Pratiche per il recupero urbano * il caso del paseo de las delicias di madrid
Studente Sara Gigliofiorito Relatore Maria Margarita Segarra Lagunes Correlatore Francesco Cellini
Laurea Magistrale in Progettazione Architettonica Universita` degli studi Roma3 Luglio 2018
De Madrid al cielo.. Amico mio per te.
Pratiche per il recupero urbano il caso del paseo de las delicias di madrid
Studente: Sara Gigliofiorito Relatore: Maria Margarita Segarra Lagunes Correlatore: Francesco Cellini
Laurea Magistrale in Architettura-Progettazione architettonica//Universita` Roma3//Luglio 2018
inDICE
1.
2.
3.
4.
5.
6.
6 L a cit ta’ di M adrid in breve................................................................................................. 20
Introduzione...........................................................................................................................
1.1 Assetto urbano della metropoli 1.2 Fasi storiche della trasformazione urbana
Analisi storico-urbana: M adrid Sur...............................................................................
2.1 Assi di Madrid Sur: cambiamenti nel tessuto urbano e sociale 2.2 Distretto di Arganzuela: dall’Ensanche 1860 alla deindustrializzazione 2.3 Nodo ex Mercado Legazpi: trasformazioni del ruolo nella città.
76
Pianifica zione vigente e futur a.....................................................................................
148
Analisi socio-urbana: dall a scal a metropolitana all’ area di proget to........
186
Spagna e Innova zione.......................................................................................................
230
Osserva zioni conclusive e possibile str ategie.........................................................
256
Annesso................................................................................................................................
295
Bibliogr afia e sitogr afia................................................................................................
299
3.1 Progetti di rinnovazione urbana: Paseo del Prado e Río Manzanares 3.2 Distretto di Arganzuela: scelte di attuazione nei barrios 3.3 Proposte progettuali per l’ex Mercado Legazpi 4.1 Lettura del contesto socio-economico 4.2 Sistema urbano di Madrid Sur 4.3 Area di progetto: Paseo de las Delicias ed ex Mercado Legazpi
5.1 Sistema di ricerca ed innovazione nella Comunità di Madrid 5.2 Scienza dell’alimentazione: traguardo sociale nella metropoli attuale
6.1 Riflessioni sul ruolo del Paseo de las Delicias 6.2 Un modello da realizzare per il Paseo de las Delicias e l’ex Mercado Legazpi
Documento Do.co-Mo.mo:Protección del Mercado Legazpi como patrimonio arquitectónico moderno
4
«...una nuova città che si fa largo in mezzo alla città di prima e la spinge verso il fuori. Olinda non è certo la sola città a crescere in cerchi concentrici, come i tronchi degli alberi che ogni anno aumentano d’un giro. Ma alle altre città resta nel mezzo la vecchia cerchia delle mura stretta stretta, da cui spuntano rinsecchiti i campanili le torri i tetti d’embrici le cupole, mentre i quartieri nuovi si spanciano intorno come da una cintura che si slaccia. A Olinda no: le vecchie mura si dilatano portandosi con sé i quartieri antichi....» Le città invisibili. Italo Calvino.
introduzione
UNFINISHED. Non finito. Una caratteristica che appartiene oggi e da sempre all’architettura. A quella architettura abbandonata, in rovina, che ha perso la capacità di rispondere alle nuove necessità della società, a causa del trascorrere del tempo, dei cambiamenti del luogo o più brutalmente a causa dell’assenza di riflessioni rispetto all’esigenza o validità dell’opera. Unfinished è il titolo dato all’esposizione del Padiglione spagnolo alla Biennale d’Architettura 2016 di Venezia. Questo lavoro parte da tale concetto, mettendo in evidenza l’importanza di trovare non tanto un “happy end” a quei luoghi non finiti, ma di riconoscere il loro potenziale creativo per il miglioramento della qualità della vita delle aree in cui si trovano. Osservando la situazione spagnola, tutti quei luoghi dismessi o non terminati appartengono ad un fenomeno ben preciso: la speculazione immobiliare. L’esposizione della Biennale voleva essere una denuncia alla così detta Burbuja Inmobiliaria,1 che ha determinato la scomparsa del sentimento etico-estetico nell’architettura. Oggi, tutto ciò è visibile sul territorio con una innumerevole collezione di edifici incompiuti, abbandonati a causa della crisi finanziaria internazionale.
pADIGLIONE SPAGNA biennale venezia 2016
1
Burbuja Inmobiliaria, bolla immobiliare è una fase caratterizzata da un rapido aumento dei prezzi immobiliari a livelli insostenibili in rapporto ai redditi medi, affiancata da un’edificazione incontrollata. Importante per la situazione attuale spagnola la bolla iniziata nel 1997 e durata fino inizio 2008. V. You Tube, ESPAÑISTAN La Burbuja Inmobiliaria a la Crisis-Aleix Salo. 6
fig.2 matadero nave 8b Arturo Franco Díaz. Fonte: Pabellón Español, Catalogo Unfinished, 2016.
fig.3 templo de diana José María Sánchez García. Fonte: Pabellón Español, Catalogo Unfinished, 2016.
La pagina web Nación Rotonda,2 pubblica molti di quei paesaggi che costituiscono l’eredità della bolla immobiliare. Piani urbanistici che la crisi troncò, lasciandoli incompleti. (fig.1) Partendo dalla denuncia, si volle mostrare nel padiglione i nuovi approcci che molti architetti spagnoli hanno assunto, per dare soluzione concreta a un problema reale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare per ripensare nuovi piani urbanistici, leggi e forme di vita. Sono stati esposti interventi di recupero, divisi secondo varie categorie3 e ciascuna si presenta come modello delle infinite possibilità d’approccio alla condizione reale di molti luoghi dismessi. Di seguito sono riportati due esempi che risultano interessanti per le loro proposte. MATADERO Reassignment. Il Matadero di Madrid viene “riassegnato” ad un nuovo destino: quello di centro culturale. Nella nave 8B si riutilizzano le tegole di un tetto in pessimo stato per realizzare paramenti murari, dunque è stato reimpiegato il materiale utilizzandolo in un altra maniera, decontestualizzandolo. (fig.2) TEMPLO DIANA Infill. Il progetto recupera l’intorno del Templo de Diana a Mérida, foro dell’antica città romana. Una struttura perimetrale che assorbe le irregolarità del contesto, riprende la traccia dell’area sacra del tempio. Si progetta così una struttura che genera un nuovo strato della città implementandolo con un nuovo programma. (fig.3) Ciò che fu mostrato nel Padiglione è servito da spunto di riflessione. Per riuscire ad ottenere il cambiamento di questi luoghi, occorre sviluppare il loro potenziale all’interno del tessuto urbano esistente. Pertanto, l’essenza della trasformazione o metamorfosi, avviene solo se vengono poste le giuste condizioni, come sostiene il filosofo Edgar Morin. 2
Nazione Rotonda, pagina web creata nel 2013 da tre ingegneri ed un architetto, PHREE, <www.nacionrotonda.com>. 3
Consolidate, Reappropiation, Adaptable, Infill, Reassignment, Naked, Perching, Guides, Pavements. Catalogo Unfinished, <http://unfinished.es>.
7
fig.1 naciĂłn rotonda Guardamar del Segura, Alicante / 2012 / 1,15 km. Fonte: PHREE, Libro NacĂon Rotonda, Madrid, 2015. 8
«Quando un sistema è incapace di risolvere i suoi problemi vitali, si degrada, si disintegra, a meno che non stia in condizioni di originare un metasistema capace di risolverli: si trasforma.»4
rigenerazione urbana
Dunque, le adeguate azioni per giungere ad una metamorfosi, o più propriamente, ad una rigenerazione urbana, sono quelle che seguono un processo pianificato correttamente a seconda delle necessità del luogo. La terminologia rigenerazione urbana è definita come «un’esauriente e integrata visione di azioni che guidano alla risoluzione dei problemi urbani, cercando di portare un miglioramento duraturo alle condizioni fisiche, sociali, economiche ed ambientali di un’area che è soggetta a cambiamento».5 È un procedimento complesso, che tenta di attuare una strategia integrata, per risolvere i problemi in maniera bilanciata. Vengono usati strumenti quali la riqualificazione di luoghi degradati, il riuso, o il rinnovamento urbano. Lo strumento della rigenerazione oltre ad incidere sull’uso del suolo e degli edifici, condiziona il sistema sociale ed economico. Per questo si può considerare attuato solo se origina un processo di rinnovamento economico, sociale e sostenibile. Di conseguenza, compiere una rigenerazione urbana presuppone un’acuta analisi del tessuto urbano preso in considerazione. La metodologia conoscitiva sarà l’oggetto di approfondimento di tale lavoro, servirà per definire chiaramente le potenzialità e le opportunità del tessuto urbano oggetto di studio, al fine di proporre possibili strategie ed interventi di metamorfosi urbana. 4
Edgar Morin, Eloge de la métamorphose, par Edgar Morin, in «Le Monde», articolo del 09/01/2010, <www.lemonde.fr> «Quand un système est incapable de traiterses problèmes vitaux, il se dégrade, se désintègre ou alors il est capable de susciter un meta-système à même de traiter ses problèmes : il se métamorphose.».
5
9
Cit., Leonardo Garsia, Abitare la rigenerazione urbana, Gangemi, Roma, 2015, p. 21
fig.4 metamorphosis ii Maurits Escher, 1939-1940. 10
processo conoscitivo
Il processo da mettere in atto può essere diviso in tre parti complementari, analizzando l’insediamento dal punto di vista: * Storico. Il valore della memoria è importante, per non perdere il legame con l’identità locale preesistente. Concetto fondamentale è l’investimento in un modello che non ceda alle spinte conformiste ed omologanti, ma che rispetti la specificità del luogo. * Socio-economico. L’osservazione delle problematiche sociali della zona, grazie al coinvolgimento degli abitanti, che partecipano in maniera attiva, e non solamente consultiva, al raggiungimento dell’obiettivo. In aggiunta, per fomentare lo sviluppo economico dell’area, è importante attivare sinergie tra pubblico e privato, ripensando alle funzioni del territorio. * Urbano. L’analisi territoriale è utile per individuare le risorse e le criticità, così da poter pianificare una strategia che si relazioni alla struttura urbana esistente, apportando cambiamenti adeguati al miglioramento dei servizi e delle interconnessioni urbane. Da tali analisi si produrranno riflessioni e proposte strategiche che terranno profondamente in considerazione le caratteristiche del luogo. Inoltre, si presenterà un programma a lungo raggio d’attuazione, con la previsione di piani iniziali e successive implementazioni, laddove subentrino cambiamenti e nuove necessità. Per concludere, nasce un programma progettuale consapevole della sua logica di pianificazione, e della sua possibilità di trasformazione nel tempo.
Madrid processo d’analisi
11
Questo processo di analisi verrà sviluppato, nei successivi capitoli, in relazione alla città di Madrid. Osservando la capitale spagnola negli ultimi anni , è possibile constatare come vi sia stato un notevole miglioramento della qualità della vita, una ripresa e crescita della struttura urbana.
fig.5 Fonte: KCity Rigenerazione Urbana, < http://www.kcity.it/>. 12
Tuttavia, presenta numerosi luoghi non finiti o abbandonati, derivanti dalle vicissitudini spagnole mostrate precedentemente. La capitale non venne sottratta al sistema speculativo ma, anzi, piani di sviluppo periferico sono stati realizzati a discapito di molte zone dismesse del nucleo centrale. In particolare, il sud dell’almendra central6 è caratterizzato da tali luoghi, alcuni dei quali presentano già programmi di riqualificazione, ma la maggior parte attendono ancora una destinazione futura. Sarebbe di rilevante importanza riuscire ad ottenere una lettura continua del tessuto, attraverso un processo di rigenerazione urbana, così da poter distinguere il ruolo della zona sud all’interno del nucleo centrale. Utile per tali considerazioni, è stata l’esperienza madrileña elaborata a partire da La Guida Psicogeografica di Parigi, (fig.6) di Guy Debord7. In questo studio, la zona centrale di Parigi viene decostruita secondo una lettura soggettiva; quella psicogeografica. È un metodo efficace che percorrere la città seguendo una direzione indicata dall’istinto delle percezioni visive, spaziali e sensoriali. Infatti Debord dà alcune indicazioni per mettere in pratica la “deriva psicogeografica”. «Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ciò che sapete, ma in base a ciò che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo è camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso l’alto, in modo da portare al centro del campo visivo l’architettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari».8 Questo processo determina una mappa caratterizzata da un arcipelago di isole urbane relazionate da vettori rossi che costituiscono le tensioni psicogeografiche, le connessioni percettive. La “deriva” nella zona sud di Madrid, è una mappa particolare poiché qui ci si incontra con zone più oscure. Tra le “placche urbane” individuate ci sono alcune identificate come oscure poiché sono nonluoghi, ciò nonostante attraggono per le loro caratteristiche e posizioni, o sono di passaggio tra zone di forte interesse per la città. Questi non-luoghi sono vuoti urbani che dovrebbero essere recuperati per completare la mappa psicogeografica. (fig.7) 6
Almendra central, in spagnolo identifica la zona centrale di Madrid, situata dentro i confini della strada di circonvallazione M-30.
7
Guy Debord, scrittore e filosofo francese (1931-1994).
8
Guy Debord, Théorie de la dérive, in «Les Lèvres nues», n. 9, Bruxelles, Nov. 1956, trad. it. di Internazionale Situazionista, Nautilus, Torino.
13
fig.6 guida psicogeografica di parigi, Guy Debord, 1955. 14
Per concludere, oltre all’esperienza ed osservazione personale condotta sull’area, è qui di seguito presentato uno degli studi svolti recentemente, utili per la conoscenza dell’area. Geotaggers’ World Atlas9 è una serie di mappe realizzate da Eric Fischer10 Fischer10 basate sulla geo-localizzazione di fotografie postate sui social. Grazie alla mappa di Madrid, Local and Turists, (fig.8) si è riuscito a capire quale fosse la rete dei luoghi frequentati maggiormente da turisti, in rosso, rispetto a quella frequentata da persone del luogo, in blu. Si nota che nella zona sud della città, c’è una frequentazione puntuale di turisti ma anche di locali, dovuta alla presenza del centro culturale del Matadero. Tuttavia, l’area non appartiene ad una rete chiara che si connetta con il cuore della città, come succede nella zona nord. Pertanto, questa ultima riflessione avvalora la necessità di individuare il ruolo dell’area sud in relazione al nucleo storico, riqualificando aree dismesse e generando nuove opportunità nel tessuto socio-economico. Il lavoro di tesi approfondirà le riflessioni appena accennate, fino ad identificare un sistema o assetto urbano nell’area sud, al quale applicare la metodologia di conoscenza sopracitata, al fine di ottenere conclusioni consapevoli per un programma strategico d’intervento dell’area.
9
Eric Fischer, Album Geotaggers’ World Atlas, <https://www.flickr.com>.
10
15
Eric Fischer, data artist statunitense, parte del team Mapbox, <https://www.mapbox.com>.
fig.7 deriva psicogeografica di madrid sud, elaborazione propria. 16
fig.8 local and tourists datamap madrid, Eric Fischer, 2010. 17
fig.9 immagine satellitare madrid, 2017. Fonte: Planea Madrid, <www.madrid.org>. 18
01 1.1 ASSET TO URBANO DELL A METROPOLI
_La metropoli madrileña _Almendra Central: struttura _Vuoti d’opportunità: vuoti urbani _Madrid Sur nel sistema produttivo
1.2 Fasi storiche della trasforma zione urbana
_Madrid medievale, IX-XV secolo _Madrid corte, XVI-XVIII secolo _Madrid capitale, XIX-XXI secolo _Crescita insediativa: schemi di sviluppo
L a citta’ di M adrid in breve
Questo excursus sulla città di Madrid offre una panoramica generale della città, così da identificare sinteticamente le sue dinamiche territoriali e storiche. Lo studio dell’assetto urbano definisce la sua struttura infrastrutturale, ambientale ed economica. Mentre l’evoluzione storica della città mira ad osservare le logiche adottate dai piani proposti ed i cambiamenti attuati nel tessuto. Pertanto, queste linee guida mirano a riconoscere l’area a sud del nucleo centrale come zona a grande potenziale urbano suscettibile di una futura riqualificazione. Verrà inoltre identificato l’assetto urbano della zona su cui successivamente poter eseguire il processo conoscitivo di dettaglio. primo piano topografico di madrid, pedro teixeira, 1656. Fonte: <www.bne.es>. 3
“
Fui sobre agua edificada, mis muros de fuego son. Esta es mi insignia y mi blasón.*
*Citazione di una leggenda su Mayrit, la Madrid araba.
«Fui edificata sull’acqua, i miei muri di fuoco sono. Questo è il mio emblema ed il mio stemma.»
1.1 ASSETTO URBANO DELLA METROPOLI
Madrid la più grande metropoli della penisola è divisa secondo i confini amministrativi in ventuno distritos, di cui sette fanno parte della così detta almendra central.1 (fig.1) La città si sviluppò fin dalle sue origini sull’altopiano lungo il fiume Manzanares, situandosi in un territorio raccolto a nord dalla Sierra de Guadarrama2 e ad est dal fiume Jarama. Il fiume Manzanares e la grande zona verde della Casa de Campo, ad ovest della città, influenzarono significativamente lo sviluppo di Madrid, limitandolo ed orientandolo principalmente nella direzione opposta, ad est. Per quanto concerne l’orientamento nord-sud, la metropoli è cintata morfologicamente dalla riserva naturale del monte Pardo al nord e dal parco regionale del Manzanares al sud. (fig.2) La configurazione e l’organizzazione spaziale di Madrid, sono direttamente relazionate, oltre che alla morfologia del territorio in cui la città è situata, anche alla forma d’occupazione urbana, progressiva, che parte da un nucleo centrale. In termini specifici, si può dire che si tratta di una città di modello radio-concentrico, nella quale la crescita spontanea si produsse principalmente lungo le vie radiali di comunicazione, che partono da essa. Nel mentre, l’evoluzione
1
Almendra central, in spagnolo identifica la zona centrale di Madrid, situata dentro i confini della strada di circonvallazione M-30. 2
Sierra de Guadarrama, segmento medio della Cordillera central della penisola spagnola.
La Metropoli madrileña
6 5 7 4 1 3 2
fig.1 schema distretti madrid. almendra central distretti: ///1Centro 2Arganzuela /// 3Retiro /// 4Salamanca 5Chamertin /// 6Tetuán /// 7Chamberí. 22
fig.2 schema orografia madrid.
del sistema urbano pianificato ha sempre seguito un andamento concentrico, di settori circolari successivi al nucleo di partenza. Caratteristiche sono le strade concentriche attorno alla metropoli: uno schema viario che fa da supporto alla nuova crescita urbana dell’area metropolitana ed alla canalizzazione dei flussi giornalieri della città. Importante è l’anello stradale della M-30 che racchiude l’almendra central, allentando la circolazione viaria al suo interno. (fig.3) Nodi importanti di distribuzione dei flussi sono le stazioni ferroviarie del nucleo urbano, a nord, Chamartín e, a sud, Atocha; mentre d’importanza extraurbana, fuori dall’anello stradale, è l’aeroporto di Barajas a nord-est della città. Ulteriori punti di scambio dei flussi tra le differenti mobilità (metro, treno, autobus) sono gli intercambiadores,3 posizionati ognuno nei quattro punti cardinali della città. A nord l’intercambiador di Plaza de Castilla, ad est quello di Avenida de América, a sud Méndez Álvaro e ad ovest Príncipe Pío e Moncloa. Oltre al sistema infrastrutturale, Madrid è organizzata anche secondo un assetto economico, più o meno lineare, dove coesistono differenti tipologie di attività, da quelle commerciali, a quelle dei servizi o delle industrie. Pertanto gli assi economici che strutturano la città non sono monofunzionali, ma è lì che si riscontra una dimensione dominante al momento di definire il loro ruolo nella struttura urbana. Evidente è la presenza del settore industriale fuori dall’anello della M-30, nelle zone periferiche della città; mentre nelle arterie principali del nucleo centrale si trovano le attività terziarie. (fig.5) Importante è l’asse della Castellana-Prado o la fascia orientale della M-30, dove si concentrano i principali servizi finanziari della metropoli. Nell’area del centro storico e lungo gli assi Bravo Murillo ed Alberto Aguilera sono presenti le attività commerciali, dove i grandi magazzini o i mercati sono la locomotiva che dinamizza l’asse. Da ricordare anche la Gran Vía, polo di concentrazione di ogni tipo di servizio terziario. 3
23
Intercambiador è la stazione intermodale dei trasporti.
A1 A6
1
A2 6 2
4
3 5
m-3
0
m-40 A5 A3 m-50
fig.3 schema assetto infrastrutturale madrid.
A4
LEGENDA 1 Chamartín 2 Nuevos Ministerios 3 Colón-Recoletos
4 Príncipe Pío 5 Atocha 6 Barajas Intercambiador 24
fig.4 schema assetto ambientale madrid. 25
fig.5 schema assetto economico madrid.
LEGENDA Asse Economico Area attivitĂ terziarie Area attivitĂ industriali 26
Almendra central struttura
Osservando la metropoli madrileña nella sua almendra central, si può dire che è ben lontana dall’avere una omogeneità nel tessuto edificato. È chiaramente composta da tipologie edilizie molto diverse, con differenti composizioni della struttura urbana; esse appaiono come frammenti eterogenei, una volta discontinui, un’altra semplicemente giustapposti l’uno con l’altro. Le parti del tessuto del nucleo centrale non appaiono come i pezzi di un mosaico o puzzle, che si incastrano per comporre una figura unitaria, ma sono frammenti che generalmente si distinguono sia per i loro limiti, sia per le loro peculiarità interne. Caratteristiche di omogeneità, nella forma di articolazione dei vuoti e dei pieni, che costituiscono gli edifici e gli spazi liberi. (fig.6) Si potrebbe fare un paragone con il “collage urbano” di Colin Rowe,4 manifesto di una città complessa, con secoli di storia alle spalle, di ampliamenti e cambiamenti successivi. Nel collage urbano madrileño si possono distinguere diverse parti, proprie delle differenti fasi evolutive della città, che verranno illustrate nei paragrafi successivi.
* Nucleo storico * Ensanche de Castro * Espansione industriale del sud * Barrio de Tetuán * Prolungamento Castellana * Espansione Chamartín del nord-est Il tessuto eterogeneo del nucleo centrale della metropoli è così caratterizzato da una maglia stradale che segue differenti orientamenti e tipologie, ma che si organizza attorno ad un asse centrale principale ed a vie trasversali che relazionano l’est con l’ovest della città. 4
27
Colin Rowe - Fred Koetter, Collage city, MIT Press LTD, Londra, 1978.
LEGENDA Nucleo Storico Espansione Chamartín Barrio Tetuán Prolungamento Castellana Espansione Industriale Sud Ensanche de Castro fig.6 aree di identità omogenea almendra central. 28
L’esistenza di questo eje urbano5 nord-sud, è chiaramente consolidata nel tratto Castellana-Prado, elemento vertebrato nel quale si concentra il nucleo delle attività culturali, economiche ed amministrative della città. Tale asse si protrae verso sud dividendo in due metà l’almendra central, proseguendo con il tracciato barocco del Paseo de las Delicias fino ad arrivare al margine del Manzanares. Come accennato precedentemente, importanti nel tessuto infrastrutturale sono gli intercambiadores, nodi di distribuzione dei flussi. Alla stessa maniera è però possibile considerare come snodi della città, alcuni luoghi emblematici di Madrid. Centrale nella composizione della maglia strutturante la città è la Plaza de Cibeles dove vi è il noto Palacio de Comunicaciones, sede del Comune. Inoltre la Plaza de España e la Puerta del Sol, sono anch’esse storicamente due piazze importanti nell’immaginario collettivo, luoghi di scambio cittadino nel nucleo più antico. Questi luoghi vengono considerati centralità urbane perché hanno la qualità di essere spazi d’interazione urbana, aperti all’integrazione di differenti attività. Allo stesso tempo, hanno una forte funzione simbolica nel quadro di rappresentanza del prestigio della città. Anche i parchi, distribuiti nel tessuto urbano, possono essere considerati centralità per la socializzazione. Il Parque del Retiro, è lo storico parco di Madrid, meta turistica e luogo di numerose attività cittadine, ma anche polmone verde del nucleo storico della città. (fig.7) Lungo il Manzanares, sul lato ovest, si estende una fascia verde, che delimita il centro dalla periferia, ma allo stesso tempo è strumento di connessione tra le due parti del tessuto urbano. Casa de Campo fa parte di questo sistema: era un’antica riserva di caccia della famiglia reale ed oggi è il più grande parco pubblico della città. Cominciando da questo parco e seguendo il fiume in direzione sud si sviluppa il moderno parco lineare M-Río, progettato nel 2011 per ripristinare la fruibilità delle sponde del fiume, sotterrando il tratto della M-30 che attraversava quell’area. In conclusione, vari luoghi della città possono essere considerati fulcri del tessuto urbano, ed alcuni possono essere appunto quegli spazi di transizione tra il centro e la periferia. È perciò importante identificare le “porte della città”: gli assi viari dove sono misurati i maggiori flussi di passaggio in direzione del centro. Sono strade con una forte presenza di attività economiche, dunque lungo queste vie, si hanno situazioni di massimo interesse territoriale, poiché potrebbero crearsi occasioni per singolari sperimentazioni urbane.
5
Eje urbano, asse urbano.
29
Autovía Burgos
1. nuevos ministerios, azca.
Autovía Coruña 1 2. plaza de españa.
Autovía Barcelona
2 4
3
Autovía Extremadura
3. plaza cibeles.
Autovía Toledo
fig.7 sistema nodi-assi almendra central.
Autovía Andalucía
4. puerta del sol. 30
VUoti D'OPPORTUNITà vuoti urbani
Arganzuela Centro Chamartin Chamberi Arganzuela
Tetuan Centro Salmanca Chamartin Retiro Chamberi Tetuan Salmanca
20.000
60.000
20.000
60.000
100.000
140.000
Retiro 100.000
140.000
Numerosi spazi suscettibili di accogliere proposte per il miglioramento della città sono dislocati in tutto il nucleo centrale, come è possibile vedere da uno studio svolto dall’Universidad de San Pablo di Madrid.6 Sono state individuate tutte le aree dismesse del nucleo centrale, che si potrebbero definire “vuoti di opportunità” per la loro potenzialità nel contesto urbano. Un potenziale economico immobiliare che si aggira attorno ai 12 miliardi di euro,7 e che la città dovrebbe riabilitare, come strategia di sviluppo, evitando il passato errore di uno sfruttamento smisurato del territorio periferico urbanizzabile. (fig.8) Completare il tessuto urbano esistente sarebbe l’opzione più ragionevole e intelligente per la crescita della città futura, poiché con la riattivazione di questi “vuoti di opportunità”, il nucleo centrale di Madrid si troverebbe nella possibilità di avviare un processo di continua trasformazione ed adattamento alle necessità della società. Tale processo aiuterebbe a riattivare l’economia dei quartieri e ad appoggiare l’introduzione di meccanismi di riequilibrio, che come interventi di agopuntura urbana potrebbero estendere i loro effetti benefici più in là di dove sono stati applicati. Un grafico di questa indagine (fig.9) sintetizza che la zona sud dell’almendra central, ovvero il distretto Arganzuela, è quello con più superficie in disuso (145.000 m2). Arganzuela, fu un’importante zona industriale della città, e oggi presenta un tessuto frammentato, vista la lenta deindustrializzazione degli ultimi anni.8
Superficie totale dei Vuoti d’opportunità Superficie totale dei Vuoti d’opportunità
fig.9 tabella e schema della superficie totale in disuso. Fonte: Universidad San Pablo CEU, El valor del vacío, 2013.
31
6
Urban Networks, Universidad San Pablo CEU, El valor del vacío, Madrid, 2013, <www.urbannetworks.design>.
7
Ibid.
8
V., par. 2.2, Distretto di Arganzuela: dall'Ensanche 1860 alla deindustrializzazione.
fig.8 schema vuoti d'opportunitĂ almendra central. Fonte: Universidad San Pablo CEU, El valor del vacĂo, 2013. 32
Molti dei suoi luoghi indefiniti possono essere considerati terrain vague9 per i quali l’amministrazione propone nuovi usi e funzioni, al fine di costruire moderni scenari all’interno della città. Di rilevante importanza è la proposta di rigenerazione dell’ex area ferroviaria di Atocha e Abroñigal, un ambito strategico per nuove possibilità di sviluppo del sud madrileño.10
MADRID SUR sistema produttivo
Per capire maggiormente il ruolo attuale dell’area sud dell’almendra central, occorre però inquadrarla all’interno del sistema produttivo della città. Il nucleo, come visto nell’assetto economico metropolitano, è contraddistinto da un’asse centrale, che si estende verso nord, con prevalenza di servizi terziari a carattere imprenditoriale e finanziario. Mentre l’area del centro storico è a prevalenza commerciale ed alberghiera, come è specificato nella mappa dell’attività economica dominante. (fig.10) La zona sud è fuori da questo sistema economico, poiché maggiormente residenziale, dunque senza un carattere economico ben definito, se non lungo l’asse Paseo de las Delicias, con esercizi commerciali al dettaglio. Sono parte del sistema produttivo della città anche le attività svolte dai numerosi servizi culturali distribuiti principalmente nel centro storico. Importante è il Paseo del Prado, lungo l’asse Castellana-Prado-Delicias, dove si trovano le grandi istituzioni culturali.
9 Terrain vague, «Sono isole interne alla città svuotate di attività; sono dimenticate, sviste, resti che sono rimasti al di fuori delle dinamiche urbane. Convertite in aree semplicemente disabitate, insane e improduttive. In breve, questi sono luoghi estranei al sistema urbano, mentalmente esterni nell’interiorità fisica della città, appaiono come la sua immagine negativa tanto nel senso della critica come in quello della possibile alternativa». Termine coniato dall’architetto spagnolo Ignasi de Solà Morales in Quaderns n. 212, XIX Congresso del UIA Barcellona: Present and futures, Architecture of the Cities, 1996. 10
33
V., par. 3.2, Distretto di Arganzuela: scelte di attuazione nei barrios.
fig.10 schema attivitĂ economica dominante almendra central. Fonte: Instituto de Estadistica de Madrid <www.madrid.org/iestadis>. 34
L’intorno di valore architettonico, contribuisce alla configurazione dello spazio come luogo d’attrazione. Inoltre, la zona è affiancata da differenti realtà artistiche; piccole, ma numerose realtà, che in diverse forme rendono la città di Madrid un centro all’avanguardia, in competizione con le altre grandi metropoli europee. (fig.11) Il tessuto dell’ex espansione industriale del sud, non rientra in questo circuito, anche se ha una discreta presenza di attività culturali distrettuali. Particolare è l’attività svolta dal Matadero, centro di creazione contemporanea, inaugurato nel 2006, che è riuscito a diventare meta turistica. Ulteriore attività terziaria è quella svolta dai luoghi d’impulso all’innovazione. Alla scala del centro metropolitano si evidenziano due zone che guardano allo sviluppo della ricerca: la Ciudad Universitaria e la Colina de los Chopos, entrambe situate nella zona nord. Sono il motore per la generazione di nuove conoscenze, per il miglioramento nei settori della produzione e dei servizi per la città. Madrid negli ultimi anni sta sperimentando una grande trasformazione, puntando molto sull’introduzione di nuove tecnologie e sull’impulso alla sociedad del conocimiento,11 per guadagnarsi una posizione significativa all’interno del contesto globalizzato. Da queste osservazioni, e come già accennato, si deduce che la zona a sud dell’almendra central non risulta parte del centro produttivo della città, come è il caso della porzione nord, dove vi è una forte presenza di servizi terziari, sviluppati principalmente lungo il Paseo de la Castellana. Considerato struttura portante del centro di Madrid, questo asse, secondo l’organizzazione della trama urbana, dovrebbe comprendere anche la zona sud con il Paseo de las Delicias; tuttavia, in riferimento al sistema produttivo, quest’ultimo tratto rimane fragile. Il Paseo de las Delicias non ha un carattere ben distinto a differenza del Paseo del Prado, centro delle istituzioni culturali, né del Paseo de la Castellana, centro direzionale e finanziario. Pertanto, il suo carattere incompleto potrebbe essere visto come un’opportunità di sviluppo della zona e di miglioramento del sistema urbano complessivo. Il distretto di cui fa parte, Arganzuela, è tutt’ora in fase di deindustrializzazione e in questo studio verrà preso in analisi per capire le possibili logiche d’attuazione lungo il Paseo de las Delicias. Una lettura approfondita di quest’area aiuterà a capire gli obiettivi degli interventi di deindustrializzazione in atto, 11 Sociedad del Conocimiento, Società della conoscenza definita dall’UNESCO: «il concetto pluralista di società della conoscenza va più in là della società dell’informazione dato che mira alla trasformazione sociale, culturale ed economica in appoggio allo sviluppo sostenibile. I pilastri della società della conoscenza sono l’accesso di tutti alle informazioni ed alla conoscenza, la libertà d’espressione». Günther Cyranek, Hacia las Sociedades del Conocimiento, UNESCO, 2005, <www.unesdoc.unesco.org>.
35
1 1. fundación canal de isabel ii Fonte: <www.laventanadelarte.es>.
2 3 2. museo del prado, pinacoteca. Fonte: <www.wikipedia.it>.
fig.11 schema attività culturali almendra central. Fonte: Ezquiaga, Proyecto estrategico Madrid Centro , 2011.
3. museo nacional arte reina sofía, arte moderna e contemporanea. Fonte: <www.hispanoarte.com>. 36
riflettendo sulla loro compatibilità con il tessuto sociale esistente e ragionando su quale dovrà essere il ruolo svolto dell’asse Delicias. Un’importante azione di rigenerazione urbana dell’area è stata svolta dal progetto M-Río, precedentemente menzionato, il quale è ancora in fase di sviluppo,12 ma che già ha dato importanti riscontri con la creazione del parco lineare lungo il Manzanares. Si può pertanto considerare un nuovo asse portante della città, con caratteristiche differenti da quello della Castellana.13 Il parco del Manzanares ha potenziato la connessione urbana tra le due sponde, dunque tra centro e periferia sud-ovest; inoltre il quartiere Arganzuela ha acquisito maggiore valenza rispetto al tessuto dell’almendra central, in quanto luogo di transizione tra il centro storico ed il parco lineare. In definitiva, il distretto sud ha tutte le potenzialità per arrivare ad uno stato di complessiva rigenerazione urbana, nel sistema del tessuto centrale di Madrid. (fig.12) Nelle pagine che seguono, la metodologia di conoscenza descritta nell’introduzione sarà applicata alla zona di Madrid Sur, al fine di ottenere conclusioni consapevoli per una possibile strategia d’intervento nell’area. Saranno presi in esame il distretto Arganzuela, ma anche i due assi urbani che lo caratterizzato: l’asse del Manzanares e quello del Paseo del Prado-Delicias. Infine, importante sarà il ruolo del “vuoto d’opportunità” dell’ex Mercado Legazpi.14 Questo ex Mercado de Frutas y Verduras è situato proprio nel punto d’intersezione dei due assi urbani, al lato del Matadero, già polo d’attrazione della zona. Fa parte dei numerosi luoghi dismessi di Arganzuela considerati dallo studio El valor del vacío, eseguito dall’Universidad de San Pablo di Madrid; potrebbe diventare un nuovo nodo urbano nel tessuto del nucleo centrale madrileño. L’analisi storica della città di Madrid avvalorerà queste osservazioni, descrivendo come il tessuto centrale è andato strutturandosi e quali sono stati gli eventi ed obiettivi dei Piani che hanno dato carattere alle varie tipologie d’impianto urbano.
12
V., par. 3.1, Progetti di rinnovazione urbana: Paseo del Prado e Río Manzanares.
13
V., par. 2.1, Assi di Madrid Sur: cambiamenti nel tessuto urbano e sociale.
14
V., par. 2.3, Nodo ex Mercado Legazpi: trasformazioni del ruolo nella città.
37
1
2
1. progetto parco m-rĂo. 2. progetto paseo del prado.
vuoto d'opportunitĂ : ex mercado frutas y verduras legazpi. fig.12 schema madrid sur, relazione centro-periferia e sistema innovazione. 38
1.2 FASI STORICHE DELLa TRASFORMAZIONE URBANA
Madrid medievale ix
-
xv secolo
fig.1 schema dell'origine di madrid, parzialmente ipotetico, xi secolo. Fonte: Fernando de Terán, Madrid, 1993.
39
La città fu fondata nel 850 sotto il nome arabo di Mayrit, che significa dove abbonda l’acqua.1 Posteriormente chiamata Magerit dalla popolazione cristiana, ed infine Madrid a causa di diverse trasformazioni linguistiche e fonetiche,2 è situata in una posizione difensiva: la cittadella si trovava infatti ad un’altezza di 70 m rispetto al fiume Manzanares. Ulteriore caratteristica è la presenza di terreni coltivabili, grazie all’abbondanza di rivoli nella zona, e la presenza di pascoli e boschi. La Madrid mussulmana era formata dall’Almudayna e dalla Medina. La fortezza e il quartiere nobile erano nell’Almudayna, difesi dalla muraglia; mentre i due quartieri residenziali della popolazione mussulmana e mozarabe-cristiana si trovavano nella Medina. L’edificio più importante era l’Alcázar dove risiedeva il governatore, che si trovava dove oggi è il Palazzo reale. Intorno al 1085 il regno di Castilla y León prese possesso della città araba, iniziando una nuova tappa nella storia della città. Divenne uno dei punti di confine tra il regno arabo e quello cristiano. Dall’XI secolo si ampliò la muraglia fino a circondare il quartiere della Medina, diventato appunto cristiano. Nel reticolo urbano centrale si produsse una sovrapposizione di strutture sociali. (fig.1) 1
Mayrit, in spagnolo significa Matriz, Arroyo. Tradotto: ruscello.
2 Federico Corriente, El nombre de Madrid, cap. Madrid del siglo IX al XI, Comunidad de Madrid, 1990.
fig.2 ipotesi di mayrit, madrid araba. Fonte: <www.madridsingular.blogspot.com>. 40
fig.3 schema evoluzione di madrid, parzialmente ipotetico, xii secolo. Fonte: Fernando de Terán, Madrid, 1993.
Madrid corte xvi
-
xviii secolo
Lo spazio urbano mussulmano venne sfruttato dai cristiani con solamente poche modifiche, dando luogo a una coesistenza nella giustapposizione delle due culture. Nacquero i sobborghi, nelle zone esterne alle mura,dove furono fondati numerosi conventi e chiese.(fig.3) Durante la prima metà del XV secolo la città continuò crescendo nei vuoti che rimanevano all’interno della muraglia o nei pressi dei sobborghi esterni alla città. Madrid inizia così il suo sviluppo urbano fuori dalla cerchia muraria, e segue espandendosi principalmente verso nord ed est, lungo due strade fondamentali che attraversavano il territorio madrileño. Tali strade provenivano dalla capitale del regno, Toledo, e passando per Madrid proseguivano a nord verso Segovia ed a nord-est verso Alcalá de Henares. Alla fine del secolo il vecchio Alcázar si era trasformato poco a poco in un castellum o palazzo reale. Nel 1492 i Reyes Católicos,3 con la presa di Granada, completano l’opera di riconquista dei territori spagnoli dai monarchi mussulmani. La stabilità politica del regno dei Re Cattolici si tradusse in una nuova prosperità per la villa agricola, artigiana e commerciale. La sua popolazione continuava ad aumentare; si stima che aveva raggiunto circa 10.000 abitanti, in quel periodo.4 (fig.4)
«La Storia non stava scritta nella sua geografia; fu la Storia, la decisione umana, di un solo uomo, quella che fece di un piccolo nucleo di popolazione, sorto intorno ad una fortezza mussulmana, la capitale di una Spagna unificata, convertita nel momento stesso in una delle maggiori agglomerazioni urbane europee o del mondo».
3
Reyes Católicos, Re Cattolici, titolo dato dagli storici a Isabella I di Castiglia e a Ferdinando II d’Aragona. 4
41
Cfr. Fernando de Terán, Madrid, cap. II Formación, Editorial Mapfre, Madrid 1993, p. 138.
fig.4 piano di madrid durante la corte de los reyes catรณlicos, antonio mancelli, 1622. Fonte: <www.bibliotecavirtualmadrid.org>. 42
fig.5 schema madrid di felipe ii, parzialmente ipotetico, 1567. Fonte: Fernando de Terán, Madrid, 1993.
Questa frase di Manuel de Terán5 descrive come la decisione del re Felipe II6 sia stata il vero inizio della storia della capitale madrileña. Sia per la sua personalità eccentrica e solitaria, sia per la sua visione futura del regno spagnolo, Felipe II decide di stabilire la corte ed il governo a Madrid, luogo a lui caro fin dalla giovinezza, in posizione centrale nella penisola iberica. Nell’anno 1561 la villa del Manzanares divenne sede della monarchia spagnola. Questo evento fu determinante nell’evoluzione della città, e in particolare sotto i profili sociale ed economico, territoriale ed urbanistico. La decisione ebbe un’enorme ripercussione nello sviluppo successivo perché, oltre a convertirsi nella residenza del re e della sua corte, portò l’affluenza di moltissime persone che vi si spostarono in cerca di lavoro. Così la città quadruplicò la sua superficie ed in poco tempo passò dai 72 ettari di estensione nel 1535, ai 282 alla fine nel XVI secolo.7 (fig.5) Il XVII secolo comincia con un periodo di incertezza e recessione, poiché la corte si trasferisce a Valladolid (1601-1606). Al ritorno a Madrid, con Felipe III,8 si inizia un programma di costruzione pubblica per equiparare l’aspetto della città al suo ruolo politico. Fu un’epoca di grandi attuazioni urbane e d’intensa attività costruttiva. Tra il 1617 e il 1619 si progettò la Plaza Mayor9 (fig.6) con la costruzione di un recinto rettangolare chiuso da palazzi a facciata uniforme e regolare,
5
Manuel de Terán, geografo ed umanista spagnolo (1904-1984).
6
Filippo II, Re di Spagna dal 1556 al 1598.
7
Cfr. Madrid Histórico, Historia de Madrid: crecimiento urbano, in Madrid Corte, <www.madridhistorico.com>
fig.6 dettaglio della plaza mayor del piano texeira, 1656. Fonte: <www.bne.es>. 43
8 9
Filippo III, Re di Spagna dal 1598 al 1621.
Piazza che fu iniziata alla fine del XVI secolo, sotto l’incarico di Filippo II. Nel 1619 il re Filippo III proseguì e concluse i lavori della piazza.
fig.7 disegno del profilo ovest di madrid, israĂŤl silvestre, 1625-1675. Fonte: Archivio Biblioteca Nazionale Francia, <www.gallica.bnf.fr> fig.8 incisione della vista di madrid da ovest, julius milheuser, 1655-1675. Fonte: <www.artedemadrid.wordpress.com>. 44
fig.9 modello del palazzo del buen retiro, museo del prado.
come un taglio netto e geometrico nel tessuto irregolare circostante. Nel 1632 si iniziò la costruzione del Palazzo del Buen Retiro, (fig.9) un fastoso complesso con giardini, che si utilizzava come luogo di ritiro e svago dei sovrani. Di questo secolo, fatto urbanisticamente importante soprattutto per le conseguenze posteriori nello sviluppo della città, fu la costruzione della nuova cinta muraria. Quella stabilita da Felipe II era infatti stata ignorata dalla crescita urbana, cosicché salendo al trono Felipe IV10 trovò una città dai bordi indefiniti ed aperti, con problemi di controllo e vulnerabilità. Per questo motivo, nel 1625, ordinò la costruzione di una nuova cerchia urbana che non aveva più un carattere difensivo ma piuttosto fiscale e di vigilanza. Fu realizzata lentamente e comprendeva una superficie di 770 ettari, includendo anche il parco e il palazzo del Buen Retiro. (fig.10) Madrid aveva quindi acquisito un perimetro ben definito, che condizionò la crescita urbana successiva solo all’interno della muraglia fino a metà del XIX secolo. Esiste un documento grafico, eccezionale per la sua qualità e precisione, il Plano de Teixeira11 (fig.11) del 1656, che fornisce una lettura esaustiva e dettagliata della città, con la chiara delineazione della cerchia perimetrale. Tale raffigurazione fu commissionata da Felipe IV e rappresenta la città in un’assonometria, con tutti i nuovi interventi eseguiti: fontane, chiese, facciate e giardini. Il secolo termina con la morte di Carlos II12 nel 1700, senza successori e con la instaurazione della casa dei Borboni13 al trono di Spagna. Il periodo compreso tra il 1725 e il 1805 sarà per Madrid un’epoca di grandi riforme e attuazioni urbane, realizzate per la maggior parte
fig.10 schema madrid di felipe iv, xvii secolo. in grigio madrid della cerchia muraria precedente. Fonte: Fernando de Terán, Madrid, 1993.
