Direttore Generale: Dino Quaratino Rapporti Istituzionali: Michela De Canio Programmazione Teatro Ragazzi e Pubbliche Relazioni: Donatella Romaniello Area Comunicazione: Antonello Condelli Ufficio Stampa: Roberta Pecora Amministrazione: Maria Carlucci Segreteria: Rosa Casarolo Marketing e Promozione: Margherita Giordano Biglietterie: Rosalba Quaratino, Andrea Trivigno Responsabile Tecnico: Raffaele Perillo - Raeda Equipments Un Ringraziamento particolare a: Federica Pergola, Lucio Arleo, Massimo Orsi, Giovanni Sileo Contatti: Info&tickets: 0971.274704 www.infotickets.it - info.tickets@cosediteatroemusica.com c/o secondo piano cineteatro Don Bosco Cose di teatro e musica: tel 0971.410358 www.cosediteatroemusica.com - info@cosediteatroemusica.com Facebook: Stagione Teatrale Potenza (Pagina Ufficiale) Cosediteatro e musica - Cosediteatro e musicaB Youtube: cosediteatroemusica | Twitter: cosediteatro emusica
Partner Istituzionali
Organizzazione
Consorzio Teatri Uniti di Basilicata
“Un bravo attore non fa mai la sua entrata prima che il teatro sia pieno”. - Jorge Luis Borges Guardo con stupore e con una certa ammirazione il cartellone teatrale di questa prossima stagione messo assieme dal Consorzio Teatri Uniti di Basilicata. Lo stupore nasce innanzitutto dalla qualità dell’offerta, che esplora generi e tipologie anche molto diverse tra loro. Questo mi conferma quanto il teatro in Basilicata debba essere considerato un presidio culturale essenziale per le nostre piccole comunità, a volte un vero e proprio atto di resistenza. Inno all’identità, alla coscienza di sé e alla scoperta dell’altro. Mettere assieme gli operatori per garantire, in un tempo così difficile per l’industria culturale, un cartellone condiviso come questo è la vera sfida posta in essere dal Consorzio. Che è quella di una regione in cui i territori, spesso troppo piccoli per essere autonomi, devono saper ragionare insieme mettendo in campo strategie ed azioni comuni per poter (r)esistere. Il teatro è un settore vivace perché i suoi lavoratori silenziosi amano quello che fanno, ma è giunto il tempo di dare loro la considerazione che meritano. La cultura produce Pil e benessere sociale, quella dell’attore è una professione vera e seria. Il teatro, dal canto suo, deve ascoltare il mondo che lo circonda. Deve instaurare un nuovo rapporto con lo spettatore, recuperandone la centralità nella stessa azione creativa, deve riportare i giovani tra i fruitori di cartelloni più interessanti, deve lasciare spazio alle proposte più innovative sperimentando coraggiosamente i linguaggi della modernità e la fusione contemporanea degli stili e delle arti, senza rinunciare a quelle più classiche. La Regione dovrà svolgere il suo ruolo, intercettando una programmazione europea di risorse dedicate alla creatività, ma anche interloquendo con il Ministero per dare al nostro teatro lo spazio che merita. Lavorando a stretto contatto con gli operatori, nella direzione di una educazione del pubblico, fin dai più piccoli. Perché il teatro deve essere un luogo aperto, accogliente, amato, popolato.
Marcello Pittella Presidente Regione Basilicata
Con un pizzico di rammarico, ma con altrettanto orgoglio constato come Potenza città cultura possa considerarsi una realtà consolidata, ben oltre i confini cittadini e regionali, anche in ambito teatrale con una ‘stagione’ che, per qualità dei cartelloni proposti, successo di pubblico e critiche di spettatori e stampa, risulta essere il complesso di “spettacoli dal vivo” di maggiore impatto in città. Il rammarico di chi lascia questa esperienza dopo dieci anni di percorsi condivisi, l’orgoglio di chi riconosce a questo progetto una valenza di tipo culturale nel senso più ampio della sua accezione. L’obiettivo che ci si era posti all’inizio di questo cammino amministrativo, e che possiamo dire di aver conseguito, è quello di superare una sorta di estemporaneità delle manifestazioni per privilegiare rassegne e ‘lavori’ permanenti in grado di interessare con continuità il pubblico, favorendone un pieno e ampio coinvolgimento. E’ in quest’ambito che si inserisce il nascente Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, ulteriore testimonianza di come la capacità di lavorare in sinergia sia prodromo ineludibile alla felice riuscita dei progetti più ambiziosi. La Stagione Teatrale, da novembre a giugno, vedrà le tavole dei palcoscenici potentini calcate da personaggi di indubbio valore del panorama artistico nazionale, con un offerta che si avvarrà di nomi giovani e nomi affermati, per un repertorio che spazierà dal classico e al contemporaneo pensato per un pubblico eterogeneo. Gli artisti del Comic Festival, i Cantieri d’arte, la rassegna Ripensamenti, di Fiaba in Fiaba e tanto altro per trascorrere insieme momenti che spero possano arricchire noi potentini singolarmente, i nostri ospiti e l’intera comunità sotto tutti i punti di vista. Saluto con particolare favore gli 8 appuntamenti di ‘Apertamente’, un felice sodalizio tra teatro e musica, figlio, per così dire, di un altro matrimonio, quello tra il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata e l’Ateneo Musica Basilicata, realizzatosi grazie a sinergie fortemente volute e che, basandosi sulla esperienza e la capacità di entrambi i protagonisti, è garanzia di risultati più che lusinghieri.
Vito Santarsiero Sindaco città di Potenza
Quante volte ho fatto questo sogno: sono seduto in teatro, al mio solito posto, in attesa che si apra il sipario: l’attore deve dire la sua battuta ma non gli viene, ce l’ha sulla punta della lingua ma gli sfugge. Vedo gli attori che aspettano la sua frase per rilanciare la loro e vengo preso da una paura cieca e disperata. Cerco di suggerirgli io la battuta freneticamente, che pure so che conosce e che ha già ripetuto tante volte ma non riesce a trovarla. A questo punto mi sveglio in preda al panico, con la gola stretta per l’angoscia. Ho sempre avuto una grande attrazione per il teatro, da principio assolutamente istintivo e inspiegabile, poi, man mano che mi inoltravo nel suo complicato mondo, più consapevole e ragionato. Ma poiché mi considero prima di tutto un fruitore di storie, rimane per me un poco misterioso questo mio amore ostinato e indistruttibile per il teatro. Ho cominciato molto presto a leggere teatro, ed ho organizzato degli spettacoli prima ancora di assistere a delle vere e proprie rappresentazioni di compagnie professionali. Vivendolo il teatro, si scopre che ogni volta è una scommessa e il più delle volte si perde la puntata. Perché è molto difficile coagulare intorno ad un progetto tante teste pensanti, tanti corpi respiranti, tante bocche parlanti, tanti piedi, tante mani, tante invenzioni, tanta disciplina, tanta esperienza, tanta umiltà, tanta libertà, tanto talento… Non conoscevo le tribolazioni molteplici del fare teatro: le sue tagliole burocratiche, i suoi raggiri professionali, le sue croste storiche, le sue trappole gerarchiche, i suoi lacci e laccioli ministeriali e regionali. Basti dire che son decenni che non esiste una legge sul teatro e che le stagioni teatrali vanno avanti per decisioni provvisorie e arbitrarie degli organi competenti. Eppure IO AMO il teatro e considero l’atto rituale dell’apertura del sipario un momento di grande emozione. Prima di tutto come spettatore, e poi come addetto ai lavori. Forse fare teatro significa proprio questo: vincere una paura profonda, ridare la parola ad un silenzio primordiale che ancora minaccia i nostri sogni. Si alza il sipario. Una scena che ho visto così tante volte, eppure sarà sempre nuova per me. Ed io continuo ad amare il teatro. Amo il palcoscenico, il sipario, le quinte e la platea…
