Favola vincitrice - edizione 2007 "Le cicogne con gli stivali"

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Classe III sez. A Scuola primaria “Giotto” Dolo (Ve)

Le Cicogne con gli stivali Vincitrice della 12 edizione del Premio Internazionale d’illustrazione per l’infanzia “Scarpetta d’oro” Riviera del Brenta a

2007

illustrazioni di Ayumi Makita

grafiche editoriali lap®ess



C’

erano una volta delle cicogne amiche per le piume e quello che faceva una lo facevano anche tutte le altre. Non stavano mai ferme perché dovevano portare i bambini e le bambine a tanti genitori e in tanti paesi e città. Avevano pensato di mettersi tutte degli stivali rossi perché così si riempivano d’aria e facevano l’effetto della mongolfiera. Andavano su nel cielo dolcemente e leggere e poi erano anche sicure perché gli uomini da giù le vedevano bene col colore rosso degli stivali, che erano vivaci come il fuoco, e non le cacciavano. Avevano scelto per gli stivali il colore rosso perché è il colore della vita, del sangue, del cuore, dell’amore. Glieli aveva costruiti un calzolaio che aveva dodici figli e abitava in una casetta di legno, vicino al fiume. II calzolaio aveva progettato di farli larghi perché così l’aria entrava dentro, ma anche perché le cicogne potevano mettere i bambini dentro se erano gemelli.



Ma un giorno si erano separate per le loro idee diverse perché alcune di loro non volevano più portare bambini. Dicevano che i bambini erano antipatici, sporcavano, piangevano, rompevano tutto, facevano perdere tempo, erano noiosi e maleducati, si ammalavano, facevano deconcentrare e le mamme non li volevano più. L’ultima volta avevano portato una bambina a una famiglia che era povera e i genitori non l’hanno voluta perché non potevano mantenerla. Così la avevano lasciata davanti a una villa e, per fortuna, quei signori la avevano adottata. Erano state così male per questo le cicogne!


Da quel momento avevano deciso di portare stivali diversi. Quelle che avevano protestato si erano messe stivali gialli come la luce perchĂŠ volevano volare liberissime e quasi fino vicino al sole. Le Gialle spinte dal vento visitavano tanti paesi del pianeta e si sentivano senza padroni, non avevano piĂš impegni e potevano andare lentamente o velocemente. Potevano fermarsi o potevano volare quanto volevano, potevano conoscere i paesi caldi e i paesi freddi, i paesi di mare e di pianura, di collina e di montagna. Potevano vedere uomini, donne e bambini, giovani e anziani, neri, bianchi, gialli, rossi.






Passava il tempo. Erano passati quasi nove anni. Adesso, alla fine della voleggiata, le Gialle si fermavano sopra i tetti per sentire cosa dicevano i genitori con i loro figli. Ma c'era solo un grande silenzio. Si erano accorte, però, che provavano nostalgia dei loro lavoro e sentivano la mancanza del pianto di un bimbo appena nato che assomigliava a una musica speciale.


Le Rosse invece avevano continuato a portare bambini in tutti i paesi e le città perché per loro i bambini erano sorridenti, aiutavano, erano educati, simpatici, facevano compagnia, facevano andare avanti la vita. Col passare degli anni, le Rosse si erano accorte che non ce la facevano più. Erano molto stanche, perché i bambini da consegnare erano diventati troppi. Poi, c’erano molti paesi in guerra e rischiavano la vita continuamente. Un giorno avevano deciso, tutte d'accordo, di chiedere aiuto alle Gialle.



Avevano volato fino a un laghetto ghiacciato della taiga, nella Siberia. Sapevano che le Gialle erano andate là perchÊ erano curiose di vedere come era l’aurora boreale. Si erano incontrate vicino ai muschi che erano verdigialli per il sole che stava per nascere, dopo che per sei mesi c’era stato il buio.


II ghiaccio era rosa per i riflessi del sole che era basso. Si erano fermate sopra il ghiaccio che pareva uno specchio e avevano mandato avanti la piĂš saggia perchĂŠ sapevano che conosceva le parole giuste da dire.


La Rossa Saggia aveva fatto due passi avanti e aveva chiuso gli occhi per farsi ascoltare meglio, ma anche perché aveva paura di vedere come reagivano le altre Gialle. Aveva cominciato a dire: “Amiche Gialle, abbiamo bisogno di aiuto. Abbiamo pensato a voi. Aiutateci. Sentite come è freddo questo ghiaccio. Qui non ci sono bambini che giocano e che sorridono. Se noi portiamo insieme a voi i bambini possiamo ancora farcela e ci saranno tanti nuovi bambini a fare allegria nelle case”. Le Gialle non se l’aspettavano e erano perplesse. La Gialla Pensosa aveva chiuso gli occhi come per pensare e poi aveva alzato il becco come per respirare nuova aria e prendere forza. Poi aveva parlato: “Avrei proprio tanta voglia di tenere col mio lungo becco un tenero bambino nel suo fagottino, ma ho paura di non ricordarmi più come si fa”. La Gialla Speranza aveva fissato le Rosse e aveva detto: “C’è la guerra in tanti paesi, muoiono molte persone, ma spero che i bambini facciano cambiare questo tipo di mondo”.


