Libro Favole Esopo - illustrate dalla 5°B

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Le favoledi

Esopo illustrate dalla 5°B


Le favole di Esopo illustrate dalla 5°B Laboratorio di illustrazione - ottobre 2017 - a cura di:

Sara Pilloni Insegnate di classe:

Cristina Sanna Autore:

Esopo Illustratori:

Emma Sonnu, Sara Lullia, Elisa Arca, Francesca Prost, Greta Catta, Andrea Cosso, Alessandro Di Micco, Asia Biotti, Elisa Uras, Irene Saba, Francesco Cesaraccio, Sara Puggioni, Rebecca Sanna, Riccardo Cornago, Rossella Sanna, Elisa Zaccolo, Lorenzo Mossa, Diego Lapegna, Beatrice Feo, Elena Mura, Viola Lococo, Giulia Basili Grafiche e illustrazione di copertina:

Sara Pilloni Scuola Primaria via De Carolis - Istituto Comprensivo “Brigata Sassari” E’ vietata la riproduzione salvo consenso dei partecipanti al laboratorio e delle organizzatrici dello stesso.



Emma Sonnu Sara Lullia Elisa Arca Francesca Prost Greta Catta Andrea Cosso Alessandro Di Micco Asia Biotti Elisa Uras Irene Saba Francesco Cesaraccio Sara Puggioni Rebecca Sanna Riccardo Cornago Rossella Sanna Elisa Zaccolo Lorenzo Mossa Diego Lapegna Beatrice Feo Elena Mura Viola Lococo Giulia Basili


Le favoledi

Esopo illustrate dalla 5°B


I viandanti e l’orso illustrato da Emma Sonnu

Due amici viaggiavano insieme, quando all’improvviso apparve un orso. Il più svelto salì su un albero e si nascose, mentre l’altro si gettò per terra fingendo di essere morto. L’orso gli avvicinò il muso, annusandolo. Il viandante tratteneva il respiro, perché a quel che dicono, l’orso non tocca i cadaveri. Quando l’orso si fu allontanato, quello che era sull’albero scese e chiese all’altro cosa gli avesse detto nell’orecchio l’orso. “Di non viaggiare mai più con dei compagni che nel pericolo non restano al tuo fianco”, gli rispose quello.




Il cane che portava la carne

illustrato da Sara Lullia

Un cane con un pezzo di carne in bocca stava attraversando un fiume; vedendosi riflesso nell’acqua pensò: “Toh un altro cane!Ha un pezzo più grande del mio!”. Lasciò cadere il suo pezzo di carne e si lanciò a prendere la carne dell’altro cane. “Che guaio!” ululò il cane accorgendosi che l’altro pezzo di carne altro non era che un riflesso. Il cane perse il suo pranzo, che venne portato via dalla corrente del fiume.


Il cane e la conchiglia illustrato da Elisa Arca

Un cane era abituato a ingozzarsi di uova. Ne mangiava in continuazione! Un giorno, mentre passeggiava, vide una conchiglia bianca e liscia. Come splendeva al sole! Il cane si convinse che fosse un bel uovo in attesa di esser mangiato, spalancò la bocca e con grande sforzo riuscì ad ingoiarla. Che peso sullo stomaco! Che male! Tra sé e sé allora disse: “Ben mi sta, nella fretta, ho pensato che tutte le cose rotonde fossero uova!”




Il corvo e la volpe illustrato da Francesca Prost

Un corvo che aveva rubato un pezzo di carne, si posò su un albero. Lo vide una volpe e volle impadronirsi del boccone. Si fermò ai piedi dell’albero e iniziò ad adularlo, osservando quanto fosse grande e bello. Se avesse avuto la voce, poi, nessuno sarebbe stato un re degli uccelli migliore di lui. Il corvo, allora, per dimostrare di aver la voce si mise a gracchiare con tutte le sue forze, facendo cadere la carne. La volpe afferrò la carne e disse: “Caro corvo, se avessi anche il cervello, non ti mancherebbe nulla per diventare il re degli animali”


Il gatto e i topi illustrato da Greta Catta

In una casa vivevano molti topini. Un gatto lo venne sapere e ci andò. Uno a uno finivano nelle grinfie del gatto, la sua caccia non finiva mai. I topi, allora, corsero a rintanarsi nelle proprie tane e il gatto non riusciva più a prenderli. Bisognava tirarli fuori! Salì su un piolo e si lasciò penzolare, fingendosi morto. Ma un topo, che fece capolino, vedendo la scena disse: “Caro mio, non mi avvicinerei a te, nemmeno se ti trasformassi in un sacco”



Il leone che ebbe paura di un topo e la volpe illustrato da Andrea Cosso

Il leone era il più feroce di tutti gli animali. Un giorno, mentre dormiva, un topo gli fece una corsa su per il corpo. Il leone si svegliò di soprassalto e si girava da tutte le parti per capire cosa fosse stato. La volpe lo vide e iniziò a canzonarlo perché lui, che era un leone, aveva paura di un topino. “Non è che abbia paura di un topo”, rispose lui, “ma mi meraviglio che qualcuno abbia osato correre addosso al leone mentre dormiva!”



