Toread levoluzionedelproductlifecyclemanagement

Page 1

f e b b ra i o | 2 0 1 5

Gestire beni e prodotti nella IoT significa aver chiare le potenzialità dell’innovazione e le vision che garantiscono nuove opportunità in termini di controllo, sicurezza, efficienza, velocità, servizi e customer care. Se le cose diventano intelligenti e comunicanti, infatti, il PLM si arricchisce di una quantità di informazioni preziose a supporto di una filiera capace di creare un circolo virtuoso tra produttori e consumatori. In questa eGuide i trend e le strategie associate alla progressiva smartizzazione della produzione ma anche le nuove logiche di integrazione e di sviluppo, atte a potenziare BI e Big Data attraverso un knowledge management di nuova generazione.

s p o ns or e d by

L’evoluzione del Product Lifecycle Management nell’era dell’Internet of Things • Gli effetti della smartificazione e di una intelligenza sempre più ubiqua e pervasiva • PLM nella IoT: i vantaggi di un nuovo ecosistema collaborativo nella supply chain • Tracciabilità, rintracciabilità e gestione dei dati • Esperienze di successo


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

.1.

dall’identification of things alla internet of things

D

i innovazione e di Internet of Things si parla in vario modo da diversi anni. Il concetto fondamentale non è tanto legato al potenziale di Internet quanto, piuttosto, a un modello di sviluppo grazie al quale è possibile associare a una qualsiasi cosa una componente tecnologica capace di trasformare l’oggetto in un dispositivo intelligente e comunicante. Può essere un semplice sensore capace di misurare uno scostamento rispetto al tasso di salubrità di un ambiente o al livello dell’acqua di un fiume. Può essere un tag RFID (Radiofrequency IDentification) al cui interno sono memorizzate una serie di informazioni univoche che fanno alzare la sbarra del Telepass o consentono a un mezzo di accedere a una ZTL (Zona a Traffico Limitato) registrando l’accesso (consentendo di

Perché si chiama Internet of Things

“Potrei sbagliarmi, ma sono abbastanza sicuro che la frase Internet delle Cose sia nata come titolo di una presentazione che ho fatto per Procter&Gamble nel 1999. Collegare il nuovo approccio RFID della supply chain di P&G con l’argomento, allora rovente, di Internet fu un ottimo modo per attirare l’attenzione dei dirigenti. Credo riassuma un’importante intuizione spesso ancora fraintesa”. Kevin Ashton, direttore esecutivo del Centro di Auto-ID del MIT | 2 |

ICT4E.Guide

evitare la multa). Internet of Things è anche la chiave dell’automobile che ci permette di aprire o chiudere le portiere in automatico senza usare la toppa o è la chiavetta prepagata in cui in molti uffici il personale può comodamente prelevare bevande e snack da un distributore automatico. IoT è il braccialetto elettronico che nei parchi di divertimento o in alcuni ospedali identifica in automatico visitatori e pazienti, autorizzando la fruizione di determinati servizi, così come una smart card prepagata e contactless che ci consente di effettuare una transazione senza dover girare con del contante. È Internet of Things la tracciabilità (e rintracciabilità) della spazzatura culminata nel SISTRI, ma che in molte città italiane sta diventando un modello virtuoso per stornare dalla tassa sui rifiuti una parte dell’importo consacrato al riciclaggio. IoT sono anche le telecamere che registrano i nostri movimenti nei luoghi pubblici o i varchi antitaccheggio di molti negozi. L’innovazione, infatti, unisce la creatività alla definizione di uno o più servizi che, per avere un senso economico e sociale, devono essere utili nel tempo. Più che una questione di numeri È una questione di vision Oguno di noi oggi vive in un mondo di oggetti intelligenti, connessi e comunicanti. Gli esperti, www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

riferendosi a una serie di innovazioni associate a progetti di smartizzazione delle cose, parlano sempre più spesso di smart city, declinando un orizzonte in cui scelte tecnologiche e metodologie di sviluppo favoriscono la creazione di un ecosistema integrato di soluzioni, capaci di migliorare la qualità della nostra vita grazie a servizi più funzionali e razionali, conciliando customer care e riduzione dell’impatto ambientale grazie a un uso più illuminato e controllato delle tecnologie. Le Pubbliche Amministrazioni di ogni Paese si stanno muovendo per organizzare in modo diverso l’integrazione delle tecnologie a vari livelli organizzativi (dalla sanità digitale alla racciabilità della spazzatura succitata, dagli Intelligent Transport System all’infotainment più evoluto).

L’oggetto che forse aiuta di più a capire l’orizzonte di possibilità legate alla Internet of Things è lo smartphone. Quel suffisso smart, infatti, significa tante cose. Innanzitutto significa intelligenza, nel senso di una componente applicativa capace di abilitare funzioni e dunque servizi. Poi significa connessione, ovvero un legame invisibile che mette in relazione l’utente con tutta una serie di funzioni e di servizi abilitati da un’intelligenza di sistema on line. Lo smartphone al momento è il tassello più emblematico rispetto alle opportunità associate allo sviluppo dell’innovazione legata alla Internet of Things. Di fatto la fonia è solo una piccola quota rispetto a un corollario di funzionalità che, solo di base, include: fotocamera, navigatore (mappe), servizio meteo, torcia, navigazione

La Internet of Things presuppone una governance capace di abbracciare una filiera complessa, che include una molteplicità di aspetti tecnologici, operativi, relazionali, di compliance, di sicurezza, di interazione, di management. Il tutto alimentato da una costante: l’alimentazione energetica. Su un campione di 200 città italiane sono oltre 400mia i lampioni connessi che forniscono illuminazione pubblica intelligente (Fonte Osservatori Digital Innovation - Politecnico di Milano - Febbraio 2014) | 3 |

ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

on line, gestione della posta elettronica, chat e social networking. Con le app il patrimonio di servizi ad alto tasso di personalizzazione cresce a dismisura. Il che significa che se un oggetto è intelligente e connesso è possibile sviluppare tutto un ecosistema di utility e commodity che, all’insegna di una certa standardizzazione legata a sistemi operativi e protocolli di connettività e integrazione, offre opportunità di business molto ampie. Non si tratta di un futuro prossimo venturo. Secondo le stime del Politecnico, in Italia gli oggetti connessi tramite rete cellulare (SIM) nel 2013 erano 6 milioni. La mobility ha aperto gli orizzonti delle opportunità e le vision al business. Se per consolidare la mobility ci sono voluti 30 anni, per la Internet of Things ne basteranno 10. Già oggi, sottolineano gli analisti di Gartner, il 37% dei dispositivi connessi e comunicanti è utilizzato per applicazioni industriali. Oggi, poco meno dell’1% di ciò che può essere connesso alla Rete lo è effettivamente. Per arrivare a questo ci sono voluti almeno vent’anni, attraverso diverse fasi che si sono susseguite con rapidità crescente. Dalla prima era della connettività siamo passati alla Networked Economy (Economia della Rete), e oggi viviamo in un contesto in cui attraverso la rete si vivono esperienze relazionali e immersive: con i social network, con la collaboration, la possibilità di accedere ovunque in mobilità e con ogni mezzo al nostro mondo digitale. La progressiva smartizzazione degli oggetti innescherà una digitalizzazione delle informazioni associata ai processi di automazione tale per cui entro il 2020 il 75% del business sarà digitale.

Identificazione automatica, ovvero auto-id Internet è la Rete delle reti, ma è anche un mondo di dati digitalizzati che servono se arrivano a chi ne ha bisogno, dove servono, nel momento in cui se ne ha bisogno davvero. In estrema

| 4 |

www.ict4executive.it

ICT4E.Guide

IOT: Uno, nessuno, centomila Da diversi anni gli analisti producono stime sul numero degli oggetti connessi per sensibilizzare le persone e le organizzazioni a un’evoluzione in atto. Le differenze tra le varie proiezioni sta nei vari sistemi di computo, che tengono conto di diversi cluster tecnologici che vanno o meno a costituire il totale degli oggetti connessi come tag Rfid ed NFC, sensori, sistemi GPS, fotocamere, telecamere e scanner, reader, palmari, smartphone, tablet, ATM, totem interattivi, tecnologie indossabili, mezzi di trasporto, satelliti e via dicendo. Nel 2014 solo i sensori connessi alla Rete erano 23 miliardi (Fonte Cisco). Gartner pronostica che entro il 2020 saranno 25 miliardi gli oggetti, Idc parla di 212 miliardi. I provider come Cisco raccontano 50 miliardi (rispetto ai 10 miliardi di oggi), Ibm afferma che alla fine del 2015 gli oggetti connessi saranno mille miliardi. La Internet of Things, però, non è la somma degli oggetti intelligenti. È un’architettura di sistema che, attraverso una serie di oggetti resi comunicanti, abilita una governance globale consentendo una nuova gestione delle informazioni strutturate e destrutturate, aggiornate in tempo reale e agganciate a sistemi di simulazione e di provisioning evoluti, abilitando servizi sempre più mirati in base alle necessità di organizzazioni e individui.


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

sintesi è così che i dati acquistano un valore, diventando informazioni. Per attivare questo meccanismo bisogna che i dati siano agganciati a un processo di identificazione (che dice da dove vengono i dati e in che momento sono rilevati) e a un’infrastruttura di gestione degli accessi e dei flussi informativi capace non solo di un’archiviazione in tempo reale e sicura, ma anche di consentire di recuperare questi dati in identificazione automatica: più che una tecnologia un servizio ad alta efficienza

L’AutoID è una risposta tecnologica alle molteplici necessità della produzione e della logistica. Gestire in modo più intelligente la produzione e la movimentazione dei prodotti, infatti, consente di: l velocizzare produzione e distribuzione l minimizzare le scorte a magazzino l ottimizzare i tempi di inventario l presidiare la filiera del servizio l abbattere i costi di gestione Informatizzare la gestione del ciclo di vita del prodotto attraverso l’identificazione automatica significa mettere a sistema informazioni e rendere più trasparente il passaggio dei dati, evitando ridondanze ed errori ricorrenti nella gestione manuale. L’AutoID porta più efficacia ed efficienza dell’operatività, garantendo una qualità di servizio che porta alla soddisfazione del cliente finale e a una sua fidelizzazione nel tempo. | 5 |

ICT4E.Guide

modalità on demand. Questo presuppone una trasparenza del processo informativo garantita da un’infrastruttura che per funzionare al meglio, deve essere progettata in modo integrato lungo una supply chain complessa, che presuppone interlocutori diversi e prioritizzazioni di accesso differenti. Il principio informatore che porta intelligenza nella Internet of Things è dunque l’identificazione automatica. In un mondo in cui persone, animali e oggetti si connettono alla Rete, l’AutoID è la componente base di una filiera di servizio che consente di riconoscere nel più breve tempo possibile un’oggetto o una persona che sta comunicando o vuole comunicare, abilitando o meno l’accesso a un sistema informativo associato che registra i dati in arrivo e in uscita, aggiornando costantemente i sistemi. se il prodotto È intelligente, anche la filiera diventa più intelligente L’identificazione automatica consente un diretto, rapido e sicuro collegamento tra la fase di acquisizione dell’informazione e quella di elaborazione nel sistema informativo, con riduzione degli errori e dei costi e garanzia di tracciabilità e qualità dei servizi offerti, lungo tutta la filiera. Grazie all’identificazione automatica, dunque, la gestione del ciclo di vita del prodotto dalla sua nascita alla sua consegna al cliente finale è messo a sistema, consentendo agli operatori della supply chain di ottimizzare lo scambio delle informazioni e la gestione degli ordini e delle fatture legate alle consegne. Gli oggetti, infatti, vengono etichettati o integrati da una componente tecnologica che rende più www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

