NEVE
TEM P O R ANE A PER M ANENTE
ARCHITETTO SARA CARCIOTTI
NEVE
TEM P O R ANE A PER M ANENTE Università IUAV-Venezia A. A. 2014/15 Touch fair architecture & exhibit space Master di II livello Matricola 283253 R ELATO R I DI M ASTER El e o n o r a M a n t e s e RELATORI DI TESI Raffaella Laezza, Antonella Mari
2016 by Sara Carciotti © All rights reserved. No part of this book may be Copyright
reproduced in any form or by any means, electronic or mechanical without permission in writing form the copyright holder.
“Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere e magia. Incomincia adesso.” Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832)
CO RSI E DOCENTI DEL MASTER ARCHITECTURAL DESIGN Responsabile scientifica del master Eleonora Mantese ARCHITECTURAL DESIGN & FAIR DESIGN Coordinatrice del master Raffaella Laezza ARCHITECTURAL FAIR DESIGN Antonella Mari STRUCTURE:COMPLEXITY & MATRIX Ambrogio Angotzi ARUP SOUND DESIGN Ricciarda Belgiojoso MATTER:SUSTAINABLE-RECYCLED THINKING Emilio Genovesi e Carla Langella PLANNING EVENTS Luca Fois e Marisa Corso STORIA DELL’ARCHITETTURA Mario Lupano LIGHTING DESIGN Mario Nanni VIABIZZUNO COMPUTATIONAL MORPHOLOGY Cosimo Monteleone STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA Angela Mengoni
INDICE
1. BOLOGNA FIERE PADIGLIONE BENEVOLO ITALIA . . . . 3 2. VICINO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13
2.1 NATURE’S POWER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 2.2 ELEMENTO NEVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.3 SNOW GEOMETRY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 2.4 GENETIC CODE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 2.5 MASTERPLAN PAVILION . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69 2.6 TRANSNATURALITY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
3. LONTANO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
3.1 STRATEGIA DELL’EXHIBIT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89 3.2 MODULOR . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 3.3 MATERIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125 3.4 FLESSIBILITÀ’ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 3.5 TECNICHE DI PRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147 3.6 FILE TO FACTORY . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157 3.7 MONTAGGIO/SMONTAGGIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 169
4. NEVE TEMPORANEA PERMANENTE 1 CODICE 3 PROGETTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . 175 5. BIBLIOGRAFIA
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BOLOGNA F I E R E I T A L I A
01
FIERA EXHIBIT 5
Il fenomeno “fair and exhibit” affonda le sue radici nell’etimologia dei termini che lo definiscono. FAIR - deriva dal latino “feria”, ovvero “giorno di festa” o “fiera mercato”. EXHIBIT - deriva dalla parola latina “expositio”, che significa “esporre” o “mettere in mostra”.
L’attività fieristica è una delle attività più antiche nella storia dell’impresa, ma negli ultimi dieci anni ha dimostrato di essere anche una delle più moderne, o quanto meno di quelle soggette a più veloce innovazione. Una fiera è una somma di processi tra di loro concatenati. Partecipare a una fiera è ‘sistema’ due volte. Una prima volta perché dev’essere frutto di una scelta in linea con la strategia aziendale e una seconda volta perché non si tratta solo di decidere ‘se’ partecipare ma anche ‘come’ farlo.
BOLOGNA FIERE E IL SUO CONTESTO 7
- 1888 -la Grande Esposizione Emiliana, ospitata nei Giardini Margherita era la prima fiera importante ospitata a Bologna - 1901 - prima mostra Campionaria di Bologna nei locali del Kursal - 1927 - anno d’avvio vero e proprio delle attività fieristiche, la fiera si svolse nel Litorale - 1947 nascita dell’Ente Autonomo delle Fiere di Bologna e concorso per la costruzione di una vera e propria sede per la Fiera - 1964/65 - costruzione dei dieci padiglioni realizzati dagli architetti Leonardo Benevolo, Tommaso Giura Longo e Carlo Melograni I padiglioni hanno tutti le grandi travature metalliche e per la loro architettura consentono una perfetta esposizione. I padiglioni BENEVOLO n°21-22 sono altresì accorpabili, così da rispondere alle esigenze della rassegna, sia in termini di visibilità che di superficie espositiva. Essi sono stati recentemente oggetto di un programma di restyling, che ha dato origine ad un nuovo spazio espositivo. - 1972 - importante aggiunta al quartiere fieristico di Bologna a cura del arch. Kenzo Tange, a cui si deve anche il complesso dei grattacieli sede di uffici
N째 22 PADIGLIONE BENEVOLO
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PLANIMETRIA DELLA FIERA DI BOLOGNA Evidenziato in verde il padiglione Benevolo n째22
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PLANIMETRIA DEL PADIGLIONE BENEVOLO maglia ortogonale 2,5 m x 5,0 m
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viste interne del padiglione Benevolo n째22
VICINO
02
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N AT U R E ’ S P O W E R
2.1
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N AT U R A M O D E L LO M I S U R A LINEA GUIDA
L’uomo in ogni epoca ha instaurato un diverso rapporto con la natura e in relazione a questo rapporto l’ha rappresentata nella produzione artistica, architettonica e filosofica. COSA E’ OGGI LA NATURA? Studiare consapevolmente i processi biologici e biomeccanici della natura, studiare i suoi CODICI GENETICI, considerandoli fonte d’ispirazione per il miglioramento dello spazio, potrebbe essere una nuova svolta per l’architettura esplorando forme finora sconosciute.
