Fito Recettori Urbani_ Master Thesis

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Fito-Recettori Urbani - Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano​ -





Fito-Recettori Urbani - Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano​ -

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

UniversitĂ degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019



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Abstract

La città è il luogo dove le vite dei singoli individui si intrecciano con gli interessi della comunità. Da tale incontro si generano costantemente e sempre più rapidamente effetti imprevisti: progresso ed esclusione, connessione ed alienazione. Gli effetti dei fenomeni globali convergono sempre più intensamente all’interno degli insediamenti in continua espansione, che, a causa della loro crescente complessità risultano progressivamente meno preparate ai grandi cambiamenti. La resilienza delle metropoli è una delle principali sfide dell’immediato futuro e passa anzitutto attraverso l’incremento della sua capacità di approvigionamento, problematica considerata storicamente estranea al tessuto stesso. Portare la produzione anche dentro le città diventa un modo per coniugare le istanze dei cittadini alle necessità dell’intero organismo; entrambi possono trarre vantaggi dai numerosi benefici prodotti dall’agricoltura urbana. Essa mira contemporaneamente a diminuire le distanze fisiche e concettuali tra luogo di produzione e consumo, ma anche a ricucire un tessuto sociale frammentario che sempre più di frequente vuole riappropriasi di spazi in disuso da poter vivere in modo quotidiano e informale e dove ricreare il senso di appartenenza ad una comunità. Il seguente lavoro propone una risposta fisica a queste tematiche che si inserisca nel quadro attuale di evoluzione del fenomeno ancora relativamente primordiale, soprattutto in contesti stratificati e consolidati. Si tenta di valorizzare il potenziale inutilizzato degli interstizi esistenti in maniera più o meno temporanea, sfruttando le possibilità offerte dall’utilizzo di metodi di coltivazione innovativi che rispondano positivamente alle particolari caratteristiche degli ambienti antropizzati, generando così elementi che oscillano tra architettura e arredo urbano.


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Indice

05 Abstract

09 I. Premesse Quadro Attuale Agricoltura Urbana Innovazione: Produzione fuori suolo

11 29 44

71 II. Progetto Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte Proposta Progettuale

133 III. Osservazioni

143 IV. Bibliografia

151 V. Allegati

73 83



I Premesse


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Fito-Recettori Urbani


I. Premesse: Quadro Attuale

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Quadro attuale Contesto generale

L’accelerato processo di urbanizzazione ha un impatto profondo sul nostro pianeta: oggi oltre la metà della popolazione mondiale vive in città e nel 2050 le previsioni parlano di un aumento fino al 70%. Come assicurare e fornire a tutti un adeguato accesso al cibo sano in modo sostenibile è la grande sfida delle città di oggi. Il modello di agricoltura odierno, totalmente dipendente dal petrolio e dalla grande distribuzione, non sembra essere in grado di sfamare un mondo sempre più popoloso: la terra è in affanno e la resa delle terre è in radicale diminuzione. L’enfasi sul tema della produzione, il tradizionale dualismo urbano-rurale e un sistema agro-industriale sempre più globale e de-territorializzato hanno fatto sì che il cibo, dopo aver modellato e plasmato per secoli la forma e la sostanza delle città, scomparisse dalle riflessioni sullo sviluppo urbano. Nelle città si ha consapevolezza solo dell’atto del consumare, tutte le altre fasi della filiera tendono a dissolversi: la gran parte dei cittadini ignora la provenienza degli alimenti, le modalità di produzione e il destino degli scarti e dei rifiuti. Nel mondo globalizzato e delle megalopoli, spesso organizzate in reti, i cambiamenti devono partire a livello locale. Immaginare il cibo come sistema urbano può non solo permettere di scoprire possibili sinergie tra città e campagna finora trascurate, ma anche di gestire i problemi ambientali e di salute urbana come due facce della stessa medaglia. Si deve comprendere e ripensare un modello di sviluppo che sia socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibile, in cui sia evidente l’intervento sulle cause di questi squilibri e non solo l’agire nei confronti dei suoi effetti.


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Fito-Recettori Urbani

Cambiamenti demografici e Scarsità delle Risorse

Il ‘900 è stato un secolo di rivoluzioni e grandi cambiamenti economici e sociali. Gli enormi progressi in campo medico, tecnico e tecnologico hanno rapidamente innalzato la qualità della vita di ampie fette della popolazione che, avendo accesso a numerose risorse prima inaccessibili, hanno determinato una progressiva crescita numerica in ogni angolo del pianeta. Tale crescita continua anche nel secolo presente anche se inizia a mostrare caratteristiche differenti da quelle passate. All’inizio della rivoluzione industriale (fine ‘700) si registravano 750 milioni di abitanti: i progressi della medicina e il miglioramento della qualità della vita nei paesi sviluppati portarono alla cosiddetta rivoluzione demografica; il tasso di mortalità scese vertiginosamente e un contemporaneo tasso di natalità elevato portò ad un raddoppio della popolazione mondiale in solo due secoli. Oggi le proiezioni attuali indicano che la popolazione mondiale aumenterà da 7,7 miliardi di persone a 9,7 miliardi nel 2050 Gli incrementi previsti per i prossimi quarant’anni si collocano, in termini relativi, al di sotto delle variazioni percentuali registrate nei quattro decenni appena trascorsi, periodo nel quale la popolazione mondiale è più che raddoppiata. Tuttavia, in termini assoluti, il pianeta sarà abitato da circa 2,5 miliardi di persone in più nel 2050 e il primo miliardo di questo saldo si dovrebbe registrare già nel 2030. I maggiori incrementi avranno luogo nei paesi in via di sviluppo, mentre la popolazione delle economie ad alto reddito rimarrà pressoché stabile. Nel continente africano la popolazione dovrebbe raddoppiare, passando da circa uno a due miliardi di persone entro il 2050, e ci sarà anche un consistente incremento nelle aree cosiddette emergenti, tra cui Cina e India, che oggi rappresentano oltre un terzo della popolazione mondiale, contando circa 2,5 miliardi di abitanti che nel 2050 diventeranno all’incirca 3,2.


I. Premesse: Quadro Attuale

13

10

8

7,7 2019

9

Mrd

7 6 2030

5

8,6

4 3

1

9,7 2050

2

0 Mrd 1700

1750

1800

1850

1900

1950

2000 2050

Imm 1 | Popolazione mondiale e crescita 0,71 0,73 5,2

4,6

0,43 0,37

0,06

0,78

0,04

0,66 2,53

2019 1,32

Imm 2 | Distribuzione mondiale di crescita

2050


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Popolazione mondiale urbana

Il rapido e consistente aumento demografico mondiale, iniziato nel XIX secolo e tuttora in corso, si è accompagnato a un fenomeno di concentrazione della popolazione nelle città. Fin alla seconda metà del secolo in tutti paesi del mondo la maggioranza della popolazione era rurale, viveva sparsa in insediamenti minori distribuiti su ampi territori, mentre il fenomeno urbano era assai limitato e le grandi città erano un’eccezione. Negli ultimi due secoli, con lo sviluppo dell’industria e dei servizi, il processo di inurbamento della popolazione si è andato intensificando. Fino verso la metà del secolo scorso la forte crescita delle città caratterizzò soprattutto i paesi economicamente più sviluppati, mentre in quelli meno sviluppati la popolazione era ancora prevalentemente rurale. Oggi invece, mentre l’urbanizzazione rallenta nei paesi di antica industrializzazione dell’Europa e dell’America settentrionale, essa è in forte crescita nel Sud del mondo. Stiamo entrando dunque in una fase in cui la popolazione rurale resterà pressoché stazionaria nei paesi sviluppati, mentre continuerà a diminuire in quelli meno sviluppati. Ciò farà sì che quella urbana continuerà a registrare una forte crescita su scala mondiale. Ad oggi più del 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane; ma è previsto di raggiungere il 66% entro il 2050. Le bocche da sfamare sul pianeta aumenteranno di circa un terzo e la domanda che tali numeri e proporzioni fanno sorgere spontanea a chiunque osservi questi dati risulta essere, quindi: come può il mondo essere nutrito in futuro senza mettere a dura prova il suolo e gli oceani della Terra? Inoltre, globalmente, il consumo di cibo è aumentato dalle 2.250 kcal per persona giornaliere del 1961 alle 2.750 kcal del 2007 e si prevede che aumenti fino a 3.070 entro il 2050. Le persone non solo avranno bisogno di sopravvivere, ma desidereranno mangiare meglio di quanto non facciano attualmente, a causa della crescita di reddito stimata, che prevedibilmente spinge alla tendenza a voler migliorare il proprio tenore di vita.


15

6,7

2030

2050

5,2

4,3

4,3

2

Mrd

1

5,2

0

6,7

1 2

3

3

4

1 2

5

3

2050

Mrd

2030

2019

2019

I. Premesse: Quadro Attuale

0

4

1 2

6 4

4 205 0 204 0 203 0 2 2 0 0 201 0 200 199 0 0

57

5

3

6

57 Mrd 6

2 5 0 0 204 0 203 0 202 0 201 0 200 199 0 0

7 Popolazione rurale

6

Popolazione rurale

7 Mrd Popolazione urbana

Popolazione urbana

Imm 3 | Aumento Popolazione Urbana mondiale


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Food Gap e danni agricoli

Considerato l’aumento di popolazione, entro il 2050 la produzione agricola deve aumentare del 56% per soddisfare la domanda prevista. La domanda di cibo, insieme alla domanda proveniente da altri usi concorrenti, metterà una pressione senza precedenti su molti sistemi di produzione agricola in tutto il mondo. Questi “sistemi a rischio” stanno affrontando una crescente concorrenza per la terra e le risorse idriche e sono spesso vincolati da pratiche agricole insostenibili. Nella corsa all’industrializzazione (agricola) si è iniziato a prosciugare le risorse circostanti, creando danni irreparabili agli ecosistemi esistenti e mettendo a repentaglio la vita in un prossimo futuro. Nei secoli di grande sviluppo, l’uomo è intervenuto apportando soluzioni tecniche e elementi esterni per aumentare la produttività producendo vasti effetti collaterali e poco gestibili, sia per l’ambiente che per gli individui. Queste conseguenze agiscono negativamente sugli elementi fondamentali per la vita sul pianeta: suolo acqua e aria.

Risorse: suolo e agricoltura

A livello globale, ci sono ancora terre sufficienti a nutrire la popolazione mondiale futura. La FAO ha però avvertito che gran parte di tali terre potenzialmente coltivabili è adatta solo a certi tipi di colture -che possono non essere quelle di cui c’è maggior domanda- ed è concentrata in un ristretto numero di paesi. Peraltro lo sfruttamento eccessivo dei terreni e il superamento del limite massimo, definito carrying capacity1, li rende aridi, sterili e incapaci di sostenere intense produzioni agricole. Per sopperire a questo continuo degrado del suolo sono stati introdotti alcuni fertilizzanti, prima naturali, poi chimici, utili a reintegrare gli elementi privati al terreno dall’agricoltura intensiva. Infatti, molte delle terre non ancora sfruttate, spesso presentano problemi legati alla presenza di sostanze chimiche dannose, alla predisposizione ad epidemie o alla mancanza di infrastrutture, che non sono facilmente risolvibili.

1. Con Carrying capacity, o capacità portante, si definisce la massima quantità di individui o più specie che un determinato territorio può sostenere. G. Nebbia “Lo sviluppo sostenibile”, Firenze Ed. Cultura della pace 1991 .


I. Premesse: Quadro Attuale

17

0

00

25

0

.00

20

0

.00

15

0

.00

20.500

10

00

5.0

13.100

0

| 2010 |

Food Gap 56%

| 2050 |

Imm 4 | Gap alimentare nella produzione agricola (trilioni di cal./anno)

37,4 %

1970

2019

2050

| 2010 |

4500 mq

2300 mq

1500 mq

Imm 5 | Terre a destinazione agricola mondiale e quantitativo pro capite


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Fito-Recettori Urbani

1970

2 02 0

20 5 0 Scarsità delle risorse idriche

Densificazione del tessuto urbano

Inurbamento

Imm 6 | Città di oggi e città di domani

Accelerato sfruttamento delle risorse


I. Premesse: Quadro Attuale

Risorse: Water Footprint

2. FAO, The State of the World’s Land and Water Resources for Food and Agriculture (SOLAW)”, Roma 2011

3. Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn)

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Oggi due terzi della popolazione mondiale vive in aree che soffrono di carenza idrica mentre 1,6 miliardi di persone soffre la carenza di acqua per motivi economici Si prevede che entro il 2030 proprio la scarsità di acqua farà spostare dai 24 ai 700 milioni di persone.2 L’agricoltura rappresenta la stragrande maggioranza dei prelievi e dei consumi globali di acqua dolce. Il 70% dell’acqua dolce prelevata da fonti di superficie (fiumi o laghi) o falde acquifere è impiegata nel settore agricolo ed è, quindi, alla base della produzione di cibo, mentre oltre il 90% dell’ impronta idrica (cioè l’indicatore che misura l’ammontare di acqua usata nelle fasi di produzione di un bene) è legata al consumo di cibo.3 Questi valori sono destinati a crescere parallelamente all’aumento della popolazione mondiale e si prevede un consumo di acqua superiore del 20%. Utilizzare una minor quantità d’acqua riuscendo al tempo stesso a produrre più cibo sarà cruciale per affrontare i problemi legati alla scarsità delle risorse idriche e tale scarsità potrebbe inoltre essere aggravata da alterazioni negli schemi delle precipitazioni causate dal cambiamento climatico.


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Sistemi ed economie alimentari

Oggi il settore primario è principalmente fornitore di materie prime successivamente trasformate o variamente elaborate dall’industria di trasformazione. Passano poi al settore distributivo che le convoglia ai consumatori finali ed in misura crescente ai ristoranti ed agli altri operatori della ristorazione collettiva. Il settore agricolo si inserisce dunque in una pluralità di relazioni commerciali con imprese, istituzioni e partner di varia natura. L’intensità di queste relazioni e le modalità con le quali avvengono sono determinanti sia per i risultati economici delle imprese agricole e di tutti i soggetti interagenti, ma sono anche determinanti in termini di capacità del tessuto produttivo di offrire i beni alimentari ed i servizi connessi, in quantità e qualità conformi alle richieste dei consumatori e, più in generale, ai bisogni della collettività. L’enfasi sul tema della produzione, il tradizionale dualismo urbano-rurale e un sistema agro-industriale sempre più globale e de-territorializzato hanno fatto sì che il cibo, dopo aver modellato e plasmato per secoli la forma e la sostanza delle città, scomparisse dalle riflessioni sullo sviluppo urbano. Nelle città si ha consapevolezza solo dell’atto del consumare, mentre tutte le altre fasi della filiera tendono a dissolversi: la gran parte dei cittadini ignora la provenienza degli alimenti, le modalità di produzione e, soprattutto, il destino degli scarti e dei rifiuti. In quest’ottica il sistema del cibo è paradossalmente quello meno visibile fra tutti i sistemi urbani. Con il termine filiera si indica l’insieme di tutte le imprese/ soggetti che, a qualsiasi titolo, partecipano alla realizzazione di un bene. In generale, le fasi più a monte includono “l’apporto” delle materie prime e quelle più a valle includono “l’approdo” al consumatore finale. I soggetti che partecipano ad una filiera si chiamano anche stakeholders a sottolineare che si tratta di portatori di interessi. Le filiere possono essere più o meno lunghe e complesse, a seconda del numero maggiore o minore di imprese poste in sequenza e variamente collegate le une con le altre. Sia la natura degli stakeholders che quella delle relazioni che questi stabiliscono, sono determinanti per il funzionamento della filiera e per la performance competitiva del prodotto (o dei


I. Premesse: Quadro Attuale

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prodotti) realizzati. Sistema agro-alimentare tradizionale

1. FAO, The State of the World’s Land and Water Resources for Food and Agriculture (SOLAW)”, Roma 2011

Le filiere che sono dette lunghe, o complesse, prevedono un grande numero di passaggi ed eventualmente di soggetti coinvolti e coincidono con la produzione agroindustriale classica: l’agricoltore produce la materia prima, che viene trasformata in prodotto alimentare da parte di gruppi industriali multinazionali; i prodotti standard che ne derivano sono venduti alle centrali d’acquisto a cui fanno capo le principali catene di supermercati e ipermercati. Questo tipo di assetto ha comportato conseguenze rilevanti a carico sia del produttore che del consumatore favorendo, da una parte, l’esclusione dei piccoli produttori dal mercato, perché poco competitivi e incapaci di garantire gli standard produttivi richiesti, dall’altra, impedendo al consumatore di poter conoscere il percorso dei propri acquisti e di poter effettuare un controllo sostanziale sulla loro qualità. Inoltre, lo sviluppo di questo tipo di mercato ha favorito la scomparsa delle risorse territoriali, in termini di biodiversità (ridotto numero di varietà coltivate o allevate, e commercializzate), ma anche con l’erosione della cultura rurale e gastronomica dei contesti locali. La “filiera lunga industriale”, per scopi essenzialmente commerciali, ha provocato infatti la diffusione di prodotti alimentari prevalentemente omologati, con caratteristiche di qualità standard, slegati dal territorio, dalla stagionalità e dalle tradizioni locali. Si stima che, nelle filiere agroalimentari tradizionali, gli alimenti percorrono in media 2.400 Km per passare dal luogo di produzione al luogo di consumo e che un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale sia perso o sprecato1 La perdita e lo spreco di cibo (Food Loss & Waste) rappresentano un uso improprio di lavoro, acqua, energia, terra e altre risorse naturali che sono state impiegate per produrlo. Food loss: La perdita di cibo si riferisce a qualsiasi alimento che si perde nella catena di approvvigionamento tra il produttore e il mercato. Ciò può essere il risultato di problemi pre-raccolta, come infestazioni di parassiti o problemi di raccolta, manipolazione, conservazione, imballaggio o trasporto. Alcune delle cause alla base


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della perdita di cibo includono l’inadeguatezza delle infrastrutture, dei mercati, dei meccanismi dei prezzi o persino della mancanza di quadri giuridici. Food waste: Lo spreco alimentare si riferisce allo scarto o all’uso alternativo (non alimentare) di alimenti sicuri e nutrienti per il consumo umano. I prodotti freschi che si discostano da ciò che è considerato ottimale in termini di forma, dimensioni e colore, ad esempio, vengono spesso rimossi dalla catena di approvvigionamento durante le operazioni di selezione. Gli alimenti che sono vicini alla (o al di là) della data di scadenza vengono spesso scartati dai rivenditori e dai consumatori. Grandi quantità di alimenti commestibili sani sono spesso inutilizzate o lasciate e scartate da cucine domestiche e stabilimenti alimentari. Produrre meno cibo e rifiuti alimentari porterebbe ad un uso più efficiente del territorio e una migliore gestione delle risorse idriche con impatti positivi sui cambiamenti climatici e sui mezzi di sussistenza. Gli impatti che la grande distribuzione comporta si differenziano principalmente in tre categorie: 1- Impatto ambientale ed energetico: in una filiera lunga solo il 20% dell’energia consumata per produrre e commercializzare i prodotti è da addebitare al settore agricolo; la rimanente quota è assorbita dalle fasi di trasporto, refrigerazione, lavorazione, confezionamento e distribuzione. 2- Impatto economico: costo / valore del cibo sprecato, valore delle esternalità negative prodotte, costo opportunità della superficie agricola. 3- Etico-sociali: spreco di cibo e difficoltà di accesso al cibo; eccesso di alimentazione e malnutrizione, spreco di nutrienti e carenze nutrizionali.


Imm 7 | Fasi e limiti della Filiera Lunga

Perdite alimentari

22 %

32 %

II

I

- Limiti tecnici e dei processi di trasformazione e produzione

Prima trasformazione II

Produzione e Raccolta I

- Limiti nelle tecniche agricole e infrastrutture per trasporto e stoccaggio - Fattori climatici e ambientali - Surplus produttivi - Rispetto di normative e standard

Prima trasformazione

Produzione e Raccolta

11 %

- Limiti tecnici e dei processi di trasformazione e produzione

III

Trasformazione industriale III

Trasformazione industriale

Sprechi alimentari

13 %

- Limiti dei sistemi distributivi - Errori di previsione degli ordini e gestione delle scorte - Deterioramento dei prodotti e imballaggi - Strategie di marketing e vendita

IV

Distribuzione IV

Distribuzione

Consumatore

22 %

- Eccedenze degli acquisti - Eccedenza delle porzioni preparate - Difficoltà nella corretta interpretazione dell’etichettatura - Errori nella conservazione degli alimenti

V

Vendita e Consumo V

Vendita Consumatore Vendita e Consumo

Vendita

Ristorazione

Ristorazione

I. Premesse: Quadro Attuale 23


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Sistema agro-alimentare strategie alternative

Una strategia alternativa praticata da un numero crescente di aziende agricole e produttori è quella del proprio inserimento all’interno di filiere corte. Queste possono essere di tipo diverso: vendita diretta in azienda, vendita per corrispondenza, e-commerce, consegna a domicilio a singoli o a gruppi organizzati, punti vendita al di fuori dell’azienda, farmers’ market. Queste iniziative sono accolte con sempre maggior interesse da parte di produttori e consumatori. Agli occhi di questi ultimi, i prodotti commercializzati su canali brevi hanno il pregio di aver subìto un minore numero di passaggi intermedi che allungano i tempi che intercorrono tra il completamento del processo produttivo ed il consumo. Le filiere lunghe, infatti, rendono necessario effettuare stoccaggi e conservazioni che riducono la freschezza del prodotto e possono pregiudicarne le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive e, in casi estremi, anche la salubrità. Promuovere la qualità con la “filiera corta” vuol dire innanzitutto restituire ai prodotti le loro specifiche caratteristiche legate al luogo di origine, valorizzare le differenze di gusto, sapore e valore nutritivo dei vari alimenti. Da non sottovalutare è inoltre il rispetto della stagionalità dei prodotti che, consumati freschi, forniscono una quantità adeguata di nutrienti e rendono più varia ed equilibrata l’alimentazione dei consumatori. Una conseguenza non meno importante del lungo e complesso percorso compiuto dai prodotti lungo le filiere tradizionali è anche la minore chiarezza sull’origine dei prodotti e, talvolta, la sua minore certezza. La possibilità di conoscere direttamente i produttori e la zona geografica di provenienza del prodotto è considerata da alcuni segmenti della domanda come una forma di indicazione a garanzia della qualità stessa del prodotto. Inoltre, alcuni consumatori apprezzano la possibilità di sostenere, in questo modo, le piccole imprese locali. Infine, la limitazione del trasporto e del numero di passaggi può avere un effetto di contenimento dei costi e quindi dei prezzi, che generalmente crescono progressivamente con l’avvicinarsi all’anello finale delle filiere, quello della distribuzione, che in virtù del potere di mercato che detiene riesce ad appropriarsi di una parte consistente del valore aggiunto creato lungo l’intera catena.


Svantaggi

III

Vantaggi

II

I

Vendita III e Consumo

• Impegno conoscitivo e di ricerca da parte del consumatore • Punti vendita poco diffusi • Scarsa informazione propagandistica • Varietà limitata dei prodotti offerti • Luoghi dedicati che minano le economie di scopo

Distribuzione II

Produzione I e Raccolta

Vendita e Consumo

Consumatore

Vendita

• Relazione diretta tra produttore e consumatore • Tempo ridotto tra completamento del processo produttivo e consumo • Freschezza dei prodotti • Maggior chiarezza sull’origine e la provenienza dei prodotti • Stagionalità dei prodotti in commercio • Contenimento dei costi

Distribuzione

Produzione e Raccolta

Consumatore

Vendita

Ristorazione

Ristorazione

I. Premesse: Quadro Attuale 25

Imm 8 | Fasi della Filiera Corta


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Cibo e città: strategie alternative

Un problema che riguarda le città, e nello specifico le megalopoli, è l’aumento della popolazione con i problemi che questo comporta in termini di qualità della vita. È opinione diffusa che gli attuali sistemi alimentari non possano soddisfare in modo sostenibile le crescenti esigenze alimentari delle città. Gli abitanti delle città affrontano non solo l’urbanizzazione, ma anche una transizione nutrizionale, in cui un aumento del reddito sposta le diete verso alimenti di origine animale e alimenti trasformati, ricchi di sale, zucchero e grassi. Recentemente sta però aumentando la sensibilità ed interesse verso diete a basso impatto ambientale soprattutto nelle zone più sviluppate dove le persone hanno un alto tenore di vita già consolidato. Attualmente le città dipendono per il loro approvvigionamento dai circuiti della grande distribuzione organizzata e da filiere agroalimentari “lunghe”. Si deve comprendere e ripensare un modello di sviluppo che sia socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibile, in cui sia evidente l’intervento sulle cause di questi squilibri e non solo l’agire nei confronti dei suoi effetti. Le sfide e le opportunità che i sistemi urbani e peri-urbani presentano oggi ci portano a riflettere su nuovi approcci verso una trasformazione dei sistemi alimentari. Immaginare il cibo come sistema urbano può non solo permettere di scoprire possibili sinergie tra città e campagna finora trascurate, ma anche di comprendere e, in seguito gestire i problemi ambientali e di salute urbana come due facce della stessa medaglia. In più, a differenza di altri sistemi e infrastrutture urbane, il modo essenziale in cui il cibo lega abitanti, spazio pubblico in città e territorio agricolo, su scala regionale e mondiale, lo rende uno strumento strategico per coltivare una cittadinanza consapevole ed attiva, senza la quale le aspirazioni alla città sostenibile resteranno inevitabilmente solo sulla carta. Una delle potenziali strade verso la sostenibilità è quella della rilocalizzazione di una quota consistente della produzione e del consumo di cibo. Il punto è tentare di riconnettere le città e le campagne in un rapporto di maggior relazione ed equilibrio per favorire il


I. Premesse: Quadro Attuale

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Imm 9 | Cibo e città Le aree rurali non riescono più a soddisfare da sole i bisogni di una popolazione in continua crescita. L’aumentare della scala e della complessità della città impongono ad essa stessa di provvedere al suo approvvigionamento anche dall’interno, sfruttando le logiche del proprio tessuto e utilizzando la produzione di alimenti come paradigma per la pianificazione stessa.

L


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Fito-Recettori Urbani

consumo di cibo locale dando vita a filiere ridotte in grado di valorizzare le economie di prossimità. Per affrontare questa sfida non basta adagiarsi sul “paradigma della promozione” delle produzioni locali e dei prodotti “tipici”, ma è necessario immaginare dei veri e propri sistemi territoriali che siano in grado di riorganizzare le filiere agroalimentari con nuovi approcci. Si distinguono diverse ragioni per la produzione locale urbana di cibo:

2. Food Policy, Milano 2015

• Ragione sociale: la produzione di cibo locale viene usata come mezzo per combattere i problemi più insidiosi di ineguaglianza sociale e degrado ambientale; • Ragione produttiva: progetti di agricoltura urbana incentrati sulla città come nuovo spazio per la produzione ed innovazione agricola cercano nuove sinergie tra cibo e città in chiave economica e produttiva. Obiettivo è rendere la città più resiliente; • Ragione culturale: il ritorno della coltivazione e della vendita diretta di prodotti agricoli in città è fortemente voluto da cittadini e amministrazioni locali anche per l’abilità di queste attività di ridare un’identità ai luoghi ed innescare processi di rinnovamento culturale.2


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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Agricoltura Urbana Il cibo come paradigma di Progetto e Pianificazione

Gli elementi essenziali alla sopravvivenza dell’uomo, cioè aria, acqua, un rifugio e cibo, sono stati tutti utilizzati come strumenti per la pianificazione e l’organizzazione delle città, ad eccezione dell’ultimo di essi, che non è mai stato utilizzato come paradigma di progetto. Tale mancanza è dovuta all’idea che l’approvvigionamento delle popolazioni non sia un problema urbano, ma che riguardi solo ed unicamente la sfera rurale e per questo non è mai diventata una tematica contemplata di dover essere affrontata. Questo però è il momento in cui gli equilibri del pianeta stanno cambiando rapidamente e non è più sufficiente ed efficace continuare a gestire la pianificazione secondo canoni tradizionali. Inoltre, tale giustificazione non è sufficientemente forte come scusante, se si considera il carattere multifunzionale del sistema cibo, che da solo impatta numerosi settori inclusa sanità pubblica, giustiza sociale, energia, acqua, terra, trasporti e sviluppo economico - tutti parametri che gli urbanisti già considerano legittamati nel dibattito sullo sviluppo urbano se presi singolarmente.. In realtà, inoltre, anche se in maniera informale, la produzione di cibo è sempre avvenuta anche all’interno dei confini della città, sia nel nord che nel sud del mondo ed oggi sta energicamente anche se ancora frammentariamente riprendendo piede nelle aree che mirano alla sostenibilità, a seguito dell’aumento di sensibilità nei confronti di temi come diminuzione degli sprechi, dei consumi, dell’inquinamento, attenuamento della cementificazione ed eticità dei modi di vivere anche nelle società più “avanzate”. Si sta sempre più consolidando l’idea che sia effettivamente necessario strutturare un apparato capillare e interconnesso di gestione del cibo all’interno del tessuto denso, che tocchi ogni fase della filiera; fondamentale è il ruolo della produzione stessa, che oltre a significare un possibile alleggerimento di pressione per le aree rurali e un aumento della resilienza delle città ai cambiamenti, si può caricare di altri valori più umani e qualitativi, per quanto apparentemente effimeri. L’attività dell’orticoltura è intrinsecamente attrattiva e distensiva per l’essere umano, che può trovare in


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Fito-Recettori Urbani

essa un luogo dove rifugiarsi, sentirsi parte di una comunità e riappropriarsi del luogo in cui vive e quindi rappresenterebbe uno strumento per il miglioramento della qualità della vita all’interno dei centri urbani.

Utilizzo dei Casi studio e Metodologia di Indagine

Per poter inquadrare il fenomeno di cui si occupa la tesi, sconosciuto all’inizio del percorso, si è ritenuto utile procedere costruendo una panoramica di ciò che sta accadendo nel mondo a partire da progetti reali concretizzati principalmente in Europa e negli USA. Tale indagine ha permesso di capire quali sono i principali obiettivi che vengono perseguiti e quali strategie sono impiegate per farlo; inoltre l’osservazione di casi reali permette di capire quali siano gli effettivi risvolti che l’Agricoltura Urbana può avere nel contesto in cui è inserita. Essendo un ambito estremamente articolato, ma poco codificato e non regolamentato, l’utilizzo di un metodo quasi empirico è stata l’unica maniera per capire possibili funzionamenti a livello spaziale e determinare così alcuni parametri da considerare in fase progettuale. Anche tutta la teoria riguardante l’argomento è piuttosto parziale e non riesce a dare spiegazioni complessive ed esaustive sulla corrente, ma procede sempre per descrizione di singoli casi, data l’impossibilità di codificare in maniera generale l’argomento. Si è scelto quindi di procedere alla stessa maniera, analizzando in una prima fase tipologie di progetti estremamente differenti per dimensioni, posizione e finalità, quindi approfondendo quelli che presentassero aspetti considerati interessanti e coerenti con l’orientamento progettuale che andava delineandosi dopo aver integrato questo primo esame con la letteratura esistente. Essendo uno studio fatto prima di definire una strategia personale, anche i casi più approfonditi, presentati nel fascicolo integrativo, sono piuttosto eterogenei per finalità; tuttavia tutti presentano elementi interessanti dal punto di vista dimensionale, della scalarità e della modalità di inserimento nel contesto. Tutti questi elementi hanno permesso la riflessione che ha poi generato lo sviluppo del progetto.


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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RINFORZO TESSUTO SOCIALE

PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE

EDUCAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE

Finalità dell’intervento

SCALA DI QUARTIERE

PUNTUALE

SCALA URBANA

Area di influenza degli effetti prodotti

SINGOLARE

REPLICABILE

TEMPORANEO

Replicabilità

PERMANENTE

Temporalità

INTERVENTO ORIZZONTALE

VOLUMETRIA

Configurazione Volumetrico - Spaziale

LOTTO LIBERO

PARASSITISMO

RIQUALIFICAZIONE EDIFICIO

Inserimento Intervento

TRADIZIONALE

INNOVATIVA

Tipologia di produzione


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Fito-Recettori Urbani

Il primo parametro analizzato è la finalità dell’intervento, quindi la sua capacità di moltiplicarsi e l’ampiezza degli effetti prodotti sul territorio. Dopo aver inquadrato la posizione che questi rivestono a livello urbano si è passati ad analizzarne la morfologia vera e propria, per comprendere che possibilità spaziali esistono e quali sono le modalità di inserimento sviluppate, anche a fronte della possibilità di impiego di nuove tecnologie, che hanno ampliato notevolmente gli ambienti potenzialmente produttivi. Le tecniche di produzione e il supporto tecnologico necessario al progetto sono stati quindi il soggetto di indagine successivo, per poter appunto collegare il loro impatto alla configurazione formale scelta. Dopo un accenno specifico agli aspetti produttivi e di distribuzione è stata posta particolare attenzione agli modalità di gestione e finanziamento, per quanto è stato possibile reperire informazioni, per cercare di capire quali caratteristiche possono rendere un progetto sostenibile e come tipicamente tendono ad interloquire gli attori interessati. Infine è stato utile verificare se esistessero funzioni integrative rispetto a quella meramente produttiva e dare uno sguardo generale ai benefici ottenuti. L’analisi non è stata in grado di produrre risultati univoci o creare correlazioni tra caratteristiche universalmente valide, tuttavia si sono definiti degli orientamenti principali che legano le finalità dei progetti alla loro traduzione fisica. Negli interventi maggiormente orientati verso la conformazione di business economicamente redditizi si riscontrano alcune ricorsività: -Spesso si ricorre all’utilizzo di spazi mai considerati come produttivi che acquistano potenziale grazie alla disponibilità di tecnologie per la produzione o strutturali prima inesistenti; - Gli ideatori sono spesso singoli individui ma c’è grande collaborazione con le istituzioni sopratutto per la necessità di compiere grandi investimenti iniziali per i mezzi di produzione che sono quasi esclusivamente fuori suolo. Gli interventi maggiormente orientati alla riqualificazione urbana e soprattutto sociale di un’area sono quelli che


Orientamento ed obiettivi degli interventi

$

Tab 1 | Casi Studio: catalogazione | 12 |

Pocket Park

| 11 |

ECObox

| 10 |

Prinzessinnengarten

|9|

Kilowatt 0 - Vetro

|8|

Impact Farm

|7|

FARM: shop

|6|

Brooklyn Grange

|5|

Sky Vegetables

|4|

Growing Underground

|3|

Gotham Greens

|2|

Tiger Corner Farms

|1|

Grow Box

Ampiezza degli effetti

Temporalità

Replicabilità Volumetria e Spazialità Modalità di Inserimento

Tipologia di Produzione

I. Premesse: Agricoltura Urbana 33


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Fito-Recettori Urbani

tendono ad applicare un tipo di produzione molto tradizionale di orticoltura, perchè questo tipo è più economico da un lato, mentre dall’altro è l’attività stessa che è gratificante e funge da attrattore positivo. - Gli interventi sono quasi sempre frutto di iniziative bottom up informali di gruppi di persone che ambiscono alla riappropriazione di spazi della quotidianità. Spesso gli interventi sono temporanei e reversibili, per poter essere in grado di adattarsi ai cambiamenti delle aree in cui vanno ad insediarsi.

Descrizione del fenomeno

1. Butler, L., Moronek, Urban and Agriculture Communities: Opportunities for Common Ground; Council for Agricultural Science and Technology, Los Angeles, 2002

2. Vejre H. et al. (2015), “Can agriculture be urban?”. In Lohrberg F., Licka L., Scazzosi L., Timpe A. (a cura), Urban Agriculture Europe, Jovis, Berlin, 2016

”L’agricoltura Urbana è un sistema multifunzionale che connette attività agricole tradizionali con i benefici di attività di svago, vitalità economica, salute personale, benessere della comunità e questioni di protezione del paesaggio e dell’ambiente”1. Questa potrebbe essere una prima definizione di un fenomeno che comprende al suo interno una varietà di pratiche e finalità estremamente variegata e come già evidenziato molto complesso da classificare e categorizzare, dato anche il carattere informale di moltissime iniziative intraprese. Si vuole comunque tentare di delineare le principali caratteristiche, i possibili benefici che si possono trarre da tali pratiche, intesi in termini economici, ambientali e sociali, ma anche i principali limiti alla luce delle osservazioni dirette dei casi studi e della letteratura consultata. L’agricoltura urbana ha luogo nelle aree intra-urbane e peri-urbane ed “una delle sue caratterisiche è una maggiore integrazione nel sistema urbano rispetto all’agricoltura convenzionale, non solo in termini di collocazione, ma anche in termini di partecipazione alla vita sociale e culturale, all’economia e al metabolismo della città.”2 Presupposto affinchè un’iniziativa di tale tipologia possa funzionare è la sua comprensione non solo da parte degli attori che intervengono direttamente, cioè i proprietari della superficie e gli esecutori del progetto, ma anche di tutta la comunità che non ha diretti interessi, perchè possa cogliere i benefici indiretti che arrivano di riflesso. Caratteristica comune a tutti gli interventi e strategie urbane che coinvolgono la A.U. è l’ampio spettro degli attori coinvolti in ogni aspetto, dalla promozione. al finanziamento,


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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dalla gestione, alla fruizione. Tale compartecipazione rafforza le basi su cui poggiano i progetti, ed entrano intrinsecamente a fare parte del tessuto sociale coinvolto, canalizzando interessi diversi ma comuni e non conflittuali in un’unica operazione, Spesso soggetti pubblici e privati collaborano tra loro al momento della nascita di un’idea, per apportare il proprio contributo affinchè la realizzazione sia possibile e di successo. Elemento chiave delle operazioni, oltre alla pluralità degli stakeholders interessati, è anche la multifunzionalità degli spazi ed attività previste, che mostrano la moltitudine di sfaccettature che un singolo progetto può contenere. Si dà anche così la possibilità agli utenti stessi di essere attori attivi del progetto, poichè tutti possono apportare il proprio contributo in ambiti differenti e hanno la possibilità di proporre idee e apportare cambiamenti, senza sentirsi canalizzati in un contesto rigido e preimpostato,in cui è necessario uniformarsi. Esistono 5 principali strategie su cui si basano i progetti per mostrare tale tratto comune di multidisciplinarietà: la differenziazione mira alla produzione di numerose varietà destinate al consumo locale con differenti tecniche, la diversificazione mira alla pluralizzazione dei servizi offerti; i costi contenuti sono legati alle dimensioni limitate a disposizione delle aziende mentre i benefici addizionali sono legati al posizionamento strategico di determinate imprese. La strategia dei beni comuni è legata al desiderio di partecipazione attiva alle attività urbane, mentre quella esperienziale punta sull’esigenza di collegare luogo di acquisto e cucina dei prodotti.

Aspetti Spaziali

Morfologicamente e fisicamente gli interventi possono configurarsi in modo molto eterogeneo, sia per motivi posizionali, che per obiettivi, che per budget a disposizione. Tendenzialmente, più ci si addentra nel centro di una città più i progetti diminuiscono di scala e divengono frammentari e replicabili, in modo da poter sfruttare al meglio gli interstizi liberi tra edifici o le innovative possibilità offerte dallo sfruttamento di superfici prima inutilizzabili, come i tetti degli edifici o le gallerie sotterranee. Qui la prevalenza dei progetti appartiene alla categoria


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Fito-Recettori Urbani

Pocket Parks | 12 | Prinzessinnengarten | 10 |

Proiezione verso lÕ esterno: Incentivo socialitˆ i nterna: Libertˆ di fruizione:

Impact Farm | 8 | ECObox (posizione attuale) | 11 |

Proiezione verso lÕ esterno: Incentivo socialitˆ i nterna: Libertˆ di fruizione:

ECObox (posizione iniziale) | 11 |

Proiezione verso lÕ esterno: Incentivo socialitˆ i nterna: Libertˆ di fruizione:


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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Brooklyn Grange | 6 | Sky Vegetables | 5 | Gotham Greens | 3 |

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione:

Growing Underground | 4 |

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione:

Imm 1 | Caratteristiche spaziali, bordi, distanza da terra e relazioni A seconda del tipo di interazione fisica che un intervento ha con il contesto, si generano differenti dinamiche di approccio al progetto per chi vi si avvicina dall’esterno. Anche l’ampiezza e la tipologia degli effetti prodotti è molto influenzata dalla strategia che viene utilizzata per l’inserimento urbano.


