Catalogo Il Tempo del Sale

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la memoria

d el s ale 15 luglio 31 agosto 2010 C asale Marittimo


BIANCA


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Produttore Sebastiano Tronchetti Provera (Mataeria)

Alessandra Loiacono - ricerca d'archivio (IULM Milano) Realizzazioni Tecnologiche: Martino Coffa

Coordinamento - Direzione Scientifica Fabrizio Burchianti, Rico Del Viva (Comune Casale Marittimo)

Supporto Tecnico Federico Nesti

Direttore di Produzione Romano Gregorig (Mataeria)

Redazione Catalogo Vanda Spinello - progetto grafico Massimo Cappagli - impaginazione, grafica Cesare Monti Montalbetti - foto Francesco Barsacchi - foto

Direttore Creativo Cesare Monti Montalbetti (Mataeria) Direttore della Didattica Rico Del Viva (Comune di Casale Marittimo) Direttore Artistico Vanda Spinello (Mataeria) Producer Casale Marittimo Mariangela Lenzi (Comune di Casale Marittimo) Logistica Territorio Linda Mannari (Università di Siena), Chiara Staccioli (Comune di Casale Marittimo) Segreteria Logistica Gabriele Gregorig (Mataeria) Gruppo Creativo Monica De Luca - fotografia Francesco Barsacchi - fotografia, riprese video Saverio Cassarà - riprese video Daniele Nardini - allestimento Simone Nardini - allestimento Gruppo di Ricerca Giacomo Gualtierotti - responsabile contenuti scientifici (Università di Firenze) Linda Mannari - interviste (Università di Siena) Erika Boni - ricerca d'archivio (Università Cattolica Milano) Elisa Neri - ricerca d'archivio (Università Cattolica Milano) Silvia Genuini - ricerca d'archivio (Università di Pisa) Alessandra Scalvini - ricerca d'archivio (Università di Pisa)

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Testi Fabrizio Burchianti, Rico Del Viva, Giacomo Gualtierotti, Cesare Monti Montalbetti, Elisa Neri, Sebastiano Tronchetti Provera Hanno partecipato inoltre: Il gusto del sale Ristorante “Le Volte” Ristorante “Hostaria dei Cavalieri” Ristorante “Il Sottofondo” Enoteca “Il Vecchio Frantoio” Pizzeria “La Pergola” Ringraziamenti Caterina Volterrani, Furietta Manzi, Valentina Morelli, Paola Salvini, Stefano Fantacci, Elena Franconi (Comune di Casale Marittimo) Un ringraziamento particolare alla Cittadinanza di Casale Marittimo e a tutti coloro che hanno gentilmente contribuito al progetto

Hanno contribuito alla realizzazione del catalogo Azienda Agricola Erika MACCHIA PALMANE Casale Marittimo (PI)

M anzi E nio

s.r.l.


La Memoria del Sale è il ricordo delle cose importanti, che contano davvero, è il racconto delle cose invisibili agli occhi ma che sanno dar sapore a tutto. La memoria del sale è qualcosa di più di una storia, è un racconto collettivo, un affresco sulla vita di un intero paese che si intreccia come in un grande romanzo ripreso dal vero. Perché parlare di storia oggi non può essere soltanto parlare di pietre, di reperti, di quadri e di antichi volumi, parlare di storia è soprattutto raccontare di persone, della loro vita, del loro lavoro, delle loro relazioni. Le facciate delle case di Casale così caratteristiche, con il loro colore intenso, custodiscono all'interno una ricchezza immensa: la storia di ognuno di noi. Così è nata l'idea di questo progetto: portare in mostra la storia più autentica di questo paese, quella delle sue famiglie. Cognomi che si tramandano da secoli, legati ad una terra a volte aspra a volte generosa, ma che è sempre stata madre.

Un ringraziamento speciale va alla Fondazione Culturale Hermann Geiger, che sin dall'inizio, non solo, ci ha appoggiato e sostenuto ma ha costituito un continuo punto di riferimento per lo sviluppo del progetto, con la vicinanza e l'amicizia che sempre ci hanno dimostrato. Infine voglio ricordare e ringraziare tutti coloro che hanno partecipato, a tutti i casalesi che con pazienza si sono fatti fotografare, tutti coloro che hanno messo a disposizione i loro ricordi, che ci hanno accolto in casa ed hanno aperto la valigia della memoria: a Voi tutti è dedicato questo lavoro. Il Sindaco Fabrizio Burchianti

Bisognava raccontare le storie dei nuclei famigliari passati e lo abbiamo fatto attraverso la ricerca d'archivio; occorreva poi ascoltare le storie più recenti, i racconti della guerra, della fame, della solidarietà, ma anche l'amicizia, gli amori e i momenti di festa: e così, per far questo, abbiamo realizzato le videointerviste; poi era necessario mostrare i volti che sono il prodotto di quelle storie - e che sono i veri protagonisti della mostra - allora abbiamo radunato le famiglie più antiche e le abbiamo fotografate tutte insieme. Alla fine però bisognava raccontare tutte queste storie in un modo originale, non canonico: è nata così l'idea delle proiezioni, delle finestre interattive, delle installazioni multimediali, un modo di aprire le case virtualmente. Tutto questo è il frutto di mesi di un certosino lavoro del laboratorio creativo Il Tempo del Sale. Senza questi ragazzi, senza il loro impegno e il loro spirito di abnegazione, nulla sarebbe stato possibile.

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L'idea e la conseguente stesura del nostro progetto nascono sostanzialmente da questa semplice domanda: cosa intendiamo, genericamente, per memoria? Si può definire memoria l'esperienza del tempo passato e protagonisti di questo antico vissuto sono proprio gli abitanti di Casale Marittimo. Ricercare le testimonianze significa costruire una storia “al plurale”, tutti insieme . Attivare un itinerario storico a partire da una persona che narra può essere un'ottima occasione per non dimenticare. Quest'ultimo approccio rende l'esperienza umana del territorio di Casale e della comunità nella quale viviamo un interessante punto di partenza per recuperare una dimensione complessa. Un esperimento è già stato compiuto con successo ed è facilmente riconoscibile nella recente pubblicazione che ricostruisce le tappe fondamentali della filarmonica del paese. È in quest'ottica che intendiamo procedere al fine di condividere la nostra storia. Protagonisti della ricerca sono stati dunque i cittadini stessi, testimoni e attori di un percorso condiviso. Nella fattispecie lo studio dei nuclei familiari originari ha fornito una base sicura per l'articolazione di attività finalizzate non soltanto alla ricerca a carattere storico, antropologico e sociologico, ma anche alla divulgazione verso l'esterno mediata dalla sensibilità artistica di nuove risorse creative. Il fine che ci siamo preposti è stato pertanto il recupero e la conservazione proprio di quella memoria che talvolta è destinata a morire con le persone che se ne fanno portavoce.