Il leone e il topo illustrato da Alessandro Di Micco

Mentre un leone dormiva, i topi di campagna facevano baldoria. Uno di loro, senza accorgersene, inciampò sul leone addormentato. Il leone con un balzo lo afferrò e voleva mangiarlo, il topo lo supplicava di lasciarlo andare e gli diceva: “Se mi lasci andare, ti sarò per sempre riconoscente e ricambierò il favore”. Il leone scoppiò a ridere e lo lasciò andare. Dopo qualche giorno, il leone cadde nella trappola di alcuni cacciatori che lo legarono ad un albero. Il topo sentì i suoi lamenti e, rosicchiando la corda, lo liberò dicendo: “Tempo fa hai riso di me perché pensavi che non avrei mai potuto renderti il favore, ora sai che anche noi piccoli topi possiamo essere utili ai grandi”



Il leone, l’orso e la volpe illustrato da Asia Biotti

Una mattina un grosso orso bruno vide un bel cesto pieno di provviste e si tuffò in mezzo a tutte quelle bontà, ma proprio in quel momento un leone fece la stessa cosa. I due si ritrovarono faccia a faccia ed iniziarono a litigare. “Questo cesto è mio” disse l’orso. “Bugiardo!” ruggì il leone. In men che non si dica iniziarono ad azzuffarsi ferocemente. Nel frattempo, una volpe che passava di là, assistette alla scena e appena vide il cesto abbandonato vicino a loro, quatta, quatta, lo afferrò e corse via. Quando il leone e l’orso sfiniti dalla baruffa, decisero di far la pace e spartirsi il contenuto del cestino, dovettero fare i conti con una amara sorpresa: il cestino era sparito e al suo posto c’erano solo delle piccole impronte di una furbissima volpe.



Il lupo sazio e la pecora illustrato da Elisa Uras

Quel giorno il lupo era riuscito a prepararsi un pranzo da re ed era davvero sazio. Per digerire un po’, andò a fare due passi nella foresta ed incontrò una mansueta pecorella. Che paura! La pecorella rimase paralizzata dal terrore. Il lupo, più per istinto che per fame la afferrò, ma dopo averla acchiappata si rese conto che proprio non aveva più fame. Per evitare la brutta figura disse:” Ho deciso di lasciarti andare a patto che tu riesca a dirmi tre desideri usando l’intelligenza”. La pecora sconcertata rispose:”Per prima cosa desidero non averti incontrato. Come seconda cosa, se proprio doveva accadere, avrei voluto trovarti cieco. Come terza cosa, visto che nessuno degli altri desideri è impossibile vorrei che tutta tu e tutta la tua specie facciate una brutta fine, perché mi avete reso la vita impossibile!” Il lupo, invece di adirarsi, scoppiò a ridere dichiarando “Sei stata coraggiosa a dirmi quello che pensavi, quindi ti libererò!” e salutandola con la zampa, la lasciò andare.



Il nibbio che voleva nitrire illustrato da Irene Saba

Molto tempo fa il nibbio aveva una voce, non bella, ma comunque acuta e forte. Era però un animale invidioso: era parente dell’aquila, ma questo anziché renderlo orgoglioso, gli faceva provare una grande gelosia. Invidiava gli uccelli variopinti come il pappagallo e il pavone e si mostrava sprezzante davanti alla voce melodiosa dell’usignolo. Un giorno di primavera, mentre se ne stava appollaiato, scorse un cavallo intento a bere ad una fonte. Inavvertitamente il cavallo si punse in un rovo e, dal dolore, lanciò un nitrito potentissimo. “Che meraviglia!” disse il nibbio “Questa è la voce che fa per me!” e iniziò a provare ad imitare il cavallo, tanto fece che perse la voce. Così si dovette accontentare di emettere un verso rauco per tutta la vita.



