23/6/2014
Rassegna Stampa
AMICI DELL’AEROPORTO DI PISA
Dal porto al Galilei Bottai verso a presidenza
Stefano tottal si è dlaîmesso dall'incarla_o di amministratore delegato della F3occadarno spa, la società proprietaria del porto turistico pisano, e potrebbe essere nominato nelle prossime setthtaane Presidente della sat, lasocóetá d6 gestione dell'aeroporto di Pisa. il manager, incontrando i giornal&stl per annunciare dl avere lasciato la Boccadarno, non ha smentito l'ipotesi pur sottolineando che «al momento non c'è nulla dl deciso edef6nltsvo». Bottai sarebbe stato contattato dal gruppo argentino Corporaclon America Italia, che attraverso
un'opa volontaria ha rastrellato la mroaggloranza dellaazlonl dl sat innescando una forte polenikacon gli enti locali. il manager pisano ha guidato in passato anche la Confcommercio toscana.
IL CONSIGLIO
Il primo luglio ilvotosul Pit SIMONA POLI ENTRE il vento fa il suo giro e impedisceallamaggioranzadegli aerei in arrivo di atterrare a Peretola, come è accaduto anche venerdì scorso, il consiglio regionale fissala data per il voto finale per dare il via libera alla nuova pista di Firenze. Sarà il primo di luglio il giorno del dibattito o almeno così spera il presidente della Regione Enrico Rossi che ha già annunciato la notizia con un certo sollievo. SEGUEA PAGINAIII
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Peretola: conto alla rovescia per il via libera alla nuova pista <DP
MANCA ancora un passaggio formale, l'ultimo. Il 26 si riuniranno insieme le commissioni Infrastrutture e Ambiente per esaminare le osservazioni al Pit, il Piano di indirizzo territoriale in cui è contenuta la variante urbanistica che consente l'ampliamento delVespucci. Sei lavori finiranno quel giorno il voto del 1 ° luglio non slitterà, in caso contrario sarà tutto rimandato al 1 5.In ogni c aso i punti di vista favorevoli o contrari tra gli eletti non sembrano cambiati rispetto ad un anno fa, quando il Pit fu adottato dal consiglio. Allora votarono in cinquanta, 33 a favore, 15 astenuti e due contrari, entrambi del Pd: Fabrizio Mattei e Vanessa Boretti. Uscirono invece dall'aula il capogruppo della Federazione della Sinistra Monica Sgherri e quello di SelMauro Romanelli, oltre a Rudi Russo e Gabriele Chiurli. Tra i "sì" al Pit anche quelli di Udc e Fratelli d'Italia, mentre ilPdl scelse la via dell'astensione. Gli equilibri, a meno di colpi di scena, restano questi. E il capogruppo del Pd Ivan Ferrucci non prevede che qualcosa blocchi l'approvazione del Piano. «Nello strumentourbanistico che la Regione ha il dovere di vot are si parla di una nuova pista lunga due chilometri», ricor-
da Ferrucci per evitare che si replichi in aula lo scontro che va avanti da mesi tra la giunta regionale e il Comune di Pisa che rifiuta l'ipotesi di una pista di 2.400 metri. «Se poi Enac dovesse optare per un'altra lunghezza il problema si sposterebbe su un altro piano. Noi abbiamo un compito da svolgere, nei documenti che abbiamo esaminato la previsioni è quella e su quella voteremo. Il governo dovrebbe intervenire se la Regione non svolgesse il ruolo che le compe-
IL PIT II1°lugliosalvo inconvenienti il voto in aula
te e questo non è il caso della Toscana». Restano da chiarire i dubbi espressi da tutti i Comuni della Piana che si oppongono allo sviluppo di Peretola per motivi di tutela ambientale. A Sesto tre liste di opposizione, tra cui i Cinque Stelle, chiedono la convocazione di un consiglio comunale straordinario sull'aeroporto che preceda il voto in Regione. In attesa dei tempi lunghi della politica lo scalo fiorentino continua a mostrare i suoi limiti. Basta una giornata di vento per bloccare ivoli in atterraggio e in partenza. Venerdì scorso è stata una giornata nerissima per i viaggiatori, in particolare per quelli diretti a Mykonos, Pa-
rigi e Londra della Vueling che sono stati in cod a al check in senza poter parlare con nessuno della compagnia low cost che non haun desk con del personale in aeroporto. È stato anche cancellato il volo per Catania e Vueling ha proposto di mandarei passeggeri in pullman a Fiumicino, da lì a Barcellona per poi il giorno dopo trasferirli a Catania. Alla fine invece sono stati accompagnati a Bologna con la promessa di imbarcarli sul volo delle 23.30 che però non c'era. A Catania i viaggiatori sono arrivati alle 5 del mattino. O RIPRODUZIONE RISERVATA
Cambio al vertice Stefano Bottai verso la presidenza
STEFANO Bottai si è dimesso dall'incarico di amministratore delegato della Boccadarno spa , la società proprietaria del porto turistico pisano (allo stesso gruppo afferiscono i Navicelli di Pisa nei cui terreni è sorta la nuova Ikea), e potrebbe essere nominato nelle prossime settimane presidente della Sat, la società di gestione dell ' aeroporto di Pisa. Il manager non ha smentito l'ipotesi pur sottolineando che «al momento non c'è nulla di deciso e definitivo». Bottai sarebbe indicato dal gruppo argentino Corporacion America Italia. Il manager pisano viene dalla Confcommercio di cui è stato presidente toscano fino a qualche mese fa , quando una guerra interna , mossa dalla forte componente aretina, lo ha indotto a dimettersi.
