Gentile direttore, cosa ho portato all’attenzione della Corte dei Conti che non è piaciuto all’ex Ministro Vincenzo Visco? Sostanzialmente che, laddove si sottolinea che l’81,4% del gettito IRPEF deriva da contribuenti il cui reddito prevalente è da lavoro dipendente o da pensione, sarebbe opportuno evidenziare anche che questa tipologia di contribuenti corrisponde all’82,7% del totale.
Anche i dati della media individuale dell’IRPEF netta versata dimostrano che è avventato parlare di “ingiustificata grave sperequazione” tra il livello di contribuzione delle diverse categorie: 5.240 euro per i dipendenti; 3.770 euro per i pensionati; 4.880 per i piccoli imprenditori; 15.110 per gli autonomi. Per tacere dell’IRAP.
Questi numeri, ovviamente, non implicano affatto che non si debba essere determinati nel combattere l’evasione; implicano solo la consapevolezza che si tratta di un fenomeno trasversale, con una distribuzione di intensità che varia senz'altro, ma solo in funzione di modalità tecniche di prelievo e non di diverse tensioni etiche categoriali.
Questa
consapevolezza
è
decisiva
proprio
per
combattere l’evasione con maggiore efficienza.
Perché è chiaro che solo una politica capace di costruire attorno a se' un patto tra gli onesti delle diverse categorie può spezzare quel circuito di evasione e di corruzione devastante per il Paese che il
puro e semplice conflitto categoriale, tanto caro ad alcuni, ha invece aiutato a incancrenirsi.
Aggiungo infine che la vera lotta all’evasione è cosa diversa dalla mera caccia al gettito degli anni passati, fatta con la carota pelosa dei condoni o con il bastone ferrato dell'ideologia strisciante, a seconda del proprio presunto elettorato di riferimento. E sottolineo presunto perchÊ, se gli ex Ministri non se ne sono accorti, dopo 15 anni di queste politiche, sono sempre di meno i cittadini che vanno a votare.