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IL RACHIDE IN MEDICINA CINESE

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INTRODUZIONE

INTRODUZIONE

tradizione, è di collegare l’individuo al cielo e alla terra e, nello stesso tempo, di collegare tra loro tutti gli altri meridiani.

In particolare, Yin Wei e Yang Wei collegano l’uomo al cielo che, attraverso di loro, trasmette l’ordine cosmico, per questo si afferma che Yin Wei e Yang Wei controllano lo spazio; Yin Qiao e Yang Qiao collegano l’uomo alla terra trasformando in realtà concreta le leggi emanate dal cielo, da ciò deriva che questi ultimi controllano il tempo.

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In definitiva attraverso i meridiani curiosi di seconda generazione l’embrione acquista un’organizzazione energetica che gli conferisce la capacità d’interagire col mondo esterno, la quale si va ad aggiungere ad un’organizzazione energetica essenzialmente interna garantita dai meridiani curiosi di prima generazione.

La strutturazione degli altri sistemi di meridiani inizia insieme ai curiosi di seconda generazione ma la loro completa maturazione funzionale si verifica nella seconda infanzia.

La progressione completa dello sviluppo dei meridiani vedrà quindi una prima fase in cui hanno la precedenza i canali più profondi, seguita da una seconda che vede in testa i canali secondari più superficiali seguiti da quelli più profondi.

IL RACHIDE IN MEDICINA CINESE

Il rachide è espresso in medicina cinese da due ideogrammi脊椎, il primo indica una

funzione statica e viene tradotto con “cima, sommità, connessione logica”, l’altro indica “forza, sostegno, aiuto”, quindi ha un significato più dinamico.

Questi due ideogrammi esprimono le due funzioni essenziali della colonna vertebrale. La prima fa riferimento alla funzione del rachide di sostenere l’individuo, la seconda vede l’individuo in comunicazione con gli altri esseri, con l’ambiente, con il trascendente.

Dal punto di vista della medicina cinese il rachide è formato prevalentemente dall’osso gu e dal midolli sui, entrambi facenti parte dei visceri straordinari o curiosi, qi heng zhi fu., la cui traduzione corretta dovrebbe essere “visceri della straordinaria perennità”.

Questi hanno caratteristiche comuni sia agli organi zang, perché conservano il Jing, sia ai visceri fu, perché sono “vuoti” e o non elaborano in proprio la sostanza di cui si fanno carico.

Non sarebbe casuale il fatto che siano nominati nel capitolo 11 del Su Wen. Secondo il medico agopuntore francese Gilles Andrès, la numerazione dei capitoli del Su Wen non è casuale, ma ha un valore simbolico e metaforico. Compreso tra il 10 che è il numero perfetto e il 12 che rappresenta la totalità del mondo, l’11 rappresenterebbe la trasgressione.

L’Imperatore Giallo, chiede al suo medico Qi Bo: “Oserei interrogarvi su questa serie di contraddizioni, tutti pretendono di avere ragione. Non so come stanno le cose potreste spiegarmelo?”. E il medico replica “Cervello, Midollo, Ossa, Vasi, Vescica Biliare e Utero, questi sei sono prodotti dai soffi della Terra, tesaurizzano lo yin e rimandano all’immagine della Terra: essere ricettacolo e non-eliminare. Vengono chiamati qi heng zhi fu”. (Capitolo 11 del Su Wen)

I visceri curiosi si collocano nel passaggio tra Cielo e Terra, tra l’informale e il formale e sono destinati alla conservazione del jing connatale.

Jing come energia cognitiva fondamentale nel suo ruolo di nutrimento a livello energetico, come capacità di nutrirsi dalla vita, di apprendere dalle esperienze e di operare anche nelle scelte personali, dando quindi anche una direzione alla nostra stessa vita.

I visceri curiosi sono descritti nella pratica meditativa taoista, perché responsabili di un processo alchemico interno, che nel Taoismo è simbolicamente definita come trasformazione del Jing (aspetto materiale) in Qi (aspetto energetico) e poi in Shen (aspetto spirituale), che porta l’individuo a un’evoluzione spirituale.

Tutto questo è espresso a livello corporeo da tre zone, chiamate Dantian o campi del cinabro, collegati tra loro dalla colonna vertebrale dal midollo e dai vasi, in ognuna delle quali si svolge un’attività privilegiata di uno dei vari visceri curiosi.

