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SICILIA ROSA IN
www.siciliainrosa.it
Anno IV - N. 26 - Ottobre 2014 - t 2,50 - Domenica 12 a Catania e provincia e da lunedì 13 nelle altre province in abbinamento con il quotidiano LA SICILIA a t 1,20
società TURISMO SESSUALE MINORILE, ADESSO BASTA RAGUSA, LE “PASIONARIE” DEI RIFIUTI SOSTENIBILI
siciliane MARIA ROSA DE LUCA GLORIANA ORLANDO SARA CAPPELLO
modablog AUTUNNO A QUADRI
food MARILENA CANTONE
Emma Dante «OGNI SPETTACOLO È COME UN FIGLIO»
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SICILIA INROSA SICILIA ROSA IN
www.siciliainrosa.it
società
province in abbinamento
con il quotidiano LA SICILIA
a t 1,20
TURISMO SESSUALE MINORILE, ADESSO BASTA RAGUSA, LE “PASIONARIE”I DEI RIFIUT SOSTENIBILI
16
ott 2014 12
e da lunedì 13 nelle altre
siciliane
2014 - t 2,50 - Domenica
12 a Catania e provincia
MARIA ROSA DE LUCA GLORIANA ORLANDO SARA CAPPELLO
modablog
Anno IV - N. 26 - Ottobre
AUTUNNO A QUADRI
food MARILENA CANTONE
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Emma Dante LO «OGNI SPETTACO » È COME UN FIGLIO
In copertina Emma Dante (intervista a pag. 18)
5 detto tra noi 7 quellocheledonne...
28 società
amarsi a distanza missione possibile
9 jelodicoaguia
30 sport
10 ci piace
34 blogshooting
12 infanzia violata non chiamatelo turismo
15 storie nata a lipari grazie a facebook
16 ambiente&territorio le donne di svi.med
18 da donna a donna emma dante «ogni pièce è come un figlio»
20 siciliane
angela abbate patrizia panarello elena Ferraro fulvia toscano
22 maria rosa de luca «al paese serve un progetto educativo»
24 sara cappello
«la mia protesta al balconcino»
26 Gloriana Orlando «scrivo da prima di saper scrivere»
muoviti che ti passa autunno a quadri
38 moda
swinging london
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ignazio bissoli
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42 beauty
i giochi di luce del contouring
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44 esteticamente 46 petcare 47 pollice verde 48 arredo
eleganza green
50 designcorner
salvatore spataro
51 angolo hi-tech 52 food story
marilena cantone «porto la sicilia sulle tavole francesi»
54 parola di chef 55 l’arte del dolce 56 globetrotter 58 happy hour 62 l’oroscopo
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detto tra noi
PAROLE_
PAROLE
Mumsnet QUANDO LE MAMME FANNO OPINIONE
n Inghilterra le mamme sono diventate molto potenti. E qualche giorno fa, sulle colonne - on line - del Guardian è apparsa una lunga intervista a una delle fondatrici di Mumsnet (www.musmnet.com) Justin Roberts. Le mamme inglesi che si aggregano attorno a questo network - che è sul web ma anche sul territorio - hanno avviato un’indagine con dei focus group sulle intenzioni di voto delle donne in vista delle elezioni del prossimo anno nel Regno Unito. Il loro giudizio è severo, non le mandano a dire e soprattutto la loro opinione fa notizia. Così David Cameron, attuale primo ministro e leader dei Conservatori, “non capisce i problemi della gente”, Ed Miliband, leader dei laburisti, sembra debole e inesperto, Nick Clegg, leader dei liberali “cade sull’integrità” e infine Nigel Farage, il leader degli antieuropeisti, “sembra almeno genuino: combatte per una causa, peccato che sia una causa priva di senso comune”. Insomma, le mamme del potente network non sembrano proprio soddisfatte dei loro politici. I partiti hanno “un deficit di autenticità e devono cambiare”. La cosa interessante è che una larga maggioranza di donne e uomini (il 68% di donne e il 67% di uomini pensa che il loro paese potrebbe essere migliore se ci fossero più donne in parlamento e nel governo. L’opinione di Musmnet forse non cambierà le sorti del voto, ma in Gran Bretagna questo network è sempre più ascoltato e seguito. Ed è cresciuto vertiginosamente: è lo strumento con in cui le mamme e le donne di scambiano consigli e discutono praticamente su tutto e sul quale sono riuscite a creare anche una rete territoriale, che esce dal web e diventa tangibile. Un network fatto di persone. Il loro esempio ci piace non perché in Italia manchino i portali dedicati alle mamme o in cui le donne si confrontano e si scambiano opinioni e consigli, ma perché ci sembra che Musmnet sia diventato un soggetto “politico” che può riuscire a indirizzare l’opinione pubblica. Naturalmente in un verso più favorevole alle donne. Justin Roberts parla come una che ne ha piena consapevolezza, pur sapendo che la forza di Musmnet viene da tutte le utenti e che tutto è nato un po’ così, quasi per gioco, per necessità di condividere i problemi di ogni giorno. Anche il loro marchio è inequivocabile: il classico delle Charlie’s Angels riveduto e corretto: invece di impugnare le pistole, le gentili signore hanno il loro da fare con bebè, bimbi e biberon! E dunque Mumsnet ci piace e forse è un modello di web non solo virtuale che dovremmo importare o, se c’è, far crescere
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MI SONO INVENTATO LE LAUREE PER UN COMPLESSO D’INFERIORITÀ
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Oscar Giannino, Liberoquotidiano.it, 5 ottobre 2014
LA BELLEZZA MASCHILE NON MI COLPISCE PIÙ DI TANTO, IN PASSATO SONO STATA CON UOMINI BRUTTI. ODDIO, QUANDO CI PENSO MI CHIEDO COME HO POTUTO Miriam Leone, Vanity Fair, 2 ottobre 2014
LE DONNE NEL PASSATO NON HANNO AVUTO QUELL’INCORAGGIAMENTO AL LORO TALENTO CHE AVREBBERO MERITATO DI DIRITTO, SCHIACCIATE, SOFFOCATE IN UN CERTO SENSO DALL’EGOISMO MASCHILE Peter Greenaway, IoDonna, 3 ottobre 2014
HO IL CANCRO. SE DEVO MORIRE, MORIRÒ. AL MOMENTO MI SENTO BENE Morrissey, El Mundo, 8 ottobre 2014
HO 54 ANNI, MICA 104. MBÉ? SE FOSSI UN MASCHIO MI DIRESTE CHE SONO UN GRAN FIGO A STARE CON UNA TRENTENNE. L'AMORE NON È QUESTIONE DI ETÀ, SE DURA, DURA. Sen. Stefania Pezzopane, Corriere della Sera, 6 ottobre 2014 PER DUE ANNI MI SONO DEDICATA ALLE BAMBINE ALLATTANDOLE FINO AI SEI MESI. ORA TORNO IN PISTA. SONO AMBIZIOSA Camila Raznovich, Grazia, 9 ottobre 2014
HO BACIATO ROBERT MITCHUM. HO FATTO APPENA IN TEMPO, È MORTO DUE ANNI DOPO. UN UOMO CHE HA AVUTO UNA STORIA CON AVA GARDNER, IO VOLEVO SOLO VEDERLO. INVECE, NON GLI SONO DISPIACIUTA Piera degli Esposti, Il Giornale Off, 9 ottobre 2014 SICILIA INROSA
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quellocheledonne(non)dicono
CONTRO CORRENTE
di paola pasetti
FAMILIARI DELLE PERSONE SCOMPARSE UNA FIRMA PER NON LASCIARLI SOLI ove c’è una persona scomparsa c’è una stanza rimasta intatta, congelata, in cui nemmeno la polvere sembra volersi posare. Quella stanza lì urla una ferita che nei cuori delle famiglie non si rimargina mai. Vite sospese, domande sospese. A raccontarle, la mostra inaugurata ieri a Ravenna “I vuoti che colmano” del fotografo Vincenzo Pioggia, organizzata dall’associazione Penelope Emilia Romagna dedicato alle famiglie delle persone scomparse. Dieci scatti, dieci camere che però rappresentano le migliaia di camere rimaste intatte nel nostro Paese per dieci, venti, trent’anni. Secondo l’ultima relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, in Italia le persone ancora da rintracciare dal 1974 al 30 giugno 2013 sono ventisettemila. Di queste, un numero impressionante – ben 11.615 - sono minori. Una classifica che vede la Sicilia, con i suoi 2.648 scomparsi, al quinto posto dopo Lazio, Lombardia e Campania. Eppure qui da noi non accade quel che vediamo nei telefilm americani: foto degli scomparsi sulle scatole di corn flakes o sul bidoncino del latte, tanto per cominciare. La comunicazione, eccetto quei cinque-sei casi che periodicamente fanno clamore e ribalzano di trasmissione in trasmissione, è quasi a zero. Anche per questo i familiari degli scomparsi siciliani hanno deciso di farsi sentire. Riuniti in rete (sul web alcuni di loro hanno dato vita al sito famigliescomparsisiciliani.blogspot.it), da anni chiedono che si faccia di più, che i media siano più attenti e disponibili a divulgare segnalazioni e foto degli scomparsi, ma soprattutto chiedono che le cose cambino anche sul fronte investigativo. La loro richiesta d’aiuto è stata accolta dal Comune di Palermo che ha deciso di sposare la loro causa: per questo è nato, su iniziativa della consigliera
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comunale Federica Aluzzo (Mov 139), il Progetto Verità con tanto di petizione popolare. Un progetto ambizioso, perché il suo cuore è l’istituzione di un Nucleo Investigativo Speciale regionale che si occupi degli scomparsi in Sicilia. «La Sicilia – spiega Rossella Accardo, ex moglie di Antonio e madre di Stefano Maiorana, gli imprenditori edili scomparsi sette anni fa – avrebbe la possibilità di costituire un nucleo del genere grazie all’articolo 13 dello Statuto della Regione Siciliana. Per la nostra regione questa è l’opportunità per dimostrare che non siamo solo mafia ma che la Sicilia è capace di fare uno scatto in avanti, proponendo un modello virtuoso, applicabile al resto del Paese». Il nucleo investigativo potrebbe colmare le lacune lamentate nella ricerca delle persone scomparse: garantire tempi rapidi d’azione, attuare una stretta collaborazione tra diversi settori delle forze dell’ordine, operare grazie a strumenti adeguati per le ricerche (cani molecolari, georadar, telecamere, droni). Tutto questo anche grazie al supporto di professionalità come quella dell’ex comandante dei Ris di Parma e presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, generale Luciano Garofano, che sembra aver già dato la propria disponibilità. Mesi fa il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in qualità di presidente dell’Anci Sicilia, ha inviato a tutti i comuni dell’Isola la petizione popolare, rivolta al presidente della Regione Siciliana e dell’Ars, finalizzata proprio alla realizzazione di questo Corpo Investigativo. La raccolta firme è stata avviata subito a Palermo e resterà aperta per tutto il 2014. Non è dato sapere quanti e quali comuni abbiano fatto la stessa cosa. Ma sarebbe importante che ogni cittadino che condivida questa causa andasse al proprio comune di residenza e chiedesse: scusi, dove posso firmare per il Progetto Verità?
MUMBLE MUMBLE di Maria Enza Giannetto
SPOSE-BAMBINE, GLI OCCHI DI RUBINA COME QUELLI DI THEA stata definita una campagna shock. La notizia del blog della bambina norvegese che si apre con “Ciao! Mi chiamo Thea, ho 12 anni e mi sposerò tra un mese” ha fatto il giro del mondo destando sconcerto e indignazione. Si tratta della campagna che stoppbryllupet e l'associazione Plan hanno lanciato per risvegliare le coscienza degli utenti, in vista della Giornata Internazionale delle Bambine - che si è tenuta l’11 ottobre - chiedendo di firmare una petizione per “fermare” questo matrimonio con un commento su Twitter o su Facebook. Una campagna geniale. Vedere una dodicenne bianca, bionda e dagli occhi azzurri raccontare le fasi che la porteranno al matrimonio con un uomo 25 anni più vecchio di lei ha risvegliato le coscienze degli occidentali su un fatto di cui si parla spesso, nei convegni di associazioni e organizzazioni internazionali, ma che, per molti, resta relegato all’ambito del “deprecabile” visto che riguarda solo bambine dai tratti esotici. Il blog di Thea ha avuto il merito di inoculare, anche solo per qualche minuto, il seme della paura che un’usanza tanto barbara potesse espandersi fino alla civilissima Norvegia. Fino all’inoppugnabile Occidente. Delle spose bambine si parla, è vero, ma solo in certi contesti e a intervalli regolari. Se ne parla durante le Giornate dedicate (l’11 ottobre, appunto) oppure quando un fatto di cronaca torna a scuotere le coscienze. Se n’è discusso, ad esempio, l’anno scorso quando Rawan, bambina yemenita, di otto anni, venduta a un uomo di 40, morì per per emorragia interna dopo la prima notte di nozze. Ne abbiamo riparlato a giugno, quando la donna iraniana Razieh Ebrahimi, 21 anni, è stata rinchiusa nel braccio della morte in attesa di essere uccisa perché a 17 anni sparò al marito, stanca di
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anni di abusi. Anche la campagna “Sono bambina, non una sposa”, ideata dalla palermitana Giorgia Butera e appoggiata da Onu Italia, ha riacceso i riflettori sulla questione. Giusto il tempo di indignarsi, però. Poi, cala di nuovo il silenzio. Eppure ci sono tante dodicenni, come Thea, che ogni giorno, pur non tenendo alcun blog, vivono il dramma dell’esser state promesse in sposa. Dodici anni, come la bionda e bianca Thea, aveva anche Rubina, la sposabambina del Bangladesh che per sfuggire a quella vita si è impiccata l’estate scorsa nel bagno della casa dei genitori che l’avevano consegnata al marito contro la sua volontà. Terre des Hommes ha fatto di Rubina il simbolo della campagna “Indifesa di Terre des Hommes” che, con il sostegno a distanza (donazione al 45596), ha l’obiettivo di difendere le bambine del mondo e, soprattutto, di tenerle a scuola il più possibile. Sì perché, ricordiamolo, la cultura è l’unica arma che queste bambine hanno per scampare a un destino già scritto. A sostenerlo è anche Maud Chifamba, la ragazza dello Zimbabwe che, seppur orfana, è riuscita a proseguire gli studi e a 14 anni è entrata all'Università diventando il simbolo di quello che si può fare studiando. Maud, oggi sedicenne, è stata inserita da Forbes al quinto posto nella classifica delle 20 donne più influenti dell’Africa. E ora, attraverso Change.org, presta il suo volto a una petizione volta a richiedere alle Nazioni Unite l'inserimento dell'educazione femminile nell'Agenda post 2015. «Le ragazze che vivono in contesti di povertà, come il mio - dice - , sono ad alto rischio e l’istruzione è per noi l’unica arma per cambiare il mondo in cui viviamo e partecipare alla vita economica, sociale e culturale dei nostri Paesi».
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Chi dice donna... di karen basile
RITROVARSI IN UN COMPLEANNO TRAGICO già passato un anno da quella notte d’inferno, nel mare di Lampedusa. Una trentina di superstiti ed alcuni familiari di dispersi tornano quaggiù, a stringersi nel ricordo e nella speranza vana - lo dicono i numeri - che nessuno mai più muoia così. In cerca di vita possibile, lontano da guerre che ingrassano solo le multinazionali degli armamenti. Sono i moderni Mosè, miracolati mentre 368 persone, giovani e stremate, annegavano a poche bracciate dalla salvezza. Sono tornati a Lampedusa per ricordare, riabbracciare, raccontare, in un mare di lacrime di commozione. Ragazzi ormai “svedesi”o “tedeschi” ritrovano quanti cittadini comuni - li accolsero come figli nelle loro case, al caldo delle proprie fa-
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miglie. Mischiando un po’ d’italiano, di dialetto lampedusano e non solo, ed un inglese incerto, in un contemporaneo “sabir”(la lingua franca medievale dei mercanti europei, arabi e turchi) per soffiare un po’ di vita nell’anima degli scampati. È un compleanno tragico - il primo - che diventando memoria, si aggrappa alla gioia di rivedersi, con un progetto di vita possibile da raccontare, ormai in nord Europa, lontano da questo paesaggio di mare e di vento. Per alcuni è anche lo smarrimento di non aver un luogo dove ricordare i propri cari, se non quel mare immenso. “Giornata dell’accoglienza” sarà da ora in poi, il 3 ottobre. Al di là dei defilés dei soliti politici, dalla statura politica piccola
ozlandia di cinzia Zerbini
L’AMORE AI TEMPI DELLA COLONSCOPIA hi ha il colon irritabile lo sa: è una sindrome che non può rimanere nel segreto del proprio stomaco, ma dev’essere diffusa quanto più possibile. Tutti devono sapere che ti brucia l’interno se sorseggi caffè e le amiche soprattutto devono non solo consolare ma improvvisarsi medici, infermieri, ascoltatrici fedeli di tutto ciò che provoca il dolore. Questa mia amica con il colon irritato c’è nata, poi la vita gliel’ha acutizzato. Bella, solare, intelligente, colta, indipendente, cuoca, perfetta casalinga, un raro concentrato di pezzettini di perfezione che evidentemente il creatore ha voluto regalarle perché magari gli avanzava. Ma una sfigata in amore senza precedenti. L’ultima delusione 5 anni fa e poi basta. Solo uscite tra donne. Donne e cinema, donne e pizza, donne e agriturismo, donne e mare, donne e basta. Perché le generazioni cresciute a pane e sex and the city non si sono mai riprese dalla necessità fisiologica della coabitazione sentimentale e dello sputtanamento collettivo del maschio stronzo. Si finisce con l’assomigliarsi, si conoscono limiti e difetti, il ciclo arriva contemporaneamente. Ma il dolore al colon non le passava. Visite, diete, “forse sei celiaca”, “forse sei stressata”, “forse dovresti andare in analisi” , “forse dovresti trombare di più”. Niente. Poi un giorno prende l’ascensore, preme il tasto T e invece si ferma al quarto piano, entra un signore distinto, si guardano e l’apertura delle porte al piano terra ci consegna un uomo e una donna che vanno a pranzo insieme. Dal pranzo alla cena il passo e breve e gli altri passi sono una rincorsa verso la felicità. I due ora convivono ma la notizia è che lei non ha più dolori allo stomaco. Perché l’amore è meglio di una colonscopia e relativa cura. Va detto.
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piccola, della falsa contrizione, senza mai un’ombra di vergogna per aver pensato “di aiutare i migranti a casa loro”, di chiudere una porta naturale con richiami alle responsabilità altre. Che stanno sempre “altrove”. Chi s’è sbracciato disperatamente in quella, come in altre notti, senza troppe grida e troppi riflettori addosso, è rimasto in disparte. Imbarazzato dai troppi tromboni. L’UNHCR richiama l’attenzione sull’aumento delle vittime di questi disperati viaggi. Secondo i recenti dati sulle traversate irregolari nel Mediterraneo, relativi al terzo trimestre 2014, oltre 2200 persone sono morte dallo scorso giugno, 130 mila sono arrivate in Europa via mare dal primo gennaio, oltre il doppio che durante l’intero 2013.