Dino Quaratino Presidente Consorzio Teatri Uniti di Basilicata
MARTEDÌ 19 NOVEMBRE 2013 TEATRO DON BOSCO LINA SASTRI
LINAPOLINA - Le stanze del cuore Spettacolo in prosa, musica e danza scritto e diretto da Lina Sastri
<<Il mio nome finisce con l’inizio del nome della mia città, il nome della mia città finisce con l’inizio del mio nome... Linapolina. Ho provato a dirlo come un unico suono, e sembra proprio di cantare, sempre, Napoli...senza fine... E’ per questo che ho voluto chiamare così questo spettacolo, questo concerto in musica e parole dove racconto la mia terra con la sua musica immortale, infinita, passando, come sempre, dalla parola alla musica alla danza, in un flusso dell’anima che va e viene, come il mare>>. Con queste parole la “cantattrice” napoletana spiega il suo spettacolo, un viaggio musicale che spazia dalla canzone napoletana alle sonorità del fado, che passa dal tango al flamenco. Affiancata sul palco da otto musicisti e un danzatore, Lina Sastri interpreta un vasto repertorio di brani e accompagna il pubblico in un affascinante giro di un mondo ideale, dove non esistono barriere linguistiche né culturali. Da Malafemmena a Maruzzella, da Era de maggio a ‘O sole mio, fino ad arrivare ad Al fama, Corazon encatenad e The man I love. Con il bagaglio di questi anni, l’artista, che da tempo ormai mescola strumenti e note per cantare la tradizione senza limitarsi alla tradizione, dà vita ad uno spettacolo che - valendosi delle sue performance e di un’eccezionale orchestra, su arrangiamenti del maestro Maurizio Pica - cerca nella musica il teatro ed amalgama emozioni e linguaggi, mescolandoli all’infinito, come i due nomi da cui è partita: Lina e Napoli: LiNapoLiNa…
Lina Sastri, attrice e cantante napoletana, nel giugno 2011 è stata insignita del titolo di commendatore al merito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ha esordito nel cinema con La bella Otero; il primo ruolo importante è nel film Il prefetto di ferro (1977) di Pasquale Squitieri. Ha lavorato in vari film tra cui Ecce bombo di Nanni Moretti, Segreti segreti di Giuseppe Bertolucci, Mi manda Picone di Nanni Loy, L’inchiesta di Damiano Damiani e Vite strozzate di Ricky Tognazzi. Ha vinto tre David di Donatello e un Nastro d’argento per le sue interpretazioni. In teatro ha lavorato, tra gli altri, con Francesco Rosi, Armando Pugliese, Giuseppe Patroni Griffi. Come cantante ha pubblicato numerosi album,
principalmente in napoletano. Nel 2002 ha tenuto un concerto a Yokohama in Giappone. Da questa esibizione è stato prodotto l’album Live in Japan che contiene un brano interpretato in giapponese. Nell’album Concerto Napoletano sono raccolte le più prestigiose e storiche canzoni napoletane del ‘900 interpretate dal vivo in uno spettacolo del 2005.
LUNEDÌ 2 DICEMBRE 2013 TEATRO FRANCESCO STABILE EGIDIA BRUNO RI-PENSAMENTI W L’ITALIA… NOI NON SAPEVAMO di Egidia Bruno e Marie Belotti canti a cura di Francesca Breschi Premio Internazionale “Teatro dell’Inclusione - Teresa Pomodoro”
<<Un’orazione civile, un canto struggente e appassionato, uno spettacolo di “contro-informazione”, un’urgenza teatrale di raccontare le origini di quella che Pasquale Villari, Gaetano Salvemini, Giustino Fortunato e altri chiamarono: la questione meridionale>>. Così Egidia Bruno e Marie Belotti descrivono la loro pièce teatrale. Noi non sapevamo delle tante ferite inferte al meridione in nome dell’unità; non sapevamo che il brigantaggio fu una vera guerra di resistenza all’esercito italiano; non sapevamo delle stragi di civili, delle fucilazioni di massa, degli stupri collettivi, dei paesi rasi al suolo, delle industrie smantellate, di tutto l’oro prelevato e trasferito nel Nord Italia. Dietro le tante retoriche dell’arretratezza del Regno Borbonico, in pochi sanno che in Calabria sorgeva uno dei più grandi impianti siderurgici d’Italia; che la flotta navale borbonica era seconda solo a quella inglese; che da Gallipoli partivano, verso il mondo intero, navi cariche di olio d’oliva; che Napoli era una delle città più all’avanguardia d’Europa…Quasi nessuno sa che la grande emigrazione dal Sud iniziò a seguito dell’Unità nazionale e non prima. La “questione meridionale” viene affrontata facendo luce su quegli errori e quelle responsabilità che ci hanno condotto alla situazione attuale, nella prospettiva “unitaria” che solo prendendosi cura di tutte le sue parti un paese può costruire il suo sviluppo. I problemi del Sud altro non sono che, in forma accentuata, i problemi dell’Italia tutta. Non comprendere questo significa non aver compreso la lezione della Storia.
Egidia Bruno, Lucana di nascita, bolognese per studi; vive e lavora a Milano. La trasversalità caratterizza il suo percorso di attrice: dal teatro di prosa tradizionale a quello di narrazione, da quello per ragazzi (“Bambine”, regia di M. Maglietta, Premio E.T.I. ‘96); alla televisione (“Pippo Chennedy Show”), al cinema (“Del perduto amore”, regia di M. Placido); dalla radio al cabaret. Finché non diventa anche autrice dei suoi testi: “Io volevo andare in America e invece so’ finita in India”; “Non sopporto le rose blu”, che sviluppa la corda a lei più congeniale, quella dell’ironia. Nel 2002 vince il premio M. Troisi per la sezione “Scrittura comica” col racconto “La mascula”. Nel 2011 la svolta: pur non rinnegando i suoi trascorsi comici , scrive con M. Belotti “W l’Italia... Noi non sa-
pevamo”, monologo “serio” sulla questione meridionale. Nel 2012 il testo dello spettacolo diventa un libro edito da Rubbettino e viene presentato al Salone del Libro di Torino. “W l’Italia...” vince il premio internazionale “Teatro dell’Inclusione - Teresa Pomodoro” 2012.
LUNEDÌ 16 DICEMBRE 2013 TEATRO DON BOSCO SEBASTIANO LO MONACO - LELIA MANGANO DE FILIPPO
NON E’ VERO MA CI CREDO di Peppino De Filippo regia Michele Mirabella Un vero e proprio classico del bagaglio drammaturgico partenopeo - ora diretto e riadattato da Michele Mirabella -“Non è vero ma ci credo” è l’elogio della superstizione, una commedia amara incentrata sul tema delle credenze popolari e della vana illusione degli uomini di poter dominare il destino. Gervasio Savastano è un agiato imprenditore afflitto da problemi in famiglia e sul lavoro: la sorte continua a giocargli brutti tiri: la figlia, in aggiunta, si è infatuata di un giovane che il commendatore non ritiene all’altezza del proprio status sociale. All’improvviso, però, la fortuna sembra ricordarsi del commendator Savastano: nell’azienda capita un giovane, Alberto Sammaria, e, con il suo arrivo, gli affari cominciano di colpo ad andar bene. Anche Rosina sembra aver ritrovato la serenità e il giovane di cui era innamorata è diventato un lontano ricordo. Il fatto è che il novizio aziendale ha la gobba, una magnifica gobba beneaugurante, secondo l’antichissima superstizione diffusa in tutta l’area mediterranea! Mirabella imposta sia la regia che lo stile recitativo recuperando i segreti intramontabili del teatro: dalla Commedia dell’arte all’Arte della Commedia. La pièce, giocata sui toni della farsa, non dimentica la lezione di Peppino << l’intento di riallacciarsi all’adattamento cinematografico interpretato da De Filippo si palesa chiaramente da alcuni elementi: dalla scelta di adattare la commedia agli anni ‘50, ai manierismi di Sebastiano Lo Monaco, alle infantili smancerie della figlia Rosina, alle performance di Lelia Mangano ed Antonio De Rosa, tutti perfettamente sobri e calibrati» (Francesca Bastoni, teatro.org).