efficace la comunicazione: può essere un semplice codice a barre che riporta numero seriale identificativo del produttore, della nazione, del prodotto, o del collo o del pallet e che va letto da un apposito reader a infrarossi e oggi anche dalla fotocamera di uno smartphone. Oppure può essere un codice bidimensionale (Data Matrix, Maxi Code o Qr Code) che contiene un maggior numero di informazioni. A un livello più evoluto vengono utilizzati i tag Rfid (Radiofrequency Identification) o Nfc (Near Field Communication), microchip bidimensionale che sfruttando l’induzione elettromagnetica, sollecitati da un reader RFID attivano un processo di comunicazione e di scambio dei dati in lettura e scrittura. All’interno del tag è contenuta una memoria elettronica che può contenere un numero elevato di informazioni. I tag (o transponder) sono l’unità fondamentale della Internet of Things perché consentono di attivare un percorso di tracciabilità e di rintracciabilità delle informazioni decisamente più completo e avanzato, in quanto associato a un processo di identificazione univoca. In questo caso il valore aggiunto è che il costruttore all’interno del tag inserisce un codice seriale identificativo unico (TID - Transponder IDentification) che, non potendo essere falsificato se non danneggiando il tag che diventa inutilizzabile, costituisce un sistema di identificazione certa e certificata. Nella logistica del fresco e del freddo alcuni operatori integrano anche i sensori di temperatura che, monitorando alimenti, farmaci e altri prodotti suscettibili di deterioramento a causa dagli sbalzi termici, devono essere presidiati da | 6 |

ICT4E.Guide

barcode, Rfid ed NFC: ECCO LE DIFFERENZE

Dal codice a barre al tag RFID quello che cambia fondamentalmente è la quantità di informazioni gestite e, di conseguenza, i costi delle tecnologie associate. I codice a barre standard sono mediamente lunghi dai 4 ai 5 centimetri e contengono 12/16 caratteri. Un’etichetta barcode non costa quasi nulla ma il processo di lettura per essere garantito deve rispondere a una serie di requisiti: il codice deve essere integro (se stinto, graffiato o spiegazzato il lettore non riesce a leggerlo), deve essere applicato in modo piano e disteso (non deve essere applicata su spigoli o angoli con eccessiva curvatura), la lettura deve avere una condizione di luce accettabile. La modalità di lettura, diretta e frontale, scansiona un singolo codice alla volta. L’insieme di queste caratteristiche porta alla necessità di utilizzare codici di dimensioni ridotte per agevolare i processi di lettura (max 4/5 centimentri in modalità standard per 12/16 caratteri). L’RFID è una nanotecnologia più evoluta perché consente una lettura massiva dei tag anche se i prodotti sono impilati oppure inscatolati e sovrapposti. Il costo dei tag dipende dalla capacità di memoria. I transponder UHF con una memoria da 16 a 64 Byte (1 Byte = 1 carattere in codice ASCII) costano 5/10 centesimi. I tag NFC (utilizzati per servizi di proximity marketing e per i pagamenti contactless) costano più di un tag Rfid perché hanno più memoria e contengono molte più informazioni: in media si parla di 25 centesimi per 64 Byte fino ad arrivare abbondantemente sopra l’euro per quelli da 8 KiloByte. Otto Kilobyte, in sintesi, sono un intera pagina di testo e anche più. Per capire la differenza pratica, un codice a barre EAN128 da 64 caratteri per garantire una lettura ottimale dovrebbe essere lungo 25 centimetri. www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

sistemi di intelligenza più avanzata. La possibilità di leggere in tempo reale il cambiamento della temperatura da un cruscotto centralizzato o tramite alert su un palmare o uno smartphone, infatti, consente agli operatori di intervenire per tempo, risolvendo l’anomalia ed evitando sprechi o danneggiamenti del prodotto che possono risultare pericolosi per la salute. Esistono anche altre tipologie di sensori che fungono da indicatori di servizio, misurando il tasso di umidità o il livello di salubrità di un ambiente, segnalando se ci sono emissioni nocive. Un altro tipo di sensori sono le telecamere di sorveglianza, che monitorano i mezzi snodati o presidiano le aree di produzione e di magazzino. Lo sviluppo delle tecnologie di riconoscimento delle immagini (Imagine Recognition) associato all’ADC (Automatic Data Capture) si è spinta al punto da poter essere associata a un più sofisticato sistema di visual content management. Viene usato in alcuni magazzini ma anche nel retail: in alcuni supermercati esistono, ad esempio, soluzioni dove il tapis roulant della cassa è rivestito da un tunnel sensorizzato in grado di effettuare il riconoscimento dei prodotti dalla loro silhouette. In Italia si utilizzano sensori anche per monitorare i cosumi dell’energia

elettrica, la contabilizzazione del calore (+ 57% nel 2013 rispetto al 2012) o del gas (+37% nel 2013 rispetto al 2012). Secondo gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano lo Smart Metering e lo Smart Asset Management nelle Utility stanno consolidandosi. Solo il monitoraggio di gambling machine e ascensori nel nostro Paese rappresentano il 10% degli ogetti connessi. L’intelligenza diventa ubiqua e pervasiva La smartizzazione delle cose porta a una nuova intelligenza ubiqua e pervasiva che funziona tanto megli quanto è più integrata. Questo sta portando ambienti tradizionalmente diversi a comunicare tra loro per offrire una molteplicità di servizi innovativi È il caso dei brand del fashion che taggano i propri prodotti per ottimizzare la logistica ma anche per comunicare con i consumatori finali la qualità e la certificazione del loro made In, presidiando al contempo mercato grigio e anticontraffazione. Sulla stessa linea molti brand dell’automotive e del manufacturing. In generale, la smartizzazione delle Industry fa parlare gli analisti di smart fabric e gli esperti di smart Retail, smart

Con l’avvento del cloud (pubblico, privato o ibrido) e della virtualizzazione, molta della complessità tecnologica legata ai servizi di gestione e manutenzione delle infrastrutture e delle applicazioni è stata risolta attraverso formule di servizio avanzate, sicure e decisamente più flessibili, secondo le logiche dell’on demand e del pay per use

| 7 |

ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

.2.