“I think the biggest innovations of the 21st century will be at the intersection of biology and technology. A new era is beginning.” Steve Jobs
NELL’APPARENTE CAOS C’E’ LOGICA 18
“Of sentimentality and cosy Nature are put aside, we look into the core of a prodigious information sampler. We discover a patternmaker of infinite skill. Here, the simple and the complex inform each other, Nature becomes a collective exchange and loses its capital letter hierarchy. This is not a stripped out minimalist world of “less is more” or reduction of moving to standalone categories, but the richer thought of a cross -feed, multiplex world, here “more is less is more”. Cecil Balmond
Progetto The Danzer, Cecil Balmond
LA VISIONE DELLA NATURA 19
Cecil Balmond, designer, artista, architetto e scrittore è convinto che sia limitante copiare dalla natura solamente quello che vede l’occhio umano senza entrare in profondità della sua essenza. “ ... is better to look inside and find the interior motif that builds outwards again. What we would view then are the structures of the knotted and irregular, of cross-breeding and overlap, that lie seemingly at the heart of nature’s secret ambitions. In special instances, like in the crystalline lattice structures of regularity, such fragile moments of stability may be read in ordered Cartesian therms: but to see them as fixed and part of an eternal hierarchy is to misunderstand. The crystal is a snapshot. So is a structural framework. Regimental order is transient, a fleeting glimpse only. Nature’s unit and multiple inspires a much richer mix, a genetic typology, of fluid and fractional geometries. Such seemingly random but structured patterns strike a resonance within us, for our “internalisation” may be built on similar ideas- a kind of haunting, of interior space being made external, of buried archetype surfacing.” Cecil Bslmond, Frontiers Architectural
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ELEMENTO NEVE
2.1
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IL SENSO DI SMILLA PER LA NEVE “C’è un freddo straordinario, 18 gradi Celsius sotto zero, e nevica, e nella lingua che non è più mia la neve è qanik, grossi cristalli quasi senza peso che cadono in grande quantità e coprono la terra con uno strato di bianco gelo polverizzato. I fiocchi sono come piccole piume, e la neve è così, non necessariamente fredda. Ciò che avviene in questo istante è che il cielo piange su Esajas, e le lacrime si trasformano in piume di ghiaccio che si posano su di lui. E’ l’universo che in questo modo gli stende sopra una trapunta affinché lui non debba mai più avere freddo. “ Høeg Peter
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“Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata” Albert Einstein Iniziamo a guardare al di là della bellezza della natura e cerchiamo di comprendere le sue capacità di adattamento ed innovazione; da milioni di anni, lavora all’interno di un ciclo in cui nulla si crea e nulla si distrugge.
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INSCALA O FUORISCALA Le immagini in sequenza derivano dal microscopio elettronico a scansione, comunemente indicato con l’acronimo SEM (Scanning Electron Microscope), il quale non sfrutta la luce come sorgente di radiazioni, ma un fascio di elettroni primari che colpiscono il campione. Il risultato è un’IMMAGINE in bianco e nero ad elevata risoluzione e GRANDE PROFONDITA’ DI CAMPO. Le nuove tecnologie ci forniscono la VISIONE INTERNA della materia suggerendoci così un NUOVO MONDO tutto da scoprire.
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S N O W GEOMETRY
2.3
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“ Un’edificio organico è automaticamente bello? Non automaticamente: naturalmente! ” Frank Lloyd Wright, Architettura è Democrazia
La NATURA nell’arco dei millenni ha saputo selezionare ciò che era più durevole ed efficiente, ha selezionato FORME, tessuti, sostanze e MATERIE che sempre più si comportano davanti ai nostri occhi come misteri da ESPLORARE. Analizzare e confrontare la natura di quella cosa, significa guardare il carattere profondo, significa ciò che è dentro, significa l’abilità non di guardare le cose, ma di VEDERE DENTRO; è solo così che impareremo la sua ESSENZA. “La relazione tra architettura e natura c’è e indagarla porta principalmente al chiarimento dei principi che nutrono il progetto d’architettura. In senso piu ampio si tratta di osservare l’origine delle cose, l’archetipo naturale, la radice, i fondamenti in un’ottica sperimentale.” Raffaella Laezza, Natura d’architettura 4
Analizzare perciò il fiocco di neve, non solo superficialmente ma guardandolo in profondità, fa emergere tre parole chiave: ETEROGENEITÀ’, AUTOSIMILARITÀ’ E SPAZIALITÀ’.
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ETEROGENEITÀ’ Esiste la COMPRESENZA di ELEMENTI di DIVERSO GENERE nella formazione dello spazio come ente unitario, Lo spazio, essendo eterogeneo, può presentare diverse tipologie di geometria che lo spazio cartesiano non riesce interamente ad accogliere in quanto “multidimensionale e relativo” come dimostrano la geometria non-euclidea e le teorie sulla relatività di Einstein.
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LA MOLECOLA DELLA NEVE I piÚ semplici cristalli di neve sono dei prismi di base esagonale che, a seconda del rapporto tra la base e l’altezza, appaiono come colonnine o come fogli piatti. Quest’ultimi partendo dalla figura madre danno luogo a successive ramificazioni.
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AGGREGAZIONE SPAZIALE NEVE I cristalli di neve presentano complesse geometrie a base esagonale dovute alla configurazione atomica delle molecole di acqua che, allo stato solido, formano una griglia compatta di celle.
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SMEMBRAMENTO Lo smembramento rappresenta la disgregazione di qualcosa che per se stessa costituisce un’unità organica e naturale. Nel fiocco di neve l’unità organica va a modificarsi fino a raggiungere lo stato liquido.
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AUTOSIMILARITA’ Caratteristica di essere INVARIANTE A VARIARE DELLA SCALA con la quale esso viene riguardato. Ciò ha come conseguenza che parti comunque ingrandite del sistema presentano una struttura geometricamente identica a quella dell’intero sistema. Ciò significa che i dettagli contengono la stessa complessità che caratterizza l’intera struttura.
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GEOMETRIA FRATTALE Il termine frattale deriva dal latino FRACTUS - ROTTO, SPEZZATO - e venne coniato nel 1975 da BENOIT MANDELBROT per descrivere alcuni comportamenti matematici che sembravano avere un comportamento “caotico”. “Why is geometry often described as ‘cold’ and ‘dry’? One reason lies in its inability to describe the shape of a cloud, a mountain, a coastline or a tree. Clouds are not spheres, mountains are not cones, coastlines are not circles, and bark is not smooth, nor does lightning travel in a straight line” B. Mandelbrot , The Fractal Geometry of Nature Mandelbrot descrive così l’inadeguatezza della geometria euclidea nella descrizione della natura. Una sostanziale differenza tra un oggetto geometrico euclideo ed un frattale è il modo in cui si costruisce. I frattali non vengono generati sul piano cartesiano utilizzando un’equazione, ma un algoritmo. Ciò significa che si è in presenza di un metodo, non necessariamente numerico, che deve essere utilizzato per disegnare la curva. Inoltre, l’algoritmo non è mai applicato una volta sola, ma teoricamente un numero infinito di volte. A QUALUNQUE SCALA si osservi, l’oggetto presenta SEMPRE gli STESSI CARATTERI GLOBALI.