DE GUSTIBUS
di rita la rocca
LA FEMMINILITÀ NON È UN MARCHIO DEPOSITATO
“P
roprio della donna”. È questa la definizione che il dizionario dà dell’aggettivo “femminile”. Un termine dalle infinite sfumature, impossibile da circoscrivere o catalogare, ma che nell’accezione comune, veicolata soprattutto dai mass media, è diventato sinonimo di “bellezza”, “eleganza”, “seduzione”. Eppure, a guardare alcune attrici e modelle che di questa femminilità dovrebbero essere icone indiscusse qualche dubbio, permettetemelo, sorge. Si può ancora essere considerate femminili con il viso “pietrificato” dal botox o con il corpo prosciugato da diete inumane? E allora quali sono le caratteristiche “proprie della donna”? Grazia, dolcezza, fragilità, senso materno… non sono altro che cliché, stereotipi vuoti e fuorvianti, alla cui creazione sospetto abbia fortemente contribuito il genere maschile e la sua capricciosa idea della “compagna ideale”. La verità è che femminili non lo si è, lo si diventa. È un processo lento e travagliato, fatto di passaggi complessi, trasformazioni, consapevolezze acquisite nel tempo. Lo si intravede negli occhi divertiti di una bambina che gioca con i trucchi della mamma, nell’espressione ostile di un’adolescente in lotta con un corpo di cui ancora sconosce i segreti, nelle insicurezze di una giovane donna che non sa se assecondare le proprie ambizioni o compiacere chi ama. La femminilità è consapevolezza e accettazione di ciò che si è e si vuole. È il coraggio di riconoscere la propria natura e lasciarla venire alla luce, libera da condizionamenti, modelli e stereotipi. Sicurezza e istinto che si trasformano in gioco. E, soprattutto, non esiste una sola femminilità, anzi è proprio la sua mutevolezza, l’infinità varietà di riflessi e sfumature a renderla uno dei misteri più insondabili del genere umano. Perché la femminilità, come scriveva Simone de Beauvoir, non è un marchio depositato. E meno male.
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jelodicoaguia
«Se la redazione mi ha invitato a rispondere alle vostre lettere immagino sia perché conosca la mia sensibilità e il mio culto per il prossimo. Ma, forse, non sa quanto io sia tollerante con l’umanità. L’uomo è fragile ed è per questo che va seguito e sostenuto dagli angeli che possiamo esser tutti, cioè gli altri; nella sua fragilità c’è la forza! Con tutto il mio cuore, sempre». Guia
la posta di guia jelo scrivete a lettere@siciliainrosa.it fax 095.432304
ESSERE SINGLE, ANCHE QUANDO È UNA SCELTA, NON SEMPRE DÀ FELICITÀ
LA DECISIONE DI rifuggire da una vita di coppia, OLTRE AL DESIDERIO DI LIBERTÀ, PUÒ NASCONDERE LA PAURA DI SOFFRIRE PER AMORE ara Guia, ormai ho la bellezza di 39 anni e sono felicemente single. O meglio, passo con serenità da una storia all’altra, senza impegno, coinvolgimento e struggimenti vari. E sto bene così. Libera. Indipendente. E qual è il problema? Chiederai dirai tu. Il problema è che ai miei genitori il mio modo di vivere non va bene. Loro vorrebbero vedermi sposata, in chiesa e con l’abito bianco, e magari vorrebbero anche tanti bei nipotini. Come faccio a fargli capire, con delicatezza, che questo non succederà mai? Libera75
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Semplice: se non riesci a farglielo capire con delicatezza, fallo a brutto muso, se sono dei genitori invadenti, con indelicatezza. Beata te che sei single felicemente! Sei sicura? È una rarità. Di solito si è
capisco!). Cara, esigenza di libertà? Perché? Si può essere liberi anche in coppia quando il rapporto è sano. E poi, come sei tragica: “mai, non succederà mai”. Mai dire mai! Chissà, magari trovi uno uguale uguale a te che ti rende la pariglia e ti fa spasimare. Ciao “Mirandolina”, mi sembri appunto come la Locandiera di Goldoni. Aspettati il tuo signor Marchese Arsura che non ti corteggia come si deve e il tuo servo fidato che ti fa innamorare e ti lega. Auguri, io tifo per i tuoi genitori e che vinca il migliore! Guia
quando si ama non si va con un altro nemmeno per tattica iao Guia, da circa un anno sto con un uomo sposato. Sono mesi che gli sento ripetere che lascerà la moglie e i figli ma finora non ha avuto “le palle” di farlo. Alcune settimane fa, stanca di aspettarlo e di essere solo la sua “amante”, sono stata con un altro. È successo solo una volta e per me non ha significato niente, ma adesso non so se confessarlo a lui. Magari, spinto dalla gelosia, si deciderebbe a lasciare la famiglia. Tu che cosa mi consigli? Con affetto
C Sopra, Mascia Musy ne La Locandiera di Goldoni
infelici (e, cara mia, in confidenza, anche un po’ smaniosi) e alla palese o no ricerca di quel completarsi che è l’amore nella coppia. Allora ti chiedo: sei appagata, serena, in questo stato che ti sei imposta, oppure è una maschera? Un autoconvincimento per paura del peggio… e cioè soffrire per amore? (e allora come ti
G. Per te non ha significato niente andare con un altro? Ma che scherzia-
mo? Per me invece significa, e molto! Il tuo non mi sembra (scusa) vero amore, ma credo possesso, desiderio, devastanti sensazioni forse… e nient’altro. Perché non ci si può donare a un uomo, immenso oceano maschile quando si fa sesso, che non sia quello che si è scelto di amare e che si è consapevoli di amare. Significa non provare grandi sentimenti e pulsioni di progetti d’amore, ma soltanto bramosia nei confronti di un “oggetto”. Credimi, non voglio offenderti, ma non dovrebbe essere accettabile da parte tua tentare di farlo ingelosire infilando la tua fragile vita e le tue speranze dentro le lenzuola che non siano di LUI. Sì, di lui, poiché noi donne, si sa, quando non siamo escort, abbiamo solo LUI, mentre gli uomini hanno loro… le donne. E ora, col cuore: ma chi mi dice, poiché a me chiedi un parere, che questo bell’uomo non ha avuto le palle per lasciare la famiglia, magari invece le sta avendo proprio nel non lasciarla! Ti voglio bene, siamo donne! Siamo forti! Lascialo perdere. Se ti convinci che non lo ami, poi vivreste insieme un inferno. E se dopo il tuo sacrificato stratagemma, questo maschio si dovesse ingelosire, allora sì che non le avrebbe le palle, ma tanto cara amica, le palle, anzi i “cabasisi”, servono solo per gli spermatozoi. Ma sono ottimista. Gli uomini devono avere non solo organi genitali, ma tanto cervello. E ce ne saranno parecchi che ce l’hanno. Guia
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CI PIACE ANCHE A CATANIA PER LE MAMME?
on poteva che venire da una donna la proposta di realizzare anche a Catania le “strisce rosa” per facilitare la sosta alle auto guidate da donne in gravidanza o con bimbi piccoli (di età compresa tra zero e dodici mesi). A fare questa sana e civile proposta è stata la consigliera di quartiere (terza municipalità, circoscrizione Borgo Sanzio), Laura Sicari (Pd), che l’ha formalizzata depositandola nella quarta commissione consiliare permanente della Circoscrizione. Quest’ultima ha immediatamente sposato la proposta, portandola all’attenzione del Consiglio Circoscrizionale e dell’Amministrazione comunale. Come è nata l’idea di proporre le strisce rosa? «Negli ultimi anni – ha spiegato Laura Sicari – è emersa la difficoltà delle donne in stato di gravidanza e di quelle con bambini piccoli di reperire parcheggi durante i loro spostamenti per recarsi presso strutture ospedaliere, centri commerciali, supermercati. Da queste esigenze è nata l’idea, peraltro già realizzata in molti altri comuni d’Italia con esiti positivi, di realizzare e facilitare la mobilità delle donne in gravidanza e dalle mamme di bambini di età compresa tra zero e dodici mesi». E seppure questo tipo di parcheggi
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siano presenti in diversi centri commerciali (che sono comunque soggetti privati) e in qualche comune dell’hinterland etneo (per esempio, Sant’Agata Li Battiati), ben venga la proposta su Catania, iniziativa che intende sviluppare una proposta di mobilità solidale che possa inserirsi in un più ampio progetto di mobilità sostenibile per la città di Catania. «I parcheggi rosa potrebbero essere realizzati all’interno delle aree di sosta tariffata –ha aggiunto Sicari – colorando di rosa l’interno di alcune delle strisce blu e installando apposita segnaletica verticale per identificare il parcheggio riservato alle donne in gravidanza o con bimbi piccoli. Questo rappresenterebbe un grande aiuto per le donne in dolce attesa e un sensibile intervento dell’Amministrazione nei confronti delle future mamme, estendibile anche ai padri di piccoli fino a dodici mesi». «Ci auguriamo – ha detto infine Sicari – che l’Amministrazione comunale di Catania sposi questo progetto prevedendo una specifica regolamentazione circa la fruizione del pass che permette l’utilizzo del parcheggio rosa».
Studenti transgender, un alias per fare esami all’Università Basta a sguardi stupiti e imbarazzo, l’Ateneo di Catania ha accolto l’istanza presentata dalla studentessa e attivista Vittoria Vitale sul riconoscimento di un doppio libretto universitario per studenti transessuali. A darne notizia è stato il sito citizen.it. Vittoria aveva parlato della sua “battaglia” anche a Sicilia in Rosa nei mesi scorsi e adesso pare abbia ottenuto la vittoria - ci si perdoni il gioco di parole - che voleva. In realtà non verrà istituito un vero e proprio doppio libretto come accade in altri atenei come Milano o Urbino; saranno invece creati degli alias univoci che collegheranno le identità scelte dai richiedenti ai dati custoditi negli archivi, valutando ogni singolo caso a richiesta. Questo perché la legge non consente di modificare le informazioni anagrafiche fino al momento in cui si effettua l’intervento chirurgico di falloplastica o vaginoplastica. Dunque si è trovato il modo per evitare comunque imbarazzo e disagio per chiunque. E se il vertice dell’ateneo si è subito mostrato pronto a trovare una soluzione al problema evidenziato da Vittoria, ci vorranno alcuni passaggi amministrativi per metterla in atto. Intanto, per la comunità lgbtqi è un grande passo avanti per il riconoscimento dei diritti civili, tanto che Alessandro Motta, presidente dell’associazione Arcigay etnea, afferma che si tratta «di un elemento di civiltà in più nella nostra università».
Tre centri d’accoglienza della Caritas per madri in difficoltà Tre appartamenti, tre centri d’accoglienza destinati a madri con figli minorenni che vivono in condizioni di disagio. Strutture che potranno accogliere fino a quaranta persone, tra adulti e bambini, dare loro un tetto e poter disegnare un futuro. Uno di questi, in via Damiano Chiesa, è un immobile confiscato alla mafia che il Comune di Catania ha concesso alla Caritas in comodato d’uso gratuito: tre vani in cui potranno trovare posto altrettante donne con i propri figli. Gli altri due appartamenti – un totale di 12 vani – sono stati dati, sempre in comodato d’uso gratuito, da parte dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele–Policlinico. Le tre strutture sono destinate a donne che versano in situazioni di particolare disagio economico, morale e sociale, con figli a carico, lavoratrici a basso reddito o non lavoratrici.
QUOTEROSA a cura dell’avv. elisabetta sciotto
LA CAMERA DICE ADDIO ALL’OBBLIGO DEL COGNOME PATERNO PER I FIGLI
Lo spot sociale DEL VACCARINI VA AL FESTIVAL In alto, gli stduenti del gruppo che ha lavorato al cortometraggio Love me to live alla presentazione del video, qualche mese fa. A fianco, la professoressa Pina Arena con alcuni studenti: da sinistra, Alberto Fallica, Giulia Vittoria, Rossella Spina, Roberta Privizzini
di Gianluca Reale al 22 al 26 ottobre saranno a Marano di Napoli per il Ragazzi Spot Festival Festival Internazionale della Pubblicità Sociale dei Ragazzi. Loro sono cinque liceali catanesi, tre del G.B. Vaccarini (Giulia, Stefano Sampieri, Salvo Calì) e due del Principe Umberto (Costanza Franzì e Stefano Zappalà) che hanno preso parte alla realizzazione del cortometraggio «Non amarmi da morire, amami da vivere» (Love me to live) vincitore del “Premio Immagini Amiche” dell’Unione donne italiane (Udi) e del Parlamento europeo, lo scorso anno scolastico. Un “corto” sugli stereotipi di genere girato a scuola grazie alle attività coordinate dalla professore Pina Arena e che è poi stato “ridotto” a 30’’ per diventare uno spot e partecipare al festival di Marano, promosso dall’associazione Scuole di Marano in collaborazione con Legambiente e Libera e diretto da Rosario D’Uonno. Non è la prima volta che gli studenti della professoressa Arena vanno a Marano. C’erano stati due anni fa, quando hanno partecipato al concorso con uno spot contro il femminicidio e trovarono Giancarlo Caselli a discutere con loro del delicato tema della violenza sulle donne. Anche stavolta si confronteran-
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no con qualcuno di importante, come consuetudine a Marano. E la testimonianza che i ragazzi catanesi porteranno con il loro spot sarà ancora una volta un motivo d’orgoglio per le attività sulla parità di genere che si fanno a scuola. Per alcuni è anche il primo viaggio fuori dalla Sicilia, come per Giulia Vittoria, 4A, una piccola parte nel cortometraggio: «Quel video mi ha insegnato a valutare alcuni comportamenti dei ragazzi a cui prima non facevo caso», dice la studentessa. Come lei anche Rossella Spina, un’altra liceale della 5C del Vaccarini: «Anche a me queste esperienze hanno insegnato molto, mi hanno dato una maggiore consapevolezza nel non tollerare alcuni comportamenti aggressivi che forse non avrei riconosciuto ed evitato – spiega -. Quello del femminicidio è una tema che con la professoressa seguiamo da anni. E questa consapevolezza, questa presa di coscienza sul rispetto tra uomini e donne, ci dà anche speranza che le cose possano cambiare». A Napoli, come accadde in altre occasioni, saranno i ragazzi a dover esporre agli altri studenti il loro lavoro. Giulia si prepara, magari prendendo consigli da chi ha già fatto esperienza anche in altre occasioni, come Alberto Fallica e Roberta Privizzini della 2G, che hanno fatto parte del gruppo di ricerca
Con 239 voti a favore, 92 contrari e 69 astenuti, la Camera ha approvato nei giorni scorsi la proposta di legge che adegua l’ordinamento italiano a quello degli altri paesi europei, in cui i genitori sono liberi già da tempo di scegliere il cognome dei propri figli. A dare l’input al Parlamento, come spesso accade, una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 7 gennaio del 2014, in cui la corte di Strasburgo condannava l’Italia, in quanto privava i genitori della libertà di registrare i figli all’anagrafe con il solo cognome della madre. Il prossimo step, per l’approvazione definitiva del disegno di legge, è il Senato. Con la nuova legge, il figlio potrà avere il cognome del padre o della madre o i due cognomi, secondo quanto concordato dai genitori. In caso di disaccordo, il figlio avrà il cognome di entrambi in ordine alfabetico. Stessa regola per i figli nati fuori del matrimonio e riconosciuti dai due genitori o per i figli adottivi. In caso di riconoscimento tardivo da parte di un genitore, il cognome si aggiunge solo se vi è il consenso dell’altro genitore e dello stesso minore se quattordicenne. Le nuove norme non entreranno subito in vigore. Il governo dovrà adottare, entro un anno dall’approvazione della legge, un regolamento che adeguerà l’ordinamento dello stato civile. Nell’attesa del regolamento, sarà comunque possibile aggiungere il cognome materno a quello paterno, ma solo se vi è accordo tra i genitori.
sulla toponomastica femminile premiato dal Senato della Repubblica nei mesi scorsi. «Ci siamo preparati prima, dividendoci le cose da dire un po’ per uno, è stato molto emozionante», raccontano i due ragazzi. D’altronde è evidente che la narrazione studente-studente è quella che ottiene il maggior successo. A scuola si continua a lavorare sui progetti legati all’educazione sulla parità di genere. In cantiere c’è già l’idea di un nuovo lavoro cinematografico – si pensa a un lungometraggio – e quella di partecipare al concorso di Expo 2015 con un video che racconti la cucina siciliana attraverso la cultura femminile. E ancora. la partecipazione al nuovo Concorso nazionale Toponomastica femminile (al quale il "Vaccarini" aderisce come capofila di una rete di scuole siciliane) per il recupero di storie di donne siciliane dimenticate e la collaborazione con l'UDi (Unione donne italiane) per le iniziative (mostra, incontri e concorso per le scuole) del suo settantesimo anniversario. L’importante è dare ai ragazzi continui input e sollecitazioni sul tema. E se la professoressa Arena su questo fronte è un gentile ma energico “vulcano”, a supportarla c’è anche la nuova dirigente scolastica Salvina Gemmellaro, arrivata quest’anno, ma già in piena sintonia con le attività che ha trovato in istituto.
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società
INFANZIA VIOLATA
Non chiamatelo TURISMO
sfruttamento sessuale di minori A FINI COMMERCIALI.