L’evoluzione del Product Lifecycle Management nell’era dell’IoT

S

e un prodotto, un oggetto o un qualsiasi asset diventa comunicante e connesso, è necessario ragionare con una prospettiva di servizio quanto più possibile allargata, coniugando creatività e tecnologia. Nella Internet of Things, infatti, non sono le cose a essere intelligenti quanto, piuttosto, i servizi. Progettare sistemi di tracciabilità e rintracciabilità delle informazio-

PERCHè è L’ORA DEL PLM 3.0 La filiera della gestione del ciclo di vita di un prodotto non riguarda solo la sua produzione e la sua distribuzione in senso stretto. Oggi l’evoluzione dei processi gestionali, la sistematizzazione dei flussi informativi, la diffusione dell’Internetworking come modalità collaborativa e condivisa tra: diverse linee di business R&D, marketing, prototipazione, produzione, logistica l

diversi interlocutori aziendali brand, partner, fornitori, distributori, clienti l

ha ampliato notevolmente la filiera aggiungendo a livello potenziale se non di effettiva integrazione tecnologica, nuovi attori coinvolgendo più aree, più funzioni aziendali, più interlocutori, arrivando anche a gestire i clienti finali e tutto l’indotto associato al Customer Relationship Management di nuova generazione, capace di capire e integrare tecnologie cloud, mobile e social media. | 8 |

ICT4E.Guide

ni relative a un prodotto, a una serie di componenti o a un asset aziendale significa progettare e risolvere un nuovo approccio al Product Lifecycle Management. che cos’È e perché È importante il PLM Il Plm è un approccio di tipo strategico che, utilizzando un insieme di soluzioni tecnologiche e metodologiche, aiuta a gestire un prodotto dalla sua ideazione alla sua estinzione (o al suo ricondizionamento). Associata a una gestione evoluta e intelligente del prodotto, il PLM nell’era della Internet of Things per essere massimamente efficace deve includere una gestione evoluta e intelligente dei servizi di correlati a una migliore gestione delle informazioni. Si parla allora di PSLK: Product Service Lifecycle Knowledge. Il PLM si basa sull’accesso condiviso a una fonte comune da cui attingere dati, informazioni e processi relativi al prodotto. È una strategia di business che consente all’impresa estesa di apportare innovazione di prodotto o servizio durante tutto il ciclo di vita, dalla fase di concezione all’obsolescenza, come se a operare fosse un’unica entità e creando un archivio di prezioso capitale intellettuale riutilizzabile in qualsiasi momento. In breve, il PLM è un supporto all’innovazione. Nell’automotive, ad esempio, l’applicazione delwww.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

le metodologie e dei sistemi di PLM permettono uno scambio di informazioni di tipo work in progress tra progettisti della scocca dell’auto, progettisti degli stampi con cui verrà prodotta la scocca e progettisti dei componenti (fanali, specchietti, paraurti e via dicendo) che verranno montati sulla scocca. Scambiarsi informazioni tra membri del team esteso, che include diverse risorse di differenti reparti aziendali, oltre a clienti e partner esterni, è la base della collaborazione. Quanto più la smartizzazione presuppone piataforme integrate, tanto più porta valore aggiunto, riducendo i costi e ottimizzando le risorse. La compartimentazione tecnologica tra gli operatori, infatti, è una forma di digital divide che porta inutile complessità, ridonandanza, errori, sovrapposizione dei flussi, rallentamenti e un’opacità informativa che ricade su ognuno degli attori della catena. Embrioni di IoT e di PLM stanno nascendo un po’ ovunque. In molti can-

tieri si taggano strumenti e materiali per evitare furti o smarrimenti, si usano telecamere per sorvegliare e garantire la sicurezza di mezzi e persone. Nella sanità la tracciabilità del farmaco ma anche delle sacche trasfusionali o chemioterapiche così come delle criobanche è una pratica diffusa. Questa è Internet of Things, ma di primo livello perché riguarda quello specifico ambiente, solo un gruppo di oggetti e diverse piattaforme di gestione delle informazioni. Anche tracciare i cespiti di un’azienda con un barcode o con un tag Rfid è IoT 1.0. È vero che l’azienda in questo modo risolve il problema degli inventari e degli aggiornamenti legati alle attività di supporto e manutenzione. Ma inizia a diventare IoT se ogni oggetto è geolocalizzato e gli operatori dotati di smartphone o di reader di tipo più industriale mentre effettuano le letture aggiornano i dati di ogni singolo asset, immettendo a sistema le informazioni relative all’intervento. Se poi questi oggetti sono dota-

L’evoluzione del Product Lifecycle Managemeny, grazie alla progressiva e crescente smartizzazione degli oggetti, consente di gestire una quantità e una qualità di informazioni che, attraverso piattaforme di knowledge management spinto, potenzia la Business Intelligence | 9 |

ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

ti di sensori particolari e di attuatori, possono comunicare anche altre informazioni associate all’ambiente in cui sono posizionati consentendo al personale da remoto di programmare una serie di attività che esulano dal singolo oggetto per offrire funzioni e servizi a valore aggiunto. Dunque è vero che l’AutoID velocizza i processi e sistematizza le informazioni. Ma la vera intelligenza è immaginare ogni oggetto inserito in un ambiente intelligente e comunicante, dove ogni cosa è messa a sistema e rientra in un progetto più avanzato di interazione, comunicazione e servizio. Dopo l’AutoId il secondo tassello fondamentale della IoT è il Product Lifecycle Management. Identificazione, ma univoca L’Rfid, portando identificazione univoca e tracciabilità lungo tutto la supply chain, supporta il Product Lifecycle Management in modo integrato ed evoluto, risolvendo logistica, controllo, servizi, ma anche customer relationship management e quindi tutte le attività di marketing. Prima ancora delle componenti tecnologiche, però, il Product Lifecycle Management comporta una diversa visione aziendale nei confronti dei fornitori, dei distributori, dei partner e dei clienti finali. Se l’identificazione inizia dalle materie prime, ad esempio, la tracciabilità porta con se una serie di informazioni preziose e diversificate. Dati specifici utili in fase di riassortimento, pianificazione e bilanciamenti dei costi su una scala temporale, analisi delle discrepanze o degli eventuali disservizi, certificazione rispetto alla qualità dei materiali che può aiutare il consumatore finale a scegliere un prodotto a cui si riconosce un valore aggiunto | 1 0 | ICT4E.Guide

