Questo giornale non riceve contributi economici da enti pubblici Fondato nel 2011 - N. XCVIII Aprile 2020
FREE MAGAZINE
Scambiaffari
Editoriale
di GABRIELE MANCINI
EDITORE Ivana Di Loreto RESPONSABILESOCIAL Devis Pennesi PROGETTOGRAFICO Devis Pennesi COLLABORATORI Arrigo Andreani, Paolo Buonaiuto, Giulio Di Stefano, Devis Pennesi, Morena Caschera, Bruno Coletta, Andrea Consalvi, Elisa Giorgi, Lorenzo Donatelli
rivedibili. Chiaro riferimento al Sambucci gate. Uno scivolone che Il Vice sindaco ha riconosciuto, ma che non è bastato ad evitare la reazione di alcune fazioni politiche ed anche di diverse associazioni. Siamo a pochi giorni da un’importante ricorrenza come quella del 25 aprile, l’augurio è che possa essere l’occasione per ritrovare un clima meno teso e più sereno. L’ultimo pensiero voglio dedicarlo, e lo faccio a nome di tutta la redazione di Scambiaffari, all’amico Angelo. La sua scomparsa è un colpo al cuore. È difficile trovare anche a distanza di giorni le parole giuste, perché Angelo è sempre stata una persona totale, preziosissima componente di una complessa macchina chiamata comunità cisternese. Una comunità colpita profondamente da questa perdita e che nonostante le restrizioni imposte dal Covid19, ha voluto rendere omaggio al suo concittadino anche nell’ultimo viaggio. No, nessuna folla fuori dalla chiesa, ma tante persone a debita distanza fuori al cancello del cimitero in attesa della benedizione del parroco. Un saluto diverso per un dolore che sarebbe stato comunque lo stesso, con o senza Covid19. Ciao Angelo.
98 APRILE 2020
e giornate si allungano e il tempo sembra scorrere più lentamente. È l’effetto della quarantena da pandemia, che ci obbliga a rimanere blindati dentro le mura domestiche, anziché uscire e godere della stagione della rinascita: la Primavera. In attesa della nostra rinascita, quella sociale-economica, non ci rimane che ammirare da lontano quella della natura. Fa impressione vedere parchi e giardini pubblici inghiottiti da foreste verdi, come se il tempo si fosse fermato. Poco male, visto che ad oggi queste aree non sono fruibili, chiuse proprio per evitare la diffusione del virus. Nell’immagine collettiva siamo abituati a pensare queste zone piene di bambini e condite da schiamazzi dovuti dall’allegria generale, oggi invece mestamente vuoti e silenziosi. Chi più di loro vorrebbe tornare alla normalità. Ed è proprio dai più piccoli che stanno arrivando gli esempi migliori per superare questo momento di difficoltà per tutti. Quella delle caramelle e cioccolatini donati agli agenti della Polizia locale è uno spaccato di questa emergenza che scalda il cuore. Anche perché gli esempi che ultimamente arrivano dai più grandi sono alquanto
L
DIRETTORERESPONSABILE Gabriele Mancini
Noi ci siamo
Registrazione:Tribunale diLatinan°12-11 Stampa CentroOffsetMeridionale ChiusuraRedazionaledomenica19aprile scambiaffari@gmail.com
5
Scambiaffari Copertina
RICORDATEVI DI
NOI
Medici e infermieri combattono da settimane contro il virus. Andrea Palombi lo fa, insieme ai suoi colleghi, all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Tutti i giorni, sempre con la stessa passione di aiutare il prossimo. A chi li chiama eroi la replica “Acclamateci anche quando l’emergenza sarà finita” di LA REDAZIONE
7
98 APRILE 2020
#SPECIALECOVID
Scambiaffari Copertina
8
A
partire dallo scorso 31 marzo l’ospedale di Latina Santa Maria Goretti è diventato a tutti gli effetti Covid-19 dedicato. L’obiettivo è quello di avere più posti letto possibili e farsi trovare pronti in caso di picco. Inizialmente i posti di malattie infettive sono passati da 18 a 22, sono disponibili 14 posti letto di terapia sub-intensiva e sono stati liberati 68 altri posti letto. 14 posti di neurochirurgia sono stati attrezzati per diventare di terapia intensiva e, qualora ci dovesse essere necessità, è inoltre possibile liberare altri 44 posti da Medicina generale. Questa rivoluzione ha coinvolto anche gli operatori dei reparti, divenuti essi stessi operatori Covid dedicati. E’ il caso di Andrea, giovane infermiere di Cisterna da anni in forza al Santa Maria Goretti che ha visto trasformato il suo reparto. “La situazione attuale è abbastanza stabile.