Sebastiano Lo Monaco, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, prima di diventare “capocomico” e produttore dei suoi spettacoli, lavora in teatro anche con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano. Con la propria compagnia produce spettacoli (nel quale è sempre protagonista) scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini.Tra i molti testi interpretati da Lo Monaco figurano Enrico IV, Così è se vi pare, Il berretto a sonagli, Questa sera si recita a soggetto, Sei personaggi in cerca d’autore, Non si sa come di Luigi Pirandello, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, Otello di William Shakespeare.
In televisione è tra gli interpreti de La piovra 9, Un prete tra noi. Al cinema ha lavorato, tra gli altri, con Pupi Avati (Festa di laurea), Roberto Faenza (I Vicerè), Giuseppe Tornatore (Baarìa). Lelia Mangano De Filippo, compagna di vita e d’arte di Peppino De Filippo, oggi anche presidente della Fondazione Peppino De Filippo (costituita nel 2002) conobbe Peppino in quanto attrice di palcoscenico e lo sposò a Sali Vercellese nel giugno del 1977. La sua principale attività, anche in campo cinematografico, è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione proprio al film Non è vero ma ci credo (1980) di Giancarlo Nicotra e Peppino De Filippo.
MARTEDÌ 7 GENNAIO 2014 TEATRO DON BOSCO SERGIO RUBINI, MICHELE PLACIDO
ZIO VANJA di Anton Cechov regia Marco Bellocchio e con Pier Giorgio Bellocchio Un Cechov umanissimo, questo spettacolo costruito dalla regia di Marco Bellocchio che si avvale delle interpretazioni di Sergio Rubini e di Michele Placido. I due attori danno vita alla coppia più conflittuale, più popolare e più “meridionale” cui mai una commedia del russo Anton Cechov abbia fatto ricorso. Il primo nel ruolo del titolo, Vanja, il generoso e rassegnato amministratore di una tenuta di campagna, e il secondo nei panni dell’accademico in pensione Serebrjakov, proprietario della tenuta. Afferma Placido:“ho trovato giusta per me la parte del vecchio intellettuale, alle prese con un Sergio Rubini fuori dagli schemi, un po’ clown tragico...”. Zio Vanja è uno dei capolavori assoluti del teatro cechoviano, in cui si intrecciano le monotone conversazioni e le banalissime vicende di un gruppetto di personaggi. La ricostruzione minuziosa di atmosfere sospese e vagamente inquietanti; l’indifferenza abulica dei personaggi intorno agli eventi; l’indefinito senso di attesa di una catastrofe incombente rendono questo testo una geniale anticipazione della drammaturgia novecentesca. La trama ha inizio nella casa di campagna ereditata dal professor Serebrjakov, cognato di zio Vanja e padre di Sonia. La prima moglie, sorella di Vanja, è deceduta e il professore si è risposato con Helena. Tra amori e vicissitudini di vario genere, Serebrjakov comunica a Vanja che è intenzionato a vendere il podere e questo fa trascendere il povero zio… Coraggioso, puntuale, deciso Marco Bellocchio firma un’altra regia forte e complessa.
Michele Placido, attore, regista e sceneggiatore italiano. Suo padre Beniamino è originario di Rionero in Vulture e, dalla parte paterna, Michele è discendente del famoso brigante lucano Carmine Crocco. Debutta in teatro nel 1970 col regista Luca Ronconi, nella trasposizione teatrale dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Dopo la partecipazione televisiva ne Il Picciotto (1973), nel 1974 entrò nel mondo del cinema. Ha lavorato con Damiano Damiani (La Piovra); Marco Risi (Mery per sempre), ha interpretato Giovanni Falcone nell’omonimo film di G. Ferrara. Negli anni novanta ha interpretato anche Lamerica (1994) di Gianni Amelio, Padre e figlio (1994) di Pasquale Pozzessere, La lupa (1996) di Gabriele Lavia… Tra le sue ultime prove d’attore Il caimano di Nanni Moretti (2006), Baarìa di Tornatore (2009). Come regista ricordiamo Pummarò, sul problema dello sfruttamento lavorativo degli extracomunitari; Le amiche del cuore (1992), Un eroe borghese (1995), Del perduto amore (1998), Romanzo criminale (2005), storia della banda della Magliana, grande successo in Italia e alla Berlinale 2006.
Sergio Rubini grande appassionato di teatro, vanta esperienze con importanti registi quali Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Enzo Siciliano ed Ennio Coltorti. Dopo alcune esperienze radiofoniche, esordisce sul grande schermo nel 1985 con Figlio mio infinitamente caro, a cui faranno seguito Desiderando Giulia e Il caso Moro. Nel 1987 svolge i provini, ottenendo con sua grande sopresa la parte del giovane Fellini, nella pellicola Intervista. Il primo ruolo da protagonista è nell’opera prima di Giuseppe Piccioni: Il grande Blek. La svolta artistica è nel 1989, anno in cui incontra l’autore e sceneggiatore Umberto Marino, con cui inizierà un lungo e fecondo sodalizio artistico. Nel 1990 esordisce come regista in La stazione, film tratto da un’opera teatrale di Marino con cui viene premiato al Festival di Venezia. Seguono Il viaggio della sposa (1997), Tutto l’amore che c’è (2000), L’anima gemella (2002), L’amore ritorna (2004), L’uomo nero (2009). Con Gabriele Salvatores gira Nirvana, Denti e Amnèsia, ma lavora anche con tutti i registi del momento: da Giuseppe Piccioni a Carlo Verdone, da Tornatore alla Archibugi, da D’Alatri a Veronesi…
VENERDÌ 17 GENNAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE ULDERICO PESCE
moro. La strage di via Fani scritto da Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce interventi in video del giudice Ferdinando Imposimato interpretato e diretto da Ulderico Pesce Sulla scena i momenti più terribili della nostra storia repubblicana. Ulderico Pesce recita da mattatore la “storia” ancora tutta da chiarire del caso Moro. Il racconto parte dai fatti del 16 marzo 1978, quando fu rapito Aldo Moro e furono uccisi gli uomini della scorta: Raffaele Iozzino, Francesco Zizzi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Oreste Leonardi. Raffaele Iozzino fu l’unico a sparare due colpi di pistola contro i terroristi, prima di morire. Era di Casola di Napoli e proveniva da una famiglia di contadini. Alla Cresima aveva avuto in regalo dal fratello un orologio. Lo stesso orologio che suo fratello Ciro vide spuntare, in televisione, da un lenzuolo bianco che copriva un corpo morto…Il dolore di Ciro, protagonista dello spettacolo, diventa rabbia, e questa rabbia lo spinge a rintracciare il giudice Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, che nello spettacolo compare in video interagendo con il protagonista. Sarà il rapporto tra Ciro e il giudice a rendere chiaro che ad uccidere Moro e la sua scorta furono i più alti esponenti dello Stato italiano, con la collaborazione dei Servizi segreti americani.<<Ulderico Pesce recita con passione. Racconta il dolore, l’angoscia, i lunghi silenzi, il dramma. Chiede ad alta voce risposte che non arrivano. Le luci si accendono e si spengono, regolano gli alti e i bassi della storia, le luci e le tante ombre. Le immagini lacerano la mente e il cuore, mentre Pesce con il suo monologo ti lega alla sedia, ti fa diventare parte della storia, ti rapisce.>>(Vincenzo Diego). <<Ulderico Pesce è un attore come ce ne sono pochi, un artista “impossibile” che sarebbe piaciuto a Italo Calvino, un raccontatore tenace che avrebbe colpito Natalia Ginzburg, un conferenziere poetico che avrebbe incuriosito Pasolini>>(Rodolfo di Gianmarco, La Repubblica).
