Voci luglio:agosto2013

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089.382647 Testata iscritta nel Registro della Stampa periodica al Tribunale di Salerno al n. 41/06 - DISTRIBUZIONE GRATUITA - numero 69 - Anno VII - LUGLIO 2013

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Riaperta la scuola Riaperta Riaperta la scuola la scuola AApag. pag.3 3 “Guglielmo Marconi”

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Entra nella tua favola In occasione della recente apertura, per tutte le cerimonie 2013 L’Araba Fenice riserva un trattamento speciale Altavilla Silentina (SA) 0828 1992328 www.arabafenicespa.com www.vocidalcilento.it

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n. 68 Aprile/Maggio/Giugno 2013

Fondovalle Calore, TAR accoglie ricorso della Provincia contro lo stop ai lavori Il destino della Fondovalle Calore, l'importante arteria che potrà ridurre i collegamenti della Valle del Calore e della zona degli Alburni, è stato al centro di una conferenza stampa che si è tenuta qualche settimana fa in provincia, a Salerno, e che è stata l'occasione per annunciare che il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso della Provincia di Salerno contro la decisione della Soprintendenza ai beni ambientali di bloccare i lavori. Oltre un anno fa, infatti, la Soprintentenza aveva dato parere negativo, bloccando di fatto la costruzione della strada a scorrimento veloce, attesa per decenni. Inoltre il Tar ha condannato il Ministero per i Beni Culturali, che si era costituito in giudizio, al pagamento delle spese legali. Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente del Consiglio, Fernando Zara, l’assessore ai Lavori Pubblici, Attilio Pierro, il consigliere provinciale Luigi Pesce, il dirigente provinciale, Lorenzo Criscuolo. Il TAR ha espresso cinque concetti molto chiari: 1) l’opera è munita ab origine del parere; 2) i lavori sono stati eseguiti in costanza di vali-

dità dell’autorizzazione paesaggistica; 3) i lavori sono conformi al tracciato; 4) i lavori non conformi per i materiali utilizzati per i ponti sono sanabili; 5) il diniego di sanatoria contrasta con la disponibilità manifestata dalla Soprintendenza in sede di accordo preliminare. “Ora – ha detto il presidente della Provincia, Antonio Iannone - è importante fare squadra rispetto a questa vicenda per fare uscire dall’isolamento un comprensorio che necessita di infrastrutture di collegamento. L’appello è rivolto alla Soprintendenza perché non si accanisca in una battaglia legale, ma anche ai sindaci del comprensorio, a sostegno della necessità di realizzare questa opera, infine alle forze sindacali perché le imprese ed i lavoratori non restino vittime

dei “talebani” del vincolo, soprattutto, in questo momento di forte crisi socioeconomica e occupazionale, in cui non ci si può permettere il lusso di lungaggini burocratiche che paralizzano ulteriormente lo sviluppo del nostro territorio”.

Ad Altavilla Silentina l’organo di San Biagio tornerà a suonare entro agosto Inizieranno tra qualche giorno i lavori di montaggio dell'organo di Silverio Carrelli di Vallo della chiesa di San Biagio, ad Altavilla Silentina. Il prezioso strumento sarà nuovamente attivo entro la prima metà di agosto. Il montaggio sarà curato dalla Bottega Organara di Roberto Curletto. L'organo è stato restaurato grazie all'intervento del parroco, Padre Costantino Liberti, in collaborazione con l'associazione L’Auriga Cilento, associazione di sviluppo e promozione del territorio che ha promosso una raccolta fondi, curandone il percorso burocratico. L'organo ritornerà a suonare dopo anni di inattività, in tempo per il periodo estivo, in modo da per-

mettere ai tanti emigranti presenti in paese per le ferie estive di rientrare alle loro abitazioni dopo aver sentito suonare le prime note dello strumento. “Un ringraziamento particolare – si legge in una nota dell'associazione - va alla Soprintendenza BSAE nella persona del funzionario di zona Filomena Mangone che con professionalità e precisione ha gestito la difficile situazione permettendo alla città di Altavilla di riappropriarsi, dopo la chiesa di San Biagio riaperta appena lo scorso dicembre, di un altro straordinario bene”.

Voci dal Cilento Testata iscritta nel registro della Stampa Periodica del Tribunale di Salerno al n. 41/06 Mensile di informazione su Cilento, Valle del Calore e Alburni, Vallo di Diano redazione@vocidalcilento.it Anno VII N. 70 – LUGLIO 2013 Direttore responsabile: Annavelia Salerno direttore@vocidalcilento.it; Editore: Italo Salerno In redazione: Marco Ambrogi, Luca Gargiulo, Annarita Salerno. redazione@vocidalcilento.it Redazione: Via Isca - 84049 Castel San Lorenzo (SA) Stampa - Grafiche Capozzoli - Tiratura: 2500 copie Chiunque volesse segnalare iniziative può farlo utilizzando il nostro indirizzo di posta elettronica redazione@vocidalcilento.it entro e non oltre il 22 di ogni mese.

Il mensile Voci DAL Cilento viene distribuito gratuitamente nei bar e nelle edicole di 23 comuni della Provincia di Salerno:


