Transitions part 2

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A BARE AGENDA Connettere acqua e patrimonio industriale

Il processo di trasformzione dell’area dell’ex aeroporto è cominciato ben prima della sua effettiva dismissione. I progetti per la trasformazione delll’area l’hanno preceduta e fornito le prime proposte subito dopo l’interruzione del servizio. Sono però passati 15 anni e solo una parte del progetto per il Kai Tak è stato realizzato. In una città la cui forma non è mai definitiva e i cambiamenti avvengono molto rapidamente, questo “ritardo” si deve ad un cambiamento profondo del modo di amministrare la città dovuto alle crescenti richieste della popolazione. La dismissione dell’aeroporto ha influito infatti anche sullo stato delle aree circostanti tanto da far comprendere tra le aree investite dalla progettazione anche i due quartieri ex - industriali di Kwun Tong e Kowloon Bay. Questi distretti sono estremamente sensibili alla trasformazione poichè presentano ed hanno presentato nel loro tessuto e contenuto funzionale una grande adattabilità al cambiamento delle necessità cittadine. Infatti, la realizzazione dell’area industriale è cominciata negli anni’50 ma mentre procedeva la costruzione della seconda fase del distretto, Kowloon Bay, la base economica della città mutava e così cessava la necessità di superficie per la produzione. Il tessuto più diradato di Kowloon Bay è infatti segno di questa differenza rispetto a Kwun Tong. Le dirette conseguenze della trasformazione sono molteplici. Esse derivano dapprima dalla definizione stessa di trasformazione. Infatti, se si intende la trasformazione come cambiamento di destinazione d’uso e funzioni ospitate in un’area, questa comporta da una parte il far spazio alle nuove funzioni e dall’altra, il sopraggiungere di nuove esigenze collegate alla mutata destinazione d’uso. Se invece si considera la trasformazione come processo di densificazione/accentramento di investimenti che comportano la trasfomazione stessa, in quel caso, l’innescarsi della trasformazione porterà all’ulteriore cambiamento per un certo periodo di tempo fino a che le condizioni rimangano favorevoli.

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I nuovi poli attrattori

Questi due edifici vengono scelti per caratteristiche testimoniali, localizzative e di proprietà per diventare polarità del nuovo network culturale

Infrastruttura di paesaggio

Yip On factory Kwun Tong Bus Depot

edifici

nodi del sistema

direzione acque superficiali

Popolazione creativa in edifici industriali per quartiere totale creativi in ed. industriali a HK

dighe temporanee vasche di depurazione

% creativi nel quartiere

sistema di raccolta e gestione delle acque percorsi isolati edificabili per ospitare un mix di funzioni

Edifici significativi e proprietà parco lineare

proprietà pubblica

Vuoti sul bordo

dismesso aree verdi esistenti proprietà privata aree sottoutilizzate

singola multipla

aree dismesse

149 Infrastruttura di paesaggio

edifici


Trasformazione visibile Quest’area della città, Kowloon East, presenta quindi tutte le caratteristiche di un’area investita dalla trasformazione. Vi sono molte aree vuote in attesa di una nuova destinazione, vi è la necessità di un adeguamento collaterale di tutti quegli spazi che non saranno direttamente trasformati e vi è una forte pressione economica in termini di investimenti. Le aree vuote derivano da fenomeni diversi. Il primo e principale vuoto è quello generato dall’aeroporto, ma similmente anche l’area del sottoviadotto di Kwun Tong, un tempo usata per lo scarico delle merci dal porto alle fabbriche, oggi in gran parte venute meno, rimane vuota ed attende una sistemazione. Le altre aree vuote derivano dalla demolizione di edifici obsoleti e verranno prima o poi rioccupate da cantieri. Inoltre, vi sono aree pubbliche sottoutilizzate rispetto alle loro potenzialità che, nonostante non siano ancora libere sono scarsamente occupate e necessitano una revitalizzazione. Infine, vi sono i parchi pubblici, luoghi poco frequentati frutto di una progettazione sbagliata. La forte attrattività degli investimenti privati si nota a Kowloon East dal numero e dalla frequenza di grattacieli direzionali sovrapposti al tessuto industriale.

