ANNO 7
L’ASSOCIAZIONE DEI CACCIATORI NATURALISTI
NUMERO 1
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NEWS
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STUDI & RICERCHE
8 10
ATTUALITA’ IL VETERINARIO
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BUONO A SAPERSI
22
STRANO MA VERO
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CINOFILIA
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GADGET
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SOMMARIO
EDITORIALE
L’ARCERA PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI di SCOLOPAX-ONLUS -----------------------
Pubblicazione a diffusione gratuita per i soci di AdS -------------------------------EDIZIONE CURATA DAL
COMITATO ESECUTIVO COMUNICAZIONE E STAMPA ----------------------------PROGETTO GRAFICO LAYOUT ED IMPAGINAZIONE ALTED ----------------------------
CONTACT AMICI DI SCOLOPAX-ONLUS VIA ROMA, 57 I - 83027 MUGNANO DEL CARDINALE (AV) TEL. 333-4252961
Foto in
1a
di copertina:
HEVELIN DI CROCEDOMINI di Diego Rossi in ferma su beccaccia
SAFARI SPORT S.A.S. Via Nazionale, 295 - 80059 - Torre del Greco (NA) - Italy Tel. (+39) 081 739 34 41 Fax (+39) 081 777 38 69 www.safarisport.it e-mail: safari.sport@katamail.com
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WEB: www.scolopax.it e-mail: info@scolopax.it
L
’aria tersa, i colori forti ed i profumi intensi tipici della primavera procurano talvolta degli stati di breve, improvvisa quanto intensa sensazione di beatitudine; tali intime percezioni si possono avvertire come un avvicendevole messaggio tra il corpo e l’animo, entrambi partecipi nel bisogno di rinnovare e
rinvigorire il proprio recondito legame con gli altri elementi della natura. Così come il rinascere di una gemma fiorita ridona vigoria alla natura intorpidita dai grigiori della buia stagione invernale, similmente anche nell’uomo si ricostituiscono nuovi e profondi equilibri emozionali con se stesso
ed i propri simili. Talvolta questo prodigio coesiste con la rinascita delle passioni e con la ricerca di nuovi e corroboranti stimoli. Anche nell’animo nobile del “selvatico beccacciaio” è pronto ad emergere il tratto dell’uomo - “animale sociale”, che, uscito dal bosco, avverte il bisogno di incontrare i propri simili e rendersi partecipe delle emozioni altrui. Mille tra banchetti, fiere e mostre allietano il peregrinare del beccacciaio che finalmente insieme alla prole ed alla consorte non si sottrae alla ludica curiosità ed ai “mille perchè” che non trovano risposte. Anche noi ci stiamo preparando ed attrezzando per questo piacevole “gioco”. Ci piace farlo come sempre da protagonisti, proponendo ciò che sappiamo (molto modestamente) fare bene: disquisir di beccacce! La caccia e la beccaccia sono anche (ma vorrei dire soprattutto) cultura ed educazione; entrambi espressioni di un patrimonio artistico ed intellettuale dove alle erudizioni della razionalità si sposano le saggezze delle esperienze spirituali. Se ci capitasse d’incontrarci da qualche parte in giro per l’Italia (...ma anche in Europa), vi prego, non esitiamo a presentarci! Le occasioni saranno diverse e tutte interessanti ed appetibili. Nella prima parte della primavera abbiamo già programmato la presenza a diverse manifestazioni (IX Mostra Mercato del Museo Civico di Iesolo - EXA di Brescia) e cercheremo di essere presenti a diverse altre che si susseguirano nell’arco della stagione estiva. L’appuntamento per eccellenza è stato programmato per la fine maggio: L’Assemblea Generale. Quest’anno saremo sulle sponde del lago di Candia in provincia di Torino dove vivono tanti amici ed appassionati simpatizzanti e dove saremo felici d’incontrare anche quei tanti altri amabilissimi che ovunque vivono nella parte alta dello Stivale. Ma questo è anche il tempo destinato alle riflessioni. Il momento dei bilanci e delle analisi. L’epoca dei propositi e dei programmi, dei progetti e delle idee. Sicuramente non quello ...delle chiacchiere! Ne abbiamo sentite tante e vissute decisamente troppe. Vorremmo poter essere dispensati dal continuare a vivere tali e grandi torture. Siamo oggi più che mai decisamente orientati all’efficacia ed all’efficienza e riteniamo imprenscindibile richiedere a noi stessi, prima ancora che a tutti coloro che per scelta o per destino hanno incrociato la nostra strada, di rimanere coerentemente e responsabilmente concentrati ad assolvere gli impegni assunti o le promesse fatte. Auspichiamo di conservare il buonsenso e la lucidità per riconoscere sia le volontà destinate al sostegno ed alla collaborazione, che le ostilità deputate a creare danno, ostacolo ed impedimento, affinchè ci si offra l’opportunità di esternare la nostra sincera riconoscenza o per difenderci senza esitazioni, con veemenza e determinazione. Che Dio ce la mandi buona! Ma adesso godiamoci la nostra ARCERA; una rivista fatta con cuore e passione per i veri beccacciai!
EDITORIALE
Caro Amico Beccacciaio,
Cordiale Amicizia Beccacciaia Alessandro Tedeschi 3
D A LL’ E S T E R O
BECCACCIA AMERICANA (Scolopax minor) PRELEVATA IN FRANCIA
L
a natura non smetterà mai di sorprenderci. Appariva almeno improbabile che una Beccaccia americana
e
successivamente
attraverso
la
Groenlandia
ed
nord Europa abbia tentato di ricondursi su percorsi
il in
direzione sud verso areali tipici della stagione invernale. Trattasi al momento della sola ipotesi ragionevolmente possibile.
(Scolopax minor) potesse trasferisi sull’antico continente
Fonte CNB - Fédération des Chasseurs de la Dordogne
europeo, eppure lo scorso 28 ottobre 2006 ciò è successo. Il fortunato quanto sino ad oggi unico abbattimento è accaduto nella regione della Dordogna e precisamente nel comune di Sorges per mano del Signor Rovesade il quale in una battuta di caccia dopo aver involato tre uccelli ed averne abbattuto uno, si è ritrovato tra le mani una beccaccia dai toni colori decisamente “strani”. La beccaccia successivamente sottoposta a diligente controllo di personale dell’ONCFS ha confermato trattasi di una beccaccia americana (Scolopax minor). Rimane da chiedersi come questa beccaccia sia potuta arrivare sulle sponde del continente europeo. Si suppone che qualche beccaccia americana sia potuta ricadere nella scia di correnti provocate da un evento iniziale imperversato nella regione orientale del Canada
N
nella foto beccaccia americana fonte: WEB
ell’ambito di un programma di inanellamento di beccacce condotto nell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo) finalizzato a raccogliere dati sulla biologia ed ecologia di queste popolazioni insulari emergono interessanti aspetti sinora sconosciuti e meritevoli di
successivi approfondimenti. Opportuna premessa è che la beccaccia (Scolopax rusticola) è considerata nell’Arcipelago delle Azzorre specie residente e nidificante. Al centro dell’indagine le due maggiori isole dell’arcipelago - S. Miguel (760 km2) e Pico (433 km2) nella volontà dei promotori della ricerca di interpretare meglio l’apparente diminuzione della popolazione di beccacce residente sull’isola di S. Miguel ed in considerazione del fatto che sull’isola di S.Miguel la caccia è chiusa da oltre due decenni, mentre sull’isola di Pico la caccia non è mai stata fermata. Le interessanti riflessioni scaturiscono dal fatto che una beccaccia inanellata nell’isola di S. Miguel è stata abbattuta in Francia a differenza di tutte le altre catturate nelle vicinanze delle località dove esse erano state inanellate. L’interesse nasce dal fatto che il punto più vicino della costa occidentale dell’Europa dista circa 1600 Km e che ciò rappresenta senz’altro una grande distanza di volo sull’acqua e nella supposizione che l’uccello era nato sul continente europeo, che aveva migrato sull’isola durante il primo inverno ed infine abbattuto sul continente dove era ritornato. Grazie a queste considerazioni si aprono spazi di sicuro interesse relativamente ai pur minimi movimenti migratori che interessano l’arcipelago portoghese in pieno oceano atlantico con il
continente europeo. Fonte ONCFS
S
i chiama “Scolopax Sin Fronteras” il progetto che gli amici spagnoli del Club de Cazadores de Becada hanno concretizzato
e che portano avanti con encomiabile impiego di risorse ed energie. Molti sapranno che diversi anni fà ci facemmo pionieristicamente interpreti
di un progetto similare che si chiamava
“Progetto
Murkerich” che dovemmo “parcheggiare” per mancanza di risorse economiche. E pensare che in Italia si preferisce e continunano a sprecare preziose risorse per progetti di virtuosa fattura ma utili solo a migliorare le effimere operazioni di “facciata”. Peccato! Congratulazioni agli amici spagnoli che anche quest’anno hanno in programma di equipaggiare due becacce con i trasmettitori satellitari e seguirne con un pò di fortuna il lungo viaggio sui territori dell’Europa. Seguiremo naturalmente da vicino il progetto e sarà nostra cura approfondire il tema in una prossima occasione. (A.T.)
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EVENTI
ASSEMBLEA GENERALE 2007 SABATO 26 MAGGIO
PROGRAMMA
DOMENICA 27 MAGGIO
ORE 09.00: ESCURSIONE
ORE 09.00:
PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO
ASSEMBLEA GENERALE
ORE 13.00: POLENTA CONCIA IN QUOTA
ORE 14.00:
ORE 18.00: INCONTRO DELEGAZIONI
PRANZO SOCIALE
COME ARRIVARCI Il Lago di Candia è raggiungibile dall’autostrada Torino-Aosta, uscita San Giorgio, direzione Caluso e Candia. Dal vercellese e dal centro-sud del Piemonte il Lago è raggiungibile tramite l’autostrada Genova-Vercelli-Santhià (uscita Casale) proseguendo sulla SS 11 per Cigliano, si attraversa la Dora Baltea sulla strada che porta a Vische. La zona è raggiungibile anche in treno, con la linea Torino-Chivasso-Aosta arrivo alla stazione di Candia Canavese. PER CONTATTI ED INFORMAZIONI: GIANNI BOFFA - TEL. 347-2335786
DISPONIBILITA’ ALBERGHIERE - ALBERGO STELLA BIANCA - Via Scarmagno, 7 - Scarmagno (TO) - Tel. 0125 - 712768 - BED & BREAKFAST “LA FINESTRA SUL LAGO” Via S.Stefano, 2 - Candia Canavese (TO) - 011- 9834013
RINNOVO CARICHE SOCIALI
MEMO
Nell’ambito della prossima Assemblea Generale prevista per il prossimo 27 Maggio 2007 in quel di Candia Canavese (TO), si svolgeranno anche le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali.
27 MAGGIO 2007
Candidature
ed
Elezioni
In ottemperanza dei principi statutari e dei dettami democratici ed organizzativi s’informano e s’invitano i Signori soci desiderosi d’impegnarsi responsabilmente nelle attività sociali di Amici di Scolopax-onlus a proporre la propria candidatura per il Consiglio di Amministrazione entro il termine fissato del 30 Aprile 2007. Per il CdA il Presidente Alessandro Tedeschi
ASSEMBLEA GENERALE AMICI DI SCOLOPAX-ONLUS ---------------
LAGO DI CANDIA RISTORANTE LIDO
CANDIA CANAVESE (TO) TEL. 011-9834528
NOTA: UTILI E TEMPESTIVE INFORMAZIONI SONO DA RICERCARE NEL SITO INTERNET: WWW.SCOLOPAX.IT
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LE N E W S
L
o scorso febbraio nell’ambito di un vasto tour nel nord della penisola, abbiamo finalmente avuto il piacere di andare a fare visita ad un no-
stro nutrito gruppo di amici della regione Piemonte nel bellissimo territorio
del roero in provincia di Cuneo dove oltre alla buona cucina ed agli ottimi vini, è ben radicata una efficace capacità gestionale. Siamo rimasti davvero entusiasti dell’accoglienza preparata dal presidente del gruppo di beccacciai del Roero e dal caro amico Alfonso Gallese che in brevissimo tempo hanno organizzato una cena sociale alla quale hanno partecipato non meno di 25 persone, tutti appassionati e simpatici amici che avremo sicuramente piacere di incontrare di nuovo nelle prossime occasioni. Molto gradita la presenza della espertissima Barbara Giglio prossima laurenda con tesi nientepopodimenoche .....sulla beccaccia! In bocca al lupo a Barbara e Grazie ancora agli amici del Roero.
C
hiusa la caccia abbiamo desiderato incontrare amici beccacciai un pò dovunque e ci siamo ritrovati così anche in Lombardia dove sulle rive
del Lago d’Iseo soggiornano numerosi appassionati beccacciai che non hanno lesinato espressioni di simpatia ed apprezzamento per le attività progettuali cui ci facciamo interpreti. L’incontro è avvenuto in un accoglientissimo
Agriturismo dove ci siamo finalmente raccontati tanti “fatterelli” e dove nell’occasione abbiamo avuto il piacere di conoscere persone davvero simpatiche e degne di stima. Peccato che le distanze, sempre nell’ordine di qualche centinaio di chilometri dal “campo base” del canavese, ci hanno impedito di trattenerci un pò di più. Abbiamo tuttavia potuto anche apprezzare l’ottima cucina del simpaticissimo Arduino degustando le saporose pietanze con un gradevolissimo vino. Ci siamo congedati dai simpatici amici intervenuti nell’occasione brindando con un appropiatissimo grappino (...tanto guidava Gianni Boffa!! ) auspicando una gradita prossima occasione.
O
gni tanto qualcuno ci chiede, tra lo stupido ed il meravigliato, dove troviamo tutte le energie, la fantasia e la dinamicità per dare fondo e concretezza alle tante e
diversificate attività cui ci facciamo orgogliosamente interpreti. Ebbene non proviamo nemmeno a darci una risposta. Siamo talmente concentrati e certi del nostro percorso che ci stiamo appena immaginando di aver dato solo inizio al grande lavoro che ci siamo proposti. Il nostro riconosciuto impegno trova sfogo anche nell’ambito sociale dove riteniamo si possa e si deve interagire per plasmare il substrato social-culturale destinato a collocare l’esercizio della caccia tra le fruibilità a sfondo naturalistico delle future generazioni.