Ulderico Pesce è nato a Rivello (PZ). Si è diplomato come attore presso l’Istituto del Dramma Antico di Siracusa e poi come regista presso l’Accademia d’Arte Drammatica di Mosca. Dirige il Centro Mediterraneo delle Arti. In teatro ha lavorato con registi quali Walter Pagliaro, Giancarlo Sbragia, Carmelo Bene, Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Luca Ronconi; Ha partecipato a tante fiction televisive, tra cui: Un medico in famiglia -Il destino ha quattro zampe -La squadra -Raccontami. Da anni ormai firma delle regie teatrali che hanno ottenuto premi e riconoscimenti (ricordiamo Novecento di Alessandro Baricco; Contadini del sud, da testi di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli) e scrive testi teatrali di denuncia sociale, come per esempio: L’innaffiatore del cervello di Passannante; Storie di scorie: il pericolo nucleare italiano (vincitore dei seguenti
premi: PREMIO FRANCO ENRIQUEZ 2008 per un teatro e una comunicazione d’impegno civile; PREMIO CALANDRA 2008; PREMIO NAZIONALE LEGAMBIENTE 2005); FIATo sul collo: i 21 giorni di lotta degli operai della Fiat di Melfi, con cui ha vinto il Premio Marisa Fabbri sez. Premio Riccione Teatro 2005.
SABATO 25 GENNAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE ANTONIA LISKOVA
NEL NOME DI CHI? Dentro i muri del Vaticano di Gabriele Guidi e Ennio Speranza regia Gabriele Guidi All’interno di uno spazio scenico quasi surreale, una donna (della quale si scoprirà gradualmente la reale identità) si muove con energia, sofferenza e commozione, rivolgendosi ad una persona che ha di fronte (e che all’inizio è anch’essa sconosciuta). Senza mai mettere in discussione la propria fede, con un approccio pacato, ma deciso, la Liskova dà vita ad uno spettacolo di denuncia che è il risultato di mesi di ricerche e di studio: un’attenta analisi sull’operato degli organi direttivi del Vaticano negli ultimi decenni. Non un testo “contro” un’istituzione in quanto tale, ma uno spettacolo che espone eventi reali, accaduti a scapito dei fedeli stessi e della comunità cattolica, che non si riconosce più in certe vicende dello Stato Pontificio. Una trama forte che affronta temi attualissimi come la pedofilia, i beni immobili della Chiesa, lo IOR, senza però dimenticare le molteplici opere di carità, i tanti “piccoli grandi sacerdoti” che lealmente si dedicano a molte comunità e gli oltre 800 missionari caduti sul campo negli ultimi venti anni. Il “teatro civile” trasforma quindi il palcoscenico in un luogo capace di indurre nel pubblico una forte esigenza di riflessione, abbinando all’emozione del palco un messaggio più profondo, in grado di generare un senso di appartenenza ed identificazione. Una pagina teatrale (e di storia) irreprensibile ed elegante, con momenti di cronaca dura, ma anche molti frangenti emotivi.
Antonia Liskova nata in Slovacchia, a 18 anni si trasferisce in Italia. Lavora prima come modella e in campo pubblicitario, per poi intraprendere la carriera d’attrice, alternandosi tra cinema e televisione. Tra i suoi numerosi lavori televisivi ricordiamo: la serie tv Incantesimo 6 (2003); Don Matteo 2; I figli strappati (2006) e Caccia segreta (2007). Nel 2008 ha ottenuto un candidatura ai David di Donatello come migliore attrice protagonista per Riparo di Marco Puccioni. Nel 2010 è stata protagonista, in coppia con Emilio Solfrizzi, della seconda serie di Tutti pazzi per amore, interpretando il ruolo che nella prima stagione era di Stefania Rocca. Nell’aprile 2012 il suo debutto in teatro con Il gioco dell’amore e del caso, di Marivaux. Al cinema ha lavorato, tra gli altri, con Giuseppe Piccioni (Giulia non esce la sera) Carlo Verdone (C’era un cinese in coma).
Al Festival du Cinéma Italien d’Annecy (2007) ha ottenuto il Prix d’Interprétation Féminine per il suo ruolo nel film Riparo; mentre come migliore attrice televisiva dell’anno 2012 ha ricevuto il Premio Flaiano per il film di Rai Uno “Troppo amore”.
VENERDÌ 31 GENNAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE LES ENFANTS TERRIBLES TOGHE ROSSO SANGUE uno spettacolo di Francesco Marino scritto da Giacomo Carbone, ispirato da Paride Leporace con Francesco Marino, Emanuela Valiante, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso Con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Magistrati Dalla morte della giustizia alla giustizia della morte una linea rossa, del rosso del sangue, unifica tristemente l’Italia nella sua storia più cupa. Nell’arco di 25 anni, dal 1969 al 1994, 27 magistrati italiani hanno perso la vita per mano della mafia, della ‘ndrangheta, del terrorismo rosso, di quello nero, di soliti ignoti o di tristemente noti. Con pochissime eccezioni, oltre alla pena di morte decretata dai mandanti e decantata dagli esecutori, tali magistrati hanno subito una nuova morte: l’oblio. Per rendere giustizia a questi martiri della Giustizia nasce Toghe rosso sangue, di Giacomo Carbone. Ispirato all’omonimo libro di Paride Leporace, fondatore del quotidiano Calabria Ora e ex-direttore del Quotidiano della Basilicata, tutt’ora presidente della Lucana Film Commission. La storia di questi giudici attraversa la storia dell’Italia: dagli errori giudiziari verso il singolo cittadino ai processi sommari dei Nuclei Armati Rivoluzionari, dal Padrino di Coppola e Brando alla Magliana di Placido e Scamarcio, dalle micce corte di Prima Linea ai lunghi strascichi di Via D’Amelio, dalla sabbia e dal vento della Calabria alle vendette delle ‘ndrine per le vie della grigia Torino, dalle stragi di Stato allo stato di scomparso di Paolo Adinolfi. Quattro voci, quattro attori, quattro anime avvolte da un’atmosfera tra il realismo e il noir e da una scenografia essenziale, che mirano con rabbia e con amore ad un teatro che non spettacolarizza ma, senza condanne né valutazioni politiche, silenziosamente grida un omaggio a uomini morti nell’adempimento del loro dovere: un omaggio al loro senso dello Stato. Un vecchio Stato di appena 150 anni.
Novità in cartellone - Fuori abbonamento
Les Enfants Terribles La compagnia nasce nel 2005, con l’obiettivo di creare nuovi percorsi e linguaggi che contribuiscano a promuovere e incentivare la proposta teatrale ed ad arricchire il dialogo e il confronto culturale. Nel 2005 produce lo spettacolo “La Gente è Matta” di Marcello Isidori (spettacolo itinerante nei centri storici) Nell’aprile 2006 debutta con lo spettacolo “In Casa del Giudice” di Marcello Isidori (recitato in appartamento). In Calabria presso il Teatro Comunale di Cassano Jonio (CS), e nel Lazio - presso il Teatro Comunale di Monte Romano (VT). Nello stesso anno mette in scena un adattamento di “La guerra di Troia non si farà” di Jean Giraudoux (recitato nei siti archeologici). Nel 2008 con “Davide e il Lupo”, scritto diretto e interpretato da Francesco Marino, ritorna in teatro.
Sempre nel 2008 “I Racconti del Pianerottolo”, uno spettacolo itinerante, in cui gli attori interpretano i loro personaggi sulla soglia di casa. I vari angoli di un centro storico diventano così luogo scenico per situazioni di vita. Nel 2009 ha prodotto la seconda edizione de “I Racconti del Pianerottolo” e “I Sibariti”. Zorro è morto (2010) di Daniela Ariano. Regia F. Marino con C. Ettorre, S. Gavasso, M. Poltroni. Nel 2010 vengono prodotti Ma l’Amor mio non Muore, sulla dignità e sull’amore e Dante nelle Grotte, progetto speciale per le grotte di Sant’Angelo, Cassano allo Ionio. Nel 2011 vinene portato in scena Toghe Rosso Sangue ispirato all’omonimo libro di Paride Leporace.