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Le opportunità della trasformazione sono quindi rappresentate da spazi vuoti, intensificazione degli investimenti e forte dinamismo. Allo stesso tempo, la trasformazione comporta anche alcuni rischi. Data la tendenza culturale ad operare per sostituzione in ambito urbano, la trasformazione potrebbe causare la distruzione completa delle testimonianze del passato industriale, cancellando quel tessuto organico che si è venuto sovrapponendo nel corso degli ultimi 40 anni e semplificandolo al paesaggio generico di un distretto finanziario metropolitano. La seconda linea strategica è quindi quella della preservazione attraverso il cambiamento d’uso di alcuni edifici industriali ritenuti significativi per qualità architettoniche e testimoniali. Considerando la volontaria scarsa influenza del Governo sull’iniziativa privata, il processo di riconversione dovrebbe partire da quegli edifici che, per caratteristiche di proprietà, collocazione, stato di fatto, possono consentire una trasformazione repentina e la sola necessità di un intervento pubblico, eventualmente partecipato da parte del settore privato. La potenzialità del riuso degli edifici industriali per nuove attività è stata riconosciuta dal discorso programmatico del Capo dello Stato per il 2009 e da esempi di successo già presenti in città. Per quanto riguarda le nuove funzioni, infine, la proposta deriva

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dalla lettura di tendenze presenti in città. I cittadini reclamano una maggiore capacità di “plasmare” il proprio spazio e di partecipare al processo decisionale. Dall’altra parte, dallo studio di interventi efficaci di riconversione creativo-culturale in altre parti della città. Infatti, dalla introduzione della Politica della Porta Aperta del 1979, si è avviato un processo di progressivo abbandono degli edifici industriali e loro occupazione da parte di gruppi di artisti, industrie creative, gallerie d’arte. Questo fenomeno ha investito tutti i distretti industriali della città ed in particoalre Kwun Tong risulta essere quello con la maggior concentrazione di attività artistiche nel campo della musica. Dal 2009, quando il Governatore Donald Tsang ha incluso le industrie creative tra i 6 nuovi pilastri dell’economia di Hong Kong e proposto gli edifici industriali sottoutilizzati come naturale sfogo di queste attività, numerose sono state le ricerche commissionate dal Governo per analizzare la condizione delle fabbriche, la forza delle industrie creative, i numeri della “classe creativa” ad Hong Kong e nel Pearl River Delta.

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Connettere città e acqua La prima delle opportunità rappresentate dalla trasformazione di Kwun Tong è quella di liberare una cospicua parte di waterfront e restituirla alla fruizione dei cittadini. Le linee di costa attuali in ambito urbano sono frutto della polderizzazione degli anni passati, un processo lungo e dispendioso che ha portato spesso alla scelta di destinare la aree vicine all’acqua per servizi ed infrastrutture, chiudendo al pubblico circa il 60% del Victoria Harbour. Parallele alla linea di costa corrono autostrade, si affacciano le fabbriche un tempo rifornite via mare e vi sono gli attracchi delle navi mercantili, mentre si trovano raramente funzioni pubbliche su terreni sottratti artificialmente al mare. La linea di demarcazione tra terra ed acqua assume un significato singolare ad Hong Kong , dove il limite è reso mobile dall’intervento dell’uomo e dove tutte le manifestazioni naturali sono controllate ingegneristicamente. Tuttavia, questo limite è anche quello tra le acque interne, superficiali che scendono dai rilievi ed il mare aperto con le sue variazioni di livello, le maree, le correnti. Entrambe le acque di questo sistema presentano delle problematiche. Da una parte, il flusso di acque superficiali deve essere controllato, non costretto e filtrato per evitare gli allagamenti e l’inquinamento delle acque in cui si immette. Dall’altra, gli eventi climatici degli ultimi anni hanno reso sempre più

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vulnerabili le città, aumentato il numero e la violenza dei tifoni, innalzato il livello del mare, aumentato l’inquinamente marino di tutto il Pearl River Delta.

Riusare il patrimonio industriale 1 Revitalising Old Industrial Buildings in Hong Kong Industrialist, dicembre 2009

La definizione di patrimonio ad Hong Kong si riferisce soprattutto a quegli edifici di origine cinese, solo alcuni sono coloniali, che hanno più di 70 anni e sono identificati dall’Ufficio Antichità e Monumenti. Tuttavia, la memoria degli anni ‘60, del periodo del boom industriale rimane negli oltre 17 milioni di mq di edifici industriali che oggi hanno nella maggior parte convertito la loro funzione. Di questi circa 1.1 milioni di mq risultano vacanti. Lo stock di edifici vacanti diventa quindi risorsa da sfruttare. Tanto più che gli spazi industriali risultano facilmente adattabili al cambiamento di destinazione d’uso per via delle superfici ampie ed i soffitti alti. Inoltre, ad Hong Kong la maggior parte dei distretti industriali è situata in area urbana, vicina alla rete dei trasporti e servita dalle principali reti di servizi. Il programma politico per il 2009 ha ulteriormente favorito il riuso delle fabbriche per sostenere l’economia di Hong Kong, soprattutto quelle attività che rientrano tra i 6 nuovi pilastri dell’economia (im-

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prese culturali, servizi medici, educazione, tecnologia ed innovazione, servizi di certificazione e imprese ambientali) facilitando normativamente la riconverrione.