45
10
Filippo IV, Re di Spagna dal 1621 al 1665.
11
Pedro Teixeira Albernaz, cartografo portoghese al servizio di Filippo IV (1595-1662).
12
Carlo II d’Asburgo, Re di Spagna dal 1665 al 1700.
13
Borboni, una delle più importanti casate regnanti d’Europa, di origine francese.
fig.11 piano di madrid su incarico di felipe iv, pedro teixeira, 1656. Fonte: <www.bne.es>. 46
fig.12 assonometria del progetto palacio real, filippo juvarra, 1735. Fonte: <www.elmadridquenofue.com>.
durante il regno di Carlos III.14 La città, pertanto, continuò ad essere utilizzata come lo scenario adeguato per rappresentare l’immagine del potere reale. Il più importante edificio tra quelli progettati in questo periodo, è il Palacio Real. L’opera fu progettata da Filippo Juvarra15 e poi iniziata da Giovanni Battista Sacchetti16 nel 1738, dopo l’incendio dell’Alcazar.17 (fig.12) Nel 1764, il re Carlos III e la sua famiglia andarono ad abitarlo. Su impulso della corrente Illuminista apparirono importanti istituzioni scientifiche e culturali con lo scopo di trasformare la villa nella capitale culturale del paese. Spiccano la Real Academia Española de la Lengua, il Museo del Prado, il Jardin Botanico e l’Observatorio Astronómico, (fig.13) tutti intorno al Buen Retiro. Qui Carlos III voleva consolidare la zona nobile della città, distribuita lungo l’asse del Salón del Prado18 che mostrava un impianto viario a tridente, proprio dell’epoca barocca. Nel piano del 1785 di Tomás López (fig.14) è visibile un’esatta e minuziosa descrizione della Madrid di quel momento, anche se non si distingue ciò che è progettato da ciò che era già realizzato. Carlos III è convenzionalmente chiamato el mejor alcalde19 di Madrid ed effettivamente ci sono basi certe per dirlo. La città migliorò notevolmente la sua qualità, in quanto alle necessità primarie come l’accessibilità stradale, l’igiene, e i servizi, così da acquistare elementi di valore perdurabile. 14
Carlo III di Borbone, Re di Spagna dal 1759 al 1788.
15
Filippo Juvarra, architetto italiano, chiamato a Madrid dal Re Filippo V (1724-1746).
16
Giovanni Battista Sacchetti, architetto italiano, Maestro mayor delle opere reali di Spagna dal 1736 al 1760.
17 Incendio dell’Alcázar avvenuto durante il regno di Felipe V, nel 1734, il giorno della Nochebuena. Temporaneamente la corte fu trasferita al Buen Retiro.
fig.13 incisione dell' observatorio astronómico, fine xviii secolo. Fonte: <www.arte-historia.com>. 47
18
Salón del Prado, attuale asse del Paseo del Prado. V., par. 2.1, Assi di Madrid Sur: cambiamenti nel tessuto urbano e sociale. 19
El mejor alcalde, il miglior sindaco.
fig.14 piano geometrico di madrid, dedicato al re carlos iii, tomรกs lรณpez, 1785. Fonte: Biblioteca digitale Memoriademadrid, <www.memoriademadrid.es>. 48
Madrid capitale xix
-
xxi secolo
fig.15 piano madrid capitale, 1808. sviluppo esterno al nucleo storico. Fonte: <www.madrid.org>.
fig.16 el 3 de mayo de 1808 en madrid, francisco goya, 1814. Fonte: <www.museodelprado.es>. 49
Nel periodo compreso tra il 1805 e il 1850 si verificano importanti distruzioni nel tessuto urbano madrileño, a causa della guerra d’Indipendenza (1808-1814) e delle azoni intraprese sotto il governo di José I Bonaparte.20 La rapida espansione del XVI secolo non aveva lasciato spazi liberi nella maglia urbana, utili per la creazione di piazze e spazi aperti; da questa premessa, la politica urbana di José I si incentrò nella demolizione di alcune parti del tessuto urbano, in particolare di conventi, per costruire piazze, che spesso venivano chiamate con il nome del complesso monastico abbattuto. Per questo motivo il sovrano si conquistò il soprannome di el rey Plazuelas.21 La guerra d’Indipendenza fu violentemente tragica per la popolazione madrileña, come ritrae Goya22 nel suo famoso quadro El 3 de mayo de 1808 en Madrid, (fig.16) eppure l’armata francese venne sconfitta nel 1814 ristabilendo il regno di Fernando VII.23 Madrid ebbe una prima tappa di ricostruzione, in particolare durante il regno di Isabel II,24 anche se perdurava l’instabilità politica ed economica. Nacque in questo periodo la prima università della capitale, ovvero l’Universidad Complutense, inaugurata nel 1836, trasferita da Alcalá de Henares; fu progettato nel 1851 il Canal Isabel II per rifornire di acqua la capitale, e le comunicazioni cominciarono ad essere potenziate con la costruzione della linea ferroviaria. Fondamentale per queste trasformazioni fu l’avvicinamento dei liberali al potere, offerto dalla regina. Da questo momento la borghesia assunse un ruolo significativo, all’interno di un governo costituzionale. Gli anni tra il 1850 e il 1875 furono cruciali per lo sviluppo della 20
Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone Bonaparte e Re di Spagna dal 1808 al 1813.
21
El rey Plazuelas, tradotto: il re delle Piazzette.
22
Francisco Goya, pittore ed incisore spagnolo (1746-1828).
23
Ferdinando VII di Borbone, Re di Spagna dal 1813 al 1833.
24
Isabella II, prima ed unica regina di Spagna. Regnò dal 1833 al 1868.
fig.17 piano di madrid, francisco coello, 1848. Fonte: <www.bdh.bne.es>. 50
città. Furono seguite due linee strategiche: la riforma interna del tessuto urbano e la costruzione degli ampliamenti periferici. Uno dei grandi interventi fu quello della piazza di Puerta del Sol,25 concepita come un nuovo spazio pubblico di monumentale centralità, servito dai nuovi ampi assi viari, boulevards. Nel 1860 il governo approva il Plan de Ensanche de Castro (fig.18), piano che concerne principalmente gli ampliamenti periferici del tessuto urbano madrileño. A partire dal 1868 si comincia a demolire la cerchia muraria di Felipe IV e a creare nuove zone di espansione esterne all’antico centro, nuove infrastrutture ed istituzioni. Il progetto dell’Ensanche aveva una scarsa articolazione con la maglia del tessuto esistente, ed inoltre non prevedeva progetti di riforma per il nucleo centrale di Madrid. Ma la cosa interessante è che fu il primo progetto che mostrava una nuova forma di intendere la città, differente da quelle dei secoli precedenti. Una città pianificata, organizzata razionalmente con un reticolo ortogonale, adattato alle condizioni di una nuova organizzazione sociale, legata al ruolo assunto dalla borghesia nell’esercizio del potere. Si tratta dunque non solo di una forma diversa di organizzazione dello spazio, ma anche di un processo di regolamentazione dell’attività costruttiva privata, che diventa redditizia per la città. In fase di esecuzione, il piano venne modificato e, in particolare nella zona periferica sud,si produsse una frammentazione del reticolo viario a causa dell’attraversamento trasversale dell’asse ferroviario. Dal punto di vista delle infrastrutture, sarà un periodo abbastanza dinamico. Già nel 1851 si era inaugurata la prima linea ferroviaria della città e la prima stazione nelle vicinanze della Puerta de Atocha. Vent’anni dopo, nel 1871, si inaugurò la prima linea di tranvia tra i nuovi quartieri di Salamanca e Argüelles, passando per Puerta del Sol. Negli ultimi anni del XIX secolo la capitale raggiunse il mezzo milione di abitanti. Le numerose opere di urbanizzazione conferivano un’immagine di modernità e progresso alla città. Al sud si stabilì la zona industriale con nuove stazioni ferroviarie, mentre nella zona nord gli edifici istituzionali. I numerosi migranti e lavoratori che arrivavano in città attratti dall’incipiente industria, non potendo risiedere nel centro storico né nei nuovi quartieri d’ampliamento che si stavano costruendo, andarono a insediarsi in nuclei spontanei, esterni al Plan de Ensanche, che seguivano, senza ordine urbanistico, alcune delle vie di accesso a Madrid. Questa zona extrarradio, esterna al piano progettato, era uno spazio legalmente non urbano, senza normativa edilizia. (fig.19-20)
25
51
Puerta del Sol, piazza più importante della città, rappresenta il Km 0 della rete stradale spagnola.
fig.18 progetto per l'ampliamento di madrid, carlos marĂa de castro, 1860. Fonte: <www.bdh.bne.es>. 52
fig.19 piano della comunitĂ di madrid, instituto geogrĂĄfico nacional, 1881. Fonte: <www.madrid.org>. 53
fig.20 schema dei tre abiti di madrid nella seconda metĂ del xix secolo. Fonte: Fernando de TerĂĄn, Madrid, 1993. 54
fig.21 piramide del sistema capitalista, the industrial worker, 1911. Fonte: <www.en.wikipedia.org>.
fig.22 foto storica gran vía, 1921. Fonte: <www.elestudiodelpintor.com>.
La città ottocentesca non aveva però conosciuto un processo dinamico di industrializzazione, analogo a quello di Londra o Parigi, ciò che produsse una dissimmetria tra il suo ruolo di capitale e le attività proprie di una città popolosa. Ma durante i primi decenni del XX secolo, Madrid si convertì nella “capitale del capitale”; il sistema capitalistico si consolidò nella città, ed allo stesso tempo si sviluppò la classe proletaria. La trasformazione in città metropolitana fu rapida: da un punto di vista urbano, proseguirono i progetti di riforma interni alla città e si continuò con il processo di costruzione della periferia e dei nuovi nuclei urbani limitrofi. L’intervento più importante fu l’apertura della Gran Vía, iniziato nel 1910 e durato fino agli anni Trenta. (fig.22) Gande avenida divisa in tre tratti, che attraversavano l’antico centro per unire i quartieri di Salamanca ad est ed Argüelles ad ovest. L’opera di chirurgia urbana, che smantellò buona parte del tessuto storico, fu concepita come zona di ozio e vetrina delle numerose attività commerciali e finanziarie. Intervento simile riguardò il prolungamento verso nord del Paseo de la Castellana.26 Questo tracciato, secondo l’idea di Núñez Granés,27 doveva convertirsi nell’asse vertebrale della crescita della città. Infatti, questa cresceva maggiormente nell’extrarradio, che nell’ordinato Ensanche. Pertanto, il prolungamento del Paseo, a differenza della Gran Vía, era un’idea legata all’estensione ed alla crescita spaziale di Madrid. Era necessario proporzionare un’organizzazione di base a questo accrescimento, prima che la trama disomogenea si consolidasse, causando problemi alla crescita futura della città e alle sue vie di comunicazione.
26
Paseo de la Castellana, estensione nord del Paseo del Prado-Recoletos. Progettato nel 1834 come Paseo de las Delicias de la Princesa, in onore della futura regina Isabel II.
27
55
Pedro Núñez Granés, urbanista spagnolo e tecnico municipale di Madrid (1859-1944).
fig.23 piano topografico di madrid, facundo caĂąada, 1900. Fonte: <www.idehistoricamadrid.org>. 56
Questo fu il punto di partenza del progetto di Urbanización del Extrarradio,28 presentato nel 1910 da Núñez Granés. (fig.24) Si pianificavano nuove grandi vie perimetrali, molto rigide. Queste definivano anelli urbani attraversati trasversalmente da assi che, con diversa forma, si adattavano alla realtà dei nuclei urbani preesistenti, formando grandi manzanas.29 Il progetto ebbe scarsa ripercussione nello sviluppo della città, ma l’idea del grande viale organizzatore, si affermò nel tessuto urbano fino a diventare oggi l’asse strutturante di Madrid, insieme appunto alla Gran Vía. Nel 1931 si proclamò la Repubblica Spagnola30 dopo gli anni di dittatura di Primo de Rivera.31 Tra le azioni urbanistiche, esemplare fu la costruzione della Città universitaria (fig.25) e delle numerose architetture funzionali destinate al rifornimento della città, quali il Matadero o il Mercado de Pescado nella Ronda de Toledo ed il Mercado de Frutas y Verduras di Legazpi.32 Nonostante numerosi miglioramenti in infrastrutture ed avanzamento sociale, Madrid era ancora una metropoli senza un piano regolatore che ordinasse il suo sconclusionato impulso di crescita. Già dal 1926 si iniziarono ad elaborare diversi piani di sviluppo urbano che cercavano di prefigurare sia la crescita futura, sia l’organizzazione interna della città. Tre anni dopo fu bandito un concorso internazionale per elaborare un nuovo piano. La base preparatoria per questo concorso
fig.25 progetto ideale della città universitaria di madrid, 1929. Fonte: <www.madrimasd.org>.
28 Proyecto de Urbanización del Extrarradio, Pedro Núñez Granés, <www.memoriademadrid.es>. 29
Manzanas, isolati, lotti.
30
Repubblica Spagnola, 1931-1939.
31
Miguel Primo de Rivera, dittatore spagnolo dal 1923 al 1930.
32 Mercado de Frutas y Verduras, Javier Ferrero, 1935. V., par. 2.3, Nodo ex Mercado Legazpi: trasformazioni del ruolo nella città.
57
fig.24 progetto per l'urbanizzazione dell'extrarradio di madrid, núùez granÊs, 1910. Fonte: <www.memoriademadrid.es>. 58
era molto esaustiva; Información sobre la ciudad,33 una pubblicazione che costituisce un documento di straordinario valore per la conoscenza della città di quel momento. Da una parte vennero elaborati nuovi dati territoriali, nuove cartografie e persino il primo mosaico fotografico della città, (fig.26) dall’altra furono raccolte informazioni statistiche sugli aspetti sociali e funzionali. Nel concorso per il nuovo piano, spiccò la soluzione presentata da Secundino Zuazo ed il tedesco Herman Jansen.34 Questo piano frutto del razionalismo degli anni venti, è situato all’interno della cultura urbanistica dell’epoca, applicando a Madrid in maniera chiara e realistica il modello classico radio-centrico e decentralizzato. Lo schema è composto da strade radiali e anulari, dentro le quali è racchiuso un nucleo urbano centrale, circondato da una zona verde, oltre la quale vi sono differenti nuclei satellite. Elemento fondamentale era l’asse nord-sud che attuava come elemento centrale dell’estensione della città verso nord, prolungamento del Paseo de la Castellana. Questo asse corrispondeva ad un’altra proposta della massima importanza: il collegamento sotterraneo della linea ferroviaria del nord con quella del sud. (fig.27) La proposta di Zuazo e Jansen avrà nella storia urbanistica della città una forte ripercussione, molte delle idee presentate nel piano del 1929 vennero iniziate durante il periodo della Repubblica, e poi riprese e sviluppate nei piani d’attuazione degli anni successivi. La Guerra Civile (1936-1939) bloccò questo periodo di modernizzazione e progresso con l’instaurazione del regime di Francisco Franco,35 che portò con sé la drastica intenzione di modificare radicalmente la filosofia d’intervento nella città. Essa doveva diventare il simbolo della 33
fig.27 schemi di progetto: assi stradali e zone verdi, 1929. Fonte: C. Sambricio, Madrid y sus
anhelos urbanisticos: memorias Zuazo y Ugalde, 1919-1940, 2003.
59
Ayuntamiento de Madrid, Memoria. Información sobre la ciudad, Madrid, 1929, <www.madrid.es/portales/munimadrid/>.
34
Secundino Zuazo, architetto spagnolo (1887-1971). Herman Jansen, architetto tedesco (1869-1945). 35
Francisco Franco, detto Generalísimo, dittatore spagnolo dal 1939 al 1975.
fig.26 primo fotopiano di madrid, 1929. Fonte: <www.memoriademadrid.es>. 60
fig.28 piano regionale di madrid, besteiro, 1939. Fonte: Del límite de la urbanización al límite de lo urbano, <www.researchgate.net>.
fig.30 avenida del generalísimo, oggi paseo de la castellana, anni '40. Fonte: <www.madridantiguo.org>. 61
nuova forza vittoriosa e, solo nel secondo dopoguerra, il regime si impegnò per approvare un nuovo piano per la città. Si creò la Giunta per la Ricostruzione di Madrid e, nel 1946, venne approvato il Plan Bidagor, (fig.29) redatto da Pedro Bidagor.36 Il piano stabilisce una continuità con la visione di città di Zuazo, ma aggiunge alcuni nuovi elementi, legati all’ideologia trionfante del regime. Il progetto del prolungamento della Castellana, Avenida del Generalísimo, iniziato durante la Repubblica, insieme alla costruzione dei Nuevos Ministerios, furono mantenuti come obiettivi strutturali e rappresentativi. (fig.30) La città doveva essere articolata in cinque aree di decongestionamento: residenziale, commerciale, speciale, industriale e zona verde; sul tipo delle new towns37 inglesi. Il piano d’accesso al nucleo centrale veniva determinato dalle sei strade radiali, mentre la crescita urbana si prevedeva nella zona periferica situata intorno alla città e circondata da due anelli verdi. Le grandi zone industriali si trovavano vicino alla cintura ferroviaria ed agli assi radiali. Negli anni Cinquanta Madrid crebbe velocemente, ignorando il Piano Regolatore; la crescita massiva si localizzò soprattutto nei nuclei periferici già esistenti e le zone verdi progettate come fasce di contenimento non vennero considerate e scomparvero sotto la pressione della speculazione del suolo. Il concetto di area metropolitana arriva in Spagna dagli Stati Uniti, precisamente nell’anno in cui il piano del 1946 si riconosce superato e si programma la sua revisione. Il nuovo piano del 1963 si redige sotto il nome di Plan General de Ordenación Urbana del Area Metropolitana de Madrid. Esso prevedeva lo sviluppo a macchia d’olio della città, considerando Madrid come centro di una serie di città satelliti. Pertanto, la città centrale viene circondata da un anello non urbanizzato 36
Pedro Bidagor, urbanista spagnolo (1906-1996).
37
New towns, o garden-city, teorizzate dall’urbanista inglese Ebenezer Howard nel 1898.
fig.29 piano generale di madrid, pedro bidagor, 1946. Fonte: <www.rafaeldemiguel.wordpress.com>. 62
che la isola dal resto dei nuclei esterni: centri industriali e residenze proletarie al sud ed est, solo residenze borghesi al nord-ovest. Affinché il sistema funzioni si pensa ad una rete di comunicazione radioconcentrica, composta dalle sei strade nazionali radiali e da due anelli di circonvallazione, uno che circonda la città seguendo il corso del fiume (oggi M-30) e l’altro più esterno, di congiunzione tra i nuclei periferici. (fig.31) Il piano voleva favorire la decongestione dell’area centrale, con la volontà di compattare il centro con l’edificazione dei lotti vuoti o di cambiare l’uso delle aree industriali più antiche, trasformandole in zone commerciali o uffici, ma in questo modo la città peggiorò la sua situazione d’affluenza. Le azioni speculative di quell’epoca portarono ad eventi di disparità urbana, a fenomeni di segregazione sociale nelle periferie popolari e alla disparità nella distribuzione dei servizi sociali. Il passaggio dalla dittatura alla democrazia, segnò un passo importante per la città; fu eletto il primo alcalde di Madrid, Enrique Tierno Galván.38 Nel 1985 venne approvato il nuovo Plan Mangada,39 (fig.32) con il programma di riqualificare il tessuto urbano esistente. I principali obiettivi della strategia erano: arginare la trasformazione del centro storico a uso terziario, riequilibrare la distribuzione dei servizi fra la zona settentrionale e meridionale della città, ristrutturare il patrimonio edilizio esistente e riorganizzare la rete dei trasporti, favorendo il trasporto pubblico. La pianificazione era stata concepita a livello regionale; con la costituzione, nel 1983, della Comunidad Autónoma de Madrid si iniziò una riflessione sul territorio, per stabilire coerenze a livello territoriale, della regione metropolitana. Infine, particolare attenzione fu data al verde ed agli spazi aperti, con l’obiettivo di migliorare la qualità ambientale dello spazio urbano, mantenendo fig.32 schemi assi e verde, plan mangada, 1985. Fonte: Ayuntamiento Madrid, Recuperar Madrid, 1982.
63
38 39
Enrique Tierno Galván, politico spagnolo e sindaco di Madrid dal 1979 al 1986.
Eduardo Mangada, architetto spagnolo del Partido Socialista Obrero Español. Intervista COAM, <www.coam.org>.
fig.31 piano generale dell'area metropolitana di madrid, 1963. zoning. Fonte: <www.madridsingular.blogspot.com>. 64
imprescindibilmente il carattere di luogo pubblico. La strategia della nuova democrazia aveva come motto “Acabar Madrid”,40 poiché cercava di risolvere i problemi dell’urbanistica frammentata che era stata ereditata. Per questo, e rispondendo al contesto di crisi, il piano limitò la crescita della città, concentrandosi nella sua ricomposizione interna, cercando di conservare l’eterogeneità delle varie parti del mosaico urbano. «Il piano per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, si organizza in due grandi obiettivi: ordinare e equipaggiare la città, entrambi direzionati verso quello che si può considerare il motto dell’operazione pianificatrice: il recupero sociale della città».41 Dal 1991, con la modificazione dei fattori socio-economici il piano del 1985 divenne obsoleto, poiché aveva una visione futura della città statica rispetto alla crescita demografica ed economica che, di fatto, avvenne. Così si progettò un nuovo modello per la capitale madrileña, approvato nel 1997. Il Plan General de Ordenación Urbana de Madrid42 (PGOUM) (fig.33) fu redatto da un numeroso gruppo di tecnici municipali, diretto da Luis Rodríguez-Avial.43 Furono quindi identificate le condizioni che supponevano un handicap per lo sviluppo equilibrato della città: l’inesistenza di una pianificazione regionale che ordinasse il territorio, la minima disponibilità di suolo e l’assunzione di alcune decisioni di carattere strutturante, sviluppate fuori dal piano del ’85, nel corso degli anni Novanta. Tra le più importanti azioni del PGOUM ‘97, tutt’oggi vigente anche se con alcune modifiche, ci sono: l’Operación Chamartín,44 il recupero del Centro del Sur,45 la Estrategia del Este,46 la città aeroportuale di Barajas e lo sviluppo di alcune aree residenziali, possibili grazie allo strumento 40
Acabar Madrid, Completare Madrid.
41
Ayuntamiento de Madrid, Recuperar Madrid, Madrid, 1982. «El plan para mejorar las condiciones de vida de los ciudadanos se plantea dos grandes objetivos: ordenar y equipar la ciudad, ambos dirigidos hacia lo que puede considerarse el lema de la operación planificadora: la recuperación social de la ciudad». 42
Plan General de Ordenación Urbana de Madrid, PGOUM ‘97, Norme urbanistiche, <www.madrid.es>.
43
Luis Rodríguez-Avial, docente ed architetto laureato alla Politécnica di Madrid.
44
Operación Chamartín, progetto di riconfigurazione di un accesso rappresentativo del nord della città, Paseo de la Castellana.
45
Centro del Sur, progetto di riconfigurazione della zona di Méndez Álvaro come potenziamento di una centralità al sud della città.
46 Estrategia del Este, progetto nella zona sud-est, che sfrutta un’ampia superficie disponibile per accogliere un importante crescita della città. Si configura come una diagonale che unisce le due zone più attive economicamente.
65
fig.33 piano regolatore generale di madrid, PGOUM, 1997. Fonte: Ayuntamiento Madrid, Evaluaciรณn del Plan General de 1997, 2012. 66
fig.34 business area las cuatro torres, paseo de la castellana. Fonte: <www.abc.es>.
fig.35 progetto strategico centro madrid, parco lineare, 2011. Fonte: Ezquiaga, Proyecto estrategico Madrid Centro , 2011.
67
urbanistico PAU.47 Tutte queste azioni sono inquadrate in una filosofia di fondo intesa a stabilire una stretta relazione con un Piano Regionale (mai redatto anche se molte operazioni hanno una vocazione a carattere sovracomunale); inoltre prevede che Madrid sia organizzata come una città multi-centrale, promuovendo alcune aree come nuove centralità. Infine, vuole fuggire dalla zonizzazione radiale, generando una combinazione di usi ed attività compatibili. Le zone più recenti di Madrid sono oggi il prolungamento della Castellana nella nuova business area de Las Quatro Torres (fig.34) e il parco lineare di M-Río.48 (fig.35) La città storica si presenta come un’almendra central compatta e definita dall’autopista M-30, ed una periferia esterna, non compatta, che si cerca di sviluppare e ricucire al nucleo centrale. Questa periferia, come si è già ricordato, prese forma a seguito di differenti azioni: quartieri-baracche successivamente ricostruiti, zone di pianificazione degli anni Cinquanta e speculazioni urbanistiche degli anni Settanta. Gli spazi interstiziali a queste aree residenziali sono occupati da zone di utilizzazione produttiva: parchi industriali ed aziendali.
47 PAU, Programa de Actuación Urbanistica, strumento urbanistico che permette di edificare un territorio urbanizzabile, però non presente nel programma del Plan General. Sono pianificazioni complementari a quella vigente. 48
V., par. 3.1, Progetti di rinnovazione urbana: Paseo del Prado e Río Manzanares.
BURGOS
crescita insediativa schema sviluppo xii secolo Primo nucleo arabo-cristiano edificato vicino al fiume Manzanares su di un altopiano. Costruzione seconda muraglia.
SALAMA
NCA
NA
O CEL
R
Plasencia
BA
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ENC
TO
LED
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IA
68
crescita insediativa schema sviluppo xv secolo Completamento interno alla muraglia cristiana del XII secolo. Assenza di una pianificazione.
69
crescita insediativa schema sviluppo xvi secolo Quadruplicazione della superficie dâ&#x20AC;&#x2122;estensione della cittĂ . Diventa la capitale del regno spagnolo.
70
crescita insediativa schema sviluppo xviii secolo Sviluppo della prima pianificazione d’ampliamento della città. Il re Carlos III realizza un’importante riqualificazione del tessuto urbano.
71
crescita insediativa schema sviluppo xix secolo Creazione spontanea di nuclei periferici lungo gli assi principali. Espansione corona dâ&#x20AC;&#x2122;ampliamento del tessuto urbano centrale.
72
crescita insediativa schema sviluppo inizio xx secolo
Sviluppo periferico sconclusionato dovuto allâ&#x20AC;&#x2122;assenza di un piano regolatore per la capitale.
73
crescita insediativa schema sviluppo fine xx secolo Riunificazione nuclei dellâ&#x20AC;&#x2122;interland con il tessuto centrale. Elaborazione Piano di ordinazione della capitale.
74
02 2.1 Assi di m adrid sur: c a mbia menti nel tessuto urbano e sociale
_Paseo del Prado-Delicias _Asse M-RĂo _Evoluzione storica: differenze tra i due assi
2.2 Distret to di Arganzuel a: dalLâ&#x20AC;&#x2122;Ensanche 1860 all a deindustrializz a zione
_Fase di industrializzazione _Fase di deindustrializzazione
2.3 nodo ex Mercado Lega zpi: tr asfor m a zioni del ruolo nell a cit ta`
_Progetto iniziale del mercato _Cambi di destinazione dâ&#x20AC;&#x2122;uso _Composizione architettonica e diagnostica
Analisi storico-urbana m adrid sur
Le analisi precedenti hanno stabilito che Madrid Sur è l’area dell’almendra central che andrebbe valorizzata e, a tal fine, sono stati inquadrati gli elementi urbani intorno ai quali svolgere l’avvio del processo di conoscenza: l’analisi storico-urbana. In primo luogo, gli assi della Castellana e del Manzanares costituiscono i due sistemi principali della città, pertanto il tratto del Paseo del Prado-Delicias e l’asse del Parco fluviale M-Río saranno analizzati nell’evoluzione storica, per capire le loro differenti identità. Inoltre, importante sarà lo studio dei cambiamenti del distretto Arganzuela, ex zona industriale di cui fa parte il Mercado Legazpi. Tale edificio è il nodo d’intersezione dei due assi urbani e dunque è indispensabile analizzarlo nelle sue trasformazioni. madrid sur, parco m-río, 2011. Fonte: Puentes monumentales Manzanares <www.madrid.es>
“
Es un viernes de barrio, humilde pero hermoso, viernes de las Delicias, viernes arrabalero.*
*José Luis Cano, poema Viernes de las Delicias, 1951.
«È un venerdì di quartiere, umile ma incantevole, venerdì di las Delicias, venerdì popolare.»
2.1 ASSI di madrid sur cambiamenti nel tessuto urbano e sociale
L’asse del Paseo del Prado-Delicias, oggi importante per la sua connessione tra il nord e il sud della città, conserva ancora alcune peculiarità del suo assetto originario, pur avendo subito numerose trasformazioni. È formato da due tratti stradali, il Paseo del Prado e il Paseo de las Delicias, ognuno con sviluppi propri, poiché sono parte di due zone della città completamente differenti, sotto diversi aspetti. Emblema del primo paseo è la dominante borghese benestante, mentre del secondo quella popolare ma, nonostante questa distinzione socioeconomica, entrambi sono sempre stati considerati luoghi di ozio e svago.
Paseo del prado-delicias
All’origine i due viali erano stati pensati per essere spazi di diletto e relazione sociale, con una forte componente paesaggistica. Erano caratterizzati da filari di alberi e fontane. Il Paseo del Prado nacque come Salón Urbano, uno spazio che ha la doppia nozione topologica di estar e ir,1 è tra la piazza e la strada. La parola salón richiama all’ambito residenziale, per suggerire la parte della casa di carattere pubblico, dei grandi spazi per ricevimenti e rappresentanza. Questo carattere di luogo d’incontro e relazione, tipico della piazza, è completato nel Salón Urbano dall’azione di percorrerlo, per la sua conformazione longitudinale. 1
Estar y ir, stare ed andare. 78
Tale denominazione acquisì la sua valenza nel 1767, quando venne inaugurato come Salón del Prado disegnato da José de Hermosilla2 per volere di Carlos III. (fig.1) In precedenza, era il limite orientale del centro urbano madrileño; qui vi passava infatti il ruscello della Castellana che separava il caseggiato dai recinti monastici, come il monastero di San Jerónimo el Real. Nel 1631 sotto il mandato di Felipe IV, venne costruito il Palazzo ed i giardini del Buen Retiro, seconda residenza reale e luogo di svago. Ciò incrementò l’interesse e la presenza di vita nella zona, iniziando il suo uso urbano con la piantagione di alberi allineati al ruscello che accompagnava le passeggiate dei cittadini. Il viale aveva dunque conseguito la sua caratteristica di luogo d’incontri e piacere dell’alta società; ancor più, successivamente, con il trasferimento della corte reale nel palazzo del Buen Retiro, sotto Carlos III. Egli avviò riforme urbane nell’area, tra cui la progettazione del Salón del Prado. Si riuscì finalmente a integrare in maniera unitaria le due sponde del ruscello, canalizzato, diventando spazio di transizione tra la città e il complesso palaziale del Buen Retiro. (fig.2) Il Salón del Prado era una zona alberata con una successione di fontane che dividevano l’asse in vari tratti. Due fontane monumentali dedicate a Cibeles e Neptuno disegnate da Ventura Rodríguez3 erano state posizionate simmetricamente rispetto a quella di Apollo che era collocata al centro del Salón del Prado. Questo proseguiva con una larghezza più stretta fino alla porta di Atocha, attuale Plaza del Emperador Carlos V. La porta di Atocha compare per la prima volta nei piani di Madrid del 1700, come anche l’estensione del Salón del Prado fuori dalla cerchia muraria. Questo prolungamento fu pensato dal re Fernando VI nel 1748, con la creazione di Las Delicias, viali alberati orientati in direzione del fiume. Era infatti un tridente: il primo asse, chiamato Paseo de las Delicias, arrivava al ponte de Santa Isabel che oltrepassava il Manzanares, il secondo, Paseo de Santa María de la Cabeza, così chiamato perché lambiva l’omonimo eremo, raggiungeva l’Embarcadero del fiume. Entrambi i viali erano adornati con quattro file di alberi, dove si alternavano tratti rettilinei a piazzole per sostare. L’ultimo ramo era la Ronda de la Cerca che, partendo dalla porta di Atocha, circondava la città seguendo le mura fino ad arrivare alla porta di Toledo. Il Paseo de las Delicias diventò uno dei più frequentati della città, il suo carattere era più popolare rispetto all’aristocratico Salón del Prado, però era ugualmente luogo d’intrattenimento e relazioni sociali. (fig.3) Come per il Paseo del Prado, il tridente barocco conseguì maggiore importanza grazie alle sistemazioni di Carlos III. 2
José de Hermosilla Sandoval, architetto spagnolo del XVIII secolo.
3
Ventura Rodriguez, architetto spagnolo del XVIII secolo. Real Academia de la Historia, <http://www.rah.es/ventura-rodriguez>.
79
fig.1 piano salón del prado, hermosilla e sandoval, 1767. Fonte: Archivio digitale Biblioteca Nazionaledi Spagna, <www.bne.es>. fig.2 palacio del buen retiro, jusepe leonardo, 1637. Fonte: <www.inexhibit.com>. fig.3 el paseo de las delicias, ramón bayeu y subías, 1785. Fonte: Archivio digitale Museo del Prado, <www.museodelprado.es>. 80
Durante il XVIII secolo, intorno al palazzo reale, iniziarono a concentrarsi palazzi e ville dell’alta aristocrazia, come le residenze nobiliari del Palazzo di Buenavista e di Villahermosa. Inoltre, con le iniziative di Carlos III, interessato a conferire un carattere “scientificoculturale” alla zona, furono progettati da Juan de Villanueva4 il Gabinete de Ciencias Naturales, il Real Jardín Botánico e l’Observatorio Astronómico. (fig.4)
fig.4 legenda dei luoghi, xviii sec. 1 Palazzo di Buenavista 2 Palazzo di Villahermosa 3 Palazzo del Buen Retiro 4 Gibinete de Ciencias Naturales 5 Real Jardín Botánico 6 Ospedale Generale 7 Porta di Atocha 8 Osservatorio astronomico
fig.5 foto storica stazione atocha, 1892.Fonte:<www.entredosamores.es>. fig.6 foto storica stazione delicias, 1878. Fonte: <www.adif.es>. 81
Successivamente a questa fase di fermento urbanistico, nei primi cinquant’anni del XIX secolo, avvennero pochi cambiamenti, a causa dell’avvicendarsi di varie guerre che colpirono buona parte del tessuto urbano della città. Importante fu la distruzione di parte del palazzo del Buen Retiro, di cui rimasero in piedi il Casón ed il Salón de Reinos. Ulteriore fatto significativo per il Paseo del Prado fu la decisione di Fernando VII di trasformare il Gabinete de Ciencias Naturales in Museo del Prado. L’inaugurazione avvenne nel 1819, ospitando la collezione reale di pittura. La seconda metà dell’Ottocento è la fase più intensa nell’attività urbana della città, quando, ai progressi tecnologici conseguiti dall’industrializzazione nascente, si abbinano le iniziative di una nuova classe sociale emergente, la borghesia, la quale, come si è ricordato nel capitolo precedente, aveva acquistato, grazie alla Costituzione promulgata nel 1812, maggiore potere nelle decisioni di governo. Linea strategica importante fu quella di ampliare i confini della città: così, con il Plan de Ensanche di Castro, nel 1860 il tridente barocco di Las Delicias divenne parte integrante dell’espansione urbana di Madrid. In tale zona si insediò un quartiere, el Barrio de Arganzuela, destinato ad accogliere gli stabilimenti industriali e le residenze per gli operai, poiché sin dal 1851 la zona era attraversata dalla ferrovia, utile per gli 4
Juan de Villanueva, maggior esponente dell'architettura neoclassica in Spagna.
scambi commerciali. Vennero realizzate diverse stazioni per il carico e lo scarico delle merci, collegando la Estación Norte (Príncipe Pío) con la Estación del Mediodía (Atocha) inaugurata nel 1892. (fig.5) Per la costruzione della stessa, la porta di Atocha e la muraglia furono abbattute. La linea ferroviaria tagliava a metà gli assi di Carlos III, dividendo in due parti il nuovo quartiere. Infatti, in quegli anni, il nuovo tessuto edilizio si sviluppò principalmente lungo l’asse ferroviario ed a nord di questo, per la vicinanza al centro urbano. Nel Paseo de las Delicias si inaugurò nel 1878 la Estación Delicias (fig.6) e qui, oltre alla presenza di industrie, sorse una zona di ristoro e divertimento per gli abitanti del quartiere. Per quanto riguarda il tessuto storico, avvennero numerosi cambiamenti: fatto importante fu l’urbanizzazione dei terreni del palazzo del Buen Retiro, da parte dell’Ayuntamiento, realizzando la pianificazione di quello che oggi si conosce come Barrio de los Jerónimos. Insieme a questo intervento fu rimodellato il Paseo del Prado, collocando in asse le due fontane principali del Salón, mentre i giardini dell’antico palazzo reale divennero il Parque del Retiro, dove furono innalzati due padiglioni, il Palacio de Velázquez (1883) ed il Palacio de Cristal (1887). Alla fine del XIX secolo, il Salón del Prado era arricchito da diversi edifici di rilevanza architettonica, tra cui vari palazzi nobiliari e complessi di carattere amministrativo. Esempi sono il Palacio de Linares del 1873 ed il Banco de España del 1891. Pertanto, la zona continuò a configurarsi con alto profilo, creando una distinzione tra gli edifici lungo l’asse del Prado e la zona successivamente più interna al centro storico. Questo barrio, quello di Huertas, con un caseggiato basso risalente al XVI secolo, conservava ancora una particolarità che lo contraddistingueva: quella di essere abitato prevalentemente da artisti ed intellettuali. Nonostante gli sventramenti per costruire la nuova facciata del Paseo del Prado, rilevante era ancora la presenza di luoghi d’incontro, bar e caffè, ma anche di teatri e accademie; tutto ciò riferibile alla funzione di svago e intrattenimento culturale tipico del paseo. (fig.7) All’inizio del XX secolo la città di Madrid continuava quella fase di sviluppo urbano ormai avviata da molti anni e che aveva portato ad una notevole crescita demografica. La presenza della stazione di Atocha, con un importante flusso di persone, favorì l’ubicazione di servizi alberghieri nelle vicinanze. In particolare due dei primi alberghi di lusso della capitale furono costruiti proprio lungo il Paseo del Prado: gli hotel Palace e Ritz. Inoltre, nel 1917 fu edificato il Palacio de Comunicaciones (fig.8) sulla Piazza de Cibeles ed in quegli anni si inaugurò la linea metropolitana con due uscite: una all’inizio ed una
82
fig.7 legenda dei luoghi, xix sec. 1 Palazzo di Linares 2 Banco de España 3 Museo del Prado 4 Parco del Retiro 5 Stazione di Atocha 6 Stazione di Delicias
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alla fine del Paseo del Prado (Banco de España e Atocha). L’attività nell’asse veniva potenziata grazie a questo nuovo rapido sistema di trasporto ed al consolidamento del quartiere di San Jerónimo ad est del Paseo. Nel frattempo, anche lungo il prolungamento del Paseo del Prado, il Paseo de las Delicias, la situazione si modificava, con l’espansione del quartiere sempre più verso il Manzanares. In questa zona, ormai a vocazione industriale, le stazioni ferroviarie si duplicano per rispondere efficacemente agli intensi scambi commerciali che vi si svolgono, così che il governo decide di intraprendere una politica di istituzione di grandi mercati all’ingrosso, come il Matadero (fig.9) ed il Mercado de Frutas y Verduras. Questi facevano da centri di distribuzione per il resto dei mercati municipali che vennero progettati in tutta la città. Il Mercado de Frutas y Verduras divenne il fuoco finale dell’asse Delicias e un punto di ritrovo, in quell’epoca, per gli abitanti del quartiere. Con l’avvento della guerra civile, nel 1936-39, e nei successivi quarant’anni di dittatura la città subì rallentamenti e cambiamenti nel processo di espansione e crescita. Si continuò la costruzione della linea metropolitana fino all’inaugurazione nel 1950 delle tre fermate metropolitane lungo il Paseo de las Delicias. Non ci furono ulteriori trasformazioni, se non l’aumento degli edifici residenziali a discapito delle fabbriche e l’intensificazione del traffico veicolare. Quest’ultimo cambiò certamente anche l’immagine del Salón del Prado, il quale subì un processo di degrado urbano significativo, visti gli scarsi investimenti dell’amministrazione. Il piano regolatore metropolitano del 1963 favorì lo sviluppo periferico, in particolare quello della zona nord, a discapito della riqualificazione del nucleo storico della città. Il deterioramento sociale nella zona occidentale del Paseo, nel barrio Huertas, era dovuto a diversi fattori: la diminuzione dell’attività ferroviaria nella stazione di Atocha, con la conseguente caduta delle attività alberghiere e di commercio, l’invecchiamento della popolazione del quartiere e l’abbandono di edifici e residenze. (fig.12)
fig.8 foto palacio de comunicaciones, francesc CatalĂ Roca, 1950. Fonte: <www.photocollection.alonsorobisco.es>. fig.9 vista aerea matadero, 1929. Fonte: <www.picodelpanuelo.wordpress.com>. fig.10 foto plaza cibeles trafficata, 1955. Fonte: <www.forocoches.com>. fig.11 foto scalextric della glorieta de atocha, 1968. Fonte: <www.madridnofrills.com>.