UN FENOMENO IN CRESCITA IN TUTTO IL MONDO, CHE VEDE GLI ITALIANI AI PRIMI POSTI NELLA CLASSIFICA DEI CLIENTI. SEMPRE PIÙ PICCOLE LE VITTIME, SEMPRE PIÙ GIOVANI GLI SFRUTTATORI. FLAVIA TAVANO, DI DEMETRA ONLUS: «SE VOGLIAMO SALVARE QUESTI BAMBINI DOBBIAMO FARE RETE» di paola pasetti n biglietto per il Brasile, il Bangladesh o la Thailandia. Un viaggio in luoghi lontani da casa, da occhi indiscreti; la voglia di rompere la routine, a disposizione corpi bellissimi e giovani per una manciata di dollari. Per molti uomini (ma ormai anche per un numero crescente di donne) non è più che questo. “Turismo sessuale”, lo chiamano. E forse l’equivoco sta già lì, in quella definizione che richiama l’idea del viaggio e della spensierata trasgressione, che fa il paio con la giocosità apparente dei sempre più noti “puttan tour” e “viaggi della gnocca” diffusi in Rete. In realtà basta osservare più da vicino il feno-
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meno per scoprire quale realtà si nasconda dietro a quella trappola lessicale. Secondo le principali organizzazioni che studiano il fenomeno, Terres des Hommes ed Ecpat, il “turismo sessuale” è il terzo traffico illegale per ordine d’importanza dopo droga e armi. Non sempre “sesso a pagamento tra adulti consenzienti”, come piace definirlo ai suoi sostenitori; perché spesso, al contrario, si ha a che fare con trafficanti di esseri umani o sfruttatori. E perché, che piaccia o no, anche bambini e bambine, ragazzi e ragazze finiscono in questo giro. A dirlo è l’Organizzazione mondiale del turismo: dei tre milioni di persone che ogni anno partono per viaggi a scopo sessuale un sesto è alla ricerca di minorenni, con un volume di affari complessivo che si aggira tra gli 80 e
i 100 miliardi di dollari. Un business dietro al quale si agitano i fantasmi della tratta, dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù di esseri umani. Proviamo allora a fare chiarezza cominciando a chiamarlo con il suo nome: “sfruttamento sessuale di minori a fini commerciali”. Un fenomeno oscuro e di difficile comprensione, su cui oggi si sa di più soprattutto grazie alle associazioni internazionali e non governative presenti nei Paesi più a rischio. Tra queste Demetra onlus, l’associazione di promozione sociale e solidarietà internazionale, con sede anche in Sicilia, che da anni opera su tutto il territorio nazionale per contrastare tutte le forme di violenza su donne e minori. «Per sette anni - spiega Flavia Tavano, presidentessa di Demetra onlus - ci sia-
Il Brasile è uno dei Paesi più a rischio sul fronte dello sfruttamento sessuale dei minori. Ecco perché Demetra onlus ha scelto di essere presente in diverse città del Paese, che nel 2016 ospiterà le Olimpiadi. Una missione seguita anche dalla fotoreporter inglese Arabella Shelbourne (a destra). Le fotografie pubblicate in queste pagine sono state scattate a Fortaleza, una delle maggiori capitali del turismo sessuale (© Arabela Schelbourne / Demetra onlus - North East Brazil-Favelas of Fortaleza July 2012 Mission of Countreact against sexual exploitation on children)
mo occupati di approfondire il fenomeno violenza attraverso tanti confronti di metodologia e ricerca realizzati su diverse comunità e culture del mondo. Abbiamo assistito in prima linea molte vittime di violenza non solo all’estero, ma anche in Italia collaborando a stretto contatto con scuole, organizzazioni non governative, istituzioni e forze dell’ordine. In questo momento siamo particolarmente presenti in Brasile, uno dei Paesi più a rischio nel biennio 2014-16, perché ospite dei Mondiali di Calcio e delle Olimpiadi». Demetra ha lanciato la campagna internazionale di sensibilizzazione “Uvep – Un altro viaggio è possibile”, che focalizza l’attenzione sul turismo sessuale a danno di minori. «Lo sfruttamento sessuale di minori a fini commerciali - continua Tavano - è una tra le emergenze criminali più preoccupanti della società contemporanea, gestita da organizzazioni specializzate, che hanno creato una fitta rete transnazionale per sfuggire alle forze dell’ordine di ogni Paese. Gli operatori delle onlus che vanno in missione svolgono un lavoro rischioso; ecco perché quando si arriva in un territorio nuovo è
fondamentale coinvolgere le realtà locali». Da un lato gli sfruttatori, sempre più organizzati e pericolosi; dall’altro i “clienti”. Ai primissimi posti, secondo Ecpat, sono proprio gli italiani, che negli ultimi anni
«è ora di demolire
QUEI PREGIUDIZI CHE GIUSTIFICANO LO SFRUTTAMENTO DEL BAMBINO COME OGGETTO SESSUALE. LA POVERTÀ DEI PAESI IN CUI VIVONO NON PUÒ ESSERE UN ALIBI» hanno scalato le classifiche in paesi come il Kenya, dove sono i più presenti. Proprio Ecpat traccia un identikit di questi “turisti” a caccia di minori: per lo più uomini, hanno un età media che va dai 20 ai 40 anni; possono essere sposati o single, stranieri o locali, ricchi o con un budget limitato. Non tutti, probabilmente, pienamente consapevoli del dramma che c’è dietro alla loro “va-
canza”. «Quello che va chiarito - evidenzia Flavia Tavano - è che la prostituzione minorile è un reato, ovunque, nel mondo, e come tale va denunciato. È ora di demolire falsi pregiudizi che giustificano lo sfruttamento del bambino come oggetto sessuale. La povertà non è una giustificazione, tanto più che nella maggior parte dei casi i soldi non restano al bambino o alla famiglia, ma finiscono nelle tasche dei “protettori”. E non è vero, come vorrebbe qualcuno, che i bambini di questi Paesi non la percepiscono come violenza perché fa parte della loro cultura. Un bambino violato è un bambino violato in qualsiasi parte del mondo». Molti i falsi miti sull’argomento. Uno di questi riguarda i trafficanti di bambini e i mediatori: «La maggior parte – dichiara la presidentessa di Demetra onlus - e per la precisione il 60 per cento, secondo le stime delle Nazioni Unite, sono donne. Una rete in crescita, che vive di persone sempre più giovani, che gestiscono on line l’organizzazione di questi viaggi “particolari”». I minori sono considerati una risorsa preziosa: più facili da gestire rispetto agli adulti, e soprattutto sempre più richiesti. Secon-
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società do Demetra onlus sono sempre di più in tutto il mondo i clienti di entrambi i sessi che richiedono prestazioni sessuali con bambini piccoli, inesperti. «In tal modo chiarisce l’associazione - i clienti riescono a imporsi meglio, a ottenere ogni tipo di prestazione. Inoltre è diffusa la falsa credenza che i minori non possano contrarre e quindi trasmettere malattie veneree». Ma chi sono questi “turisti” del sesso a caccia di minori? In realtà, stando alle stime delle principali organizzazioni che contrastano il fenomeno, non sempre si tratta di “predatori” di bambini. La pedofilia c’entra solo nel 5 per cento dei casi; il 30 per cento dei turisti sessuali che abusano di minori è definito “abituale” (trascorre, cioè, anche lunghi periodi l’anno nel Paese straniero); il 65 per cento, invece, è “occasionale”. Un dato, quest’ultimo, che rende molto più complessa l’individuazione dei soggetti che compiono questo tipo di reato. C’è, a monte, un problema di sensibilizzazione dei “clienti” nei Paesi di partenza, che non sempre si rendono conto del dramma globale che contribuiscono ad alimentare. Secondo le Nazioni Unite un milione e duecentomila bambini nel mondo sono vittime di tratta interna ed esterna, privi di ogni diritto, sfruttati e violati. «Spesso i minori - racconta Flavia Tavano - non sono
«ci sentiamo impotenti DI FRONTE
AL DOLORE DI QUESTI BAMBINI, PERCHÉ SAPPIAMO CHE SARÀ MOLTO DIFFICILE AIUTARLI A RIMARGINARE LE LORO FERITE» a conoscenza dei loro diritti, sono clandestini, privi di documenti identificativi, non conoscono la lingua del Paese in cui si trovano e ancor meno la legislazione. Per tutti questi motivi i minori hanno difficoltà a ribellarsi ai loro sfruttatori e a denunciare». «Chi opera sul campo - continua - vive direttamente la condizione di dolore di questi bambini. Noi operatori ci sentiamo impotenti, perché ci troviamo di fronte a ferite molto difficili da curare. Lavorare con minori vittime di tratta richiede un intervento su più fronti: bisogna colmare le lacune affettive, accoglierli per accompagnarli lungo tutto il percorso, spesso molto tormentato. È un lavoro multidisciplinare volto a riumanizzare la vittima attraverso il supporto di mediatori, psicologi e pedagogisti». Dal punto di vista normativo, l’Italia rappresenta uno dei Paesi europei all’avan-
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Yasmin Abo Loha, Ecpat: «È reato in tutto il mondo» «Quando si parla di turismo sessuale a danno di minori, si dimentica che siamo di fronte a un problema di prostituzione minorile, che prescinde dal tema del viaggio. Quei minori sfruttati, oltre ad essere ad uso e consumo dei turisti, sono principalmente a disposizione dei locali». A parlare è Yasmin Abo Loha, Segretario generale di Ecpat Italia, l’organizzazione internazionale che dal 1990 combatte la prostituzione minorile, la pedopornografia, il turismo sessuale e il traffico di bambini per scopi sessuali. L’Organizzazione mondiale del turismo parla di tre milioni di turisti sessuali, di cui 500 mila a caccia di minori. «Noi preferiamo parlare di stime, perché gli unici dati certi che possiamo avere sono quelli relativi ad arresti e condanne. Il fenomeno è sommerso e lo è a ancor di più dal momento che la maggior parte delle persone che commette questo genere di reato non è abituale, non è detto cioè che lo commetta una seconda volta». Quindi non si tratta di pedofili. «Se per pedofilo intendiamo colui che prova attrazione sessuale per un minore in età prepubere, allora possiamo dire che solo il 5 per cento dei turisti sessuali a caccia di minori lo è. La maggior parte dei turisti sessuali di
guardia rispetto alle disposizioni esistenti in materia di abuso e sfruttamento sessuale dei minori. Un percorso partito negli anni Novanta e giunto al 2006 con l’approvazione della legge che inasprisce le pene per chi si macchia dei reati di pedofilia e pedopornografia online, anche se virtuale, e istituisce l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile (www.osservatoriopedofilia.gov.it). Ma è sul fronte della sensibilizzazione e della formazione di una coscienza critica da “questa parte del mondo” che c’è ancora tanto da fare. Il prossimo appuntamento internazionale della campagna Uvep è per il prossimo 18 maggio, data in cui in Brasile ricorre la Giornata nazionale per la lotta all’Abuso e allo sfruttamento sessuale dell’infanzia e dell’adolescenza,
questo genere sono occasionali, persone che poste di fronte alla possibilità, nel corso di un viaggio, di un rapporto sessuale a pagamento con un minore, non si tirano indietro. In questi casi di solito le vittime sono adolescenti e può accadere che il turista non abbia neppure consapevolezza di trovarsi di fronte a un minore». Gli italiani sono in testa nella classifica mondiale dei clienti. Un problema di leggi? «No, l’Italia è si è sempre mossa celermente sul tema dell’infanzia. Il nostro Paese ha introdotto il principio di extraterritorialità: significa che un italiano che compie un reato di questo tipo all’estero e colto in flagrante è perseguibile, e può scegliere se farsi processare nel paese d’origine o in quello in cui ha commesso il reato. Non è importante che il principio di extraterritorialità viga in entrambi i Paesi; ne basta uno. Il problema, semmai, è l’ignoranza: molti non sanno, o fanno finta di non sapere, che lo sfruttamento sessuale di un minore è reato dappertutto, anche all’estero». L’Italia è anche meta di turismo sessuale minorile? «Difficile stabilirlo. Ma in generale il fenomeno dello sfruttamento sessuale di minori c’è e c’è sempre stato, ben prima che il caso dei Parioli scoperchiasse il vaso di Pandora. Al contrario di quanto si pensi, non riguarda solo le popolazioni migranti. Quel che è lampante è che le cose stano cambiando, si stanno sviluppando fenomeni di sfruttamento sessuale attraverso la rete internet, ed è difficile trovare su strada minori che si prostituiscono. Ecco perché oggi come oggi tracciare reali confini del fenomeno è difficile». (pa.pas.)
in memoria di Araceli Cabrera Sàchez Crespo, bambina stuprata e assassinata nel Sud Est del Brasile. Per quel giorno, quindi, Demetra onlus organizza per il quarto anno con Ecpat Italia, Ecpat Brasile e Fiab - Federazione Italiana Amici della Bicicletta la giornata cicloturistica internazionale “Un altro viaggio è possibile”. «Bisogna fare rete - dice Flavia Tavano - e la nostra campagna internazionale è nata anche per questo. L’obiettivo è quello di creare alleanze, di coinvolgere tutte le categorie che appartengono al mondo della cultura. Oggi abbiamo tutti i mezzi per comprendere che non è più possibile sottovalutare e chiudere gli occhi su un fenomeno di questa portata. L’indifferenza verso bambini e bambine, ragazzi e ragazze di tutto il mondo pesa come un macigno sulla nostra dignità e sul nostro futuro».
storie di donne
LIPARESE DOC. La piccola Giada Mantineo con papà Andrea, mamma Laura Zaia e l’ostetrica Antonina Giunta, che l’ha fatta nascere in casa
DI PAOLA PASETTI oleva che sua figlia nascesse a Lipari, nella sua isola; voleva scongiurare il rischio di essere trasportata in elicottero durante il travaglio; ma soprattutto voleva essere libera di scegliere, come qualsiasi altra donna del nostro Paese. Sembrava un’impresa impossibile, visto che nelle Eolie non è più possibile partorire da quando, alla fine del 2011, è stata disposta la chiusura dell’unico punto nascita di Lipari. Invece Laura ce l’ha fatta, contro ogni previsione: la sua piccola Giada, tre chili e mezzo di vitalità, è nata il 3 ottobre, in casa, grazie a un’ostetrica di
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NATA A LIPARI
GRAZIE A Facebook Catania arrivata sull’isola appositamente per lei. Una storia di solidarietà femminile nata su Facebook, e per la precisione sul gruppo “Voglio nascere a Lipari, ma forse non potrò più farlo”, creato da Saverio Merlino, segretario Pd LipariEolie, proprio per chiedere la riapertura del punto nascita sull’isola. Da qualche anno le mamme sono costrette a trasferirsi almeno una settimana prima della data presunta del parto a Milazzo, Patti o Messina se non vogliono correre il rischio di essere trasportate in aliscafo o in elicottero al momento del travaglio, visto che l’ospedale dell’isola può garantire solo le urgenze indifferibili. Una situazione che determina disagi fisici, emotivi ed economici non indifferenti. Laura ci era già passata: per far nascere la sua primogenita Anna, che oggi ha due anni e mezzo, si era dovuta trasferire «sulla terraferma – come lei stessa racconta – ben due settimane prima. Ho avuto la fortuna di essere ospitata da una parente, l’albergo sarebbe stato troppo costoso». «In questa seconda gravidanza, però – continua – la mia situazione era molto diversa: ho una bambina piccola, avrei dovuto separarmene per un numero imprecisato di giorni e tra l’altro non avrei nemmeno saputo a chi affidarla a Lipari». Nove mesi che Laura ha passato «in un perenne stato d’ansia», confida. A gravidanza inoltrata, ha notato sulla bacheca del gruppo “Voglio nascere a Lipari” (che oggi conta più di 1500 iscritti) i commenti dell’ostetrica Antonina Giunta, che si era proposta di dare assistenza alle donne eoliane per il parto in casa. «All’inizio avevo paura e poi avevo amici e parenti contro – ammette -. Anche mio marito Andrea era molto perplesso, perché il parto in casa non fa più parte della nostra cultura. Ho scritto dei messaggi su Facebook alla signora Giunta, le ho esposto i miei dubbi e lei mi ha rassicurato. Del resto – continua – qui non avevo alternative: i nostri medici, che pure sono bravissimi, hanno le mani legate, devono attenersi alle direttive». Da lì la decisione di partorire in casa con l’oste-
IL PUNTO NASCITA È CHIUSO E LE DONNE NON POSSONO PARTORIRE NELLE EOLIE. MA LAURA ZAIA NON SI È ARRESA. GRAZIE ALL’OSTETRICA ANTONINA GIUNTA, CONOSCIUTA SUL SOCIAL E SBARCATA APPOSITAMENTE SULL’ISOLA, È RIUSCITA A FAR NASCERE SUA FIGLIA IN CASA trica catanese, che si è offerta di darle assistenza gratuitamente. Antonina Giunta, un’esperienza quarantennale negli ospedali e nelle case di cura di Catania e centinaia di parti a domicilio, è sbarcata a Lipari con tutte le sue strumentazioni: lettino portatile con le staffe, cardiotocografo per il monitoraggio durante il travaglio, strumenti sterili e monouso, ferri sterilizzati in autoclave. «Io amo l’ostetricia ed è per questo che ho deciso di venire – spiega Antonina Giunta –. Il parto è un evento naturale, ma viene fatto vivere alle mamme come una malattia. Quando ho incontrato Laura su Facebook ho colto la sua disperazione e le sue paure. Laura e tutte le donne di Lipari sono state abbandonate a se stesse, vivono la gravidanza malissimo; alcune di loro, pur di evitare l’elicottero, provano a presentarsi in ospedale all’ultimo momento, e a quel punto i medici non possono negare il soccorso, ma così facendo i rischi aumentano. Molto meglio il parto in casa, senza stress e in un ambiente tranquillo e familiare». «Laura all’inizio era preoccupata – racconta
l’ostetrica - anche perché il suo primo parto era stato molto sofferto, con ben quindici ore di travaglio. Tempi impensabili per la mia esperienza: con me Giada è nata in appena due ore, subito circondata dall’affetto dei parenti». Se la nascita di Giada scrive il lieto fine di questa storia personale, resta però ancora irrisolta la situazione del punto nascita di Lipari: chiuso insieme agli altri centri con meno di 500 parti l’anno, ne è stata annunciata e smentita più volte l’apertura. Una vicenda giocata a colpi di sentenze e ricorsi, annunci e decreti. Lipari, infatti, è una delle sette località, insieme a Pantelleria, Mistretta, Bronte, Nicosia, Mussomeli e Santo Stefano di Quisquina che dovrebbe poter mantenere il punto nascita in virtù della sua posizione geografica svantaggiata. Finora, però, nonostante il Piano predisposto dall’assessore Lucia Borsellino un anno e mezzo fa, nulla è cambiato per le donne eoliane che devono partorire. A loro - si calcola che siano un centinaio ogni anno - non resta che sperare che qualcosa cambi in tempi brevi. Alcune, alla notizia della nascita di Giada, hanno pensato di seguire le orme di Laura e di partorire in casa con l’ostetrica Antonina Giunta, che ribadisce: «Io sono disponibile, tanto più che il pediatra Giuseppe Sippelli che ha visitato Giada alla nascita mi ha messo a disposizione il suo studio per eventuali futuri parti. Ma non posso fare avanti e indietro con le mie attrezzature, mi occorre uno studio attrezzato, e anzi lancio un appello: se qualcuno può dare una mano alla causa di queste donne, si faccia avanti. In attesa che la situazione del punto nascita si sblocchi, le donne di Lipari devono essere libere di poter scegliere». Una libertà che Laura Zaia ha rivendicato fino alla fine, per sé e per le altre donne. «Ho sempre sostenuto la riapertura del punto nascita dei Lipari – dice - e continuerò a farlo. La scelta di far nascere Giada in casa per me non è stata facile, ma è parte di questa battaglia».