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ROCCADASPIDE

Riaperta la scuola “Guglielmo Marconi” Già riaperta l’ala sud. Ospita i laboratori delle Notti dell’aspide Sembrava dovere essere l’abbattimento l’ultimo atto della vicenda relativa all’edificio scolastico “Guglielmo Marconi” di Roccadaspide, chiuso da oltre un decennio. Invece, quasi a sorpresa, l’amministrazione comunale retta da Girolamo Auricchio ha trovato il modo per salvaguardare una delle strutture storiche della città, costruita nel 1935, da qualche giorno in parte adibita a laboratorio artistico. Appurata la stabilità della struttura, e in attesa dell’esito di ulteriori verifiche mirate a confermare la sicurezza dell’intero edificio, l’amministrazione si è messa a lavoro per redigere un progetto di restyling con cui si aprirà la seconda vita della “Marconi”. La scuola fu chiusa nel 2002, dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia, in Molise, dove, a causa del crollo della scuola dovuto al terremoto, morirono 27 bambini e una maestra. In quel periodo le amministrazioni comunali di moltissimi paesi avviarono delle verifiche per accertare la stabilità delle scuole, per prevenire simili tragedie. Anche a Roccadaspide furono disposti i controlli e con una strana e discutibile ordinanza l’amministrazione di allora chiuse la scuola, arrecando gravi danni economici alla casse comunali, e sottoponendo tutti gli alunni della scuola a stressanti doppi turni in aule anguste, realizzate negli androni della scuola “Dante Alighieri”. A distanza di anni Auricchio ha rispolverato quell’ordinanza, modificandola in seguito ai risultati dei controlli dell’ala sud della struttura, effettuati dalla società La.Sp.ed tirreno, risultata agibile. Il primo cittadino di Roccadaspide ricorda che in relazione al provvedimento, manca la relazione a supporto delle verifiche del 2002, che attesti quanto contenuto nell’ordinanza. “Abbiamo deciso di avviare il recupero della scuola – rimarca Auricchio – in considerazione dell’importanza storico-culturale che riveste per la nostra comunità. In ciò siamo stati rincuorati dalla relazione della società La.Sp.ed tirreno che ha eseguito le verifiche, e che certifica che il giudizio complessivo sulla staticità dell’ala sud è positivo”. Si è trattato della conferma che l’amministrazione poteva ipotizzare un recupero della struttura, cosa che in parte ha già iniziato a fare, consentendo ai giovani partecipanti alla manifestazione “Le notti dell’aspide” di utilizzare la parte sicuramente idonea come laboratorio

per preparare l’evento. In questo modo anche i cittadini sono più soddisfatti di vedere che lo stabile non è più abbandonato, ma gode di nuova vitalità, il che ha dato risposte al movimento che era nato on line per chiedere che la scuola fosse salvata dall’abbandono. Allo stato è in corso di predisposizione, secondo le leggi attualmente in vigore, il progetto esecutivo, che prevede, tra l’altro, una serie di lavori di adeguamento e di rifacimento dell’impianto elettrico e di riscaldamento, controsoffittatura, abbattimento delle barriere architettoniche, pavimentazione, installazione dell’ascensore, realizzazione dei bagni per portatori di handicap. L’intonaco esterno, invece, sarà realizzato secondo le caratteristiche che aveva in origine.

Via Equitalia, arriva Gosaf spa DAll’inizio di luglio, il Comune di Roccadaspide ha iniziato a riscuotere le entrate tributarie e patrimoniali, e le sanzioni amministrative, per mezzo di una società, la Gosaf spa, che sostituisce Equitalia, dopo che il Comune ha deliberato di sciogliere il rapporto con quest’ultima, diventata negli ultimi anni poco gradita a tutti gli utenti. Recentemente il Comune ha affidato il servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali alla Gosaf, che, in virtù dell’appalto, è operativa presso la casa comunale con un proprio ufficio, ubicato nei locali presso i quali per diverso tempo ha avuto sede Equitalia. Vi opera personale in grado di fornire all’utenza le informazioni necessarie relative al regolamento delle entrate comunali. Il servizio di riscossione riguarderà le entrate tributarie Tarsu e Tosap, pubblicità e pubbliche affissioni, entrate extratributarie servizio idrico integrato, entrate extratributarie censi e canoni. L’affidamento avrà la durata di tre anni. “Si apre un nuovo capitolo per quanto riguarda la riscossione dei tributi a Roccadaspide: - afferma il

Sindaco, Girolamo Auricchio - un taglio con il passato, rappresentato da una società, Equitalia, che ha suscitato spesso le ire dei contribuenti, e che non ha soddisfatto le esigenze dell’amministrazione di fornire un servizio all’altezza delle sue aspettative. Un’insoddisfazione che si è tradotta nell’assenza fisica della società, un tempo ubicata al piano terra della casa comunale, poi assente negli ultimi anni”. Affidando il servizio ad una società nuova, che ha vinto l’appalto perché ha proposto una spesa minore, l’Amministrazione comunale ha voluto ottemperare ai dettami della normativa che impone ai comuni l’obbligo di riscossione dei tributi, ma allo stesso tempo ha voluto offrire un servizio ai cittadini, che per le loro esigenze legate ai tributi potranno rivolgersi all’ufficio competente, che è operativo tutti i giorni, secondo l’orario di apertura degli uffici comunali.

I dieci anni di Festa Farina Forca Sono ormai trascorsi 10 anni da quando un gruppo di persone, un gruppo di amici, decise di dar vita ad un progetto il cui scopo era quello di far conoscere al di fuori dei confini di una piccola realtà dell’entroterra cilentano, le tradizioni ereditate dagli avi. E’ nata così la manifestazione FESTA FARINA FORCA: un gruppo di amici riuniti intorno ad un tavolo. FESTA FARINA FORCA è una manifestazione gastronomica, una sagra, che ha luogo ogni anno, dal 31 luglio al 6 agosto, a Magliano Nuovo. La scelta del nome vuole ricordare il dominio borbonico che, nel bene e nel male, ha lasciato un’impronta indelebile in queste contrade. Con tre F, sosteneva Ferdinando II, si poteva governare un regno: con il divertimento, il cibo e le punizioni. E’ un motto che affonda le sue radici nel più antico “pane e circenses” dei ro-

