Amici dell'Aeroporto Galilei di Pisa - rassegna stampa

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28/6/2014

Rassegna Stampa

AMICI DELL’AEROPORTO DI PISA


Aeroporto, altro no all'Opa Pisa: anche la Fondazione ha deciso di non cedere le azioni della Sat Anche la Fondazione Pisa, dopo la Camera di Commercio, ha deciso di non vendere le azioni di Sat, la società dell'aeroporto Galilei: non aderisce, dunque, all'Opa lanciata da Corporacion America. IN CRONACA

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Aeroporto, neppure la Fondazione vende La Deputazione: «Manteniamo la partecipazione azionaria in Sat». Intanto il titolo cala in Borsa dei 3,6% a 13,67 euro ® PISA

La Fondazione Pisa non cede le proprie azioni di Sat a Corporacion America, così come aveva già fatto la Camera di Commercio. E, sempre come era successo per l'ente camerale, conviene aggiungere un "per ora". Ma partiamo dalle dichiarazioni ufficiali. «La Fondazione Pisa mantiene la propria partecipazione in Sat», annuncia il presidente Claudio Pugelli appena terminata la riunione della Deputazione. Questo significa anzitutto che da parte della Fondazione non ci sarà l'adesione all'Opa riaperta da Corporacion (chiuderà martedì) per scalare ulteriormente la Sat. Tra l'altro, con il poco flottante sul mercato, le adesioni all'Opa in questi giorni sono state minime. La super scalata, quella che doveva portare la società del magnate Eurnekian ad avere la maggioranza qualificata (oltre i due terzi), non si concretizzerà in questi giorni. Esclusi Comune e Provincia, assolutamente intenzionati a non vendere, avrebbero fatto la differenza le azioni possedute da Fondazione (8,62%) e Camera di Commercio ((7,87%). Ma così non è stato.

La riunione della Deputazione, organo di indirizzo della Fondazione Pisa (24 membri in rappresentava di tutte le realtà istituzionali, economiche, associative del territorio), è stata tutto

Ricorso del Comune contro la Reffione il Tar rinvia la sentenza a novembre Rinviato i l pronunciamento del Tar sal ricorso del Comune dí Pisa contro le del ibere della giunta regionale se ne riparlerà a nveuahre. Poteva essere un punto di svolta nella vicenda aeroporti, ma slitta tutto. «il Tar nella seduta odierri a - si legge in una nota del comune - ha preso atto della richiesta avariata dal professor Filippo Satta (consulente legale del Comune incaricato dal sindaco Filíppeschi , nella ffoto) di ,U//l anticipare quanto possibile il giudizio di merito, rinunciando al giudizio immediato sulla sospensiva, ormai di tatto inutile, Questo anche perché dopo la vendita delle azioni Sat della Regione e la conquista dei 520/a da parte di Corporation America é venuta a cadere l'esigenza di immediatezza della sospensiva. il tribunale ha acconsentito di unificaresospensiv<aegiudizio di merito ella invitato le parti a richiedere una fissazione dell'udienza nei termini più brevi. Sí può ipotizzare che la prossima udienza si terrà entro novembre». Resta così un margine di incertezza sull'esito dei ricorso.

sommato abbastanza breve. Anche se le previsioni erano diverse da parte di chi descriveva l'ente di via Toselli diviso tra i difensori delle azioni ed i possibilisti alla vendita. Ha prevalso alla fine il peso strategico della partecipazione in Sat rispetto al valore patrimoniale, aspetto pur non secondario dopo che Corporacion ha alzato il prezzo

dell'Opa a 14,22 euro per azione (ieri in Borsa il titolo ha perso il 3,60% chiudendo a 13,67 euro).