Non c’è attualmente un sovraffollamento, per fortuna. Ma non va abbassata la guardia. L’ansia e la paura c’è sempre. Nel mio reparto ci sono pazienti covid-ossigeno dipendenti. L’età media è abbastanza bassa, intorno ai 50 anni, e in molti casi non c’erano patologie pregresse. La malattia è soggettiva, tutto dipende da come reagisce il nostro organismo che magari in alcuni casi riesce a debellarlo senza problemi. In altri casi invece può portare ad una polmonite e insufficienza respiratoria. E’ questione di fortuna insomma, questo rende il virus così subdolo. Allora per questo bisogna stare a casa, attenersi alle disposizioni igienico-sanitarie. Bisogna contenere il contagio!” In provincia di Latina attualmente i casi positivi accer tati sono sotto le 500 unità. Di questi il 20% circa è ricoverato o in terapia intensiva, il resto sono trattati a domicilio. Tuttavia quando un mese e mezzo fa ci si preparava all’ondata di contagi senza conoscere quali
#SPECIALECOVID 98 APRILE 2020
sarebbero stati i numeri e la curva, il clima era senz’altro più teso. “I primi giorni dell’inizio emergenza abbiamo assistito ad un aumento di ricoveri nella medicina d’urgenza. Noi ci mossi e organizzati per tempo, vedendo quanto succedeva nel nord Italia, e attivati preventivamente e in egregia, trasformando maniera l’ospedale in Covid-dedicato, così da avere pronti tutti i reparti soprattutto per gestire i pazienti meno gravi. Nonostante questi numeri, fortunatamente contenuti, dobbiamo avere chiaro che l’emergenza è ancora alta e ripeto non bisogna abbassare la guardia.” Al Santa Maria Goretti le testimonianze di vicinanza e solidarietà non sono mai mancate, sin dal primo giorno. “Io spero che tutto il tifo verso la nostra categoria, verso noi infermieri e medici, non si esaurisca passata l’emergenza, una volta che ci saremo dimenticati del mostro Covid. Spero che la nostra professione sia molto più rispettata di quanto visto in passato. Noi facciamo un lavoro per la collettività, verso il prossimo. Chi lo ha capito ora se ne ricordi anche dopo. Spero che non torneremo mai a più a sentire notizie di aggressioni al Pronto Soccorso o denigrazione e battute sul nostro lavoro. Che questo momento sia da monito e lezione per il futuro.” Andrea da circa un mese lavora a contatto con pazienti positivi. “Inizialmente avevo molta paura. Prima di entrare in una stanza dove c’era un paziente positivo mi vestivo e avevo la paranoia ed il timore di toccare qualcosa, di commettere qualche errore. Ora no, ora per me è la routine entrare in una stanza covid, ci si abitua alle procedure e con molta tranquillità entro anche per portare un saluto al paziente, una battuta. Nel mio reparto gli equipaggiamenti ed i dispositivi di sicurezza per gli operatori non sono mai mancati. I turni sono rimasti
“Spero che non torneremo mai più a sentire notizie di aggressioni al pronto soccorso o denigrazione e battute sul nostro lavoro” invariati, certo il carico dell’emergenza si fa sentire.” Arriva comunque, ogni giorno, il fine turno. E anche qui, qualcosa è cambiato. “Quando smonto il pensiero è per i miei cari, torno dalla mia famiglia e la prima cosa che faccio
è entrare in bagno, togliermi tutti i vestiti e farmi la doccia. Poi, finalmente, raggiungo mia moglie e i miei bambini.” S
9
MEDICO DI FAMIGLIA Scambiaffari
Lavoro in prima linea
A Cisterna sono davvero molti e con gli studi dislocati in tutto il territorio. Sono la prima linea del fronte sanitario a cui si rivolgono i pazienti per avere maggiori informazioni sul coronavirus. Per farci spiegare come stanno vivendo questa emergenza e come pensano sarĂ la fase 2, abbiamo contattato il Dott. Andrea Mastrilli, conosciuto e stimato dai suoi pazienti e da tutta la cittĂ di LA REDAZIONE
12
essere sincero. E le prime settimane sono state così, poi per fortuna la situazione è migliorata, anche dal punto di vista del distretto Asl di Latina. Finalmente sono iniziati ad arrivare i primi dispositivi di protezione individuale e le mascherine”. La figura del medico di base è stata, fin da subito, la prima sentinella per tutti quei cittadini che da un giorno all’altro hanno visto le proprie vite cambiare radicalmente e ai quali chiedere il primissimo aiuto. “Dire al paziente non ti posso visitare è stato un dramma. Come si fa a dire una cosa del genere ad una persona che in quel momento vive in uno stato emotivo alterato e che è visibilmente preoccupato per il suo stato di salute? Abbiamo cercato fin da subito di operare nella massima sicurezza, ma la massima sicurezza dove sta? Sia per te medico, che per il paziente stesso. Ecco perché mi sono subito addentrato sul discorso dei test sierologici”. Questo è il tema di cui tanto si sta discutendo in questi giorni, in prospettiva
98 APRILE 2020
“
La storia è lunga qua!”. La nostra telefonata con il dott. Mastrilli inizia proprio così e anche se i numeri dei contagi a Cisterna sono relativamente rassicuranti, le preoccupazioni del medico di base sono tante. “C’è troppa gente ancora in giro”. La sua voce è un mix tra delusione e amarezza nel vedere la città ancora troppo poco sensibile “l’unica soluzione al momento è il distanziamento sociale, è restare a casa. So bene che rimanere a casa significa, per molta gente, non lavorare, significa avere problemi economici”. Difficile fermare il cisternese operoso dunque, ma l’incubo Covid-19 ha bloccato tutto. Come sono stati i primi giorni dell’emergenza? “Sono stati giorni con molto disorientamento, anche da parte nostra. L’azienda sanitaria non ci ha fornito direttive ben precise, ogni giorno poi alle prese con nuove procedure, nuovi decreti. Io sono un uomo che tende alla praticità, rispetto a tutte queste ‘cartacce’, devo
#SPECIALECOVID
“È giusto che si parli dei test sierologici, specialmente se si vuole passare alla “fase 2” e a far riprendere le attività lavorative. Bisogna lavorare in sicurezza!”