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fig.12 legenda dei luoghi, fino 1979. 1 Fermata Metro Banco de España 2 Hotel Palace 3 Hotel Ritz 4 Fermata Metro Atocha 5 Fermata Metro Palos de la Frontera 6 Fermata Metro Delicias 7 Fermata Metro Legazpi 8 Matadero 9 Mercado Central de Frutas y Verduras
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Con la fine della dittatura e l’inizio della democrazia, nel 1979, si produce un grande fermento culturale che punta all’intero rinnovamento della città, recuperando alcuni dei suoi tratti più caratteristici. L’ambito del Paseo del Prado avrebbe dovuto riacquistare il suo carattere originario, quello di essere luogo di svago ed intrattenimento e, riprendendo l’idea di Carlos III, spazio per attività culturali ed intellettuali. Con il piano regolatore del 1985 prende avvio la riqualificazione ad uso museale di vari edifici ormai in disuso: il Casón del Buen Retiro viene annesso al Museo del Prado, nel 1986 l’Hospital General si trasforma in Museo de Arte Contemporáneo Reina Sofia, mentre il Palacio Villahermosa si adatta, dal 1992, come sede della collezione ThyssenBornemisza. Insieme alle politiche di riqualificazione urbana, i due nuovi musei dinamizzano il Paseo del Prado ed incidono nel recupero delle zone limitrofe, così da portare alla rinascita degli alberghi e di molte attività tradizionali nel quartiere di Huertas. Nel 1992 Rafael Moneo interviene nella modernizzazione della vecchia stazione di Atocha, per accogliere i treni ad alta velocità. (fig.13) Contrariamente, le stazioni della linea circolare che attraversava l’Ensanche sud della città, vengono abbandonate e smantellate, tranne la Estación Delicias trasformata nel 1984 nel Museo del Ferrocarril (fig.14) e nel Museo Nacional de la Ciencia y de la Técnica. In circa vent’anni il Paseo del Prado e quello de las Delicias cambiano sostanzialmente: il primo diviene polo attrattore della città, il secondo polo attrattore del quartiere. Il Paseo de las Delicias con gli anni aveva infatti continuato a mantenere il suo ruolo di asse ricreativo per gli abitanti del quartiere, incrementando la presenza di attività commerciali e di passatempo, quali cinema e bar. Viceversa, molte fabbriche vennero abbandonate, poiché il settore industriale si era trasferito oltre il limite del fiume; anche i grandi impianti di distribuzione alimentare, quali il Matadero e il Mercado de Frutas y Verduras, persero la loro funzione originaria. (fig.15)
fig.14 stazione delicias, museo ferrocarril, 1984. Fonte: <www.museodelferrocarril.org>.
fig.15 legenda dei luoghi, fino 1997. 1 Museo Thyssen-Bornemisza 2 CasĂłn Retiro (Ampl. M.Prado) 3 Museo Reina SofĂa 4 Stazione Atocha AVE 5 Museo Ferrocarril 6 Museo Scienza e Tecnica
fig.13 riqualificazione antica stazione atocha, vestibolo con giardino tropicale. Fonte: <www.croquizar.com> 86
Nel 1997 viene varato il nuovo e tuttora vigente piano regolatore, che faceva riferimento alla strategia del piano precedente, ovvero quella di riabilitare il centro e procedere all’estensione periferica della città. A differenza della situazione anteriore, il quartiere intorno all’asse del Paseo de las Delicias appare in stato di avanzato degrado. Numerosi erano i lotti abbandonati cosicché, non si poteva più considerarlo come area industriale, ma occorreva procedere al rafforzamento del settore terziario. Si pianificò quindi un cambiamento d’uso che prevedeva destinazioni residenziali, terziarie e di dotazione di servizi. Nuove residenze ed uffici sostituirono le fabbriche e le stazioni in disuso, mentre servizi per la città ed il quartiere furono aperti, riqualificando aree dismesse, come accade per la Estación de Autobuses, del 1968, o per la Fábrica del Águila trasformata, nel 2002, in Biblioteca Regional. Si progettò altresì il noto Centro Creativo Contemporáneo del Matadero, (fig.16) che attrae cittadini e turisti, al contrario dell’adiacente Mercado Legazpi rimasto abbandonato. Questi cambiamenti sono ancora oggi in atto, ma hanno già apportato modifiche significative sia a livello fisico, che nella composizione sociale, cercando di unificare questa zona col centro storico. Il Paseo del Prado è considerato dal PGOUM ‘97 come “area specifica”, con pianificazione propria, intesa quale asse museale e culturale della città. In questi ultimi vent’anni si è puntato al rafforzamento simbolico del ruolo del paseo all’interno del tessuto urbano e, dopo il concorso internazionale del 2002 per la rimodellazione dell’asse, vinto da Álvaro Siza, è partita una serie di interventi di riqualificazione e di ampliamento dei musei, da parte di noti architetti, come Jean Nouvel, per il Centro d’Arte Contemporánea Reina Sofia o Rafael Moneo per l’ampliamento del Museo del Prado, comprendente l’inglobamento del chiostro del monastero de Los Jerónimos. Oggi l’asse si conosce anche come il Paseo del Arte, poiché è fiancheggiato da edifici considerati patrimonio culturale e da spazi che ospitato differenti manifestazioni artistiche. Infatti, oltre ai musei, nella zona sorgono fondazioni, gallerie d’arte e sale espositive di carattere pubblico o privato, con programmazioni variegate, tanto di arte antica come contemporanea. Nel 2008 fu inaugurato il Caixa Forum, (fig.17) uno spazio espositivo finanziato dalla banca La Caixa e progettato dagli architetti Herzog e De Meuron, trasformando l’antica centrale elettrica del Mediodía. Cinque anni dopo, accanto al Caixa Forum, nell’antica Segheria belga, venne fondato il centro culturale MediaLab Prado, un laboratorio cittadino di produzione, ricerca e innovazione multidisciplinare basato sulla tecnologia digitale. Nella zona sono presenti altri servizi culturali di grande importanza come la sede dell’Ayuntamiento nell’ex Palacio de Comunicaciones, che dal 2011 costituisce anche il Centro Culturale Metropolitano. Il quartiere storico di Huertas è stato rivalutato per la sua tradizione di luogo d’incontro ed attività di 87
fig.17 centro culturale caixa forum, fronte sul paseo del prado. Fonte: <www.nationalgeographic.com.es>.
fig.18 legenda dei luoghi, fino ad oggi. 1 Centro Culturale Metropolitano 2 Ampliamento Museo Thyssen 3 Ampliamento Museo Prado 4 Museo Caixa Forum e MediaLab Prado 5 Ampliamento Museo Reina Sofía 6 Centro Culturale Arganzuela 7 Biblioteca Regionale Joaquín Leguina 8 Sede Repsol 9 Centro Culturale Matadero
fig.16 vista aerea centro creativo contemporáneo matadero. Fonte: <www.the-dots.com>.
88
artisti e teatranti, grazie anche alla presenza di sale per spettacoli, spazi culturali e bar. Oggi è trasformato nel barrio della movida notturna madrileña, così da tornare sia a far parte dell’immaginario urbano di Madrid, sia della componente ludica cittadina. È caratterizzato da due settori funzionali: la metà settentrionale ha una marcata funzione terziaria, mentre la porzione meridionale costituisce una zona popolare del centro di Madrid. Non solamente la funzione ma anche la qualità dell’edificato differenzia i due settori; anche se, attualmente, il settore sud sta registrando un processo di riabilitazione quasi integrale. (fig.18)
Asse m-río
L’asse M-Río, da sempre limite della città, oggi è riuscito a diventare luogo di continuità, permeabilità, tra la città consolidata e il territorio più esterno: uno spazio di giunzione tra due sponde ognuna con caratteristiche differenti. Il fiume costeggia sul lato ovest la città storica: inizialmente esso era il limite opposto al Paseo del Prado ad est del nucleo urbano; oggi affianca l’area della Città universitaria a nordovest, bordando tutto il quartiere dell’Arganzuela, proseguendo verso sud-est attraverso il Parque Lineal del Manzanares. Il Manzanares è sempre stato un fiume di poca importanza per la sua scarsa portata, ma allo stesso tempo è stato tema letterario e pittorico ricorrente attraverso i secoli. Tra gli autori del Siglo de Oro5 fu oggetto di costanti satire come nel caso di Francisco de Quevedo o Tirso de Molina. Mentre pittori quale Goya considerarono il Manzanares come fonte d’ispirazione: noto è infatti il dipinto La Pradera de San Isidro, (fig.19) dove sono raffigurati gli abitanti con costumi tradizionali, che si divertono sul margine del fiume; mentre la città appare sullo sfondo, dipinta dalla sponda occidentale e il fiume spicca in primo piano per le sproporzionate dimensioni. 5
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Siglo de Oro, Secolo d’oro spagnolo, dai primi del cinquecento a tutto il Seicento.
fig.19 la pradera de san isidro, francisco goya, 1788. Fonte: Archivio digitale Museo del Prado, <www.museodelprado.es>. fig.20 veduta dal rĂo, puente segovia e sullo sfondo palacio real, antonio joli, 1753. Fonte: <www.investigart.wordpress.com>. 90
fig.21 legenda dei luoghi, xviii sec. 1 Tenuta Casa de Campo 2 Palacio Real 3 Puente Segovia 4 Lavaderos 5 Pradera San Isidro 6 Puente Toledo 7 Embarcadero
Il Manzanares durante il XVIII secolo era circondato da aree incolte, appezzamenti agricoli e praterie come quella di San Isidro sulla sponda occidentale. Non lontana era la Casa de Campo, una riserva naturale, per la caccia e lo svago, di pertinenza del Palazzo reale, sin dall’epoca di Felipe II. Questi fece costruire da Juan de Herrera,6 nel 1586, il Puente de Segovia che collegava il Palacio Real con la tenuta della Casa de Campo; (fig.20) oltre a tale ponte all’inizio del Settecento fu costruito, da Pedro de Ribera, il Puente de Toledo: erano gli unici due ponti in pietra che servivano per attraversare il fiume e collegare le strade che arrivavano da sud-ovest con la città. Sotto il regno di Carlos III nel 1770 si decise di rendere il fiume navigabile, ma visto il suo debole flusso fu costruito lateralmente il Canal del Manzanares, con una serie di bacini controllati da dighe. Il canale partiva dall’Embarcadero vicino al Puente de Toledo proseguendo verso sud. Con l’arrivo della rete ferroviaria il canale perse la sua funzione e, non potendo competere con la nuova tecnologia, fu eliminato e sostituito dagli attuali Paseos de Yeserías, Chopera e Molino. (fig.21) Durante il XIX secolo sulle sponde del Manzanares iniziarono lentamente a sorgere le attività sociali, sia di svago che lavorative. Qui avvenivano scambi di mercanzie grazie al Canal, attività agricole e, in particolare, si erano stabilizzati i lavaderos, (fig.22) la maggior parte situati tra il Puente de Segovia e il Puente de Toledo. Le rive del fiume erano un luogo non solo di lavoro, ma anche d’incontro nei giorni festivi, e di refrigerio nei periodi di calura. Dal Plan de Ensanche di Castro 1860, prese avvio la fase di urbanizzazione e industrializzazione della zona sud della città, in particolare si sviluppò il sistema ferroviario con l’ubicazione di diverse stazioni sia per le mercanzie che per i passeggeri. 6
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Juan de Herrera, architetto e matematico spagnolo (1530-1597).
fig.22 los lavaderos del manzanares, alfonso sánchez garcía, 1910. Fonte: Collezione Reina Sofía, <www.museoreinasofia.es>. 92
fig.23 legenda dei luoghi, xix sec. 1 Stazione del Norte 2 Campo del Moro 3 Stazione Goya 4 Stazione Imperial 5 Primo Matadero 6 Dehesa de la Arganzuela
A ridosso del fiume, ai piedi della Montaña del Príncipe Pío7 nacque la Estación del Norte nel 1882 e poco più a sud sulla sponda opposta la Estación de Goya8. Nelle loro prossimità si intensificarono sia i servizi di ristoro, sia quelli di attività produttive. Tuttavia, le rive erano considerate ancora una zona di carattere agricolo e non urbanizzabile, a causa delle sue cattive condizioni di salubrità. La differenza tra le due sponde si iniziava però a delineare: il tessuto della città si approssimava ad esse in maniera diversa. Ad est, la crescita della città si stava sviluppando secondo l’ordine del piano, mentre ad ovest non era regolamentata, e dunque molte edificazioni si trovavano a ridosso del fiume, quali magazzini, industrie, residenze operaie. La riva che dava le spalle alla città, era caratterizzata orograficamente da una pendenza, che creava un margine maggiore; vi era una fascia ampia di spazi verdi: il Campo del Moro alle spalle del Palazzo Reale, i pascoli della Dehesa de la Arganzuela andando verso sud. (fig.23) Nel corso del XX secolo la popolazione cresce esponenzialmente e le zone prossime al fiume si urbanizzano. Nei primi anni del secolo, il Manzanares mantiene il suo corso naturale, ma nel 1914 si avvia la sua canalizzazione che si completa nel 1925. Si cercava di migliorare le condizioni sanitarie della zona e la connessione del sud con la città. Furono costruiti nuovi ponti come il Puente de Praga e il Puente de la Princesa o de Andalucía. Quest’ultimo, progettato in ferro nel 1909, univa il Paseo de las Delicias e la Plaza de Legazpi, con la Glorieta de Cádiz attraverso la strada di Andalucía. La canalizzazione causò la scomparsa dei tradizionali lavaderos ed anche dei numerosi ruscelli che furono sotterrati o canalizzati anch’essi. Il progetto di inalveazione del 7 Montaña del Príncipe Pío di Savoia, occupava tutto quello che oggi è il Parco dell’Oeste e il quartiere Argüelles. 8 Estación de Goya, la stazione oggi è scomparsa, occupava i terreni della Quinta del Sordo, residenza del pittore Francisco Goya.
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fig.24 vista dalla pradera san isidro, prima canalizzazione del rĂo, 1920. Fonte: Collezione Reina SofĂa, <www.museoreinasofia.es>. fig.25 bagnanti nel fiume, 1954. Abitudine che continuò anche con l'apertura delle piscine pubbliche. Fonte: <www.madridantiguo.org>. 94
Manzanares non determinò una trasformazione della zona, che conservò la sua secolare caratteristica di margine verde della città. Infatti, già dagli anni Venti e poi con il concorso del ‘29 per il piano di estensione della città, si confermò la volontà di mantenere i margini del Manzanares come un anillo verde9 intorno alla città storica. Le idee presentate al concorso erano fortemente influenzate dalle utopie urbanistiche tedesche e dal modello della città giardino. Il progetto vincitore di Secundino Zuazo e Hermann Jansen10 fu poi preso in considerazione per la redazione del piano nel 1931. L’ambizioso Plan General considerava necessario intraprendere l’urbanizzazione della zona insieme alle opere idrauliche. Si voleva recuperare il valore naturale del paesaggio delle sponde e favorire l’uso di queste equipaggiandole con servizi per la popolazione. La Casa de Campo divenne un parco pubblico e l’isolotto di fronte divenne La Isla. (fig.26) Progettata da Luis Gutiérrez Soto nel 1932, era un complesso di piscine e spazi d’incontro sociale, che aveva l’aspetto di una nave. Ciò rispondeva alla volontà della Seconda Repubblica11 di dotare il pubblico di spazi per lo sport, l’igiene ed il contatto con la natura. «Il ritmo veloce, assordante e dinamico della vita moderna richiede questi parametri di contatto diretto con un’atmosfera assolutamente sana» dichiarava la rivista A.C..12 La piscina fu costruita sopra un’isola da sempre esistente e visibile anche nel piano di Teixeira del 1656. Ciononostante, a partire dal 1956, l’isola venne rimossa nella seconda opera di canalizzazione, poiché costituiva un ostacolo per il nuovo sistema di chiuse. I primi trent’anni del 1900 seppero ritrovare per buona parte la relazione tra la città ed il Manzanares: in nessun altro momento Madrid aveva dedicato tanta attenzione al suo fiume. Tuttavia, da lì a poco lungo il Manzanares furono installate strutture di stoccaggio e distribuzione, nella zona della Dehesa de la Arganzuela, del Matadero e del Mercado de Frutas y Verduras già dal 1935. Tali complessi erano serviti, con un criterio di grande modernità, direttamente dalla linea ferroviaria costruita appositamente nel 1911 per il poligono industriale di Legazpi. Durante la guerra civile, 1936-39, il Manzanares fu un’importante linea difensiva per la città, e si riscontrarono effetti devastanti in tutta l’area. (fig.28) 9
Anillo verde, anello verde.
10
Cfr. Secundino de Zuazo Ugalde - Carlos Sambricio, Madrid y sus anhelos urbanísticos: memorias inéditas de Secundino Zuazo, 1919-1940, Nerea, Madrid 2003. 11 12
Seconda Repubblica, 1931-1939.
La necesidad de la vida al aire libre, in A.C. Documentos de Actividad Contemporánea, n. 7, Barcelona, 1932. A.C. Rivista usata come mezzo d’espressione e diffusione del movimento razionalista spagnolo. «El ritmo veloz, absorbente y dinámico de la vida moderna exige estos paréntesis de contacto directo con una atmósfera absolutamente sana».
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fig.27 vista aerea manzanares, canalizzazione, 1950. Fonte: <www.historias-matritenses.es>.
fig.28 legenda dei luoghi, fino 1939. 1 Fermata Metro Príncipe Pío 2 La Isla 3 Parco Pubblico Casa de Campo 4 Centrale elettrica 5 Stazione Peñuelas 6 Ponte Praga 7 Matadero 8 Ponte Andalucia 9 Mercado Central Frutas y Verduras
fig.26 foto del complesso piscine "la isla", 1931. Fonte: <www.madridantiguo.org>. 96
Dal 1939 si instaurò il regime franchista, che nel 1941 elaborò un nuovo piano regolatore per Madrid, il Plan Bidagor, con un’impronta propagandistica molto spinta. «Il miglior posto della città per i suoi valori geografici, per i suoi ricordi storici e per le sue possibilità rappresentative è la cornice delle colline che guardano alla valle del Manzanares. Riunisce il paesaggio unico velazqueño della sierra madrileña, la bellezza delle luci di ponente, il prestigio storico dei recinti antichi con il ricordo della prima riconquista, la tradizione imperiale di questa facciata, l’emozione della lotta, e vittoria della Seconda Riconquista»13 Viene quindi evocato il patrimonio accumulato nel paesaggio attraverso la sua evoluzione storica, enfatizzando la tradizione imperiale che in qualche maniera doveva essere riflessa nella capitale. La valle del Manzanares che fino ad allora era il luogo della relazione tra città e campo, viene definita come il recinto urbano: il limite tra la città centrale e la periferia con la sua funzione produttiva. L’obiettivo era quello di creare una cornisa della città, uno skyline con funzione rappresentativa, che enfatizzasse il margine ovest della città. Nel 1943 viene presentato il Plan de aprovechamiento integral y mejora del río Manzanares, (fig.29) un progetto di Carlos Mendoza14 che rompe con la tradizione urbanistica dei piani precedenti, incentivando una grande operazione immobiliare lungo le sponde. L’espropriazione e l’urbanizzazione dell’area circostante il fiume era utile a finanziare la seconda opera di canalizzazione, necessaria a dotare la città di un importante fiume, come nelle altre capitali europee. Nel 1946, con l’approvazione definitiva del Plan Bidagor, iniziarono i lavori per la costruzione dell’argine e delle chiuse per il controllo del flusso dell’acqua, e contemporaneamente si svilupparono i nuovi quartieri di grande densità, adiacenti alla zona. Nel margine di sinistra gli edifici si costruirono a poca distanza dalla riva, lasciando libera solo una piccola striscia di terreno; mentre lungo il margine di destra si realizzarono interventi per potenziare l’immagine della cornisa della città, quali la Gran Avenida del Manzanares. Lungo il fiume si volle dunque creare uno scenario dinamico, attivo, snaturato del suo ruolo tradizionale; aumentarono le connessioni tra le due sponde con nuovi ponti e passerelle. Il sistema metropolitano nel 1968 giunse fino alle sponde del fiume con le stazioni di Pirámides e Marqués del Vadillo. 13
Pedro Bidagor, Plan General de Ordenación de Madrid, Madrid 1943. «El mejor emplazamiento de la ciudad por sus valores geográficos, por sus recuerdos históricos y por sus posibilidades representativas es la cornisa de las colinas que miran al valle del Manzanares. Reúne el paisaje único velazqueño de la sierra madrileña, la belleza de las luces de poniente, el prestigio histórico de los recintos antiguos con el recuerdo de la primera reconquista, la tradición imperial de esta fachada, la emoción de la lucha, y la vitoria de la Segunda Reconquista». 14
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Carlos Mendoza, Ingegnere spagnolo, <www.mcnbiografias.com>.
fig.29 piano per l'urbanizzazione dei margini del manzanares, plan de aprovechamiento integral y mejora del rĂo manzanares, carlos mendoza, 1943. Fonte: <www.azurmendigomez.blogspot.it>. 98
fig.30 foto innaugurazione m-30. Fonte: <www.historias-matritenses.es>.
fig.31 legenda dei luoghi, fino 1979. 1 Centrale Idroelettrica 2 Ponte San Isidro 3 Stadio Calderón 4 Fermata Metro Pirámides 5 Fermata Metro Marqués del Vadillo 6 Parco de la Arganzuela 7 Fermata Metro Legazpi 99
Negli anni ‘70, con l’aumentare della popolazione e del flusso veicolare la città assiste alla creazione del progetto della M-30. Una rete viaria di circonvallazione del centro di Madrid, alla quale si connettevano le strade radiali periferiche, facilitando la mobilità tra centro e periferia. Lungo il Manzanares ricalcava il tratto della Gran Avenida, provocando un vero e proprio degrado ambientale della zona. (fig.30) Con questo intervento si perse completamente la diretta relazione degli abitanti con il fiume, ormai incassato tra due grandi arterie stradali. Allo stesso tempo i margini ed i suoi spazi circostanti risultarono fratturati, privi di continuità e privi del loro valore paesaggistico e ludico per la città. (fig.31) Dopo la morte di Franco, nel 1979 viene eletto sindaco di Madrid il socialista Enrique Tierno Galván, che approva, nel 1985, il Plan General para el Área Metropolitana de Madrid. Si tratta più propriamente di un piano di recupero e rivitalizzazione della città, dopo gli interventi del regime e la crisi economico-sociale degli anni precedenti. Si voleva frenare la rapida tendenza alla deindustrializzazione dei quartieri del primo Ensanche ed, allo stesso tempo, si volevano applicare misure di protezione del patrimonio urbano della città. Infatti, nella zona del Manzanares, si cercò di ridurre l’impatto della M-30, per ritrovare quell’immagine bucolica del fiume; si iniziò a modificare il piano per sotterrare l’asse viario che era causa importante del deterioro dell’area. Questa iniziativa venne però attuata grazie al nuovo piano regolatore del 1997, ma solamente nel 2003 iniziarono i lavori per il sotterramento della M-30, liberando la superficie dal traffico. Venne abbattuta quella barriera impenetrabile, generatrice di alti livelli di contaminazione, che per anni aveva influenzato la qualità della vita delle aree limitrofe. Affiorarono così ampi spazi liberi, progettati dai vincitori del concorso
internazionale indetto nel 2005. Il gruppo M-Río15 trasformò l’area lungo il fiume in un gran parco lineare, un’importante infrastruttura medio-ambientale che riportò il Manzanares al suo ruolo tradizionale: essere luogo di svago e margine verde della città. (fig.32) Grazie a questo intervento di sutura trasversale i quartieri circostanti si riabilitarono, ripristinando la connessione pedonale tra le due sponde. I lavori terminarono nel 2011, apportando a livello metropolitano notevoli cambiamenti; il parco diventò un nuovo asse portante della città, attorno al quale si connettono parchi pubblici e nuovi servizi infrastrutturali. Inoltre è considerato il corridoio ambientale di unione tra El Pardo a nord ed il Parque Lineal Sur del Manzanares, creando una continuità tra le due grandi ed opposte zone verdi della città. Oggi, buona parte delle aree dismesse o abbandonate situate lungo i margini del fiume hanno ritrovato un ruolo nel nuovo sistema, riportando attività nell’area, e valorizzando il patrimonio storico presente. Importanti sono stati la riqualificazione del Matadero in Centro Creativo Contemporáneo o la progettazione di nuovi spazi per l’ozio e lo sport. (fig.33)
15 Gruppo M-Río, composto da Burgos & Garrido, Porras La Casta, Rubio Sala, West 8. V., voce M-Río arquitectos, in Plataforma Arquitectura, <www.plataformaarquitectura.cl>.
fig.32 vista aerea parco m-río, 2011. Fonte: <www.metalocus.es>.
fig.33 legenda dei luoghi, fino oggi. 1 Stazione Príncipe Pío 2 Centro congressi Sala Riviera 3 Centro sportivo municipale Imperial 4 Parco Lineare M-Río 5 Centro sportivo municipal Peñuelas 6 Centro Culturale Matadero 7 Centro commerciale Plaza Río2 100
Evoluzione storica monarchia assoluta
fase 1: schema densità attività costruttiva e punti ricettivi.
piano topografico, plano de madrid, cañada, 1900. Fonte: <www.idehistoricamadrid.org>.
Approfondendo l’ultima fase della monarchia, quindi dalla seconda metà del XIX secolo fino all’inizio del 1900, si nota come ci fu un’intensa attività costruttiva, ed i due assi presentavano caratteri completamente differenti. L’asse del Manzanares era principalmente a carattere agricolo, con un andamento naturale a confronto dell’asse Prado-Delicias, rettilineo, urbanizzato, e facente parte del tessuto della città. Entrambi presentavano maggiore densità costruttiva nella zona nord, poiché più vicina al nucleo storico. Lungo il Paseo del Prado-Delicias si continuava l’edificazione iniziata già nel XVIII secolo; il Paseo del Prado fu potenziato, configurandolo sotto un alto profilo istituzionale, mentre il tratto Delicias venne trasformato nel nuovo tessuto industriale della città. Fu progettata la nuova linea ferroviaria che attraversava la zona, dividendo in due l’asse Delicias e creando una cesura tra la parte nord e quella sud che non fu urbanizzata. Contrariamente il Manzanares potenziò solo la parte nord poiché vicina alla nuova stazione, Estación del Norte; la zona era ancora a carattere agricolo, con prevalenza di attività e servizi di ristoro. 101
LEGENDA Trasformazioni Attuali Trasformazioni Anteriori schema della trasformazione del tessuto urbano lungo paseo prado-delicias e asse m-rĂo, dal 1850 al 1900. 102
Evoluzione storica seconda repubblica
fase 2: schema densità attività costruttiva e punti ricettivi.
piano topografico, plano comunidad, igcn, 1939. Fonte: <www.idehistoricamadrid.org>.
Questa fase di sviluppo del tessuto della città, fu contraddistinta da un grande afflusso nella zona sud. Il Paseo de las Delicias era stato urbanizzato lungo tutto il tratto, fino al fiume, continuando a essere un quartiere operaio. La crescita dell’asse Prado-Delicias, continuava grazie al miglioramento dei suoi servizi, come la costruzione della linea metropolitana per il nucleo centrale della città. Contrariamente l’asse del Manzanares rimaneva in parte ancora isolato dalla struttura urbana madrileña, ma fu in quest’epoca che conobbe il suo massimo splendore; furono attuati interventi per renderlo un luogo accessibile e fruibile alla popolazione. Fu mantenuto il carattere di zona verde e spazio di ricreo, grazie ad interventi che migliorarono le condizioni sanitarie della zona e permisero la formazione di punti ricettivi lungo il fiume. Questa fase storica racconta la differenza tipologica degli assi, nella versione più esplicita e primitiva. Furono sfruttati dalla città per il loro carattere intrinseco: il tratto del Paseo del Prado, centro di rappresentanza, appartenente ad una classe borghese, il tratto del Paseo de las Delicias, a carattere popolare, luogo di produzione della città, e il Manzanares spazio di ricreo di Madrid. 103
schema della trasformazione del tessuto urbano lungo paseo prado-delicias e asse m-rĂo, dal 1900 al 1939. 104
Evoluzione storica dittatura franchista
fase 3: schema densità attività costruttiva e punti ricettivi.
piano topografico, co.pla.co, planea, 1979. Fonte: <www.madrid.org>.
In questa fase lo sviluppo della città si concentrò maggiormente nella zona periferica e dunque solamente l’asse del Manzanares subì importanti modifiche. Si cambiò completamente la percezione di questo tracciato, divenne la cornice della città, la sua immagine di rappresentanza lungo il margine ovest. Pertanto fu attivata una grande operazione immobiliare lungo le sponde, alterando il loro ruolo tradizionale. Per concludere questa fase, la città che ormai presentava una numerosa popolazione, dovette costruire lungo il fiume una rete viaria di circonvallazione, che distribuisse il flusso veicolare al nucleo centrale. Questo provocò un enorme degrado della zona, facendo perdere completamente la diretta relazione tra abitanti e fiume. Negli ultimi anni di dittatura la zona industriale del tratto del Paseo de las Delicias iniziò a perdere popolazione, poiché le attività industriali si stavano spostando nell’extrarradio. 105
schema della trasformazione del tessuto urbano lungo paseo prado-delicias e asse m-rĂo, dal 1939 al 1979. 106
Evoluzione storica transizione democratica
fase 4: schema densità attività costruttiva e punti ricettivi.
piano topografico, mapa regional, planea, 1995. Fonte: <www.madrid.org>.
Con la transizione democratica ci fu l’interesse nel riprendere il controllo della situazione delle aree centrali della città, contrariamente alla politica franchista che puntò sull’ampliamento periferico. Dunque l’asse Prado-Delcias subì numerosi interventi per ripristinare il carattere di spazio delle attività intellettuali. Questo avvenne principalmente per il tratto del Prado, che grazie a vari progetti di riqualificazione puntuale poté riacquistare la sua valenza di luogo d’attrazione culturale della città. Contemporaneamente il tratto Delicias che aveva subito la perdita dell’attività industriale, si trasformò in una nuova zona residenziale, della classe medio-bassa della città. Il Paseo de las Delicias fu trasformato nell’asse delle attività commerciali e di svago del nuovo quartiere, che nell’epoca precedente risultavano carenti. La densificazione urbana avvenne lungo l’asse Prado-Delicias, lasciando il Manzanares nello stato del piano franchista. 107
schema della trasformazione del tessuto urbano lungo paseo prado-delicias e asse m-rĂo, dal 1979 al 1997. 108
Evoluzione storica monarchia parlamentare
fase 5: schema densità attività costruttiva e punti ricettivi.
piano topografico, total comunidad, planea, 2011. Fonte: <www.madrid.org>.
Con il PGOUM del 1997 è iniziata la fase di recupero delle caratteristiche originali dei due assi. In particolar modo è stato recuperato il ruolo tradizionale dell’asse del Manzanares, sotterrando il tracciato stradale e creando un parco lineare, luogo di ricreo per la popolazione. Tuttavia sono in atto programmi futuri, approfonditi nel capitolo seguente, che potrebbero cambiare lo skyline del fiume. Diversamente l’asse Prado-Delicias ha continuato il processo iniziato nella precedente fase: rafforzare il suo valore simbolico all’interno del tessuto urbano. Innanzitutto questo si è visto con gli interventi di ampliamento di molti musei del Paseo del Prado, mentre il Paseo de las Delicias ha subito un processo di terziarizzazione dell’area. Questo processo di globalizzazione ed unificazione dell’area sud con la zona centrale è ancora in atto e non ha una linea ben definita, ma soprattutto non è compatibile con il tessuto sociale ed edilizio del quartiere. Pertanto occorre evitare la perdita del suo carattere originario quello di centro di produzione e ricreo per la popolazione del quartiere. 109
schema della trasformazione del tessuto urbano lungo paseo prado-delicias e asse m-rĂo, dal 1997 ad oggi. 110
2.2 DISTRETTO DI ARGANZUELA dall'ensanche 1860 alla deindustrializzazione
Fase industrializzazione
Arganzuela comprende il territorio ad est del fiume Manzanares, ed è completamente dentro il perimetro della M-30, limitato al nord dal distretto di Centro e Retiro. Quello di Arganzuela costituisce il prolungamento verso sud del centro storico di Madrid. L’attuale organizzazione amministrativa del distretto si fondò nel 1970, ed è costituita da 7 quartieri, barrios: Acacias, Atocha, Chopera, Delicias, Imperial, Legazpi, Moguer. (fig.1) Prima del progetto di Carlos III alla fine del XVIII secolo, nell’area erano ubicati solo pochi servizi, era per lo più campagna, una zona rurale fuori dai limiti della città. Lo sviluppo urbano partì dagli interventi barocchi, che prevedevano un nuovo tracciato della città per la futura zona nobile della capitale, prendendo come modello alcune città europee dell’epoca. Si costruirono grandi assi viari che partivano dalla Glorieta de Atocha e una serie di edifici rappresentativi. Oggi questa maglia viaria caratterizzata da Paseos y Glorietas,1 è l’elemento riconoscibile del quartiere. Successivamente, grazie anche all’istituzione della rete ferroviaria e all’incorporazione dei terreni di Arganzuela al Plan de Ensanche, si configurò un differente sviluppo della zona: uno sviluppo industriale.
1
111
Paseos y Glorietas, Viali e Rotatorie.
fig.1 barrios distretto arganzuela. 112
Nel periodo tra il 1860 e il 1936, data d'inizio della guerra civile, la popolazione della zona si quadruplicò. Numerosi erano i giovani migranti delle zone rurali che venivano a Madrid in cerca di lavoro, ed altri erano cittadini del centro della città che si trasferivano in questa zona periferica per il basso costo d’affitto e la vicinanza al lavoro. Infatti, lo sviluppo di fabbriche nell’area portò alla creazione di vasti quartieri operai, la cui edificazione si iniziò nel 1911 grazie alla promulgazione della prima Ley de casas baratas.2 A differenza di quanto era avvenuto nel nord della città, dove il progetto dell’Ensanche trasformò completamente l’area, nel sud fu principalmente la ferrovia ad orientare lo sviluppo urbano. La linea di circonvallazione ferroviaria divideva il distretto sud in due metà e, durante i primi anni di espansione, formò una sorta di muro, oltre il quale il tessuto urbano non si estendeva. Fu la spina dorsale della zona per decenni, poiché le industrie si stabilirono a ridosso delle stazioni ferroviarie per facilitare le operazioni di scambio delle merci. Come si è già accennato, la rete ferroviaria fu progettata alla fine del XIX secolo e pensata per unire la stazione del Mediodía (Atocha) con quella del Norte (Príncipe Pío), con tre stazioni intermedie: Delicias, Peñuelas e Imperial. La zona verso il fiume Manzanares, al sud della via férrea, ebbe per un lungo periodo caratteri profondamente marginali, che successivamente cambiarono con la comparsa di strutture di deposito e colonie sociali. La disponibilità di terreni pubblici facilitò l’installazione di strutture a servizio del commercio alimentare, con la costruzione del Matadero e di Mercados Centrales. Nel 1935 si inaugurò il Mercado de Frutas y Verduras nella Plaza Legazpi, insieme all’edificio Parque Sur, garage delle autovetture del servizio per la pulizia urbana. La zona si configurava quindi come luogo strategico grazie alla sua posizione, con grandi fabbriche, industrie di più piccole dimensioni e insediamenti residenziali. L’uso del suolo era cambiato completamente, così come il suo aspetto e, di conseguenza, la sua funzione all’interno del sistema generale della città di Madrid.
2
Ley de casas baratas, legge per la costruzione di case economiche, dirette alla classe operaia o medio-bassa, 12 giugno 1911.
113
1
4
2 3
LEGENDA Asse Ferroviario Stazione Ferroviaria Area Industriale 1 Imperial 2 PeĂąuelas 3 Delicias 4 Atocha fig.2 sviluppo industriale di arganzuela, 1956. 114
Fase deindustrializzazione
Strada
1964-1966
1973-1975
1986-1988
Méndez Alvaro
Area
M. Alvaro R. de Prado V. del Rey
24 16,8 16,8
90,1 45,1 45,1
230,8 173,1 173,1
Acacias
P. Acacias P. Imperial P. Melancol
21 18 15
81 54,1 39
230,8 192,3 230,8
Embajadores Legazpi
Embajad Alicante P. Molino
18 18 24
77,5 57,1 67,3
198,3 78,1 162,3
tab.3 valori dei terreni,(€/m2). Fonte: Ayuntamiento Madrid.
A partire dal Plan General de Ordenación del 1963 si inizia la riqualificazione sociale di Arganzuela, attuando il cambio di destinazione d’uso dell’area: le strutture industriali vengono smantellate o abbandonate, così come anche alcune stazioni, realizzando parchi, servizi e nuovi edifici residenziali. Esempi sono il Gasómetro o la zona dell’attuale Parque Tierno Galván3. Come precedentemente menzionato, importante fu l’intervento di canalizzazione del Manzanares e l’urbanizzazione dei suoi margini per conferire un profilo alla città lungo il fiume; fu altresì realizzata la autopista M-30 tra gli anni Sessanta e Settanta, a ridosso del Manzanares. Questo processo, che dura fino ad oggi, ebbe inizio negli anni Settanta, quando molte fabbriche furono dismesse, per due motivi: il trasferimento dell’industria verso la periferia della metropoli e l’impatto della crisi economica del 1975 nel tessuto industriale. Questa zona passò da uso industriale ad uso residenziale, generando plusvalenza e portando con sé l’incremento del valore del suolo a livelli altissimi: del 198% nell’area di Méndez Álvaro e 243% a EmbajadoresLegazpi4. (tab.3) L’evoluzione della pianificazione urbana dell’area fu sfruttata per fini speculativi, rendendo l’investimento immobiliare molto redditizio, poiché si passò da una bassa densità abitativa ad un’alta densità. In nessun caso di cambiamento dell’uso del suolo i nuovi edifici residenziali ebbero carattere di edilizia popolare: obiettivo erano le classi sociali con maggiore livello d’acquisto. Pertanto iniziò un cambio nella struttura socio-demografica della zona, con l’arrivo di una nuova tipologia di popolazione: si passò, infatti, dalla classe operaia, espulsa 3 Parque Tierno Galván, iniziato nel 1986 per volere del sindaco socialista Enrique Tierno Galván, da cui prende il nome. 4 Carlos Pardo Abad, Vaciado industrial y nuevo paisaje urbano en Madrid, Ediciones La Libreria, Madrid 2004.
115
fig.4 foto storiche distretto arganzuela, fine anni '50. Fonte: <www.historias-matritenses.blogspot.it>. 116
progressivamente verso i quartieri più periferici, alla classe medio-bassa. In sostanza furono massimizzati i benefici della nuova pianificazione urbana, trasformandosi in un fenomeno di gentrificazione.5 Un fenomeno che, come è noto, prevede, per una ex zona industriale, un ricambio sociale che però non accade in maniera spontanea, ma grazie ad una “mano invisibile”. Si riqualifica la zona aumentando i costi degli immobili, determinando così l’allontanamento coatto delle classi originarie che vi abitavano. Un esempio lampante di come una rigenerazione può essere portatrice di effetti negativi, senza rispettare la storia del luogo e dei suoi abitanti. L’uso residenziale intensivo del suolo, portò ad un’ulteriore processo: la terziarizzazione dell’area; dovuta alla necessità di soddisfare la domanda dei servizi che reclamava un quartiere diventato molto denso. La situazione rispecchiava quella di tutta la zona centrale della città, con un alto tasso di concentrazione abitativa e una scarsa presenza di servizi per la comunità. Dagli anni Ottanta, il settore terziario diventò la principale attività dell’economia madrileña. Con il Plan General del 1985, ma soprattutto con il Plan de Ordenación Urbana del 1997 si iniziò la profonda rinnovazione urbana del quartiere. Ciò consisteva in un intervento strutturale nel tessuto, con un forte cambiamento morfologico del paesaggio urbano dell’ex zona industriale: occorreva infatti garantire i servizi minimi ai nuovi usi che si stavano consolidando nella zona. Un esempio significativo fu la rettifica della maglia viaria, che presentava notevoli mancanze, nonché il ridimensionamento dei lotti di ampia estensione, pianificati per necessità d’uso industriale. Il PGOUM ‘97 prevedeva tra le sue azioni la creazione di nuove zone verdi nel sud, come ad esempio la sostituzione della linea ferroviaria in disuso con un grande boulevard alberato e la riqualificazione degli spazi delle stazioni di Peñuelas e Imperial, rimaste fuori servizio. Questa operazione è nota come Pasillo Verde Ferroviario, (fig.6) e proponeva il recupero del settore sud dell’Ensanche, includendo il Parque Tierno Galván. Gli obiettivi erano quelli di eliminare la barriera della linea ferroviaria nel nuovo tessuto urbano, sotterrandola, così da migliorare l’accessibilità al centro, grazie alla realizzazione di paseos alberati, e di liberare i terreni d’uso ferroviario per riqualificarli in zone verdi, residenziali e terziarie. Ultimo intervento urbano di rilevanza metropolitana nel barrio Arganzuela fu il sotterramento della M-30 e, nel 2011, la realizzazione in superficie del Parco del Rio, agevolando la connessione pedonale tra le due sponde del fiume e riattivando le attività lungo tale margine. (fig.7)
5 Gentrificazione, termine coniato nel 1964 dalla sociologa americana Ruth Glass. Gentrification deriva da gentry, ossia la piccola nobiltà inglese o borghese.
117
LEGENDA Asse Ferroviario Stazione Ferroviaria Passillo Verde Area ex Industriale Servizi Residenziale fig.5 cambiamenti nel tessuto industriale di arganzuela, dal 1963 ad oggi. 118
fig.6 progetto passillo verde ferroviario, 1987. Fonte: <www.planur-e.es>. 119
120
fig.7 progetto vincitore parque m-rĂo, Burgos&Garrido, West8, 2006. Fonte: <www.pfcdiaries.wordpress.com>. 121
122
2.3 NODO EX MERCADO LEGAZPI trasformazioni del ruolo nella città
progetto iniziale mercato
fig.1 vista aerea 1932. Fonte: Pico del Pañuelo, residenza temporale per artisti, <www.picodelpanuelo.wordpress.com> 123
La Plaza Legazpi, nella quale è situato l’ex Mercado de Frutas y Verduras, è stata de sempre il nodo di connessione tra l’asse del Paseo de las Delicias e il Paseo de la Chopera, che costeggiava il fiume. All’inizio del XX secolo questa piazza era connessa al margine opposto grazie al ponte di ferro di Santa Catalina. Attorno a questa piazza si svilupparono alcuni servizi municipali necessari in una città che si via via si espandeva, come la grande struttura del Matadero e quella del Mercado de Frutas y Verduras. La costruzione dell’antico Mercado de Frutas y Verduras iniziò nel 1926, sotto la supervisione dell’architetto Javier Ferrero Llusiá, uno dei massimi rappresentanti del razionalismo a Madrid. Dal 1919 egli era a carico della realizzazione di diversi edifici municipali; tra le opere più importanti si ricordano, per la particolare qualità architettonica e espressiva del racionalismo madrileño, i mercati municipali di Legazpi, Puerta de Toledo e Olavide, la Imprenta municipal, il Viaducto de la calle Bailén e il Parque sur de Limpiezas. Per l’ambizioso Piano dei Mercati municipali, era stato incaricato l’architetto Luis Bellido,1 che coordinava la Direzione di Architettura della capitale. Le nuove strutture per la vendita dei generi alimentari vennero situate nel limite urbano dell’anello sud della città e servite, con un criterio di grande modernità, direttamente dalla linea ferroviaria.
1 Luis Bellido, architetto municipale di Madrid, fonde il modello storicista delle costruzioni istituzionali, con l’eclettismo delle costruzioni civili (1869-1955).
fig.2-3 foto storiche mercato 1955. Fonte: Memoria fotografica de la Colonia Pico del PaĂąuelo, <www.pdpmemoria.wordpress.com>. 124
Il Mercado de Frutas y Verduras fu inaugurato nel 1935, dopo un periodo di interruzione nel processo di costruzione per la mancanza di fondi. L’architetto Javier Ferrero contò sulla collaborazione dell’ingegnere Alfonso Peña Boeuf2 per l’elaborazione del progetto strutturale e l’edificio fu uno dei primi esempi di applicazione a grande scala della tecnica strutturale del cemento armato a Madrid. Il suo linguaggio oltre ad essere “moderno” per quell’epoca, aveva un legame particolare con il complesso adiacente del Matadero, progettato da Luis Bellido e completato da Javier Ferrero, proprio durante la progettazione del Mercado. Nel Matadero era importante l’uso del ladrillo,3 impiegato in stile Neomudéjar,4 mentre nel Mercado Ferrero è stato utilizzato per dare continuità alle due architetture, sebbene quest’ultimo presenti una facciata spoglia di ornamento. L’edificio sorgeva nei terreni municipali della antica Dehesa5 di Arganzuela e più specificamente, in un lotto triangolare prospiciente il fiume Manzanares, luogo noto come il Pico de Pañuelo e situato vicino al Puente de la Princesa o di Santa Catalina e al Matadero. (fig.4) Per la pianta dell’edificio si sfruttò la geometria del lotto, addossando il fabbricato ai suoi bordi e lasciando un grande spazio interno, una piazza centrale. La forma che risulta in pianta è quella di una “U”, che si apre verso la città a nord, e dà le spalle al fiume a sud. È da questo lato che riceveva i rifornimenti giornalieri attraverso la rete ferroviaria, proveniente dalla stazione di Atocha. (fig.5) Il mercato era il centro di scambio della produzione agricola: tra la campagna a sud e la città a nord. Si trovava esattamente nel limite urbano: dal sud giungeva la mercanzia trasportata dalla ferrovia, da nord arrivavano i commercianti, che con i camion accedevano all’interno della corte. Questo carattere di “intercambiador” fu l’elemento caratterizzante il disegno dell’edificio.
2
Alfonso Peña Boeuf, ingegnere civile e Ministro dei lavori pubblici durante il periodo franchista. (1888-1966).
3
Ladrillo, laterizio.
4
Neomudéjar, stile architettonico-storicista, con riferimento all’arte araba, mudéjar, tipico della penisola iberica, utilizzato alla fine de XIXsec.
5
Dehesa, prateria.