Abbiamo per questo voluto realizzare una serie di 20 tavole didattiche sulla biologia della beccaccia, proposto in un percorso ideale dove con semplicità ed accortezza si propone in modo completo ed esauriente la vita e gli aspetti peculiari ed eclatanti che ruotano intorno alla Scolopax rusticola. Ideali fruitori del “viaggio conoscitivo” della beccaccia sono senz’altro i tanti appassionati che in qualche modo ed in diversa misura si sono imbattuti in questo “strano uccello dal lungo becco”. Privilegiati beneficiari sono naturalmente gli adolescenti e gli studenti che sensibili ed attenti agli aspetti ed alle problematiche dell’ambiente, potranno, auspicabilmente, proiettarci in un futuro naturalisticamente più preparato ed offrire in definitiva un valido contributo alla crescita ed al miglioramento della cultura venatoria nel nostro paese. Corre l’obbligo di ringraziare il Presidente dell’ATC Avellino - Dott Vincenzo Alaia per aver voluto compartecipare tangibilmente alla realizzazione del progetto.
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INTERNET
www.scolopax.it www.scolopaxrusticola.com
A
bbiamo da sempre
dedicato grande importanza alla
comunicazione e siamo stati esemplari precursori nella
grande Rete Internet dove poi, nel marasma e nella confusione, abbiamo preferito “mettere dei paletti” giusto per non perdere la traccia maestra e per mantenere saldi principi ed obiettivi. In attesa della selezione naturale qualche anno fa decidemmo di occultare la piattaforma dedicata ai FORUM DI SCOLOPAX RUSTICOLA, certi che la nostra scelta e le nostre posizioni potevano dare un segnale preciso non solo sui principi elementari di vita sociale e civile che sempre dovrebbero regolare l’agire dell’uomo nel rapporto con il proprio prossimo, ma rappresentrare anche esemplare modello sul corretto uso di efficaci e moderne forme di comunicazione che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Il tempo ha consentito di metabolizzare il vissuto ed elaborare nuove proposte che hanno trovato concreta applicazione nella recente attivazione della nuova piattaforma comunicazionale dedicata ai FORUM DI SCOLOPAX RUSTICOLA. Le novità di rilievo si riferiscono, oltre all’uso di una tecnologia più efficace e di una interfaccia utente più gradevole e fruibile, soprattutto al regolamento introdotto che non consente l’anonimato. Nella pratica chiunque voglia partecipare attivamente alle discussioni deve fornire ed acconsentire affinchè l’Amministratore possa individuare e riconoscere il mittente. Questa elementare forma di volontà civile impedisce a malintenzionati nascosti dietro un fantasioso nickname di creare disordini, provocare offese o dare adito a smargiassate e/o sproloqui. Sono attive diverse discussioni che possono rappresentare una ulteriore base di confronto e crescita. Consultare ed usare è un tutt’uno! Provare per credere.
CAMPAGNA TESSERAMENTO 2007 L’associazionismo è per definizione un esperienza da vivere insieme
E’ INIZIATO IL TESSERAMENTO PER L’ANNO SOCIALE 2007 L’IMPORTO RIMANE INVARIATO € 35.00 ---------------------------------------------------------
UNA SOLLECITA PREMURA PER UNA LABORIOSA EFFICIENZA
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STUDI & RICERCHE
PROGETTO ALIregALI Stagione 2006/2007
Raccolta delle ali stagione 2006/2007
C
ontinua la raccolta delle ali relative al prelievo cinegetico della stagione venatoria 2006/2007. Molte ali sono già giunte ai nostri centri di raccolta e molte altre sono in corso di preparazione. Siamo tuttavia persuasi che sono ancora numerosissime le beccacce riposte nei congelatori e destinate ai consueti pranzi sociali che di volta in volta si organizzano ovunque sulla penisola. Poche attenzioni consentono di offrire un validissimo contributo allo studio effettuato sinergicamente in ambito internazionale.
Abbiamo fondati motivi per ritenere che ai buoni propositi dovrebbe seguire la proverbiale buona volontà, la quale, unitamente alla crescente ed indispensabile sensibilità ed al senso di responsabilità, rendono possibile di crescere e migliorare. Finalizzare il proprio prelievo offrendo un ala altrimenti destinata al cestino dei rifiuti contribuisce sicuramente anche ad ingentilire la figura del cacciatore “sterile prelevatore”. Collabora con noi e richiedi le buste. e-mail: aliregali@scolopax.it
UN OPPORTUNITA’ PER IL BECCACCIAIO E .....LA BECCACCIA
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PROGETTO W.O.R.M. START UP
U
n recente incontro del Presidente Alessandro Tedeschi, intercorso alla sede della Federcaccia a Roma, con Romualdo Cirò Candiano - Vice Presidente Nazionale FIDC e Presidente UCIM, ha consentito di effettuare nuovi approfondimenti e desumere le determinazioni ed i dettagli per la fase di start-up del Progetto W.O.R.M. Da sempre attenti alle opportunità offerte dal mondo della scienza e della tecnica, abbiamo desiderato applicare da subito sul campo la possibilità di rilevare l’origine geografica dei soggetti di beccaccia sottoponendo i campioni ad indagine nucleare. Gli isotopi stabili d’idrogeno e la recentissima mappatura del continente europeo consentono finalmente agli appassionati ricercatori del nostro tempo di applicare nuovi elementi per lo studio della beccaccia. Tuttavia notevole è ancora il lavoro che ci riserva questo affascinante ed innovativo progetto. Siamo concentratissimi e motivati per applicare le migliori componenti di efficacia ed efficienza e non ci sottraiamo ai notevoli sacrifici richiesti dalle procedure e dai protocolli necessari alla ineccepibile applicazione ed uso dei componenti e dei dati. E’ nostro desiderio ed auspicio offrire, pur nei tempi e nei modi necessari, le notizie ed i consuntivi ai nostri privilegiati soci che seguono con interesse gli sviluppi del progetto. Il grande entusiasmo ed il proverbiale dinamismo progettuale di Amici di Scolopax ci progetta insieme ai pregevoli partners della UCIM Federcaccia e con la collaborazione dell’Eko Club International nella impegnativa fase operativa del Progetto W.O.R.M. che potrà auspicabilmente darci nel prossimo futuro ulteriore ed indispensabili chiavi di lettura del misterioso mondo della Scolopax rusticola, affascinante ed ammaliante regina dei boschi.
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ATTUALITA’
MIGRAZIONE Articolo apparso su Speciale Beccaccia (Edolimpia) N° 1 del 01/02/2007.
I
n un ampio contesto di studi rivolti alla migrazione ed agli equilibri delle biodiversità, riteniamo di indubbio interesse ricercare, individuare ed estrapolare i migliori contributi atti ad offrire una chiave di lettura della migrazione della beccaccia corredata di elementi di moderna elaborazione e proiettata su più ampie ed inviolate visioni. Tale bisogno nasce dal fatto che l’animus venandi del moderno cacciatore/beccacciaio è decisamente orientato alla conoscenza ed all’approfondimento. L’interrogativo che ci si pone e rispetto al quale, dopo averne capito probabili cause ed effetti, gradiremmo poterci dare delle risposte, è legato alle eventuali mutazioni ed ai cambiamenti comportamentali degli uccelli migratori e nello specifico della beccaccia, alla luce di cambiamenti meteoclimatici. Ciò si rende necessario anche al fine di evitare e/o limitare le ridondanti ed interessate strumentalizzazioni, le vaghe, semplicistiche e generiche facilonerie e gli arzigogolati empirismi destinati ad aizzare ingiustificati allarmismi e talvolta persino inverosimili catastrofismi. Da migliaia di anni la migrazione degli uccelli attira magicamente gli uomini. E’ meraviglioso pensare alla capacità della beccaccia di percorrere migliaia di chilometri sulla superficie terrestre, di mantenere un costante e sicuro orientamento, di individuare località ideali, di ritrovare punti precisi e prediletti (“fedeltà territoriale”) e di avere la capacità di ottemperare ad un precisione temporale di rara efficacia e confrontarla poi con la “umana intelligenza” incapace talvolta di ritrovare la propria macchina in un grande parcheggio. � Molti sono stati i contributi alla conoscenza pervenuti nel corso degli secoli grazie ai contributi di appassionati (Amateurforscher) “ricercatori amatoriali” come i tedeschi amano definire coloro i quali trovano irresistibile attrazione nella “scientia amabilis” della migrazione degli uccelli. Molto probabilmente il primo grande ornitologo che la storia ricordi fu l’imperatore Hohenstaufen Federico II. A lui dobbiamo fra l’altro la prima descrizione della migrazione degli uccelli, con un grande numero di osservazioni sorprendentemente precise e di interpretazioni ancor oggi valide. E’ vero altresì che in centinaia di anni di osservazioni è stata realizzata una tale e grande banca dati che negli anni ha subito solo limitati cambiamenti e che ancora oggi rappresenta un valido strumento di consultazione; questo è stato possibile grazie anche all’opera di tali appassionati osservatori volontari; Talvolta essi erano capaci cacciatori. “L’orologio biologico” regola negli uccelli molte fasi vitali, tra i quali sicuramente oltre ai periodi riproduttivi anche quelli legati ai movimenti migratori. Fin dagli anni sessanta furono effettuate specifiche ricerche destinate a dimostrare che i comportamenti migratori erano regolati sia da fattori esogeni (quantità di luce diurna – temperature - ecc.) che endogeni (ghiandole endocrine – metabolismo – ecc.)
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Nella comprensione della complessa fenomenologia della migrazione degli uccelli l’uomo, dopo aver acquisito la trasmissione genetica e quindi il fattore ereditario come spinta alla “esecuzione istintiva”, si spinge oggi ad individuare i motivi e le cause esterne che influenzano la meravigliosa opera degli spostamenti stagionali degli uccelli. Al fine di mantenere chiara la sfera della comprensione si renderà sempre opportuno mantenere ben distinti gli aspetti genotipici da quelli fenotipici. Noi in questa breve occasione ci soffermeremo sostanzialmente su questi ultimi ritenendo altresì interessante non rinunciare a proporre talvolta terminologie e linguaggi non proprio comuni all’universo dei cacciatori, ma che nel momento storico che viviamo faremmo bene a conoscere ed assimilare. Le mutazioni comportamentali degli uccelli migratori definite in ambito scientifico “plasticità fenotipiche”, rappresentano reazioni individuali del comportamento senza cambiamento dei meccanismi genetici dominanti da cui sono regolati. Nel complicato e variegato meccanismo che regola i movimenti migratori degli uccelli, si assiste ad un progressivo aumento ed adattamento dell’avifauna alle variazioni delle condizioni ambientali, tanto da considerare che i cambiamenti climatici correlati con il riscaldamento globale ed il conseguente effetto serra influirebbero ad una ristrutturazione dei modelli comportamentali anche dell’avifauna, sia essa stanziale che migratoria. Alla luce di una stagione venatoria come quella 2006/2007 caratterizzata da controversi aspetti e ben avvertite anomalie, si è aperta una voragine intellettuale dove viceversa sarebbe stato consigliabile mantenere atteggiamenti più sobri ed intellettualmente opportuni piuttosto che attribuire, alla parziale e localizzata penuria di uccelli, molto sbrigativamente una responsabilità di natura riproduttiva e di cattivo stato conservativo. Più cautamente ed in assenza di reali dati e contributi che avvalorassero tale infausta ipotesi, l’Associazione Amici di Scolopax-onlus ha prestato particolare attenzione agli eventi di natura meteo-climatica che hanno interessato l’Europa intera ed ha provato ad approfondire preventivamente le conoscenze del caso. I contributi di molti corrispondenti da tutta Europa ed il concorso di attuali dissertazioni scientifiche ci consentono e ci inducono ad approfondite riflessione sugli aspetti che possono far ritenere gli eventi meteo-climatici avveratisi sul vecchio continente, inequivocabilmente interdipendenti con le dinamiche della migrazione verificatesi. Dicevamo dei fattori di natura esogena che possono influenzare e condizionare il comportamento degli animali in fase di migrazione. Le condizioni nutrizionali rappresentano un elemento molto influente e talvolta significativamente condizionante. Curioso ed interessante notare che lo stesso Federico II nel suo famoso libro De arte venandi cum avibus, attribuisce
&
BIODIVERSITA’ Foto Labuz
il complesso sistema delle migrazioni a fattori esterni, quali la penuria di cibo ed il freddo. Talvolta le protratte sostenibilità nutrizionali offerte in certi areali, (ad es. i territori di nidificazione) tipici di specifici stadi del ciclo vitale della beccaccia, possono indurre, per sopraggiunte influenze meteoclimatiche, effetti di “sedentarietà” tanto da determinare talvolta in alcune classi di uccelli una vera e propria …“pigrizia migratoria”. Una “fotografia” parziale (al momento della redazione del presente siamo ancora in gennaio n.d.A.) dei prelievi della stagione 2006/2007 evidenzia, sia sui campioni del nord quanto per quelli del sud, una consistente presenza di giovani, con una percentuale superiore al 70%. Di per sé la grande presenza di una così alta percentuale di giovani è un elementare indice di “buona riproduzione”. Uno sguardo ai campioni sessati (sia adulti che giovani) lascia evincere una predominanza di uccelli femmine. Questo ultimo aspetto definito come “migrazione differenziata” evidenzia l’evoluzione delle partenze migratorie consentendo di approfondire le normali riflessioni in ambito di studio. Come sempre ci si chiede …ma dove sono gli adulti? Ebbene le sopraggiunte circostanze e le tematiche trattate consentono di evidenziare che sono proprio gli uccelli adulti che maggiormente beneficiano dell’effetto “sedentarietà”. La mitezza del clima, l’occupazione dei migliori siti atti all’alimentazione e la conseguente ottima reperibilità di nutrimento possono essere delle ottime motivazioni per godere della migliore ospitalità e risparmiare energie continuando ad occupare i migliori siti che rappresentano gli stessi areali utilizzabili per la riproduzione. Rimarrebbe interessante valutare il cambiamento del comportamento rispetto alle disponibilità alimentari. Ovvero quanto è dominante il puro istinto migratorio rispetto alla possibilità di reperire sufficiente alimento tale da garantire la sopravvivenza sul territorio occupato?? Rispetto a questo interrogativo l’ipotesi della “Zugschwelle” (soglia di partenza migratoria) formulata da Baker (1978) postula l’esistenza, in ogni organismo, di un limite geneticamente determinato di sopportazione di condizioni ambientali avverse, il superamento del quale determinerebbe un
irresistibile impulso alla partenza. John Rappole, illustre ricercatore americano, ha inserito tale ipotesi nel compendio che raccoglie tutte le teorie conosciute circa l’origine delle migrazioni degli uccelli e che lo stesso Rappole (1995) ha suddiviso in otto categorie di cause. Evidentemente la beccaccia per le sue peculiari attività vitali e per la determinante interazione con gli eventi meteoclimatici può configurarsi come il “migratore meteorico” per eccellenza. Tuttavia pare che la beccaccia vada ad assumere nel corso degli anni caratteristiche tipiche ed essenziali dei “migratori parziali”. Infatti se a questa categoria appartengono uccelli presenti sul territorio tutto l’anno, anche se con un numerico che oscilla fortemente secondo le stagioni, è anche vero che diverse popolazioni di beccacce stazionano sempre più spesso su areali ed a latitudini pressoché identiche a quelle dove sono nate. Interessante notare infatti che i migratori parziali presentano tutte le caratteristiche fenotipiche osservabili sia negli uccelli a maggiore istinto migratorio che in quelli prevalentemente più sedentari. Non solo ma così come il Prof. Peter Berthold (già direttore dell’osservatorio ornitologico del Max Planck Institut di Radolfzell – Germania) ha postulato nella nuova teoria della migrazione degli uccelli - << quando subentrano determinati cambiamenti ambientali si rendono possibili, attraverso selezioni e micro evoluzioni, l’assunzione di comportamenti migratori o sedentari a secondo delle esigenze >> Questo può voler dire che emerge in tali occasioni la capacità degli uccelli di utilizzare o meno tutti i meccanismi di navigazione e di orientamento nonché gli adattamenti metabolici caratteristici del patrimonio genetico dei migratori, oppure di adottare ed utilizzare tutti i necessari atteggiamenti atti alla sopravvivenza tipici degli affini dalle caratteristiche prevalentemente sedentarie. Si badi bene che questo modesto contributo è un tentativo finalizzato ad interpretare e comprendere la indotta “pigrizia migratoria”, non nuova ma particolarmente avvertita la scorsa stagione, con una chiave di lettura serena e consapevole.