Differenziare la base economica Kwun Tong è stata progettata negli anni ‘50 per essere una New Town monofunzionale a destinazione industriale. La monofunzionalità si è mantenuta nel tempo e la dotazione di servizi è aumentata lentamente. La progettazione zonizzata ha avuto come conseguenza la segregazione della residenza al di fuori del quartiere e contemporaneamente anche tutte le funzioni terziarie,ad eccezione delle mense industriali per i lavoratori.

155


156


LANDSCAPE INFRASTRUCTURE

Dall’analisi degli spazi vuoti nell’area di Kowloon East, si nota la predominanza di quelli situati sui bordi dell’area. Infatti, il tessuto industriale, molto denso, si sfilaccia sul margine dove l’articolato sistema di autostrade sopraelevate crea una forte cesura con le aree limitrofe. Il progetto si propone quindi di utilizzare i vuoti generati dalla trasformazione con l’obiettivo di opearare una ricucitura tra il tessuto industriale e il bacino d’acqua su cui si affaccia. Nonostante i 50 km di costa sul Victoria Harbour, infatti, solo il 40%del waterfront urbano, dove vivono 5 milioni di persone, è accessibile al pubblico godimento. La dismissione dell’aeroporto, che chiudeva un perimetro costriero di 8km rappresenta una buona opportunità per invertire questi dati e contribuire al cambiamento della percezione dell’elemento acqua in ambito urbano. Tutti gli elementi naturali nella zona urbana ed in generale sul territorio di Hong Kong, sono infatti fortemente controllati ingegneristicamente da enti preposti. Gli ambiti di controllo comprendono la protezione dei fianchi delle colline, la raccolta delle acque piovane in canali cementati sotterranei o scoperti, il monitoraggio degli alberi e la riforestazione, la creazione di parchi nazionali a protezione del 40 % del territorio. Grazie a questo approccio funzionalista nei confronti della natura che è controllata e artificialmente rinaturizzata, la percezione dell’acqua nel Victoria Harbour rimane più quella di sfogo dell’espansione fisica delle necessità della città (vd. terre sottratte al mare, traffico merci, scarico fognario fino a qualche anno fa) che non nella convivenza tra acqua e attività umane. (vd. Cap 4) In particolare, il bacino della Kwun Tong Typhoon Shelter, risulta oggi fortemente compromesso da un punto di vista ambientale. Decenni di scarichi fognari, industriali, traffico di chiatte per la consegna delle merci alle fabbriche e soprattutto la conformazione del bacino, chiuso su tre lati, hanno contribuito all’attuale condizione delle sue acque : poca ossigenazione e forte presenza di nutrienti. Le cause attuali dell’inquinamento dell’acqua vanno ricercate principalmente negli scarichi diretti delle acque superficiali, negli scarichi

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Un parco, tre parchi

delle imbarcazioni e soprattutto nella scarsa capacità di ricambio delle acque. Con il cambiamento della destinazione d’uso del quartere, la variazione delle funzioni e dei gruppi sociali che le svolgono, Kwun Tong da polo industriale si trasformerà in centro terziario/culturale. L’apertura del fronte mare alle funzioni pubbliche comporta diversi requisiti di qualità delle acque del bacino. La strategia di approccio a questo problema prevede la creazione di un sistema di intercettazione degli scarichi superficiali, che corra parallelo alla costa e che, a seconda dei casi, depuri o devii il flusso delle acque. Il progetto si appoggia alle rete idrografica esistente, lavora sui canali di raccolta e sugli scarichi a mare. La parte più consistente del progetto è visibile sulla costa, ma è supportata da una rete di accorgimenti che coinvolgono tutto il quartiere. Le acque superficiali costituiscono un sistema diffuso, costituito di elementi diversi. La permeabilizzazione dei bordi delle strade permette di creare una superficie adattabile alle condizioni atmosferiche evitando allagamenti e concentrazioni di acqua.