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Fito-Recettori Urbani

dell’orticoltura urbana, e agli orti comunitari, didattici e sociali promossi e realizzati in maniera più o meno informale. Più esternamente, nelle zone peri-urbane sono localizzate soprattutto le aziende di imprenditori agrari professionali che spesso si sono ritrovati ad avere un appezzamento ormai inglobato dalla città perennemente in espansione, supportati dalla pianificazione regionale di sviluppo rurale. Il carattere dell’AU dipende anche dalla permeabilità dei margini e dal tessuto edificato o aperto circostante, che influisce sulla socialità: un intervento molto confinato da barriere fisiche come muri limiterà la proiezione e attrazione dall’esterno, rafforzando però il senso di appartenenza e la condivisione interna, mentre un intervento privo di confini predeterminati favorirà l’inclusione sociale. Se si ipotizza di utilizzare l’agricoltura urbana in maniera sistematica e strutturata in una città, come sarebbe auspicabile per perseguire efficacemente i macro obiettivi di cui si è parlato in precedenza, cioè l’acquisizione di una maggiore resilienza urbana ai cambiamenti, la riappropriazione dei luoghi, un inverdimento delle aree dense e l’opposizione al senso di alienazione ed esclusione provocato dai ritmi e dalle modalità di vita contemporanee, questa dovrebbe diventare un vero e proprio sistema, come tutti quelli ormai consolidati che costellano e collegano le nostre città. Di conseguenza bisognerebbe alleggerire il carattere di singolarità degli interventi individuali, senza però istituzionalizzarlii eccessivamente, perdendo così il senso di spontaneità da cui traggono le loro radici, e renderli parte di un layer connesso e strettamente relazionato al suo interno.

Urban Farming come strumento di riqualificazione urbana

Riportare all’interno della città la produzione agricola, oltre a rispondere ad una necessità di sostentamento e resilienza, per la sua funzione e le modalità attraverso cui si interfaccia con il luogo in cui si innesta e con l’essere umano è un ottimo veicolo per dare sfogo a delle necessità di condivisione ed integrazione, oltre ad avere un ottimo potenziale estetico e funzionale. Il carattere spontaneo con cui nasce, spesso a partire da singoli visionari o da piccoli gruppi di quartiere che sentono la voglia di rafforzare il loro tessuto o di dare nuova vita ad


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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un angolo abbandonato, fa sì che la forza del fenomeno risieda proprio nella possibilità di partecipazione attiva e possibilità decisionale dei singoli cittadini comuni che possono così ritrovare un contatto con il tessuto in cui vivono, oltre a canalizzare i propri sforzi in una tipologia di attività intrinsecamente gratificante. ll fenomeno ha quindi una forte connotazione bottom up, anche se per permettere che tutti gli interventi puntuali concretizzino un risultato quantitativo incisivo è necessario che l’amministrazione rafforzi la connessione tra i singoli e che questi possano integrarsi in un sistema continuo e delineato che si sviluppa nella città. Tali interventi, per il modo in cui nascono e per l’aspetto con cui si presentano fisicamente possono quindi essere considerabili come parte di un fenomeno più ampio di riqualificazione informale della città. Nell’epoca contemporanea, le forze che governano la trasformazione urbana sono sempre più messe in discussione poichè non appaiono più come strumenti efficaci a gestire le logiche sempre più rapide ed imprevedibili di questo organismo in continuo mutamento. Gli strumenti di pianificazione sono percepiti come formali e distanti e rispondono ancora ad un paradigma funzionalista, che tende a gerarchizzare e centralizzare i processi urbani, traducendo tale tendenza in spazi rigidi e poco flessibili, che sempre più appaiono inadatti ai modi di usufruire degli spazi richiesti dalla vita quotidiana.

3. Lefebvre H., Il diritto alla città, Padova, Marsilio Editori, 1976.

La nozione di infomalità si afferma nel dibattito sulla città nei primi anni sessanta, come alternativa all’urbanistica funzionalistica. Numerose ricerche tentano così di analizzare le modalità di aggregazione e condivisione degli spazi pubblici e privati e la struttura degli spazi informali. Il concetto di informalità è legato a fenomeni di mobilitazione e a una serie di esperienze caratterizzate dall’impegno sociale nei confronti di territori e situazioni marginali; si differenzia dagli interventi istituzionali in quanto le operazioni si sviluppano a partire dal basso, in maniera spontanea e con un approccio bottom up. Secondo Lefebvre3 il movimento che si innesca e che a sua volta produce una nuova realtà sociale, non si basa nè sul


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Fito-Recettori Urbani

4. Traduzione del concetto nella definizione di «città cinetica», Mehrotra R.

formale nè sull’informale, ma sul loro rapporto dialettico nello spazio. L’informale, ponendosi in una relazione dialettica col formale, definisce un punto di incontro tra due differenti modi di strutturare la società. Non potrebbe infatti esistere alcuna “capacità creativa” da parte di una collettività se non esistesse una regola strutturale del quotidiano. Instabilità, indeterminatezza, dinamicità, mobilità, temporaneità, riciclabilità e reversibilità sono gli elementi fondamentali su cui si struttura questo concetto spaziale.4 Come idea nasce soprattutto applicata alle città in via di sviluppo, in cui è consuetudine costruire veri e propri comparti di città soprattutto residenziali in maniera spontanea e senza seguire le regole urbanistiche dettate dai piani, ed è quindi stato a lungo tempo considerato una peculiarità tipica delle situazioni socio-economici del secondo mondo, mentre appare chiaro ad oggi che questo fenomeno è trasversale in ogni tipo di società, anche se si configura diversamente a seconda dell’area geografica in cui ci si trova. Nelle ormai consolidate città Europee hanno iniziato a spuntare episodi di riappropriazione degli spazi a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, quando quasi tutte le città, con Berlino sicuramente in testa alle altre si sono trovate ad avere una grandissima quantità di spazi ormai privi di valore e significato e una popolazione spaesata alla ricerca di nuovi riferimenti ed identità, spazzata via dal trauma della guerra. L’informalità racchiude in sè uno spettro estremamente variegato di interventi, che ne rende difficile la categorizzazione, oltre al suo intrinseco sfuggire dalle logiche convenzionali. Si possono tuttavia individuare due principali filoni di approccio: informalità come produttrice di microspazialità, cioè Temporary Urbanism e Everyday Urbanism, e quello dell’informalità in senso più ampio come modo di vivere un territorio, identificabile come Informal Urbanism. Il Temporary Urbanism e l’Everyday Urbanism si basano sul coinvolgimento degli abitanti che attivamente scelgono di dedicarsi alla riappropriazione e trasformazione di spazi inutilizzati, privi di pianificazione progettuale o con


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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piani concretizzabili solo a lungo termine, e superfici abbandonate in aree di aggregazione sociale o attività per il tempo libero. Il brivido di prendere in mano autonomamente il potere decisionale su uno spazio che convenzionalmente non sentiamo come nostro, spinge a utilizzare quanto più possibile la creatività sia a livello funzionale che come disposizione formale di conformazione. La possibilità di plasmare uno spazio pubblico e gli scopi quasi filantropici di tale proposito rendono estremamente attraente ed accattivante tale attività, che comprende quindi una sfera molto ampia di possibili benefici, da quelli architettonici ed estetici a quelli sociali, ma anche economici nel caso di una riattivazione particolarmente fortunata di un comparto. Ci si concentra nel voler dare un nuovo significato ai luoghi della propria quotidianità, quel tessuto che connette le zone residenziali, con i luoghi lavorativi ed i servizi. Si può dire che tali tipologie di intervento presentino la loro debolezza nel momento in cui hanno ragione di esistere in quanto esiste la loro nemesi istituzionale e non potrebbero essere considerati una via alternativa alla pianificazione. Tuttavia sono i primi recettori di come cambia il modo di vivere la città e di come i cittadini sentano il bisogno di uscire da uno stato di alienazione passiva nei confronti del loro contesto fisico, di conseguenza sono strumenti utili nel breve termine per convogliare gli sforzi pianificatori istituzionali (che non possono in ogni caso più rispondere a delle logiche già superate) in direzioni efficaci su lungo periodo. L’informale quindi, guadagna diritto di riconoscimento e di ascolto nel momento in cui viene messo in relazione con il formale, in maniera tale che dal loro dialogo, se le logiche del primo vengono analizzate e comprese dal secondo, ne possa scaturire l’obiettivo comune di rendere un luogo quanto più possibile su misura per i propri abitanti. Il progetto architettonico se vuole cogliere gli spunti proposti dalle pratiche informali deve essere in grado di tradurre in senso spaziale dinamiche politiche, economiche e sociali. Diventa uno strumento di conoscenza dello spazio e di conseguenza propulsore del cambiamento, contaminando la sfera formale con le realtà percepite attraverso l’informalità.


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Fito-Recettori Urbani

Benefici Economici, Sociali e Ambientali

Gli effetti di un paesaggio urbano costellato di verde produttivo sono numerosi e riconducibili a differenti ambiti. Da un punto di vista economico, le attività agricole urbane utilizzano strategie di efficientamento e specializzazione delle produzioni, che generano un alto valore economico. Come risultato migliora il livello di occupazione ed è potenziata l’attrattività verso microimprese indirettamente legate al ciclo del cibo. Il miglioramento delle condizioni economiche generali produce un aumento dei consumi.. Infine, migliorano i valori di mercato delle proprietà situate nei quartieri rinnovati e da interventi di AU. Esistono esempi di progetti andati a buon fine che sono risultati dei validi modelli di business, rivelando il potenziale economico di tale settore; tuttavia, limitare i benefici ottenuti alla pura redditività è estremamente riduttivo, oltre che attaccabile. E’ vero che la sostenibilità economica di qualsiasi iniziativa è necessaria e rende sensato un investimento finanziario e umano, tuttavia, nelle operazioni di Agricoltura Urbana, il core dell’attività può non essere quello di produrre un reddito e farne un’attività economica. In molti casi si persegue la stabilità finanziaria necessaria per la sopravvivenza e si valorizzano altri aspetti che tale attività si propone: coesione sociale, benessere degli individui, educazione e sensibilizzazione, miglioramento della qualità ambientale e riqualificazione urbana. A livello ambientale i maggiori effetti prodotti possono essere sintetizzati in una riduzione delle emissioni di CO2 e risparmio energetico dovuti alla diminuzione della logistica dovuta alla produzione in loco. L’impatto sociale che il fenomeno può avere è molto forte: le prime a giovarne sono le famiglie a basso reddito che possono avere accesso a cibo fresco, viene favorita l’integrazione tra persone di differenti estrazioni sociali e il senso di appartenenza alla comunità andando a ricreare reti e opportunità che contribuiscono al benesser generale. Il contributo potenziale allo sviluppo che può apportare l’Agricoltura Urbana è molto ampio, perchè per sua natura è in grado di perseguire differenti obiettivi contemporaneamente, tutti espressioni del concetto di sostenibilità in senso lato.


I. Premesse: Agricoltura Urbana

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Prodotti locali s uto

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Imm 2 | Agricoltura Urbana: obiettivi

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Economia locale

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Agricoltura Urbana

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Fito-Recettori Urbani

Innovazione: produzione fuori suolo Inquadramento dell’argomento

Lo scenario agricolo globale è stato caratterizzato, dalla prima metà del ‘900, dallo sviluppo di metodi di produzione intensiva grazie all’impiego di prodotti chimici e nuove tecnologie. Tuttavia, contemporanemente, hanno inziato ad essere sperimentati anche metodi agricoltura alternativi a quello convenzionale. L’integrazione dell’agricoltura in ambito urbano, in spazi dunque non nati per ospitare tale attività e la volontà di ridurre il livello di energia ausiliaria introdotta nell’agroecosistema, ha contribuito all’affermarsi del metodo innovativo delle colture fuori suolo. L’idroponica, con il supporto dei sistemi di automazione e computerizzazione per il controllo del clima e della traspirazione colturale nella serra, è o può essere uno degli strumenti che meglio si adattano al raggiungimento di questi obiettivi. Le nuove tecniche di coltivazione permettono di superare le difficoltà legate all’eccessiva intensificazione colturale e alla “stanchezza” dei terreni; di ampliare i calendari di raccolta con una continuità dell’offerta e prospettive commerciali più consone alle attuali esigenze di mercato; di raggiungere rese produttive e qualitative superiori. Tutto questo in un contesto urbano sempre più denso e con un impatto ambientale decisamente ridotto. La scarsa diffusione dei sistemi idroponici e le inusuali tecniche di coltura dei prodotti orticoli suscitano ancora oggi una diffidenza da parte dei consumatori, i quali non sono stati ancora pienamente introdotti ed educati alle nuove tecniche e ai vantaggi che queste hanno in rapporto alle modalità tradizionali di coltura.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Tradizione e innovazione agricola

L’agricoltura urbana genera molti criteri e sistemi di crescita adattando le condizioni locali e sfruttando le risorse della città. Possono essere distinti diversi sistemi e tipologie di coltura, principalmente a seconda del loro mezzo di coltivazione e del loro approccio alla gestione dei nutrienti, del loro grado di integrazione nella costruzione e dal loro livello di controllo ambientale. Criteri aggiuntivi includono competenza, manodopera, capitale, energia, risorse e illuminazione supplementare necessaria per costruire e far funzionare il sistema in crescita, nonché risultati, rese e benefici ambientali raggiungibili. I sistemi di coltivazione rientrano in due categorie principali: sistemi basati sul suolo, che coltivano piante in terreno naturale, o in mezzo ad esso paragonabile, e sistemi innovativi fuori suolo, che forniscono alle piante sostanze nutritive sotto forma di una soluzione nutritiva. La gamma di metodi di coltivazione genera un gradiente che oscilla tra ecosistemi produttivi e sistemi costruiti ad alta tecnologia. Il grado di integrazione nell’edilizia spazia dai terreni costruiti che forniscono terreno in luoghi sterili all’agricoltura ad ambiente controllato, che ingegnerizza condizioni di coltivazione indoor ottimali. I sistemi di coltivazione tradizionale, come i metodi di permacultura e agricoltura biologica, sono perpetui in natura. Nel tempo costruiscono attivamente un suolo ricco di sostanze nutritive e promuovono la diversità biologica e il mantenimento delle risorse in loco. Questi metodi danno la priorità ai raccolti sostenuti rispetto ai rendimenti immediati e di breve durata e sottolineano il ruolo dell’agricoltore come amministratore. I siti potenziali per questo tipo di sistema devono offrire una qualità del suolo accettabile ed incontaminata. Il più importante fattore umano di questa tipologia è la competenza su come stabilire un “agroecosistema”, mirando a ripristinare le qualità ambientali perse con lo sviluppo dell’agricoltura industriale. I sistemi tradizionali su suolo sono una prima soluzione per coltivare in città: container “giardini”, letti rialzati e tetti verdi produttivi portano il suolo in siti urbani sottoutilizzati,

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Fito-Recettori Urbani

apportando una varietà di benefici ambientali a siti precedentemente sterili. Questo approccio utilizza una combinazione di semplice costruzione e sistemi naturali che possono assumere forme diverse su qualsiasi scala. Negli ultimi anni, lo sviluppo scientifico e tecnologico nel settore dell’orticoltura protetta si è orientato verso lo sviluppo di tecniche più sostenibili fuori suolo. La mancanza di terreno coltivabile in contesto urbano, la contaminazione dei pochi lotti disponibili e il tentativo di rendere la città più resiliente sono fattori che indicano come sistema agro-produttivo più adeguato ad un ambiente urbano quello fuori suolo. Le colture senza suolo consistono nel coltivare le piante non nel terreno ma attraverso un mezzo artificiale. La tecnica colturale è semplice ma comporta alcune difficoltà sia economiche che tecniche poiché richiede una maggiore competenza dell’agricoltore. Rispetto all’agricoltura convenzionale, sono metodi più intensivi, integrati e che utilizzano più efficacemente lo spazio per ottenere rese più elevate per impronta di area.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Tecniche innovative a confronto: idroponico, aeroponico e acquaponico

Per “colture senza suolo” si intendono tutte quelle tecniche di coltivazione attuate in assenza del comune terreno e nelle quali il rifornimento alle piante di acqua e di elementi nutritivi avviene attraverso la somministrazione di una soluzione nutritiva completa di macro- e micro-nutrienti. In alcuni casi la fertilizzazione è basata su una sorta di concimazione di fondo realizzata attraverso l’aggiunta al substrato di concimi a lenta cessione o impiegando delle resine a scambio ionico, come nel caso dell’idrocoltura in vaso.

Coltivazione Idroponica

Le piante vengono coltivate in assenza di terra e con l’impiego di acqua, arricchita di sostanze nutritive. In un primo periodo, le piante vengono avviate all’interno di substrati inerti, come fibra di cocco, perlite, argilla espansa, o altri materiali util, per poi passare all’interno di sistemi idroponici, che prevedono – oltre all’erogazione di acqua – anche eventualmente una corretta illuminazione fornite da apposite lampade, temperatura e umidità controllate e la giusta ventilazione dell’ambiente.

Coltivazione Aeroponica

Le piante vivono e crescono in salute grazie alla nebulizzazione di una soluzione nutritivax a base di acqua e sostanze utili alla crescita, che vengono erogate alle radici con un apposito spruzzino. Una volta allestito il sistema aeroponico, le piante vengono sospese con le radici all’aria all’interno di una grow room (o camera di coltivazione) dove resteranno fino al momento della raccolta. Alla base della crescita e della salute delle piante c’è sicuramente il controllo costante della temperatura, umidità e dell’illuminazione.

Coltivazione Acquaponica

Sistema derivato dal sistema idroponico. Per acquaponica si intende una tipologia di agricoltura mista ad allevamento sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, al fine di ottenere un ambiente simbiotico. In un sistema acquaponico l’acqua delle vasche per acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo tale che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo diverse sostanze di scarto dei pesci, traendone contemporaneamente nutrimento. L’acqua così filtrata potrà quindi essere reimmessa nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo.

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Fito-Recettori Urbani

Idroponico

Aeroponico

Diffusione del sistema Manutenzione Efficienza Grado di pulizia dell’impianto Controllo dei nutrienti Controllo dell’impianto Resa e qualità Consumi idrici Riuso Sprechi Costo di investimento Costo di gestione Rischio

Tab 1 | Confronto tra tipologie di sistemi innovativi fuori suolo

Acquaponico


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Sistemi di produzione idroponica 1. William F. Gericke, Fondatore dell’idroponica moderna

Cenni Storici

“L’idroponica è un metodo di coltivazione artificiale ma non innaturale, basato sugli stessi principi che la natura ha stabilito per la vita.”1 Con il termine “idroponica”, la cui etimologia deriva dal greco “idros” = “acqua” e da “ponos” = “lavoro” si indica una tecnica agronomica che esclude il contatto delle radici con il terreno. 600 a.C.: I famosi giardini pensili di Babilonia sono citati come primo uso dell’idroponica nella storia, sebbene questa antica e leggendaria vegetazione non si basava esattamente sulla coltivazione così come oggi è definita: le radici erano irrorate da un flusso d’acqua continuo, ma le piante crescevano dentro canalette riempite di terra. 1100 : Le tribù indigene dell’America del Sud e del Messico, tra i quali gli Aztechi, ampliavano le aree coltivabili costruendo sull’acqua del lago delle specie di zattere chiamate “chinampas”, fatte di canne e giunchi intrecciati. Le strutture erano ricoperte di fango e venivano usate a scopo agricolo e produttivo: le piante erano nutrite dal fango e dal lago sottostante, che accoglieva le radici in un’acqua ricca di sali minerali, fresca e bene ossigenata. 1699: Il naturalista inglese John Woodward dimostrò per la prima volta che le piante traggono nutrimento dal suolo per mezzo dell’acqua. Con quello che divenne il primo esperimento di coltivazione idroponica, venne appurato che le piante crescevano meglio se immerse nell’acqua del fiume invece che in acqua distillata, essendo la prima estremamente più nutriente. Nel 1779 Ian Ingenhousz scoprì che la luce era fondamentale per lo svolgimento della fotosintesi. Dopo questi anni, le conoscenze nel campo della fisiologia vegetale aumentarono rapidamente: vengono comprese le dinamiche primarie della vita e dello sviluppo delle piante, e il ruolo ricoperto dall’interazione di elementi esterni quali luce, calore, umidità. 1860: Lo scienziato tedesco Julius Von Sachs pubblicò la formula di una soluzione nutritiva che poteva essere

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Fito-Recettori Urbani

disciolta in acqua e usata per coltivare le piante. Si gettarono così le basi della coltivazione in acqua. 1920-1930: Il dr. William F. Gericke viene considerato il fondatore dell’idroponica moderna: con lui viene introdotto il termine “idroponica” e con lui la coltivazione in acqua cessò di essere solo un esperimento da laboratorio e divenne per la prima volta un’operazione commerciale, aspirando con essa alla produzione in larga scala. La sua attività ebbe grande risonanza in una società che,grazie all’intenso progresso scientifico, era in rapida evoluzione. Alcuni autori arrivarono al punto di dichiarare che quello delle terre coltivabili era ormai un problema del passato; tuttavia l’impianto era tuttavia ancora troppo complesso per un impiego effettivo dei coltivatori e negli anni successivi fu rielaborato e rivisto, migliorando il sistema di ossigenazione e alleggerendo la struttura generale. 1940-1944: Prima applicazione dell’idroponica su larga scala, purtroppo durante una guerra. Sulle isole del Pacifico l’esercito statunitense si trovò alle prese con il grave problema dell’alimentazione dei soldati, poiché i cibi freschi non potevano essere spediti e non era facile coltivare un terreno così roccioso e salino, dove non c’erano neanche riserve d’acqua sufficienti. La tecnica fu portata avanti anche dopo la guerra e negli anni ‘50 si utilizzòun sistema idroponico con substrato di ghiaia, elaborato da Robert e Alice Withrow della Purdue University, chiamato “Nutriculture System”: era un grande sistema di vasi riempiti di ghiaia che, a cicli ripetuti più volte al giorno, venivano inondati con la soluzione nutritiva e poi sottoposti a un lento drenaggio. Per un po’ non ci furono grossi sviluppi, un po’ perché intraprendere una nuova operazione era costoso e un po’ perché la tecnologia andava ancora perfezionata. 1960-1970: Alcuni progressi tecnologici contribuirono in questi anni alla rinascita dell’idroponica. (uso della lana di roccia, miglior resa dei micronutrienti in soluzione, nuovi prodotti plastici per l’agricoltura in serra) 1970: Il dr. Allen Cooper introdusse un sistema noto come


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

NFT o “Nutrient Film Technique”, tecnica del film nutritivo. L’NFT fu adottato presto in varie parti del mondo per colture a ciclo breve destinate alla distribuzione commerciale, come per esempio le verdure da insalata. 1970-1990: In questo periodo furono adottate in varie parti del mondo diverse forme di tecnologia idroponica: sebbene le colture di questo tipo andassero aumentando, ciò non garantiva sempre un risultato positivo. Contemporaneamente prendeva piede il fenomeno delle coltivazioni in ambiente domestico. La tecnologia idroponica veniva messa a disposizione dei piccoli coltivatori urbani. All’inizio il mercato stentò a svilupparsi ma poi esplose all’improvviso, intorno alla metà degli anni ‘80, quando in molti cominciarono a dedicarsi alle coltivazioni domestiche. Nel 1986 il dr. Hillel Soffer dell’Università della California di Davis mise a punto il “Vortex”, che ancora oggi rimane il più efficiente sistema idroponico presente sul mercato. La ricerca da lui condotta evidenziò una correlazione tra la crescita della pianta e il livello di ossigeno disciolto nella soluzione nutritiva: regolando il livello di ossigeno riuscì a modificare la velocità di crescita del Ficus benjamina. L’operato di Soffer gettò le basi dell’aero-idroponica, un ramo importante dell’idroponica moderna. A partire dalla metà degli anni ‘80 l’idroponica si è divisa in due rami ben distinti: il ramo commerciale delle coltivazioni su larga scala e quello dei piccoli coltivatori domestici. Nel frattempo, in Europa, l’unico paese in cui si facevano passi avanti era l’Olanda, dove si praticava un tipo speciale di coltivazione indoor che riguardava soprattutto fiori coltivati in serre molto estese. 1995-oggi: Per quanto riguarda il ramo commerciale, l’industria idroponica è in rapido sviluppo e sta cambiando per adattarsi ai nuovi tempi. Alcuni sistemi più sofisticati ed ecologici si sono rivelati particolarmente convenienti per le colture a ciclo breve, come lattuga ed erbe aromatiche. La tecnologia idroponica ha gradualmente preso piede e nuovi grow shop sono stati aperti in tutti i paesi. I primi

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ad adottare l’idroponica indoor sono stati i paesi del Nord Europa, seguiti da Francia, Spagna, Italia e Portogallo, tutti spinti dalla gratificazione e dal compiacimento che procura consumare ciò che si è prodotto da soli. L’introduzione dell’idroponica a fini non commerciali ha permesso l’ampia diffusione di questa tecnica per usi domestici, dalle colture fai-da-te di erbe, sia aromatiche che medicinali, alle colture floreali. Attualmente questa tipologia di orticoltura si ampiamente diffusa in tutto il mondo poichè si propone come valido sostituto ai metodi agricoli convenzionali, in particolar modo in relazione alla compatibilità e sostenibilità ambientale. Questi sistemi trovano infatti luogo nello spazio urbano creando nel contesto globale una nuova concezione di orticoltura, e sono oggi utilizzate per sperimentazioni in contesti particolari, quali aree aride inquinate o radioattive, o nelle missioni aerospaziali. Caratteristiche

Per coltivazione idroponica fuori suolo, o senza suolo (soilless culture), si intendono tutti quei sistemi di coltivazione che prescindono dal terreno agricolo e nei quali l’alimentazione della pianta avviene mediante una soluzione nutritiva completa e bilanciata di macro e micro elementi, (per lo più inorganici), necessari ad apportare tutti gli elementi indispensabili alla normale nutrizione minerale. Sulla base del tipo di supporto fornito alla pianta, si possono distinguere i sistemi di coltivazione in mezzo liquido (water colture) e quelli su substrato (substrate colture), suddivisi questi in coltivazione su substrato inorganico o inerte e su substrato organico. L’ossigenazione è la fase più importante di tutto il procedimento: affinché il sistema idroponico funzioni, l’acqua deve mantenersi costantemente satura di ossigeno. Una seconda classificazione dei sistemi idroponici è la distinzione tra sistemi a ciclo aperto e a ciclo chiuso.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Ciclo Aperto Sistemi senza recupero della soluzione nutritiva apportata in eccesso rispetto ai fabbisogni della coltura. La maggior parte degli impianti commerciali si basa su semplici sistemi a ciclo aperto, in cui le piante crescono su lastre di substrato (lana di roccia, argilla espansa,..) e vengono irrorate con una soluzione nutritiva messa in circolo più volte al giorno (la frequenza delle erogazioni dipenderà dalla temperatura dell’ambiente).

Ciclo chiuso Sistemi con raccolta della soluzione drenata e ricircolo della stessa dopo un opportuno reintegro di essa nei serbatoi. Poiché l’acqua in circolo viene interamente assorbita ed emessa per traspirazione dalla pianta, il consumo d’acqua è più efficiente; inoltre con il ricircolo si evita il rischio di inquinamento del suolo e delle falde acquifere per colpa dei nutrienti che, diversamente, verrebbero liberati negli scarichi. In questo caso, il substrato, se presente, deve essere inerte e fungere solo da supporto fisico. Può essere eventualmente dotato di capacità di scambio cationico (come nel caso della fibra di cocco) ma non deve mai essere fonte di nutrimento per la pianta.

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Vantaggi e limiti del metodo

Perché scegliere l’idroponica: • Controllo sulla nutrizione Il primo e importantissimo vantaggio è il totale controllo sulla nutrizione della pianta. Alle radici arriveranno solo gli elementi nutritivi immersi nell’acqua, nelle quantità precedentemente stabilite. • Risparmio di acqua Sarà solo la traspirazione della pianta a consumare acqua. In assenza di sprechi dovuti alla dispersione nel terreno e all’evaporazione, il risparmio rispetto alla coltivazione in suolo è notevole. Risparmio del 70-90% di acqua rispetto alle tecniche tradizionali in suolo. • Risparmio di concime Allo stesso modo, la pianta assorbe per intero i nutrienti somministrati. Non essendoci alcuna dispersione nel suolo, si scongiura il rischio di contaminazione delle falde acquifere e di alterazione della vita microbica. La crescita più sana e più veloce riduce il bisogno di pesticidi • La crescita di una pianta coltivata in idroponica è̀ rapida e sana, e permettè alla pianta di svilupparsi libera da organismi infestanti, o almeno di essere abbastanza forte da resistere al loro attacco Significativo accorciamento del tempo di crescita per molte piante • Non c’è bisogno di diserbanti: totale assenza di erbicidi • Elevata qualità e quantità del raccolto Dal punto di vista nutrizionale, le analisi dimostrano che i prodotti idroponici sono più ricchi di vitamine e sali minerali. • Le radici sono accessibili Nelle colture idroponiche le radici non affondano nel terreno, quindi è molto più semplice verificarne regolarmente lo stato. I controlli frequenti consentono di individuare precocemente gli agenti patogeni e di intervenire tempestivamente con maggiore efficacia. • Produzione anche in condizioni estreme In zone remote, inospitali o compromesse del mondo si fa uso dell’idroponica per integrare l’alimentazione. • Ottimizzazione dello spazio L’estensione dell’apparato radicale è inferiore rispetto alla coltivazione in suolo. Poiché le piante non devono


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

competere per le risorse e ricevono tutto il nutrimento di cui hanno bisogno in uno spazio ridotto, possono essere coltivate a poca distanza l’una dall’altra. Ottimo utilizzo del potenziale genetico delle piante. L’idroponica permette di eliminare quasi tutti gli anelli deboli della catena, soprattutto quelli legati a problemi del suolo di varia natura, garantendo così alla pianta le condizioni ottimali per la piena espressione del proprio potenziale genetico.

Limiti dell’idroponica Il più grande svantaggio dell’idroponica è che le piante sono meno salvaguardate dall’errore umano. Il suolo esercita un effetto tampone e dà stabilità all’area che circonda l’apparato radicale: quando il suolo è in condizioni ottimali, i parametri fisici e biologici sono in equilibrio; quando alle piante si somministra troppo concime, una miscela sbagliata o qualcosa che ha un pH inadeguato, i microrganismi presenti negli strati più superficiali del suolo intervengono e, insieme alle proprietà chimiche da esso possedute, contribuiscono a ristabilire l’equilibrio della pianta. Questo accade anche nei sistemi idroponici ma in misura minore. La soluzione nutritiva ha un effetto tampone che riguarda soprattutto il pH ma che certo non è paragonabile a quella del suolo; un banale errore di regolazione del pH può avere conseguenze disastrose, arrivando a distruggere l’intera coltura in un solo giorno. La coltivazione idroponica non può essere definita biologica (Regolamento CE 889/2008) perché le piante non crescono nel terreno e questa mancanza vieta la definizione appunto di “coltura biologica”. Conseguentemente a ciò, non esiste un fertilizzante completamente organico per tali coltivazioni, sebbene esistano concimi non tossici studiati ad hoc. L’elevato tasso di umidità che caratterizza il sistema idroponico favorisce l’insorgenza di malattie fungine come ad esempio la verticillosi.

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• Uso di pesticidi e diserbanti

50 % Raccolto / Produzione

80 % • Uso della terra arabile disponibile

70 % • Uso di acqua dolce disponibile

• Produzione stagionale

• Cicli delle colture

imposti dalla tipologia di ortaggio

• “ Food Miles ”

a Sistema tr dizionale

• Rapporto


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

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Siste

90 %

ativo fuori s ma Innov u ol o

• Rapporto Raccolto / Produzione

0% • Uso di terra

70-90 % • risparmio di acqua rispetto le tecniche tradizionali

• Produzione continua

• Cicli delle colture ridotti

• Produzione locale Imm 1 | Confronto tra tecniche tradizionali e tecniche innovative


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Tipologie di Sistema

Le varie tecniche adottate nelle colture fuori suolo si differenziano innanzitutto per il carattere attivo o passivo del sistema e in seguito in base a diversi fattori come la presenza o meno di substrato oppure l’adozione di un sistema a ricircolo o a dispersione. La struttura di base è molto simile ed è basata sulla presenza di due contenitori, entrambi impermeabili alla luce per evitare la creazione di alghe: un serbatoio utilizzato per lo stoccaggio della soluzione nutritiva e un contenitore di coltura tale da sostenere la pianta a livello del colletto e permettere un’ottimale crescita delle radici.

Wick System l sistema Wick è di gran lunga il tipo più semplice di sistema idroponico prevedendo la totale assenza di componenti. L’intero concetto di sistema a stoppino si basa sull’azione capillare: un processo in cui i liquidi viaggiano contro la gravità attraverso un pezzo di stoffa o una corda. La pianta estrarrà solo il liquido di cui ha bisogno. Lo stoppino deve essere abbastanza lungo da essere immerso nella soluzione liquida, ma anche in modo che l’altra estremità entri in contatto con il sistema radicale della pianta

Ebb and Flow Il sistema funziona inondando temporaneamente la vaschetta di coltivazione con una soluzione nutritiva e quindi drenando la soluzione nel serbatoio. Questa azione viene normalmente eseguita con una pompa sommersa collegata a un timer. Il timer è impostato per accendersi più volte al giorno, a seconda delle dimensioni e del tipo di piante, della temperatura, dell’umidità e del tipo di terreno di coltura utilizzato.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

DWC - Deep Water Culture L’apparato radicale delle piante è direttamente e costantemente immerso nella soluzione nutritiva. Una pompa d’aria fornisce aria alla pietra porosa che smuove la soluzione nutritiva e fornisce ossigeno alle radici.

NFT - Nutrient Film Technique Il sistema NFT ha un flusso costante di soluzione nutritiva in ricircolo, che passa nei canali di coltivazione sotto forma di “film” d’acqua dello spessore di pochi millimetri. La pompa d’acqua a immersione garantisce il costante funzionamento del sistema e la pompa ad aria, connessa alla pietra porosa, ne assicura l’ossigenazione. Si tratta di un sistema chiuso nel quale la soluzione contentuta nel serbatoio di stoccaggio viene sostituita solo ogni 3/4 settimane.

Drip Method - Goccia a goccia I sistemi a goccia sono probabilmente il tipo di sistema idroponico più utilizzato al mondo. Un timer controlla una pompa sommersa. Il timer accende la pompa e la soluzione nutritiva viene gocciolata sulla base di ogni pianta da una piccola linea di gocciolamento.

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Sistema NFT

La tecnica, messa a punto da Cooper nel 1972 a Littlehampton in Inghilterra, prevede la coltivazione delle piante in canalette in leggera pendenza (1.5- 2.5%) entro le quali scorre (con un flusso di 1-3 L/min) un sottile film di soluzione nutritiva fino a giungere al serbatoio di deposito, posizionato al di sotto del piano di coltivazione, in cui sono inseriti i sensori per il controllo della soluzione. Si tratta di un sistema a ciclo chiuso attivo, essendo provvisto questo di pompe ad immersione che permettono il ricircolo costante della soluzione. L’ossigenazione della soluzione è garantita da una pompa ad aria e dalla pietra porosa ad essa connessa. Vengono così incrementati i processi di crescita, l’assorbimento dei nutrienti e viene accelerato il metabolismo della pianta: le bolle d’aria generate , risalendo verso la superficie muovono la soluzione e favoriscono lo scambio gassoso tra aria e l’acqua, caricandola di ossigeno. Non è prevista la presenza del substrato, utilizzato in piccola quantità solo per la preparazione delle piantine in semenzaio. La soluzione nutritiva è reintegrata ogni 3-7 giorni ed, eventualmente, rinnovata ogni 2-3-4 settimane in funzione dello stato fenologico di sviluppo e della specie coltivata. Con questa tecnica sono coltivate specie orticole il cui ciclo non supera 4-5 mesi oppure specie da foglia, come la lattuga, coltivate ad alta densità. Il sistema NFT presenta non pochi inconvenienti che, di fatto, ne hanno limitato la diffusione su scala commerciale. Il più importante è legato alla formazione, almeno in alcune specie, di un abbondante (eccessivo) apparato radicale che in colture a ciclo lungo aumenta i rischi di ipossia radicale, di inquinamento organico della soluzione nutritiva e di proliferazione di organismi patogeni. Il sistema NFT, infine, ha una scarsa inerzia termica; conseguentemente, le piante sono soggette a grandi escursioni termiche a livello radicale sia durante il periodo invernale sia in quello estivo, soprattutto se le canalette non sono costruite con materiali isolanti.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

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C

D E

220 V

A B

Flusso d’acqua

Pompa ad aria 220 V

A

Serbatoio di riserva e raccolta della soluzione nutritiva

B

Pompa d’acqua ad immersione e ricircolo della soluzione tramite essa

C

Flusso dei nutrienti nel canale di coltivazione

D

Assorbimento dei nutrienti per mezzo delle radici

E

Rientro della soluzione nutritiva in eccesso nel serbatoio

Imm 2 | Sistema NFT


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Fito-Recettori Urbani

Per quanto riguarda i tubi di coltivazione, è consigliabile scegliere un tubo con il diametro ottimale per i diversi tipi di piante coltivate. I tubi con una sezione quadrata sono i migliori; quella standard in commercio è di 100x50 mm sp 2mm, con un diametro di foro di 50mm. La distanza interasse tra i fori è tra i 150 e i 200 mm. La lunghezza del tubo di coltivazione può essere compresa tra 1 e 14 m: in tubi di lunghezza superiore a 14 metri, possono verificarsi carenze nutrizionali verso l’estremità dei tubi perché le prime piante hanno già assorbito le sostanze nutritive. Una pendenza di circa 1 cm per ogni metro di lunghezza del tubo è necessaria per essere sicuri che l’acqua scorra attraverso il tubo con facilità. Sono consigliati tubi in PVC perché di solito sono quelli più comunemente disponibili e sono economici. Devono essere utilizzati tubi bianchi perché il colore riflette i raggi del sole,mantenendo così la temperatura dell’acqua all’interno più fresca. Ogni piantina viene inserita in una tazza di rete di plastica, che poi a sua volta è inseritaall’interno del tubo di coltivazione. Ciò fornisce supporto fisico per la pianta. Le tazze di rete sono riempite generalmente con ghiaia vulcanica, posta tutto intorno alla piantina


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Sistema DWC

Sinonimo “Floating Raft”: tipo di coltura in acqua profonda La Deep Water Colture, ideata da Gericke (1929), è stata la prima tecnica fuori suolo a diffusione commerciale: il sistema era costituito da vasche contenenti la soluzione nutritiva, sulle quali era appoggiata della rete a maglia fine ricoperta con tela che serviva a ricoprire un sottile stato di sabbia (circa 1 cm) dove erano trapiantate le giovani piantine. Il principale difetto di questo sistema era la facilità con cui si verificavano fenomeni di ipossia radicale a causa della limitata superficie di scambio aria-acqua rispetto al volume della soluzione e al basso coefficiente di diffusione dell’ossigeno nell’acqua. Il problema dell’ipossia radicale, tipico di questa tecnica, è stato risolto attraverso l’introduzione di un’aerazione forzata. Rispetto agli altri metodi di coltivazione idroponica, che usano un substrato inerte come argilla espansa, lana di roccia, perlite etc. per la propagazione radicale, in DWC le radici sono completamente (o quasi) immerse all’interno della soluzione che farà sia da substrato che da vettore per i nutrienti. E’ possibile quindi coltivare grosse piante con un impiego minimo di substrato, come una manciata di argilla espansa in cui fare attecchire la piante giovani e sostenerle fin quando le radici fuoriuscendo dal vaso saranno in grado di svilupparsi nella soluzione. Sono oggi in commercio nuove alternative ai substrati tradizionali, per esempio dei cubi composti di materiale organico e biodegradabile: la loro struttura molto spugnosa mantiene il perfetto rapporto tra aria e soluzione nutritiva per una rapida crescita delle radici. Si tratta di un sistema a ciclo passivo, essendo questo sprovvisto di pompe ad immersione che rimettono in circolo la soluzione. L’ossigenazione della soluzione è garantita da una pompa ad aria e dalla pietra porosa ad essa connessa. Vengono così incrementati i processi di crescita, l’assorbimento dei nutrienti e viene accelerato il metabolismo della pianta: le bolle d’aria generate, risalendo verso la superficie muovono la soluzione e favoricono lo scambio gassoso tra aria e l’acqua, caricandola di ossigeno (O2) Il concetto di base che sta dietro ad un sistema DWC è abbastanza semplice. Si tratta di un contenitore, solitamente di colore nero per evitare le infiltrazioni luminose e la conseguente formazione di alghe, dotato di un coperchio

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nel quale alloggia un vaso a rete che sostiene la pianta. Il contenitore viene riempito con la soluzione nutritiva, sul fondo del vaso una pietra porosa collegata ad un aeratore la manterrà ossigenata permettendo così alla pianta di svilupparsi con le radici immerse al suo interno. Nel caso si vogliano coltivare diverse piante, più vasi DWC comunicanti tra loro sono collegati ad un vaso di controllo. Per il principio dei vasi comunicanti, la soluzione si distribuirà nel sistema uniformemente. La continua miscelazione dei fertilizzanti è garantita dalla pompa ad aria e dalle pietre porose ad essa connesse, che garantiscono inoltre l’ossigenazione della soluzione, evitando la proliferazione di alghe indesiderate. Attraverso il vaso di controllo si potranno comodamente effettuare tutte le operazioni di gestione della soluzione nutritiva, dalla misurazione alla regolazione di Ec e pH. Tutto cio che verrà aggiunto al vaso di controllo verrà automaticamente messo in circolo attraverso il sistema.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

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A

a

b

A

Pompa ad aria 220 V

Serbatoio di riserva e raccolta della soluzione nutritiva

a | Coltura in vasi autonomi o facenti parti di un sistema connesso a un vaso di controllo

b | Coltura in ampie vasche - sistema ipiegato per uso commerciale.