mani. Principe della manifestazione è il “cavatiello” maglianese, ma tutto il menù è un’autentica apoteosi del sapore: dalla carne, come il castrato al ragù, al pesce, la prelibata trota alla brace, passando per gli squisiti contorni “rape e patate” e peperoni all’insalata. Sono stati 10 anni ricchi di soddisfazioni. Quella più grande è stata, sicuramente, vedere la faccia stupita di persone che magari, fino alla partecipazione a FESTA FARINA FORCA, non avevano neanche sentito mai parlare di Magliano Nuovo, davanti a tanta bellezza, a tanta bontà, a tanto calore. Il paesaggio mozzafiato, il menù ricco, prelibato e accessibile, la genuinità, l’allegria e l’ospitalità delle persone sono stati gli ingredienti che hanno assicurato il successo della manifestazione. Più che una sagra, quindi, questa è una festa: una festa che celebra un

territorio. Una festa che racchiude tutti gli odori, i sapori e i colori di un borgo ricco di storia. Soprattutto i profumi accolgono il visitatore. “SO’ NATO INDA NA TERRA PROFUMATA” è l’inizio di una famosa canzone cilentana e FESTA FARINA FORCA raccoglie in sé tutti i profumi di questa terra: profumo di genuino, di pulito, di antico, di verde. All’associazione Manlium, ossia il gruppo di amici che da 10 anni a questa parte porta avanti questo progetto, va’ un grande ringraziamento, per l’impegno, ma soprattutto per l’amore incondizionato verso la propria terra. L’appuntamento è quindi a Magliano Nuovo, dal 31 luglio al 6 agosto, per la decima edizione di FESTA FARINA FORCA, SAGRA DEL CAVATIELLO.

TERESA PELUSO

Albanella | Altavilla Silentina | Trentinara | Monteforte Cilento | Magliano | Stio | Campora | Laurino | Piaggine | Valle Dell’Angelo | Sacco | Roscigno Bellosguardo | Corleto Monforte | Santangelo a Fasanella | Ottati | Aquara | Castelcivita | Controne | Sant’Arsenio | Roccadaspide | Felitto | Castel San Lorenzo


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n. 68 Aprile/Maggio/Giugno 2013

DALL’ABATE AL VESCOVO

Una sintesi di storia religiosa di un feudo della Badia di Cava di Marco Ambrogi Sono passati ben 500 anni da quando il piccolo casale di Sant’Arsenio, nel Vallo di Diano, venne ceduto alla nascente diocesi della città di Cava dei Tirreni, transitando, unico nel comprensorio, sotto le cure dei presuli metelliani, fino all’erezione della diocesi di Teggiano, a metà Ottocento. L’abate cavense, Crisostomo D’Alessandro, consentì la costruzione della Catte-

Lo stemma della Badia di Cava drale di Cava ed il papa Leone X, con bolla del 22 marzo 1513, soppresse la cattedralità della chiesa del monastero, trasferendola alla chiesa di Santa Maria della Visitazione. Inspiegabilmente l’abate, nel concedere la costituzione della mensa vescovile, superò la richiesta di 300 ducati per

l’erezione del nuovo Vescovado, assegnandone addirittura 1400 ducati annui, una somma spropositata che costrinse la Badia della SS. Trinità a spogliarsi di alcuni domini, tra cui la baronia di Sant’Arsenio, valutata 100 ducati di rendita annua e che comprendeva 200 famiglie con oltre 800 vassalli. La nuova diocesi venne definita con l’atto di erezione del 1513 e comprendeva Cava con la ricca Valle Metelliana, Vietri (l’antico porto della Badia), Cetara e la lontana Sant’Arsenio, tenuta a versare in proporzione il quindennio alla Curia romana. Della floridezza del casale si ha nota anche in riferimenti archivistici dei tempi del cardinale d’Aragona, difatti il feudo cavense vantava rendite per ben 102 ducati, una cifra alta, se si pensa che ai tempi dell’abate Maynerio, Sant’Arsenio risultava una delle dipendenze badiali più piccole, con appena 10 once e 10 libbre di cera. Il casale alla fine del Quattrocento contava 200 fuochi ed era munito di case, orti, undici terre coltivate a frumento, mulini, un forno, diversi pascoli, boschi di castagne, noci e querce, galline, caprioli e agnelli. Dal resoconto possiamo farci un’idea sui luoghi topografici, della consistenza del casale, stretto da due riserve d’acqua con relativi mulini (il Secchio a meridione e il Foce a nord), una popolazione di circa 1000 abitanti ed un territorio produttivo ripartito tra terreni in piano (le undici terre coltivate a frumento) ed in declivio collinare e montuoso (pascoli e boschi di castagne, noci e querce). Il casale si ripartiva invece tra case ed orti; in questo riferimento possiamo individuare un elemento urbano distintivo, che caratterizzerà la storia insediativa moderna di Sant’Arsenio, ossia del giardino retrostante l’abitazione, segno identificativo sia delle “rue”, ossia delle vie che collegano la piazza al Serrone, sia dell’asse di attraversamento del casale. Indubbiamente il feudo di Sant’Arsenio, concesso al vescovo di Cava città, continuò a costituire un prestigioso possesso per la Curia cavense, un esempio della benevolenza e della rappresentanza dei presuli metelliani verso la chiesa matrice, fu l’erezione a collegiata, da prima del XVIII secolo, con la concessione delle insegne canonicali simili a quelle della chiesa di San Giovanni Maggiore di Napoli. Più che una contesa per diritti vari, la dipendenza dal vescovato di Cava dovette essere comunque un periodo fruttuoso, che costituì per la spiritualità e la gestione religiosa del casale di Sant’Arsenio, un tempo di forte innovazione e positiva condotta, lasciando un buon ricordo, se ancora alla metà dell’Ottocento, con la cessione alla novella diocesi di Teggiano, i santarsenesi ricordavano con stima e gratitudine la benevolenza del governo curiale cavense. Dall’amministrazione spirituale dei vescovi di Cava, Sant’Arsenio ha ricevuto molto, sia dal punto di vista religioso, che da quello culturale ed artistico. La stessa chiesa matrice, ricostruita a metà Ottocento, venne plasmata con un corredo architettonico di rilievo, tipico della maestranza metelliana, essendo poi arricchita da opere d’arte mobili di valore, come le statue del Colombo e le tele di Nicola Peccheneda. Al vescovo Cesare Lippi, agli inizi del XVII sec. si deve l’introduzione del culto a Sant’Antonio da Padova, che ancora oggi è molto sentito in paese, mentre nel secolo precedente molti degli altari interni della parrocchiale furono arricchiti da concessioni (bolle vescovili) di indulgenze e privilegi. Il vescovo Nicola Borgia, decretò, alla metà del Settecento, la conferma del titolo di Collegiata a Santa Maria Maggiore, conferendo al capitolo la dignità collegiale ed il benefi-