La Gialla Verità si era inchinata alle parole della saggia e aveva raccontato: “Tante volte ci fermiamo in volo sopra le case e non sentiamo più bambini che giocano, che piangono, che ridono. Dobbiamo essere sincere e dire che ci dispiace.” Intanto, dietro la saggia, la Rossa Silenziosa aspettava con ansia che le Gialle decidessero cosa fare e teneva gli occhi socchiusi come se ci fosse il vento che le soffiava davanti. Di fianco a lei c’era la Rossa Consigliera, vicinissima alla Saggia perché le aveva suggerito: “Fa loro capire che è un grande sollievo viaggiare insieme e collaborare. Dà loro coraggio. Digli che si ricorderanno bene come portare i bambini appena ne avranno uno nel becco. Se ci saranno problemi in compagnia li supereremo”. Le Gialle prima si erano consultate e poi avevano spiegato che ormai erano vecchie e avevano paura di sbagliare a consegnare i bambini. La Rossa Sensibile si era girata per andare via delusa e si era chinata quasi fino a terra per il dolore. Stava ormai alzando lo stivale per fare il primo passo, ma la sua vicina, la Rossa Paziente si era voltata e la aveva fermata.





Le aveva sussurrato: “Bisogna non arrendersi e provare ancora. Non vedi che le nostre amiche Gialle non sono felici senza i bambini?” In ultima, proprio sulla riva alla fine del laghetto, la Rossa Tranquilla sorrideva, dopo che aveva spiegato con calma: “Dai, riproviamo a convincerle. Mostriamo che noi siamo ottimiste e che abbiamo fiducia e speranza”. Le Gialle non aspettavano altro che di essere pregate perché nel loro cuore avevano già deciso. Avevano capito che era giusto ritornare a fare il loro dovere, perché donare i bambini al mondo è una grande gioia. Le Rosse e le Gialle fecero pace, ma avevano deciso di tenere ancora gli stivali di colore diverso per ricordarsi sempre di quello che era successo. Non volevano dimenticare che si può sbagliare ma si può anche rimediare. Dalla contentezza avevano sbattuto le ali che sulla punta avevano le piume grigio chiaro come l’argento. Dopo avevano spiccato il volo verso un paese freddo, vicino al laghetto dove si erano incontrate per ricominciare il loro lavoro.



In Primavera avevano consegnato tantissimi bambini. Ognuna aveva portato col suo becco un bambino e quando lo aveva lasciato in una casa aveva aspettato di vedere la mamma. Le piaceva osservare che la mamma aveva il sorriso e che il papĂ lo accarezzava. Le cicogne Gialle e le cicogne Rosse si erano date una regola che era come una legge per loro mentre erano in volo, facevano sognare i bambini. Nei loro sogni il mondo era stupendo, la natura era meravigliosa, tutti stavano bene perchĂŠ avevano da mangiare, gli uomini si volevano bene. CosĂŹ i bambini tenevano nella mente e nel cuore quello che avevano sognato. In questo modo, prima di arrivare sulla terra, avevano imparato a non fare la guerra e a aiutare gli altri a non soffrire la fame, ma a stare bene e a essere felici. Un poco alla volta le cose stavano cambiando sul pianeta.


CON IL PATROCINIO DI

RAPPRESENTANZA A MILANO DELLA COMMISSIONE EUROPEA REGIONE VENETO UNIONCAMERE VENETO APT AZIENDA DI PROMOZIONE TURISTICA DI VENEZIA COMUNE DI STRA GRAZIE A

REGIONE VENETO PROVINCIA DI PADOVA PROVINCIA DI VENEZIA CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI PADOVA CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI VENEZIA ANCI ASSOCIAZIONE NAZIONALE CALZATURIFICI ITALIANI A.C.Ri.B. ASSOCIAZIONE CALZATURIFICI RIVIERA DEL BRENTA POLITECNICO CALZATURIERO CON IL CONTRIBUTO DEI COMUNI DI

FOSSÒ, STRA, VIGONOVO, VIGONZA. IN COLLABORAZIONE CON I COMUNI DI

CAMPAGNA LUPIA, CAMPOLONGO MAGGIORE, CAMPONOGARA, DOLO, FIESSO D’ARTICO, MIRA, NOVENTA PADOVANA, PIANIGA, PIOVE DI SACCO, SANT’ANGELO DI PIOVE DIREZIONI DIDATTICHE DEI COMUNI ADERENTI

FIABA VINCITRICE DEL CONCORSO

“SCARPE NEL MONDO” PER GLI ALUNNI DELLE SCUOLE ELEMENTARI ISPIRATA ALLA TAVOLA VINCITRICE DEL 12° CONCORSO INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE PER L'INFANZIA

“SCARPETTA D'ORO” RIVIERA DEL BRENTA

SI RINGRAZIA IL POLITECNICO CALZATURIERO PER LA COLLABORAZIONE E L'IMPEGNO © 2008 A.C.Ri.B SERVIZI S.R.L. via Mazzini, 2 - 30039 Stra (Ve) - Tel. 049.9801422 Fax 049.9800503 scarpettadoro@politecnicocalzaturiero.it Finito di stampare nel mese di Settembre 2007 dalle GRAFICHE EDITORIALI LA PRESS srl Quartiere dell’industria, seconda strada n. 3 - 30032 Fiesso d’Artico (Venezia)





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