MAMMA ROMA DI PIER PAOLO PASOLINI SCENEGGIATURA DI PIER PAOLO PASOLINI IN COLLABORAZIONE CON SERGIO CITTI
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT Che vi augura una buona lettura!
43 CELLA DI SEGREGAZIONE - Interno. Notte.
Nella cella non c'è niente. Un solo lucernario, in alto, da cui entra la luce della luna. on c'è niente. Il pavimento, le pareti alte, il soffitto. E un letto di cemento con in mezzo un buco. Ettore è legato alletto. Mezzo nudo, come si trovava in infermeria, quando ha incominciato a urlare. È come un piccolo crocifisso, con le braccia tese, coi polsi legati: legati sono anche i piedi, e una cinghia, gli stringe anche il petto. Ettore continua a urlare: dicendo parole incomprensibili, agitandosi come un pazzo, divincolandosi disperatamente. ETTORE Aiuto... Perché m'avete messo qua? Perché? Aiuto... Me fanno male le braccia... Aiuto… Aiuto.. . (con improvvisa furia) Li mortacci vostra!
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
E ricomincia a dimenarsi, furiosamente, come una piccola belva, mentre lontani rintocchi di campane suonano le ore. Rapida dissolvenza. 44 CELLA DI SEGREGAZIONE - Interno. atte.
Tutto come prima, come due, tre, quattro ore prima. Ettore è li che si contorce e si lamenta e grida. ETTORE (lamenti e grida) Un topolino esce da un buco, lungo la parete; corre, si ferma e pare guardare il martirio del ragazzo. Rapida dissolvenza.
45 CELLA DI SEGREGAZIONe - Interno. Alba.
Tutto come quattro, cinque ore prima. Ma la soffocante luce dell'alba invade la cella bianca. E Ettore è ora più calmo. Sta quasi immobile, con le sue braccia aperte sul tavolo di cemento.
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
Non urla, non si divincola più. Agita solo la testa da destra a sinistra, e una debole voce esce dalla sua bocca riarsa.
ETTORE Ciò freddo ... 'A ma', ciò freddo ... 'A mamma!
46 PANORAMA DI ROMA - Esterno. Giorno. Nella luce soffocante dell'alba - palazzoni e prati fumiganti - la immensa distesa di Roma. La città par ricominciare il suo giorno con fatica, o con atroce indifferenza.
47 CASA CECAFUMO -Interno. Alba. Mamma Roma è alla finestra, che ha appena aperta. Segnata come una vecchia statua, guarda e dice a fior di labbra: MAMMMA ROMA Pora creatura mia. Si stacca dalla finestra, va verso l'interno della casa, nella piccola cucina. Prende dal fornello la coccumella, si versa il latte, ci mette il pane, comincia a mangiare. MAMMA ROMA
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
Pora creatura mia. (dopo un profondo silenzio... con gli occhi persi) È venuto ar mondo e è stato sempre solo. Solo s'è ritrovato come un Cristo passeretto ... A guardasse intorno, a aspettà chissà che, su ‘sto mondo, solo ... Inghiotte il boccone di pane e latte, con gli occhi pieni di lacrime.
48 CELLA DI SEGREGAZIONE - Interno. Giorno. Ettore è ancora immobile. A stringere quel suo corpicino stremato, le cinghie sembrano ora atrocemente inutili. È ancora solo la testa che si agita, a destra e a sinistra, la sua voce è quasi un rantolo.
ETTORE Sciojeteme ... Nun je la faccio più ... Sto bono... Mamma! 'A ma', dije te che me sciojessero ... ‘A ma' (parole da inventarsi) E continua fiocamente a chiamare la madre.X
49 STRADE CECAFUMO - Esterno. Giorno.
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
Mamma Roma spinge il carrettino col banco smontato sopra, verso il mercato. Le strade allucinate dal sole si aprono intorno a lei. Altra gente, umile gente come lei, inizia la sua giornata, povere ombre intagliate dalla luce, coi loro carrettini, coi loro attrezzi. Ecco un altro carretto: è quello di Piero, fresco di salute e gioventù che si affianca a Mamma Roma, verso il mercato. PIERO 'A sora Ro' ... ‘Mbèh? MAMMA ROMA Lassame perde, 'a Piè. PIERO Nun ce pensate, 'a sora Ro'! Pure io quando ero ragazzino ce so' stato in galera ... È acqua che passa, è acqua passa ...