Veduta di S. Arsenio da una foto di G. Ippolito

cio dell’almuzia violacea, mentre a partire dalla fine del secolo, il casale fu metà, per volontà vescovile, delle predicazioni dei seguaci di Sant’Alfonso Maria dei Liguori. Se la Badia della SS. Trinità aveva stabilito per Sant’Arsenio, un ruolo guida nella parte settentrionale del Vallo di Diano, mediante la creazione di un priorato di monaci, la Curia cittadina cavense, diede lustro e privilegio al casale, con un’amministrazione spirituale che durò per lungo tempo, apportandovi benefici sociali e religiosi. La piccola enclave nella diocesi di Capaccio ebbe la ventura di attingere ai modelli religiosi di Cava, ottenendone frutti culturali, che si protrassero ben oltre il passaggio del paese alla novella diocesi di Teggiano alla metà del XIX sec.

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IL FATTO. Il sindaco Italo Voza: “Pullman da 30 posti con tre linee. Servizio in più per residenti e turisti”

Con la Bcc di Aquara in bus a Capaccio Da tre anni la banca già permette il trasporto gratuito ad Oliveto Citra

Dopo Oliveto Citra, dove da oltre tre anni i cittadini usufruiscono gratuitamente di bus sul territorio locale grazie alla Bcc di Aquara, anche a Capaccio la stessa Banca di credito cooperativo diretta da Antonio Marino supporta il servizio di trasporto pubblico su gomma. Quando occorre promuovere il territorio, favorendo anche la mobilità e offrendo ai turisti concrete possibilità di visitare non solo i luoghi di maggiore richiamo, assecondare le necessità dei residenti, costretti a disagi per l’assenza di servizi di trasporto pubblici, la Banca di cui è presidente Luigi Scorziello non rallenta. “Saranno attivati 3 autobus da 30 posti che con 3 linee copriranno l’intero territorio comunale, con interscambi a Capaccio Scalo e con circa 10 corse giornaliere. Il servizio sarà in vigore, in via sperimentale, per quattro mesi. In un Comune turistico importante ed esteso come Capaccio Paestum la

presenza di un servizio di trasporto è una necessità. - spiega Italo Voza, sindaco di Capaccio, che ha recepito l’idea formulata dal direttore generale della Bcc di Aquara Antonio Marino - E’ un servizio in più per i turisti, ma principalmente per i cittadini che potranno recarsi al mare, al cimitero e da una parte all’altra del territorio senza essere costretti a prendere sempre l’automobile. Il sito archeologico è visitato ogni anno da tantissimi cittadini europei e Capaccio Paestum deve essere al passo con le località turistiche europee anche e soprattutto nei servizi”. Ed il consiglio di amministrazione della Bcc di Aquara ha approvato l’adesione, con l’acquisizione di una rilevante quota azionaria della società di gestione, al servizio di trasporto pubblico che potrà essere utilizzato sull’intero territorio comunale di Capaccio da chiunque. “E’ il nostro modo di essere Banca del territorio e di esprimere i

valori della cooperazione a cui si ispira l’attività non solo creditizia della nostra Bcc di Aquara. Ed altri interventi, oltre a quello a Capaccio, seguiranno nell’interesse delle comunità locali”, ha spiegato Antonio Marino.

Il Direttore della BCC Aquara Antonio Marino nominato membro nel Consiglio Nazionale Sinadi

In occasione dell’Assemblea Nazionale svoltasi a Verona, il Sinadi - Sindacato Nazionale dei Dirigenti delle Banche di Credito Cooperativo - unico rappresentativo da oltre trenta anni della Categoria, ha nominato membro del proprio Consi-

glio nazionale il Direttore generale della Bcc di Aquara, Antonio Marino. “Ad Antonio Marino, come agli altri componenti del massimo consesso sindacale dirigenziale, è stato riconosciuto il grande merito di essere pioniere e difensore, innanzitutto, dei valori della Cooperazione di credito e, con la stessa professionalità, dei ruoli dei colleghi impegnati a mantenere autonomia concettuale nei confronti di chi non è in grado di comprendere le specificità delle realtà locali in cui operano le Bcc. - ha sottolineato Giuseppe Ottone, presidente Nazionale del Sinadi - Proprio in una recente circostanza il Direttore Marino è stato promotore, insieme ad esponenti di altre

Banche di credito cooperativo campane, di un incontro, con la presenza del Presidente Nazionale del Sinadi, per evitare che alcune modifiche statutarie offendessero tale autonomia”.