Imm 3 | Sistema DWC


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Perchè il sistema NFT Il mancato ricorso a substrati, il cui smaltimento comporta problematiche più o meno gravi, e il recupero della soluzione nutritiva rendono l’NFT il sistema di coltivazione fuori suolo in grado di contribuire in più elevata misura al contenimento dell’impatto ambientale addebitato all’orticoltura protetta. L’uso del sistema NFT, grazie alle piccole dimensioni dei contenitori, è indicato per le applicazioni urbane, soprattutto quando si utilizza lo spazio in altezza o vi sono delle limitazioni di peso degli impianti. Perchè il sistema DWC Un grande vantaggio del sistema DWC è la scarsa necessità di manutenzione : non ci sono gocciolatori che potrebbero intasarsi o pompe ad acqua che nell’eventualità di un malfunzionamento bloccherebbero l’irrigazione delle piante. Possibilità di ampliamento o riduzione dei vasi del sistema, basso costo e facilità di montaggio e controllo. La scelta di adottare due sistemi diversi è collegata alle diverse tipologie orticole che ciascuno di essi permette di coltivare. Il sistema NFT è più adatto per coltivare piante leggere e in rapida crescita che possono essere raccolte rapidamente, come i diversi tipi di lattuga e ortaggi a foglia. Il sistema DWC permette di coltivare frutti pesanti come pomodori e zucchine: i vasi più ampi e di peso maggiore andranno a sostenere il maggiore peso della pianta e un sistema di traliccio superiore permetterà il sostegno in verticale di queste. Smaltimento della soluzione Oggi, la maggior parte delle strutture di coltura idroponica ha difficoltà a controllare l’inquinamento delle sorgenti puntiformi dalle serre e di inquinamento delle acque reflue. La soluzione che alimenta le piante deve essere sostituita periodicamente, generando acque reflue idroponiche particolarmente ricche di azoto e fosforo; quando questi nutrienti vengono scaricati direttamente nell’ambiente, possono causare contaminazione, fioriture algali, che riducono l’ossigeno nell’acqua e possono anche rilasciare tossine che possono colpire animali o esseri umani.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

Di conseguenza, sono necessari approcci innovativi per affrontare soluzioni socio-economicamente accettabili in grado di superare l’inquinamento da fonti puntuali. Una possibile via è il riutilizzo della soluzione nutritiva scaricata dal sistema idroponico per l’irrigazione di orti adiacenti.

Controllo del sistema e opinione pubblica

Il consumatore di oggi si è abituato a comprare qualsiasi cibo in qualsiasi periodo, senza controllo sulla stagionalità, e a qualsiasi prezzo. La distanza, anche geografica, tra consumatore e produttore rende il consumatore non consapevole degli “abusi” sull’ambiente. Si dà ormai pochissimo valore al cibo: comprare e consumare cibo sono diventati ormai gesti di routine. I progressi dell’agricoltura, dell’industria alimentare e della grande distribuzione hanno dato una vasta possibilità di scelta, liberando dal bisogno di consumo vero e proprio e togliendo il controllo. I sistemi idroponici di oggi consentono, grazie al pieno controllo delle condizioni climatiche e nutritive, di mantenere in piena attività vegetativa le colture e superare il problema della stagionalità. Il totale controllo della tecnologia, secondo parametri quali temperatura umidità e illuminazione, permette di applicare una minima/parziale/totale forzatura della coltura. Tuttavia la scelta di coltivare le piante secondo stagionalità permette di ottimizzare le risorse, prevedendo un ciclo di produzione estiva ed uno invernale, in ciascuno dei quali specie orticole dalle simili caratteristiche di crescita si alternano, riducendo al minimo la necessità di climatizzazione invernale o il raffrescamento estivo. Per quanto riguarda le tipologie di coltivazione, se l’estensiva produzione agricola rurale tende alla mono-produzione, a scala urbana si privilegia invece la diversità e la località, dagli ortaggi alle erbe officinali. La scelta delle specie da coltivare dipende certamente dagli aspetti climatici e ambientali e dalle caratteristiche del sito, ma anche dalla propensione alla salvaguardia di diversità locali e prodotti tipici. La coltivazione di diverse specie orticole all’interno di uno stesso nucleo agro-produttivo permette la rotazione di queste e una variegata produzione annuale. L’offerta

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diversificata di prodotti orticoli, destinati al consumo in loco o alla vendita, garantisce in ogni momento dell’anno un ampio menù, promuovendo una dieta sana ed equilibrata e configurandosi come una guida per l’utente alla sostenibilità alimentare. Il sistema dell’idrocoltura, essendo eseguito direttamente in acqua, con l’assenza totale di terra, è tutt’oggi visto con incredulità e scetticismo, o addirittura disapprovazione, da gran parte della popolazione. Per evitare di creare un intervento alieno e che generi perplessità, l’accostamento di un sistema innovativo quale quello idroponico alle tecniche tradizionali di coltivazione in terra mediano il contatto con i cittadini: ad uno scopo produttivo è affiancato un intento educativo e di sensibilizzazione alle nuove tecnologie, mantenendo parallelamente l’immagine dell’orto e della pratica di esso. Educazione e consapevolezza significano allora anche una riscoperta dei tempi biologici dei prodotti orticoli, un concetto ormai ampiamente superato a causa della grande distribuzione mondiale.


I. Premesse: Innovazione: produzione fuori suolo

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II Progetto


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II. Progetto: Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte

Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte Motivazione delle scelte e Macro-obiettivi

Un nucleo urbano non potrà mai essere indipendente rispetto alle aree rurali e la totale produzione agricola necessaria alla sussistenza di una città non sarà mai possibile all’interno della stessa. Tuttavia, incrementare la sensibilità riguardo al tema e alleggerire in parte la pressione sulla produzione all’esterno, non può che migliorare la condizione dell’agricoltura convenzionale, che oggi è sempre più mortificata dalla continua tendenza all’abbassamento dei prezzi. Una maggiore comprensione del reale valore del cibo che si consuma, in senso economico, ma anche nutrizionale ed etico, non può che giovare alle piccole-medie imprese che stentano a sopravvivere, in quanto i consumatori sarebbero più orientati a spendere maggiormente, o meglio, in maniera più oculata per quel che mangiano. Sarebbero molto più solleciti nell’ambire ad una distribuzione dei guadagni più equa all’interno della filiera del cibo, dalla quale, ad oggi, a chi è produttore, arrivano cifre molto basse per prodotti di altissima qualità, almeno per quanto riguarda la filiera italiana ed europea in generale. Bisogna integrare nella nuova struttura della pianificazione del cibo non solo un riconoscimento del valore del cibo prodotto localmente (dentro e fuori dalla città) ma anche porre la giusta attenzione all’equità dei profitti generati dalle filiere dei prodotti provenienti dal lato opposto del mondo.

L’intenzione del progetto è che lavori come un intervento di agopuntura nella città e aspira a rendere quotidiano uno scenario e un tipo di elemento ancora estraneo e alieno al paesaggio urbano a cui siamo abituati. Si può semplicemente transitare nei suoi ambiti di pertinenza o ci si può soffermare ed interagire con esso, ma rimane un elemento relativamente effimero che vuole inglobarsi nella maniera più discreta ed efficiente possibile anche in contesti piuttosto densi e stratificati. Obiettivo sarebbe rendere la produzione una parte integrante anche del tessuto urbano, attraverso forme non tradizionali di produzione, ma che rispondono in maniera

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efficace alle esigenze della trama contemporanea, che ha spazi angusti e frammentati e che può cercare una risposta ad una questione molto ampia attraverso la somma di molteplici interventi di scala ridotta, strettamente interconnessi tra loro. Ripensare la pianificazione delle città utilizzando il cibo come paradigma di progetto è fondamentale per lo sviluppo delle realtà urbane nell’immediato futuro e se ne sentirà sempre maggiormente necessità, anche per riappropriarsi dell’ambiente vissuto stesso e tornare ad essere enti attivi nella fruizione quotidiana degli spazi in cui ad oggi si sente sempre più alienati. Con tale tipo di intervento si cerca di fare una media tra la funzione di produzione e quella di metodo di riqualificazione di piccole pertinenze nei centri urbani della città consolidata o in processo di lento cambiamento. Sarebbe auspicabile poter sfruttare aree dismesse in attesa di nuova vita, con progetti già programmati ma dai lunghi tempi di realizzazione e pertinenze abbandonate, in cui riportare il movimento umano e canalizzarlo in maniera attiva verso la sensibilizzazione ad una questione molto più contemporanea di quanto, in particolare in Italia, ma anche nel resto d’Europa ci si renda conto. Il caso italiano in tale scenario è molto particolare, in quanto per le sue caratteristiche spaziali ed urbanistiche è attualmente meno investito dalla questione della resilienza urbana per quel che riguarda il sistema del cibo e quindi tende a rimanere un po’ arretrato rispetto al resto dell’Unione Europea e agli Stati Uniti. La scala relativamente piccola della stragrande maggioranza dei centri urbani attenua la distanza fisica, ma anche concettuale tra il luogo di produzione e di consumo, rendendo gli effetti e il generale disorientamento generato dalla filiera lunga meno evidenti. Inoltre lo stretto legame culturale con il cibo, tipico della tradizione italiana, da un lato consolida una tendenza a porre maggiore attenzione alla qualità e alle caratteristiche di provenienza e produzione dei prodotti, il chè è un dato positivo; tuttavia, allo stesso tempo, tale ortodossia si traduce in grande diffidenza verso tutto ciò che non viene coltivato convenzionalmente.


II. Progetto: Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte

Incremento della produzione dentro la cittĂ

Sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini

RiqualiďŹ cazione urbana

Coesione sociale Imm 1 | Macro-Obiettivi

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La problematica, comunque, inizia ad essere evidente anche qui dove le realtà più internazionali e complesse, come Milano e Torino, hanno iniziato, peraltro con particolare sensibilità ed efficacia, a condurre politiche e promuovere progetti in questa direzione, tanto da diventare promotori e casi di best practice in un contesto internazionale dove la questione viene fronteggiata già da qualche decennio. Si è convinti quindi, che l’apporto di specialisti italiani potrebbe essere di grande valore e qualità in tutto il mondo, grazie proprio al background culturale e alla sensibilità particolare, se solo tale background non fosse visto come un’opportunità e non un ostacolo.

Caratteristiche del Progetto

Siccome l’intenzione è quella di lavorare in un contesto densamente edificato, quello del tessuto di una città contemporanea relativamente consolidata come può essere una città europea o italiana, bisogna comprendere le caratteristiche di tale ambiente, i suoi limiti e i punti di forza che si possono sfruttare per dare forma ad un’intervento.

Scala e scalarità

La peculiarità forse più evidente, necessario punto di partenza per l’elaborazione di una strategia è la generale assenza di ampie superfici su cui inserire un intervento di verde produttivo, tradizionalmente associato a spazi aperti e illimitati. Come osservato anche dagli esempi, si deduce come l’unico modo possibile per affrontare un problema di scala tanto grande passi attraverso l’ideazione di progetti piccoli, che siano in grado di sfruttare ed inserirsi negli interstizi liberi rimanenti. E’ vero che nell’ottica futura di sistematizzazione della progettazione di sistemi ad hoc dei percorsi del cibo all’interno delle città lavorare in maniera puntuale e finita attraverso elementi piccoli e singolari sarebbe non sufficientemente strutturato ed eccessivamente slegato; tuttavia l’obiettivo è quello di proporre una soluzione contemporanea, in un momento in cui lo stato di fatto è ancora primordiale. Attraverso la creazione di “oggetti” piccoli e riconoscibili è possibile aumentare il proprio grado di libertà di inserimento in un contesto che si potrebbe considerare immobile, se


II. Progetto: Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte

Imm 2 | Scala e inserimento urbano

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considerato un’orizzonte temporale piuttosto breve. Il singolo oggetto, tuttavia, non farebbe alcuna differenza su scala urbana anche se potrebbe mantenere un valore a scala minore come quella di quartiere, e quindi comunque compiere un’azione riqualificatrice. Di conseguenza, la libertà consentita dalle dimensioni ridotte di base può tornare utile nel momento in cui si voglia replicare tale oggetto e farlo diventare modulo di una vera e propria rete, che faccia la differenza grazie all’eco degli effetti prodotti da tanti frammenti sistematici. Gli elementi dovrebbero essere riconoscibili, per poter essere progressivamente assimilati nel paesaggio quotidiano. Dimensioni ridotte rendono anche un intervento di per sè estraneo alle tipologie convenzionali meno alieno e più facilmente accettabile per chi lo incontra ogni giorno nel suo cammino; il confine tra architettura ed arredo urbano è molto sottile ed è proprio su questa sottile differenza che si vuole porre l’accento: la fruizione degli spazi di pertinenza sarà molto più assimilabile e attrattiva, se questi mantengono un carattere informale, circoscritto ed agevole. Temporaneità

Il terreno all’interno delle città è un bene molto scarso e conseguentemente costoso. L’agricoltura urbana inoltre non risponde a caratteristiche di reddittività tali da renderla un’attività particolarmente appetibile per speculatori edilizi, soprattutto per gli interventi tendenti a favorire maggiormente il versante sociale ed educativo. Solo in alcuni casi infatti, ad oggi, si rivela essere prima di tutto un business redditizio e queste casistiche prevedono grandi investimenti iniziali e planning estremamente accurati che di conseguenza attirano solamente gli investitori maggiormente disposti al rischio e più visionari della media. Sicuramente la tendenza è verso una progressiva attenuazione del problema economico in quanto l’attività è in rapida ascesa, le tecnologie sono sempre più accessibili e anche la legislazione sta lentamente evolvendosi in direzione di una semplificazione burocratica e abbattimento degli ostacoli urbanistici a tale attività, che fino ad oggi è rimasta in una zona grigia della pianificazione. Inoltre è un problema ormai riconosciuto l’eccessiva cementificazione delle aree antropizzate. Per tali ragioni, appare coerente con tali premesse l’idea di insediarsi con un intervento di A.U. in maniera non definitva e


II. Progetto: Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte

non invasiva della superficie. L’intenzione è di avere la possibilità di insediarsi in un maggior numero di aree, potendo così introdursi anche in lotti al momento inutilizzati, ma con una destinazione d’uso già stabilità. Si fa riferimento ai numerosi complessi che costellano la penisola italiana e l’Europa in generale e che sono attualmente oggetto di riqualificazione, ma che per dimensioni e quantità di lavoro necessari, avranno tempi di realizzazione molto lunghi. Nel frattempo si potrà dare una vita temporanea a queste aree impiegandole per la produzione urbana con installazioni non permanenti. L’agricoltura si trasforma così da attività stanziale per definizione in attività itinerante e paradossalmente slegata da terra. Lavorare in tale modo prevede la progettazione di strutture atte a contenere e gestire tutti i passaggi della produzione, dall’allettamento all’impiantistica necessaria, ma anche tutti gli arredi collaterali che vanno a rinforzare gli aspetti di sensibilizzazione e di riqualificazione del luogo dove va a sostare. La reversibilità dell’intervento è quindi elemento di composizione e di progetto, perchè da essa dipende la scelta di materiali e tecniche di assemblaggio, in modo tale non solo da facilitare la costruzione, ma anche lo smontaggio e il successivo trasferimento e smaltimento delle parti. Sicuramente, per poter essere il più possibile adattabile a contesti variegati è importante mantenere alto il coefficiente di indipenza dell’oggetto, che deve essere in grado di “sopravvivere” senza segnare significativamente lo spazio ospite. Allo stesso tempo, però, bisogna cercare di non ostinarsi all’indipendenza ad ogni costo, poichè sarebbe insensato non sfruttare tutte le risorse che un ambiente così antropizzato come quello urbano può fornire. Tali risorse possono essere tanto energetiche quanto umane. L’utilizzo di strutture temporanee, inoltre, ben si adatta e riesce ad aggirare problematiche burocratiche legate ai permessi necessari per costruire e soprattutto per produrre all’interno del perimetro urbano. Praticità e Autocostruzione

Un intervento di tale tipologia rimane al confine tra architettura progettata ed autocostruzione. La figura

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dell’architetto come progettista rimane in secondo piano e l’approccio è maggiormente quello di un possibile fruitore in grado di mettere in campo qualche competenza in più ed una visione presumibilmente più ampia e consapevole di limiti e potenzialità rispetto alla media. Sempre coerentemente al concetto di intervento temporaneo ed informale, è fondamentale che esso sia semplice nella costruzione e che sia fattibile nel minor tempo possibile, mantenendo un alto grado di intuitività Mantenere il costo dell’operazione basso è di fondamentale importanza, per questo è utile porre un accento sulla scelta dei materiali, che devono essere sì, facilmente reperibili e dall’assemblaggio immediato, ma che tuttavia devono poter rispondere in maniera efficiente alle necessità ambientali e progettuali. Influenza

Come evidenziato dall’analisi dei casi studio e dalle caratteristiche delle operazioni di A.U, esse tendono tutte ad avere un forte impatto sull’area limitrofa al luogo di inserimento, sia come miglioramento delle qualità ambientali che come attrattori sociali e catalizzatori di iniziative. Per questo, unitamente alle possibilità produttive intrinseche che tali progetti presuppongono, risultano essere soluzioni efficienti e dai numerosi effetti positivi. Essendo elementi differenti dalle architetture tipiche dovranno essere riconoscibili e riconducibili ad una certo tipo di ambiente. Siccome i luoghi più predisposti all’innesto degli interventi sono aree di interesse pubblic0, questi avranno la possibilità di valorizzare gli aspetti che li individuano come nuove tipologie di spazi comunitari e anche attraverso la loro morfologia dovranno risultare inclusivi e creare allo stesso tempo un senso di appartenenza.


II. Progetto: Strategia Progettuale e Motivazione delle Scelte

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Imm 1 | Box serra


II. Progetto: Proposta Progettuale

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Proposta Progettuale Premesse

Alla luce delle analisi condotte è stata individuata una strategia di progetto che ha permesso di delineare alcuni principi fondanti che si possono tradurre nell’oggetto architettonico proposto. Essendo uno degli obiettivi proporre un elemento replicabile ed adattabile, non è stato ritenuto fondamentale in tale particolare circostanza stabilire un lotto di intervento a priori, quanto più studiare uno schema che risponda in maniera performante ai principi elencati, quindi calarlo in un contesto per tentare di verificarne il funzionamento e le possibili applicazioni. La scala modesta di intervento che si è scelta di perseguire, derivante anch’essa dal ragionamento scaturito dal contesto fisico approfondito, ha portato allo studio dell’elemento di progetto in maniera estremamente dettagliata, sia per quanto riguarda scelte tecniche e morfologiche che per quanto concerne le possibilità di applicazione e gestione. Si ha così la possibilità di comprendere il funzionamento di un progetto, anche se sui generis, a 360° e per il suo intero ciclo di vita, tentando un primo approccio alla multidisciplinarità richiesta dalla professione di architetto, non più considerabile esclusivamente come la figura professionale che disegna spazi e volumi, ma anche come professionista in grado di rapportarsi a diverse discipline e personalità e farne da collante e mediatore.


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Serra: Morfologia e principi di funzionamento

La proposta progettuale è un elemento finito e riconoscibile che funga da micro fattoria urbana e possa essere inserito in differenti contesti grazie alla sua indipendenza e adattabilità. Si vuole tentare una mediazione tra un progetto di tipo puramente produttivo, ancora alieno al panorama urbano quotidiano e uno a scopo sociale che dia la possibilità anche a chi vive in un centro abitato di svolgere un’attività a contatto con elementi naturali, considerata un rimedio a problematiche umane dello stile di vita contemporaneo. I primi fattori che sono stati presi in considerazione per dare una morfologia a tale elemento sono quelli considerabili negativi o di ostacolo alla produzione nell’ambiente urbano. Oltre alla volontà di mantenersi distaccati da terra per dare un carattere temporaneo all’installazione, c’è anche una problematica molto più pratica legata alla qualità del terreno stesso. Infatti il terreno urbano è estremamente deteriorato, di conseguenza anche se fosse disponibile in superficie sufficiente, sarebbe estremamente improduttivo e insalubre. E’ quindi evidente sotto ogni punto di vista che la soluzione più efficace sia quella di modellare un elemento che consenta la produzione fuori suolo. Tale produzione, che sarà indagata più approfonditamente successivamente, presuppone un maggiore controllo ambientale e atmosferico per consentire la migliore crescita possibile delle piante, rispetto alla produzione convenzionale. Questa necessità tecnica si va a sovrapporre ad una criticità sempre legata all’ambiente urbano, cioè l’inquinamento dell’aria e la sua scarsa qualità. La soluzione è quindi quella di avvalersi di una protezione alla produzione affinchè questa avvenga in ambiente chiuso, determinando, di fatto la creazione di un elemento serra che protegga e custodisca piante al suo interno. La serra ha un volume riconducibile al cubo, in quanto è una forma finita, pulita e riconoscibile. La sua regolarità e simmetria hanno consentito di ottimizzare le caratteristiche dei pezzi e diminuirne al massimo le differenze, per poterne abbassare il costo di produzione e semplificare le fasi di costruzione. Si è scelto di utilizzare principalmente le pareti del


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Imm 2 | Componente Verde

Imm 3 | Ventilazione


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parallelepipedo per la produzione, rispetto allo spazio centrale, per poter sfruttare al meglio le differenti caratteristiche di illuminazione legate all’orientamento. Unitamente alla costituzione di 4 diramazioni compartimentate delle condutture, che possono quindi ospitare diverse soluzioni, si creano le condizioni per produrre varie tipologie di ortaggi. Le piante sono disposte su colonne di sei canalette. per l’intera altezza della struttura alla distanza ideale dalla facciata di circa 20 cm per evitare il loro deterioramento ma consentire il maggior irraggiamento possibile. Le dimensioni del blocco sono di 5,05m x 5,05m in pianta, mentre la parte strutturale è alta 4,24m su cui va a poggiare una leggera copertura che si distacca dal volume di partenza, come se questo si stesse disgregando e aprendo a voler lasciar uscire il suo contenuto. Questo espediente ha due funzioni: la prima è tecnica e ambientale, infatti tale apertura sulla parte alta del lato nord, assieme a quelle sui lati est e ovest alla base vanno a creare delle buone condizioni di ventilazione, la seconda è più concettuale, infatti, una forma così pulita ed autoreferenziale come quella del cubo appare impenetrabile e monolitica, mentre creando questa apertura tale sensazione si alleggerisce e permette più facilmente l’instaurazione di un dialogo, la possibilità di avvicinarsi. La familiarizzazione con tale elemento è parte fondante dell’idea e si rispecchia anche nell’accostamento alla produzione verticale interna alla serra anche una parte di coltivazione “tradizionale” in casse adiacenti al volume. Fare fuoriuscire il verde aiuta ad associare la novità della produzione e il senso di un oggetto alieno ad un’immagine più iconica e rassicurante. Si crea anche un punto di interazione effettiva tra l’installazione e l’utente che percepisce in maniera tangibile ciò che avviene al di là della superficie traslucida e liscia, che lascia intravedere quel che accade mantenendo però un tangibile distacco. Inoltre, il blocco poggia su un basamento che lo separa da terra; tale componente è fondamentale per il funzionamento dell’insieme poichè racchiude in sè numerose funzioni. In primis crea un distacco da terra che va a dare maggior


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forza all’identificabilità dell’intervento. Una differenza di altezza rispetto al livello strada rappresenta un primo grado di confine, più debole rispetto ad una barriera fisica come una superficie verticale, ma comunque sufficiente per determinare un perimetro ed un’area di pertinenza ed appartenenza ad un dato spazio. Inoltre, l’altezza della piattaforma, 43 cm, ben si adatta a renderla utilizzabile come seduta, rafforzando l’identità della serra come elemento di arredo urbano e contemporaneamente di spazio pubblico codificato. Soprattutto però il basamento, formato da elementi componibili ad incastro e quindi facilmente ampliabile e personalizzabile, ospita tutti gli impianti che regolano il funzionamento della serra. Tale posizionamento consente di liberare quasi tutta la superificie del volume che rimane molto più pulita e totalmente utilizzabile; inoltre in questo modo ogni impianto è facilmente ispezionabile poichè basta sollevare i pannelli che formano la pavimentazione per raggiungere agilmente la cavità sottostante. La base rafforza l’idea di leggerezza del progetto, in quanto non è percepita da fuori come un piedistallo massivo, quanto più come una superificie che levita a poca altezza e su cui poggia delicatamente una sorta di lanterna. E’ stato possibile conferire tale aspetto grazie all’utilizzo proprio di pezzi componibili cruciformi, dei quali dall’esterno si percepisce solamente lo spessore oltre a piedini regolabili che possano compensare eventuali dislivelli del terreno, ma anche essere eliminati su tutto il perimetro esterno, lasciando apparentmente l’oggetto sollevato da terra.


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Imm 4 | ComponibilitĂ e autocostruzione


II. Progetto: Proposta Progettuale

Serra: Struttura e Costruzione

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Gli aspetti tecnici legati alla costruibilità e fattibilità del progetto sono stati presi in grande considerazione nella fase di ideazione. Fondamentale per dare forza all’idea iniziale è dimostrare ed indagare quanto questa possa essere realizzabile e quanto tale realizzabilità sia coerente con il principio fondante di informalità, che si traduce in una ricerca di pulizia, semplicità ed economicità dell’intervento. Siccome il progetto concorre per sua funzione ad incrementare la sostenibilità e resilienza della città, tali logiche sono state utilizzate anche nelle scelte progettuali e tecnologiche stesse, anche se il fine ultimo rimane quello di snellire quanto più possibile i processi di costruzione e scegliere materiali che rispondano in maniera più performante alle richieste del loro impiego, compatibilmente con il loro prezzo. Costruttivamente il box si divide in quattro macrostrutture montabili e smontabili dalla cui unione si ottiene il volume completo. Sono tutte indipendenti tra loro e completamente assemblabili a secco in maniera rapida ed intuitiva. L’ingombro della serra prima di essere montata è molto contenuto, poichè la costruzione è studiata in modo tale che tutti gli elementi tridimensionali che la compongono nascano come aggregazione di più elementi bidimensionali. In questo modo è possibile contenere tutti i pezzi di montaggio in un unico container di dimensione 6058 mm x 2438 mm x 2591 mm, facilmente trasportabile. I pezzi sono stati studiati per essere quasi totalmente sollevabili da un singolo individuo (peso inferiore a 25kg) tranne nel caso particolare di alcuni elementi portanti. La struttura del parallelepipedo principale è costituita in legno, in quanto è un materiale economico, si può intagliare in maniera tale da rendere i pezzi unibili tramite incastro e trasmette una sensazione di familiarità che rispecchia l’anima del progetto. La costruzione non richiede particolari abilità e l’unico elemento di complessità è dato dalla necessità di raggiungere un’altezza di 4,20m di altezza per la struttura di copertura, problema risolvibile con l’aiuto di un verricello o una gru elettrica dalle dimensioni molto contenute.


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Basamento

Si analizzano i singoli sistemi per evidenziarne in maniera più specifica la conformazione, i materiali utilizzati e i metodi di assemblamento tra i singoli elementi e della parte esaminata con le altre del sistema. Il basamento della serra è fondamentale per il progetto dati i suoi significati sia compositivi e spaziali che tecnici. Rappresenta l’elemento che evidenzia la differenza tra ciò che è e ciò che non è intervento, individuando uno spazio di appartenenza e pertinenza senza però ostacolarne la fruizione e l’avvicinamento. La sua altezza lo rende un elemento di arredo urbano dove le persone possono sostare, ma soprattutto gli permette di ospitare tutti gli elementi impiantistici e di supporto alla serra, oltre a fungere da fondazione per la struttura soprastante, divenendo così l’anima del progetto. E’ composto di pezzi prefabbricati disegnati appositamente per tale funzione in legno composito WPC: è un materiale artificiale creato per estrusione a caldo legando fibre naturali di legno polverizzato a una resina speciale formata da polimeri e additivi. Tale materiale è stato selezionato perchè mostra un buon compresso tra economicità, possibilità di lavorazione specifica, sostenibilità, resistenza meccanica e impermeabilità, caratteristica indispensabile data la posizione di impiego a contatto col suolo e la vicinanza con impianti che prevedono grande uso di acqua. Le croci in WPC vanno a creare dei vuoti tamponabili in differenti maniere a seconda dell’utilizzo. Alcuni di quelli interni ospitano un pannello di fondo su cui vanno a poggiare serbatoi, pompe e cassette di derivazione; gli altri sono tamponati sul lato inferiore con uno strato di 10 cm di isolante a celle chiuse su cui poggiano i tubi del sistema di riscaldamento. All’esterno della serra le cavità vengono colmate dalle casse di orto con funzione produttiva, compositiva ma anche di compensazione e supporto al ciclo idrico del sistema interno. Nessuno degli elementi sopra citati è direttamente a contatto col terreno, in quanto poggiano su piedini regolabili in grado di compensare eventuali dislivelli del terreno. Le croci sono disegnate per essere divisibili in due elementi bidimensionali, in uno dei quali è intagliata una tasca destinata ad ospitare la placca di collegamento tra basamento e pilastri strutturali, che possono così rimanere leggermente distaccati dal fondo e proteggersi dall’umidità.


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Imm 5 | Fase 1 - Assemblaggio Base

Imm 6 | Differenti impieghi delle cavitĂ nel Basamento


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Struttura

La struttura principale della serra è costituita da un telaio in legno lamellare che crea una cornice tridimensionale alla teca. E’ formata da un sistema di elementi verticali e da uno di elementi orizzontali. I pilastri sono di due differenti dimensioni, diversificati sulla base della posizione e ruolo che rivestono. Quelli angolari sono di sezione quadrata 20cm x 20cm e vanno ad inquadrare la volumetria, rimanendo parzialmente a vista dietro alla facciata. I pilastri centrali, più leggeri dei laterali e a sezione rettangolare 8cm x 20cm, oltre a contribuire alla distribuzione del carico, fungono da supporto alle canalette idroponiche e dividono i due impianti di risalita dell’acqua presenti in ogni facciata. Gli elementi verticali sono coronati dal sistema di travi e travetti che vanno a chiudere la scatola strutturale rendendola solidale e fungono da base per l’ancoraggio della struttura di copertura. Tutte le unioni tra elementi lignei avvengono per incastro, tramite coda di rondine o conginuzione maschio femmina in maniera tale da raggiungere la massima intuitività di montaggio. Solamente due tipi di giunzioni della struttura sono fatte con l’uso di connettori metallici e sono quelle che coinvolgono i cavi di controventamento, che tagliano diagonalmente le facciate e le connessioni con la parte basamentale. La connessione, come già anticipato, avviene mediante l’utilizzo di piastre metalliche rettangolari che vengono inserite per metà all’interno di una tasca ricavata in uno dei due elementi che formano le croci di base e per l’altra metà in una scanalatura longitudinale alla sezione di base del pilastro. L’acciaio infatti ha una migliore risposta all’umidità rispetto al legno, che in questo modo può essere leggermente distaccato dalla struttura di base, rallentando l’insorgere di molti problemi di deterioramento legati proprio agli effetti dell’acqua sul materiale. L’unione tra piastra in metallo ed elementi strutturali lignei avviene mediante utilizzo di bulloni M12, che consentono di studiare la posizione dei fori per mantenere appunto un distacco di alcuni centimetri tra base in WPC e pilastro lamellare. E’ stata scelta la bullonatura come metodo perchè è totalmente reversibile e tutti gli elementi possono essere riutilizzati.


II. Progetto: Proposta Progettuale

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Imm 7 | Fase 2 - Assemblaggio Struttura


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Facciata

Le facciate della serra sono superfici traslucide appoggiate delicatamente sulla cornice tridimensionale che costituisce il volume. Sono evidentemente distinte dalla struttura principale per diminuire l’effetto di ermeticità che tale volume potrebbe trasmettere se il suo involucro fosse totalmete liscio e non ci fosse alcune tipo di sfalsamento delle superfici. Trattando un elemento serra, le caratteristiche della facciata sono fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo. Il materiale scelto per la facciata è il policarbonato, in quanto presenta numerosi vantaggi rispetto al vetro come maggiore leggerezza (circa 10 volte più leggero), praticità ed economicità generale, resistendo comunque alle intemperie. Utilizzando il policarbonato alveolare si possono ottenere buone condizioni di isolamento (U=1,9w/m2K) senza sacrificare la capacità di trasmissione luminosa, che per la tipologia scelta raggiunge il 60% con la garanzia di mantenimento delle prestazioni dovuto alla protezione superficiale contro i raggi UV che determinano un deterioramento del materiale. I pannelli sono uniti tra loro a coppie tramite giunti ad H per ottenere superfici di 120 cm ancorate tramite chiodature al telaio di sostegno della facciata. Tale telaio è formato da listelli di 4cm x 4cm utilizzati come montanti e traversi che vanno ad appoggiarsi sui pilastri strutturali, creando il distacco desiderato tra superficie strutturale e di facciata. Questa distanza contribuisce anche ad ottimizzare la condizione di crescita delle piante in prospetto, che vengono distanziate in questo modo dalla superficie riflettente di circa 20 cm, evitando che si brucino. La facciata viene quindi disegnata dalle tracce del telaio che si intravede al di sotto della superficie e che vanno a individuare dei quadranti utilizzati per ricavarvi le aperture. Sul lato orientale ed occidentale sono infatti apribili due riquadri su otto che fungono, congiuntamente alle aperture in copertura presenti sul lato nord a creare la ventilazione interna al blocco, fondamentale soprattutto per mantenere la temperatura estiva interna ad un livello accettabile per lo sviluppo delle piante. Sulla parete nord, solo parzialmente sfruttabile per la produzione a causa delle peggiori condizioni di illuminazione è presente una porta scorrevole con consente di entrare nel modulo.


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Imm 8 | Fase 3 - Assemblaggio Facciate


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Copertura

La copertura della serra è una struttura indipendente che non ha alcuna valenza portante per l’intero sistema. Tale peculiarità è indice della volontà di esplicitare la parte sommitale del volume come annessione lievemente e parzialmente poggiata sull’oggetto e non come parte integrante di esso, accentuando l’effetto già ricercato nel discostamento delle facciate dal piano del cubo ligneo. Si cerca di smaterializzare tale settore per porre l’accento sulla pulizia della volumetria sottostante. Rialzare parte della copertura come piegando un foglio di carta, rompe l’inaccessibilità che essa trasmette, creando un punto di contatto tra l’interno e l’esterno del contenitore, che perde parte del suo carattere autoreferenziale riconfermando l’informalità dell’intero progetto. Tale apertura è anche fisica, tutta la fessura contribuisce ad una efficace areazione incrociata. Il manto di copertura è anch’esso in policarbonato alveolare, per permettere l’ingresso della luce da ogni superficie. L’unica area opaca è parte di quella maggiormente inclinata (di 15°) su cui giacciono cinque pannelli fotovoltaici 90cm x 200cm, incaricati di provvedere al fabbisogno energetico della serra. La falda meno inclinata del tetto poggia su una struttura lignea che riprende quella sottostante principale; è più arretrata rispetto ad essa rendendola impercettibile a chi guarda l’oggetto dal piano stradale, il quale coglie solamente la superficie semitrasparente debordante dal perimetro. La falda maggiormente inclinata, invece poggia su una struttura in alluminio che data la leggerezza e la snellezza trasmette il senso di smaterializzazione ricercato. Il telaio è costituito da cinque strutture reticolari triangolari di profili a U 40mm x 40 mm di s=2mm. I tubolari sono uniti da bullonature reversibili e le strutture sono fissate alle travi sottostanti con viti autofilettanti. Barre posizionate trasversalmente alle reticolari servono a renderle solidali e controventate, oltre a dividere l’intera superficie in luci più piccole, evitando la deformazione e l’imbarcamento delle lastre di policarbonato. Gli spazi che si creano sul lato nord, trasversalmente alla direzione dei tralicci sono saturati dalla presenza degli infissi apribili. I pannelli fotovoltaici poggiano su binari agganciati alla struttura in alluminio di profili ad H che sostiene i pannelli di policarbonato, creando un’intercapedine per lo scorrimento dell’acqua piovana verso il pluviale centrale.


II. Progetto: Proposta Progettuale

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Imm 9 | Fase 4 - Assemblaggio Copertura


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Fito-Recettori Urbani

Specifiche aggiuntive

Tutte le componenti lignee della serra, data la loro parziale esposizione agli agenti atmosferici sono trattate con un impregnante a base di acqua, un prodotto non coprente ma protettivo della superficie. La vernice penetra in profondità nel legno senza formare una pellicola superficiale: preserva il materiale dagli attacchi biologici e allo stesso tempo lo rende idrorepellente pur mantenedo i pori aperti: da qui risulta una calibrata permeabilità. Viene migliorata anche la resistenza a vento e sole. E’ una soluzione molto pratica, in quanto per la manutenzione e il rinnovamento è sufficiente spolverare o lavare la superficie da trattare quindi procedere ad una nuova applicazione.