MERCOLEDÌ 5 FEBBRAIO 2014 TEATRO DON BOSCO ADRIAN ARAGON E ERICA BOAGLIO
PASIONES TANGO Y MUSICAL Coreografie di Adrian Aragon e Erica Boaglio
La magia e l’emozione del tango, l’energia e la sensualità dei corpi, il ritmo travolgente di uno spettacolo che riprende e rinnova la formula del tango in musical: ecco il segreto del grande successo di Pasiones Tango y Musical. Erica Boaglio e Adrian Aragon, insieme alla loro Pasiones Company, ci accompagnano in un nuovo appassionante viaggio verso l’anima argentina, in bilico tra seduzione e sogno, eros e romanticismo, tradizione e modernità. Tango, danza popolare e moderna, musica, canto, in uno spettacolo di grande impatto emotivo, struggente e allegro; un inestricabile groviglio di sensazioni da cui emerge lo straordinario talento della compagnia. L’amore, la seduzione, la notte, gli incontri, le feste, il calcio: tutto questo è Pasiones: il tango contaminato dal musical e dai balli di strada che racconta l’argentina di oggi. Lo spettacolo segna infatti l’inizio di una nuova forma di musical argentino, che rompe definitivamente con le tradizionali rappresentazioni del tango, per creare un evento assolutamente unico, dove i temi originali della colonna sonora (creati da Esteban Gutiérrez e Luis Corallini) danno forza e personalità all’opera e i classici di Astor Piazzolla e Carlos Gardel completano la delicata scaletta dello spettacolo.
Adrian Aragon e Erica Boaglio, lavorano insieme dal 1994. Hanno prodotto e diretto gli spettacoli Tango HoiLos Clasicos e Con Esencia de Tango, un musical portato in tournée in molte città dell’Argentina e dell’America Latina. Nel 1997 hanno partecipato al film Tango di Carlos Saura. Nello stesso anno entrano a far parte della compagnia Tango x 2 di Miguel Angel Zotto e si esibiscono in Europa, negli Stati Uniti e in Sud America. Con il gruppo Los Nocheros mettono in scena uno degli spettacoli più importanti mai realizzati: Nocheros, che verrà allestito ne-
gli stadi di Buenos Aires, Rosario, Cordoba. Nel 2004 sono coreografi e autori di Pasiones tango y musical che arriva in Italia ottenendo uno straordinario successo di pubblico.
MARTEDÌ 11 FEBBRAIO 2014 TEATRO DON BOSCO CARLO BUCCIROSSO
LA VITA E’ UNA COSA MERAVIGLIOSA la nuova commedia scritta e diretta da Carlo Buccirosso
Attore e comico partenopeo di straordinario talento, specializzato nel ruolo stereotipato del napoletano medio o piccolo-borghese, ma anche scrittore e sceneggiatore, Carlo Buccirosso ha cominciato la sua carriera nel 1989; ha legato per molti anni il suo lavoro (sia cinematografico che teatrale) a Vincenzo Salemme e Carlo Vanzina; ha dato prova di sé con la sua interpretazione di Cirino Pomicino nel Divo di Paolo Sorrentino e, sempre per Sorrentino, è sugli schermi di questa stagione cinematografica ne La grande bellezza. In La vita è una cosa meravigliosa, che ha scritto e diretto, Buccirosso riesce a far ridere e sorridere narrando <<la più gigantesca, la più insuperabile, la più inesorabile delle crisi di un intero paese, forse di un’ intera umanità…>> attraverso le vicende di un’allegra famigliola, che <<stretta a te, ti sorride felice, fiduciosa, rinsavita e speranzosa, rigenerata dal ritorno tra le mura confortevoli del proprio bunker familiare>> perché <<in un mondo che ha ormai smarrito i valori rassicuranti dell’anima, in cui lo stato e gli uomini chiamati a rappresentarlo appaiono sempre più come fantasmi in cerca di legalità ed onestà decedute da tempo, la fuga dal rapporto sociale ed il rifugio tra le proprie mura domestiche appaiono soluzioni tristemente indispensabili per la ricostruzione della dignità umana>> (Carlo Buccirosso). La piccola, squallida trama della vita del nostro paese in una commedia velenosa e allo stesso tempo esilarante.
Carlo Buccirosso, attore, regista e commediografo italiano. È spesso presente nei film di Carlo Vanzina nel ruolo stereotipato dell’uomo napoletano medio o piccolo-borghese, ma ha saputo essere anche un ottimo Cirino Pomicino nel Divo di Sorrentino. Coprotagonista per anni di Vincenzo Salemme, sia a teatro che al cinema, insieme a Maurizio Casagrande e Nando Paone per diversi spettacoli e film: tra questi, ...e fuori nevica! , L’amico del cuore e Premiata pasticceria Bellavista, realizzati principalmente per il teatro e poi Il miracolo di don Ciccillo, farsa teatrale di cui è anche autore. Ultimamente sugli schermi ne La
grande bellezza di Paolo Sorrentino (2013), per il teatro ha inoltre scritto: Premiata pasticceria Bellavista (1997); Napoletani a Broadway (2012); Finché morte non vi separi (2013).
GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE TEATRO PERSONA
AURE drammaturgia, regia, scene, luci e suoni Alessandro Serra con Daria Menichetti, Chiara Michelini, Francesco Pennacchia con Valentina Salerno, Francesco Pennacchia e Chiara Michelini
Spettacolo conclusivo – preceduto da Beckett Box e Il trattato dei manichini – di quella che la compagnia Teatropersona ha intitolato la Trilogia del Silenzio, Aure destabilizza come solo la comunicazione non verbale sa fare. Dalla biografia della compagnia, fondata nel 1999 da Alessandro Serra e Valentina Salerno, appare evidente infatti come la scelta sia stata di dirigersi oltre il linguaggio verbale. La scena è spoglia, a riempirla solo un libro su un tavolo ed una sedia. Ma gli oggetti di scena, anche quei pochi scelti, sembrano accessori; il vuoto è il vero spazio scenico ed è lì che si creano le tensioni che colpiscono lo spettatore: questo il primo elemento dell’allontanamento da una rappresentazione realista, che comporta un passaggio dall’universo oggettivo ai fatti soggettivi dell’immaginario e manifesta questa tendenza alla scarnificazione, alla totale mancanza di linguaggio verbale. Lo spettacolo si ispira all’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”: un fiume solenne di parole, ma, soprattutto, un capolavoro pittorico, sinfonia perfetta di suoni e rumori. Non c’è storia né personaggi, solo figure e un luogo, la stanza della memoria, più volte descritta da Proust come una specie di secondo appartamento, quello del sonno. “Aure” è quindi un dire senza parole, quasi un antidoto agli eccessi, ai rumori insignificanti del vivere quotidiano. Il ritmo è lento (un slow-motion premeditato); la tecnica impeccabile; l’uso della luce, sottolineando espressioni e movimenti fra danza e teatro, crea il fantastico.
La Compagnia Teatropersona viene fondata nel 1999. Dopo un iniziale interesse per l’ambito di ricerca legato al lavoro sulle azioni fisiche di Grotowski, la formazione della compagnia si focalizza sullo studio dei principi della biomeccanica di Mejerchol’d, integrandoli con i fondamentali delle arti marziali e del teatro orientale. A partire dalle tecniche fonatorie tradizionali, lo studio della voce si è sviluppato attraverso la pratica dei canti vibratori e del canto gregoriano con Padre Emanuel Roze, presso l’Abbazia di Sant’Antimo. Fondamentale negli ultimi anni è stato l’incontro con Yves Lebreton e il suo metodo del Teatro Cor-
poreo. Teatropersona crea i propri spettacoli attraverso un lavoro di ricerca teatrale fondato sulla centralità dell’attore e la composizione dell’immagine. Parallelamente al lavoro di ricerca, si occupa anche di pedagogia teatrale attraverso seminari per attori e laboratori per l’infanzia. La compagnia produce spettacoli per bambini e adulti presentati in Italia, Francia, Russia, Svizzera, Polonia, Corea del Sud.
MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE GABRIELE PIGNOTTA
MI PIACI PERCHÈ SEI COSÌ di Gabriele Pignotta con Fabio Avaro, Cristina Odasso, Emanuela Guaiana Dopo il grande successo di Una notte bianca, Scusa sono in riunione ti posso richiamare? Se tutto va male divento famoso e Ti sposo, ma non troppo… Gabriele Pignotta ci regala una nuova deliziosa commedia che parla d’amore e delle inconciliabili differenze tra uomo e donna… Che succederebbe, infatti, in una coppia se lei iniziasse a pensare con la testa di lui e viceversa? Una trama semplice e lineare, pregna di comicità, che, anche se basata sul già sfruttato rovesciamento dei ruoli maschio-femmina, è efficace e riuscita. Una coppia normalissima, che si innamora in vacanza e dopo un anno di storia decide di sposarsi, racconta al pubblico il percorso che dall’amore perfetto li porta all’incomprensione e alla crisi. I motivi sono da manuale: lui è disordinato; lei oltre al proprio lavoro sente il peso della casa e del ménage; lui nel tempo libero vorrebbe rilassarsi, lei sfruttarlo per fare mille cose. Finché un terapeuta suggerisce l’ipnosi come soluzione: per tre mesi ciascuno dei due partner agirà con la testa dell’altro. Marco diventa quindi un ipersensibile dal pianto facile, indeciso sull’abbigliamento e fanatico delle tisane al sedano, mentre Monica una maniaca delle partite a calcetto, che si butta sul divano appena può e dorme in boxer e calzettoni. Attraverso schetch semplici ma sempre divertenti (grazie anche alla facilità interpretativa del quartetto di attori) lo spettacolo scorre tra risate e stupore, ed esilarante risulta Gabriele Pignotta nella parte del ragazzo che pensa da femmina.
Gabriele Pignotta dopo avere fatto la classica gavetta nelle piccole compagnie di teatro, approda nel mondo della televisione vincendo dapprima il festival di Castrocaro e poi scrivendo programmi televisivi per la Rai , fino ad arrivare ad avere uno suo spazio comico su RAI DUE in Al posto tuo; una prima serata del sabato sera di RAI UNO con Pippo Baudo, e la scrittura e la conduzione di due programmi su Sky (Shake.it e The Soup). Dal 2004 ad oggi scrive, dirige e interpreta quattro commedie teatrali di grande successo (Una notte bianca vince il premio Gassman come 3°miglior testo italiano; Scusa sono in riunioneâ&#x20AC;Ś, Ti sposo ma non
troppo. Se tutto va male divento famoso :tutte commedie interpretate, scritte e dirette dallo stesso Pignotta), che riscuotono un grande successo di pubblico e critica. Nel 2008 fonda la compagnia teatrale Pignotta- Avaro.
DOMENICA 16 MARZO 2014 TEATRO DON BOSCO MASSIMO GHINI - ELENA SANTARELLI
QUANDO LA MOGLIE E’ IN VACANZA di George Axelrod -Traduzione e adattamento di Edoardo Erba musiche originali di Renato Zero regia Alessandro D’Alatri
Un impiegato rimasto solo in città perché la sua famiglia è andata in villeggiatura prova un’attrazione sempre più incontrollata per una vicina di casa bionda e sexy. Il testo di George Axelrod, che debuttò a Broadway nel 1952 con un notevole successo e che nel 2000 è stata inserita, dall’American Film Institute, tra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi, è ancora oggi famosa grazie alla consacrazione internazionale che le diede Billy Wilder con il suo adattamento cinematografico (e le magnifiche interpretazioni di Marilyn Monroe e Tom Ewell). Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume. La prorompente fisicità di una ragazza (l’affascinante Elena Santarelli) entra come un uragano nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un Massimo Ghini più spaventato che attratto da questa opportunità apparentemente irraggiungibile. E se la traduzione e l’adattamento teatrale sono stati affidati ad uno specialista come Edoardo Erba, Renato Zero ha creato appositamente le musiche per lo spettacolo che il regista Alessandro D’Alatri fa rivivere adeguandolo ai nostri riferimenti culturali <<Considerando che sono passati più di sessant’anni dal suo debutto, il testo mantiene ancora intatta la freschezza di sguardo, la genialità e il divertimento intelligente. Mi interessava l’idea di vivificare le proiezioni e le ansie dei protagonisti attraverso delle soluzioni visive che il linguaggio teatrale può offrire al pubblico contemporaneo >> Alessandro D’Alatri.
Massimo Ghini inizia la sua carriera come animatore in villaggi turistici. In teatro ottiene i primi elogi recitando con registi del calibro di Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Giuseppe Patroni Griffi e Gabriele Lavia. Nel periodo dei primi esordi di recitazione, lavora anche come doppiatore e speaker radiofonico. Nel 1979 ottiene la sua prima parte al cinema nel film C’era una volta la legge di Stelvio Massi. Del 1984 è il secondo film: Segreti segreti di Giuseppe Bertolucci. Nel 1990 Andrea Barzini lo dirige con successo in Italia-Germania 4-3. Intanto lavora anche come doppiatore prestando la voce a numerosi attori di Hollywood. In seguito interprete di numerosi registi del nuovo cinema italiano, come Paolo Virzì (La bella vita), si dimostra attore completo e versatile quando gli vengono offerti ruoli più impegnativi come nel film Senza pelle di Alessandro D’Alatri, oppure in Celluloide (1996) di Carlo Lizzani. Grazie al film di Francesco Rosi, La tregua, ottiene i primi riconoscimenti a livello internazionale. Negli anni 2000 si dedica prevalentemente alle produzioni televisive, di cui ricordiamo solo Papa Giovanni; La cittadella; Raccontami; Enrico Mattei - L’uomo che guardava al futuro…
Elena Santarelli, Dopo aver mosso i primi passi come modella, sfilando per Giorgio Armani, Laura Biagiotti, Gai Mattiolo e molte altre firme dell’alta moda, nel 1998 vince il concorso italiano Elite Model Look, che farà parlare di lei come di una nuova Valeria Mazza. Tuttavia sarà soltanto l’ingaggio come valletta nel programma televisivo L’eredità, a farla conoscere al grande pubblico e a consentirle di partecipare, nel 2005, al programma sportivo Stadio Sprint di Rai 2. Nel 2006 presenta la cerimonia di chiusura dei IX Giochi Paraolimpici invernali di Torino, e conduce il varietà di Rai 2 BravoGrazie, insieme a Bruno Gambarotta. Esordisce anche sul grande schermo con i film Vita Smeralda, con la regia di Jerry Calà, e Commediasexi, con la regia di Alessandro D’Alatri. Nel 2010 è la primadonna del talk show Kalispéra, al fianco del giornalista Alfonso Signorini. Nel 2011 conduce Plastik - Ultrabellezza.
MARTEDÌ 1 APRILE 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE ENNIO COLTORTI
COLPO BASSO di Gianni Clementi, regia di Ennio Coltorti Un allenatore di Boxe senza scrupoli; un ragazzo esile e impacciato e un pugile senegalesee fortissimo; situazioni comicissime fino all’ultimo esilarante round. Giulio, un ragazzo timido e impacciato, è obbligato dal padre, politico spregiudicato che brilla per la sua eterna assenza in famiglia, a prendere lezioni di boxe presso una palestra di periferia. L’uomo vuole che il figlio intraprenda a sua volta la carriera politica e ritiene che abbia bisogno di fortificare fisico e spirito prima di affrontare l’agorà della politica che ormai è diventata una lotta senza quartiere, adatta a “gente dura”. Non sono ammesse mammolette. L’ideale “maestro” di vita per Giulio diventa quindi Cesare, l’allenatore/gestore della “Gladius”, una palestra di periferia. Cesare è un traffichino senza scrupoli che allena ragazzi immigrati africani per farli diventare pugili, aggiusta incontri per lucrare sulle scommesse e organizza anche match clandestini. L’incontro/scontro “pugilistico” tra i due innesca situazioni comicissime e paradossali che fanno nascere tra loro, per una strana alchimia, un rapporto intenso che li spiazza. Cesare è un uomo solo; non ha figli e conduce un’esistenza fondata sull’arte di arrangiarsi. Dal canto suo, Giulio, nel rapporto rozzo e immediato con Cesare, scopre aspetti sconosciuti di sé stesso che solo una figura paterna può far emergere. Sembra davvero nascere un’amicizia vera, fra persone sideralmente distanti, ma l’irrompere nella storia di Yussuf, un ragazzo senegalese dal fisico straordinario, in cui Cesare ha individuato un possibile campione, fa squillare la campanella dell’ultimo, decisivo ed esilarante round. E Giulio rivelerà la sua vera identità.
