MATERIA ENERGIA PENSIERO IL VENTUNESIMO LIBRO DELLO PSICHIATRA DELL’ANALISI COLLETTIVA
Dalla quarta di copertina “La luce che giunge sulla retina inizia la realtà della vita umana. Nel silenzio, la forza del cuore che batte fa la reazione del corpo che, con la pulsione di annullamento del mondo crea, nello stesso istante, la vitalità che è movimento. Inizia il tempo della vita” In libreria dal 16 settembre scorso, MATERIA ENERGIA PENSIERO, l’ultimo libro dello psichiatra Massimo Fagioli ha riscosso da subito un forte seguito, tanto da essersi posizionato tra i libri più venduti a soli due giorni dall’uscita (1). Ma di cosa di tratta? Come è possibile che un testo di uno psichiatra – e dunque che ci si attende ostico per antonomasia – riscuota tanto successo di pubblico? È certamente con questa curiosità che occorre approcciare a questo libro. Si scopre allora che il volume raccoglie le lezioni del corso di psicologia dinamica dell’anno 2011, tenuto per dieci anni dal Prof. Fagioli presso l’Università degli Studi di Chieti. L’autore muove dalla storia delle parole psichiatria (riconosciuta come scienza autonoma dalla neurologia solo nel 1976) e psicologia, e nota che mentre la prima significa “cura della psiche”, la seconda – che poi evolverà nella psicoterapia - significa “studio della mente” nel suo funzionamento ordinario, relegando perciò la prima allo studio delle alterazioni fisiologiche del cervello. Il tema del libro è proprio questo: perché nel secolo e mezzo circa che divide queste due parole, si perde la dimensione di cura della malattia mentale? Attraverso la ricostruzione dei primi tentativi illuministici di Pinel, Esquirol, Kraepelin, Breuer, il Prof. Fagioli affronta dunque la storia del pensiero umano nei riguardi della malattia mentale, da sempre negata o intesa solo come lesione organica, complice l’influenza mai eliminata del c.d. logos occidentale. Saranno Mesmer, con la sua teoria del magnetismo animale e, successivamente, l’ipnosi, ad aprire la strada all’idea che possa esistere un rapporto interumano diverso e ulteriore rispetto alla percezione fisica dei cinque sensi. Un’influenza di una persona su un’altra.
La ricerca continuerà apparentemente con Freud, quando affermerà che per fare ricerca sul pensiero senza coscienza occorre occuparsi dei sogni. Apparentemente, però. Perché la dinamica del sogno di Freud si basa sul meccanismo della rimozione: si lavora sul sogno per far riaffiorare il c.d. rimosso, cioè cose percepite e dimenticate, ma non l’inconscio. L’inconscio è inconoscibile, dice Freud, così riprendendo l’idealismo filosofico tedesco di inizio Ottocento (che pur riconoscendo l’esistenza nell’uomo di qualcosa al di là della veglia, ne affermava l’inconoscibilità) e, in particolare, il das Umbewusste di Schelling. Si giunge così all’inizio del Novecento e alla corrente di pensiero tedesca che fa capo allo psichiatra Ludwig Binswanger, presso la cui clinica in Svizzera l’autore ha lavorato personalmente negli anni sessanta. Binswanger apre alla possibilità di conoscenza della realtà mentale inconscia, ma ne assume l’immodificabilità. Siamo all’affermazione della impossibilità di cura. Meglio: alla negazione dell’esistenza stessa della malattia mentale, al Dasein (non c’è malattia, è un modo di essere). In ciò il collegamento con il concetto di nulla e di essere per la morte del filosofo dell’esistenzialismo, Martin Heidegger, di recente tornato a essere oggetto di discussione a causa della pubblicazione dei suoi diari privati ( i c.d. quaderni neri) di incontrovertibile contenuto antisemita. Tutta questa ricostruzione e molto di più, è compiuta dall’autore con un approccio critico e intelligente. Colto, ma mai criptico. I sogni si possono interpretare, dice Fagioli. Occorre però saperne leggere il linguaggio che è fatto di immagini e non di ricordi, come sosteneva Freud. Le immagini dei sogni sono pensiero. Di più: il pensiero nell’essere umano comincia come immagine. Alla nascita, infatti, la luce che colpisce la retina determina una modificazione della sostanza cerebrale e genera il pensiero. Che tipo di pensiero? Si chiede l’autore. “… non è pensiero verbale, il neonato mica parla, non parla! (…) Determina luci, ombre, colori.” Immagini, dunque, proprio come quelle dei sogni. Questa intuizione dell’autore, ormai scientificamente confermata dai biologi di Milano e Bologna (2), può considerarsi il fondamento della sua Teoria della Nascita, pubblicata per la prima volta nel 1971 nel famoso testo “Istinto di morte e conoscenza”. Una teoria, da ultimo presentata dal Prof. Fagioli anche nella trasmissione LINEA NOTTE di Rai 3 lo scorso venerdì 30 settembre, che afferma che l’uomo vive nel rapporto interumano, che il bambino nasce sano e si ammala in questo rapporto. Che, dunque, teorizza la nascita biologica e uguale per tutti gli esseri umani e un inizio del tempo della vita che coincide con la fusione della materia – la sostanza cerebrale – con l’energia – lo stimolo luminoso - che dà luogo al pensiero. Non voglio avventurarmi oltre nel tentativo di spiegare.