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Lo studio dell'anagrafe storica delle famiglie casalesi ed una eterogenea raccolta di fonti di varia natura (iconografiche, scritte, orali) ci ha condotto verso la costituzione di una sorta di banca dati in fieri. Da questo punto di vista le vicende recenti potranno, in futuro, recare la testimonianza diretta di chi le ha vissute in prima persona. Il confronto tra la micro-storia locale e la macrostoria nazionale, europea e mondiale è stato senza dubbio

l'inevitabile traguardo dell'encomiabile impegno creativo e scientifico dei giovani ricercatori coinvolti nell'operazione. In conseguenza di ciò ci piace considerare il nostro centro di ricerca, nato grazie ad un'idea condivisa con Cesare Monti Montalbetti, un servizio per l'intera cittadinanza e un investimento per il futuro. Oltre alla finalità scientifica, infatti, ci proponiamo innanzitutto il recupero della memoria collettiva e della storia del territorio. Per concludere, tengo a ribadire che fondamentale e indispensabile è stata la collaborazione dei volontari, dei cittadini e dei giovani che, al di là dell'interesse scientifico, hanno contribuito con passione come primi fruitori del progetto. L'Assessore alla Cultura Rico Del Viva


La Fondazione Culturale Hermann Geiger si è costituita il 19 febbraio 2009. Il nome della Fondazione rende omaggio al farmacista e omeopata svizzero Hermann Geiger cui si deve un'importante attività imprenditoriale in campo farmaceutico, estesa nel corso di quasi tutto il '900 ad un ambito di diffusione internazionale. Gli eredi, da tempo impegnati in iniziative legate alla filantropia e all'elevazione della persona umana, hanno deciso di destinare parte del proprio patrimonio allo sviluppo di progetti coerenti con le attività statutarie, che riflettono gli indirizzi di intervento e i valori etici cui la Fondazione stessa è ispirata. La Fondazione ha lo scopo principale di diffondere e valorizzare i contatti e gli scambi socio-culturali in tutti i campi delle attività umane. Indica come principio ispiratore per le proprie attività la cultura della vita e della pace, la promozione e il miglioramento dei rapporti tra gli esseri umani e le nazioni, ed in generale il progresso etico -morale dell'umanità.

l'idea iniziale, per noi forse anche un po' astratta, era diventata realtà e che oltre a una grande mole di materiale raccolto e prodotto era nato un gruppo di lavoro, eterogeneo e coeso, che lasciava intravedere importanti spiragli di creatività e professionalità. A questo punto mancava un solo ma fondamentale tassello, rendere pubblico il risultato di tutto il lavoro multimediale svolto. La fondazione ha deciso di sostenere pienamente e con soddisfazione quest'ultima importantissima fase de “il Tempo del Sale” permettendo di portare a compimento, noi ne siamo certi, una originale e preziosa opera. FONDAZIONE CULTURALE HERMANN GEIGER Il Presidente Giovanni Servi

Le principali aree di intervento per lo sviluppo di attività, progetti e iniziative sono: promozione sociale attività culturali valorizzazione del territorio (beni culturali e risorse ambientali) didattica e formazione. Quando a dicembre, su richiesta del Comune di Casale, Cesare Monti e Mataeria ci presentarono “il Tempo del Sale“ è apparso chiaro che il progetto andava a toccare, se non per alcune addirittura ad abbracciare, tutte le aree di intervento relative ai fini statutari della fondazione; questo, unito al “credito” che un personaggio come Cesare possiede e al fresco entusiasmo dell' amministrazione comunale ci hanno convinto a sostenere la prima fase di lavoro prevista per un periodo di quattro mesi. Al termine di questa prima fase abbiamo riscontrato che

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Sotto l'egida dell'esperienza creativa di Cesare Monti, il gruppo di ricerca “Il Tempo del Sale” ha trovato sede naturale nei locali del Teatro Comunale di Casale Marittimo e, tramite una attenta selezione, ha coinvolto giovani collaboratori presenti sul territorio locale e nazionale. Nella fattispecie la missione del gruppo creativo è stata quella di creare dei prodotti-eventi che tengano in considerazione la possibilità di trasformare le nuove tecnologie in poesia, dare dei contenuti alle nuove forme espressive, come: video libri, istallazioni, Il teatro-cinema, gli audio-video, la poesia visiva. Il centro di ricerca è dunque dedicato alla sperimentazione di nuove forme di comunicazione e nasce con l'intento di produrre contenuti innovativi e proporre diversi approcci ai media. Esso ha preso le mosse da un workshop di quattro mesi iniziali durante i quali i ricercatori, affiancati da giovani universitari, si sono cimentati con lo studio sul campo Il Tempo del Sale è dunque, in primis, un progetto dedicato al territorio del Comune di Casale Marittimo. Uno dei principali scopi del laboratorio è stato infatti quello di creare prodotti che possano avere una ricaduta economica, turistica e culturale nella zona che lo ospita. L'intervento della società di comunicazione Mataeria, all'interno del progetto, è stato pertanto quello di portare know-how e strumenti produttivi affinché i prototipi prodotti dal centro di ricerca si confrontino con il mercato. Accanto al lavoro di ricerca, “Il Tempo del Sale” si è prodotto nella divulgazione tramite incontri, eventi, concerti aperti al pubblico. Il primo workshop è stato appunto “La Memoria del Sale”: un progetto dedicato ai gruppi familiari di Casale. Scopo di questo approccio alla ricerca è stato quello di produrre un'installazione urbana che potesse illustrare, utilizzando eterogenee tecnologie e supporti la storia dei gruppi familiari del paese. Memorie, ricette, racconti, lettere e fotografie hanno composto un percorso multisensoriale condiviso. In ultima analisi è doveroso ricordare, da parte nostra, che

il progetto si sostiene grazie all'indispensabile collaborazione della Fondazione Culturale Hermann Geiger. Il Presidente di Mataeria Sebastiano Tronchetti Provera

Quando parliamo di installazioni entriamo in un campo in cui la tecnologia, sposandosi con i concetti, offre all'utente un viaggio che si colloca tra la sensibilità artistica e i contenuti. Credo che sia importante scardinare non solo le proposte creative, ma anche i luoghi ai quali queste proposte vengono applicate. Parlo del superamento museale o galleristico, parlo di entrare in spazi deputati ad accogliere la gente come i cinema multi-sala, i centri commerciali, le strade comuni dei paesi e delle città, i parchi o gli orti. Quello che voglio dire è che occorre essere presenti, non isolarsi ma conquistare quei luoghi in cui la gente passa la maggior parte del tempo non avere paura della dissacrazione, anzi allontanarsi dalla sacralità deputata. Diventare come dei grandi parchi dei divertimenti che lasciano i loro ghetti per entrare nella quotidianità dando a questa quello spessore etico fondamentale per un miglior vivere civile. Il Direttore Creativo Cesare Monti Montalbetti


la memoria

d el s ale

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BIANCA

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sommario 12

introduzione

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le lettere

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metodologia

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finalitĂ

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petizione contro il medico condotto contropetizione per il medico condotto le lettere di Sara Righini