Se va in archivio questo capitolo, altri se ne stanno per aprire. Entro la prossima settimana soci di maggioranza e di minoranza dovranno presentare le ri spettive liste con le candidature per il nuovo consiglio di amministrazione di Sat (il 30 luglio


L'ingresso dell'aeroporto Galilei

l'assemblea dei soci): sette saranno i rappresentanti del socio privato, Corporacion, e quattro quegli degli enti pubblici. Ma quali enti e assemblati come? Dopo la decisione della Regione di vendere, il patto di sindacato non esiste più. La realtà è rappresentata dalla decisione degli enti locali (Comune, Provincia, Camera di Commercio,

Fondazione), ognuno con i propri organismi, di non cedere le azioni aderendo all'Opa. Però ora non si andrà alla costituzione di un nuovo patto di sindacato, come "blocco" del 34% delle azioni, pacchetto che può condizionare operazioni quali la fusione con l'aeroporto di Firenze. L'intenzione sarebbe quella di un "accordo di consul-

tazione", senza i vincoli di un patto vero e proprio, oltre a concordare (altra sorta di patto) i nomi da inserire nell'elenco delle candidature per il cda. Fronte ulteriore è quello del dialogo con Corporacion su tanti aspetti, a cominciare dalla nomina del nuovo presidente. Francesco Loi C9RIPR000ZmRERISERVATA


8 N IELLI «ROSSI HA CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA SEINFORMARE GLI ALTRI ENTI PUBBLICI»

Fondazione Pisa non vende le azioni Sat Slitta l'udienza davanti al Tar e Fontanella rintuzza il governatore CONTINUA il braccio di ferro sull'aeroporto. Corporacion America, che già detiene il 52,3% delle azioni, vuole arrivare ai due terzi, una quota che consetirebbe di avere mani più libere in cda per procedere più speditamente alla fusione tra Sat e Ad£ L'Opa è stata riaperta fino al 1 ° luglio. Due le novità di ieri: l'udienza davanti al Tar di Firenze nell'azione promossa dal Comune di Pisa contro la vendita delle azioni Sat messa in atto dalla Regione e la riunione della Deputazione di Fondazione Pisa che ha deciso di non cedere il proprio pacchetto di azioni (8,62%). A PROPOSITO della seduta davanti al giudice amministrativo il Tar, nella seduta di ieri, ha preso atto della richiesta avanzata dal professor Filippo Satta, che patrocina gli interessi dell'amministrazione comunale, «di anticipare quanto possibile - informa palazzo Gambacorti - il giudizio di merito, rinunciando al giudizio immediato sulla sospensiva, ormai di fatto inutile. Questo anche perché dopo la vendita delle azioni Sat della Regione e la conquista del 52% da parte dell'Opa di Corporation America, è venuta a cadere l'esigenza di immediatezza della sospensiva. Il Tribunale ha acconsentito di unificare sospensiva e giudizio di merito e ha invitato le parti a richiedere una fissazione dell'udienza nei termini più brevi. Si può ipotizzare che la prossima udienza si terrà entro no-

vembre. E sempre ieri la Deputazione della Fondazione Pisa ha deciso di mantenere inalterata la partecipazione azionaria nella compagine di Sat. Lo si apprende da fonti vicine alla fondazione bancaria. La deputazione, ovvero l'organo di indirizzo chiamato a esprimersi sulle azioni di investimento strategico sul territorio possibili per l'ente, si è riunito ieri e ha deliberato di non aderire all'Opa volontaria lanciata da Corporacion America nelle scorse settimane e grazie alla quale il gruppo argentino ha acquistato gran parte della partecipazione azionaria della Regione Toscana diventando il socio di maggioranza assoluta della Sat. La scelta della Fondazione Pisa, tuttavia, consente all'insieme dei soci pubblici pisani (Comune, Provincia, Camera di commercio), oltre ad altre partecipazioni minori di altri enti toscani, di po-

ter contare su una quota complessiva di minoranza superiore al 34% delle azioni e partecipare in qualche modo attivamente alla conduzione societaria soprattutto rispetto a operazioni straordinarie che potrebbero essere ritenute «ostili». Dando per scontato il no di Provin-

L'ex sindaco: « E' accettabile che si decida i privatizzare senza discussione pubblica?»