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ATTUALITA’
MIGRAZIONE & BIODIVERSITA’ Il diminuito istinto migratorio talvolta evidenziato può essere considerato come una microevoluzione a tutela della specie piuttosto che …un cataclisma naturalistico come certe fonti sempre più spesso tentano di far passare ad ogni minima variazione delle presenze in transito sul nostro territorio?? Una ulteriore ed interessante asserzione della nuova teoria delle migrazioni (Berthold 2005) evidenzia che: << a rapidi cambiamenti delle condizioni ambientali corrisponde un altrettanto rapido cambiamento del comportamento migratorio >>. L’interdipendenza a questo fattore è nella beccaccia particolarmente pronunciato tanto che in presenza dell’attuale riscaldamento globale del clima ed in funzione delle caratteristiche peculiari legate proprio all’alimentazione ed al particolare metabolismo, si possono verosimilmente indurre, probabili cambiamenti e deviazioni di rotta, nonché frequenti erratismi che in fase di svernamento diventano essenziali sulle piccole e medie distanze (fino a diverse centinaia di chilometri). La capacità di adattamento della beccaccia ha prodotto, nel corso dei decenni, probabilmente anche a causa degli eventi meteo-climatici, anche un abbassamento dell’areale di riproduzione e si conosce parimenti un sensibile aumento delle presenze di cospicue popolazioni che svernano a latitudini molto a nord (Danimarca) rispetto ai consueti areali di svernamento tipici dei periodi stagionali tipicamente invernali. Le previsioni si spingono sino a sostenere che in caso di allargamento e perdurare del riscaldamento si potrà ipotizzare uno scenario dove nella dinamica delle migrazioni i cosiddetti migratori parziali assumeranno connotazioni sempre più tipiche degli uccelli sedentari (Berthold 2005). Evidentemente tali scenari sono fortunatamente lontani ed è prematuro ipotizzare qualsiasi influenza di carattere genotipico.
Ci preme piuttosto evidenziare che relativamente alla stagione venatoria 2006/2007 gli indicatori biometrici, biologici e fisiologici sono buoni e confermano il buon stato di salute della specie, così come confortato da una indagine conoscitiva stimolata ed elaborata in ambito F.A.N.B.P.O. dal Presidente Jean Paul Boidot. Prendiamo altresì nota che gli indici di riferimento: Indice Cinegetico di Abbondanza (I.C.A.) si è tradotto come “frequentazione molto accettabile”; e l’Indice di Abbondanza Notturna ( I.A.N.) realizzato dall’O.N.C.F.S. esprime che: << l’abbondanza degli effettivi svernanti sembra prossimo a quella della stagione 2005/2006 >>. Si rimarcano in ogni caso le caratteristiche di una stagione migratoria distinta da una ripartizione eterogenea degli uccelli che ha favorito a livello globale i territori posti più a nord e molte zone ad altitudini maggiori rispetto alle apprezzate medie stagionali. A livello europeo si è avvertita altresì una sintomatica carenza di uccelli sugli areali più occidentali della Francia (Bretagna) e quelli meridionali della Spagna e Tunisia ed è stata percepita una buona frequentazione in Svizzera, così come apprezzabile è stata la presenza di beccacce in Irlanda e Galles. Gli uccelli si sono distribuiti in discreta presenza ed a macchia di leopardo sui versanti della Grecia e della Turchia, così come è sostanzialmente stato avvertito su molte località balcaniche. In un quadro d’insieme si può riconoscere che il capitale beccaccia pur non sottraendosi alle fisiologiche fluttuazioni e pur lasciando avvertire le periodiche variazioni di abbondanza e penuria, conserva tutte le caratteristiche di una specie ancora in grado di sostenere il pur evidente e ridondante prelievo venatorio e di avere ottime capacità di “gestire” gli eventi eccezionali e particolari come quello meteo-climatico caratteristico della trascorsa stagione.
La voce di ...Pssvitt & Woark
12
Alessandro Tedeschi
Cacciatori Europei: maggiore consapevolezza su Rete Natura 2000
M
olte sono le opportunità che possono derivare al mondo venatorio da Natura 2000, la rete ecologica di siti selezionati nella comunità
europea sulla base delle direttive “Uccelli” (N° 79/409) e “Habitat” (N° 92/43), con lo scopo di salvaguardarne la biodiversità. Finora sono stati individuati più di 25.000 siti che coprono oltre 60 milioni di ettari. Pertanto, la FACE – la Federazione delle Associazioni Venatorie e per la conservazione della Fauna Selvatica dell’UE – ha promosso l’iniziativa ”crescita della consapevolezza di Rete Natura 2000 nei cacciatori Europei”, un progetto finalizzato a far conoscere meglio tale realtà e a creare una rete di corrispondenti, provenienti da ognuno degli Stati membri, che abbiano la medesima formazione e conoscenza su Natura 2000. A tal fine sono stati organizzati dei seminari, in diversi paesi EU, per condividere e valutare le esperienze dei colleghi europei in materia dove la caccia non impone alcun divieto e la Direttiva “Habitat” è un testo legislativo flessibile che consente deroghe al rigoroso regime di protezione generale (fonte NAUTUR 2000, n. 21 – febbraio 2007). Argomenti principali emersi dai seminari sono l’interazione tra caccia e territorio, la cultura locale e le tradizioni, l’interfaccia con Associazioni ed Istituzioni, la maggiore attenzione alle problematiche di biodiversità e ambiente e l’implementazione del principio della caccia sostenibile. Questi argomenti e strumenti possono essere trasferiti anche sul nostro territorio per promuovere attivamente il coinvolgimento dei cacciatori nelle attività legate alla rete Natura 2000, creando un’attiva collaborazione tra le Istituzioni e le associazioni (agricole, venatorie e ambientaliste), favorendo così la conservazione della natura e degli habitat e salvaguardando le specie selvatiche e la loro biodiversità. Corrispondente per FACE Italia - Ferdinando Ranzanici. ( e-mail: franzanici1@mmm.com)
F.A.N.B.P.O.
FACE – ITALIA
L
2007
a
F.A.N.B.P.O.
dei la
(Federazione
Beccacciai propria
del
delle
Paleartico
Assemblea
Generale
Associazioni Occidentale) a
Budapest
Nazionali terrà
nel
(Ungheria).
L’annuale appuntamento è previsto nei giorni 15 - 16 - 17 Giugno p.v. Auspichiamo sin d’ora che le volontà dei beccacciai europei siano rivolte ad una concreta gestione della beccaccia sulla base di reali esigenze e problematiche al fine di individuare le indispensabili sinergie necessarie a perseguire i condivisibili obiettivi.
13
ATTUALITA’
NATURA 2000:
F
14
in dall’inizio I Siti di Natura 2000 sono stati presi sotto gamba un
Lo scopo delle Direttive Habitat ed Uccelli doveva infatti essere quello
poco da tutti, e per tutti intendo anche gli ambientalisti (a parte
di assicurare una tutela di varietà ambientali e di habitat di specie di
quelli che hanno lavorato alla loro individuazione ed elencazione!). Io
fauna e flora che l’Unione Europea aveva particolarmente protette. E
stesso sono tra quelli che non gli hanno mai dato troppo peso, ritenendoli
proprio l’attenta lettura di queste Direttive non lascia adito ad altra
delle scelte demagogiche, quali continuo a ritenere essi siano: stiamo
forma di interpretazione (anche se alla prova dei fatti gli impegni di
parlando di circa 3.000 siti per un totale di 5 milioni di ettari! Ma
vincolo si sono per lo più rilevati soltanto parole e belle intenzioni):
non di 5 milioni di ettari di territori selvaggi, inabitati, o comunque
lo scopo delle Direttive era ed è quello di spingere i governi ad
di ambienti naturali, bensì in gran parte composti di zone agricole,
attuarle mirando ad una salvaguardia di ambienti rappresentativi
abitate e, soprattutto, spesso anche di proprietà privata! Che l’Unione
della biodiversità europea e degli habitat di vita delle specie animali
Europea abbia voluto dare delle direttive per la preservazione della
e vegetali particolarmente tutelate dalle suddette Direttive, e non
biodiversità del continente è certamente una buona cosa; ma che da ciò
già propriamente istituire nuove aree protette. Non per nulla tutte le
sia scaturito un obbligo agli Stati aderenti di sottoporre a rigidi vincoli
nazioni europee hanno per lo più scelto come siti di Natura 2000 aree
tutti i siti individuati, ecco, questo mi sembra una esagerazione! Gli
già protette come Parchi o Riserve Naturali, le quali già assolvevano le
Stati dovrebbero essere lasciati liberi di decidere quali aree vincolare,
suddette Direttive (come, d’altronde, è anche per il nostro Paese).
e come vincolarle, non già doverlo fare; oggi addirittura sotto la spada
Ma è forse il caso qui di fare un po’ di storia.
di Damocle del comma 1126 della Finanziaria, pena l’apertura di
Il Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997 n. 357
procedure di infrazione qualora lo Stato si rendesse inadempiente!
«Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa
Il problema è che quando si stilarono gli elenchi di questi SIC, forse
alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della
nessun politico si è ben reso conto di che cosa si trattasse ed a cosa si
flora e della fauna selvatiche», all’Art. 1 («Campo di applicazione»),
andava incontro: alcuni funzionari regionali hanno stilato degli elenchi,
così recita: Comma 1. «Il presente regolamento disciplina le procedure
certamente sotto “dettatura” di naturalisti; i politici regionali li hanno
per l’adozione delle misure previste dalla direttiva 92/43/CEE “Habitat”
approvati a trasmessi al governo centrale, il quale ha fatto il passacarte,
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della
approvandoli a sua volta e trasmettendoli al governo dell’Unione
flora e della fauna selvatiche, ai fini della salvaguardia della biodiversità
Europea. Forse è sembrato loro uno sfoggio di cultura, il dimostrare
mediante la conservazione degli habitat naturali elencati nell’allegato
un interesse ecologista, senza che ciò comportasse, allora, alcuna seria
A e delle specie della flora e della fauna indicate agli allegati B, D
misura che toccasse o ledesse diritti dei cittadini. Ma oggi siamo al
ed E al presente regolamento». Comma 2. «Le procedure disciplinate
dunque, e tornare indietro non è facile se non addirittura impossibile.
dal presente regolamento sono intese ad assicurare il mantenimento
Oggi si deve sbrogliare questo imbroglio, e trovare una soluzione.
o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli
Che non può certo essere quella proposta dai Ministri dell’Ambiente
habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse
e delle Risorse Agricole, che se da una parte penalizzava i cacciatori,
comunitario». Comma 3. «Le procedure disciplinate dal presente
dall’altra non dà affatto quelle garanzie di salvaguardia di habitat (o
regolamento tengono conto delle esigenze economiche, sociali e
dell’ambiente che dir si voglia) che invece richiedono le Direttive
culturali, nonché delle particolarità regionali e locali».
Europee e che anche noi desidereremmo.