125
fig.4 piano ayuntamiento 1929. Lotto del mercato, segnato come proprietĂ del comune. Fonte: Comparador IDE HistĂłrica Madrid, <www.idehistoricamadrid.org>. fig.5 piano topografico 1960. Sviluppo urbano della zona del mercato Legazpi. Fonte: Planea Madrid, <www.madrid.org>. 126
Cambio di destinazione d'uso
Alla fine degli anni Settanta, l’attività di tutti i mercati all’ingrosso fu trasferita all’esterno della città, al di là della M-30. Nel 1983 si inaugurò il Mercado Central de Frutas y Hortalizas, Mercamadrid,6 lasciando sprovvisto della sua funzione originale l’edificio di Plaza Legazpi. A partire da questo momento, si susseguono diversi lavori di ristrutturazione interna, mantenendo però l’uso prevalente di deposito. Ciononostante buona parte dell’edificio fu adeguato a differenti funzioni che non avevano nulla a che vedere con l’uso originale, così da determinare modifiche sostanziali nella configurazione iniziale del progetto. Centro raccolta degli oggetti persi, talleres e uffici, base per il servizio di urgenza sanitaria: nessuno di questi usi fu duraturo. Recentemente il comune ha avanzato diverse proposte e indetto concorsi: per la costruzione di un centro di intercambio dei mezzi
.
fig.6 vista aerea 1963. Fonte: CECAF, <www.ejercitodelaire.mde.es> 127 Vista aérea vertical del Matadero de Madrid en 1963.
Il Mercado de Frutas y Verduras funzionò come tale fino agli anni Settanta. Già nel 1963 l’attività era diminuita, poiché la linea ferroviaria che attraversava il mercato cadde in disuso a causa della perdita di importanza del treno come mezzo di trasporto. Incomincia così la lunga serie di usi differenti ed eterogenei che l’edificio svolgerà negli anni. Come si è accennato nelle pagine precedenti, il Plan General del 1963 proponeva per il distretto di Arganzuela, un significativo cambio di destinazione d’uso: da zona industriale a zona residenziale. Tra gli anni Sessanta e Settanta, Madrid affrontava, infatti, un forte cambiamento urbano dovuto alla crescita economica e demografica del decennio precedente, con l’ampliamento dell’area centrale e la formazione della nuova periferia oltre il limite naturale del fiume. Fuori dall’anello stradale della M-30, costruito in quegli anni, (fig.7) furono disposti i nuovi poli industriali, determinando la de-industrializzazione della zona di Arganzuela.
CECAF
6 Mercamadrid, mercato all’ingrosso, piattaforma di distribuzione e commercializzazione di alimenti freschi, la più importante della Spagna e importante riferimento internazionale.
fig.7 foto prima del sotterramento della M-30. Fonte: Fotos antiguas de Madrid, <www.forocoches.com>. fig.8 foto dopo il sotterramento della M-30. Fonte: Diario de Madrid, 22/04/2016, <www.diario.madrid.es>. 128
pubblici, di un centro gastronomico o per la sede degli uffici del dipartimento di Urbanistica del comune. Neanche una di queste proposte è riuscita a consolidarsi né a valorizzare il potenziale di grande contenitore del complesso, cosicché, attualmente, l’edificio si trova senza uso e in stato di abbandono. Pur tuttavia, l’edificio è ubicato in una zona che negli ultimi anni ha subito una radicale trasformazione, come conseguenza del processo di sotterramento della M-30. (fig.8) L’intorno del mercato è un fulcro di attività sociali ricreative, grazie all’intervento paesaggistico-sportivo realizzato lungo l’asse del Manzanares con il progetto M-Río, e grazie all’offerta del nuovo centro culturale realizzato nel vicino Matadero. Per questo motivo, il Mercado de Frutas y Verduras costituisce un’importante opportunità di progetto; costituisce, infatti, un eccellente laboratorio per incubare idee di riqualificazione dell’antica struttura urbana.
Composizione architettonica diagnostica
129
Javier Ferrero concepì il Mercado de Frutas y Verduras secondo una tipologia lineare: cinque campate di modulo 6m x 6m; lo schema si piega per adattarsi alla forma triangolare del lotto. L’edificio è costituito da due piante, relativamente autonome. L’altezza di entrambe è di circa 6m, pertanto la struttura è composta da un modulo cubico di 6 x 6 x 6m. La pianta del piano terra si apre verso la Plaza Legazpi, dove era l’accesso principale dei veicoli e delle persone. (fig.9-10) I camion con la mercanzia effettuavano un percorso lineare attraverso la spina centrale dell’edificio, con entrata e uscita dagli estremi, mentre lo spazio libero interno si configurava come una grande piazza di scambio commerciale. Nella pianta del piano primo, l’accesso dei veicoli si effettuava direttamente dal Vado de Santa Catalina o Puente de la Princesa, sfruttando la quota di questo viadotto. (fig.11 pianta piano primo)
fig.9 foto della piazza legazpi 1935. Tranvia e mercato sullo sfondo. Fonte: <www.pdpmemoria.wordpress.com>. fig.10 foto entrata al patio del mercato, 1935. Fonte: Javier Ferrero, Arquitectura nÂş4, Nuevos Mercados MadrileĂąos, 1936, pag. 120. 130
A differenza della pianta inferiore, spazio interno e chiuso, la pianta superiore si definisce come uno spazio essenzialmente aperto: il transito dei veicoli si realizzava a cielo aperto e i locali commerciali erano situati su ambo i lati dell’asse centrale, protetti da una pensilina di cemento armato, di notevole aggetto. (fig.12) Negli angoli e nelle estremità terminali del piano primo sono presenti delle rotonde ottagonali, dove i veicoli potevano fare inversione di marcia; erano scoperte, libere, per questo definite piazze pubbliche. Tutta la pianta superiore si presenta come uno spazio urbano aperto. L’edificio triangolare ad “U” era unito nella pianta superiore sul fronte Plaza Legazpi da una passerella, ed era completato da due avancorpi, che creavano un imbuto tra la piazza esterna e quella che si creava internamente all’edificio. Pertanto lo schema semplice si arricchiva con questi due volumi più bassi e ristretti, che ospitavano al loro interno i talleres e la bolsa de contratación del mercado, utilizzati come spazi d’ingresso e per aumentare l’area di accesso alla piazza interna del mercato. «La pianta al piano terra occupa 30.079 metri quadrati, collocandosi in questa 253 unità di banchi, nove magazzini, locali per i servizi del mercato e altro. La pianta superiore occupa 17.320 metri quadrati, e in questa si collocano 97 banchi, 58 bilance, 100 magazzini e un bar. Si accede a questa dalla strada attraverso una rampa ponte e dall’interno attraverso varie scale. In entrambe le piante ci sono vie di 6,50 metri, che permettono il transito di veicoli, persone e merci. Il patio centrale misura 9.444 metri quadrati, e qui sostano i veicoli che caricheranno le merci comprate per i dai commercianti al minuto».7
fig.11 sezione trasversale, pianta piano terra, pianta piano primo. Progetto originale del mercato. Fonte: Javier Ferrero, Arquitectura nº4, Nuevos Mercados Madrileños, 1936. 131
7 Miguel Ángel Baldellou, Los Ferrero, arquitectos en Madrid, Madrid, 2005, p. 187. «La planta baja ocupa 30.079 metros cuadrados, localizándose en ella 253 unidades para situados, nueve almacenes, locales para los servicios del mercado y otros. La planta alta ocupa 17.320 metros cuadrados, y en ella se localizan 97 situados, 58 kileros, 100 almacenes y un bar. Se accede a ella desde la calle por medio de una rampa–puente y por el interior a través de varias escaleras. En ambas plantas hay calles de 6,50 metros, que permiten el paso de vehículos, personas y mercancías. El patio central mide 9.444 metros cuadrados, y en él se sitúan los vehículos que cargarán las mercancías compradas por los detallistas».
fig.12 foto piano primo 1935. Pensiline e corpi scala. Fonte: Javier Ferrero, Arquitectura nÂş4, Nuevos Mercados MadrileĂąos, 1936, pag. 123. 132
La qualità architettonica del progetto si manifesta nel suo elemento più caratteristico: la struttura. L’edificio, libero da partizioni per la maggior parte della sua superficie, è stato concepito come uno spazio aperto e flessibile; pertanto ricade nella maglia strutturale il potere di configurare lo spazio. Non esiste alcun elemento superfluo, tutto è strettamente necessario; è un’architettura rigorosamente funzionale. Il cemento armato, all’epoca di realizzazione del complesso, era ancora un materiale con scarso uso in Spagna, ma la struttura del mercato presenta una chiarezza e razionalità diafana che trascende il suo compito di sostegno per erigersi nel vero protagonista dell’edificio: difatti si manifesta sia in facciata, sia nella copertura. Dalla struttura a vista dell’intelaiato del solaio si nota come, nella parte centrale, l’orditura viene invertita, a rinforzare il solaio per permettere il transito dei camion. Particolarmente delicato risulta il cambio di direzione delle travi negli angoli, usato come espediente espressivo che rimanda alle nervature del deambulatorio gotico. (fig.13-14)
Oggi, l’edificio si trova in perfetto stato strutturale. La maglia di pilastri e travi di cemento armato non mostra problemi di cedimenti, salvo nel padiglione ottagonale dell’angolo ovest, dove la struttura è puntellata a causa della presenza di un banco di terreno argilloso dovuto alla prossimità al fiume. (fig.24) Al centro del grande patio, il mercato era fornito di un padiglione triangolare di servizio; inoltre, su tutti e tre i lati esterni, era caratterizzato dalla presenza di rientranze del muro perimetrale per permettere l’entrata dei treni merci all’interno della struttura con lo scopo di scaricare le mercanzie. I cambiamenti di destinazione d’uso hanno determinato modifiche nello schema compositivo originario dell’edificio. Vennero realizzate scale esterne di accesso alla passerella di unione degli estremi del mercato sul lato nord (fig.21) ed è stato eliminato il cancello d’ingresso al lotto. Per quanto riguarda lo spazio interno, sono state effettuate grandi aperture d’ingresso verso il patio al piano terra e la chiusura dei vuoti del solaio che permettevano lo scambio di merci tra i piani. Al piano primo, i fronti terminali sono stati chiusi con grandi vetrate, (fig.25) mentre l’asse centrale a cielo aperto è stato coperto con una struttura in acciaio. Quest’ultimo intervento ha determinato una condizione di precarietà già dal momento della sua realizzazione, poiché si costruì una nuova struttura in posizione instabile, con capriate in acciaio appoggiate sugli estremi degli aggetti in calcestruzzo di 6m. (fig.26)
133
fig.13-14 foto piano terra 1935. Maglia strutturale. Fonte: Javier Ferrero, Arquitectura nÂş4, Nuevos Mercados MadrileĂąos, 1936, pag. 122. 134
15 20 19 17
16
18
fig.15 foto lato ovest. 135
fig.16 foto angolo sud-ovest. padiglione ottagonale. 136
fig.17 foto lato sud, fronte rĂo. vista dal viadotto. fig.18 foto angolo sud-est. 137
fig.19 foto ingresso sulla piazza legazpi. fig.20 foto patio interno. vista dal ballatoio. 138
24 23
21 22
fig.21 foto scale esterne in acciaio. 139
fig.22 foto scale esterne in cemento armato. 140
fig.23 foto interna piano terra. 141
fig.24 foto interna del padiglione ottagonale. 142
26 25 27
fig.25 foto piano primo, copertura in acciaio. 143
fig.26 foto dettaglio dell'appoggio della capriata aggiuntiva sull'aggetto. 144
fig.27 foto panoramica piano primo, rotonda ottagonale. 145
146
03 3.1 Proget ti di rinnova zione urbana: paseo del pr ado e rio m anz anares
_Revisione PGOUM '97 _Plan especial Recoletos-Prado _Plan de rehabilitación del entorno del Río Manzanares
3.2 Distret to di Arganzuel a: scelte di at tua zione nei barrios
_Aree di pianificazione specifica _Zona Delicias-Méndez Álvaro _Zona Imperial-Toledo
3.3 Proposte proget tuali per l’ex Mercado Lega zpi
_Progetti per il nuovo uso _Criteri di intervento
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Para la urbanidad intensa importa la diversidad, la densidad cualitiativa más que la cuantitativa *
*Manuel Solà-Morales, De cosas urbanas, Gustavo Gili, Madrid, 2008.
«Per l’urbanizzazione intensa importa la diversità, la densità qualitativa, più che quantitativa»
3.1 PROGETTI DI RINNOVAZIONE URBANA paseo del prado e río manzanares
«Conseguire un incremento notevole della qualità della vita per gli abitanti di Madrid, come unici protagonisti degli obiettivi della pianificazione.»1
revisione pgoum '97
La qualità della vita, come l’impulso all’attività economica, la sostenibilità, la coesione sociale e territoriale, sono gli obiettivi principali della revisione del PGOUM ‘97. Il direttore del piano vigente, José Luis Infanzón, durante un dibattito2 nella sede del Colegio Oficial de Arquitectura sostenne che il precedente piano era immobilizzato da alcune caratteristiche che avrebbero dovuto essere modificate: * Leggi legate allo sviluppo, mentre nell’attuale piano non possono essere operative dato che si tratta di recuperare e rigenerare il tessuto urbano. * Assenza di una pianificazione territoriale, che ha portato ad una difficoltà di coordinazione a livello metropolitano.
1 Dirección General de Revisión del Plan General, Evaluación del Plan General de 1997, Madrid, 2012. «Conseguir un incremento notable de la calidad de vida para los habitantes de Madrid, como únicos protagonistas de los objetivos del planeamiento». 2
Pasado, presente y futuro del Planeamiento de Madrid, organizzato da Madrid Think Tank, COAM, 2013, <www. urban-networks.blogspot.it>. Dibattito che riuniva per la prima volta i tre direttori dei piani democratici della capitale. 150
* Eccessivo
controllo dei processi di scala inferiore, mentre il Plan General deve limitarsi ad essere la sovrastruttura generale e fondamentale per i piani d’attuazione. * Strumento poco flessibile, la rigidità della pianificazione provocava delle difficoltà per l’adattamento dei modelli alle nuove necessità. Il piano regolatore deve essere tablero de juego3 con regole chiare e deve evitare di proporre progetti molto definiti, che non possono modificarsi. Un’innovazione della revisione del PGOUM ‘97 è appunto il criterio semplice e flessibile della nuova regolamentazione, chiamato appunto planeamiento dinámico. Grazie ad un sistema di indicatori urbani si tengono presenti i dati necessari per la pianificazione, così da poter migliorare o modificare la strategia essendo sempre aggiornati i nuovi scenari d’evoluzione della città. Sono una sorta di certificato di sostenibilità dei progetti urbani che verranno attuati. Il nuovo PGOUM è orientato alla rigenerazione del tessuto urbano, attraverso la valorizzazione del patrimonio urbano della città. È lo strumento per assicurarne l’identità e la memoria. Qualsiasi strategia di conservazione dovrà però passare attraverso l’integrazione nella vita urbana: unico modo per garantire l’impiego del patrimonio storico-artistico. Tra le varie operazioni di trasformazione urbana, si struttura la strategia di rivitalizzazione dell’area centrale di Madrid; il Plan Centro mira a sviluppare precisi obiettivi: * Formare una nuova cultura cittadina che riconosca la realtà complessa di Madrid. * Conseguire una maggior coesione sociale, convertendo la diversità in un punto a favore. * Fomentare un’urbanizzazione basata sulla trasformazione e il recupero della città esistente. * Rinforzare le centralità come un bene del centro di Madrid. * Promuovere l’uso residenziale, con l’incorporazione dei giovani come residenti, grazie a attività commerciali ed economiche. Questi obiettivi sono stati canalizzati in vari ambiti d’attuazione che integrano distinte operazioni urbanistiche di trasformazione del tessuto. Tra quelle che interessano gli assi di studio, Paseo del PradoDelicias e M-Río, vi sono il Plan Especial Recoletos-Prado4 e il Plan de Rehabilitación del entorno del Río Manzanares.5 3
Tablero de juego, tavola da gioco.
4
Plan Especial Recoletos-Prado, Ayuntamiento Madrid, ultima modifica 2010.
5
Plan de Rehabilitación del entorno del Río Manzanares, PReM, Ayuntamiento Madrid, 2010, <www.upv.es>.
151
Lo spazio nominato Recoletos-Prado ha un carattere unico nella città di Madrid, dato che lungo questo asse si distribuiscono, come si è già accennato nelle pagine precedenti, musei di livello internazionale, come il più noto Museo del Prado. La sua importanza si è vista incrementata recentemente con l’incorporazione nella zona di nuovi servizi culturali, pubblici e privati, come la nuova sede dell’Ayuntamiento di Madrid, la Fundación MAPFRE o il Caixa Forum. Questo fenomeno è sorto conseguentemente all’approvazione del Plan Especial, basato sul progetto vincitore del concorso internazionale, redatto da Alvaro Siza nel 2002. (fig.1) Si mira a creare un grande spazio pedonale, riducendo il traffico e convertendo le carreggiate in un salón peatonal, memoria dell’origine di questo asse urbano. L’ambito si estende dalla Plaza de Colón fino alla Glorieta de Carlos V, da nord a sud, e comprende circa 500 edifici inclusi nel Catálogo de edificios protegidos. L’operazione Prado-Recoletos intende migliorare la funzionalità dello spazio, recuperare zone per i pedoni e dare maggiore capacità alla mobilità del trasporto pubblico superficiale. Essendo un ambito che fin dalle sue origini forma parte dell’immagine della città, con questa nuova strategia si vuole conferire una visione unitaria all’asse, di rilevanza simbolica e funzionale. Infatti, il progetto prevede un sistema unitario che permette di connettere differenti spazi di rappresentanza nelle sue prossimità, dando unità alle trasformazioni prodotte durante il tempo. Circa il 50% di questo progetto è stato attuato; con gli anni si sono sviluppati nuovi servizi ed istituzioni lungo l’asse, aumentando il valore simbolico e culturale della zona.
Plan especial Recoletos-Prado
fig.1 piano del progetto di riforma paseo del prado-recoletos. Fonte: Plan Especial Recoletos-Prado, Ayuntamineto Madrid, 2010. 152
«È anche uno degli spazi di maggior valore architettonico per la quantità ed importanza degli edifici monumentali e uno dei più importanti centri museali d’Europa.»6 Proprio per questo motivo, risulta rilevante nel turismo internazionale ed il Plan Especial vuole specializzare sempre più le attività della zona in questa direzione, con servizi complementari all’uso culturale e turistico. L’obiettivo è creare un’esclusività d’ambito, ottenere un luogo d’eccellenza nella scena urbana.
Plan rehabilitación entorno río prem
Il Plan de Rehabilitación del entorno del Río Manzanares, PReM, nasce come conseguenza del Proyecto Madrid Calle 307 e del Plan Especial Madrid Río Manzanares.8 La prima fase, Proyecto Madrid Calle 30, prevedeva il sotterramento della M-30, l’anello di circonvallazione stradale che racchiude il nucleo centrale della città. Questo intervento permise di liberare circa 100 ettari di suolo precedentemente occupato dalla rete viaria e dalle zone vincolate ad essa, migliorando le condizioni ambientali della zona. La seconda fase, Proyecto M-Río, costituisce la creazione di un nuovo grande parco di più di 200.000 m2 che segue l’andamento del fiume Manzanares e collega l’area verde del nord della città con quella del sud. Inoltre, si è trattato di un intervento di ricucitura urbana, che ricrea relazioni tra i quartieri delle due sponde del fiume, formando un’ampia trama di spazi pubblici e di nuovi servizi per la città. (fig.2) Il progetto fu completato nel 2012 con la conversione dell’area in un asse medio-ambientale, ludico e sportivo. 6
Ayuntamiento de Madrid, Cordinación de proyectos singulares, Madrid, 2010. «Es también uno de los espacios de mayor valor arquitectónico por la cantidad e importancia de los edificios monumentales y una de las más destacadas concentraciones museísticas de Europa».
153
7
Proyecto Madrid Calle 30, Ayuntamiento Madrid, 2004, <www.mc30.es>.
8
Plan Especial Madrid Río Manzanares, Ayuntamiento Madrid, ultima modifica 2008.
E je u rb a n
o
Príncipe Pío
Manzanares
Casa de Campo
Gran Vía
PradoRecoletos Atocha
Centro
Atocha
Ej
e
Pasillo verde ferroviario Ur
ba
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Delicias
M a n z
Legazpi
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re s
Vista Alegre
Fig. 18.
fig.2 schema dell'asse del Manzanares in relazione alla struttura urbana. Fonte: Plan Especial Madrid Río Manzanares, Ayuntamiento Madrid, 2008. 154
PLAN
DE
REHABILITACIÓN
DEL
ENTORNO
DEL
RÍO
MANZANARES
AUIA
MEMORIA PREM PARTE-I
fig.1 piano del progetto di riforma paseo del pradorecoletos. Fonte: Plan Especial Recoletos-Prado, Ayuntamineto Madrid, 2010.
L’odierno PReM è la continuazione di tale strategia, si pretende la riabilitazione integrale e la rinnovazione dell’edilizia residenziale, commerciale e terziaria del fronte Manzanares. L’ambito territoriale del piano comprende una banda urbana di 390 ettari, la zona d’azione va oltre lo spazio pubblico e contempla un 37% dello spazio privato. Le proiezioni del piano strategico sono a livello territoriale, poiché favoriranno la riqualificazione dell’intorno, ma anche quella globale della struttura ed immagine della città. Per facilitare l’agilità del programma si prevedono azioni a breve termine e progetti piloti, che favoriscano lo sviluppo e il completamento di altri obiettivi a medio e lungo termine. Al fine di raggiungere un trattamento integrale a livello urbanisticopaesaggistico sono stati definiti nove campi di rinnovazione urbana, di piccola e media scala, chiamati CRUs.9 (fig.3) Tra questi, molti sono gli interventi di nuova edilizia residenziale, ma anche di riabilitazione degli edifici esistenti. Grazie a sovvenzioni pubbliche si vogliono migliorare le condizioni di sicurezza, abitabilità e accessibilità dell’edilizia, ma specialmente si vuole migliorare l’efficienza energetica, con il trattamento delle facciate esterne, incidendo nell’immagine del fronte urbano. Tra i vari CRUs vi è l’intorno del Puente de Segovia, con la Sala Riviera e l’istituto di ricerca CEDEX,10 (fig.4) l’operazione Calderón-Mahou (fig.5) ed anche l’ex Mercado di Legazpi, riguardante il settore Legazpi-Glorieta de Cádiz. (fig.6) Nei paragrafi successivi saranno approfondite queste aree d’intervento, poiché parte del distretto di Arganzuela. In conclusione con questo piano di rinnovamento dell’intorno del Manzanares si vuole determinare una struttura di centralità, così da ricreare un’identità collettiva dell’area e ricomporre lo schema di relazioni tra il centro storico e i distretti periferici del sud-ovest. 9
CRUs, Conjuntos de Renovación Urbana. Ayuntamiento Madrid, PReM: Anexo II, 2010.
10
155
CEDEX, Centro di studi idrografici.
7
CRU
9
CRU
8
CRU
6
CRU
5
CRU
4
CRU
3
CRU
1
CRU
9
CRU
2
CRU
1
CRU
6
CRU
PLAN
DE
REHABI LITACIÓN
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cru9
cru6
R E S
A Ayuntamiento t i t d de M Madrid d id
AUIA
Anexo II
PReM
cru1
fig.3 localizzazione dei crus. Fonte: PReM, Conjuntos de renovación urbana: Anexo II, Ayuntamiento Madrid, 2010. fig.4-5-6 cojunto de renovación urbana: n.9. Entorno del Puente de Segovia, n.6. Calderón-Mahou, n.1 Legazpi-Glorieta de Cádiz. 156
3.2 Distretto di Arganzuela scelte di attuazione nei barrios
Aree pianificazione specifica
Con il PGOUM del 1997 il distretto prese una sua organizzazione ben definita, adattandosi negli anni con aggiornamenti e modifiche puntuali a seconda dei Piani Speciali che venivano attuati. Gli obiettivi generali delle operazioni sull’area sono: * L’estensione verso il sud dell’area centrale della capitale, attraverso il potenziamento del ruolo del distretto con i suoi servizi; * L’eliminazione totale delle zone industriali abbandonate, attraverso la loro riqualificazione o l’intervento sui lotti liberi; * La configurazione di spazi che rispondano alle nuove richieste esistenti a livello distrettuale e metropolitano, con capacità rigenerativa per il loro intorno. * Il miglioramento delle condizioni di accessibilità e mobilità attraverso l’esecuzione di nuove infrastrutture. Il territorio del distretto di Arganzuela è diviso in differenti aree di attuazione, ognuna con un suo tessuto viario ed una destinazione d’uso diversa. Sono chiamate Aree di Pianificazione Specifica. (fig.1)
157
LEGENDA Area di intervento 1 Area di intervento 2 Area di intervento 3 Asse viario Lotto da riqualificare 1 Calle de MĂŠndez Ă lvaro 2 Calle de Embajadores 3 Calle de Toledo fig.1 schema aree di pianificazione specifica, distretto di arganzuela. 158
Zona di Méndez Álvaro. (fig.2) La zona al nord della stazione Delicias, si struttura attorno alla Calle Méndez Álvaro, pensata come asse di concentrazione di attività che uniscono la Glorieta de Atocha con la Estación Sur de Autobuses. Parte di quest’area presenta ancora ex terreni industriali in processo d’urbanizzazione; è il caso dei lotti dietro la stazione di Atocha. È l’area del distretto Arganzuela che è stata meno modificata dal processo storico di trasformazione in zona residenziale. Il progetto a livello metropolitano per la Calle Méndez Álvaro prevede la trasformazione in un asse ad uso misto, principalmente terziario. La proposta di una nuova porta sud della città, contrapposta a quella creata lungo il prolungamento della Castellana. Zona di Embajadores-Delicias. (fig.3) La zona al sud della stazione Delicias è un’area molto ampia, strutturata intorno alla Calle Embajadores. È la zona di Arganzuela maggiormente caratterizzata dal tessuto residenziale, ma che presenta una maglia stradale chiaramente insufficiente; soprattutto nella parte di ultima espansione, con lotti molto grandi. Una proposta per l’area è connettere il quartiere intorno al Paseo de las Delicias con il Parque Tierno Galván, prefigurando un notevole miglioramento per entrambe: la zona residenziale guadagna un accesso senza ostacoli verso uno spazio libero e il parco si riscatta dall’abbandono dovuto al suo isolamento e mancanza d’uso. L’area dell’antica stazione Delicias è un lotto oggi lasciato in abbandono, se non per la presenza del Museo del Ferrocarril, si prevede quindi di riqualificarla relazionandola con l’adiacente Parque Tierno Galván. Oltre a questi tipi di interventi ad ampia scala, sono presenti in quest’area di pianificazione alcuni progetti puntuali in fase di attuazione come è il caso del ex Mercado de Frutas y Verduras di Legazpi. Zona di Imperial-Toledo. (fig.4) La zona è situata nella parte più nordoccidentale del distretto, ha una forte struttura urbana di reminiscenza industriale per i suoi grandi lotti che oggi sono stati sostituiti da edifici residenziali e di dotazione di servizi. In quest’area sorgeva l’antica fabbrica Mahou, di cui oggi rimangono solo i suoi terreni; essi dunque sono entrati a far parte del nuovo ambito di riqualificazione urbana insieme allo stadio Vicente Calderón, situato lungo la sponda del fiume. Correlati a questo intervento sono l’asse stradale Calle de Toledo e la piazza Glorieta de las Pirámides, i quali sono considerati dal Piano Generale ambiti in processo di gestione. Calle de Toledo è l’asse stradale, insieme a Calle de Segovia, che connette con il più breve percorso l’area del Manzanares con il centro storico. Pertanto, dovranno essere ripensati e rinnovati all’interno del nuovo contesto che si andrà a creare. Queste tre zone sono fortemente influenzate da Piani Speciali per il distretto di Arganzuela e dal loro rapporto con il tessuto storico consolidato. 159
Glorieta de Atocha
(fig. 2) zona
1
calle de Méndez álvaro
Estación Delicias
Estación Sur de Autobuses
160
Estación Atocha
(fig. 3) zona
2
calle de embajadores-delicias
Parque lineal Madrid Río
Parque Tierno Galván
161
(fig. 4)
zona
3
calle de toledo
Puente Segovia
Puerta de Toledo
Glorieta de las Pirรกmides
162
Zona Delicias Méndez Álvaro
163
Nella zona di Delicias-Méndez Álvaro è presente un ampio territorio considerato parte dell’ambito strategico del Plan Director Méndez Álvaro-Delicias-Abroñigal. (fig.5) Si tratta di un’area a forma di ventaglio invertito, dove il vertice si suppone sia nella stazione Atocha; è limitato ad est dalla rete ferroviaria di Atocha, a sud dalla stazione di Abroñigal, scalo delle mercanzie, e ad ovest dal Paseo de las Delicias. L’evoluzione del processo di deindustrializzazione, insieme all’obsolescenza delle strutture, ha generato una grande quantità di suolo libero; ha anche portato ad una rinnovazione frammentata, destrutturata, con molti problemi di connessione urbana. Attualmente nella zona si distingue un’area di uso terziario vicino alla M-30 e alla stazione di scambio Méndez Álvaro, (fig.6) lungo la direttrice che collega con Atocha; qui si sta verificando sempre più un’intensificazione dell’attività urbana; per questo motivo si propone di pianificare un nuovo nodo terziario a sud della capitale. Atocha è uno tra i nodi più importanti della città, con vocazione di centralità, pertanto si sono determinati tre punti su cui attuare il piano strategico: infrastruttura ferroviaria, terziarizzazione dell’ambito e permeabilità/ connessione viaria. Si tratta quindi di costituire una nuova porta d’ingresso alla città, intorno alla stazione centrale, con un polo di attività terziarie, alberghiere e di servizi alla stazione dell’AVE (Alta Velocidad Española). L’obiettivo è pertanto potenziare l’asse Méndez Álvaro, attualmente scarno di attività, ma ricco di terreni vuoti, su cui pianificare la nuova zona terziaria, come è già è avvenuto per alcuni lotti, tra cui la nuova sede centrale Repsol. Si vuole, in poche parole, offrire un’alternativa alle attività del nord della Castellana. La zona non sarà esclusivamente ad uso terziario, ma avrà un tessuto urbano misto al residenziale, per evitare una zonizzazione monofunzionale. Oltre alla Calle Méndez Álvaro, l’altro asse coinvolto dalla trasformazione, è il Paseo de las Delicias, considerato l’asse storico
fig.5 schema degli interventi del piano strategico méndez álvaro-delicias-abroñigal. Fonte: Revision del Plan General: propuestas de carácter estratégico, Ayuntamiento Madrid, 2013. 164
urbano, e che stabilisce una connessione tra il centro della città, Atocha, Madrid Río ed i distretti del sud. Questa direttrice come la precedente, non si percepisce dal tessuto urbano centrale; è dunque necessario riconfigurare la rete viaria e relazionarla con l’asse Castellana-Prado. L’idea è quella di pianificare uno schema della circolazione alternativo all’attuale, studiando anche la possibile mobilità pedonale e ciclabile, oltre ad analizzare il trasporto pubblico e privato, le direzioni di marcia ed il traffico. Importante sarà la rete degli spazi liberi, una maglia verde che relazionerà l’ambito strategico all’intera città. La nuova articolazione, prevede modellazioni puntuali per contribuire al miglioramento delle connessioni pedonali e ciclabili. Il Parque Tierno Galván, isolato dall’infrastruttura ferroviaria esistente, sarà riconnesso trasversalmente ai quartieri del distretto Arganzuela e farà da “ponte” tra il Paseo de las Delicias e calle Méndez Álvaro.
Zona Imperial-Toledo
165
Nella zona di Imperial-Toledo sono localizzati due interventi importanti, entrambi parte delle aree CRUs del Plan de Rehabilitación del entorno del Río Manzanares. Il progetto Mahou-Calderón, CRU n.6, è in via di sviluppo e costituisce una proposta ambiziosa di trasformazione del margine del Manzanares. Prevede infatti di integrare l’operazione nel tessuto urbano circostante, mediante l’introduzione di attività commerciali e di servizio per il quartiere, insieme ad un uso misto, residenziale e terziario, che riattivi l’area. Il futuro smantellamento dello stadio Vicente Calderón presuppone la creazione di un grande spazio pubblico, il Parque del Río, potenzialmente rilevante nella nuova scena del fiume, poiché collocato nel suo punto di maggiore inflessione. Si creerà così una continuità spaziale, dalle aree verdi lungo la riva del fiume fino al centro storico
62
fig.6 vista dalla m-30 della calle méndez álvaro. a destra la estación sur de autobuses. Fonte: Revision del Plan General: propuestas de carácter estratégico, Ayuntamiento Madrid, 2013. 166
della città, con protagonisti il pedone ed il ciclista. Sulla sponda opposta gli edifici residenziali, che costituiscono un fronte urbano consolidato, verranno valorizzati grazie ad una riqualificazione delle loro facciate ed al potenziamento del piano terra ad uso commerciale. Nel lotto dell’ex fabbrica Mahou, il progetto prevede una concentrazione di nuovi usi e volumetrie, che si relazionino con il tessuto residenziale dell’intorno. Questa operazione deve attuarsi come motore di rigenerazione del suo intorno e ricomporre la discontinuità urbana della zona. Dal primo piano del 2009, sono state attuate delle modifiche che ancora oggi sono in fase di approvazione. Il primo progetto prevedeva un’alta edificabilità che si risolveva in due torri adiacenti al Parque del Río, minimizzando lo spazio pubblico. Questo piano fu annullato dalla sentenza giudiziale che violava il limite legale di altezza, ed anche perché non rispettava il minimo di edilizia sociale stabilito dalla Ley de Suelo. Infatti, nell’attuale piano preliminare sono state eliminate le due torri ed è stata incrementata l’edilizia sociale. (fig.7) L’operazione Entorno de Segovia, CRU n.9, è la zona vicina al Puente de Segovia, principale accesso dal fiume al centro storico. Nell’area è presente l’eremo della Virgen del Puerto e i suoi giardini, il Puente del Rey, ma anche una serie di strutture che andrebbero riqualificate. La sede di CEDEX, la sala Riviera e gli antichi vivai sono strutture costruite in fasi differenti da Miguel Fisac, che meriterebbero di essere trattate in maniera unitaria e messe in relazione diretta con il carattere centrale, pubblico e turistico dell’area, fungendo come una sorta di articolazione tra la zona del Puente Segovia, i giardini del Campo del Moro e la Casa de Campo. La proposta sarebbe la riconversione delle strutture per un uso civico, culturale ed espositivo, con un contenuto divulgativo legato alla riabilitazione sostenibile dell’ambito Plan MadridRío ed al ruolo del Manzanares nella città storica ed attuale. La sala Riviera e i Viveros presentano oggi un’immagine inadeguata, pertanto si si dovrebbe prevedere una completa ristrutturazione per integrarli al centro di ricerca CEDEX, generando un insieme attrattivo di riferimento cittadino.
167
fig.7 masterplan mahou-calderรณn, ultima modifica 2016. Fonte: Studio Bardaji & asociados, <www.ebardaji.es/es/proyectos>. 168
1. Sala de Riviera 2. Google Campus Madrid 3. Centro sportivo municipale Marqués de Samaranch 4. Stadio Vicente Calderón 5. Biblioteca centro Pedro Salinas 6. Antico Mercato centrale pesce Puerta de Toledo 7. Giardino del Rastro antico Gasometro 8. Tabacalera Museo d’arte 9. Centro sportivo municipale Peñuelas 10. Biblioteca municipale Pío Baroja 11. Antico Parque Sur Limpieza 12. Mercato Guillermo de Osma 13. Palazzo di cristallo Invernadero de Arganzuela 14. Matadero centro culturale 15. Antico Mercato centrale frutta e verdura Legazpi 16. Circuito Motocross 17. Imax 18. Planetario Madrid 19. Polideportivo municipale de la Arganzuela 20. Centro d’inserimento sociale Victoria Kent 21. Museo ferrocarril Madrid 22. Stazione Delicias 23. Centro dotazionale integrato Arganzuela 24. Mercato di Santa María de la Cabeza 25. Museo Reina Sofia 26. Stazione Atocha 27. Biblioteca regionale Joaquín Leguina 28. Repsol 29. Cinema Méndez Álvaro 30. El Corte Inglés 31. Stazione sud autobus Méndez Álvaro fig.8 servizi e luoghi di interesse nel tessuto urbano di arganzuela. 169
1
2
3
5
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170
3.3 Proposte progettuali per l’ex Mercado Legazpi
Progetti per il nuovo uso
171
Il mercato cessò la sua attività nel 1983, a causa dell’apertura del centro di distribuzione alimentare, Mercamadrid, spostando l’attività commerciale a questo nuovo complesso. Durante gli anni successivi, il Comune realizzò diverse operazioni al fine di adattare nuovi usi all’interno dell’edificio, ma senza un proposito chiaro; il lotto era classificato come equipamiento singular nel Ámbito de Ordenación del Suelo Urbano. (fig.1) Nel 2006, l’amministrazione urbanistica incaricò il rilievo e l’analisi storica del mercato agli architetti Sergio Martín Blas e Gabriel Carrascal. Questo lavoro fu usato come base per il concorso bandito nel 2007, che prevedeva la realizzazione di una nuova sede per il dipartimento di urbanistica del Comune di Madrid. L’edificio fu inserito nelle Areas de Planeamiento Específico (APE) e fu realizzata una modificazione puntuale dell’uso del suolo del Mercados de Frutas y Verduras, proponendo di dividere in due lotti quello originario. Il corpo generale del mercato, fu adibito a servicios colectivos per l’amministrazione pubblica, mentre i corpi minori dell’entrata, ad uso terziario. (fig.2) L’obiettivo dell’Ayuntamiento nel proporre un uso terziario dell’area sul fronte, rispose alla volontà di aumentare l’edificabilità del progetto, per coprire parte dei costi. Con il concorso, risultò vincitrice la proposta presentata dallo studio Ulargui-Pesquera, che prevedeva due
fig.1 piano della tipologia di uso fino al 2005. Fonte: Planea 2005, DirecciĂłn General de Urbanismo, <www.madrid.org>. fig.2 piano della tipologia di uso dal 2006. Fonte: Planeamiento UrbanĂstico 2017, SIG de Urbanismo, <www-2.munimadrid.es>.. 172
fig.3 modello del progetto vincitore del concorso, 2007. Fonte: Pesquera y asociados arquitectos, < w w w. p e s qu e r ay as o c i a d o s . c om / mercado-de-legazpi>.
173
torri all’accesso della Plaza Legazpi, insieme all’occupazione del patio centrale con un nuovo edificio che si connettesse al mercato, il quale avrebbe dovuto accogliere i nuovi uffici per l’amministrazione. (fig.3) Il progetto non venne realizzato e nel 2010 il Mercado Legazpi fu inserito tra le aree di rinnovazione urbana del progetto PReM, come CRU n.1, considerandolo la porta al sud dell’eco-asse del Manzanares e connessione tra il Parque Lineal e gli assi viari di Delicias e dell’opposta Avenida de Córdoba. L’area di rinnovazione urbana è costituita dall’ex Mercado, gli edifici prospicenti la Plaza Legazpi, e sulla sponda opposta la Glorieta de Cádiz. Il programma prevedeva l’intervento nell’edilizia residenziale privata e commerciale delle due piazze, scardinando l’immagine attuale di abbandono; dunque si puntava a ricostruire le relazioni urbane tra i quartieri Arganzuela ed Usera con la riqualificazione di entrambi i margini. In particolare nel 2013 la Consejería de Transportes, Infraestructuras y Vivienda della Comunità di Madrid, presentò un progetto preliminare per stabilire nell’ex mercato l’intercambiador dei trasporti pubblici per la zona sud della città. Si scelse di sfruttare la struttura del mercato per diminuire le spese associate alla costruzione di un nuovo edificio; il piano superiore avrebbe accolto la stazione di autobus, con accesso dal Vado di Santa Catalina, (fig.4) mentre il piano inferiore sarebbe stato adibito a zona commerciale, in relazione con il Parque M-Río, nel patio centrale il parcheggio interrato. Questo nuovo progetto fu anch’esso abbandonato, cosicché, nel 2015, l’Ayuntamiento decise di dare in concessione l’edificio: l’offerta più vantaggiosa venne presentata da Adripabel, un’impresa immobiliare che propose la realizzazione di uno spazio sportivo municipale, un centro commerciale e un mercato gastronomico turistico, insieme ad un’area di parcheggio. L’anno seguente, con il cambiamento del governo municipale, la proposta venne annullata e si presentarono due nuove linee di lavoro, oggi in fase di sviluppo. La prima, consistente nella cessione
Subdirección de Intermodalidad y Concesiones de Obras Públicas Dirección de Calidad, Procesos y Relaciones Externas
32 de 36
fig.4 pianta primo piano del progetto preliminare per intercambiador legazpi. Fonte: Consorsio de Transportes de Madrid, Intercambiador Legazpi, 2013. 174
fig.5 proposta per uno sviluppo in fasi del progetto autogestito. Fonte: EVA, Dossier Mercado de Legazpi: proceso cocreación y cogestión, 2016.
Criteri di intervento
175
alla Giunta del Distretto Arganzuela di 1.000 m2 ricavati nei corpi minori del mercato. Il concorso pubblico presentato dalla Giunta viene vinto dall’associazione EVA, Espacio Vecinal Arganzuela, la quale propone un modello di autogestione per il mercato. (fig.5) Attualmente, l’associazione sta realizzando le procedure burocratiche per la cessione di questo spazio, continuando le negoziazioni con l’Amministrazione. La seconda linea di lavoro proposta, consiste in un processo partecipativo per la realizzazione di un nuovo progetto di trasformazione del mercato. Il comune ha deciso di contare sul progetto vincitore dell’ultimo concorso pubblico, quello del 2007, ma attuando alcune modifiche. Il programma, è in fase d’approvazione e include zone di uffici per l’amministrazione pubblica, locali per l’associazione EVA, servizi per il municipio ed un parcheggio. (fig.6-7) I due alti edifici posti all’ingresso del patio centrale non vengono attualmente considerati nel progetto finale, deciso dopo i dibattiti svolti con diverse associazioni di quartiere e con gruppi di architetti, in particolare con il Club de Debates Urbanos. Molto attivo e critico sulla proposta del Comune, soprattutto sulla scelta di sfruttare il patio, collocando un edificio invece di valorizzare la sua condizione di “piazza”. (fig.8)
Come già accennato, l’antico Mercado de Frutas y Verduras è incluso dal PGOUM ‘97 nel Catálogo de Edificios Protegidos, nel livello 2, con grado di protezione strutturale della totalità dell’edificio. Dal 2007 la commissione di controllo e protezione del patrimonio di Madrid ha emesso nuovi vincoli riguardanti la protezione del complesso: l’edificio continuerà ad essere considerato di grado strutturale, conformemente al suo valore storico-artistico, mentre i corpi più bassi rivolti verso Plaza Legazpi, saranno considerati di grado ambientale e dunque sarà possibile la loro demolizione. (fig.10)
fig.6-7 modello delle modifiche apportate al progetto del concorso, marzo 2016. Fonte: <www.diario.madrid.es>. fig.8 modello della proposta definitiva dopo dibattito con associazioni di quartiere, settembre 2016. Fonte: Ayuntamiento Madrid, El proyecto del Mercado de Frutas de Legazpi entra en su fase final, 2016, <www.madrid.es>. 176
Questa scelta è stata operata anche in relazione all’avanzato stato di deterioramento della struttura dei due corpi, causato da trasformazioni incongrue che hanno deturpato il suo valore originale. Di seguito si descrivono i criteri architettonici forniti dal comune, nel concorso del 2007, con i quali si intendeva orientare la proposta progettuale. Intervento nelle navate del mercato. * La proposta deve rispettare la struttura di cemento armato nel suo stato attuale per preservare il suo valore architettonico. Questo stesso criterio si applica al recupero e alla valorizzazione della copertura originale del Mercado, risolta mediante grandi aggetti di cemento armato e attualmente alterata da una copertura in acciaio. La soluzione può prevedere la chiusura degli spazi ai piani superiori senza fig.9 mappa del patrimono storico 2011. grado di protezione degli danneggiare i suddetti elementi originali. Protección del Patrimonio Histórico 2011 edifici. Fonte: Evaluación del Plan * Considerando la grande profondità delle navate del mercato, General de 1997, Ayuntamineto Madrid, 2012. approssimativamente 35 m, è ammessa l’apertura di patii nel solaio 41 naturale. interno per permettere l’entrata della luce * Non sono ammessi sopraelevazioni o corpi edilizi che presuppongano un incremento del numero di piani dell’edificio. * È consentito mantenere l’accesso stradale esistente dal Ponte de la Princesa, come accesso secondario (veicoli antincendio, ambulanza). * Non è consentita la realizzazione di piani interrati all’interno delle navate, poiché il terreno sottostante non è adatto. * Si dà la possibilità di progettare interpiani, sempre che si rispettino le prescrizioni della normativa urbanistica del PGOUM. * La proposta deve prevedere soluzioni per le facciate esterne, così fig.10 mercato legazpi, grado di come per le suddivisioni interne delle navate, che coniughino la protezione. Fonte: Catálogo elementos conservazione dei valori architettonici e le condizioni di illuminazione protegidos, Sistema de Información Geográfica de Urbanismo Madrid, e comfort adeguate al programma di nuovi usi da istituire. Protección del Patrimonio Histórico 2011
41
<www-2.munimadrid.es >.