cia e Comune a vendere, si attende, prima della chiusura dell'Opa anche la decisione della Camera di Commercio che, in questa fase almeno, potrebbe allinerasi con gli altri componenti del vecchio Patto parasociale che guidava Sat. VOLE Paolo FontanelL'ONO li rintuzza le recenti dichiarazioni del governatore Rossi sul tema aeroporti. «Il problema di fondo non è e non è mai stato l'obbiettivo della gestione unica. Il progetto di integrazione del sistema aeroportuale toscano andava già in questa direzione ed era condiviso. Certo non facile, ma si poteva governare. Invece ciò che ha modificato la situazione, cambiando le carte in tavola, è la scelta della privatizzazione perseguita e attuata da Rossi in modo unilaterale. Rossi dice: ci siamo affidati al privato perché il progetto a guida pubblica si era arenato. Ma se lui si è convinto che bisognasse cambiare strada perché non ha convocato gli Enti pubblici proponendo loro di agire insieme e semmai vendere insieme e proporzional-

mente le quote al privato? Perché ha favorito il lancio di un'Opa ostile sulla Sat? E, soprattutto, perché ha evitato di discutere e assumere in consiglio regionale la scelta della cessione della maggioranza delle proprie azioni Sat al privato? Qui c'è un nodo politico rilevante in termini di democrazia e di trasparenza: è accettabile che si faccia una privatizzazione in settore strategico senza discussione pubblica?».


enze e Pisa ora hanno 'co socio di controllo, il gruppo argentino con la più lunga catena di scali al mondo (54) e 62 milioni di passeggeri. Ritratto del fondatore Eurnekian e i suoi piani per l'Italia AEROPORTI

L'ottantenne volante di Luciano Santilli Due aeroporti per accogliere nei prossimi anni 11,5 milioni di passeggeri, stima che tiene conto dello sviluppo turistico verso Firenze e Pisa. Una sola gestione per farli crescere insieme, grazie a forti investimenti nelle infrastrutture e per migliorare i servizi. E' in sintesi il progetto di Eduardo Eurnekian, presidente e ceo di Corporación America (2 miliardi di dollari di profitti l'anno), e della sua controllata italiana, nuovo azionista di controllo dello scalo Amerigo Vespucci che lunedì 30 giugno incontra a Firenze dirigenti e dipendenti. «Spiegherò il nostro programma: gestire e organizzare con creatività. Perché il mestiere di un imprenditore è innovare, ideare sempre qualcosa di nuovo», dice Eurnekian. L'imprenditore, argentino di origini armene, azionista di controllo pure dell'aeroporto Galileo Galilei di Pisa, ha aggiunto i due scali alla sua collana di 54, la più lunga al mondo per numero di licenze, in prevalenza in Sud America, compresi quello di Buenos Aires, e lo Zvartnots di Erevan, in Armenia, dove controlla anche una banca e il servizio postale. In totale il traffico passeggeri del network supera ora i 62 milioni. A 81 anni Eurnekian è un imprenditore molto energico. E crede che lavorare sia la felicità: «Fare qualcosa di nuovo ogni giorno, anche rischiare un po' ogni giorno, per innovare, avendo un'attitudine positiva. Sì, la mia vita è il lavoro». In effetti ha molto da fare. Il tycoon, al quale la rivista americana Forbes attribuisce un patrimonio di 1,9 miliardi di dollari, ha messo in pratica questa filosofia imprenditoriale: versatilità aggiunta a creatività. Non ci sono business

permanenti, tutto muta, un po' come il pánta rêi (tutto scorre) di Eraclito. Eurnekian ha collezionato successi nei settori tessile e televisivo. Ha sviluppato negli anni 80 la tv via cavo a Buenos Aires per poi cedere con grande profitto la rete a gruppi americani; nel 2011 ha rivenduto una catena di 21 duty free shop alla Switzerland's DufryAg per 957 milioni di dollari. E impegnato nel biodiesel (un impianto da 500 mila tonnellate), ha concessioni per lo sfruttamento di shale gas e l'installazione di campi eolici, per 1.200 km di strade in Argentina e per nuove dighe in Sud America. Possiede 200 mila ettari di terreni agricoli (20 mila irrigati), sposa l'hi-tech della genetica negli allevamenti (20 mila capi di bestiame) e quella del silicio in una fabbrica argentina di microchip, la Unitech Blues, in cui sono già stati investiti 250 milioni di dollari. Produce vino in Patagonia (13 milioni di bottiglie di El fin del mundo) e sulle pendici del Monte Ararat, è presente nella coltivazione di cotone su vasta scala e di olio di qualità (presso Siena) in piccoli quantitativi. Ristruttura 25 mila mq di casali (sempre in provincia di Siena). E ha un sogno: scavare con un consorzio multinazionale un tunnel di 52 km sotto le Ande (Bioceanico Aconcagua corridor, costo stimato 3 miliardi di dollari) per collegare l'Argentina al Pacifico. Dovendo governare un impero tanto vasto e multiforme, perché impegnarsi negli aeroporti toscani? Semplice: perché gli scali possono essere un buon affare. Si