Il pavone e la gru illustrato da Francesco Cesaraccio

Il pavone era un animale piuttosto vanitoso. Durante una delle sue passeggiate, vide una gru bere allo stagno. Vedendo il colore delle penne della gru, iniziò a prenderla in giro e le diceva: “Il mio vestito è fatto di oro e di porpora…ma tu…guarda quanto sono brutte e grigie le tue ali!” La gru, librandosi in aria, gli rispose sghignazzando: “Caro mio, con la mia voce riesco ad arrivar alle stelle, tu invece come un pollo, devi zampettare in mezzo alle galline!”



Il topo di campagna e il topo di città illustrato da Sara Puggioni

Un topo di campagna era amico di un topo di città; lo invitò a pranzo e il cittadino corse subito in campagna con una gran voglia di mangiare. Trovando nel piatto solo chicchi d’orzo e grano disse: “Che vita da formica che fai! A casa mia ho ogni ben di Dio, vieni con me e vedrai!” I due partirono subito. Il topo di città imbandì il tavolo con legumi, grano, frutta di ogni tipo, formaggi e miele. L’altro stupito gli fece moltissimi complimenti, ma quando stava per iniziare a mangiare, si spalancò la porta ed entrò un uomo. Che paura! I due corsero a nascondersi. Quando l’uomo andò via i due provarono ad uscire dal nascondiglio, ma ecco che la porta si spalancò di nuovo e un altro uomo entrò. Il topo di campagna si dimenticò della fame e disse: “Ti saluto amico mio! Mangia pure a crepapelle e spassatela anche in compagnia della paura; io sarò pure povero, ma almeno vivrò senza paura di niente e nessuno!”



Il topo e la ranocchia illustrato da Rebecca Sanna

Un topino e una ranocchia fecero amicizia. La ranocchia chiese al topo come faceva a procurarsi il cibo. Il topo imbarazzato le rispose che non era un gran cacciatore.”Che ne dici se andassimo insieme a cercar cibo? Potremmo legarci l’un l’altro” disse la rana. Legati insieme trovarono tantissimo cibo e si saziarono. Incamminandosi verso casa, ancora legati, scorsero uno stagno. Senza pensarci, la rana si tuffò, trascinando con se il povero topo che prese ad urlare. Un nibbio vide la scena e pensò di aver trovato una preda facile. Afferrò il topino, trascinando anche la rana. Il topolino, con i suoi denti aguzzi, morsicò la zampa del volatile che per il gran male li lasciò cadere; i due toccarono il suolo senza farsi male, ma decisero di togliere subito quella catena che gli aveva procurato tanti guai!



L’asino e la mula con la stessa soma illustrato da Riccardo Cornago

Un asino e una mula facevano la stessa strada; vedendo che entrambi portavano lo stesso peso, l’asino iniziò a lamentarsi: “Cara mia, tu mangi il doppio di me, ma la tua soma è come la mia!”. Dopo un po’, l’asino era stanco: l’asinaio gli tolse un po’ di peso e lo caricò sulla mula; dopo dell’altra strada, l’asinaio spostò altro carico sulla mula fino a che la mula non fu costretta a portare tutto il peso dell’asino. Allora la mula disse all’asino: “Adesso,non ti sembra che io meriti di mangiare il doppio di te?”



La cicala e la formica illustrato da Rossella Sanna

La cicala passò l’estate a cantare, mentre le formiche facevano le provviste per l’inverno. “Fai come noi” le disse una formica, ma quella continuava a perdere tempo. L’inverno arrivò e la cicala affamata e infreddolita andò dalle formiche a chiedere un po’ di grano. Le formiche chiesero: “Ma perché non hai fatto provviste anche tu quest’estate?” “Non avevo tempo”, rispose lei, “dovevo cantare le mie canzoni”. “E allora balla, se d’estate hai cantato”, la canzonarono le formiche.




La cicala e la volpe illustrato da Elisa Zaccolo

Una cicala cantava sull’alto di una pianta. Passò una volpe a cui venne voglia di mangiare la cicala; si fermò sotto e cominciò a lodare la voce della cicala. “Scendi” la pregava “in modo che possa vedere da vicino quanto sei bella!”. La cicala si insospettì, staccò una foglia e la gettò di sotto; come la foglia toccò terra, la volpe le si precipitò addosso per mangiarla. La cicala allora disse: “Sbagli se pensi che io scenda con le tue lusinghe! Non mi fido più delle volpi da quando ho visto delle ali di cicala spuntare da una caccherella di volpe”


La cornacchia e la brocca illustrato da Lorenzo Mossa

Una cornacchia mezza morta di sete trovò una brocca, ma quando infilò il becco si accorse che vi era rimasto soltanto un po’ d’acqua sul fondo. Provò e riprovò, ma niente! “Che disperazione!” pensò. Le venne, quindi, un’ idea: prese un sasso e lo gettò nella brocca; poi ne prese un altro ed un altro ancora. Pian, pianino l’acqua salì verso l’orlo e dopo aver buttato dentro altri sassi, finalmente riuscì a bere.