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FIOCCO DI NEVE DI VON KOCH Per generare il fiocco di neve di Van Koch si prende un segmento, lo si taglia in 3 parti e si sostituisce quella centrale con due segmenti uguali a quello eliminato; si ripete poi l’operazione per un numero infinito di volte. La curva che si ottiene è una curva frattale.
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SPAZIALITÀ’ Già da Platone lo spazio rappresenta un luogo di intersezione tra il mondo delle idee e quello della natura. Il concetto di spazio si è poi evoluto nell’arco dei millenni e oggi, lo spazio in architettura, non è là, nel mondo, e neppure qui, dentro di noi, ma nasce intriso di vissuto. Lo SPAZIO non è più solamente una realtà fisica bensì un ATTO costitutivo e GENETICO DELL’ARCHITETTURA, permeato del vissuto di chi progetta e di chi concorre responsabilmente a realizzare il “più oggettivo, storico ed etico SPAZIO DELL’ INTERSOGGETTIVITÀ’.
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I SOLIDI PLATONICI PIERO DELLA FRANCESCA (1416-1492) verso la fine della sua vita sostituì l’attività artistica con la trattatistica, scrivendo il “DE PROSPECTIVA PINGENDI”. Esso tratta i Cinque Solidi Platonici, interessandosi esclusivamente delle loro caratteristiche geometriche e tralasciando le implicazioni filosofiche e simboliche, pur partendo dall’opera di Platone. Il frate francescano LUCA PACIOLI (1445-1517) rielabora il trattato di Piero della Francesca e pubblica il trattato “DE DIVINA PROPORTIONE”,. La parte conclusiva del trattato è composta da sessanta tavole illustrate da Leonardo da Vinci il quale elaborò delle rappresentazioni tridimensionale e prospettiche dei poliedri. Cinque sono i Solidi Platonici: il tetraedro, l’esaedro, l’ottaedro, il dodecaedro e l’icosaedro. LEONARDO DA VINCI disegna i Solidi Platonici sospesi a un sottile nastro e sormontati da un cartellino contenente il nome in lettere capitali romane. Essi fanno parte del CODICE ATLANTICO; la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti di Leonardo da Vinci ed è conservato sin dal 1637 presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
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GEOMETRIZZAZIONE DELLA NEVE L’ICOSAEDRO viene chiamato anche poliedro regolare, oppure, facendo riferimento all’antichità, figura cosmica. E’ composto da 20 triangoli equilateri tutti identici e inscrivendosi in una sfera, presenta tutti i vertici giacenti sulla superficie della stessa.
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GENETIC CO DE
2.4
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C A M B I A M E N TO EVOLUZIONE DELL’ARCHITETTURA Come l’architettura con i suoi segni architettonici fa parte del nostro immaginario, così anche le forme naturali, come ad esempio il fiocco di neve, stanno sempre più diventando “segnali”, allusioni metaforiche di altro. Leggendo la natura nelle sue regole costitutive possiamo intravedere un nuovo approcio al progetto architettonico; nello stesso modo, il progetto di architettura può esser rivisto come una rinnominazione dei codici della natura. Questo lento cambiamento dell’architettura è dovuto a diversi fattori, il più importante è ovviamente legato alla rivoluzione tecnologica ed ha posto gli architetti di fronte ad un bivio: rimanere nella tradizione o accettare la sfida, cercare NUOVE FORME, NUOVE SPAZIALITÀ’ e una NUOVA ESTETICA per l’architettura della nostra era. La nuova estetica è caratterizzata dal dominio dell’IMMATERIALITÀ’ della COMUNICAZIONE, delle NUOVE TECNOLOGIE, dei nuovi bisogni della società e dell’immagine.
C O D I C E G ENETICO 64
“Uno degli aspetti che stanno emergendo nella sperimentazione dell’arte generativa è la possibilità di applicare gli stessi principi anche alla progettazione urbanistica architettonica. Progettare in modo generativo significa considerare la città come un essere vivente. Si studia il “codice genetico”, il DNA delle città approfondendone la storia, l’evoluzione in rapporto al numero degli abitanti, allo sviluppo economico. Lavorare sul DNA di una città significa prendere atto della profonda diversità genetica del tessuto urbano di ogni città. Ogni città è unica e irripetibile. Ricostruire il codice genetico di una città è un progetto generativo. Una volta che l’abbiamo individuato , possiamo incrementare la complessità, la qualità, la capacità di risposta ai nostri bisogni della città in esame.” Lotus international 127, “Diagrams”, Milano 2006, Editoriale Lotus, p. 4
codice genetico
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griglia storica
griglia di progetto
scalaritĂ esagoni
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DI AGR A M M A ELEMENTO DI ORGANIZZAZIONE PROGRAMMATICA, FIGURATIVA E FORMALE “ Per cui il diagramma non è più semplicemente una cosa, (…) diventa figura geometrica, elenco, registro, gamma o scala musicale. (…) Più precisamente, seguendo le linee della sua geometria, il diagramma potrebbe essere una figura composta da linee, una figura illustrativa, un insieme di linee, segni tracciati.”
Antony Vidler, Cos’è comunque un diagramma?, in Peter Eisenman Contropiede, Skira, Milano, 2005, p.19
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Processo diagrammatico del progetto Staten Island Institute for arts and science, New York
Per Peter Eisenman, è la capacità visionale dei diagrammi che li rende veicoli gestuali per la rappresentazione virtuale. Attraverso la sequenza di “digital morphing”, ogni diagramma segna una trasformazione formale della griglia dello skyline di Manhattan.