Successivamente al montaggio della scatola strutturale in tutte le sue componenti si procede all’inserimento degli impianti (specificati nel capitolo successivo) e agli accessori annessi. Le canalette sono appoggiate su supporti in legno agganciati ai pilastri in maniera reversibile, mentre per rendere raggiungibile anche le file più alte di ortaggi, è inserita all’interno della serra una scala a pioli che viene appesa e spostata lungo una guida inchiodata alle travi sommitali.

Per diminuire quanto più possibile la dipendenza della serra da attività esterne ad essa, aumentandone così costi e tempi di gestione, ogni modulo è provvisto del proprio semenzaio dove poter incubare e far sviluppare le piante fino al loro trasferimento nell’impianto principale.


II. Progetto: Proposta Progettuale

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Fito-Recettori Urbani

Possibilità produttive

Pur essendo l’idrocoltura una tecnica già di per sé artificiale anche per questa, come per le tecniche tradizionali, è possibile applicare diversi gradi di forzatura del sistema. Gli impianti impongono costi di gestione mediamente superiori a quelli di una coltivazione in campo seppure si possono distinguere serre con prestazioni (e quindi anche costi) molto diversificati. Da un punto di vista logistico-economico, le serre per le colture idroponiche sono sistemi abbastanza sofisticati, all’interno dei quali sono necessari dispositivi per il controllo e la stabilizzazione di parametri chimico-fisici, quali temperatura, umidità, luce. Un sistema di riscaldamento e/o raffreddamento maggiormente meccanizzato e monitorato permette un controllo delle temperature e del grado di umidità dell’aria ottimali per la crescita della specie orticola selezionata. Il supporto all’illuminazione naturale, quando insufficiente o addirittura assente, di un sistema di illuminazione artificiale a luci Led, con uno spettro di emissione concentrato nelle bande utili alla fotosintesi, permette alla tecnologia di raggiungere quantitativi produttivi maggiori rispetto a quelli che si sarebbero raggiunti in condizioni naturali. Gli accorgimenti tecnologici permettono alla tecnica idroponica di superare il concetto di stagionalità e condurre la coltivazione di prodotti anche fuori mercato, durante tutto l’anno. Tuttavia, un grado minore di forzatura del sistema permette un risparmio significativo di energia impiegata, che sia essa necessaria alle componenti meccaniche o per gli impianti di controllo della temperatura e dell’umidità. Sfruttando infatti al massimo i principi della serra, il ricircolo della soluzione e gestendo il controllo dei nutrienti l’idrocoltura si colloca già di principio come tecnica in grado di reggere il confronto con le tecniche tradizionali. Prevedere un ciclo di produzione autunnale-invernale ed uno primaverile-estivo, mantenendo un ritmo semistagionale, permette dunque di ottimizzare le risorse.


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Genna io Spinaci Bietola Lattuga Sedano Cavolo Cappuccio Carota Radicchio Rucola Finocchio Basilico Fragola Melanzana Pomodoro Peperone Cetriolo Zucchino

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Imm 10 | Ciclo delle colture Selezione di specie orticole tipiche del clima dell’ Italia Centrale-Settentrionale. A zone climatiche diverse corrisponderanno specie orticole diverse. La scelta delle tipologie da coltivare dipende certamente dagli aspetti climatici e ambientali e dalle caratteristiche del sito, ma anche dalla propensione alla salvaguardia di diversità locali e prodotti tipici.

Produzione

Raccolta


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Fito-Recettori Urbani

Colture primaverili

Tecnica di coltura

Esposizione

T (°C) Fruttificazione

Colture invernali - autunnali

Temperature 10 - 15°C

15 - 20°C

Tecnica di coltura 20 - 25°C

In suolo

Sistema NFT

Tab 1 | Colture e caratteristiche La selezione delle specie orticole è influenzata dall’orientamento e dall’esposizione che ha l’oggetto serra ospitante. Nel caso del Box di progetto il definirsi di pareti ‘produttive’ con diverse caratteristiche guida l’inserimento di piante che si distinguino, in primo luogo, a seconda della quantità di luce e ombra necessarie per il completamento del ciclo di crescita. Le piante sono inoltre distribuite a seconda del mezzo di coltura che più ne favorisce la crescita, sia esso il sistema NFT, DWC o quello tradizionale in suolo.

Sistema DWC


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Colture primaverili

Colture estive

Esposizione Pieno sole

Esposizione non prolungata al sole diretto

esposizione sole-ombra

La coltivazione di diverse specie orticole all’interno di uno stesso nucleo produttivo permette, con la rotazione di queste, una variegata produzione annuale. A differenza delle mono-culture che hanno generalmente scopi puramente economico- redditizi, l’offerta diversificata di prodotti orticoli destinati al consumo in loco o alla vendita, garantisce in ogni momento dell’anno un ampio menù, promuovendo una dieta sana ed equilibrata e configurandosi come una guida per l’utente alla sostenibilità alimentare.

Mezzombra


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Fito-Recettori Urbani

Resa del Box serra

La resa media del Box serra di progetto è calcolata sulla produzione dei sistemi idroponici applicati. Per il caso del sistema NFT si ipotizza una mono-coltura di lattuga, paragonabile in caratteristiche tempi e necessità alle altre specie tipiche del sistema, quali piante leggere e di rapida crescita che possono essere raccolte rapidamente, come i diversi tipi di insalata e ortaggi a foglia. Per il sistema DWC la resa media è stimata per un’intera produzione di zucchino, anch’esso comparabile ad altre specie ortive per produzione e caratteristiche ( pomodori cetrioli peperoni.. ).

1. Stima realizzata con base sul valore del consumo giornaliero pro capite di verdura (0,28 kg/giorno) consigliato dall’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità.

Determinato un raccolto di 445 kg/mese, per i sistemi idroponici è stimato un massimo del 10% di perdite alimentari, raggiungendo un quantitativo di 400 kg/mese di ortaggi pronti al consumo, sufficiente al rifornimento giornaliero di 48 persone 1.

2. Ad oggi i prodotti di colture fuori suolo non possono acqusire il titolo di “biologico” per la mancanza in commercio di fertilizzanti certificati in base al Regolamento (CE) N. 834/2007).

Nel caso di vendita dell’intera produzione orticola, si è stimato il guadagno economico mensile tenendo come prezzo di riferimento di vendita il prezzo sul mercato dei prodotti certificati biologico, ad essi comparabili per qualità e proprietà2. Con un guadagno mensile di 1.200€ ed uno annuale di, sommariamente, 14.400 € i costi di costruzione del box vengono quasi totalmente coperti, permettendo ai guadagni dei mesi/anni successivi di coprire le spese di manutenzione e gestione.


II. Progetto: Proposta Progettuale

Kg

105

NFT

DWC

NFT & DWC

n° di piante del sistema

462

32

494

-

Peso medio di prodotto ottenuto dalla singola pianta

0,6

7

-

-

Tempo di fruttificazione

30

40

-

-

Peso Tot della produzione

277

224

-

-

Quantità Tot per mese

277

168

445

400

53

48

Prezzo medio di vendita dei prodotti € / kg

Guadagno medio mensile €

Guadagno medio annuale €

3,00

1.200

14.400

Tot - 10%

Gg

Kg Kg

Kg

mese

g

Quantità giornaliera pro capite di verdura (*OMS)

0,28

n° persone rifornite ogni giorno al 100%

33

20

g

Tab 2 | Resa produttiva e consumatori riforniti

Kg

mese

$

400

Tab 3 | Resa economica


106

Fito-Recettori Urbani

Impiantistica

Il box produttivo si configura come un sistema chiuso, i cui sottosistemi contribuiscono al sostentamento gli uni degli altri. Obiettivo è il raggiungimento del maggior grado possibile di autosufficienza dell’oggetto serra dal punto di vista energetico e idrico: un sistema di pannelli fotovoltaici permette l’accumulo di energia elettrica, trasformata all’occorrenza in termica per il sistema di riscaldamento della serra, mentre il sistema delle acque piovane permette la raccolta per l’acqua di irrigazione delle colture. Il sistema idroponico, primo destinatario degli input provenienti dall’esterno, per le sue caratteristiche e necessità di funzionamento prevede l’impiego di pochi ingredienti aggiuntivi, come la soluzione nutritiva concentrata per il rimbocco dei serbatoi e i semi per la germinazione delle piante. A fine del processo di fruttificazione, il sistema produce degli output che si distinguono in elementi di scarto ( scarti vegetali), acque reflue arricchite in nutrienti e prodotti orticoli pronti alla vendita e al consumo. Il sistema complementare di produzione in suolo, che si materializza negli elementi incassati nel basamento all’esterno del box, recupera gli scarti del sistema innovativo convertendoli in input di sistema: l’acqua ricca di nutrienti, non scaricabile nell’ambiente per rischio di contaminazione degli ecosistemi, viene riusata per l’irrigazione delle piante e gli scarti organici diventano il compost usato come ammendante. Anche in questo caso, gli output comprendono una parte di ortaggi per il consumo e una parte di scarto organico che, dopo un processo di lavorazione, diviene substrato organico compostabile e base per la crescita dell’apparato radicale della pianta nella prima fase di sviluppo. I prodotti orticoli sono gli unici output fisici dell’intero sistema, che diventano input di esso sotto forma monetaria in seguito alla fase di vendita o consumo. Il box diviene quindi un’ entità che si auto-sostiene, provvedendo alla sua alimentazione tramite fonti naturali e il guadagno ottenuto tramite la vendita dei propri prodotti.


II. Progetto: Proposta Progettuale

107

Pompa di calore

INPUT

acqua di irrigazione

energia elettrica

energia termica

soluzione nutritiva

semi e/o piantine

substrato organico

OUTPUT

scarto organico

acqua nutriente

prodotti orticoli

Sistema idroponico INPUT consumo compost

acqua di irrigazione

semi e/o piantine

OUTPUT

scarto organico

prodotti orticoli

Sistema tradizionale in suolo

Imm 11 | Sistema chiuso: circolaritĂ intriseca del box serra


108

Fito-Recettori Urbani

Il basamento, oltre per una funzione strutturale, è studiato per ospitare al suo interno tutti i sistemi impiantistici e le componenti ad essi connesse. Le cavità formatesi per accostamento delle croci di base, hanno un’ampiezza e un’altezza tali da permettere l’inserimento di serbatoi di raccolta delle acque e il passaggio dei tubi dei sistemi idraulici termici ed elettrici. Il concentramento di tutta la dotazione impiantistica nella parte basamentale consente di lasciare lo spazio completamente a fruizione del box e la posa ad appoggio della lastra di pavimento permette la facile ispezione degli impianti incassati.

Si distinguono tre tipi di impianti. Impianto elettrico: • di connessione al pannello fotovoltaico • di connessione alle rete pubblica;

Impianto idraulico • Impianto di risalita della soluzione nutritiva nel sistema NFT

• Impianto di disecsa della soluzione nutritiva NFT

• Impianto di raccolta dell’acqua piovana e di connessione alla rete pubblica

Impianto termico: • Sistema di riscaldamento radiante a pavimento.


II. Progetto: Proposta Progettuale

109

Scala 1:50 0

0,5

1,0

2,0

Imm 12 | Pianta delle installazioni impiantistiche basamentali

5,0 m


110

Fito-Recettori Urbani

Impianto idroponico NFT

Il sistema idroponico NFT è un sistema attivo a ciclo chiuso. Sono presenti due varianti di impianto: I) impianto di connessione a due sistemi di coltivazione ( Serbatoio A - B - C ) Caso dei settori nord-est; sud-est; sud-ovest La soluzione nutritiva, contenuta in un serbatoio comune, viene spinta verso l’alto, seguendo un condotto di risalita comune, da una pompa d’acqua ad immersione selezionata con altezza di fornitura ≥ 3,60 MCA ( quota della biforcazione tra sistemi e delle canalette di coltura). In questo caso, i tre serbatoi di raccolta della soluzione nutritiva hanno capacità pari a 130L, quantità necessaria affinchè vi sia continuamente soluzione in ricircolo in entrambi i sistemi e vi sia una quantità di scorta perennemente miscelata. L’ossigenazione della soluzione è garantita dalla pompa d’aria e dalla pietra porosa ad essa connessa. II) Impianto di connessione a un sistema di coltivazione ( Serbatoio D ) Caso del settore nord-ovest La soluzione nutritiva, contenuta in un unico serbatoio, viene spinta verso l’alto, seguendo un condotto di risalita, da una pompa d’acqua ad immersione selezionata con altezza di fornitura ≥ 3,60 MCA ( quota della canaletta di coltura). In questo caso, il serbatoio di raccolta della soluzione nutritiva ha una capacità di 65L, quantità necessaria affinchè vi sia continuamente soluzione in ricircolo nel sistema e vi sia una quantità di scorta perennemente miscelata. L’ossigenazione della soluzione è garantita anche in questo caso dalla pompa d’aria e dalla pietra porosa ad essa connessa.


II. Progetto: Proposta Progettuale

111

D

A

C

B

Imm 13 | Sistema Idroponico attivo NFT


112

Fito-Recettori Urbani

Ogni sistema è costitutito da sei canalette di coltura disposte verticalmante ad una distanza di 50 cm per permettere lo sviluppo in altezza del’intero apparato vegetale. Ciascun vassoio di coltivazione ha una lunghezza pari a 2,24 m, raggiungendo una lunghezza totale di sistema pari a 13,44 m, valore ≤ 14 m, lunghezza massima consentita affinchè non vi sia impoverimento e dispersione di nutrienti. Le vaschette, con pendenza interna del 2% per favorire il defluire del film d’acqua, sono connesse verticalmente tramite condotti verticali e ciascuna di esse presenta 11 fori (ø 5 cm e interasse tra buchi di 20cm). Le piante per ciascun sistema sono dunque 66, per un totale di 462 piante per l’intero sistema idroponico

Impianto idroponico DWC

Il sistema idroponico DWC è un sistema passivo a ciclo chiuso. La sostanza nutritiva, raccolta negli appositi serbatoi, si distribuisce nei vasi interconnessi secondo il principio dei vasi comunicanti. Ciascun vaso, responsabile della crescita di una singola pianta, è provvisto di una pietra porosa che garantisce l’ ossigenazione della soluzione. Nel caso di progetto sono stati installati due sistemi di vasi interconnessi, per un totale di 32 piante coltivate. Le piante che meglio si adattano a tale sistema sono quelle che necessitano di più spazio per l’apparato radicale e che tendono a crescere in altezza, con possibilità di dare supporto ad esse tramite appositi ancoraggi e fili di nilon.

Forzatura Illuminazione

Per entrambi i sistemi è applicata solo una minima forzatura, determinata da un impianto termico di riscaldamento a pavimento, che permette il raggiungimento delle temperature ottimali nei mesi di crescita autunnali-invernali. In caso di necessità, è possibile ampliare il grado di forzatura introducendo un sistema di illuminazione artificiale, a supporto della luce naturale insufficiente, caratterizzato da Led, con uno spettro di emissione concentrato nelle bande utili alla fotosintesi.


113

A

A

II. Progetto: Proposta Progettuale

5.12

Imm 14 | Sistema idroponico DWC - Vaso di coltura

1.20

Scala 1:50

A

Imm 15 | Sistema idroponico passivo DWC - Pianta a livello del pavimento


114

Fito-Recettori Urbani

Il sistema di raccolta dell’acqua piovana è studiato per dare al box la maggior indipendenza possibile dal punto di vista idrico. L’acqua raccolta, conservata in serbatoi di stoccaggio collocati all’interno delle cavità del basamento, consente di rimboccare i serbatoi dei sistemi idroponici e, all’occorrenza riempirli con l’introduzione di nuova soluzione nutritiva concentrata. Dopo 3/4 settimane, l’acqua dei sistemi. arricchita in nutrienti diviene acqua di scarto perchè non più in grado di apportare la giusta quantità di sostanze alle piante. L’impossibilità di scaricare nell’ambiente lo scarto idrico viene risolto con l’impiego di quest’ultimo per l’irrigazione delle colture su terra posizionate appena fuori dal box. La terra presente in questi filtra l’acqua permettendo lo scolo di quella in eccesso e favorendo l’evaporazione di quella di irrigazione.

A A

Gestione delle acque

Le batterie di accumulo, tipiche dell’impianto stand alone, permettono il sostentamento del sistema per brevi periodi di insufficiente esposizione solare.

1.20

In caso di prolungata scarsa illuminazione solare e di esposizione sfavorevole, l’impianto attinge l’energia dal sistema di rete elettrica pubblica, ad esso connesso tramite il quadro parallelo di carica.

5.12

L’impianto fotovoltaico applicato risulta essere un ibrido tra uno schema connesso alla rete pubblica e un impianto stand alone. Lo scopo è rendere l’oggetto serra il più autosufficente possibile, dal punto di vista energetico: in caso di illuminazione ed esposizion favorevole, i cinque pannelli apportano l’energia necessaria al riscaldamento della serra nei mesi autunnali-invernali. L’energia in eccesso è usata per il funzionamento dell’impianto di illuminazione e delle pompe.

1.20

Impianto Fotovoltaico

5.12

All’occorrenza, nel caso di prolungati periodi di necessità o in caso di insufficienza dell’acqua raccolta, il sistema, collegato alla rete pubblica, attinge la quantità mancante dalla rete cittadino.


II. Progetto: Proposta Progettuale

115

Collegamento alla rete idrica pubblica Collegamento alla rete idrica pubblica

Scolo dell’acqua di scarto Scolo dell’acqua di scarto

1

2

30 gg

3

4

Raccolta 1 acqua piovana

Acqua arricchita 2 in nutrienti

30 gg

Acqua 3 di scarto non smaltibile

Irrigazione 4 delle casse orto

Raccolta acqua piovana

Acqua arricchita in nutrienti

Acqua di scarto non smaltibile

Irrigazione delle casse orto

Imm 16 | Schema Gestione delle acque

Quadro parallelo di carica Quadro parallelo di carica Inverter

Regolatore di carica

Inverter

Batterie di accumulo Batterie di accumulo

Rete elettrica pubblica Alle Alle utenze utenze

Regolatore di carica

Rete elettrica pubblica

Entrata acqua fredda

Pompa di calore Pompa di calore

Imm 17 | Schema del Sistema Fotovoltaico

Uscita acqua calda: Entrata fredda sistemaacqua di riscaldamento a pavimento Uscita acqua calda: sistema di riscaldamento a pavimento


116

Fito-Recettori Urbani

I calcoli effettuati riguardando lo specifico caso applicativo nella città di Ferrara; con la scelta di una zona in fascia climatica diversa ne seguiranno valori leggermente diversi, ma che seguiranno il caso presentato nella logica e nei pricipi applicati.

Tm estiva Tm invernale Colture Tm estiva Tm invernale

2.5

T media (°C) Ferrara

T media (°C)

Con particolare riferimento al caso applicativo di un prototipo nella Città di Ferrara, confrontando le temperature minime e massime richieste dalle colture nei mesi autunnali invernali (Novembre-Marzo) si è convenuto di prevedere un sistema di riscaldamento radiante a pavimento (installazione pompa di calore circuito Fluido-acqua). Si è stimata la potenza necessaria, considerando le F M AΔT (°C), M K (W/mq*K) G L e S (mq) A S O N D variabili e così il fabbisogno energetico medio annuale di riscaldamento necessario per il raggiungimento della temperatura minima richiesta dalle 3.9 8.8 13.3 17.7 21.8 24.2 23.8 20.6 14.8 8.5 3.8 colture. 20.48 come mezzo per il Prevedendo il sistema fotovoltaico 6.8 sostentamento energetico del box e dovendo quindi 6.8 ragionare su un circuito elettrico, si è trovato il valore (kWhe/anno) equivalente a partire dai kWht / anno necessari precedentemente 20 calcolati, valore che ha guidato nella scelta dei pannelli fotovoltaici: cinque 10 10 pannelli da 360 Wp che permettono una produzione di energia media annuale superiore a quella necessaria e che individua dunque una quantità in “esubero” da utilizzare per l’azionamento delle componenti dei vari sistemi, quali pompe ed illuminazione.

Colture

G Ferrara

Ragionando sulle caratteristiche proprie e necessarie di un box serra produttivo, si è ritenuta parte fondamentale del progetto lo studio delle condizioni di crescita delle specie orticole e le condizioni ottimali per la crescita di queste. La stima che segue ha un carattere qualitativo, essendo estremamente complesso il calcolo quantitativo specifico di un ambiente serra.

G

F

M

2.5

3.9

8.8

Tm estiva Tm invernale

M

G

L

A

S

O

N

D

8.5

3.8

20.48 6.8

Tm estiva Tm invernale

A

13.3 17.7 21.8 24.2 23.8 20.6 14.8

6.8 20

10

Tab 4 | Temperature medie e temperature di coltura

10


II. Progetto: Proposta Progettuale

117

Calcolo della potenza (Q)

Q= Ct * n

Con: Calcolo della potenza (Q) Ct = Chilocalorie necessarie

Q=x Ct n -Te) Ct = K S x* (Ti

Con: K = Coefficiente di trasmissione (U)

W / (mq*K)

Ct==superficie Chilocalorie necessarie S in metri quadrati di parete e soffitto K = Coefficiente di trasmissione (U)

1,90

mq Ct = K x S x (Ti -Te) 110.34 W /mq (mq*K)

1,90 84.84

S = superficie in metri quadrati di parete e soffitto Soffitto

mq mq

110.34 25.50

Ti = Temperatura minima interna richiesta * Parete

mq °C

84.84 10

Soffitto

mq °C

25.50 6,8

Parete

Te = Temperatura media esterna * Ti = Temperatura minima interna richiesta *

°C

10

Te Ct = Temperatura media esterna *

°C/ h Kcal

6,8 670,77

W

780,24

Ct

Kcal kW/ h

670,77 0,78

Fabbisogno energetico medio giornaliero (Q/g)

W/ g kWh

780,24 18,73

kW n

0,78 150

kWh g kWh // anno t

18,73 2808,85

n

150

kWht / anno

2808,85

Numero di giorni Fabbisogno energetico energetico medio medio annuale giornaliero (Q/g) Fabbisogno (Q/anno) Numero di giorni Fabbisogno energetico medio annuale (Q/anno) COP (coefficiente di prestazione ) Ee

[ Et / Ee ] [ kWh t / COP ]

4

702,21

kWhe / anno

COP (coefficiente di prestazione ) necessaria [ Et al/ riscaldamento Ee ] 4 Energia della serra nei mesi autunnali-invernali Ee Kilowatt di picco

[ kWh t / COP ]

702,21

kWhe / anno

Energia necessaria al riscaldamento della kWpserra nei mesi autunnali-invernali 1,00

= Kilowatt di picco

kWhkWp / anno

Pannello fotovoltaico selezionato

Wp

1,00 1100,00 =

360,00

kWh / n anno

1100,00 5

Pannello fotovoltaico selezionato

Wp Wp tot

360,00 1800,00

n° pannelli

n kWp tot

5 1,80

kWhWp / anno tot tot

1800,00 1980,00

n° pannelli

1,80 kWp tot dall'intero sistema Energia prodotta fotovoltaico kWhtot / anno Energia in esubero

1980,00

Energia prodotta dall'intero sistema fotovoltaico kWh / anno

1277,79

Energia utilizzabile per impianto di illuminazione e attivazione delle pompe

Energia in esubero

kWh / anno

1277,79

Tab 5 | Energia Fabbisogno di riscaldamento e Pannelli Fotovoltaicie attivazione delle pompe utilizzabile per impianto di illuminazione


118

Fito-Recettori Urbani

Possibilità e caratteristiche di inserimento

Una volta delineata la conformazione dell’oggetto può essere significativo evidenziare nel dettaglio come questo possa essere inserito e come può assumere valenze e funzioni differenti a seconda del contesto in cui si trova. Non facendo riferimento ad un lotto in particolare, tali definizioni rimangono di carattere generale e fanno affidamento al riscontro ottenuto dall’analisi dei casi studio e di progetti di riferimento oltre che dall’esperienza quotidiana di fruizione di differenti parti della città. La serra è pensata per poter essere posizionata in ambienti molto variegati: può appoggiarsi in aree visibili come lotti abbandonati, parcheggi, piazze ed interruzioni tra edifici, ma anche in ambiti più privati come all’interno di corti interne e chiostri. La possibilità di regolare i supporti alla base fa sì che sia adattabile anche a superfici sconnesse o in lieve pendenza e per i presupposti da cui nasce, sarebbe più coerente posizionarlo su fondi cementificati o improduttivi, per non andare a intaccare ulteriormente il suolo libero di parchi e giardini. A seconda del settore urbano in cui viene inserito si andranno ad enfatizzare peculiarità e finalità del box o di un sistema complesso da esso generato differenti che rispondano alle potenzialità del luogo. Un primo prototipo costruito, sarebbe infatti valorizzato trovandosi nel centro di una città, nelle sue parti più turistiche e frequentate, dove potrebbe facilmente fare mostra di sè come se fosse una sorta di installazione e divulgare i suoi principi e schemi di funzionamento. In un’area residenziale, invece, potrebbe diventare un punto di riferimento e un arredo per gli abitanti del quartiere e ci sarebbe un maggior margine di sfruttamento del suo potenziale produttivo, andando a generare un mercato locale. La sua produttività e la sua valenza riqualificatrice, tuttavia, sarebbero sicuramente amplificate se trovasse una destinazione in ampie aree abbandonate nelle zone meno dense, dove ci sarebbe maggiore libertà di replicazione e più possibilità di indagare in maniera creativa le possibili configurazioni generate. La serra si presta anche ad essere inserita all’interno di aree universitarie con le quali potrebbe entrare in contatto divenendo così un oggetto didattico da cui apprendere conoscenze e da poter al contempo perfezionare.


Imm 18 | Caratteristche di Inserimento

Riqualificazione

Arredo urbano

Caso 1: Zona marginale

Vendita

Divulgazione

Produzione

Caso 2: Zona residenziale

Prototipo

1° Visibilità

Caso 3: Centro storico

Didattica

Ricerca

Caso 4: Zona Universitaria

II. Progetto: Proposta Progettuale 119


120

Fito-Recettori Urbani

Contesto legislativo

In Italia, differentemente da alcuni casi mondiali come quello americano, non vi sono leggi o norme specifiche che regolamentano e istituzionalizzano l’agricoltura urbana, pertanto i casi italiani, ad eccezione degli orti sociali, sono oggetto di deroghe e convenzioni. Per quanto riguarda la normativa urbanistica ed edilizia si tratta di una materia concorrente tra Stato e Regione, dove le leggi quadro sono di competenza statale. Ogni intervento sul patrimonio edilizio deve seguire le regole del Testo Unico sull’ Edilizia.

Strutture temporanee

Si considerano strutture temporanee quelle strutture fisiche assimilabili, per dimensioni e funzioni, a manufatti edilizi, ma destinate ad un utilizzo circoscritto nel tempo e con caratteristiche fisiche tali da non determinare trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e garantirne una facile rimozione. Le Strutture temporanee devono in particolare presentare tutte le seguenti caratteristiche: • sistemi di ancoraggio al suolo tali da garantirne una facile rimozione; • materiali che costituiscono le strutture e le chiusure verticali ed orizzontali del tipo prefabbricato, così da garantirne un agevole smontaggio; • chiusure verticali ed orizzontali, salve le particolari esigenze derivanti da vincoli di tutela dei beni culturali e del paesaggio, o particolari requisiti connessi alle dimensioni od alla specialità delle funzioni ospitate, prevalentemente realizzate con materiali privi di rigidezza propria; • periodo di montaggio non superiore a sei mesi continuativi, al quale deve necessariamente seguire un periodo di smontaggio pari almeno alla durata del periodo in cui sono state mantenute. La realizzazione di strutture temporanee per periodi superiori a sei mesi è ammessa esclusivamente nel caso che esse siano destinate a servizio di attività pubblica, seppure gestita da soggetti privati, ovvero a servizio di attività di carattere privato ma riconosciuta di interesse pubblico, preceduta da conforme deliberazione assunta dalla Giunta che dia atto dell’esistenza di un pubblico


II. Progetto: Proposta Progettuale

121

interesse. Le costruzioni temporanee di cui sopra, non sono soggette a titoli edilizi, ma al deposito di idonea SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) amministrativa, nel rispetto dei principi e della disciplina comunale di igiene, vivibilità, decoro urbano e di tutela dell’aspetto esteriore degli edifici. Le strutture temporanee devono in particolare presentare tutte le seguenti caratteristiche: • Qualora la costruzione temporanea interessi impianti, strutture od aree di proprietà comunale, ancorchè gestiti da terzi, la SCIA è depositata presso la Direzione competente, mentre per immobili di proprietà di privati o di altri Enti, è depositata presso la Direzione urbanistica. • Lo svincolo della fidejussione sarà autorizzato dalla Direzione depositaria della SCIA amministrativa, su richiesta dell’interessato, previa verifica dell’avvenuta rimozione del manufatto e del completo ripristino dell’originario, precedente stato dei luoghi. In caso che la rimozione della struttura non avvenga entro i termini indicati la fidejussione è azionata ai fini dell’esecuzione in danno del soggetto inadempiente. Le strutture temporanee - completamente e facilmente amovibili, a servizio di pubblici esercizi, attività commerciali, artigianali, agricole, e produttive o di servizio in genere non costituiscono superficie utile o coperta, né volume in relazione agli indici urbanistico edilizi; la loro installazione deve essere eseguita comunque in conformità alle normative sovraordinate, alle disposizioni comunali, a quanto previsto dal Codice Civile, dal Regolamento di Igiene e dal Codice della Strada; non devono inoltre causare alcun impedimento al traffico veicolare e pedonale.


122

Fito-Recettori Urbani


II. Progetto: Proposta Progettuale

123

Imm 19 | Complesso evoluto


124

Fito-Recettori Urbani

Sistema Complesso: Polifunzionalità e possibilità di Riqualificazione

Una volta analizzati gli aspetti morfologici e tecnici del box serra si tenta di ipotizzare come esso possa fare un salto di scala e diventare parte di un sistema più complesso ed articolato, in grado di racchiudere in sè un numero maggiore di significati e funzioni. La serra rimane il nucleo principale di tale organismo ma ad essa vanno ad accostarsi altri elementi in grado di attrarre e convogliare gli utenti all’interno del nuovo spazio di pertinenza. Il box, singolarmente, è un elemento estremamente introverso, nonostante la sua immaterialità e discrezione. Per il suo funzionamento non si presta ad essere un elemento interattivo, per quanto attrattivo; di conseguenza un modo per esprimere appieno il suo potenziale ed essere valorizzato è renderlo parte di un sistema di spazi che possano arricchire l’esperienza di questo luogo. Il risultato auspicabile sarebbe creare una sorta di isola nella città, un luogo accogliente e riconoscibile dove sostare, rallentare e passare del tempo a contatto con gli elementi naturali presenti in diverse conformazioni. Si vuole offrire un servizio, ma esso non è fine a sè stesso. Vengono generate delle interazioni, in modo che dei vuoti divengano pieni. Aggregare più funzioni significa accrescere il potenziale urbano di ciascuna di esse: concentrando un maggior numero di funzioni complementari si creano nuove piazze, dove l’utilizzo di una funzione porta un indiretto (o diretto) uso delle funzioni affiancate, generando così dinamiche impreviste e cangianti. La sovrapposizione di più funzioni è un elemento costituente dell’Agricoltura Urbana, che funziona solo quando in un intervento trovano risposta contemporaneamente più istanze, provenienti da diversi moventi. In questo caso, ci si propone di riqualificare un’area, di creare un punto dove ritrovarsi e dove apprendere qualcosa di nuovo, quindi alla funzione base di produzione si vuole unire anche un polo di consumo e sosta e una parte più educativa dove trovi spazio anche una parte di orto comunitario in cui svolgere un’attività appagante collegata ad un contesto più rurale.


II. Progetto: Proposta Progettuale

125

Imm 20 | Funzioni, tipi di spazi e densitĂ degli utenti

Flusso principale | Rampa

Flusso secondario | Gradini

Imm 21 | Gerarchia dei flussi

Basamento Limite e riconoscibilitĂ


126

Fito-Recettori Urbani

Si tenta di dare forza alla riconoscibilità e al senso di appartenenza a questa tipologia di spazio pubblico, una volta che ci si trova al suo “interno”, distinguendolo dal generico piano stradale, favorendo comunque l’inclusione dall’esterno. Per questo la scelta è di dare una delimitazione all’intervento che non sia però eccessivamente invasiva e oscurante. L’elemento della base, fondamentale per il funzionamento della serra viene quindi riproposto anche in questa conformazione per definire l’identità dell’intero complesso, acquisendo quindi ulteriore peso. Tale basamento che accoglie tutti i volumi, gli spazi e le funzioni del sistema costituisce il piano di una zattera galleggiante. L’intervento mantiene lo stesso carattere di temporaneità del singolo intervento, anche se è auspicabile che esso possa diventare punto di partenza per un utilizzo dell’area coerente con l’input generato dall’installazione. In quest’ottica la base mantiene tutte le caratteristiche tecniche e tecnologiche che aveva nella singola serra per massimizzare il suo grado di indipendenza impiantistico; tuttavia, per la presenza di un chiosco utilizzabile come spot di consumo e vendita che varia tipologicamente da quello preso in esame si presuppone un allaccio alle principali reti urbane più consistente. L’organizzazione degli spazi è variabile in funzione al grado di libertà dettato dalle dimensioni e configurazioni volumetriche degli edifici circostanti. In ogni caso si possono estrapolare alcune regole di disposizione dei volumi dalle caratteristiche intrinseche degli elementi presenti. Siccome l’intero progetto non avrebbe ragione di esistere senza le serre progettate, queste divengono elementi gerarchizzanti in quanto, data la particolarità di contenere esseri viventi immobili, presentano numerose necessità ambientali. L’esigenza principale che mostrano è quella di avere la miglior esposizione ottenibile, Nel momento in cui si scelga di far convergere più di una serra all’interno di un singolo intervento, andando a formare un hub, queste dovranno essere posizionate in modo da non sovrapporre le proprie ombre. Il modo di discostarsi dei moduli va ad individuare spazi interstiziali più o meno ampi, che di fatto diventano direttrici


II. Progetto: Proposta Progettuale

127

N

E

S

O

Imm 22 | Esposizione e ombreggiamento

Identificabilità Componibilità alternativa | arredo

Componibilità

Funzione portante

Imm 23 | Basamento

Funzione di raccolta

Funzione produttiva


128

Fito-Recettori Urbani

geometriche del progetto. La componente naturale inoltre in questo caso ha la possibilità di fuoriscire in maniera molto più evidente dai blocchi stessi, in modo da determinare anche un ampio spazio di produzione tradizionale in terra. Una piazza centrale unisce tutti gli spazi che si vanno a creare e che hanno gradi di socialità e afflusso molto diversi tra loro e qui tutte le funzioni hanno modo di intersecarsi: lo stesso tavolo è condiviso da due amici che bevono un caffè e da un tecnico che mantiene un pezzo della serra. La progettazione degli ambiti di questo organismo rimane di proposito poco definita, in quanto non è possibile programmare a priori le dinamiche che si possono creare dall’intersezione quasi casuale e creativa delle attività che si svolgono all’interno. Anche gli arredi sono lasciati all’immaginazione di chi si trova in un particolare momento su quello spazio: i pezzi che formano la base vengono nuovamente utilizzati, possono infatti essere assemblati per diventare panche, tavoli o gradoni, a seconda della necessità.


II. Progetto: Proposta Progettuale

129

STR.1.b

FCT.2.a FCT.1 FCT.2.a

Polistirene espanso

Pannello OSB

Allaccio alla- Blocco Rete Pubblica Imm 24Autonomia | Varianteecostruttiva opaco funzionale

Autonomia energetica | sistema Fotovoltaico

Collegamento aggiuntivo alla rete idrica

Autonomia idrica | Raccolta delle acque piovane

Collegamento alla Rete Idrica Pubblica

Collegamento aggiuntivo alla rete elettrica

Collegamento alla Rete elettrica pubblica

Imm 25 | Autonomia e allaccio alla rete pubblica


130

Fito-Recettori Urbani

Vista 1 | Porta Paola


II. Progetto: Proposta Progettuale

Vista 2 | Centro Storico: Piazza Cortevecchia

131



III Osservazioni


134

Fito-Recettori Urbani

Panorami paralleli e modalità di impiego

Le possibili configurazioni di impiego che le serre potrebbero avere in un contesto reale sono varie e dipendono da come le si vuole interpretare. Aver lavorato con un modello che per la sua capacità di replicarsi e di adattarsi si presta ad essere studiato anche privo di un contesto specifico di riferimento, induce allo stesso tempo ad immaginare possibili alternative più o meno concrete di inserimento, per indagarne gli effetti e gli sviluppi. Si possono ipotizzare variabili a scale differenti, prendendo in considerazione come progetto alternativamente il singolo blocco, la sua configurazione più complessa o arrivando ad immaginare ulteriori sviluppi che si espandano su tutto il tessuto. La dimensione che ha il blocco lo pone in una posizione intermedia tra architettura e arredo e si può quindi considerare come un prodotto acquistabile da un privato o da un gruppo di privati. Attraverso questa modalità si andrebbe a valorizzare massimamente l’abbattimento delle distanze tra luogo di produzione e consumo dei prodotti. La modesta superficie e la semplicità di costruzione, oltre alla relativa economicità della spesa considerata la sua produttività, lo rende un possibile investimento per edifici plurifamiliari, quando gli inquilini ne dimostrino interesse condiviso, diventando così un elemento accessorio, come possono essere terrazze ed impianti comuni. A fronte di una spesa inziale si trarrebbero numerosi vantaggi da tale investimento, poichè sarebbe possibile anche all’interno delle città coltivare direttamente i propri prodotti orticoli in maniera controllata e pulita; ci sarebbero inoltre risparmi in termini energetici e logistici poichè si annullerebbero non solo i percorsi condotti dai prodotti, ma anche quelli di chi deve acquistarli. Agli stessi utenti sarebbe data la possibilità di svolgere una pratica, quella dell’orticoltura, sempre più attrattiva anche all’interno dei centri urbani per l’aumento di sensibilità che sta sempre più influenzando gli stili di vita delle persone, ad oggi parzialmente impedita da vincoli burocratici e da ostacoli fisici dovuti alla forte antropizzazione. Un utilizzo di questo genere produrrebbe un incremento


III. Osservazioni

135

nelle relazioni tra coloro che condividono l’investimento, se questi sono singoli privati, in quanto la gestione e le quantità prodotte sarebbero necessariamente da suddividere tra i soci data la loro quantità e sarebbe quindi indispensabile trovare un accordo che possa soddisfare le esigenze individuali. Se la serra venisse contestualizzata in un ambito pubblico, i possibili scenari sarebbero molto differenti. Un oggetto isolato farebbe mostra di sè e divulgherebbe un modo diverso di coltivare rispetto alla maniera convenzionale; potrebbe inoltre valorizzare piccoli ambiti, ma non farebbe grandi differenze a scala maggiore. Se invece fosse un sistema polifunzionale ad essere inserito, in cui oltre alle serre si sovrappongono altri aspetti, questo produrrebbe dinamiche molto più legate all’utilizzo e permanenza attiva della pertinenza individuata, producendo quindi un effetto di riqualificazione e costituirebbe soprattutto un nuovo spazio pubblico. Far convergere più di un modulo serra nello stesso intervento incrementerebbe il potenziale produttivo; si potrebbe alimentare il punto di consumo presente all’interno del complesso e isituire la vendita degli ortaggi prodotti in loco e in altre imprese urbane, diventando un riferimento per l’attività. Tuttavia, l’ipotesi di scenario che potrebbe maggiormente avere una ricaduta su scala urbana sarebbe la convergenza delle prime prime due opzioni presentate in un prototipo di rete di produzione, in cui questa raggiunge un ampio raggio ed una grande quantità attraverso la replicazione e collegamento di cellule elementari. I piccoli moduli, liberi di inserirsi in tutti i ritagli già presentati costituirebbero lo scheletro fondante del sistema ma orbiterebbero attorno ad un centro di riferimento. Questo diventa il polo recettore della produzione che avviene in maniera dislocata e puntuale e anche di tutte le dinamiche sociali ad essa collegata che si genererebbero. Le serre discrete ed effimere sparse nella città sarebbero indicatori di un reticolo articolato che si innesta in un tessuto consolidato. Un sistema di questo tipo dovrebbe avere un raggio tale da consentire il raggiungimento agevole da parte degli


136

Fito-Recettori Urbani

operatori impegnati nella gestione della serra, i quali si dovrebbero occupare del controllo e mantenimento della produzione, ma anche della raccolta e consegna dei prodotti ai compratori, secondo uno schema comparabile a quello di un gruppo di acquisto o delle numerose iniziative di vendita a domicilio di cassette settimanali. Per questo gli spostamenti tra nucleo centrale, serre dislocate e punti di consegna devono essere calibrati in maniera tale da non divenire dispersivi e rendendo così il sistema eccessivamente macchinoso. Avendo individuato la bicicletta come mezzo di spostamento più vantaggioso, si consideri di costituire così delle reti radiocentriche di raggio di circa un 1km, in modo tale che rimanga agevole e circoscritta la distanza tra complesso centrale, serre dislocate e punti di consegna. Qualunque uso si voglia fare dell’elemento indagato, tuttavia, viene presupposto un fattore caratterizzante di tutto il fenomeno dell’agricoltura urbana, cioè la compartecipazione all’inziativa di numerosi attori, sia pubblici che privati, che concorrono nella sua attuazione secondo i diversi ambiti di competenza per ottimizzare la riuscita e farne un intervento non solo economicamente sostenibile ma anche valorizzante. Caso Applicato: Perchè Ferrara

Il modulo serra e il sistema sviluppato, slegati da particolari lotti ed aree, si prestano ad un potenziale inserimento in tutti quei ritagli urbani che rispondono a determinati pre-requisiti insediativi. Si è scelto di sperimentare l’innesto del sistema immaginato nella città di Ferrara, nonostante questa, per dimensione, non sia così interessata dal problema del trasporto all’interno di cibo, data anche la stretta relazione intessuta con l’intorno fortemente produttivo. Tuttavia,tentare l’applicazione dei principi proposti in un altro centro sarebbe risultato superficiale e aleatorio. Il caso applicativo, infatti, è caratterizzato dalla sovrapposizione della figura dell’interlocutore a quella dell”architetto”: inserire la soluzione progettuale, all’interno di spazi di cui si fa esperienza in prima persona permette di indagare le dinamiche e le soluzioni prodotte vestendo, contemporaneamente, le parti dell’ideatore e del destinatario.