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Lungo la costa Il parco costiero si compone di tre parti, dverse per conformazione fisica, trattamento delle acque e condizioni di localizzazione. La differenza di estensione delle tre fasce costiere ha portato a diversi esiti progettuali.

Ritrovare Kowloon Bay Il primo tratto corrisponde al sedime di una parte dell’aeroporto e presenta una superficie libera disponibile molto maggiore rispetto alle altre due che corrono adiacenti alle infrastrutture e costrette in una striscia di terra. E’ in questa prima parte del parco che avvengono la raccolta, il filtraggio e affinamento delle acque. Il nuovo parco continua fisicamente il Kai Tak Nullah, un canale cementato in parte coperto che raccoglie le acque superficiali di un bacino idrografico di circa 50ha ed assicura una presenza costante dell’acqua. Dal 2011 il Kai Tak Nullah è stato rinominato Kai Tak River, grazie all’azione di un gruppo di interesse costitutito da architetti, artisti, biologi, urbanisti che hanno promosso un riavvicinamento della città al fiume attraverso mostre, eventi, progetti ed il coinvolgimento delle scuole.

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Landscape infrastructure

1

2 3

1 Kowloon Bay Park

canale raccolta acque superficiali corso d’acqua principale

1

Raccolta delle acque superficiali, percorso di deposito e filtraggio, affinamento delle acque e rilascio nel bacino

2 3

vasche primo deposito

4

anse artificiali

5

vasche ritenzione temporanea

6

vasche rimozione nutrienti

7

zona ripariale

8

vegetazione galleggiante

9

bosco igrofilo

0,00 m.s.l.

allenamento canoe dragone sport d’acqua sport all’aria aperta

protezione flora protezione fauna

scala metrica 1:2000 50 m 100 m

0

2 Underneath the flyover

Paesaggio ad

Tratto sottostante il viadotto, promenade esterna a bordo acqua, fascia interna attrezzata per eventi. Intercettazione delle acque superficiali dell’area industriale, primo filtraggio e rilascio al di fuori del bacino.

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1

canale raccolta acque superficiali

2

area del sottoviadotto

3

zone ripariale gradonata

4

vegetazione galleggiante

Al variare della quan delle piogge il paesa


4

1

2

3,20 2,30 3

-1,37 3,20

7

8

-1,37 3,20 9 3

5 3,17 1,00 -1,42 1,50 3,17

6

dattabile

ntitĂ di acqua e della intensitĂ aggio cambia adattandosi.

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Il viadotto Il secondo tratto è invece caratterizzato dalla presenza dell’infrastruttura. Una superstrada elevata costruita negli anni ‘70 corre parallela alla costa. Lo spazio del sottoviadotto è quindi filtro e connessione al livello zero tra l’acqua e gli edifici. Per anni, questo margine è stato occupato dagli scaricatori di carta da macero destinate alle fabbriche che la riciclano a Kwun Tong. Le chiatte erano solite accostarsi al bordo in file di 3 o 4 e scaricare le merci sulla passeggiata. Lo spazio è scandito da coppie di pilastri alla distazna di 45 metri, che generano “stanze” di 45 x 30 metri.Questo spazio non è ulteriormente occupato se non per la presenza di una costruzione in container, che dal 2011 ospita un ufficio temporaneo del governo per la velocizzazione della trasformazione dell’area. La proposta prevede la creazione di un canale di raccolta sul bordo vicino all’acqua così da creare uno spazio digradante la cui fruizione è dipendente dall’altezza dell’acqua e quindi dalla quantità delle piogge. Il canale raccoglie e filtra la prima acqua delle piogge e la convoglia successivamente al di fuori del bacino, oltre le dighe. La maggiore diluizione con le acque del mare abbatte quindi l’incidenza degli inquinanti. La scarsità di spazio sotto il viadotto non consentiva un intervento più esteso, ma la scelta di questo metodo è anche motivata dal fatto che, per le acque piovane, la frazione maggiormente inquinata si riscontra nei primi (5-10mm) quando la concentrazione degli inquinanti è mol-

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4

1

2

3,20 2,30

3

2 Underneath the flyover

osito

-1,37

Paesaggio adattabil

3,20

7

Tratto sottostante il viadotto, promenade esterna a bordo acqua, fascia interna attrezzata per eventi. Intercettazione delle acque superficiali dell’area -1,37 industriale, primo filtraggio e rilascio al di fuori del bacino.