Novità in cartellone - Fuori abbonamento
Ennio Coltorti, Nel corso della sua carriera in teatro, iniziata nel 1981, ha lavorato con nomi del calibro di Sergio Castellitto (affiancato da Margaret Mazzantini), Sergio Rubini, Giorgio Albertazzi, Fiorenzo Fiorentini, Renzo Montagnani ed Ennio Fantastichini. Doppiatore dalla fine degli anni ottanta, ha prestato voce in alcune interpretazioni ad apprezzati interpreti del cinema europeo, come Gérard Depardieu o Rüdiger Vogler, in Lisbon Story di Wim Wenders, e di quello americano come Harvey Keitel, James Caan, Billy Bob Thornton, Alfred Molina, Ben Kingsley, Dennis Hopper, Christopher Walken e Willem Dafoe. Ha inoltre doppiato Marlon Brando in Apocalypse Now Redux, Patrick Stewart nella saga cinematografica degli X-Men e Hugo Weaving nella trilogia di Matrix. È apparso nelle vesti di attore in Li chiamarono...
briganti! di Pasquale Squitieri, nei panni di Caruso; Hannibal, per la regia di Ridley Scott, nella cui versione italiana doppia se stesso, nel ruolo del commissario Ricci; in Una storia italiana, per la regia di Stefano Reali nel ruolo del padre dei fratelloni del canottaggio, che nel film era Pietro Amitrano. Per la televisione Coltorti ha doppiato Lance Henriksen nel ruolo di Frank Black in Millennium, Ron Rifkin nel ruolo di Arvin Sloane in Alias e Ted Levine nel ruolo di Leland Stottlemeyer in Detective Monk. Ha partecipato come attore alla fiction Lui e lei.
VENERDÌ 13 DICEMBRE 2013 TEATRO FRANCESCO STABILE COMPAGNIA TEATRALE ATTIVA-MENTE IO, L’EREDE di Eduardo De Filippo regia di Gianluigi Pagliaro
Amedeo Selciano è riunito con la sua famiglia, da sempre impegnata in opere di beneficenza e parla dei recenti funerali di Prospero Ribera, che per trentasette anni era stato ospite in quella casa, grazie alla generosità del vecchio Selciano. Si presenta il figlio di Prospero, Ludovico, ed esige il posto del padre, a suo avviso reso improduttivo dalla sfacciata magnanimità della famiglia. La logica del suo discorso e le minacce, convincono i Selciano ad accogliere Ludovico che, come il padre, subirà le derisioni della famiglia e otterrà a sua volta l’amore clandestino di una delle donne.
VENERDÌ 20 DICEMBRE 2013 TEATRO DON BOSCO ASS. CULTURALE GIOCASOGNI SPERIAMO CHE ME LA CAVO trasposizione teatrale della versione cinematografica regia di Rosa Villano Trasferito a Corzano, in provincia di Napoli, solo per l’errore del Provveditorato agli Studi, il maestro Marco Tullio Sperelli è stato destinato ad una quinta elementare. Lui, bravo ed onest’uomo, si trova subito in una situazione pressoché disastrosa. Non più di tre allievi in classe: il quarto deve andare a cercarselo a domicilio, gli altri (in tutto sono una ventina) li recupera qua e là, quasi sempre in strada. Proprio mentre anche Raffaele, messaggero per la camorra locale, sembra aver cambiato comportamento e pericolose amicizie e mentre ormai i ragazzi gli si sono affezionati, ecco che Sperelli riceve la comunicazione del suo trasferimento al Nord...
VENERDÌ 3 GENNAIO 2014 TEATRO DON BOSCO ASS. CULTURALE GIOCASOGNI MISERIA E NOBILTA’ di Eduardo Scarpetta Regia di Rosa Villano
Felice Sciosciammocca è uno squattrinato popolano di Napoli, che vive alla giornata facendo lo scrivano e condividendo la casa con il figlio Peppiniello, la compagna Luisella, l’amico Pasquale, di professione fotografo ambulante, con la rispettiva moglie Concetta e la figlia Pupella.Un giorno il marchesino Eugenio bussa alla loro porta per chiedere un favore; egli è innamorato della bella Gemma, di professione ballerina, ma la sua famiglia si oppone all’unione, poiché la ragazza non è una nobile. Il padre della ragazza invece, Don Gaetano è felice di consentire al fidanzamento poiché imparentarsi con dei nobili sarebbe il suo sogno, ma pretende di conoscere i parenti del giovane. Il marchesino dunque chiede a Felice e Pasquale con moglie e figlia di travestirsi e fingere di essere i suoi nobili familiari e di presentarsi con lui a casa di Gemma. Ma i colpi di scena sono imminenti...
SABATO 18 GENNAIO 2014 TEATRO DON BOSCO COMPAGNIA TEATRALE LA SALESIANA NU ‘MPAPUOCCHIE Farsa in tre atti scritta e diretta da Michele Condelli
NU ‘MPAPUOCCHIE, è una farsa in tre atti la cui struttura e trama sono basate su situazioni e personaggi stravaganti e dalla forte personalità. La spettacolo mette in risalto la figura forte, eccentrica, esuberante di Marietta la bersagliera e quella del genero Rino, un“ birbantello”, ai danni del quale il furbo, scaltro e stravagante mattacchione Michele, con la complicità dell’ ingenuo e timoroso Giovanni, suocero del giovane, ardisce una grottesca e divertentissima beffa per scoprire una presunta malefatta del “maritino” tanto sensibile al fascino femminile. Momenti di una comicità esilarante, emozioni, suggestioni sempre diverse, ma anche riflessioni su temi attuali della vita quotidiana tra i quali la fedeltà tra i coniugi, che coinvolgeranno lo spettatore dall’inizio al termine dello spettacolo.
VENERDÌ 24 E SABATO 25 GENNAIO 2014 TEATRO DON BOSCO COMPAGNIA TEATRALE SCACCIAPENSIERI CITT’ CITT’ MMENZ’ LA CHIAZZA… Commedia brillante in due atti elaborata dalla compagnia
La vita tranquilla di una comune famiglia di Potenza, viene stravolta dal ritrovamento di un misterioso e prezioso “secchio”. Vicine, parenti e incomprensioni familiari faranno nascere pettegolezzi di piazza e divertenti equivoci mentre i protagonisti si troveranno prima, a temere per la loro vita e poi a desiderare di essere coinvolti in questa losca faccenda.
SABATO 15 FEBBRAIO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE ASD COPPELIA TRA SOGNO E REALTA’ spettacolo di danza coreografie a cura di Emanuela Basso
Spettacolo di Danza classica, moderna e contemporanea. Sul palco si alterneranno coreografie del più famoso repertorio classico come Cenerentola, Lo Schiaccianoci, Il Lago dei cigni, La Bella Addormentata nel Bosco, e coreografie più contemporanee e moderne ispirate ai film più celebri degli ultimi anni tra i quali Twilight, Fast and Fourios, Titanic, Il Gladiatore e molti altri.
SABATO 8 MARZO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE NANA’D con: Tiziana Manfredi, Chiara Lagrotta, Antonella Cautero, Emilia Straziuso, Sandro Santostasi, Angela Ruscitti drammaturgia e regia diAntonella Cautero Musiche eseguite dal vivo: maestro Domenico Lopez Brani interpretati dal vivo: Tiziana Manfredi Coreografia ed esecuzione della performance danzata: Angela Ruscitti Costumi: Tiziana Manfredi ed Emilia Straziuso
Un classico litigio tra una mamma e la figlia quasi adolescente diventa il pretesto per condividere, finalmente appieno, quel periodo iniziale della loro vita insieme, quando il racconto divenne esercizio di resistenza contro la malattia... Le parole della madre, nel lavorìo del ricordo, prendono corpo, si fanno personaggi...forse mai persone nel vero senso della parola perché ciò di cui Angelica Maria- la voce narrante- parla, sono in fondo, essenze : l’essenza di quelle Nanàd “che lei non aveva mai neppure conosciuto ma che sempre aveva sentito come le sue radici vissute oltre l’oceano, in Italia”. Proprio loro invocò anni addietro per riportare alla vita la sua bambina, convincendola che valeva sempre la pena di “restàr aquì en el mundo” se non altro per vedere che altro ci sarebbe stato e per far fruttare l’eredità di sogni delle sue antenate lontane. Esse arrivano e, in un gioco di flashbacks, ci raccontano le loro piccole storie.
