Programma per l'Università "La Sapienza" di Roma

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Programma FGC per la Sapienza

Premessa Le condizioni generali dell'università in Italia non erano positive già prima del manifestarsi nello scorso marzo della pandemia di COVID-19. Dal 2010 gli iscritti sono calati considerevolmente (con una diminuzione di circa 170.000 unità). Negli anni questo dato si è parzialmente stabilizzato al costo di un'impennata degli studentilavoratori. I finanziamenti ministeriali sono stati ridotti all'osso e dipendono sempre meno dalle reali necessità di ogni singolo ateneo e sempre più dalla capacità di seguire linee di sviluppo aziendalistiche. Mentre le tasse richieste agli studenti e alle loro famiglie crescono, borse di studio e alloggi sono completamente insufficienti per garantire realmente il diritto allo studio. La pandemia e la conseguente crisi, dapprima sanitaria e ora anche economica, non hanno fatto quindi che aggravare le condizioni di un sistema universitario già messo a dura prova dai tagli praticati dai governi di ogni colore politico. A queste politiche fortemente antipopolari si aggiunge il peggioramento delle condizioni economiche di molti studenti e delle rispettive famiglie a seguito del lockdown: le statistiche ufficiali stimano in milioni i lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro non appena sarà revocato il blocco dei licenziamenti, senza contare il fatto che quanti lavorano con un contratto a tempo determinato o in nero rischiano già ad oggi il licenziamento, e che trovare un lavoro per uno studente risulta ancora più complesso di prima. Il governo Conte non solo non ha preso provvedimenti seri per garantire in un contesto di estrema difficoltà il diritto allo studio, ma ha proseguito nella direzione della precarizzazione dell'insegnamento e della privatizzazione dell'università pubblica escludendo dagli studi di migliaia di nostri coetanei. In questo contesto La Sapienza non rappresenta un'isola felice ma presenta in maniera evidente tutte le criticità nazionali. Vogliamo sfruttare le elezioni per affrontare con gli studenti i reali problemi di questo ateneo. Durante il periodo elettorale fioriscono liste e rappresentanti arrivisti che chiedono l'appoggio degli studenti, ricorrendo ad ogni mezzo. Si presentano come indipendenti, vergini politicamente e dediti solo alla buona rappresentanza, ma una volta ottenuta l'elezione spariscono completamente dalle assemblee di facoltà, mentre negli organi centrali votano praticamente qualsiasi cosa, anche in contrasto con gli interessi della stragrande maggioranza degli studenti, senza rendicontare nulla a chi li ha eletti. Buona parte di loro proviene dalle giovanili dei partiti nazionali, sia di governo che di opposizione. Per queste persone le elezioni universitarie sono trampolini di lancio per ottenere candidature e ruoli dirigenziali ben più significativi nelle proprie organizzazioni. Emblematico il caso di un senatore accademico, eletto nel 2018 con la lista Sapienza in Movimento, candidato poi tra le fila di Forza Italia alle elezioni per il Parlamento Europeo del 2019 (Tajani presentandolo in conferenza stampa sottolineò proprio la sua capacità di prendere voti dimostrata alle elezioni universitarie). Questa pratica da politicanti lascia incancrenire qualsiasi 3


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