Imm 25 | Attori coinvolti nella Gestione

Attori interessati

banchiere

privato cittadino

amministratore cittadino

agronomo

ingegnere

architetto

concessione

facoltà

conoscenze

conoscenze

conoscenze

debito

crowdfunding

Realizzazione

finanziamento

spazio

permesso

supporto tecnico

idea

visibilità

reddito

forza lavoro

gestione

acquisto

acquisto

tempo

tempo

conoscenze

supporto all’iniziativa

Operazione

amministratore cittadino

privato cittadino

ristoratore

volontario

dipendente

amministratore

III. Osservazioni 137


138

Fito-Recettori Urbani

Vista 3 | Condominio Privato


III. Osservazioni

139

Vista 4 | Palazzo dei Diamanti : Giardino


140

Fito-Recettori Urbani

Osservazioni conclusive

La soluzione progettuale proposta è una delle infinite risposte possibili ad un problema sempre più evidente all’interno dei centri urbani e solo recentemente riconosciuto come tale a livello urbanistico ed architettonico. La spontaneità degli interventi di Agricoltura Urbana, spesso così impattanti ed efficaci proprio per la loro indipendenza e la loro capacità di fuoriuscire dai sistemi istituzionali precostituiti, rappresenta per certi versi un limite alla possibilità di una sistematizzazione tale da permettere di raggiungere una scala sulla quale fare davvero la differenza. Allo stesso tempo, però, pianificare una strategia univoca secondo i metodi tradizionali priverebbe l’attività della spinta creativa che ad oggi genera costantemente idee non convenzionali e progetti innovativi, capaci di evolversi e affinarsi molto rapidamente. E’ indispensabile trovare un compromesso tra queste spinte apparentemente inconciliabili, utilizzando la pianificazione urbana come catalizzatore delle possibilità produttive e di coesione sociale delle iniziative intraprese e di quelle future. Il progetto presentato, data la sua scala infinitesimale, non può fare una differenza quantitativa, ma date le qualità che lo caratterizzano si presta ad essere utilizzato in diverse maniere e ad adattarsi a situazioni differenti a seconda del modo in cui si voglia interpretarlo. Da prodotto singolo e puntuale può trasformarsi in cellula fondamentale di un sistema, andando a variare il suo valore in base alle condizioni esterne in cui si trova. Tenta di lavorare come un elemento di passaggio in un momento in cui il contesto generale è ancora primordiale, ma che sta rapidamente assumendo una dimensione molto più ampia e all’interno di una questione sempre più dibattuta.


III. Osservazioni

141

Vista 5 | Castello Estense



IV Bibliografia


144

Fito-Recettori Urbani

Bibliografia

Benevolo L. La fine della città: Intervista a cura di Francesco Erbani, Bari, Editori Laterza, 2011. Calori A. Magarini A., Food and the Cities, Politiche del cibo per città sostenibili, Milano, Edizioni Ambiente, 2015. Clement G., Manifesto del Terzo Paesaggio, Macerata , Quodlibet:, 2005. Coppola A., Apocalypse Town, Cronache dalla fine della civiltà urbana, Bari, Editori Laterza, 2012. Dall’O’ G., Smart city, Bologna, Il Mulino, 2014. Koolhaas R., Delirious New York: A Retroactive Manifesto for Manhattan, Milano, Elemond Electa - Mondadori, 2001. - Junkspace, Macerata, Quodlibet, 2006. Lazzarini A., Polis in Fabula, metamorfosi della città contemporanea, Palermo, Sellerio editore, 2011. Lefebvre H., Il diritto alla città, Padova, Marsilio Editori,1970 Lohrberg F., Licka L., Scazzosi L., Timpea A., Urban Agriculture Europe, jovis Verlag GmbH, supported by COST (European Cooperation in Science and Technology), Berlin, 2016. Miazzo F., Minkjan M., Farming the City: Food as a Tool for Today’s Urbanisation, Olanda, CITIES (eds) Trancity- Valiz, 2013 Oswalt P., Overmeyer K., Misselwitz P., Urban Catalyst: the power of temporary use, Berlin, DOM publishers, 2013. Paradossi A., Prosdocimi Gianquinto G., Santamaria P., Incrocci L., Orticoltura, Principi e Pratica, Milano, Edagricole, 2018. Piroddi E., Le regole della ricomposizione urbana, Milano , Franco Angeli, 1999.


IV. Bibliografia

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Sitografia

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146

Fito-Recettori Urbani

dans-le-pre-claas-architectes/592527d6e58ece27a40 009f0-larchitecture-est-dans-le-pre-claas-architectesphoto?next_project=no Atlas of the Future: https://atlasofthefuture.org/ Brixsystem: https://www.brixsystem.com Domus Web: https://www.domusweb.it/it/architettura/ gallery/2019/02/28/un-padiglione-a-impatto-zerocostruito-per-educare-alla-biodiversit-di-oaxaca.html - https://www.domusweb.it/it/notizie/2017/09/28/press_ box.html Dezeen: https://www.dezeen.com/2019/09/11/poppavilions-privately-owned-public-spaces-tato-architectskyoto-art-center/ Festival Architettura: http://www.festivalarchitettura.it/ festival/It/ArticoliMagazineDetail.asp?ID=156 Food and Agriculture Organization of the United Nations: http://www.fao.org/home/ Food Policy di Milano: http://www.foodpolicymilano.org/ idroponica: https://www.idroponica.it Langarita Navarro: https://langarita-navarro.com/Red-BullMusic-Academy Landezine: http://landezine.com Legno Composito WPC: https://www.novowood.it/ Lessisless: http://www.lessisless.it/archives/137 N_D creative: https://www.nd-nodump.it/studio/portfolio/ utopiko-2018/ Orizzontale: http://www.orizzontale.org/portfolio_page/ nativ-e/


IV. Bibliografia

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Policarbonato Online: https://www.policarbonato.online Reuse: http://www.urban-reuse.eu/?pageID=home Shaw Architekten: https://www.shaw-architekten.de/ projekte/asrm_frankfurt_e.html Talesun: https://www.talesun-eu.com/home/ The Economist: https://www.economist.com Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/lamodificazione-della-citta-europea United Nations: https://population.un.org World Resources Institute: https://www.wri.org

Articoli

Branduini P., Giacchè G., Laviscio R., Scazzosi L., Torquati B., Per una lettura sistemica delle agriculture urbane: Tipologie, politiche, modelli imprenditoriali, spazialità e metabolismo Agriregionieuropa anno 12 n°44, Mar 2016. Cottino P, Zeppetella P., Creatività, sfera pubblica e riuso sociale degli spazi: Forme di sussidiarietà orizzontale per la produzione di servizi non convenzionali, 2009 López Izquierdo N., Il ruolo dell’agricoltura urbana nelle relazioni tra istituzioni e cittadini nell’Europa contemporanea, AMSActa Institutional Research Repository, Università di Bologna, Dipartimento di Architettura, Post-Doc, settembre 2013. Miccoli S., Finucci F., Murro R., Feeding the Cities Through Urban Agriculture - The Community Esteem Value., Firenze SWIF 2015 Petcou C., Petrescu D., Acting Space: Transversal notes, onthe-ground observations and concrete questions for us all, Parigi, Novembre 2007


148

Fito-Recettori Urbani

Pettenati G., Toldo A., Cibo e città: sistemi alimentari e territorio, Gnosis Rivista italiana di intelligence 1/2015. - Alimentare la resilienza urbana: nuove prospettive verso un’agenda locale del cibo, Università degli studi di Torino, Società di Studi Geografici, 2014. Rajesh Kumar R., Reuse of hydroponic waste solution, Article in Environmental Science and Pollution Research, Marzo 2014. Rosita T. I, La città sostenibile? Va pianificata ripensando il cibo come sistema urbano, EyesReg, Vol.6, N.5, 2016.

Report

FAO, Global Food Losses and Food Waste, extent causes and prevention, Interpack2011 Düsseldorf, Germania, 2011. - The future of Food and Agriculture: Trends and challenges, Roma, 2017. Ismea, Consumi Alimentari, I consumi domestici delle famiglie italiane, Febbraio 2019 Wyman O, Surprises in Store: Fruit Logistica Trend Report 2019, Fruit Logistica, Berlino 2019 World Resources Institute, Creating a sustainable Food Future: A Menu of Solutions to Feed Nearly 10 Billion People by 2050, 2019.

Tesi consultate

Azzalini O., Grow inside : sistema di orticoltura fuori suolo per una ristorazione sostenibile, Università degli studi di Ferrara, Dipartimento Design del Prodotto industriale, 2015. Casazza C., Agricoltura urbana e città sostenibile, potenzialità e nuove tecnologie per la riqualificazione urbana, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, ciclo di dottorato 2012-2015. Covassin Denise, Cultura informale di Valparaiso: Esperienze di rigenerazione urbana spontanea e partecipata, Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura, 2018.


IV. Bibliografia

149

Giovannini I., Flex habit-at : un modello per l’emergenza abitativa nel comune di Castelfranco, Università degli studi di Ferrara, Dipartimento di Architettura, 2018. Lutzoni L., Informalità e progetto urbano, spazi di relazione tra formale e informale: prospettive per il progetto della città, Università degli studi di Sassari, Dipartimento di Architettura, 2011.t Nisi G., Coworking: lo spazio di lavoro nello scenario del cambiamento: una proposta per Reggio Emilia, Università degli studi di Ferrara, Dipartimento di Architettura, 2017.

Normative

Greenhouses — Design and construction, BS EN 130311:2001. Testo unico dell’edilizia (DPR 6 giugno 2001 n. 380 aggiornato con la promulgazione della legge dell’11 novembre 2014, n°164) Legislazione Tecnica - Area Formazione: http:// areaformazione.legislazionetecnica.it/articolo/1005/ilregime-edilizio-dei-manufatti-temporanei



V Allegati


152

Fito-Recettori Urbani

Elaborati tecnici Box serra

Imm 1 | Prospetto ovest


V. Allegati

153

Imm 2 | Pianta piano di calpestio

0

0,5

1,0

2,0

5,0 m


154

Fito-Recettori Urbani

Imm 3 | Prospetto Est | Sezione A-A


V. Allegati

155

Imm 4 | Prospetto Nord | Prospetto Surd


156

Fito-Recettori Urbani

Valutazione economica Costo delle componenti di costruzione

Il progetto del box serra è stato accompagnato da una valutazione dei costi di costruzione ai fini di determinare la somma dell’investimento iniziale necessario. E’ stata fatta una stima per ogni fase costruttiva: basamento, struttura, facciata e copertura. Il basamento risulta essere la parte più costosa in quanto prevede l’assemblaggio di pezzi prefabbricati disegnati appositamente, in legno ricostituito WPC: e che necessitano di un processo apposito di estrusione a caldo.

Considerando variabile il mercato di acquisto delle singole componenti e mutevoli i prezzi di determinati pezzi selezionati, è stata aggiunta al totale una percentuale del 10% per poter coprire, in caso di innalzamento dei parziali, tutte le spese necessarie.

€ Basamento

4.204,08

Struttura

1.440,09

Facciata

3.780,40

Copertura

1.535,81

Tot

10.960,38

Tot + 10%

12.056,42


Sistema

FCT | CPR

BSM | STR

Basamento

Pavimento

Riempimento Base

Connessione Pilastro - Base

Croci di base

114,0

BSM.4.c BSM.5.z -

Casse per orto

Lastra pavimento ext

Lastra pavimento int

Nervatura

100,0

119,0

119,0

114,0

BSM.4.b

Pannello isolante

BSM.4.a

Pannello supporto impianti 114,0

-

17,0

BSM.3.x-1

Viti base (bullone m12)

120,0

BSM.3.x2

BSM.3.z

Placca unione pilastro - base

Viti pilastro

BSM.2.b

Pezzo B

120,0

Pezzo A (con tasca) BSM.2.a

200,0

l

3,0

59,5

59,5

100,0

114,0

114,0

-

-

1,0

6,0

6,0

85,0

200,0

w

6,0

2,0

2,0

36,0

10,0

2,0

-

-

40,0

40,0

40,0

15,0

25-40

h

Dimensioni (cm)

85,0

BSM.1.a

Codice

BSM.1.b

Supporto pannello di fondo

Supporti regolabili

a|b

0|1

Piedini

Pezzi

Componente

0,06

-

-

1,91

1,30

1,30

-

-

-

0,48

0,48

-

-

mq

Superficie

0,026

-

-

0,001

0,029

0,029

-

-

mc

1.800

14.161

14.161

51.360

0,002

0,014

0,014

0,051

129.960 0,130

25.992

-

-

680

28.800

28.800

-

-

cmc

Volume ingombro

144

32

30

4

12

4

128

240

8

36

36

80

90

n° pezzi

0,26

0,45

0,42

0,21

1,56

0,10

-

-

0,01

1,04

1,04

-

-

Volume Ingombro Totale (mc)

Tab 1 | Costo di costruzione del Basamento

1,17

4,25

4,25

33,38

1,95

16,89

-

-

-

17,28

17,28

-

-

kg

Peso

OSB fenolico

Resina simil legno riciclata

Resina simil legno riciclata

OSB fenolico

Polistirene espanso

OSB fenolico

Metallo

Metallo

Metallo

Legno composito WPC

Ferro

Plastica

Tipologia

Materiale

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/mc

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/m

Totale

14,38

-

-

9,43

8,50

9,43

-

-

-

80,00

80,00

-

-

€/mq

Prezzo

-

7,80

7,80

-

-

-

-

-

36,60

38,40

38,40

0,75

2,50

€/pezz o

4.204,08

124,24

249,60

234,00

72,06

132,56

49,02

-

-

292,80

1.382,40

1.382,40

60,00

225,00

Totale

V. Allegati 157


Sistema

FCT | CPR

BSM | STR

Struttura

STR.2.a-2 STR.2.b STR.2.c

Trave centrale

travetti

STR.2.a STR.2.a-1

Trave laterale

N/S

E/O

STR.1.b

Pilastro centrale

Complementi struttura

STR.3.a STR.3.b STR.3.c-1 STR.3.c-2

Portavaschette

Telaio porta verticale

Telaio porta orizzontale

STR.3.z-2

Supporto tirante

Mensole

STR.3.z-1

Tirante

Lavorazione a controllo numerico

Struttura orizzontale

STR.1.a

Codice

Pilastro angolare

a|b

0|1

Struttura verticale

Pezzi

Componente

106,0

208,0

104,0

18,0

-

430,0

224,0

460,0

460,0

460,0

-

12,0

20,0

l

26,0

26,0

15,0

5,0

-

-

8,0

20,0

20,0

20,0

-

20,0

20,0

w

2,0

2,0

2,0

3,5

-

-

12,0

20,0

20,0

20,0

-

410,0

430,0

h

Dimensioni (cm)

0,28

0,54

0,16

0,01

-

-

-

-

-

-

-

-

-

mq

Superficie mc

-

5.512

10.816

3.120

315

-

-

21.504

0,006

0,011

0,003

0,000

-

-

0,022

184.000 0,184

184.000 0,184

184.000 0,184

-

98.400 0,098

172.000 0,172

cmc

Volume ingombro

2

2

3

84

16

8

6

1

2

2

-

4

4

n° pezzi

0,01

0,02

0,01

0,03

-

-

2,13

0,13

0,18

0,37

0,37

-

0,39

0,69

Volume Ingombro Totale (mc)

Tab 2 | Costo di costruzione della struttura

3,58

7,03

2,03

0,20

-

-

8,17

69,92

69,92

69,92

-

37,39

65,36

kg

Peso

OSB Fenolico

OSB Fenolico

OSB Fenolico

OSB Fenolico

-

Acciaio

Lamellare

Lamellare

Lamellare

Lamellare

-

Lamellare

Lamellare

Tipologia

Materiale

-

-

-

-

-

-

100,00

480,00

480,00

480,00

480,00

-

480,00

480,00

€/mc

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/m

Totale

9,43

9,43

9,43

9,43

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/mq

Prezzo

-

-

-

-

24,00

-

-

-

-

-

-

-

-

€/pezz o

1.440,09

5,20

10,20

4,41

8,52

96,00

80,00

213,06

61,93

88,32

176,64

176,64

-

188,93

330,24

Totale

158 Fito-Recettori Urbani


Sistema

FCT | CPR

BSM | STR

Facciata

Infissi

Policarbonato

FCT.3.a FCT.3.b -1 FCT.3.b-2

Infissi laterali

Guida Porta scorrevole

Anta Porta scorrevole

FCT.2.c

FCT.2.b

Giunti Laterali

Giunti ad H

110,0

234,0

116,0

4,0

6,0

60,0

Lastra Policarbonato FCT.2.a

4,0

Listello morale orizz FCT.1.b

l

106,0

4,0

210,0

2,0

2,0

2,0

4,0

4,0

w

4,0

4,0

4,0

210,0

210,0

210,0

484,0

430,0

h

Dimensioni (cm)

4,0

Codice

FCT.1.a

Listello morale verticale

a|b

0|1

Telaio sostegno facciata

Pezzi

Componente

-

-

-

-

-

-

-

-

mq

Superficie

-

3.744

97.440

1.680

2.520

25.200

7.744

6.880

cmc

-

0,004

0,097

0,002

0,003

0,025

0,008

0,007

mc

Volume ingombro

-

1

4

16

52

64

32

n° pezzi

-

0,00

0,39

0,03

0,13

1,61

0,00

0,22

Volume Ingombro Totale (mc)

Tab 3 | Costo di costruzione della facciata

-

-

-

1,70

1,70

1,73

3,41

3,03

kg

Peso

Policarbonato Alveolare

Alluminio Anticorodal

Ferro zincato

-

-

-

-

-

Policarbonato Trasparente

-

Policarbonato Trasparente

-

-

€/mc

Policarbonato Alveolare

Morale in abete grezzo

Morale in abete grezzo

Tipologia

Materiale

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/m

Totale

€/mq

Prezzo

-

44,00

70,00

4,30

12,20

-

2,60

€/pezz o

3.780,40

-

44,00

280,00

68,80

634,40

2.670,00

83,20

Totale

V. Allegati 159


Sistema

Copertura

FCT | CPR

BSM | STR

Lattoneria

Manto di Copertura

Infisso

Telaio in legno falda Sud

36,0

CPR.1.a-4 CPR.1.a-5

Telaio reticolare Profilo ad U 4 sostegno falda Nord Profilo ad U 5

Pluviale

Gronda sezione rettangolare CPR.5.c

CPR.5.a

-

CPR.4.f

Sottostruttura pannelli fotov.

viti auoforanti

CPR.4.d

CPR.4.c

Giunti ad H

CPR.4.e

CPR.4.b

Lastra Policarbonato (b)

Giunti Laterali

CPR.4.a

Lastra Policarbonato (a)

Profili ad incastro polic

CPR.3.b

CPR.3.a

Infisso

Tamponamento laterale

CPR.2.b

"Architrave"

Profilo trapezoidale CPR.2.a

8,0

7,0

-

-

270,0

4,0

6,0

10,0

60,0

60,0

116,0

480,0

225,0

-

Bulloni connessione CPR.1.y-1 profili

Viti autoperforanti all-legno CPR.1.y-2

-

CPR.1.b

245,0

Placca connessione CPR.1.x

Profilo connesione

114,0

CPR.1.a-3

Profilo ad U 3

66,0

CPR.1.a-2

Profilo ad U 2

237,0

CPR.1.a-1

Profilo ad U 1

l

8,0

6,5

-

-

2,0

210,0

210,0

210,0

210,0

210,0

60,0

15,5

15,0

-

-

-

-

3,5

3,5

4,0

4,0

4,0

w

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

mq

Superficie

32.000

34.125

-

-

3.780

1.680

2.520

4.200

25.200

25.200

27.840

74.400

27.000

-

-

-

-

441

1.397

3.920

1.056

3.792

cmc

0,032

0,034

-

-

0,004

0,002

0,003

0,004

0,025

0,025

0,028

0,074

0,027

-

-

-

-

0,000

0,001

0,004

0,001

0,004

mc

Volume ingombro

1

1

-

-

5

4

13

21

2

4

1

5

20

70

20

16

5

5

5

5

5

n° pezzi

0,03

0,03

-

-

0,02

0,01

0,03

0,53

-

-

0,07

0,14

-

-

-

-

0,00

0,01

0,02

0,01

0,02

Volume Ingombro Totale (mc)

Tab 4 | Costo di costruzione della copertura

500,0

750,0

-

-

7,0

2,0

2,0

2,0

2,0

2,0

4,0

10,0

8,0

-

-

-

4,0

3,5

3,5

4,0

4,0

4,0

h

Dimensioni (cm)

CPR.1.a

a|b

0|1

Codice

Profilo ad U in alluminio

Pezzi

Componente

-

-

-

-

-

0,00

0,00

0,01

0,04

0,04

-

28,27

10,26

-

-

-

-

-

-

-

-

-

kg

Peso

Materiale

-

Alluminio Anticorodal Alluminio Anticorodal

Lamiera

Lamiera

-

-

Alluminio

-

-

-

-

-

-

-

Policarbonato Trasparente Policarbonato Trasparente

-

-

-

-

480,00

480,00

-

-

-

Policarbonato Alveolare

Policarbonato Alveolare

Policarbonato Alveolare

Ferro zincato

Lamellare

Lamellare

-

-

-

-

-

Alluminio Anticorodal

-

-

Alluminio Anticorodal

€/mc

Alluminio Anticorodal

Tipologia

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

4,36

4,36

-

-

1,33

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

6,95

6,95

6,95

6,95

6,95

€/m

Prezzo

Totale

€/mq

-

-

-

-

-

4,30

12,20

-

-

-

70,00

35,71

64,80

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/pezz o

1.535,81

21,80

32,70

-

-

17,96

17,20

158,60

875,00

30,00

140,00

-

-

-

-

-

-

12,51

39,62

85,14

22,94

82,36

Totale

160 Fito-Recettori Urbani


Tab 4 | Costo di costruzione della copertura

V. Allegati

Costo del sistema impiantistico

161

Anche nel caso dei sistemi impiantistici, la selezione delle componenti fa riferimento alla disponibilità del mercato. Si è diviso la stima dei costi a seconda del sistema impiantistico: idraulico elettrico e termico. Il valore maggiore si riscontra nel sistema elettrico, che comprende il sistema fotovoltaico e dunque tutte le componenti ad esso connesse. In questo caso, non è stato applicata una percentuale maggiorativa essendo piuttosto pragmatina la scelta e il costo dei singoli pezzi.

Impianto idraulico

1.144,03

Impianto elettrico

3.012,68

Impianto termico

900,00

Totale

5.056,71

Sommando a quest ultimo il valore ottenuto dalla stima dei costi di costruzione, si determina il costo totale del box serra:

€ Costruzione

12.056,42

Impiantistica

5.056,71

Tot + 10%

17.113,13


IDR.1.a.6 IDR.1.b.1

Acqua di distribuzione

Componente

Conduttura

IDR.1.a.4

IDR.1.a.3

IDR.1.a.5

IDR.1.a.2

IDR.1.a.1

Substrato organico

Componente

IDR.0.b.02

NetPot

Serbatoio

Conduttura

IDR.0.b.01

Componente

Acqua di discesa

Conduttura

IDR.0.a.06

Vasi

Acqua di risalita

Componente

IDR.0.a.05

IDR.0.a.04

Componente

NetPot

Componente

Pietra porosa

Canalina

Componente

IDR.0.a.03

Componente

Pietra porosa

Componente

IDR.0.a.02

Pompa ad aria

Pompa ad aria

Componente

IDR.0.a.01-b

IDR.0.a.01-a

Codice

Componente

Pompa d' acqua ad immersione

01 | 02 | ..

Serbatoio

a|b

0|1

IDR | LTR | TRM

Pezzi

Componente

Elemento

Sistema

Impianto idraulico

Impianto

Sistema idroponico attivo NFT

Sistema idroponico passivo DWC

-

4,0

-

28,0

-

-

30,0

-

-

-

224,0

-

-

-

50,0

80,0

l

-

4,0

-

28,0

-

-

20,0

-

-

-

15,0

-

-

-

40,0

50,0

w

h

-

4,0

-

20,0

-

-

30,0

-

-

-

10,0

-

-

-

30,0

30,0

Dimensioni (cm)

-

-

-

-

-

-

0,20

-

-

-

0,20

-

-

-

0,20

0,20

cm

Sp | Ø

7,00

-

-

-

-

-

-

4,00

4,50

-

-

-

-

-

-

-

ml

-

64

-

15.680

-

-

18.000

-

-

-

33.600

-

-

-

60.000

120.000

cmc

-

0,00

-

0,02

-

-

0,02

-

-

-

0,03

-

-

-

0,06

0,12

mc

Volume ingombro

-

32

32

32

32

2

2

-

-

462

42

4

4

4

1

3

n° pezzi

-

0,00205

-

0,50176

-

-

0,03600

-

-

-

1,41120

-

-

-

0,06000

0,36000

mc

Ingombro Tot

Tab 5 | Costo di costruzione dell’impianto idraulico

-

Organico

Plastica

Plastica

-

-

Plastica

PVC

PVC

Plastica

PVC

-

-

Plastica

Plastica

Plastica

Tipologia

Materiale

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/mc

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

3,50

-

-

-

-

-

-

3,50

3,50

-

-

-

-

-

-

-

€/m

Prezzo

Totale

€/mq

-

-

-

8,00

3,80

14,13

30,00

-

-

-

2,50

3,80

14,13

46,80

50,00

70,00

€/pezzo

1.144,03

25

-

-

256,00

121,60

28,26

60,00

14,00

15,75

-

105,00

15,20

56,52

187,20

50,00

210,00

Totale

162 Fito-Recettori Urbani


Sistema

0|1

Impianto

IDR | LTR | TRM

Impianto elettrico

Impianto termico

impianto Fotovoltaico

Impianto elettrico

Sistema radiante

-

LTR.0.a.03 LTR.0.a.04 LTR.0.a.05 LTR.0.b.01 LTR.1.a.01 LTR.1.b.01-a

TRM.0.b.01

Convertitore

Quadro Parallelo di carica

Fili elettrici di collegamento

Cassetta di derivazione

Cavi elettrici

Collegamento alla LTR.1.b.01-b rete pubblica

TRM.0.a.01

Batterie di accumulo

Pompa di calore

Serpentina radiante

Componente

Componente

Componente

Conduttura

Componente

Conduttura

Conduttura

Componente

Conduttura

-

75,6

10,0

-

-

-

-

-

LTR.0.a.02

Regolatore di carica

Componente

l

-

27,0

-

-

8,0

-

-

-

-

-

196,0

w

h

-

-

-

-

-

3,5

-

48,0

-

-

5,0

Dimensioni (cm)

99,2

LTR.0.a.01

Codice

Pannello Fotovoltaico

a|b

Componente

Pezzi

01 | 02 | ..

Elemento

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

cm

Sp | Ø

56,00

-

1,80

25,00

-

4,00

-

-

-

-

-

ml

-

97.978

-

-

400

-

-

-

-

-

-

cmc

-

0,10

-

-

0,00

-

-

-

-

-

-

mc

Volume ingombro

-

1

-

-

4

-

1

1

2

1

5

n° pezzi

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

mc

Ingombro Tot

Tab 6 | Costo di costruzione dell’impinato elettrico e termico

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

Tipologia

Materiale

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/mc

Totale

-

-

0,10

0,10

-

-

-

-

-

-

-

€/m

Totale

50,00

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

€/mq

Prezzo

-

610,00

-

-

2,50

-

-

-

-

-

-

€/pezzo

900,00

290,00

610,00

3.012,68

0,18

2,50

10,00

3.000,00

Totale

V. Allegati 163



Elaborati Grafici


- Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano -

Fito-Recettori Urbani


urbana. Essa mira contemporaneamente a diminuire le distanze fisiche e concettuali tra luogo di produzione e consumo, ma anche a ricucire un tessuto sociale frammentario che sempre più di frequente vuole riappropriasi di spazi in disuso da poter vivere in modo quotidiano e informale e dove ricreare il senso di appartenenza ad una comunità. Il seguente lavoro propone una risposta fisica a queste tematiche che si inserisca nel quadro attuale di evoluzione del fenomeno ancora relativamente primordiale, soprattutto in contesti stratificati e consolidati. Si tenta di valorizzare il potenziale inutilizzato degli interstizi esistenti in maniera più o meno temporanea, sfruttando le possibilità offerte dall’utilizzo di metodi di coltivazione innovativi che rispondano positivamente alle particolari caratteristiche degli ambienti antropizzati, generando così elementi che oscillano tra architettura e arredo urbano.

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

La città è il luogo dove le vite dei singoli individui si intrecciano con gli interessi della comunità. Da tale incontro si generano costantemente e sempre più rapidamente effetti imprevisti: progresso ed esclusione, connessione ed alienazione. Gli effetti dei fenomeni globali convergono sempre più intensamenteall’interno degli insediamenti in continua espansione, che, a causa della loro crescente complessità risultano progressivamente meno preparate ai grandi cambiamenti. La resilienza delle metropoli è una delle principali sfide dell’immediato futuro e passa anzitutto attraverso l’incremento della sua capacità di approvigionamento, problematica considerata storicamente estranea al tessuto stesso. Portare la produzione anche dentro le città diventa un modo per coniugare le istanze dei cittadini alle necessità dell’intero organismo; entrambi possono trarre vantaggi dai numerosi benefici prodotti dall’agricoltura


0,66

0,78

0,37

0,43

4,3

7

6

5

4

Mrd

0 Mrd

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

2050

3

2

1

5,2

0

1

2

| 2050 |

3

Popolazione mondiale urbana

2019

1,32

2,53

0,73

0,71

Distribuzione di crescita

1700 1750 1800 1850 1900 1950 2000 2050

Popolazione rurale

| 2019 |

Popolazione mondiale

| 2030 |

4

6,7

0,06

0,04

4,6

5,2

7,7

8,6

9,7

Popolazione urbana

7 Mrd

6

5

| 2050 |

| 2030 |

| 2019 |

Mrd

1970

Nel mondo globalizzato e delle megalopoli, spesso organizzate in reti, i cambiamenti devono partire a livello locale. Immaginare il cibo come sistema urbano può non solo permettere di scoprire possibili sinergie tra città e campagna finora trascurate, ma anchedi gestire i problemi ambientali e di salute urbana come due facce della stessa medaglia. Si deve comprendere e ripensare un modello di sviluppo che sia socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibile, in cui sia evidente l’intervento sulle cause di questi squilibri e non solo l’agire nei confronti dei suoi effetti.

L’enfasi sul tema della produzione, il tradizionale dualismo urbano-rurale e un sistema agro-industriale sempre più globale e de-territorializzato hanno fatto sì che il cibo – dopo aver modellato e plasmato per secoli la forma e la sostanza delle città – scomparisse dalle riflessioni sullo sviluppo urbano. Nelle città si ha consapevolezza solo dell’atto del consumare: tutte le altre fasi della filiera tendono a dissolversi: la gran parte dei cittadini ignora la provenienza degli alimenti, le modalità di produzione e il destino degli scarti e dei rifiuti.

L'accelerato processo di urbanizzazione ha un impatto profondo sul nostro pianeta: oggi oltre la metà della popolazione mondiale vive in città e nel 2050 le previsioni parlano del 70%. Come assicurare e fornire a tutti un adeguato accesso al cibo sano in modo sostenibile è la grande sfida delle città di oggi. Il modello di agricoltura odierno, totalmente dipendente dal petrolio e dalla grande distribuzione, non sembra essere in grado di sfamare un mondo sempre più popoloso: la terra è in affanno e la resa delle terre è in radicale diminuzione.

Quadro di inserimento | Contesto attuale

2 050

0 00

Produzione agricola

|2019 |

| 2019 |

3.565 km3 / anno

Produzione industriale

10%

Prelievi di acqua dolce

Water Footprint

2300 mq |1970|

22%

| 2010 |

Terra arabile pro capite

68%

| 2050 |

20.500

fornitura d’acqua domestica

|2050|

1500 mq

37,4 %

Terre a destinazione agricola ( % di suolo mondiale )

Risorse: suolo e agricoltura

Food Gap 56%

0

00 5.0

0 .00

0 .00

0 .00

4500 mq

| 2010 |

13.100

10

15

20

25

Food Gap

I

Produzione agricola (trilioni di calorie per ann0)

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

2020

205 0 204 0 203 0 202 0 201 0 200 199 0 0


6

Densificazione del tessuto urbano

Sistemi ed economie alimentari

Inurbamento Accelerato sfruttamento delle risorse

Distribuzione

1,6 Mlr di persone vivono in aree sotto grave stress idrico

2000

Aumento dei consumi idrici

2025

Produzione industriale

68%

40% 3,9 Mlr di persone vivranno in aree sotto grave stress idrico

2050

fornitura d’acqua domestica

ite

32%

a li

n me

hi

a li

II

Filiera lunga

11%

IV

13%

ri

III

V

m

ta

22%

I

22%

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

Consumatore

V

I

Produzione e Raccolta

Rapporto tra Città e Aree Rurali

Vendita e Consumo

Vendita

Ristorazione

II

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

Le aree rurali non riescono più a soddisfare da sole i bisogni di una popolazione in continua crescita. L’aumentare della scala e della complessità della città impongono ad essa stessa di provvedere al suo approvvigionamento anche dall’interno, sfruttando le logiche del proprio tessuto e utilizzando la produzione di alimenti come paradigma per la pianificazione stessa.

IV

III

II

tari

Distribuzione

Trasformazione industriale

Prima trasformazione

S pr ec

Fasi del sistema: filiera lunga

en

Per passare dal luogo di produzione al luogo di consumo un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale è perso o sprecato durante le fasi della filiera.

I

Produzione e Raccolta

Pe

rd

La perdita e lo spreco di cibo rappresentano un uso improprio di lavoro, acqua, energia, terra e altre risorse naturali che sono state impiegate per produrlo.

Consumatore

III

Ragione Sociale

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

agricoltura urbana per ridare identità ai luoghi ed innescare processi di rinnovamento culturale

Ragione Culturale

città come nuovo spazio per la produzione e l’ innovazione agricola; progetti che cercano nuove sinergie tra cibo e città in chiave economica e produttiva. Resilienza della città

Ragione Produttiva

produzione di cibo locale come mezzo per combattere i problemi più insidiosi di ineguaglianza sociale e degrado ambientale

Vendita e Consumo

Vendita

Ristorazione

Fasi del sistema: filiera corta

Il punto è tentare di riconnettere le città e le campagne in un rapporto di maggior relazione ed equilibrio per favorire il consumo di cibo locale dando vita a filiere “corte” in grado di valorizzare le economie di prossimità.

È opinione diffusa che gli attuali sistemi alimentari della grande distribuzione non possano soddisfare in modo sostenibile le crescenti esigenze alimentari delle città.

Cibo e città: strategie alternative

Scarsità delle risorse idriche

24%

Produzione agricola

| 2019 |

Un problema che riguarda le città, e nello specifico le megalopoli, è l’aumento della popolazione urbana, con i problemi che questo comporta in termini di qualità della vita.

Popolazione urbana

7 Mrd

Si stima che, nelle filiere agroalimentari tradizionali, gli alimenti percorrono in media 2.400 Km per passare dal luogo di produzione al luogo di consumo e che un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale sia perso o sprecato (FAO, 2011).

7

5

Sistema agro-alimentare tradizionale

Popolazione rurale

5

6

2 050

205 0 204 0 203 0 202 0 201 0 200 199 0 0


Consumo

Consumo

Trasformazione - biogas

Risorse - fertilizzante

n i b il i t à u r b a n a

Di sa

et a

na

$

| 12 |

Pocket Park

| 11 |

ECObox

| 10 |

Prinzessinnengarten

|9|

Kilowatt 0 - Vetro

|8|

Impact Farm

|7|

FARM: shop

|6|

Brooklyn Grange

|5|

Sky Vegetables

|4|

Growing Underground

|3|

Gotham Greens

|2|

Tiger Corner Farms

|1|

Grow Box

Ampiezza degli effetti

Temporalità

Replicabilità Volumetria e Spazialità

Modalità di Inserimento

Tipologia di Produzione

Dato il carattere sponantaneo e variegato del fenomeno dell’agricoltura urbana, è molto difficile definire categorizzazioni e mappature precise. Per tale motivo è molto utile studiare la situazione attraverso una panoramica di casi studio, da cui tentare di trarre alcune conclusioni qualitative che riguardino sia gli obiettivi principali e come essi vanno ad influire sulla morfologia e sulla gestione, sia alcune caratteristiche più spaziali ed architettoniche dei singoli progetti e di come essi si relazionano con il contesto.