8

1

canale raccolta acque superficiali

2

area del sottoviadotto

3

zone ripariale gradonata

45

vegetazione galleggiante

3,20

9 3

Al variare della quantità di acqu delle piogge il paesaggio cambi

3,17

1

0,00 m.s.l.

3,10

-1,42

A

3,27

1,00

1,50

punto panoramico

3

3,17 1.70

1,70 spazio attrezzato per eventi

3,00

2

a

spazio per mercato 6

4

sezione AA - 1:1000

2000 100 m

A

3

Paesaggio adattabile Kwun Tong Nullah del Allargamento della sezione, argini AlRinaturalizzazione variare della quantità dicanale acqua e esistente. della intensità piantumati permeabili. Dighe di gabbioni limitano il flusso dell’acqua, delle piogge il epaesaggio cambia adattandosi.

1

canale raccolta acque superficiali

2

dighe temporanee in gabbioni

3

zona ripariale

4

riva gradonata

filtrandola

4

2

0,00 m.s.l.

B

3

4,77 -0,50

r

1

1.00

sport all’aria aperta

4.77

5

eventi e spettacoli

protezione flora

protezione fauna

sezione AA - 1:1000

163 Il parco lineare

B

Funzionamento dei tre segmenti 1 Kowloon Bay Park

2 Underneath the flyover

sezione BB - 1:1000


to maggiore (pollutometro). Con il procedere delle piogge, aumenta la quantità d’acqua e la diluizione, rendendo superfluo un ulteriore filtraggio.

Kwun Tong Nullah Il terzo tratto, infine, riguarda un altro canale artificiale che raccoglie e convoglia le acque della zona residenziale a monte. Anche questo bacino è molto ampio, ma la portata del nullah risulta irregolare e influenzata dalle maree, dato che il latto giace in parte al di sotto del livello del mare. L’intervento propone il rallentamento del flusso attraverso il posizionamento di dighe temporanee in gabbioni di pietre e reti metalliche.

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000 A 100 m

h the flyover

3 Kwun Tong Nullah Rinaturalizzazione del canale esistente. Allargamento della sezione, argini piantumati e permeabili. Dighe di gabbioni limitano il flusso dell’acqua, filtrandola

Paesaggio adattabile

Al variare della quantità di acqua e della intensità delle piogge il paesaggio cambia adattandosi.

1

canale raccolta acque superficiali

2

dighe temporanee in gabbioni

3

zona ripariale

4

riva gradonata

4

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0,00 m.s.l.

B

3

4,77 -0,50

1

1.00

sport all’aria aperta

4.77

5

eventi e spettacoli

protezione flora

sezione BB - 1:1000

protezione fauna

sezione AA - 1:1000

Il parco lineare

B

Funzionamento dei tre segmenti 1 Kowloon Bay Park

過渡

2 Underneath the flyover

TRANSITIONS

Proposte di intervento per la trasformazione sostenibile di un’area ex-industriale ad Hong Kong.

sezione BB - 1:1000

165 3 Kwun Tong Nullah

Università degli Studi di Ferrara - Corso di laurea magistrale in Architettu


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SOCIAL INFRASTRUCTURE

Uno dei principali rischi portati dalla trasformazione è la cancellazione della memoria del luogo, contenuta nei suoi edifici per creare un ulteriore brano di quella “città generica” che nasce dalla tabula rasa dove “se non c’era nulla, ora ci sono loro �le città generiche�; se c’era qualcosa, l’hanno rimpiazzato”. Il cambiamento nella percezione della storia e il crescente interesse della popolazione verso i temi del patrimonio e della memoria collettiva, ha portato molti a scrivere del passato industriale di Hong Kong come periodo significativo di cui è importante preservare una testimonianza. Il passato industriale di Hong Kong è infatti un passato prossimo. Molti di coloro che costituivano la classe lavoratrice delle industrie del boom sono ancora vivi ed hanno potuto condividere le storie del passato operaio con i propri figli. Allo stesso tempo, però, il ritmo della sostituzione è dettato da spinte speculative private che agiscono molto velocemente seguendo i propri interessi e modificando l’immagine di Kwun Tong in maniera consistente. Come la maggior parte degli interventi che hanno luogo ad Hong Kong, anche queste spinte derivano dalla necessaria risposta alla situazione economica internazionale. La politica economica di Hong Kong, dettata ogni anno dal discorso programmatico del Presidente è rivolta allo sbaragliamento della competitività degli altri centri finanziari a livello regionale e mondiale. A questa esigenza, la risposta in termini urbanistici viene fornita attraverso la costruzione e l’ampliamento dello stock di edifici per uffici di alto livello. La presenza di distretti direzionali moderni contribuisce infatti ad attrarre gli investimenti stranieri nella città. L’economia di Hong Kong si fonda infatti per il 30% su finanza e logistica, settori in cui sono occupati molti lavoratori. Dal 1979, quando la popolazione industriale era predominante (60%) la composizione sociale della città è cambiata drasticamente. Il lavoro d’ufficio non consente infatti quello stesso rapporto con il territorio e l’oggetto del lavoro, che invece era diffuso durante l’epoca industriale. Inoltre, l’imprenditorialità tipica della popolazione e il florido pano-

