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CONCLUSIONI

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SPAZIO

SPAZIO

Probabilmente la definizione più corretta di Spazio Pubblico è quella che lo cataloga come “il luogo dove posso andare e stare senza chiedere il permesso”; naturalmente, soprattutto oggi, la definizione è troppo stringente, ma, se si sorvola sui luoghi dove si paga un biglietto, ad esempio musei o teatri, o si deve consumare, come i dehors di bar e ristoranti, è tutto sommato ancora attinente. La prima rappresentazione dello Spazio Pubblico ricalcante la definizione prima espressa è ascrivibile al comasco Giambattista Nolli che, nel 1748 su commessa del Papa, redasse la “Nuova Topografia di Roma”. Il mandato papale era quello di effettuare il rilievo della città e di restituirlo graficamente. Nolli procedette con l’incarico e rilevò tutto quanto era visitabile e misurabile senza, appunto, richiedere permessi particolari. La scelta di utilizzare questo tipo di rappresentazione non solo è un omaggio a Nolli, ma anche funzionale allo scopo.

Lo spazio pubblico è una tela bianca su cui le persone disegnano la propria vita. Come nelle fotografie di Republic Square di Almaty Kazakhstan, può ospitare un parco giochi per i bambini o, come nel gennaio 2022, violenti scontri.

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Ciò che definisce infatti uno spazio pubblico, al contrario

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