E’ pertanto molto chiaro che nessun divieto di caccia assoluto è
I siti di Natura 2000 furono segnalati per il loro valore ambientale,
richiesto, bensì solo quello alle specie di cui agli elenchi citati, specie
dove la componente faunistica era solo, appunto, una componente.
già tutte tutelate dalla legge 157 sulla caccia! Così come è chiaro il
L’Unione Europea propose la Rete Natura 2000 per dare una tutela
desiderio di raggiungere lo scopo delle Direttive mantenendo buoni
ad ambienti di valore europeo, habitat di fauna e flora a rischio ed
rapporti con le comunità locali. Ragion per cui, la vera richiesta ed
a specie a rischio. Siti e specie che sono ogni giorno minacciati da
applicazione della direttiva deve, di fatto, intendersi solamente ai fini
varie opere di urbanizzazione, dalle strade, alle centrali eoliche, alla
della conservazione di ambienti, di habitat e di specie rare.
valorizzazione turistica; ebbene, di fronte a queste continue minacce,
Così come il Decreto Ministeriale 3 aprile 2000 relativo all’ «Elenco
il movimento ambientalista italiano che fa? Si batte per chiuderli alla
delle zone di protezione speciale designate ai sensi della direttiva
caccia! L’unica attività dell’uomo che non incide minimamente sul loro
79/409/CEE e dei siti di importanza comunitaria proposti ai sensi della
stato ambientale né sulle specie particolarmente protette!
direttiva 92/43/CEE», così si esprime in merito alla finalità delle zone
OPPORTUNITA’ E TRUFFE Intervento di FRANCO ZUNINO al Workshop di Pavia del 24 febbraio 2007
inventariate: «Considerata la necessità di garantire il mantenimento di uno
direttamente sullo stato degli habitat), ma non per la caccia: che non incide
stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat di specie per
per nulla su questo stato!
la cui tutela sono state designate le Zone di protezione speciale ai sensi della
Assurda è poi l’interpretazione data da chi vorrebbe che nelle aree delle
citata direttiva 79/409/CEE del Consiglio». Cioè, ancora una volta non si
Rete Natura 2000 siano applicati gli stessi divieti della legge 394 sulle aree
parla di una totale chiusura della caccia, bensì di vincoli per la conservazione
protette d’Italia; un interpretazione di comodo del mondo ambientalista
di ambienti, di habitat e di specie ben precise e, comunque, sempre facendo
anticaccia che, tra l’altro, verrebbe a negare l’autonomia delle collettività
riferimento a quelle protette ed elencate negli allegati; quindi non a TUTTE
locali ed addirittura la libera scelta dei cittadini e, quindi, gli stessi diritti
le specie della fauna! Ragion per cui non esiste alcun rischio di apertura di
costituzionali. Ciò in quanto al momento della designazione della rete dei
procedure di infrazione all’Italia da parte della UE, qualora i vincoli sulle ZPS
siti di Natura 2000 non fu richiesta alcuna assenso ai Comuni ed ai cittadini
e ZSC non prevedessero una totale chiusura della caccia; come invece vanno
coinvolti in merito all’esistenza delle ZPS e ZSC, ma gli fu semplicemente
dicendo gli anticaccia.
notificata la loro demarcazione. Mentre oggi essi si vedrebbero assoggettati
Nonostante questo, si è visto come nel decreto legge 4.8.2006 dei Ministri
ad una legge di cui non erano a conoscenza al momento di tale notifica. Al
dell’Agricoltura e dell’Ambiente (poi non ratificato dal Parlamento)
contrario, la 394 e sue modifiche successive prevede espressamente che i
all’articolo 3 («Misure di conservazione inderogabili») vi fossero ben 2 commi
Comuni i cui territori siano sottoposti a vincolo debbano dare il loro specifico
su 3 dedicati all’aspetto venatorio, e del primo comma ben 8 sotto-commi su
assenso al vincolo che gli è proposto dallo Stato o dalle Regioni.
9 sono relativi non già alla tutela di ambienti specifici e dell’habitat di fauna
Ricordiamoci che qualche anno fa la Corte Costituzionale (Sentenza n. 282
e flora rare, bensì alla proibizione della caccia, inserendo tutta una serie di
del 14.7.2000) abrogò le leggi istitutive di tutti i Parchi Regionali della
paletti che la rendessero difficoltosa o impossibile da praticare. Ma, lo ripeto,
Campania grazie al un ricorso di un Comune il quale contestava il fatto di
non è questo che richiedevano le Direttive succitate!
essere stato inserito in un Parco senza il preventivo consenso del proprio
Addirittura si è spesso visto come vi siano ZPS e ZSC (ex SIC) che pur
Consiglio Comunale!
ricadendo nell’ambito di aree già protette (Parchi Nazionale e Regionali o
Ma da cosa nasce questa interpretazione data alle aree di Natura 2000? Nasce
Riserve Naturali) tali norme di salvaguardia ambientale non siano assolti,
dal fatto che il “Comitato per le aree naturali protette” con propria delibera
mentre vigono severi divieti di caccia! Anziché richiedere che almeno in
del 2 dicembre 1996 pubblicata sulla gazzetta ufficiale n. 139 del 17 giugno
queste aree che erano già protette i vincoli richiesti dalla UE fossero e siano
1997, inglobava d’autorità tutti i SIC e ZPS nei dettami della legge nazionale
applicati, che si è fatto? E’ stato richiesto che anche nelle ZPS e ZSC esterne
394. Un assurdità, avendo questo Comitato, così facendo, scavalcato i poteri
alle aree protette sia imposto un divieto di caccia!
legislativi dello Stato! Eppure fu il TAR del Lazio ad annullare un decreto
Ebbene, questa non è tutela della biodiversità ambientale e dell’habitat di
dell’allora Ministro dell’Ambiente, che annullava, appunto, la suddetta
fauna e flora rare, né evidenzia alcun interesse a che essa sia espletata, ma
deliberazione! Annullamento poi confermato dal Consiglio di Stato e
solamente un animalistico intento di bloccare la caccia sempre ed ovunque,
finanche dalla Corte di Cassazione, senza che nessuno di questi organismi di
utilizzando ogni mezzo ed ogni scorciatoia legislativa attraverso subdole o
controllo legislativo si rendesse conto dell’abbaglio iniziale; ovverosia, ed è
personali interpretazioni di regolamenti poco chiari o non sufficientemente
il caso di ribadirlo e sottolinearlo, che la legislazione cui si faceva riferimento
chiari, obbligando chi non le condivide a opporvisi con l’unico mezzo che la
non è mai esistita, in quanto una deliberazione del “Comitato per le aree
legislazione consente: ricorsi al TAR o Consiglio di Stato da parte di quelle
naturali protette” non ha il potere di legiferare, ma ha una funzione specifica
categorie di cittadini che si sentono lesi nei loro diritti - in questo caso i
di sola classificazione delle aree protette che la legge 394 ha riconosciuto
cacciatori. Sperando poi in giudici che non siano di parte!
espressamente come tali (e quelle eventualmente successivamente istituite
Purtroppo per i cacciatori, l’Unione Europea, pur avendo ben chiarito nei testi
con leggi o decreti); né il Decreto Ministeriale che pur la fece propria poteva
delle suddette Convezioni, che il fine della Rete Natura 2000 è la tutela della
comunque imporre nuove aree protette senza l’assenso formale degli enti
biodiversità, dell’habitat e delle specie a rischio, avrebbe precisato che i vari
locali interessati.
governi restano poi liberi di interpretare come più piaccia loro il modo per
In pratica, può e deve sostenersi che l’inserimento delle ZPS e ZSC (già
assicurare questa tutela: siamo quindi all’assurdo che in Italia si è deciso che
SIC) sotto il regime della legge 394, scaturendo dalla succitata delibera
per assolvere al dovere imposto dall’Unione Europea, siano applicate cose
del “Comitato per le aree naturali protette” (e dal decreto ministeriale di
diverse da quelle richieste, addirittura restando di manica larga per quelle
recepimento), non ha alcun crisma di legalità e costituzionalità; per cui tutte
realmente richieste (sia pur con qualche difficoltà, i tagli boschivi, le centrale
le interpretazioni successive del TAR, del Consiglio di Stato e della Corte
eoliche e le strade possono realizzarsi, benché siano tutte cose che impattano
15
ATTUALITA’
NATURA 2000: OPPORTUNITA’ E TRUFFE di Cassazione sono inficiate da queste semplice ma fondamentale fatto, in
l’illusione che ciò sia stato assicurato, mentre tutto prosegue come prima:
quanto il “Comitato per le aree naturali protette” con detta deliberazione,
tagli boschivi, strade, torri eoliche, cave e chi più ne ha più ne metta. E
poteva sì “riclassificare” le aree protette previste dalla legge 394, ma non
ritiene invece che in molti casi il rispetto delle direttive europee in materia
poteva aggiungervi ulteriori forme di aree protette, in quanto non ne ha
si potrebbero benissimo ottenere con la più semplice, democratica e corretta
il potere legislativo, essendo compito di questo Comitato solo quello di
designazione da parte dei Comuni interessati di, a seconda dei casi, Aree
classificare le aree protette come è previsto dagli Artt. 2 e 3 della stessa legge,
Wilderness, Zone di Tutela Ambientale ed Aree di Gestione Ambientale, tutte
che qui di seguito, per chiarezza, si riportano.
forme di salvaguardia non soggette alla 394, ed autonomamente applicate e
L’Art. 2 relativo alla «Classificazione delle aree naturali protette» distingue
gestite direttamente dai Comuni, e che, nonostante ciò, vengono comunque
espressamente tra classificazione ed istituzione, e al Comitato nazionale aree
ad assolvere in pieno a quanto richiesto dalle Direttive europee.
protette conferisce, e giustamente, solo il potere classificatorio non quello di
E ciò proprio nel rispetto del Comma 3 dell’Art. 1 del già citato Decreto del
istituire nuove aree protette; il comma 5 recita infatt: («… il Comitato può
Presidente della Repubblica 8.9.1997 n. 357 sui SIC, che in merito recita
operare ulteriori classificazioni …»); ed i comma 7 ed 8 fanno una precisa
appunto: «Le procedure disciplinate dal presente regolamento tengono conto
distinzione: («… la classificazione e l’istituzione …»), quindi due cose
delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità
diverse.
regionali e locali».
Non per nulla all’Art. 3 relativo al «Comitato per le aree naturali protette e
Certo, ci saranno dei casi in cui la costituzione di Riserve Naturali vere e
Consulta per le aree naturali protette» prevede per il Comitato solo il potere
proprie sarà inevitabile e forse anche consigliabile, ma non nella maggioranza
di classificare le aree naturali protette, non la loro istituzione: Comma 4/a
dei casi.
(«… il Comitato integra la classificazione …»).
Per concludere, ci vuole una forza politica per ottenere ciò. Io mi auguro
Ecco, quindi che i SIC si stanno trasformando in una grande trappola
che il mondo della caccia sappia trovarla. Mi auguro che il mondo della
per sottrarre altro territorio ai cacciatori!
caccia sappia farsi ambientalista anche e più di tanti animalisti che si credono
L’Associazione Italiana per la Wilderness non condivide un tale modo di
ambientalisti ma che hanno solo come unico interesse la difesa ad oltranza e
procedere che lede i diritti democratici e costituzionali di una categoria di
spesso irragionevole degli animali.
cittadini, quali sono i cacciatori, senza, lo ribadisco, ottenere quelle garanzie
Franco Zunino
di salvaguardia ambientale che è la vera necessità ed il vero obiettivo dei
Segretario Generale WILDERNESS
SIC. Ecco, quindi, che in quest’ottica, quella che gli organizzatori di questo convegno hanno chiamato «gestione condivisa» mi pare la strada giusta. Non dei vincoli assoluti ed imposti, quando di essi non c’è alcun bisogno, ma una gestione dell’ambiente che assicuri il raggiungimento degli obiettivi che le Direttive si prefiggono senza penalizzare i cittadini che nei SIC vivono e che i SIC frequentano per attività di prelievo delle risorse naturali rinnovabili. Ma per ottenere questo ci vuole una grande forza politica e la volontà di trovare una soluzione ragionevole. Sempre che ci siano uomini politici disposti a fare propri, assolvendo ai compiti richiesti dall’Unione senza vessare i cittadini! In ogni modo, deve essere chiaro che i SIC non devono essere assoggettati ai vincoli della 394, perché altrimenti la loro gestione sfugge di mano ai proprietari dei fondi ed ai Comuni coinvolti, sfugge nel momento che saranno imposti dei
il merito di aver assunto posizioni chiare e nette a difesa di
un’attività antropica qual’è la caccia, tanto compatibile nell’esercizio
e nell’osservanza delle vigenti norme, quanto discriminata e talvolta ingiustamente criminalizzata da certi mondi ambientalisti, anticaccia per
vincoli che non saranno mediabili, bensì solo applicabili. E dai quali non ci
antonomasia.
si potrà poi svincolare! E qui è il caso di fare un inciso sull’antidemocraticità
Amiamo riconoscerci, oltre le demagogie e le opportunità tipiche di
delle leggi che nel nostro Paese istituiscono i Parchi, le quali prevedono che i Comuni debbano dare il loro assenso ad entrarvi, ma non prevedono affatto la possibilità di uscirne! L’Associazione Italiana per la Wilderness denuncia questo modo di procedere,
16
R
iteniamo di dover rendere a Franco Zunino ed alla Wilderness
ambienti che non ci appartengono, di essere stati (Amici di Scolopaxonlus) i primi ad aver riconosciuto nella Wilderness un valido ed indispensabile partners nella difesa della natura selvaggia, che benchè protetta rimanesse fruibile per le attività dell’uomo. Andiamo certi che il mondo della caccia e dell’ambientalismo se uniti possono offrire
che rischia di soddisfare gli anticaccia senza assicurare in alcun modo la
validissimi contributi per il riconoscimento di una globale ed armonica
salvaguardia dell’ambiente e degli habitat delle ZPS e ZSC, ed addirittura crea
visione naturalistica. (A.T.)
EMOZIONI
...tracce dell’animo beccacciaio
...nell’emozione di un attimo e mai per caso di Davide Lavizzari
Mi rende fiero e felice l’aver preso coscienza e conoscenza dalla Fortuna e dal Sacro Fuoco dell’umil arte d’incontrar beccacce. Penso a coloro che non son desti in tal senso, consci non sono della fetta di creato che riescono a non gustare. Peccato! O egoista fortuna nostra? L’incontro casuale può render forti; lo stocco fatale in cielo tramutar girovaghi in cacciatori. Ma è il pensiero cosciente del luogo e del tempo, di quell’estemporanea rimessa, fin li ideale, confermata dall’involo e tramutatasi in reale, glorificata nel piu’ affascinante sacrificio naturale, a chiudere il cerchio sull’altare della nostra passione. Allora e soltanto allora si è rispettata la regina. Allora e soltanto allora non la si è solo incontrata: nell’emozione di un attimo la si è anche conosciuta.