177
EDIFICIO A NAVATE
PATIO CENTRALE
EDIFICI BASSI
fig.11 schema delle tre parti di intervento del mercato legazpi. 178
Intervento nel patio centrale del mercato. * È consentito di occupare il patio centrale in maniera libera con nuovi edifici, senza alterare gli elementi protetti delle navate. * Sono ammesse soluzioni per la copertura totale o parziale del patio con elementi che non danneggino le navate del mercato. * Il carattere e la capacità del patio, come spazio pubblico o semi pubblico di grandi dimensioni, deve essere studiato come supporto di attività o elemento atto a canalizzare i flussi, in relazione al sistema funzionale dell’edificio. Intervento sui due corpi bassi rivolti verso la Plaza Legazpi. * Negli estremi delle navate occorre progettare la volumetria dell’edificio esistente, in relazione con i nuovi spazi e con gli edifici che si potranno progettare in sostituzione degli attuali. * La configurazione degli spazi liberi del lotto deve rispondere alla necessità di valorizzare il principale accesso pedonale al nuovo edificio, stabilendo una buona continuità con le superfici pedonali della Plaza Legapzi. Considerando lo scenario risultante dalle modifiche introdotte dal PGOUM, nella seguente tabella si specificano le principali condizioni di edificabilità massima.
PARCELLA MERCATO Superficie della parcella Superficie costruita (navate da riqualificare) Superficie del patio Edificabilità massima
24.517,70 m2 32.716 m2 6.938 m2 41.521 m2
PARCELLA EDIFICI BASSI Superficie della parcella Superficie costruita (corpi anteriori da demolire) Edificabilità massima 179
4.842,50 m2 2.452 m2 29.956 m2
fig.12 schema della suddivisione delle superfici nella parcella. 180
A'
A
fig.13 pianta piano terra ex mercado de frutas y verduras. Stato attuale, rilievo CarrascalBlas, 2006. 181
B'
B
fig.14 pianta piano superiore ex mercado de frutas y verduras. Stato attuale, rilievo CarrascalBlas, 2006. 182
fig.15 sezione trasversale ex mercado de frutas y verduras, A-A'. Stato attuale, rilievo CarrascalBlas, 2006.
fig.16 sezione longitudinale ex mercado de frutas y verduras, B-B'. Stato attuale, rilievo CarrascalBlas, 2006.
183
184
04 4.1 Let tur a del contesto socio-economico
_Il benessere urbano come obiettivo: gli indicatori _Partecipazione cittadina e Agenda 21 _Bacino d'utenza
4.2 Sistem a urbano lungo gli assi di M adrid Sur
_Trame e centralitĂ _Reti strutturanti _OpportunitĂ strategiche
4.3 Area di proget to: Paseo de l as Delicias ed ex Mercado Lega zpi
_Paseo de las Delicias _Mercado Legazpi
Analisi socio-urbana dall a scal a metropolitana all’area di proget to
Il secondo processo di conoscenza consiste nell’analisi socio-urbana, che struttura la pianificazione su due aspetti fondamentali: la popolazione ed il territorio. La popolazione costituisce l’obiettivo finale di tutte le politiche urbane, poiché le sue necessità e richieste devono essere primarie per formulare le strategie.Il territorio, lo spazio fisico nel quale questa popolazione vive e lavora, costituisce la materia prima sopra la quale eseguire la pianificazione urbana. Si inizia esaminando le caratteristiche socio-economiche del contesto in cui si opera, evidenziando le problematiche. Successivamente, le dinamiche individuate nel tessuto sociale, vengono relazionate all’analisi urbana dei due assi di Madrid Sur: Paseo del Prado-Delicias e Madrid Río. Per concludere tale indagine, si restringe il campo di studio, approfondendo la relazione tra area di progetto ed isolati circostanti. paths through madrid, Eric Fischer, 2012. Fonte: <www.flickr.com>.
“
Todos tenemos nuestra casa, que es el hogar privado; y la ciudad, que es el hogar público.*
*Enrique Tierno Galván, Recuperar Madrid, Ayuntamiento Madrid, Madrid, 1982. Primo sindaco di Madrid. «Tutti abbiamo la nostra casa, che è il nostro focolare privato; e la città, che è il focolare pubblico.»
4.1 lettura del contesto socio-economico
Madrid nel documento Futuro Ciudad Madrid 20201 è definita come una «costruzione sociale, dinamica e complessa che richiede strumenti di gestione e pianificazione efficienti, che offrano una visione intersettoriale e integrale del sistema urbano a lungo termine, e che siano capaci di identificare tendenze ed anticipare opportunità e problematiche future.»2
benessere urbano indicatori
Ogni intervento sul territorio è destinato a trasformare le condizioni in cui si svolge la vita sociale ed economica di una popolazione locale, influenzando la qualità della vita. La qualità di vita è un concetto complesso, definito dalla Real Academia de la Lengua come «el conjunto de condiciones que contribuyen a hacer agradable, digna y valiosa la vida».3 Nel documento strategico Futuro Ciudad Madrid 2020 il progresso della qualità della vita si articola come uno degli obiettivi strategici dentro il nuovo modello urbanistico. 1
Observatorio económico, Futuro Ciudad Madrid 2020, Madrid 2011, <www.madrid.es>.
2
Ibid., «construcción social, dinámica y compleja que requiere de instrumentos de gestión y planificación eficaces, que ofrezcan una visión intersectorial e integral del sistema urbano a largo plazo, y que sean capaces de identificar tendencias y anticipar oportunidades y problemáticas futuras.» 3
Traduzione: «l’insieme delle condizioni che contribuiscono a rendere gradevole, degna e preziosa la vita». 188
fig.1 mappa delle vulnerabilità della comunità di madrid. Fonte: Dossier FRT, 2017.
Di fatto, lo sviluppo del benestare urbano si basa sulla sovrapposizione ed integrazione delle reti sociali e fisiche. Fisiche sono le trame urbane che modellano la città, mentre sociali sono le relazioni tra le varie identità economiche e culturali che la costituiscono. La coesione di questi due fattori, sarà l’obiettivo da raggiungere per una proposta strategica efficace. Per analizzare il sistema sociale si possono prendere in considerazione gli indicatori socio-economici, che sono uno strumento sintetico che descrive un fenomeno frutto di elaborazioni di dati statistici. Sono utili per confrontare e definire un insieme di parametri, individuando gli obiettivi da raggiungere per migliorare la vulnerabilità di una zona. Proprio partendo dalla mappa delle vulnerabilità4 di Madrid, (fig.1) compresa nel dossier del Fondo de Reequilibrio Territorial,5 si è deciso di analizzare alcuni indicatori relativi alle caratteristiche sociali dei distretti di Madrid Sur. Pertanto, dati demografici quali lo stato socio-economico, la percentuale di popolazione straniera ed il tasso di sostituzione6 sono stati utili a precisare gli aspetti fondamentali connessi alla popolazione dell’area, nonché a ipotizzare proiezioni future. (fig.2) 4
Si definiscono territori vulnerabili quelli nei quali esiste un’alta possibilità che la sua popolazione sia affetta da circostanze avverse. La metodologia per ottenere questa mappa è stata elaborata dal Municipio di Madrid in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociali e di Informatica ed Intelligenza Artificiale dell’Università Carlos III. La vulnerabilità, trattandosi di un fenomeno di multipla dimensione, è stata individuata come risultato derivante dall’osservazione analitica di una grande quantità di indicatori, divisi in categorie. Sono cinque le categorie: popolazione, status socio-economico, attività economica, sviluppo urbano, necessità assistenziali. Ognuna di queste dimensioni contiene un numero variabile di indicatori ed ognuno di essi ha un determinato peso nel risultato della vulnerabilità totale. Popolazione, 14,2%; Status socioeconomico, 27,4%; Attività economica, 33,3%, Sviluppo urbano, 17,6%; Necessità assistenziali, 7,5%. V. Ayuntamiento de Madrid, FRT, Madrid de Igual a Igual, Madrid 2017.
5
5 Ibid., Fondo di Riequilibrio Territoriale, strumento di decentralizzazione economica con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle zone più vulnerabili di Madrid.
6 Tasso di sostituzione, è il rimpiazzo della popolazione attiva. (Popolazione da 15 a 39 anni)/ (Popolazione da 40 a 64 anni).
189
fig.2 indicatori socio-demografici. Dati di riferimento per elaborazione grafica: Banca dati dell'Instituto de EstadĂstica de la Comunidad de Madrid, 2017, <www.madrid.es/estadistica>. 190
L’osservazione di tali indicatori ha messo in evidenza squilibri socio-spaziali tra i vari distretti. Le aree periferiche a sud del Río si caratterizzano dal basso stato socio-economico, ma allo stesso tempo vi è un maggior ricambio generazionale, che con gli strumenti adatti potrebbe rivalutare la zona e creare maggiori connessioni con i distretti centrali. Vi è una forte presenza multiculturale nel distretto Centro, che potrebbe essere sfruttata come un ottimo fattore per continuare sulla strada della città cosmopolita. Durante gli ultimi dieci anni, il nucleo centrale ha visto una tendenza all’invecchiamento, controllata però dalla crescita dell’immigrazione che ha aumentato soprattutto nei gruppi di età media.7 Questi cambiamenti incidono chiaramente sulle richieste in materia di residenza e di servizi; bisogna quindi guardare alla nuova società per capire dove orientare le future strategie. Se si analizza la tabella inerente alla classificazione degli alloggi per dimensione, (tab.3) si può in un certo modo conoscere le differenze dei nuclei abitativi tra i vari distretti. Nel distretto Centro la percentuale maggiore è relativa ad appartamenti per una o due persone; questo dunque denota la presenza di numerose persone single o coppie, e la tendenza ad attrarre pochi nuclei familiari numerosi, contrariamente al distretto Arganzuela dove la percentuale inserire nota della tabella riferimento alloggi maggiore è riferita a residenze di medie e grandi dimensioni. In aggiunta a questi indicatori sociali, si è deciso di studiare quelli DISTRETTI Centro Arganzuela riguardanti i servizi e le attività economiche offerte dai barrios che TOTALE 66.199 64.160 compongono i distretti considerati. Indicatori georeferenziati (fig.4) e alloggi analisi statistiche8 sono state utili per stabilire vantaggi e svantaggi 48,5% 33% riguardo all’accessibilità del trasporto pubblico, alla prossimità ai 39% 46% servizi basici e alla densità delle attività economiche. Lungo l’asse 12,5% 21% Paseo del Prado-Delicias è ben sviluppata l’accessibilità del trasporto tab.3 tabella della classificazione degli alloggi per dimensione. Fonte: Banco de datos, series estadisticas, Ayuntamiento de Madrid, 2017. 191
7
Ayuntamiento Madrid, Proyecto Madrid centro, vol. I, Madrid, 2011, cit., pag. 24.
8
Banco de datos, series estadisticas, Ayuntamiento de Madrid, 2017, <www-2.munimadrid.es>.
fig.4 grafici indicatori georeferenziati. Dati di riferimento per elaborazione grafica: Sistema de indicadores urbanĂsticos de la Comunidad de Madrid, 2017, <www-2.munimadrid.es>. 192
pubblico, a discapito delle zone più periferiche. Queste aree hanno inoltre una carenza di servizi basici, contrariamente al distretto Centro dove sono presenti in grande quantità, come nella zona attorno alla stazione di Atocha. La mappa della densità delle attività economiche ha riscontrato il maggior numero di locali nel distretto Centro, con prevalenza di attività commerciali, culturali e di amministrazione. Diversamente, il distretto di Arganzuela presenta poche attività in rapporto alla sua estensione territoriale ed inoltre non offre nessuna tipologia caratterizzante. Pur facendo parte del nucleo centrale, il distretto rimane estraneo alle principali attività economiche di Madrid, mentre alcuni distretti più periferici, come Carabanchel, sono luogo di numerose fabbriche manifatturiere, di imprese di costruzione o di telecomunicazione.
partecipazione cittadina agenda 21
La lettura del contesto socio-economico tramite gli indicatori urbani precedentemente specificati, stabilisce delle priorità per il riequilibrio del benessere urbano, ma è di fondamentale importanza interrogare i cittadini, diretti interessati dei cambiamenti urbani. È imprescindibile la partecipazione dei cittadini nelle questioni pubbliche per generare maggiore trasparenza, qualità ed efficacia nella gestione municipale, capendo le vere necessità del luogo. La strategia finale dunque deriverà da una pianificazione trasversale, tra le informazioni tecniche e le proposte degli stakeholders interessati alla trasformazione urbana. La partecipazione era spiegata negli anni ‘70, dall’architetto Giancarlo De Carlo,9 come uno strumento di inclusione democratica e di uguaglianza, che coinvolge tutti ad egual modo, nei processi decisionali e nella gestione degli spazi collettivi. La partecipazione introduce nell’architettura il concetto di “disordine”, in opposizione alla 9
193
Giancarlo de Carlo, L’architettura della partecipazione, Quodlibet, Macerata, 2013.
Fonte: Paisaje Transversal, <www.paisajetransversal.com>. 194
tradizionale pratica autoritaria in cui l’architettura segue un’idea ordinata, astratta o frutto della esclusiva riflessione dialettica tra forma e funzione. Il “disordine” che evoca De Carlo si traduce in un’architettura collettiva, risultante da un processo ibrido, imprevedibile e flessibile, dove differenti variabili sono necessarie per descrivere il sistema fisico. Più è alto il grado di entropia, dunque il numero di variabili, maggiore sarà la vitalità del luogo. La collaborazione cittadina al progetto urbano, ha attualmente un’ampia diffusione e continua a seguire tale visione, pur con differenti tipi di approccio. Negli ultimi anni, in Spagna ed in particolare a Madrid, si è vista la nascita di iniziative di partecipazione cittadina; associazioni, studi tecnici e l’Amministrazione stessa, hanno elaborato metodologie per coinvolgere più utenti possibili, alle scelte di piani d’azione. Questi piani d’azione, o meglio d’attuazione, seguono varie forme di partecipazione, dove il cittadino diventa attore e costruttore della sua realtà. Tra i più noti sistemi in atto nella capitale si annoverano l’apertura del portale Decide Madrid10 nel 2016, i progetti partecipativi dello studio Paisaje Transversal11 e le proposte progettuali di associazioni di quartiere come EVA Arganzuela12 per la riqualificazione di aree dismesse. Ognuno cerca di infondere nei cittadini l’interesse per la loro città, attuando con diverse modalità; dall’uso della rete internet come luogo di scambio d’idee, alle attività di partecipazione diretta per costruire nuovi spazi collettivi. Tuttavia, precursore di queste iniziative collettive fu Agenda 21,13 un processo che doveva essere condiviso da tutti gli attori presenti sul territorio, per stabilire un piano d’azione locale che guardi al futuro. Come raccomandato nel Capitolo 28 del documento «Ogni autorità locale deve aprire un dialogo con i propri cittadini, con le associazioni locali e con le imprese private e adottare un’Agenda 21 Locale. Attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e dalle imprese e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle migliori strategie.»14 10
Decide Madrid, piattaforma digitale dell’Ayuntamiento di Madrid, dove i cittadini possono inserire e votare proposte per interventi urbani, <www.decide.madrid.es>.
11
V. Paisaje Transversal, Metodología DCP: Un sistema para fomentar la innovación urbana en las ciudades, Novembre 2015, blog, <www. paisajetransversal.org>. Un sistema dove la figura dell’architetto diventa “mediatore tecnico” tra il cittadino, la pubblica amministrazione e gli interessi dei privati. Indaga, analizza e propone soluzioni per coordinare le esigenze dei vari utenti.
12
Associazione di quartiere che propone differenti attività di partecipazione culturale all'interno dell’ex Mercado di Legazpi, con l'obiettivo di coinvolgere i cittadini del quartiere per una proposta di riqualificazione del mercato., v. <www.evarganzuela.org/eva>.
13
V. Portale Ayuntamiento de Madrid, ¿Qué es Agenda 21?, <www.madrid.es>.
14
United Nations Conference on Environment & Development, Agenda 21, cap. 28, Rio de Janeiro, Brazil, 1992.
195
L’Agenda 21 Locale, nel 2006/2007, fu sviluppata per ogni distretto di Madrid; era un documento che conteneva proposte d’azione di carattere ambientale, economico e sociale. Fu realizzata una consulta pubblica aperta a tutti i cittadini dei distretti, per arricchire con le loro opinioni e proposte il Plan de Acción della giunta. Secondo i dati raccolti, il distretto di Arganzuela fu tra i più partecipativi. (fig.5) Grazie ai fascicoli finali di ogni distretto, è stato possibile identificare le principali richieste della consulta cittadina. Il distretto di Arganzuela ha un deficit di parcheggi e di luoghi per attività sociali, mentre il Centro presenta richieste di maggiori zone verdi e diminuzione della contaminazione acustica. Contrariamente Usera, un quartiere più periferico, propone il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico e la creazione di centri per attività sociali e culturali, per raggiungere una maggiore diversità d’uso dell’area a prevalenza residenziale. (tab.6) L’osservazione delle tabelle delle consulte distrettuali è stata utile per ampliare la conoscenza del tessuto sociale di Madrid Sur, già intrapresa con gli indicatori socio-economici. Si avverte una forte necessità da parte degli abitanti del quartiere di consolidare la loro identità sociale, migliorando i servizi ludici-culturali. Educazione e sicurezza sono altresì variabili presenti assiduamente nelle richieste dei distretti. Tutto ciò servirà per elaborare una conclusione strategica che miri alla partecipazione della cittadinanza e che ascolti gli interessi e le necessità degli abitanti. Il tessuto urbano della città potrebbe essere classificato a seconda della tipologia dei suoi “fruitori”. In base alla loro attività principale, vengono classificati in turista, lavoratore e residente. Queste tre differenti categorie sono state scelte poiché ognuno di essi vive in maniera diversa le attività ed i servizi che offre la città. Ciascun utente segue una velocità di percorrenza più idonea ai interessi. Il turista vive la trama urbana seguendo dei tracciati ad hoc per la sua figura,
fig.5 grafico comparativo tra distretti sulla partecipazione alla consulta agenda 21. Fonte: Informe de resultados de la consulta pública sobre el Plan de Accíon de la Agenda 21.
bacino d'utenza
196
attratto dai landmarks urbani e dalle attività per lo svago. (fig.7) Contrariamente, il lavoratore si muove più velocemente con una tempistica programmata per ogni giornata, sfruttando maggiormente la mobilità rapida del trasporto pubblico. (fig.8) Infine, il residente, ovvero colui che svolge le sue attività quotidiane di vita, ha un raggio d’azione più limitato rispetto ai precedenti fruitori. Le ordinarie abitudini vengono svolte generalmente in un intorno vicino alla propria abitazione, dunque i raggi d’influenza del residente sono il tempo necessario a percorrere le distanze a piedi. (fig.9) Il bacino d’utenza, si intreccia nella maglia urbana, alle volte si interscambia, condividendo lo spazio pubblico e molte attività proposte nella città. La presenza di maggiore concentrazione di un’utenza in una zona, può dar luogo a un sistema economico esclusivo, orientato al fabbisogno di tale utente. Il principio è appunto individuare nella città di Madrid zone con potenziale alternativo all’attuale e riequilibrarle per ottenere un ambito poliedrico. Proprio il distretto Centro, caratterizzato da questo sistema, risulta una centralità turistica, ma allo stesso tempo presenta numerose residenze ed attività lavorative. Oggi il distretto, che con gli anni aveva perso questa peculiarità, si sta riattivando per non tornare ad essere un luogo selettivo, esclusivamente turistico e rappresentativo. Le attività partecipative della popolazione e gli interventi da parte dell’Amministrazione, favoriscono la ripresa del suo carattere più “popolare”, con progetti d’integrazione delle differenti classi sociali e culturali che oggi sussistono nell’area. Contrariamente, nel distretto Arganzuela, dopo la lunga fase di deindustrializzazione, prevale l’uso residenziale. Presenta attrattori urbani potenziali, aree dismesse che aspettano nuova vita; la cittadinanza con i suoi comitati di quartiere sta cercando di proporre all’Amministrazione la loro utilizzazione. Come vedremo più avanti, questo denota una forte presenza di cittadini attivi, pronti a valorizzare il loro patrimonio architettonico, ma anche sociale, identitario. Pertanto, è importante capire la nuova direzione da prendere per la zona sud dell’almendra central, cercando di riconoscere i “fruitori” da interpellare. Sicuramente il primo obiettivo sarà quello di potenziare e soddisfare le necessità del principale utente della zona, ovvero il residente stesso. Inoltre azioni mirate potranno portare ad una maggior fruizione del distretto anche da parte di altre figure.
197
TABLA I. Principales necesidades del Distrito Arganzuela. I. Principales necesidades del Distrito Arganzuela. NºTABLA de veces Necesidad citada Nº de veces Necesidad 121 Mayor seguridad ciudadana citada 91 Finalizar las obras 121 seguridad ciudadana 90 Mayor Aumentar la limpieza viaria 91 las obras 83 Finalizar Crear colegios 90 limpieza viaria 80 Aumentar Crear más la zonas verdes, ajardinamientos y plantación de árboles 83 colegios 74 Crear Construir un Centro de Salud con especialidades en la zona de Méndez Álvaro 80 Crear másde zonas verdes, ajardinamientos y plantación árboles Apertura nuevas paradas de cercanías RENFE odede Metro en zona Paseo 70 74 Construir un Centro de Saludzona con Pza. especialidades la zona de Méndez Álvaro Imperial-Ronda de Segovia, Peñuelas yen zona Planetario 70 Apertura de nuevas paradas de cercanías RENFE o de Metro en zona Paseo 70 Reordenar y reducir el tráfico Imperial-Ronda de Segovia, zona Pza. Peñuelas y zona Planetario 65 Crear más instalaciones deportivas 70 y reducir el tráfico 63 Reordenar Más transporte público 65 más deportivas 59 Crear Control de instalaciones la contaminación acústica 63 transporte público 43 Más Mejorar la calidad del aire 59 de la contaminación acústica 40 Control Crear Escuelas Infantiles 43 la calidad aire 40 Mejorar Crear Institutos de del Secundaria 40 Escuelas Infantilesde paso de los autobuses de la EMT 30 Crear Aumentar la frecuencia 40 Crear Institutos de Secundaria 30 Aumentar la frecuencia de paso de los autobuses de la EMT
retiro
sol
matadero
fig.7 schema flussi turista. principe pío
atocha TABLA II. Principales necesidades del Distrito Usera. II. Principales necesidades del Distrito Usera. NºTABLA de veces Necesidad citada Nº de veces Necesidad 120 Incrementar la vigilancia policial y la seguridad ciudadana citada 78 Creación de nuevas estaciones de Metro 120 Incrementar vigilancia policial y la seguridad ciudadana 52 Aumentar la la limpieza viaria 78 Creación Creación de de más nuevas estaciones de Metro 48 centros educativos, especialmente escuelas infantiles y primaria 52 Aumentar la limpieza viaria 34 Mejorar el servicio de transporte público, 48 Creación decuenta más centros educativos, escuelas infantiles y primaria teniendo en la conexión con elespecialmente centro de la ciudad Mejorar el servicio de transporte público, 29 Mejorar la educación y formación ciudadana 34 teniendodeenlacuenta la conexión con ellas centro deylaaceras, ciudad Mejora vía pública, arreglando calles 26 29 mejorando Mejorar la educación y formación ciudadana el alumbrado y asfaltado, y conservando las infraestructuras Mejora de el la número vía pública, arreglando las calles y aceras,deportivos 15 Aumentar de instalaciones y equipamientos 26 mejorando el y conservando las infraestructuras 15 Promoción dealumbrado comercios yy asfaltado, supermercados 15 Creación Aumentarde el nuevas númerozonas de instalaciones y equipamientos 14 verdes y parques infantiles deportivos 15 Mejora Promoción de comercios y supermercados 13 del servicio de autobuses urbanos, tanto diurnos como nocturnos 14 Crear Creación de nuevas zonas verdes ylos parques infantiles 12 centros culturales y ampliar existentes 13 Promover Mejora delyservicio tanto diurnos como 11 mejorarde la autobuses integraciónurbanos, social, principalmente de losnocturnos inmigrantes 12 Promoción Crear centros culturales yyampliar existentes 11 sociocultural mejora los de las actividades culturales 11 Crear Promover y mejorar integración 11 nuevos centroslapara la tercerasocial, edad principalmente de los inmigrantes 11 Promoción sociocultural y mejora de las actividades culturales 11 Crear nuevos centros para la tercera edad
tab.6 tabelle delle consulte distrettuali, agenda 21. Fonte: Informe de resultados de la consulta pública sobre el Plan de Accíon de la Agenda 21.
legazpi
fig.8 schema flussi lavoratore.
20 min
fig.9 schema flussi residente. 198
4.2 Sistema urbano lungo gli assi di Madrid Sur
Trame e centralità
199
Parallelamente alle indagini socio-economiche occorre investigare la parte “tangibile” della zona di Madrid Sur. Pertanto attraverso l’analisi urbana sarà possibile capire i punti di debolezza e le opportunità da ottimizzare. La forma urbis di Madrid ha permesso di identificare l’orditura del sistema della zona sud; due assi principali, il Paseo del Prado-Delicias e l’asse M-Río che costeggia il Manzanares. I due tracciati appartengono a trame urbane disomogenee, ognuna con un tessuto edilizio differente. (fig.1) L’asse nord-sud del Paseo del Prado-Delicias connette la minuta ed irregolare trama medievale del centro storico, con quella regolare dell’ampliamento. In particolare il Paseo de las Delicias presenta lotti molto grandi, ex aree industriali oggi trasformate in residenziale a più blocchi con grandi corti interne, legate alla dimensione del lotto originario. L’asse est-ovest di M-Río lungo tutto il suo tracciato è caratterizzato da diverse tipologie di tessuto edilizio. Questo perché i distretti del Manzanares hanno avuto periodi di sviluppo differente e, specialmente i terreni ai margini del fiume, sono sempre stati in continua trasformazione, come lo sono tutt’oggi. Da notare sono i grandi blocchi che seguono la sinuosa andatura del fiume e creano un profilo definito e rigido. L’obiettivo sarà ricucire questi tessuti diversi nella struttura, ma soprattutto nel tipo di popolazione che li abita. I due assi dovranno essere visti come lo spazio collettivo, il melting pot sociale; il luogo di commistione e scambio tra le trame contigue. Per creare tale commistione
fig.1 schema tessuto edilizio degli assi principali di madrid sur. 200
fig.2 schema dei flussi dei passeggeri. Dati di riferimento per elaborazione grafica: Dati statistici Metro, 2017, <www.metromadrid.es>.
reti strutturanti
201
occorre stabilire una rete di centralità comuni, alcune già presenti nel sistema urbano altre da potenziare o creare. I nodi principali di questa rete sono le stazioni intermodali della mobilità pubblica, dalle quali partono i maggiori flussi verso attrattori urbani emblematici, dunque verso altre centralità. La stazione di Legazpi è lo snodo tra i due tracciati ed è elemento da ripensare per la sua configurazione spaziale e di mobilità, non avendo oggi la stessa potenzialità delle altre stazioni . (fig.3) Bisogna però evidenziare cosa si intende per centralità, poiché può essere vari luoghi; da un importante snodo della mobilità ad un attrattore urbano a carattere simbolico, fino allo spazio delle attività economiche. Ciò che esprime e consolida una centralità è il comportamento e la relazione dei fruitori con tale spazio; sono essi che possono attribuire valore ai luoghi urbani, ritrovandoci le espressioni della propria comunità, delle proprie testimonianze, del proprio vivere civile. Dunque, i due assi principali di Madrid Sur per essere spazio collettivo e d’unione tra le varie situazioni socio-territoriali che li circondano, devono essere caratterizzati da una rete di centralità che incentivano il loro uso pubblico. Queste, pur presentandosi come punteggiatura all’interno della grammatica della città, stabiliscono relazioni sociali e spaziali che come vedremo dovranno essere ripensate per la zona presa in esame. Per identificare e ricostruire la trama di centralità, al fine di ipotizzarne di nuove, serve guardare alla complessità dei sistemi che compongono la zona di Madrid Sur. Sicuramente ogni centralità deve avere una buona accessibilità ed un’equilibrata mescolanza di attività economiche e sociali. Inoltre, ad oggi, diventa necessario sviluppare nell’opinione pubblica una conoscenza e una coscienza sostenibile del vivere la città, promuovendo nuove pratiche urbane. I sistemi su cui si potrebbe attuare sono: quello infrastrutturale, la rete ambientale e quella delle attività e servizi.
fig.3 schema distanze tra centralitĂ degli assi principali di madrid sur. 202
LEGENDA Asse Carrabile Asse Ciclo-pedonale Possibile estensione Fermata Metropolitana Capolinea Autobus Fermata Cercanías
203
Nel sistema infrastrutturale occorre guardare all’efficienza ed al miglioramento della mobilità pubblica, e dei percorsi ciclo-pedonali. Dunque è indispensabile definire concretamente la loro qualità e continuità nell’area, permettano ai cittadini di muoversi in tranquillità e in totale sicurezza senza dover utilizzare trasporti per percorrere brevi distanze. Osservando i due assi principali di Madrid Sur, netta è la differenza tra il tipo di pedonalità lungo l’asse M-Río e quello del Paseo del PradoDelicias. (fig.4) Il pedone lungo il primo tracciato segue il Manzanares e si ritrova distante dalla strada, percorrendo il nuovo parco che occupa il tracciato sotterraneo della M-30. In alcuni punti ancora sono presenti discontinuità, ma numerose sono state le connessioni introdotte per facilitare la permeabilità tra i distretti situati sulle due sponde del fiume. Sono stati disposti 33 passaggi, tra i quali ci sono ponti di nuova creazione che per la loro singolarità costituiscono icone urbane. Differentemente l’altro asse presenta un ampio viale pedonale lungo il Paseo del Prado, contiguo alla strada. Tale paseo prosegue in direzione dell’ingresso al parco del Retiro, ma dalla Glorieta de Atocha fino a Legazpi non c’è nessun tipo di facilitazione per il pedone. Qui, i veicoli a motori sono i protagonisti; questa forte carenza è sicuramente uno dei motivi che hanno portato questo asse a rimanere anonimo e disconnesso agli altri due tratti. Occorre frenare il degrado ambientale dell’asse, recuperando lo spazio per il pedone e diminuendo la pressione del traffico verso il centro. La rete pedonale è accompagnata dal sistema ambientale, costituito da una sequenza di grandi zone verdi, ma anche di spazi frammentati e discontinui di più piccole dimensioni che molto spesso non hanno una loro valenza all’interno della trama urbana. (fig.5) Restituire continuità e rilevanza allo spazio urbano “verde” è sicuramente un’operazione interconnessa con la gestione del sistema della mobilità ciclo-pedonale. È necessario individuare un possibile legame funzionale e spaziale tra
fig.4 sistema infrastrutturale degli assi principali di madrid sur.
204
LEGENDA Viale alberato Possibile corridoio ambientale Area verde pubblica Area dismessa 205
le varie porzioni disconnesse, molte delle quali sono caratterizzate da una qualità specifica; inoltre terreni senza un ruolo chiaro nel tessuto, potranno essere recuperati per ristabilire una continua fruizione dello spazio pubblico legato al sistema ambientale. Nell’analisi dell’assetto molto spesso sono i viali alberati gli elementi visuali che creano una trama tra le porzioni verdi della città. Osservando l’asse del Manzanares, si nota come è stata iniziata una importante ricucitura tra i differenti parchi limitrofi, con la realizzazione del Parque Madrid Río, che si sviluppa lungo il fiume e connette Casa de Campo a nord con i parchi pubblici dell’area periferica a sud del Manzanares: San Isidro, Emperatriz Maria de Austria, Parque de Comillas, Parque de Pradolongo, Parque Lineal del Manzanares. Lungo l’asse del Paseo del Prado-Delicias ci sono piccole aree verdi ad eccezione del grande parco del Retiro. Importante è la presenza del viale alberato che costeggia tutto l’asse; nel tratto a nord ha il carattere di un salone urbano, con un’ampia zona pavimentata protetta dalle grandi alberature. Nel tratto sud, invece, si denota la necessità di un riequilibrio degli spazi verdi progettati, cercando di ottenere maggiore permeabilità pedonale nel tessuto e migliori condizioni di salubrità dello spazio urbano, al fine di non essere esclusivamente terreno di passaggio dei flussi di traffico tra centro e periferia. In questa zona, incrementare i luoghi di permanenza è un’opportunità per aumentare l’inclusione sociale e mobilitare i cittadini a rianimare lo spazio pubblico. Sono state individuate nell’analisi del sistema ambientale molte aree vulnerabili, che potrebbero trasformarsi in un vero e proprio vantaggio, all’interno dell’armatura insediativa, presenti lungo l’asse M-Río. Alcune aree degradate, per il loro elevato valore posizionale non solo potrebbero riordinare il sistema ambientale, bensì creare nuove centralità capaci di distribuire una serie di polarità aggregative lungo gli assi. Per di più, per programmare nuovi spazi pubblici, è importante conoscere il sistema delle attività che contraddistinguono
fig.5 rete ambientale degli assi principali di madrid sur. 206
Ejes Terciarios
• Bravo Murillo • López de Hoyos • Clara del Rey • Cartagena • Alcalá • Sepúlveda • Puerto de Canfranc • De la Oca • Nuestra S.ra de Valvanera • Puerto Pajares • Martínez de la Riva • Alberto Palacios • Avda. Ciudad de Barcelona • Avda. Albufera • Príncipe de Vergara • Méndez Alvaro • Avda. de Entrevías • Avda. de San Diego • Avda. Monte Igueldo • Camino Vinateros • Avda. Moratalaz 1 • Paseo de Extremadura 2 • General Ricardos 3 • Antonio López 4 • Marcelo Usera 5 • Avda. de Córdoba tab.7
LEGENDA lineare
puntuale
207
Residenziale Culturale Commerciale Asse terziario PGOUM Possibile nuovo uso Struttura sportiva municipale Centro Commerciale Servizio socio-culturale
gli assi, al fine di stabilire quali nuove funzioni sarebbero utili per la strategia da pianificare. • Bravo Murillo Conde de Serrallo-Glorieta Per questa ragione è stata effettuata l’analisi delle •attività fronte López desul Hoyos Príncipe de Vergara-Clar • Clara del Rey Padre Xifré-López de Hoyos strada di M-Río e del Paseo del Prado-Delicias. Dalla•lettura elaborata è Cartagena Avda. de América-Francisco Sil • Alcalácommerciale Santa Leonor-Pza. Manuel Becerra possibile identificare, le funzioni distinte tra residenziale, • Sepúlveda Pradales-Costanílla de los Olivo e culturale-istituzionale. (fig.6) La differenza di tipologia è evidente • Puerto de Canfranctra Sierra Toledana-Avda. • Oca Glorieta Ejército-Gral. Ricardos le attività ai margini del fiume e quelle dell’asse nord-sud; allo del stesso • Ntra. Sra. de Valvanera Vía Carpetana-Pza tempo per ogni tracciato si nota l’assenza di continuità di una Userastessa Rafaela Ybarra-Pte. de And 4 • Marcelo • Puerto Pajares Martínez de la Riva-Avda. categoria. Il Paseo del Prado ha un carattere culturale-istituzionale, • Martínez de la Riva Santa Julia-Puerto Arb • Alberto Palacios Encarnación del Pino-Pza difatti è considerato il polo culturale di Madrid, dove si concentrano • Paseo de Extremadura Alfonso Cea-Puente 1 i musei più importanti della città e gallerie d’arte. Viceversa suo del Marqués de V Ricardos ilGlorieta 2 • Gral. • Paseo Quince de Mayo Julián González-G prolungamento a sud, il Paseo de las Delicias, non ha unLópez carattere Glorieta Marqués de Vadil 3 •• Antonio Ciudadattività de Barcelona Dr. Esquerdopredominante, ma sono presenti lungo il fronteAvda. strada • Avda. Albufera M-30-Avda. de Buenos Ai economiche utili per la vita del quartiere. Questo però non permette • Príncipe de Vergaradi Francisco Silvela-Pza. • Méndez Glorieta Carlos V-M-3ü classificarlo tra gli Ejes Terciarios delle norme urbanistiche delAlvaro PGOUM 5 • Avda. de Córdoba desde el inicio y su pro Avda. de Entrevías desde ‘97. (tab.7) I margini del Manzanares si alternano •tra residenziale e el inicio hasta la • Avda. de San Diego Avda. Monte Igueldo commerciale; anche se molti dei locali commerciali sono in disuso. NonAvda. de la Albufera • Avda. Monte Igueldo • Camino Diego de Valderrábano vi è una continuità tipologica, se non lungo alcuni viali che siVinateros diramano • Avda. Moratalaz Pza. del Corregidor Licen verso la periferia sud e costituiscono gli assi terziari distrettuali, come il Paseo de Extremadura, (1) Calle del General Ricardos (2) o Calle Usera. (4) Dunque ogni asse attrae un settore sociale differente, in base all’offerta di attività economiche situate nella zona; come visto nell’analisi socioeconomica la zona del Paseo del Prado è relazionata fortemente al suo prolungamento nord della Castellana, attraendo un settore sociale di reddito alto, poiché sono presenti molti stabilimenti di produzione del capitale od istituzioni. In conclusione questi tre sistemi sovrapposti chiarificano lo stato di fatto degli assi principali di Madrid Sur, connotando l’assenza di una linea guida chiara per i due tracciati, che si ripercuote sull’intero contesto cittadino. Bisogna pur dire che, osservando oltre alle attività economiche anche i principali servizi offerti nella zona, si è notata una
fig.6 sistema delle attivitĂ degli assi principali di madrid sur. 208
cospicua concentrazione di strutture sportive lungo l’asse di M-Río. Questo ci fa capire che il parco lineare lungo il fiume è sfruttato per attività sportive di ogni genere, ma è anche spazio di ozio per i cittadini essendo luogo di connessione pedonale tra i distretti circostanti. Seguire questa direzione porterebbe a potenziare queste sue risorse, diminuendo la debolezza di essere ancora considerato un limite, luogo confinato dal centro storico. Il Paseo del Prado-Delicias è sicuramente un’asse discontinuo nel suo carattere, come nella sua trama che si spezza nella Glorieta di Atocha. Il tratto nord ha un valore ben chiaro nella città, come è stato già accennato, è il centro della cultura istituzionale della città; mentre il tratto sud che arriva fino al Manzanares non presenta alcuna peculiarità se non quella di essere spazio pubblico per il quartiere di medio-basso ceto, paragonato al suo prolungamento nord.
opportunità strategiche
209
L’analisi delle reti strutturanti ha individuato, lungo i due assi, macro aree, ognuna con le sue risorse, criticità, e finalità per rigenerare il tessuto urbano e sociale. Per questo motivo l’obiettivo strategico generale è quello di creare una rete di centralità ed eccentricità, in modo tale da ripristinare una continuità fisica tra le componenti morfologiche, ma anche una continuità d’uso tra le attività. Oltre a potenziare l’installazione di un mix di centralità, proposito è anche la correzione della disfunzione della maglia viaria pedonale per evitare l’isolamento o l’inutilizzo di alcune zone. Le centralità individuate sono quei luoghi rappresentativi, simbolici o rilevanti per le loro funzioni, che costituiscono i poli della rete che si dispiega lungo i grandi assi ordinatori di Madrid Sur. Invece sono individuate delle polarità attrattive esterne all’area, le eccentricità, alle quali è possibile agganciarsi per la generazione di un sistema gerarchico di percorsi. Per questa organizzazione del sistema, si fa riferimento al
piano regolatore attuale di Madrid dove si propone un modello urbano policentrico, per diffondere attività di centralità verso la periferia come strumento fondamentale per ottenere il riequilibrio territoriale.1 Per la trasformazione del sud di Madrid la pianificazione strategica proposta integra la dimensione economica, sociale e spaziale, assumendo un’urbanizzazione di riqualificazione, invece che di tipo espansivo, guardando ad una città compatta e complessa. Proprio per questo, le aree residuali individuate nell’analisi precedente, acquisiscono nella strategia generale un nuovo ruolo, diventando parte dell’orditura della rete e dei nodi delle centralità. Si riutilizzano terreni obsoleti che, per le loro caratteristiche e posizioni, si potrebbero trasformare in punti ne vralgici, occasioni per il potenziamento dello spazio pubblico, della società e delle attività in cui è inserito. Ogni vuoto di opportunità avrà il suo ruolo, integrandosi con il sistema di centralità note e allo stesso tempo ottenendo una coesione con il tessuto sociale esistente, evitando fenomeni di gentrificazione. (fig.7) Precisamente queste aree si possono classificare in due categorie:
* I grandi lotti, che possono essere aree dismesse con edifici da riqualificare, come il caso del mercato
Legazpi, oppure aree libere, alcune delle quali precedentemente occupate da ex edifici industriali demoliti, come il lotto della fabbrica Mahou. Molte di queste superfici fanno parte dei Conjuntos de Renovación Urbana dei piani vigenti, prospettando già una funzione di centralità, ma anche di snodo tra periferia e centro.
* Le piccole aree residuali, che possono diventare luogo di mediazione tra le varie centralità. Interventi
puntuali ad una scala appropriata alle dimensioni del tessuto urbano circostante, che permettano di creare continuità nello spazio pubblico.
L’inserimento di elementi nodali nella maglia urbana è senza dubbio il motore di dinamiche di rigenerazione sociale e territoriale. Osservando lo schema strategico, le nuove centralità lungo l’asse M-Río diventano incubatori sociali, porte di relazione tra periferia ed almendra central, mentre l’asse del Paseo del Prado rimane intatto nel suo ruolo di polo culturale istituzionale. Ciò che nella struttura strategica ha un valore ancora poco chiaro è il tratto del Paseo de las Delicias. Qui sono state individuate alcune centralità, ma occorre approfondire la sua identità, vista l’importanza a livello metropolitano, poiché spazio pubblico di connessione del centro storico, Paseo del Prado, con M-Río e la periferia sud.