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la mostra

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le ricette

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planimetria

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esempi di installazione

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le famiglie

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la zuppa di nonna Alfonsa la pappa al pomodoro di Arrigo il cacciucco di chiocciole alla casalese la forma di fichi secchi di Nello

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Presti Giani Gianfaldoni Lotti Volterrani Braccialini Santini Manzi Morelli Nardini Camerini Bettini Pasquini Sparapani

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le proiezioni sul paese

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bibliografia

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le interviste

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Tullio Volterrani Maria Eugenia Zaccarelli Emo Bettini, Santina Favilli Rita Calafiore

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introduzione

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Il Tempo del Sale è un progetto ambizioso che mira a creare una realtà nuova e dinamica in un piccolo centro come Casale Marittimo. Non una semplice operazione di marketing territoriale limitata alla realizzazione di un solo evento, ma un centro di ricerca sperimentale legato al territorio che unisca un gruppo di studio storico-sociale e uno creativo, con lo scopo di costruire una equipe stabile di persone che trovi un modello per riscoprire e valorizzare quella piccola grande ricchezza che il Borgo racchiude tra le mura del suo Castello. Molto spesso vengono trascurate le grandi risorse culturali insite nella realtà di una piccola comunità, ricca di tradizioni, aneddoti, particolarità che la rendono unica nel suo genere. La grande sfida nei confronti di un mondo che pare avviarsi verso contesti sempre più globali e multinazionali è quella di riaffermare l'identità del territorio nella propria unicità storica. Un borgo perfettamente conservato dove si respira la stessa aria buona che lo rese degno di nota nella descrizione dei piccoli Comuni Toscani del Dizionario Repetti del 1833. La grande potenzialità di Casale sta proprio qui, nel suo essere in qualche modo non replicabile e caratteristico . Proprio per rendere concreta questa potenzialità il progetto il Tempo del Sale non parte da un grande centro, ma si ancora alla comunità e al suo territorio.

Lo sviluppo locale che può nascere da una simile esperienza è illimitato, la ricerca non serve solo da sponsor per quello che riguarda il paese, ma può formare delle professionalità e delle competenze che solo la sperimentazione sul campo sa dare, sia in senso “scientifico” con il gruppo di ricerca, sia in senso creativo con l'attuazione concreta di progetti ed eventi ad alto contenuto culturale. La ricerca non si ferma ai soli contenuti, ma si estende anche alla forma attraverso la quale questi vengono divulgati. La fruizione da parte del pubblico deve essere quanto più coinvolgente, stimolante e divertente: questa è la nostra ambizione. Per raggiungere tale scopo, il laboratorio si propone anche lo studio e l'analisi di nuove forme di comunicazione interattive, ludiche, ricercate, ma accessibili, che permettano a tutti di rientrare in contatto con la propria storia, entro un ottica nuova ed originale. Le possibilità non si fermano certo qui, sia i contenuti di tipo storico-sociale, sia la raccolta di immagini, interviste, produzioni artistiche possono diventare una sorta di “Banca della Memoria” a disposizione del gruppo per mostre, eventi all'aperto, rappresentazioni teatrali e molte altre realizzazioni, tutte con una matrice comune: il legame strettissimo con il territorio. In questo senso l'esperienza di Casale Marittimo è un importante punto di partenza, un esperimento che può essere utile per dare inizio ad un modello “esportabile” ad altre realtà simili (specialmente in Toscana) con la grande ambizione di creare una rete, una sorta di “distretto culturale”, in cui tutti i nodi mettono in comune la propria particolarità per dare continuità a un progetto concreto e per emergere grazie a una serie di risorse già presenti nei centri e virtualmente inesauribili proprio per la loro natura.

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metodologia

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La ricerca sul campo deve essere guidata da precise basi metodologiche affinché la raccolta di un grande volume di informazioni, necessario per un progetto di questo tipo, possa essere quanto più possibile efficace e mirata per dare vita a un modello serio e approfondito di studio del territorio. Il punto di riferimento per l'impostazione generale del percorso legato ai gruppi famigliari di Casale Marittimo è quello del filone della “Microstoria”: non una “piccola storia”, ma una visuale che parte dal particolare -in questo caso dal locale- per ampliare lo sguardo sul generale sia mediante una comparazione con i grandi eventi a livello “macro”, sia analizzando dinamiche sociali venute alla luce dalle ricerche e riscontrabili in studi più generali. Il progetto “La Memoria del Sale” punta la lente d'ingrandimento su quello che può essere considerato il motore di una piccola comunità compresa nel suo borgo medievale: il gruppo famigliare. Partendo da questo soggetto di studio è facile imbattersi in quelle che sono le tradizioni, gli aneddoti, le consuetudini, l'assetto e la mobilità sociale del paese, portando alla luce un qualcosa di unico e indissolubilmente legato al territorio. Per l'analisi di questo tipo di gruppo sono stati usati in particolare tre tipi di fonte: l'anagrafe, l'archivio storico del Comune di Casale e l'intervista diretta. La consultazione anagrafica è partita da quella contemporanea in un rapporto comparativo con quella storica conservata nei locali del Comune ed è stata utile per individuare quali siano le famiglie presenti in maniera più continuativa e corposa nella comunità e per ricreare alcuni alberi genealogici che possano guidare la ricostruzione delle dinamiche socio-famigliari di Casale (spostamenti migratori, matrimoni, impieghi...). L'Archivio Storico Municipale fornisce una serie di dati collocati storicamente in un periodo che va dalla fine del '500 all'Unità d'Italia con documenti di rilievo più istituzionale (boccaioli, dazzaioli, delibere), con testimonianze della vita di Paese uniche e di particolare interesse “microstorico” (cause legali, corrispondenza di

privati cittadini nei confronti del Comune) e con precisi riferimenti all'uso e all'assetto del territorio in termini sia economici, che geografici (elenchi dei soci livellari, descrizione delle strade, prospetti delle case di campagna...). Le interviste hanno un significato particolare perché, oltre ad essere una importante integrazione al lavoro di archivio, mirano a coinvolgere la popolazione nel progetto (specialmente quella più legata alla storia di Casale), rendendo più vivo e concreto il lavoro di ricerca. La scelta è stata quella del metodo etnografico, più noto come “racconto di vita” o “intervista narrativa”, un modo non costrittivo, né per l'intervistatore né per l'intervistato, al fine di realizzare una raccolta qualitativa di informazioni e non una mera sequenza di risposte chiuse. In questo modo le notizie, le storie, gli aneddoti possono essere sfruttati e analizzati, oltre ad essere un nuovo spunto per l'approfondimento e il completamento di tutto il progetto. Ovviamente tutte le narrazioni sono state registrate e il materiale audiovisivo è utilissimo per la rielaborazione di contenuti preziosi, per la costruzione in itinere dell'osservazione: centrale è infatti, per questo tipo di ricerca, non fossilizzarsi su un'idea precostituita, ma rendere dinamica l'analisi grazie alle testimonianze di chi ha vissuto una certa realtà e ha contribuito a realizzarla in concreto.