La formica e la colomba

illustrato da Diego Lapegna

Una formica assetata era scesa in una fontana e, trascinata dalla corrente, stava per affogare. Se n’avvide una colomba e, strappato un ramoscello da un albero, lo gettò nell’acqua. La formica vi salì sopra e riuscì a salvarsi. Poco dopo, un cacciatore, scorsa la colomba, si fece avanti per catturarla. La formica lo vide arrivare e gli diede un morso fortissimo al piede. Il cacciatore urlò talmente forte da far fuggire la colomba; e grazie alla piccola formica, anche la colomba ebbe salva la vita.



La lepre e la tartaruga

illustrato da Beatrice Feo

La lepre si vantava con gli altri animali: “Nessuno può battermi in velocità” diceva “sfido chiunque a correre con me”. La tartaruga, con la solita calma, accettò la sfida. “Questa è buona!” rise la lepre. “Non vantarti prima di aver vinto” replicò la tartaruga. Stabilito il percorso, le due partirono. La lepre partì come un fulmine, però poi, per sbeffeggiare la sua avversaria, si fermò e fece un sonnellino. La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l’altro, ma quando la lepre si svegliò, la tartaruga era quasi già al traguardo. Allora la lepre si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi. La tartaruga vinse e sorridendo disse alla lepre: “Chi va piano, va sano e va lontano!”



La volpe e l’uva

illustrato da Elena Mura

Una volpe era a digiuno da un paio di giorni e non trovava niente. Capitò in una vigna.“Bella quell’uva!” disse la volpe; e spiccò un balzo per cercare di afferrare un grappolo. “Ma come è in alto!” e spicco un secondo balzo ancora più su. Più saltava, più le veniva fame: fece qualche passo indietro e prese la rincorsa. Nulla. Quando si accorse che tutti i suoi sforzi erano vani disse ad alta voce: “Quest’uva è ancora acerba! A me piace l’uva matura.” E si allontanò.



La volpe e la cicogna illustrato da Viola Lococo

La volpe e la cicogna erano buone amiche. Un giorno la volpe invitò a pranzo la cicogna e ,per farle uno scherzo, le servì la minestra in una scodella poco profonda: la volpe leccò la minestra a sazietà, ma la cicogna riusciva solo a bagnare la punta del suo lungo becco. Dopo il pranzo, la cicogna era più affamata di prima. “La minestra non è di tuo gradimento?” chiese la volpe alla cicogna “Nient’affatto, anzi, mi piacerebbe restituirti il favore ed invitarti a pranzo da me!” Qualche giorno dopo la volpe fece visita alla cicogna. Si sedettero a tavola e quando arrivarono le pietanze, la volpe si accorse che erano stati serviti in vasi dal collo lunghissimo. La volpe non riusciva a infilare il muso, riuscì solo a leccare appena il bordo del vaso. La cicogna, invece, infilava il suo lungo becco e tirava su saporitissime rane. “Ma cara”disse la cicogna “non ti piace il pranzo che ti ho preparato?” . Fu così che la volpe burlona fu a sua volta presa in giro dalla cicogna.




Il toro e la zanzara

illustrato da Giulia Basili

Una zanzara si posò sul corno di un toro e fece un bel pisolino, il toro era proprio comodo! Quando stava per volar via, educatamente domandò al toro il permesso di andar via. Il toro ridendo le rispose: “Ma se non mi sono accorto del tuo arrivo, come faccio ad accorgermi della tua partenza?


Le favole di Esopo illustrate dalla 5°B

laboratorio di illustrazione ottobre 2017 a cura di Sara Pilloni Scuola Primaria via De Carolis - Istituto Comprensivo “Brigata Sassari� insegnate di classe Cristina Sanna


Note finali Questa raccolta di favole illustrate è il frutto del laboratorio di illustrazione tenuto ad ottobre 2017 nella Scuola Primaria via De Carolis a Sassari. La classe coinvolta, la più giovane ad aver partecipato a uno dei miei laboratori, è stata in grado di interiorizzare nel migliore dei modi non solo tutti gli spunti, le regole e i consigli tecnico-pratici che compongono l’arte di illustrare i libri, ma il testo stesso. A loro voglio dire grazie dell’attenzione, dell’interesse e della passione dimostrata. Con affetto e orgoglio, Sara Pilloni


Una selezione di ventidue scritti del piĂš grande inventore di favole di tutti i tempi, illustrati da ventidue giovanissimi artisti.


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