AEROPORTI
LA REGIONE VENDE, IL GALILEI PASSA AGLI ARGINIINI DI FERDINANDO SEMBOLONI
a Regione ha definitivamente deciso Lazioni di vendere buona parte delle sue in Sat, la società che gestisce l'aeroporto di Pisa. La delibera, sesta della serie, è stata approvata da una Giunta straordinaria il 12 giugno. Con il 12% delle azioni della Regione, e con quelle dei piccoli azionisti, Corporacion America, la finanziaria dell'argentino Eduardo Eurnekían, raggiunge la maggioranza delle quote azionarie di Sai, che così diviene una società a prevalente capitale privato. E la fine di un'era durata quaranta anni, dal lontano 1974 quando si decise di dirottare i famosi otto miliardi di vecchie lire, destinati all'aeroporto di Firenze, verso il collegamento ferroviario tra Pisa e Firenze, e la Regione, e l'allora Pci, stabilirono che quello di Pisa doveva essere l'aeroporto della Toscana, come una sorta di compensazione per le aree costiere, essendo Firenze divenuta capoluogo regionale. Da qui la nascita di Sat, nel 1979, per iniziativa e con capitali della Regione Toscana e la realizzazione del collegamento ferroviario, nel 1983, tra la stazione di Pisa e il suo aeroporto. Ora i binari costruiti con gli otto miliardi sono stati smantellati per far posto al people mover (costo 78 milioni di euro) e l'aeroporto di Pisa è in mano agli argentini che già controllano quello di Firenze dove si sta programmando la nuova pista. Un dietrofront della politica regionale, o «un triplo salto mortale» come lo ha
definito il sindaco di Pisa Marco Fílippeschí, che ha generato le proteste dei pisani con ricorsi, alcuni dei quali ancora pendenti, a vari organi giudiziari, e una spaccatura Corporation all'interno American del Pd regionale ha anche che paga il controllo l'aver evitato di quello la decisione di Firenze dove nell'interesse della non è ancora Toscana, o di non averla chiaro quale perseguita sarà la fino in lunghezza della fondo con coerenza. nuova pista L'errore fu fatto nel '74, decidendo di separare il capoluogo da una infrastruttura essenziale, come se fosse efficiente differenziare i punti di accesso ad un territorio in modo da darne un po' a ciascuno. Ma se questa era la decisione, si sarebbe dovuto perseguirla fino in fondo, rendendo veramente facili i collegamenti tra l'area fiorentina e l'aeroporto di Pisa. I collegamenti sono invece andati a peggiorare, il progresso tecnologico ha permesso agli aerei di atterrare in piste più corte e così si è sviluppata Peretola, in deroga alle norme di sicurezza. Sicurezza che ora occorre ripristinare. Ma il processo di adeguamento dello scalo fiorentino sarà lungo e complesso a partire dalla decisione sulla lunghezza della pista. Ai primi di luglio si approverà la Variante al Pit, il Piano di indirizzo territoriale, nella quale è inclusa la nuova pista di 2mila metri, le cui prescrizioni gli argentini dichiarano di voler rispettare, «prevedendo - però infrastrutture che, in piena sicurezza, consentano il raggiungimento» di 4 milioni e mezzo di passeggeri a Firenze. Dichiarazioni che vanno lette insieme a quelle di Víto Ríggio, presidente dell'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, secondo il quale la nuova pista «dovrà ragionevolmente essere di 2.400 metri per consentire un traffico di circa 4-5 milioni di passeggeri l'anno in tutta sicurezza». In sostanza gli argentini tengono i piedi in due staffe: quella della Regione 2mila metri) e quella di Enac (2.400), in attesa dell'evolvere della situazione, la cui incertezza dipende anche dall'esito dei ricorsi dei pisani che Filippeschi giura sarà a loro favorevole.