IL Return of investment (ROI) DELL’IDENTIFICAZIONE UNIVOCA L’intelligenza delle cose associata all’uso della tecnologia RFID è stata quantificata anche a livello economico, confermando il valore dell’innovazione. I Kpi (Key performance Indicator) dell’Rfid, confermati dai progetti in produzione ormai noti e condivisi, sostanziano il ritorno dell’investimento tecnologico: riduzione degli stock tra il 60 e l’80%, accuratezza dell’inventario tra il 98 e il 99,9%, dimezzamento dei tempi di spedizione (-50%), controllo dei colli più veloce (+90%) riduzione dei costi di inventario tra il 30 e il 50%, aumento delle vendite pari a un 18% grazie alla riduzione dell’out of stock.

che giustifica il prezzo. Il processo prosegue in fase di produzione: se le componenti sono identificate e tracciate è più facile che la catena produttiva sia perfettamente oliata in quanto eventuali colli di bottiglia legati a smarrimenti, anomalie, complessità delle procedure emergono nel sistema portando i decisori aziendali a risolvere l’intoppo, attraverso procedure di razionalizzazione ed efficientamento. Rendere il prodotto comunicante offre una garanzia certa anche all’utente finale che può conoscere quando e come manutenere la soluzione che ha acquistato, può avere la certezza della sua autenticità in caso di beni preziosi. Evoluzione Della supply chain La supply chain tradizionale include una serie di processi associati alla produzione di un prodotto e ai meccanismi commerciali e logistici della sua distribuzione. Il Product Lifecycle Management rappresenta un approccio decisa-

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

mente più strategico, includendo nel modello ulteriori processi gestionali relativi alla fase di ideazione (associata a un business plan che prevede pianificazione degli investimenti e proiezioni economica, contemplando la fattibilità del piano marketing), alle modalità di approvvigionamento delle materie prime necessarie alla realizzazione fino ad arrivare a risolvere la fase finale di ricondizionamento, recupero o smaltimento del prodotto. L’avvento dei social network e la partecipazione sempre più attiva dei consumatori sul Web ha fatto comprendere alle aziende l’importanza di intercettare opinioni, trend, rumors dei consumatori per migliorare i servizi arrivando in certi casi addirittura ad anticipare la domanda. Il PLM 3.0, infatti, allarga la sua sfera d’azione integrando anche la sfera dei social, aggancian-

dola a un Customer Relationship Management di nuova generazione. Dal fordismo e dall’universo della produzione di massa, infatti, il focus dello sviluppo produttivo oggi si concentra sul consumatore, con un livello di personalizzazione sempre più mirato. Da un lato call center integrati, messaggistica, help desk, siti Web, blog e dall’altro social media ma anche attività di ingaggio e di gamification legate alle iniziative di marketing e di proximity marketing fanno confluire una conoscenza un tempo implicita e destrutturata ma preziosa. Oggi, grazie alla Business Intelligence e a sistemi analitici avanzati, è possibile gestire ed elaborare al meglio anche questo tipo di informazioni per supportare i decisori aziendali. Il suffisso 3.0 non è una moda ma una strategia precisa: grazie ai social network, infatti, le aziende rie-

Il prodotto nella IoT diventa intelligente e comunicante, offrendo nuove risorse al Product Lifecycle Management, cortocircuitando informazioni diverse inerenti non soltanto al prodotto e alla sua lavorazione ma anche a tutta la filiera dei servizi associati, aiutando brand, operatori e consumatori a migliorare la qualità delle relazioni e del business | 1 1 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

scono ad alzare la soglia di ascolto rispetto ai bisogni e ai sogni del consumatori, aiutando il marketing a capire come orientare ancora meglio la produzione e il business a programmare come spalmare gli investimenti. La personalizzazione consente di tracciare meglio gli ordini, aiutando a pianificare la produzione con formule di sviluppo che spostano alcune fasi sulla logistica con un fitting e un kitting che, in base agli ordini, completano il prodotto e lo confezionano gestendo a distanza l’ultimo miglio della produzione. Lato PLM, tutto questo si traduce in configuratori di prodotto sempre più sofisticati e una

meccanizzazione della produzione. Gli esempi di PLM smartizzato coinvolgono tutti i settori: fashion e design, automotive e sanità, in. Identificazione automatica e piattaforme di gestione dei dati anche per la gestione degli asset aziendali o di tutti quei dispositivi che devono essere manutenuti secondo lassi di tempo conformi alle normative o a certe policy di sicurezza. L’ultima evoluzione è stato spostare la gestione sul cloud, utilizzando soluzioni di datawarehouse management as a service e pay per use, liberando così le aziende dall’onere di dover gestire infrastrutture, aggiornamenti, compliance e sicurezza di corredo al servizio.

I vantaggi del Product Lifecycle management nel manufacturing Presidiando l’intera supply chain, il PLM idealmente è costituito da una serie di moduli: l Product Data Management: gestione della documentazione tecnica (CAD/CAM/CAE) e di progetto (documenti legati al materiale tecnico relativo ai prodotti), includendo spesso una gestione del ciclo di vita dei documenti in parallelo (document management) con la definizione dei principali processi di lavoro relativi alla produzione degli stessi (workflow management) l Product Structure Management: gestione della configurazione di prodotto (Struttura, BOM) l Configuration management: gestione delle varianti e dei lotti di produzione l Change management: gestione dei cambiamenti di una o più entità che descrivono il prodotto l Workflow management: strumento di gestione del flusso aziendale dei dati l Catalog Library: gestioni dei componenti normalizzati e delle parti standard l Supply Chain Management: gestione dello scambio dati con i subfornitori l Asset management: gestione attività di assistenza, supporto, manutenzione e aggiornamento Il livello di efficienza del processo produttivo dipende dal grado di integrazione di ognuno di questi moduli, dal livello di automazione e di identificazione ma anche da un’unitarietà della governance possibile attraverso la definizione di una piattaforme di monitoraggio e controllo centralizzata ma condivisa.

