO2 e ossigeno

Le piante hanno bisogno di più CO2 rispetto agli esseri umani e sono in grado di produrre da sole una quantità adeguata di ossigeno. La mancanza di questi elementi comporterà una crescita lenta o interrotta, l’ingiallimento delle foglie e la comparsa di fiori piccoli e magri. È necessario ventilare regolarmente ed efficacemente la stanza di coltivazione, non solo per apportare CO2, ma anche e spesso per mantenere la temperatura e l’umidità necessarie. Dedicate quindi grande attenzione alla ventilazione e al livello di CO2 nella vostra stanza di coltura.

Calore e umidità

La cannabis ha le sue temperature preferite e cresce anche in base alle variazioni di temperatura. Se non si garantisce la temperatura necessaria, non crescerà come ci si aspetta. La temperatura di giorno dovrebbe oscillare fra i 24° e i 28 °C, (e non superare mai i 32 °C), mentre di notte non dovrebbe scendere al di sotto dei 16 °C. L’umidità dell'aria riveste una funzione

Cima sana.

complesso di microrganismi necrotici, piante, animali e funghi che influenza fortemente la concentrazione di sostanze nutritive nel terreno e la sua disponibilità delle stesse per le piante. Le piante non assorbono gli elementi nutritivi dal terreno alla stessa concentrazione in cui sono presenti in esso. A causa della grande differenza fra la concentrazione di elementi nutritivi nel suolo e il fabbisogno delle piante, le radici hanno la capacità di regolare l’assorbimento di particolari nutrienti separatamente dagli altri. C’è anche la possibilità di far crescere le piante senza terreno in un substrato inerte, per esem-

bisogno per vivere. Senza luce adeguata non hanno energia per la fotosintesi. Le piante in tal caso non crescono come vorreste e non riuscirete mai a ottenere il raccolto dei vostri sogni. Per la coltivazione indoor, la luce artificiale è il primo elemento a cui dovete pensare e di cui dovete utilizzare l’effetto al massimo. Le piante contengono tre pigmenti fotosintetici principali, in grado di utilizzare l’energia della luce. La clorofilla A assorbe la maggior parte dell’energia dello spettro della luce blu e rossa. Le clorofille B e C trasferiscono l’energia assorbita alla clorofilla A. I carotenoidi fanno la stessa cosa

fondamentale nel processo di traspirazione. È necessario controllare l’umidità dell'aria e al contempo la temperatura per ottenere condizioni ottimali per una rapida fotosintesi. La velocità di traspirazione dipende, fra le altre cose, dalla differenza di pressione del vapore acqueo all’interno delle foglie e nell’ambiente circostante (deficit di pressione del vapore - VPD). All'interno della foglia c’è sempre il 100% di umidità e l’acqua è presente in forma liquida. Prima della traspirazione nell’atmosfera, l’acqua sotto la superficie della foglia si trasforma in vapore. Questo crea la pressione di cui abbiamo parlato perché il vapore ha bisogno di molto più spazio dell’acqua. Il livello della pressione del vapore acqueo all'interno della foglia dipende anche dalla sua temperatura. Il valore della pressione VPD è determinato dalla temperatura e dall’umidità relativa. Si consigliano i seguenti valori VPD per ottenere una velocità di traspirazione ottimale. Per la clonazione e la fase iniziale di crescita 0,4-0,8 kPa, per la fase finale di crescita e l’inizio della fase di fioritura 0,8-1,2 kPa e per la seconda fase di fioritura 1,2-1,6 kPa. Per ulteriori informazioni sul VPD, date un’occhiata al mio vecchio articolo intitolato Acqua e piante. Grazie per l’attenzione e rimanete sintonizzati!



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SUBSTRATO Suolo

Uno dei substrati più utilizzati nel settore è il suolo. Recandoti al tuo shop di fiducia, sentirai parlare di terriccio, miscela leggera, miscela completa e miscela di coltivazione. Ma cosa contengono esattamente e come possono essere utilizzati al meglio? La maggior parte delle miscele di suolo sono un cocktail di vari tipi di torba. La torba umida e morbida si forma con le piante morte nei terreni paludosi e conservate a lungo in ambiente umido e a basso contenuto di ossigeno. Quando la torba viene estratta dal terreno, viene congelata, in modo che in seguito possa assorbire meglio l'acqua. Dopo questo processo di congelamento, la torba viene essiccata, macinata e setacciata. Ma non è tutto: la torba ha un basso pH, che solitamente si aggira intorno a 4,0. Si tratta di un valore pH così acido che la maggior parte delle piante non riesce ad assorbire i nutrienti. Quindi è necessario aumentarlo! Per farlo, viene aggiunto calcio e una piccola quantità

miscele di terriccio sono impostati su un valore iniziale di CE compreso tra 1,4 e 1,5. È importante che i substrati non vengano annaffiati eccessivamente. La struttura del suolo è troppo compatta per dosi eccessive di acqua. Se il suolo rimane troppo umido, le radici possono soffocare. Con questo substrato è bene aggiungere i nutrienti, unendoli all'acqua, ogni quattro volte. Si consiglia di lasciar cadere a terra i sacchi di suolo chiusi o di lavorarli con le mani per ottenere un substrato più poroso con meno zolle. Con una struttura porosa e sottile, il suolo darà risultati migliori. Coltivare sul suolo offre molti vantaggi, ma presenta anche alcuni svantaggi. Di seguito li elenchiamo per voi.

Vantaggi:

ȏ /D FROWLYD]LRQH VX VXROR ª SL» IOHVVLELOH H permette un certo margine di errore, rendendolo ideale per i principianti

cia. Un substrato più poroso favorisce la formazione di radici. SUGGERIMENTO! Come indicato in precedenza, il suolo contiene calcio e magnesio in quantità sufficienti per le prime 4-6 settimane. Dal momento in cui la pianta inizia a formare i suoi primi fiori o frutti, aggiungere ancora calcio. In quel momento si verifica un picco che durerà 3 settimane. E cosa succede se si elimina il calcio dal suolo? Il pH diminuisce! Per evitarlo, sarà necessario integrare il calcio (o considerare prodotti a base di calcio e magnesio).