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RIFIUTI, DAL PICCOLO
AL GRANDE
cinque donne SONO IL CUORE DI UN’ASSOCIAZIONE ONLUS DI RAGUSA CHE LAVORA SUL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ. «È UN PROCESSO LENTO - DICE LA VICEPRESIDENTE BARBARA SARNARI - MA CAMBIARE SI PUÒ»
di gianluca reale a loro “missione” è diffondere buone pratiche sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile del territorio in ambito culturale, archeologico e turistico. Loro sono cinque donne, appassionate e innamorate di quello che fanno, tutte originarie del Ragusano. Sono le cinque donne che animano l’associazione onlus Svi.Med, Centro euroMediterraneo per lo sviluppo sostenibile che lavora a diversi progetti di cooperazione e di diffusione di buone prassi: Emilia Arrabito, direttore (e fondatrice dell’associazione nel 2003 con l’unico uomo rimasto all’interno, l’ingegnere idraulico Giovanni Iacono che ne è anche il presidente); Barbara Sarnari, vicepresidente, Letizia Perremuto, Antonella Lucifora, amministratore e Fabrizia Sammito, la più giovane del gruppo ed ultima
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arrivata, una paio di anni fa, ma una vera e propria «forza». «In realtà - spiega affabilmente Barbara Sarnari - nella sostanza non c’è una divisione dei ruoli così formale, tutte abbiamo delle competenze derivanti dai nostri studi, io sono una matematica, Emilia ha studiato Scienze politiche, Letizia Lettere, Antonella Economia (infatti è lei che ha a che fare con i numeri dei progetti) e Fabrizia Scienze ambientali, ma lavoriamo insieme con la massima armonia». Tutte e cinque hanno fatto studi ed esperienze professionali fuori dalla Sicilia, ma hanno deciso di tornare e spendere la propria professionalità sul territorio, mettendolo in relazioni ad altre esperienze italiane, europee e mediterranee. «Al nostro attivo abbiamo sette o otto progetti di valenza europea, ma quelli che ci in-
teressano molto ultimamente sono i progetti attivi con l’area mediterranea, con paesi come Palestina, Giordania, Egitto e Tunisia spiega Sarnari -. Nei progetti su cui lavoriamo ci confrontiamo con paesi che hanno problematiche enormi o veniamo in contatto con soluzioni e proposte di gestione alternative delle risorse, su acqua, ambiente e rifiuti, che possono essere preziose e utilizzabili anche qui in Sicilia. Il nostro obiettivo è proporre soluzioni alternative, ma qui purtroppo c’è sempre un limite, perché ci sarebbe bisogno di un maggiore impegno della politica e delle amministrazione pubbliche, che però cambiano troppo velocemente, spesso non sono attente e si muovono quasi sempre nell’emergenza. Anche quando constatiamo attenzione e buona fede, spesso gli amministratori vengono assorbiti nel mara-
sma delle cose che non funzionano ereditate dal passato, cose fatte male. Limiti e ostacoli che incontriamo sono spesso oggettivi e tra questi c’è anche una diffidenza nei confronti dei progetti europei, che a volte nel comune sentire significano soldi sprecati senza che rimanga niente. Noi però crediamo che si possa cambiare, crediamo tantissimo in quello che facciamo, prendiamo a cuore tutto, come se fosse la nostra famiglia, ci dedichiamo pienamente, facciamo orari che non sono proprio “da ufficio”, nonostante molte di noi siano mamme…», dice accoratamente Barbara. Una delle tematiche che affrontano le donne di Svimed è quella dei rifiuti. «Su questo fronte abbiamo due progetti attivi - spiega Sarnari -: Zerowaste Pro, nel cui ambito abbiamo organizzato il workshop “Verso un Economia Circolare a Rifiuti Zero” a Siracusa lo scorso settembre, e Smot (Sustainable Management of Old Town), progetto sull’area mediterranea con Egitto, Giordania, Tunisia e Spagna sulla gestione dei rifiuti nelle aree storiche al fine di non avere impatto sui beni storico-architettonici». C’è da chiedersi se ci sono pratiche virtuose applicabili anche alle nostre realtà. «Non c’è quasi nulla da scoprire per cambiare le cose, c’è soltanto da applicarle - afferma Sarnari -. Quello che vorremmo fare capire ai nostri interlocutori è che bisogna pianificare azioni a lunga durata e integrarle fra loro. Chiarificare la raccolta differenziata in un certo modo, realizzare centri di riuso, fare attività con la grande distribuzione organizzata per indirizzare i cittadini e contemporaneamente avviare azioni di comunicazione e di educazione nelle scuole - aggiunge Sarnari -. Sono tutte cose che non si fanno dall’oggi al do-
«la raccolta differenziata DÀ
MAGGIORI RISULTATI NEI PICCOLI CENTRI. SI POTREBBE PARTIRE DA QUESTI, CHE SONO TANTI, PRIMA ANCORA DELLE GRANDI CITTÀ. MA CI VUOLE TEMPO, NON C’È UNA BACCHETTA MAGICA» mani. Sono processi che devono diventare culturali e la mancanza di “pazienza” che ha il sistema politico-amministrativo non gioca a favore. Ma se non si acquisisce questa pazienza, non c’è bacchetta magica che tenga». Però sono temi su cui tutti sembrano d’accordo, c’è una sensibilità favorevole di fondo. perché poi spesso non si ottengono risultati? «Una sensibilità crescente sul fronte dei rifiuti esiste, indubbiamente, ma ancora è parziale - spiega la vice presidente di Svimed -. Non è che con il sistema della differenziata si raggiungono livelli di raccolta dell’80 per cento da un giorno all’altro, il sistema è complesso e ogni singolo cittadino deve avere quella sensibilità, perché i comportamenti errati di alcuni possono compromettere quelli virtuosi di altri. I cittadini dovrebbero diventare un po’ controllori di loro stessi, posto lo sforzo che devono fare le amministrazioni pubbliche». Anche loro che sono impegnate sul campo, però, hanno notato che qualcosa, pian piano, si muove. «Soprattutto nelle piccole realtà del Siracusano e del Ragusano, che sono i
territori in cui noi ci muoviamo. Vedi il caso di Ferla, dove è stata aperta un’ecostazione, un posto carino e arredato con cose riciclate, fatto con l’impegno degli stessi cittadini, dove tutti possono conferire i loro rifiuti differenziati e con una raccolta punti e la tessera sanitaria avere poi sconti sulla tassa sui rifiuti. E c’è anche una casetta dell’acqua a basso costo che ha permesso di ridurre i consumi di bottiglie di plastica - rivela Sarnari -. C’è sempre chi si lamenta per qualcosa, ma si è creata un’atmosfera positiva e per esempio un gruppo di donne ha dato vita a Ricicreo Ferla creando vari oggetti e persino splendidi vestiti con materiali di scarto. Ecco, Ferla è un esempio di come se si puntasse sulle realtà più piccole, ancor prima che sulle grandi città, si potrebbero ottenere grandi risultati». E se in tutto ciò, per Sarnari è importante confrontarsi e tenersi in contatto con altre realtà - loro per esempio gestisco la piattaforma nazionale Nowastenet.eu - un altro fronte su cui va lanciato l’allarme «è quello dei rifiuti marini, il marine litter, che danneggiano pesca e turismo e di cui invece c’è pochissima coscienza». E poi, fondamentale l’attività di educazione. «Noi lavoriamo molto con le scuole e i bambini e ci piace portare fuori un’immagine diversa della Sicilia - dice Sarnari -. Molti in Europa e nel Mediterraneo appena sentono Sicilia vorrebbero lavorare con noi, ma sono spaventati. Il nostro entusiasmo e la nostra passione avvicinano tanti, ma servirebbe una maggiore mobilitazione e un maggiore supporto. C’è necessità di fare networking con le altre realtà siciliane, superare le difficoltà a confrontarsi e collaborare di più. E a dire il vero ci sono segnali incoraggianti in questo senso».
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da donna a donna
«Ogni pièce È COME UN FIGLIO» l’autrice e regista PALERMITANA
SI RACCONTA. E SI FA IN QUATTRO: APRE I CARTELLONI TEATRALI A VICENZA, TORINO E NELLA SUA CITTÀ, AL BIONDO E AL MASSIMO. IN SCENA NEL SUO “IO, NESSUNO E POLIFEMO”, DICE: «RECITARE È UN FATTO EPISODICO. SONO PIÙ UTILE FUORI DAL PALCO» di Maria Enza Giannetto un ottobre caldissimo per Emma Dante. La regista e autrice palermitana, conosciuta per il suo teatro sociale (quello di mPalermu, Medea, La Scimia, Vita mia, Michelle di Sant'Oliva, Cani di bancata, tanto per dirne alcuni) è pronta per inaugurare la nuova stagione del Teatro Biondo Stabile di Palermo - di cui dirige anche la neonata “Scuola dei mestieri del Teatro” - con il suo “Io, nessuno e Polifemo. Intanto, però, non si fa mancare nulla: direttrice artistica del 67° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza (dal 17 settembre al 26 ottobre), inaugurerà la decima stagione della Fondazione Teatro Ragazzi di Torino, con un trittico su Andersen (25 ottobre). Nel frattempo si prepara ad aprire la stagione lirica del Massimo di Palermo con “Gisela!” di Henze (21 gennaio), a riportare la sua discussa “Carmen” alla Scala e a completare la sceneggiatura delle “Sorelle Macaluso”, da cui vorrebbe trarre un film. «In effetti, quest’anno stiamo aprendo molte stagioni. Diciamo che ho un sacco di chiavi in mano», conferma lei, riportando subito l’attenzione sull’intera compagnia Sud Costa Occidentale, quella che ha fondato nel 1999 e con cui è diventata famosa. Di sicuro, Emma Dante oggi ha le chiavi in mano di quella Palermo che per tanti anni l’aveva quasi ignorata e che, come succede a molti artisti, l’ha scoperta solo molto tempo dopo che fosse diventata famosa all’estero. Emma, la stagione del Biondo si intitola “Quello che non ti aspetti”. Di sicuro due anni fa non ci si sarebbe mai aspettati un suo spettacolo inaugurale allo Stabile palermitano. Cos’è successo? «È cambiata la direzione del teatro e c’è stato anche un cambio di rotta. Roberto Alajmo ha aperto le porte del teatro non solo a me ma all’intera città. Il teatro a Palermo stava morendo con la vecchia gestione, ora c’è una gioia ritrovata e questo mi rinfranca molto, non solo come artista ma anche come cittadina. Io sono sempre stata parte di questa città, ne ho scritto e l’ho fatta conoscere anche quando lei mi teneva a distanza. Anche se le mie storie contengono linguaggi universali che parlano dell’essere umano in genere, partono da Palermo e hanno un Dna ben preciso». Sembra la storia di un amore ritrovato. «A dire il vero, io l’amore per questa città non l’avevo mai perso. Palermo è sempre stata per me una fonte inesauribile di poesia e di dolore. È una città cruenta, da cui posso raccontare storie di disgraziati e perdenti. Questo non perché sia una città perdente ma perché è un campo di battaglia da cui chi è stato ferito si rialza». Non è, invece, riuscita a recuperare il rapporto con Catania, città in cui è cresciuta. «Con Catania la comunicazione si è bloccata. È la città della mia for-
È
Emma Dante
RITORNO IN SCENA. Emma Dante interpreta se stessa in Io, nessuno e Polifemo, tratto dal suo testo La versione di Polifemo. Sotto, la regista insieme con il marito Carmine Maringola, attore della Compagnia Sud Costa Occidentale. A sinistra Emma Dante a Venezia, lo scorso anno, per la presentazione del suo film Via Castellana Bandiera.
IL TEATRO SOCIALE. Nata a Palermo il 6 aprile del 1967, Emma Dante trascorre la sua infanzia a Catania, dove si trasferisce da piccola con la famiglia. Si diploma al Liceo Classico, e poi all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma. Nell'agosto del 1999 costituisce a Palermo la compagnia teatrale: Sud Costa Occidentale. Tra i suoi spettracoli, ricordiamo: mPalermu spettacolo vincitore del concorso "Premio Scenario" 2001 e "Premio Ubu" 2002; Carnezzeria "Premio Ubu" 2003, Medea, La Scimia, Vita mia, Mishelle di sant'oliva, Cani di bancata, Il festino, Eva e la Bambola performances per "Carmen Consoli in teatro" tour 2007/2008, Le Pulle. Ha curato la regia scenica della Carmen di Bizet per la stagione 2009-2010 del Teatro alla Scala di Milano, con la direzione di Daniel Barenboim. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo: Via Castellana Bandiera (Rizzoli), divenuto l’omonimo film nel 2013.
«Le mie GIORNATE TRASCORRONO IN FUNZIONE DEI MIEI SPETTACOLI. MA QUANDO CON MIO MARITO ADOTTEREMO IL nostro bambino DIVENTERÀ LA COSA PIÙ
IMPORTANTE, MI ALZERÒ AL MATTINO E ANDRÒ A LETTO LA SERA SOLO PENSANDO A LUI» mazione, ci ho studiato, ho fatto lì il liceo. Poi ci sono tornata, anni fa, con la mia compagnia e ho ritrovato quell’antica affinità con il pubblico dei miei spettacoli. A un certo punto, però, si è interrotto qualcosa. Mi dispiace molto, perché non è successo nulla, ma dopo Orazio Torrisi (ex direttore del Teatro Stabile di Catania, ndr) , che credeva nel nostro lavoro e che mi ha anche aiutato mantenendo gli appuntamenti anche in momenti in cui non c’erano possibilità economiche, il vaso comunicatore si è interrotto e non siamo più stati invitati». Ora lei dirige anche la “Scuola dei mestieri dello spettacolo" del Teatro Biondo. Durante le selezioni cosa cerca nei giovani che vogliono diventare attori? «Innanzitutto cerco di capire se hanno la voglia di aprirsi e mettersi in discussione. Valuto se hanno i cinque sensi aperti. Se poi c’è anche il sesto è ancora meglio, ma quello, che ha a che fare con il fiuto e la percezione, è più raro. Per me gli attori sono essere superiori perché devono manipolare una materia che, come diceva Shakespeare, è fatta di sogni, quindi mi basta intravvedere una certa capacità, una predisposizione al sovvertimento delle regole. Ammetto che le mie selezioni sono piuttosto rudimentali, d’altra parte io non devo prendere un attore già bravo, ma una persona che abbia un talento o una sua specialità, la scuola sarà il luogo in cui imparerà a tirarli fuori». Qual era il talento dell’attrice Emma Dante, quella che frequentò l’Accademia nazionale di Arte drammatica Silvio D’Amico? Cosa sapeva fare? «Non molto e infatti ho smesso di farla. Ho capito, per fortuna abbastanza presto, a trent’anni, che era meglio fare altro e mi sono ritrovata a essere più utile fuori dal palco, prestando questo mio sguardo esterno agli attori e insegnando loro quello che avevo imparato. Ecco, fare per un po’ l’attrice mi è servito a insegnare». Eppure ora, con “Io, nessuno e Polifemo” è tornata in scena come attrice. «È solo un fatto episodico. In questa “intervista impossibile” era necessario che ci fossi io in scena perché interpreto me stessa. Sono Emma la scrittrice che raccoglie la “versione” di Polifemo». Com’è tornare in scena? «Mi rendo conto di quanto io stessa, senza pensarci troppo, metta in atto tutto quello che generalmente chiedo ai miei attori. Per esempio, mantengo lo sguardo sempre rivolto verso il pubblico. Il mio è un teatro frontale, in cui gli attori non si voltano mai, a meno che non ci sia una chiara volontà di fissare la scena. Per me la recitazione è questo, contatto diretto con il pubblico, senza filtri. Il mio teatro è da plotone di esecuzione e non offre mai il fianco. Anche se
a volte può essere pericoloso, perché guardarsi intorno permette di guardarsi le spalle e proteggersi, mentre in questo caso si è totalmente alla mercè della scena». C’è chi sostiene che lei si sia presa una sorta di pausa dal teatro sociale, quello che l’ha resa famosa. «Non mi pare affatto. Io ho iniziato con i classici, con le loro rielaborazioni. E le favole sono sempre state un percorso parellelo a quello del mio teatro sulla famiglia e sugli ultimi. Non mi sono mai allontanata dalle mie origini. Sicuramente ho cercato altre contaminazioni, facendo cinema e opera lirica ma senza mai deviare dal mio percorso». Nel suo Polifemo, il ciclope parla napoletano, quanto ha influito il suo matrimonio con l’attore Carmine Maringola nel suo studio di questo dialetto? «Ovviamente molto. Però è anche vero che ho usato il napoletano anche in tempi non sospetti. Nello spettacolo mPalermu, ad esempio, la nonna veniva proprio da Napoli. Il napoletano è una lingua musicale, teatrale, poetica tanto quanto il palermitano. Mi fanno, entrambi, lo stesso effetto». È difficile lavorare con il proprio marito e dirigerlo in scena? «No, è come lavorare con gli altri. Il nostro mestiere ci appassiona e ci divertiamo come dei ragazzini». Com’è una giornata tipo di Emma Dante? «Quando sto preparando uno spettacolo, è tutto in sua funzione. Mi alzo e ci penso, vado alle prove, torno a casa, mangio e torno alle prove senza smettere di pensarci. Poi torno a casa e vado a letto, ovviamente pensando ancora allo spettacolo. Quando, invece, non ci sono debutti imminenti, faccio tutte le altre miriadi di cose e passo tantissimo tempo, forse anche troppo, al computer». E come fa in questo momento in cui di spettacoli, per le mani, ne ha tre? «Solo tre? In realtà a parte le “Tre favole per un addio”, “Io, nessuno e Polifemo” e il lavoro per “Gisela”, sto rimettendo in prova “Operetta burlesca” che sarà dal 18 novembre all’Eliseo per il RomaEuropa festival. Anche se è già pronto, io non abbandono mai i miei spettacoli. È come quando hai dei figli, non è che li fai e poi te li scordi. Ci devi stare dietro. È chiaro che i figli sono più importanti, ma per me che non ne ho avuti, non può essere altrimenti». Qualche tempo fa ha parlato della possibilità di adottare un bambino. «Sì, infatti ci stiamo provando. È davvero un percorso lungo e faticoso, ma quando arriverà, in quel caso, mio figlio diventerà la cosa più importante, mi alzerò al mattino pensando a lui e andrò a letto la sera sempre pensando a lui».
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IL NOSTRO ZOOM SUI TALENTI NOSTRANI, DONNE CHE SI SONO DISTINTE PER I RISULTATI E I SUCCESSI OTTENUTI NELLA PROPRIA PROFESSIONE, NELLO SPORT, NELL’ARTE, NELLA VITA X
ANGELA ABBATE Angela Abbate, giornalista dell’agenzia di comunicazione palermitana Feedback, è la vincitrice del premio assoluto “Giornalismo siciliano: l’addetto stampa dell’anno 2014”. Il premio è stato organizzato dal Gruppo uffici stampa Sicilia, articolazione dell’Associazione siciliana della stampa, con il patrocinio del Comune di Bagheria, dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e della stessa Assostampa, con la sponsorizzazione di Unicredit. Abbate si è aggiudicata anche il premio “Imprese e organizzazioni private”, una delle tre sezioni messe a concorso. La scelta è caduta su Angela Abbate per l’intensità e la qualità della produzione informativa attraverso una concezione moderna del ruolo dell’addetto stampa.
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PATRIZIA PANARELLO Lo scorso 10 settembre sono stati sorteggiati i premi della lotteria Mata e Grifone e, a sorpresa, tra i 1962 biglietti estratti, il primo premio lo ha vinto Patrizia Panarello, esponente della giunta comunale di Messina. L’assessore baciato dalla fortuna, ha scelto di ritirare il premio e devolverlo in beneficenza, così, ha deciso che la crociera vinta sarà messa a disposizione di una coppia messinese che ha accolto un bambino migrante. Patrizia Panarello, tra l’altro, aveva partecipato alla lotteria per contribuire all’allestimento della manifestazioni della scorsa estate. Il premio consiste in una crociera nel Mediterraneo per 2 persone che partirà da Palermo a maggio 2015, proseguirà per Civitavecchia, Savona, Barcellona, Palma de Mallorca, La Valletta e rientro.
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FULVIA TOSCANO E’ responsabile artistica e anima di Naxoslegge, il festival che da anni porta scrittori, poeti, intellettuali a Giardini Naxos. Tra le novità dell’edizione appena conclusa “La Tela di Penelope”, un gemellaggio tra Naxos e Cuma, l’incontro con Pordenonelegge e il passaggio di testimone con SabirFest. “Dietro ogni incontro c’è uno studio - spiega Fulvia Toscano non presentiamo solo libri ma, facciamo narrazione. Il libro è un veicolo che noi difenderemo sempre, ma è uno strumento, non un fine. Questo è un festival che nasce a Giardini Naxos e che guarda fuori, extramoenia: fare rete per crescere, creando ponti tra esperienze e cultura - sottolinea il direttore artistico - questa è la vocazione di Naxoslegge, che mira ad aprire gli orizzonti sia sul fronte del Mediterraneo, sia in direzione nord, ospitando, tra gli altri, protagonisti dei principali festival letterari italiani”. “Naxoslegge - conclude Fulvia Toscano - è un festival che nasce perché condiviso”.
ELENA FERRARO È un chiaro segnale intimidatorio quello che ha colpito l'imprenditrice di Castelvetrano Elena Ferraro che gestisce una struttura di assistenza sanitaria. Qualcuno si è intromesso all'interno dell'azienda alla periferia di Castelvetrano e ha reciso alcuni cavi di una nuova Tac, per questo, non ancora entrata in funzione. La polizia scientifica che ha eseguito i controlli ha accertato che si tratta di un intervento doloso e che i cavi sono stati tagliati di netto. Elena Ferraro ha a suo tempo denunciato alla magistratura una richiesta estorsiva che le era stata fatta da Mario Messina Denaro, cugino del super boss latitante Matteo Messina Denaro. L’imprenditrice in questi mesi si è parecchio impegnata sul fronte dell’antimafia e dell’antiracket. Solidarietà a Elena Ferraro è giunta da diverse parti, a cominciare dal presidente della Regione Rosario Crocetta.