guadagna soprattutto quando si interviene per renderli più belli, come quello di Brasilia, più comodi e accoglienti, sviluppando servizi nuovi e la parte commerciale, oltre al potenziamento delle infrastrutture. Lo sforzo economico dell'investimento in Toscana è ingente. Se per acquisire il controllo di Sat il gruppo Eurnekian ha impegnato 70 milioni e altri 60 per AdF, adesso per il primo scalo sono in programma investimenti cospicui, per il 25% da coprire con fondi pubblici italiani ed europei previsti per lo sviluppo di infrastrutture. A Firenze l'investimento è stimato in 250 milioni, da coprire per metà con contributi pubblici. In passato i due scali sono rimasti sotto la soglia di risorse soddisfacente per crescere. Per esempio la pista di Firenze è lunga 1,6 km e ne servirebbe un'altra di 2-2,4 km. Al prolungamento si è opposta anzitutto Pisa. Il tema non è ritenuto determinante dalla Corporación. E le sovrapposizioni potranno essere superate con la gestior,;y ne integrata, che è nella

logica dei numeri, come aveva già messo in chiaro un progetto di holding unica studiato da Kpmg e come è previsto nel piano aeroporti del ministro

Maurizio

Lupi. Ma riuscirà Eurnekian a legare due scali finora divisi da una

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rivalità accesa quasi quanto l'ostilità fra le antiche Pisa e Firenze? «L'integrazione c'è già, oggi la maggioranza nelle società che gestiscono i due aeroporti fanno entrambe capo a Corporación America Italia. Entro il 2014 sarà proposta ai soci la fusione di Sat e AdF e la costituzione della società Aeroporti di Toscana», anticipa Roberto Naldi, 61 anni, presidente e ad di Corporación America Italia. Per arrivare al controllo di Sat, la società che gestisce il Galilei, di cui aveva rilevato quote da privati raggiungendo inizialmente una partecipazione del 27,4%, il gruppo Eurnekian ha lanciato e concluso un'opa volontaria attraverso la controllata italiana. Una volta superato il 52% con il flottante raccolto, l'opa è stata riaperta su richiesta Consob per altri cinque giorni. Il controllo era comunque già assicurato. Quanto ad AdF, Corporación America Italia ha rilevato fra l'altro le quote della Cassa di risparmio (3%) e della Camera di commercio

di Firenze e Prato (7,75%);


dopo il successo dell'opa obbligatoria, la sua percentuale nella società che gestisce l'aeroporto di Firenze è salita al 48,9%, cui va aggiunto il 12% degli alleati di Sogim. In totale un comodo 61%. Presidente della società è Marco Carrai, uomo con solidi legami nel mondo degli affari e vicino al premier Matteo Renzi. I due scali toscani però sono stretti fra il Leonardo da Vinci di Roma, Linate e Malpensa, per non dire del vicino scalo di Bologna: potranno contare su consistenti aumenti del traffico? «Gli scali di Pisa e Firenze potranno raggiungere entro il 2028 un bacino più ampio, 7 milioni di passeggeri a Pisa (oggi 4,5) e 4,5 a Firenze (oggi 2). Il polo toscano, dopo Roma e Milano, sarà appaiato o superiore a quello di Venezia», prevede Naldi. E Firenze non cannibalizzerà il traffico di Pisa, come temono sotto la Torre? «Timore da sfatare: il Galilei si concentrerà sul mercato dei voli intercontinentali e low cost, mentre Firenze sulle rotte europee, soprattutto per assorbire arrivi e partenze business e di turisti d'alta fascia, che oggi sono in effetti costretti al trasferimento nel capoluogo fiorentino da Bologna, Roma e Milano».