1
V. Evaluación del Plan General de 1997, Madrid, 2012. 210
1
4 2
LEGENDA Tracciato pedonale principale Connessione pedonale CentralitĂ periferica Landmark Patrimonio da riqualificare Area dismessa Asse terziario PGOUM Corridoio ambientale Parco pubblico Ambito strategico di valorizzazione urbana 1 Principe PĂo 2 Calle Toledo-Piramides 3 Legazpi 4 Atocha-Delicias 211
3
fig.7 proposta strategica degli assi principali di madrid sur.
fig.8 vista satellitare 2018, Fonte: GoogleZoom, <www. es.goolzoom.com>. 212
4.3 Area di progetto paseo de las delicias ed ex mercado legazpi
paseo de las delicias
2
1
1. Paseo de las Delicias (36.563) 2. Paseo S. María de la Cabeza (70.642) fig.1 schema intensità media del traffico di madrid. Fonte: Informe IMD, Area de Seguridad y Movilidad, 2014, <www.datos.madrid.es>. 213
Come già accennato, la macro area che è rilevante approfondire, è l’asse del Paseo de las Delicias. Questo tracciato è il più debole all’interno del sistema globale degli assi principali di Madrid Sur. Nella zona, l’assenza di funzioni definite e di spazi pubblici fruibili ha consentito la crescita del senso di disagio e degrado effettivo, percepito dai residenti dell’area. Per migliorare questa situazione si osservano le componenti strutturanti l’asse; dalla mobilità, agli spazi aperti, fino alle attività e servizi. Questi sistemi individueranno complessivamente le potenzialità e criticità dell’asse su cui poi continuare lo studio e le osservazioni per incontrare una strategia fattibile. Il Paseo de las Delicias è considerato a livello metropolitano una delle arterie di connessione della periferia con il centro, asse di scorrimento ad unico senso di marcia, dunque una delle porte d’entrata delle autovetture provenienti dal sud di Madrid. Il Paseo de Santa María de la Cabeza è il suo corrispettivo asse d’uscita dalla città; entrambi fanno parte della rete viaria primaria, classificati secondo l’intensità media del flusso giornaliero. (fig.1-2) La circuitazione del trasporto pubblico è ben pensata, articolata tra il servizio di superficie e quello della metro. Sono distribuite quattro stazioni lungo l’asse, di cui due ai suoi estremi, Atocha a nord e Legazpi al sud. La prima stazione ha un flusso di passeggeri notevoli, è la porta sud della città, poiché stazione intermodale tra metro, treno ed autobus; mentre la fermata metro di Legazpi è connessa con la stazione degli autobus urbani ed interurbani, della piazza. (fig.4) Parallelamente, il comune di Madrid ha disposto il servizio di biciclette, BiciMad, che prevede nei prossimi anni
CAB EZA E LA RÍA D
PASEO DE LAS DEL ICIAS
MA TA SAN EO PAS GA PRA DE PUE
NTE
fig.3 mappa percorsi ciclabili di madrid. Fonte: Guía Ciclista de Madrid, Ayuntamiento de Madrid, 2016, <www.infobicimadrid.es>.
DO
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A
.C
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L TA
LEGENDA Corsia e direzione flussi Corsia Ciclocalle 30Km LEGENDA Corsia preferenziale Bus-Taxi Corsia e direzione flussi Corsia Ciclocalle 30km Corsia in galleria Corsia preferenziale Bus-Taxi Corsia in Galleria Nodo stradale. Glorieta Nodo Stradale. Glorieta
fig.2 carrabilità e direzione dei flussi stradali. 214
LEGENDA sistema della mobilità
Fermata Metropolitana Fermata Cercanías Capolinea Autobus Fermata Autobus Apara-Bicis Stazione BiciMad Stazione futura BiciMad Asse Ferroviario Rete Ciclabile Rete Viaria
rete degli spazi aperti
Piazza Verde pubblico Area dismessa Patio privato Uso indesiderato Limite corte Filare alberi
215
un’implementazione di ulteriori stazioni lungo l’asse. L’interesse da parte dell’Ayuntamiento di creare una rete che promuova la mobilità ciclabile, dovrà però essere affiancata da un progetto che preveda un percorso ciclabile lungo il paseo, attualmente non presente. Questo percorso sarà parte integrante del sistema degli spazi aperti della zona, infatti sono presenti già corsie ciclabili nei nuovi parchi del distretto o lungo il Passillo Verde. Il Paseo de las Delicias non ha nessun contatto diretto con le ampie zone verdi, infatti andrebbe migliorata la sua connessione con il parco Tierno Galván e con il parco lineare M-Río. Il primo, anche se immerso nel nuovo tessuto residenziale di Legazpi, non offre una buona integrazione poiché, costeggiato dalla rete ferroviaria, barriera limite lungo il fronte occidentale. (fig.4) Osservando più specificatamente l’asse Delicias, si nota la presenza di ampi marciapiedi, ma il pedone rimane pur sempre “sottomesso” alla dimensione che occupano le vetture. (fig.6) Si potrebbe pensare ad ampliare lo spazio pedonale in alcuni punti per riuscire pian piano a raggiungere una limitazione del passaggio delle autovetture e una velocità inferiore di percorrenza, diminuendo anche l’inquinamento acustico. Infine nell’analisi della rete degli spazi aperti è stato deciso di includere anche le corti interne degli edifici prospicienti l’asse; i patii sono caratteristici del tessuto dell’area, poiché derivano dal processo di urbanizzazione dei grandi lotti che precedentemente erano occupati dalle industrie. Paradossalmente vi è una prevalenza di spazi privati in contrapposizione alla scarsità di spazi aperti pubblici. I patii oggi sono principalmente occupati dall’ampliamento edilizio, sfruttati in alcuni casi da autorimesse od altri tipi di servizi, ma sono anche corti interne non utilizzate dai residenti. Dunque individuando gli usi indesiderati, come autorimesse vuote o patii privi di uso, è possibile pianificare un ripristino, per essere ripensati come luoghi che possano offrire nuove attività collettive e pubbliche.
1:15.000
100 m
300 m
600 m
fig.4 sistema della mobilitĂ e degli spazi aperti del paseo de las delicias. esploso assonometrico. 216
fig.5 mappa della associazioni del distretto arganzuela Fonte: MapaGuía de recursos Arganzuela, Google My Maps.
LEGENDA
servizi socio-economici locali
Centro Socio-culturale Servizio Scolastico Servizio Sportivo Mercato Chiesa Associazione Ristorazione Attività settore Alimentare Locale Vuoto Servizio Locale Principale
217
Come visto nello studio delle attività principali lungo l’asse Paseo del Prado-Delicias, questo tratto è caratterizzato dall’uso prevalentemente commerciale di quartiere; non presenta perciò, nessuna caratteristica rilevante a livello città. Quindi si è cercato di guardare all’identità dei servizi dell’area; essa è caratterizzata da un’alta densità di strutture scolastiche, ma anche d’incontro sociale come chiese e centri ricreativi. La lettura del contesto sociale effettuata nel paragrafo 1 ha catalogato Arganzuela come un distretto con uno stato socioeconomico medio-basso, una percentuale elevata di giovani nuclei familiari, anche stranieri, e la presenza di numerosi ragazzi e bambini. Dunque importanti sono le attività che ruotano attorno a questo tipo di utenza. Tutte queste informazioni, correlate all’esperienza diretta, hanno aiutato a capire che ciò che andrebbe indagato è qualcosa di più profondo di quello che mostrano le vetrine della via. I servizi commerciali a colpo d’occhio più attivi, spaziano dal fruttivendolo o supermercato, all’agenzia immobiliare, fino alle banche, nulla a che vedere con l’identità del luogo, se non con le sue necessità primarie. Pertanto si è deciso di fare una ricerca mirata alle iniziative cittadine e alle associazioni presenti nella zona,1 per capire se dietro a questa facciata inerte non ci sia un’anima attiva e partecipativa alla vita del quartiere. È stato riscontrato che lungo il Paseo de las Delicias si concentra la maggior parte delle attività associative del distretto. (fig.5-7) Le tipologie più diffuse riguardano la cultura, il supporto alle microimprese, l’integrazione sociale e l’assistenza alle famiglie degli studenti, relazionata alle numerose scuole della zona. Ognuna di queste associazioni ha come obiettivo comune mantenere vive le relazioni tra gli abitanti del quartiere, ciascuna seguendo le sue tematiche. L’interesse per il proprio barrio è vivo, ed è questo lo spirito d’identità del Paseo de las Delicias che andrebbe alimentato nella strategia finale. 1
V. Ayuntamiento de Madrid, tabelle statistiche del Asociacionismo, 2017.
6m
2m
15 m
2m 5m
30 m
fig.6 sezione trasversale paseo de las delicias. scala 1:500
1:15.000
100 m
300 m
600 m
fig.7 sistema dei servizi ed attivitĂ locali del paseo de las delicias. esploso assonometrico. 218
Particolarmente interessate al miglioramento urbanistico della zona sono tre associazioni che operano per la valorizzazione del distretto: Espacio Vecinal Arganzuela EVA,2 Asociación de Vecinos Nudo Sur3 e Círculo Madrileño Ferroviario.4 Il loro forte interesse per la salvaguardia dell’identità urbana della zona, nasce proprio dal fatto che, come visto nell’analisi storica, Arganzuela era un quartiere operaio, e molti edifici sono considerati oggi patrimonio architettonico dello sviluppo industriale del XX secolo. L’area ha subito con il tempo numerose demolizioni di ex industrie od edifici abbandonati, anche in anni recenti, che hanno cancellato la storia del luogo per essere riscritta completamente, con nuove tipologie edilizie non adatte alla classe sociale della zona. Da ciò è iniziata una omologazione dell’area al resto del tessuto della città moderna; pertanto gli abitanti cercano fortemente di difendere ciò che del loro patrimonio ancora permane intatto e che ha bisogno di essere protetto e recuperato. Lo schema degli elementi tutelati, (fig.8) secondo il planeamiento urbanístico,5 considera alcuni edifici residenziali lungo il Paseo de las Delicias sotto protezione strutturale o protezione parziale della facciata. Oltre agli edifici anche spazi liberi come la piazza Luca de Tena vengono classificati come luoghi tutelati. Mentre gli elementi singolari, di rilevanza storico-architettonica, vengono inseriti nella categoria BIC Bienes de Interés Cultural; spicca tra questi la ex stazione ferroviaria di Delicias. Per ogni elemento inoltre si specifica il livello della condizione di degrado che ci permette di individuare gli elementi con maggior rischio e dunque quelli che prioritariamente andrebbero recuperati in una strategia a fasi di sviluppo. Come conclusione delle analisi urbane dell’asse, sono state individuate le risorse e criticità, (fig.9) che dovrebbero essere considerate unitariamente, visto che le criticità strategicamente andrebbero trasformate in opportunità di riscatto, per invertire la situazione di svantaggio rispetto ai quartieri centrali della città, più vitali. Inoltre, tali opportunità sarebbero rafforzate dalle effettive potenzialità del tracciato: la posizione strategica, a metà strada tra periferia e centro, e la mobilità che sembra sufficientemente consistente in un’ottica di fruibilità futura. Sicuramente i diversi spazi vuoti, in disuso o mal gestiti, sono elementi di criticità puntuale che potranno 2
Espacio Vecinal Arganzuela, associazione di quartiere che propone differenti attività di partecipazione cittadina per rimpossessarsi dell’ex Mercado Legazpi, <www.evarganzuela.org>.
3
Asociación de Vecinos Nudo Sur, associazione di quartiere che dibatte sulle nuove trasformazioni del distretto, <www.afectadosnudosur.com>.
4
Círculo Madrileño Ferroviario, associazione culturale per il mantenimento e gestione del patrimonio architettonico dell’ex stazione ferroviaria di Delicias, <www.cimaf.es>.
5
Sistema de Información Geográfica de Urbanismo, Planeamiento urbanístico, Catálogo de Edificios, 2018.
219
1 elementi singolari BIC: Bienes de Interes Culturales 1 Ex Hospital General (Museo R.Sofía) 2 Stazione Atocha 3 Ex Fabbrica El Águila Cerveza (Biblioteca Regionale) 4 Ex Stazione Delicias
2
3 4
fig.8 schema edifici tutelati e grado di protezione. Fonte: Catálogo de Edificios, Planeamiento Urbanistico.
elementi tutelati: protezione parziale o strutturale 220
essere inseriti come proposte future per la riqualificazione dell’asse; contemporaneamente si è suddiviso il paseo in fasce di predominanza di un’attività o utenza, in base alla densità dei servizi svolti. Pertanto ogni fascia avrà la sua potenzialità che potrà essere sfruttata nella strategia per rafforzare l’identità del luogo. Tutte le attività presenti nella parte centrale dell’asse sono fortemente relazionate al quartiere: i servizi e le numerose associazioni. Invece nelle due zone estreme dell’asse, le attività presenti si relazionano maggiormente con ciò che è il tessuto urbano adiacente; come la concentrazione di attività di ristorazione nella parte nord dell’asse, a contatto con la stazione di Atocha e l’area turistico-culturale del Paseo del Prado. Queste qualità del Paseo de las Delicias saranno materiale per una proposta strategica preliminare che individuerà gli obiettivi dalle osservazioni storiche ed urbane, effettuate in questi capitoli.
mercado legazpi
221
Nel termine sud del Paseo de las Delicias è stata individuata la Plaza Legazpi come possibile centralità per il sistema di Madrid Sur, insieme all’edificio abbandonato che si affaccia su questa: l’ex Mercado de Frutas y Verduras. Attualmente la piazza supporta una grande quantità di traffico stradale, insieme al passaggio di 26 linee di autobus urbano e interurbano, che condizionano fortemente la percezione della piazza. (fig.12) Le fermate degli autobus costituiscono una barriera costante con il resto degli elementi della piazza, poiché sono presenti ad ogni angolo, in special modo davanti al mercato, con il piazzale dei capolinea. (fig.15) Questo crea una barriera visiva, che non permette di percepire la presenza del mercato provenendo dal Paseo de las Delicias. L’edificio che occupa il lotto triangolare, era stato infatti progettato con il vertice nord proprio in direzione dell’asse Delicias, la sua entrata dalla piazza era stata pensata con questo forte allineamento; il riferimento visuale diretto, oggi si è perso totalmente, nascosto dal traffico veicolare.
LEGENDA risorse
Fermata Metropolitana Associazione principale Centralità turistico-culturale nº Centralità Locale
criticità
Barriera Area Dismessa Uso Indesiderato
Centralità Locali: 1 Teatro Circo Price 2 Collegio e Parrocchia Atocha 3 Scuola Municipale di Musica 4 Collegio Menéndez Pelayo 5 Mercato S. María de la Cabeza 6 Centro Culturale Arganzuela 7 Biblioteca Regionale 8 Collegio N.a S.a de las Delicias 9 Centro Culturale Casa del Reloj 10 Mercato de Osma 11 Collegio Miguel de Unamuno 12 Polideportivo Arganzuela
fig.9 schema risorse e criticità del paseo de las delicias. 222
PLAZA MAYOR 10.000 m2
STADIO BERNABÉU 7.150 m2
MERCATO LEGAZPI 6.938 m2
PLAZA REINA SOFÍA 5.000 m2
PLAZA 2 DE MAYO 4.800 m2
PLAZA DE LA CEBADA 2.500 m2 fig.10 confronto tra aree luoghi iconici madrid. 223
L’edificio alto solo un piano scompare anche per l’enorme scala della piazza, di 125 m di diametro, che riduce tutte le proporzioni degli elementi presenti; come la scultura di Pegaso, che si perde all’interno della glorieta centrale. Questo effetto è prodotto dalla mancanza di una scala adeguata degli edifici che configurano la facciata della piazza, profondamente destrutturata. (fig.18) Il distributore di benzina ad angolo con il Paseo de las Delicias, ed il deposito d’acqua del Matadero, sono gli unici fuochi d’attrazione visuale, anche se nel caso del distributore si genera un impatto negativo, poiché elemento inappropriato per l’area. (fig.16-17) Arrivando dall’asse Delicias non si ha una quinta urbana di fronte a sé; contrariamente guardando la piazza dalla parte opposta, verso il paseo, una serie di edifici residenziali accompagnano con le loro alte facciate l’andamento circolare della piazza. Il Mercado Legazpi è un edificio che racchiude al suo interno un grande patio. Confrontando la sua dimensione con quella di differenti spazi aperti, iconici per Madrid, si nota come la proporzione di questo luogo ha un’importanza urbana rilevante. È sicuramente una superficie più piccola della Plaza Mayor e del campo dello Stadio Bernabéu, ma non di molto, infatti con i suoi 6.938 m2 supera le dimensioni della Plaza del Reina Sofía, della Plaza Dos de Mayo o di quella del Mercado de la Cebada. (fig.10) Proprio per questo potrebbe essere considerata come la vera Plaza Legazpi, visto che lo spazio antistante è oggi più una glorieta per la circolazione dei veicoli che una piazza per il pedone. Il mercato di Legazpi, costruito alle spalle del fiume, è quasi impassibile ai cambiamenti che, dalla sua costruzione, si sono prodotti lungo il Río Manzanares; proprio per questo oggi si trova in una critica relazione con esso. (fig.11) La sua facciata statica e modulare è chiusa a qualsiasi rapporto con il parco di M-Río; questo nuovo vincolo andrebbe sfruttato per aprire lo spazio centrale del mercato al flusso pedonale che proviene dai margini del fiume e per creare un anello di congiunzione tra M-Río e Paseo de las Delicias. La facciata opposta, che dà sulla Plaza Legazpi è costituita da due avancorpi bassi che potrebbero essere
fig.12 schema flussi del traffico, nodo legazpi.
LEGENDA
Fermata Metropolitana Capolinea Autobus Fermata Autobus Accesso attuale Accesso possibile Quinta urbana P.Legazpi Filare alberi Area dismessa Uso indesiderato
fig.11 analisi nodo legazpi, ex mercado de frutas y verduras. 224
interpretati come i bracci di raccolta dei flussi che provengono dal paseo. In ogni caso, l’ampia distanza tra il mercato e la glorieta potrebbe essere sfruttata per migliorare alcune situazioni irrisolte dell’area. (fig.14) Il fronte del mercato che guarda verso il Matadero, non ha nessuna relazione visiva diretta con il centro culturale, poiché rimane separato e vincolato fortemente al Vado de Santa Catalina, importante ponte viario di connessione tra la periferia ed il centro. È una barriera tra Mercado e Matadero. Attualmente l’unica comunicazione spaziale è infatti quella che segue il parco del Manzanares passando al di sotto del ponte stradale. L’edificio del mercato viene progettato considerando questa circostanza, infatti la facciata su questo fronte ha un carattere residuale e di servizio al piano terra, mentre alla pianta superiore si risolve con l’accesso diretto dal Vado de Santa Catalina. Tutte queste osservazioni orientano verso la riqualificazione del Mercado Legazpi come spazio rappresentativo di giunzione tra i due assi, ma anche come polo d’interazione al limite tra periferia e centro.
fig.13 rosa delle distanze del mercato. Cerchio di distanza +1 km. 225
fig.14 plastico di studio mercado legazpi. 226
fig.15 barriera visiva per il mercato: capolinea autobus.
PASEO DE LAS DELICIAS
CALLE MAESTRO ARBÓS
CALLE MANUEL ALEXAINDRE CALLE BOLÍVAR
PASEO MOLINO
quinta urbana fig.18 facciata della glorieta legazpi.
227
capolinea autobus
fig.16 fuoco visivo: scultura pegaso e serbatoio matadero.
fig.17 elmento perturbante: distributore.
PASEO DE LA CHOPERA VADO DE SANTA CATALINA
MERCADO DE FRUTAS Y VERDURAS
serbatoio Matadero
stazione di servizio
228
05 5.1 sistem a di ricerca ed innova zione nell a Comunita` di M adrid
_Horizonte 2020 e I+D+i _Sistema territoriale degli istituti di ricerca
5.2 Scienz a dellâ&#x20AC;&#x2122; alimenta zione: tr aguardo sociale nell a metropoli at tuale
_Localizzazione centri dâ&#x20AC;&#x2122;innovazione _Innovazione ed informazione collettiva
spagna e innova zione il sistem a i+d+i
Nelle pagine che seguono viene illustrato sinteticamente il sistema di ricerca e innovazione nella Comunità di Madrid, propedeutico all’elaborazione della proposta progettuale. Seguendo le riflessioni dei capitoli precedenti, è apparso interessante approfondire tale sistema di innovazione, così da tratteggiare una possibile strategia per lo sviluppo socio-economico della zona sud dell’almendra central, ma anche della stessa metropoli. Partendo dall’individuazione dei vari centri di ricerca nella metropoli, si arriverà ad approfondire il tema della tecnologia agroalimentare, poiché si tratta di un settore che guarda alla quotidianità di tutti e che potrebbe quindi coinvolgere attivamente la società. informe cotec, Fundación Cotec para la innovación, 2016. Fonte: <www.cotec.es>.
“
La innovación se genera y se aplica en cualquier circunstancia y en cualquier lugar.*
*Felipe VI, Congresso COTEC 2016.
«L’innovazione si genera e si applica in qualsiasi circostanza e in qualsiasi luogo.»
5.1 sistemA DI RICERCA ED INNOVAZIONE NELLA COMUNITÀ DI MADRID
La Spagna negli ultimi anni sta tornando a considerare di investire nella ricerca scientifica, con una strategia volta ad avvicinarsi agli obiettivi perseguiti dalla Unione Europea in materia di innovazione e sviluppo. L’ultimo programma presentato dalla comunità europea, Horizonte 2020,1 si concentra su tre settori chiave: eccellenza scientifica, leadership industriale e sfide per la società. L’obiettivo è assicurare che l’Europa produca una scienza e tecnologia di classe mondiale. Prevede inoltre che il finanziamento delle attività di ricerca e innovazione si orienti a sostenere progetti di carattere trasversale e multidisciplinare, nei quali possano partecipare agenti pubblici e/o privati, che avvicineranno i risultati della ricerca e dello sviluppo 400 all’economia di mercato. Fino al 2008 gli investimenti spagnoli nell’innovazione350crescevano a un ritmo notevolmente superiore a quello dei paesi vicini. Con la crisi 300 economica, i tagli alle spese pubbliche e la caduta degli investimenti 400 250 privati ridussero del 6 % le spese per lo sviluppo scientifico, mentre 350 nelle altre nazioni aumentavano. Negli ultimi anni si avverte una 200 leggera crescita nella produzione scientifico-tencologica, anche se con 300 150 2 livelli di investimento inferiori al periodo precedente al 2008. (fig.1) 250
100
200
1 2
V. Horizon 2020, < https://ec.europa.eu/programmes/horizon2020>. 150
Horizonte 2020 I+D+i
400
Gasto total e
350
Fonte: COTEC 300
UE28
REINO UN
250
POLONIA
200
Gasto total en I+D en España, UE28
150
Fonte: COTEC 2016
ITALIA
FRANCIA
UE28
100 50 Gasto
ESPAÑA
REINO UNIDO
total en I+D en España, UE28 y países seleccionad POLONIA
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Fonte: COTEC 2016
ITALIA
UE28
ALEMANIA
REINO UNIDO
FRANCIA
POLONIA
ESPAÑA
ITALIA
50
ALEMANIA fig.1 diagramma degli investimenti 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 totaliFRANCIA in i+d. Fonte: Informe
Cfr. Fundación Cotec para la innovación, Informe COTEC 2016: Innovación en España, 100 <http://cotec.es/pdfs/COTEC-informe-2016.pdf>. 50
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
ALEMANIA
COTEC
2016,
ESPAÑA
Fundación
Cotec.
232
I+D+i (Investigación, Desarrollo e innovación) 8,5 Tre parole su cui la Comunidad de Madrid, negli ultimi anni sta 90 9 8,5 8,4 8,4 8,1 8,2 7,9 7,6 7,7 80 8 investendo molto. . 7,4 Fonte: COTEC 2016 70 7 L’obiettivo è Madrid nella comunità locomotrice di tutta la NÚMERO DE PUBLICACIONEStrasformare ESPAÑOLAS 60 6 PORCENTAJE DEL TOTAL MUNDIAL Spagna riguardo alla ricerca e alla promozione della cultura scientifica, PORCENTAJE DEL TOTAL DE UE28 50 5 per generare, attrarre e trattenere ricercatori di talento. Inoltre c’è la 3,5 3,4 40 4 3,3 3,3 3,4 3,3 3,1 2,9 3,0 3,0 volontà di convertirla nel maggiore polo scientifico e tecnologico 30 3 del sud Europa. La Comunidad de Madrid fornisce un ambiente 20 2 favorevole per il progresso della I+D+i, tanto nell’ambiente scientifico 10 Producción científica española y porcentaje1 (% de presencia) en el total mundial y en la Unión Europea. e universitario come in quello produttivo. 0 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Insieme alla Cataluña e al País Vasco, è una delle regioni denominate . Fonte: COTEC 2016 centrali per sviluppare e produrre nel suo territorio quasi il 60 % delle NÚMERO DE PUBLICACIONES ESPAÑOLAS attività di ricerca e innovazione della nazione.3 PORCENTAJE DEL TOTAL MUNDIAL PORCENTAJE DEL TOTAL DE UE28 Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE), riguardo al tasso di investimenti totali rispetto al PIB4 delle fig.2 diagramma produzione scientifica spagnola. Fonte: Informe comunità, Madrid si trova al terzo posto, preceduta dal País Vasco e COTEC 2016, Fundación Cotec. dalla Comunidad de Navarra. (fig.3.1) Ha la stessa posizione in merito agli investimenti privati nel campo dell’I+D+i; (fig.3.2) mentre è situata al primo posto per essere la regione con le maggiori spese pubbliche nell’ambito dell’innovazione. (fig.3.3) Da ciò si può constatare che nel 2014 Madrid risultò aver diminuito gli investimenti privati nella ricerca, confrontando appunto i dati riferiti all’anno 2011, dove Madrid era la comunità autonoma con maggiore partecipazione nelle spese nazionali di I+D+i con 3.762,8 milioni di euro, che rappresentavano il 26,5% del totale nazionale. (tab.4) Allo stesso tempo, concentrava e tutt’oggi concentra, la maggior percentuale di personale dedicato a questo tipo di attività, 23,8% del totale regionale.
100
10
8,5
9 8 7 6 5
3,3
4
2 1 0 2014
% DE PRESENCIA
3
% DE PRESENCIA
10
MILES DE DOCUMENTOS
Producción científica española y porcentaje (% de presencia) en el total mundial y en la Unión Europea.
233
3
Ibid.
4
PIB, Producto Interno Bruto, tradotto: Prodotto Interno Lordo.
70%
Gasto total en I+D respecto al PIB de las CC.AA. 2008, 2013 y 2014. Fonte: Estadística de I+D. INE, COTEC 2016
Galicia 1,04 0,86 0,87
Asturias 0,97 0,86 0,80
Cantabria 1,01 0,91 0,83
País Vasco 1,98 2,09 2,03 La Rioja 1,01 0.79 0.91
Castilla León 1,27 0,99 0,98
spese totali I+d 2008 ESPAÑA 1,35 1,26 1,23
Navarra 1,94 1,79 1,75 Aragón 1,03 0,90 0,91
Extremadura 0,86 0,76 0,67
2014
Cataluña 1,62 1,50 1,47
Madrid 2,02 1,75 1,68 Comunidad Valenciana 1,05 1,02 1,02
Castilla La Mancha 0,72 0,53 0,51
2013
Baleares 0,36 0,33 0,32
Gasto público en I+D de las Comunidades Autónomas Murcia como porcentaje del PIB regional. Fonte: Estadística de I+D.
2010
Andalucía 1,03 1,04 INE, COTEC 1,03
Canarias 0,63 0,50 0,46
2013 2014
80%
100
90%
80%
60%
40%
0,86 0,84 0,86
2016
investimenti Privati
investimenti Pubblici
BALEARES CANARIAS CASTILLA-LA MANCHA EXTREMADURA ASTURIAS CANTABRIA MURCIA GALICIA LA RIOJA ARAGÓN CASTILLA Y LEÓN COM. VALENCIANA ANDALUCÍA ESPAÑA CATALUÑA MADRID NAVARRA PAÍS VASCO
MADRID ANDALUCÍA CATALUÑA COM. VALENCIANA ESPAÑA CANTABRIA NAVARRA EXTREMADURA PAÍS VASCO MURCIA CASTILLA Y LEÓN GALICIA LA RIOJA ASTURIAS ARAGÓN CANARIAS BALEARES CASTILLA-LA MANCHA
20%
Ga co
Fo
0
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
fig.3 grafici degli investimenti in i+d rispetto al pil. Fonte: Informe COTEC 2016, Fundación Cotec.
Porcentaje del gasto de I+D ejecutado por el sector privado en las CCAA 2008, 2013 y 2014.
234
ESTADÍSTICA DE I+D 2011
Resultados por Comunidades Autónomas GASTO EN I+D Personal en I+D en EJC: Gastos Contribución internos al gasto en Participación (miles de I+D nacional Total en el total euros) (%) personal nacional
Madrid, Comunidad de Cataluña Andalucía País Vasco Comunitat Valenciana Castilla y León Galicia Navarra, Comunidad Foral de Aragón Castilla - La Mancha Canarias Murcia, Región de Asturias, Principado de Extremadura Cantabria Balears, Illes Rioja, La Melilla Ceuta Total España
3.762.811 3.103.712 1.648.471 1.397.209 1.044.364 574.357 526.471 383.854 322.113 259.383 242.968 234.082 218.119 143.837 141.817 95.818 81.817 1.840 1.252 14.184.295
26,5% 21,9% 11,6% 9,9% 7,4% 4,0% 3,7% 2,7% 2,3% 1,8% 1,7% 1,7% 1,5% 1,0% 1,0% 0,7% 0,6% 0,0% 0,0% 100%
51.109 44.456 25.434 17.971 19.965 9.734 10.146 5.221 6.534 3.454 3.896 5.670 3.679 2.234 2.105 2.007 1.423 27 16 215.079
23,8% 20,7% 11,8% 8,4% 9,3% 4,5% 4,7% 2,4% 3,0% 1,6% 1,8% 2,6% 1,7% 1,0% 1,0% 0,9% 0,7% 0,0% 0,0% 100%
Fuente: Instituto Nacional de Estadística, 2013
tab.4 tabella dati sulla ricerca scientifica dell'anno 2011. Fonte: Indicadores del sistema español de ciencia, tecnología e innovación, ICONO, 2014. 235
Forte relazione con la ricerca universitaria
Buona rete di centri di investigazione
Grande appoggio alle PMI
Personale altamente qualificato
+ SISTEMA NAZIONALE D’INNOVAZIONE
_ Basso indice di produttività
Pochi investimenti in scienza e tecnologie Poca relazione con le società e il settore aziendale
236
Sistema territoriale istituti di ricerca
La Comunidad de Madrid conta un’ampia presenza di istituti di ricerca che formano parte del sistema regionale di I+D+i. Questi agenti, possono raggrupparsi nelle seguenti categorie: * Università pubbliche e private, istituti di ricerca e sviluppo. * Centri e istituti pubblici di proprietà statale. * Istituti di sviluppo della Comunità di Madrid, collaborazione pubblico-privata. * Parchi tecnologici e scientifici. La Comunidad de Madrid ha sei università pubbliche e nove private. In questo modo, la regione assicura l’esistenza di un flusso di capitale umano di qualità per il suo sviluppo economico. Concentra la maggior parte degli istituti nella Ciudad Universitaria, fenomeno che si sviluppò nella prima metà del XX secolo. Nello stesso periodo anche la zona della Colina de Los Chopos, fu un luogo dove si stabilirono i centri di ricerca statali. Quasi tutte le istituzioni scientifiche erano collocate in queste due zone, ad eccezioni di alcune che, per motivi funzionali, nacquero in aree più periferiche o lungo il Manzanares. Erano le grandi zone dedicate alla scienza e alla tecnologia della città fino alla fine del XX secolo, assorbendo così, la maggior parte dei centri di ricerca dentro l’almendra central. Nella Colina de Los Chopos, oggi è localizzato il Consejo Superior de Investigaciones Científicas,5 che articola la sua ricerca intorno ad otto grandi aree tecnico-scientifiche, riguardanti la maggior parte del sapere umano. Ogni centro di ricerca che compone il CSIC ha un’identità propria, però attualmente la complessità dei processi scientifici ha fatto sì che la frontiera tra queste aree appaia meno netta, a favore di una ricerca interdisciplinare, dove le nuove scoperte siano un flusso di 5
CSIC, Consiglio Superiore di Ricerca Scientifica: la agenzia statale è il miglior organismo pubblico di ricerca della Spagna e il terzo d’Europa, <www.csic.es>. 237
PARQUE DE INNOVACIÓN NORTE TECNOTRESCANTOS
PARQUE CIENTÍFICO DE MADRID
TECNOALCALÁ TECNOMÓSTELES
TECNOLEGANÉS TECNOGETAFE
Centri di ricerca CSIC Università
Parco Tecnologico Scientifico Centri di imprese
fig.6 sistema dei nuclei per l'innovazione scientifica nella comunità di madrid. Fonte: La economía de la Comunidad de Madrid: diagnóstico estatégico, La Caixa, 2011. 238
conoscenza tra i vari istituti di ricerca. Sono istituzioni d’investigazione di carattere pubblico e di ambito nazionale che, insieme alle università, formano il nucleo basico del sistema pubblico di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico spagnolo. Il fenomeno dei parchi scientifico-tecnologici è un tema relativamente recente della pianificazione territoriale spagnola, con solo tre decadi di sviluppo. La Comunidad de Madrid sviluppò autonomamente, come altre regioni spagnole, un’ampia infrastruttura di parchi scientifici distribuita nel suo territorio, dunque non più in aree centrali, ma periferiche rispetto il nucleo urbano. Tecnotrescantos, Parque Científico de Madrid Cantoblanco, Tecnoalcalà, Tecnoleganés, Tecnogetafe, Tecnomósteles sono importanti poiché l’istituzione pubblica di ricerca fomenta il contatto e la sinergia con le imprese. Infatti nel 2007 si creo Madrid Network, una piattaforma pubblico-privata che cerca di inglobare e organizzare tutti i settori strategici promossi dalla regione: parchi scientifico-tecnologici e clusters;6 l’obiettivo è quello di «posicionar nuestra región entre las 10 más avanzadas del mundo».7 Perciò viene promosso un modello dove grandi e piccole imprese, si relazionano con centri di ricerca, università e centri tecnologici. Altri organismi della Comunidad de Madrid che si sono venuti a creare nel XXI secolo sono: IMDEA e MadrI+D. Gli istituti di studio avanzato, IMDEA,8 costituiscono la creazione di un nuovo quadro istituzionale, sotto la forma giuridica di Fondazione, promuovendo una ricerca d’eccellenza orientata verso le domande del mercato. Dunque per animare il settore privato a partecipare all’investigazione scientifica, orientano i loro studi intorno a sei aree strategiche per la società madrileña, dal punto di vista imprenditoriale, scientifico e tecnologico. Il sistema MadrI+D invece, è una rete organizzativa che cerca di raggruppare tutte queste istituzioni, permettendo di stabilire meccanismi di comunicazione tra l’offerta e la domanda tecnologica, anche con il mercato europeo. Quindi avvicinando organismi di ricerca ed imprese, si vuole cercare di legare questi parchi tecnologici o istituzioni dispersi nel territorio periferico della città, e non più relazionati da un legame fisico, come nel caso delle grandi zone d’innovazione create nel XX secolo.
6
Gruppi di imprese dello stesso settore che cooperano e creano relazioni tra di loro, incluse in una stessa associazione.
7
MadrI+D, Plan Regional de ciencia y tecnología de la comunidad de Madrid IV PRICIT 2005-2008, Madrid.
8
IMDEA, Instituto Madrileño de Estudios Avanzados, <www.imdea.org>.
239
cittĂ universitaria
colina de los chopos
fig.7 sistema dei centri di ricerca scientifica nella cittĂ di madrid. 240
5.2 Scienza dell’ alimentazione: traguardo sociale nella metropoli attuale
LOCALIZZAZIONE CENTRI D'INNOVAZIONE
Nel programma Horizonte 2020 tema fondamentale è l’affrontare le principali sfide sociali che interessano l’Europa; sette sono le aree chiavi, tra cui vi è la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile. Pertanto, nel Plan de Ciencia y Tecnología de la Comunidad de Madrid,1 si ritrova tra le aree tematiche la tecnologia agroalimentare. Si divide in diverse linee d’investigazione: (tab.1) * Sviluppo di metodologie avanzate per l’analisi, il miglioramento e il controllo delle caratteristiche di qualità e sicurezza degli alimenti. * Biotecnologia. * Nuovo sistema di produzione agricola. * Nuova tecnologia della lavorazione e produzione alimentare. * Metabolismo e nutrizione.
1
MadrI+D, Plan Regional de ciencia y tecnología de la comunidad de Madrid IV PRICIT
2005-2008, cap. 10, Madrid, <www.madrid.org/bvirtual/BVCM001592.pdf>. 241
mejora y control de las características de calidad y seguridad de los alimentos Descripción Desarrollo de métodos de análisis rápidos y específicos para la evaluación microbiológica, química y sensorial de los alimentos. Estos métodos de control deben ser versátiles y en la medida de lo posible, multiobjetivo y no destructivos. Campos de Aplicación ·Trazabilidad. · Detección de fraudes, tóxicos, residuos y contaminantes (químicos y microbiológicos), identificación de microorganismos patógenos. ·Evaluación toxicológica de ingredientes y nuevos alimentos y evaluación de la seguridad en la implantación de nuevas tecnologías. ·Diferenciación de productos según su origen, identificación de materias primas y autentificación de especies. · Determinación de OGMs.
METODOLOGIE AVANZATE PER IL CONTROLLO E SICUREZZA DEGLI ALIMENTI
Grado de Desarrollo LÍNEA APLICACIÓN INDUSTRIAL
| |
Emergente
EN CRECIMIENTO
Madura
NACIENTE
Establecida
Generalizada
P o s i c i ó n C i e n t í f i c o Te c n o l ó g i c a COMUNIDAD DE MADRID ESPAÑA
| |
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
FUERTE
Media
Débil
Inexistente
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
Posición Industrial Comercial COMUNIDAD DE MADRID ESPAÑA
| |
tab.1 tabelle dello stato degli ambiti di ricerca agroalimentare. Fonte: MadrI+D, Plan Regional de ciencia y tecnología de la
L í ncomunidad e a s d edeI n v e s tIVi gPRICIT a c i ó2005-2008. n - Te c n o l o g í a s R e l a c i o n a d a s Madrid
· Tecnologías de la información para la implantación de sistemas de trazabilidad: adaptación de software, conexión a redes. · Desarrollo de herramientas de análisis basados en biotecnología: métodos moleculares de identificación de especies, desarrollo de sondas de DNA para detección de patógenos, etc.
242
-2008
· Producción biotecnológica de vacunas animales. · Mejora ganadera. · Etc.
produzione BIOTECNOLOGICa
3 6 . Te c dnoo dl oe gDí eassa rdr oel l po r o c e s a d o m í n i m o y e m e r g e n t e s Gra APLICACIÓN INDUSTRIAL
Descripción
| |
Emergente
EN CRECIMIENTO
NACIENTE
Establecida
Madura Generalizada
Líneas de investigación que profundicen en los conocimientos básicos, así como en el desarrollo de procesos y metodologías que permitan la introducción y aplicación de tecnologías emergentes P o s i c i ó n C i e n t í f i c o Te c n o l ó g i c a o nuevas tecnologías alternativas a las habituales. Fuerte MEDIA Débil Inexistente COMUNIDAD DE MADRID Las tecnologías desarrolladas deben ser menos agresivas con el alimento, con un menor consumo ESPAÑA y más eficaces contra FUERTE Media Débil Inexistente energético enzimas y microorganismos alterantes y patógenos, contribuyendo a mejorar la calidad de los productos, su rentabilidad y su seguridad, facilitando además la automatización de procesos y un mejor control sobre su aplicación.
capítulo X
| |
Posición Industrial Comercial
| Fuerte ESPAÑA | Fuerte · Conservación de alimentos. COMUNIDAD DE MADRID
Campos de Aplicación
Media
DÉBIL
Inexistente
MEDIA
Débil
Inexistente
A N E XO S
LÍNEA
· Extracción y separación. · Automatización.
L í n e a s d e I n v e s t i g a c i ó n - Te c n o l o g í a s R e l a c i o n a d a s
nuova delladeproduzione alimenTARE · Diseño tecnologia de métodos moleculares análisis y diagnóstico.
· Bioingeniería: Desarrollo y utilización de fermentadores y biorreactores. · Ingeniería de procesos bioquímicos, tecnologías enzimáticas. EN CRECIMIENTO Emergente ·LÍNEA Tecnología transgénica: desarrollo de OGMs. ·APLICACIÓN InformáticaINDUSTRIAL y tecnologías de la información. Establecida NACIENTE
Grado de Desarrollo
| |
Madura Generalizada
n tcon Ioml ópgl i c aad a s PÁor es iacsi ódne CC ioennot ícfiim c oi eTe ·COMUNIDAD Biotecnología. DE MADRID · Genómica y proteómica. ESPAÑA · Bioinformática. · Microbiología.
| |
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
FUERTE
Media
Débil
Inexistente
Fuerte
Media
DÉBIL
Inexistente
Fuerte
Media
DÉBIL
Inexistente
Posición Industrial Comercial COMUNIDAD DE MADRID ESPAÑA
243
| |
L í n e a s d e I n v e s t i g a c i ó n - Te c n o l o g í a s R e l a c i o n a d a s · Tecnologías de procesado mínimo: IV y V gama, horneado a vacío, altas presiones, procesado aséptico, pulsos eléctricos, irr adiación, microondas, métodos combinados, bioconservación.
206
43.
alternativas al uso de antibióticos en producción animal, desarrollo de nuevos piensos. · Empleo de nuevas tecnologías y equipos en la producción. M e t a b· Producción o l i s m obiológica y n u yt sostenible. rición
Nuovo sistema di produzione agricola
Ger a D s cdroi pdc ei ó D nesarrollo
| |
La línea contempla la mejora del conocimiento de laEN influencia de la dieta en el organismo, tanLÍNEA Emergente CRECIMIENTO Madura to en alimentación humana como en alimentación animal, determinando la relación existente entre Naciente ESTABLECIDA Generalizada APLICACIÓN INDUSTRIAL la composición de un producto, sus cualidades nutricionales, su metabolismo y las características de calidad y seguridad del alimento. La línea tiene especial importancia en cuanto al conocimiento de la relación entre la dieta y determinados grupos de población con necesidades nutriP o s i c i ó n C i e n t í f i c o Te c n o l ó g i c a cionales específicas o con determinadas enfermedades (patologías cardiovasculares, diversos tipos Fuerte MEDIA Débil COMUNIDAD DE MADRID Inexistente de cáncer, diabetes, obesidad, osteoporosis, etc.). ESPAÑA
| |
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
Campos de Aplicación P o s i c i ó· nSanidad I n d u shumana t r i a l Cy o m e r cenfermedades ial animal: nutricionales, alergias alimentarias, influencia de la
| |
dieta en determinadas etc. Media COMUNIDAD DE MADRID enfermedades, Fuerte DÉBIL Inexistente · Innovación en productos, incorporación de nuevas materias primas e ingredientes, potenciación ESPAÑA Fuerte DÉBIL Media Inexistente de determinadas cualidades en productos alimentarios. · Desarrollo de productos funcionales, desarrollo de alimentos para grupos poblacionales específicos.
L í n e a s de I n v e s t i g a c i ó n - T e c no l o g í a s R e l a c io na da s
Metabolismo e nutrizione Mejora vegetal y animal: aplicación de conocimientos convencionales y biotecnológicos.
· · G r a d o·
Tecnologías de producción agrícola: riego, protección de cultivos, fertilización.
dTecnologías e D e s a r rdeo control llo en salud animal: diagnóstico y tratamiento.
LÍNEA
APLICACIÓN INDUSTRIAL
| |
Emergente
EN CRECIMIENTO
Madura
NACIENTE
Establecida
Generalizada
Áreas de Conocimiento Implicadas · Mejora genética.
P o s i c i ó· nNutrición C i e n t yí fsalud i c o animal. Te c n o l ó g i c a · COMUNIDAD Medio ambiente. DE MADRID ESPAÑA
| |
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
Fuerte
MEDIA
Débil
Inexistente
Fuerte
Media
Débil
INEXISTENTE
Fuerte
Media
Débil
INEXISTENTE
Posición Industrial Comercial COMUNIDAD DE MADRID ESPAÑA
| |
L í n e a s d e I n v e s t i g a c i ó n - Te c n o l o g í a s R e l a c i o n a d a s · Genómica, determinación de la relación entre nutrición y genes. · Tecnologías de extracción.