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CATANESE, DOCENTE UNIVERSITARIA E MEMBRO DEL CDA DEL TEATRO BELLINI, PARLA DELL’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE E DELL’ISTRUZIONE PER LO SVILUPPO «ALLE MATERIE UMANISTICHE - DICE - VA RICONOSCIUTO UN RUOLO IMPORTANTE»
Maria Rosa De Luca
«AL PAESE SERVE UN PROGETTO
educativo» di Giorgia Lodato
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icono di lei: brillante, eclettica, creativa. Una donna forte, determinata, tenace. Tutte caratteristiche che condivide con i personaggi eroici delle opere e delle storie che racconta e insegna giorno dopo giorno con la stessa passione. Maria Rosa De Luca è un’entusiasta musicologa, insegna Storia della musica all’Università di Catania e da quest'anno fa parte del Consiglio di amministrazione del Teatro Massimo Bellini di Catania. L'unica donna in un CdA tutto al maschile. Qual è il valore aggiunto? «Non credo nel valore aggiunto di “una quota rosa”, credo invece nelle sinergie dei saperi di uomini e donne e nel lavoro di squadra. Il fatto di essere l’unica donna nel CdA del Teatro Massimo Bellini di Catania, a mio avviso poi, è del tutto casuale. Non è casuale, invece, la
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«come madre
POSSO DIRE CON CERTEZZA CHE I MIEI DUE RAGAZZI SONO VENUTI SU BENE. MI RIMPROVERO, SOLO, DI NON AVER GODUTO ABBASTANZA DELLA LORO INFANZIA, PRESA COM’ERO DA MILLE COSE» scelta di un musicologo nel CdA di un teatro. Ecco, potrebbe essere questo il valore aggiunto, da auspicare anche in altre casi: mettere conoscenze specifiche al servizio delle istitu-
zioni culturali, in questo caso del teatro della nostra città, un bene prezioso che va tutelato e ben governato. Una bella sfida». Qual è la sua ricetta contro la crisi della cultura? «Ritengo l’istruzione e la formazione di ogni singolo cittadino tra i fattori più importanti dello sviluppo di un Paese. È necessario ripartire da un progetto educativo nazionale per il rilancio dell’Italia che non investe in ricerca e cultura da parecchio tempo. E poi, senza per questo voler tirar acqua al mio mulino, sono convinta che ai saperi umanistici vada riconosciuto un ruolo importante». Si descriva nei panni della professoressa. «È sempre un po’ difficile descriversi, bisognerebbe chiedere ad altri. Ad ogni modo, mi ritengo un docente attento verso gli studenti, con qualche punta di “intolleranza” che ormai contraddistingue il mio modo di essere e che è diventato oggetto di discussione fra gli studenti, anche perché non faccio mistero delle cose che non tollero. Per esempio, l’email che principiano con “salve professoressa”, visto che letteralmente significa “stai sano, stai bene”, o anche top scollacciati, pance di fuori, shorts e infradito a lezione e agli esami. Infine non posso fare a meno di riprendere uno studente quando mi accorgo che firma col cognome prima del nome. Capisco che sono dettagli ritenuti di poco conto, ma sono dell’avviso che un po’ più di sana educazione al gusto, alla sensibilità e al viver civile non guasterebbe». E com'è, invece, all'interno delle pareti domestiche, quando torna a essere mamma e moglie? «Anche qui, una bella sfida. Mi piacerebbe po-
ter dire “sono una brava mamma”, o “una brava moglie”, ma bisognerebbe sentire i miei tre uomini di casa. Ma forse meglio evitare. Posso dire con assoluta certezza che i miei due ragazzi sono venuti su bene, sono davvero bravi. Come genitori io e mio marito ne siamo orgogliosi e felici, con qualche vena di tristezza per non averli più qui perché studiano entrambi a Milano, ma consapevoli di aver contribuito alla loro crescita. Se c’è una cosa che mi rimprovero è quella di non aver goduto abbastanza della loro infanzia, presa com’ero da mille cose, di non avere catturato nella mia memoria i loro momenti più belli. Ogni tanto, quando sono qui per le vacanze, mi scopro a fare la nostalgica con loro, con domande assolutamente cretine, come “dimmi una cosa, ma cosa ricordi di quando avevi tre anni?”. Allora leggo nei loro occhi il giudizio inesorabile: “sei un caso disperato”». Ci parli un po' di lei. Com'era Maria Rosa da bambina? E da studentessa? «Da bambina ero paffutella, timida, lunatica, sognatrice e con il pianto facile, insomma un disastro! Ho avuto la fortuna di avere ottimi insegnanti, soprattutto al liceo e ottimi compagni di classe. Un’amica di sempre, Marina, con cui ho trascorso gli anni delle medie e del liceo. Ero brava, ma non sgobbona, anche perché lo studio del pianoforte mi portava via tanto tempo. Degli anni del liceo, ho bellissimi ricordi. Tuttavia ho formato il mio carattere attraverso la disciplina nella pratica musicale e la formazione post-laurea. Credo che la carriera accademica sia un’onerosissima palestra di vita e, per me, anche se dura, esaltante. Ho perseguito questo progetto e ce l’ho fatta. Mi ritengo una persona fortunata, anche se
«tra i miei
STUDENTI È NOTA LA MIA INTOLLERANZA PER CERTI DETTAGLI. IO CREDO CHE UN PO’ PIÙ DI SANA EDUCAZIONE AL GUSTO, ALLA SENSIBILITÀ E AL VIVER CIVILE NON GUASTEREBBE». tutto ciò che ho avuto me lo sono davvero guadagnato». Quando è nata la passione per la musica? Chi è stato il suo punto di riferimento? «Da piccola è stato mio padre a volere che studiassi pianoforte, poi col tempo ho coltivato l’indole incline alle discipline artistiche e musicali. Ho avuto bravi insegnanti di pianoforte ma non veri e propri punti di riferimento. Le vere soddisfazioni mi sono giunte dagli studi musicologici. In realtà la sola pratica musica-
le non restituisce la complessità del sapere musicale, ed è stato quest’obiettivo che mi ha spinto e guidato nelle ricerche. In questo percorso un punto di riferimento è stato il prof. Giuseppe Giarrizzo, che mi ha seguito meticolosamente e con grande generosità nella ricerca storica, e in campo musicologico due grandi maestri dell’Università di Bologna». Qual è il rapporto dei giovani con la musica classica? Come riesce a far appassionare i suoi studenti? «Il rapporto dei giovani con la musica d’arte, come preferisco chiamarla, è di necessità abbastanza controverso. Tutto ciò è comprensibile, manca in Italia una vera e propria educazione alla musica nel corso dell’intero curricolo scolastico. Si fa musica, poco, nei tre anni della scuola media. Poi il lungo black-out degli anni del liceo fa sì che gli studenti arrivino alle lezioni di Musicologia e Storia della musica di un corso universitario completamente ignari del loro patrimonio musicale. Se per un verso, tutto ciò li rende studenti curiosi e recettivi, per l’altro è causa di una gran fatica per chi insegna. Le prime lezioni di storia della musica rappresentano una sorta di “ground zero” di un percorso di comprensione musicale. Il mio principale obiettivo, allora, è quello di insegnare in primis ad essere ascoltatori attenti, al fine di cogliere le opere musicali in tutta la loro ricchezza. Il sapere musicale non può essere ridotto al solo “fare” (ossia suonare uno strumento) ma va esteso anche al conoscere. La musica va intesa come sapere reticolare, essa contribuisce ad arricchire il campo della cultura personale se s’inserisce in un orizzonte più vasto attraverso la relazione con le altre arti e gli altri saperi».
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CANTADORA. Cantautrice dialettale palermitana, Sara Cappello è da anni impegnata a rielaborare e ricercare brani della tradizione musicale dialettale siciliana. Nel 1996 ha inciso il cd “Vurria sapiri unn'abiti a lu nvernu” (ph Laura Cammarata). A destra, con l’attrice Jenny Liotti sul “Balconcino” di via Bara all’Olivella a Palermo (ph Federica Cardella)
la cantautrice
DI MUSICA POPOLARE SICILIANA HA SCELTO UN INEDITO PALCOSCENICO NEL CUORE DI PALERMO PER DARE VOCE ALLA CITTA’. «È IL NOSTRO SPEAKER’S CORNER», DICE. E ANNUNCIA L’APERTURA DEL SUO NUOVO TEATRINO
di Paola Pasetti
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va Perón dalla Casa Rosada, Mussolini da Palazzo Venezia, Papa Francesco dalla loggia di San Pietro. Se il potere di ogni epoca e latitudine si è affacciato al balcone per arringare, dichiarare guerre e annunciare vittorie, e persino per benedire, è da un balconcino piccolo quanto un fazzoletto, nel cuore della Palermo antica, che si è levata la protesta della città che non vuole arrendersi. Protesta artistica, s’intende, contro la decadenza culturale, contro la rassegnazione a una crisi che - ormai è chiaro - non è solo economica.
Sara Cappello
«LA MIA PROTESTA AL balconcino» A darle voce, anima, corpo, gesti, Sara Cappello, cantautrice e “cantadora” appassionata. Impegnata da più di vent’anni nel recupero della tradizione musicale dialettale, l’artista palermitana si è inventata un palcoscenico inedito e per la festa di Santa Rosalia ha deciso di regalare alla città il suo mini-Festino. “Al balconcino”, appunto: un pomeriggio in cui la ringhiera in ferro battuto che si affaccia sul civico 83 di via Bara all’Olivella ha ospitato i Triunfi della tradizione, ma anche musica, canti, racconti di artisti che hanno accolto l’appello lanciato da donna Sara. «Il balconcino è la protesta, è il desiderio di mantenimento, è voce che grida nel deserto. Nasce come reazione a un’amarezza che ho voluto trasformare in creatività – racconta Sara Cappello -. Per la prima volta dopo dodici anni sono stata esclusa dagli eventi in onore della Santuzza. Bene, mi sono detta, mi invento una cosa. “Se nessuno parla le pietre gridano”, recita una massima evangelica, e io ho gridato dal balconcino». L’idea è piaciuta, ha raccolto numerose adesio-
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ni tra gli artisti e il Balconcino, diventato il personalissimo format di Sara Cappello, è tornato ad aprirsi alla città il 13 settembre scorso. “Palermo affacciati” il titolo, praticamente un’esortazione. Com’è questa Palermo? «Di getto mi verrebbe da dire “buttanissima”, come la Sicilia di Buttafuoco. Una signora bellissima, ma sfatta. Una donna piena di umori neri, che tuttavia ancora spera in un cambiamento. Quello che manca è il pungolo, qualcuno che faccia vedere quello che ci stanno rubando: diritti, servizi, arte, cultura. Siamo circondati dal degrado, ma sembra che nessuno se ne accorga. Le persone sono annichilite, anche per colpa della cattiva televisione, che ha addormentato il senso del bello: ormai va bene tutto, perché c’è la tv, e intanto non ci rendiamo conto di quello che sta succedendo intorno a noi». Il balconcino è quel pungolo? «La cultura è il pungolo, è ciò che ci fa pensare, e se la mettiamo da parte torniamo all’uomo bruto, legato alla soddisfazione dei bisogni primari, che non riconosce valore alla creatività,
alla bellezza. La politica non riesce ad arginare questa crisi perché non ha capito che la cultura è la chiave per uscirne, la ritiene superflua. In queste condizioni, sostenere la cultura con le proprie forze è un impegno che non fa dormire la notte. Ho tanti colleghi artisti disperati; gente che fa questo mestiere da quarant’anni, che per poter campare sta vendendo anche i chiodi dei muri. Oggi cominciano a suicidarsi i professionisti; domani li seguiranno gli artisti». La cultura popolare ha ancora qualcosa da dire? «Ha moltissimo da dire, perché è la nostra identità; e perché non c’è futuro se non si conoscono le proprie radici. Ma questa cultura, queste poche voci che da decenni la preservano, stanno scomparendo; abbiamo un patrimonio immenso e nessuna legge che lo tuteli. Un vero peccato, soprattutto per i bambini, a cui certa politica sta rubando tutto questo». Da dove nasce la sua passione per la musica popolare siciliana? «Ho respirato sin da piccola la cultura popola-
re. Mio padre, che era artigiano suonava diversi strumenti, faceva le teste dei pupi e mi recitava le poesie di Petru Fudduni; mia madre mi annacava cantando antiche ninnananne, le storie del Pitrè erano le mie favole. Crescendo, ho scoperto la passione per il canto e sono stata attratta da quella cultura; ho cominciato a studiare, a fare ricerche negli archivi alla riscoperta delle nostre tradizioni. Una curiosità che non mi ha mai abbandonato: ho inciso un primo cd e in questo momento ho materiale per farne almeno altri quattro, ma finora non ho trovato nessuno che me li produca. Un peccato, perché questo lavoro rischia di andare perduto». In molti a Palermo la ricordano a protestare davanti alla sede del Governo regionale per chiedere leggi a tutela della musica popolare siciliana. Per una donna è più difficile far sentire la propria voce? «Io sono un uomo a forma di donna, per energia, coraggio, faccia tosta. Sono sempre stata attratta da figure come quella di Rosa Balistreri, dalla donna che patisce ma non subisce, che dice la propria; centro della famiglia, ma anche femmina, energia pura. Ecco perché quattro anni fa non ci ho pensato due volte: mi sono messa il mio vestito più bello, ho preso la chitarra e sono andata sotto Palazzo d’Orleans e ho cominciato a cantare. Per giorni mi sono sgolata in mezzo ai gas di scarico delle automobili per chiedere alle istituzioni rispetto e tutela per la musica popolare siciliana. Nonostante le promesse, non ho ottenuto nulla, ma almeno posso dire di aver fatto la mia parte. Credo che si viva anche di questo, del coraggio di combattere contro i mulini a vento». Si definirebbe una rivoluzionaria? «Non avrei problemi a mettermi a capo di una rivoluzione non violenta. Siamo stanchi di una certa politica, che se ne infischia di noi, di
ma non mi sono mai arresa, mi sono sempre inventata qualcosa. Tra poche settimane inaugurerò il mio teatrino, un luogo in cui non c’è un euro della Regione; mi è costato dieci anni di sacrifici e due mutui. Potrò aprirlo grazie a un bando dell’Unione Europea sulle Arti contemporanee: ho partecipato con il mio progetto, che è arrivato quinto su 75. Posso dirlo? Ne vado fiera». Ottantacinque posti nel cuore del centro storico. Cosa vedremo in questo teatrino? «Il teatrino sarà soprattutto un nuovo spazio per la città e per i suoi artisti. Ospiteremo molte donne: Anna Mauro, bravissima autrice che al Balconcino ha portato alcune giovani attrici con un cabaret molto attuale; Rita Elia, stimata poetessa anche lei presente al Balconcino insieme ad altri poeti. Questo teatrino l’ho voluto un po’ come una casa del fado di Lisbona: ci sarà spettacolo, ma si potrà anche bere e mangiare. Pure il cibo è cultura, e mi piace l’idea di far conoscere la Sicilia anche attraverso le sue tradizioni enogastronomiche». E il Balconcino? Chiude i battenti? «Assolutamente no, il Balconcino non lo mollo. È un po’ come lo Speaker’s Corner di Hyde Park. Per me è importante denunciare le cose che non vanno perché credo ancora in un cambiamento, in una politica capace di fare il bene comune. Credo in una Sicilia che sappia mostrare ai turisti il suo vero volto, che si faccia conoscere per altro che non siano munnizza e scippi. E credo che valga la pena di combattere per una diversa qualità della vità. Il mio motto è: “la morte ci trovi vivi”. Ho cominciato venticinque anni fa, ma sono ancora scatenata».
«credo che si viva
creare opportunità di lavoro. Dicono che non ci sono soldi, però poi li sprecano; i fondi che arrivano dall’Europa tornano al mittente perché non riescono a spenderli; fanno un bando per i giovani e lo sbagliano pure… Intanto i nostri giovani partono, lasciano la Sicilia. Mio figlio, che è ingegnere, è andato via un mese fa con i miei nipoti, un professionista emigrante. Mi hanno colpito le sue parole: “Prima partivano i braccianti agricoli, gli operai; oggi vado via io con la mia giacca Canali e il portatile sotto braccio”. Ecco, mi chiedo perché dobbiamo continuare a sopportare tutto questo. Dov’è il vespro siciliano?». Lei non ha mai pensato di andar via? «Assolutamente no. A meno di andare a “Brucculino”, a cantare per i nostri emigrati, l’unico posto dove abbia un senso difendere la mia arte è qui. Non mi danno lavoro da quattro anni,
ANCHE DI QUESTO, DEL CORAGGIO DI DENUNCIARE IL POTERE, DI COMBATTERE CONTRO I MULINI A VENTO»
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Gloriana Orlando UNA PASSIONE A LUNGO CELATA CHE NEGLI ULTIMI QUINDICI ANNI HA PORTATO L’INSEGNANTE CATANESE A PUBBLICARE ROMANZI, SAGGI E RACCOLTE DI RACCONTI. FINO ALL’ULTIMO LIBRO NOIR INTRIGANTE SIN DAL TITOLO: IL PALINDROMO “E NOI SULL’ILLUSIONE”
«SCRIVO DA PRIMA di saper SCRIVERE» di maria enza giannetto i sono passioni che nascono con noi e ci accompagnano per tutta la vita, ma che a volte restano, per timidezza o forse anche per eccessivo pudore celate a lungo, fino a quando non possono fare a meno di esplodere. È stato così per per Gloriana Orlando, insegnante (professoressa di Lettere al Liceo Scientifico Galileo Galilei da oltre 30 anni) che ha tenuto a per tanti anni tutto per sé il suo amore per la scrittura. «Ho cominciato a scrivere - racconta - ancora prima di imparare. Da bambina, infatti, trascorrevo molti pomeriggi accanto a mia madre mentre scriveva interminabili lettere alla sua famiglia che viveva a Trieste. Io ne ero affascinata, prendevo una penna e un foglio e cercavo di imitare i suoi movi-
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menti sulla carta. Credo che la mia passione sia nata proprio allora». Eppure, Gloriana Orlando pubblica il suo primo romanzo Profumo di papaveri solo nel 2000, quando è già insegnante da circa 20 anni. «Per tanti anni - rivela la scrittrice - la mia passione è rimasta relegata al diario segreto e ad alcune annotazioni che raccoglievo in qualche momento buio della mia vita. A dire il vero, prima di quello edito, c’è anche un altro romanzo che è rimasto chiuso nel cassetto, perché era il frutto di tanti spezzoni scritti in vari momenti della vita. È un testo un po’ ibrido che non mi sono sentita di pubblicare, anche perché, ogni volta che lo riprendevo in mano, mi rendevo conto di come fossi cambiata io e di come non mi appartenesse più. Invece con “Profumo di papaveri”, il mio primo romanzo storico, ho rotto il ghiaccio e non mi sono più fermata».