della famigerata “fase 2”. Una valida alternativa al tampone che nel giro di pochissimi minuti può dare un esito attendibile quasi al 95%. “Prima di iniziare ho voluto sentire le opinioni di persone molto più autorevoli di me, in primis un mio collega, professore dell'ospedale sacco di Milano, che già qualche settimana fa definiva questi test un aiuto notevole; per la loro praticità, la velocità e per il costo relativo. Sono senza dubbio un buon supporto per i pazienti asintomatici”. Poi entriamo nel suo caso personale. “Di questi test ne ho fatti all’incirca un’ottantina: 79 negativi, 1 positivo” e il racconto di quella esperienza “Per questa persona io ero convinto di trovare gli anticorpi e l’ho fatto venire immediatamente a studio e il test ha dato il suo esito. Questa persona è un operaio Gelit. Ho cercato di ricostruire la sua storia. Il ragazzo, asintomatico, secondo il mio parere, ha passato il virus nei primi giorni di marzo e successivamente ha infettato i genitori: la mamma è stata trattata a casa per circa una settimana, successivamente è stato colpito il papà. Tre giorni a casa con la febbre, il ricovero a Latina e 20 giorni in terapia intensiva intubato. Due giorni fa fortunatamente la bella notizia. L’uomo è stato ‘stubato’ e adesso sembrerebbe stare un pochino meglio. Solo dopo la positività del padre, la Asl ha chiamato questo ragazzo e la Gelit ha iniziato a fare i tamponi. Il 29 marzo il giovane ha fatto il tampone con esito negativo, tre giorni fa (14 aprile, ndr) ho voluto fare di nuovo il test sierologico, risultato? Anticorpi alle stelle. Se noi ci fossimo fermati al tampone, avremmo pensato che questo paziente non avesse passato il Covid-19, invece noi sappiamo benissimo che il paziente ha passato il virus per poi essere negativizzato lo scorso 29 marzo. Con questo test possiamo dirlo con certezza. Sono molto attendibili e io continuerò a farli!”. Il distretto sanitario, la regione ed il governo conoscono molto bene questi test e sono notizie di questi giorni infatti che a breve verranno messi a disposizione proprio dei medici di base. Ma il perché questi test non siano stati messi sin da subito in dotazione dei medici di base è un mistero. Forse per non mandare in tilt i dati quotidiani dei bollettini dei contagiati? “Avrebbero mandato in confusione i dati senza dubbio, però la loro attendibilità è importantissima e si sarebbero evitati molti stati di ansia e stress nei pazienti costretti ad attendere giorni per un esito. È giusto che se ne parli, specialmente se si vuole passare alla “fase 2” e se si vuole riprendere con le attività lavorative. Bisogna lavorare in sicurezza”. Ma in soldoni, di che cifra stiamo parlando per ogni singolo test? “Al paziente il test viene intorno ai 50 euro, ma io sono sicuro che a breve il costo scenderà intorno ai 35/40 euro”. Infine un messaggio “Bisogna fare i bravi e tenere duro. Bisogna stare a casa e rispettare le regole e sono convinto che ne usciremo, sicuramente!”. S
13
#SPECIALECOVID
Scambiaffari
In prima linea dietro al bancone
LAVORO IN PRIMA LINEA Dietro al bancone di una farmacia ci si sente “in prima linea”. Abbiamo ascoltato come si vive e soprattutto lavora, nel tempo del Covid-19 all’interno di una farmacia
I
In questi giorni, Daniela e le altre colleghe che lavorano dietro al bancone della farmacia cercano di portare avanti, con molte difficoltà, quello che fino a poco tempo fa era per loro la quotidianità. “Lavoriamo con dispositivi di protezione che abbiamo in dotazione e con una certa dose di preoccupazione da parte nostra perché stando in prima linea corriamo tutti i giorni il rischio di prendere il virus”. Fino ai primi di marzo, in paese la sensazione era che il coronavirus fosse un problema esclusivo del Nord Italia, preoccupante ma lontano. Poi però i primi casi di contagio anche a Cisterna e da allora, il livello di aller ta si è alzato. E in farmacia, tra i pochi negozi rimasti aper ti dopo i decreti governativi, la sensazione è di essere in guerra. Abbiamo tutti paura, inutile negarlo e a cambiare sono soprattutto gli atteggiamenti quotidiani. “È cambiato molto perché comunque la gente ha paura, specialmente all’inizio c’era più ansia che facevano fatica persino a guardarci negli occhi”. Ma loro, quelli della “prima linea” non possono tirarsi indietro e cercano di aiutare sopratutto gli anziani “Stiamo vivendo un pò di difficoltà perché sopratutto le persone anziane hanno difficoltà nel prendere i farmaci, con tutte le nuove disposizioni che dovrebbero seguire. Fortunatamente però si sta riequilibrando un pò il tutto”. Quindi un pò di ottimismo dopo giorni vissuti come in limbo. Ma le paure ci sono, eccome. “Ho una bambina piccola in casa e quindi un pò di paura, un pò di ansia c’è. Però cerco di gestirla al meglio, mi proteggo quando posso”. Daniela e le sue colleghe sono coadiuvate da Pasquale, un giovane imprenditore classe ’82 che ci spiega come sta cercando di mettere in protezione le dipendenti e i clienti. “Facciamo periodicamente la
sanificazione dell’intera farmacia. Una volta alla settimana. Abbiamo installato i pannelli protettivi in plexiglas già prima dei decreti. Come del resto le mascherine, sanificandole giorno per giorno perché al momento ne abbiamo poche a disposizione. Infatti, come potrai vedere - mi mostra il laccio e ride, ndr - sono consumate. Ci manca il contatto con il pubblico, questa è una cosa importante, ci manca proprio il nostro lavoro. Stiamo facendo tutto tranne che il nostro lavoro. Andiamo in supporto dei medici in quanto oramai la maggior parte delle prescrizioni è “dematerializzata” - invece della classica ricetta, l’utente finale ha solo dei numeri -”. Dopo un dibattito sui prezzi delle mascherine troppo elevati, specialmente con l’arrivo dell’emergenza Covid “I grossisti fanno il bello e il cattivo tempo” ci dice Pasquale che spera in una rivisitazione dei costi specialmente con un adeguamento dell’Iva che al momento resta elevato per la situazione “su una mascherina non mi puoi mettere il 22% dell’iva e noi non possiamo di certo far pagare troppo un qualcosa che fino a pochi giorni fa aveva un costo bassissimo”. La speranza di Pasquale è che la proposta di Federfarma di abbassare l’iva al 4% sia approvata “sarebbe giusto per tutti”. A lui chiedo se esiste il timore che questa situazione si perduri nel tempo “cambierà sicuramente, cambierà tutto. Il modo di interfacciarsi tra le persone che oggi vivono in questo stato di paura. Questa forma mentis durerà per molto tempo”.
