9/6/2014
Rassegna Stampa
AMICI DELL’AEROPORTO DI PISA
Eurnelian, granduca degli aeroporti toscani Alessandro Oppes a pagina 6
L'argentino Eumekian re degli aeroporti che vuole mettere insieme i "nemici" Pisa e Firenze GIA SONO PIÙ DI CINQUANTA GLI SCALI NEL PORTAFOGLIO DELLASUAHOLDING, CORPORACI ÓN AMÉRICA, E PRESTO POTREBBERO AGGIUNGERSENE ALTRI 20 IN GRECIA. IN ITALIA TENTA LA SPALLATA FINALE DOPO IL CONTESTATO ASSALTO A QUELLI TOSCANI
Alessandro Oppes BuenosAires irc ol a una leggenda riguarCdo al "signore degli aeroporti". Si dice che la prima pista che costruì fosse quella realizzata nel 1997 -costo un milione di dollari circa - accanto alla residenza privata di Carlos Menem, adAnillaco nella provincia di La Rioja. Un capriccio per consentire all'allora leader argentino di raggiungere comodamente la sua villa La Rosadita (ovvio il richiamo al palazzo di Buenos Aires sede del governo) a bordo dell'aereo presidenziale Tango 01. Lui, Eduardo Eurnekian, oggi ottantunenne, seconda fortuna del paese secondo la lista Forbes, assicura dinon avermai avutoniente a che fare con quella "pista de aterrizaje" che all'epoca suscitò aspre polemiche e ora è ridotta solo a un cumulo di sterpaglie. Ammette, questo sì, di essere stato uno dei pochi a difendere la bizzarra iniziativa dell'ex "mandatario". Ed è anche facile capire il perché. Fu proprio l'inquilino della Casa Rosada a spalancargli le porte, nel '98, verso un nuovo ricchissimo business, accordandogli per trent'anni la concessione per la gestione di oltre trenta aeroporti argentini, compreso lo scalo internazionale di Ezeiza, a Buenos Aires. Un filone che il miliardario di origine armena, figlio
di un industriale del settore tessile, ha saputo sfruttare al massimo, con un piano di espansione ancora in pieno sviluppo, dall'AmericaLatina alMediterraneo all'Est europeo. Già più di cinquanta sono gli aeroporti nel portafoglio della sua holding, CorporaciónAméri ca, e presto potrebbero essere molti di più se gli riuscirà il colpo di accaparrarsi una ventina di scali greci (tutti tranne quello di Atene). In questo contesto, la disputa pisano-fiorentina viene vissuta per quello che è, unapolemica tutta locale che la stampa argentina ignora completamente. Eurnekian ne ha affidato per intero la gestione alla divisione italiana del suo impero imprenditoriale, nella speranza di poter gestire i due scali in modo unitario. Una volta raggiunta la maggioranza nell'azionariato dell'Amerigo Vespucci di Peretola, gli argentini tentano la spallata finale per il Galilei di San Giusto. Se l'operazione riesce, assicurano di voler ragionare in termini di "sistema toscano" e di sintonia tra progetti complementari più che di rivalità di campanile. Pisa, almeno nei proclami, svilupperebbe il filone low cost, Firenze punterebbe più a un turismo di qualità e aivoliperil centro ed estEuropa. L'espansione in territorio italiano, poi, si presume possa continuare ancora (Corporación ha già comprato lo scalo privato di Linate - Ata - ed è nell'azionariato di Trapani e Crotone). Ma in questo momento le sfide più grandi gestite dal gigante di Buenos Aires sono tutte concentrate nel Cono Sur americano. A parte Cuzco, in Perù, e Barranquilla, in Colombia, Eurnekian spera di poter portare a compimento entro l'anno un'operazione- chiave:
