Classe Terza D – Raffaele Poidomani La quarantena vista con gli occhi dei bambini
Editrice SCUOLAPOIDOMANI
Al termine di quest’anno scolastico, unico nel suo genere e che resterà per sempre nella nostra memoria, ho chiesto ai miei alunni di fare un bilancio. Ho raccomandato loro di riflettere, di non aver fretta di scrivere, di non fermarsi agli aspetti negativi, sicuramente tanti e facili da individuare, ma di cercare con attenzione gli aspetti positivi che il periodo della quarantena ci ha, comunque, regalato. Queste sono le riflessioni che ne sono venute fuori. Giovanna Tumino
Immagine di copertina by Beate MĂźnchenbach from Pixabay
“Era il 5 marzo quando tutto è cominciato. Tutti i telegiornali parlavano di un virus con la corona: il coronavirus. Ci hanno obbligati, così ad un tratto, a stare a casa. Però abbiamo potuto pranzare e cenare ogni giorno tutti insieme e dopo tanto sforzo e impegno ho imparato a fare la verticale.” ( Flavia C.)
“Quando la mamma mh ha detto che per qualche giorno non andavo a scuola, ero felice. Ma il giorno dopo la mamma non mi ha chiamata per andare a scuola ed ero preoccupata. Poi mi sono adattata: ho giocato con le mie sorelle e ho trascorso più tempo con la mia famiglia.” (Sofia B.)
“A volte mh affacchavo alla fhnestra e vedevo solo vuoto, le strade deserte, pochissime persone che sembravano avere paura. Ero sempre piĂš triste; ma la mamma con il suo sorriso mi diceva che prima o poi tutto sarebbe finito, mi abbracciava e mi dava coraggho e ho ch credevo.â€? ( Emma P.)
“Man mano che passavano h ghornh la situazione mi sembrava grave. Ogni giorno mi mancavano sempre di piĂš la mia scuola, le maestre, i miei compagni, giocare fuori con loro durante la ricreazione. Spero che a Settembre tutto ritorni come prima per poter riabbracciare i miei compagni e le mie maestre.â€? (Asia S.)
“Quando è hnhzhato hl coronavhrus era tutto strano perché hanno chiuso le scuole. Da una parte era bello perché potevo stare con la mia famiglia e soprattutto con papà: ero felice. E’ stato brutto, però, perché non potevo vedere i miei nonni: ero tanto triste. (Alice S.)
“La mha quarantena è stata bella e brutta. Ho potuto giocare di più con papà che non andava a lavoro ed ho hmparato ad usare hl computer. E’ stato brutto non poter salutare di persona le maestre e i compagni. Ci siamo visti solo al computer e sembrava una realtà vhrtuale.” ( Domenico G.)
“ Il coronavhrus mh ha tolto parecchie cose: non sono più andata a scuola, in palestra, al gruppo teatrale, non sono uscita a giocare fuori o a fare una passeggiata. Ma la cosa più brutta è che sono stata tanto tempo lontana dai miei genitori, che lavorano in ospedale. Però a casa dalla zia ho potuto giocare con il cane, con il gatto, mi alzavo più tardi e facevo i compiti con calma.” (Lorenza R.)
“La cosa phù brutta è stata quella dh non poter giocare e abbracciare le persone a cui voglio bene. La cosa più bella è stata giocare, cantare, cucinare insieme a mamma e papà.” (Nicolò B.)
“ Mh sono mancath glh abbracch delle mie maestre e dei miei compagni. Durante la quarantena non ho potuto fare i miei due sport preferiti: equitazione e judo. Però ho imparato a fare la pizza, le torte, il barbiere e il parrucchhere.â€? (Frida)
“Mettendo da parte tutta la mha tristezza, ho imparato a cucinare con la mamma, a dipingere, a fare giardinaggio con papĂ e a mettere lo smalto senza farlo sbavare: ho rhscoperto hl bello dh stare hn famhglha.â€? (Arianna G.)
“ In questo perhodo anche se ho affrontato tante difficoltà, non è stato difficile, perché avevo la mia famiglia che mh sosteneva.” ( Emma B.)
“In questo perhodo ho caphto che la scuola è importante e che tengo tanto ai miei compagnetti e alle mie maestre.” (Antonio)