98 APRILE 2020
di LA REDAZIONE
S
15
#SPECIALECOVID
Scambiaffari
In prima linea dietro al bancone
“ABBIAMO VISSUTO UN DRAMMA” Dalla sua postazione alla Coop la cassiera Serena incontra le sue paure e quelle dei clienti del supermercato. Le affronta con simpatia e preoccupazione. “La nostra quotidianità è stata completamente stravolta”
“
I primi giorni dell’emergenza sono stati un dramma! Eravamo tutti disorientati, sconvolti. Da un giorno all’altro quel che fino ad allora era stato normale, la nostra quotidianità e quella dei clienti, è stato completamente stravolta. L’imperativo era ed è la sicurezza, su questo ci siamo organizzati.” Serena lavora alla Coop di Cisterna da tanti anni. Dove un tempo c’era un via vai di carrelli e famiglie, oggi c’è la fila composta ed ordinata di chi, da solo col proprio carrello, attende il suo turno per entrare nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle restrizioni con le quali ormai conviviamo dai primi di marzo. E proprio lei, come tanti suoi colleghi, all’indomani del lockdown si è trovata a fare i conti non solo con l’emergenza sanitaria ma anche con uno stravolgimento improvviso delle proprie abitudini lavorative. Tra le poche attività commerciali autorizzate ad aprire in quanto rivenditori di generi alimentari e dunque di beni di prima necessità, i supermercati sono stati un vero e proprio termometro sociale della preoccupazione degli italiani, che subito dopo il primo decreto sono letteralmente corsi a fare la spesa. E ci raccontano molto anche del cambio delle loro abitudini in questo mese e mezzo di emergenza Corona Virus. “All’inizio abbiamo subito anche noi la presa d’assalto dei clienti. Il timore era quello di rimanere senza provviste e così ci siamo trovati a far fronte ad una grossa richiesta, talmente grossa che a volte non facevamo in tempo a rispondere immediatamente. Un timore privo di fondamento visto che gli approvvigionamenti non hanno subito alcuna interruzione. Adesso le cose vanno meglio, siamo tornati più o meno alla normalità. Magari su alcuni prodotti è difficile reperire tutte le marche, ma insomma non ci possiamo lamentare.” Anche le casse
qui sono dotate di un pannello di plexiglass come ulteriore protezione, per clienti ed operatori. Rispetto ai primi giorni molte cose sono cambiate e la sensazione è che piano piano tutti si stiano abituando a queste nuova realtà. “Le persone ora sono più informate, attente alle distanze e vengono a fare spesa già con guanti e mascherine. Inizialmente non c’era ancora la presa di coscienza che anche questo può potenzialmente essere un luogo di contagio. Le misure prese servono sì a proteggere noi operatori ma anche a proteggere i clienti. Noi che ne incontriamo tanti abbiamo la responsabilità verso di loro. Poi la sera si torna dalla propria famiglia e pensi ogni volta con angoscia che magari puoi portare ‘qualcosa’ dentro la tua casa. Psicologicamente è stata molto dura. I primi giorni ero terrorizzata. Ora sono più tranquilla, un po’ perché per fortuna i dati dei contagiati nella nostra zona sono molto contenuti. E poi perché ho visto molta più attenzione e consapevolezza da parte dei clienti”. Senza aspettarselo e forse senza nemmeno accorgersene, i commessi sono stati la prima linea indiretta e i protagonisti più eterogeni della società ridisegnata dal Covid19. Da un punto di vista psicologico, sociale ed economico, hanno assistito in prima persona all’ingresso del virus nelle nostre vite, al timore del contagio e al dovere del servizio. Il tutto vissuto da entrambe le parti della barricata. Lasciamo Serena al suo lavoro chiedendogli un’ultima confidenza:” Il prodotto più venduto? Il lievito! In tutte le sue forme. Siamo un popolo di pizzaioli e fornai ormai. Confesso: anche a casa mia.”
98 APRILE 2020
di LA REDAZIONE
S
17
#SPECIALECOVID
IL POPOLO INVISIBILE Scambiaffari
Fede nella solidarietà
Le richieste di aiuto che arrivano alla Caritas sono aumentate notevolmente. Un sostegno destinato a crescere in questa emergenza coronavirus. A Scambiaffari Maria Teresa, responsabile della Caritas parrocchiale, lancia un appello alle istituzioni per "sensibilizzare tante persone a rendersi utili agli altri" di PAOLO BUONAIUTO
98 APRILE 2020
C
18
i troviamo in un momento di difficoltà collettiva in cui abbiamo dovuto stravolgere il nostro sistema di vita e adeguarci alle tante restrizioni che ci sono state imposte. Le necessità, quindi, di molte persone e molte famiglie sono aumentate, per via del lavoro che è diminuito o addirittura è stato sospeso. Famiglie che fino a ora vivevano dignitosamente anche con poco, ora si trovano a non avere più neanche quel poco, né i mezzi che consentivano loro la sopravvivenza. Famiglie con minori, neonati o bambini molto piccoli, famiglie con a carico persone disabili, a volte anche gravi o gravissimi, anziani che vivono con una pensione minima: un variegato tessuto familiare che di punto in bianco si trova di fronte la tragica realtà di non avere più nessun mezzo di sostentamento, costretti a non uscire dalle loro abitazioni, senza un lavoro, senza l’affetto dei propri cari, se lontani, senza il supporto della loro rete amicale e di vicinato. In questo drammatico contesto gli enti e le associazioni del terzo settore, laddove lo stato non riesce a far fronte alle tante esigenze della popolazione, e il mercato è pressoché incapace di affrontare crisi del genere, cooperative sociali, Onlus, associazioni varie, laiche e religiose, sprigionano tutto il loro potenziale di aiuto e assistenza per chi rimane indietro nel percorso della vita. In modo particolare la Caritas italiana si è prodigata fin da subito, mettendo a disposizione ingenti somme di denaro, per supportare e sostenere le tante persone che necessitano dell’aiuto e della generosità della Chiesa per fronteggiare una crisi che ha dissestato il tessuto sociale ed economico italiano. Anche a Cisterna la Caritas non si è fermata. Nella Parrocchia di S. Maria Assunta in Cielo, ci dice Maria Teresa, responsabile della Caritas parrocchiale, si è cercato di mantenere in funzione le proprie attività, “prendendo le precauzioni richieste, mascherine, guanti, distanza tra le persone e, anche se con maggiori difficoltà per l’assenza di qualche volontario che abita in altri Comuni, siamo andati avanti lo stesso”. Per fronteggiare al meglio l’emergenza la Caritas ha distribuito il pacco viveri regolarmente sia nel mese