la conquista dello scalo internazionale di Santiago del Cile, "Arturo Merino Benítez". Se gliva bene con gli aeroporti, bisogna anche dire che il magnate ha avuto minor fortuna negli anni scorsi con le compagnie aeree. Lapa e Southern Winds vennero coinvolte in diversi scandali durante igoverni diMenem e Néstor. Kirchner. E, in Italia, si sa come è finita l'avventura di Volare, di cuinel2004 era diventato socio di riferimento. Eurnekian fu rinviato a giudizio per il crac, anche se lui ha sempre sostenuto di essere stato truffato. Mal-avventura dei cieli" condotta con alterni risultati negli ultimi tre lustri è solo uno dei capitoli di un curriculum imprenditoriale lungo, ricco e a tratti controverso. Nel 2003, contro "el pulpo" - come è anche conosciuto - la magistratura argentina emise unmandato di cattura internazionale con l'accusa di un'evasione fiscale milionaria nell'operazione divendita del canale tv Cablevisión (trasferimenti di denaro presentati come spese o donazioni, mentre in realtà aveva costituito deifondifiduciari alle Bahamas e alle Cayman). In quel momento Eurnekian si trovava a Milano, al ritorno in patria riuscì a evitare la prigione. Una vita perle imprese (tante, dei generi più diversi) tra alti e bassi. Segnata, sempre, da un rapporto controverso con ipolitici. E appassionato di cani, ai quali dà spesso nomi di politici. Uno si chiamava Lula, un' altro Tabaré (nel senso di Vázquez, l'ex - e forse prossimo - presidente uru-
guayano). Quando al ministero dell'Economia c'era Domingo Cavallo, l'artefice della disastrosa convertibilità peso-dollaro, affibbiò aun cane ilnome diMingo. Imbarazzante la scenailgiornoin cuiilministro andò atrovarlo nella sua sontuosa villa di Olivos (la stessa lussuosissima zona dove ha sede la residenza presidenziale). Lui chiamava "Mingo", e non si capiva a chi si riferisse. A parte queste goliardate, che in fondo lo divertono nei momenti di pausa di un'attività intensa fatta di riunioni operative e consigli di amministrazione (le sue giornate, comunque, per scacciare la vecchiaia sono sempre scandite da un'ora e mezza di nuoto al mattino e da una sessione di yoga alla sera) il tycoon venuto dall'Armenia conosce bene l'importanza che può avere un rapporto proficuo con la politica. Quando aveva bisogno di recuperare credibilità, è riuscito afarsiritrarre - conun' eccellente operazione d'immagine - con leader internazionali come Bill Clinton, Al Gore e Michelle Bachelet. In patria, non ha mai fatto mistero della sua distanza ideologica dal "peronismo K" e daigiovani rampanti de La Cámpora, guidati dal figlio di Cristina, Máximo Kirchner, e dal ministo dell'Economia Axel Kicillof. Però, si sa, "business is business". E allora, eccolo fare daintermediario trala "presidenta" non amata e VladimirPutin. Si deve alui se l'Argentina, suiniziativa del Cremlino, è stata invitata come paese osservatore alla prossima riunione dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che si svolgerà a metà luglio a Fortaleza, nel Nordeste brasiliano. Buenos Aires, che ha già siglato importanti accordi con Pechino, ha bisogno di intensificare i
rapporti economici con Mosca. Nella partita entra Eurnekian, pronto a partecipare con i russi alla realizzazione di due centrali idroelettriche in Patagonia. Quello dell' energia è uno deifiloni di sviluppo che Corporación Américaha seguito con piùintensità negli ultimi anni. Appena un mese fa, il Banco Interamericano di Sviluppo gli ha concesso un ampio credito per la realizzazione di un parco eolico in Uruguay. Attraverso una delle divisioni della sua holding, UnitecBio, è entrato in forze nel campo dei biocombustibili, finorapoco sfruttato in Argentina. Ma i suoi settori d'azione sono molteplici: da quello bancario (in Armenia è proprietario del Converse Bank, il terzo istituto del paese) allaproduzione di birra con Inversora Cervecera, che controlla alcune delle principali marche del paese
sudamericano; dalla fabbrica di microchip Unitec Blue alle infrastrutture con Helport, che progetta la costruzione di 2000 chilometri di strade inArgentina. E poi il settore agro-alimentare e le aziende vitivinicole. Un cambiamento radicale dopo che, negli anni'80, aveva fondato le basi del proprio impero nel campo dei media con tv, radio e giornali. Vendette in blocco quella compagnia, Cablevisión, nel 1995, per la bella somma di 750 milioni di pesos che all'epoca, con la parità fissa, equivalevano ad altrettanti milioni di dollari. Lo spirito imprenditoriale, questo è chiaro, non gli è maimancato. Forse perché dagiovane, quando ereditò la piccola azienda tessile creata dal padre, pensò subito che sarebbe stato un fallito se non avesse inventato qualcosa di nuovo, e di più grande. RIPRODUZIONE RISERVATA