244
Madrid conta già alcuni centri di rilevanza in merito alla ricerca agroalimentare, rispondenti alle richieste dell’industria, che cerca nuove soluzioni per contribuire, con i risultati ottenuti, a migliorare la competitività internazionale del settore agroalimentare. Tra gli istituti, oltre a quelli all’interno della Ciudad Universitaria, vi sono il CIAL2 e l’ICTAN,3 appartenenti agli istituti di ricerca del CSIC, che hanno come obiettivo preciso quello di applicare la scienza dell’alimentazione a favore della salute, per generare nuova conoscenza d’eccellenza e d’innovazione nell’ambito della scienza e tecnologia dell’alimentazione e nutrizione. Altri due enti sono l’INIA4 uno degli organismi di ambito nazionale, che guarda all’innovazione agroalimentare e Alimentación IMDEA, che sviluppa la copartecipazione con le imprese. Attualmente notevole è l’interesse verso la sicurezza alimentare e la corretta nutrizione, il tutto correlato alla ricerca gastronomica, oggi uno dei principali settori economici mondiali. Infatti nel centro della metropoli madrileña sono presenti vari istituti e centri d’innovazione gastronomica, famosi a livello internazionale, ma anche organizzazioni quali FEN5 e FIAB6 che guardano agli interessi a livello nazionale, uno al tema della nutrizione, l’altro al settore produttivo. (fig.2)
245
2
CIAL, Istituto di Investigazione in Scienze dell’alimentazione, <www.cial.uam-csic.es>.
3
ICTAN, Istituto di Scienza e Tecnologia di Alimenti e Nutrizione, <www.ictan.csic.es>.
4
INIA, Istituto Nazionale di Investigazione e Tecnologia Agraria e Alimentare, <www.inia.es>.
5
FEN, Fondazione Spagnola della Nutrizione, <www.fen.org.es>.
6
FIAB, Federazione Spagnola di Industrie di Alimenti e Bibite, <www.fiab.es>.
cial
IMDEA
INIA
ICTAN
feN fiab
fig.2 sistema dei centri di ricerca agroalimentare.
Istituzione principale Centro gastronomico
246
INNOVAZIONE ed INFORMAZIONE collettiva
Partendo sempre dal programma europeo Horizonte 2020, si è notato che è necessaria una maggiore collaborazione efficace tra scienza e società, per sposare l’eccellenza scientifica alla consapevolezza e alla responsabilità sociale. Infatti, il programma europeo sostiene fortemente quei progetti che coinvolgono il cittadino nei processi che definiscono la natura della ricerca. Settori tradizionali come l’agroalimentare sono strategici per l’intera economia spagnola, tanto quanto il turismo. Sarebbe dunque interessante promuovere l’informazione scientifica dell’ambito alimentare, così da metterla a disposizione di tutti le nuove conoscenze, generando ricchezza all’interno della società stessa. Si potrebbe quindi proporre in questo ambito un’innovazione APERTA, dove la ricerca si intrecci alla politica educativa e informativa, ma anche alla politica turistica, così da far parte di quel settore che, insieme alle attività culturali e di ozio, incentivi la conoscenza e l’economia della società. Osservando la situazione di Madrid, riguardo l’ambito della ricerca alimentare, si è notato come nessun centro di ricerca si trovi a interfacciarsi con la collettività, ma resti sempre limitato alla comunità scientifica-accademica. Anche la stessa localizzazione dei vari centri denota una chiusura verso l’informazione alla società e solo per alcuni istituti, sviluppati negli ultimi anni, si è deciso di istituire una collaborazione con enti privati, imprese. Analizzando il piano strategico quadriennale dell’Instituto Nacional de Investigación y Tecnología Agraria y Alimentaria, INIA,7 (tab.4) tra i vari punti di debolezza dell’analisi ci sono: * l’insufficiente apertura e visibilità dell’istituto dovuta a una fievole attività di divulgazione della propria ricerca; * la scarsa collaborazione con altri enti, per una ricerca multidisciplinare; * la limitata presenza di personale in formazione e qualificato. 7
247
V., INIA, Plan Estratégico del INIA 2014–2017, <www.inia.es>.
Crescita
IMPRESE
Economia
Investimenti
INNOVAZIONE APERTA Conoscenza
SOCIETÀ
Economia
Responsabilità 248
Da questi tre punti considerati scaturiscono la necessità di un nuovo e alternativo programma per l’istituto; si potrebbe quindi pensare ad una sede affiliata, che sia collocata in un punto strategico e centrale rispetto al flusso della capitale. Il nuovo condensatore di conoscenza per l’INIA, prenderà in considerazione esclusivamente il ramo dell’alimentazione, dunque la parte finale del processo agroalimentare, quella a stretto contatto con l’intera società. La nuova sede sarà caratterizzata dal centro di ricerca e formazione di nuove figure professionali, dove importante è la collaborazione con altri enti, nazionali e internazionali. Il carattere centrale però, dovrà essere la divulgazione al pubblico e al personale del settore, dove la parola d’ordine sarà cooperazione, quella tra il mondo della ricerca e la società, come quella tra investimenti pubblici e incentivi privati. Si promuove in questo modo un modello di relazione scienza-cittadino, dove il sapere scientifico sia alla portata del pubblico e dove tra esperti del settore e cittadini avvengano scambi di conoscenza per generare maggiore consapevolezza, responsabilità ed un’innovazione d’eccellenza nell’ambito della scienza e tecnologia dell’alimentazione. L’obiettivo finale è l’istituzione di un centro di riferimento nell’area della scienza dell’alimentazione, dove si potrà svolgere ogni sorta di attività a livello nazionale o internazionale, così da aggiungere un ulteriore valore culturale alla città di Madrid, incentivando un nuovo tipo di turismo ed economia. I temi affrontati potranno cambiare ed essere variati a seconda dei tempi e degli eventi, ma saranno tutti orientati verso due questioni centrali: la sostenibilità alimentare e le nuove alternative alimentari. Ciò parte da un recente convegno sulla nutrizione, Future Food 2050,8 tenutosi a Chicago. Gli esperti hanno tentato di fornire delle prospettive future per sfamare la crescente popolazione mondiale e al contempo ridurre gli sprechi in ambito alimentare. Preservare, riciclare e ridurre i consumi sono misure che possono contribuire ad evitare il disatro ecologico-alimentare, ma in assenza di alternative al corrente modello di produzione, diventano solo palliativi. Pertanto il nuovo complesso coinvolgerà e divulgherà le nuove conoscenze riguardo la sostenibilità alimentare, dunque qualità, sicurezza, e valorizzazione dei prodotti locali, ma anche riguardo alle nuove alternative di produzione, che però non esulino dal novero di quelle tradizionali. Esempi di proposte in fase di sviluppo sono la Precise Nutrition, ovvero un’alimentazione calibrata sulle specifiche necessità del DNA del consumatore; la produzione di alimenti necessari a combattere le possibili patologie alle 8
V. Future Food 2050, <futurefood2050.com>.
249
Plan Estratégico 2014-2017
Análisis de la situación actual 1. 2. 3. 4. 5.
6.
1. 2. 3.
4. 5. 6. 7.
D E B I L I D AD E S Insuficiente apertura a los sectores y a las administraciones Escasa visibilidad en el exterior e insuficiente actividad de transferencia y divulgación Burocratización de la gestión y actividades de soporte de la organización. Incorporación limitada de personal en formación y cualificado Colaboración con otros centros y grupos de investigación insuficiente promovida por el sistema de financiación previo. Sensación de aislamiento de determinados grupos y centros F OR T AL E Z AS Grupos consolidados con reconocimiento nacional e internacional Capacidad para captar recursos de investigación en convocatorias competitivas Experiencia de coordinación del sistema INIA-CCAA y conocimiento de los grupos españoles de investigación agroalimentaria Relaciones internacionales en el ámbito de la UE y de los INIAs de Iberoamérica Experiencia en trabajo para administraciones Instalaciones e infraestructuras científicas y técnicas Buena capacidad formadora
1. 2. 3. 4. 5. 6.
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
AME NAZ AS Tamaño reducido de algunos grupos de investigación facilitada por el sistema de financiación previo. Masa crítica de investigadores insuficiente en determinados ámbitos Envejecimiento del personal investigador y no reposición de personal de apoyo a la investigación Insuficiente contacto con el entorno socioeconómico Sistema de valoración interna del trabajo realizado que no promueve el contacto con el entorno Sistemas de formación y trabajo en centros
OP OR T U NI D AD E S Importancia creciente del sector agroalimentario español Necesidad de abordar retos agroalimentarios con investigación multidisciplinar y coordinada Capacidad de liderazgo para ejecutar proyectos nacionales e internacionales Investigación orientada a retos en el marco del Plan Estatal y H2020 Necesidades de aplicar los resultados de investigación a la innovación sectorial Capacidad para abordar áreas estratégicos de la investigación agroalimentaria. Adaptación de los colectivos profesionales a la Ley de la Ciencia.
tab.4 tabella analisi swot della situazione attuale. Fonte: Plan Estratégico del INIA, INIA, 2017. 250
quali si è geneticamente predisposti, grazie all’uso di stampanti 3D; la carne “coltivata” in laboratorio, recentemente diventata realtà a Maastricht, che permette di ridurre notevolmente il consumo di suolo, acqua e consumo animale.9 Un centro di formazione e ricerca divulgativa, tra tradizione e innovazione alimentare. In conclusione, questa breve proposta, generata da riflessioni generali sul tema, e osservazioni riguardo al sistema di uno specifico istituto, potrebbe essere uno spunto per un possibile programma di coinvolgimento dalla collettività a livello urbano. Proprio un settore come quello agroalimentare, che guarda alla quotidianità di tutti e alla sostenibilità della vita sociale, è attualmente in corso di studio di vari gruppi di ricerca urbanistica, come quello della UPM, Universidad Politécnica de Madrid, giau+s10 o CF+S,11 che svolgono progetti con criteri di sostenibilità (bioclimatica, riqualificazione, ecologia, partecipazione) per il miglioramento delle condizioni di vita delle città sempre più insostenibili.
9
fig.5 nel 2050 avremo bisogno di aumentare la produzione di cibo del 70%, Future Food 2050. 251
Cfr., Cibo futuro, in «Repubblica», 2015, <www.repubblica.it/ambiente>.
10
giau+s, Grupo de Investigación en Arquitectura, Urbanismo y Sostenibilidad.
11
CF+S, Ciudad para un Futuro más Sostenible, <www.habitat.aq.upm.es>.
RICERCA SCIENTIFICA
DIVULGAZIONE COLLABORAZIONE
FORMAZIONE PROFESSIONALE
INNOVAZIONE Dâ&#x20AC;&#x2122;ECCELLENZA
252
Qualità prodotti
Identità alimentare territoriale
Sicurezza alimentare
Minor consumo
SOSTENIBILITÀ ALIMENTARE
Responsabilità sociale
Corretta abitudine alimentare
ALTERNATIVA ALIMENTARE Nutrizione di precisione
253
Efficienza contro patologie Produzione in laboratorio
Stampante 3D
Attività di conoscenza dei prodotti locali e pratiche collettive. Numerose possono essere le iniziative legate alla sostenibilità alimentare: corsi della tradizione culinaria, orti urbani, banco de intercambio de semilla, lotta allo spreco, divulgazione delle corrette abitudini nutrizionali. Laboratori cittadini e conferenze potranno anche guardare allo scambio di conoscenze culinarie tra diverse culture, per un'alimentazione globale.
Alimenti da laboratorio. nel campo dell'alimentazione è essenziale per il futuro del pianeta e di tutti gli esseri viventi. è necessario modificare le nostre abitudini alimentari e quella della carne artificiale, sperimentata da Memphis meats, è un valido compromesso per ridurre i costi ambientali degli allevamenti intensivi. Sono sufficienti poche cellule animali per coltivarla. L'innovazione
Innovazioni tecnologiche legate all'alimentazione. Divulgazione delle nuove tecnologie grazie a sperimentazioni aperte al pubblico. Foodini è una stampante 3d alimentare oggi importante nel design alimentare
ma può essere utilizzata come strumento per creare alimenti con un contenuto nutrizionale ottimizato sulla base dei dati biomedici e del genoma dell'utenza: un piano alimentare personalizzato.
Agricoltura 4.0: agricoltura di precisione. futuro del settore agrario si prevede un maggior utilizzo dell'informatica, attraverso internet e big data è possibile ottenere numerose informazioni per gestire e perfezionare la produttività e la qualità della coltivazione. Inoltre nuove tipologie di coltivazione come l'idroponica potrebbero migliorare la produttività, essendo prodotti coltivati fuori terra anche in climi ed ambienti ostili.
Nel
254
06 6.1 Riflessioni sul ruolo del Paseo de l as Delicias
_Osservazioni e obiettivi _Lo spazio pubblico: il luogo della collettivitĂ _Proposta partecipativa e d'innovazione: eje del conocimiento
6.2 Un modello da realizz are per il Paseo de l as Delicias e lâ&#x20AC;&#x2122;ex Mercado Lega zpi
_Trasformazioni spaziali _Attori e interazioni _Strategia per l'ex Mercado Legazpi
osserva zioni conclusive E possibili str ategie
Le riflessioni finali concludono un processo d’osservazione che ha permesso di muovere delle critiche alle proposte per lo sviluppo futuro dell’area e di individuare possibili scenari per l’asse Delicias. Si è compreso come lo spazio pubblico sia l’elemento centrale intorno al quale attuare la strategia; esso sarà il propulsore di un progetto che prevede di valorizzare l’identità del luogo, rafforzando la sua natura urbana ed economica e puntando sulla creatività e partecipazione sociale. In sintesi, si avanza una proposta alternativa, dove la ricerca scientifica affiancata alla tradizione popolare, possa trasformare questo barrio nel centro propulsore della nuova "cultura della conoscenza", relazionandosi tanto alla quotidianità della zona quanto al sistema degli assi principali della città. Vuole essere spunto per chiunque si avvicini al tema di un intervento di rigenerazione urbana, riflettendo sulla necessità di una pluridisciplinarità che mira ad ottenere un progetto performante. schizzo di giancarlo de carlo, gli acrobati. Fonte: Giancarlo De Carlo. Schizzi inediti, Polin e A. De Carlo, Corraini, 2015.
“
Estoy convencido de que la arquitectura puede servirse de los instrumentos de la modernidad, sin abandonar el respecto y la conversación con el pasado.*
*Rafael Moneo, intervista Plataforma de Arquitectura, 2015. «Sono convinto che l’architettura può servirsi degli strumenti della modernità, senza abbandonare il rispetto e la conversazione con il passato.»
6.1 Riflessioni sul ruolo del Paseo de las Delicias
L’impegno nell’affrontare un’analisi approfondita della zona sud dell’almendra central ha portato ad orientare riflessioni e osservazioni sul ruolo del Paseo de las Delicias, in relazione al distretto d’appartenenza, Arganzuela. Questa zona, anche se collocata nel nucleo centrale di Madrid, è considerata per i suoi servizi zona periferica; inoltre all’apparenza non presenta un ruolo chiaro nel sistema urbano della città. Storicamente, il distretto aveva una funzione precisa, quella di essere area industriale e quartiere operaio, mentre oggi risulta terra di passaggio, quasi un territorio fantasma. L’assenza di una posizione nella gerarchia urbana attuale, ha dunque portato alla perdita d’identità del luogo; oggi il tessuto di Arganzuela è prettamente residenziale, privo di quel fervore storico della fase industriale. Le nuove lottizzazioni dell’area hanno generato una crescita dell’edilizia residenziale e dei servizi di tipo locale, producendo una rigenerazione urbana negativa, che non ha preso in considerazione il rispetto della storia del luogo e delle necessità dei suoi abitanti. Inoltre, ha originato una riqualificazione esclusiva ed escludente, in alcuni casi con l’abbandono delle classi più povere. Ciò nonostante, osservando il Paseo de las Delicias, si può dire che molte cose sono rimaste intatte, in particolare i suoi lotti mantengono la configurazione iniziale, attualmente tutelata per il suo valore
osservazioni e obiettivi
258
storico-urbano. Questi edifici delineano l’asse secondo il suo assetto originale di grande viale alberato, connessione della periferia sud con il centro. Diversamente, il ruolo del paseo nel quartiere è cambiato: da luogo d’incontro e svago per i residenti, a luogo di transito veicolare e pedonale, dove i servizi su strada hanno perso forza d’attrazione. Lungo l’asse si incontrano altresì polarità di valore patrimoniale, che però non riescono ad essere sfruttate come importanti attrattori urbani sia di livello distrettuale che metropolitano. Il Paseo de las Delicias, dovrebbe tornare ad essere il centro della “movida” del quartiere, poiché presenta caratteristiche e opportunità che non ha nessun altro asse viario della zona. È collocato in una posizione strategica, dato che è elemento di congiunzione tra due sistemi fondamentali della città: il moderno asse ambientale M-Río a sud e lo storico asse culturale del Paseo del Prado a nord. L’obiettivo è quindi mirato a creare un’area che costituisca una nuova centralità per il quartiere e per la metropoli, così da riorganizzare l’assetto complessivo, potenziando il distretto sud, oggi fuori dai flussi principali della città. Il Paseo de las Delicias offre l’input più immediato e ovvio per la rigenerazione urbana dell’area, nonché l’innesco più congruo per iniziare a bilanciare il disequilibrio storico che Madrid Sur ha sempre avuto rispetto al nucleo più centrale. La questione della rigenerazione urbana dell’area è un tema molto complesso, che l’Ayuntamiento sta cercando di affrontare nelle zone di maggiore vulnerabilità, tramite il Fondo de Reequilibrio Territorial,1 un sistema di differenti azioni e progetti che servono a coprire alcune delle necessità basilari dei distretti. Purtroppo, soddisfare necessità puntuali per il miglioramento dei servizi urbani e sociali non è il miglior strumento di coesione per una realtà identitaria debole e frammentata. Occorre un intervento strutturato, dove anche piccoli progetti di agopuntura urbana abbiano un filo conduttore che li leghi; costruire un sistema è fondamentale per dare un preciso orientamento alle azioni sul territorio. Queste azioni devono rafforzare un’identità che sia congruente con lo stato sociale ed economico dell’area. Contrariamente, l’Ayuntamiento prevede un piano di sviluppo della zona di Madrid Sur2 che porterebbe alla terziarizzazione del distretto; principale è la volontà di potenziare l’asse urbano di Méndez Álvaro con nuova urbanizzazione, trasformandolo nel nodo terziario del sud di Madrid. Viene quindi messo da parte l’interesse nel ripristinare e valorizzare l’esistente, così che il Paseo de las Delicias continua a rimanere marginale nella pianificazione futura. Si nota come non siano stati presi in considerazione tutti 1
V. Ayuntamiento de Madrid, FRT, Madrid de Igual a Igual, Madrid 2017, <www.diario.madrid.es>.
2
V., par. 3.2, Distretto di Arganzuela: scelte di attuazione nei barrios.
259
fig.1 schema azioni frt in arganzuela e usera, Fonte: Ayuntamiento de Madrid, Dossier Fondo de Reequilibrio Territorial, 2017. 260
quei fattori socio-economici riscontrati dall’analisi effettuata, ma si è guardato solo agli interessi lucrativi, con la volontà di trasformare l’area in una copia della zona nord dell’almendra central. Sintetizzando le osservazioni fatte, si vogliono elencare i punti di partenza per una strategia consapevole della storia del luogo e del suo stato attuale. Si vuole andare contro un atteggiamento che snatura il distretto e porta ad una gentrificazione sempre più evidente, distruggendo il suo carattere di “produzione popolare”, opposto a quello del nord di Madrid. Pertanto, gli obiettivi che si dovrebbero perseguire per risolvere il disequilibrio di Madrid Sur sono: * Valorizzazione dell’identità locale * Rigenerazione del patrimonio esistente * Produzione di centralità * Rieducazione alle pratiche cittadine: partecipazione e inclusione Tali obiettivi si possono raggruppare in obiettivi sociali e obiettivi urbani, eppure ciò che produce effetto sul sistema fisico avrà un riscontro anche sul piano immateriale e viceversa. L’identità di un luogo è fondamentale per conservare la sua memoria storica, ma anche per identificarne un chiaro ruolo all’interno di un sistema urbano più ampio. Riconoscere le peculiarità sociali e urbane porta ad un maggior sentimento d’appartenenza, essenziale affinché i cittadini possano sentirsi identificati in modo positivo. La città si costruisce non solo conformando nuovi spazi, ma anche si configura a partire dalle relazioni sociali, economiche che si vengono a creare in essa, e dunque dalle immagini che ne scaturiscono. «Appropriarsi di un posto non è farci unicamente un utilizzo chiaro, ma è stabilire con esso una relazione, integrarlo al proprio vissuto, radicarsi ad esso, lasciare l’impronta e trasformarsi in attore della sua stessa trasformazione».3 Negli ultimi anni, l’effetto della globalizzazione, che coinvolge maggiormente le grandi città, tende a normalizzare e uniformare la quotidianità, sopprimendo le attività tradizionali. Attività economiche relazionate ad una standardizzazione sociale distruggono gran parte dell’economia “popolare” ed eliminano la varietà e ricchezza delle zone. Molte zone di Madrid risentono questa
3
Marie-José Chombart de Lauwe, sociologa francese, CNRS Paris, 1976.
261
trasformazione, per questo motivo, è importante fermare la sostituzione del capitale simbolico e culturale, riconoscendo la pluralità nell’identità della città. L’area del nucleo centrale è l’immagine più esportata di Madrid per i visitatori, ma è anche lo spazio comune per i madrileñi; pertanto, identificare e preservare le diversità sociali, economiche e urbane dei quartieri adiacenti, potenzierebbe l’attrazione e qualità della città. La rigenerazione del patrimonio è certamente legata alla valorizzazione dell’identità del luogo, ma fomenta soprattutto un tipo di intervento urbano, basato sulla trasformazione e recupero della città esistente. L’idea è quella di una sorta di ritorno alla condizione della città premoderna, in cui il tessuto edilizio cresceva esclusivamente dentro le mura. Questo significherebbe rivitalizzare le zone del nucleo centrale che hanno perso il loro ruolo e la loro qualità urbana e sociale, prima di agire su nuove aree da urbanizzare; si tratta di una scelta che darebbe nuove prospettive e possibilità ai distretti. Il termine patrimonio non concerne solo il bene architettonico di valore storico-artistico, ma anche quello spazio urbano che con il tempo è riuscito a preservare il suo spirito, le sue dinamiche sociali. In quest’ottica, conservare e riqualificare questi luoghi diventa supporto alla memoria collettiva, ma allo stesso tempo può essere una risorsa di primo ordine e fonte per nuove opportunità. È fondamentale superare l’obsoleta concezione di patrimonio come carico da sopportare. Per chiarire la questione della rigenerazione, occorre sottolineare che questa deve essere intesa come intervento sul degrado fisico, ma anche un agire sul tessuto sociale e produttivo. Le aree di nuova centralità sono una potente formula di riequilibrio urbano, che non solo permette di adattare funzionalmente la città alle moderne logiche di produzione, ma facilita anche l’articolazione dei tessuti urbani sconnessi. Si riesce a ristabilire un equilibrio territoriale tra centro e zone periferiche, solo se le nuove centralità vengono studiate all’interno di un quadro strategico globale. Questa visione d’insieme serve proprio a capire dove operare, e a poter riconoscere quali sono le parti compromesse o “disconnesse” del tessuto connettivo. Si può dunque ripristinare le relazioni, i percorsi e i riferimenti, progettando luoghi di centralità che fungano da connettori urbani. La centralità secondo l’Estrategia Española de Sostenibilidad Urbana y Local è definita come: «La qualità di determinati tessuti urbani chiaramente identificati nell’immaginario collettivo, nei quali confluiscono una localizzazione relativamente centrale con una concentrazione ricca e varia di attività e funzioni urbane specializzate».4 4
Ministerio del Fomento, Estrategia Española de Sostenibilidad Urbana y Local (EESUL), Granada, 2011, <www.fomento.gob.es>, «La cualidad de determinados tejidos urbanos claramente identificados en el imaginario colectivo, en los que confluyen una localización relativamente central con una concentración rica y variada de actividades y funciones urbanas especializadas.» 262
Pertanto, un’area ha bisogno di alcune condizioni per diventare centralità urbana. Innanzitutto, una buona accessibilità pedonale e del trasporto pubblico, una valida concentrazione di attività economiche e la presenza di servizi focali o singolari. Oltre a ciò, deve essere relazionata al contesto sociale del distretto in cui si trova ed essere il risultato di sforzi complementari, pubblici e privati, che si consolidano per un progetto coerente e comune. La centralità, quindi, potrebbe essere un condensatore sociale; il luogo che custodisce in sé la memoria identitaria della comunità che lo abita e che lo abiterà, e dove si genera la possibilità di una vita urbana intensa. La rieducazione alle pratiche cittadine è sicuramente un fattore di riequilibrio territoriale per le zone degradate. Tale obiettivo, punta al miglioramento della condizione sociale, ed anche alla valorizzazione dell’identità collettiva. Partendo dal fatto che il fondamento della città sta nei suoi cittadini e nei suoi spazi di vita quotidiana indiscutibilmente uniti, è di grande importanza che questi luoghi siano interesse dei residenti che li abitano. È dunque indispensabile rieducare alla partecipazione sociale, attraverso processi che coinvolgano tutti gli attori interessati alle scelte di progettazione, mantenimento e gestione degli spazi urbani. È condizione indispensabile creare una stabilità partecipativa tra cittadini, istituzioni e settore privato, per ottenere risultati positivi nella vita collettiva, in termini sociali e non solo. Oltre alla partecipazione collettiva è fondamentale rieducare all’inclusione sociale, economica e culturale. La lotta alla marginalità e l’attenzione alla diversità, sono un punto di partenza per ricentrare quelle zone degradate del tessuto urbano. In conclusione, un sistema collaborativo e inclusivo consoliderebbe i principi di corresponsabilità e solidarietà territoriale tra le differenti parti della città, ognuna con una sua identità e status socio-economico.
263
Con riferimento al Paseo de las Delicias, lo spazio pubblico è al centro di questi obiettivi, in quanto è l’elemento spaziale che può risolvere le discontinuità, ed anche essere il luogo d’incontro della diversità. È sicuramente il più efficace strumento a disposizione per rinvigorire il tessuto urbano e sociale, stimolando l’emergere di soluzioni creative e innovative. Ma cosa è lo spazio pubblico urbano? Ci sono molte definizioni che si potrebbero prendere in considerazione, ed una appropriata è quella redatta nella Carta dello Spazio Pubblico:
spazio pubblico il luogo della collettività
«Lo spazio pubblico è ogni luogo di proprietà pubblica o di uso pubblico accessibile e fruibile a tutti gratuitamente o senza scopi di lucro. Ciascuno spazio pubblico ha proprie caratteristiche spaziali, storiche, ambientali, sociali ed economiche.»5 Proprio queste caratteristiche lo portano ad essere un riferimento identitario, in base al ruolo che ricopre nel sistema della città, come a Madrid la Gran Vía è il principale asse commerciale o la Plaza Mayor è luogo d’aggregazione, tipico delle città spagnole. Tuttavia, occorre sottolineare che diventa luogo identitario nel momento in cui svolge il compito di mediatore tra gli abitanti e il tessuto urbano, ovvero quando lo spazio pubblico non è inteso esclusivamente come spazio fisico di relazioni urbane, ma anche luogo di pratiche sociali. Pertanto, esso costruisce l’abitare collettivo, dove l’individuo vive il tempo coscientemente e si riconosce come parte di un tutto, di una comunità. Progettare questi luoghi significa, pensare allo spazio della socialità e dell’incontro; è necessario interpretare i bisogni che la comunità richiede, e dare la possibilità ad essa di muoversi e agire nel miglior modo. Con ciò lo spazio pubblico si può definire palestra di 5
Biennale dello Spazio Pubblico, Carta dello spazio pubblico, Punto 6, Roma, 2013. 264
democrazia, occasione per mantenere nel tempo il sentimento di cittadinanza e creare consapevolezza del ruolo che ciascuno di noi ha e può avere, con l’ambiente in cui vive.6 Proprio per essere luogo di tutti, nel concetto di spazio pubblico sono presenti due fondamentali diritti: la libertà di accesso e la libertà di azione. Queste prerogative pretendono che la fruizione dello spazio pubblico sia rivolta a tutti, e che possa essere utilizzato in base ai propri desideri e volontà; trasformandolo nel luogo dell’identità personale, deve essere pur sempre riconosciuto come uno spazio condiviso, in cui la propria libertà non limita o incide nei diritti degli altri. Eppure, lo spazio pubblico si fonda sulla morfologia fisica, per funzionare deve essere pensato come un sistema, organizzato e basato sulle peculiarità del tessuto urbano. L’intervento deve quindi mirare a raggiungere una struttura continua e articolata, dove questa complessità funzioni a livello metropolitano, come a scala ridotta nelle relazioni di vicinato. Questo significa che deve guardare all’eterogeneità strutturale e sociale della città, per creare una rete fisica e di relazioni, tra luoghi collettivi di uso ed esigenze differenti. Promuovere strategicamente un sistema continuo dello spazio pubblico concorre in modo significativo al benessere su scala locale e globale, poiché tenta di risolvere le discontinuità della città. In conclusione, lo spazio pubblico è dicotomia, secondo vari aspetti; è rivolto tanto al sistema sociale quanto a quello strutturale della città, cerca di risolvere necessità globali e priorità circoscritte nella zona in cui è collocato, infine soddisfa l’atto del movimento, quanto quello dello stare. Quest’ultimo aspetto guarda allo spazio pubblico come il luogo dell’azione, dove la comunità attua in tempi e modi distinti; può rientrare nella categoria del luogo di passaggio e movimento, della strada, come in quella opposta della piazza, il posto dello stare e dell’incontro. Questa distinzione è un’esemplificazione delle innumerevoli situazioni a cui lo spazio pubblico si conforma; infatti, essendo concepito come vuoto urbano, ha la capacità di plasmarsi, e adattarsi alla densità e velocità della società. In definitiva, quello che conta è il modo in cui i luoghi urbani sono caratterizzati dalle variabili di quiete e attività, e come queste sono mescolate, giustapposte o contrapposte.7 (fig.2) Guardando allo spazio pubblico contemporaneo, si nota come questo disordinato equilibrio di attività ha perso la sua importanza, e la vivacità della vita collettiva è venuta meno rispetto al passato, a causa della crescente tendenza all’individualismo e all’isolamento. Tale stile di vita ha portato alla diminuzione dei 6
Ibid., punto 17.
7
Cfr. Giancarlo de Carlo, Nelle città del mondo, Marsilio, Venezia, 1995.
265
rapporti interpersonali, molto spesso sostituiti ai surrogati dei contatti virtuali della rete; pertanto, bisogna domandarsi fino a che punto questa tendenza all’introversione sociale e alla riduzione dei contatti reali soddisfi la natura umana. Lo spazio pubblico è definitivamente in declino, essendo diminuito il sentimento di comunità e partenariato? Si potrebbe pensare ad una sua rivitalizzazione, in risposta a quel bisogno di contatto fisico e sensoriale che ha sempre caratterizzato la condizione umana. Ciò nonostante, per produrre questa riattivazione occorre partire dalle condizioni presenti, capire come attualizzare la definizione stessa di spazio pubblico, ed infine originare nuovi modi di appropriazione di esso; sarà così concessa maggiore qualità alla vita collettiva. Negli ultimi anni sono nate varie forme di attuazione che tornano a conferire priorità alla comunità, attraverso la partecipazione sociale o la riappropriazione dello spazio urbano.8 In primo luogo, l’attuale spazio pubblico è caratterizzato dai ritmi accelerati della vita contemporanea e il movimento frenetico del viavai urbano potrebbe essere visto come l’immagine simbolo. Prevale l’azione dello spostamento su quella dello stare, ed è considerato semplicemente il luogo dell’attraversamento. Difatti, oggi, gli spazi della mobilità sono le centralità della vita sociale moderna. In secondo luogo, lo spazio pubblico attualmente è in una situazione di stallo, in confronto alla rapidità del progresso della società. Deve riuscire a soddisfare la molteplicità di situazioni ed esperienze diverse che si creano, pertanto è indispensabile che si adegui alle trasformazioni e necessità della collettività. «Le azioni delle persone possono determinare l’identità di uno spazio. Le architetture devono diventare gli abiti delle attività».9 8
V., par. 6.1.3, Proposta partecipativa e d’innovazione: eje del conocimiento, pagg.277-280.
9
Cibic & Partners, Microrealities. Un progetto sui luoghi e sulle persone, Skira, 2004.
fig.2 piazza del campo, siena. Vuoto urbano che funziona perfettamente come luogo di passaggio, dello stare, ma anche come spazio per grandi eventi: palio di siena. 266
In conclusione, si può reinventare un’idea di spazio pubblico che porti a sintesi la complessità sociale attuale? Si potrebbe pensare come un luogo dinamico, come una scenografia che cambia a seconda degli attori in scena, ovvero della collettività che lo abita. Ciò è significativo per riuscire a conciliare le identità, le esigenze e le complesse azioni dell’attuale società multiculturale. In questo senso, lo spazio pubblico deve essere necessariamente definito dai caratteri di flessibilità e polivalenza, non riconoscendo più spazi formalmente predefiniti, rivolti ad un’unica funzione. Trasformazione e adattabilità devono essere l’essenza contemporanea dello spazio pubblico, così da ottenere un luogo accogliente, inclusivo e frequentato. Inoltre, sarà necessario reinventare forme di partecipazione per promuovere azioni volte all’aggregazione; solamente così, si potrà considerare elemento positivo nella città, capace di forza propulsiva per la rigenerazione del tessuto urbano e sociale. Vista la complessità del tema, si cercherà di approfondirlo con un esempio tangibile: lo spazio pubblico del Paseo de las Delicias. Oggi la città fatica a trovare un equilibrio fra la dimensione fisica dei luoghi che propone e l’immaterialità delle relazioni sociali, è pertanto necessario capire in quali modi e con quali strumenti la cittadinanza può incidere sulla trasformazione dello spazio pubblico, che rappresenta proprio la sua identità.
proposta partecipativa e d'innovazione eje del conocimiento
267
Le riflessioni scaturite dall’analisi del contesto del Paseo de las Delicias, insieme a quelle che riguardano il tema dello spazio pubblico contemporaneo sono state utili per avanzare una proposta strategica. Gli obiettivi introdotti precedentemente saranno promossi con l’idea di una nuova visione del vivere la città, determinata dalla condivisione e dallo scambio di informazioni, idee ed energie.
I termini da cui partire per considerare tale strategia dello spazio pubblico del Paseo de las Delicias sono: *
Partecipazione
*
Identità
*
Creatività
«L'architettura della partecipazione è un'utopia: però è un’utopia realistica, e questo fa una grande differenza».10 Questa utopia realistica sarebbe vantaggiosa e probabilmente proficua, se non fosse utilizzata, come avviene spesso, per placare gli animi della popolazione e carpire il consenso, ma piuttosto per costruire il progetto collettivamente. Praticare una partecipazione attiva per trasformare lo spazio pubblico, è sicuramente una sfida agevolata, essendo il luogo della collettività per eccellenza. Inoltre, il Paseo de las Delicias, è un terreno fertile: nasconde un’identità locale molto forte con la presenza di attività legate all’associazionismo e a una società di multi-culture e giovani famiglie. Prendendo sempre come riferimento la Carta dello Spazio Pubblico, al punto 18, si legge: «È bene che le decisioni relative alla creazione, alla gestione e alla regolazione della fruizione dello spazio pubblico siano sottoposte a processi partecipativi comprensibili e trasparenti con l’insieme degli attori interessati. Tali processi, siano istituzionalizzati, regolati o spontanei, sono da configurarsi come diritto degli abitanti della città e non come unilaterale iniziativa dell’amministrazione».11 Questo significherebbe che gli utenti sono presenti lungo tutto il corso dell’operazione, generando una fondamentale conseguenza: l’iniziativa cessa di essere lineare, a senso unico e autosufficiente.12 Diventa appunto una sequenza circolare, poiché anche l’ultima fase, quella dell’“uso”, si trasforma in un momento dell’operazione. Una sorta di verifica dei risultati, per un possibile affinamento di situazioni ed esigenze non considerate, come gli adattamenti e le trasformazioni necessari sopravvenute nel tempo. È molto importante creare una rete di collaborazioni tra cittadini, istituzioni e settore privato, per esercitare la gestione degli spazi pubblici, incentivando la massima fruibilità.
10
Giancarlo de Carlo, L’architettura della partecipazione, Quodlibet, Macerata, 2013.
11
Biennale dello spazio pubblico, Carta dello spazio pubblico, Punto 18, Roma, 2013.
12
Cfr., Giancarlo de Carlo, L’architettura della partecipazione, Quodlibet, Macerata, 2013, pag. 70. 268
Nel processo partecipativo, la figura del tecnico, architetto-urbanista, avrà un compito centrale, quello di essere mediatore; colui che avvia un dialogo tra prospettive divergenti. Due metodi in particolare potrebbero servire a promuovere il coinvolgimento dei cittadini: aumentare la consapevolezza su temi urbani e avviare una comunicazione tra stakeholders. Il primo consiste nell’osservazione dell’uso che la comunità fa dello spazio, interpretando le pratiche abituali della quotidianità13 o ricercando differenti forme di fruizione. Sono indagini che molto spesso nascono da collaborazioni tra varie figure professionali, come architetti, urbanisti, sociologi o docenti. È importante sviluppare un approccio pluridisciplinare, per riuscire a comprendere in maniera più adeguata la complessità delle diverse dinamiche. Il secondo metodo è la raccolta di informazioni e scenari desiderati dai locali: l’ascolto delle necessità degli utenti, mediante attività quali dibattiti, questionari o iniziative di tipo ludico, ricreativo. Queste ultime, considerano il gioco come il sistema più interessante per stimolare una consapevolezza nella comunità, indipendentemente dall’età e dal livello culturale degli abitanti. È efficace come strumento di educazione civica, poiché attraverso il divertimento si entra in una dimensione illusoria, dove si è protagonisti dello spazio.14 Tali attività sono molto utili, anche per la stessa figura professionale che li organizza, perché aiutano a migliorare la sua sensibilità e creatività nel risolvere le necessità dell’utenza. Infatti, in accordo con le riflessioni degli anni ‘70 di Giancarlo De Carlo, «gli architetti contemporanei dovrebbero fare di tutto perché l’architettura dei prossimi anni sia sempre meno la rappresentazione di chi la progetta e sempre più la rappresentazione di chi la usa»,15 un pensiero oggi più che mai attuale. Questi metodi di ascolto e interazione, negli ultimi anni, si sono evoluti in esperienze pratiche, progetti collettivi e collaborativi, compiendo il salto dall’ambito teorico a quello dell’attuazione. Il senso di appartenenza alla comunità, come allo spazio pubblico, viene trasmesso in maniera informale tramite workshop, progetti o competizioni. Sono proposte bottom up, ovvero iniziative che si sviluppano dal basso, i fruitori stessi ripensano a metodi per migliorare la realtà dello spazio comune.
13 V. William H. Whyte, The social life of small urban places, 1980. Urbanista americano, il suo studio prevedeva lunghi periodi di osservazione del comportamento umano, documentati con video. V. documentario The Social Life of Small Urban Spaces, pubblicato da University of South Carolina History Department, YouTube, 1/02/2018. 14
V. Kultúraktív, associazione interessata ad iniziative ludiche per la conoscenza della città, <www.kulturaktiv.hu>.
15
Giancarlo de Carlo, L’architettura della partecipazione, Quodlibet, Macerata, 2013, pag. 39.
269
Tra gli utenti, ci sono anche i professionisti, come rappresentava Aldo Van Eyck nella sua teoria dei Cerchi di Otterlo,16 (fig.3) i quali molto spesso organizzano gruppi di progetto di auto-costruzione, collectifs.17 (schede: esempi collectifs per la rigenerazione urbana. pagg.277-280) Sono progetti d’innovazione, che sperimentano futuri possibili e che diventano la base per un’azione concreta nello spazio pubblico. Tuttavia, il risultato più interessante non è la realizzazione del progetto, ma la creazione di una comunità che prima non c’era; questo avviene spontaneamente grazie alle interrelazioni che nascono durante il percorso progettuale. In conclusione, questi interventi immediati, di piccola o media scala, permettono di ricevere istantanei feedback sulle modalità con cui il cittadino vive e partecipa all’ambiente urbano, agendo su livelli invisibili, non facilmente identificabili, come il senso di comunità e di appartenenza. Le azioni precedentemente esposte sono il punto inziale da cui partire per la rigenerazione dello spazio pubblico del Paseo de las Delicias, poiché ricreano il valore di luogo collettivo, aiutando le associazioni e i residenti dell’area stessa ad esplicitare la vera identità, il genius loci del distretto. In sintesi, occorre iniziare un processo di riqualificazione con azioni mirate a promuovere partecipazione e senso d’appartenenza, così da creare un cambiamento nell’approccio allo spazio pubblico da parte di tutte le utenze della zona, siano residenti o commercianti. Questi, a loro volta, genereranno
fig.3 schema cerchi di otterlo, aldo van eyck, CIAM, 1959.
16
The Otterlo Circles: uno schema presentato nel CIAM del 1959 dall’architetto olandese Aldo Van Eyck. L’immagine è composta da due cerchi, a cui è rispettivamente accostato il titolo «BY US», per il primo, e «FOR US», per il secondo. Il primo cerchio contiene tre schemi raffiguranti tre architetture stilizzate. Il secondo, presenta un disegno che ritrae un gruppo di persone riunite in cerchio. Ciò significa che bisogna essere consapevoli che gli architetti sono anch’essi destinatari delle trasformazioni che mettono in atto, «FOR US».
17 Collectifs d’architectes, è un termine che nasce in Francia e si riferisce a tutte quelle forma di associazioni multidisciplinari che hanno come obiettivo attuare direttamente nei processi di trasformazione della città. V. Tesi di Stefano Santamato, Per uno spazio pubblico possibile Comunità e collectifs nei processi di trasformazione urbana, cap. 4, <www.issuu.com>.
270
un tessuto spontaneo di spazi collettivi, alternativi alla situazione statica attuale. In questo processo di trasformazione dell’asse, è essenziale considerare un terzo fattore: la creatività. È la capacità produttiva che genera nuove soluzioni, utile anch’essa per orientare nel verso giusto le energie locali, portando un cambio di rotta nell’immaginario collettivo del Paseo de las Delicias. Iniziative sociali e culturali, insieme ad azioni urbane, concederanno allo spazio pubblico il suo riscatto: essere un luogo innovativo, dinamico e peculiare. Occorre ideare inizialmente un sistema organizzato e coordinato per gestire e mantenere questa energia creativa della zona, dove la società civile sarà la protagonista di un framework decisionale più ampio, in collaborazione con enti privati e pubblici.18 (fig.4) La partecipazione di varie identità, significherebbe una lettura pluri-prospettica del progetto dello spazio pubblico e quindi l’avanzamento di attività differenti, multidisciplinari. Tuttavia, la necessità di coinvolgere stakeholders esterni alla realtà locale, per rendere maggiormente dinamico uno spazio pubblico così ampio, fa riflettere sul ruolo che il Paseo de las Delicias potrebbe avere all’interno del sistema metropolitano e non solo locale, come considerato finora. Come visto nell’analisi socio-urbana,19 esso è l’asse di giunzione tra centro e periferia, due realtà che a tutt’oggi non dialogano perfettamente. Proprio per queste caratteristiche, si è pensato al Paseo de las Delicias come lo spazio di mediazione; ovvero il luogo di contatto tra queste due realtà distanti e distinte. L’ipotesi sarebbe, utilizzare il settore dell’innovazione scientifica e tecnologica, in pieno sviluppo a Madrid,20 come il collante per la costruzione di una società ibrida, piuttosto che divisa in compartimenti culturali e sociali. Dato che la ricerca è costituisce il motore per la crescita ed il miglioramento della società, si potrebbe promuovere un’innovazione aperta a tutti, con la collaborazione tra le entità associative e commerciali della zona e le istituzioni del mondo della ricerca scientifica. Verrebbero così generate politiche d’attrazione verso tale ambito, oggi fuori dai circuiti centrali della vita cittadina. (fig.5) Pertanto, il Paseo de las Delicias potrebbe essere visto come l’eje del conocimiento, che sfruttando l’ambito scientifico riesce a creare una continuità di interessi culturali lungo l’asse Prado-Delicias. Questo tema è un possibile espediente creativo per far germinare nuove dinamiche collettive nella zona e darle una sua specificità a livello metropolitano. Il cittadino, come il turista, verrebbe coinvolto all’interno di un 18
V., par. 6.2.2, Attori e interazioni, tab. pag. 288.
19
V., par. 4.3, Area di Progetto: Paseo de las Delicias ed ex Mercado Legazpi.