Cocco

Il substrato di cocco viene utilizzato con frequenza sempre maggiore. Nel Regno Unito ne vanno completamente pazzi. I pallet stanno andando a ruba. Il substrato di cocco è uno dei substrati più efficaci ed economici al mondo. Ciò dipende da due vantaggi signifi-

quindi si essiccano meno rapidamente! Grazie alla sua struttura porosa e grezza, le piante creano radici più facilmente, respirando meglio. E con delle radici più grosse, la pianta cresce e fiorisce meglio. Il substrato di cocco è costituito da fibra di cocco. La fibra di cocco è dura e rigida , SURYHQLHQWH GDO JXVFLR GHOOHb QRFL GL FRFFR Questa fibra si trova nell'involucro di polpa, tra la parte dura della noce e il guscio esterno. Originariamente considerata prodotto di scarto, oggi questa fibra è diventata un prodotto di tendenza per l'agricoltura e l'orticoltura. Tuttavia, è necessario mantenere alta l'attenzione. La fibra di cocco non può essere inserita direttamente nei sacchi. Le fibre vanno innanzitutto passate con il vapore per eliminare tutti i possibili agenti patogeni. Inoltre, le fibre di cocco hanno per natura un contenuto di sali (tra cui sodio, potassio e cloro) troppo elevato, che va ridotto il più possibile. Questi sali possono causare un ritardo nella crescita, soprattutto nella fase iniziale, in cui le piante ingialliscono o in cui le radici si scuriscono. Ciò potrebbe risultare disastroso per le piante. Esistono attualmente due metodi per rimuovere i sali dalla fibra di cocco. Il primo metodo è il lavaggio delle fibre. In questo modo si riduce il contenuto di sali, seppur non così drasticamente come con l’altro metodo. Questo metodo è chiamato "Buffering". La noce di cocco viene risciacquata con nitrato di calcio, eliminando quasi totalmente il contenuto di sali. SUGGERIMENTO: è consigliabile acquistare sempre cocco tamponato. Di solito viene indicato sul sacco, ma per averne la certezza si suggerisce di acquistare cocco di qualità RHP.

di magnesio alla torba durante il processo di sviluppo delle miscele di terriccio. In questo modo il pH aumenta da 6,0 a 6,5. Infine, i produttori aggiungono fertilizzanti NPK per fornire alle piante i nutrienti di base essenziali quando vengono piantate per la prima volta. In questo modo, il nutrimento nel terreno sarà sufficiente per le prime 4-6 settimane. Se si utilizza suolo (terriccio, miscela leggera, miscela completa e miscela di coltivazione), non è necessario iniziare immediatamente a utilizzare fertilizzanti liquidi durante l'irrigazione. La maggior parte dei terricci e delle

ȏ RUJDQLFR H QDWXUDOH DG HFFH]LRQH GHL fertilizzanti inorganici aggiunti) ȏ 0LJOLRUH VDSRUH GHO SURGRWWR ILQDOH ȏ 1HOOD IDVH LQL]LDOH QRQ ª QHFHVVDULR DJJLXQgere fertilizzanti liquidi

Svantaggi:

ȏ Ζ VDFFKL VRQR SHVDQWL ȏ $FFXPXOR SL» UDSLGR GL VDOL GHL IHUWLOL]]DQWL perché il suolo non può essere risciacquato a causa della sua struttura solida ȏ 3L» GLIILFLOH GD ULXWLOL]]DUH D FDXVD GHOO DFFXmulo di sali ȏ 0HQR SRURVR GHO FRFFR H GHOOD ODQD GL URF-

cativi: è poroso e assorbe facilmente l'umidità. Il substrato di cocco è molto poroso e può trattenere l'acqua per un periodo di tempo più lungo. Sapevate, per esempio, che il cocco può assorbire 9 volte il proprio volume di acqua (e sostanze nutritive) senza essere completamente impregnato? A differenza del substrato di suolo l'acqua viene immediatamente assorbita una volta essiccato. Inoltre, l'umidità si distribuisce meglio nelle fibre e il cocco si restringe senza essiccarsi. Anche in questo caso la fibra di cocco può trattenere la propria umidità e distribuirla uniformemente sotto la superficie. Le piante

Durante la coltivazione su cocco, è consigliabile utilizzare nutrienti A e B compatibili. Questi nutrienti contengono sempre la composizione ideale di elementi fertilizzanti, adatti alla pianta e al substrato di cocco. Durante la coltivazione è anche utile utilizzare un misuratore per terreno, per misurare il valore di pH e il valore di CE nel substrato. Se il pH inizia a scendere e non rimane costante, aggiungere ulteriore calcio e magnesio. Suggeriamo i prodotti CalMag. Nell'ultima settimana del ciclo, è importante sciacquare il substrato di cocco. Utilizzare solo acqua acidificata in combinazione con enzimi. Ciò ridurrà nuovamente la salinità e quindi inizierà un nuovo ciclo con una salinità bassa. Se ben mantenuto, quindi risciacquato e con qualche integrazione una volta ogni tanto, il substrato di cocco può essere utilizzato fino a 5 anni. Il cocco mantiene a lungo la porosità, mantenendo anche una buona capacità di trattenere l'umidità. SUGGERIMENTO: all'inizio di un ciclo, nelle prime 2 settimane, somministrare solo nutrimento A e B in combinazione


42 nutrienti non sia mai inferiore a 5,0. Ciò danneggia le fibre di lana di roccia. SUGGERIMENTO: estrarre regolarmente po' di liquido da un pezzo di substrato di lana di roccia e raccoglierlo in un contenitore. Inserire quindi il misuratore di pH e CE nel contenitore e misurare i valori. Sarà immediatamente chiaro se i valori pH e CE debbano essere modificati. Il valore CE standard della lana di roccia è sostanzialmente pari 0. Sin da subito sarà quindi necessario aggiungere fertilizzanti alla coltivazione.

con uno stimolatore per radici. Gli enzimi vanno somministrati in un secondo momento. In questo frangente, la pianta è impegnata a mettere le radici. Gli enzimi, invece, scompongono le radici e le convertono in sostanze nutritive. Gli enzimi (degradanti) e gli stimolatori delle radici (attivatori) non vanno utilizzati insieme. Ci sono diverse opinioni al riguardo, ma vari studi mostrano che si ottengono miglioramenti significativi utilizzando questo metodo. Poiché la fibra di cocco è totalmente organica, aumenta anche il contenuto organico del terreno. Questo, a sua volta, garantisce un'alta capacità di scambio cationico (CSC). Ciò significa che gli ioni del nutriente si legano correttamente e non scorrono via. La fibra di cocco è una fibra di cellulosa lunga e cava con alto contenuto di lignina, che rende e mantiene forti le noci di cocco.

Vantaggi

ȏ 3UHYLHQH OD FUHVFLWD GHOOH DOJKH SHUFK« OR strato superiore del substrato di cocco è più secco. ȏ /D VWUXWWXUD D ILEUH OLEHUH VWLPROD OR VYLOXSpo delle radici ȏ RUJDQLFR ȏ 3X´ HVVHUH XWLOL]]DWR D OXQJR ȏ )DYRULVFH XQD UDSLGD FUHVFLWD GHOOH UDGLFL grazie alla struttura porosa del substrato.