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La battaglia dei campanili rallenta i piani del magnate A gennaio, quando ha comprato dai privati quote delle società degli aeroporti di Firenze e Pisa, Eduardo Eurnekian pensava di dar gambe veloci ad un progetto mai concretizzato dai soci pubblici toscani : integrare in un unico sistema i due scali, il fiorentino Leonardo da Vinci, un paio di milioni di passeggeri, e il pisano Galileo Galilei, che ha sviluppato il low cost e conta su 4,5 milioni di passeggeri. Non aveva fatto i conti , il magnate Eurnekian, coi campanili di Toscana . Che sono scesi in battaglia . Pisa contro Firenze. Il sindaco pisano Marco Filippeschi contro il presidente della Regione Enrico Rossi , Pd entrambi. A gennaio Corporacion America di Eurnekian ha rastrellato tra soci locali e F211133, 4% di Adf, società dell'aeroporto di Firenze, e il 27,3% della pisana Sat con un investimento totale di 58 milioni. Poi ha lanciato le Opa totalitarie, rivolte principalmente a Regione, enti locali e Camere di commercio proprietarie di quote importanti (13,45 euro l'offerta per ogni azione fiorentina, 13,15 per le pisane). L'Opa su Adf si è felicemente conclusa mercoledì:
con parziali cessioni degli enti pubblici , Corporacion ha raggiunto il 48,7% in Adf, risultato suggellato da un patto con la Sigim dei fratelli Panerai (detengono il 12,3%) che porta la compagnia di Eurnekian a controllare il voto sul 61% della società aeroportuale . Fine della partita . Tutt' altra storia a Pisa dove il patto dei soci pubblici di Sat, guidato dal presidentesindaco di Pisa Filippeschi, si è messo di traverso contro la privatizzazione. Pisa è preoccupata dal possibile allungamento a 2.400 metri della pista fiorentina, potenziale minaccia alla leadership regionale della Torre sui cieli. Prima i pisani hanno boicottato il prezzo previsto dall'Opa. Poi, dopo che Corporacion ha ritoccato l'offerta portandola a 14,22 euro ad azione, hanno imbracciato le armi delle azioni giudiziarie contro la Regione per impedirle di vendere quote a Corporacion. Il primo verdetto ha dato torto ai pisani, ma la battaglia continua . E l'Opa scade il 17 giugno. (maurizio bologni) RIPRODUZIONE RISERVATA
Qui sopra, Eduardo Eurnekian visto da Dariush Radpour Oggi Eurnekian ha 81 anni e secondo Forbes è la seconda persona più ricca dell'Argentina
AEROPORTO DI FIRENZE Tr
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"Giù le mani dal Galile ": i canottieri pisani si
allenano con speciali magliette . Guarda la foto L'equipaggio delle Regate delle Repubbliche porta anche a Genova la mobilitazione in difesa dell'aeroporto Pisa i atleti dell'armo pisano impegnato a Genova l __emmo sfc gi `s una rtic lar e maglietta con la scritta "Giù le mani dal Galilei -. In ller ïa la foto in r°andita
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Aeroporto, lettera a Re Pisa: il sindaco Filippeschi chiede un incontro urgente al premier Il sindaco Filippeschi ha scritto una lettera al premier Renzi e al ministro Lupi chiedendo un incontro urgente per fare chiarezza sulla vicenda dell' aeroporto. Per conoscenza ha informato anche il governatore Rossi. IN CRONACA
ILTIRREHO S. \laria, rciรงcnii in rrt olla