di marzo che di aprile, anticipando la distribuzione prima di Pasqua, in modo che tutte le famiglie potessero passare la festività serenamente. In questo periodo, per evitare le uscite alle persone più in difficoltà è stata consegnata la spesa al domicilio, è stato consegnato giornalmente il pane ad alcune famiglie che non possono comprarlo sia in parrocchia. “Il bello di questo momento – sottolinea Maria Teresa – è che diverse persone che non potevano recarsi al lavoro, sono venute a darci una mano, sia alla Caritas, sia alla mensa. Quindi, questo momento di difficoltà se da un lato è un brutto momento, dall’altro è un’occasione per sensibilizzare tante persone a rendersi utili agli altri”. Difatti così sta avvenendo, perché c’è la presenza di tante persone che prestano la loro opera e la loro competenza, spesso rimettendoci anche di tasca propria. La Parrocchia di S. Maria ha anche la mensa che serve tante persone quotidianamente. È un servizio che viene svolto da tanti anni, ma in particolare negli ultimi anni è diventata una testimonianza
d’amore che i parrocchiani hanno nei confronti dei poveri, perché la mensa è sostenuta dalle offerte raccolte in Chiesa nella prima domenica del mese e dalle offerte che mensilmente diverse famiglie danno per la mensa. “Anche a Pasqua e lunedì dell’Angelo – continua la Responsabile – abbiamo mantenuto il nostro servizio per dare la possibilità a tutti di consumare un pasto caldo. In questo particolare momento stiamo distribuendo i pasti in contenitori monouso, per evitare che gli utenti possano essere in contatto fra di loro e chiedendo a tutti gli utenti di utilizzare le mascherine”. Il terzo settore, negli ultimi anni, ha avuto uno sviluppo molto intenso, tanto da diventare il terzo attore che, accanto allo stato e al mercato, offre quei servizi necessari e utili alle persone e alle famiglie che si trovano in difficoltà, soprattutto nei momenti di crisi come questo che stiamo vivendo. Centinaia di migliaia di volontari che operano in tantissime associazioni, enti e fondazioni si stanno adoperando per far vivere in maniera un po’ più dignitosa chi si trova in difficoltà, perché la solidarietà e la fratellanza sono due caratteristiche che contraddistinguono queste realtà così dinamiche. “È la nostra maniera di essere Chiesa e testimoniare le meraviglie di Dio”, conclude don Patrizio. S
Associazionismo di tutti i giorni
Difficile dover rispettare la quarantena e stare a casa per chi una casa non ce l’ha. A Cisterna, Tommaso di Es24 aiuta decine di persone meno fortunate, un numero destinato ad aumentare giorno dopo giorno con l’avvento del coronavirus di GABRIELE MANCINI
L
a sveglia di Tommaso suona presto come tutte le mattine e a letto ci va quando la maggior parte di noi già sta dormendo:“Su questo il Covid19 ha ben cambiato poco”, ci racconta sorridendo Tommaso Baruffaldi responsabile di Emergenza sociale 24. Da oltre dieci anni gira sulla strade del nostro territorio aiutando le persone senza fissa dimora, oppure le famiglie più abbienti. Il suo operato non è nuovo a noi come del resto a molti cittadini, nonché istituzioni. “Il mio supporto verso queste fasce non è mutato di molto - ci racconta - semmai è completamente cambiato il sistema di supporto a queste persone”. Il giro infatti inizia sempre presto, perlustrando le zone solitamente “bazzicate” dai senza tetto. Una di queste è la stazione di Cisterna. Dopodiché si occupa insieme ad altre associazioni del territorio, come Caritas e Ipf 405, dei pasti delle persone più bisognose. “In un momento di totale difficoltà, cerchiamo di garantire, per quanto possibile, un’igiene personale a chi non ha un domicilio e un pasto caldo. Cose che facciamo da anni, con la sostanziale differenza che oggi applichiamo tutti i sistemi di sicurezza contro il Covid19. Per questo cerchiamo di dotare queste persone di mascherine e guanti in lattice”. Sono tante le associazioni di volontariato che in questo momento si stanno adoperando sul territorio per fronteggiare l’emergenza: dalla Croce rossa alle protezioni civili, fino ai comitati spontanei presenti a Cisterna; tutti stanno cercando di offrire un supporto, un aiuto a chi
ne ha più bisogno. E sono tanti, sempre di più: “Purtroppo questa emergenza sta portando molte famiglie, fino a ieri autosufficienti, sulla soglia della povertà. Molti pacchi alimentari stanno andando a persone che prima della pandemia riuscivano a garantirsi una spesa, grazie ad un’occupazione che oggi invece non c’è più”. Quella dei volontari non è solo un’azione concreta di aiuto materiale, ma è anche un sostegno per non far sentire queste persone tagliate fuori dal tessuto sociale. “E’ importante far sentire loro la vicinanza, in un momento in cui per forza di cose ci sentiamo isolati”. Nell’atto pratico, Es24 fin dalle ore successive all’incendio nella palazzina di via Nenni non ha mai lasciato sole le famiglie rimaste senza casa e finite nell’ex dormitorio universitario. In questa parte della lotta al Covid19 c’è quindi un aspetto umano, già visibile e presente prima di questo nemico invisibile. Così la sera, Baruffaldi torna a percorrere le strade cisternesi con la Volkswagen bianca di Es24, alla ricerca di persone in difficoltà. Per molti c’è da superare la notte al freddo. E per questi “invisibili” non manca mai un cappotto oppure una coperta:“Dai giubbotti catarifrangenti per chi lavora nei campi e torna in bicicletta, alla coperta per i senza tetto. Nel cofano dell’auto cerco di avere tutto per ogni evenienza. Per questo dobbiamo ringraziare i tanti cittadini che ci donano vestiti in buona condizione, in modo tale da essere riutilizzati. Quello che mettiamo in campo noi è soltanto una parte di una grande rete solidale. Per riuscire ad aiutare gli ultimi serve l’aiuto di tutti, specialmente adesso”. S
98 APRILE 2020
PRIMO CONTATTO
#SPECIALECOVID
Scambiaffari
19
LEGGIAMO TRA LE RIGHE Scambiaffari
Riapre la cultura
Librerie riaperte subito, ma lockdown prorogato al 3 maggio: Davide e Roberta, librai di Cisterna, ci spiegano perché di troppo idealismo non si vive di LORENZO DONATELLI
D
ato che parleremo di libri, sarebbe opportuno dapprima rinvenire la contraddizione nota come “comma 22” contenuta in “Catch 22”, il romanzo scritto da Joseph Heller. Il senso era: se sei pazzo, puoi chiedere di non partecipare alle missioni belliche ma, se avanzi una simile richiesta, non sei pazzo. Cosa c’entra?