| 1 2 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

Product Lifecycle Management in 10 punti

Il main sponsor della IoT e del PLM? La logistica. I motivi sono prettamente pratici la volontà di accorciare le distanze tra produzione, magazzino e consumatori, rendendo più efficienti ed efficaci le dinamiche di gestione e di consegna, velocizzare uno scambio di informazioni che per essere efficiente impone un alto tasso di integrazione. I logistic manager sono stati i primi a sfruttare l’AutoId e le soluzioni M2M (Machine to Machine) e H2M (Human to Machine). La Internet of Things, dunque, è diventata realtà nei magazzini e nei CEDI attraverso una rivoluzione silenziosa che ha moltiplicato l’utilizzo di soluzioni wireless a partire dai palmari rugged capaci di riconoscere codici a barre mono e bidimensionali o di leggere tag Rfid ed Nfc, connettendo l’operatore ai sistemi gestionali per verificare la conformità del picking rispetto all’ordine. I

vantaggi dell’innovazione hanno portato a potenziare le soluzioni introducendo soluzioni di geolocalizzazione o di riconoscimento vocale, muletti intelligenti, varchi o tunnel dotati di sistemi di Automatic Data Capture (ADC) o RFID. Nei magazzini si usano anelli intelligenti per la lettura dei codici, caschi sensorizzati che lasciano lavorare l’operatore a mani libere mentre consulta su un occhiale a visiera la documentazione di servizio, braccialetti o cinture dotate di reader o di sistemi di stampa portatili per la stampa delle etichette o dei codici, camion sensorizzati che durante le consegne consentono al responsabile di visualizzare l’iter del percorso, avvisando di guasti o soste non previste. Con la sofisticazione delle configurazioni di prodotto legate al fitting e al kitting anche la manualistica per il montaggio, la manutenzione o il refresh tecnologico sono diventati asset condivisi tra gli operatori della filiera.

| 1 3 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it

qual È il settore più evoluto?


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

.3.

i vantaggi di un approccio olistico al plm: esperienze di successo

O

ggi non esiste in realtà la Internet of Things ma esistono al momento tanti gangli che, a macchia di leopardo stanno costruendo quei cluster che progressivamente andranno a integrarsi per formare un’infrastruttura sempre più condivisa, integrata e ottimizzata. Di seguito tre casi di successo di IoT e PLM nel manufacturing, dell’agricoltura e in ambito navale.

nearchimica: internet of manufacturing Nearchimica, azienda del comparto chimico-industriale e, in dettaglio, della produzione di ausiliari chimici per il trattamento e la nobilitazione dei manufatti tessili per l’industria della moda e del tessile in generale, nel suo percorso di miglioramento qualitativo dei processi e dei prodotti ha adottato questa visione implementando una piattaforma di PLM integrata a un’infrastruttura mobile basata su tecnologia RFID. “Il nostro mercato di riferimento – ha precisato Eugenio Rota, sales manager di Nearchimica – sono le aziende di finissaggio e le tintorie per la nobilitazione di tessuti e dei capi. Siamo riconosciuti sul mercato per la nostra specializzazione in trattamenti particolari, sia effetti moda su tessuto, capo e jeans che funzionali: antifiamma, idrorepellenti, antisporco e così via. L’integrità dei nostri prodotti è fondamentale per garantire qualità e sicurezza ai nostri clienti e ai consumatori finali”. | 1 4 | ICT4E.Guide

Da una serie di esigenze legate a un miglior presidio della logistica esterna, attraverso l’introduzione di sensori di temperatura all’interno dei camion e dei container, il management ha colto l’occasione per ampliare l’orizzonte dello sviluppo. Come? Ripensando interamente le procedure interne ed esterne, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura capace di generare un flusso di dati continuo, costantemente aggiornato e con una storicizzazione dettagliata e puntuale dei dati agganciata a un sistema di business intelligence che permettesse di fare interrogazioni ed analisi finalizzate a un controllo che abbraccia il controllo qualità a livello di prodotto, ma anche perchè Capitalizzare la tecnologia È una questione di vision

Nearchimica voleva aumentare i livelli di controllo su un volume di oltre 400 codici prodotto diversi per una movimentazione che supera le 6000 tonnellate per un totale di ioltre 30mila item (sacchetti, fusti, cisterne) di prodotti l’anno i quali, essendo composti a base chimica, necessitano di un ambiente con temperatura controllata per non subire alterazioni che possono rischiare di comprometterne qualità e caratteristiche. Da una necessità contingente, che poteva essere risolta con l’utilizzo di tag Rfid applicati ai container e ai camion, la capitalizzazione della tecnologia ha permesso di definire un modello per cui il prodotto é allo stesso tempo legato a un corredo di servizi associati. www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

a livello dei servizi interni ed esterni. Partner del progetto Holonix, spin off del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano focalizzata nell’ambito dei temi legati al PLM, che ha integrato e customizzato una piattaforma proprietaria di gestione dell’informazione di prodotto chiamata: i-LiKe (intelligent Lifecycle data and Knowledge), attivando i moduli della suite i-LiKe Chemicals. Tra ottobre e novembre del 2013 lo staff Holonix ha definito i dettagli dell’implementazione. Per consentire una gestione integrata e condivisibile in una logica di filiera estesa, è stata scelta una soluzione a doppio codice identificativo, Rfid e barcode. Quando arriva il materiale grezzo in magazzino, questo viene taggato per lotto e quantità: da quel momento tutte le fasi di lavorazione, confezionamento e distribuzione sono tracciate e inserite a sistema. Sacchetti, fusti o sacchi, identificati in maniera univoca, consentono di avere una supervisione e un controllo della produzione costante su ogni singolo item. Magazzino, spedizione, creazione dell’ordine dal magazzino alla baia di carico al mezzo di trasporto, generazione della bolla di trasporto: tutto viene gestito in wireless, sfruttando una soluzione di enterprise mobility evoluta. Sui container e all’interno dei camion sono stati aggiunti dei tag semiattivi dotati di sensori di temperatura che permettono a Nearchimica di presidiare lo shipping. Per un’industria chimica, infatti, il trasporto costituisce una fase mission critical in quanto a seconda della stagione e del periodo ci sono molte variabili che possono impattare sul prodotto. Grazie alla nuova piattaforma oggi Nearchimica fa business intelligence anche sulla logistica esterna e, in base alle informazioni registrate, può attivare

azioni correttive sul provider logistico e sul prodotto. I tag Rfid, infatti, sono solo uno dei tanti tasselli per costruire il circolo virtuoso delle informazioni. Avendo una supervisione dettagliata sullo stato dei prodotti in transito infatti, i responsabili della produzione possono decidere di modificare il prodotto aggiungendo degli stabilizzatori nel caso le variazioni di umidità e di temperatura superino una certa soglia. In questo modo si garantisce proattività alla produzione ma anche una maggiore sicurezza ai consumatori finali che possono avere garanzie concrete e certificate sulla qualità acquistata. L’automazione garantisce una maggior conformità di prodotto e meno scarti, è stata aumentata anche la qualità esterna in termini di servizio percepito dal cliente, con un allineamento garantito in termini di compliance (certificazioni Iso 9000).