«Remi, ora vogliamo chiarezza» Lettera dei sindaco Filippeschi al premier e al ministro Lupi con la richiesta di un incontro urgente di Francesco Lo! 1 PISA Era circa un mese fa quando il sindaco Marco Filippeschi scrisse una lettera al governatore Enrico Rossi. Il succo: andiamo insieme dal ministro Lupi per parlare degli aeroporti toscani. A distanza di qualche settimana, e con in mezzo un voto opposto nella direzione regionale del Pd, Filippeschi riprende carta e penna per chiudere «un incontro urgente» a Roma. Ma con differenze significative: il sindaco rivolge la richiesta direttamente al premier Matteo Renzi, oltre che al ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi. A Rossi, invece, invia la inissiva giusto «per conoscenza». Chi è per i 2.400 metri. La lettera riepilogala vicenda, soprattutto riguardo agli ultimi sviluppi. Ovvero, scrive Filippeschi, «atti e annunci che appaiono in aperto contrasto con i percorsi intrapresi per la realizzazione di un equilibrato sistema aeroportuale toscano». In due parole, tutte le paure e di Pisa: Sat e Adf in mano a Corporacion America (privatizzazione), leadership del Galilei a rischio, così come i programmi di sviluppo già impostati. Nell'elenco degli atti e degli annunci, le dichiarazioni di Riggio (presidente di Enac) a favore dei 2.400 metri per la pista di Peretola; il masterplan di Adf-Aeroporto di Firenze che include proprio questa ipotesi; altre frasi dello stesso tenore dell'ad di Adf, Vittorio Fanti (uomo di Corporacion), e del viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini.
Risposte adeguate. Per queste ragioni, scrive il sindaco a Renzi e Lupi, «un chiarimento del governo è necessario, anche a tutela della Sai» in modo da «contrastare progetti che hanno forti ed evidenti potenzialità competitive verso l'aeroporto Galilei». Filippeschi insiste definendo «necessarie adeguate risposte con azioni volte a dare certezze» all'assetto di un sistema aeroportuale regionale integrato, senza di-
mesticare che il piano nazionale dello scorso gennaio prevede «una gestione unica». Altri spunti essenziali della lettera. Uno: con l'Opa in corsa, quegli atti e annunci «influenzano il mercato ad evidente danno di Sat». Due: «Chiarire e valutare gli effetti dell'accordo di Alitalia-Cai con Etihad, che, secondo quello che si è appreso, potranno avere notevoli influenze sulla prospettiva del mercato aeroportuale, su quello d'interesse degli scali dell'Italia centrale in particolare». La battaglia legale . Che passino da Roma le sorti del Galilei
si capisce anche dal recente viaggio di Filippeschi per incontrare il professor Filippo Satta, fondatore dello studio legale "Satta Romano & associati", al quale il Comune ha affidato la battaglia con la Regione per sostenere le ragioni
dell'aeroporto pisano. L'ultima delibera della giunta regionale, quella che dà il via libera alla cessione (senza pagare penali) delle azioni Sai a Corporacion America. L'atto sarà impegnato di fronte al Tar. CRI PRODUZIONE RISERVATA
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' :IELE PICCOLI AZIO N ISTI SAT MOBILITATI
Filippeschi scrive a Remi «Pisa lesa. Il governo chiarisca» A MALI estremi, estremi rimedi . La battaglia per la difesa del Galilei impegna tutte le forze del sindaco Filippeschi che in qualità di primo cittadino e presidente del patto di sindacato di Sat ha scritto ieri al premier Renzi e al ministro Lupi. E' coriaceo e tenace Filippeschi forte dell'appoggio di tutta la città e di tutto il consiglio comunale: «Sono a chiedervi un incontro, richiamandoVi alla necessaria urgenza. Nelle ultime settimane - spiega il sindaco - si registrati atti e annunci in aperto contrasto con i percorsi intrapresi verso un equili-
brato sistema aeroportuale toscano . secondo le coerenti iniziative intrapre-
se, per parte nostra, dal Cda di Sai e dai soci e in attuazione dell'indirizzo programmatico fondamentale della Regione Toscana. Un chiarimento del Governo è necessario anche a tutela della Sat, per contrastare progetti che hanno forti ed evidenti potenzialità competitive verso l'aeroporto "Galileo Galilei". Società oggi esposta sul mercato azionario agli effetti dell'Opa totalitaria del suo capitale annunciata da Corporation America».