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finalitĂ

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Creazione del Laboratorio “Il tempo del sale”. L'ambizione sarebbe quella di istituire un centro di ricerca storico sociale e artistico, ancorato al territorio, continuativo e che si avvale di risorse storiche d'archivio e di nuove tecnologie per la loro divulgazione e valorizzazione. Il laboratorio è attualmente organizzato, secondo le competenze, in due gruppi, uno di studio e screening e uno creativo. La ricerca è dinamica, un continuo work in progress che si evolve grazie ai risultati che permettono di aprire nuovi orizzonti di analisi locale. “La Memoria del Sale” è il progetto pilota del laboratorio, un primo esperimento con contenuti legati ai gruppi famigliari della comunità. La realizzazione si ha attraverso soluzioni artistiche connesse a nuove tecnologie e si concretizza attraverso un evento mostra: una sorta di museo a cielo aperto, ludico, curioso e interattivo. La potenzialità del Laboratorio si rivela anche nella capacità di coinvolgere la popolazione locale con strumenti di tipo partecipativo, che non si limitano alle testimonianze raccolte tramite intervista, ma che si estendono alla realizzazione di eventi in cui i protagonisti sono i membri e le storie della comunità l'oggetto. Il laboratorio si riconosce come realtà esportabile a qualunque altro contesto locale, mediante la sua capacità di rielaborare ricchezze storico culturali in una visione di più ampio spettro

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BIANCA

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la mostra

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Descrizione allestimento L’allestimento non si colloca in uno spazio predefinito e chiuso, ma trova motivo di estere nella più libera e complessa ambientazione urbana. Non un edificio o una serie di ambienti racchiudono pannelli espositivi, ma è proprio la tessitura in pietra delle facciate delle case ad offrire il fianco ad un evento che si estende tra le vie del paese: dalle cosiddette “rughe” del castello, fino alle suggestive aperture paesaggiste delle discese del borgo. La luce del giorno renderà manifesto il tracciato storico, i dati legati alle vicende familiari, la micro storia locale e la macro storia universale. La notte aggiungerà a tutto questo il fascino delle immagini restituite dalle suggestioni iconografiche delle foto di famiglia.

1 famiglia Presti - aventi diritto al voto 2 famiglia Giani - censimenti case di campagna 3 famiglia Gianfaldoni - boccaioli 4 famiglia Lotti - arruolamenti militari 5 famiglia Volterrani - istanze di sussidio 6 famiglia Braccialini - le epidemie 7 famiglia Santini - richieste di lavoro 8 famiglia Manzi - richieste di lavoro 9 famiglia Morelli - i casalesi e le tasse 10 famiglia Nardini - casale in epoca napoleonica 11 famiglia Camerini - elenco strade 12 famiglia Bettini - famiglie non più sul territorio 13 famiglia Pasquini - gli esercenti 14 famiglia Sparapani - il caso del “donzello” il gusto del sale A ristorante Le Volte B Hostaria dei Cavalieri C ristorante Sottofondo D enoteca Vecchio Frantoio E pizzeria La Pergola

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esempi di installa zione

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REALIZZAZIONE DELLE FOTO Le foto delle famiglie di Casale sono state realizzate nei locali del teatro comunale dal 15 al 22 maggio 2010. Il set fotografico, sotto la direzione artistica ed esecutiva di Cesare Monti Montalbetti, ha beneficiato delle professionalità di Romano Gregorig e Vanda Spinello. Assistente fotografo è stato Francesco Barsacchi del gruppo creativo del laboratorio. Gli scatti, come traspare dalla forza delle immagini, non sono frutto di semplici inquadrature (foto di gruppo tradizionale), ma nella disposizione dei soggetti hanno avuto lo scopo di far trasparire l'orgoglio di appartenenza al gruppo familiare.

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le famiglie

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famiglia Presti

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famiglia Giani

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famiglia Gianfaldoni

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famiglia Lotti

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famiglia Volterrani

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famiglia Braccialini

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famiglia S antini

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famiglia Manzi

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famiglia Morelli

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famiglia N ardini

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famiglia C amerini

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famiglia B ettini

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famiglia P asquini

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famiglia Sparapani

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le interviste

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La video intervista

Esempio di scheda per le interviste video:

Illustreremo di seguito il procedimento di base utilizzato per la raccolta di testimonianze tramite le video interviste. Una volta stabilite metodologia e progetto d'insieme, è necessaria la stesura di una traccia che gli intervistatori useranno per l'indagine sui gruppi e le dinamiche famigliari. Come spiegato e per la stessa natura del metodo, non è necessaria la schematizzazione mediante tecniche di analisi bloccate (domande chiuse e precise, raccolta di dati di tipo matematico) dal momento che la base quantitativa fornita da anagrafe e archivio storico risulta più che sufficiente. Quello che viene illustrato è un “canovaccio”, una traccia su cui muoversi a seconda del soggetto intervistato e degli argomenti rilevanti oppure delle tracce di particolare interesse incontrate nel corso dell'intervista. L'uso di riprese audio-video diventa così importantissimo per non perdere quelle informazioni “tra le righe” che ogni intervistato può fornire, ovviamente non solo per la ricerca, ma come mezzo diretto e coinvolgente anche per una futura esposizione al pubblico. L'interesse microstorico può infatti incuriosire il forestiero, mentre la narrazione di eventi e nomi noti può interessare qualsiasi membro della comunità casalese.