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1 Koolhaas, Rem, La città generica, in Koolhaas Rem, Junkspace, Quodlibet, 2006, Macerata

1 Vedi pubblicazioni quali: Factorytowns of South China, Made in Hong Kong in HK Lab


1 Research Report on History and Heritage of KT/KBBA, Culture and Development Consultancy Limited, 2013

rama economico, avevano permesso a molti di istituire anche piccole manifatture che rispondessero a bisogni immediati. Consentendo, così a tutti di realizzare il proprio futuro. Nel quartiere di Kwun Tong, da sempre icona della città manifatturiera, oggi investito dalla trasformazione terziaria, si nota il fiorire di attività che manifestano il bisogno della popolazione di ritornare alla produzione manuale, al contatto con il prodotto, in maniera creativa e personalizzata. Gli spazi delle fabbriche si addicono particolarmente ad ospitare questo tipo di funzioni sia da un punto di vista normativo che spaziale. A Kwun Tong, dove l’architettura industriale rappresenta il 90% del costruito, si trovano molti esempi di edifici con le caratteristiche per diventare nuovi poli creativi / culturali. Una delle ricerche commissionate dal governo dopo il discorso programmatico del 2009 ha ricostruito le fasi di sviluppo del quartiere, catalogato le tipologie di edifici ed individuato quali di essi potessero risultare interessanti per la riconversione1. La formazione di un layer aggiuntivo rispetto ad attività commerciali e uffici, formato da una rete di edifici con valore testimoniale e rilevanza culturale per le funzioni ospitate, è la visione a cui tendere per la trasformazione di Hong Kong: un mix funzionale che scongiuri la città generica che cancella il suo passato. Naturalmente, per avviarsi, il processo necessita di una forte volontà

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dei proprietari, il riconoscimento del valore dell’intervento ed una forte spinta iniziale da parte dell’ente pubblico. Infatti, il modello dei vincoli ad Hong Kong è molto controverso e preferibilmente evitato. Le trasformazioni avvengono quando si muovono forti interessi economici e le aspettative di profitto sono favorevoli. Il momento storico è favorevole al riconoscimento di un patrimonio storico da conservare. Questo riconoscimento può essere facilitato dal coinvolgimento della popolazione nel processo, da un tipo di conservazione attiva attraverso la reinterpretazione delle destinazioni d’uso, da un alleggerimento normativo per l’adeguamento degli edifici e dallo sfavorire la demolizione di alcuni specifici edifici. Il framework della traformazione sostenibile viene scandito dall’aspetto ambientale. Connessioni verdi e raccolta delle acque piovane tessono la tela per un tessuto caratterizzato dall’attenzione agli aspetti naturali, all’ambiente costruito, al panorama sociale.

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DUE CASI STUDIO

Tra gli edifici significativi, vari per dimensioni,localizzazione e condizioni di proprietà, sono stati individuati due casi studio che potrebbero rappresentare i punti di partenza per la conversione culturale dell’area. Gli edifici si collocano in maniera baricentrica ai due quartieri di Kwun Tong e Kowloon Bay e presentano, per motivi diversi, le caratteristiche funzionalistiche degli edifici di Hong Kong.