FILIPPESCHI rinfresca a Renzi e Lupi la memoria delle dichiarazioni rilasciati dai vertici di Enac e di Adf: «Il presidente Enac Vito Riggio ha ipotizzato la realizzazione di una pista di volo di 2400 metri, negando i contenuti dell'integrazione al Pit adottata dal Consiglio ». E ancora: «L'ad di Adf, Vittorio Fanti, espressione del gruppo Corporacion America Italia S.r.l., in evidente contrasto con gli atti di programmazione della Regione Toscana e con i percorsi condivisi nell'«Accordo» ha dichiarato che `la dizione di City Airport merita una riconsiderazione'. Mentre il vicemini-
stro Riccardo Nencini ha dichiarato : `serve una pista adeguata ad una città straordinaria come Firenze, il ministero condivide l'ipotesi di una pista di 2400 metri '». Tutte dichiarazioni lesive, seconodo Filippeschi soprattutto ad Opa in corso . Nel frattempo anche il Comitato dei piccoli azionisti di Sat fa scudo a Filippeschi e chiede alla Società la convocazione di un 'assemblea. Vogliono dire la loro in una vicenda di interesse collettivo gestita in oligarchia. E. M.
I piccoli azionisti Sat si mobilitano «Organizzeremo a breve un convegno sulla sicurezza della pista di Peretola» I! PISA
Il comitato piccoli azionisti Sat segue «con grandissima preoccupazione e costante attenzione» l'evolversi della vicenda che riguarda l'aeroporto. Dopo le dichiarazioni del presidente di Enac Vito Riggio, scrivono, «emerge con chiarezza che decisioni che riguardano la nostra città e il suo futuro vengono prese altrove, e che gli organi di governo del territorio, in particolare la Regione, hanno abdicato al loro ruolo». Il comitato sottolinea «la spregiudicatezza nella gestione economica» che «si affianca alla sottovalutazione dei gravi rischi che la nuova pista di Peretola, per le modalità costrut-
tive, comporterebbe per i passeggeri e per la popolazione sorvolata, e sottolinea anche il grave disastro ambientale e idrogeologico». I piccoli azionisti fanno riferimento anche gli ultimi accadimenti nazionali (Expo 2015 e Mose) che, dicono, «consigliano una pausa di riflessione e una attenta e controllata gestione delle risorse pubbliche: costruire un aeroporto doppione a Firenze significherebbe uno spreco insensato e inaccettabile di denaro pubblico».
