Progetto Educativo 2012/2015

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GRUPPO SCOUT PIETRA LIGURE

PROGETTO EDUCATIVO 2012-2015 1. PREMESSA Abbiamo scelto di scrivere il nuovo progetto educativo sulla base di un'analisi d'ambiente approfondita completamente nuova realizzata con il coinvolgimento dei genitori dei nostri ragazzi e di persone che ricoprono ruoli “rilevanti” e privilegiati al servizio del territorio. Gli obiettivi scelti sono obiettivi educativi importanti e di ampio respiro, e rappresentano una sfida stimolante per il nostro gruppo. Il progetto educativo dovrà essere presentato e condiviso con i genitori e il territorio in modo da rendere partecipi tutti i soggetti coinvolti nell'educazione dei nostri ragazzi.

2. ANALISI D'AMBIENTE DIFFICOLTA' NELLA SCOPERTA DELLA FEDE ( e delle loro strada verso la Felicità) E’ presente una fatica dei ragazzi a guardare in avanti. Hanno progetti e sogni, ma manca forza, talora manca voglia, mancano gli orizzonti; spesso si chiudono in loro stessi. Non è paura di creare legami, ma è una difficoltà, cercano spesso forme più semplici e “superficiali” di aggregazione e condivisione. Ci sono molti ragazzi “sulla soglia”, che fanno fatica a entrare nei gruppi, ma talvolta anche i gruppi si chiudono. Anche i più distanti hanno le potenzialità per essere “presi” ed accompagnati, affiancati nella ricerca di Gesù. A volte è necessario lasciarli “svuotare” delle loro idee, delle suggestioni della società (chi va in Chiesa è uno “sfigato”!) hanno bisogno di ascolto, anche di lasciarli sfogare, e di raccogliere le loro delusioni. Tutti i ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati. I ragazzi si aspettano qualcosa di più alto da noi. Essere ascoltati col cuore e con gli occhi. Prima di cercare di dare è necessario comprendere i bisogni e essere preparati accrescendo le nostre capacità di testimonianza. I ragazzi non stanno in silenzio e basta , cercano un mezzo per comunicare i problemi: è necessario dare “parola ai loro problemi”. Non sono superficiali. Hanno paura di esporsi, della difficoltà nelle relazioni. ma la forza è nascosta dentro di loro. La mancanza di tempo dei genitori, porta i ragazzi a sentirsi meno ascoltati ed a cercare anche la nostra presenza, anche in modo insistente. Assistiamo ad un ritorno della voglia di comunità , di un legame più forte. Fare comunità nel nome di Gesù . Farsi conoscere e farsi vedere., la necessità di appartenenza e visibilità comune. DIFFICOLTA' NELLE RELAZIONI Si vivono relazioni spesso difficili tra ragazzi e talora con genitori, tra coetanei e con i professori; le nuove forme di comunicazione portano a nuove forme di relazione. Vi è


spesso confusione tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, anche nei rapporti e nelle amicizie. SITUAZIONE FAMILIARE I genitori non sempre hanno chiari i valori di riferimento dello scoutismo che intendono riaffermare la centralità della famiglia, del buon cittadino e dell’appartenenza cristiana. E' più difficile agganciare e interessare i genitori: la proposta scout offre valori oggi meno condivisi, che non rappresentano più il principale fondamento nella scelta di iscrivere i figli all'associazione. Famiglie con situazioni “particolari “ e talora difficili rendono complicato per i ragazzi trovare figure di riferimento solide e la stabilità per costruire la propria identità. Si evidenzia a volte un “forte controllo” da parte dei genitori che hanno più mezzi a loro disposizione, ma è un controllo illusorio, con meno possibilità o talora possibilità di intervenire: REALTA' SOCIALE La realtà sociale appare oggi più che in passato frammentata in classi sociali differenti. La ricchezza, il successo e i beni materiali sono diventati gli elementi discriminanti nei rapporti sociali. E la “frustrazione” è una caratteristica che in tempo di crisi passa facilmente dalla TV alle case ed ai ragazzi. Il tessuto sociale è caratterizzato da un forte aumento negli ultimi anni della presenza di stranieri e famiglie disagiate. L'integrazione è più facile nella fascia di età delle elementari e diventa più complicata con la crescita. Il nostro gruppo al momento non riesce a raggiungere i bambini stranieri e le realtà più disagiate. DOVER ESSERE ADEGUATI Molti stereotipi di immagine esteriore risultano condizionanti. Lo sport è vissuto fin da piccoli con un grande, ed a volte eccessivo, agonismo : ciò spinge i ragazzi alla competizione, alla ricerca della vittoria come unico scopo. Lo sport impegna talvolta quasi la totalità del tempo libero dei ragazzi, e notiamo che non sempre tutte le potenzialità educative di esso (rispetto delle regole e degli avversari, l’onorevole sconfitta ) vengono proposte appieno. DISIMPEGNO DAL BENE COMUNE E RICERCA DELLE COSE PIU' FACILI I ragazzi di oggi hanno difficoltà ad assumersi impegni e responsabilità, a fare scelte consapevoli ed ad accettarne le conseguenze; questo li porta ad essere più svogliati e meno interessati a ciò che fanno e al mondo che li circonda. Sono spaventati dal futuro e per questo appare più difficile sostenerli nel progettare la loro felicità. Hanno necessità di recuperare la gioia del progettare e fare con la propria testa e le proprie mani, gioendo del risultato ottenuto ( anche se non è perfetto!)