Nucleo Famigliare del soggetto intervistato luogo di nascita dove è vissuto prevalentemente professione studi ramificazione famigliare dislocazione famigliare (emigrazioni/immigrazioni) Inquadramento Sociale della Famiglia occupazione primaria cambiamenti sociali all'interno della comunità Rapporto interfamigliare nella comunità Aneddoti legati a Casale matrimoni e legami tra famiglie, spartizioni terreni, coabitazioni ecc. Profumi, sapori Attività extra-lavorative svolte a Casale ricostruzione della storia dell'intrattenimento e culturale Trasformazioni morfologiche del territorio modernizzazione e urbanizzazione Grandi eventi vissuti / ricordati (legame macro - micro storia)

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La Barona era una donnina che stava in Piazza dove ora c'è un'agenzia, stava lì. Era una vecchia donnina che aveva una bottega... te lo immagini una bottega di una vecchia che aveva già una novantina d'anni...a quattro birbanti come noi gli s'andava in bottega... gli si comprava un'automobilina e gli si portava via per un "soldo"... noi si chiamavano soldi...saranno stati... -Quant'erano i Centesimi, Nicoletta, del soldino?Cinque?- - Cinque!- Quando sono nato io c'erano i "Soldi"... la più piccolina era un "cosino" così da 5 Centesimi, poi ce n'era un'altra da dieci... si chiamava "diecione", poi c'era un "ventino", da Venti... Poi c'era la Mezza Lira che era già un colpo... la Lira, che io non ho mai visto, io credo Una Lira d'averla vista una volta... Una volta sola, massimo una o due! E s'andava... noi quattro, sempre i soliti quattro, e ogni volta gli si portava via quattro o cinque automobiline perché s'andava a comprare "Una pasticca d'orzo, Barona!!"... siccome si sapeva che l'orzo eran pasticche -te lo immagini chi ci andava a comprare la roba lì dentro? - che gli rimanevano attaccate l'una all'altra e quando arrivava a tirarle fuori dal barattolo venivano fuori tutte insieme, sicché per staccarle ci metteva un po' di tempo... allora noi mentre lei era lì così, c'era uno che più birbante di noi prendeva un'automobilina -tac!- se la metteva in tasca. Aveva una scatolina sul banco... te lo immagini che negozio era... si pigliava un'automobilina e se la metteva in tasca così e gli si rubava queste automobiline così. Insomma poi.. quando morì... tutte le volte che si passava dal cimitero s'andava sempre dentro a trovarla… Tutti e quattro!”

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Tullio Volterrani è un grande narratore e in questa piccola parte di intervista racconta uno dei suoi aneddoti d'infanzia. Una piccola marachella da bambini attraverso la quale si scopre un contesto di valori semplici e umili, di divertimento spensierato e di piccoli particolari che svelano molto della quotidianità di un tempo passato.

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Sono stata battezzata dal mio Padrino che è stato Jacopo Cancellieri, uno dei figli della Signora Sefi, dei veri padroni! Però ho sempre sentito dire dai miei genitori che lui è stato il Padrino, però in Chiesa in braccio mi ha tenuto Lori Barbieri, che era autista... e sennò troppa grazia!! Hai capito? In braccio mi ha tenuto questo Lori... Questi sono ricordi della Casa Cancellieri. Poi dopo... ora io non ricordi bene i periodi, le date... mio babbo venuto via da lì diventò un... a quei tempi venivano chiamati “gabbrigiani”... andava nelle campagne, sicuramente penso con la bicicletta, a comprare le uova e poi le rivendeva alle persone del paese, questo lo ricordo “il gabbrigiano”. Poi dopo comprò il cavallo e il barroccio e andava nelle campagne e nei paesi vicini a vendere, in quei tempi sempre, veniva detto la pannina, perché naturalmente l'abbigliamento non usava, usavano le stoffe e insomma veniva chiamata la pannina. Mi ricordo che la mattina lui e mamma caricavano questo barroccio pieno di queste stoffe e poi la sera lo scaricavano. Io stavo in Via Giusto Cancellieri, il Fosso per capire meglio, e giù ci tenevano, mi ricordo, il cavallo e su appena si entrava in casa prima di andare in cucina c'era una grande entratura con dei banchi e ci tenevano queste stoffe. Mi ricordo anche che venivano le persone del paese a comprarci . Da lì smisero di andare fuori a fare gli ambulanti e comprarono il negozio..."

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Grazie a questa testimonianza di Maria Eugenia Zaccarelli possiamo capire quanto importante fosse la famiglia Cancellieri a Casale e quale fosse il rapporto con il resto della popolazione. In seguito racconta di lavori antichi, di quell'arte di arrangiarsi che creava mestieri legati al lavoro contadino, alla difficoltĂ e lentezza negli spostamenti e al diverso rapporto tra paese e campagna.

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SANTINA: Allora noi ci siamo conosciuti così: io andavo a ballare no? Mi garbava, alla Sala, tanto ballare. Questo mi comincia a star dietro... Allora usava così eh... non è mica come ora...ma a me.. non lo so... si mi garbava... ma mi garbava ballare e a lui non gli riusciva! Non gli riusciva imparare! E io gli dicevo è possibile che io possa smettere di ballare? Allora lui andava alla macchia e io quando lui non c'era andavo alla sala e ballavo con queglialtri!! Lui non voleva mica! Vero? EMO: Come non volevo? SANTINA: Eh... lo avevi un po' a noia insomma... Perché non eri mica contento! Perché io ballavo con Giordano... EMO: Ma tanto voi altre donne... tanto volete far sempre come vi pare, a voi altre e come vi torna meglio a voi! è inutile... Tanti dicono "io comando, io comando..." Io non ho mai comandato proprio niente!! Perché: vai a lavorare, riscuoti e porti in casa! SANTINA: Sì... ora questo è un altro discorso EMO: E poi chi li spende?? Ma tanto comandate voi altre! SANTINA: Insomma la conclusione è questa: io avevo 15 anni, perché finita la guerra poi si cominciò un pochino... ad aprire gli occhi... E insomma mi fidanzai con lui e dissi "Ma bada come sono stata "storta" ora che potevo stare un po' bene...” E insomma io andavo alla Sala e mi garbava andare a ballare e lui non voleva.. EMO: Come non volevo? SANTINA: Ma a te... Non ti riusciva!

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Questa intervista – dialogo tra Emo Bettini e la moglie Santina Favilli, piena di affetto e ironia, racconta dei pochi momenti di svago nella “Sala” - l'attuale teatro comunale - e sottolinea in maniera divertente la tradizione “matriarcale” di Casale.

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E allora ci trasferimmo, purtroppo, a Roma... Mia madre non era molto contenta perché era abituata a portare i tacchi e con i sampietrini che c'erano a Roma naturalmente non camminava molto bene.. Comunque poi ci si abitua a tutto. E a Roma la cosa è stata diversa... A Firenze la vita è differente anche per quel poco che io ho potuto vedere fino ai sei anni, anche perché mia mamma mi portava sempre al passeggio. Perché la città, la vita della città è una vita molto diversa da quella che si vive in questi paesi e poi soprattutto nel paese piccolo.. è una vita corale questa, la vita della città non è così. Molto, diciamo, circoscritta tra appartamento e appartamento perché ognuno... Talvolta non ci si conosce proprio per nulla e poi ognuno ha il proprio lavoro, la propria vita... Qualche volta se si fa amicizia, ma non è tanto facile, allora ci si può ritrovare al pomeriggio per prendere un tè, per fare il cosiddetto salotto che, devo dir la verità, a me quando son venuta qua mancava parecchio..."