Il comitato «monitorerà costantemente tutta la vicenda e fa appello anche alla città perché sostenga il sindaco e il consiglio comunale nella sua lotta in dife -
La pista di Peretola
sa dell'aeroporto, dell'economia cittadina e del rispetto di accordi già presi. La giunta regio-
nale e il presidente Rossi devono muoversi nell'interesse dell'intero territorio toscano, in piena autonomia nella pianificazione (Pit)». Il consiglio direttivo dei piccoli azionisti rinnova la richiesta di convocare immediatamente un'assemblea di tutti i soci Sat, nella quale «vengano esposte in modo trasparente le strategie industriali; invita la cittadinanza a continuare ad acquistare azioni Sat e aderire al comitato per aumentarne la già cospicua rappresentatività. Comunica anche che organizzerà a breve un convegno sulle problematiche della sicurezza connesse alla costruzione dellapista di Peretola». OR I PRODUZIONE RISE RVATA
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« ` decidere Enac» 1 PISA
«E inaccettabile che sia Enac a stabilire le modalità dell'adeguamento della pista dell'aeroporto di Peretola». Lo dichiara, in una nota, la consigliera regionale Maria Luisa Chincarini (gruppo consiliare Centro Democratico) in seguito alle dichiarazioni del presidente di Enac Vito Riggio, poi parzialmente rettificate, ma sostenute in seguito da nuove dichiarazioni del presidente di Adf-Aeroporto di Firenze, Marco Carrai: «Abbiamo inviato un master plan e siamo in attesa delle comunicazioni ufficiali da parte di Enac, anche per quanto riguarda la lunghezza dalla pista. Al riguardo la legge è precisa: decide l'ente regolatore». «E così - scrive Maria Luisa Chincarini - scopriamo che l'aeroporto di Firenze avrà una pista di due chilometri e mezzo e un traffico superiore ai quattro milioni di passeggeri».
«Alla faccia del city airport, dell'integrazione tra Firenze e Pisa, del sistema aeroportuale unico e non in competizione», continua Chincarini. «E il momento di dire basta a queste decisioni calate dall'alto. Prima il governatore Rossi vende le azioni Sat al magnate Eumekian e tenendo un mutile 5% in Adf, solo di facciata, giacché Corporation America aveva già acquisito il controllo dello scalo fiorentino. Adesso Enac che detta le condizioni dell'adeguamento di Peretola». «E' inaccettabile che la politica, quella con la P rnaiuscola, possa abdicare in silenzio alle decisioni di un singolo e agli interessi di un privato», conclude Chincarini. «Per questo chiediamo al presidente Rossi di ritirare la delibera di giunta e di tornare in consiglio regionale a discutere di una questione fondamentale come quella dello sviluppo degli aeroporti toscani. Non è una questione di campanile, come qualcuno vorrebbe far pensare, ma sono bensì in gioco il futuro infrastrutturale della nostra regione e milioni e milioni di denaro pubblico». CRIPRODIRIO> E RISERVATA
La discussione sugli scali toscani e sull'ingresso degli argentini di Corporacion America assume toni aspri nel Pd regionale, che tenta di rimettere insieme i vari pezzi nell'attesa di una decisione degli organi statali
lo lo Pd alla guerra degli aeroporti sulla rotta tra Firenze e Pisa DI FERDINANDO SEMBOLONI*
Siamo alle carte bollate: il sindaco di Pisa Marco Filippeschi diffida la Regione dal vendere le proprie azioni in Sat, la società che gestisce l'aeroporto di Pisa, e ne chiede il sequestro urgente, mentre il consigliere regionale ( Pd) Pier Paolo Tognocchi pensa ad un ricorso al Tar contro la Regione e il suo presidente Enrico Rossi per non aver discusso in Consiglio la delibera con la quale si è deciso di vendere le azioni di Sat agli argentini di Corporacion America, i quali, tramite il loro rappresentante italiano Roberto Naldi, minacciano il Sindaco di Pisa di azioni legali per turbativa di mercato. Questo il terremoto causato dalla decisione della Regione di togliere il sostegno politico all'aeroporto di Pisa vendendo agli argentini, che hanno lanciato una offerta pubblica di acquisto, buona parte delle sue azioni in Sat. «Prima viene la Toscana - ha dichiarato Rossi poi vengono Pisa e Firenze. E noi vogliamo fare gli interessi della Toscana». In altri termini Pisa e il suo aeroporto non sono più al centro della politica regionale come lo sono stati per quarant'anni. Il divorzio viene sancito dagli stessi pisani che si rivolgono alla magistratura perché sul piano politico si è chiuso qualsiasi dialogo. Il motivo del contendere sta sempre nel possibile sviluppo della nuova pista di Peretola che Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, vuole di 2.400 mentre Pisa la limiterebbe a 2 mila, come del resto è previsto nella Variante al Pit, il Piano di indirizzo territoriale. Gli argentini che già detengono la maggioranza in Adf, il gestore dell'aeroporto di Firenze, vengono sospettati