SEILP ATO SI FA BELLO COL FIORINO di ROBERTO BERNABO è chi brinda e chi lancia grida di dolore. Brinda la società argentina a cui è riuscita la scalala all'aeroporto "Galilei" di Pisa grazie al contributo determinante della Regione Toscana che ha venduto buona parte delle sue quote. Piange invece la società - costituita da Autostrade, cooperative, Mps, gruppo Caltagirone - che deve costruire l'autostrada Tirrenica e che in questi anni è riuscita a realizzare solo una grande bolla finanziaria (con gabelle per i cittadini) e oggi si trova a un bivio se non avrà soldi pubblici in quantità. Ecco, queste due avventure dalla diversa conclusione dovrebbero far riflettere ed evitare facile trionfalismi. Al presidente della giunta regionale Enrico Rossi nessuno può negare di aver perseguito con determinazione l'integrazione degli aeroporti in un unico polo che li renda competitivi sul piano nazionale. Voleva la holding pubblica, poi è arrivato il privato e a lui si è affidato. Oggettivamente non è la stessa cosa: ci troviamo di sicuro davanti a gruppo importante ma l'unione Pisa-Firenze rischia di essere a favore solo di uno e soprattutto di funzionare esclusivamente grazie al denaro pubblico. L'aeroporto di Firenze avrà bisogno - da piano finanziario di Adf di oltre cento milioni di euro dello Stato per creare le condizioni per una nuova pista. Insormna, invece di puntare su collegamenti ferroviari veloci, si rischia un doppione che rimescolerà flussi e posti di lavoro a tutto danno di Pisa. CONTI NUA A PAGINA 16
Vluyi-pulizia a Salcianu 3
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Se il privato si fa bello col fiorino «Abbiamo fatto la scelta giusta per la Toscana. E i fatti lo dimostreranno», ha scritto il presidente Rossi. Vedremo, appunto. Ma intanto è indispensabile che la politica, pur negli spazi più angusti che ha a disposizione e con le ferite lasciate da uno scontro durissimo tra istituzioni, ritrovi la strada del dialogo e la capacità di porre delle regole certe. Quanto al socio privato dimostri che è davvero pronto a collaborare - a cominciare dalla presidenza di Sat - e ad accettare condizioni di garanzia. 11 si vedrà se tutti hanno giocato davvero a carte scoperte. Perché nessuno vuole opporsi agli investimenti privati - anzi - ma l'Italia è il paese dove il privato che investe le proprie risorse e non fa il gioco delle tre carte è merce rara, specie nelle opere pubbliche. Questa in fondo è la storia dell'autostrada Tirrenica di cui si parla da 30 anni e che oggi deve fare i conti con il sostanziale fal-
limento del piano finanziario che doveva garantirla. Anche qui si è sempre detto che non poteva essere lo Stato, attraverso l'Anas, ad ampliare l'Aurelia perché non c'erano soldi pubblici. Così, ecco la concessione di una strada pubblica a un pri vato per ampliarla e farci un'autostrada da finanziare con il pedaggio. Poi, per anni non si è fatto che un piccolo troncone (dal pedaggio carissimo e dal sapore del mitico "un fiorino" di Benigni-Troisi), perché oggettivamente il percorso attraversa territori di straordinario pregio e dunque definire un progetto non invasivo è quasi impossibile. Quindi, ecco la scoperta che i flussi di traffico non sono sufficienti a pagare l'opera e i soci privati - che intanto sono cambiati e c'è chi ha fatto fior di plusvalenze - dopo esser stati costretti ad autofinanziarsi mettono sul tavolo, molto molto sotto traccia, la necessità di ben 270 milioni di denaro pubblico per sostenere
l'opera. Allora se il pubblico è spesso sinonimo di scarsa efficienza - ma questo giudizio non si può proprio dare nel caso della dirigenza dell'aeroporto di Pisa - qua non ci troviamo davanti neanche a campioni della libera impresa che rischiano in proprio e presentano piani chiari. Il groviglio di interessi intorno all'autostrada deve essere perciò sciolto in modo trasparente: chi finanzia, quali pedaggi, quali garanzie a fronte di ulteriori decrementi di traffico, quali esenzioni. Gli enti locali per primi debbono pretenderlo, prima che il governo Renzi metta sul piatto tanto denaro della collettività. E prima che di fiorini da pagare lungo la strada se ce ne siano comunque sempre di più. Roberto Bernabò -1robertobernabo ©RIPROCUZIONE RISERVATA