Albanella | Altavilla Silentina | Trentinara | Monteforte Cilento | Magliano | Stio | Campora | Laurino | Piaggine | Valle Dell’Angelo | Sacco | Roscigno Bellosguardo | Corleto Monforte | Santangelo a Fasanella | Ottati | Aquara | Castelcivita | Controne | Sant’Arsenio | Roccadaspide | Felitto | Castel San Lorenzo


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Torna la sagra del Fusillo di Felitto L’appuntamento è dal 12 al 24 agosto

Non poteva mancare all’appuntamento con il suo 38esimo compleanno, la sagra del fusillo di Felitto, che si terrà nel paese delle gole dal 12 al 24 agosto prossimo. La Pro Loco Felitto è già al lavoro da settimane per ripetere per l’ennesima volta il successo di questo appuntamento con il gusto che a distanza di anni richiama a Felitto, cuore verde del Cilento, migliaia di affezionati, collezionando ad ogni edizione anche un notevole numero di nuovi amici. L’evento nasce con lo scopo di promuovere il piatto tipico locale "Il Fusillo Felittese" che ancora oggi conserva intatto il Sapore Unico della Tradizione Felittese. Dal 12 al 24 Agosto, di scena gastronomia, relax e divertimento, con la possibilità di compiere escursioni guidate nelle incantevoli "Gole del Calore" e nel Centro Storico. Dal 12 al 24 agosto Felitto ospiterà migliaia di persone che verranno per assaporare il rinomato fusillo, ma anche per apprezzare le splendide Gole del fiume Calore, visitare il centro storico, addentrarsi in un viaggio a ritroso nelle tradizioni e negli usi locali visitando il museo della civiltà contadina, che custodisce un pezzo di storia passata. Naturalmente nel corso di questa 38esima edizione si potranno apprezzare anche altri prodotti tipici locali, uniti all’ottimo vino; sono in programma momenti musicali e culturali, con dibattiti su temati-

che strettamente legate al territorio, mostre, appuntamenti da non perdere. Ritorna dunque con un programma spumeggiante e la consueta euforia la Sagra organizzata dalla Pro Loco Felitto, che quest’anno raggiunge il traguardo per consolidare una storia lunga di successi: il merito di tanta fama è degli organizzatori che si sono avvicendati negli anni, dell'attuale gruppo con a capo il Presidente Angelo Vilardi, e di quelli che

L’evento nasce con lo scopo di promuovere il piatto tipico locale "Il Fusillo Felittese" che ancora oggi conserva intatto il Sapore Unico della Tradizione Felittese. Dal 12 al 24 Agosto, di scena gastronomia, relax e divertimento, con la possibilità di compiere escursioni guidate nelle incantevoli "Gole del Calore" e nel Centro Storico. gestiranno l’evento di punta dell’estate nella Valle del Calore. A farla da padrone sarà sempre il rinomato fusillo, che si potrà gustare a pranzo e a cena insieme ad altre tipicità locali: la carne alla brace di allevamenti locali, il ciaulieddo, il vino prodotto dalle cantine locali, la trota pescata nelle acque limpide del fiume Calore, storica dimora della schiva lontra. Non mancheranno mostre, spettacoli,

dibattiti sulla gastronomia. Tutte le serate saranno allietate da spettacoli musicali; sarà possibile, inoltre, visitare una mostra fotografica di immagini della storia felittese intitolata “I segni del tempo” a cura di Antonio Suriano, una mostra di pittura personale dell’artista Rita Corrente e la rassegna di libri sul Cilento “LiberaMente” a cura dell’associazione Felitto.net. Insomma diversi eventi da non perdere per celebrare il principe della gastronomia locale, il fusillo felittese, composto da ingredienti semplici e naturali, rigorosamente preparato a mano, che richiede un’ottima manualità mediante l’utilizzo di una sottilissima asticella di ferro, che gli dona l’aspetto allungato e sottile.

Il fusillo, il re della gastronomia cilentana Il fusillo è iscritto nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari tradizionali della regione Campania Il fusillo felittese, composto da ingredienti semplici e naturali, rigorosamente preparato a mano, richiede un’ottima manualità mediante l’utilizzo di una sot-

tilissima asticella di ferro, che gli dona l’aspetto allungato e sottile. Caratteristiche che gli hanno permesso l’iscrizione nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari tradizionali della regione Campania. Come si legge sul sito della regione, il fusillo si presenta come “un cilindro di pasta cavo, lungo dai 18 ai 22 cm che si prepara a mano, utilizzando uova, farina, sale acqua, olio d’oliva, e l’ausilio di un ferro sottilissimo a 4 facce. La sua origine è antichissima e legata ad una leggenda: si narra che nel XVI secolo, durante un assedio della cittadina durante il quale gli abitanti resistevano da oltre 10 giorni, il comandante chiese alle donne di cucinare qual-

cosa con i prodotti che avevano a disposizione, cosicché le donne, prepararono, per la prima volta il “Fusillo di Felitto” con uova e farina. Al di là di questa leggenda é accertato che questa produzione vanta una tradizione secolare, tramandata oralmente da madre a figlia fino ai giorni nostri tanto da rappresentare il piatto tipico dei giorni di festa a Felitto. Oggi la produzione del fusillo si è tramutata da familiare ad artigianale; questo prodotto richiede una particolare manualità che possiedono solamente le donne di Felitto, tanto é vero che famosi ristoranti di Paestum che propongono questo prodotto nei loro menù, per approvvigionarsene, richiedono espressamente la fornitura alle signore di Felitto”.

Il mensile Voci DAL Cilento viene distribuito gratuitamente nei bar e nelle edicole di 23 comuni della Provincia di Salerno:


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Un’occasione per conoscere (e amare) Felitto e i suoi tesori La sagra del fusillo felittese sarà l’occasione per conoscere Felitto, i suoi tesori e le sue risorse, a partire dall’elemento che meglio di altri i-

se e di questo territorio. Naturalmente la sagra sarà l’occasione per mettere in evidenza anche tutte le altre numerose risorse del paese, partendo dal centro storico, con i suoi angoli suggestivi, i vicoli, e ancora i palazzi gentilizi, l’originalissima casa araba. Nel centro storico domina il Castello feudale, circondato da un’antichissima cinta muraria che in passato si estendeva per circa settecento metri. Ma numerosi sono anche gli edifici sacri: diverse sono le chiese, tra cui la Chiesa Madre, la Chiesa del Santo Rosario; la Cappella del Carmine; il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli. Nel centro storico come noto, in un antico palazzo è ubicato il museo della civiltà

dentifica Felitto fuori dai suoi confini geografici, ossia il noto ponte a schiena d’asino costruito alle porte del paese in epoca medievale ma che nonostante il passare del tempo e nonostante la forza della natura, rimane intatto contadina, dove a ricordare il passato di questo pae- sono esposti di-

versi oggetti di uso quotidiano risalenti al ‘700. Tutto questo ed anche molto altro è Felitto, piccolo borgo dalle straordinarie caratteristiche da conoscere ed apprezzare.