Dedico questo piccolo pensiero oltre che alla mia compagna di vita Daniela e mio padre Giuliano, (per sempre soci di caccia), al Sig.Gianluigi Re, amico beccacciaio, di elevata sensibilità venatoria. A lui va il ringraziamento per avermi insegnato l’enorme differenza esistente tra il “cacciare cercando beccacce” ed il “cacciare le beccacce”.
17
ATTUALITA’
CACCIA ALL’ESTERO O
rmai è di moda andare a caccia all’estero.
raffinatezza della pratica esercitata, in pace con la propria coscienza non si
Gli isterismi degli anticaccia hanno, alla fine, ottenuto almeno
soffermano sulla misura dei prelievi effettuati, confondendo così i limiti,
un risultato: quello di ridurre al minimo i territori sui quali poter
entro i quali si può parlare di carniere e, oltre i quali, si finisce nella
cacciare, provocando intollerabile ed inevitabile affollamento.
mattanza.
Oggi, andare a caccia sul nostro
territorio è impresa mortificate
Il cacciatore all’estero dovrebbe chiedersi:
per i cacciatori, ad esclusione di coloro che, noncuranti di divieti e
• se io sono un buon cacciatore,
prescrizioni, frequentano – tranquillamente e sistematicamente – i
• e un buon tiratore,
parchi.
• e ho un buon cane,
Ma chi ha con se stesso ancora obbligo di serietà, per fortuna la
• e vado a caccia in zone ricche di selvaggina,
gran parte, ha dovuto scegliere tra la grande limitazione e la fuga. In
• se ho tutto il territorio per me,
parecchi hanno rinunciato ad andare a caccia, ma tanti hanno preferito
• se sono capitato in un momento particolarmente favorevole di presenze
la seconda alternativa, quella della fuga.
(passo,spostamento ecc.),
E perciò oggi si legge sempre più frequentemente di spedizioni in terra
• se in più sono all’estero in una azienda per la quale un qualcuno ha
straniera.
acquistato la quota che io oggi sto utilizzando ( vuol dire che non essendoci
Nelle altre nazioni la pressione venatoria locale è praticamente
caccia libera le presenze non sono state prede di molti altri se non di pochi
inesistente e questa circostanza già da sola basterebbe per preferirle;
altri come me)
a ciò si aggiunge che i territori, particolarmente vocati, sono anche
Se sono tutto questo come mi comporto?
interessati da più abbondanti correnti migratorie ( soprattutto quella
La risposta, veramente un ritornello, che ancora tempo fa mi sorprendeva,
balcanica - paesi dell’est – oltre a quella non meno ricca di alcuni paesi “cacciabili “ in occidente - Finlandia, Irlanda, Scozia ecc. per
è quella che ho ascoltato più frequentemente: • “ a me interessa il lavoro del cane, verrei a caccia anche senza fucile”
intenderci).
coniugata a :
Tutte le difficoltà di viaggio, sistemazione, di autorizzazioni ecc, ,
• “ la beccaccia per me è utile per addestrare il cane “ o anche
sia in partenza dall’italia che sul posto, sono superate dalla valida
• “ il carniere è l’ultima cosa “ e cosi via
organizzazione di varie agenzie di viaggio che ormai vantano
E’ una menzogna!! È solo un blando tentativo di coprire i propri peccati
esperienze più che decennale.
E menzogneri sono i pensieri del cacciatore che :
I costi, nonostante la sempre maggior affluenza a programmi del
in Italia, si esprime così:
genere, permangono però costantemente crescenti, fino a raggiungere
• si trovano poche beccacce perché la gran parte delle beccacce viene presa
cifre di tutto rispetto (questo perché la gestione, parrebbe strano, ma è
alla posta
in mano a pochi !!!!)
• c’è differenza tra cacciatore e sparatore.
“ Ma la discussione sulla spesa è solo in parte di natura etica e non la
• godo del lavoro del cane e non assegno alcun piacere al carniere, se non
affrontiamo”
marginale e legato alla soddisfazione del suo ausiliare.
Gli incontri quasi assicurati, ad eccezione di annate come quella
- all’estero, si esprime così:
appena trascorsa, durante la quale , se escludiamo le prime buttate
• limito il mio carniere oggi ? e tutte le beccacce che non ho trovato in italia
di fine ottobre/inizio novembre, le beccacce sono state poche anche in
per tanto tempo ( e che mi spettavano): bando a tutte le regole oggi me li
quelle terre (ovviamente con la stessa spesa).
recupero!!!
La caccia praticata è sostanzialmente quella con il cane, e solo qualche
Al ritorno in italia dalla caccia all’estero, si esprime così:
novizio ancora pratica la posta.
• “24 beccacce in due ore”
Dunque tutto ok? Solo in parte. Ce la diciamo tutta?
• “ 15 beccacce in una mattinata “ ;
Se è vero che si va all’estero per tutti i motivi che abbiamo detto, è
• “ Sono ritornato con un primato : ho sbagliato solo sei beccacce su 70 in
anche vero che la caccia all’estero è preferita per
cinque giorni”.
• fare i carnieri non più possibili in italia;
• “ Peccato se avessi avuto il mio fucile altro che 30 beccacce in due
• Per andare a caccia là dove altri non possono ( ragioni economiche)
giorni!
andare
Il vero interrogativo sul quale fermarsi viene scartato: ma qual è il mio
• Per godere di tutti i piaceri della caccia
senso della caccia ? Esercitare la caccia con il cane è titolo per effettuare
• Per godere di tanti piaceri, non solo di caccia
prelievi senza limiti?
• Per andare a caccia in posti nei quali il confronto con gli altri e con se
Fare la posta è attività vergognosa ed indegna perché esercitata su strade
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stessi registra una improvvisa ma decisa battuta d’arresto.
di montagna ai bordi della propria auto ma ( provocatoriamente) non mi
Coloro - la stragrande maggioranza - che vanno a caccia all’estero,
sentirei di criticare chi scalando una parete rocciosa per tre ore di notte
con vanto per il proprio spiccato senso di responsabilità, sottolineano
conquista una vetta di montagna, raccoglie una beccaccia all’aspetto e
di cacciare la beccaccia – esclusivamente - con il cane e forti della
ridiscende per le stesse tre ore – sempre a piedi - per ritornare a casa.
O --> La Menzogna è Virtù
IL BOSCO DELLE PAROLE
Mi sento, invece, di criticare chi ritiene che fare mattanze indescrivibili ,
E se anche fosse ? Un beccacciaio accetterebbe mai tale versione delle
esercitando la caccia con il cane, sia pratica eccellente e condivisa.
cose ? Queste parole in bocca ad un beccacciaio sono solo un tentativo di
E’ negazione della caccia sostenibile, responsabile, negazione dell’amore
impoverire la ns. attività e spostare l’interesse dalla caccia alla cinofilia
per la beccaccia, è indifferenza alle problematiche dei prelievi su specie
( pur validissima quest’ultima, forse anche più tecnica ma meno ricca di
migratorie.
natura, passione, bosco, aria ecc.) Un’ultima riflessione, conclusiva: la
caccia
all’estero
prevalentemente
all’est,
nasceva, per
la bellezza dei territori e le abbondanti linee migratorie di quei luoghi; oggi che questo è ancora possibile ( un cacciatore che caccia la beccaccia in quelle terre ormai da un trentennio ha serenamente dichiarato che gli incontri dei primi momenti sono sostanzialmente pari a quelli degli ultimi anni), dobbiamo riacquisire il nostro senso etico e ordinare i nostri comportamenti: non si è beccacciai responsabili in italia e macellai all’estero. La caccia all’estero – con sporadiche eccezioni
–
è
trasgressione,
ostentazione, è capacità economica e consapevolezza dei piaceri della vacanza… (tutto compreso non solo venatori!!). L’ulteriore sforzo del beccacciaio di oggi: cacciare all’estero con Ma c’è differenza tra le beccacce trovate lungo un corso di un fiume in
l’intento di dedicarsi tanti incontri ed il carniere giusto, giusto secondo i
occasione di una grande nevicate e di quelle prelevate all’estero ? Nel primo
più attuali ed aggiornati criteri di sostenibilità.
caso le beccacce sono numerose per particolari condizioni climatiche nel
Il nostro benessere dipende dal buon uso (che facciamo) di quello che
secondo per particolari condizioni geografiche.
abbiamo.
Signori cari è in queste situazioni che ci si distingue.
Un notissimo filosofo spagnolo ha di recente pubblicato un saggio sui
Un cacciatore bosniaco che organizza la caccia per gli italiani e ne ha visti
peccati capitali e precisa, tra l’altro, che il senso etico ci può aiutare più di
tanti ripete continuamente : “ i cacciatori si dividono in tre categorie:
tutto ad operare nel modo a noi più conveniente.
i commercianti, quelli che vanno a caccia per guadagnare (accompagnano
L’occultamento della realtà è improduttivo e si ritorce alla fine contro di
novizi, vendono cani ecc.) i macellai, vanno a caccia con l’intento del
noi.
carniere e la voglia di sangue non li soddisfa mai ( 10 beccacce prese, ne
E le convinzioni non possono maturare al di fuori di noi : l’informazione, il
vogliono prendere 15 ; 15 beccacce prese ne voglio prendere 20… e così via, con una voglia insaziabile da soddisfare); gli sportivi, che vanno a caccia con il piacere spasmodico dell’incontro e la dovuta moderazione di carniere.
dibattito possono contribuire, ma solo le riflessioni intime generano “ethos” – senso etico ! Non voglio apparire come “ novello Savonarola” ma un monito mi preme : “Non facciamo che la menzogna (intima) diventi virtù !! “
E c’è di più: coloro, per fortuna pochi, che – con senso eccentrico ed originale - dichiarano serenamente : la beccaccia è utile per l’addestramento
Pietro Masucci
del cane “. Prima ci si dovrebbe chiedere a quale altra caccia sarebbe finalizzato l’addestramento del cane sulla beccaccia, cioè la beccaccia si offre per addestrare un cane poi utile a quale altra caccia?
19
IL VETERINARIO
LA LEISHMANIA
T
rovarsi in una zona endemica di leishmaniosi rappresenta per il cacciatore – cinofilo una notevole sconfitta morale, che si aggiunge alle molteplici difficoltà che si incontrano nell’ambito venatorio sia a carattere legislativo che burocratico.
a leishmaniosi è una malattia a carattere zoonosico causata
Centro mentre al Nord Italia è presente sottoforma di focolai
da un parassita delle cellule del Sistema Reticolo Endoteliale,
localizzati. Il periodo di trasmissione della malattia coincide con
appartenente alla grande famiglia dei protozoi e precisamente al
la tarda primavera e l’estate, cioè il periodo in cui è presente una
genere Leishmania. In Europa, in Africa, Sud America Medio
enorme quantità di flebotomi che influenzano in modo particolare
Oriente ed altri Paesi viene chiamata in causa la Leishmania
la trasmissione. Nella ricerca dell’ospite la femmina di flebotomo
infantum, un protozoo che completa il proprio ciclo vitale tra due
mostra un comportamento silenzioso ed è per questo conosciuto
ospiti : un vertebrato ( uomo, cane, ecc ), che svolge il ruolo di
come pappatacio ( - pappare in silenzio); la sua puntura può essere
serbatoio della malattia; l’altro un invertebrato che rappresenta
indolore ma l’attacco di più flebotomi provoca quasi sempre un
il vettore, ed è un insetto ematofago appartenente al genere
certo dolore. I flebotomi sono insetti notturni che iniziano la loro
Phlebotomus definito appunto flebotomo. (fig. 1)
attività al calare della notte con picchi di massima attività intorno
Il ciclo biologico della leishmania infantum inizia con il flebotomo
alla mezzanotte ed un’ora prima del sorgere del sole.La loro
vettore e precisamente quando una femmina ematofaga si nutre
presenza è quindi condizionata dalla temperatura ed è proprio il
su un ospite vertebrato infetto, dal quale assume una quantità
clima caldo a carattere tropicale che si sta verificando nelle nostre
imprecisata di leishmanie non ancora infettanti e perciò definite
aree negli ultimi anni a favorire la diffusione della malattia.
Amastigoti . Scarse sono le informazioni circa la trasformazione
Nel cane le manifestazioni cliniche includono abbattimento del
nel flebotomo vettore dalla forma amastigote in forma infettante
sensorio, ipertermia, dimagrimento, talvolta accompagnato ad
definita Promastigote che di sicuro avviene nell’intestino del
amiotrofia per cui l’animale assume l’aspetto di “cane vecchio”.
flebotomo. Dopo una migrazione nel faringe del flebotomo il
Imponenti sono anche le lesioni cutanee che non sono pruriginose
ciclo biologico della leishmnia infantum prosegue con l’infezione
e, sono rappresentate da dermatite esfoliativa a carattere crostoso-
di un ospite vertebrato (cane , uomo, ecc ) quando ad un nuovo
amiantaceo in particolar modo intorno agli occhi tanto da definire
pasto ematico le forme infettanti di leishmanie ormai localizzate
l’aspetto “ cane con gli occhiali “. Ancora a livello cutaneo son
nel faringe e quindi nella proboscide del flebotomo
vengono
visibili noduli, ulcere assai frequenti sul tartufo, intorno agli
rigurgitate nel torrente ematico del nuovo ospite. Avvenuta la
occhi e a livello dei cuscinetti plantari , il cui rilievo è oggi molto
trasmissione, le forme infettanti del parassita vengono fagocitati
importante per orientare la nostra diagnosi. Talvolta la presenza
dalle cellule macrofagiche ovvero grosse cellule del sistema
di una diarrea a carattere emorragico è segno di un interessamento
Reticolo Endoteliale, nelle quali grazie ad un cambiamento di
dell’apparato digerente legato alla formazione nel corso di
temperatura (35° C) e di altri fattori, le stesse si dividono per
leishmaniosi di ulcere sulla mucosa intestinale. A carico delle
scissione binaria dando luogo ad una loro moltiplicazione.Solo
articolazioni si osservano talvolta patologie da immunocomplessi
quando raggiungono un numero elevato si provoca la rottura
caratterizzati da forme artritiche che si estrinsecano con zoppie e
della cellula macrofagica e gli amastigoti così liberati vengono
dolorabilità diffusa a tutte le giunture articolari. L’interessamento,
fagocitati da altri macrofagi ed in ogni caso nuovi elementi si
infine del Sistema Retiocolo Endoteliale comporta un aumento di
renderanno disponibili nella cute o nel sangue periferico pronti
volume dei linfonodi e della milza e, frequenti sono anche lesioni
ad essere assunti da un nuovo flebotomo nel momento in cui
oculari come cheratiti ed uveiti.