E infatti dal 2000, Gloriana Orlando ha lasciato che la penna con cui giocava da bambina scorresse su quei famosi fogli di carta. Ne è venuta fuori una serie di pubblicazioni che va dal romanzo storico, a quello epistolare, dal saggio alla raccolta di racconti, fino all’ultimo libro, il noir E noi sull’illusione (A&B, 2014) pubblicato a maggio. «“E noi sull’illusione” è un giallo anomalo, che si apre con l’ultima pagina del diario di una ragazza, la cui storia e il cui omicidio il lettore scopre solo andando indietro nel tempo. È anche questo il motivo della scelta del titolo che è un palindromo e che, quindi, può essere letto da sinistra a destra ma anche viceversa. Una scelta che è legata al modo in cui è raccontata la storia di Anna (anch’esso un palindromo). Ci sono due omicidi in due storie che sembrano diametralmente opposte ma che poi, invece, sono collegate tra loro. La prima parte è ambien-
tata a Catania, la seconda invece nella fantomatica Valle Aragona, luogo inventato che si ispira a Militello val di Catania, un paesino che conosco molto bene perché era quello di mio nonno». Una passione, quella per il giallo, che in realtà si intravvedeva già in alcuni racconti precedenti. «Anche se è la prima volta che scrivo un giallo - spiega Orlando - già il romanzo Alienor e altri miei racconti erano infarciti di una certa suspense. Negli anni ho letto Simenon, Maigret, Christie ma non sono una vera appassionata del genere. Confesso, invece, che sono stata molto colpita dall’omicidio di Chiara Poggi e che quell’orribile vicenda mi ha, in qualche modo, ispirata per la storia dell’omicidio di Anna». Ispirazione dalla cronaca, in questo caso. Nella vita di una scrittrice, però, qualunque atmosfera, emozione, evento può dare il là per una nuova storia. «In effetti - dice la scrittrice - l’ispirazione è sempre dietro l’angolo, per questo tengo sempre un taccuino con me per annotare anche qualche improvvisa illuminazione. Confesso che un momento molto prolifico per la mia fantasia è quello dei compiti in classe dei ragazzi. Mentre loro sono concentrati, anche se devo sempre essere vigile e controllare, è come se la loro energia passasse anche un po’ a me». E che il suo lavoro trentennale con i ragazzi sia fonte continua di energia lo conferma anche il tema e la genesi del primo romanzo, “Profumo di Papaveri”. «Il libro - racconta - nasceva da un interes-
UN GIALLO SIN DAL NOME. E noi sull’illusione... (A & B) è un titolo palindromo, che si può leggere da sinistra a destra e viceversa. Scelta non casuale: la storia di Anna (il cui nome è un palindromo) è narrata tramite il suo diario, dall'ultima alla prima pagina, ripercorrendo a ritroso la sua storia e quella di un delitto perfetto o quasi. Gloriana Orlando ha presentato il suo ultimo romanzo al Festival del giallo di Capo D’Orlando, alla prima edizione di “SiciliaBookTrailer” nell’ambito di NaxosLegge e alla prima edizione di BUK Festival della piccola e media editoria
se che avevo coltivato insieme ai miei studenti quando con una ricerca ci siamo resi conto di quanto fosse ricca culturalmente la Catania del ‘700. Ne è venuto fuori un romanzo ambientato in quella Catania - con la prefazione di Antonio Di Grado e la quarta di copertina di Romano Luperini - con un quadro storico assolutamente veritiero in cui si inseriscono i personaggi verosimili. Un po’ il genere manzoniano che ho ripreso anche nel romanzo Alienor, ambientato alla corte di Federico II, nel Castello Ursino che intreccia le vicende di Alienor e di Eleonora, che si svolgono nello stesso luogo a distanza di otto secoli». Insomma una scrittura che trae ispirazione
dalla vita quotidiana ma anche molto dalla formazione classica della professoressa Orlando. «Ovviamente nella mia scrittura c’è molto della mia formazione - ma devo dire che amo anche la ricerca a cui mi spingono i miei lavori. Mi piace, nel caso del romanzo storico, immergermi nella ricerca, studiare i dettagli dei luoghi e degli avvenimenti per poi inserirvi i miei personaggi inventati. Questo non significa, però, che sia solo interessata al passato, anzi. D’altra parte, come insegnante non potrebbe essere altrimenti. Vivo da più di 30 anni con i ragazzi in quel difficile periodo che è l’adolescenza e sono una continua fonte di scoperta».
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società
AMARSI A DISTANZA
missione possibile di stefania cunsolo
Fisicità
ono tante le coppie che ogscelgono di portare avanti una relazione nonostante il partner viva lontano, a volte persino all’estero. Si sa, l’amore non conosce confini, ma le storie a distanza necessitano di attenzioni in più. Con qualche accorgimento, la lontananza può essere vissuta in modo positivo e costruttivo.
L’assenza di un abbraccio quando se ne sente il bisogno può mettere a dura prova. Allo stesso tempo, però, essere lontani dà la possibilità di migliorare il dialogo e stimolare la fantasia per far sentire la propria vicinanza al partner anche a chilometri di distanza. Le parole possono compensare la mancanza di fisicità, almeno temporaneamente fino al prossimo incontro, e sviluppare nella coppia il sostegno reciproco e l’intesa.
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Pro e contro Con un pò di impegno e creatività, alcuni aspetti difficili del rapporto a distanza possono diventare opportunità di crescita per la coppia.
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Distanza Il partner non potrà essere presente ogni volta che si desidera. Questa situazione potrebbe piacere a chi ama l’indipendenza
Lontani dagli occhi, lontani dal cuore? non è affatto detto. ECCO COME ANDARE OLTRE ALLA FISICITÀ SPERIMENTANDO UN’UNIONE IDEALE. YOGA, MEDITAZIONE E BUONE LETTURE POSSONO AIUTARE
ne prima di intraprendere un rapporto a distanza: ci vuole fiducia e maturità in questo tipo di relazione. Ecco qualche consiglio per gli Otello più scatenati. Comunicazione, innanzi tutto: meglio non perseguitare il partner con messaggi e telefonate ed evitare le litigate al telefono e le spiegazioni via sms (troppo brevi per essere davvero chiarificatorie). Non sempre le sorprese sono ben accette: se l’intenzione è quella di fare un’improvvisata al partner senza averlo avvisato, meglio assicurarsi che la sorpresa sia gradita. E, soprattutto, chiedersi se è non una scusa per controllarlo. L’elemento sorpresa può essere ugualmente romantico senza bisogno di prendere decisioni all’insaputa dell’altro: proporre per esempio una tappa a metà strada per incontrarsi è un gesto che presuppone comune accordo e anche un’ottima occasione per visitare insieme posti nuovi. Senza apparire ossessivi.
Prenderla sportivamente (e con filosofia)
LE BAISER DE L'HÔTEL DE VILLE. Lo scatto è del 1950, opera del celebre fotografo francese Robert Doisneau
e vuole mantenere i propri spazi. È importante però far sentire la vicinanza emotiva, senza permettere che la distanza geografica crei insicurezze. Chi sente il bisogno dell’altro in ogni momento, invece di biasimare il partner più indipendente, può cogliere l’occasione per lavorare su se stesso e confrontare le proprie insicurezze. La vita di coppia ne trarrà beneficio.
Soldi Le spese in viaggi e telefonate sono in più, è vero, ma il denaro che sarebbe investito in cene, cinema e altre piccole grandi spese di vita quotidiana a due è risparmiato. In ogni caso non è carino lamentarsi con il partner delle spese che si è costretti a sostenere per mantenere la relazione a distanza. Questa è un’opportunità per applicare piuttosto una sana condivisione: parlare insieme delle spese per sostenere i viaggi e le comunicazioni può essere un modo per iniziare a esplorare la gestione della vita a due, invece di un’occasione per appesantire l’altro con discorsi del tipo “a quante cose ho dovuto rinunciare per raggiungerti nel weekend!”.
Gelosia off limit Chi soffre di gelosia dovrebbe pensarci be-
Qualunque attività fisica migliora l’umore stimolando la produzione di endorfine nel corpo, perciò praticare sport è consigliabile per affrontare i momenti più difficili di una relazione a distanza. Yoga e meditazione, in particolare, aiutano a essere più calmi e centrati lavorando sul sistema nervoso: molti litigi potrebbero essere evitati se si imparasse a respirare lentamente e profondamente prima di parlare. Un semplice esercizio per calmare le emozioni e ritrovare lucidità quando si è arrabbiati? Il respiro segmentato 4:1: ad occhi chiusi e in una posizione confortevole con la schiena dritta, si inspira dal naso in quattro parti e, dopo una breve pausa, si lascia uscire l’aria dal naso espirando lentamente in un unico respiro. Si continua a questo ritmo per 3 minuti. Un aiuto viene anche dal Tantra che, lungi dall’essere una disciplina esclusivamente legata al sesso, insegna in realtà a vivere in correlazione continua con la realtà che ci circonda. Applicato alle relazioni, si basa sul principio che una coppia è sempre in comunicazione, a prescindere dalla distanza: se c’è autentica sintonia, insomma, un rapporto a distanza è gestibile tanto quanto uno nella stessa città. Alla base la reciprocità: fiducia l’uno nell’altra, comunicazione positiva ed efficace, ascolto e tanto impegno. Ricordandosi che l’altro siamo noi. Se poi vi rendete conto che la distanza che vi separa dal partner va oltre quella geografica, forse è il caso di imboccare strade diverse. E, in quel caso, i chilometri non sono un problema, anzi, costituiscono un enorme vantaggio per non ritrovarsi faccia a faccia con l’ex che vive nella stessa città.
Il prezzo di amarsi da lontano “Staremo insieme, costi quel che costi!” e avevate ragione: costa. Tra pendolarismo e telefonate, un occhio al budget è fondamentale. Come restare innamorati senza restare anche al verde?
Viaggi intelligenti Chi vive lontano dall’amato sa bene di avere una relazione fissa anche con le ferrovie dello stato e le compagnie aree. Su trenitalia.com ci sono offerte specifiche, per esempio per chi viaggia nei weekend, con partenza il sabato e ritorno la domenica. Ancora più conveniente con andata e ritorno in giornata, per chi se la sente. Se la distanza è grande, è bene pianificare con largo anticipo e tenere d’occhio le compagnie low-cost per risparmiare sui biglietti dell’aereo: fra le più gettonate EasyJet, RyanAir, Blue Express e Vueling. Tramite specifici motori di ricerca poi (ottimo volagratis.com oppure skyscanner.com), è possibile avere una panoramica sui voli più economici, a volte frutto della combinazione fra due diverse compagnie.
Comunicazione smart Da non sottovalutate il potere dello smartphone. Oltre ai piani telefonici specifici offerti dalle compagnie telefoniche per le chiamate, Internet si rivela lo strumento più utilizzato dalle coppie che vivono una relazione a distanza: skype, viber, whatsapp e social network come Facebook o Twitter offrono la possibilità di comunicare rapidamente e con facilità. Il consiglio è di valutare le offerte migliori considerando i reciproci ritmi quotidiani: quando è meglio incontrarsi in rete? Quanto tempo ci passeremo? È il caso di considerare un abbonamento a tempo illimitato oppure limitarlo alle ore serali?
Libri pronto soccorso Ottima compagnia in quei giorni in cui la mancanza del partner si sente più che mai, oppure durante i viaggi in treno o in aereo nell’attesa di raggiungere l’amato, ecco alcune letture ispiranti per chi vive una relazione a distanza. E vissero felici e lontani, di Antonella Piperno e Pietro Valesio; è la storia dei due narratori che vivono separati e contenti. Con ironia vengono percorsi i pro e i contro della lontananza, dal punto di vista sia di lui che di lei. L’amore a distanza. Il caos globale degli affetti, di Ulrich Beck ed Elisabeth Beck-Gernsheim; i protagonisti vivono a migliaia di chilometri di distanza tra loro. Da Salonicco in Grecia a Cambridge, Inghilterra, fra chat su Skype e appuntamenti online, la realtà di una famiglia globale (nonni e nipote) per esplorare i sentimenti senza confini. L’imperfezione dell’amore, di Camilla Baresani; narrazione di una storia d’amore finita che, dopo la distanza (lei Russa, lui Italiano), si riaccende nonostante le diversità dei due protagonisti. Norman e Monique. La storia segreta di un amore nato nel ciberspazio, di Norman X e Monique Z; storia di un amore nato sul web tra un americano (Los Angeles) e una parigina, basato su una comunicazione fatta di email. Per chi è stuzzicato dall’idea che l’amore possa sbocciare (e durare) a partire da internet.
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muoviti CHE TI PASSA ballo o fitness? NON IMPORTA. LA PAROLA
D’ORDINE È MOVIMENTO, A TUTTE LE ETÀ. IN PALESTRA, PER STRADA O IN PISTA L’ATTIVITÀ FISICA AIUTA A RAFFORZARE IL TONO MUSCOLARE, AD AUMENTARE L’AUTOSTIMA E - PERCHÉ NO - ANCHE A FARE NUOVI INCONTRI
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danza IL RITMO DEL BENESSERE
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lassica, moderna, latino americana, orientale, quale che sia il tipo di danza che sceglierete, avrete fatto la mossa giusta. Perché la danza stimola corpo e mente investendo l’individuo nella sua totalità. Non una semplice disciplina sportiva ma, uno strumento di espressione globale della persona, in grado di assicurare un equilibrio psicofisico ottimale, a qualsiasi età. Fa bene ai bambini piccoli, anche di 3-4 anni. Il corso di Gioco Danza ha l'obbiettivo di accostare ed educari bambini alla danza attraverso il "gioco" considerando l'attività ludica nel suo aspetto educativo. Attraverso giochi di immaginazione e fantasia, infatti, e nel pieno rispetto del proprio sviluppo psico-fisico, il bambino viene condotto alla conoscenza del corpo delle sue possibilità motorie, alla conoscenza dello spazio, del tempo, della forma, ecc. Toccasana per gli adolescenti. Tra le fasi più delicate della vita di un individuo, si caratterizza per lunghi periodi di malessere psicologico. I teenagers sono irritabili e scontrosi, tristi e umorali, fragili come in pochissimi altri momenti della propria esistenza. Ebbene, c´è una cosa che contro queste difficoltà tipiche adolescenziali può fare molto: la danza. Bastano 8 mesi Proprio così: un corso di 8 mesi è sufficiente a far stare meglio le ragazze, mantenendo i benefici anche fino ad un anno. Il ballo, infatti, ha il potere di rafforzare i pensieri positivi e l´autostima, tenendo lontano il malessere frequente nell´età adolescenziale, tutto confermato anche da uno studio svedese pubblicato sulla rivista
scientifica "Archives Of Pediatrics Adolescent Medicine" e realizzato da Anna Duberg, docente di kinesiterpia e insegnante di danza, insieme a ricercatori dell´università di Örebro. Benefici per tutti. In generale la pratica della danza per adulti, assicura diversi benefici fisici: primo fra tutti il suo potere euforizzante, che aumentando il livello di endorfine nel sangue, contribuisce a restituirci il buonumore. Ne consegue un rilascio delle tensioni, permettendoci così di vincere la timidezza, rendendoci più socievoli e meno inibite. Contribuisce a bruciare calorie, garantisce un buon tono muscolare, sviluppa coordinazione, grazia e postura, stimola frequenza cardiaca, metabolismo lipidico, circolazione periferica e migliora la pelle al pari di una crema rigenerante. Alcune tecniche, come la danza classica e la danza moderna, praticate sin da giovani comportano ulteriori vantaggi: non solo tonicità e sviluppo muscolare armonico, ma anche miglioramento notevole della mobilità articolare, da cui dipende l’elasticità complessiva del corpo. La danza del ventre, ideale anche per le future mamme, d’altra parte aiuterebbe a migliorare il transito intestinale, ad alleviare i dolori mestruali e quelli della colonna vertebrale. Persino le discipline più recenti come il body pump, contribuisce a stimolare muscoli solitamente a riposo nella quotidianità, tenendo in esercizio tutte le articolazioni. Praticando la danza in modo costante, si acquisisce inoltre una maggiore consapevolezza corporea, fondamentale per sentirsi più femminili e a proprio agio in qualsiasi situazione.
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e ci sono nuovi trend e novità in arrivo nel mondo del fitness, senz’altro dono venuti fuori all’Idea, la World Fitness Conference che si è tenuta a Los Angeles lo scorso agosto. Secondo alcuni dei più importanti fitness trainer ecco cosa andrà e cosa continuerà ad andare in questo stagione secondo il parere di Jill S. Brown, l’esperta di fitness che cura un blog sull’Huffington Post. L’Hiit, ovvero High intensity interval trainings, resta sulla cresta dell’onda. Una modalità di allenamento usata in molte discipline, sia in palestra si anche a casa nel fitness fai-da-te seguendo video o dvd. Sforzo intenso per un periodi di tempo e poi recupero e nuove ripetizioni. Se avete sentito parlare di "Tabata," questa è una forma di allenamento Hiit. la popolarità di questa modalità di training è ancora in crescita, perché funziona per quasi tutti i livelli di fitness e da risultati abbastanza velocemente per la maggior parte delle persone. E in più, è difficile annoiarsi. Se da un lato abbiamo l’Hiit, dall’altro c’è il “Recovery”. Gli allenamenti ad alta intensità, sempre più diffusi, lasciano i segni: dolenza muscolare ed infortuni. perciò l’altro trend è quello del recovery, il recupero, pratiche permettono di “riparare” i tessuti e i tendini, come lo yoga riparatorio o l’Auto Release miofasciale (SMR), l’uti-
INTENSITÀ E RECUPERO I “MUST” PER TENERSI IN FORMA
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lizzo di sfere da massaggio e rulli di gomma piuma. Strumenti usati da fisioterapisti per gli atleti, che adesso stanno entrando nel circolo delle palestre, utili sia nel riscaldamento sia alla fine dell’allenamento. Altra parola magica è “Telemetria”. Ovvero la tecnologia entra a pieno titolo nell’allenamento. Come? Con braccialetti che tracciano l’attività quotidiana, cardiofrequenzimetri e altri dispositivi indossabili che possono essere indossati sia nell’allenamento singolo sia in quello collettivo, come nei gruppi di cycle e spinning per esempio, con i parametri di rendimento dei partecipanti che vengono visualizzati su un display nella sala in cui si svolge l’allenamento. Ma ci sono anche tante applicazioni che è possibile utilizzare sugli smartphone, senza dover indossare nulla. Per molti trainers questo tipo di applicazioni, capaci di suggerire ritmi e stili di vita salutari, prenderanno sempre più piede nei prossimi 5 anni. E il business per chi le realizza è assicurato. Non volete andare in palestra? Allora sempre più piede prende l’allenamento online, il web fitenss. Immaginiamo che in America sia già molto popolare partecipare a sfide fitness on line o a concorsi per la perdita di peso, o - più semplicemente - ad allenamenti guidati in video streaming su you tube o itunes. Il dvd alla Jane Fonda, per fare un esempio, è roba vecchia. certo, manca la parte sociale, che in palestra è fondamentale e dunque quest’ultima non ha da temere. ma chi non vuole uscire da casa o vive proprio fuori mano, le alternative per tenersi allenati non mancano proprio. Chi ha più tempo di fare allenamenti di un’ora intera? Ecco quindi che si confermano sempre di più i workout di 20, 30 e 40 minuti. D’altronde chi era abituato a “spingere” per un’ora, lavorerà ancora più forte per un tempo minore e la tecnica Hiit permette una gran varietà di allenamenti anche in tempi ristretti, in qualsiasi ambiente e anche con attrezzature minime, in una palestra con macchine o all'aria aperta con apparecchi portatili o solo con il peso corporeo.