Il Dantian inferiore (zona periombelicale) è dominato dall’attività dell’Utero. Rappresenta la sopravvivenza e la fusione con sé stessi; l’energia attiva a questo livello è la Jingqi.

Il Dantian medio (zona del petto) è dominato dall’attività della Vescica Biliare e rappresenta lo scambio con gli altri, la fusione con l’altro; l’energia attiva a questo livello è il Qi.

Il Dantian superiore (zona della testa) è dominato dal Cervello e rappresenta la differenziazione, la fusione con lo spirito; l’energia attiva a questo livello è lo shen.

La colonna è il luogo privilegiato dove si imprimono le nostre esperienze, i blocchi, le paure, il rifiuto di evolvere e dove si scaricano tutte le nostre tensioni.

Ad un filosofo taoista dell’epoca Song è attributa la frase “La colonna vertebrale è la scala a pioli sulla l’uomo si arrampica per giungere alla trascendenza”.

Il rachide è anche una via trascendentale. Albero della vita e luogo di riunione della dualita’, rappresenta il ritorno all’unita’. Questo asse verticale lega l’uomo al cielo con la sua trascendenza; permette la salita dell’essere lungo la sua colonna e quindi la sua ri-creazione spirituale.

J.M. Kespi.

La medicina psicosomatica ricorda che la colonna vertebrale è parte di notevoli proiezioni inconsce. Le contratture cervicali esprimono tensioni emozionali di peso e fatica nel sopportare situazioni psichiche che si sentono insostenibili (mito di Atlantide, testa=mondo). Nell’ambito della stessa saggezza popolare si sente spesso dire “quell’uomo si porta il peso dei suoi problemi sulle spalle”.

La colonna vertebrale è energicamente influenzata dal Du Mai e dal meridiano principale della Vescica (Zu Tai Yang) che corrono lungo e vicino alla colonna vertebrale.

Il rachide è soprattutto il mezzo con cui l’individuo si mette in comunicazione con il mondo esteriore.

Lungo la colonna vertebrale, infatti, si situano le esperienze (che sono un insieme di jing, yuan qi e liquidi ye puri), che assorbite dal Midollo, arrivano al Cervello grazie al Riscaldatore Inferiore, il quale si serve, per questa funzione, della forza del Dai mai. Se il Dai mai è in vuoto si crea umidità e le esperienze si bloccano in basso, il San Jiao, non riesce più a far salire le esperienze e i perversi (umidità e calore) invadono il Midollo e il Cervello.

Il San Jiao si occupa inoltre di far salire la Wei Qi (, rappresenta il bisogno di realizzare le aspirazioni della vita) e il Dai Mai fa salire la Ying Qi (nutrizione alimentare, affettiva e relazionale). Ogni difficoltà incontrata nel realizzare le aspirazioni, blocca la Wei Qi nella colonna. Questo blocco provoca contrazione e dolore muscolare.

Le esperienze esistenziali salgono di continuo al Cervello attraverso la colonna e possono lasciare delle tracce, che si iscrivono lungo la colonna vertebrale, in punti diversi a seconda dei diversi periodi della vita in cui si verificano:

 in età prepubere tra GV-1 Chang Qiang e GV-4 Ming Men;

 in età adolescenziale tra GV-4 Ming Men e GV-9 Zhi Yang;

 in età adulta tra GV-14 Da Shui e l’ultima vertebra cervicale.

I punti e/o le zone saranno dolorosi alla palpazione e si tenterà di rilasciarle attraverso la Vescica, che in quanto appartenente al livello Tai Yang si apre all’esterno. Si utilizzano i punti bei shu, della branca interna, per i traumi fisici ed i punti ben shen per quelli psichici, o i punti hua tuo jia ji per problematiche di natura pscofisica.(4)

Quando l’individuo non riesce ad erigersi perché “il peso del mondo” è troppo, devia lateralmente, la schiena si deforma e si sviluppa la scoliosi. In caso di scelte forzate e ripetute compaiono dolori lombari e cervicali. Ogni contrattura muscolare non cosciente, dipende da una tensione non risolta a livello delle scelte (questa teoria spiega le somatizzazioni dell’ansia che si manifesta con contratture muscolari dolorose); i traumi provocano delle tensioni muscolari perché bloccano e fanno ristagnare il movimento del Jing nel midollo; queste tensioni muscolari creano un’alterazione posturale che modifica l'osso e quindi la colonna vertebrale.

La colonna è la mediatrice tra le esperienze della vita ed il cervello che le memorizza; è il luogo di passaggio di queste esperienze.

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