L
questo si nutrirà su un ospite serbatoio- infetto.
Infine l’interessamento renale è l’evenienza più drammatica
Clinicamente la leishmaniosi è una malattia a carattere cutaneo
che pregiudica nella maggior parte dei casi la sopravvivenza
– viscerale con una distribuzione geografica che copre buona parte
dei soggetti colpiti ed infatti non sono infrequenti forme renali
del nostro territorio.E’ presente in quasi tutti i paesi del Bacino
fulminanti.
Mediterraneo ed in particolare in Italia è presente al Sud e nel
In base alle caratteristiche cliniche, al tipo di risposta immunitaria e alla carica parassitaria, si possono distinguere tre classi di cani
20
a cura del Dott. Mario Sorrentino leishmaniotici . Asintomatici ,che non presentano nessun segno
preventivi contro le punture dei flebotomi. E’ il caso di citare
clinico riferibile alla malattia, ma che nel corso della loro vita vanno
l’utilizzo di collari, spot on e spray vari il cui principio attivo è la
incontro a forme di malattia più o meno conclamate; Oligosintomatici,
permetrina.
che presentano segni minimi di malattia; Sintomatici, che purtroppo
Sempre agendo sulla prevenzione è doveroso accennare il controllo
presentano i vari segni clinici riferibili alla malattia.
ematologico ( analisi di laboratorio) dei cani sani almeno due volte
Prima di intraprendere qualsiasi decisione di un intervento
l’anno ( Maggio e Novembre) affinché si possa scoprire l’infezione
terapeutico in caso di malattia conclamata è buona norma valutare
del proprio ausiliare contratta in coincidenza della forte presenza
non solo lo stato clinico del paziente, ma anche alcuni parametri
ambientale dei flebotomi.
ematici quali: emocromo, la corretta funzionalità epato – renale, il
Attualmente non esistono misure di profilassi diretta (vaccino), anche
quadro elettroforetico delle proteine ematiche, il titolo anticorpale
se recentemente è stato messo a punto un vaccino sperimentale dalla
antileishmania (IFI) e la carica parassitaria effettuata attraverso la
Fort Dodge che vede coinvolti diversi Medici Veterinari, la Facoltà
lettura di strisci linfonodali e midollari.
di Medicina Veterinaria di Napoli e l’Istituto Superiore della Sanità.
Grazie proprio alla valutazione dell’andamento di questi parametri
Questa sperimentazione si è posto l’obiettivo di arruolare 400 cani,
controllati nel tempo che consente di capire quando interrompere
200 dei quali sottoposti a inoculazione del presidio immunizzante e
o riprendere il trattamento terapeutico e di emettere una corretta
200 a somministrazione di placebo.I soggetti arruolati, cuccioli di
prognosi.
qualsiasi razza e sesso nati dal 1° novembre 2005, sono stati sottoposti,
Attualmente non esiste una terapia capace di consentire una guarigione
dai veterinari coinvolti nella prova, alla somministrazione di 3 dosi
parassitaria dei cani ammalati ed infatti gli attuali protocolli terapeutici
di vaccino/placebo a 21 giorni di distanza, poi seguite da un richiamo
sono in grado di offrire solo una guarigione clinica . Il protocollo
a un anno di distanza dalla 3° dose. Durante la prova e a partire da 6
terapeutico più frequentemente utilizzato attualmente è quello che
mesi dopo la 3° dose, i cani saranno sottoposti trimestralmente a un
prevede una combinazione di antimoniato di N- metilglucamina e
controllo clinico, al prelievo ematico, all’ago aspirato linfonodale e
allopurinolo con dosaggi e tempi di somministrazione molto variabili.
di midollo osseo per l’effettuazione degli esami appropriati.
Questo protocollo sembra con trattamento protratto nel tempo
E’ il caso di incrociare le dita.
assicurare una buona guarigione clinica del paziente per periodi abbastanza lunghi, specialmente quando le condizioni iniziali del cane non sono gravemente compromesse. Farmaci considerati alternativi ed utilizzati in base alle condizioni cliniche del paziente sono l’anfotericina B, amminosidina, la pentamidina, il metronidazolo e la spiramicina. Attualmente in fase di sperimentazione si trova anche la miltefosine ed i suoi derivati, una molecola registrata per il trattamento della leishmaniosi viscero - cutanea dell’uomo, e che da notizie recenti pare fornire risultati eccellenti anche se contrastanti con le condizioni commerciali del farmaco. Da recenti studi pare sia emersa una notevole riduzione dell’incidenza della leishmaniosi nel cane, e quindi indirettamente del rischio di quella umana, attraverso un utilizzo massivo ed estensivo di mezzi
(fig. 1) Flebotomo con atteggiamento di ematofagia.
Il Dr. Mario Sorrentino, medico veterinario libero professionista, specialista in Alimentazione animale, cinofilo e prossimo giudice ENCI, ha partecipato a numerosi seminari e congressi sulla Leishmaniosi canina oltre ad essere coautore di diverse pubblicazioni scientifiche sulla Filariosi del cane nei Paesi Vesuviani. Attualmente impegnato nella sperimentazione del vaccino anti - leishmania. Esercita la professione in Palma Campania (NA) Tel. 081- 824 12 40
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BUONO A SAPERSI
GLI ORGANI GENITALI
N
el numero precedente abbiamo potuto vedere le modalità di sessaggio. Pratica possibile solo attraverso l’autopsia, mancando nella beccaccia caratteri sessuali secondari certi.
In questa occasione desideriamo proporre un primo approccio sulle modificazioni degli organi deputati
alla riproduzione in fase di maturazione sessuale, riservandoci di trattare l’argomento con più dovizia di particolari in una prossima occasione. Particolare molto importante oltre che sicuramente sorprendente è la trasformazione che subiscono gli organi sessuali durante il periodo destinato alla riproduzione. Recenti studi istologici sulla evoluzione delle ghiandole sessuali hanno dimostrato che nella beccaccia la maturità sessuale delle ghiandole destinate
alla
riproduzione
( testicoli e follicoli ovarici) avviene non prima della fine di febbraio, questo sebbene diverse persone invocano la chiusura anticipata della caccia al 31 dicembre motivando tale provvedimento a causa di una “presunta attività riproduttiva in corso”. Oltre le immaginazioni e le ipotesi, sono (dovrebbero) sempre i fatti a dimostrare e supportare eventuali azioni e provvedimenti. Ma di questo se ne parlerà in una prossima occasione. Adesso desideriamo piuttosto conoscere gli organi sessuali della beccaccia in periodo di “maturità sessuale”. Le immagini proposte a corredo del presente, evidenziano le variazioni biometriche delle ghiandole sessuali, ovvero della taglia dei testicoli ed il diametro dei follicoli a livello riposo riproduttivo tipico del periodo post nuziale ed invernale (stadio 1) e di maturità sessuale tipico del periodo nuziale primaverile ed estatino (stadio 3). E’ stupefacente notare la differenza delle dimensioni dei testicoli che raggiungono la grandezza di circa 3 cm occupando gran spazio della cavità addominale.
Il momento destinato alla riproduzione è, e rimane il momento di massima vulnerabilità per questo uccello destinato a riempire sogni e desideri, determinando forti emozioni, alimentando questa folle e veemente passione che ci accompagna nel nostro percorso di vita. Queste motivazioni ci devono indurre ad assumere atteggiamenti e comportamenti consoni e responsabili; Conoscere e capire aiuta e sostiene un agire sensibile rivolto anche alla tutela e alla gestione, cercando di evitare ed emarginare isterismi e prepotenze, affinchè tanti nuovi beccacciotti potranno rimpiazzare i prelievi ed, auspicabilmente, incrementrare il capitale beccaccia destinato a popolare le terre dell’Europa, dove il diletto dell’uomo troverà piacere e rinnovate emozioni a cacciarli ogni anno di nuovo.
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(A.T.)
Portiamo il nostro beccacciaio all’estero
L
a movimentazione all’estero dei cani è un tema di interesse notevole, visto l’incremento del turismo venatorio degli ultimi anni. Portare all’estero un animale, nel nostro caso il cane, significa osservare leggi e regolamenti sanitari del nostro paese e di quelli ospitanti, i quali mirano alla riduzione dei rischi di diffusione di malattie infettive, infestive e diffusive. In questo scritto cercheremo di dare delle notizie utili sulla produzione della documentazione che deve accompagnare i nostri “beccacciai” o futuri tali, all’estero. REQUISITI PER LA MOVIMENTAZIONE ALL’ESTERO DEI CANI (non a scopo commerciale). DOCUMENTI NECESSARI PER IL RILASCIO DEL PASSAPORTO: • Certificato di iscrizione all’anagrafe canina di residenza • Attestazione del veterinario di avvenuta vaccinazione antirabbica almeno da 21 giorni • Ricevute degli importi da versare sui c/c della a.s.l. di appartenenza per il costo del libretto, la legalizzazione della vacc. Antirabbica (se necessaria), visita clinica (se necessaria). • Attestazione di negatività all’esame per la LEISHMANIOSI eseguito presso l’istituto zooprofilattico di zona ( fino ad oggi obbligatorio solo per la Reg. Campania). n.b. la vacc. Antirabbica è considerata valida 21 giorni dopo la fine del protocollo di vaccinazione imposto dal fabbricante. Per le vaccinazioni successive alla prima (richiami), la validità decorre dal momento della somministrazione del vaccino, se questa avviene entro il periodo di validità della precedente vaccinazione indicato dal fabbricante. MOVIMENTAZIONE DI CANI DI ETA’ INFERIORE A 3 MESI: • possono essere movimentati in uscita dall’Italia, anche se non vaccinati, purchè muniti di passaporto e purchè siano accompagnati dalla madre da cui sono ancora dipendenti • cani fino a 3 mesi di età diretti in Regno Unito, Irlanda, Svezia, Francia(fino al 03/07/2009): introduzione vietata. REQUISITI PER MOVIMENTI DI CANI AL SEGUITO DEI VIAGGIATORI NEI PAESI DELLUNIONE EUROPEA PER I QUALI SONO RICHIESTI I REQUISITI DI BASE: 1. identificazione con microchip o tatuaggio leggibile 2. passaporto 3. vaccinazione antirabbica in corso di validità Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Rep. Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ungheria. Paesi (alcuni di interesse venatorio) non UE con stato sanitario equivalente e quindi con richiesta solo dei requisiti di base: Albania, Bosnia, Croazia, Serbia, Svizzera. PAESI DELL’UNIONE EUROPEA E NORVEGIA , PER I QUALI SONO RICHIESTI REQUISITI SUPERIORI: Irlanda, Regno Unito e Malta: Identificazione con microchip, passaporto, vacc. Antirabbica in corso di validità, titolazione di anticorpi neutralizzanti pari ad almeno 0,5 UI/ml, trattamenti antiparassitari ( echinococco e zecche). Esempio-1°vaccinazione Antirabbica (almeno a 3 mesi di età) il 1°Gennaio- prelievo di sangue per la titolazione dopo 20 giorni(21 gennaio) e non più di un anno—partenza possibile dopo l’arrivo del referto favorevole e non prima di 6 mesi dalla prima vaccinazione ( 1°luglio). SVEZIA E NORVEGIA : Identificazione con microchip, passaporto, vacc. Antirabbica in corso di validità, titolazione di anticorpi neutralizzanti pari ad almeno 0,5 UI/ml, vaccinazione contro il cimurro e la leptospirosi da almeno 1 mese, trattamenti antiparassitari (echinococco e zecche). Esempio- 1° vacc. Antirab.(almeno a 3 mesi di età) il 1°Gennaio- !° prelievo di sangue per la titolazione dopo 4 mesi (1° maggio) e non più di un annopartenza possibile dopo l’arrivo del referto favorevole. FINLANDIA : identificazione con microchip o tatuaggio leggibile, passaporto, vacc. Antirabbica in corso di validità. Trattamenti antiparassitari (echinococco) 30 giorni prima dell’arrivo in FI, certificato veterinario che attesta il trattamento su appositi modelli, certificato veterinario di buona salute e di espatrio( validità 30 giorni). **Per tutti i paesi terzi NON riconosciuti con stato sanitario equivalente all’UE i requisiti sono: Identificazione con microchip o tatuaggio leggibile, passaporto, vaccinazione Antirabbica In corso di validità, certificato sanitario conforme Decisione 2004/203 CE, titolazione di anticorpi neutralizzanti pari ad almeno 0,5 UI/ml effettuata su sangue prelevato almeno 30 giorni dopo la vaccinazione. CRIMEA: Identificazione con microchip o tatuaggio leggibile, passaporto, vaccinazione Antirabbica in corso di validità, certificato veterinario che attesta i trattamenti antiparassitari e di buona salute(validità 30 giorni), titolazione di anticorpi neutralizzanti pari ad almeno 0,5 UI/ml (prelievo almeno 1 mese dopo la vaccinazione Antirabbica) **N.b. Chiedere sempre conferma a Consolato/Ambasciata in merito ad ulteriori esigenze sanitarie per l’itroduzione in questi stati. Dr. ROBERTO DI VAIA - Medico Veterinario
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STRANO MA VERO
ANOMALIE - ATICIPITA’ - CURIOSITA’ - DEGENERAZIONI - DIVERSITA’ - DIFFORMITA’ DIFFERENZE - ECCEZIONALITA’ - IRREGOLARITA’ - SINGOLARITA’ - STRANEZZE - RARITA’
SI RINGRAZIANO PER LA SQUISITA COLLABORAZIONE IL DOTT. J. P. BOIDOT (PRESIDENTE F.A.N.B.P.O. - PRESIDENTE ONORARIO C.N.B.) IL DOTT. NÖEL LEFEUVRE (PRESIDENTE ONORARIO C.N.B.) IL CLUB NATIONAL DES BECASSIERS TESTI E FOTO SONO STATI ESPRESSAMENTE AUTORIZZATI DAI LEGITTIMI DETENTORI DEI DIRITTI DI COPYRIGHT
PIUMAGGIO INSOLITO ED ECCEZIONALE Beccaccia a piumaggio agata opale L’uccello è stato catturato nel dicembre 2001 da un fortunato cacciatore francese - Marc Christophe BOULANGER de VANNES nella provincia del MORBIHAN (FRANCIA) DESCRIZIONE: Si tratta di un uccello giovane il cui sesso e peso non è stato comunicato. Il piumaggio dell’uccello è grigio; la gola e l’addome sono bianchi. Il becco, le zampe e le unghie sono pigmentate. Gli occhi sono scuri. LA TESTA: Il triangolo grigio frontale è scomparso, sono presenti le bande nucali il cui colore è molto diluito. La gola è bianca. Le piume che coprono i condotti auditivi situati sotto gli occhi sono bianchi.
dettagli del piumaggio dorsale
scollatura con vista parziale dell’ala destra
COLLO - ADDOME: Qui le diluizioni sono estreme: si può praticamente considerare la completa assenza di colorazione: il piumaggio è bianco.