Svantaggi: ȏ ΖO FRFFR ª OHJJHUR PD L VDFFKL VRQR SHVDQWL ȏ 4XDQGR LO FRFFR QRQ ª WDPSRQDWR OD FUHscita e la fioritura sono più lente ȏ ΖO YDORUH GHO S+ ª PHQR FRVWDQWH ȏ 5LFKLHGH SL» FRQRVFHQ]D HG HVSHULHQ]D GD parte del coltivatore

Lana di roccia

La lana di roccia è il substrato più utilizzato nella coltivazione in serra. Ma cos'è esattamente la lana di roccia? La lana di roccia è un materiale ricavato dalla roccia. La roccia è fondamentalmente un prodotto naturale

che viene creato dalle eruzioni vulcaniche. Questa roccia si chiama basalto. Fondendo il basalto a 1400 gradi, si crea una struttura fibrosa unica, che deve essere miscelata seguendo una procedura precisa. In questo modo si creano fili di lana di roccia, che vengono poi uniti. I fili uniti vanno quindi a formare un tappeto, che viene poi inserito in un forno per farlo indurire. Questi tappeti possono essere tagliati su misura per creare lastre, mapito, cubetti, vassoi, ecc. Grazie al processo di produzione controllato, questo terreno di coltura mantiene una qualità costante ed elevata. La produzione in condizioni sterili a temperature estremamente elevate garantisce un prodotto pulito e senza agenti contaminanti.

La struttura in lana di roccia è ideale per lo sviluppo delle radici. Infatti assorbe facilmente acqua e sostanze nutritive. Inoltre, è anche facile eliminare eventuali nutrienti in eccesso. Quando si parla di lana di roccia, tuttavia, è necessario che il grower abbia una certa esperienza nella coltivazione. È necessario misurare con più frequenza il pH e la CE. Il valore del pH aumenta più spesso e più velocemente rispetto al suolo o al cocco. Il valore pH standard della lana di roccia è 7,0. Il valore pH ideale per le piante nel substrato è 6,0. Per ottenere questo valore, il pH dovrà essere abbassato. Si consiglia quindi di aggiungere nutrienti con un valore pH da 5,2 a un massimo di 5,4, in modo che il valore nel substrato arrivi infine a 6,0. Si consiglia di assicurarsi che il valore pH delle sostanze

È quindi consigliabile utilizzare un nutriente A e B durante la coltivazione in modo che le piante ricevano tutti gli elementi di cui necessitano. Per le prime due settimane, utilizzare uno stimolatore per radici in aggiunta al fertilizzante A e B. Dalla terza settimana si può iniziare con gli enzimi. Questi convertiranno le radici più vecchie in nutrienti, che verranno assorbiti dalle piante. Nell'ultima settimana è necessario aggiungere solo acqua acidificata unitamente agli enzimi. In questo modo il supporto in lana di roccia verrà sciacquato e potrà essere riutilizzato per un ciclo successivo. Infine, elenchiamo di seguito alcuni vantaggi e svantaggi per il substrato in lana di roccia.

Vantaggi

ȏ 6WUXWWXUD SRURVD FKH VWLPROD OR VYLOXSSR delle radici ȏ 6WHULOH H LJLHQLFR ȏ 5HQGLPHQWL PDJJLRUL ȏ 5LXWLOL]]DELOH

Svantaggi

ȏ /D ODQD GL URFFLD VL HVVLFFD SL» YHORFHPHQWH del suolo e del substrato di cocco ȏ 6XEVWUDWR QRQ RUJDQLFR ȏ 5LFKLHGH FRPSHWHQ]D H DELOLW¢


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HISTORY CANNABIS di Giovanna Dark

IF YOU'RE A VIPER Breve storia di come la cannabis ha contribuito a plasmare la musica jazz in America

Quella che segue è una storia che tutti possiamo apprezzare. È la classica storia in cui il ragazzo sottovalutato e apparentemente più debole, affronta e vince il suo personale Golia, dimostrando che tutti gli haters si sbagliavano. Questa è la storia del jazz. Ma è anche la storia della cannabis. È la storia di due culture globali profondamente demonizzate e denigrate, ma impossibili da sradicare. Non c'è da meravigliarsi quindi che le loro storie siano intrecciate in modi che vanno molto più in profondità delle semplici connessioni con il mondo creativo. La canapa, ha fatto parte dell'economia americana sin dall'era coloniale. Tuttavia, qualsiasi uso ricreativo della cannabis era praticamente inesistente in America fino all'inizio del 1900, quando un'ondata di rifugiati in fuga dalla rivoluzione messicana entrò in America e portò con sé la "marijuana", facendo conoscere agli yankee sia il nome che l'uso narcotico della pianta. L'uso ricreativo della cannabis era una parte profondamente radicata di molte culture sudamericane e caraibiche perché era da sempre stata usata per pacificare gli schiavi. La cannabis ad alto contenuto di THC venne infatti portata sull'altra sponda dell'oceano da due dei maggiori imperi coloniali dell'epoca, che cominciarono a coltivarla accanto alle piantagioni di zucchero e cotone: gli inglesi per gli schiavi giamaicani e i portoghesi per gli schiavi brasiliani. Poiché si rivelò parecchio redditizia - sia come fonte di entrate fiscali che come efficace strumento di controllo per gli schiavi sottoposti a condizioni di lavoro inumane - la cannabis finì per guadagnare popolarità come coltura commerciale e quando i rifugiati messicani arrivarono negli Stati Uniti, era ormai una parte consolidata della loro cultura. La cannabis rimaneva però una novità per gli americani, così come l'afflusso di persone di colore e di lingua spagnola, così ben presto il cambiamento venne additato come pericoloso: la "minaccia della marijuana" venne rapidamente associata agli immigrati, agli impoveriti e alle persone di colore. La maggioranza bianca - allora come oggi al potere - conobbe un nuovo nemico e iniziò così una guerra di 100 anni contro la cannabis, una guerra basata esclusivamente sulla paranoia invocata dal razzismo. Ma lo scoppio di questa nuova guerra interna ha anche segnato la nascita di una subcultura resiliente, che ha offerto alle comunità emarginate un modo per alleggerire quotidianamente il peso insopportabile della discriminazione. Ed è di questo che vogliamo parlare in questo articolo.

La leggenda vuole che il jazz sia nato a New Orleans, nel profondo sud americano. Si racconta che tutto ebbe inizio nel quartiere a luci rosse di Storyville, una di quelle comunità in cui lo stigma sociale non risparmiava nessuno e in cui alcuni musicisti neri sfruttarono il potere della cannabis e la loro frustrazione quotidiana per creare un nuovo e scioccante genere di musica. Gli elementi del jazz che lo rendono un genere così amato sono gli stessi che spesso lo rendono oggetto di disprezzo. Si tratta di improvvisazione, creatività portata all'estremo e pura chimica tra i musicisti. Non è qualcosa che può essere appreso in classe o memorizzato. Il jazz è qualcosa che forse inizia con la musica scritta ma di certo non rimane lì. Procede per tangenti, cambia argomento e può o non può farti tornare a casa. Il modo in cui la cannabis ha fatto sentire i musicisti li ha molto probabilmente aiutati a sperimentare questa nuova maniera di fare musica,