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MASTER P LAN PAV I L I O N
2.5
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COMPOSIZIONE DELLO SPAZIO “tra tutte le arti, l’architettura è l’unica ad utilizzare un vocabolario tridimensionale che include l’uomo: è una scultura nella quale si può penetrare e camminare” Bruno Zevi Sono proprio queste le parole che descrivono al meglio la composizione degli esagoni in planimetria. L’ARCHITETTURA FIERISTICA non è più un oggetto da scoprire poco a poco, ma è un oggetto che si mostra nella sua INTEREZZA e TRASPARENZA, un LUOGO DA VIVERE con tutti i sensi, e da PERCORRERE come un libro dalle pagine traslucide, dove persino l’illusione e l’effimero concorrono a creare un’idea di spazio. La concorrenza, talvolta “desiderata o temuta”, viene vista in questo progetto come elemento positivo. Infatti secondo le regole di un sistema orientato al mercato è vantaggioso essere presenti dove si trovano i propri concorrenti.
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stand 4620 mq percorso 2580 mq stand 175 mq
ARCHITETTURA IN MOVIMENTO STASI E MOVIMENTO
Quale sarà l’idea di spazio che meglio rappresenterà la nostra era?
Non abbiamo ancora una risposta e probabilmente ci vorrà ancora molto tempo per far diventare l’architettura qualcosa di diverso, più vicino all’uomo del nostro tempo. Se è vero che esiste una stretta relazione tra il modo in cui è organizzato il pensiero e l’ambito architettonico, dobbiamo pensare ai nuovi SPAZI come ad AREE FLUIDE ed IPERTESTUALI, che sappiano relazionarsi con l’uomo in modo innovativo e interattivo, sia nel campo sensoriale, psicologico che dell’intellettuale.
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SUPERFICIE INTERO PADIGLIONE area 7200 mq 180 pannelli
SUPERFICIE META PADIGLIONE area 3300 mq 80 pannelli
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SUPERFICIE META PADIGLIONI area 6600 mq 160 pannelli
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TRANSNATURALITY P R O C ES S
2.6
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ESAGONO BASE Il sistema modulare è alla base di tutto il progetto. Il modulo è tratto dalla natura e viene composto in quello che rappresenta il miglior pattern spaziale, quello che funziona meglio secondo gli scopi prestabiliti per questo progetto.
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3,60 m
ESAGONO BASE
3,60 m
ESTRUSIONE LATI
INTERSEZIONE CON UN PIANO
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RIVOLUZIONE LATI ESAGONO BASE
SMEMBRAMENTO
L AT I
ES AGO N O
BASE
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STR UTTUR A 82
DELL’ESAGONO BASE Il processo descritto precedentemente sull’ evoluzione dell’esagono ci porta ad ottenere una struttura che raramente supera in altezza il corpo umano; l’obiettivo non è stordire ma meravigliare e incuriosire, avvolgere e guidare. Al termine della visita, lo spettatore non ricorderà l’esatta forma del progetto ma conserverà il ricordo delle
sensazioni provate. E’ assolta, così, una delle esigenze del progetto d’exhibit, ossia la necessità (che nasce da motivazioni commerciali e/o artistiche e/o culturali) di comunicare. Di raggiungere l’inconscio e l’emotività più velocemente di una razionale esposizione di contenuti.
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GRUPPO A Hmin 110 cm Hmax 130 cm
GRUPPO B Hmin 187 cm Hmax 235 cm
GRUPPO C Hmin 305 cm Hmax 360 cm
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Studio della spazialitĂ
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“Di conseguenza arriviamo a concludere che lo spazio non è vuoto . . . (ma è) mobile, mutabile, caotico, polimorfo… non uniforme ...” Connor, Steven in Going Aerial. Air, Art, Architecture
LO NTAN O
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STRATEGIA DELL’EXHIBIT
3.1
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MARKETING E PROGETTAZIONE Lo STAND è la prima cosa a cui pensa l’espositore. Sotto alcuni aspetti, lo stand ‘è la fiera’. Per un’AZIENDA espositrice è il cuore del suo investimento, il biglietto da visita, la VETRINA, la sua base operativa, è il luogo in cui incontra clienti, partner, giornalisti e persone influenti nel settore. Per il PROGETTISTA lo STAND è uno STRUMENTO DI MARKETING TRIDIMENSIONALE rappresenta l’azienda e ne determina la sua percezione. L’obiettivo è sicuramente quello di farlo rimanere impresso nella mente dei visitatori unitamente ai prodotti esposti e al brand dell’azienda facendo attenzione però che essere in fiera è come partecipare a un ricevimento: occorre essere in sintonia con l’ambiente cercando di dare qualcosa di più. Marketing e Progettazione quindi si sviluppano insieme, fin dall’inizio, viaggiando in parallelo e arricchendosi con l’avanzamento del dettaglio. La realizzazione di uno stand ha bisogno di tre fasi di sviluppo del progetto: ANALISI, RICERCA DEL LINGUAGGIO e ASTRAZIONE.
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ANALISI Per massimizzare i risultati derivanti da una fiera un fattore chiave sta nell’attenta PIANIFICAZIONE DELL’EVENTO, tenendo in considerazione il fatto che la macchina fieristica ha costi elevati che attraversano tutta l’azienda. L’aumento costante della concorrenza ed un mercato sempre più saturo di prodotti fanno sì che una partecipazione spesso “improvvisata”, priva di una pianificazione adeguata e di una preparazione ad hoc porti a risultati molto al di sotto delle potenzialità del prodotto o del servizio. Prima di partecipare ad una fiera è necessario avere chiari gli OBIETTIVI di comunicazione, di marketing, di immagine, di informazione e non solo di vendita che si vogliono raggiungere. Risulta inoltre necessario specificare il TARGET a cui ci si vuole rivolgere: diversi sono infatti gli obiettivi se si parla di già clienti o di clienti potenziali. Nella fase di pianificazione della fiera è perciò importante individuare gli strumenti di analisi: - analisi e ricerca dell’evento appropriato - analisi quantitativa e qualitativa dei visitatori - valutazione generale - economica (prezzo/mq) e analisi comportamento concorrenza - stand aperto/chiuso: la scelta andrà ad impattare sull’esito finale della partecipazione
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MATERIA La luce aiuta a scoprire e leggere lo spessore della materia. La materia vive di contrasto; non si può menzionare luce senza ombra. Su questo confine tra luminosità e oscurità deve prendere forma l’architettura.