Progetto speciale
SABATO 15 MARZO 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE
SABATO 5 APRILE 2014 TEATRO FRANCESCO STABILE
COMPAGNIA L’ARCHÉ-AMICI DEL TEATRO
COMPAGNA TEATRALE ATTIVA-MENTE
L’ARIA DE MILAN di Nino Fittipaldi e con la partecipazione di Gianfranco Quero e Tino Calabrò Don Nicolino è il protagonista. E’ contornato di varie “presenze” particolari: Stella, sua sorella, Don Biagio, suo cognato, Michelino, suo nipote, il Maresciallo e Attilio, suo servo, su cui si erge altezzosa la dea Milla, ballerina di tabarin. “Di un altro mondo!”, pensa Don Nicolino di Milla. Le conturbanti evoluzioni sono criticatissime da Stella, gradite dagli uomini, Don Biagio e Michelino, e apprezzatissime da Don Nicolino. Antagonista è il fedele servo Attilio che ne risolve la struttura: “ … il Dolore e l’Amore sempre me li porto dietro!” Una Commedia divertente, ma al tempo stessa malinconica. Don Nicolino che prende tutta l’Italia, tutta Milano, tutto il Mondo, si ritrova tutto solo, a pensare che le antiche tradizioni, per uno che è lucano o è australiano, riconducono sempre alle stesse: ” … soltanto io posso rovistarvi! Soltanto io!”
MIA FAMIGLIA Commedia in tre atti Di Eduardo De Filippo regia di Gianluigi Pagliaro. Alberto Stigliano, annunciatore alla radio, non ha una vita familiare tranquilla: sua moglie pensa solo a giocare a carte e i figli frequentano compagnie poco raccomandabili. Un giorno Alberto perde la parola. Ma non si tratta di una paralisi, anzi lo stratagemma metterà in moto tutta una serie di dinamiche familiari che daranno vita a colpi di scena imprevedibili.
SABATO 26 APRILE 2014 TEATRODON BOSCO ASS. CULTURALE GIOCASOGNI TOTO’ PEPPINO E LA MALAFEMMINA Trasposizione teatrale della versione cinematografica di Camillo Mastrocinque Regia di Rosa Villano Antonio Capone e suo fratello Peppino vivono nelle campagne di Napoli. Sono possidenti terrieri, campagnoli sempliciotti e di scarsa cultura: Antonio, il primogenito, è spendaccione e donnaiolo, spesso a danno del più giovane, il sottomesso e avaro Peppino. Entrambi sono alle prese con il ben più ricco mezzadro Mezzacapa ai danni del quale combinano, puntualmente, qualche birichinata. Gianni, l’aitante figlio della loro sorella Lucia, nel corso dei suoi studi di medicina a Napoli si innamora di Marisa, prima ballerina di avanspettacolo. Per amore il giovane decide di seguirla a Milano, all’insaputa della famiglia. I tre fratelli, temendo che Gianni possa distogliere l’attenzione dagli studi decidono di raggiungere Milano. Raggiunta la terra milanese, si mettono sulle tracce di Gianni, per persuaderlo a tornare a Napoli, cercando anche di convincere Marisa a lasciarlo. Sarà proprio Lucia ad accorgersi della bontà dei sentimenti dei due giovani, che alla fine avranno la meglio in un lieto fine.
Il cartellone dei cantieri d’arte è in via di definizione. A breve disponibili su www.infotickets.it gli altri spettacoli delle compagnie e associazioni: La Risata, Il Cigno, Mivida, Il Sipario e altro ancora… candida anche il tuo spettacolo chiamando allo 0971.274704 o invia una mail a info@cosediteatroemusica.com CERCASI CARPENTIERI DELL’ARTE! Si prega di portare i ferri del mestiere
spettacolo non in cartellone
spettacolo non in cartellone
Giovedi presenta
UCCIO DE SANTIS in
27 marzo
“Non tutti i ladri vengono per nuocere” commedia di Dario Fò
con: Ladro Moglie del Ladro Uomo Donna Anna Antonio
Uccio De Santis Giusy Frallonardo Giacinto Lucariello Antonella Genga Caterina Firinu Piero De Lucia
REGIA di Gianni Ciardo
ore 21
Teatro Don Bosco Potenza
info 3283212858
spettacolo non in cartellone
REGALA UN’EMOZIONE MINI-ABBONAMENTI STAGIONE TEATRALE 2013/2014 ABBONAMENTO A 6 SPETTACOLI non e’ vero ma ci credo – zio vanja –pasiones tango y musical – mi piaci perche’ sei cosi’- la vita e’ una cosa meravigliosa – quando la moglie e’ in vacanza POLTRONISSIMA POLTRONA GALLERIA
Intero
Ridotto
135,00€ 117,00€ 77,00€
115,00€ 102,00€
ABBONAMENTO A 4 SPETTACOLI (TEATRO DON BOSCO) non è vero ma ci credo – zio vanja –la vita e’ una cosa meravigliosa – quando la moglie e’ in vacanza POLTRONISSIMA POLTRONA GALLERIA
Intero
Ridotto
92,00€ 80,00€ 52,00€
76,00€ 68,00€
ABBONAMENTO A 5 SPETTACOLI (TEATRO F. STABILE/ri-pensamenti) A scelta fra: w l’italia - moro - nel nome di chi - aure - toghe rosso sangue - colpo basso PLATEA – PALCHI CENTRALI PALCHI LATERALI
60,00€ 50,00€
ABBONAMENTO A 4 SPETTACOLI TEATRO DON BOSCO + 2 TEATRO F. STABILE non e’ vero ma ci credo – zio vanja – la vita e’ una cosa meravigliosa – quando la moglie e’ in vacanza (teatro Don Bosco), colpo basso (Teatro F.Stabile) Uno a scelta fra: w l’italia - moro - nel nome di chi - aure - toghe rosso sangue (Ri-pensamenti teatro F.Stabile) POLTRONISSIMA POLTRONA/PALCHI C.LI GALLERIA/LOGGIONE, PALCHI LATERALI
Intero
Ridotto
116,00€ 104,00€ 76,00€
100,00€ 92,00€
info&tickets: c/o secondo piano cineteatro don Bosco - Piazza don Bosco snc, Potenza tel. 0971.274704 - www.infotickets.it
PREZZI BIGLIETTI LINAPOLINA – NON E’ VERO MA CI CREDO - TANGO Y MUSICAL – MI PIACI PERCHE’ SEI COSI’ Intero
POLTRONISSIMA 25,00€ POLTRONA 22,00€ 15,00€ GALLERIA
Ridotto
20,00€ 17,00€
ALTRE RIDUZIONI: ridotto studenti in galleria 12€ | ridotto studenti x2 (2 ingressi per lo stesso spettacolo in galleria) 20€
ZIO VANJA - LA VITA E’ UNA COSA MERAVIGLIOSA – QUANDO LA MOGLIE E’ IN VACANZA Intero
POLTRONISSIMA 28,00€ POLTRONA 25,00€ GALLERIA 17,00€
Ridotto
24,00€ 22,00€
ALTRE RIDUZIONI: ridotto studenti in galleria 13€ | ridotto studenti x2 (2 ingressi per lo stesso spettacolo in galleria) 22€
W L’ITALIA - MORO - NEL NOME DI CHI - AURE - COLPO BASSO - TOGHE ROSSO SANGUE POSTO UNICO RIDOTTO STUDENTI
INTERO 15,00€ 10,00€
RIDOTTO 12,00€
SPETTACOLI CANTIERI D’ARTE da 5,00€ a 10,00€ *Il biglietto e l’abbonamento ridotto spettano a: Under26 - over 65; cral ed associazioni per un acquisto minimo di 10 ingressi; Le promozioni studenti e studenti x2 sono riservate agli studenti under 30; Il programma è suscettibile di variazioni e/o integrazioni.