Louis Armstrong "suona" il suo blunt un modo che prima di allora non si era praticamente mai visto e che ben presto venne riconosciuto come una delle più alte forme di espressione musicale. L'uomo considerato il padre indiscusso della musica jazz, Louis Armstrong, ha descritto nella sua biografia il modo in cui la cannabis faceva sentire lui e gli altri "Vipers" ("le vipere" ovvero il nomignolo con cui i musicisti jazz che fumavano cannabis si chiamavano

tra loro): "Ti fa sentire bene, amico. Ti rilassa, ti fa dimenticare tutte le cose brutte che accadono a un ne**o. Ti fa sentire desiderato e quando sei con un altro fumatore ti fa sentire uno speciale senso di parentela". Per noi può essere facile sorvolare su queste parole ma in verità meritano una riflessione un po' più approfondita. Negli anni '20 del secolo scorso - un po' come oggi - gli Stati Uniti erano in realtà divisi tra due situazioni totalmente contrastanti: la grandezza e la celebrazione dei "ruggenti anni Venti" catturati dal Grande Gatsby e la tremenda povertà che si impose nella vita di oltre il 60% degli americani - povertà esacerbata per i neri che, soprattutto in quegli anni, subirono un orribile razzismo fatto di pubblici linciaggi e incarcerazioni di massa. Erano gli anni in cui nasceva il Ku Klux Klan e in cui la popolazione di colore americana viveva ancora per la maggior parte le condizioni di schiavitù dei loro antenati. Mentre l'alcol aggravava i sentimenti di ansia vissuti dai neri americani durante questo periodo, la cannabis li calmava e dava loro un modo per sentirsi umani in un mondo che ripetutamente diceva loro che la loro utilità poteva essere solo nel duro lavoro manuale o - se fortunati - nella capacità di intrattenere. E così in moltissimi resero tributo con il loro jazz alla marijuana, e non lo fecero certo in modo velato. I riferimenti alla pianta o a "reefer", la parola gergale usata allora per l'erba, spesso non sono semplici allusioni ma sono accenni piuttosto diretti, con titoli come "The Reefer Song", "Reefer Man", "Sweet Marihuana Brown", "Weed Smokers' Dream","Reefer Head Woman" e "Smoking Reefers". E questi non sono certo titoli di artisti che lavorano ai margini commerciali: a tessere le lodi di Mary Jane sono stati giganti del calibro di Fats Waller, Cab Calloway, Ella Fitzgerald, Sidney Bechet, Chick Webb, Jazz Gillum, Chet Baker, Miles Davis, John Coltrane e ovviamente Louis Armstrong. La profonda relazione tra jazz, cannabis e razza, unita al catalogo musicale di cui abbiamo appena accennato sopra e il fatto che tra il 1923 e il 1931 uno stato dopo l'altro rese illegale la cannabis, fece diventare i musicisti jazz un obiettivo decisamente ghiotto per il Federal Bureau of Narcotics di Harry Anslinger, che agli inizi degli anni '30 poté iniziare a fare il suo attacco razzista alla marijuana in America. Per anni gli agenti di Anslinger presero di mira musicisti jazz come, Thelonius Monk, Count Basie e Duke Ellington sottoponendoli a continue perquisizioni e arresti, a volte addirittura appena usciti dai loro concerti nei club, nel palese tentativo di distruggere e invalidare l'orgoglio nero di questi musicisti. Tra le vittime del FBN si ricordano poi due nomi che hanno fatto la storia e la grandezza del jazz nero americano. Nel 1930,

Armstrong fu arrestato per aver fumato uno spinello davanti a un jazz club di Los Angeles con il suo batterista: trascorse nove giorni in una prigione del centro di Los Angeles e ricevette una condanna a sei mesi con sospensione della pena. La divina Billie Holiday fu molestata dal Federal Bureau of Narcotics di Anslinger (che in seguito divenne la DEA) dopo un'esibizione della sua canzone "Strange Fruit" nel 1939. Il Bureau le diede la caccia per anni - usando agenti sotto copertura, facendo irruzione nella sua casa e accusandola di possesso di droga - e si dice che questo stress abbia contribuito alle sue dipendenze da sostanze e alcol e, infine, alla sua prematura morte nel 1959. La guerra iniziata da Harry J. Anslinger e portata avanti con la "war on drugs" voluta da Nixon e Reagan, ha quindi consolidato il paradosso che si verifica quando un aspetto di una cultura minoritaria viene deriso e trattato come illegittimo, mentre contemporaneamente viene fatto proprio dalla cultura al potere: parliamo dell'ormai famosa "cultural appropriation". Sebbene il jazz provenisse dalle comunità nere e fosse un loro preciso prodotto culturale, quelle stesse comunità nere erano nondimeno considerate inferiori e certamente problematiche: poco importava se la nazione intera si scatenava al ritmo del jazz, osannandolo come musica del momento. Il modello di appropriazione culturale appare evidente anche anche quando si parla cannabis. Anche se neri, ispanici e bianchi americani consumano cannabis in quantità comparabili, la percentuale di neri e ispanici arrestati e condannati per possesso di marijuana è enormemente più alta rispetto a quella dei bianchi. Su queste pagine poi (Soft Secrets 3-2019, pag.43) abbiamo già discusso dell'altra faccia del cannabusiness americano e di come sia stato concepito per sbarrare l'accesso alle minoranze: la cannabis viene sì legalizzata in più stati, ma è difficile se non impossibile entrare nel settore legale se si ha una condanna per droga sulla fedina penale e indovina un po' quali sono i gruppi etnici più colpiti? I dati ufficiali del 2017 indicavano come solo il 4,3% della totalità delle imprese americane attive nel cannabusiness erano di proprietà di afro-americani, il 5,6% invece apparteneva a ispanici. Numeri decisamente minoritari. "Abbiamo sempre considerato l'erba come una sorta di medicina, una sbronza a poco prezzo ma con pensieri molto migliori di quando si è pieni di liquore". Così parlava Louis Armstrong e in queste parole è probabilmente racchiuso il miracolo dell'unione tra cannabis e jazz. Forse il jazz non sarebbe addirittura mai esistito se non fosse stato per la cannabis e la sua capacità di lenire le sofferenze che hanno sopportato gli afroamericani. È impossibile dire cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. Ciò che è chiaro, tuttavia, è che la cannabis e il jazz raccontano una storia sulla resilienza. E forse questa storia della bellezza nata dalla sofferenza ci commuove perché dà speranza; sicuramente ci dà il potere di immaginare una società molto migliore di quella in cui siamo costretti a vivere.