3. ANALISI INTERNA (numeri, problemi...) LE NOSTRE FORZE Le parrocchie del nostro territorio sono 2: La Basilica di San Nicolò che comprende il centro paese e la zona a ponente, e la chiesa di Nostra Signora del Soccorso, che si estende invece nella zona verso levante. L’amministrazione comunale è un interlocutore “abbastanza” attento alle nostre istanze. COMUNITA' CAPI La nostra può essere definita come una Comunità Capi “verticale”. Su 12 membri abbiamo infatti una tirocinante, due capi che per la prima volta ricoprono il ruolo di capo unità, molti


capi esperti di una o più branche, tutti di diverse età dai 21 ai 50 anni. È quindi una Comunità Capi verticale anche nella formazione, dal capo al primo passo del percorso formativo al capo che ha concluso l'iter, al capo formatore, al capo che ricopre incarichi di quadro dalla Zona alla Regione. Anche nelle competenze, relazionali, scout, professionali le differenze che arricchiscono la nostra comunità sono molte e variegate. La presenza di capi giovani e la voglia dei capi esperti di mettersi in gioco in esperienze associative diverse e nuove ci caratterizza come una Comunità Capi in continua crescita. La nostra è una Comunità Capi dove ognuno si sente libero di esprimere la propria opinione, e dove c'è spazio per tutte le diverse competenze e esperienze che tutti i componenti esprimono e condividono con partecipazione. Nella Comunità Capi quasi sempre le attività sono vissute con allegria e con la voglia e la capacità di utilizzare e vivere il gioco come mezzo fondamentale del metodo scout. L'atmosfera che i componenti della Comunità vivono è anche di amicizia e di condivisione, si riesce spesso a vivere momenti di divertimento e di convivialità. L'impressione di ogni componente della Comunità Capi è che ogni membro viva l'esperienza di essere capo con convinzione, partecipazione e forte adesione al patto associativo, con un occhio sempre puntato al ragazzo. (I CARE) BRANCO POPOLO LIBERO DELLA ROCCIA DELLA PACE REPARTO ORSA MAGGIORE NOVIZIATO URAGANO I E CLAN ROCCA DELLE AQUILE

4. AREE DI IMPEGNO tenendo conto dell'analisi d'ambiente esterna e interna, dall'approfondita discussione con persone esterne e tra i capi abbiamo individuato tre aree di intervento su cui concentrare il nostro progetto per i prossimi tre anni: La responsabilità La famiglia Le relazioni

5. LA RESPONSABILITA' conoscere e saper usare i mezzi di comunicazione del nostro tempo • •

educare i ragazzi al senso critico sull'informazione costruire ad ogni livello un “galateo” sull'uso dei mezzi tecnologici e di comunicazione FARE come strumento di educazione alla responsabilità delle proprie azioni (meritare fiducia)

• •

attenzione alla manualità e alla competenza partecipazione e presenza attiva nella comunità Ecclesiale in particolare nell’animazione liturgica


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portare a conclusione i progetti e i programmi concretezza e attenzione alla verifica nella progressione personale

6. LA FAMIGLIA educare alla fiducia nel futuro e all'entusiasmo del FARE •

Trasmettere la positività e l'entusiasmo del messaggio cristiano in un “patto educativo” con le Famiglie.

ricerca di confronto e di incontro con i genitori per trasmettere principi forti e condivisi • “fare con“ i genitori • condividere con i genitori il cosa e il come ed i perché delle nostre attività e dei nostri obiettivi, fare con loro “formazione” su quello che facciamo. • coinvolgere i genitori nella progressione personale dei figli anche attraverso attività pratiche

7. RELAZIONI • • • •

accogliere essere presenti sul territorio e nella chiesa aprirsi e confrontarsi con altre realtà senza perdere i nostri valori prendersi cura delle sedi come primo luogo di accoglienza imparare ad aprire il “gruppo” a tutti i livelli per accogliere il nuovo/diverso. Cercare occasioni di incontro costruire legami

• • • •

educare a creare legami “reali” e non virtuali prendersi cura delle relazioni anche nelle difficoltà e nelle incomprensioni fare rete con il territorio Siamo chiamati all’amicizia con Gesù : è un percorso che si costruisce. uscire fuori/raggiungere il diverso/agire (servizio)

• • •

testimoniare attivamente il nostro essere scout cattolici cercare il prossimo e riconoscerlo fuori dal quotidiano provare a coinvolgere realtà non rappresentate nel nostro gruppo

8. ATTUAZIONE Il progetto verrà attuato su un periodo di tre anni, e sarà verificato annualmente dalla Comunità Capi e potrà essere modificato in base alle esigenze emergenti. Viene tradotto in pratica dai Programmi delle singole Unità che sono confrontati,discussi e verificati in CoCa.


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