SCOLLATURA E DORSO: Il colore d’insieme è grigio, ma alla verifica, si constata che le piume presentano i disegni abituali; le zone colorate sono, malgrado tutto, quelle che si reperiscono di sovente sugli uccelli “normali”.
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DIFFERENZE - ECCEZIONALITA’ - IRREGOLARITA’ - SINGOLARITA’ - STRANEZZE - RARITA’
ALI: Il colore di fondo è grigio, ma si vedono le striature. Le barre delle remiganti primarie sono di colore bruno. Ciò è meno netto per gli altri gruppi di piume, grandi e piccole copritrici.
CODA: L’insieme della coda è grigio. Le piume caudali superiori ed inferiori sono grigie. Gli occhielli bianchi sono leggermenti ingrigiti. I disegni sono sempre presenti, ma le tinte estremamente diluite.
CLASSIFICAZIONE DEL PIUMAGGIO: Questo piumaggio è caratterizzato da una importante riduzione del pigmento melanico. Il nero è divenuto grigio. Si tratta di una mutazione: “AGATA”. Il piumaggio di tipo “agata” è caratterizzato dalla presenza simultanea di due pigmenti: nero diluito e bruno. Nel caso presente, c’è egualmente una riduzione del bruno, che conduce ad una sua scomparsa (che nelle zone della gola, ventre ed addome è praticamente totale ). Si è in presenza prò anche di un fattore di mutazione detto “OPALE”. La mutazione “opale” provoca una inibizione del bruno, con concentrazione della melanina nera, sotto il canale midollare delle piume. Essa è caratterizzata da un effetto ottico blu, che si è potuto constatare su questo uccello. Questa mutazione “opale” deve il suo nome alla pietra presiosa dal nome opale che ha un colore latteo, con dei riflessi iridescenti. “...Queste lacrime pallide dai riflessi iridescenti, come un frammento di opale...” (Baudelaire) Questo piumaggio presenta dunque unadoppia mutazione: - la mutazione AGATA: diluizione del nero - la mutazione OPALE: inibizione del bruno e concentrazione della melanina nera sotto il canale midollare. Le piume sono più colorate sulla parte inferiore. Questo dona l’effetto bluastro più o meno pronunciato. CONCLUSIONI: L’uccello descritto possiede un piumaggio AGATA-OPALE. Si tratta di una Scolopax rusticola “Agata-Opale”. La rarità di questo uccello è avvalorato dal fatto fatto che sono conosciute beccacce a “piumaggio agata parziale” e delle beccacce “totalmente opale”, ma questo uccello è senza dubbio il primo conosciuto e descritto presentante queste due mutazioni nella loro perfetta definizione che rende questa beccaccia ancora più eccezionale. Si rinrgaziano : - il cacciatore di questo uccello: Marc BOULANGER - il tassidermista M. Thierry PENAMEN che ha potuto salvare questo uccello così raro. - Il fotografo M. Bernard LE MERDY Consulenza scientifica Dott. J.P. Boidot
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STRANO MA VERO
ANOMALIE - ATICIPITA’ - CURIOSITA’ - DEGENERAZIONI - DIVERSITA’ - DIFFORMITA’ -
CINOFILIA
Specialista “beccacciaio” I
l tema è sicuramente intrigante e spesso dibattuto: si può parlare di
Non è soltanto un problema di semantica : l’utilizzo di una lingua
cani “specialisti” nella caccia alla beccaccia? … e cosa significa
comune dovrebbe almeno aiutarci in questo! È piuttosto lo stratificarsi
“specializzazione”? … quando un cane si può definire “beccacciaio”?
di una serie di convinzioni ed esperienze personali in base alle quali
… come lo si riconosce tra tanti?
costruiamo il nostro paradigma concettuale di riferimento, cioè la
È semplice, qualcuno dirà … a me basta un colpo d’occhio!
nostra visione globale sul tema.
… é quello che ti fa ammazzare di più, dirà qualcun altro!
In tal senso, quindi, è utile muoversi all’interno di un paradigma
… non esistono specialisti, ma solo cani eccellenti, dirà qualcun altro ancora!
condiviso e, vorrei dire, valido in qualsiasi contesto di specializzazione:
… e tutti avranno, in un certo senso, ragione . Quello che vorrei tentare di fare – con questo articolo – è quello di
montagna … per poi focalizzarci su ciò che a noi maggiormente
definire soprattutto una base comune di ragionamento; fissare i limiti,
interessa e - quasi come esercizio necessario a verificarne la validità
gli ambiti e l’oggetto del dibattito affinché ciascuno possa rispondere
– applicare il nostro modello alla caccia alla beccaccia e giungere alla
da sé a queste domande nella raggiunta consapevolezza, però, che
definizione di “specialista beccacciaio”.
tutti stiamo parlando della stessa cosa.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, un’ultima considerazione.
Perché il primo limite che vedo, in dibattiti della specie, è che spesso
Sono convinto che l’attività cinofila di una associazione specializzata
i diversi interlocutori amano parlare e confrontarsi su tematiche
quale è la nostra abbia ragione di essere soltanto laddove sia pratica
ed oggetti verso i quali ritengono esserci almeno condivisione di
che tende alla individuazione delle migliori qualità da ricercare in un
“significato” ma rispetto ai quali, spesso, questa convinzione risulta
cane che si voglia utilizzare nella caccia alla beccaccia e che privilegi
erronea.
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caccia alla beccaccia, al beccaccino, alla starna, alla selvaggina di
– quali criteri di giudizio nelle prove di lavoro che organizziamo
A CURA DEL COMITATO ESECUTIVO PER LA CINOFILIA
durante l’anno – la concretezza del rendimento all’esercizio di stile.
“Lo specializzare e lo specializzarsi; l’essere specializzato; in particolare,
E’ per questo che ci interessa dibattere il tema: non possiamo non partire dalla
l’acquisire una particolare esperienza e capacità in un determinato settore di
definizione del concetto di “specialista beccacciaio” e dalla individuazione
studio, di lavoro, di attività [….] .
di ciò che lo rende tale.
In biologia, scienza biologica (o fisiologica), la presenza, nell’ambito di una determinata specie, di numerose razze che, sebbene non siano distinguibili
1. concetto di “vocazione” e “specializzazione”
nella struttura, mostrano differenza nei caratteri fisiologici (cioè di
Dal dizionario Treccani, leggiamo:
funzionalità, nda), biochimici o patogenici.”
vocazióne s. f. [dal latino vocatio -onis, propriamente “chiamata, invito”,
E ancora,
derivato di vocare “chiamare”].
specializzare verbo transitivo [derivato di speciale, sull’esempio del francese
Nel senso figurativo …. “Disposizione, tendenza a qualche cosa. [….]
spécialiser].
Inclinazione naturale ad adottare e seguire un modo o una condizione di
“Indirizzare un’attività verso un settore specifico e ben delimitato, allo scopo
vita, a esercitare un’arte, una professione, a intraprendere lo studio di una
di far acquisire maggiore competenza, efficienza, qualificazione. […] “.
disciplina, e simili.”
Sono sinonimi del concetto di specializzazione, il perfezionarsi, migliorarsi,
E, più avanti … “In agricoltura (specialmente in viticoltura), e in
qualificarsi.
zootecnia, speciale idoneità di un terreno a una determinata coltivazione e,
A cosa ci serve tutto questo? A definire, intanto che quando parliamo di
rispettivamente, di razze animali ad una determinata produzione (o funzione,
specializzazione, stiamo parlando di qualcosa che osserviamo a prescindere
nda) … “
– direi - dall’individuo (il cane, nella specie) e dalle sue qualità di base.
Del concetto di specializzazione, leggiamo:
Stiamo dicendo che possiamo provare a specializzare qualcosa o qualcuno a
specializzazione s. f. [derivato di specializzare]. –
prescindere dal fatto che ci sia “portato”, cioè che sia “vocato”.
27
CINOFILIA 28
Questo è una prima conclusione su cui riflettere: quando osserviamo
basterà pensare all’utilizzo di alcune razze da seguita nella caccia al
un comportamento (ad esempio, un cane durante una azione di caccia)
cinghiale. In questo caso, il rispetto per il selvatico ed una aggressività
quello che noi possiamo cogliere è la combinazione dell’addestramento
“contenuta” farà eccellere i soggetti dedicati a questa caccia nelle
operato dall’uomo e delle qualità naturali possedute dal cane.
fasi di abbaio a fermo e – in genere – di contatto con il selvatico,
Certo, per l’uomo (cacciatore o addestratore professionista che sia)
evitando incidenti spiacevoli e spesso nefasti; tale caratteristica, se
sarà più facile raggiungere un alto grado di specializzazione laddove
opportunamente selezionata, da essere semplicemente “qualità” di
si sia in presenza di una buona vocazione alla specifica “prestazione”
un singolo soggetto diventerà “caratteristica di razza” e sarà indice
richiesta: questo è esattamente il motivo per cui nascono le diverse
di vocazione per tale razza su tale specifico selvatico.
razze da caccia!
È la stessa cosa che accade con i cani da pastore inglesi – i border
L’uomo – cinofilo ed allevatore – ha sempre accompagnato la nascita
collies - che hanno particolare vocazione nel governo del gregge
e lo sviluppo di una nuova razza selezionando ed incrociando quei
o nei cavalli americani della razza “Quarter Horse” che durante le
soggetti che dimostravano di avere le migliori qualità di base per
attività di controllo del bestiame sono capaci di isolare un vitello
essere destinati alla specifica attività per la quale la razza era stata
dal resto della mandria e tenerlo separato da questa, anticipando e
concepita ricercando, addirittura, la specializzazione di particolari
contrastando – in assoluta autonomia, senza alcun intervento del
linee di sangue - all’interno della medesima razza - che potessero
cow-boy - qualsiasi suo movimento (si parla, in questo caso, di cow-
evidenziare un patrimonio genetico di particolare valore sempre – lo
sense).
ripetiamo – rispetto all’utilizzo che se ne intendeva fare.
Per quanto più difficile, quindi, la selezione dello “specialista
Per fare qualche esempio e dare concretezza a quanto vado dicendo,
beccacciaio” dovrebbe esser massimamente indirizzata dalla
osservazione delle qualità naturali dei soggetti che vogliamo utilizzare a
prescelta per lo svernamento.
scopo riproduttivo, piuttosto che dal loro grado di specializzazione … di
Come potrete ben capire, ricercare un solo uccello in una macchia o in
potenziale, piuttosto che di rendimento; vedremo più avanti quanto sarà
un bosco è cosa ben diversa dallo ricercare starne in brigata o una covata
difficile tutto ciò e a quali conclusioni porterà.
di forcelli o, ancora, un volo di cotorni. L’emanazione è decisamente più
Tutto noto? Tutto conosciuto?
contenuta (non fosse che per la “numerosità” delle sorgenti dell’emanazione)
Bene … se condividiamo queste prime riflessioni, allora proviamo a tracciare
e la possibilità di un sorpasso è estremamente maggiore.Mutuando dal
una sorta di identikit dello “specialista” cercando di distinguere le qualità
linguaggio matematico, potremmo dire che al nostro assioma di base si
naturali (che ne determinano la vocazione per una caccia specialistica)
aggiunge un corollario: la modalità di cerca da adottare per il reperimento
dalle capacità acquisite (che ne caratterizzano il rendimento, cioè la
del selvatico è principalmente dettata dall’ambiente e dalle abitudini di
specializzazione); tutto ciò, ovviamente, partendo dalla conoscenza specifica
“gregarietà” della specie (che nel nostro caso, ovviamente, sono pressoché
della selvaggina oggetto di caccia (ovviamente, per noi, la beccaccia) nonché
nulle).
delle forme e modalità con le quali viene “ricercata” sia a caccia che in
Inoltre – ancora una volta escludendo situazioni, o luoghi, del tutto particolari
prova.
dove l’abbondanza della beccaccia è fuori della norma – nella nostra pratica
2.
la caccia alla beccaccia
venatoria gli incontri con lo scolopacide si contano sulle dita di una mano ….. “monca”; quando va bene si possono fare anche più incontri, ma generalmente
Parlare della beccaccia a dei beccacciai e come … parlare di corda in
è su una o due beccacce che possiamo sperare nell’arco di una mattinata di
casa dell’impiccato! Mi limiterò, pertanto, ad evidenziare quegli aspetti
caccia.
che di questo uccello – e della sua caccia – interessano ai fini della nostra
Conseguenza di ciò è che non potremo contare – sia noi che il nostro cane
“chiacchierata”.