Un polo aeroportuale ai primi posti in Italia è sempre stato auspicato dalla Regione Toscana, per bocca del presidente Enrico Rossi, pd, vicino a Renzi, anche per rintuzzare le critiche alla privatizzazione provenienti dalla sinistra, oltre che dal sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, che avrebbe preferito la totale autonomia di Sat e del Galilei. A causa dei ritardi e delle discussioni intestine fra gli amministratori toscani del Pd. «Firenze ha perduto 1.600 posti di lavoro e 20 milioni di euro», ha calcolato il capogruppo di Forza Italia al Comune di Firenze, Marco Stella, da tempo favorevole all'integrazione dei due aeroporti. Era illogico rifiutare l'occasione di un imprenditore disposto a investire. Rossi ha sottolineato l'esigenza di utilizzare flussi finanziari aggiuntivi alle scarse risorse pubbliche per favorire la crescita degli scali e il connesso sviluppo di occupazione. Il gruppo privato Eurnekian ne ha già riorganizzati 15 nel mondo. La Corporación tratta adesso per 14 aeroporti regionali della Grecia ed è interessato all'area occidentale della Sicilia: gestisce lo scalo di Trapani e aspetta la gara per quello di Palermo. Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.itlaeroporti


Due aeroporti per accogliere 11,5 milioni di passeggeri, stima che tiene conto dello sviluppo turistico verso Firenze e Pisa. Una sola gestione per farli crescere con forti investimenti in infrastrutture e servizi. E il progetto di Eduardo Eurnekian, presidente e ceo di Corporación America (2 miliardi di dollari di profitti), e della sua controllata italiana, nuovo azionista di controllo dello scalo Vespucci. Spiegherò a dirigenti e dipendenti il nostro programma: gestire e organizzare con creatività», anticipa a Italia oggi. L'imprenditore, argentino di origini armene, ha aggiunto i due scali alla sua collana di 54.

Santillia pag. 1,5

Così le nuove tasse in banca


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DI LuciANo SANTILLI ue aeroporti per accogliere nei prossimi anni 11,5 milioni di passeggeri, stima che tiene conto dello sviluppo turistico verso Firenze e Pisa. Una sola gestione per farli crescere insieme, grazie a forti investimenti nelle infrastrutture e per migliorare i servizi. È in sintesi il progetto di Eduardo Eurnekian , presidente e ceo di Corporación America (2 miliardi di dollari di profitti l'anno), e della sua controllata italiana, nuovo azionista di controllo dello scalo Amerigo Vespucci che lunedì 30 giugno incontra a Firenze dirigenti e dipendenti. «Spiegherò il nostro programma: gestire e organizzare con creatività. Perché il mestiere di un imprenditore è innovare, ideare sempre qualcosa di nuovo», anticipa Eurnekian a ItaliaOggi a e MF. L'imprenditore, argentino di origini armene, azionista di controllo pure dell'aeroporto Galileo Galilei di

Pisa, ha aggiunto i due

scali alla sua collana di 54, la più lunga al mondo per numero di licenze, in prevalenza in Sud Ame rica, compresi quello di Buenos Aires, e lo Zvartnots di Erevan, il più grande in Armenia (dove controlla anche una banca e il servizio postale). In totale il traffico passeggeri del network supera ora i 62 milioni.

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una catena di 21 duty free shop alla Switzerland's Dufry Ag per 957 milioni di dollari. E impegnato nel biodiesel (un impianto da 500mila tonnellate), ha concessioni per lo sfruttamento di shale gas e l'installazione di campi

tessile e televisivo. Ha sviluppato negli anni 80 la tv via cavo a Buenos Aires per poi cedere con grande profitto la rete a gruppi americani; nel 2011 ha rivenduto

fabbrica argentina di microchip, la Unitech Blues, in cui sono già stati investiti 250 milioni di dollari. Produce vino

eolici, per 1.200 km di strade in Argentina e per nuove dighe in Sud America. Possiede 200 mila ettari di terreni agricoli (20 mila irrigati), sposa l'hi-tech della genetica negli allevamenti Eurnekian ha collezio- (20 mila capi di bestiame) nato successi nei settori e quella del silicio in una