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STUDIO OTTICO PERCETTIVO E’ la luce che permette alla materia di rivelarsi; attraverso il sapiente equilibrio tra luce e materia l’architettura traduce emozioni. La luce raggiunge la superficie e viene rinviata producendo un gioco di rifrazioni, riflessi e dissolvenze.
SORGENTE LUMINOSA
CONO OTTICO
SORGENTE LUMINOSA
RIFLESSIONE DIFFUSA
SORGENTE LUMINOSA
SUPERFICIE INCLINATA
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RICERCA DEL LINGUAGGIO Ricerca di una DIMENSIONE nuova e ATTRAENTE; ogni idea è alla base di una strategia di comunicazione precisa e riferita al target dei clienti che vorranno approcciare il prodotto. Si tratta di progettare ARCHITETTURE SENSORIALI, piacevoli atmosfere, seduzioni: SPAZI semplici e CONTINUI, spazi IN SEQUENZA, progressioni e ritmi tra le diverse zone, spazi OLISTICI o frammentati, organizzati in successione o in compresenza. Fino allo SPAZIO EFFIMERO e MUTEVOLE come prossima frontiera. L’ambiente regala al consumatori ESPERIENZE MEMORABILI, che fungano da narratore della storia e della filosofia aziendali, che esplicitino i suoi valori e la sua identità. Il PRODOTTO, se inserito nell’atmosfera creata, ricopre il ruolo di oggetto capace di PRODUCE UNA RISONANZA INTERIORE, di entità seducente e desiderabile, che contribuisce al RACCONTO di una storia coinvolgente, e a cui il consumatore vuole prendere parte. Colori, luci, design ed effetti audiovisivi sono utilizzati per presentare prodotti e servizi.
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Qual è la natura del fiocco di neve? Qual è la sua essenza? Cosa l’ha reso ciò che è? Viene smontato in pezzi per poi essere ricomposto, migliora? Questo è ciò che è presente nella mente dell’architetto prima di compiere il gesto architettonico che lo condurrà alla forma finale
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AGGREGAZIONE
DISGREGAZIONE
RICOMPOSIZIONE GEOMETRICA
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AGGR EGAZIO NE Diverse regole combinatorie possono produrre molti layout possibili. L’importante è che i percorsi, i nodi, gli attrattori primari formino un sistema non solo funzionale, ma connotato di significato.
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5
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1. AREA ACCOGLIENZA - i visitatori si aspettano di ricevere informazioni o campioni dei prodotti, in questa zona avviene il primo approccio con il cliente
4. AREA ESIBIZIONE - in quest’area si utilizzano strumenti di forte impatto visivo per attirare l’attenzione del visitatori
2. AREA SOCIAL - zona ibrida, di sosta e meno formale, dove ci si può riposare e socializzare con altre persone in un’atmosfera rilassante, può essere anche adibita a rinfreschi
5. AREA BUSINESS - area protetta e separata dagli altri spazi dello stand dove si svolgono trattative e colloqui, dotata di attrezzatura per conferenze
3. AREA ESPOSIZIONE - area dedicata alla presentazione dei prodotti ed è il luogo dove avviene la prima interazione tra il personale e i visitatori
6 AREA PRIVATA - area riservata alla logistica e non utilizzata dai visitatori; ha funzione di deposito e area per il chatering; la sua dimensione dipende dalla grandezza dello stand
SISTEMA ADATTATIVO 105
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TECNOLOGIE P ER NU OV I O R I Z ZO N T I
Il vero valore della nuova tecnologia che abbiamo a disposizione è il supporto alla progettazione. Esso si verifica quando, si parte dai dati per arrivare attraverso l’ausilio dei software al progetto. COMPUTATIONAL AND PARAMETRIC DESIGN è la scienza che si occupa di questo; ognuno di questi termini descrive caratteristiche fondamentali della disciplina. DESIGN - definizione dell’ambito d’intervento COMPUTATIONAL - si riferisce ai calcoli effettuati dal computer, e i calcoli alla base di questo metodo sono così articolati, che il computer non è solo uno strumento di aiuto, capace di migliorare, velocizzare e semplificare, ma è l’unico in grado di percorrere questo metodo progettuale. PARAMETRIC - chiarisce che questa modalità di progettazione avviene con dei parametri, si tratta di parametri numerici, che è possibile variare per ottenere una diversa configurazione del progetto.
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COMPOSIZIONE DELLO STAND Si tratta di una vera e propria ‘AGORA’ ESPOSITIVA’, che incoraggia l’ingresso e il passaggio del visitatore. L’ambiente interattivo tende a creare un ambiente capace di fornire e ricevere informazioni. Il fruitore dell’architettura diventa esso stesso soggetto di un’esperienza e a sua volta produttore di un’esperienza. Lo stand però non serve solo per ‘esporre’ bensì è anche il luogo privilegiato per incontrare i clienti. L’azienda ha perciò a sua disposizione l’area business, zona riservata per clienti vip, partner commerciali, clienti e ospiti selezionati. Uno spazio più tranquillo, operativo ed eventualmente per presentare prodotti non ancora di pubblico dominio.
NICCHIA ESPOSITIVA
SUPERFICI ESPOSITIVE
DESK INFORMAZIONI
PEDANA
SEDUTA
GRIGLIA BENEVOLO
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MODULOR
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MODULO - dal latino modulus, dim. di modus; in genere, misura, forma, esemplare, che si assume come modello a cui attenersi, o come elemento fondamentale secondo il quale determinare o proporzionare le misure di un insieme; unità elementare costitutiva di un insieme, detto appunto modulare.