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In questa acuta analisi delle differenze tra cittĂ e paese Rita Calafiore racconta le difficoltĂ , da lei stessa vissute, che nascono quando si deve cambiare ambiente in modo cosĂŹ radicale e nell'adattarsi a un nuovo stile di vita.

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“Cominciarono a dire: “ Si va lassù alle Saline”. C'era l'acqua salata, si faceva il sale. Avevamo fatto dei cosi non so di cos'erano per bollire quest'acqua che poi dava il sale. Con una paniera in capo, tutti i fiaschi, poi con le tanichine... io quanti anni avevo? 13-14 anni... Si partiva a volte anche con mio fratello, e s'andava a questo sale... Quando andavamo lassù ci si metteva mezze giornate per riempire questi fiaschi dalla gente che c'era... Vedrai... tutti si ingegnavano a fare queste cose qui... Mezze giornate, pioveva... Mamma mia, quello che non s'è patito! Si scendeva dai Pozzatelli e poi vai lassù alle Saline! A piedi eh! Poi con quel peso in capo quando si tornava... quando s'arrivava a casa eravamo mezzi rintonititi, vedrai... Tra il freddo, mi ricordo era anche inverno, poi tutti bagnati perché a volte pioveva... Insomma... Quando s'arrivava a casa aveva fatto, mio fratello, una specie di bandone grande dove si vuotava quest'acqua e bolli bolli bolli... poi veniva fuori questo sale! Poi il giorno dopo, si ripartiva! Mica un giorno solo eh... Mi ricordo che una volta... mezzi scalzi.. - perché non avevamo nemmeno le scarpe! - Avevo un paio di sandaletti ai piedi... mi sciuparono tutti i piedi... io quello che non patii quel giorno... Dissi “Non ci vengo più! Io non ce la faccio più!” e invece poi ci ritornavi e via... Prima s'andava in un posto, poi s'andava in un altro... e tutti lì con questi fiaschi a reimpirli... “Prima ci sono io... Prima ci sono io...”. Era un lavoro... da morire! Eppure quasi tutti i giorni si partiva con questa paniera in capo piena di fiaschi e si arrivava a casa che non se ne poteva più! Mica io sola eh... tanta gente... Poi questo sale si vendeva... io non so nemmeno come .. comunque ci si prendevano i soldi..."

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Questo episodio accomuna moltissime testimonianze che si ritrovano nelle nostre interviste ai casalesi. Subito dopo la guerra, in seguito ai bombardamenti, ci furono alcune perdite di acqua salmastra dalle vicine saline di Volterra. Moltissime persone costrette dalla necessità di arrangiarsi, in un periodo di miseria e privazioni, si incamminavano da Casale alla volta di queste saline per rubare un po' di quell'acqua e produrre un minimo quantitativo di sale da rivendere di contrabbando. Questa di Santina Favilli è una delle “Memorie del Sale” più toccante ed esemplificativa delle difficoltà di quel durissimo momento storico.

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BIANCA

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le lettere

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Queste lettere sono state ritrovate nei locali dell'archivio storico municipale di Casale Marittimo e sono la prova concreta di un momento di tensione, ma allo stesso tempo di impegno pubblico, che coinvolge parte dei cittadini. Due petizioni firmate (spesso anche da analfabeti con tanto di testimonianza da parte di chi invece sapeva leggere e scrivere) una contro e una a favore del discusso Medico Condotto, il Dottor Adriano Ponci. Le testimonianze dei modi bruschi e discutibili del Medico sono elencate con tanto di nomi e cognomi dai firmatari, di fatto contadini e lavoratori, mentre dalla parte del Dottor Ponci si schierano invece i notabili del paese, le famiglie di professionisti e i possidenti. Le difficoltĂ di lettura e l'antichitĂ dei documenti hanno fatto sĂŹ che la trascrizione letterale presenti alcune forme linguistiche molto lontane dalle nostre e un'ortografia un po' ballerina, in particolar modo nella accorata petizione dei lavoratori del paese. Le firme e la data presenti in tutte e due le lettere fanno sĂŹ che siano importanti fonti per ricostruire l'organizzazione sociale e i rapporti di forza all'interno del paese in un preciso contesto storico.

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PETIZIONE CONTRO IL MEDICO CONDOTTO Davanti l'Ill.mo Sig.re Gonfaloniere, e Priori rappresentanti il Municipio di Casale in Val di Cecina. I sottoscritti abitanti nel Comune suddetto, espongono rispettosamente alle SS. LL. Ill.me finalmente di soffrire le cattive maniere, che si usano da questo medico, chirurgo, condotto nella persona del Dr. Adriano Ponci, che ogni qual volta viene ricercato il Dr. Ponci causa di malattia alle chiamate degli ammalati si rivolta con parole illecite in maniera di compromettere l'onestà d'un buon cittadino contro il contegno di che serve in pubblico. Molti sarebbero i fatti accaduti da citarsi, ma si limitarono in pochi, che saranno i seguenti: Amedeo Orlandini possidente al Poggetto al Pero, chiamò per un suo figlio il Dr. Ponci che lo avesse curato, che aveva una forte infiammazione alla testa, e facendole conoscere il periodo di questo suo figlio, a questa chiamata punto si diede premura, in modo, che la malattia prese vigore, nuovamente fù chiamato dal citato Orlandini, esso gli si rovesciò con parole sporche ed insulti e protestando di non volerci andare, il Gabellieri Mario lo chiamò per sua Madre, che guardava il letto, questa pena a podere Luogo detto il Moreto a poca distanza da Casale passata la curva, veduto dal Gabellieri il ritardo del Medico, di nuovo lo chiama, e lo trovò che giocava alle carte, a certo Francesco Sparapani possidente in Casale suddetto, pur avendo chiamato per una povera donna questa, ammalata, chiese che le avesse levato un poco di sangue, a questa dimanda cominciò a trattarlo d'ogni villania e così facendo La prese per le braccia e a forza le faceva battere il dorso villanamente nel muro, lo Sparapani fece la querela alla Competente Autorità, la risoluzione della quale fu impedita da una quietanza rilasciata dallo Sparapani, a ciò indotto da buoni ed onesti amici, Certo Francesco Marchi abitante al Podere della Pieve poco lungi dal Paese lo fece chiamare da sua moglie ora defunta per un suo figlio che giaceva in letto che rispose lui Vieni uno di questi giorni, il fatto andò che non lo videro, Nuovamente fu chiamato,