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Al prolungamento si è opposta anzitutto Pisa. Il tema non è ritenuto determinante dalla Corporación. E le sovrapposizioni potranno essere superate con la gestione integrata, che è nella logica dei numeri, come aveva già messo in chiaro un progetto di holding unica studiato da Kpmg e come è previsto nel piano aeroporti del ministro


Maurizio Lupi. Ma riuscirà Eurnekian a legare due scali finora divisi da una rivalità accesa quasi quanto l'ostilità fra le antiche Pisa e Firenze? «L'integrazione c'è già, oggi le quote di maggioranza nelle società che gestiscono i due aeroporti fanno entrambe capo a Corporación America Italia. Entro il 2014 sarà proposta ai soci la fusione

di Sat e AdF e la costituzione della società Aeroporti di Toscana», anticipa Roberto Naldi , 61 anni, presidente e ad di Corporación America Italia. Per arrivare al controllo di Sat , la società che gestisce il Galilei, di cui aveva rilevato quote da privati raggiungendo inizialmente una percentuale del 27,4%, il gruppo Eurnekian ha lanciato e concluso un'opa volontaria attraverso la controllata italiana. Una volta superato il 52% con il flottante raccolto, l'opa è stata riaperta su richiesta Consob per altri 5 giorni. Il controllo era comunque già assicurato. Quanto ad AdF, Corporación America Italia ha rilevato fra l'altro le quote della Cassa di risparmio (3%) e della Camera di commercio di Firenze e Prato (7,75%); dopo il successo dell'opa obbligatoria, la sua percentuale nella società che gestisce l'aeroporto di Firenze è salita al 48,9, cui va aggiunto il 12% degli alleati di Sogim. In totale, un comodo 61%. Presidente della società è Marco Carrai, uomo con solidi legami nel mondo degli affari e vicino al premier Matteo Renzi.

I due scali toscani sembrerebbero stretti fra il Leonardo da Vinci di Roma, Linate e Malpensa, per non dire del vicino scalo di Bologna: potranno contare su consistenti aumenti del traffico? «Gli scali di Pisa e Firenze potranno raggiungere entro il 2028 un bacino più ampio, 7 milioni di passeggeri a Pisa (oggi 4,5) e 4,5 a Firenze (oggi 2). Il polo toscano, dopo Roma e Milano, sarà appaiato o sopra quello di Venezia», prevede Naldi. E Firenze non cannibalizzerà il traffico di Pisa, come temono sotto la Torre? «Timore da sfatare: il Galilei si concentrerà sul mercato dei voli intercontinentali e low cost, mentre Firenze sulle rotte europee, soprattutto per assorbire arrivi e partenze business e di turisti d'alta fascia, che oggi sono in effetti costretti al trasferimento nel capoluogo fiorentino da Bologna, Roma e Milano». Un polo aeroportuale ai primi posti in Italia è sempre stato auspicato dalla Regione Toscana, per bocca del presidente Enrico Rossi, pd, vicino a

Renzi, anche per rintuzzare le critiche alla privatizzazione provenienti dalla sinistra, oltre che dal sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, che avrebbe preferito la totale autonomia di Sat e del Galilei. A causa dei ritardi e delle discussioni intestine fra gli amministratori toscani del Pd «Firenze ha perduto 1.600 posti di lavoro e 20 milioni di euro», ha calcolato il capogruppo di Forza Italia al comune di Firenze, Marco Stella , da tempo favorevole all'integrazione dei due aeroporti. Era in ogni caso illogico rifiutare l'occasione di un imprenditore privato disposto a investire. Rossi ha sottolineato sempre l'esigenza di utilizzare flussi finanziari aggiuntivi alle scarse risorse pubbliche per favorire la crescita degli scali e il connesso sviluppo di occupazione. Il gruppo privato Eurnekian ne ha già riorganizzati 15 nel mondo. La Corporación tratta adesso per 14 aeroporti regionali della Grecia ed è interessato all'area occidentale della Sicilia: gestisce lo scalo di Trapani e aspetta la gara per quello di Palermo. ©Riprodi: -'one riservata-

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