20
V., par. 5.1, Sistema di Ricerca ed innovazione nella Comunità di Madrid.
271
FASE 2 FASE 1
Evento
Residente
Pianificatore/ Progettista
Associazioni
Amministrazione
Piccoli Interventi
Pianificatore/ Progettista
Associazioni
Residente
Associazioni
Grandi Interventi
Pubblico
Privato
PROGETTAZIONE PARTECIPATA / INVESTIMENTI
INFORMAZIONE / CONSULTAZIONE
FEEDBACK
Pubblico
Privato
USO / MANUTENZIONE
fig.4 diagramma del processo e attori. 272
mondo oggi sconosciuto, misterioso e periferico, che appunto sarebbe interessante scoprire e conoscere, per approfondire il proprio sapere e per l’opportunità che offre di proiettarsi in un futuro possibile. Permetterebbe di incoraggiare la sociedad del conocimiento,21 ovvero di generare un sistema di società futura, che considera la pervasività della conoscenza e delle competenze aperta a tutte le dimensioni della vita sociale per stimolare la consapevolezza e la responsabilità collettiva, ma allo stesso tempo favorirebbe la capacità di espressione del proprio potenziale. Certo è che, per generare attrazione e partecipazione lungo questo asse, si propone di affiancare alle attività di educazione e informazione scientifica, iniziative d’intrattenimento, svolte dalla società civile o da altri ambiti della creatività della città. L’interazione tra il mondo della ricerca scientifica e quello della cultura, in particolare quello popolare del distretto Arganzuela, potranno pertanto produrre un ambiente creativo che fornirà le condizioni adeguate per incentivare l’idea che qualsiasi persona è capace di innovare ed essere partecipe dell’evoluzione per il futuro. Partecipazione collettiva, valorizzazione dell’identità e impulso alla creatività, sono quindi le strategie che permetterebbero una rigenerazione urbana della zona sud di Madrid. (fig.7) E ciò perché incentrano l’interesse nel contrastare le iniziative dei piani vigenti, che si focalizzano su progetti che potrebbero produrre fenomeni di globalizzazione e perdita del valore storico e sociale di questa zona. Introdurre un’iniziativa come quella della promozione della ricerca scientifica nella società, sfrutterebbe positivamente le qualità del quartiere, multi-culturale, giovane e ricco di iniziative sociali: anzi, si può dire che le esalterebbe.
21
273
V., par. 1.1, nota 11.
fig.5 schema d'azione dei centri di ricerca: dalla periferia al tessuto centrale di madrid. 274
fig.6 street Museum, Yona Friedman, 2004. Fonte: L’humain expliqué aux extraterrestres, Yona Friedman, 2016.
Oltre ad una gestione coordinata delle parti interessate, molto importante sarà pianificare morfologicamente il Paseo de las Delicias, per capire in che modo riuscire a mantenere un fervore attivo lungo tutto l’asse e per creare uno spazio pubblico alternativo. Come osservato nelle considerazioni sullo spazio pubblico contemporaneo, occorre considerarlo il luogo della dinamicità, dell’incontro. Pertanto si è pensato di far riferimento all’idea dello Street Museum, Museum of unpretentious art di Yona Friedman, (fig.6) che dichiara come «it is the exhibits that make a museum».22 Si tratta quindi di trarre spunto dalla sua proposta per promuovere luoghi flessibili ed aperti al pubblico lungo il Paseo de las Delicias, che saranno riconosciuti come parti di un sistema, di una rete del conocimiento, aperta a tutti. Interventi di agopuntura urbana nello spazio pubblico del Paseo, che saranno connessi tra loro secondo una logica localizzativa, per essere considerati un unicum e per soddisfare situazioni ed esperienze molteplici. Oltre ad una visione alternativa dal punto di vista sociale e d’uso del paseo, occorre infatti promuovere un’occupazione spaziale differente.
22
275
V. Yona Friedman, Utopie realizzabili, Quodlibet, Macerata, 2008.
Istituzione Pubblica Associazioni locali Istituti Ricerca
Centri culturali
Pianificatori Progettisti
GESTORI PROMOTORI
Realtà Artistiche
Ristoratori Commercianti
Università
COLLABORATORI
Scuole
PASEO DE LAS DELICIAS: EJE DEL CONOCIMIENTO CULTURA RIUSO RICERCA POPOLARE URBANO SCIENTIFICA ATTIVITÀ Creazione Partecipazione Divulgazione
FINALITÀ Innovazione Rigenerazione Conoscenza
FRUITORI UTENTI Residenti
Professionisti Turisti
Studenti
fig.7 diagramma delle relazioni degli attori e le attività. 276
Park(ing) day San Francisco, 2005
Più del 70% dello spazio urbano della città di San Francisco è dedicato ai flussi veicolari e alla loro sosta, mentre è ridotto l'uso sociale/pubblico. Il progetto nasce dalla riprogrammazione delle unità di sosta lungo le principali strade urbane da parte del collettivo Rebar. Queste vengono noleggiate, pagando la tariffa per l'occupazione dell'area, e trasformate in aree ricreazionali momentanee. I parcheggi diventano piccoli parchi urbani, luoghi di sosta e di socialità, installazioni d'arte o piccoli chioschi per servire alcune esigenze. L'obbiettivo è riuscire a trasmettere alla comunità l'idea che loro sono gli unici attori che possono stimolare un dibattito critico per migliorare la qualità dell’habitat urbano e attirare l’attenzione sulla necessità di maggiori spazi verdi per la collettività. L'intervento temporaneo di San Francisco si è poi trasformato in una manifestazione che coivolge per un giorno moltissime città nel mondo. scheda nº1. esempi collectifs per la rigenerazione urbana. 277
soave sia il vento Torino, 2016
L'artista venezuelano Arturo Herrera espose a Torino nella Galleria Franco Noero, decidendo di rendere parte della mostra anche la facciata secondaria di un edificio residenziale retrostante la galleria. «Ho pensato allora di portare un po' di colore, realizzando nuove tende e donandole a chi ci abita», l'occhio dell'artista ha semplicemente colto il potenziale di bellezza che i residenti apportavano a quella monotona facciata. La regolare trama di bucature è "personalizzata" dagli abitanti con tende di materiali e colori differenti, visto che non vi sono norme di uniformità come nella facciata sul fronte strada. Dunque l'artista con il coinvolgimento dei residenti ha realizzato una serie di tende raffiguranti ballerini in movimento, in tinte vivaci monocromatiche. La facciata si è trasformata in una grande scena di danza, un patchwork colorato di immagini che si muovono con il vento, o in risposta alle necessità degli abitanti. scheda nº2. esempi collectifs per la rigenerazione urbana. 278
esto no es un solar Zaragoza, 2009-2010
"Questo non è uno spazio abbandonato" è un progetto di riqualificazione urbana dei lotti vuoti, degli spazi interstiziali nella città di Zaragoza, attuato dagli architetti Patrizia Di Monte e Ignacio Grávalos. L'intervento di agopuntura urbana è nato dalla volontà dei cittadini di mantenere alcune iniziative artistiche realizzate durante un festival cittadino, volte ad abbellire alcuni spazi dell città. Il Comune ha selezionato un gruppo di architetti con il compito di gestire questo processo di riqualificazione urbana diffusa. Il successo è derivato dalla partecipazione degli utenti, dal soddisfacimento di piccole esigenze locali e da una grafica identificativa e riccorente in grado da far percepire tutti gli interventi come pezzi di uno stesso puzzle. In 13 mesi si è riusciti a equilibrare la città attraverso il riciclaggio in spzio pubblico di più di 42.000 m2 di spazi in disuso.
scheda nº3. esempi collectifs per la rigenerazione urbana. 279
Autobarrios san cris Madrid, 2013
Il quartiere di San Cristóbal de los Ángeles è situato nella periferia sud di Madrid, e Autobarrios fu un'iniziativa di vari collectifs, tra cui il collettivo spagnolo Basurama, gli artisti urbani Boa Mestura, insieme al francese Collectif Etc. Si stabilì un processo di riattivazione di uno spazio in disuso collocato al di sotto del del Viadotto de Andalucía, che collega il quartiere al centro. In una prima fase furono colorati gli elementi strutturali della sopraelevata, trasformando i pilastri in vivaci totem colorati. Nella seconda fase gli altri gruppi con la partecipazione del vicinato hanno realizzato lo scenario per trasformare questo luogo in uno spazio dello stare. Uno degli aspetti metodologici più originale è stabilire un "cantiere aperto", lasciando libera creatività a ciascun partecipante per elaborare soluzioni. Aperto anche in quanto successivamente trasformabile.
scheda nº4. esempi collectifs per la rigenerazione urbana. 280
6.2 UN MODELLO DA REALIZZARE per il paseo de las delicias e l’ex mercado legazpi
trasformazioni spaziali
281
Partendo proprio dai tre concetti precedentemente espressi, l’intervento lungo l’asse Delicias dovrà avere come obiettivo, come già anticipato nelle pagine precedenti, quello di ricreare un legame, non solo sociale e identitario, ma anche spaziale, che riesca a risolvere le discontinuità, tanto della zona stessa, come in relazione con il centro. Si prevedono azioni puntuali che inizialmente saranno gestite e coordinate da professionisti (nel paragrafo successivo sono menzionati i possibili attori per tale trasformazione) i quali daranno il giusto indirizzo verso una visione complessiva dello spazio pubblico nella zona di Delicias. Queste azioni di agopuntura urbana dovranno essere pensate per creare una rete di luoghi con caratteristiche spaziali differenti e complementari, capaci di generare percorsi alternativi alla maglia ortogonale del tessuto della zona, così da apportare dinamismo nella vita urbana collettiva. Cambiare la visione dello spazio pubblico è l’obiettivo a lungo termine; ovvero attraverso un susseguirsi di interventi si prevede di garantire sempre più spazi riservati all’incontro collettivo, al ritmo del pedone, piuttosto che al flusso veicolare. Una serie di principi stabilisce la maniera con cui operare:
Minimo intervento «Lo mejor de una ciudad son esos espacios con los que nadie hace nada. Un mercadillo en un gran espacio vacío, esa mancha sin planificar, es el mejor y más visible lugar de la ciudad».1 Partendo dall’idea che qualsiasi luogo può potenzialmente diventare spazio pubblico, poiché è l’uso che ne conferisce l’aggettivazione, si interverrà sulla preesistenza con minime trasformazioni. Lo scopo è dar vita a uno spazio collettivo che sia una piattaforma per opportunità e attività; si potrebbe definire come un “vuoto” continuo e indefinito, perché lascia la possibilità agli individui di scegliere e determinare le loro azioni ed i loro movimenti. (fig.1) Certo è che gli spazi si differenzieranno per alcune caratteristiche essenziali, come essere il luogo dello stare o del movimento, essere uno spazio raccolto separato dal caos della città oppure costituire uno spazio di grandi dimensioni per ampi flussi o azioni di particolare importanza. Per definire possibili usi e sequenze, innanzitutto si elabora un abaco degli elementi urbani preesistenti, così come delle tipologie di spazi, così da avere chiaro ciò che dell’esistente andrebbe valorizzato, recuperato, dismesso. (tab.3) Inoltre si cercherà di integrare, nell’assetto dello spazio pubblico, tutti quei luoghi di scarto, vuoti d’opportunità, che potrebbero ampliare le aree dello stare, piuttosto scarse nel quartiere; si tratta delle zone da usare in attesa di un effettivo cambiamento. Anche i locali abbandonati o le zone con usi indesiderati, potranno essere inglobati nel sistema dello spazio pubblico del Paseo, ma quello che sarà il principale intervento per la nuova circolarità pedonale è
fig.1 parcella vuota trasformata in uno spazio pubblico prima del nuovo uso. playground, aldo van eyck, amsterdam, 1950.
1
n’UNDO, Desde la Resta, Madrid, 2017, pag. 24. Traduzione: «Il meglio di una città sono questi spazi dove nessuno fa nulla. Un mercatino in un grande spazio vuoto, questa macchia senza pianificazione, è il migliore e più visibile luogo della città».
282
fig.2 nuovo blocco edilizio della zona legazpi. grande corte interna privata.
l’apertura dei patii privati, caratteristici dell’edilizia della zona. Come visto dall’analisi, è maggiore lo spazio aperto privato rispetto a quello pubblico, conseguenza dell’evoluzione dei grandi lotti del distretto (da industriali a residenziali). Ma, guardando anche alle nuove costruzioni residenziali a sud-est del Paseo de las Delicias, sembrerebbe che la direzione con cui proseguire la crescita urbana della zona, sia quella di creare un’esclusività nella vita collettiva, desertificando gli spazi pubblici. (fig.2) Invertire questa tendenza, aprendo le corti interne alla vita pubblica, servirà a rafforzare l’identità del tessuto, ma soprattutto servirà a recuperare i patii del tessuto storico consolidato, che spesso vertono in uno stato di abbandono, o sono invasi da usi impropri. Si penseranno gli accessi alle corti interne secondo varie opzioni, con la disponibilità dei commercianti, residenti della zona o attraverso i lotti, in modo tale da creare una rete alternativa sovrapposta alla scacchiera del tessuto. (fig.4) Il fine ultimo è istituire uno spazio collettivo continuo e vitale, che si evolverà gradualmente grazie alla presa di coscienza del cittadino della zona, che si approprierà del luogo, producendo effetti positivi anche a scala più ampia. All’interno del nuovo sistema dello spazio pubblico si individueranno delle macro aree, differenti per caratteristiche spaziali ed in particolare alcuni luoghi puntuali, che saranno considerati delle centralità, dei punti focali. Scelti per la loro localizzazione strategica o per la loro rilevanza architettonica, come l’ex Mercado di Legazpi,2 serviranno ad articolare la rete del nuovo spazio pubblico. Flessibilità e Temporalità Lo spazio pubblico deve essere caratterizzato da un intervento flessibile nel tempo: solamente così potrà rinnovarsi nella forma, nella funzione e nel suo significato urbano. Pensarlo come un organismo resiliente, 2
283
V., par. 6.2.3, Strategie per l'ex Mercado Legazpi.
ELEMENTI URBANI
Mobiliario Urbano Edicola Chiosco lotteria Panchina in legno Supporto Pubblicitario Alberatura Fermata Autobus Parking Bici Telefoni Pubblici Chiosco Segnaletica stradale Segnaletica orizzontale Parcheggi veicoli Illuminazione Alta Illuminazione Bassa Tavolini e Gazebi Insegne attivitĂ commerciali Tende da sole su strada Condizionatori Fioriere Tipologie Spazi Grandi Aree Dismesse Parcelle vuote Edifici abbandonati Locali vuoti Garage inutilizzati Giardini pubblici e piazze Piccoli Patii privati Grandi Corti private Terrazze private Rotatorie Strada pedonale
METODO D'AZIONE
-
riciclare valorizzare riciclare valorizzare
-
valorizzare ridurre valorizzare ridurre valorizzare riciclare ridurre
-
valorizzare riciclare valorizzare riciclare valorizzare riciclare riciclare ridurre ridurre riciclare valorizzare valorizzare riciclare riciclare ridurre valorizzare
tab.3 abaco degli elementi urbani del paseo de las delicias.
fig.4 concept griglia urbana. 284
pronto a ricevere upgrades, per soddisfare le necessità della società in trasformazione. Le peculiarità dello spazio collettivo saranno minime ed essenziali, poiché l’obiettivo principale sarà quello di accogliere interventi flessibili e removibili. Tali progetti avranno una loro durata, così da promuovere una pluralità di attività; ne consegue il coinvolgimento di tutti quegli agenti interessati a tali tematiche, in particolare le azioni dei collectifs. La variabile tempo diventa elemento essenziale del progetto per due ragioni. In primo luogo, è associata alla temporaneità, ovvero gli interventi nello spazio pubblico avranno una loro ciclicità di vita, saranno flessibili e reversibili, con l’evolversi della domanda. In secondo luogo, il progetto per lo spazio collettivo segue una temporalità, ovvero procede per fasi di sviluppo. È importante definire un modello di trasformazione fluido, dilatato nel tempo, con obiettivi a breve e lungo raggio. Quest’evoluzione è necessaria per seguire le priorità sociali, economiche o spaziali. L’evoluzione dell’asse urbano de las Delicias potrebbe iniziare con piccoli interventi, per poi evolversi in operazioni di maggiore rilevanza anche a scala territoriale. Identità Coniugare la nuova proposta con la preesistenza significa trovare la maniera di generare una commistione tra esse; e, proprio sfruttando l’identità del luogo, si potrà produrre un differente modo di vivere lo spazio comune del Paseo de las Delicias. Parte dell’identità del posto è il patrimonio architettonico della zona, ex fabbriche o stazioni, che andranno presi in considerazione come centralità e luoghi da valorizzare. Allo stesso tempo, anche la quotidianità di questo asse, scandita dalla caratteristica tipologia residenziale del vecchio quartiere operaio, dovrebbe essere considerata identità: nel suo aspetto “popolare” si configura infatti come caratteristica da salvaguardare, poiché espressione genuina della vita del quartiere. Questo aspetto rimanda al suo passato di spazio delle attività produttive del settore secondario: ora quest’aspetto si è trasformato con la deindustrializzazione, perdendo vitalità, recuperabile però nello spirito d’iniziativa degli abitanti. Oggi il Paseo de las Delicias è il luogo di transizione, una via ad alto flusso veicolare, soprattutto in alcune ore della giornata, offuscando la funzione di luogo della società, del pedone. Presenta un’immagine caotica, un viavai di veicoli, persone, uno spazio pubblico saturo di elementi che confondono, dai numerosi cartelli stradali di grandi dimensioni, alle insegne colorate dei locali commerciali. È un luogo non adatto allo stare, alla sosta, ma pensato per il movimento e per catturare l’attenzione, come Las Vegas osservata da Venturi.3 Questa peculiarità potrebbe anche essere il suo carattere di attrazione, se sfruttato a favore della vita collettiva, dello spazio pubblico. 3
Robert Venturi, Imparare da Las Vegas, Quodlibet, Macerata, 2010.
285
Bisogna quindi indirizzare il Paseo verso uno stato di entropia, dove la caoticità, sia situata all’interno di un sistema; un sistema in cui conviva una molteplicità di spazi, adatti sia allo spostamento che all’incontro della collettività. Le numerose attività commerciali, le scuole e le iniziative di quartiere, potrebbero sviluppare le loro massime potenzialità appropriandosi di quei luoghi raccolti, che sono il corazón de manzana,4 per convertirli nel cuore pulsante della zona, nella nuova sede dell’attività produttiva che non sarà più quella industriale, ma quella sociale e intellettuale. Nello specifico, tutto ciò sarà supportato da un “intervento d’uso” che rivaluterà l’identità della zona sotto uno scenario alternativo che prevede la coesistenza e la collaborazione tra la società e il mondo della ricerca. L’innovazione e la tradizione insieme creeranno, qui, una rete per il coinvolgimento diretto e per lo scambio del sapere scientifico e popolare; sarà un luogo collettivo itinerante rivolto alla conoscenza.
Per approfondire la proposta della “rete della conoscenza” per il Paseo de las Delicias, si è deciso di prendere in considerazione il tema dell’alimentazione e della nutrizione come modello di sviluppo, visto che è un settore che ha riscosso un notevole interesse in questi ultimi anni, che guarda a prospettive future, ed è parte della vita quotidiana. Nel capitolo precedente, si era già accennata un’ipotesi incentrata su tale argomento,5 ora sarà interessante capire come sia possibile attuarla, e quali soggetti saranno interessati alla promozione di iniziative legate al mondo dell’agroalimentare. Un’innovazione aperta a tutti prevede il coinvolgimenti di attori differenti: pubblico, privato e
4
attori e interazioni
Corazón de manzana, cuore dell’isolato, corte interna al lotto edificato.
5 V., par. 5.2.2, Riferimento alla proposta per un centro di divulgazione e formazione professionale, relativo all’Istituto di ricerca agroalimentare INIA.
286
società civile. (tab.5) All’interno di questi agenti principali si collocano in particolare due organizzazioni, Madri+d e giau+s, che avranno il compito di gestire, coordinare e pianificare sia le attività, sia lo spazio pubblico in cui si svolgeranno le azioni stesse. In particolare, l’idea di affidare la pianificazione della strategia, precedentemente spiegata, al gruppo di ricerca urbanistica giau+s, dell’Università Politécnica di Madrid, potrebbe essere la scelta più idonea per riuscire a mantenere un contatto costante con la gestione del tessuto. Un programma che promuova la continua evoluzione dello spazio pubblico in relazione ai cambiamenti di necessità e alla manutenzione stessa. Tra i vari promotori elencati, oltre a quelli legati al mondo della ricerca scientifica per la divulgazione delle nuove scoperte nel campo della scienza dell’alimentazione, ci sono anche organizzazioni volte a sostenere la sicurezza alimentare e la corretta nutrizione. Tutti quanti creeranno una catena di collaborazione con altri agenti come sono i commercianti o i ristoratori. È indispensabile che l’innovazione nel mondo della scienza dell’alimentazione sia associata alla sostenibilità, ovvero a tutto ciò che preservi e sfrutti il sapere della tradizione popolare, promuovendo prodotti e pratiche della cultura alimentare spagnola. Pertanto, i vari soggetti guarderanno anche a tale tematica e gli stessi cittadini potrebbero diventare portavoce di questo sapere popolare. Entra quindi in gioco la società civile della zona di Delicias che in base ai loro interessi organizzino attività, coinvolgendo i cittadini. Esempio calzante, le associazioni delle scuole circostanti il paseo potrebbero proporre iniziative per sensibilizzare i giovani a questo tema. L’intenzione generale della proposta è quella di svolgere progetti di partecipazione attiva e non solo di ascolto; eventi per sperimentare direttamente nuove conoscenze. Sarà possibile attraverso un ambiente creativo, supportato anche da agenti del mondo della cultura, come potrebbe essere Intercambiæ, che produrranno esperienze culturali 287
PRIVATO
SOCIETÀ CIVILE
PUBBLICO
STAKEHOLDERS
RUOLO
MADRI+D
Organismo che coordina le varie identità partecipanti per promuovere I+D+i. Generare un sistema innovativo tra vari ambiti: universitario, scientifico, culturale, imprenditoriale e cittadino.
INIA
Istituto Naconal de Investigación y Tecnología Agraria y Alimentaria. Promuove la diffusione delle ricerche, la formazione professionale, l’educazione del cittadino, la cooperazione.
Intercambiæ
Appartenente al centro culturale del Matadero, promuove le pratiche artistiche vincolate con l’interesse comune. Programma azioni culturali per e nella comunità sociale.
ICTAN
Instituto de Ciencia y Tecnología de Alimentos y Nutrición. L’attività svolta vuole stimolare la consapevolezza verso il binomio alimentazione-salute. Diffonderlo alla società ed al settore produttivo.
UPM giau+s
Grupo de Investigación en Arquitectura, Urbanismo y Sostenibilidad, della università Politécnica. Coordina e gestisce il progetto dello spazio pubblico, dotandolo degli strumenti urbani adatti per una buona fruizione.
AV Escuelas
Asociaciones de Madres y Padres y Alumnos. Promuovere attività scolastiche ed extrascolastiche per sensibilizzare gli studenti e genitori al mondo dell’innovazione alimentare.
AV Nudo Sur
Asociación de Vecinos Nudo Sur. Cittadini della zona di Delicias pomuovono azioni ed attività per migliorare il quartiere. In particolare l’associazione gestisce l’area dell’antica stazione Delicias.
CSO La Traba
Centro Social Okupado La Traba. Associazione di giovani cittadini che promuove progetti di condivisione interculturale e di lotta alla speculazione urbanistica, per salvare edifici abandonati del distretto.
EVA Arganzuela Cocinea
Espacio Vecinal Arganzuela. Gruppo di varie associazioni e cittadini del distretto che promuove la salvaguardia dell’Ex Mercado Legazpi e getisce attività pubbliche all’interno dello spazio.
Spazio a disposizione per svolge corsi di cucina o eventi legati alla gastronomia. Promuove una cucina sostenibile e salutare, legata alla tradizione popolare quanto all’innovazione culinaria.
FEN
Fundación Española de la Nutrición. Istituzione che ha come obiettivo lo studio e la divulgazione dei problemi relativi alla nutrizione. Comunicazione ai settori interessati, quali ristorzione, commercianti e nutrizionisti.
FIAB
Federación Española de Industrias de Alimentación y Bebidas. Gruppo di imprese alimentari, che guarda alla sicurezza alimentare ed alla qualità del prodotto. Collaborazione tra la ricerca e l’industria.
tab.5 tabella degli attori principali. gestori e promotori del progetto. 288
Fondazione Renzo Piano
UNESCO Laboratorio di quartiere
6RJJHWWR 'DWD &RGLFH ,PPDJLQH $XWRUH
$OOHVWLPHQWR
GHOOD fig.6 foto laboratorio di quartiere, VWUXWWXUD otranto, 1979. Fonte: Otranto Urban Regeneration 2WUBB Workshop, Fondazione %HUHQJR Renzo Piano, < www.rpf.ice.spill.net>. *DUGLQ *LDQQL %HUHQJR *DUGLQ *LDQQL
&RS\ULJKW
9 / 65
per avvicinarsi alla scienza. Tutto ciò fa capire come infinite tipologie di attività, potrebbero promuovere la ricerca scientifica, suscitando la partecipazione della collettività. Attori e fruitori si intrecceranno in un’unica maglia avendo un’unica direzione: quella di apportare maggiore responsabilità sociale e dinamismo nello spazio pubblico. L’evolversi di queste azioni porterà al coinvolgimento di iniziative sempre nuove, che contribuiranno al miglioramento della qualità sociale ed economica della zona. Un riferimento a cui poter guardare sono le proposte promosse, ormai diversi anni fa, da Gianfranco Dioguardi6 e, in particolare, il progetto per Otranto diretto con Renzo Piano nel 1979, un “laboratorio di quartiere”,7 parte del programma di riabilitazione dei centri storici patrocinato dall’UNESCO. (fig.6) Tale tecnica di partecipazione è stata sperimentata anche per la rigenerazione di quartieri periferici, come fu il caso di Bari, con l’idea di coinvolgere la cittadinanza, le maestranze locali ed i giovani nelle iniziative. Si produsse con il tempo un miglioramento della situazione di degrado sociale, con maggiore responsabilità e senso d’appartenenza degli abitanti del luogo. In conclusione, «le alleanze che si auspicano sono molteplici: culturali, tra sapere e saper fare; temporali, tra passato e futuro; strategiche, tra imprese e istituzioni; sociali, tra classe dirigente e cittadini; urbane, tra centro e periferia; intellettuali, tra ragione e immaginazione; generazionali, tra allievi e maestri. Alleanze che si legano al concetto di complementarità, indispensabile alla coniugazione di nuovi ruoli, nuove azioni e nuove sinergie, a favore di un’innovazione non solo tecnologica, ma soprattutto sociale, etica e politica».8 6
Gianfranco Dioguardi, ingegnere ed imprenditore di Bari, interessato a processi pluridisciplinari per la rigenerazione urbana. Fondazione Dioguardi, <www.fondazionedioguardi.it>.
7
Progetto di collaborazione con gli abitanti, per la manutenzione del centro storico, le attività vennero portate avanti intorno ad un “cubo”, un modulo trasportabile organizzato in quattro sezioni: analisi e diagnostica, informazione e didattica, progetto aperto, lavoro e costruzione. Otranto Urban Regeneration Workshop, Fondazione Renzo Piano, <www.rpf.ice.spill.net>. 8 Francesco Maggiore, Il governo della città e delle sue periferie, in I quaderni di varia cultura, Fondazione Dioguardi, Milano, 2015.
289
La considerazione dell’ex Mercado de Frutas y Verduras come elemento urbano essenziale per la riqualificazione della zona, è stata già accertata dalle varie analisi e osservazioni fatte. Il complesso diventerebbe il nodo strategico al termine dell’asse vertebrale di Madrid, quindi luogo rilevante non solo per l’area di Madrid Sur, ma per l’intero tessuto della metropoli. Come visto, costituisce un’occasione di ricucitura tra la zona periferica al sud del Manzanares ed il centro. L’edificio può essere considerato per la sua dimensione un grande contenitore per differenti attività, ma non gli si può imporre una vocazione definitiva, fisso, si deve guardare ad usi che si trovino in sintonia con le sue peculiarità di edificio per lo svolgimento del mercato, coerenti con la sua conservazione e valorizzazione architettonica. Attualmente parte dell’edificio abbandonato è gestito dall’associazione EVA Arganzuela, che propone attività culturali e sociali, cercando lentamente di riportare in vita questo bene patrimoniale. Si potrà quindi incoraggiare questo tipo di iniziative, affiancando differenti servizi e puntando, come nel caso dello spazio pubblico del Paseo de las Delicias, a sfruttare il tema dell’innovazione come motore per la rigenerazione. Essendo il punto focale di questa “rete della conoscenza”, l’ex mercato potrebbe essere il centro di coordinamento e gestione delle iniziative svolte lungo l’asse; con il tempo esso può riuscire a diventare il luogo d’incontro di importanti attività. La funzione che svolgerà l’edificio riprenderà un po’ la sua caratteristica propria: quella di luogo di scambio. Era appunto l’antico mercato all’ingrosso, il centro di smistamento e distribuzione della produzione agricola, tra il campo e la città. E così come nel passato avveniva da qui la diffusione dei prodotti alimentari, oggi esso potrebbe diventare il luogo degli scambi d’idee e conoscenze. Ciò significherebbe pensare ad una strategia occupazionale in continua evoluzione, a lungo raggio, dove il mercato potrà essere occupato da vari servizi ed attività, che si susseguiranno in base ai meccanismi
strategia ex mercato legazpi
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d’interesse. Certo è che la divulgazione del sapere, tanto scientifico quanto popolare, sarà il filo conduttore di questo luogo, nel quale si potranno instaurare infinite collaborazioni tra i diversi settori produttivi, come la ovvia sinergia con il vicino centro di produzione creativa del Matadero. Per approfondire questa tematica e legarla a tutto ciò che è stato ipotizzato per la strategia del Paseo de las Delicias, si prevede di innescare una prima spinta per il recupero di questo edificio con lo stanziamento di un progetto affiliato all’INIA, che, come visto nel capitolo precedente, è il ponte di comunicazione tra l’innovazione alimentare e la società. La volontà è quella di creare un centro di divulgazione della conoscenza, rivolta tanto agli esperti del settore quanto al comune cittadino o turista. Tutto ciò nasce proprio dal fatto che è diventato essenziale propagare il sapere scientifico per trovarsi in una società consapevole e al passo con le novità e le problematiche future. Soprattutto in una metropoli in continua evoluzione come Madrid, è importante educare i cittadini e renderli partecipi dell’evoluzione scientifico-tecnologica. Così una città non sarà più solo incubatrice di cultura storica, artistica, ma anche di una cultura scientifica, innovatrice. Questo sarà l’obiettivo principale del centro, intorno al quale si connetteranno altre funzioni importanti per la divulgazione, ma anche per soddisfare le necessità della zona. L’interesse per la cultura scientificoalimentare sarà fomentato da attività rivolte ad un vasto pubblico: dai convegni per i professionisti del settore, agli spazi di dimostrazione e degustazione delle nuove innovazioni, fino agli spazi espositivi ed ai laboratori didattici per adulti e bambini. Ciò è una parte del versatile programma che la struttura ospiterà a seconda degli eventi. La divulgazione avverrà anche tramite quelle aree del complesso dedicate maggiormente a servizi per il distretto, la ristorazione, il mercato, gli orti, dove il fruitore potrà interfacciarsi sia con l’innovazione che con la sostenibilità della tradizione alimentare. Il centro farà parte di quella cultura conoscitiva che una città metropolitana deve offrire, coinvolgendo diverse utenze, grazie a tre fattori: * l’importanza a livello metropolitano e nazionale che il complesso rivestirà per la formazione professionale e per la divulgazione scientifica. * la collaborazione con le attività culturali della città, come l’adiacente Compañía Nacional de Danza, il Matadero o i musei del Paseo del Prado. * la combinazione all’interno del complesso di luoghi di conoscenza con servizi utili alla vita quotidiana del quartiere.
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L’ex mercato avrà quindi un’affluenza di professionisti, ricercatori, imprese del settore per la sua rilevanza a livello nazionale come centro di formazione e divulgazione scientifico-alimentare. Avrà un incentivo sulla presenza turistica occasionale grazie alla coniugazione con le attività artistiche: spettacoli teatrali, performance di danza, esposizioni di artisti. Eventi che, in sinergia con gli spazi della cultura alimentare, possano originare un nuovo approccio per fruirne. Infine, vedrà la partecipazione della cittadinanza, in particolare degli abitanti del quartiere, mediante la collocazione all’interno del complesso di alcuni servizi e attività di cui oggi il barrio non dispone. Esiste un tessuto sociale attivo, che desidera partecipare allo sviluppo di un progetto che riattivi l’utilizzo dell’ex mercato e riqualifichi la zona circostante. Proprio in collaborazione con l’associazione EVA e le altre presenti nella zona, si potranno stabilire politiche di riattivazione, gestione e mantenimento di questo grande contenitore. Aumenterà di conseguenza l’empowerment di abitanti e operatori locali nelle scelte di attuazione. In riferimento alla riqualificazione di detto complesso architettonico, sarebbe interessante seguire le indicazioni del documento Do.co-Mo.mo,9 l’associazione internazionale più attiva e accreditata nella difesa del patrimonio architettonico del XX secolo. La riabilitazione del mercato per una nuova funzione dovrebbe conservare la struttura originale e le sue caratteristiche di rilievo specificate nel documento. Per quanto riguarda gli interventi sui due fronti principali, quello della piazza e quello verso il Río, si potrà prevedere una maggiore apertura dell’edificio all’intorno. L’idea principale è quella di individuare nuovi accessi e in particolare legare il Mercado Legazpi al Parque M-Río, facendolo diventare il punto focale di questo sistema; mentre sul fronte nord sarà interessante ripensare l’ingresso al patio, con un elemento di riconoscimento urbano nella glorieta, come lo è il serbatoio per il Matadero. Il patio centrale al mercato, che per la sua dimensione potrà accogliere la nuova Plaza Legazpi, sarà il punto finale del Paseo de las Delicias, dove si potranno concentrare molte delle attività civili della zona. Sicuramente sarà essenziale pensare ad un nuovo accesso alla metro direttamente dal mercato, così da pianificare un nodo di scambio tra metro, autobus e taxi, mentre la strada laterale, parallela al viadotto, sarà utilizzata come accesso secondario per lo scarico delle merci. Per concludere, vicino al mercato sono stati individuati terreni dismessi o adibiti a usi impropri, quali il distributore di benzina sulla glorieta, che insieme al mercato potranno essere trasformati per configurare un nuovo sistema che risolva le criticità dell’attuale Plaza Legazpi. 9
V., Annesso, pag. 295. 292
In conclusione, si è cercato di stabilire una strategia possibile per Madrid Sur, creando un legame adeguato alla pluralità di necessità individuate nelle analisi precedenti. Inoltre, questo caso di studio ha proposto alcuni principi per un intervento sul tessuto consolidato, priorità per il futuro delle città attuali. Tutto ciò può far riflettere, sull’esigenza di un ripensamento della struttura e del ruolo dello spazio pubblico nella città contemporanea; dei rapporti tra spazi edificati e aperti, tra spazi pubblici e privati. Ma soprattutto sulla necessità di ripensare e aggiornare i criteri e gli odierni strumenti della pianificazione urbana.
VECIMIGAS cuando las personas que no conoces se convierten en importantes. YOSOTROS ser uno y ser los demás a la vez
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annesso
Documento Do.co-Mo.mo: Proteccion del Mercado Legazpi como patrimonio arquitectonico moderno
Madrid, 26 de abril de 2017 1. VALORES El Antiguo Mercado Central de Frutas y Verduras de Legazpi es una obra racionalista de 1935 del arquitecto Francisco Javier Ferrero Llusiá y el ingeniero de caminos Alfonso Peña Boeuf. El edificio constituye un testimonio extraordinario de la arquitectura moderna española de los años 30, siendo además el único en su género que se ha conservado hasta hoy sin alteraciones irreversibles en la ciudad de Madrid. Además de tratarse de un hito indiscutible en la introducción del hormigón armado en España, el Mercado de Legazpi mantiene su singular condición de edificio-infraestructura. El programa se resuelve magistralmente a través de la sección, organizándose en torno a sendas vías rodadas que recorren la práctica totalidad del edificio en los niveles inferior y superior. En la planta superior la vía rodada se formaliza como una calle descubierta, protegida en parte por dos voladizos simétricos. Dos losas de hormigón armado en voladizo continuo que dan lugar a uno de los espacios más singulares de la arquitectura moderna madrileña —acaso comparable con los alardes estructurales contemporáneos de Torroja. Desde un punto de vista estilístico, el edificio resulta particularmente relevante como nexo entre la tradición de la arquitectura madrileña de ladrillo, representada por el adyacente Matadero Municipal, y la primera arquitectura moderna de la ciudad, con vocación internacional. El Mercado de Legazpi está catalogado con grado de protección estructural por el planeamiento urbanístico municipal vigente, y está incluido en la sección de Equipamientos Modernos del Registro 295
DOCOMOMO Ibérico. La racionalidad de su trazado y estructura, la claridad de su construcción, su escala infraestructural, son algunos de los motivos por los que merece ser conservado y recuperado, y por los que cualquier transformación debe supeditarse a sus singulares valores patrimoniales. Entre la extensa bibliografía que recoge la importancia del edificio cabe citar el libro de Miguel Ángel Baldellou Los Ferrero: arquitectos de Madrid, de 2005, que a propósito del Mercado de Legazpi concluye: “De todo el conjunto de “arquitectura racionalista madrileña” superviviente al paso del tiempo, es el último ejemplo de mercado promovido por el Ayuntamiento antes de la Guerra Civil, que aún queda en pie de ese empeño, una vez se destruyó el Mercado de Olavide y se transformó drásticamente el de Pescados de Puerta de Toledo, ambos de Ferrero. Su valor de documento es, pues, fundamental para la conservación del patrimonio arquitectónico del siglo XX.” 2. AMENAZAS En carta de 26 de mayo de 2016, la organización TICCIH-España (división del Comité Internacional para la Conservación del Patrimonio Industrial) alertó sobre la necesidad de protección de este edificio ante las amenazas que implicaba el proyecto municipal para su transformación. A pesar de su extraordinario valor, y de ser un bien catalogado y protegido por la normativa urbanística, el Mercado sigue hoy amenazado por dos actuaciones promovidas por el Ayuntamiento de Madrid: A.- La segregación desde 2007 de una parte del edificio —las dos pequeñas naves de una planta que avanzan simétricas hasta confluir y conformar la esquina del edificio en la plaza de Legazpi. Segregación catastral en la que se retiró cualquier tipo de protección y a la que se asignaron aprovechamientos y usos lucrativos, que suponen una amenaza de demolición de esas partes fundamentales de la estructura original del conjunto edificado (modificación puntual del PGOU aprobada en julio de 2007). Actualmente esta parte del edificio está destinada para su cesión temporal a asociaciones y colectivos vecinales, pero al mantener, hoy por hoy, su desprotección, cabe la posibilidad legal de su demolición futura. B.- El proyecto del Ayuntamiento para la transformación del Mercado hecho público en diciembre de 2016. El proyecto parte de una definición y cuantificación de nuevos usos que supone el incremento de la superficie edificable, sin haber estudiado previamente la capacidad de acogida del edificio respetando las características arquitectónicas que justifican su protección. Esto da lugar a una grave alteración de sus valores patrimoniales, a la destrucción de elementos singulares de su estructura y a un desmantelamiento extensivo e indiscriminado de sus cerramientos. 296
El proyecto actual compromete la integridad y el valor patrimonial del edificio en los siguientes aspectos: B1.- Alteración de los espacios que configuran las calles de circulación interior (originalmente para el tránsito de vehículos), tanto en planta baja como en planta alta, mediante la introducción de entreplantas que anulan su valor espacial, además de su condición estructural como eje organizador del antiguo mercado. Vías de circulación válidas y recuperables en nuestros días, sean cuales sean los nuevos usos que se propongan. B2.- Demolición de parte del forjado que sustenta la calle superior, para abrir huecos de escaleras y ascensores, que no solo ignoran la posición de los huecos que originalmente comunicaban los dos niveles del edificio, sino que suponen la destrucción de uno de los elementos estructurales más característicos, como es la viguería de hormigón armado para tráfico pesado situada en la crujía central. B3.- Desmantelamiento extensivo e indiscriminado de los cerramientos originales de ladrillo, fundamentales para la comprensión del valor del edificio en continuidad con las construcciones cercanas de Matadero. El ladrillo forma parte de la imagen e identidad histórica del edificio. 3. PROPUESTAS La transformación del Mercado de Legazpi y su adaptación a nuevos usos debe realizarse a partir de la comprensión y el respeto de sus valores arquitectónicos e históricos. Ello supone responder a las siguientes demandas: - Que se parta de la necesidad de conservar la configuración fundamental de los espacios y estructura originales del edificio, estableciendo previamente su capacidad de acogida en relación con la implantación de los nuevos usos y su magnitud. - Que las transformaciones asuman y aprovechen los valores arquitectónicos e históricos del edificio en su actual organización y en toda su extensión. Especialmente, mantener la calle central en los dos niveles, en la que se concentran los elementos estructurales más singulares: potente estructura de forjado en el techo de planta baja y voladizos de 6 m laterales en la calle descubierta de planta alta. - Que los cerramientos de ladrillo originales se entiendan como elementos inseparables del carácter e imagen del edificio, y se conserven como parte de su identidad histórica, con las mínimas alteraciones exigidas por los nuevos usos.
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A estos puntos, los más claros desde el punto de vista patrimonial, se debería sumar un mejor entendimiento del potencial urbano del edificio: por un lado, en el posible carácter de su patio central, que el actual proyecto somete a una operación de vaciado y construcción de sótanos para aparcamiento y para una dudosa sala polivalente; por otro lado, en la posible conexión de la nueva plaza con Madrid Río, que la propuesta municipal resuelve con la apertura de dos “callejones” de conexión en planta baja, de dudosa calidad como espacios públicos. 4. CONCLUSIÓN Acontecimientos recientes han puesto de manifiesto la fragilidad del patrimonio de la arquitectura moderna en Madrid, y las contradicciones que se producen entre su conservación y las necesarias transformaciones que posibiliten nuevos usos y aprovechamientos. La demolición de la Casa Guzmán, obra de la década de 1970 de Alejandro de la Sota, es sin duda el caso extremo que ha hecho saltar todas las alarmas. Otras polémicas recientes, como las del Edificio España o las antiguas cocheras de Metro de Cuatro Caminos, bastan para entender la falta de criterios para la conservación del patrimonio arquitectónico moderno, en la que la carga simbólica o icónica suele anteponerse a los principios y valores arquitectónicos y urbanos. Siendo menor su carga simbólica actual en el imaginario urbano, el Mercado de Legazpi parece haber quedado fuera del debate público sobre la conservación del patrimonio. Sin embargo, el valor arquitectónico de este edificio de los años 30 merece una mayor atención y protección que la recibida hasta ahora, sobre todo si se considera como el último material recuperable de una obra tan importante como la del arquitecto municipal Ferrero. A la traumática demolición del Mercado de Olavide en 1974 se sumó la completa desfiguración del antiguo Mercado de Pescados de Puerta de Toledo, ambas obras de este buen arquitecto municipal que podemos considerar perdidas. Otra obra de Ferrero, el Viaducto sobre la calle Segovia, estuvo a punto de ser demolida en los años 70, y hoy es uno de los emblemas de Madrid. La protección del Mercado de Legazpi no sólo es una cuestión cultural, sino también histórica. Por su condición de equipamiento público, relacionado con la alimentación. Por su tamaño, configuración y situación en la ciudad. Por la economía estricta de su estructura y materiales. Incluso por su renuncia al simbolismo y a una imagen icónica, el edificio representa los mejores esfuerzos de la arquitectura en el periodo republicano. Respetar y valorar este antiguo mercado municipal permitirá entender que la memoria histórica no debe reducirse a la eliminación o restitución de símbolos, sino también a la puesta en valor de los edificios más significativos de aquella fecunda época, como el Mercado de Legazpi. 298
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