Pisa, il campus dei Miracoli

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ITALIA O LA POSSIBILITÀ DI ESSERE NORMALE

NELLA FOTO LA BIBLI DELLA SCUOLA N A DESTRA, IN RICERCATORI DI ROBOTICA DELLA SCUOLA! All'ANNA

A! L'OMAGGIO A CIAMPI E IL PROGETTO SUD: UNA SEDE A NAPOLI «Semel normalista, sempernormalista» scrisse l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nell'ultima lettera indirizzata alla Normale , dove studiò dal 1937 al 1941. Ora la scuola gli rende omaggio, dedicandogli l'Istituto di Studi Avanzati Carlo Azeglio Ciampi, un centro di eccellenza , operativo da novembre 2018, che troverà spazio a Firenze, a palazzo Strozzi. Il progetto, dice il direttore Vincenzo Barone, «prevede che scienziati, letterati e filosofi illustrino problemi complessi ai ragazzi e spieghino quale possa essere la strada per affrontarli». Barone, poi, sta lavorando al suo sogno : portare al Sud, a Napoli , un'altra Normale. «L'idea è quella di utilizzare la Normale di Pisa come comitato ordinatore, per poi far crescere una nuova Scuola, indipendente».

PISA, IL CAMPUS DEI MIRACOLI


di Giuliano Malatesta foto di Laura Lezza

La Superiore e il Sant'Anna sono fra le scuole migliori del mondo, dove si fa ricerca con risultati straordinari. La ricetta? Fondi, zero burocrazia, collaborazione. E qualcosa di antico...

ISA. Fine anni Cinquanta. La Rai, ancora monocanale, trasmette Carosello, dallo stabilimento Fiat di Mirafiori sfornano le prime Cinquecento mentre alla radio impazza Domenico Modugno, che irrompe sulla scena portando un po' di blu in un mondo bianco e nero. Nello stesso periodo in un piccolo appartamento del centro di Pisa un gruppo di scienziati dà vita, su suggerimento di Enrico Fermi e «QUI NACQUE CEP, IL PADRE grazie a un finanziamento DI TUTTI di 150 milioni di lire mes1 COMPUTER. si a disposizione dall'UniORA IL FIORE versità, alla calcolatrice ALL'OCCHIELLO SONOIROBOT» elettrica pisana: un ammasso di valvole e tubi che ha in sé la scintilla per generare la grande rivoluzione informatica. Padre dei moderni computer, la Cep oggi è conservata nel Museo nazionale degli strumenti per il calcolo, situato negli ex macelli antichi della città, dove in futuro sorgerà la cittadella galileiana , e a distanza di più di mezzo secolo resta uno dei simboli di un luogo da sempre abituato a ragionare diversamente e a esplorare in anticipo nuove forme di futuro. Che si tratti di istituire la prima cattedra di Scienza dell'informazione, di dar vita all'internet festival o di investire fondi sulla robotica in tempi in cui sembrava solo un fugace passatempo per stravaganti e annoiati ingegneri. «Qu i es i ste un ecos i stema d ove

ci sono rispetto reciproco e una vera collab orazione. Dalpunto di vista scientifico si vive benissimo» racconta Domenico Laforenza, direttore dell'area ricerca Cnr di Pisa, la più grande d'Italia, una vera e propria cittadella di oltre 120 mila metri quadrati che comprende ben 16 istituti dove ogni giorno transitano 1.500 persone. Fu in uno di questi edifici che un gruppo di pionieri nell'aprile dell'86 collegò l'Italia a internet, lanciando un segnale che arrivò fino alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania. Era l'alba di un Nuovo Mondo. E fu sempre qui che l'anno successivo fu creato il primo nome a dominio italiano, cnuce.cnr.it. «Festeggeremo il trentennale a dicembre» sorride compiaciuto Laforenza. D'altronde che in città in quegli anni si respirasse un'atmosfera creativa lo aveva intuito anche Keith Raring, l'artista newyorchese che I DUE ISTITUTI DI ECCELLENZA nel giugno del STANNO 1989, poco prima PER FEDERARSI: della sua scomSTESSO CDA parsa, dipinse in E LABORATORI IN COMUNE soli quattro giorni TuttoMondo, uno splendido murale che ancora oggi copre la parete esterna della Chiesa di S.Antonio. Nelle intenzioni dell'autore quel disegno di trenta figure collegate tra loro come una sorta di puzzle avrebbe dovuto esprimere un segnale disperanza.È bello pensare che sia ancora così. Novantamila abitanti, dei quali più della metà studenti, la maggior parte dei quali fuori sede, Pisa continua a essere un laboratorio in costante aggiornamento, reso naturalmente virtuoso dalla presenza sul territorio di un'ottima università pubblica e dai due istituti di eccellenza di questo Paese, la Scuola Normale, gentile omaggio di Napoleone, che nel lontano 1810 ebbe l'idea di esportare da noi il modello francese, e il Sant'Anna, politecnico di altissima specializzazione sulla ricerca applicata, entrambi inseriti da una delle più note classifiche internazionali tra le prime duecento università al mondo e tra le prime trenta per quanto riguarda l'impatto sulla ricerca. «Questo è un posto speciale, lo dico da non pisano.