Definizione di un flusso chiuso nel Metabolismo Urbano

agricole tradizionali con i benefici di attività di svago, vitalità economica,

paesaggio e dell’ambiente.

salute personale, benessere della comunità e questioni di protezione del

z io

uc

Flusso di chiusura tra Agricoltura peri-urbana e Agricoltura Urbana

Agricoltura Urbana | Produzione |

Trasformazione

Agricoltura peri-urbana tradizionale

Agricoltura Urbana L’agricoltura Urbana è un sistema multifunzionale che connette attività

Ed

Flusso mono-direzionale del tradizionale metabolismo urbano

Rifiuti

Agricoltura Urbana e Riqualificazione

Casi studio

M o b i li t à d o l c e

Trasporti

n Ve

Ac

qu

i st

o

c

Gli interventi maggiormente orientati alla riqualificazione urbana e soprattutto sociale di un’area sono quelli che applicano un tipo di produzione orticola piuttosto tradizionale, perchè da un lato è un tipo di produzione più economica, mentre dall’altro è un’ attività di per sé gratificante e che funge da attrattore positivo. Gli interventi sono sempre frutto di iniziative bottom up informali di gruppi di persone che ambiscono alla riappropriazione di spazi della quotidianità. Spesso gli interventi sono temporanei e reversibili, per poter essere in grado di adattarsi ai cambiamenti delle aree in cui vanno ad insediarsi.

- Gli ideatori sono spesso singoli individui ma c’è grande collaborazione con le istituzioni sopratutto per la necessità di compiere grandi investimenti iniziali per i mezzi di produzione, quasi esclusivamente fuori suolo.

Negli interventi maggiormente orientati verso la conformazione di business, dunque economicamente redditizi, si riscontrano alcune caratteristiche: - Frequente riutilizzo di spazi mai considerati sfruttabili e che acquistano potenziale grazie alla disponibilità di tecnologie produttive o strutturali prima inesistenti;

Tali interventi non fanno parte della cosiddetta Agricoltura Urbana, che si basa su presupposti più ampi rispetto a quelli puramente economici. Tali sistemi non apportano altri benefici e non creano relazioni con il contesto in cui sono inseriti e con i fruitori dell’intervento.

ne

Agricoltura Urbana

Economia locale

Metabolismo Urbano

Compost

te os

D is t ri b u z i o n e

e rd Ve

Soste

Rifiuti

co

to

di ta

s to

Au vo le

u

Ri fi u tii o

od Pr

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

o

ne

Orientamento ed obiettivi degli interventi

m

Prodotti locali

Trasfo r m a zio n e

z io ns a

to

ns u

en

no

pe

am

ba

Au

nt

ur

a

$

$

Impact Farm | 8 | ECObox (posizione attuale) | 11 |

Pocket Parks | 12 | Prinzessinnengarten | 10 |

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:

Caratteristiche spaziali, bordi, distanza da terra e relazioni

$

Obiettivo e Risonanza

$

Spazio e Intervento

II


| 12 |

Pocket Park

| 11 |

ECObox

| 10 |

Prinzessinnengarten

Temporaneità e Reversibilità

perchè da un lato è un tipo di produzione più economica, mentre dall’altro è un’ attività di per sé gratificante e che funge da attrattore positivo. Gli interventi sono sempre frutto di iniziative bottom up informali di gruppi di persone che ambiscono alla riappropriazione di spazi della quotidianità. Spesso gli interventi sono temporanei e reversibili, per poter essere in grado di adattarsi ai cambiamenti delle aree in cui vanno ad insediarsi.

KREUZBERG Moritzplatz 2009 - 2019

ECObox 1

ECObox 3

2. Terreno deteriorato e improduttivo

10 giorni

Reversibilità dei componenti

Impact Farm è il progetto di due architetti danesi che hanno costruito una micro fattoria urbana a partire da container dismessi utilizzati come contenitori dei materiali, quindi come parte della struttura stessa. Il primo prototipo è stato installato a Copenhagen ed è già stato trasferito da un primo lotto ad un secondo, quando è sorta la necessità. E’ stato costruito un secondo modello installato ad Harlme (NYC), che sta riqualificando un’area degradata.

Impact Farm - Copenhagen, New York City

Common Grounds

Unione Europea

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

St. Jacobi

Nomadisch Grün

Marco Clausen, Robert Shaw

Fondi Nazionali

ECObox - Paris

ECObox Association

Unione Europea

Atelier d’Architecture Autogérée

Fondi Locali

€ Real Dania Underkæver

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

Juice Generation

Harlem Grown

Human Habitat: Mikkel Kjær, Ronnie Markussen

Impact Farm - Copenhagen, New York City

Copenhagen

Prinzessinnengarten - Berlin

NYC

Miljøpunkt Nørrebro

University College Copenhagen

I progetti di Agricoltura Urbana sono caratterizzati da una forte compartecipazione di attori e figure differenti. E’ pratica comune che ci sia forte dialogo tra enti pubblici e privati, che collaborano a livello gestionale ed economico per conciliare gli interessi.

Gestione e Organizzazione

3. Capacità di influenza delle aree e progetti limitrofi

2. Piattaforma di contenimento ed identificazione intervento

1. Produzione in contenitori trasportabili

Soluzioni pratiche ed architettoniche

1. Area in veloce trasformazione

3. Utilizzo di materiali riciclati e riciclabili

Caratteristiche area La Chapelle

ECObox 1

ECObox 2

ECObox - Paris

2. Strutture leggere e reversibili

1. Produzione in contenitori trasportabili

Soluzioni pratiche ed architettoniche

2. Terreno deteriorato e improduttivo

1. Spazio di proprietà della città, concesso a tempo determinato

NEUKÖLLN St. Jacobi Friedhof 2020- indefinito

Prinzessinnengarten - Berlin

Il carattere temporaneo dell’intervento ricorre piuttosto frequentemente nelle operazioni di Agricoltura Urbana, soprattutto per quelle il cui focus è più di riqualificazione urbana e sociale informale. La spontaneità e la non pianificazione a priori di tali operazioni, oltre alla loro scarsa redditività economica, fa sì che l’unico modo per potersi inserire in un contesto costruito, a livello pratico e legislativo, sia attraverso interventi in grado di spostarsi e di essere rapidamente smantellati. I casi studio in questo senso sono stati utili per poter analizzare varie maniere di affrontare la finitezza delle iniziative intraprese e il loro grado di reversibilità e temporaneità.

Moritzplatz

2001 - 2006 2006 - in attività

Growing Underground | 4 |

Brooklyn Grange | 6 | Sky Vegetables | 5 | Gotham Greens | 3 |

ECObox (posizione iniziale) | 11 |

Impact Farm | 8 | ECObox (posizione attuale) | 11 |

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:

Proiezione verso l’esterno: Incentivo socialità interna: Libertà di fruizione: Ampiezza effetti generati:


Ecologia

Tecnologia

Produzione fuori suolo in serra

Produzione su tetto

90 % • Rapporto

• Produzione continua

• Cicli delle colture

• Produzione stagionale

• Cicli delle colture imposti dalla tipologia di ortaggio

ridotti

• risparmio di acqua rispetto le tecniche tradizionali

70-90 %

• Uso di terra

0%

Raccolto / Produzione

Dipendenza dal costruito

Produzione fuori suolo su tetto

u olo

• Uso di acqua dolce disponibile

Produzione in serra

Produzione in cassoni

ativo fuori s

70 %

arabile disponibile

Rotazione di piccoli appezzamenti

Tradizione e innovazione agricola

ma Innov

• Uso della terra

80 %

Raccolto / Produzione

• Rapporto

50 %

diserbanti

• Uso di pesticidi e

Dipendenza dal suolo

Permacoltura

a Sistema tr dizionale

Tecniche di coltivazione

Crescita spontanea Ambiente controllato

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

Siste

5

Pietra porosa

220 V

B

B Ricircolo della soluzione tramite pompa

E

Pompa ad aria 220 V

Rapido sviluppo dei paesi del Nord Europa, seguiti da Francia, Spagna, Italia e Portogallo, tutti spinti dalla gratificazione e dal compiacimento che procura consumare ciò che si è prodotto da soli.

Grande sviluppo della tecnologia: messa a disposizione dei piccoli coltivatori urbani.

Il dr. Allen Cooper introduce il sistema NFT

Anni di progressi tecnologici

Prima applicazione dell’idroponica su larga scala durante una guerra

Dr. William F. Gericke fondatore dell’idroponica moderna

Sistema DWC

serbatoio

E Rientro della soluzione nutritiva in eccesso nel

D Assorbimento dei nutrienti per mezzo delle radici

Deep Water Culture | sistema a ciclo chiuso passivo

C Flusso dei nutrienti nel canale di coltivazione

A

Nutrient Film Technique | sistema a ciclo chiuso attivo

Sistema NFT

9

A Serbatoio di riserva e raccolta della soluzione nutritiva

Flusso d’acqua

D

Argilla espansa : substrato con solo scopo di sostegno

C

Net Pot : vaso in plastica di sostegno alla pianta

Pompa ad aria

Tubo drenante

7

Serbatoio di raccolta della soluzione nutritiva

2 4

8

8

Pompa d’acqua ad immersione

3

5

Tubo di riempimento

9

7

6

2

1

4

Vassoio di coltivazione

1

Componenti base di un sistema idroponico

6

3

Idrocoltura

2020

1995

1990

1980

1970

1960s

1944

1940

1930

1920

1900

III


Idroponico

>

$

>

Tipologie di sistema

>

$

<

grado di forzatura

grado di forzatura

< <

<

Resa

Uso di energia

>

Uso di energia

Resa

Aeroponico

Produzione e vendita associati a scopi sociali ed educativi

Produzione e vendita a scopo prevalentemente economico

William F. Gericke

T (°C)

15 - 20°C

Temperature

20 - 25°C

Pieno sole

Esposizione non prolungata al sole diretto esposizione sole-ombra

Esposizione Mezzombra

In suolo

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

Sistema DWC

Genna io Fe bb rai o

Raccolta

Produzione

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

La coltivazione di diverse specie orticole all’interno di uno stesso nucleo agro-produttivo permette la rotazione di queste e una variegata produzione annuale. L’offerta diversificata di prodotti orticoli, destinati al consumo in loco o alla vendita, garantisce in ogni momento dell’anno un ampio menù, promuovendo una dieta sana ed equilibrata e configurandosi come una guida per l’utente alla sostenibilità alimentare.

Giu gn o

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

Sistema NFT

Tecnica di coltura

Colture estive

Spinaci Bietola Lattuga Sedano Cavolo Cappuccio Carota Radicchio Rucola Finocchio Basilico Fragola Melanzana Pomodoro Peperone Cetriolo Zucchino

Ciclo delle colture

Pompa ad aria 220 V

Maggi o

* Nota: Selezione di specie orticole tipiche del clima dell’ Italia Centrale-Settentrionale. A zone climatiche diverse corrisponderanno specie orticole diverse. La scelta delle specie da coltivare dipende certamente dagli aspetti climatici e ambientali e dalle caratteristiche del sito, ma anche dalla propensione alla salvaguardia di diversità locali e prodotti tipici.

10 - 15°C

Legenda

Tecnica di coltura

Esposizione

Colture primaverili

b. Coltura in ampie vasche - sistema impiegato per uso commerciale.

A

Deep Water Culture | sistema a ciclo chiuso passivo

Sistema DWC

serbatoio

E Rientro della soluzione nutritiva in eccesso nel

A Serbatoio di raccolta della soluzione nutritiva e vasca di coltivazione coincidono

a. Coltura in vasi: autonomi o facenti parti di un sistema connesso a un vaso di controllo

Pompa ad aria 220 V

D Assorbimento dei nutrienti per mezzo delle radici

Aprile

Fruttificazione

Colture invernali - autunnali

B Ricircolo della soluzione tramite pompa C Flusso dei nutrienti nel canale di coltivazione

“ L’idroponica è un metodo di coltivazione artificiale ma non innaturale, basato sugli stessi principi che la natura ha stabilito per la vita. ”

Sistema idroponico e Colture

Acquaponico

$

• Produzione locale

La coltivazione stagionale permette di ottimizzare le risorse, prevedendo un ciclo di produzione autunnale-invernale ed uno primaverile-estivo, in ciascuno dei quali specie orticole dalle simili caratteristiche di crescita si alternano, riducendo al minimo la necessità di climatizzazione invernale o il raffrescamento estivo.

controllo

• “ Food Miles ”

• Cicli delle colture

• Cicli delle colture imposti dalla tipologia di ortaggio ridotti

• Produzione continua

• Produzione stagionale

Flusso d’acqua

A Serbatoio di riserva e raccolta della soluzione nutritiva

bre Dicem

70-90 %

re mb ve No

• risparmio di acqua rispetto le tecniche tradizionali

Settem bre

70 %

o Agost

Ot tob re

• Uso di acqua dolce disponibile

o gli Lu

olo o arz M


1.20

4.80

O

N

Areazione

Componente verde

S

4.80

E

Box serra di coltivazione idroponica | orientamento ed esposizione

Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

A'

Caratteristiche dell’intervento

Reversibile

Sezione A-A

Temporaneo Flessibile Sostenibile

Autonomo

Multifunzionale

Ripensare la pianificazione delle città utilizzando il cibo come paradigma di progetto è fondamentale per lo sviluppo delle realtà urbane nell’immediato futuro, concedendo ai cittadini la riappropriazione attiva degli spazi in cui ad oggi ci si sente sempre più estranei e alienati.

Si vuole fare una media tra la funzione di produzione e quella di riqualificazione di piccole pertinenze nei centri urbani della città consolidata o in processo di lento cambiamento: sfruttando aree dismesse in attesa di nuova vita, aree con progetti già programmati o pertinenze abbandonate, si vuole guidare il comportamento del cittadino e canalizzarlo in maniera attiva verso la sensibilizzazione ad una questione più contemporanea che mai.

L’obiettivo è rendere l’agricoltura parte integrante dello spazio urbano, attraverso forme non tradizionali di produzione che rispondono in maniera migliore alle esigenze del tessuto urbano odierno, caratterizzato da spazi angusti e frammentati. L’intervento si inserisce in un processo di cambiamento per un problema di grande scala, traducendoci fisicamente nella la somma di tanti piccoli interventi strettamente interconnessi tra loro.

Il progetto consiste nella realizzazione di serre urbane innovative che, sfruttando la tecnologia della produzione fuori suolo, permettono una coltivazione protetta e sostenibile in contesto urbano.

0.76 0.20

A'

Proposta Progettuale

A

Fito-Recettori Urbani

5.43

1.20

4.80 4.04 0.43

0.76 0.20 4.04 0.43

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

Sezione A-A

Sezione A-A

Coesione sociale

Riqualificazione urbana

Componibilità | Intuitività | Identificabilità

Inserimento urbano e scala di intervento

Sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini

Incremento della produzione dentro la città

A'

5.43

IV


0.76

4.24

0.43

0.76

4.24

1.20

5.43

0.76

4.24

0.43

A

Prospetto Nord

PIANTINE / parete : 60

5.00

A

5.12

PIANTINE / impianto : 60 PIANTINE / parete : 120

5.12

PIANTINE / impianto : 60 PIANTINEPIANTINE / parete :/120 parete : 60

Prospetto Ovest

Prospetto SUD

0.43

4.24

0.76

Prospetto OVEST

5.00

A

4.80

A'

A

Prospetto OVEST

4.80

5.00

5.12 5.12

5.12

Funzione integrata

0

5.12 5.00

Prospetto EST PIANTINE / impianto : 60

5.12

PIANTINE / impianto : 60 PIANTINE / parete : 120

Prospetto OVEST

Sezione A-A’

PIANTINE / impianto : 60 PIANTINE / parete PIANTINE / parete : 120: 60

ProspettoSezione EST A-A

0.5

4.80

5.12

PIANTINE / impianto : 60 PIANTINE / parete : 120

Prospetto Est

Prospetto EST

PIANTINE / impianto : 60

Scopo strutturale

5.43

Prospetto OVEST

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

PIANTINE / parete : 60

Prospetto Sud

PIANTINE PIANTINE // impianto impianto :: 60 60 PIANTINE PIANTINE // parete parete :: 120 120

Prospetto Prospetto SUD OVEST

5.12

PIANTINE PIANTINE / impianto : 60 / impianto : 60 PIANTINE / parete PIANTINE : 120 / parete : 120

Prospetto EST

Pianta Box Produttivo

Autocostruzione

A

A

0.76 4.24 0.43

A

A'

Componibile

5.43

4.80 4.04 0.43

0.76

A'

A

5.43

5.43

5.43

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

0.43

0.76 0.76 4.24 4.24

0.76 4.24 0.43

4.24 0.43 4.80

0.76

4.80

5.43 5.43

5.43

1.20

5.43 1.20

5.43

1.20

0.43 0.43

5.43

5.43

0.76 0.20

4.04 0.43

0.76 4.24 0.43 0.76

4.04 0.43

0.76 5.43 4.24 0.43

5.43 0.76 4.24 5.43 0.43

0.20 4.04 0.43

Indipendente

2

5.43

Scala 1:50

5m

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

1

4.80

A' A

0.76

Sezione A-A

1.20

4.80

0.76 4.24 0.43

0.76 4.24

0.43

4.24 0.43

5.43

5.43

0.20 4.04 0.43

0.76 4.24

0.43

4.80

5.43

5.43

1.20

4.80

PIANTINE / impianto PIANTINE / parete :

Prospetto EST

PIANTINE PIANTINE

Prospett

Sezione A-A


VERSIONE VERSIONEPER PERSTUDENTI STUDENTI VERSIONE PER STUDENTI

ZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

FCT.2.a

FCT.2.a

FCT.2.b

STR.2.b

CPR.2.a

STR.2.a-2

CPR.1.b

CPR.5.a

CPR.3.a

CPR.4.a

CPR.4.b

SCALA SCALA 1:501:50 SCALA 1:50

9.0 9.0 9.0 ø 1.2 ø 1.2

17.0 17.0 17.0

59.5

59.5

6.0

17.0

123.0 123.0 123.0

20.0 15.0 15.0 15.0

Supporti regolabili Supporti basebase regolabili Supporti base regolabili 20.0 20.0

s= 2,0 s= 2,0 s= 2,0

114.0 114.0 114.0

114.0

Pannello supporto impianti Pannello Pannello isolante Pannello supporto impianti isolante Pannello supporto impianti Pannello isolante 114.0 114.0

s= 10,0s= 10,0 s= 10,0

18.0

120.0 114.0 4.0

120.0 116.0 4.0

480.0 120.0 116.0

224.0

17.0

4.0

Pezzo B 6.0 120.0 114.0

123.0

ø 1.2

9.0

17.0

Pezzo A (con tasca)

Base

12.0 20.0

4.0

Supporto vaschette idroponico

Pezzi

ø 16.0

ø 16.0

112.0

20.0 15.0

268.0

Pezzo B 6.0

ø 1.2

123.0

123.0

ø 16.0

ø 16.0

4.0

17.0

20.0 8.0

s= 2,0

114.0

4.0 supporto impianti Pannello

ø 1.2 s= 0,4

Pezzo B 6.0

17.0

Pilastro Pilastro Pilastro

17.0 4.0 4.0

4.0

Pezzo A (con tasca) Pezzo A (con tasca)

9.0

4.0

17.017.0

ø 1.2ø 1.2

ø 1.2 s= 0,4

ø 1.2ø 1.2 s= s= 0,4 s= 0,4 2,0

6.0

Placca unione pilastro base Placca unione pilastro base Pezzo17.0 B 17.0

123.0 114.0123.0 123.0

Pannello supporto impianti

ø 1.2

9.0

6.0 6.0 17.0

123.0 123.0 123.0

Pezzo A (con tasca) 17.0 B Pezzo Pezzo B

Base Placca unione pilastro base

Pezzo B

9.0

123.0

6.0

ø 1.2

20.0 20.0 20.0 8.0 8.0 8.0

ø 16.0

SCALA SCALA 1:50 1:50

CPR.4.e

CPR.4.f

CPR.1.a-4

CPR.1.a-2

114.0

isolante

4.0

ø 16.0 Montante

6.0

Struttura

4.0 4.0

123.0

4.0

s= 2,0

114.0

ø 16.0

ø 16.0

4.0

s= 10,0

ø 1.2 s= 0,4

15.015.0

114.0

6.0

Base Base

108.0

123.0

s= 2,0

ø 16.0

Abaco Pezzi

3.9

20.0 8.0

20.0

4.0

20.0 8.0

Base Struttura Pezzo A (con tasca)

4.0

60.0

59.5

Struttura Pilastro Montante Abaco Pezzi Lastra Policarbonato

Coperchio 1

Pilastro d'angolo

Montante

17.0

Pilastro

ø 16.0

6.0

1:20 ø 1.2

ø 1.2

9.0 9.0

s= 10,0

114.0 17.0

20.0 Coperchio 15.0

59.5

17.0

Pezzo B

123.0

123.0

6.0

ø 1.2

9.0

1 ø 16.0

123.0

114.0

Pannello supporto impianti

s= 2,0ø 1.2 s= 0,4

SCALA 1:50

17.0

59.5

Coperchio 2

ø 16.0

20.0 15.0

9.0 ø 1.2

6.0

Giunto ad H

ø 16.0

114.0

Giunto ad H

Pannello isolante

ø 16.0

60.0 Pilastro Montante Pilastro Montante

6.0

Pezzo B Policarbonato Struttura Struttura Lastra

20.0 15.0123.0

Supporti base regolabili

114.0

17.0

SCALA 1:20

59.5

Coperchio 3

Pezzo A (con tasca)

Base

ø 16.0 Pannello isolante

s= 10,0

Placca unione pilastro base

114.0

Pannello supporto impianti

18.0ø 1.2 s= 0,4

ø 16.0

20.0

Pilastro d'angolo Giunto ad H

59.5

Coperchio 2

18.0

12.0 20.0

4.0

123.0

ø 1.2 s= 0,4

17.0

BSM.2.a s= 2,0 ø 16.0

17.0

ø 1.2

s= 10,0

17.0

pilastro base 6.0 Placca unione 4.0 4.0

120.0 116.0

Montante

4.0

480.0

20.0 15.0

18.0d'angolo Pilastro Pilastro d'angolo

123.0

Pannello supporto impianti Pannello isolante 114.0 Supporto vaschette idroponico 114.0

4.0

Cassetta orto

20.0 15.0 12.0 20.0

Supporti60.0 base regolabili

Pezzo B 1:20 BSM.2.b

6.0

224.0 6.0

20.0 8.0

116.0

110.0

120.0 Travetto

Pilastro

120.0 114.0

230.0

Tirante

230.0

120.0

4.0

4.0 20.0

114.0

8.0

20.0

59.5

15.0

Pezzo Pezzo B Coperchio 1B

6.0 6.0

ø 16.0

59.5

20.0 8.0

20.020.0 8.0 8.0

STR.2.z-2

s= 2,0

s= 2,0

114.0

114.0

230.0 230.0 108.0 230.020.0

110.0 110.0 110.0

STR.3.a

20.0 15.0

STR.3.b

15.0

STR.3.c-1

114.0

ø 1.2

9.0

20.0 15.0

s= 10,0 s= 10,0

x4

17.0

114.0

114.0

59.5

Coperchio 1

STR.1.b

4.0

4.0 Pilastro

s= 2,0

4.0

59.5

120.0 114.0

Coperchio 3

ø 16.0

4.0

s= 10,0

x 36 120.0 116.0

s= 2,0

4.0

480.0

6.0

s= 2,0

60.0 59.5

x 12 Tetto Tetto

Tetto

59.5

Coperchio 2

108.0

59.5

Coperchio 3

60.0

60.0

ø 16.0

6.0 230.0 59.5

6.0

20.0 20.0 20.0 123.0

STR.2.a-1

20.0

230.0

Travi N/S Travi E/O 17.0 Travi E/O 110.0 110.0 20.0 ø 16.0 110.0 230.0 110.0 230.0 20.0 20.0 20.0 9.0

d'angolo

x4

Tirante Struttura | STR | s=ø0,41.2 120.0

Profilo reticolare2 Profilo reticolare2 460.0 460.0 Profilo reticolare2 460.0 66.0 66.0

66.0

120.0

230.0 230.0

120.0 59.5 114.0

20.0

224.0 224.0 224.0

Coperchio 2 Coperchio 2 1:20

ø 1.2 s= 0,4

8.0 8.0

8.0

Struttura Struttura

Pezzo B

6.0

59.5

460.0

17.0

224.0

120.0 59.5 116.0

4.0

60.0 120.0 116.0

20.0

18.0 59.5

Tetto

4.0

120.0 116.0

4.0

480.0 18.0

18.0

460.0

110.0

120.0

3.9

110.0

4.0

224.0

6.0120.0 114.0

Travetto Travetto

59.5

224.0

224.0

4.0

120.0

Profili ad incastro polic (copertura lux) Trave Trave centrale 268.0 xcentrale 36 460.0 Supporto vaschette idroponico

110.0

230.0

12.0 20.012.0 20.0

224.0 460.0

224.0

20.0 20.020.0 110.0

4.0

120.0

460.0 9.0 20.0

6.0

460.0 Profilo reticolare 1 reticolare 1 120.0

Profilo 120.0

230.0

3.9

Profilo reticolare 3 Tetto

17.0

x2

66.0

1:20

110.0

237.0 237.0 245.0

4.0

460.0 120.0

Su

110.0 Mensole

S

112.0 Tirant

110.0

Mensole lato

6.0

Giunto ad H

120.0

Tirante

460.0 120.0

18.0

idroponico 120.0

268.0

Supporto vaschette Profili ad incastro idroponico polic (copertura

Traverso

224.0

Tetto

15.0

20.0

20.0

110.0

20.0

116.0

112.0

3.920.0

66.0

6.0

66.0 237.0

4.0

telaio p porta ve 237.0

245.0

Tirante

Profilo reticolare 1 Profilo reticolare2

112.0

26

Profili ad incastro polic (cop

480.0 20.0 lato nord 120.0 120.0 120.0 Mensole lato nord telaio Mensole 4.0 4.0 reticolare 114.01 116.0 116.0 Profilo

Tetto

12.0 20.0

Tirante Giunto ad H

4.0

4.0

8.0 8.0 Supporto vaschette 120.0 4.0 4.0 114.0

TiranteTirante

120.0 x 62 114.0

TiranteTirante

230.0

120.0 116.0

237.0 120.0 114.0

Tirante Traverso Profilo reticolare 1 Tetto Tetto STR.3.z-1

230.0

Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico

Travi E/O

6.0

120.0 114.0

Coperchio 3 vaschette Supporto vaschette idroponico Supporto idroponico

4.0

Traverso

110.0 110.0 110.0 110.0

Travi N/S 230.0

4.0

12.0 20.0 Coperchio 2 Coperchio 3 Lastra Policarbonato Giunto ad H 480.0

123.0

120.0 114.0

ø 16.0

60.0 460.0 120.0

230.0

Tirante 224.0 telaio porta v

230.0

120.0

Travetto Tirante

110.0

Tir

120.0

110.0

120.0

120.0 120.0

460.0 460.0

36.0 36.0 36.0 ø 16.0

4.0

8.0

120.0 120.0

114.0 114.0 114.0 120.0 120.0 4.0 114.0 114.0 4.0

118.0 118.0

480.0 120.0 116.0 4.0

20.020.0

120.0

6.0

36.0 120.0 Profilo reticolare2 Profilo reticolare 66.0 Profilo reticolare 4 4

110.0

237.0 245.0 245.0

4.0 ø 16.0 120.0

Profilo reticolare 5

120.0 460.0 114.0 114.0 4.0

120.0 reticolare2 Profilo Profilo reticolare2 Profilo reticolare 4 66.066.0

ø 1.2 120.0 4.0 114.0 120.0

460.0 123.0

480.0 20.0 20.020.0 120.0 120.0 20.0 4.0 116.0 116.0 4.0 110.0

Travetto

110.018.0 110.0 110.0

Trave centrale

120.0 4.0 116.0

15.0

20.0

110.0

3.9

268.0

36.0

245.0 114.0

Profilo reticolare 5 Profilo reticolare 4

20.0

268.0

Profilo reticolare 3 Profilo reticolare2 Profili ad incastro So Tirante adTirante incastro polic (copertura Profili Profili polic (copertura lux) lux) Trave centrale x 8 ad incastro Profilo reticolare 1 1:20 STR.3.z-1 x2 idroponico Profilo reticolare Profilo reticolare 5 5 Supporto vaschette Profilo reticolare 4 Profilo reticolare 3 Profilo reticolare 3 Profilo reticolare 5 Profilo reticolare 3

460.0 460.0 460.0

245.0

460.0 Traverso Traverso Profilo reticolare Profilo reticolare 4 4 120.0 120.0 120.0 120.0 120.0 Profilo reticolare 4 120.0

ø 16.0

Profilo reticolare Profilo reticolare 3 3 Profilo reticolare 3 245.0 245.0

17.0 Profilo trasversale Profilo trasversale Pilastro Pilastro Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo Montante ø 16.0 Montante Pilastro Montante Profilo trasversale

110.0 6.0 110.0

Struttura

Travetto

9.0

230.0

SCALA 1:20 ø 1.2 Travi N/S STR.2.a-2 Trave centrale Trave centrale

123.0

110.0 110.0 110.0 20.0 20.0 20.0

17.0

ø 1.2

Travi N/S E/O STR.2.a-2 Trave centrale Travi N/S 110.0 110.0 110.0

59.5

Coperchio 3 Coperchio 3

4.0

4.0

6.018.0

120.0

vaschette idroponico

110.0 110.0 224.0

Travi idroponico N/S N/S SupportoTravi vaschette

Supporto 12.0 20.0

Supporti base regolabili Profilo reticolare2 Tirante Travi N/S

Travi E/O

237.0 237.0 237.0

Profilo reticolare Profilo reticolare 1 1 Profilo reticolare 1

SCALA 1:20 Placca unione pilastro base

59.5 59.5 460.0 460.0 17.0 120.0 120.0 460.0 120.0 120.0 120.0 120.0

120.0 116.0

6.0

Giunto ad H

230.0

110.0

1 1

2

base reg Placca unione pilastro base Supporto vaschetteSupporti idroponico

4.0

Travi E/O Coperchio 1 Policarbonato Coperchio LastraLastra Policarbonato Giunto Giunto ad H2 ad H Pilastro d'angolo 460.0

20.0 Pilastro 8.0

230.0 230.0 Pilastro 230.0

460.0 460.0 ø 1.2 120.0 120.0 460.0 120.0 120.0 120.0 120.0 20.020.0 20.0 4.0 8.0 4.0

9.0

Montante

108.0

Lastra Policarbonato

114.0

Traverso Cassetta orto Sottostruttura fotovoltaico BSM.4.c BSM.5.z1 Coperchio 123.0

59.5

Traverso

114.0

Tirante Pannello supporto impianti polic Pannello(copertura isolante Profili ad incastro lux)

VERSIONE PER STUDENTI 460.0 460.0 460.0

Struttura SCALA 1:20 STR.1.a

8.0 Supporti base regolabili

110.0 110.0 110.0

Pezzo B

20.0

20.0 15.0

BSM.4.b

59.5 s= 2,0

Pezzo B

Struttura 108.0

Coperchio 1 Coperchio 1 SCALA Pilastro d'angolo 123.0 Trave centrale Trave centrale 59.5 59.5 Trave centrale

STR.2.z-1

Pilastro ø 16.0

x 90

Pannello supporto impianti Pannello Pannello isolante Pannello supporto impianti isolante

BSM.4.a

17.0 17.0

ø 1.2 ø 1.2 s= 0,4 s= 0,4

Pilastro Pilastro d'angolo Montante Pilastro Pilastro d'angolo TraviTravi N/S N/S Travi N/S s= 2,0 s= 2,0 ø 16.0

59.5 108.0

Coperchio 3 Cassetta orto

Coperchio 1 Coperchio 2 pilastro Supporti base regolabili PlaccaPlacca unioneunione pilastro base base Supporti base regolabili

ø 16.0

Coperchio 2s= 2,0

110.0

Travetto Trave centrale 224.0

110.0

120.0

110.0

4.0 230.0

20.0

Pilastro 120.0

230.0

Tirante

Travi N/S 8.0 Travi E/O 4.0

460.0

460.0

Tirante

112.0

Supporto vaschette idroponico Mensole lato nord 18.0

1:20

4.0

Travi E/O 120.0

Travetto

110.0

6.0

2

centrale Pilastro d'angoloTraveTravi N/S Profili ad incastro pol

224.0

4.0 224.0

Travi E/O Travi E/O

ø 16.0

Tirante

Supporti 4.0 base regolabili

ø 1.2

9.0

ø 16.0

Struttura 4.0 17.0

Placca unione pilastro base

4.0

6.0

120.0 114.0

123.0

Traverso

Pezzo B

4.0

20.0 8.0

60.0

Traverso

460.0

Montante 460.0 120.0

110.0

Travi N/S

Travi E/O

Lastra Policarbonato Giunto Trave centrale

Struttura Supporto vaschette idroponico

110.0

Travi N/S

Pilastro d'angolo

230.0

470.0

V

Supporto vaschette idroponico

59.5

Coperchio 3 Travi E/O

9.0 6.0 CON REALIZZATO REALIZZATO CON PRODOTTO CONAUTODESK UNAUTODESK PRODOTTO VERSIONE AUTODESK VERSIONE STUDENTI PER20.0STUDENTI REALIZZATO UN UN PRODOTTO VERSIONE PERPER STUDENTI Trave centrale ø 1.2

Pezzo B Pezzo A (con tasca) Supporti base regolabili

Base

SCALA ø 1.21:50 s= 2,0

17.0

9.0

4.0

SCALA 1:50 Pilastro

20.0 20.0 Basamento | 20.0 BSM | 123.0 s= 2,0 s= 10,0 17.0 17.0 20.0 Supporto vaschette idroponico REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI Lastra Policarbonato Giunto ad H 4.0 4.0 SCALA 1:20 108.0 8.0 8.0

BSM.1.a

s= 2,0

108.0

Abaco Pezzi

Pezzo A (con tasca)

Base

ø 16.0

Abaco Pezzi Abaco Pezzi Cassetta orto Abaco dei pezzi

Abaco PezziAbaco Pezzi Abaco Pezzi Travetto Travetto ø 1.2 123.0 s= 0,4

17.0

Placca unione pilastro base

6.0

9.0

123.0 4.0 4.0

ø 1.2

Pilastro

STR.2.c

STR.2.a-1

CPR.1.a-1

CPR.1.a-5

Travetto Placca unione pilastro base Supporti base regolabili Supporti base regolabili Supporti base regolabili 17.0 20.0 Pannello supporto impianti Pannello isolante 20.020.0

ø 16.0 ø 16.0 ø 16.0 Pannello

15.0

17.0

Montante Montante

SCALA 1:50 123.0

ø 1.2

9.0 B Pezzo

17.0

Pezzo A (con tasca)

Supporti base regolabili 20.0 Pezzo B

ø 16.0 ø 16.0

ø 16.0

4.0

Costo Totale Componenti = € 1530,00

114.0

106.0

telaio porta orizzontale

118.0

s= 0,4STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONEREALIZZATO PER REALIZZATO REALIZZATO CON PRODOTTO CONAUTODESK UNAUTODESK PRODOTTO VERSIONE AUTODESK VERSIONE STUDENTI PERLastra STUDENTI 123.0 123.0 CON UN UN PRODOTTO VERSIONE PERPER STUDENTI Policarbonato

Struttura Struttura

Pezzo A (con tasca)

20.0 20.0 20.0

s= 10,0

Montante

Supporto vaschette idroponico Pannello isolante Placca unione pilastro base Supporti base regolabili

Pannello supporto impianti

ø 1.2 s= 0,4

17.0

Placca unione pilastro base

123.0

Pilastro d'angolo SCALA CON UN 1:20 PRODOTTO AUTODESK TraviTravi E/O E/O Cassetta Cassetta orto orto Travi E/O Montante

REALIZZATO

114.0

Pannello isolante

Struttura

Tirante

114.0

Cassetta orto

s= 2,0

(con tasca) PezzoPezzo A (conAtasca) Supporti base regolabili Cassetta orto

SCALA SCALA 1:50 1:50

AbacoStruttura Pezzi

Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo

SCALA 1:50

Pannello supporto impianti

Abaco Pezzi

Tirante

SCALA 1:50

Pezzo A (con tasca)

Base

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK 123.0 123.0STUDENTI CPR.1.a-3 VERSIONE PER

Abaco PezziSCALA 1:50 Struttura Struttura Struttura Montante Montante Montante

ø 1.2 s= 0,4

4.0 4.0

ø 16.0

ø 16.0

SCALA 1:50

Abaco Pezzi

s= 0,4

20.0 15.0

Sottostruttura s= 10,0 fotovoltaico

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI ø 1.2

17.0 4.0 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Placca unione pilastro base

123.0

123.0

ø 1.2

9.0

6.0

20.0

Pannello isolante

208.0

Pilastro Pilastrobase d'angolo Montante Placca unionetelaio pilastro base regolabili porta verticale Supporti

Struttura Mensole lato nord

Tirante

Profili ad incastro polic (copertura lux)

Tirante

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATOCON CONUN UNPRODOTTO PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PERSTUDENTI STUDENTI REALIZZATO AUTODESK VERSIONE PER

38.0

17.0

16.0ø 16.0 REALIZZATOøø16.0 CON UN PRODOTTO AUTODESK 9.0VERSIONE PER STUDENTI 9.0

Placca unione pilastro Placca unione pilastro basebase Placca 17.0 unione 17.0 pilastro base

4.0

Traverso

Costo Totale Componenti = € 3750,00

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

SCALA 1:20

Pezzo B A (con tasca) 6.0 Pezzo REALIZZATO CON UN PRODOTTOAbaco AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI Pezzi 6.0

6.0

59.5

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

Coperchio 1

119.0

Struttura e Costruzione Coperchio 2 Coperchio 3

REALIZZATO CON UN PRODOTTOBase AUTODESK Base Base 123.0 VERSIONE PER STUDENTI

123.0 123.0 123.0

6.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

ø 16.0ø 16.0 ø 1.2 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESKø 1.2VERSIONE PER STUDENTI ø 16.0

Pezzo Pezzo B B Pezzo B

ø 1.2 ø 1.2 ø 1.2 s= 0,4 s= 0,4 s= 0,4

SCALA 1:50 SCALA 1:50

210.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

108.0

Base Pezzo A (con tasca) Abaco Pezzi AbacoPezzi Pezzi Abaco REALIZZATO CONSCALA UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 1:50 Base

Pezzo A (con tasca)

Base Base Base Pezzo A (con tasca) Pezzo A (con tasca)

Abaco Pezzi Abaco Pezzi Abaco Pezzi

SCALA 1:50

60.0

Supporto vaschette idroponico 5.0

Abaco REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

38.0 38.0

CPR.4.c

PER STUDENTI RERSIONE STUDENTI R STUDENTI

28.0

CPR.4.d

28.0 28.0

40.0 3.5

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODES

SCALA 1:25

38.0

6.0

6.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

38.0

38.0

114.0 108.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

114.0 114.0

28.0 114.0

119.0

114.0

28.0

114.0 119.0

28.0

Esploso Assonometrico Struttura

PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI N PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI RODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

s= 2,0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO12.04.0AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO 12.0 40.0 404.0 4.0 REALIZZATO404.0 CON UN PRODOTTO12.0 AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 4.0

418.0

Costo Totale Componenti = € 1300,00

4.0

203.0

28.0

4.0 119.0 202.1

Costo Totale Componenti = € 4200,00

6.0

114.0 4.0 12.0 38.0

38.0

4.0 4.0

203.0 203.0

28.0

28.0 202.1 202.1 28.0

38.0

6.0

6.0

418.0

108.0 6.0

114.0

203.0

6.0

6.0 404.0

Fase 1 - Assemblamento Base

114.0

40.0 0.0

40.0

15.0

REALIZZATO CON PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UNUN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI Cassetta orto 123.0 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI SCALA 1:50 REALIZZATO CON3UN PRODOTTO AUTODESK PERbase STUDENTI Placca unione pilastro Supporti base regolabiliFase 4 - Assemblamento Fase 2 - Assemblamento Struttura Serra Fase - Assemblamento Facciate VERSIONE Copertura 108.0