| 1 5 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it

iLike è una piattaforma di PLM in cui la IoT è nativa. Studiata a supporto di una produzione aziendale integrata, la soluzione mette a sistema e traccia tutte le informazioni collegate ai singoli item, dalla progettazione (BoL) alla gestione (MoL) fino al suo smaltimento o riutilizzo (EoL).


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

“Questa gestione intelligente della produzione a base Rfid – conclude Rota – ha consentito a Nearchimica anche di realizzare una manutenzione gestione di produzione, logistica interna, logistica esterna e degli asset evoluta e integrata. Inoltre, grazie al modulo manutenzione della piattaforma Holonix, possiamo gestire in modo integrato calcolare anche il ciclo di vita delle macchine deputate alla loro lavorazione dei prodotti, potendo così schedulare tutta l’attività di servizio necessaria alla migliore funzionalità operativa, a supporto della business continuity”.

Che cos’è il Qr code e come funziona Il Qr Code è un codice bidimensionale a matrice e rappresenta l’evoluzione del tradizionale barcode. Superando la logica delle barre, infatti, Qr code contiene al suo interno un numero molto più ampio e variegato di dati. Tradotto in numeri, può contenere, in alternativa: 7.089 caratteri numerici, fino a un massimo di 4.296 caratteri alfanumerici, 2.953 caratteri in codice binario. Il meccanismo di funzionamento è semplice: il Qr code viene letto tramite la fotocamera di un telefono cellulare. Le informazioni vengono immediatamente decodificate, consentendo all’utente di collegarsi a pagine Web create ad hoc e così avere accesso a informazioni aggiuntive o ad aggiornamenti, indipendentemente che si tratti di testi, video o immagini, senza vincoli legati al peso dei format. Inventato nel 1994 in Giappone dallo specialista logistico Denso-Wave (Business Unit Toyota), questo tipo di smart code si è rapidamente diffuso in tutto il mondo. I vantaggi associati all’utilizzo del Qr Code sono da un lato la possibilità di condensare un grandissimo numero di informazioni e, dall’altro, di innescare un accesso intelligente alla Rete tramite l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione. Il valore aggiunto del Qr Code, infatti, sta nel fatto che permette un passaggio immediato dal mondo cartaceo al world wide web in un’ottica “customer friendly”, il che significa con facilità, in tempo reale e gratuitamente. L’acronimo iniziale “Qr”, infatti, sta per “quick response”, ovvero risposta rapida.

agriÈ: Internet of food Fondata nel 2010, l’azienda agricola Agriè di Nicola Santoro è una realtà del Salento che ha fatto propria la filosofia di unire tradizione e innovazione. Al centro dell’offerta la purezza di un alimento sopraffino come l’olio, associandola a una forte componente tecnologica in grado di fornire informazioni sul prodotto, anche al consumatore più esigente. L’azienda, che produce quattro diversi oli EVO di alta qualità, voleva rendere trasparente anche ai consumatori finali un processo di eccellenza e di valore che parte dalla territorialità precisa degli ulivi e modalità di selezione e lavorazione che attingono a una sapienza artigiana. Tutto ciò è stato possibile grazie all’implementazione di i-Like Food, una versione dell’omonima piattaforma che Holonix ha verticalizzato sul comparto e che consente di fornire informazioni sull’origine della bottiglia. Attraverso la lettura di un QR code apposto sull’etichetta del prodotto, l’olio diventa connesso e comunicante. Tramite smartphone, infatti, l’utente viene indirizzato a una pagina web con tutte le informazioni

sulla specifica bottiglia quali lotto di appartenenza, data di molitura delle olive, tipologia d’olio, provenienza, oltre a una serie di utili consigli su come utilizzare, abbinare o servire l’olio piuttosto che altri dettagli su premi vinti o sui suoi gu-

| 1 6 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

sti e sapori. “C’è sempre più attenzione da parte dell’utenza a cosa mangiamo - racconta Nicola Santoro, fondatore di Agriè - e a come gli alimenti vengono prodotti, ma anche conservati e manutenuti. A questo si aggiunge la minaccia che arriva dall’estero con prodotti apparentemente nostrani, ma realizzati in tutt’altra parte del mondo a cui si associano le direttive degli organi comunitari in tema di sicurezza alimentare. Ecco che disporre di una piattaforma tecnologica che consenta di tracciare ogni singola fase della preparazione di un alimento e di disporre di tutti i dati direttamente su uno smartphone è un valore aggiunto importante che rende il consumatore protagonista attivo del suo acquisto nonché della sua selezione alimentare”. Hydrolift: Internet of Boat Quello della nautica è un mondo estremamente esigente, soprattutto quando si parla di imbarcazioni ad elevatissime prestazioni. Tracciabilità delle imbarcazioni in Europa grazie a un progetto finanziato dall’Unione Europea chiamato BOMA. Partner Hydrolift, azienda norvegese leader nella produzione di imbarcazioni ad elevate performance e Holonix che, insieme, hanno dato vita al concetto di Smart Boat. Si tratta di una soluzione per gestire i servizi di supporto e manutenzione delle imbarcazioni una volta consegnate al cliente, portando intelligenza e comunicazione alle componenti più importanti per la continuità operativa del natante. Tra le esigenze di Hydrolift c’era la necessità di tracciare e monitorare le barche una volta uscite dal cantiere per garantire il massimo supporto nel tempo. Holonix ha ver| 1 7 | ICT4E.Guide