...e prima di degustare il fusillo un salto al Museo della Civiltà Contadina L’antico palazzo signorile, a cui si accede percorrendo un piccolo tratto di via lastricata scavata nel candido calcare su cui sorge Felitto, si presenta in buone condizioni con la struttura portante in muratura in parte intonacata ed in parte con pietre a vista, la copertura ad embrici, due ingressi il principale su via I° Centrale e il secondo in via Pomerio. Da via Pomerio l’edificio si eleva su 4 livelli raggiungendo l’altezza di 13 metri, da via I° Centrale si contano solo 3 livelli. Questa è la cornice che circonda il museo della civiltà contadina ed artigiana di Felitto che raccoglie numerose suppellettili di uso quotidiano, alcune risalenti agli inizi del ‘700. Un museo nato per custodire la memoria della civiltà contadina ma non solo con

un’esposizione che si snoda su due livelli. Il primo è nel cortile interno del palazzo e vi si trovano l’angolo del falegname e del ciabattino, la cantina con le botti e il grosso torchio per fare il vino e gli attrezzi per lavorare la terra insomma tutti quegli oggetti che erano parte integrante del lavoro del contadino. Si percorre poi un’ampia scala in pietra e si raggiunge l’ultimo piano del palazzo dove è stata ricostruita una casa di fine ottocento con una ampia cucina completa di tutti gli utensili, un telaio per tessere in ottime condizioni, corredato dagli arnesi per cardare e filare la Il museo è visitabile su prenotazione conlana, una camera da letto completa anche tattando i seguenti numeri: 0828/945062della biancheria, numerose testimonianze 945255-945268. fotografiche e tanto altro ancora.

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Il programma che l'Associazione Giuseppe Verdi intende attuare sul territorio per l'anno 2013 è diretto a valorizzare attraverso l’arte e la musica il nostro caro Cilento. Quest’anno sulla scia dei progetti realizzati negli anni precedenti l'Associazione si pone l'obiettivo di valorizzare la pittura e la musica italiana dando grande spazio ad artisti che fanno lustro dell'Italia nel mondo ricevendo premi e riconoscimenti di grande valore. Continueranno poi gemellaggi con associazioni culturali e artistiche attraverso la realizzazione di concorsi di pittura ed esposizioni d'arte; Le diverse operazioni previste si svolgeranno a Paestum dal mese di Giugno al mese di Agosto del 2013 secondo questo programma: - “Concorso Paestum Arte” dal 29

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Giugno al 13 Luglio: La Mostra vedrà la partecipazione di diversi giovani artisti da tutta Italia le cui opere saranno votati dai visitatori della mostra per eleggere il vincitore; L'Esposizione è organizzata con la collaborazione della Bottega Artemisia. - “Speciale Sposi” dal 12 al 19 Luglio ( Palazzo De Maria ) : si realizzerà con la collaborazione dei leader capaccesi nel settore del Wedding, uno speciale dedicato al Matrimonio, mostrando a tutti i visitatori le fasi per realizzare un evento indimenticabile; - Luciano Tigani “I Colori della Natura” dal 20 al 27 Luglio (Palazzo De Maria ); - LANTERI – “L’Essenzialità di Un

Genio” dal 28 Luglio al 16 Agosto – (Palazzo De Maria ); - Messaggi Dall’Antichità, Mostra Personale del Maestro Ciro Palumbo; I Maestri della Fantasia dal 14 Luglio al 30 Agosto: Collettiva sul tema della magia e del Sogno; Parteciperanno CIRO PALUMBO, FRANCESCO NESI, LUCA DALL'OLIO, ELIO DE LUCA, CARLO BERTI, GIANLUCA PIACCIONE e tanti altri…

Luciano Tigani - I Colori della Natura dal 20 al 27 Luglio - Palazzo De Maria (Paestum )

«La pittura di Luciano Tigani è certamente legata alla sua terra d’origine, la Calabria. L’artista ne descrive ambienti, colori e profumi in vedute paesaggistiche, dove si incontrano e dialogano realtà visiva ed emozioni intense, liricamente contenute in tele di piccole dimensioni, quasi a sottolineare un’interiorità pudica, appena sussurrata. I suoi paesaggi sono luoghi famigliari, vissuti, studiati, amati, come emerge dalla loro puntuale interpretazione, che

non tralascia nessuna delle vibrazioni colte dallo sguardo. Ogni foglia, ogni sasso è accarezzato dalla luce, che ne svela la naturale bellezza e suggerendone l’importanza di soggetto unico e prezioso. Tigani conosce i segreti del segno e del colore; tonalità vivide si dispongono sullo spazio pittorico in piccole tacche che si accostano e sovrappongono, dando vita a contrasti chiaroscurali modulati con attenzione, capaci di fermare in un istante la continua mutevolezza di un paesaggio. L’insieme compositivo trova forza nell'equilibrata dialettica che si instaura tra luci e ombre. L’attenta collocazione del segno e la precisa cadenza dei toni conferiscono valore plastico al soggetto trasposto in visione, che appare precisa e calibrata, volutamente antiretorica. Sono soprattutto luoghi aperti, spazi dove non appare mai una figura umana, indicando solitudini riflessive in una campagna soleggiata, o di fronte a un mare in tempesta, o all’ombra, sotto un addensamento fitto di alberi. Paesaggi che

evocano ricordi felici, condivisibili, perché elementi ineludibili di un immaginario visivo squisitamente mediterraneo, il nostro Mediterraneo, Tigani sembra volerci donare una sua testimonianza preziosa, un invito al ritorno in un mondo sereno e incontaminato dove sia possibile riappropriarci del respiro e del canto armonioso della natura». Paolo Levi