24
Con il dpcm dello scorso 10 aprile, il Presidente Conte ha annunciato la fine delle misure restrittive per il 3 maggio, pur dando la facoltà, a librerie e cartolerie, di riaprire già da martedì 14. Gli stessi libri, che inizialmente non erano considerati beni primari, ora sembrano avere la priorità. Sì, si possono riaprire le librerie, ma bisogna fare lo sforzo di rimanere ancora a casa.
#SPECIALECOVID 98 APRILE 2020
l’anima, e determinati politici e intellettuali si sono auspicati una riapertura repentina delle librerie, ma ci sono problemi relativi al distanziamento sociale che non possono essere scavalcati nel momento in cui l’emergenza è ancora in atto, no?›› e infatti, per così dire, le dichiarazioni a caldo non vanno nella direzione di incentivare quella che è la prima industria culturale del paese, ma hanno un carattere simbolico: le librerie vanno riaperte per dare un segnale, perché i libri sono il “cibo dell’anima”. E sulla possibilità di ripensare la cultura, Davide continua: ‹‹Direi che in genere si deve provare ad osare sempre un po’ di più, perché a forza di pensare di adeguarsi a quel che “il” pubblico potrebbe desiderare, si appiattisce tutto›› In che senso? ‹‹Che molte proposte finiscono per avere lo stesso sapore… guarda quello che è successo adesso: credo lo abbia scritto Pupi Avati, ma è possibile che, con l’impossibilità di muoverci e un’occasione così irripetibile, la Rai debba propinarci sempre lo stesso palinsesto? Con i vari Amadeus, Insinna e così via, invece di riproporre, chessò, delle cose di archivio notevoli, dei concerti jazz, dei documentari… e che diamine!››. Un’ipocrisia, ci dice, legata anche al fatto che in Italia si è sempre stati poco interessati al mondo della lettura, non a caso l’ultimo rapporto dell’Associazione Italiana Editori (AIE), sottolinea come più della metà dei lettori sia occasionale e Davide, che vive ogni giorno la libreria, lo sa bene: ‹‹Credo sia corretta questa ricostruzione. Nella provincia profonda hai un ventaglio ampio di “tipi di lettori”, ma quelli robusti sono pochi; ed ecco, ora mi torna in mente una riflessione di Giuseppe Laterza: è sui lettori forti che bisogna paradossalmente Intanto, in queste settimane, Cisterna somiglia più ad una Milano lavorare, non sui non lettori o su quelli saltuari, perché queste ultime il 15 agosto che ad una città di 37.000 abitanti: ‹‹Sì, vedere la città due categorie le sposti con l’esempio dei lettori forti, che costituiscono vuota fa un certo effetto›› ci dice Davide - titolare della libreria Voland un esempio virtuoso e possono creare contagio›› e poi ci sono i social situata sul Corso – che ha avuto modo di recarsi nel suo locale per ‹‹Il tempo che ci dedichiamo è il più grande nemico della lettura. La testa gestire le consegne da spedire a casa, e come tutti noi, non si è dei lettori sta cambiando dal punto di vista cognitivo, io ero molto diverso precluso alcune impressioni: ‹‹I pensieri che sono affiorati alla mente a 20 o 25 anni: quando terminavo una giornata di studio non vedevo sono stati molteplici, in stati d’animo altalenanti. È stato difficile l’ora di mettermi a leggere un romanzo… ora se leggo una bandella di adattarmi, mentalmente, alla nuova realtà. Quando Conte ha decretato un libro o un risvolto di copertina in cui è sintetizzata una trama, i miei la chiusura delle attività commerciali sono subito uscito per andare a occhi, impazienti, vorrebbero subito saltare alle ultime righe››. Facendo qualche passo in più, e arrivando tra gli alberi di viale comprarmi due pacchetti di sigarette (senza considerare che i tabaccai sarebbero rimasti aperti), perché il cazzotto incassato era frastornante. Giovane Europa, in questa “chiacchierata virtuale” incontriamo anche Poi mi sono abituato, ad un tempo dilatato, eppure compresso tra le Roberta, titolare da circa sei anni della libreria Anacleto: un locale attività da fare con i figli a casa››. Ma possiamo impararne qualcosa, pensato per il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Che si sia finiti no? ‹‹L’insegnamento che ne possiamo trarre è che da ora si possono in un vortice di falsità sulla figura del libraio ne è d’accordo anche osservare le incombenze quotidiane che crediamo di avere, per passarle lei, che non solo trova questo lavoro come una “missione, un al setaccio e tenere fuori tutto il superfluo, ciò che ci ruba tempo, e/o progetto di vita culturale e umano”, ma a proposito aggiunge: ‹‹Fare il libraio oggi non è passare il tempo dentro la libreria e fra gli scaffali, che ci induce ansia, stress, nervosismo››. ma comunicare il più possibile all’esterno, attraverso le azioni più diverse, e raggiungere il pubblico per sensibilizzarlo e avvicinarlo allo straordinario mondo della carta stampata››. La caratteristica innovativa di questa libreria è l’avere degli angoli dedicati alla lettura per poter trascorrere del tempo insieme con i propri figli e, per altro, nella già citata relazione di AIE, si dedica una parte al rapporto con la lettura di giovani e adulti, dalla quale si evince non solo che i giovani (dai 6 ai 19 anni) leggono di più, ma che – come facilmente intuibile – leggono di più i bambini che vivono in case dove ci sono libri, e Roberta, che il binomio giovane-adulto lo tocca con mano, ci tiene a sottolineare: ‹‹Sì, non è la quantità, ma la qualità del tempo trascorso con i propri bambini che è fondamentale affinché questi si avvicinino al libro e alla lettura. Io dico sempre ai genitori che se i nostri figli non ci vedono leggere, difficilmente ci chiederanno di legger loro una storia o di comprare dei libri – e continua – Non è importante avere a casa tomi o volumi di chissà quale forma, se ci piacciono i giornali o le riviste, vanno bene anche quelle, purché ai bambini venga sempre offerta la possibilità, senza mai obbligarli, di accedere alla parola scritta›› e poi, l’altro dato inquietante è il crescente numero di librerie chiuse negli ultimi tempi… ‹‹Quando una libreria chiude è una sconfitta non solo per il libraio, ma anche per tutta la comunità in cui opera. Prendo in prestito una frase che ho letto una volta: “un paese senza teatro è un paese incivile”, ecco, vale la stessa cosa per le librerie›› e per il futuro? Davide il libraio con lo scrittore Paolo Rumiz, Deponi speranze? ‹‹Visto il momento storico che stiamo attraversando, davanti alla vetrina della libreria Voland posso solo augurarmi che tecnologia e mondo digitali non ci fagocitino Ma tornando alla decisione del 10 aprile, ci si chiede quale del tutto, anzi: spero che cartaceo e digitale lavorino insieme per calcolo vi sia dietro a ciò: ‹‹L’emergenza ha messo in grossa difficoltà promuoversi l’un l’altro››. moltissime realtà produttive e commerciali, non ultime le librerie. Ma S c’è un po’ di retorica e ipocrisia di contorno proprio perché, come scrivevo su Facebook, si fa bella figura ad affermare che i libri curano