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AMATISSIMO DALLA STIRPE REALE BRITANNICA, IL CHECK - MOTIVO ALL OVER CHE CONTAMINA IL KILT, TIPICO GONNELLINO A PORTAFOGLIO È UN EVERGREEN PER LA STAGIONE FREDDA. CAPACE DI RAVVIVARE I LOOK CASUAL DI TUTTI I GIORNI, IL TESSUTO SCOZZESE È RIUSCITO A CONQUISTARE ANCHE LE BLOGGER SICILIANE a cura di Venera Coco
Autunno A QUADRI
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1. Per Anna Andrea Giuffré, fondatrice del blog Andrea’s Swag, tartan dress H&M, secchiello a forma di pop corn firmato Casa e Putia e boots Primadonna (ph. Martina Sperandeo) 2. Total look Zara per la fashion blogger Giada Pappalardo di Glamphotomix 3. Alessia Gagliano, blogger di Fashion is Passion. What else? indossa una giacca scozzese vintage, jeans Fornarina, sneakers Bon Bon e occhiali da sole Isla Calavera 4. Blusa Tally Weijl, denim shorts, ankle boots Zara, collana Manuela Hand Made, orologio Casio per la fashion blogger Veronica Giuffrida, fondatrice del blog Veronica Gi 5. La fashion blogger Valentina Coco di Zagu Fashion per il suo look sceglie cappotto Romwe, handbag e orologio Michael Kors, skinny Zara, camicia jeans Levi’s, beanie The North Face, collana Ottaviani e mocassini Muratti “Mutin” 6. Simona Pastore del blog The Red Moustaches blog punta su chemisier H&M, occhiali da sole Glassing, crossbody Louis Vuitton e boot Zara
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7. Viviana Maresci di Chic Choice mescola shorts Zara a una camicia a scacchi H&M, impreziosendo la sua mise con una pochette a tracolla Coccinelle e una collana vintage 8. L’autrice del blog God bless my new dress, Alessandra Fazio, indossa t-shirt, camicia e borsa H&M, jeans e collana Zara, occhiali da sole Spektre, anelli Stradivarius e Pull and Bear 9. Occhiali Italian Indipendent, maglione Zara, pencil skirt Topshop, collana vintage, purple flat Mauro Leone, borsa Chanel per Laura Pernicano, ideatrice del blog The Vogue Advisor 10. Francesca De Marini, blogger di Enchanting Land, sceglie una checkered shirt di H&M, top Stradivarius, minigonna Zara e biker boots Tata
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IL MONDO DELLE FASHION BLOGGER SU SICILIAINROSA.IT
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11. Per la blogger catanese Raffaella Catania di The Colours Of My Closet: camicia tartan e biker Zara, jeans Promod, boot Betty London e tracolla Coccinelle 12. Per Roberta Puglisi, mente del blog Your Fashion Outfit: maglia girocollo Shiki moda, mini Oviesse e shopper Bon Bon
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swinging a cura di Venera Coco
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STILE SIXTIES. MINIGONNE, VESTITI A
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TRAPEZIO, BEATLES BOOTS E CUISSARDES. IN PASSERELLA RIVIVE IL MITO DEGLI ANNI ‘60 1
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1. IN STILE POP ART L’ABITO A TRAPEZIO DI VALENTINO GARAVANI; 2. CON FIBBIA ALLA CAVIGLIA GLI ANKLE BOOTS, PEPEROSA; 3. SIXTIES ATTITUDE PER IL MINI DRESS, LOUIS VUITTON; 4. ISPIRATO A CARNABY STREET IL COMPLETO, SAINT LAURENT; 5. AD “A” IL COMPLETO GUCCI; 6. SOMIGLIA A UN’UNIFORME DA LAVORO LO CHEMISIER, ACNE STUDIOS; 7. CON CODA DI RONDINE LE BROGUES PALOMITAS BY PALOMA BARCELÒ; 8. FIABESCO IL VESTITO IN TESSUTO BROCCATO, DOLCE&GABBANA; 9. UN MELTIN’POT DI STAMPE AFRICANE SULLA PROPOSTA DI STELLA JEAN; 10. SHANTAL È LA POCHETTE A TRACOLLA DI NUNA LIE; 11. SEMPRE NUNA LIE IL COMPLETO IN STILE COLLEGIALE CON GONNA TARTAN; 12. MAXI TRACOLLA CON FRANGE PER LA TERESA SHOULDER BAG, SARA BATTAGLIA; 13. TESSUTO TAPIRO CON PROFILI IN VITELLO PER LA POSTINA, BORBONESE; 14. DI PAULA CADEMARTORI LA CROSSBODY MULTICOLOR CON FIBBIA OVERSIZE; 15. DECORATA CON PERLE LA STRINGATA IN VERNICE, CHANEL; 16. CUISSARDES CON DETTAGLI TARTARUGATI, LUCIANO PADOVAN; 17. “CANDY” GLI OCCHIALI TONDÉ, FURLA BY DE RIGO VISION
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ignazio bissoli. IL FUR DESIGNER DÀ VITA ARTIGIANALMENTE A CAPI PREZIOSI RESI UNICI DAL SAPIENTE ACCOSTAMENTO DI PELLI E STOFFE. «LE MIE CREAZIONI DICE - FANNO SOGNARE, SONO UN’EVASIONE DAL GRIGIORE DEL QUOTIDIANO» di Venera Coco ei suoi profondi occhi blu s’intravede un uomo dalla profonda sensibilità. La sua voce calma e calda riscalda ogni cosa, persino i suoi capi, rinomati per essere un must dell’inverno. Le sue mani riescono a diventare piccole e veloci per mettere insieme minuscole strisce di pelle e lembi di pellicce colorate. La forza delle sue dita attraversa i materiali, lascia tracce e racconta una storia che assomiglia alla vita vera, piena d’imperfezioni. Maestro tout court, Ignazio Bissoli realizza, tramite l’utilizzo del taglio vivo e del punto fatto a mano, lavorazioni patchwork in grado di esaltare la bellezza di stoffe, pellicce, cuoio e stampe retrò. Secondo il fur designer siciliano, la verità della pelle è pura bellezza, un fascino segreto e naturale che arricchisce la sua creatività e gli permette di ottenere effetti che altrimenti sarebbe stato impossibile realizzare con i soli tessuti. Lavora instancabilmente, a Palermo, e come un couturier del passato, si accerchia di assistenti e persone fidate che da trent’anni lo supportano nello sviluppo di creazioni ricche e complesse, che guardano alla densità della cultura siciliana. I suoi abbinamenti arrivano dritti al cuore. Sembra che Ignazio non avrebbe potuto fare altro nella vita. Passa la mano su un manto impalpabile come la cipria, e subito scatta la scintilla per un nuovo capo. Da quando le pellicce e i pellami sono diventati la sua vera passione? Come si è avvicinato a questo mestiere? «Frequentavo un amico che aveva un laboratorio di pellicceria, ci lavoravano sette ragazze, tutte attorno ad un enorme tavolo bianco, come i loro camici. Stavo ore ad osservare come si sviluppava il lavoro. Varie fasi, varie pelli. Stupende, morbide, naturali. Mi piaceva partecipare alle discussioni. Quale accostamento? Quale taglio? Poi ebbero necessità di assumere un altro inchiodatore, ed io ero là! Avevo solo 17 anni». Utilizza nuove tecnologie per realizzare le
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L’artista
delle pellicce sue creazioni handmade, oppure la tecnica è rimasta immutata nel tempo? «Sperimentiamo, proviamo, mescoliamo, siamo sempre alla ricerca di nuove forme e abbinamenti di colori, di pelli e di peli diversi. Ma esiste anche una lavorazione classica e tradizionale che non dobbiamo mai trascurare. Il “fatto a mano” è il nostro principio ispiratore: la verità della pelle è nel taglio e nel dettaglio, che non lascia spazio alla finzione». Lo stile patchwork, realizzato con ritagli di stoffe pregiate, pellicce e cuoio, è ciò che la contraddistingue. Cosa l’ha portata ad abbinare questi materiali così diversi tra loro? «Da sempre lavoro accostando diversi materiali. Inizia tutto da un taglio di tessuto nero. Penso subito alle possibili varianti. Come saranno le maniche? E il collo? Gli inserti? Lasciare il capo total black per me è sempre stata una for-
zatura». Come stima il valore delle sue fur & leather creations? «Il valore delle pellicce non è mai lo stesso. Dipende dal tipo di pelle (che varia da quelle pregiate, come il cincillà, l’ermellino, la lince, il visone, lo zibellino, a quelle più consuete, come la kidassia, la volpe, l’astrakan, il lapin, la mongolia, il rat musqué), dalla qualità, dalla quantità e dalla manifattura. Ci sono lavorazioni lunghe e complesse che rendono le pelli uniche e molto pregiate». In che modo valorizza la femminilità e la bellezza segreta delle donne? «Quando creo una collezione, penso sempre ad una donna tipo, una donna che ama esprimersi attraverso il proprio modo di vestire e che usa la moda per sentirsi se stessa. L’obiettivo è dare a ragazze e donne mature quello che vo-
STILE PATCHWORK. LE CREAZIONI DI IGNAZIO BISSOLI SONO CARATTERIZZATE DALL’ABBINAMENTO DI PELLICCE, CUOIO E STOFFE PREGIATE gliono. Non c’è nient’altro che le rende più belle e femminili». Quando e com’è nata la sua linea di borse che mescola visoni, ermellini, volpi, Mongolias e pellami di tutti i tipi? «In pellicceria gli accessori sono sempre stati non convenzionali. Grandi colli per cappotti, polsini, cappellini e le immancabili stole che mutano nel tempo ma che s’impongono sempre. Da qualche anno inseriamo anche le borse che sono diventate un must molto amato». Cosa le ha portato il concorso “Who’s Next” a Parigi e il salone “Super” di Milano? «“Who’s Next” e “Super” sono state delle vetrine importantissime che hanno dato al marchio la possibilità di “uscire allo scoperto” a livello internazionale. In fiera, stare accanto ai grandi marchi mi onora. Spesso sono nate grandi amicizie e gli incontri sono sempre tra i più diversi e interessanti». È difficile mantenere l’attributo “made in Sicily” per uno stilista come lei? «Ignazio Bissoli “made in Sicily” è la mia etichetta e ne vado fiero. La Sicilia ha una grande storia di artigianalità e tradizione che va mantenuta, usata, sostenuta. Certo, a volte non è facile perché gli ostacoli sono tanti, ma fa parte del lavoro». La pelliccia è ancora uno status symbol, come negli Anni ‘80, o oggi rappresenta qualcosa di diverso? «La pelliccia non è più un simbolo. Oggi se ti va la indossi, altrimenti metti il piumino piuttosto che il cappotto». Dopo anni di assenza dalle passerelle, le pellicce sono tornate ad essere un must per l’inverno. Come spiega questo fenomeno, soprattutto in un momento di crisi come questo? «La crisi ha reso questo mercato più di nicchia, ma la pelliccia rimane insostituibile, mi permette di ottenere degli effetti che non è possibile realizzare con i tessuti. È proprio nei momenti di spending review che si ha più voglia di vedere proposte moda fuori dall’ordinario, capaci di far sognare ed evadere dal grigiore del quotidiano. In una collezione non si può non inserire un capo di pelliccia. Sono naturali, calde e morbide e ognuna è unica nella sua forma e nei suoi colori». Simonetta Ravizza e le sorelle Fendi hanno
fatto la storia delle pellicce e dei pellami pregiati. Quanto si sente stilisticamente vicino a queste donne? «Adoro Fendi. Naturalmente molti altri marchi italiani fanno cose bellissime, ma questa griffe insieme a Karl Lagerfeld, è uno dei miei miti». L'esprit e il capo must have della sua collezione f/w 2014-2015? «Abbiamo realizzato pellicce a balze, molto trendy, con abbinate borse in cavallino, interamente handmade. Per una donna sicura, che esce la sera, va a cena con gli amici o ad un appuntamento galante». L’aspetto più difficile del suo lavoro? «Non è un lavoro semplice. Soprattutto per l’aspetto economico che dipende da equilibri precari e dai tempi, spesso troppo veloci. Il lato creativo, invece, non è più un lavoro. Il laboratorio diventa un piccolo mondo in cui si respira un’atmosfera particolare e serena. Con le mie assistenti discuto dei vari tipi di pelli, dei tessuti, ma anche di attrezzi e macchinari di ogni sorta. Entrando nel mio laboratorio, si ha la sensazione di essere ritornati agli Anni ’60, pur lavorando con nuove idee e creazioni rivisitate in chiave moderna». Le istituzioni italiane, e soprattutto quelle siciliane, come gestiscono, promuovono e proteggono la loro “artigianalità”, che sta pian piano scomparendo? «La Regione Sicilia, tramite l’Assessorato delle attività produttive con il “Progetto Settore Moda - Tessile - Abbigliamento” garantisce la collaborazione con importanti poli fieristici italiani ed esteri. La selezione delle aziende è attenta e scrupolosa, si esegue un lavoro capillare per l’inserimento dei vari marchi all’interno del programma di promozione. Quest’opportunità ci ha permesso di far conoscere le nostre creazioni ai mercati esteri più importanti». I progetti futuri dove porteranno Ignazio Bissoli? «Spero di portare, insieme alla mia squadra, il marchio “Ignazio Bissoli” all’estero. Creatività, artigianalità, qualità e tradizione sono le parole chiave della nostra filosofia, e il “fatto a mano” è il principio ispiratore. Queste sono le caratteristiche che contraddistingueranno tutti i nostri progetti. Per sempre».
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a cura di venera coco
Giochi
di luce contouring. GRAZIE A UNA SAPIENTE ALTERNANZA DI BRONZER E ILLUMINANTI, QUESTA TECNICA DONA TRIDIMENSIONALITÀ AL VISO E NASCONDE I DIFETTI
hi vuole camuffare qualche difetto del viso, come il doppio mento o un naso imponente, può giocare con “effetti speciali” che donano tridimensionalità al volto. Quest’alternanza di luci e ombre che consente di rimodellare i volumi del viso si chiama contouring. Come tutte le tecniche make-up che si rispettino ha delle regole ben precise da seguire, come l’utilizzo di due o tre diverse tonalità di fondotinta, di correttore e naturalmente di terra o blush, ma anche l’impiego di pennelli piccoli dalle setole folte (a punta, angolati, o tondeggianti) che consentono di dare più definizione e precisione all’applicazione dei prodotti. Prima di cominciare bisogna studiare le proporzioni e capire cosa si vuole mascherare e cosa, invece, mettere in risalto. Bisogna tener conto che, visivamente, il colore scuro dà l’illusione di “incavare” e rimpicciolire, mentre
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quello chiaro evidenzia, ingrandisce, valorizza. Inoltre, la terra, che ha un ruolo predominante per mettere in pratica questa tecnica, va usata sempre dopo aver fissato il fondotinta con la cipria, perché altrimenti si corre il rischio di creare delle brutte macchie scure. Si comincia stendendo una base, un fondotinta naturale, poi si applica la terra ai lati del naso, sotto gli zigomi, creando due linee d’ombra naturali, ma anche sulla punta del mento e, infine, sull’attaccatura dei capelli, ombreggiando le tempie. Il fondotinta illuminante più chiaro, invece, va applicato lungo il naso, sulla fronte, sull’arcata sopraccigliare, sulle gote e sull’arco di cupido. Una volta tracciate, queste linee devono essere rigorosamente sfumate con pennelli a setole morbide per addolcirne i contorni e fare in modo che il contouring vada a fondersi completamente con l’incarnato, regalando un risultato efficace ma armonioso.
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1. BRONZE GODDESS POWDER BRONZER DI ESTÉE LAUDER È UNA TERRA IN POLVERE CHE RISCALDA L’INCARNATO; 2. VITALUMIÈRE FOND DE TEINT POUDRE LIBRE DI CHANEL HA UNA CONSISTENZA IN POLVERE MA LA COPERTURA DI UN FONDOTINTA FLUIDO; 3. SCHIARISCE LE ZONE D’OMBRA E LEVIGA I TRATTI, ECLAT MINUTE PINCEAU PERFECTEUR DI CLARINS; 4. HD PRESSED POWDER DI MAKE UP FOR EVER È UNA CIPRIA COMPATTA CHE FISSA IL MAKE-UP E LO OPACIZZA; 5. PERFEZIONATORE EFFETTO BONNE MINE DELLA COLLEZIONE “BELLEZZA ITALIANA” DI COLLISTAR; 6 E 7. PENNELLO PER FONDOTINTA SEPHORA E PENNELLO PER POLVERI DIEGO DALLA PALMA MILANO
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Cosa ci fa il noto pattern “Guccissima” su matite, rossetti e gloss? Il logo con la doppia G intrecciata da oggi caratterizza i prodotti della nuova linea “Gucci Cosmetics”. Pack total black impreziositi da dettagli in oro, custodiranno il nuovo make-up creato da Frida Giannini, direttore creativo della maison, insieme a Pat Mc Grath, make up artist di fama internazionale. La collezione include Gucci Eye, Gucci Face, Gucci Lip, Gucci Nail, ma anche pennelli professionali e prodotti specifici per la preparazione della pelle.
MICHAEL KORS TRA MODA E COSMESI
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LA PRIMA VOLTA DI GUCCI
Lo stilista americano Michael Kors si lancia nel mondo della cosmesi, dando vita a un’espressione di bellezza originale e assolutamente straordinaria. Tre nuove fragranze e tre “capsule colore” diventano il segreto di bellezza di ogni donna, cui si aggiungono la linea corpo e la linea solari. A seconda del momento e delle circostanze, Kors offre la risposta beauty costruita attentamente per rappresentare le diverse sfaccettature della donna, ovvero, Sporty, Sexy o Glam.
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hairstylist di antonio morici *
SKINCARE.
Aurealux” è la prima linea skincare di Dolce&Gabbana Beauty con cinque trattamenti che migliorano la luminosità del viso
PROFUMO.
Iris e al legno di sandalo per il nuovo profumo “Reveal” di Calvin Klein che cattura il calore della pelle
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MAKE UP. In pendant, il rossetto mat e lo smalto “Blake” della nuova “Collection Exclusive Pur Rouge by Color Riche” di L’Oréal Paris
EYESHADOW.
I sei ombretti “Mystery Eyeshadow” della collezione “Mystery Seduction” di Naj-Oleari hanno una consistenza cremosa, facilmente sfumabile, simile a una mousse
OCCHI..
Lo stelo del mascara “Grandiôse” di Lancôme è a forma di “collo di Cigno”, per raggiungere con facilità tutte le curve dell’occhio
UNA CADUTA “NATURALE” n autunno, come è risaputo, le nostre chiome subiscono un’abbondante caduta di capelli, fenomeno piuttosto comune che coinvolge uomini e donne in egual misura. Che la perdita di capelli si intensifichi soprattutto in questa stagione, d’altronde, è coerente con i ritmi della natura. L’autunno è infatti il periodo dell’anno in cui gli organismi animali e vegetali rispondo con forme varie di adattamento all’irrigidirsi delle condizioni climatiche: gli alberi rilasciano le foglie, gli animali cambiano il pelo e gli uomini perdono i capelli. Questo comune fenomeno avviene per cause ancora non del tutto chiare. Una cosa però è certa: l’intensificarsi stagionale della caduta dei capelli va considerato, almeno in parte, un fenomeno fisiologico di “ricambio” naturale. Perciò non ci si deve allarmare più di tanto. In fase acuta, per aiutare un buon ripristino e una caduta più moderata possiamo agire dall’interno assumendo integratori alimentari a base di vitamine del gruppo B ed E, e di sali minerali, tra cui zinco, rame e ferro, in modo da accelerare la successiva fase di ricrescita. Infine, frizioni sul cuoio capelluto con decotti a base di erbe (di timo e lavanda, ad esempio) possono stimolare la circolazione e rivitalizzare i follicoli.