– su incontri frequenti e ripetuti per poter “rinvigorire” l’azione; la nostra (e
Sappiamo tutti che la beccaccia vive, generalmente, in ambienti boschivi
quella del nostro ausiliare) automotivazione dovrà essere ai massimi livelli.
o comunque caratterizzati da presenza di vegetazione arbustiva di notevole
Dovremo, in buona sostanza, avere continuità di azione (cioè, di cerca) anche
sviluppo; in terreni spesso rotti, intramezzati da avvallamenti e canaloni, a
quando la giornata si dimostra assai avara nei nostri confronti .
tratti scoscesi e ripidi ed a tratti pianeggianti.
Da qui il secondo assioma: se vogliamo trovare una beccaccia, dobbiamo
In tali contesti, ovviamente, le condizioni olfattive – se pensiamo alla
credere che sia lì nel bosco che stiamo esplorando anche contro ogni evidenza
precipua modalità di reperimento della selvaggina da parte di un cane da
e per tutto il tempo che ne siamo alla ricerca; dobbiamo possedere, insomma,
ferma – non sono ideali: non avremo mai condizioni di brezza uniformi
un grande “animus venandi”.
e costanti; avremo molti ostacoli che interverranno a “spezzare” il cono
Finora abbiamo capito come le abitudini di vita della beccaccia ed i luoghi
dell’emanazione; avremo “angoli morti”, avvallamenti nei quali l’aria
che frequenta condizionano necessariamente le modalità con le quali ne
stenterà a circolare e così via.
deve essere effettuata la ricerca; vediamo ora se qualche altro elemento lo
Se escludiamo alcune zone “felici” (penso ad una ampia e vecchia faggeta di
possiamo desumere dall’osservazione delle sue reazioni al momento del
alta montagna), perciò, l’ambiente ove la beccaccia soggiorna condizionerà
“contatto” con il suo (presunto) predatore, cioè noi ed il nostro cane.
enormemente le modalità con le quali sarà opportuno condurre la sua ricerca,
Sappiamo tutti benissimo che durante la sua giornata la beccaccia è
costringendo il soggetto impegnato - cane e cacciatore - a muoversi di
decisamente attiva nella ricerca del cibo; si sposterà essenzialmente di
conseguenza.
pedina, ma non disdegnerà qualche breve voletto. La stessa strategia
Da quanto sopra, discende che la modalità di cerca da adottare per il
– nella generalità dei casi – che tenderà a replicare al momento del nostro
reperimento del selvatico è principalmente dettata dall’ambiente; sembra
avvicinarsi: si acquatterà, farà qualche breve passo, si nasconderà dietro un
una affermazione banale quanto ovvia, ma quando declineremo tutto ciò in
cespuglio o un tronco, andrà poco più avanti. Insomma, a meno che non si
funzione delle qualità naturali che deve possedere un cane per bene adattarsi
tratti – come diciamo noi – di una beccaccia “buttata a secco” o di rimessa,
al tipo di cerca richiesta, vedremo dove andremo a parare.
è molto probabile che nella zona ci sia una certa quantità di effluvio sparsa
Per continuare nella nostra disamina, altro tema che bisogna considerare è
nell’aria e – soprattutto - sul terreno. Dobbiamo necessariamente tener conto
quello delle abitudini “sociali” della beccaccia.
di queste cose per capire quale sarà l’approccio migliore con questo uccello
Anche in questo caso - se escludiamo momenti assolutamente sporadici ed
ed il comportamento da adottare (da parte del cane, soprattutto) per poterla
occasionali di incontri di più uccelli raggruppati (tipicamente, nei primi
finalmente tenere sotto scacco con la ferma .
periodi di passo autunnale) – la beccaccia ama sostare da sola nella zona
Quindi: il comportamento “utile” da adottare al cospetto della beccaccia è
29
CINOFILIA
funzione delle sue abitudini essenzialmente terricole e “peripatetiche”.
In questa fase, la specializzazione (cioè l’addestramento – e la caccia -
Concludo queste brevi considerazioni sulle abitudini della beccaccia
specifico e ripetuto su tale selvatico), lo porterà a riconoscere e preferire
con un’ultima provocazione: per quanto possa essere grande la nostra (e
i biotopi favorevoli ad ospitare la beccaccia per indirizzare al meglio la
quella del nostro ausiliare) capacità di prevedere ed anticipare le mosse
ricerca e lo porterà ad indugiare maggiormente (non disdegnando anche la
di una beccaccia dobbiamo essere sempre pronti ad una variabilità di
minuziosità) in quei luoghi ove l’esperienza gli ha insegnato di non poter
comportamenti a volte disarmante: ne consegue che – cacciando la
cogliere favorevolmente l’emanazione se non adottando tale comportamento
beccaccia – nulla dovrà essere dato per scontato.
(fossati, buche, angoli “morti”, ecc).
Dopo questo breve excursus nel mondo della beccaccia, ora cercheremo
Nelle zone di caccia ben conosciute – perché a lungo frequentate
di applicare i concetti sopra esposti al nostro “specialista beccacciaio”
nostro cane, inoltre, dimostrerà di avere un buona “memoria venatoria” e
per vedere cosa ne viene fuori; se qualcuno, a questo punto, ritiene
spesso andrà a visitare quei luoghi ove ha già avuto occasione di incontro
di aver speso inutilmente il proprio tempo per leggere di argomenti
con cautela e maggiore attenzione.
e considerazioni già noti e condivisi, pazienti ancora un po’: è
Il reperimento dell’usta
proprio adesso, quando si deve dare coerenza e consequenzialità alle
In questa fase sarà favorito un cane con buona capacità di discernimento
affermazioni di principio (i nostri “assiomi”) che rischiamo di perdere il
(per valutare quanto recente sia tale “indizio”); alcuni autori, parlano di
nostro rigore e di abbandonare la logica dei nostri ragionamenti.
– il
“finezza”, più che di “potenza” olfattiva ed il nostro già citato Delfino, a tal proposito, commenta: “L’olfatto più redditizio è quello del cane che segna
3.
il cane da beccacce
con sicurezza la passata vecchia ben diversamente dalla passata recente; che
Così come abitualmente viene fatto quando si parla dell’azione delle
segna con sicurezza la ferma sul selvatico presente e che avverte prontamente
razze da seguita (e non capisco proprio perché tale approccio non sia
le riprese di movimento del selvatico sotto ferma ed in guidata” .
- generalmente - applicato nel caso delle razze da ferma), proviamo a distinguere diverse fasi nella caccia alla beccaccia:
Sarà assolutamente da preferire un cane che dimostri di saper riprendere velocemente l’azione dopo un breve arresto di accertamento (quasi come
-
la ricerca del selvatico
volesse maggiormente concentrarsi su ciò che ha colpito i suoi sensi), ma da
-
il reperimento dell’usta
penalizzare e da scartare il cane che induca troppo con delle vere e proprie
-
la gestione del “contatto” con la beccaccia
ferme “in bianco”.
-
la ricerca dopo l’involo
Anche in questa fase entra in gioco la specializzazione. Uno “specialista
e cerchiamo di valutare l’azione del nostro cane nelle diverse fasi e
beccacciaio” sa cogliere bene tali indizi e trarne immediatamente le
le qualità (naturali) ed i comportamenti (appresi) cui deve far ricorso
conseguenze: lo vedremo impostare la ricerca del selvatico nella certezza
per mettere sotto scacco l’arcera. Ovviamente, nella nostra discussione,
della sua presenza, se la traccia sarà giudicata recente, ovvero riprendere
consideriamo quale presupposto di base l’integrità fisica del nostro
l’azione laddove si era interrotta – senza particolare modifica nella espressione
ausiliare ed un adeguato allenamento che gli consenta di esplicare al
e nell’andatura – se l’indizio non dovesse rivelarsi risolutivo.
meglio la sua azione.
La gestione del “contatto” con la beccaccia
La ricerca del selvatico
Finalmente l’abbiamo nel naso!!
Tenendo conto di quanto abbiamo detto in precedenza, sarà vocato per
La fase del “contatto” è quella dove si richiede il miglior mix di qualità
questa caccia un cane che dimostri – durante la fase di cerca – grande
naturali (vocazione) ed esperienza (specializzazione).
attenzione, capacità di concentrazione e continuità di azione. La sua
Un cane particolarmente vocato, in tal senso, sarà quello che dimostri
andatura non sarà mai eccessivamente veloce; la cerca non sarà mai
una buona “intelligenza adattativa” , cioè una buona capacità di imparare
sbrigativa e sommaria. Dovrà dimostrare di saper dare attenzione
dall’esperienza, sia portato ad un approccio molto prudente con il selvatico,
anche agli indizi che potrà reperire sul terreno e non risparmiarsi un
sia poco “aggressivo”, abbia …. paura di far volare. Ciò gli consentirà di
accertamento su una qualsiasi emanazione gli giunga da lontano, in salita
mantenere un iniziale contatto con l’arcera per poi cominciare la fase di
come in discesa; dovrà essere generoso e coraggioso nell’affrontare
“negoziazione” che lo porterà allo scacco finale.
luoghi e/o intrichi di vegetazione talvolta molto impegnativi. Dovrà
Deve esserci sempre questa fase “interlocutoria”?
avere buona iniziativa ma essere sempre disponibile a cogliere
Mah! Tutti abbiamo assistito a ferme dirette e perentorie senza una minima,
indicazioni e suggerimenti dal suo compagno cacciatore/conduttore
precedente, fase di accertamento o di risalita dell’emanazione, ma per me
evidenziando, quindi, un collegamento naturale e spontaneo.
non deve essere la norma. Un buon cane, uno specialista, deve accorgersi con buon anticipo di essere entrato in contatto con l’oggetto della sua
30
ricerca e cercare di “coglierne l’umore” prima di dichiararsi con una ferma perentoria; meglio un passo indietro, insomma, che un passo avanti. La ferma deve essere sicura e decisa. Deve indicare esattamente l’origine dell’emanazione: vanno penalizzati quei cani che tendono a fermare “l’ambiente”, incapaci poi di muoversi e prendere un contatto diretto con il selvatico. La guidata dovrà essere altrettanto sicura e spontanea; se la beccaccia è a giusta distanza, proprio il mantenere tale distanza la indurrà a restare attaccata al terreno impedendole di sottrarsi – non vista – in volo.
La ricerca dopo l’involo Non sempre tutte le ciambelle riescono con il buco …. e non sempre tutte le beccacce levate cadono sotto i colpi della doppietta (per fortuna!). Quindi si da il caso che ci si debba mettere di nuovo alla ricerca dell’arcera appena involata: qui si vede all’opera il vero Specialista (con la “S” maiuscola, come vedete), qui massimamente emerge la specializzazione, cioè la summa delle esperienze maturate dal nostro ausiliare. Un Beccacciaio (cane o uomo che sia!!) sa dove andare a ricercare una beccaccia appena involata e se è tale (specialista, appunto) da lì a breve sarà di nuovo al suo cospetto. Confesso che trovo difficile dare una spiegazione al fenomeno (che ben conosce chi pratica questa caccia) se non ricorrendo ad ipotizzare facoltà para-normali o rabdomantiche; si può pensare, in realtà, ad un aumento della concentrazione nella ricerca, alla capacità di indirizzarsi verso la direzione presa dalla beccaccia seguendo la scia dell’emanazione nell’aria, alla passione e alla voglia di ritrovare ancora l’oggetto del desiderio. Il fatto è che la (una) beccaccia la possono trovare tutti, ma sono soltanto gli Specialisti che la ri-trovano sicuramente ed in breve tempo (al netto, ovviamente, di casi particolari, voli esageratamente lunghi e così via). Può aiutare, allo scopo, consentire qualche breve passo al nostro ausiliare dopo l’involo (per questo non credo molto nella immobilità al frullo richiesta durante le prove specialistiche di lavoro) ma il cane deve mantenere grande “lucidità” e “freddezza” per poter gestire bene il contatto successivo anche qualora (a volte capita) abbia visto rimettere la beccaccia a poca distanza.
4.
conclusioni
Forse con un approccio “inconsueto”, abbiamo visto come si possono applicare i concetti di specializzazione e vocazione nella materia che ci interessa. Ai fini di questa nostra chiacchierata, dovrebbe essere emerso che la “vocazione” (espressa attraverso qualità “morali”, naturali) è la base su cui lavorare per poter “specializzare” un soggetto sulla caccia da noi praticata ed
il consenso, il rispetto del compagno di coppia, il riporto, eccetera: tutto vero e tutto necessario ma non “specifico”. Potremo parlare, invece, di come individuare precocemente in un cane la “vocazione” per questo specifico selvatico e di come seguirlo nelle sue fasi di crescita e di specializzazione: magari ne avremo la possibilità in futuro. È d’obbligo, prima di lasciarci, un’ultima considerazione: abbiamo parlato di individui, o meglio ancora, di un ideale di cane vorremmo ricercare; in nessun modo abbiamo voluto parlare di caratteristiche di razza, anche se sarà accaduto inevitabilmente che ciascuno di noi abbia potuto associare più facilmente una certa caratteristica ad una determinata razza. Ciò nondimeno il problema della individuazione di una razza, maggiormente “vocata” rispetto ad altre si pone; così come, si pone anche il problema del gusto personale e dell’estetica della caccia. Ciascuno di noi – credo – ha le proprie convinzioni ed ha fatto le proprie scelte: spesso, al di là della ragione, le scelte si fanno con il cuore! Alea iacta est, il dado è tratto, come disse Svetonio nel suo De vita Caesarum attribuendo la frase a Giulio Cesare che la pronunciò subito dopo aver varcato il fiume Rubicone. Io ho provato a dire la mia sull’argomento, spero con tutto il rigore che mi ero prefisso all’inizio; questo è ciò che penso della “specializzazione” in genere e dello specialista “beccacciaio”. Se ritenete che queste mie considerazioni siano meritevoli di replica, approfondimento, contrasto o approvazione, fate pervenire le vostre osservazioni alla rivista. Non voglio iniziare nessuna guerra intestina (l’episodio cui si riferisce la frase attribuita a Giulio Cesare, nda); vorrei soltanto cercare di aprire un dibattito schietto e sereno su ciò che più ci preme: la caccia alla beccaccia o, meglio, il cane che caccia la beccaccia!
Orlando Vari
è l’unica sulla base della quale selezionare nell’ambito di una data razza. Abbiamo trascurato (perché comuni a molti altri utilizzi venatori) temi quali,
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