25
#SPECIALECOVID
Scambiaffari
La vita al tempo del Covid-19
“HA CAMBIATO ANCHE LA MIA VITA E LAVORO IN FILIALE” di MORENA CASCHERA
T
utto è cambiato! Il coronavirus si è imposto nella nostra realtà, rivoluzionando completamente e nettamente la nostra vita. Ogni giorno ci relazioniamo con noi stessi, di fronte a questa solitudine che fa un grande rumore, assordante. Ma che fa parte oramai, della nostra quotidianità. Aspettiamo i bollettini serali, cercando di comprendere, quale sia la gravità di questa situazione. E ci chiediamo quando tutto questo finirà e se finirà. Nel frattempo, tante vite spezzate, vittime di questo nemico invisibile, ma tangibile. Poi ci sono quelli della prima linea, i medici, infermieri, trasportatori, cassieri di varie fasce lavorative. Sì, quelli della prima linea che, non sono rientrati nelle restrizioni governative. Ed è proprio a loro che oggi diamo voce. Abbiamo Intervistato Roberto S. operatore di sportello di un Istituto di credito. Roberto, come è cambiata la tua vita personale e lavorativa in questa emergenza mondiale? “A livello operativo il lavoro non è cambiato e per venire incontro alle esigenze dei clienti e per i fornitori, gli istituti di credito hanno dotato i dipendenti dei dispositivi di sicurezza. Ma non hanno potuto garantire al massimo la sicurezza, in quanto non hanno potuto obbligare i clienti ad entrare con i dispositivi necessari. Infatti, si sono create situazioni in cui noi operatori, ci siamo trovati davanti a clienti privi di mascherine e guanti, che comunque sono entrati nella filiale. Di fronte questa realtà, con i miei colleghi, abbiamo lavorato spesso con ansia ed angoscia. Prima di aprire la porta automatica, ci assicuriamo che i nostri clienti indossano mascherina e guanti e cercando di servire
due clienti alla volta. Ciò non toglie che alcune filiali, entrate a contatto con clienti positivi, sono state chiuse, sanificate e poi riaperte al pubblico. Questa situazione, del coronavirus, ha portato una diminuzione della mole di lavoro a livello quantitativo. Di conseguenza gli istituti di credito hanno cercato di far fronte a tutto questo, facendo stare a casa i dipendenti, a turno. Facendo usufruire delle ore di permessi e ferie. A livello personale, avendo una moglie ed un figlio, ho cercato di rispettare tutte le regole imposte per salvaguardarci tutti. Non sono più andato dai miei genitori, in quanto sono over 60'. Mantengo le distanze, in un mondo fatto di strette di mano, di contatti fisici per dimostrare l'affetto. Soprattutto con mio figlio, che è un ragazzo di 14 anni. Mi rendo conto che tutto è cambiato e che mi sono dovuto adeguare a tutto questo. Non mi spaventa la solitudine, diciamo che è stato anche un mezzo per riscoprire alcune parti di me stesso. Ho ripreso hobby cui da tempo, avevo smesso di dedicarmi. Mi auguro che, i nostri sforzi di oggi, siano la base di una serenità di vita, che potremmo riprendere, non dico in tempi brevi, ma ragionevoli. La salute sempre al primo posto.” Tutto è cambiato e forse per sempre. Ognuno di noi, ha dovuto fare i conti con questa realtà, che ci ha messo tutti ed indistintamente a dura prova. Sicuramente, quando questo tzunami sarà passato saremo devastati. Davanti a noi c'è una vita, una società, un'economia da ricostruire. E facendo un ulteriore sforzo, ce la faremo. Andrà tutto bene.
98 APRILE 2020
Roberto, operatore di sportello di un Istituto di credito ci racconta le difficoltà nel garantire il servizio all’inizio di questa emergenza sanitaria “Molti clienti entravano senza guanti e mascherina”
S
27
Fotomontaggi politici
98 APRILE 2020
LA MARACHELLA
#POLITICA
Scambiaffari
Il vice sindaco di Cisterna pubblica il DVCE su facebook, poi chiarisce “È stata una prova”. Un terzo della politica insorge, ANPI duro su Sambucci “abbiamo ricordato insieme i martiri di Pratolungo, nostri coincittadini morti ammazzati...ci vergognamo di essere stati seduti accanto”. “Ha fatto anche cose orrende” così il sindaco parlando del fascismo. Il delirio della politica locale tra le marachelle di Sambucci, nostalgici e revisionisti usciti allo scoperto, leghisti alla gestione dei buoni spesa e le dirette social mascherati in piazza. Al tempo del Covid19 i diritti sono ridotti,a Cisterna diventano “esclusivi” S
29
VIVILATINA.IT
#INTERNET
S
LA APP PER LE CONSEGNE A DOMICILIO
Vivi Latina è un progetto senza fini di lucro che nasce per supportare le attività locali di latina e provincia durante il difficile periodo di crisi che stiamo attraversando, un’esortazione ad alimentare la sopravvivenza dei negozi sotto casa e al ritorno alla vita quando tutto questo sarà finito. Un progetto nato dalla collaborazione di due marketers Gabriele Coluzzi ed Emil Ceron per dare un aiuto attraverso la visibilità on line alle attività che effettuano consegne a domicilio.
98 APRILE 2020
di LA REDAZIONE
30
COS’È
Un portale: www.vivilatina.it che nasce per raccogliere e supportare le attività locali che hanno la possibilità di fare delivery durante la quarantena. Oggi l’obbiettivo è quello di aiutare a sopravvivere le attività che possono fare consegna a domicilio, contribuendo a ridurre il più possibile gli spostamenti, domani uno strumento di rilancio delle attività ed un’esortazione a vivere la propria città per contribuirne al rilancio.