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ALBERTO LANTERI

L’Essenzialità di un Genio 28 Luglio – 16 Agosto (Paestum – Palazzo de Maria)

Domenica 28 Luglio 2013, alle ore 20,00, L’Associazione Giuseppe Verdi apre le porte del Palazzo de Maria, sito nella piazzetta che costeggia la Basilica Paleocristiana di Pae-

stum alla Mostra personale dell’Artista Torinese Alberto Lanteri; in circa venti opere, sarà possibile ammirare la ricerca surreale del geniale Piemontese che ha esposto in luoghi culto dell’Arte sia in Italia che all’Estero; lo stile di Lanteri, indefinibile in alcuni tratti, segue una regola naturale che parte dal figurativo classico e arriva allo sgretolamento dello stesso sostituito da forme geometriche e altri simboli di chiara matrice surreale; pittore eclettico come pochi, caratterialmente distaccato, dotato di un forte senso di umiltà, Lanteri è padre di uno stile tra il reale e l’irreale, tra il mistero e il sogno, tra il finito e l’infinito! Quello che l’occhio umano vede, al Lanteri non basta più, perché dopo essere riuscito a superare tecnicamente l’iperrealismo di fine novecento, ed aver svelato tutti gli enigmi della natura, la sua pittura ha cambiato direzione e arricchita di pochi e semplici oggetti, che diventano protagonisti regali delle sue tele, spersonificando l’essere umano e sostituendolo a uova, biglie, piume variopinte, e pentagrammi che simulano forme geometriche improbabili, si è diretta verso un ignoto che rappresenta un approdo felice, la meta di questo genio dell’arte. Il dire di Lanteri si

compone di immagini che derivano da un alfabeto segnico che scava nella memoria, linguaggio di un mondo immaginario, di uno spazio parallelo al reale, ignoto nella sua corposa interezza, ma terribilmente presente nella mente, nella vita, nel cuore di ognuno di noi…è un viaggio a metà strada tra l’inferno e il paradiso, un modo peccaminoso di rappresentare con ironia il proprio essere, giocando con le proprie diversità e i propri piaceri, nuotando nel mare immaginario della fantasia alla ricerca della stella perduta… Quella di Lanteri non è solo tecnica, è cuore, è anima, è dispersione dell’essere e dell’avere, è ricerca non fine a stessa, ma diretta ad arricchire l’umanità intera. L’esposizione voluta fortemente dal Direttore Artistico Francesco Cairone e patrocinata dal Comune di Capaccio Paestum, dalla Regione Campania, dall’Azienda per il turismo di Paestum e della Provincia di Salerno, si inserisce all’interno di un progetto espositivo itinerante che dai musei più importanti della Russia, arriverà a Paestum facendo tappa anche in altre località italiane.

Per contatti inviate una e-mail ai seguenti indirizzi: direttore@vocidalcilento.it | redazione@vocidalcilento.it, oppure potete telefonarci al 339 1107387


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I numeri per diventare il più importante festival gratuito della musica e dell’arte ci sono tutti: già la prima edizione ha testimoniato le sue straordinarie potenzialità, ed ora per la seconda edizione il festival è pronto a sbalordire nuovamente il suo pubblico. La seconda edizione de “Le notti dell’aspide – Art&Music festival”, si terrà dal 9 all’11 agosto, organizzata dalla città di Roccadaspide in collaborazione con l’Associazione “Le Notti dell’Aspide” ed il Comitato “Aspidini”. Il festival si compone di tre sezioni: “Art & Musica festival”, “Laboratorio d’arte en plein air” e “Cilento e…”. Undici le sottosezioni: Festival della musica; Riciclarte; Musicaspide; Pinacoteca; Dieta Mediterranea; Meeting e Convegni; Laboratorio Riciclaspide e 64 Km2 d’arte; Turismo ecologico ed artistico; Cilento è … esposizioni, artigianato e prodotti agroalimentari del territorio; Teatro dell’uguaglianza; Aspidiadi. La straordinaria novità di quest’anno è data dal laboratorio Riciclaspide, la prima rassegna in Italia dedicata all’arte del riuso riservata agli studenti di sei Accademie di Belle Arti italiane: Napoli, Roma, Frosinone, Bologna, Ravenna e Lecce. Nei giorni dal 4 all’8 agosto, la Città ospiterà gli studenti che realizzeranno lavori artistici nell’ambito delle materie dell’arte figurativa (pittura, disegno, scultura e altre arti plastiche), dell’installazione, della fotografia, della moda e fashion design, sull’argomento dell’arte del riciclaggio. Le opere d’arte, eseguite plasmando il

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materiale di scarto recuperato presso l’Isola Ecologica “Ecoli” di Roccadaspide, saranno esposte lungo l’intero percorso, fungendo da scenografia della manifestazione. L’originale percorso enogastronomico, realizzato mediante l’allestimento e l’apertura temporanea di 40 taverne dislocate lungo l’arteria principale del centro abitato di Roccadaspide, permetterà la diffusione delle ricette e delle tipiche pietanze rientranti nei dettami della Dieta Mediterranea. Tantissime le iniziative collaterali, come mostre fotografiche e pittoriche, mercatino dell’usato, artisti di strada itineranti, esposizione dei prodotti dell’artigianato locale. Naturalmente spazio a concerti di musica folk, indie, rock, pop, jazz, cantautoriale e popolare: i palchi saranno allestiti in Piazza XX Settembre, nello slargo di Via Serrone detto “Dei Russo”, e in Piazza della Madonnina. Per quanto riguarda i concerti – tutti rigorosamente gratuiti – mentre nella passata edizione, a solcare il palco furono Brunori Sas, NoBraino e i Motel Connection, quest'anno sarà la volta dei Ministri (9 Agosto) e di Zibba & Almalibre. Ad aprire le loro performances due realtà campane piuttosto apprezzate: i Sulaventrebianco e i Nictagena. Il giorno seguente (10 agosto) tocca al Lo Stato Sociale e il Management del Dolore Post Operatorio, anticipati dai Sonatin For A Jazz Funeral e dai Vanity. Ultimo giorno con Radio In Technicolor, Aeguana Way, Doormen e, per finire,