ticalizzato la propria piattaforma di PLM evoluto declinandola in i-LiKe boat. Per la condivisione delle informazioni è stato sviluppato i-Captain, un portale a misura d’armatore, che insieme all’hardware dedicato Marine Gateway (MG), in grado di misurare una serie di parametri della barca resistendo alle complesse condizioni marine. La Internet of Boats costituisce il primo ecosistema dedicato alla nautica che agevola le sinergie tra i diversi attori del settore marittimo. Attraverso l’utilizzo di sensori, MG, direttamente installato a bordo, è capace di registrare dati su misure che possono essere definite di volta in volta a seconda delle esigenze: ad esempio, lo stato delle pompe di sentina, le accelerazioni, la posizione e via dicendo, combinandoli alle altre informazioni che l’imbarcazione già fornisce. Una volta raccolti, i dati vengono trasmessi via 3G al sistema i-Captain per creare lo storico dell’imbarcazione e andare a colmare quel gap che finora prevedeva solo tecnologie di analisi istantanea e non storica. Attraverso la combinazione di una fase di misurazione e monitoraggio (MG) con lo storico dei dati (i-LiKe boat), Hydrolift oggi dispone di tutte le informazioni necessarie sull’imbarcazione, con risposte in tempo reale e una serie di analisi predittive di supporto. Un plus ulteriore del PLM è un modulo preposto alla registrazione e alla pianificazione delle attività manutentive che incrementa i livelli di sicurezza e di affidabilità dell’imbarcazione, riducendo i costi. conclusioni La Internet of Things è una piattaforma di scambio che mette in correlazione mondo fisico e mondo digitale attivando un meccanismo convergente di collaborazione tra più referenti: www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

partner, provider, operatori, brand e consumatori. I vantaggi associati a Internet come piattaforma di scambio sono molteplici. Innazitutto la comunicazione è basata su protocolli standard, garantendo condivisione a livello di tutta la filiera. Inoltre i sistemi di archiviazione e di gestione possono essere demandati a un’architettura in cloud (pubblica, privata o ibrida) che ottimizza i costi liberando risorse. In Rete stanno moltiplicandosi sistemi DBMS (DataBase

Management System) capaci di offrire analisi in tempo reale dei dati mentre crescono piattaforme on line capaci di integrare middleware e gestionali in maniera nativa. Il Product Lifecycle Management, grazie all IoT diventa la metodologia di approccio ideale per intercettare, organizzare e gestire la molteplicità di informazioni generate dall’intelligenza delle cose. Più che di BIg data management, infatti, si torna a parlare di knowledge management con verticaliz-

| 1 8 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

zazioni più specifiche legate alla digitalizzazione. Il Content management, soprattutto per i prodotti più meccanizzati o di design, così come nel retail, si è arricchito di una componente visual non indifferente: le immagini associate alle descrizioni sono diventate un elemento fondamentale della comunicazione e del knowledge management. Parallelamente sono nate piattaforme di scambio dei flussi informativi e di processo condivise on line. Un altro aspetto del Product Lifecycle Management, infatti, è l’accesso alle informazioni: si moltiplicano infatti i portali dedicati a condivedere il tracking dell’ordine con i punti vendita o i clienti finali in attesa della consegna, soluzioni di datawarehouse management gestiti in cloud per sfruttare le nuove economie di scala dell’approccio as a

service, con le sue logiche del pay per use e dell’on demand. I risultati positivi delle sperimentazioni hanno accelerato il rilascio di soluzioni basate su piattaforme integrate, capaci di portare a un armonizzazione tra i vari operatori. Per governare la Internet of Things ci vuole una competenza multilivello: competenze tecnologiche, sicurezza e compliance, gestione standardizzata delle informazioni con modelli di Business Intelligence associati a una capacità di rappresentare i dati risolti a livello di architettura ma anche di rappresentazione (interaction design). Ci vogliono dunque piattaforme flessibili, integrate, standardizzate, scalabili e capaci di consentire un erogazione dei servizi bidirezionale tra formule cloud, on premise oppure on demand.

| 1 9 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


Evoluzione del product lifecycle management nell’era della Internet of Things

product Lifecycle knowledge firmato Holonix

Holonix propone nuove soluzioni tecnologiche che fanno leva sulla vitalità degli item, un insieme di dati fondamentali che – se raccolti e gestiti in maniera opportuna – possono rappresentare un enorme valore aggiunto sia per le aziende che per i consumatori finali. Grazie alle competenze maturate nel corso degli ultimi anni, infatti, Holonix è riuscita a coniugare il PLM alle tecnologie abilitanti dell’IoT per raggiungere quella che viene chiamata Lifecycle View. Holonix rende possibile tutto ciò attraverso la sua piattaforma i-LiKe, soluzione che consente di creare specifiche app industriali per gestire l’IoT e che si compone di specifici moduli volti a gestire le varie fasi del ciclo di vita del prodotto: dalla progettazione (BOL) alla gestione (MOL) fino al suo smaltimento o riutilizzo (EOL). La piattaforma i-LiKe è facilmente declinabile sulla base delle specifiche esigenze dei vari segmenti industriali. Questo ha portato alla nascita di i-LiKe Platform, soluzione specificamente studiata per il mondo industriale e manifatturiero che, grazie alla sua modularità, consente di seguire l’intero ciclo di vita di un prodotto. Utilizzabile anche da remoto attraverso un’infrastruttura cloud, i-LiKe Platform si integra a tutti i più comuni e utilizzati sistemi gestionali, facilitando le strategie PLM. Per Holonix, nell’era della connettività, dunque, tutto acquista valore per la propria capacità di interagire con il contesto di riferimento. Il prodotto non è più inteso come puro oggetto ma assume valore per i servizi che offre e per l’ecosistema di cui è parte e con cui si interfaccia.

| 2 0 | ICT4E.Guide

www.ict4executive.it


ŠICT4executive - www.ict4executive.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.