Nell’antica Grecia il modulo è costituito dal diametro della colonna nella sua parte più bassa; negli scritti di Vitruvio, è l’elemento base per la messa a punto degli elementi costitutivi della pianta e della facciata di un edificio. Nell’età moderna avviene invece un nuovo cambiamento formale nel concetto di modulo. L’architetto Le Corbusier introduce il Modulor; nuova misura proporzionata al corpo e funzioni dell’uomo moderno. Il MODULO, come in passato, rappresenta ancora oggi il PRINCIPIO sul quale si basano le CARATTERISTICHE COMPOSITIVE e L’UNITA’ di misura stabilita per il proporzionamento fra le varie parti ma il suo CONCETTO FORMALE subisce una notevole VARIAZIONE.
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EVO LUZIO NE FORMALE MODULOR “la creazione è modificata dallo strumento (…) indipendentemente dalle qualità e dalle prestazioni dello strumento stesso. In ciò, dunque, si individua un episodio di rottura con la storia dell’arte e dell’architettura.” Il rischioso volo dell’architetto digitale: Francois Burkhardt intervista Paul Virillio
Se le scienze della complessità e il pensiero di Deleuze influenzano la ricerca architettonica, determinando una concezione della forma sempre più fluida e dinamica, sono le tecnologie digitali a consentire la materializzazione. Nella progettazione architettonica contemporanea gli strumenti digitali non sono semplicemente strumenti di rappresentazione e visualizzazione ma strumenti generativi della forma: il lavoro dell’architetto si concentra sempre più sul processo e sulle sue logiche generative. Due in particolare sono i principi morfologici naturali che possono essere trasferiti nei programmi digitali per la generazione della forma: l’ottimizzazione, il raggiungimento, cioè, del più alto grado di efficienza ed economia, e l’adattamento, la capacità dell’organismo di rispondere all’azione delle forze esterne. La forma finale può essere interpretata come lo stato più favorevole, un momento di equilibrio, all’interno di un continuo processo di trasformazione teso a raggiungere la condizione migliore.
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F O L D IN G Nel progetto il MODULO non è più un elemento unico e immutabile bensì utilizzando la tecnica del “FOLDING”ci permette di ottenere un ELEMENTO TRIDIMENSIONALE A PARTIRE DA UN PIANO.
STEP 1 3D
Le tecnologie digitali, oltre a permettere al progettista il controllo numerico delle forme offrono poi la possibilità di svolgerle (unwrapping), ovvero di trasformare le geometrie tridimensionali delle superfici di un oggetto in piane, determinando con precisione la sagoma dell’elemento piano di partenza.
STEP 2 4D
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L’architetto Peter Eisenman sostiene che le tecnologie digitali segnano l’avvento di un NUOVO PARADIGMA IN ARCHITETTURA – “lo spostamento dal paradigma meccanico a quello elettronico”, non solo perché, attraverso software di modellazione e disegno automatico, consentono di rappresentare e controllare facilmente forme molto complesse ma, soprattutto, perché MODIFICANO profondamente le MODALITÀ’ TEMPORALI e SPAZIALI dell’intero PROCESSO PROGETTUALE.
T1A
T1
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R IP ETIZIO NE VA R I A Z I O N E Atto di razionalizzazione che permette la costruibilità del progetto e la sua sostenibilità.
T2
STEP 3
STEP 4 lato 5 lato 4 lato 6
STEP 1 - creazione della griglia 15x60 cm
lato = 3,60 m
STEP 2 - individuazione delle direttrici STEP 3 - 8 MODULI BASE
lato 3 lato 1 lato 2
STEP 4 - posizionamento dei moduli all’interno dell’esagono base
STEP 1
8 MODULI T1/A T2 T3 T4 T5 T3
T6 T4
T5
STEP 2
T6
T6A
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PROSPETTO ESTERNO lati 1-3 esagono base CONVESSO
PROSPETTO INTERNO lati 1-3 esagono base CONCAVO
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PROSPETTO ESTERNO lati 1-3 esagono base CONCAVO
PROSPETTO INTERNO lati 1-3 esagono base CONVESSO
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MATERIALE
3.3
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PRODUZIONE
D I G I TA L E RICERCA DEL
MATERIALE Il passaggio da puro gesto architettonico alla realtà non è mai semplice, tanto più al giorno d’oggi, quando utilizziamo nella progettazione tecnologie che ci consentono di creare elevate prestazioni formali. Due sono le tecniche di produzione digitale che si possono usare per questo progetto; TASSELATING e FOLDING. Nella prima i moduli vengono scomposti in elementi piani, in questo caso i singoli triangoli, e successivamente connessi tra loro per formare la forma tridimensionale. Il tasselating implica uno spazio e un tempo ampio per l’assemblaggio dei pezzi; è proprio questo il motivo che ha spinto la ricerca verso la tecnica del FOLDING. In questo caso gli elementi planari vengono piegati a seconda delle direttrici e vanno a formare la struttura tridimensionale. LA RICERCA DI NUOVI APPROCCI ha poi guidato questo progetto per la scelta del materiale. Nella scelta sono stati fondamentali i seguenti aspetti: alta flessibilità ma al contempo buona resistenza e rigidezza, dimensione e peso, basso impatto ambientale, lungo ciclo di vita , smontaggio e rimontaggio, trasporto e imballaggio.
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LEGN O TESSUTO
M AT E R I A L E COMPOSITO 129
“La materia della poesia è la parola, quella della musica il suono; la struttura, la maniera in cui si assemblano queste parole o questi suoni. Ciò che vogliamo sottolineare qui è l’importanza del rapporto tra la forma e la resistenza fisica che è proprio dell’architettura.” Hermant, Formes Utiles Il concetto chiave è quello di UNIRE DUE MATERIALI a caratteristiche diverse, e creare un SANDWICH che esalti le proprietà dei singoli materiali.
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ACUSTICA Non si può proprio dire che le fiere siano un luogo silenzioso. Nei padiglioni c’è sempre un forte rumore di fondo, molto fastidioso per l’udito e molto stancante per i visitatori. Andando a microforare alcuni dei pannelli andiamo a diminuire il problema acustico.