il gradito ritorno dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Circa 30 i concerti che si terranno sui tre palchi allestiti in altrettanti punti strategici della città: il primo in Piazza XX Settembre; il secondo nello slargo di Via Serrone detto “Dei Russo”; il terzo in Piazza della Madonnina. A 100 metri dall'area concerti (gratuita) sarà allestita un’area campeggio attrezzata. Il festival si svolge con il patrocinio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Legambiente Campania, la Provincia di Salerno, la Nappi Sud, la BCC di Aquara e la BCC di Capaccio.

Festeggiamenti juventini per la conquista dello scudetto nella stagione calcistica 2012 2013 Gentili juventini e cari juventini. Premetto che questa sera cercherò di essere più conciso, perché la volta scorsa in occasione della celebrazione della conquista dello scudetto, mi fu obiettato da parte di qualcuno di essere stato alquanto prolisso. Perciò mi sforzerò di tesaurizzare il consiglio che mi è stato dato, anche se sostanzialmente non sono d'accordo perché le idee di chi parla in pubblico vanno rispettate e non misurate con il metro di chi ascolta con spirito di parte. Sempre in questa piazza, per la seconda volta consecutiva, ci accingiamo a festeggiare la vittoria della Juve ottenuta con elogiabile determinazione e con apprezzabile classe che le ha consentito di prevalere sulle avversarie, rimanendo saldamente, per tutto il campionato, alla vetta della classifica, senza mai dare segno alcuno di cedimento o di rilassamento: segno questo che la Juventus è stata bene organizzata in tutti i suoi reparti, oserei dire armonicamente fusi e magistralmente guidati dallo staff tecnico e dirigenziale. Cara

“vecchia signora” che sei stata e sempre sarai nei nostri pensieri per i tuoi splendidi successi che ci rendono fieri ed orgogliosi, cerca di percorrere il tuo cammino con l'autorevolezza che deriva dal tuo glorioso e prestigioso curriculum sportivo, dando prova delle tue eccelse qualità che si sono costantemente rivelate nel corso della tua luminosa carriera, che giammai potrà essere offuscata da certe critiche che gratuitamente e continuamente ti vengono rivolte da tanta parte della tifoseria locale e nazionale. A proposito di questi atteggiamenti critici tesi a ledere la tua reputazione, cara Juve, noi fans di Roccadaspide umilmente e sommessamente ci permettiamo di darti un accorato consiglio che, se viene da te accolto, ti renderà onore; consiglio che altro non è se non quello di non prestare ascolto a chi di te dà una valutazione negativa e di non badare ai tuoi detrattori che nutrono sentimenti di gelosia o addirittura di rivalsa nei tuoi confronti, sentimenti, questi, che mirano ad infangare i tuoi successi straordinari. A questo punto mi si corre l'obbligo di citare la celebre espressione di un grande italiano, espressione pregna di un alto valore etico che così prepotentemente tuona: "Lascia dir le genti", ed ancora, per dare prestigio a chi viene attaccato maliziosamente, dico “maliziosamente” da parte di coloro che si abbandonano a giudizi sommari basati su futili argomenti atti a svilire e screditare le qualità di chi viene ritenuto un diretto antagonista, il nostro autorevole ed immortale autore crea una immagine universale ed eterna, immagine che nel corso dei secoli, giammai sarà offuscata dal tarlo roditore del tempo: “Non ti curar di loro”: questo è il motto cui ci dobbiamo attenere senza dar peso alle critiche altrui!! A tale suggerimento diretto a chi viene criticato, cara “vecchia signora”, ti dovrai ispirare per far crescere in-

torno a te il prestigio che ti compete, prestigio che ti conferirà sempre più forza e vigore per farti scalare più agevolmente le alte vette della gloria e della notorietà interna ed internazionale, vette sulle quali certamente sarai destinata a troneggiare sovrastando le tue storiche rivali per statura e dignità sportiva. A conclusione delle mie parole tese a celebrare le tue egregie imprese, noi tifosi juventini di Roccadaspide, permeati della tua “juventinità”, ci accomiatiamo da te, formulando fervidi auspici che, sulla scia di questo tuo splendido biennio costellato di tanti successi, tu possa fare di più e meglio negli anni futuri, raccogliendo sempre di più copiosi allori che certamente consolideranno il tuo prestigio che sarà immortalato negli annali calcistici di ogni continente. A te rivolgiamo un caloroso “in bocca al lupo”, che sia foriero di glorie calcistiche sempre più prodigiose ed impreziosite dio tanti notevoli vittorie. Infine, tutti noi fans rocchesi dal profondo del nostro cuore che batte per te, cara “vecchia signora”, ti lanciamo un accorato appello che è quello di non tirarti indietro mai, anzi di cercare con paziente impegno e di trovare con professionalità e competenza delle perle dio atleti che possano elevare la qualità del tuo gioco, facendoti toccare le sublimi stelle del firmamento calcistico internazionale. Con questo auspicio ti inviamo affettuosi saluti che partono dal nostro cuore, nutrendo la segreta speranza (che speriamo sia certezza) di poter, l’anno prossimo, festeggiare di più e meglio i tuoi eventuali successi sia in Italia che all’estero. A te, cara Juve, a nome mio e di tutti gli juventini presenti, dedico questo celebre e antico motto latino: “Per aspera ad astra”. Prof. Luigi Mauro

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