Occorre leggere questo libro che dice molto, ma sottointende ancora di più. È certamente una lettura che induce alla ricerca, alla rilettura della nostra cultura, di concetti che hanno la pretesa della “verità” e che, invece, confondono, quando non ammalano. Il merito del volume sta proprio in questo. Nella sua accessibilità da parte di tutti. L’autore usa un linguaggio che affascina ma non inganna. Semplice, eppure non banale, che propone all’interlocutore una dialettica di rapporto che, pur nella certezza del pensiero, non è mai imposizione ma ricerca. Cura, formazione e ricerca, sono proprio i tre capisaldi dell’Analisi Collettiva, il movimento senza volto, fatto di centinaia di persone, con le quali, ormai a far tempo dal 1976, il Massimo Fagioli psichiatra, ha dinamizzato, nella prassi terapeutica la sua Teoria della nascita. Una Teoria che fa riferimento a tre testi fondamentali, ma che l’autore ha continuato ad approfondire e confermare per tutta la sua vita sia come medico, nelle sedute di psicoterapia di gruppo che come filosofo e intellettuale, nei suoi scritti. E certamente, è forte la dimensione culturale e politica del pensiero di Fagioli che, anche per storia professionale, sfugge a ogni tentativo di istituzionalizzazione retriva. Non a caso, la prima presentazione del libro si è svolta presso un liceo di Latina, con l’intervento del neo sindaco Damiano Coletta, che con la sua lista civica "Latina Bene Comune" ha proposto di rilanciare la crescita culturale della sua città (3). Insieme con lui, sul palco giovani psichiatri, psicologi e medici in formazione legati al territorio, tutti testimoni dell’attenzione dell’autore nei confronti dei giovani e della loro formazione personale e professionale. Dal 2006 Massimo Fagioli tiene anche la rubrica TRASFORMAZIONE su LEFT. Proprio in tale tale rubrica (4), nel 2011 fu pubblicato l’articolo MATERIA ENERGIA PENSIERO, riproposto in questo libro. Nell’articolo apparso il 2 luglio 2016 (5), l’autore intitola: “Reazione, pulsione, vitalità, creazione, esistenza, tempo, capacità di immaginare. Forza, movimento, suono, memoria, certezza che esiste un seno. Percezione cosciente, fantasia, linea, senso, volto.” Sono le ventuno parole della nascita, della realtà umana del bambino fino al compimento del primo anno vita, quando riconoscendosi allo specchio, “disegna” il proprio volto. Sono parole che parlano all’essenza dell’essere umano, che, davvero, non credo necessitino di essere spiegate perché non sono concetti razionali. Non è un caso, allora – forse – che questo libro, che tanto dice sulla realtà dell’essere umano, che afferma con forza che la malattia della mente non è condizione intrinseca dell’uomo e può essere curata, che questo libro pieno di speranza e amore per gli altri, insomma, sia proprio il ventunesimo.