esso rispose che non sapeva cosa fargli, dietro questo modo d'agire il Marchi si diresse al Medico di Guardistallo, ove dal medesimo fù curato a regola d'arte ed il figlio è guarito. Luigi Getti invita il medico per il proprio fratello ammalato, corrispose all'invito e intraprese la cura, ma trascinò talmente la cura, che applicatagli , non tornò mai più per indicare i modi di medicarli, e l'ammalato dovette miseramente soccombere. Certo Giovanni Toninelli, Colono al Podere delle Rocche che dopo reiterati inviti e calde preghiere, appena potè ottenere, che il medico si trasferisse a visitare un ammalato della propria famiglia= Certo Giuseppe Granchi miserabile abitante in Casale per ben tre volte invitò il medico a trasferirsi alla propria abitazione per il proprio padre ammalato. Finalmente corrispose all'invito allor quando foste salutare non poter più operare, a nulla più giovavano i soccorsi delle religiose, e tuttavia seguitò a trascurarne le visite. Nell'ultima diagnosi a questo si interpella Giuliano Marliani, che andò a chiamarlo alla sua abitazione ma una sua nipote e molti contadini si sono affidati a quello di Guardistallo con doppio aggravio delle loro famiglie, questo accade anche in famiglie possidenti, e per non trovar compromessi per le cattive maniere esposte altro mezzo non vi è se non far presente alle SS. LL. Ill.me questa giusta, e chiara lagnanza onde prendere in esame l'esposto sicuro e certo di aver detto la Verità, quindi conosciuta, ordinare, che il dottor Ponci venga allontanato da questa condotta di medico e chirurgo per non vedere una qualche volta la rovina d'un qualche Capo di Famiglia. Che è quanto Casale di Val di Cecina Li 6 Giugno 1863

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CONTROPETIZIONE PER IL MEDICO CONDOTTO Casale Li 12 Giugno 1863 Ill.mi Sig.ri Gonfaloniere e Consiglieri componenti il Municipio di Casale I sottoscritti avendo presentito che nell'ultima Adunanza Magistrale venisse presentata al Consiglio una Istanza contenente un Reclamo contro il Medico Condotto Sig. D.re Adriano Ponci firmata da pochi individui i questo Castello, e dai quali intendendosi far sentire in quel reclamo essere stimolati a reclamare contro il detto impiegato spinti dalla pubblica lagnanza e generale risentimento. Meravigliati i sottoscritti dall'ardito procedere di quei pochi reclamanti, certificano in primo luogo essere falso l'asserto del malcontento nella popolazione per il Servizio del Medico Condotto Sig. D.re Adriano Ponci, ed in secondo luogo dichiarano che detto impiegato adempie con assiduità e premura le due incombenze di Medico e chirurgo, e nell'attualità anche con maggior zelo e precisione da meritarsi come si è meritata sempre più la pubblica considerazione e stima.

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Di grande impatto emotivo sono queste lettere, trascritte in maniera completamente fedele all'originale, dalle trincee del Nord Italia durante la prima guerra mondiale, messe a disposizione per il progetto “La Memoria del Sale” da Sara Righini, inviate a quel tempo da suo padre al fronte. Struggenti testimonianze di scenari di battaglia e della devastazione del conflitto, il bisogno di denaro e di beni di prima necessità, la mancanza della famiglia e dei figli, ma anche le idee, la rabbia nei confronti della guerra, le prospettive future, la voglia di ricominciare. Poche righe da cui traspaiono le ispirazioni, le convinzioni di un uomo non istruito che ha dovuto prendere atto delle difficoltà della vita creandosi, per necessità, sul campo di battaglia una propria coscienza sociale e civile.

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Il 1 novembre 1917

Il 26 novembre 1917

Carissima Conzorte la mia salute e buona sperando sia di te i bimbi e tua famiglia. O cambiato posizione sempre assieme con gigi e siamo in territori Italiani ma sempre in mezzo alle montagne ma stiamo più bene anche per il freddo la neve è sulle cime e dove si batte noi perora non c'è ma celto non e stà tanto. Abbiamo fatto una lunga marcia e non siamo ancora sicuri di stare in questi paesi. Il nostro lavoro e di poca fatica perora e ti prego mandarmi £ 5 che ne sono sprovvisto e loccasione non manca per spenderli. Mi dispiace ad essere arivato a questo punto di chiederti quattrini perchè son certo ti sono molto necessari ma se non poi vendi pure qualcosa magari le mie scarpe grosse nove che se la fortuna mi assista di ritornare. Scalzo non mi manderanno. Perora scrivi sempre il medesimo indirizzo in caso lo cambiasse ti avviserò. Dunque stai contenta e tranquilla sperando sempre in bene scrivimi che io dalla tua lettera scritta del 22 ottobre non ò più ricevuto niente. O ricevuto la cartolina di zia Assunta la quale mi diceva che oggi tutti santi sarebbe venuta a bibbona farmi sapere tutto. Baci a Derno Ubelse Risveglio, Dirmi sono fieri? Più un bacio affettuoso a te dal tuo Carlo quesaltro foglio lo porterai subito alla Marina che si è scritto insieme Saluta Colomba con Augusto ci siamo allontanati

Carissima Conzorte non ti meravigliare se ti o mandato quelle 30 £ e specialmente che prima ti avevo domandato denari te li avevo chiesti perché mi ero accolto dello spostamento e dovevo viaggiare diversi giorni e per questo li avessi avuti mi avrebbero fatto comodo ma ora come ti hò già detto sono felmo e sono i paese che c'è di tutto o sia vino castagne e mele e il mangiare come prima questa roba ce la danno senza Denari percio o penzato di rimandarteli che sono certo saprai come spenderli il bisogno è abbastanza Mi trovo in paesi abbandonati da i borghesi che anche loro anni penzato di salvare la pelle nella provincia di Treviso sul fiume chimato Il piave il paese si chiama Pederoba tu vedesse queste case fanno compassione anno abbandonato tutta la robae parte sono sconcassate dalle cannonate nomiche speriamo che finisca presto la guerra e che questi disastri siano gli ultimi ma non solo questo le vite umane che restano sul terreno con la ricompenza a chi resterà vivo di subire una grande miseria eccettuato l'industriali che ormai il portafogli lo anno gonfio, ma pazienza la fortuna ci assisterà di riunirci un giorno con la vera famiglia anche in miseria ma tranquilli e liberi del pensiero nostro Dunque farti coraggio e non ti abbandonare non solo pel me ma per i nstri bimbi che anno bisogno di essere assistiti e corretti nella sua pupillanza e che un giorno si ricorderanno di chi li a messi al mondo ed assistiti con tutti quei mezzi che noi possediamo. Baci anche da parte mia che soffro anche di quella voglia di vederli e di Baciarli e con affetto un bacio a te dal tuo Conzorte Carlo saluta parenti

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il gusto del sale

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LA ZUPPA DI NONNA ALFONSA Gentilmente concessa da Alfonsa Moschi e dalla figlia Germana Santini Ingredienti: Carote Sedano Cipolla rossa Aglio Salvia Olio Sale Fagioli secchi Cavolo nero Patate Zucchine Fagiolini Piselli Baccelli (fave) Basilico Concentrato di pomodoro Pane posato