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ELASTICITÀ’ RIGIDEZZA
il taglio diagonale del legno acconsente forme concave e convesse grazie al tessuto gli elementi lignei possono assumere forme tridimensionali
90% LEGNO 10% TESSUTO
con l’aggiunta di un ulteriore strato di legno si aumenta la rigidità
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TAGLIO LASER Con il sistema a laser è possibile lavorare, tagliare e incidere i legni allo stato naturale. I legni teneri necessitano di un laser meno potente e possono essere tagliati più velocemente rispetto a un legno duro. Il laser provoca nella fessura di taglio del materiale un aumento della temperatura al di sopra della temperatura di sublimazione del legno. Il legno “vaporizzato improvvisamente” è visibile sotto forma di fumo che si sprigiona a velocità elevata. Questo fumo porta via dal legno anche il calore applicato. In questo modo, il materiale circostante la fessura di taglio subisce uno stress termico relativamente minimo. Una messa a punto precisa, nonché la scelta dell’ottica adatta e l’apporto di aria compressa consentono tagli di qualità elevata. Nel taglio laser sono particolarmente importanti velocità di lavorazione, taglio di forme e dimensioni particolarmente complicate e la non produzione di trucioli.
INCOLLAGGIO DEL TESSUTO SUL PANNELLO DI LEGNO
TAGLIO LASER DEL PANNELLO PER OTTENERE I TRIANGOLI
PANNELLO TRIANGOLATO COMPOSTO DA LEGNO E TESSUTO
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FLESSIBILITÀ’
3.4
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NEURO _ ARCHITETTURA Ciascuna occasione espositiva è per il visitatore un EVENTO UNICO, colmo di esperienze visive e suggestioni spaziali. Gli ultimi studi nel campo delle NEUROSCIENZE testimoniano che l’uomo fisico, la sua mente e l’ambiente in cui si trova sono collegati. Lo sviluppo progettuale dell’architetto deve perciò rivolgere l’interesse nei confronti del visitatore: lo SPAZIO diviene un CONTENITORE progettato al fine di un INCONTRO avvincente. CURIOSITÀ’ e INTERATTIVITÀ’ sono le leve che attirano il visitatore ad entrare all’interno dello spazio espositivo e pongono al CENTRO il SOGGETTO invece dell’assolutezza dell’oggetto. Ciò significa che si predilige la VARIABILITÀ’ e RICONFIGURABILITÀ’ alla serialità, standardizzazione e duplicazione. Il SISTEMA costruttivo MODULARE, apparentemente molto complesso, è allo stesso tempo FLESSIBILE e fornisce una PLURALITÀ’ di SOLUZIONI differenziate, funzionali e d’immagine.
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PRESENZA - ASSENZA Esposizione multipla e differenziata delle materie e colori, sfruttando i giochi di luce per esaltare la sua essenza. L’oggetto d’esposizione è integrato nell’architettura; basta un elemento capace di far cogliere l’emozioni, gli sguardi e l’attenzione.
“... Such in our way of thinking-we find beauty not in the thing itself but in the patterns of shadows, the light and the darkness, that one thing against another creates ... “ Jun’ichiro Tanizaki, In praise of shadows
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NICCHIA ESPOSITIVA Il focus dell’osservatore cade sull’oggetto esposto nella nicchia; l’architettura rivela quello che apparentemente nasonde proprio su questo confine tra luminosità e oscurità.
“Estetica, comfort e funzione non mi interessano. Allora cosa rimane? Niente, solo l’esperienza.” Jaques Bilodeau
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ACCOGLIENZA La parola informazione ci trasmette l’idea di qualcosa che viene impresso, “messo” nelle forme per comunicare. In questo elemento le informazioni si presentano sotto diverse forme; visive, materiche, simboliche e testuali.
“La forma segue l’emozione non la funzione.” Vittorio Gallese, neuroscienziato
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PROCESS
-
GENETIC
CODE
-
NATURE
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ENTER - STRUCTURE - SKIN - MODULOR
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TECNICHE PRODUZIONE
3.5
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“PRINT ME A STRADIVARIUS” rivista The Economist, febbraio 2011 La rivista inglese The Economist nel 2011 ha dedicato la cover story alla stampa 3D; il pezzo principale riportava:
“alcuni prevedono un futuro in cui i consumatori scaricheranno dei prodotti da internet allo stesso modo in cui oggi scaricano la musica, e li stamperanno a casa o presso un service locale dopo aver modificato il prodotto secondo i loro gusti. Si tratta certamente di un sogno lontano, ma in ogni caso una nuova rivoluzione industriale può essere alle porte”. Secondo gli studi di Berman, 2012; Anderson, 2013; Troxler, 2013, si tratta di una RIVOLUZIONE basata sullo sviluppo di tecnologie di fabbricazione digitale, che stanno generando dei cambiamenti importanti nelle regole di produzione industriale. La FABBRICAZIONE DIGITALE è un’innovazione tecnologica e organizzativa che deriva da quella che nell’ambito della produzione industriale è conosciuta come “prototipazione rapida”. In particolare, consiste in un PROCESSO attraverso il quale è possibile CREARE OGGETTI solidi e tridimensionali a partire DA DISEGNI DIGITALI: si passa da un file vettoriale ad un oggetto reale, tangibile e in tre dimensioni. Le macchine utilizzate per la fabbricazione digitale si caratterizzano per la facilità di utilizzo ed il costo relativamente contenuto.
