sguardi diversi

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sguardi diversi Sergio Galeotti Francesco Galli Massimo Giacci Sabrina Manfredi Tiziana Pagnanelli Massimo Vollaro

sei fotografi per sei fotografie


Sguardi diversi Bomarzo, Palazzo Orsini dicembre 2005 organizzazione

p&rg eventi

Contenuti dvd » Fiori di Campo Nera Farnese legge Cristina Campo » Sguardi diversi Sabina Gnisci incontra i fotografi » Le immagini » Extra Inizio alternativo

progetto editoriale Massimo Giacci e Sabina Gnisci design Massimo Giacci

produzione

© 2006 NF Video e sguardiversi www.sguardiversi.com


Fare qualcosa è bello, farlo insieme ad un altro è ancora più bello. Da questo pensiero prende spunto la mostra: sei amici fotografi riscoprono il piacere di collaborare. I sei autori, ciascuno con un proprio tratto distintivo e diverse storie professionali, negli anni non si sono persi di vista, tenendo vivo un rapporto di reciproca fascinazione e scambio. Sergio Galeotti, Francesco Galli, Massimo Giacci, Sabrina Manfredi, Tiziana Pagnanelli e Massimo Vollaro presentano sei immagini ciascuno per mostrare un aspetto importante del proprio percorso espressivo. Dal piacere del confrontarsi è nata l’idea di un video in cui Sabina Gnisci ascolta i fotografi parlare di sé, degli altri e della comune passione per la fotografia. Il senso della mostra è racchiuso nella lettura “Fiori di Campo” di Nera Farnese.


Sergio Galeotti, Great Sand Sea, 2003

Sergio Galeotti Fotografo professionista, nato a Viterbo nel 1952, collabora con le principali riviste geografiche e di turismo realizzando servizi in Italia ed all’estero. Specializzato in reportage geografici ed etnografici, di architettura, archeologia, tradizioni popolari e fotografia di opere d’arte, ha contribuito alla realizzazione di diversi volumi. Le foto presentate fanno parte di una ricerca sulla storia del deserto occidentale egiziano lungo la via tracciata da Laszlo de Almasy (“The English Patient”).


Francesco Galli, Casa mia e dintorni, 1999-2000

Francesco Galli Nato a Viterbo nel 1967, fotografa in Italia e all’estero nei campi del teatro, dell’antropologia e dell’architettura. “Casa mia e dintorni” è un montaggio composto da sei pannelli con quattro polaroid ciascuno. Cinque pannelli contengono fotografie realizzate a Viterbo nella primavera del 1999, nel sesto si trovano immagini tratte da “Altrove”, un cortometraggio girato in Perù, India e Danimarca.


Massimo Giacci, Autoritratto, 2005

Massimo Giacci Attivo in molteplici campi della comunicazione visiva. Dopo un’iniziale fascinazione per la pittura ha trovato nella fotografia il proprio ambito espressivo d’elezione. La sua ricerca è rivolta in particolare ai temi del ritratto e della figura umana. In questa occasione propone i ritratti degli amici fotografi e di se stesso.


Sabrina Manfredi, Uovo cosmico, 2004

Sabrina Manfredi Inizia il proprio percorso fotografico nel 1986, interessandosi alla quotidianità e utilizzando prevalentemente il bianco e nero. Nel 1991 progetta e realizza una serie di immagini dedicate al tema dell’acqua che confluiranno poi nella mostra Segni d’acqua. Recentemente ha ripreso l’esplorazione del quotidiano con una serie intitolata “Lo sguardo sulle piccole cose”, dove l’attenzione si sposta su soggetti semplici e apparentemente senza significato.


Tiziana Pagnanelli, Luce, 1997

Tiziana Pagnanelli Ăˆ nata a Viterbo, dove vive e lavora. Dal 1988 le sue fotografie vengono pubblicate su quotidiani locali e nazionali. Grazie al lavoro di fotogiornalista ha sviluppato un forte interesse per il sociale. Da queste esperienze sono state realizzate alcune mostre. Nei lavori recenti, affascinata dal senso etimologico di fotografia, scrive con la luce le proprie emozioni, esaltandole con la plasticitĂ del bianco e nero.


Massimo Vollaro, Casilda Malgo de Navarro, 2003

Massimo Vollaro Da anni lavora nel campo della fotografia scientifica entomologica, reportage sociale ed antropologico. I suoi lavori sono regolarmente pubblicati nelle più importanti riviste nazionali ed internazionali. Il lavoro fotografico presentato è un viaggio a ritroso, un riscoprire nei volti, nella personalità e nella dignità del Panamà di oggi, il Panamà del guerriero Urraca.


Fiori di Campo lettura da Gli imperdonabili di Cristina Campo

In un’epoca di progresso puramente orizzontale, nella quale il gruppo umano appare sempre più simile a quella fila di cinesi condotti alla ghigliottina di cui è detto nelle cronache della rivolta dei Bòxers, il solo atteggiamento non frivolo appare quello del cinese che, nella fila, leggeva un libro. Sorprende vedere altri azzuffarsi a sangue, in attesa del loro turno, sul preferito tra i carnefici operanti sul palco. Si ammirano i due o tre eroi che ancora lanciano vigorose fiondate all'uno o all'altro carnefice imparzialmente (poiché è noto che di un solo carnefice si tratta, se anche le maschere si avvicendino). Il cinese che legge, in ogni modo, mostra sapienza e amore alla vita. È prudente dimenticare che, secondo la cronaca, quell’uomo dovette a ciò la sua testa … … Perfezione, bellezza … È un carattere aristocratico, anzi è in sé la suprema aristocrazia. Della natura, della specie, dell’idea. Anche nella natura essa è cultura. Il portamento eretto, delicato della ragazza della Costa d'Oro è l’opera di secoli di nuoto, orci d’argilla equilibrati sul capo, danze e canti d’iniziazione più complicati del gregoriano più puro. … … che cosa è stile? La prima immagine che si presenti è questa: una virtù polare grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato. Cosicché, grazie a un movimento simultaneo e contraddittorio, là dove l’artista concentra al massimo l’oggetto riducendolo, come i pittori T’ang, a quell’unico profilo, a quella pura linea dall'alto al basso che è, per così dire, la pronuncia stessa dell’anima, il lettore lo senta in sé moltiplicarsi, esaltarsi in armoniche innumerevoli. … Figure tutte in cui l’occhio ha colto o trasfuso quella seconda vita che è l’analogia salvatrice … dove pace ed orrore si compongono in eguali, innocenti geometrie. … Si vede talvolta in un treno, in una sala d’aspetto, un volto umano. Che ha di diverso? … Gli occhi non diffidano né sollecitano, non divagano e non indagano. Occhi in nessun attimo assenti, mai interamente presenti. … Si dice, rapidamente: «Occhi consapevoli». Sono, in realtà, occhi eroici. Hanno guardato la bellezza e non ne sono fuggiti. … Siedi contro il muro, leggi Giobbe e Geremia. Attendi il tuo turno, ogni rigo è profitto. Ogni rigo del libro imperdonabile.


fotogrammi dal video Fiori di Campo


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