Kwun Tong Motor Bus Depot Il primo edificio è un ex deposito degli autobus, dismesso da più di 20 anni. Si trova nel cuore di Kwun Tong ed è affiancato da uno dei primi interventi commerciali della trasformazione, il Landmark East, icona del futuro finanziario del quartiere e massima altezza di Kwun Tong. Al di là della sua collocazione, l’edificio risulta particolarmente interessante per la sua forma architettonica. Appartiene, infatti, alla tipologia dei Machine as building, cioè edifici che presentano all’esterno elementi che rimandano alla funzione interna. In quanto deposito degli autobus, l’edificio si distribuisce su tre piani carrabili e presenta una rampa veicolare centrale, cuore delle manovre del deposito. Inoltre, l’ex deposito chiude un angolo dell’isolato altrimenti accessibile esclusivamente da un’angusta via sui retri di una cortina di edifici industriali. Il centro dell’isolato è occupato da un parco pubblico attualmente poco utilizzato con campi da gioco e una pista di pattinaggio. Alcuni dei motivi dello scarso utilizzo del parco possono essere ricercati proprio nella chiusura del lato nord e nella carenza di alberature. L’intervento proposto sull’ex deposito acquaista quindi fondamento dal punto di vista urbano, sociale ed architettonico. La ricerca nella documentazione del Planning department ha permesso di ricostruire la storia dell’edificio e la sua attuale condizione. Dopo la vendita ad un privato nel 1992, in vista di una demolizione e ricostruzione di un nuovo edifici, si sono susseguite una serie di richieste di permesso di costruire, più di 4 in 10 anni, di cui l’ultima si è esaurita nel 2001. Le richieste prodotte segnalavano l’intenzione del costruttore di ottenere i permessi per un edificio di 39 piani per uffici,

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finanza, banche. Nessuno dei progetti è mai stato messo in atto e l’edifcio risulta dismesso da più di 10 anni. Data la sua particolare situazione, si è scelto di proporre uno schema di intervento e gestione non comune ad Hong Kong ma che può essere motivato proprio dall’evidente momento di stallo che ha colpito l’edificio e i suoi proprietari. Considerata la presenza di un edificio governativo preposto alla semplificazione delle procedure di trasformazione dell’area ed al rapporto con i privati, la strategia prevede che sia proprio questo ufficio ad aprire un tavolo di confronto con il proprietario per raggiungere un accordo sulla gestione della transizione. L’intervento proposto investe infatti l’arco di tempo che divide l’edificio dalla sua trasformazione. Attraverso un’architettura in aggunta prefabbricata e molto semplice, si propone l’emanazione di un bando per l’individuazione di associazioni ONG interessate alla ristrutturazione e gestione dell’edificio, che potrà essere convertito in centro culturale temporaneo, costituire un nuovo collegamento per il quartiere ed il parco ed infine innescare una auspicata conservazione nella trasformazione. Le funzioni da comprendere nel centro culturale dovranno essere diversificate tra piano terra e piani superiori dati i differenti significati dei due spazi. Il piano terra, oggi chiuso ed inaccessibile costituisce una forte

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barriera alla permeabilità dell’isolato intero e l’apertura del livello zero come piano passante e piazza coperta con funzioni pubbliche di commercio e ristorazione contribuirà a cambiare la percezione dell’edificio. Oggi chiuso e in abbandono. Il piano superiore si presta, invece ad una determinazione funzionale più specifica in riferimento alle necessità del quartiere. Tra i cluster creativi cittadini, infatti Kwun Tong ha la maggiore concentrazione di gruppi artistici nel campo della musica.

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Kwun Tong Bus Depot

pedana

esistente

Copertura giardino pensile relax ed eventi

PermeabilitĂ Il livello zero diventa una piazza coperta passante che riconnette il tessuto circostante

Piano 1

sale musica

flussi

auditorium

ContinuitĂ del verde

servizi e impianti

Il parco antistante l’edificio entra nel costruito cambiando il rapporto fra interno ed esterno per valorizzare lo spazio pubblico