di voler bloccare le aspirazioni pisane, facendo sviluppare Firenze che con 2.400 metri diverrebbe sua diretta concorrente, limitandone lo sviluppo, anche se un comportamento del genere andrebbe contro gli stessi interessi degli investitori argentini una volta che avessero la maggioranza in Sat. Quello che solo qualche mese fa sembrava essere il problema principale e cioè l'impatto ambientale della nuova pista sul Parco agricolo della Piana, viene sostituito nell'agenda politica dall'integrazione societaria tra i due aeroporti. Questo è difatti il requisito richiesto dal Piano nazionale degli aeroporti per classificare come strategici i due scali toscani, con tutti i vantaggi derivanti da eventuali finanziamenti pubblici. L'integrazione, nelle intenzioni originarie di Rossi, sarebbe stata gestita dalla Regione che avrebbe fatto da garante. Per questo motivo nel 2012 aveva acquistato da Monte Paschi il 5% di Adf. A gennaio del 2014, dopo il patto tra Rossi e Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, la strategia cambia: entrano in scena gli argentini che acquistano azioni di Sat e
poi di Adf, e si da per scontato che l'integrazione si realizzerà attraverso la società privata, senza che questa scelta cruciale sia stata discussa in Consiglio regionale. In quello stesso periodo gli aeroporti toscani ritornano ad essere strategici, a condizione dell'integrazione, e viene reso noto il piano di sviluppo di Adf con la pista di 2.400 metri, secondo le indicazioni di Enac. In sostanza un passaggio cruciale che ha cambiato completamente le carte in tavola. I pisani hanno sempre visto l'integrazione come un processo gestito dalla Regione che ne avrebbe lasciato a loro la conduzione. La Regione, anche sotto l'azione di Renzi, ha invece cambiato radicalmente politica e intende favorire l'ingresso della società argentina, al quale si oppongono compatte le istituzioni pisane, cercando di impedire la vendita delle azioni della Regione. La contesa sulla vendita delle azioni potrebbe risolversi con la trasformazione dell'offerta pubblica d'acquisto volontaria, prorogata al 17 giugno, in offerta obbligatoria, se Corporacion America
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raggiungerà il 30% delle azioni di Sat. In questo caso la Regione potrebbe vendere la sua quota - il 12%, dato che è costretta a mantenere il 5% - se non sequestrata. Gli argentini raggiungerebbero il 42%, e dato che l'ultimo Consiglio di amministrazione di Sat ha giudicato congrua l'offerta di 14,22 Euro per azione, anche i piccoli azionisti potrebbero vendere. In caso contrario sarà comunque difficile per i pisani opporsi ad un socio di maggioranza così importante, con interessi nell'aeroporto potenzialmente concorrente di Firenze, e con l'appoggio politico sia regionale che nazionale. Difatti i pisani si stanno attrezzando per la resistenza: organizzano quello che rimane del patto tra i soci pubblici, il 34% che non è poco, e chiamano i sindaci della Versilia e la popolazione dell'area alla mobilitazione generale perché ciascuno comperi qualche decina di azioni in modo da sbarrare la strada agli argentini nel raggiungere la maggioranza assoluta. Nella riunione della direzione regionale del Pd, del 31 maggio, si è cercato, con un contorto documento passato a maggioranza (79 a 23), di rimettere insieme i cocci, approvando l'ingresso degli investitori argentini e quindi la vendita delle azioni della Regione, e ribadendo la previsione contenuta nella Variante al Pit della pista di 2 mila metri. Un impegno che può servire solo a calmare momentaneamente gli animi e a fare un gioco delle parti, poiché la decisione finale per il piano di sviluppo di Peretola spetta a Enac, anche se la realizzazione della nuova pista sarà un altro problema. *ricercatore Dipartimento di Architettura (Università di Firenze)