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LEGALIZZAZIONE

IL LIBANO DIVENTA IL PRIMO PAESE ARABO A LEGALIZZARE LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS PER USO MEDICO NEL TENTATIVO DI SUPERARE LA CRISI ECONOMICA Libano è diventato il primo Paese arabo a legalizzare la coltivazione della cannabis per scopi medici e industriali – il che potrebbe dare origine a redditizie esportazioni e valuta estera in un momento in cui il Paese sta lottando per affrontare la crisi finanziaria. Sebbene la coltivazione della pianta fosse illegale in precedenza, la cannabis è da lungo coltivata apertamente nella fertile e impoverita Valle della Bekaa. Secondo le Nazioni Unite, il Paese è il terzo fornitore mondiale di resina di cannabis, o hashish, dopo il Marocco e l’Afghanistan. La nuova legge, approvata il mese scorso, regolamenterà le coltivazioni esistenti e contribuirà ad arginare la produzione illegale della pianta, mentre l’intera produzione e l’uso ricreativi rimarranno illegali. La legislazione punta a costruire un’industria multimilionaria che potrebbe generare prodotti che vanno dal tessile al farmaceutico e anche articoli come l’olio di cannabidiolo (CBD), ha riferito il quotidiano libanese The Daily Star. Gli Hezbollah, il gruppo paramilitare e politico sciita appoggiato dall’Iran che controlla le varie zone della Valle della Bekaa, è stato uno degli unici partiti a opporsi a tale legislazione. I legislatori che hanno appoggiato la legge hanno difeso la loro decisione sostenendo

che era “guidata da motivazioni economiche – nient’altro”. “Abbiamo riserve di natura morale e sociale, tuttavia è oggi necessario aiutare l’economia con qualsiasi mezzo”, ha affermato Alain Aoun, Deputato senior del Movimento Patriottico Libero. L’idea di legalizzare la coltivazione della cannabis per produrre farmaci ad alto

valore aggiunto da esportare è stata esplorata in un rapporto redatto da McKinsey, commissionato dal governo libanese nel 2018. La società di consulenza ha stimato che l’industria potrebbe generare fino a 1 miliardo di dollari su base annua. Le autorità libanesi sono da tempo alle prese con il traffico illegale.

Lo scorso mese, la polizia ha portato a termine la più grande retata di droga del Paese sequestrando circa 25 tonnellate di hashish, destinate a essere contrabbandate a uno Stato africano. Il Libano nel frattempo è in preda a una crisi finanziaria senza precedenti che in ottobre ha scatenato una rivolta. Fonte: independent.co.uk


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

IL SEME PIÙ GRANDE DEL MONDO IL COCCO, UNA RISORSA DAI MILLE IMPIEGHI Il cocco è un frutto ottenuto dalla palma da cocco, una pianta appartenente alla famiglia delle Arecacee, che raggruppa più di 200 generi e oltre 2800 specie di piante che crescono per lo più in climi tropicali e sub-tropicali, conosciute comunemente con il nome di palme.

duzione di margarina, dalle infiorescenze viene ricavato l'aceto, l'acquavite e lo zucchero di palma; la polpa viene consumata sia essiccata e trasformata in polvere, oppure fresca soprattutto nei paesi di origine, dove molto spesso il cocco rientra pienamente nella dieta delle popolazioni locali. Nella cosmesi, il cocco è utilizzato soprattutto per la produzione di creme abbronzanti. In Cambogia le radici della palma da cocco vengono utilizzate come spazzolino da denti. Il legno ricavato dai tronchi delle palme rappresenta un'alternativa più ecosostenibile rispetto al legno che proviene dal disboscamento delle foreste, infatti quest'albero dopo circa 70 anni di età smette di essere produttivo e perciò viene tagliato e sostituito con delle palme nuove, fornendo milioni di tonnellate di legno utili per altri scopi. Trova largo impiego nel settore edile dedicato alla costruzione di case a basso impatto ambientale, oltre ad essere utilizzato per la produzione di mobili e vari utensili come scope e cestini.

Il cocco in agricoltura

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Etimologia

Il suo nome scientifico è Cocos nucifera. La parola cocco deriva dal portoghese "coco" che significa testa. Il nome è stato attribuito dal navigatore Vasco da Gama durante la sua prima spedizione nelle Indie, si suppone che sia per via della somiglianza alla testa di un mostro appartenente al folklore portoghese. Precedentemente il cocco era conosciuto nel mondo occidentale con il nome di nux indica, parola che veniva utilizzata da Marco Polo durante la sua permanenza nel 1280 a Sumatra, un'isola dell'Indonesia.

Origine e habitat

L'origine della palma da cocco è ancora incerta, la maggior parte degli studi concordano identificandola principalmente in due regioni molto lontane tra loro, il sud America e l'Oceania. Le zone costiere, soprattutto quelle caratterizzate da climi tropicali, sono l'ambiente che le palme da cocco preferiscono per crescere. In alcune zone dell'entroterra è possibile incontrare piantagioni di cocco ma le operazioni commerciali sono generalmente diffuse in regioni tropicali e sub-tropicali.

Anche la sua diffusione è oggetto di una disputa, infatti esistono due filoni di pensiero, il primo suppone che sia avvenuta ad opera dell'uomo, il secondo invece ipotizza che si sia diffusa in maniera naturale; infatti la noce di cocco, che rappresenta il seme della pianta, ha la capacità di germinare dopo aver trascorso circa tre mesi in acqua marina e facendosi trasportare dalle correnti anche a migliaia di chilometri di distanza, ne ha permesso la diffusione per il globo.

Descrizione

La palma da cocco è un arbusto perenne dal fusto colonnare, l'altezza di questa pianta varia da pochi metri fino a raggiungere anche i 30 metri negli esemplari più alti, alla base il fusto ha un diametro di circa 50-70 centimetri mentre alla sua estremità opposta misura 25-30 centimetri. Le foglie sono pinnate, lunghe da 1 a 4 metri e larghe anche 1,5 metri, le foglioline sono coriacee e di colore verde. Il sistema radicale è di tipo avventizio, le radici si sviluppano dalla base della pianta e si estendono in superficie, solo alcune radici penetrano a fondo per assicurare

la stabilità dell'arbusto. I fiori sono dei grappoli piccoli di colore giallo, riuniti in infiorescenze a spadice; la palma da cocco presenta sia fiori maschili che femminili sul medesimo esemplare, tipico delle piante monoiche. Il frutto è una drupa conosciuto con il nome di noce da cocco o più semplicemente cocco, costituito all'esterno da una pelle sottile e dura di colore brunastro, più all'interno si trova la buccia che ha la consistenza di uno strato fibroso intorno ad un guscio duro e legnoso che protegge la polpa contenuta dentro. Il guscio è cavo all'interno e quando il frutto è poco maturo contiene molta acqua. La noce di cocco oltre ad essere un frutto rappresenta anche il seme della pianta, le sue dimensioni gli attribuiscono il primato di seme più grande del mondo.