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ELEMENTI DELLO STAND
5 PEDANE ESAGONALI 18 LATI ESAGONO BASE 2 STRUTTURA GRUPPO A 3 STRUTTURA GRUPPO B 12 STRUTTURA GRUPPO C 6 DIVERSE AREE FUNZIONALI 3 TIPOLOGIE D’ESIBIZIONE 175 mq AREA STAND
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ELEMENTI STRUTTURA LINEARE ELENCO ACCOGLIENZA AREA ESIBIZIONE
AREA SOCIAL
AREA ESPOSITIVA
AREA BUSINESS
ELEMENTI STRUTTURA TRIANGOLARE ELENCO
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ELEMENTI STRUTTURA LINEARE DISCRETIZZAZIONE S1 S2 S3 S4 M1 M2 M3 M4
S1
40 10 20 06 05 20 15 10
pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi
S2
S3
S4
M4
M3
M2
M1
ELEMENTI STRUTTURA TRIANGOLARE DISCRETIZZAZIONE T1A T1 T2 T3 T4 T5 T6 T6A
T1A
T1
T2
T3
T4
07 11 14 13 13 15 10 05
pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi
T5
T6
T6A
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FILE TO FA C TO R Y
3.6
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PROCEDIMENTO
DAL “VIRTUALE” ALLA REALTA’ 159
Una volta individuati tutti gli ELEMENTI necessari per realizzare l’architettura si va a NUMERARLI e ricomporli, RAGGRUPPANDOLI nelle dimensioni dei PANNELLI del materiale. La numerazione è cosa fondamentale per facilitare il montaggio e smontaggio dei pezzi. Passare in pochi minuti da un file vettoriale ad un elemento reale, tangibile e in tre dimensioni richiede un procedimento ben preciso: 1. TRASFORMAZIONE del modello CAD in un formato compatibile con la macchina CNC (Computer Numerically Controlled). Lo standard grafico utilizzato è .STL (solid to layer). Il formato STL consiste in una rappresentazione semplificata delle superfici interne ed esterne del pezzo tramite una superficie semplificata a facce triangolari. Ciò introduce un errore noto come facetting; l’effetto può essere contenuto aumentando il numero di triangoli. 2. Lettura e VERIFICA del file .STL da parte della macchina CNC 3. PREPARAZIONE della macchina CNC - i supporti sono importanti perché evitano fenomeni di distorsione, evitano l’ancoraggio diretto sull’elevatore, devono sostenere il peso proprio del pannello 4. Esecuzione della lavorazione prevista, utilizzando una tecniche “sottrattiva” o “additiva”; i TEMPI di fabbricazione NON DIPENDONO dalla COMPLESSITA’ GEOMETRICA 5. Rimozione dei supporti e finitura manuale del pezzo
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N E S T I N G OTTIMIZZARE PER NON AVERE SPRECHI Il concetto che lo scarto sia di per sé “cattivo” è un prodotto della nostra cultura industriale, che la natura non ammette. Una delle sue grandi abilità è la gestione degli scarti. Tale capacità è dovuta al fatto di auto-produrre il materiale stesso, quindi di conoscerne potenzialità e limiti.
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PANNELLO IN MDF TAGLIO FRESATRICE 2200 X 3660 mm
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TAGLIO LASER MATERIALE COMPOSITO LEGNO - TESSUTO
PANNELLO 2520 X 1870 mm
PANNELLO 2000 X 3100 mm
PANNELLO 2000 X 3100 mm
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PA C K A G I N G Gli allestimenti vengono spesso classificati come “architettura temporaneaâ€? perchĂŠ durano materialente poco tempo. Essi, tuttavia, nascono con lo scopo di durare a lungo nella memoria. Gli stessi elementi, inoltre, se ben progettati, possono essere rimescolati per creare molti altri progetti e rivivere nel tempo sotto altre forme, pur non mutando la natura profonda che li ha generati.
Risulta perciò fondamentale progettare gli elementi in modo che siano facilmente accatastabili, trasportabili e riutilizzabili. In un futuro essi potranno essere rivisti in un altro progetto e cosÏ riprendere nuova vita.
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MONTAGGIO SMONTAGGIO
3.7
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TEMPO RISORSA PR EZIOSA 171
Le fiere si svolgono in date prestabilite e per tanto la preparazione e l’allestimento devono essere pianificate con cura. Occorre stabilire le seguenti attività calcolando tempi e contenuti: - Iscrizione alla fiera (9 mesi prima) - Briefing e progettazione dello stand (8 mesi) - Costruzione dello stand (da 6 a 2 mesi) - Programmazione delle attività di montaggio e smontaggio (7 mesi) - Preparazione di un elenco del materiale necessario (1-3 mesi) - Trasporto del materiale (da 4 a 3 settimane) - Allestimento dello stand (da 2 a 1 settimane) - Consegna dello stand (giorno prima dell’apertura della fiera) - Smontaggio dello stand - Trasporto in azienda - Riparazione e deposito
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FISSAGGIO IN DUE PUNTI
Manuale di montaggio
N
E
V
E
TEMPORANEA PERMANENTE
1 CODICE 3 PROGETTI
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TEMPO TEM P O R ANE O PER M ANENTE 177
La caratteristica del progetto di EXHIBIT rispetto a quello di scala architettonica è che mentre in quest’ultimo la sintesi finale al termine del process si cristallizza e si congela, negli allestimenti esso può essere rivisitato in seguito e riprende così NUOVA VITA. Il CODICE GENETICO chè ha generato il progetto non dura solo il tempo di un evento; bensì possono riemergere NEL FUTURO le tracce di progetti potenziali represse nel passato. La progettazione procede attraverso un process che viene formalizzato con l’individuazione di cinque FONDAMENTALS: 1. NATURA - rapporto con la natura 2. SPAZIALITA’- percezione multidimensionale dello spazio 3. STRUTTURA - principio costruttivo 4. SKIN - matericità e rapporto con la luce 5. MODULO - razionaizzazione, costruibilità, sostenibilità Di seguito si evidenziano 5 potenziali progetti che emergono dallo stesso codice genetico; non esiste un vincitore, tutti si equivalgono in quanto hanno solide basi. Il metodo progettuale indagato in questa tesi si trova come punto d’incontro tra diverse discipline, la natura, come modello di riferimento, il design parametrico, come strumento di elaborazione progettuale e la fabbricazione digitale come tecnologia di costruzione.
T O U C H
F A I R AR CHITE CTUR E
G ENETIC C O D E N AT U R E E N T E R STRUCTURE MODULOR S K I N
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S T A N D O I K O S 180
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S T A N D TO U C H 182
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S T A N D METAMORFOSI 184
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6 IMMAGINI 1 METODO
... INFINITI PROGETTI
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ARCHITETTO SARA CARCIOTTI
Sara Carciotti nasce a Trieste nel 1987, dal 2013 è iscritta all’Albo degli Architetti della Provincia di Trieste. Dopo la laurea oltre a svolgere la libera professione tra l’Italia e la Slovenia, frequenta diversi corsi di perfezionamento tra i quali Intelligent school Design e Touch Fair Architecture & Exhibit Space.