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[1] LA FOLLA DEI RAGAZZI SUI LUNGARNI [2] UNO STUDENTE E, SULLO SFONDO, LE FOTO DEGLI ALLIEVI DEI DIVERSI CORSI DI STUDIO NELLA SCUOLA SANT'ANNA [3] L'ASTROFISICA SIMONA GALLERANII CHE PARTECIPA AL PROGETTO iNTERSTELLAR [4] IL MURALE TUTTOMONDO REALIZZATO A PISA DA KEITH HARING NEL 1989 [5] IL SINDACO Di PISA MARCO FILIPPESCHI ìl VINCENZO BARONE, DIRETTORE DELLA NORMALE DA GIUGNO 2016

Il vero problema è che l'Italia non ci utilizza come dovrebbe. Come se Londra non si vendesse bene Cambridge o Oxford» spiega il direttore della Normale, Vincenzo Barone. «Basta vedere l'esempio del Technopole: sono stati consultati tutti, tranne il direttore della Normale. Non ne faccio un caso personale, ma in questo Paese c'è ancora l'idea che l'intellettuale da ascoltare sia un letterato, uno storico dell'arte o al limite un economista, non certo uno scienziato». All'interno dello splendido palazzo dei Cavalieri, realizzato a metà del XVI secolo da GiorgioVasari e sede della Normale dal 1846, studiano alcuni tra i più brillanti ricercatori italiani e stranieri. Simona Gallerani è una di loro. Pugliese, cosmologa, ha realizzato lo scorso anno, in compagnia di altre cinque ricercatrici, uno studio sull'universo primordiale pubblicato dalla Nasa, l'agenzia spaziale americana. «Sono arrivata a Pisa nei 2012, per un post dottorato grazie ai fondi dell'istituto nazionale diAstrofisica, e mi sono trovata benissimo sin dal primo giorno.Ambiente stimolante, alta qualità degli studenti, burocrazia inesistente e un accesso ai fondi difficile da trovare altrove». La prossima avventura di Simona si chiamerà Interstellar, un progetto di cinque anni, finanziato per 2,4 milioni, per analizzare le prime galassie che si sono formate subito dopo il Big Bang. « Studieremo l'infanzia dell'universo». Per passare dalla ricerca di base a quella applicata a Pisa è sufficiente camminare non più di cinquecento metri, fino a raggiungere un ex monastero benedettino dove ha sede l'istituto di Studi Superiori Sant'Arma; qui, tra volte trecentesche e pareti affrescate, ragazzi ventenni studiano la tecnologia hyperloop e ricercatori appena poco più grandi lavorano alla soft robotic, immaginando e costruendo robot con materiali morbidi (gomme, siliconi) che in un tempo non troppo lontano dovrebbero rivoluzionare il futuro della medicina. Non per caso al Sant'Anna è stato proprio un robot, lo scorso anno, a salire autonomamente sul palco e dare simbolicamente avvio all'anno accademico. Che sarà l'ultimo in solitaria. Dal prossimo anno infatti sarà formalizzata la federazione tra le due

scuole di eccellenza. «Ognuno manterrà una sua autonomia ma con un unico cda» chiarisce il rettore del Sant'Anna, Pierdomenico Perata. «Avremo in comune corsi, laboratori, e ricerca. L'obiettivo non è quello di risparmiare ma di essere competitivi e fare cose più grandi». Nella Regione dei campanilismi per antonomasia si prova a fare un salto di qualità."Massa critica"è la parola d'ordine sul Lungarno. Per riuscirci però serve anche il contributo della politica, da queste parti meno invasiva e rissosa che altrove e più rispettosa dei prestigiosi interlocutori. «Oui è passato Olivetti, questa città ha una storia antica in fatto di innovazione, che noi cerchiamo di portare avanti» afferma Marco Filippeschi, sindaco Pd al suo secondo mandato. «Non a caso siamo la prima città ad aver stilato un protocollo di intesa con l'università, con 70 progetti condivisi, dall'energia alla medicina. Peccato solo che in Italia sia passata l'idea che bisogna investire soprattutto nelle città metropolitane e non in luoghi di eccellenza come il nostro». La scarsità di fondi a disposizione a Pisa è spesso compensata da una pragmatica gestione collaborativa, che permette di fare sistema e dar vita a progetti congiunti, senza scatenare invidie da orticello, L'ultima novità è rappresentata dalla nascita del dottorato in "Big data": formerà una nuova generazione di ricercatori data scientist e sarà rilasciato congiuntamente, per la prima volta, da cinque istituzioni accademiche. Eppure, ammonisce il direttore dell'area ricerca Cnr, «Pisa rimane ancora piccola nella sua dimensione. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di passare dal modello pisano a quello toscano, portando a bordo i Beni culturali di Firenze e la parte medica di Siena». Un approccio condiviso anche dal direttore della Normale: «Pisa, Firenze e Siena sono vicinissime, tutta laToscana potrebbe diventare un mega ateneo distribuito». Ma per riuscirci, mette in guardia la presidente degli industriali pisani, Patrizia Alma Pacini, «è necessaria maggiore coesione tra università, territorio e imprese e soprattutto potenziare le infrastrutture».Andare da Pisa a Siena in treno resta ancora oggi un'avventura non sempre piacevole. Giuliano Malatesta


L'ULTIMA SFIDA È IL DOTTORATO IN [ A PER FORMARE UNA NUOVA GENERAZIONE DI RICERCATORL/-


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