uffici

distribuzione verticale

Piano 0

ristoro laboratori e vendita

Copertura shop

giardino pensile

servizi e impianti

relax ed eventi

Piano 1

sale musica

auditorium vasche ritenzione temporanea

servizi e impianti pianta primo piano

pianta copertura

uffici

Bus depot Piano 0 700

ristoro laboratori e vendita

shop servizi e impianti

pianta piano terra

rio ta to rie iva op pr

pr

joc clu key b

edificio finanziamenti

ated dedicciation asso

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Ene

rgiz

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zio

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beneficiari

d te ion ca t di cia de sso a

ti

ris

tu

vasche ritenzione temporanea

t

en

pm lo ve au de ure b

gestione

ing

Kow

loon

m


UFFICI FINANZA

UFFICI BANCA RISTORANTE NEGOZI CLUB

UFFICI

500 m

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Yip On factory Estate Lo Yip On factory estate appartiene alla tipologia delle fabbriche pubbliche di Hong Kong. Infatti, negli anni ‘60, per dare occupazione ai numerosi immigrati cinesi verso Hong Kong e risolvere il problema della carenza di spazi per la produzione, il governo ha attuato una politica di costruzione di fabbriche pubbliche. La gestione è affidata alla Housing Authority che affitta ai privati gli spazi delle fabbriche. La manutenzione è a carico dell’occupante e i contratti hanno in genere durata non superiore ai 3 anni. Questo tipo di fabbriche, infatti, è stato concepito per rispondere in maniera flessibile alle necessità variabili del mercato. Gli spazi interni sono ampi e liberi, la distribuzione è a ballatoio e le unità affittabili variano in multipli del modulo base di 25mq. Ci sono tre blocchi servizi, uno centrale e due alle estremità. Questa flessibilità distributiva risponde alle esigenze delle piccole imprese, che ragionano su orizzonti temporali di breve termine e sono fortemente dipendenti dalle necessità del mercato internazionale. A Kwun Tong, negli anni ‘60 erano stati costruiti già due compelssi industriali pubblici a cui si è aggiunto lo Yip On factory estate negli anni ‘70. La tipologia dello Yip On si differenzia da quelle precedenti per la presenza dell’ascensore. Questa caratteristica ha fatto sì che lo Yip On esista ancora oggi mentre gli altri due complessi siano stati abbattuti agli inizi degli anni 2000. Yip On è quindi il simbolo di un passato industriale che oggi si tra-

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sforma ed evolve in nuove forme di produzione. La flessibilità della tipologia consente all’edificio di adattarsi alle nuove esigenze. Viste le caratteristiche distributive e la tendenza del quartiere ad ospitare esempi di produttività creativa, si propone che la grande superficie disponibile di uno dei due edifici venga selettivamente destinata ad imprese nel campo creativo. Inoltre, per dare un ordine alla grande flessibilità degli spazi interni, si propone di collocare un’ulteriore funzione all’interno della fabbrica, che assicuri l’apertura prolungata, la vitalità dei luoghi e una presenza continuativa. In particolare si è scelto di collocare residenze temporanee ed ostello nei vani alle estremità della fabbrica. Infatti, la presenza dei servizi sulle due estremità consente di adattare quella parte a residenza temporanea, mentre un ulteriore blocco servizi viene aggiunto nel blocco centrale. Un’altra caratteristica dell’edificio è la presenza del parcheggio nei primi due livelli dell’edificio che crea un podio rialzato su si poggia un volume più stretto. La variazione di destinazione consente di diminuire lo spazio parcheggio e di arricchire con una piazza rialzata gli spazi comuni del complesso. La piazza rialzata, ospita gli uffici per la gestione delle unità e dell’ostello oltre che un ristorante al coperto e spazi espositivi.

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Piani 8-9

residenze temporanee

1 camere singole

Piani 5-7 residenze temporanee

6 camerate

Piani 2-4 residenze temporanee

3 camere triple

Piazza rialzata esposizioni, eventi, bar

mercato / ristorante

uffici servizi e impianti

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CONCLUSIONI

L’approccio alla progettazione urbana in Paesi con culture molto diverse dalla propria, richiede un forte sforzo di analisi dei documenti disponibili, che è però destinato a rimanere lacunoso sotto molti aspetti. Le difficoltà della lingua, della comunicazione, dell’interpretazione semantica rallentano il processo di comprensione. Temi comuni come la conservazione ed il recupero, assumono in quella realtà significati diversi da quelli che intendiamo noi e accendono il dibattito degli osservatori occidentali. Tuttavia, nuove pratiche si stanno diffondendo, una maggiore consapevolezza della popolazione rispetto a questi temi si fonde con i modi tradizionali e sembra il momento per proporre istanze innovative. La voce della società civile sembra aver assunto un peso maggiore nelle decisioni sull’amministrazione della città, soprattutto dopo il ritorno alla Cina e la fine del periodo coloniale. Nuovi valori si stanno aggiungendo a quelli del denaro e del profitto che hanno da sempre dato forma alla città. Tra questi, valori ambientali e sociali quali qualità della vita, equità, sostenibilità. Le forze economiche sono ancora molto forti e, senza negarle, il progetto tenta di farle convergere con le necessità sociali.

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