Usi del cocco

La palma da cocco è una pianta molto versatile, le varie parti che compongono la pianta sono impiegate in diversi ambiti. Nel settore alimentare è utilizzata per ricavare la copra, cioè la polpa del cocco essiccata necessaria per la pro-

In ambito agricolo il cocco è impiegato soprattutto per la produzione di un substrato inerte, la fibra di cocco. Utilizzata nelle coltivazioni fuori suolo o anche mescolata alla comune torba, la fibra di cocco è un substrato organico inerte, cioè privo di sostanze nutritive, è dotato di una soluzione tampone naturale che assicura la stabilità del ph. Quando le piante vengono irrigate con una soluzione nutritiva, il ph del substrato può essere alterato a causa dell'acidità di molti nutrienti in bottiglia, la soluzione tampone di cui è dotata la fibra di cocco evita le fluttuazioni del ph. La fibra di cocco possiede un'elevata capacità di scambio cationico (csc) cioè la capacità di trattenere sostanze nutritive e rilasciarle nel tempo, un substrato con csc elevata da un lato consente di risparmiare sulla quantità di fertilizzanti necessari durante il ciclo di vita della coltura ma d'altra parte obbliga i coltivatori ad impiegare fertilizzanti specifici per la coltivazione in cocco. La struttura porosa della fibra di cocco lo rende un substrato con una grande capacità di ritenzione idrica, fino al 300% del suo peso e inoltre garantisce elevate quantità di ossigeno, necessario per uno sviluppo esplosivo dell'apparato radicale. Nelle colture fuori suolo, come ad esempio le coltivazioni eseguite con sistemi idroponici e aeroponici, la fibra di cocco può essere utilizzata come alternativa alla lana di roccia. Anche nelle tradizionali coltivazioni eseguite in vaso, il cocco può sostituire completamente un comune terriccio di torba oppure può essere aggiunto a qualsiasi substrato per potenziarne la struttura. La fibra di cocco è disponibile in forma di slab, cioè delle lastre di fibra di cocco pressata, particolarmente indicate per la coltivazione idroponica, oppu-


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re in sacchi simili a quelli di terra. Meno note sono le proprietà dell'acqua di cocco, un liquido opaco contenuto nelle noci di cocco da non confondere con il latte che invece è ricavato dalla spremitura della polpa. L'acqua di cocco è presente in maggiori quantità quando il frutto è poco maturo, cioè ancora di colore verde. Questo sottoprodotto della famosa palma è ricchissimo di minerali, vitamine, carboidrati, proteine ed ormoni della crescita; la sua composizione lo rende ideale per essere impiegato nella coltura tissutale ma anche come un comune fertilizzante 100% naturale.

Cannabis in cocco

Le coltivazioni che utilizzano fibra di cocco come medium di crescita, sia eseguite in vaso che in slab, devono essere dotate di sistemi di irrigazione tipo a goccia, per assicurare un apporto idrico costante, il substrato non deve mai essere completamente inzuppato ma mantenuto sempre umido. La fibra di cocco possiede un'elevata capacità di ritenzione idrica, l'irrigazione eccessiva del substrato frena la crescita dell'apparato radicale e provoca la formazione di malattie fungine; inoltre questa caratteristica consente di risparmiare acqua e fertilizzanti. Come già accennato precedentemente, la fibra di cocco possiede

un'elevata capacità di scambio cationico, perciò sarà necessario impiegare delle linee di fertilizzanti specifici per questa tipologia di coltivazione. Il cocco può essere utilizzato anche come ammendante; mescolato con il substrato ne migliora la struttura, aumenta la capacità di ritenzione idrica e allo stesso tempo facilita la sua ossigenazione. Un substrato di buona qualità può contenere fibra di cocco fino al 50% del suo volume. Gli slab si presentano come lastre secche abbastanza leggere e comode da trasportare, alcuni slab prima di utilizzarli devono essere trattati con una soluzione tampone, o buffering, per regolarne il ph. I sistemi idroponici tipo NFT o a goccia sono l'ideale per la coltivazione di cannabis su slab. Le dimensioni ridotte e lo scarso peso degli slab, gli rendono perfetti per le coltivazioni sviluppate in ambienti più pericolosi come gli appartamenti situati in condomini abitati da vicini ficcanaso. Inoltre la fibra di cocco può essere riutilizzata per diversi cicli consecutivi; prima di riciclare un substrato è necessario considerare come si è concluso il precedente ciclo di coltivazione, l'eventuale presenza di agenti patogeni, la struttura del substrato e il livello di sali minerali presenti in esso. Al termine di un ciclo di coltivazione

si devono eliminare le radici, eseguire un test per conoscere il livello di sali minerali presenti nel substrato e nel caso risulti molto alto sarà necessario effettuare il lavaggio del substrato con acqua osmotica o distillata per riportalo ad un valore ottimale. Durante le prime fasi del ciclo di coltura è consigliato somministrare soluzioni nutritive ricche di enzimi per accelerare la decomposizione della materia organica presente nel substrato.

L'acqua di cocco nella coltivazione di cannabis

L'acqua di cocco è un vero elisir per la coltivazione della cannabis. È ricca di minerali come calcio, magnesio, fosforo e potassio, elementi fondamentali in tutte le fasi di vita della pianta. Il calcio contribuisce alla formazione di cellule più forti dotando la pianta di maggior robustezza e inoltre garantisce la disponibilità di acqua e sostanze nutritive mentre il magnesio è un elemento chiave al centro della fotosintesi clorofilliana. Il fosforo è fondamentale per il trasferimento dell'energia all'interno della pianta, durante le prime fasi di sviluppo e in piena fioritura le piante consumano alti livelli di fosforo. Il potassio è coinvolto in numerosi processi biologici, agevola lo sviluppo di un apparato radicale forte e stimola la fiori-

tura della pianta. L'acqua di cocco contiene tutti questi elementi in grandi quantità. È un ottimo stimolatore della crescita, infatti l'acqua di cocco è ricca di ormoni vegetali come auxine e soprattutto di citochinine, una famiglia di ormoni che stimola la divisione cellulare, la formazione di nuovi germogli, accelerano i processi di fotosintesi e ritardano l'invecchiamento delle cellule. Le vitamine del gruppo B contenute nell'acqua di cocco sono degli ottimi stimolatori radicali, la vitamina C è un potente antiossidante e favorisce la formazione di infiorescenze più dense. I carboidrati presenti nell'acqua di cocco sono un'ottima fonte di energia per i microrganismi che popolano il suolo. L'impiego di acqua di cocco nella coltivazione di marijuana è utile per eliminare deficit nutrizionali, aumenta la disponibilità di sostanze nutritive necessarie alla pianta, stimola una crescita forte ed esuberante, favorisce la decomposizione dei sali minerali nel substrato migliorando la qualità del prodotto finale. La cannabis ama i fertilizzanti di origine naturale. La fibra e l'acqua di cocco sono delle risorse naturali a basso impatto ambientale, avvalersi di questi sottoprodotti per la produzione di marijuana ne rende la coltivazione più ecosostenibile.