40.0

404.0

38.0 38.0

119.0 38.0

4.0 4.0 418.0 418.0 4.0

0 4.04.0

119.0

28.0

38.0

119.0

20.0 20.0

40.0 4.0

202.1

4.0

38.0

20.0

20.0

4.0

108.0

20.0

20.0

38.0

108.0 4.0

119.0

40.0 20.0

119.0

20.0

20.0

20.0

114.0 20.0 20.0

20.0 20.0

20.0

424.0 424.0 38.0 424.0

28.0

40.0 40.0

119.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSI

6.0 418.0

6.0 4.0

4.0 12.0

6.0

119.0

424.0

28.0

418.0

3.5

40.0

4.0

108.0

4.0

4.0 424.0

210.0

Fasi di Costruzione della Serra

114.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

6.0

418.0

210.0

424.0

203.0

4.0 202.1 4.0

40.0

424.0

424.0

203.0

4.0 203.0

4.0

202.1 119.0

4.0 12.0 4.0 12.0 4.0 12.0 38.0

119.0

4.0

10.0

38.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 119.0 5.0 108.0

4.0 12.0

418.0

4.0

40.0

404.0

28.0

38.0

404.0

4.0

203.0 4.0

4.0

404.0

3.5

418.0

114.0 119.0 4.0 12.0 210.0

38.0

404.0

28.0 119.0 418.0

203.0

4.0

210.0 6.0

3.538.0

202.1

6.0 119.0

114.0

4.0 38.0 202.1 4.0

4.0 4.0 40.0

418.0

6.0

3.5

Cassetta orto

404.0

210.0

5.0

119.0

114.0

3.5 3.5

404.0

404.0

10.0

210.0

119.0

4.0 12.0

40.0

20.0 20.0 20.0 20.0 20.0

6.0 6.0

114.0 114.0

6.0 11.6

38.0

4.0

4.0 4.0

108.0

108.0 210.0

202.1

4.0

203.0

4.0 418.0

4.0 12.0

4.0

210.0 40.0 20.0

5.0 20.0 20.0

210.0

119.0 210.0

3.5

5.0

210.0

3.5

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 40.0

202.1

5.0

119.0

4.0

119.0

4.0 4.0

12.0

4.0

203.0

28.0

40.0 418.0 20.0

114.0

4.0

203.0

203.0 4.0

20.0

418.0 20.0

114.0

28.0

40.0

6.0

119.0

4.0 12.0 3.5

119.0

10.0

15.0

4.0

6.0

R STUDENTI

4.0 203.0 4.0

4.0 12.0

28.0 10.0

4.0

15.0

4.0 4.0 4.0

4.0 38.0

3.5 3.5

119.0

20.0 20.0

4.0 4.0

4.0 4.0

REALIZZATO CON

0 6.0

20.0

11.6

4.0

10.0

3.5

404.0

20.0

20.0

114.0 28.0 12.0 12.0

11.6

6.0

4.0

12.0

15.0

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

ONE PER STUDENTI

114.0

404.0

210.0

28.0 6.0

26.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI Lastra Policarbonato Giunto ad H 108.0

4.0

4.0

4.0 4.0 4.0

4.0

20.0119.0 20.0

15.0 38.0

12.0

15.0

4.0

210.0

4.0

20.0

REALIZZATO CON UN PRODO REALIZZATO REALIZZATOCON CONUN UNPRODO PROD

4.0 4.0

4.0 12.0 202.1

4.0 6.0

38.0

40.0 424.0 114.0 119.0

210.0

5.0

5.0

404.0 3.5

28.0

38.0

15.0

424.0

5.0

4.0 6.0

4.0 12.0 210.0

3.5

6.0

20.0

3.5

108.0 20.0 4.0 203.0 4.0

114.0

119.0

424.0 4.0 12.0 38.0

203.0 4.0 202.1 4.0

20.0

119.0

15.0

418.0 4.0

20.0

424.0 5.0

404.0 114.0

202.1

424.0 418.0

4.0 15.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUD

6

424.0

4.0

4.0 6.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI .0

3.5

12.0 15.0

4.0 424.0 11.6

404.0

210.0

119.0

4.0 6.0

114.0

418.0 15.0

3.5

3.5

4.0 3.9 210.0

404.0

4. 203.0 4.0 26.0 202.1 4.0

4.0 4.0 203.0

210.0

4.0 12.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERS REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIO


SCALA SCALA 1:201:20 SCALA 1:20

SCALA 1:50

Pezzo A (con

Pezzo B

9.0 123.0 123.0 ø6.0 1.2

6.0 123.0

Placca Bunione pilastro base Pezzo

17.0

Pezzo B

9.0 17.0 1.2 123.0ø6.0

9.0 17.0 6.0 123.0ø 1.2 tasca)

Pezzo A (con

Pezzo B Base

ø 17.0 1.2

9.0 123.0 17.0 tasca) ø 1.2

9.0

17.0

Abaco Pezzi Base Pezzo A (con tasca) Abaco Pezzi Base Pezzo A (con tasca) Abaco Pezzi Base Pezzo A (con tasca) Base

s= 2,0 s= 2,0 s= 2,0

108.0 108.0 108.0

Cassetta Cassetta orto orto Cassetta orto

s= 2,0 s= 2,0 s= 2,0

114.0 114.0 114.0

114.0

s= 10,0s= 10,0 s= 10,0

ø 1.2Pannello 123.0 17.0 supporto s= 0,4 114.0

Placca unione pilastro base impianti

123.0 6.0

Placca unione pilastro base

ø 1.2Pezzo B 17.0 s= 0,4

17.0 ø 1.2 123.0 impianti Pannello supporto s= 0,4 114.0pilastro base Placca unione ø 1.2 17.0 s= 0,4

Placca unione pilastro base

114.0

114.0

108.0

108.0

108.0

108.0

s= 10,0

s= 10,0

s= 10,0

59.5

Coperchio 2

59.5

Coperchio 3 Ferrara

Coperchio 3

114.0

Pannello isolante

s= 10,0

114.0

114.0

114.0

Supporti base regolabili

20.0 Pannello isolante 15.0

59.5

Coperchio 1

59.5

59.5 Coperchio 1

s= 2,0

59.5

59.5

Coperchio 2

59.5 Coperchio 2

59.5

Coperchio 3

59.5 Coperchio 3

59.5

59.5 59.5 59.5

Coperchio Coperchio 2 2 Coperchio 2

Pezzo B

ø 1.2

9.0 6.0

123.0

ø 1.2 ø 1.2 ø 1.2

9.0 9.0

17.0 17.0 17.0

SCALA 1:50 9.0

17.0

Pezzo A (con tasca)

Base

Abaco Pezzi

59.5 59.5 59.5

Coperchio Coperchio 1 1 Coperchio 1

Coperchio Coperchio 3 3 Coperchio 3

59.5 59.5 59.5

ø 16.0

SCALA 1:20

ø 1.2 s= 0,4

Struttura

Struttura

Montante

123.0

123.0 123.0 Pilastro 123.0

17.0

Placca unione SCALA 1:10 pilastro base

4.0

4.0

Montante 4.0

ø 16.0

SCALA SCALA 1:50 1:50

108.0 108.0

Pezzo A (con Pilastro d'angolo

SCALA 1:20

s= 2,0

4.0

4.0

20.0 8.0 108.0

20.0 8.0

Pilastro20.0 8.0

8.0

Pilastro20.0

Traverso 108.0

Traverso Traverso

orto

4.0 4.0

Coperchio Coperchio 1 1

123.0 123.0 123.0

s= 10,0

17.0 ø 16.0

4.0

ø 16.0

20.0

STR.3.a

110.0 110.0 110.0

20.0 15.0

Base Base

114.0

Base

STR.3.b

15.0

STR.3.c-1

114.0

114.0 s= 2,0

17.0

114.0 s= 10,0

17.0

17.0

20.0 15.0 tasca)

114.0

123.0

6.0

ø 1.2

9.0

123.0

114.0

Pezzo B

17.0

59.5

114.0

59.559.5

Coperchio Coperchio 2 2

ø 1.2

9.0

17.0

Coperchio Coperchio Coperchio 3 3 1

59.559.5 59.5

ø 1.2

ø 16.0

6.0 ø 16.0

SCALA 1:20 SCALA 1:20 STR.1.a 6.0

ø 1.2

123.0

Pezzo B

59.5

Coperchio 1

17.0123.0

123.0

6.0 4.0

59.5

ø 1.2 s= 0,4

17.0

ø 16.0

60.060.0 123.0

224.0 224.0 224.0

123.0 SCALA SCALA 1:50 1:50

s= 2,0

s= 2,0 ø 16.0

ø 1.2 s= 0,4

Struttura

60.0 59.5 120.0 120.0 114.0 114.0 120.0 4.0 4.0 114.0 114.0 4.0120.0 114.0 4.0 114.0

Traverso Traverso

59.5

Montante

Coperchio 2

4.0

17.0

17.0

ø 1.2 ø 1.2 s= 0,4 s= 0,4

s= 0,4

ø 16.0

6.0 6.0

ø 16.0

123.0

SCALA 1:50

17.0

BSM.5.z

ø 1.2

17.0

123.0

ø 16.0

Coperchio 3

20.0 15.0 114.0

ø 16.0

6.0 6.0

114.0

6.0

Montante

6.0

Travi E/O

60.0

230.018.0 18.0 120.0 ø 16.018.0

230.0 s= 2,0

230.0

230.0

Pezzo B

Travi E/O 110.0 Travi N/S

Travi E/O Travi N/S

123.0

123.0

59.5

s= 2,0

59.5

s= 2,0

ø 16.0 20.0

6.0

ø 1.2 ø 1.2 ø s=1.2 0,4 s= 0,4 s= 0,4

17.0 17.0 17.0

SCALA 1:20

60.0

Lastra Policarbonato

60.0

Lastra Policarbonato

60.0

Lastra Policarbonato

60.0

Lastra Policarbonato

60.0

Lastra Policarbonato

59.5

4.0

4.0

4.0

Traverso

4.0

Traverso

Traverso

Traverso 4.0

120.0 114.0

120.0 114.0

120.0 114.0

120.0 114.0

120.0 114.0

6.0

59.5

110.0 Travi N/S

110.0

110.0 59.5110.0

Trave centrale

17.0 108.0

17.017.0

vaschette idroponico

18.0

6.0

120.0 116.0 123.0

120.0 116.0

120.0 ø 1.2 116.0

9.0 120.0 116.0

120.0 116.0

17.0

Giunto ad H

4.0

480.0

4.0

4.0 480.0

480.0

4.0

480.0

4.0

480.0

224.0

Supporto vaschette idroponico ø 1.2ø 1.2 s= 0,4 s=18.0 0,4 224.0idroponico 59.5 59.5 Supporto vaschette 12.0 20.0 17.0

18.0 12.0 20.0

Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico

SCALA 1:20 vaschette idroponico Supporto

6.0

230.0

ø 16.0

ø 16.0 18.0

4.0

4.0

Pezzo B

17.0

x4

224.0

ø 16.0

230.0

x4

4.0

Lastra Policarbonato

123.0

Giunto ad H

6.0

Tirante 110.0

STR.2.a-2

20.0 20.0 4.0 centrale 8.0 8.0 Trave Travetto4.0 Travetto

20.0

120.0 120.0

460.0 460.0 8.0

120.0 120.0

114.0 114.0 114.0 120.0 120.0 4.0 114.0 114.0 4.0

36.0 36.0 36.0 ø 16.0

4.0

20.0 20.0 8.0 460.0

20.0 60.0 12.0 18.0 18.0

112.0 112.0 112.0

9.0

9.0

224.0

17.0

60.0

x3

6.0

6.0

18.0

208.0 208.0 208.0

123.0

9.020.0

x6

112.0

ø 16.0

106.0 106.0 106.0

123.0

x2

8.0 Supporto vaschette idroponico

224.0

18.0

4.0

4.0

120.0 114.0

Tirante

Tirante

Tirante Travetto

15.0 15.0 15.0

SCALA 1:20

123.0

120.0

66.0

460.0 9.0 20.0

120.0

Profilo reticolare 3

6.0

460.0 Profilo reticolare 1 reticolare 1 120.0

Profilo 120.0

Tetto

17.0

x2

110.0

237.0 237.0 245.0

120.0

ø 16.0 ø 16.0

4.0

460.0

460.0

460.0

460.0

460.0 460.0

460.0

460.0

120.0 120.0

120.0 59.5 120.0

460.0

460.0 460.0

Coperchio 3

224.0

224.0 ø 16.0

Base Base

4.0

Traverso

108.0

4.0 4.0

108.0

59.5

17.0

114.0

20.0 114.0 15.0

20.0 15.0

20.0 15.0

4.0

268.0 268.0 268.0 120.0 4.0 116.0

120.0

Traverso 114.0

17.0

224.0 224.0

(copertura lux) 123.0 123.0 114.0

12.0 18.0 20.020.0 12.0

ø 1.2 20.0 ø 1.2 15.0

4.0

ø 16.0

ø 16.0

224.0 112.0 112.0

12.0 20.0

224.0

15.0

20.0

Sottostruttura fotovoltaico 470.0 470.0 Profili ad incastro polic (copertura lux) 470.0

12.0 20.0

123.0

Placca unione pilastro base

s= 2,0

4.0 s= 10,0

Base

ø 1.2 s= 0,46.0

20.0 8.0

4.0 6.0 224.0

8.0

4.0

17.0

Pilastro

123.0

ø 1.2

9.0

s= 10,0

3.9 3.9 9.0

123.0

4.0

ø 1.2

20.0 8.0

230.0 123.0

ø 1.2

60.0

ø 1.2 ø 1.2 59.5 s= 0,4 59.5 s= 0,4

17.0

6.0

ø 16.0

Pezzo B 230.0

ø 16.0

120.0 114.0 4.0 4.0

17.0

17.0 17.0

110.018.0 110.0 110.0

Trave centrale

120.0 4.0 116.0

66.066.0 120.0 460.0 114.0 114.0 4.0

36.0 120.0 Profilo reticolare2 Profilo reticolare 4 66.0

110.0

237.0 245.0 245.0

4.0 ø 16.0 120.0

6.0

Profilo reticolare 5

ø 1.2 120.0 4.0 114.0 120.0

460.0 123.0

20.020.0 224.0

120.0

15.0 Trave centrale 480.0 480.0 20.0 20.020.0 120.0 120.0 120.0 20.0 4.0 116.0 116.0 4.0 116.0 4.0 110.0

Travetto

20.0

208.0

x2

110.0

120.0 17.0

120.0

17.0

ø 1.2 Tirante s= 0,4

Tirante

224.0

Tirante 116.0

224.0

224.0 4.0

460.0

60.0 480.0

460.0

17.0

4.0

Supporto vaschette 224.0idroponico

224.0

120.0 116.0

120.0 116.0

4.0

4.0

120.0 114.0

120.0 114.0

4.0

4.0

4.0

4.0

120.0 114.0 120.0 114.0

4.0

120.0 114.0

Pezzo B

4.0

4.0

120.0 116.0 ø 16.0 4.0

120.0 116.0

120.0 116.0

ø 1.2 s=12.0 0,420.0

224.0idroponico Supporto vaschette

12.0 20.0

12.0 20.0

s= 0,4

ø 1.2 Tirante

59.5

112.0

Mensole lato nord

Mensole Tirantelato nord

20.0

110.0

9.0

ø 16.0

6.0

59.5

20.0

6.0

s= 2,0

ø 1.2 s= 0,4

s= 2,0

ø 1.2 59.5 59.5 s= 0,4

6.0

120.0 116.0 4.0 4.0

460.0

60.0

4.0

ø 16.0 60.0 ø 16.0

460.0 20.0 20.0 15.0 15.0

120.0 114.0

123.0

59.5

120.0

20.0

4.0

120.0 116.0

4.0

480.0

Travi E/O 112.0 230.0

116.0

120.0 lato nord Mensole 4.0

268.0

6.0

Travi E/O

112.0

4.0

268.0

268.0

ø 16.0 112.0

268.0

17.0

6.0

ø 1.2 s= 0,4

ø 1.2 s= 0,4

268.0

Profili ad incastro polic (copertura lux)

268.0

Profili ad incastro polic (copertura lux)

17.0

6.06.0

123.0

Profili ad incastro polic (copertura lux)

123.0

ø 1.2

9.0

268.0

8.0

36.036.0

Profilo reticolare 4

230.0 245.0

1:20230.0 230.0

460.0

460.0

237.0

245.0

Tirante

Profilo reticolare 3

36.0

245.0 114.0

230.0

114.0

36.0 6.0 20.0 20.0

Suppo 110.0

237.0

reticolare ProfiloProfilo reticolare 1 3.91

118.0 20.0

Profilo trasversale Profilo reticolare 5

18.0

106.0

460.0 460.0 ø 16.0 120.0 110.0 120.0

36.0

120.0

118.0 118.0

114.0

110.0

20.0

110.0 120.0

telaio porta verticale

120.0 120.0

20.0

20.0

118.0

6.0

6.0

110.0

120.0

66.0 20.0

18.0

3 ProfiloProfilo reticolare 3 orizzon telaioreticolare porta

66.0

230.0

17.0 porta verticale telaio

4.0

ø 1.2

20.0

20.0 230.0 20.0 8.0

Tetto 60.0

224.0

108.0 237.0

4.0

ø 16.0

120.0

6.0

8.0 110.0

3.9 3.9

s= 10,0

18.0

6.0 18.0

460.0

18.0

18.0

18.0

Placca unione Tetto pilastro base

Travi N/S

6.0 60.0

s= 0,4

20.0 110.0 ø 1.2 15.0

12.0 20.012.0 20.0

110.0

6.0 480.0 Travetto 120.0 120.0 120.0 4.0 116.0 4.0 110.0116.0 114.0 4.0 460.0

20.0

18.0

460.0

120.0

460.0

224.0

224.0

110.0 12.0 20.0 237.0

60.0

120.0

66.0

120.0

Profilo reticolare 3

Tirante 20.0

120.0 4.0224.0 4.0 116.0

480.0

6.0 Supporto vaschette idroponico

230.0

120.0 120.0 4.0 114.0 120.0 114.0 4.0

460.0 Travi

Giunto ad H

120.0

460.0

20.0

224.0

224.0

470.0

230.0

Tetto

268.0

20.0 460.0

Sottostruttura fotovoltaico

208.0

20.0 268.0

15.0

224.0

106.0 106.0

230.0

6.0

110.0

18.0

120.0 59.5

480.0

15.0

114.0

Tirante

20.0

6.0

Profilo reticolare 5

4.0

4.0

224.0

245.0

18.0

3.9 Copertura | CPR |

15.0

120.0 120.0 120.0 120.0 120.0 3.9 4.0 114.0 4.0 114.0 116.0 4.0 4.0 116.0 116.0 20.0 20.0 4 230.0 Profilo reticolare 8.0

108.0

Travetto

18.0

18.0

66.0

237.0

3.9

Supporto vaschette idroponico Profilo reticolare 1 237.0 s= 2,0 Trave centrale CPR.1.a-2 Profilo reticolare2Tirante Tirante

Profilo reticolare2

6.0

Tetto Profilo reticolare 1

108.0

120.0 224.0

20.0

8.0

8.0

ø 16.0

17.0

66.0

66.0

12.0 20.0

237.0

245.0

237.0

120.0 114.0

224.0

110.0

123.0120.0

8.0

8.0

120.0 116.0

120.0

4.0

123.0

110.0 123.0

120.0 114.0

20.0

4.0

4.0

20.0

20.0

120.0 116.0 18.0

123.0

120.0

18.0

460.0

224.0

60.0

120.0 114.0

110.0

8.0

20.0

36.0

245.0 4.0

268.0

x5

6.0 6.0

20.0

4.0

8.0

8.0

8.0

20.0

120.0 15.0 114.0 6.0 6.0

6.0

4.0

20.020.0

18.0

36.0

36.0

118.0

114.0

12.0 20.0

Profilo trasversale 224.0

118.0

118.0

Profilo trasversale Supporto vaschette idroponico x

6.0

20.0

5

15.0

15.015.0

208.0

ø 16.0

ø 16.0

118.0

15.0 ø 16.0 106.0

208.0

telaio porta123.0 verticale

telaio porta verticale

120.0 114.0

4.0

120.0 116.0

15.0

480.0 208.0 4.0 verticale

208.0

telaio porta verticale

123.0 20.0 ø 16.0

123.0

17.0

120.0 116.0

4.0

Tirante

17.0

106.0

17.0

telaio porta orizzontale

120.0 114.0 6.0 ø 1.2

9.0

4.0

106.0

ø 1.2

4.0

106.0

106.0

6.0

230.0

230.0

470.0 470.0

Travi N/S Travi N/S

237.0 20.0

112.0

268.0

112.0

110.0

20.0

ø 1.2

ø 1.2 s= 0,4

3.9

Sottostruttura fotovoltaico Sottostruttura fotovoltaico

123.0

470.0

123.0

470.0

470.0

106.0

ø 16.0

ø 16.0

460.0

3.9

ø 16.0

6.0

6.0 470.0

6.0

20.0

20.0

460.0

230.0

18.0

15.0

15.0

36.0

114.0

106.0

245.0

36.0

470.0

20.0

trasversale trasversale 20.0 ProfiloProfilo 118.0 118.0 460.0 15.0 230.0 230.0 237.0

460.0

Travi N/S

460.0

66.0

470.0

Mensole lato nord

120.0

112.0

120.0 4.0 114.0

120.0268.0 114.0 4.0

112.0 20.0 245.0

268.0

36.0

114.0 6.0 6.0

110.0

230. 20.

460.0

6.0

Mensole lato nord

112.0

18.0

18.0

ø 16.0

268.0

3.9

20.0

114.0

208.0

4.0

224.0

36.0

110.0 6.0 60.0

6.0 18.0

110.0

118.0

237.0

118.0

Profilo trasversale

Mensole lato nord 66.0

112.0

18.0

12.0 20.012.0 20.0 20.0

6.0

120.0 4.0 116.0 4.0

224.0 224.0 208.0

114.0

12.0 20.0

Profilo reticolare 4

6.0

120.0 4.0 116.0 4.0

120.0 120.0 4.0 116.0 116.0

470.0

120.0 120.0 120.0 118.0 4.0 114.0 4.0 114.0 116.0 4.0

Giunto xad H 10

120.0 120.0 4.0 116.0 114.0

8.0

8.0

telaio porta verticale

208.0

TiranteTirante Tirante

telaio porta verticale

18.0

6.0

208.0

6.0

15.0

460.0

Tirante telaio porta orizzontale

106.0

20.0

110.0 120.0

8.0

telaio porta verticale Mensole telaio lato nord porta verticale

106.0

Sottostruttura fotovoltaico Sottostruttura fotovoltaico Profilo reticolare 3 Supporto vaschette idroponico Supporto Supporto vaschette idroponico 245.0vaschette idroponico telaio porta verticale telaio porta Mensole orizzontale Mensole lato nord lato nord

20.0

208.0

110.0

20.

106

Profilo trasversale Sottostruttura fotovoltaico Sottostruttura fotovoltaico Sottostruttura fotovoltaico 118.0 Travetto 470.0 470.0

36.0

Profilo reticolare 5

120.0 120.0

Travetto Travetto Sottos Profili incastro polic (copertura lu Profili adad incastro polic (copertura lux) 268.0 224.0 224.0

208.0

Sottostruttura Profili fotovol

Profilo reticolare 4

460.0 460.0 120.0 110.0 120.0

Trave centrale 120.0

4.0

4.0

224.0

112.0

Sottostruttura fotovoltaico

106.0

112.0

470.0

112.0

x 15

120.0 470.0 114.0

4.0

268.0

268.0

268.0

ad incastro polic Profili (copertura ad incastro lux) polic (copertura lux) Profili Profili ad incastro polic (copertura lux)

telaio porta orizzontale

470.0

3.9

3.9

106.0

6.0

3.9

Supporto Supporto vaschette vaschette idroponico idroponico Supporto vaschette idroponico

Sottostruttura fotovoltaico Supporto vaschette idroponico Profili Profili incastro ad polic incastro (copertura policlux) (copertura lux) lux) Profili adad incastro polic (copertura

123.0

REALIZZATO CON U

Supporto vaschette idroponico

Sottostruttura fotovoltaico

470.0

Pezzo Pezzo B B Pezzo B

17.0

208.0

6.0

Sottostruttura fotovoltaico 8.0

Giunto HH ProfiloGiunto reticolare 4adad 110.0

centrale TraveTrave centrale

Profilo reticolare15.0 3

2 Profili ad incastro polic x(copertura lux) Supporto Supporto vaschette vaschette idroponico idroponico Supporto vaschette idroponico

telaio porta orizzontale 9.0 9.0 Profili ad incastro polic (copertura lux)

telaio porta orizzontale

106.0

20.0 114.0

Profili ad incastro poli Profilo reticolare2 Supporti base regolabili Giu Sottostruttura fotovolta

120.0

Tirante Profilo reticolare 1

Tirante Tirante Tirante Tirante Tirante Tirante

6.0 Supporti base regolabili

114.0120.0

114.0

Profilo trasversale 5 Profilo reticolare 118.0 4

36.0

4.0 116.05 CPR.1.a-4 Profilo reticolare 4

20.0

telaio porta orizzontale

Profilo reticolare 1Tirante Tirante 120.0 TiranteTirante110.0

120.0 110.0 Profilo Profilo reticolare reticolare23 120.0 110.0 Traverso 66.0 Coperchio 1 Coperchio Coperchio 1 2 Coperchio Coperchio 3 218.0 Coperchio 3 1 Coperchio 2 245.0 Coperchio 3 Supporto vaschette idroponico Coperchio 18.018.0Profilo reticolare 4 20.0 CPR.1.a-3 9.0 9.0 9.0 Profili ad incastro (copertura lux) 20.0 480.0 Profilo reticolare 3 120.0 110.0 telaio porta verticale telaio portapolic orizzontale lato nord Profilo reticolare2 Profilo reticolare 5 ø 16.0 123.0 114.0 Mensole 59.5 59.5 59.5 59.5 59.5 59.5 120.0 59.5 59.5 120.0 110.0 120.0 120.0 120.0 x 52 x 16 245.0 268.0 Travetto 36.0 224.0 4.0 66.0 4.0 4.0 4.0 4.0 114.0 114.0 116.0 112.0 208.0 106.0 224.0116.0 20.0 Profilo reticolare 4 3 6.0 6.0 6.0 ø 1.2 ø 1.2 ø 1.2 20.0 x5 Traverso 245.0 8.0 Traverso Traverso 120.0 110.0 Traverso 114.0 3.9 3.9 3.9 ø 16.0 ø 16.0 ø 16.0 Profilo reticolare 5 CPR.1.b Profilo reticolare 3 4 CPR.4.e Profilo reticolare 36.0 Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico 480.0 Profilo480.0 trasversale 480.0 480.0

12.0 20.0

20.0

18.0

110.0

reticolare 5 ProfiloProfilo reticolare 5 ProfiliGiunto ad incastro ad H polic

20.0

208.0 460.0 110.0 120.0

110.0

Tetto

Profilo reticolare 5 (copertura lux) ad incastro polic Profili (copertura ad incastro lux) polic Profili Profili ad incastro polic (copertura lux) Tetto

Supporto vaschette idroponico 12.0 20.0

x5

120.0

Profilo reticolare 3 1 Supporto Supporto vaschette idroponicovaschette idroponico Supporto idroponico Profilovaschette reticolare2 x5

20.0

20.0 20.0 s= 2,0 s= 2,0

20.0

SCALA 1:20

110.0 59.5 17.0

110.0 6.0

17.0

20.0

20.0

208.0

120.0 120.0

Profilo reticolare 3 110.0 120.0 120.0 110.0 110.0 110.0 120.0 120.0 110.0 120.0 120.0 120.0 110.0 110.0 120.0 Profilo reticolare2 Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico 245.0 Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico 20.0Supporto vaschette idroponico Trave centrale 470.0 66.0 268.0 17.0 Profilo reticolare 1 telaio porta verticale telaio porta verticale telaio telaio port Mensole lato nord Mensole telaio lato nord porta verticale porta lato nord 20. 20.0 oriz 460.020.0 Mensole

230.0

6.0

118.0

460.0 460.0 3.9 3.9 120.0 110.0 120.0

Travetto Travetto Travetto Supporti base regolabili

ø 16.0 20.0 Sottostruttura fotovoltaico

208.0 112.0 208.0

110.0

112.0

Profilo Travi E/O Travi E/O reticolare 1 Travi E/O Sottostruttura fotovoltaico x 12 Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico Profili ad incastro polic (coperturafotovoltaico lux) Sottostruttura fotovoltaico Sottostruttura 4.0

Travi N/S

460.0

120.0 123.0 114.0

20.0 Profili incastro polic (copertura lux) 20.0 4.0 480.0 4.0(copertura 4.0 polic Profili adad incastro lux) 8.0 8.0 120.0 120.0 268.0 4.0 268.0 4.0 4.0 4.0 4.0 114.0 116.0

ø 16.0

E/O Tirante Tirante Tirante

s= 2,0 s= 10,0 s= 10,0

Policarbonato

110.0

Lastra 6.0 6.0

Tetto

17.0 17.0 ø 16.0

Tirante Tirante

ø 1.2 s= 0,4

Supporto vaschette110.0 idroponico Coperchio 2 Coperchio 3

120.0

230.0

230.0

SCALA 1:20230.0 120.0 6.0

ø 1.2

Traverso Mensole lato nord

112.0

66.0

66.0 237.0

Profilo reticolare 5 Profilo reticolare 4

3.9

268.0

20.0

Sottostruttura fotovoltaico Tirante Tirante Tirante Tirante Tirante Tirante Tirante Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Laureande telaio porta telaio porta orizzontale Mensole lato nord Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri Sottostruttura fotovoltaico Sottostrutturafotovoltaico fotovoltaico Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni Sottostruttura Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico Supporti base Supporti regolabili base regolabiliGiunto Supporti base regolabili Giunto ad Giunto H ad H Placca unione Placca pilastro unione base pilastro base ad H Placca unione pilastro base Tirante Tirante Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico 6.0 6.0 6.0 Pezzo B

17.0

112.0

3.920.0

6.0

Profilo reticolare 1 Profilo reticolare2

x 84 Profilo trasversale Profilo trasversale Profilo trasversale Supporto vaschette idroponico Travi N/S ad H reticolare2 ProfiloProfilo reticolare2 ProfiloGiunto reticolare 5 telaio porta orizzontale 6.0 Tirante Tirante

123.0 Mensole lato nordtrasversale Profilo

110.0

Profilo STR.3.a

114.0 114.0 118.0 8.0 460.0 460.0 3 reticolare

Profilo reticolare Profilo reticolare 5 5 18.0

230.0 230.0 6.0

Tirante Travi N/S Tirante Travi N/S

224.0 110.0 ø 16.0

Travetto

FCT.2.a FCT.2.b FCT.2.c s= 0,4 15.0 Policarbonato Lastra Tirante Giunto ad H Giunto Supporto ad Hvaschette idroponico Supporto vaschette idroponico Lastra Policarbonato Tirante Giunto ad HPolicarbonato Supporto vaschette idroponico ø 1.2 Lastra 110.0 120.0

120.0 120.0 4.0 9.0 114.0 114.0

123.0 ø 1.2 s= 0,4

120.0 123.0 4.0 123.0 116.0 ø 16.0 ø 16.0

110.0

123.0

6.0 480.0

20.0

120.0 120.0 4.0 9.0 116.0 116.0

Travi123.0 E/O

123.0

ø 1.2

9.04.0 4.0

17.0

120.0 114.0

3.9 Pannello supporto impianti Pannello supporto Pannello impianti isolante Pannello isolante supporto impianti Pannello isolante Traverso Traverso Traverso PilastroPannello d'angolo 114.0 114.0 114.0 114.0 114.0 Trave centrale x 20 114.0 SCALA 1:10

3.9

17.0

120.0 116.0

B PezzoPezzo B

108.0

116.0 116.0

120.0 orto120.0

17.0 480.0 480.0

(con tasca)12.0 20.0 Pezzo A (con tasca) PezzoPezzo A (conAtasca) Traverso

59.5 s= 2,0 s= 10,0 s= 10,0

Placca unione pilastro base

120.0

120.0

20.0

110.0

20.0

Tirante Giunto ad H

Profilo reticolare 4 Supporto vaschette idroponico x 16 Profilo trasversale Tetto T Tetto Tirante Tirante Travi E/O Travi E/O Pezzo B Travi E/O Sottostruttura foto x1

ø 1.2 120.0 8.0 8.0

118.0 118.0 118.0

Supporto vaschette idroponico

ø 16.0 Tirante 120.0

224.0 224.0

110.0 110.0 110.0 110.0

Travi N/S

110.0

20.0 20.020.0

Supporti base regolabili Profilo reticolare2 Tirante Travi N/S

Profilo reticolare2 Profilo reticolare2 Profilo reticolare2 Profili ad incastro So Profilo reticolare 4 Tirante adTirante incastro polic (copertura Profili Profili polic (copertura lux) lux) x 8 ad incastro Profilo reticolare 1 1:20 STR.3.z-1 x2 idroponico Profilo reticolare Profilo reticolare 5 5 Supporto vaschette Profilo reticolare 4 Profilo reticolare 3 Profilo reticolare Profilo reticolare 5 Profilo reticolare 3 3

460.0 460.0 460.0

460.0 Traverso Traverso Profilo reticolare Profilo reticolare 4 4 120.0 120.0 120.0 120.0 120.0 Profilo reticolare 4 120.0

17.0 Profilo trasversale Profilo trasversale Pilastro Pilastro Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo Montante ø 16.0 Montante Pilastro Montante Profilo trasversale

110.0 6.0 110.0

Struttura

Travetto

9.0

230.0

SCALA 1:20 ø 1.2 Travi N/S STR.2.a-2 Trave centrale Trave centrale

123.0

110.0 110.0 110.0 20.0 20.0 20.0

17.0

245.0

Supporti base regolabili telaio porta orizzontale Giunto ad H polic Placca unione pilastro base Profili ad incastro Profili adincastro incastro polic (copertura lux) polic (copertura lux) telaio porta verticale Mensole Profili ad (copertura lux) Tirante Tirantelato nord SCALA SCALA 1:20 SCALA 1:20 1:20 Sottostruttura fotovoltaicoTirante Sottostruttura fotovoltaico Tirante 6.0 Sottostruttura fotovoltaico Supporto vaschette idroponico Coperchio 1 Coperchio 2 Coperchio 3 Sottostruttura fotovoltaico

18.0

18.0 ø 1.2 s= 0,4 s= 2,0 Supporto

Supporto vaschette idroponico

Giunto ad H

6.0

110.0

Travetto

Trave centrale

110.0

110.0

20.0 20.0 Travetto 20.0Traverso

123.0 123.0

66.0

Profilo reticolare Profilo reticolare 3 3 Profilo reticolare 3 245.0 245.0

Lastra Policarbonato Tirante Tirante Giunto ad H Supporto vaschette idroponico Profilo trasversale reticolare(copertura 5 (copertura Profili incastro polic lux) Profili incastro polic lux) CPR.4.f Profili ad incastro polic (copertura lux) Profili ad incastro polic (copertura lux) regolabili fotovoltaico Travetto Pezzo B Pezzo Badad Supporti base Supporti base regolabili Pezzo BSupporti Giunto ad H Giunto adHHSottostruttura Placca unione pilastro base Placcaunione unionepilastro pilastro base base regolabili Giunto ad Placca base Profili ad incastro polic (copertura lux) CPR.1.a-5 trasversale5 Profilo reticolare

Cassetta orto

s= 10,0

Giunto ad H

6.0

Giunto ad H

59.5

Coperchio 2

Giunto ad H

SCALA 1:20

4.0

4.0

4.0

4.0

4.0

Coperchio 1

s= 2,0

230.0

Placca unione pilastro FCT.1.a Struttura base Struttura FCT.1.b Struttura Pezzo Pezzo B BPilastro Supporto vaschette idroponico Profili ad incastro polic (copertura lux) Pilastro d'angolo Pilastro Pilastro Pilastro d'angolo Pilastro d'angolo d'angolo Montante Pilastro Montante Pilastro Montante

Coperchio 3

4.0

Supporti base120.0 regolabili BSM.2.b

d'angolo

Trave centrale Dettaglio connessione Base 460.0 - Pilastro 460.0

59.5

ø 16.0 SCALA Supporti base regolabili SCALA 1:20 1:20 110.0 6.0 6.0 Lastra Policarbonato Giunto120.0 ad H N/S 20.0Travi Coperchio 1 6.0 15.0

ø 1.2

8.0

59.5

Travi N/S E/O STR.2.a-2 Trave centrale Travi N/S

110.0 110.0 110.0

59.5

ø 1.2

Cassetta orto Cassetta Travi N/S Cassetta orto Tetto Profilo reticolare 1 ortoTirante Tirante Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico CPR.4.a CPR.4.c CPR.4.d Lastra Policarbonato Tirante Tirante Giunto Giunto ad H CPR.1.a-1 Supporto vaschette idroponico Pezzo B Lastra Policarbonato Lastra Tirante Giunto ad H Giunto Supporto ad Hvaschette idroponico Supporto vaschette idroponico Lastra Policarbonato Tirante ad HPolicarbonato Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico Tetto vaschette idroponico Profilo reticolare2 Supporto Supporto vaschette idroponico Profilo reticolare 1 Profilo trasversale

Travi E/O

230.0 ø 16.0 ø 16.0

108.0

Cassetta orto

s= 2,0

20.0 20.0 20.0 9.0

Coperchio 3 Coperchio 3

Travi N/S Tirante PlaccaPlacca Tirante pilastro PlaccaSupporti unione pilastro baseregolabiliSupporti base Trave Supporti base regolabili unioneunione pilastro base base base regolabili centrale Tirante Pannello isolante Tirante Tirante Profilo reticolare2 Coperchio 1 Coperchio Coperchio Coperchio Coperchio 32 Coperchio 3 Coperchio 1 Coperchio 2 1 2 Coperchio 3 Supporti base regolabili Supporti base regolabili Placca unione pilastro base Placca unione pilastro base x 64 x 52 x 16Travetto Tirante Tirante Struttura

Pannello isolante

Travi E/Os= 10,0

ø 1.2ø 1.2

9.0 9.0

9.0 123.0 123.0

108.0

Cassetta orto

ø 16.0

s= 2,0

123.0

8.0 8.0

Struttura Struttura

Tirante 123.0 Tirante 4.0 Tirante Supporto vaschette idroponico

ø 1.2 6.0 s= 0,4 114.0 114.0 59.5 Profili114.0 ad incastro polic 480.0 120.0 4.0 116.0

BSM.4.a

120.0 120.0 4.0 Cassetta 114.0 4.0 4.0 114.0

4.0

Dettaglio connessione Canaletta - Pilastro

114.0 17.017.0

Pannello supporto impianti

17.0

ø 1.2 SCALA 1:20

ø 16.0

59.5

6.0 Pilastro

Cassetta Cassetta orto orto

Placca unione pilastro base

20.0 8.0

Pezzo B Coperchio 3 Pilastro

123.0

ø 1.2 s= 0,4

Pezzo B

6.0

59.5 59.5 460.0 460.0 17.0 120.0 120.0 460.0 120.0 120.0 120.0 120.0

pilastro PlaccaSupporti unione baseregolabiliSupporti base regolabili Supporti base PlaccaPlacca unioneunione pilastro base base base regolabili 17.0pilastro