PERCHÈ
Vivi Latina è un progetto nato per aiutare le attività durante e dopo l’emergenza Covid19, uno strumento per tutti i commercianti per aiutarli a capitalizzare al meglio le iniziative adottate per la consegna a domicilio e per dare una spinta alla ripartenza nel dopo emergenza. Ma anche uno strumento per i cittadini, per aiutarli a scegliere le attività locali incentivando la consegna a domicilio e spingendoli a restare a casa il più possibile.
Il portale sarà supportato da pagine social divise per territori su cui verranno rilanciate le iniziative e le offerte. L’iscrizione al portale da parte delle aziende è gratuita per tutti basta richiedere l’accesso e l’iscrizione, le pagine possono essere personalizzate con menù foto e video delle attività. Per maggiori informazioni o chiarimenti 347.9114119 info@socialmedialime.com
COME
Per i Commercianti: Se hai un’attività locale con consegna a domicilio puoi inserire i tuoi dati sul sito www.vivilatina.it per farti contattare facilmente dai cittadini prossimi alla tua attività con iscrizione semplice e gratuita attraverso un form da compilare inserendo le informazioni base necessarie, riceverai una nostra mail di conferma con il link per autorizzare la pubblicazione. Avrai la tua pagina personalizzata all’interno del portale. Per i Cittadini In Vivi Latina sono raccolti tutti i negozi con consegna a domicilio nei pressi dell’ abitazione. Dalla pizzeria all’ortofrutta al supermercato, potrai contattarli e fare il tuo ordine parlando direttamente con il commerciante.
#OROSCOPO
L’Oroscopo Le previsioni di Aprile a cura di Bruno Coletta
CANCRO. Molte volte nella vita capitano delle cose davvero strane. Per esempio: leggere qualcosa che ti stravolge completamente l’esistenza. Quello che non si fa in venti anni si fa in sessanta secondi. La cosa importante è vivere con il rispetto di se stessi, con la nostra dignità e il nostro amor proprio.
BILANCIA. Potresti stare come un Dio, ma finché continui ad elucubrare su episodi del passato, che ti stanno rodendo l’anima, otterrai insuccessi creando inimicizie. Questo è un vero peccato, perché solo quando emani la tua spontanea luce e positività, attrai a te benessere, pace e grandi soddisfazioni.
CAPRICORNO. Per vivere meglio devi apportare delle modifiche radicali alla tua vita: Vivi, senza criticare sempre gli altri; non lamentarti sempre di tutto e di tutti; accetta gli altri anche con i loro difetti; non pensare sempre e solo a te stesso; non considerarti il più perfetto del mondo. Cambiando ... starai meglio.
TORO. Ti si rimprovera della lentezza nel prendere decisioni e nell’operare, ma quando gli altri inciampano, sbagliano, tornano indietro e ricominciano, tu con la tua metodicità, continui sempre il tuo percorso con lo stesso passo e con la stessa calma. Falli correre, arriverai sempre per primo. Splendida conoscenza.
LEONE. Ciao! Nell’ipotesi che vivessi dei problemi con il tuo partner, avrei un consiglio da darti: Rinnovati, rompi la ripetitività del tuo comportamento, ricorda com’eri qualche tempo fa e non parlo solo fisicamente. Ti sei troppo ammosciato. Torna con la forza e la grinta di prima. Succederanno “miracoli”.
SCORPIONE. Due cose: Smettila di fare come certi preti che predicano bene e razzolano male; Smettila di dire cavolate, ingigantendo esageratamente i tuoi meriti e disprezzando sempre quello che fanno gli altri. Stai corrompendo la tua anima e la tua meravigliosa natura. Torna coi piedi in terra e sii più umile.
ACQUARIO. Stai commettendo l’imperdonabile errore di andare sempre a vedere il lato negativo di tutte le cose, e questo non è da te. Sei sempre stato attento a non inquinarti mentalmente dalla sozzura del mondo ed ora ti lasci coinvolgere e condizionare da quello che dicono gli “altri”. Ritorna in te stesso.
GEMELLI. A volte il tuo problema è proprio la tua intelligenza. Riesci sempre a venderti anche se sai che ciò che possiedi non è il prodotto giusto. Sai molto bene che la strada, anche quella sentimentale, non è quella giusta per te, nonostante ciò, continui imperterrito a percorrerla. Finché sei in tempo cambia.
VERGINE. Se sei in attesa di buone notizie, bene, non arriveranno. Per attirarle a te devi prima modificare l’atteggiamento. La Divina Provvidenza lasciala ai preti. Opera da subito cambiando l’alimentazione, cammina almeno mezz’ora al giorno, rispettati di più fisicamente. Solo allora attirerai tutte le cose positive.
SAGITTARIO. Quando stai male ti lamenti che stai male, quando stai bene ti lamenti perché vorresti stare meglio. Ti lamenti sempre. Non ti accorgi che più vai avanti e più rimani solo? Dove hai lasciato quella persona radiosa e positiva con tanta voglia di scambiare idee e opinioni con gli altri. Cerca la tua serenità.
PESCI. Ti sei sempre contraddistinto dagli altri per i tuoi nobili ideali e il senso di giustizia, e adesso, solo per un mero interesse economico, stai inquinando la tua anima. E’ proprio vero che si sta bene finché lo vogliono gli altri. ancora sei in tempo per recuperare la tua dignità. Fallo, anche a costo di rimetterci soldi.
98 APRILE 2020
ARIETE. L’unico problema che ti impedisce il gran salto di qualità è questa insofferenza che ti sovrasta. Il crescere, deve aiutarci a capire meglio gli altri, e, possibilmente, aiutarli con generosità, nel loro percorso. Ti stai chiudendo troppo in te stesso, e ciò limita il godimento delle belle cose che sono in arrivo.
Studioso di Cartomanzia - Sensitivo - Esoterico Specializzato in Amore e Ritorno, Benessere, Lavoro. Consulente per problemi di Insonnia, di Sovrappeso e Obesità. Consulti telefonici al: 349 43 92 369 (se mi hai letto non è un caso)
31