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GROWING di CBG

LA PROPAGAZIONE DELLA CANAPA INIZIO COI SEMI O CON LE TALEE? Capito spesso in un growshop dalle mie parti e, tra i clienti, sono molti quelli che domandano la differenza tra una coltivazione con i semi o con le talee, perché leggono dei benefici di una e dell'altra. Sono entrambi metodi di propagazione delle piante. In questo articolo andremo a capire quali metodi di propagazione esistono e sono utilizzati al giorno d'oggi per le piante di canapa, analizzerò anche i vantaggi e, se ci sono, gli svantaggi di ciascun metodo. Per inciso la propagazione di una pianta significa la sua riproduzione nel tempo, i semi sono un metodo di propagazione, per esempio, come lo sono le talee. Le piante di canapa possono venir propagate in svariati modi, affronteremo l'argomento iniziando dalla classificazione tra propagazione sessuale e propagazione vegetativa. La propagazione sessuale della canapa è una forma di riproduzione e mantenimento del patrimonio genetico che implica l'unione di due gameti, portati ciascuno da piante di sesso diverso. Quando il polline maschile insemina un fiore femminile si uniscono i gameti e si avrà la produzione di semi: questa è propagazione sessuale. Se si utilizza un polline di forma maschile ma proveniente da piante con DNA femminile si avranno i semi femminizzati, dai quali ci si deve aspettare solo individui dai caratteri femminili. Il polline per ottenere i semi femminizzati

sia perché portatori di caratteristiche nuove in quanto ibridi sia perché spesso si verifica il fenomeno di aumentato vigore nella prole (il cosiddetto vigore ibrido). L'unico svantaggio che mi viene in mente or ora è la disomogeneità che può insorgere tra i diversi fenotipi

LA PROPAGAZIONE DI UNA PIANTA SIGNIFICA LA SUA RIPRODUZIONE NEL TEMPO, I SEMI SONO UN METODO DI PROPAGAZIONE, COME LO SONO LE TALEE si ottiene facendo revertire una pianta femmina tramite l'ausilio di fitormoni. Il vantaggio di questa tecnica di propagazione è anzitutto la conservabilità del seme, che può rimanere vitale oltre dieci anni, se conservato in busta chiusa e a basse temperature. Inoltre un vantaggio di questo metodo è che i semi potenzialmente possono essere migliori di entrambi i genitori da cui provengono,

proveniente dagli stessi semi, a me non ha mai dato troppe noie, ma so di amici coltivatori che hanno dovuto sudare sette camicie per portare a fine fioritura quattro semi con 4 fenotipi notevolmente differenti tra di loro. I semi della canapa possono essere scuri, chiari, maculati, piccoli, grandi, tondeggianti, a goccia... ce ne sono di

svariate forme e tipi. Per sapere se un seme è maturo e vitale si può testarlo premendolo contro il tavolo col polpastrello, se non si rompe è un buon seme. Per farlo germinare ci sono diverse maniere, a me piace metterlo a bagno in una mezza tazzina da caffè di acqua di rubinetto e aspettare almeno 24 ore per farlo gonfiare e aprire. Quando si intravede una protuberanza bianca uscire, la radichetta del nostro germoglio, è il momento di interrarlo sotto pochi centimetri di terriccio umido non pressato o in un dischetto di torba adatto alla germinazione. Ma vanno bene anche i tovaglioli umidi o la terra umida, i semi di canapa sono forti e temono pochi avversari. Il dubbio di aver sbagliato qualcosa deve nascere se nel giro di tre giorni non ancora sono spuntati. Oppure può essere difettato il seme, mai scoraggiarsi e ripartire da un altro seme.

ticati in un frigorifero anche per anni. Contrariamente alla maggior parte degli animali, le piante possono generare individui identici come se fossero cloni. Proprio per questo tra l'altro le talee sono chiamate anche cloni. Il vantaggio della propagazione vegetativa è che si possono ottenere individui identici e ciò facilita le produzioni di chi richiede un prodotto standardizzato.

La propagazione vegetativa della canapa è un'altra forma di riproduzione e mantenimento del patrimonio genetico molto interessante ma premetto da subito, implica una manutenzione costante delle copie generate, anziché come i semi che possono venir dimen-

Il metodo che andiamo ad esaminare per primo è quelle delle talee: la tecnica di taleaggio consiste nel far radicare un ramo rimosso da una pianta donatrice, o anche detta madre. Sostanzialmente si taglia un rametto e lo si mette in un supporto in un ambiente ad umidità

Inoltre i coltivatori riescono a gestire meglio una stanza di fioritura di cloni identici rispetto all'eterogeneità di una stanza di piante provenienti da seme. Così facendo si va però a ridurre la possibilità di trovare un esemplare dalle caratteristiche migliori dei genitori, quindi evolutivamente non è una tecnica vantaggiosa. In natura le piante che ricorrono alla propagazione vegetativa sono quelle che hanno difficoltà a compiere la propagazione sessuata.


53 altissima per una quindicina di giorni. L'umidità relativa sopra agli 85% permette ai tessuti del rametto di rimanere in vita fino a che non ha prodotto il proprio apparato radicale. Dopo due settimane il rametto radicato potrà essere gradualmente riportato all'umidità ambientale della pianta donatrice, per abituarne gli stomi, e considerato come un suo clone a tutti gli effetti. A questo punto devo essere un poco più preciso e ricordare ai nostri amici coltivatori l'importanza di verificare regolarmente la qualità delle proprie talee in quanto una pianta madre non è eterna e le mutazioni tra le varie generazioni di cloni sono infrequenti ma esistono. Un altro metodo, poco utilizzato, è quello della margotta. Si prende in sostanza un ramo e lo si interra, o gli si avvolge della terra attorno a un nodo, di modo da spingerlo a produrre radici.

portarci, vengono a mancare se utilizziamo la micropropagazione. La micropropagazione in vitro è una forma di propagazione moderna, in cui viene clonata una pianta solamente espiantandone tessuto dai meristemi. I meristemi sono gli apici delle sommità, cioè quelle parti della pianta dove le cellule si moltiplicano e differenziano. Nei meristemi inoltre abbiamo assenza di virosi e altri patogeni che possono attaccare le cellule differenziate, che poi sarebbero le cellule adulte. Con la micropropagazione si possono produrre quantità di cloni superiori rispetto a qualsiasi altra tecnica, partendo da pochissimo materiale donatore. Inoltre la sterilità del metodo e le peculiarità del meristema fanno sì che si possa prelevare da una pianta malata o prossima alla morte e recuperarne la genetica integralmente. Come per le talee, anche per la micropropagazione in vitro, dob-