Un ragazzino passa veloce sul suo motom: assomiglia a Ettore, potrebbe essere Ettore. . . Mamma Roma lo guarda, disperata, Piero continua affettuoso e grossolano a parlare.
PIERO
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
Mejo così, così quando sorte s'è imparato tutte le cattiverie della vita! Mette giudizio ... Nun ce pensate, ‘a Sora Ro', è acqua che passa, è acqua che passa ... Il ragazzino col motom scompare in fondo al viale nel gran sole.
50 CELLA DI SEGREGAZIONE - Interno. Giorno.
Ettore è immobile, sopra il tavolaccio, stretto dalle inutili cinghie. Non si muove, non parla, non respira. La luce del sole ha invaso l'orribile cella.
51 MERCATOCECAFUMO - Esterno. Giorno.
La terribile confusione del mercato, nel suo momento più pieno. L'orda delle bancherelle e della gente nel barbaglio del sole. . . Ecco là Mamma Roma e Piero e il garzone di Piero, e Bruna, con la madre, e gli altri rivenditori, tutti che urlano nel brusio assordante. Due persone si avvicinano a Mamma Roma, di spalle Mamma Roma li guarda, con la faccia del terrore.
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
Anche Bruna guarda, e Piero e il garzone di Piero: tutti servano quello che accade a sora Roma. Aspettano, guardando. E vedono Mamma Roma farsi sempre più attenta, tesa, angosciata, incredula, finché lancia un urlo terribile. MAMMA ROMA Ettore! Ettore! Mamma Roma si svincola dalle braccia delle due persone che le hanno portato la notizia e, come una pazza, lascia il banco e si mette a correre. Piero, la madre di Bruna, quattro o cinque vecchie rivenditrici o clienti, la inseguono, senza capire ancora bene, immaginando. PIERO E VECCHIE Mamma Ro'! Fermateve! Ma che successo! Ettore è morto! In prigione! Oh Dio! Mamma Ro'! Mamma Ro’! Mamma Roma corre come una pazza lungo il marciapiede, ai margini del mercato che nereggia come un mare in tempesta. Corre nel barbaglio del sole, come una cavalla impazzita. Non sente le voci che la chiamano: corre di ritta davanti a sé, con un gemito che non riesce a proromperle fuori dal petto. Attraversa di corsa il viale, le strade invase dal sole di Cecafumo.
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
E dietro la torma greve, nereggiante delle vecchie, degli uomini che la inseguono chiamandola.
52 SCALE CASA CECAFUMO - Interno. Giorno.
Mamma Roma corre su per le rampe delle scale di casa; sempre con quel gemito che non le esce da dentro il petto. La raggiungono Piero e altri uomini, l'afferrano per le braccia, Mamma Roma si divincola, corre, corre su per le scale, corre in casa.
53 CASA CECAFU 10 - Interno. Giorno.
Come una pazza Mamma Roma entra in casa, corre nella stanza di Ettore, si butta sul suo lettuccio, tira fuori i suoi vestiti, i suoi calzoni, li stringe, col lamento che si fa sempre più forte dentro il petto. C’è intorno a lei la folla nera delle vecchie, degli uomini che cercano confusamente di farle coraggio.
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT
A un tratto Mamma Roma si rialza in piedi, corre, corre verso la finestra, l'apre, si sporge sul davanzale. Fanno appena in tempo ad afferrarla, a tirarla indietro, mentre l’urlo, che le tremava dentro, finalmente le esce, inaspettato ,inutile, straziante. MAMMA ROMA (con un urlo disperato che è insieme un ringhio di belva, un'accusa) I responsabili! I responsabili! I responsabili!
Sotto la sua finestra, la distesa di Roma, palazzoni e prati fumiganti, si apre immensa e indifferente sotto il sole.
(1962)
WWW.SCENEGGIATURADASCHERMO.IT