ANNALISA DE STEFANO
MATERIA ENERGIA PENSIERO, L’asino d’oro edizioni pagg. 272 € 24,00 copertina di Massimo Fagioli
L’AUTORE – MASSIMO FAGIOLI (6) Medico specializzato a Modena in neuropsichiatra, si è laureato all’Università di Roma in Medicina e Chirurgia, studi intrapresi per l’esigenza di comprendere la realtà psichica umana, oggetto di una ricerca iniziata fin dagli anni dell’adolescenza, dopo essere stato, ragazzino, nelle Marche al fianco dei partigiani nella guerra di Resistenza e del padre medico di campo. Giunge a Venezia, nell’antico manicomio dell’isola di San Clemente, dove ha il primo contatto con i malati cronici, le corsie bianche, l’elettroshock. Nelle vecchie cartelle cliniche della biblioteca scopre che due parole prevalgono nelle descrizioni del malato di mente: “stolido, anaffettivo”. Dalle pratiche angosciose della psichiatria ottocentesca, che cercava risposte nei vetrini di sezioni del cervello, Fagioli passa poi all’ospedale psichiatrico di Padova. Qui la prassi di una clinica raffinata e l’approccio di patologie gravi con metodi per l’epoca, all’avanguardia, oltre che con l’insulinoterapia, sono l’occasione per realizzare le prime esperienze di psichiatria attiva con gruppi di malati, che il giovane medico riesce a portare fuori a passeggio in città, “abbattendo” i muri del manicomio. La ricerca di Fagioli sulle cause della malattia mentale, agli inizi degli anni ’60, si sposta sul non cosciente e lo porta in Svizzera, nella clinica Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, dove dirige la comunità terapeutica di lingua italiana, convivendo notte e giorno con i pazienti senza mediazioni. Soltanto dopo una lunga analisi personale e dieci anni circa da analista con studio medico di terapia individuale, propone nel 1971 agli ambienti scientifici il risultato delle sue esperienze e della sua formazione nel libro Istinto di morte e conoscenza, scritto nel 1970, pubblicato in una nuova edizione da L'asino d'oro nel 2010 e successivamente anche in lingua tedesca, a distanza di quaranta anni, nel 2011, dall’editore Stroemfeld (Todestrieb und Erkenntnis). Il libro contiene i fondamenti della Teoria della nascita, secondo la quale il pensiero umano inizia alla nascita con la reazione alla luce, attraverso la retina, del corpo del neonato: scoperte sviluppate poi con La marionetta e il burattino e Teoria della nascita e castrazione umana, del 1974, editi tra la fine dello stesso anno e il 1975. Dal 1975 Fagioli ha risposto alla domanda di psicoterapia da parte di centinaia di persone e si sono formati, prima all’Istituto di Psichiatria dell’Università di Roma La Sapienza e poi in un molto ampio studio privato a Trastevere (1980), i seminari di Analisi collettiva, una prassi di cura per la guarigione della malattia mentale, basata sull’interpretazione dei sogni, che prosegue come ricerca sulla realtà umana e la sua evoluzione. Il suo quarto volume intervista, Bambino donna e trasformazione dell’uomo, è del 1979. Fagioli ha continuato nel tempo a svolgere e approfondire i fondamenti teorici del 1970-74 in una serie di altri scritti di psichiatria e attraverso libere espressioni in ambito artistico. Nel 1997 è regista de Il cielo della luna e poi di Mélange (1999) e di La psichiatria, esiste? (2002). Fagioli dal 1991 collabora anche con un gruppo di giovani architetti; il catalogo dei progetti, Il coraggio delle immagini, viene pubblicato nel 1994. Il palazzetto bianco, su suo disegno del 1991, è realizzato a Roma nel 200405. Nel 2008 partecipa all’esposizione mondiale di architettura a Torino “Architektonica”, con progetti inediti realizzati dal 1999 al 2008. Dal 2006 Fagioli firma la rubrica Trasformazione sul settimanale left. Alla sua opera teorica e alla sua prassi si riferisce la rivista di psichiatria e psicoterapia Il sogno della farfalla che nel 2012 ha celebrato venti anni dalla fondazione. La teoria e la prassi di Massimo Fagioli hanno inoltre dato vita dal 1997 fino al 2004 agli Incontri di ricerca psichiatrica presso l’Aula magna dell’Università “La Sapienza” di Roma, e dal 2002 ad un corso di lezioni affollatissime di psicologia dinamica, presso l’Università degli Studi di Chieti “G. D’Annunzio”. Autore di venti libri, pubblicati dal 2009 da L’Asino d’oro edizioni, Massimo Fagioli è presente con le sue opere
ogni anno al Salone del Libro di Torino. Oltre ai volumi fondamentali della Teoria della nascita (Istinto di morte e conoscenza, La marionetta e il burattino, Teoria della nascita e castrazione umana, Bambino donna e trasformazione dell’uomo), gli altri titoli sono: Storia di una ricerca (Lezioni 2002), Una vita irrazionale (Lezioni 2006), Das Unbewusste. L’inconoscibile (Lezioni 2003), Fantasia di sparizione (Lezioni 2007), Left 2006, Left 2007, Il pensiero nuovo (Lezioni 2004), Left 2008, L’uomo nel cortile (Lezioni 2005), Left 2009, Settimo anno (Lezioni 2008), Left 2010, Religione, Ragione e Libertà (Lezioni 2009), Left 2011, L'idea della nascita umana (Lezioni 2010) e Left 2012.
(1) Classifica del Corriere della Sera su “La lettura” del 25 settembre 2016 (2) Ci si riferisce alla ricerca degli scienziati del CNR e del Politecnico di Milano, in collaborazione con l''Università di Bologna, l''Università di Berkeley (USA), l''Università di Oxford (UK) e il Max Planck Institute di Mülheim (Germania). (3) Presentazione
tenuta
presso
il
Liceo
Scientifico
G.B.
Grassi
di
Latina
in
https://segnalazioni.blogspot.it (4) LEFT N. 25 DEL 24.6.2011 (5) LEFT N. 27 DEL 2.7.2016 (6) Biografia e opere di Massimo Fagioli, tratte dal sito della casa editrice “L’asino d’oro” http://www.lasinodoroedizioni.it/autori/1/massimo-fagioli