IL VANTAGGIO DI QUESTA TECNICA DI PROPAGAZIONE È LA CONSERVABILITÀ DEL SEME, CHE PUÒ RIMANERE VITALE OLTRE DIECI ANNI, SE CONSERVATO IN BUSTA CHIUSA E A BASSE TEMPERATURE Dopo di che si procede a rimuovere il ramo dalla pianta donatrice ed ecco fatto un clone. Devo dire che non ho mai conosciuto nessun coltivatore che utilizzasse questa tecnica per produrre cloni. Probabilmente perché mi sembra sia meno pratica rispetto alle serrette coi vassoietti di dischetti per taleare. Ora che ci penso bene un coltivatore l'ho conosciuto, dieci anni fa nei Paesi Baschi, che per salvare una pianta madre gigante provò la tecnica della margotta e ottenne un buon risultato. Le eventuali derive genetiche e la propagazione di alcune infermità generate da patogeni, che queste tecniche possono

biamo stare attenti alla transizione da un ambiente ricco di umidità relativa ad uno molto più secco, pena la morte delle nostre piccole piante copiate. Operando con dei cloni si corre il rischio di avere delle piante sensibili al medesimo patogeno nella stessa misura, per non parlare dell'obbligo di eseguire trattamenti importando cloni dentro la nostra growroom. Mentre lavorando con dei semi si può sperare ragionevolmente di trovare degli esemplari resistenti, o meno sensibili, a quel determinato patogeno e naturalmente esenti da contaminazioni esterne. La mia opinione è che dai semi possono

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nascere anche pietre miliari, raramente, ma può succedere. Inoltre se si vogliono estrarre dei sottoprodotti come l'hashish consiglio fortemente di usare dei semi di modo da aggiungere complessità al vostro prodotto ed evitare di ritrovarsi con quelle estrazioni buone ma decisamente piatte sul palato. Avete presente certi dry profumati ma dal sapore leggero leggero? Quelli che se paragonati a certi fumi di una volta sono decisamente scarsi? Ecco, questa è la complessità ci cui parlo e che

manca a certi prodotti estratti dai cloni della stessa varietà. Spero di esser stato chiaro, per maggiori informazioni rimando i miei lettori su internet dove però è sempre bene ricordarsi la regola del "chiedi il perché", per evitare di cadere trappola delle leggende che circolano sulla nostra amata pianta. Vi lascio ricordandovi che non sono il numero di anni che fanno grande un coltivatore. Buone fioriture a tutti!


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CANNABIS WORLD di Giovanna Dark

NATURA AIUTA NATURA La cannabis potrebbe aiutare a salvare le api dai pesticidi do è stata legalizzata negli USA ha attirato 16 differenti specie di api. Questo ha contribuito a far risalire i numeri nella popolazione di insetti che negli ultimi decenni ha forse attraversato il suo periodo più buio, con la perdita di molti esemplari e purtroppo anche di intere specie.

“Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Questa frase viene spesso (ed erroneamente) attribuita al genio della fisica Albert Einstein ma è in realtà comparsa per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi. Che il concetto sia stato espresso da un premio Nobel o da un semplice contadino, la sostanza purtroppo non cambia: senza le api, la vita sul nostro pianeta non sarebbe certo più la stessa. Gli insetti impollinatori sono infatti organismi indispensabili per la vita sulla Terra: senza il loro incessante lavoro, la qualità della vita di ogni essere vivente potrebbe soffrirne, soprattutto per mancanza di cibo. Per colpa dei pesticidi, dello sfruttamento intensivo del suolo e dell'inquinamento atmosferico, oggi le api sono a rischio e con loro è a rischio la biodiversità del pianeta. La natura, però, offre sempre soluzioni alle imperdonabili mancanze dell'umanità e così, almeno stando a quanto afferma uno studio americano, la cannabis potrebbe salvare le api e salvare di conseguenza il mondo. Lo scorso gennaio la rivista Environmental Entomology ha pubblicato una ricerca condotta presso la Cornell University di Ithaca, nello stato di New <RUN OD TXDOH DIIHUPD GL DYHU VFRSHUWR FKH grazie alla recente legalizzazione della coltivazione di cannabis, in 11 stati americani le api sono tornate a proliferare come non mai. Questo insetto sembra infatti gradire particolarmente le piantagioni di cannabis, nate un po' dappertutto negli Stati a stelle e strisce che hanno finalmente permesso la coltivazione della nostra amata pianta. Grazie ai pollini della cannabis le api tornano a vivere e a diffondersi sempre più a macchia d'olio, contrastando la morìa a cui stiamo assistendo da anni. Morìa provocata principalmente dalla perdita del loro habitat e da insetticidi e pesticidi usati in agricoltura. Stando ai ricercatori dell’università statunitense questi insetti impollinatori gradirebbero particolarmente la canapa sativa che, da quan-

Sulla scia di questo studio, altri scienziati hanno cercato di trovare nuove risposte per salvare le api dall'estinzione. Un team dell’Università Maria Curie-Sklodowska di Lublino, in Polonia, guidato dalla professoressa Aneta 3WDV]\ĆVND KD VFRSHUWR FKH O HVWUDWWR GL FDQDpa può aiutare le api a sopravvivere all'avvelenamento causato dall'uso di prodotti pesticidi in agricoltura. Si tratta del primo studio al mondo che ha valutato la longevità delle api avvelenate con i pesticidi e curate con l'estratto di canapa. Estratto che prolunga la loro vita: gli insetti testati, infatti, sono sopravvissuti tanto a lungo quanto quelli che non avevano mai avuto contatto con sostanze nocive. La scoperta è di certo da considerarsi epocale, perché salvando le api si interviene anche sugli ecosistemi che esse contribuiscono a salvaguardare con il loro lavoro di impollinazione. Ma la ricerca non si fermerà qui e il prossimo anno sono già state programmate ulteriori indagini in merito. Le api continuano a scomparire perché non riescono a nutrirsi in modo adeguato e sono indebolite dai pesticidi, che per loro sono un vero e proprio veleno. Si ammalano e muoiono, in una catena che oggi possiamo sperare di bloccare con l'aiuto della natura e di una pianta che, come per l'uomo, aiuta a guarire. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso circa 10 milioni di alveari nel mondo, il 40% degli esemplari sono scomparsi e la produzione del miele è a rischio, così come la produzione di altri alimenti derivanti dall’impollinazione: si tratta di una vera e propria emergenza. Le api impollinano circa un terzo delle colture alimentari mondiali, inclusi alberi da frutto come le mele, ma anche verdure come meloni e broccoli. Sono anche necessarie per l'impollinazione del trifoglio che viene utilizzato per l'alimentazione degli animali. Non possiamo quindi che essere lieti del fatto che la straordinaria pianta di canapa abbia aggiunto anche la voce "salva specie in via d'estinzione" alla sua lunga lista di benefici! Gli autori dello studio ci tengono però a precisare che la combinazione di api e cannabis non significa che le persone subiranno gli effetti del polline ricco di cannabinoidi che verrà introdotto di nascosto nella loro dieta. Peccato...

RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 36 1. C 2. D 3. A 4. B 5. A 6. B 7. C 8. A 9. D 10. B

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La Bottega del Verde

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Linea - Herba

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Grow Shop Italia

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COLOFON Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV 3 2 %R[ 9HJKHO 3DHVL %DVVL 7HO e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Stoney Tark, Rich Hamilton, G.B.I., e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl 7HO La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L'editore si propone di mettere in luce

il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

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4 Dicembre 2020




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