Tirante Tirante Supporti base regolabili Tirante Pannello supporto impianti

SCALA 1:20

9.0

Placca unione pilastro base

4.0

øMontante 1.2

Coperchio 2

9.0

Struttura

20.0 8.0

Placca unione pilastro base

Coperchio 2 Coperchio 2 1:20

Trave centrale Trave centrale SupportiTrave base regolabili centrale Giunto ad H Supporto vaschette idrop 6.0 (copertura lux) Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico Profilitelaio adportaincastro polic Supporto vaschette idroponico Profilo reticolare 4 Profilo reticolare 4 verticale telaio porta orizzontale Mensole lato nord telaio porta verticale orizzontale Mensole lato nord telaio porta verticale telaio porta orizzontale Mensole lato nord Coperchio 1 Lastra Policarbonato Coperchio 2 Giunto ad Coperchio 3 Tirante Tirante H Struttura Supporto vaschette idroponico Supporti base regola Facciata | FCT | Placca unione pilastro base Traverso Pilastro Pilastro d'angolo Pannello supporto impianti Pannello supporto Pannello impianti isolante Pannello isolante Pannello supporto impianti Pannello isolante Montante Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico Profili ad incastro polic (copertura lux) Sottostruttura fotovoltaico Abaco Pezzi Abaco Pezzi Abaco Pezzi

s= 2,0

12.0 20.0 12.0 20.0 20.0 12.0 108.0

480.0 480.0 59.5 120.0 120.0 480.0 120.0 120.0 120.0 4.0 4.0 120.0 4.0 116.0 116.0 116.0 116.0 4.0 4.0 116.0 116.0 Pezzo A (con tasca)

Base

4.0

s= 2,0 59.5

ø 1.2 60.0

s= 10,0 123.0 123.0

4.0

regolabili telaio verticale Supporti base telaio orizzontale Mensole nord idroponico base telaio portaporta verticale telaio portaporta orizzontale Mensole lato lato nord Placca unione pilastro STR.3.b STR.3.c-1 STR.3.c-2 Supporto vaschette Mensole lato nord telaio porta verticale telaio porta orizzontale Travetto telaio porta verticale Mensole lato nord Lastra vaschette Policarbonato Tirante Tirante Tirante Lastra Policarbonato Giunto Tirante Giunto ad H Supporto vaschette idroponico Tirante Giunto Supporto vaschette idroponico Lastra Policarbonato Tirante Tirante adad HH Supporto idroponico Pezzo BTirante

108.0

Cassetta orto

Pezzo B idroponico Pezzo B Pezzo B Supporto vaschette Supporto vaschette idroponico Supporto vaschette idroponico 6.0 6.0 Cassetta orto

s= 2,0

20.0

224.0 224.0 224.0

8.0 Supporti base regolabili

Pezzo B

Abaco PezziAbaco Pezzi Abaco Pezzi Travetto Travetto

ø 1.2 123.0 s= 0,4

Coperchio 3 Abaco Pezzi

Travi N/S 110.0 Pannello supporto impianti Coperchio Pannello 1 isolante Trave Coperchio 2 centrale 114.0

ø 1.2 s= 0,4

17.0

4.0

4.0

Coperchio 1 Coperchio 1 SCALA Pilastro d'angolo 123.0 Trave centrale Trave centrale 59.5 59.5 Trave centrale

BSM.2.a REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 17.0 20.0

Placca unione pilastro bases= 2,0

ø 16.0ø 16.0 ø 16.0 20.0

114.0 114.0

ø 1.2 s= 0,4

15.015.0

Pannello isolante

s= 10,0 s= 10,0

120.0 120.0 4.0 120.0 4.0 114.0 114.0 4.0 114.0

Pezzo A (con tasca)

Base

s= 2,0 59.559.5

PezzoBB Pezzo

20.0

Pilastro d'angolo

20.0 s= 10,0

Pilastro d'angolo Pezzo B

20.0

Pilastro d'angolo

20.0

123.0

20.020.0 8.0 8.0

STR.2.z-1

Pilastro

Pezzo (con tasca)isolante Pezzo A (con tasca) A (conAtasca) impianti Pannello Pannello isolantePannello supportoPezzo Pannello isolante

s= 10,0 ø 16.0

Coperchio 2

Abaco Pezzi

Cassetta s= 2,0 59.5 s= 2,0

Coperchio 1

s= 2,0

orto s=Cassetta 2,0Cassetta orto

SCALA 1:50

114.0

Pannello supporto impianti

Supporti base regolabili

Base

ø 16.0ø 16.0 ø 16.0

114.0

isolante

4.0 4.0

Placca unione pilastro base

6.0

6.0

ø 16.0 Montante

SCALA 1:50

123.0

123.0 4.0 4.0

Struttura

Travetto Placca unione pilastro base Supporti base regolabili Supporti base regolabili Supporti base regolabili 17.0 20.0 Pannello supporto impianti Pannello isolante 20.020.0

ø 16.0 ø 16.0 ø 16.0 Pannello

15.0

Supporti base regolabili 20.0 Pezzo B

17.0

ø 1.2

9.0 B Pezzo

Placca unione pilastro base Supporti base regolabili STR.3.c-2 Cassetta ortoLastra Lastra PolicarbonatoGiunto Tirante Giunto Supporto vaschette idroponico Policarbonato Tirante ad Had H Supporto vaschette idroponico 17.0 Lastra Policarbonato Tirante 9.0 Giunto ad H 20.0 Supporto vaschette idroponico 9.0 9.0 6.0 6.0 15.0 60.0 60.0 18.0 18.0 Lastra Policarbonato Giunto ad H 6.0 108.0 60.0 18.0

123.0 114.0 114.0

Pannello supporto impianti Pannello supporto impianti

ø 1.2 s= 0,4 s= 2,0 s= 2,0

Abaco Pezzi

SCALA 1:20 SCALA 1:20

6.0

Placca unione pilastro base Placca unione pilastro base Pezzo17.0 B 17.0

123.0 114.0123.0 123.0

Pannello supporto impianti

ø 1.2

9.0

6.0 6.0 17.0

ø 16.0 ø 16.0

ø 16.0

Supporti base regolabili Supporti base regolabili Giunto Giunto adad HH vaschette idroponico Placca unione pilastro base Placca unione pilastro base Supporto Supporti base Giunto ad H Placca unione pilastro base Traveregolabili centrale Supporti base regolabili Giunto ad H Placca unione pilastro Travetto base 6.06.0

4.0

114.0 20.0 8.0 Pilastro 6.0 6.0 6.0

Cassetta orto

s= 2,0

4.0

Struttura

Montante 4.0

4.0

Montante Struttura

4.0

di Traverso 59.5 59.5 Architettura A.A. 2018 | 2019 59.5 di Laurea Magistrale in CoperchioCorso 1 Coperchio 2 Coperchio 3

59.5

15.0

Pannello isolante

s= 10,0

CoperchioUniversità 1 Coperchio 2 degli Studi

s= 2,0

Coperchio 1

s= 2,0

s= 2,0

Cassetta orto

s= 2,0

108.0 Cassetta orto

s= 2,0

Cassetta orto

s= 2,0

Cassetta orto

s= 2,0

Pannello supporto impianti Cassetta orto

s= 2,0

supporto impianti

114.0

Pannello supporto impianti

s= 2,0

ø 1.2 Pannello s= 0,4

114.0

Supporti base regolabili

20.0 Pannello isolante 15.0

ø 16.0

20.0 15.0

Supporti base regolabili

20.0 15.0

Supporti base regolabili

Supporti base regolabili Pannello isolante 20.0

ø 16.0

ø 16.0

ø 16.0

ø 16.0 ø 16.0

ø 16.0

ø 16.0

ø 16.0

17.017.0

ø 1.2ø 1.2

123.0 123.0 123.0

Pezzo A (con tasca) 17.0 B Pezzo Pezzo B

ø 1.2ø 1.2 s= s= 0,4 s= 0,4 2,0

Pilastro Pilastro d'angolo Montante isolante Pezzo Pezzo Struttura Pezzo BB B Pannello supporto impianti Pannello Pezzo B

Dettaglio Stratigrafia Copertura Abaco Pezzi

38.0

38.0

38.0

SCALA 1:50

BSM.3.z

BSM.4.c

STR.1.b

Abaco Pezzi

40.0

40.0

40.0

40.0

SCALA 1:50

REALIZZATO CON UN PRODOTTO A

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

40.0

4.0

6.0

6.0

40.0

SCALA 1:50

REALIZZATO REALIZZATOCON CONUN UNPRODOTTO PRODOTTOAUTODESK AUTODESKVERSIONE VERSIONEPER PERSTUDENTI STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

38.0

38.0

28.0

28.0

28.0

28.0

28.0

4.0

4.0

4.0

4.0

4.0

SCALA 1:50

28.0

FCT.2.cCON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO SCALA 1:50

114.0

404.0

404.0

SCALA 1:50

28.0 28.0

Pannello supporto impianti Pannello Pannello isolante Pannello supporto impianti isolante Pannello supporto impianti Pannello isolante 114.0 114.0

119.0

6.0

114.0

28.0

Base Placca unione pilastro base

40.0

114.0

28.0

404.0

4.0

4.0 202.1 4.0 202.1 4.0 4.0 203.0 4.0 203.0 4.0 4.0 203.0 4.0 203.0 4.0 203.0 202.1 4.0 202.1 4.0 202.1 418.0 418.0 418.0 418.0 418.0

40.0 4.0

114.0

ø 1.2 s= 0,4

108.0

FCT.1.a

38.0 38.0

40.0 40.0

119.0

FCT.1.b

20.0 15.0 15.0 15.0

3.5

3.5

5.0

5.0

5.0

5.0

114.0

114.0

404.0

38.0

17.0

40.0 40.0

38.0

38.0

ø 1.2 ø 1.2 ø 1.2 s= 0,4 s= 0,4 s= 0,4

114.0

38.0

40.0

38.0

114.0

40.0

Supporti regolabili Supporti basebase regolabili Supporti base regolabili 20.0 20.0

119.0

108.0

114.0

123.0 123.0 123.0

6.0 40.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VER REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK V REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERS REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTO

119.0

210.0

119.0

424.0

424.0

210.0

114.0

210.0

38.0

12.0

40.0

15.0

15.0

6.0

119.0

38.0

3.5

6.0

119.0

6.0 210.0

38.0

4.0

FCT.2.a

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

119.0

119.0

28.0

4.0 4.0 4.0

114.0

119.0

28.0

20.0

4.0

3.5

FCT.2.a

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI CON UN AUTODESK PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATOREALIZZATO CON UN PRODOTTO VERSIONE PER STUDENTI 38.0 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

38.0 38.0

40.0

REALIZZATO 40.0 CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

119.0

119.0

114.0

40.0

38.0

119.0

6

418.0

6.0

4.0 4.0 418.0 418.0 4.0

28.0 202.1 202.1 28.0

28.0

16.0ø 16.0 REALIZZATOøø16.0 CON UN PRODOTTO AUTODESK 9.0VERSIONE PER STUDENTI 9.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 108.0

119.0 119.0 6.0

210.0 108.0

Placca unione pilastro Placca unione pilastro basebase Placca 17.0 unione 17.0 pilastro base

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 6.0 REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 38.0

38.0

210.0

114.0 114.0

114.0 114.0

28.0 28.0 REALIZZATO CON 12.0 12.0 PRODOTTO 12.0 AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 12.0 UN 12.0

119.0 108.0

20.0

40.0 114.0

40.0 40.0

404.0

203

28.0

4.0

108.0 108.0

28.0

38.0 119.0

20.0 20.0

20.0

20.0

38.0

28.0

4.0

5.0

3.5

3.5

3.5

3.5

3.5

4.0

4.0

4.0 4.0

114.0

119.0

6.0

114.0

119.0

5.0

119.0 119.0

210.0

210.0

210.0

210.0

210.0

3.5

3.5

3.5

3.5

5.0

404.0

38.0 5.0 5.0

20.0

114.0

6.0 6.0

REALIZZATO404.0 CON UN

210.0 210.0

114.0 203.0

4.0 3.5 418.0

38.0 20.0 20.0

3.5 3.5 5.0

202.1

15.0

108.0

28.0

28.0

38.0 20.0

20.020.0 20.0

20.0 20.0

20.0 38.0

210.0

114.0 114.0 119.0 119.0

119.0

3.5

108.0

10.0

6.0

5.0

38.0

108.0

119.0

4.0 4.0 4.0

38.0

5.0

6.0

26.0

404.0

5.0

5.0

3.5

38.03.5

108.0

3.5

114.0 38.0

4.0

4.0

4.015.0

6.0

210.0

3.5

119.0

5.0

10.0

114.0

119.0

11.6

FCT.2.b

4.0

15.0

15.0

4.0

10.0

210.0

15.0

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38.0

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424.0

108.0

202.1

28.0

40.0

5.0

210.0

10.0 40.0 10.0

119.0

3.5

26.0

26.0

26.0

26.0

26.0

119.0

119.0

119.0

119.0

119.0

38.0

40.0

40.0

26.0 6.0

26.0

26.0

26.0

26.0

108.0

3.5

6.0

3.5

5.0

6.0

119.0

210.0

6.0

15.0

424.0 40.0

38.0 424.0 424.0

4.0

4.0

4.0

114.0 114.0

5.0

5.0

210.0

4.0 108.0

119.0

119.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

4.0 4.0

38.0

15.0

15.0

15.0

28.0

15.0

8.0

10.0

4.0

10.0

108.0

3.5

404.0

3.5

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20.0

20.0

20.0 20.0 424.0

210.0

108.0

4.0

114.0

40.0

5.0

119.0

4.0 6.0

4.0 6.0 4.0 6.0 4.0 6.0 .0 6.0

10.0

210.0

4.0 11.6

119.0

38.0

4.0

4.0

4.0

4.0

38.0

108.0

11.6

119.0

15.0

203.0

418.0

REALIZZATO CON UN

6.0

210.0

11.6 6.0

119.0

4.0 12.0

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119.0

38.0

114.0

40.0 108.0

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4.0 12.0

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38.0

119.0

15.0 15.0

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20.0

4.0 119.0

114.0

4.0 12.0

6.0 6.0 6.0 REALIZZATO CON UN 38.0 PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 6.0

5.0

40.0

108.0

38.0

15.0

5.0

4.0

4.0

4.0

4.0 119.0

4.038.0 4.0 4.0

4.0

119.0

3.5

4.0

40.0

404.0 10.0 10.0 38.0 10.0

38.0

119.0

210.0

4.0

28.0 6.0

40.0

119.0

38.0

4.0

38.0

4.0

418.0 119.0

40.0

210.0

3.5 3.5 119.0

3.5

4.0 119.0

5.0

10.0

114.0

424.0 424.0 38.0 424.0 119.0

210.0

210.0

119.0

404.0

20.0

40.0

28.0

38.0

108.0

114.0

119.0

114.0

418.0

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28.0

5.0 5.0

38.0

119.0

20.

114.0 4.0

6.0 20.0

119.0

210.0

4.0 12.0

28.0

6.0 424.0

28.0

28.0 404.0

203.0

28.0 108.0 4.0 38.0 418.0 202.1

4.0

119.0

4.0 12.0

4.0

202.1

418.0

4.0

4.0

4.0 4.0

15.0

20.0

15.0 210.0

119.0

15.0

424.0

4.0

202.1

4.0

119.0

38.0

20.0

210.0

203.0

4.0

5.0

4.0

210.0 114.0

418.0

119.0

210.0 4.0

202.1 210.0

114.0 40.0 4.0 6.0 119.0

114.0

119.0

38.0

418.0

210.0

40.0 11.6

4.0 4.0

11.6

114.0

4.0

3.5

119.0 12.0 10.0

202.1

404.0

26.0

4.0

210.0

5.0

11.6

114.0 12.0 11.6

11.6 108.0

119.0

5.0

38.0

40.0

404.0

20.0 20.0

418.0

210.0

10.0

202.1 4.0

418.0

114.0

40.0

20.0

5.0

12.0

210.0

15.0

210.0

3.5

3.5

210.0

3.5

10.0

4.0 3.9

4.0 3.9 4.0 3.9

.0 3.9

4.0 4.0

11.6

4.0

210.0

4.0

12.0 12.0

4.0 6.0

210.0 210.0 28.0

4.0 6.0

119.0

38.0

114.0 3.5

4.0

203.0

4.0

4.0

203.0 4.0 202.1

4.0

4.0

119.0

20.

38.0 404.0 210.0 38.0 404.0 4.0

4.0 3.9

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

210.0

11.6 4.0 6.0

15.0

114.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI28.0 28.0 28.0 28.0

15.0

15.0

5.0

26.0

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418.0

12.0 15.0 210.0

20.0

20.0

4.0 4.0

28.0 4.04.0

4.0 12.0

4.0 203.0

4.0 202.1

4.0 12.0 4.0 12.0

38.0

6.0

424.0

20.0

20.0

6.0 114.0

119.0 424.0

10.0

404.0 15.0 424.0

4.0

202.1 4.0

424.0

4.0

3.5

424.0

4.0

20.0

4.0 6.0 4.0 6.0

4.0

11.6

4.0 20.0

11.6 11.6

4.0 3.9 4.0 3.9

3.5

4.0

203.0

15.0

11.6

15.0

4.0 6.0

15.0

4.0 20.0 12.0

5.0

4.0 6.0

38.0

10.0

40.0

5.0

4.0

203.0

11.6

15.0

4.0

4.0

11.6

12.0

210.0

3.5

4.0 6.0 11.6

15.0

26.0

3.5

20.0 20.0

203.0

404.0 4.0

202.1

4.0 4.0

15.0

3.5

11.6

15.0

4.0 10.0

3.5

26.015.0 4.0

26.0

20.0

424.0 4.0 4.0 3.9

15.0

REALIZZATO 38.0 CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

404.0

424.0

424.0

424.0

4.0

15.0 28.0

4.0 6.0

4.0

12.0

4.0

404.0 424.0

4.0 12.0

5.0

12.0

10.0

3.5

4.0 6.0

20.0

12.0

4.0 3.9

4.0

12.0

15.0

4.0 6.0 4.0 6.0

15.0

26.0

26.0

15.0 5.0

3.5 4.0 4.0

26.0

4.0

210.0 4.0

3.5

26.0

424.0

20.0

12.0

15.0

4.0 12.0

5.0

5.0

4.0 3.9

15.0

4.0

4.0 6.0

4.0

4.0

3.5

4.0 3.9

4.0 4.0

4.0 6.0

4.0

15.0

4.0

26.0

4.0 3.9

4.0

4.0 3.9

4.0

4.0 6.0 12.0

4.0 3.9

3.5

11.6

4.0 4.0

12.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

4.0 4.0

20.0 20.0

4.0 6.0

4.0

3.5

4.0 4.0

4.0

3.5 26.0

4.0 6.0

4.0

REALIZZATO REALIZZATO UNCON PRODOTTO UN PRODOTTO AUTODESK AUTODESK VERSIONE VERSIONE PER STUDENTI PER STUDENT REALIZZATO CON UN CON PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO CON UNCON PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON PRODOTTO AUTODESK VERSIONE STUDENTI REALIZZATO CON UN UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PERPER STUDENTI

4.0 6.0

4.0

4.0 3.9

20.0

3.5

26.0

26.0

208.0

208.0

tel

Sottostruttura Sottostruttura fotovo

OTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

119.0

418.0

114.0

28.0 210.0

202.1

4.0

15.0

10.0

203.0

4.0 12.0 202.1

4.0 4.0

3.538.0

119.0

38.0

4.0

4.0

6.0

4.0

4.0

203.0

4.0 418.0

202.1

418.0

4.0

4.0 4.0

404.0

404.0

15.0

28.0 12.0 12.0

15.0 15.0

4.0

R 114.0

210.0

3.5 3.5

20.0

4.0

202.1 38.0

5.0 4.0

5.0 6.0

404.0

20.0 20.0

20.0

3.5 3.5

3.5

4.0

26.0 26.0

418.0

3.5

4.0

203.0

20.0

418.0 4.0

203.0

38.0

40.0

20.0 20.0 20.0 20.0 20.0

20.0 20.0

20.0

3.5

3.5

ZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 15.0

114.0

20.0

20.0

3.5 4.0

LIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 4.0 6.0

28.0

6.0

20.0

119.0 4.0 12.0

10.0

3.5

12.0

404.0

6.0

3.5

4.0

20.0

4.0 3.5

5.0 3.5

4.0

3.5

3.5

4.0

4.0

20.0

4.0 20.0

20.0

4.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

ONE PER STUDENTI

119.0

26.0

6.0

38.0

108.0

5.0

26.0

12.0

26.0

38.0

4.0

20.0119.0 20.0

20.0

20.0

11.6

4.0

3.55.0 3.5

3.5

28.0

26.0

20.0

26.0

26.0

26.0

26.0

3.5

O CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

3.5 3.5

4.0

12.0

3.5

3.5 4.0 3.5

3.5

4.0

3.5

5.0

4.0 12.0

6.0

15.0

20.0

15.

3.5

4.0 20.0 12.0

26.0 26.0

10.0

424.0

15. 38.0

4.0

11.6

20.0

20.0

4.0 28.0

4.0 4.0 4.0

4.0 4.0

4.0 6.0

3.5 3.5

4.0

12.0

4.0

4.0

3.5

26.0

12.0

15.0 12.0

3.5 4.0 11.6

4.0

20.0

20.0

20.0

PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 20.0 4.0

203.0

4.0

4.0 6.0

20.0

ER STUDENTI

20.0

4.0 4.0

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

202.1

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI REALIZZATO REALIZZATOCON CONUN UNPRODOTTO PRODOTTOAUTODESK AUTODESKVERSIONE VERSIONEPER PERSTUDENTI STUDENTI 11.6

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI 28.0

UTODESK VERSIONE PER STUDENTI

10.0

O AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI N PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI RODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI

REALIZZATO CON UN PRODOTTO AUTODESK VERSIONE PER STUDENTI


Circolarità estrinseca

Circolarità intrinseca

IDR.0.b.02

IDR.0.a.05

IDR.0.a.06

IDR.0.b.01

LTR.0.a.01

energia

Pompa di calore

Pro du

semi e/o piantine

soluzione nutritiva

substrato organico

acqua di irrigazione

energia elettrica

energia termica

Sistema idroponico

Consumatore

Vendita

scarto organico

compost

acqua di irrigazione

semi e/o piantine

scarto organico

prodotti orticoli

Coltura tradizionale in suolo

LTR.0.a.04

LTR.0.a.03

LTR.0.a.02

LTR.0.b.01

consumo

I prodotti orticoli sono gli unici output fisici del sistema, che diventano input di esso sotto forma economica in seguito alla fase di vendita.

Il box produttivo si configura come un sistema chiuso, i cui sottosistemi contribuiscono al sostentamento gli uni degli altri: obiettivo è il raggiungimento del maggior grado di autosufficienza dell’oggetto serra, dal punto di vista energetico e idrico.

acqua nutriente

prodotti orticoli

Sistema circolare

OUTPUT

materie prime

INPUT

Sistemi impiantistici

OUTPUT

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

INPUT

Ra c - Tot

x 462

Canalette di coltivazione - pendenza interna del 2%; - L totale del singolo sistema = 13.50 m

Condotto per la risalita della soluzione e l’incanalamento di questa nelle apposite canalette di coltivazione

Componenti responsabili dell’ossigenazione della soluzione

Pompa d’aria e pietra porosa

Altezza di fornitura ≥ 3,60 MCA ( h sommità del sistema)

Pompa d’acqua ad immersione

- 66 piante / sistema

impianto NFT Capacità: 65 L

D Serbatoio connesso a un singolo

impianti idroponici NFT Capcaità: 130 L

A B C Serbatoi connessi, ciascuno, a due

Serbatoio di raccolta

Le piante che meglio si adattano a tale sistema sono le specie orticole leggere e di rapida crescita, che possono essere raccolte rapidamente, come i diversi tipi di lattuga e ortaggi a foglia.

Sistema attivo a ciclo chiuso. La sostanza nutritiva è messa in continuo ricircolo dalla pompa d’acqua ad immersione.

Sistema idroponico NFT

Sistema di riscaldamento a pavimento: impianto radiante

Impianto termico

Impianto di raccolta dell’acqua piovana e di collegamento alla rete pubblica

Impianto di discesa della soluzione nutritiva nel sistema NFT

Impianto di risalita della soluzione nutritiva nel sistema NFT

Impianti idraulici

Di connessione alla rete pubblica

Di connessione al pannello fotovoltaico

Impianti elettrici

Il basamento, oltre per una funzione strutturale, è studiato per ospitare al suo interno tutti i sistemi impiantistici e le componenti ad essi connesse. Le cavità formatesi per accostamento delle componenti di base, hanno un’ampiezza e un’altezza tali da permettere l’inserimento di serbatoi di raccolta delle acque e le tubature dei singoli sistemi idraulici ed elettrici.

A

B

D

Pianta delle installazioni impiantistiche basamentali

Scala 1:50

A

lta co

ne zio

C

VI


|0|

IDR.0.a.01-a IDR.0.a.01-b IDR.0.a.02 IDR.0.a.03 IDR.0.a.04 IDR.0.a.05 IDR.0.a.06 IDR.0.b.01 IDR.0.b.02

Impianto Fotovoltaico

Pompa d' acqua ad immersione Pompa ad aria Pietra porosa Canalina NetPot Acqua di risalita Acqua di discesa

Serbatoio

NFT

LTR.1.b.01-a

TRM.0.b.01

LTR.1.a.01

IDR.0.a.04 IDR.0.a.02 IDR.0.a.03

IDR.0.a.01-a

IDR.0.b.02

DWC

|1|

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

In caso di prolungata scarsa illuminazione solare e di esposizione sfavorevole, l’impianto attinge l’energia dal sistema di rete elettrica pubblica, ad esso connesso tramite il quadro parallelo di carica.

Le batterie di accumulo, tipiche dell’impianto stand alone, permettono il sostentamento del sistema per brevi periodi di insuficciente esposizione solare.

IDR.1.a.01 IDR.1.a.02 IDR.1.a.03 IDR.1.a.04 IDR.1.a.05 IDR.1.a.06 IDR.1.b.01

Batterie di accumulo

Regolatore di carica

Serbatoio Pompa ad aria Pietra porosa Vasi NetPot Substrato organico Acqua di distribuzione

L’impianto fotovoltaico applicato risulta essere un ibdrido tra lo schema di connessione alla rete pubblica e l’impianto stand alone. Lo scopo è rendere l’oggetto serra il più autosufficente, dal punto di vista energetico, possibile: in caso di illuminazione ed esposizion favorevole, i cinque pannelli apportano l’energia necessaria al riscaldamento della serra nei mesi autunnali-invernali. L’energia in eccesso è usata per il funzionamento dell’impianto di illuminazione e delle pompe.

Impianti idraulici [ IDR ]

IDR.0.a.05

Impianto Fotovoltaico Impianto elettrico

|0| |1|

Inverter

Pannello Fotovoltaico Regolatore di carica Batterie di accumulo Convertitore Quadro Parallelo di carica Fili elettrici di collegamento Cassetta di derivazione Cavi elettrici Collegamento alla rete pubblica

LTR.0.a.01 LTR.0.a.02 LTR.0.a.03 LTR.0.a.04 LTR.0.a.05 LTR.0.b.01 LTR.1.a.01 LTR.1.b.01-a LTR.1.b.01-b

Alle utenze

Impianto Radiante

Imp.Termico [ TRM ]

| a | |b| | 01 | | 02 | | -a | | -b |

TRM.0.a.01 TRM.0.b.01

Uscita acqua calda: sistema di riscaldamento a pavimento

Entrata acqua fredda

Rete elettrica pubblica

|0|

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

Pompa di calore

Quadro parallelo di carica

Componente Tubatura Pezzo Variante del pezzo

Pompa di calore Serpentina radiante

IDR.1.b.01 IDR.1.a.05 IDR.1.a.06 IDR.1.a.04

IDR.1.a.02

IDR.1.a.01

LTR.1.b.01-a

TRM.0.b.01

TRM.0.a.01

LTR.1.b.01-a

LTR.1.b.01-b

LTR.1.b.01-a

LTR.0.a.05

LTR.0.a.04

LTR.0.a.03

LTR.0.a.02

Calcolo della potenza (Q)

Fabbisogno energetico medio giornaliero (Q/g) Fabbisogno energetico medio annuale (Q/anno)

10 6,8

kWht / anno

2808,85

150

0,78 18,73 n

kW

780,24

670,77

kWh / g

W

Kcal / h

°C

mq °C

84.84

mq

25.50

110.34

mq

1,90 Parete

Te = Temperatura media esterna *

Numero di giorni

Q= Ct * n Ct = K x S x (Ti -Te) W / (mq*K)

Ti = Temperatura minima interna richiesta *

Ct

4

Irrigazione delle casse orto

3

Acqua di scarto non smaltibile

2

Acqua arricchita in nutrienti

1

Raccolta acqua piovana

Soffitto

S = superficie in metri quadrati di parete e soffitto

K = Coefficiente di trasmissione (U)

Ct = Chilocalorie necessarie

Con:

30 gg

Gestione delle acque

x 32

Calcolo del fabbisogno energetico medio annuale di riscaldamento (Q) dell’oggetto serra

Scolo dell’acqua di scarto

1 b

Collegamento alla rete idrica pubblica

- Tot

Sistema passivo a ciclo chiuso. La sostanza nutritiva, raccolta negli appositi serbatoi, si distribuisce nei vasi interconnessi secondo il principio dei vasi comunicanti. Ciascun vaso è responsabile della crescita di una singola pianta.

Sistema idroponico DWC

Canalette di coltivazione - pendenza interna del 2%; - L totale del singolo sistema = 13.50 m

Condotto per la risalita della soluzione e l’incanalamento di questa nelle apposite canalette di coltivazione

g

mese

33

277

462

NFT

20

168

32

DWC

Resa del Box

5.12

53

445

NFT & DWC

48

400

Tot - 10%

Pianta del sistema DWC - livello del pavimento

Kg

400

mese

3,00

1.200

Prezzo medio di Guadagno vendita dei medio mensile prodotti € € / kg

14.400

Guadagno medio annuale €

Energia in esubero

n° pannelli

[ Et / Ee ] [ kWh t / COP ]

kWhe / anno

4

702,21

1,00

1980,00

1277,79

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

Energia utilizzabile per impianto di illuminazione e attivazione delle pompe

kWh / anno

Energia prodotta dall'intero sistema fotovoltaico

kWhtot / anno

1,80

5 1800,00

Wp tot kWp tot

360,00

1100,00 n

= Wp

kWh / anno

kWp

Energia necessaria al riscaldamento della serra nei mesi autunnali-invernali

Pannello fotovoltaico selezionato

Kilowatt di picco

Ee

COP (coefficiente di prestazione )

Scelta del pannello fotovoltaico

Nota* : I guadagni sono stimati su un prezzo di vendita di 3,00 €/kg, prezzo medio sul mercato di prodotti controllati e certificati biologico.

$

Resa economica

Nota* : La resa media è calcolata per il caso di un’intera produzione di lattuga (NFT) e di zucchino (DWC), paragonabili in caratteristiche alle altre specie tipiche del rispettivo sistema di coltura

Kg

n° di piante

Resa produttiva

B

A A

IDR.0.a.06

1.20

5.12

Impianti elettrici [ LTR ]


Collegamento alla Rete Idrica Pubblica

Autonomia idrica | Raccolta delle acque piovane

Autonomia energetica | sistema Fotovoltaico

Collegamento alla Rete elettrica pubblica

Autonomia e Allaccio alla Rete Pubblica

La progettazione degli ambiti di questo organismo rimane di proposito poco definita, in quanto non è possibile programmare a priori le dinamiche che si possono creare dall’intersezione quasi casuale e creativa delle attività che si svolgono all’interno.

L’intervento mantiene lo stesso carattere di temporaneità del singolo inserimento, anche se è auspicabile che esso possa diventare punto di partenza per un utilizzo dell’area coerente con l’input generato dall’installazione.

Collegamento aggiuntivo alla rete elettrica

Collegamento aggiuntivo alla rete idrica

O

Esposizione e ombreggiamento

S

E

N

Analizzati gli aspetti morfologici e tecnici del box serra si tenta di ipotizzare come esso possa fare un salto di scala e diventare parte di un sistema più complesso ed articolato. La serra rimane il nucleo principale di tale organismo ma ad essa vanno ad accostarsi altri elementi in grado di attrarre e convogliare gli utenti all’interno del nuovo spazio di pertinenza: si crea un luogo accogliente e riconoscibile dove sostare, rallentare e passare del tempo a contatto con gli elementi naturali presenti in diverse conformazioni.

Il box, di per sé introverso nonostante la sua immaterialità e discrezione viene valorizzato dal sistema di spazi che arricchiscono l’esperienza di questo luogo.

Upgrade complesso

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

Componente Verde

Flusso principale | Rampa

Flusso secondario | Gradini

Rampa | Gradini | Sedute

Funzioni e tipi di spazi

Basamento Limite e riconoscibilità

VII


Polistirene espanso

Pannello OSB

Arredo urbano

Vendita

Divulgazione

Produzione

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

Riqualificazione

Caso 2: Zona residenziale

Prototipo

1° Visibilità

Caso 3: Centro storico

Didattica

Ricerca

Caso 4: Zona Universitaria

Caratterizzazione e potenzialità degli spazi all’interno di diversi “settori” città

Variante costruttiva - Blocco opaco funzionale

Caso 1: Zona marginale

FCT.2.a

FCT.1

FCT.2.a

STR.1.b

- Corti interne - Chiostri - Aree dismesse - Interruzioni tra edifici

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

- Parcheggi - Piazze

Spazi Residuali

Inserimento urbano e tipologia di spazi interessati

Attori interessati

banchiere

privato cittadino

amministratore cittadino

agronomo

ingegnere

architetto

debito

crowdfunding

concessione

facoltà

conoscenze

conoscenze

conoscenze

Componibilità alternativa | arredo

Realizzazione

Identificabilità

finanziamento

spazio

permesso

supporto tecnico

idea

Funzione di raccolta

supporto all’iniziativa

acquisto

acquisto

tempo

tempo

conoscenze

amministratore cittadino

privato cittadino

ristoratore

volontario

dipendente

amministratore

Funzione produttiva

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

visibilità

reddito

forza lavoro

gestione

Operazione

Basamento | Versatilità e riconoscibilità

Funzione portante

Attori del sistema

Componibilità


Sovrapposizione produzione - consumo

Servizio autogestito

Condominio Privato

Provenienza consapevole

Compartecipazione

1 | Zona marginale

3 | Zona Centro Storico

7 min

4 | Zona Universitaria

La soluzione ad uso privato del box permette ad un gruppo di cittadini, partecipativi e motivati, di contribuire alla resilienza della città aggiungendo un profitto personale, che sia esso sociale economico e benefico. La concessione del box a seguito di un investimento pro-capite assicura un ritorno, negli anni, in termine di autonomia orticola, risparmio e qualità dei prodotti.

IMM 1 |

IMM 2 |

2 | Zona Residenziale

Determinarsi di una rete - caso applicato di Ferrara

Servizio mediato

Provenienza consapevole

Inclusione sociale

Il complesso aggregato, costituito da moduli produttivi e moduli addizionali funzionali, occupa, altresì temporaneamente, un vuoto urbano. Mirando alla sensibilizzazione e alla partecipazione dei cittadini, si configura come uno spazio di interazione e coesione sociale dove rimane centrale il tema della produzione. Riveste inoltre il ruolo di “casa base” dei satelli produttivi disseminati nei ritagli urbani.

Breve distanza produzione - consumo

Palazzo dei Diamanti | Giardino

Scenario II Complesso aggregato

Scenario I

Scenari di inserimento

Uso privato del box serra

Fito-Recettori Urbani | Produrre nel ritaglio per riappropriarsi del quotidiano

VIII


IMM 2

IMM 4

IMM 1

Scala 1 : 10.000

Ferrara

3 | Zona Centro Storico

7 min

4 | Zona Universitaria

2 | Zona Residenziale

Università degli Studi di Ferrara Corso di Laurea Magistrale in Architettura A.A. 2018 | 2019

Laureande Ottavia Ballardini | Sibylle Oggioni

IMM 4 |

IMM 3 |

Determinarsi di una rete - caso applicato di Ferrara

Il modulo serra e il complesso aggregato, slegati da particolari lotti ed aree, si prestano ad un potenziale inserimento in tutti quei ritagli urbani che rispondono a determinati pre-requisiiti insediativi. Il caso applicativo nella città di Ferrara è determinato dalla sovrapposizoone della figura dell’interlocutore cittadino alla figura dell”architetto”: rispondere, con la soluzione progettuale, ad una condizione vissuta in prima persona permette di indagare le opzioni e le soluzioni vestendo, contemporaneamente, le parti dell’ideatore e del destinatario.

1 | Zona marginale

resilienza della città aggiungendo un profitto personale, che sia esso sociale economico e benefico. La concessione del box a seguito di un investimento pro-capite assicura un ritorno, negli anni, in termine di autonomia orticola, risparmio e qualità dei prodotti.

Perchè Ferrara?

IMM 3

Piazza Cortevecchia | Centro Storico

Porta Paola | Mercato Contadino

Relatori: Roberto Di Giulio | Juliano Geraldi Correlatori: Giovanni Avosani | Giacomo Bizzarri

temporaneamente, un vuoto urbano. Mirando alla sensibilizzazione e alla partecipazione dei cittadini, si configura come uno spazio di interazione e coesione sociale dove rimane centrale il tema della produzione. Riveste inoltre il ruolo di “casa base” dei satelli produttivi disseminati nei ritagli urbani.




Grazie a: Siby - mi hai sopportato un anno, non aggiungo altro; Prof. Roberto Di Giulio - per averci accompagnato e supportato durante lo sviluppo di questo lavoro; Prof. Giovanni Avosani, Prof. Giacomo Bizzarri - per aver arricchito incredibilmente questo percorso; Mamma e Babbo - per essere sempre e comunque al mio fianco; Riccardo - sei un punto di riferimento; Vale e Megghi - è un po’ difficile da spiegare, ma voi lo sapete; Enri - mi hai svoltato gli ultimi mesi, davvero; Cena di Natale - non l’ho mai dimostrato apertamente, ma è stato bello grazie a Voi; Ceci - da sempre; La FAF - un po’ ti odio, ma un po’ mi mancherai; RipaGrande 33 - mi ci sono trovata per caso, ma ormai è State Of Mind; Valpo - hai cambiato il mio mondo e mi hai fatto scoprire un universo; Le mura - siete state il mio posto sicuro, soprattutto di notte; Ferrara - alla fine, nonostante tutto, sei Casa.

Otti


Grazie a Otti - per essere stata una roccia e per non avermene tirata una nei momenti più problematici; Prof. Roberto Di Giulio - per averci accompagnato e supportato durante lo sviluppo di questo lavoro; Prof. Giovanni Avosani e Prof. Giacomo Bizzarri - per aver arricchito incredibilmente questo percorso; Mamma e Papi - per libertà e fiducia che sempre mi avete dato; Silvio - che alla fine sei sempre stato tu a spianare un po’ la mia strada; e Famiglia - miei sponsor emotivi WorldWide; Alfo - che forse a dirlo, non ci riuscirei; Marghe e Pile - che mi conoscete più di quanto io conosca me stessa; Bujo -da anni e per anni una certezza; Paola e Fede - due sorelle, tanto diverse quanto simili; Cena di Natale - per aver contribuito, pezzo dopo pezzo, a tutto questo; La Faf - odi et amo; Voltapaletto - fiume di incontri e personalità; Curitiba - per aver cambiato il mio modo di vedere; Ferrara - che ormai è Casa.

Siby





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