Come preparare i fagioli: Mettere in bagno i fagioli secchi per 12 ore circa trascorse le quali far cuocere i fagioli con salvia, aglio, olio e sale. Far soffriggere in una pentola dell'aglio con dell'olio, aggiungere del concentrato di pomodoro, i fagioli cotti precedentemente e quando il tutto è ben insaporito passare e fare una minestra. Come preparare le verdure: Fare un battuto con carote, cipolla, aglio e sedano e fare soffriggere con olio. Aggiungere del concentrato di pomodoro e il cavolo nero. Quando quest'ultimo è ben appassito aggiungere acqua quanto basta e a seguire tutte le altre verdure indicate tra gli ingredienti. Condire con sale e fare bollire la zuppa per due ore circa. Aggiungere a fine cottura delle verdure la minestra di fagioli di cui è stata mostrata la preparazione sopra e mescolare il tutto insieme facendo cuocere sui fornelli per un'altra mezz'ora circa. Ecco pronto il minestrone con cui andremo a preparare la nostra zuppa. Come preparare la zuppa: In una zuppiera di terracotta adagiare uno strato di pane posato tagliato a fettine sottili ed insaporire con olio e un po' di formaggio grattugiato. Alternare a questo uno strato del minestrone ed a seguire un nuovo strato questa volta di solo pane (no olio e formaggio) e così via fino a riempire la zuppiera. Qualche foglia di basilico. Far riposare affinché il pane si amalgami bene con il minestrone di verdure . La zuppa di nonna Alfonsa è pronta per essere mangiata! N.B: Ottima accompagnata con cipolla rossa o cipollotti naturalmente freschi

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LA PAPPA AL POMODORO DI ARRIGO Gentilmente concessa da Arrigo Lessi Ingredienti per 12/15 porzioni: Olio extra vergine d'oliva Sale 2 Costole di sedano 19 Spicchi d'aglio 3 Cipolle 4 Kg di pomodori maturi 1,5 Kg di pane casalingo posato Brodo vegetale Basilico

Preparazione: Fare un battuto con 2 costole di sedano e 3 cipolle e far soffriggere in olio di oliva abbondante, in una pentola sufficientemente capiente, con 4 spicchi d'aglio. Scottare 4 kg di pomodori maturi, privarli della buccia e aggiungerli al soffritto. Lasciare bollire fino a cottura ultimata. Aggiungere 1,5 kg di pane casalingo tagliato a fettine e girare sul fuoco con un mestolo di legno per far ben amalgamare il tutto. Aggiungere i rimanenti spicchi d'aglio e se il liquido rilasciato dai pomodori non è sufficiente aggiungere un po' di brodo vegetale. Sale quanto basta. Quando la pappa risulta sufficientemente amalgamata toglierla dal fuoco. Nella zuppiera che andremo a servire aggiungere del basilico fresco prima di adagiare la nostra pappa al pomodoro. Buon Appetito! N.B: Ricorda di mettere in tavola olio extra vergine d'oliva

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IL CACCIUCCO DI CHIOCCIOLE ALLA CASALESE Gentilmente concessa da Nello e Mariagiulia Camerini Ingredienti: Chiocciole vive varietĂ â€œrigatellaâ€? (elix vermiculata), classica della nostra zona Nempitella Aglio Olio extra vergine d'oliva Pomodoro maturo fresco a pezzettoni Peperoncino Sale Vino bianco

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Preparazione: Lessare le chiocciole in una pentola d'acqua lentamente in modo che non ritirino il collo. Fare un trito con abbondante nempitella e aglio e far soffriggere in olio extra vergine d'oliva e peperoncino. Aggiungere le chiocciole e farle ben insaporire, aggiungere il pomodoro fresco a pezzettoni, il vino bianco e il sale quanto basta. Far ritirare il sugo fino a cottura ultimata e servire ben caldo. N.B: il piatto deve essere piccante ma non troppo.


LA FORMA DI FICHI SECCHI DI NELLO Gentilmente concessa da Nello Camerini Ingredienti: Fichi secchi extra bianchi Noci Mandorle Semi di anice Sambuca

Preparazione: Privare i fichi secchi dello zeccolo ed aprirli a metĂ . Disporre uno strato di fichi a raggiera in un anello inox, aggiungere mandorle, semi di anice e sambuca; fare un nuovo strato di fichi ed a questo aggiungere noci, semi di anice e sambuca. Fare un nuovo strato di fichi capovolti al contrario rispetto ai due strati precedenti ed aggiungere uno strato di mandorle, semi di anice e sambuca; un nuovo strato di fichi seguito da un altro strato di noci, anice e sambuca. Mettere la forma ottenuta sotto pressione per un giorno. Togliere l'anello ed ecco pronta la nostra Forma di Fichi secchi. N.B: Si consiglia di conservare avvolta in carta gialla e di consumare dopo breve stagionatura con salumi e formaggi.

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BIANCA

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le proie zioni sul pa ese

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L'AMORE I padri amano i figli e i figli amano i propri figli e i figli dei figli ameranno i loro figli, ma chi amerà i padri. LA TAVOLA S'alzò la scure sul profumo di gelsomino e tagliando il vento divise il pane. Non avevo fame né avevo sete ma la tavola era imbandita e gli ospiti seduti attendevano invano il mio arrivo Io guardai il temporale e pensando di essere in cima al mondo non chiesi più nulla LA FEROCIA Alla ferocia non rispondere alla avidità non dare retta alla rabbia non dare ascolto sappi solo essere un fanciullo e questo è quanto basta

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Poesie di Cesare Monti Montalbetti proiettate sul paese

LA MEMORIA Crescerai e guarderai il mondo prima con gioia, poi con rabbia, poi ancora con rassegnazione e alla fine con nostalgia FAME Ho fame e mi dettero da bere ho sete e mi dettero da mangiare non voglio conoscere anime generose non voglio il tuo posto a tavola, non voglio che tu salga sulla croce al posto mio.


BIBLIOGRAFIA Per la storia delle dinamiche famigliari Franco Ramella, Terra e Telai - Sistemi di parentela e manifattura nel Biellese dell'Ottocento, Microstorie Einaudi Maurizio Gribaudi, Mondo Operaio e Mito Operaio – Spazi e percorsi sociali a Torino nel primo Novecento, Storica Einaudi Jack Goody, La Famiglia nella storia europea, Editori Laterza Paul Ginsborg e Francesco Ramella, a cura di Un'Italia minore: famiglia, istruzione e tradizioni civiche in Valdelsa Per la raccolta di testimonianze orali Daniel Bertaux, Racconti di vita. La prospettiva etnosociologica, Angeli Giovanni Contini, Verba Manent – L'uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Carocci Alessandro Portelli et alia, Città di Parole. Storia orale di una periferia romana, Donzelli

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Terminato di stampare: Giugno 2010 presso la Tipografia Tecnostampa2000 - Cecina (LI)


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