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Morici è un hair stylist e look maker siciliano. * IlAntonio suo salone romano è frequentato da molte celebrities
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esteticamente
Il dottor Alfio Scalisi è specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Maxillo Facciale, Microchirurgo. 4spa medicalclinic Catania - Casa di Cura Di Stefano Velona
di alfio scalisi
PAROLA D’ORDINE
recuperare CHIRURGIA ESTETICA. INTERVENTI SOFT DA PROGRAMMARE IN QUESTO PERIODO AUTUNNALE PER RIMODELLARE ZONE DEL CORPO APPESANTITE DA CHILI DI TROPPO O PER RESTITUIRE LUMINOSITÀ BRILLANTEZZA E ARMONIA ALLA PELLE E ALLE LINEE DEL VOLTO
opo le vacanze è arrivato il momento per recuperare la migliore condizione fisica. Anche con un piccolo aiuto della chirurgia estetica; autunno e inverno sono, infatti, i mesi più consigliati per sottoporsi a qualche ritocco. Siamo tornati dalle vacanze, con i chili in più presi al mare o in montagna e, magari anche con la pelle un pò avvizzita e macchiata da mesi di esposizione al sole? E’ arrivato dunque il momento di iniziare a programmare qualche aggiustamento, più o meno “impegnativo”, che ci aiuti a tornare in forma e affrontare al meglio il lungo periodo invernale che ci aspetta. Il periodo è ideale - come abbiamo già detto - per iniziare dunque pianificare un “restyling” di viso e corpo. Come eliminare i chili di troppo. Mettersi a dieta senza esitazione: è possibile perdere peso rapidamente e non ammalarsi. 810 kg di massa grassa in meno in 2-3 settimane con la dieta del sondino. Attività motoria con programmi personalizzati per tonificare, ridurre l'adiposità localizzata con lipocavitazione triactive e linfodrenaggio associato a radiofrequenza viso corpo. C'è poi la chirurgia estetica del rimodellamento corporeo: anche se è l'estate
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il fascino degli anta La bellissima Monica Bellucci, ha da poco compiuto 50 anni. L’attrice italiana, anche se non più giovanissima, rimane una delle icone di bellezza e femminilità più invidiate al mondo.
che ci fa sentire il desiderio di sfoggiare un bel seno, autunno e inverno sono i periodi migliori per una “remise en forme” chirurgica, perchè il freddo consente una migliore cicatrizzazione. Mastoplastica additiva per un seno più “florido”, associata a mastopessi se il seno è notevolmente calante, oppure mastoplastica riduttiva se si vuole, appunto, “diminuire” un seno troppo grande e pesante, che talvolta crea anche problemi di postura o mal di schiena. Per entrambi i tipi di intervento sarà necessaria una anestesia locale, nella stragrande maggioranza dei casi basta solo una notte di ricovero e alcuni giorni di “recupero” da passare a casa prima di riprendere le normali attività. Divieto assoluto, per dieci giorni almeno dal giorno dell'intervento, di fare sforzi con le braccia o portare pesi, per consentire una cicatrizzazione ottimale. Per avere un ventre piatto e tonico si può fare una miniaddominoplastica o una addominoplastica, a seconda che ci sia solo un minimo rilasciamento cutaneo o che sia necessario anche un “rinforzo” della parete muscolare. A seconda del tipo di intervento programmato, sarà sufficiente una semplice anestesia locale e un ricovero in day hospital, oppure, in alcuni casi. occorrerà un’anestesia generale e una notte di ricovero per poi rimuovere i punti di sutura dopo una settimana. E ancora: Liposcultura superficiale tridimensionale per un'armonia globale del profilo corporeo senza cicatrici apprezzabili. Anche per questo intervento basta un’anestesia locale con sedazione o, nei casi più impegnativi, anestesia generale. Rapidi i tempi di recupero ed il ritorno alle normali attività. Talvolta si associano alla liposcultura un lifting interno cosce o un lifting braccia, nei casi in cui ci sia una notevole “ptosi” dovuta a dimagrimento eccessivo o all’età. La serie dei possibili ritocchi prevede anche un Minilifting, del viso e del collo per un viso “stanco”, per sentirsi più in “ordine”, con blefaroplastica se è necessario anche un ringiovanimento dello sguardo. ma anche il “Laser resurfacing”, nell'ambito della stessa seduta operatoria, per “levigare” - letteralmente - le rughe più profonde e far scomparire le antiestetiche macchie solari. Anche per questo tipo di intervento sarà necessaria una notte di ricovero e 3-4 giorni di riposo a casa prima di riprendere le normali attività. L'arrivo dei primi freddi è indicato anche per programmare una serie di peeling chimici, più o meno profondi, per dare maggiore compattezza e luminosità alla pelle, botox per eliminare le rughette intorno agli occhi o quella della fronte, trattamenti di biostimolazione Prp plasmatico con cocktail di vitamine ed acido ialuronico per restituire freschezza al viso.
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Il dottor Simone Di Mauro, medico veterinario. Medicina interna e chirurgia di cani, gatti ed animali esotici. www.simonedimauro.it
di simone di mauro
ALIMENTAZIONE SANA
per il nostro micio
MITI DA SFATARE I GATTI SI AFFEZIONANO SOLO ALLA CASA? Diciamolo subito: non è vero che i gatti si affezionano unicamente alla casa in cui vivono e poco alle persone che la abitano. E’ vero, invece, che i gatti sono animali molto territoriali, che prendono pieno possesso della casa, ma fanno altrettanto con le persone. Spesso questa errata convinzione nasce dal fatto che non si comprende a pieno il modo di comunicare che hanno queste splendide creature. Sono animali più discreti rispetto al cane che ha manifestazioni affettive molto più simili a quelle dell’uomo. È doveroso ricordare che spesso facciamo il paragone con l’altro animale da compagnia per eccellenza, il cane ma si tratta di due specie ben distinte: mentre quest’ultimo è un essere sociale “per eccellenza”, ovvero non può vivere senza un gruppo sociale, il gatto, che prima era definito un animale solitario e predatore, potremmo definirlo come un animale sociale “facoltativo” per il fatto che, con il tempo e l’evoluzione, è entrato a far parte di gruppi sociali che possono comprendere sia altri gatti (colonie feline) sia l’uomo. Siamo noi quindi a dover imparare il loro linguaggio e intuire il modo che hanno di comunicare con noi.
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L’esperto. GIUSTE QUANTITA’, CIBI DA EVITARE
E INTEGRAZIONI DA FARE NELLA DIETA DEI FELINI l piu’ delle volte i nostri felini di casa vivono in uno stato di semi-libertà, avendo così la possibilità di aggiungere alla loro dieta proteine, carboidrati, grassi, sali minerali e vitamine provenienti da fonti diverse (rettili, insetti, piante). Non dimentichiamo che Il gatto è un carnivoro. In effetti, la scelta tra un’alimentazione casalinga o industriale dipende dal tempo a disposizione e dalla capacità di ricreare una razione alimentare equilibrata. L’alimentazione casalinga consiste nel fabbricare una razione alimentare, proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali; ecco, un esempio indicativo: carne – varie parti (pollo, pesce, manzo, coniglio) circa il 70%, riso (scotto) circa il 15%, verdure verdi o carote (no cipolle) 10 %, olio d’oliva 5%. Evitare di somministrare il latte, poiché dopo lo svezzamento i gatti perdono l’enzima capace di digerire il lattosio anche se, raramente, ci sono alcuni esemplari che lo digeriscono benissimo. Ricordiamo che in commercio esiste anche il latte a basso contenuto di lattosio per gatti particolarmente esigenti. Il felino cosi come tutti i carnivori stretti, digerisce con difficoltà l’amido a meno che non venga somministrato molto cotto. Per fornire una giusta percentuale di grasso, non è bene utilizzare carni magre per coprire il fabbisogno energetico attraverso proteine e grassi. Bisognerebbe in teoria aggiungere integratori minerali alla ricetta casalinga del gatto, ma non è facile gestire bene le giuste quantità. Sovradosaggi o carenze possono essere molto pericolosi; la dieta casalinga non raggiungerà mai un livello di equilibrio dietetico dei cibi industriali di qualità ed è per questo che, a lungo termine, è meglio somministrare un alimento industriale di alta qualità. Attenzione, però, che la differenza tra la maggior parte di marche di cibo del su-
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permercato e cibo più adeguato che si trova nei negozi specializzati è, per semplificare, la stessa che corre tra il fastfood e un’alimentazione sana ed equilibrata. Nei petshop ci sono, tra l’altro, tutte le linee per esigenze e malattie particolari che al supermercato non si trovano (insufficienza renale, convalescenza, cistiti, allergie). I gatti hanno assoluto bisogno di taurina e l’arginina (due amminoacidi), l’acido arachidonico (un acido grasso essenziale), la vitamina A e la niacina (o vitamina B1). Per questo se un gatto si alimenta solo di scatolette anche se di altissima qualità, senza che ci siano integrazioni vitaminiche o altro, l’alimentazione sarà comunque carente di alcuni elementi essenziali, nonostante sulle confezioni ci sia scritto alimento completo. Per questo motivo è sconsigliato offrire ad un gatto alimenti per cani, che spesso sono troppo poveri di proteine e di grassi e troppo ricchi di amido, oltre a contenere poca taurina. Ricordiamo che i gatti non amano cambiare abitudini alimentari di colpo: possono stare diversi giorni senza mangiare, se il nuovo cibo non è di loro gradimento. Quindi, se decidiamo di cambiare marca di croccantini, mettiamo nella ciotola il primo giorno il 25% di croccantini nuovi, dopo 2 o 3 giorni aumentiamo le proporzioni fino alla completa sostituzione.
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Una rosa rugosa (foto di Alberto Borgese). A Valverde (Ct) dal 7 al 9 novembre l’associazione culturale Maestri del Giardino organizza il 7° campus nazionale “Rose sotto il vulcano - Creazione e cura di un roseto fra cespugli, erbe e sciare niure” (www. maestridigiardino.com)
di francesco borgese agronomo e paesaggista www.sciaraniura.com
he le rose siano da sempre state coltivate in Sicilia non è segreto a nessuno e lo dimostrano le imponenti e innumerevoli piante di rose coltivate presenti nel territorio etneo. Ringhiere coperte da rosai Alberic Barbier (Rambler, inizi ’900), Dorothy Perkins (sarmentosa wicuriana, 1901), Fortuniana (Hibrido di Banksia, 1850), Banksiae “Alba Plena” (introdotta dalla cina nel 1807 ), Banksiae “Lutea” (introdotta dalla cina nel 1825), Félicité – Perpétué (Rambler, 1827) e tante altre che non sto ad elencare dimostrano, dopo un minimo sforzo di ricerca, che rose provenienti da diverse epoche e paesi hanno colonizzato i giardini dell’Etna fin dalla loro “creazione”. Per non parlare poi delle specie spontanee presenti nel nostro territorio. La coltivazione di queste piante, quindi, come nella maggior parte del mondo ha affascinato giardinieri di tutte le epoche e di tutte le levature, anche mio padre era un appassionato di rose per quanto ne possedesse solo quattro piante che ancora oggi ricordo (ma questa è una storia di cui abbiamo già parlato). Le rose sono piante facili da coltivare in Sicilia, in quanto il clima asciutto non favorisce lo sviluppo di funghi patogeni, il terreno abbastanza sciolto favorisce il drenaggio dell’acqua e la siccità estiva ha regalato da sempre delle fioriture autunnali molto vigorose. Certo le piante vanno nutrite e le rose si sa sono piante esigenti in fatto di nutrimento, desiderano essere trattate a concime organico in autunno e fertilizzante chimico nei periodi vegetativi. Inoltre, non richiedono molta acqua e soprattutto per la maggior parte esigono un posto soleggiato. Un trattamento a base di zolfo e verderame nei periodi invernali, poi previene le malattie fungine. So già che molti arricceranno il naso e diranno invece che le rose sono difficilissime da coltivare, ma chiaramente un terreno all’ombra, non nutrito, annaffiato continuamente non è posto in cui poter sperare di vedere belle piante e bei fiori. Del resto che negli ultimi anni si sia persa la cultura della coltivazione delle rose lo dimostrano i pochi tentativi, e spesso con scarsi risultati, di coltivazione di queste piante. Piante di cui, fra l’altro, pochi “Giardinieri” conoscono i nomi e quindi le loro esigenze specifiche. In genere, le rose sono coltivate in mezzo al prato come ce-
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LA BELLEZZA del
roseto
LE ROSE SONO COLTIVATE
IN SICILIA E SULL’ETNA DA MOLTISSIMO TEMPO. PIANTE NON DIFFICILI DA CURARE, A PATTO DI SAPERE COME FARE. SAREBBE BELLO VEDERE RINASCERE INTERI GIARDINI DI QUESTI FIORI
spugli isolati e non raggruppate in aiuole a loro destinate ed appositamente scelte, in cui le varietà sono selezionate per portamento omogeneo ed esigenze specifiche. Senza nessuna discriminante sono coltivate insieme rose antiche e moderne, striscianti, ad alberello, ad arbusto e rampicanti. Mi piacerebbe vedere rinascere nei nostri giardini piccole collezioni di rose: un roseto. Già un roseto, in cui le piante sono scelte secondo un criterio che le accomuni, in cui la disposizione non sia casuale e le piante abbiano un nome specifico per poter essere riconosciute ed apprezzate anche dai meno esperti. Ho visto roseti in giardini anche piccoli essere il vanto dei proprietari e altri più grandi fiore all’occhiello di fondazioni, istituzioni scientifiche, parchi pubblici e privati. Sono certo che anche in Sicilia con un po’ di entusiasmo, e di lavoro, potremo riavere roseti o piccole collezioni, da mostrare con orgoglio agli amici che vengono a visitare il nostro giardino.
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arredo riciclo e riuso
SPOSANO LA BELLEZZA. LE PROPOSTE ECO CHIC PER LA CASA SI INSERISCONO PERFETTAMENTE IN AMBIENTI SEMPLICI E CONTEMPORANEI
Eleganza
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co friendly, green, etico, sostenibile. L’arredo diventa sempre più amico dell’ambiente, ma non per questo rinuncia alla bellezza. In ossequio alle regole del riciclo o dell’upcycling, i designer vanno alla ricerca di scarti industriali, si votano ai collanti e alle vernici non tossiche, scelgono materiali naturali, senza per questo rinunciare al bello. Una sfida che sembra sempre più vinta, a giudicare dalle ultime proposte raccolte in giro. Punta sull'armonia e sulla delicatezza il progetto Botan (immagine 1) di Passoni Nature, divano modulare firmato dalla designer Benedetta Tagliabue. Botan, che in giapponese significa peonia, è componibile, formato da
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1. BOTAN DI PASSONI NATURE È IL DIVANO MODULARE CHE PORTA LA NATURA DENTRO CASA (WWW.PASSONINATURE.COM) 2-3. CARTONE ONDULATO PER L’APPENDIABITI E IL TAVOLO DELLA COLLEZIONE LESSMORE, PROGETTATA DA GIORGIO CAPORASO E DISTRIBUITA DA LOGICS (WWW.CAPORASODESIGN.IT, WWW.LESSMORE.IT)
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4. BUTTERFLY È IL LAMPADARIO IN FRASSINO CHE RICORDA IL VOLO DI UNA FARFALLA (WWW.TOMRAFFIELD.C OM) 5. DA GIANCARLO ZEMA LA COLLEZIONE PER INTERNI ISPIRATA ALLE FORME DEL GRAND CANYON (WWW.GIANCARLOZEMA.COM) 6-7. MADE IN ITALY LA LAMPADA DA TERRA ITALIANA 44 E LA SCULTURA GIULIO CESARE DELLA TOSCANA EETICO (EETICO.IT) IN CARTONE RICICLATO E ASSEMBLATO A MANO
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pezzi dall'anima in legno massello e cuscini in tele grezze di lino e cotone. Dall'accostamento dei moduli derivano fiori e farfalle, ma il concetto green del divano non si ferma ai decori: Botan è infatti prodotto con collanti a zero emissioni, tessuti in fibre naturali e stampe realizzate con colori certificati EcoLabel; le imbottiture sono composte da acqua e materie prime derivate da fonti rinnovabili, quali soia, oli essenziali ed erbe officinali. Giorgio Caporaso ha disegnato per Lessmore una serie di arredi realizzati in cartone ondulato, un nuovo materiale resistente e innovativo, moderno e contemporaneo, in grado di rispondere alle esigenze dell'ambiente arredando con semplicità. Come l’appendiabiti (2) su rotelle - perfetto per un ingresso contemporaneo - e il tavolo dalla caratteristica struttura ad anelli Clessidra (3). Tante sottilissime strisce di frassino curvate formano Butterfly (4), un “gomitolo” di legno che si trasforma in 7 un lampada-
rio di grande effetto (design Tom Raffield). Ispirato dal movimento di una farfalla in volo, è realizzato a mano in Cornovaglia dal legno proveniente da fonti sostenibili ed è rifinito con vernici non tossiche ecofriendly. Ancora il cartone diventa alleato dei designer per ecoprogetti innovativi. Come la collezione Canyon (5), disegnata da Giancarlo Zema per Origami Furniture. Pensata per arredare in modo ecologico ed innovativo gli spazi indoor più trendy e ispirata dalle scultoree e infinite stratificazioni del Grand Canyon americano, questa collezione è composta da tavolo, sedia, poltroncina, tavolino, libreria e lampada da terra in cartone riciclato. Forme morbide e sinuose svelano al loro interno accoglienti nicchie per alloggiare borse, riviste o piccoli oggetti. Da Eetico, azienda toscana attenta al tema della sostenibilità, una collezione di lampade e accessori in cartone ondulato e opportunamente trattato, come la lampada da terra Italiana 44 (6) e la scultura Giulio Cesare (7) interamente realizzati a mano con materie prime italiane.
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design
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a cura di Venera Coco
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Successo
self-made
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SALVATORE SPATARO ggi i giovani designer per emergere devono autoprodursi, sperimentare, creare un O network manifatturiero in grado fronteggiare
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1. TRUPPY RAPPRESENTA IL “TRUPPIETTO”, UNA TROTTOLA IN CERAMICA COLATA E SMALTATA A MANO; 2. CAVAGNE LAMPS, LAMPADE A SOSPENSIONE IN CERAMICA ISPIRATE ALLE CAVAGNE; 3. PIATTO IN PORCELLANA BAROQEAT RAFFIGURANTE LA PLANIMETRIA DELLA CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO AD ALCAMO (TP); 4. MRS. BOOKS LA LIBRERIA CON SEMBIANZE FEMMINILI PENSATA PER IL MONDO DEI BAMBINI; 5. IN MDF LACCATO MR. BOOKS, LA LIBRERIA DALLA SAGOMA MASCHILE
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la crisi, insomma, devono credere fino in fondo in quello che fanno. Senza demordere mai. Salvatore Spataro, architetto originario di Noto, continua a credere nelle sue potenzialità, unici plus su cui fare affidamento quando le aziende non investono e il mercato del design sembra ormai saturo. Ad agosto, Salvatore decide così di presentare la sua prima collezione dal titolo “Design Meets Sicily”, una linea autoprodotta nata con l’obiettivo di reinterpretare in maniera inedita elementi e caratteri della cultura e della tradizione siciliana. Laureato con lode presso la Facoltà di Architettura di Firenze, il creativo non perde tempo: collabora con studi di architettura, co-fonda l’associazione “Ggaf”, Gruppo Giovani Architetti Firenze e istituisce l’“Imake”, l’Associazione Culturale per la Promozione del Design Autoprodotto. Grazie alla collaborazione di artigiani esperti, Spataro si dedica alla progettazione di pezzi d’arredo made in Italy, ed è così che nascono trottole in ceramica smaltata a mano, ma anche lampade ispirate alle cavagne (contenitori utilizzati per trasportare la ricotta in Sicilia) e, infine, una collezione di piatti in porcellana le cui grafiche reinterpretano le planimetrie di chiese barocche siciliane. L’architetto netino ha anche progettato una coppia di librerie che hanno le sembianze di due sagome umane. La stoffa c’è, l’inventiva pura, speriamo di ritrovare presto le creazioni di Spataro nei design shop più in vista e tra le pagine delle migliori riviste di settore. Good luck!
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HI-TECH
a cura di Giulia Barbanera
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food story da catania a grenoble..
DA UN ANNO È CHEF DE CUISINE DEL RISTORANTE ITALIANO LA BOCCA FELICE. «GLI STRANIERI - DICE - AMANO LA PASTA, CHE SI PRESTA A INNUMEREVOLI VERSIONI. MA NEI MIEI MENU NON MANCA MAI LA “NORMA”»
Marilena Cantone
«PORTO LA SICILIA SULLA TAVOLA
dei francesi» di Paola Pasetti
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ra ancora un’adolescente quando, alle riunioni del gruppo della parrocchia o della Misericordia, di cui è stata volontaria per anni, si metteva ai fornelli per cucinare per decine di persone o per la cena di Capodanno per i bisognosi. Certo a quei tempi Marilena Cantone, che oggi di anni ne ha 39, non avrebbe immaginato che un giorno sarebbe diventata chef e che questo lavoro l’avrebbe portata lontano dalla sua Catania. Eppure è stato proprio in quei momenti di convivialità spensierata che la passione per la cucina è diventata sempre più forte, tanto da riportarla, da adulta, sui banchi di scuola per diplomarsi all’Alberghiero e decidere di
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fare della cucina la propria vita. Oggi Marilena è chef de cuisine de “La Bocca Felice”, terzo ristorante italiano di Grenoble, aperto esattamente un anno fa. Un risultato che conferma la tendenza degli ultimi anni che vede sempre più donne sottrarre la giacca da cucina agli uomini e che anche in Sicilia - da Bonetta dell’Oglio, oggi ambasciatrice Slow Food, a Patrizia Di Benedetto, unica chef donna dell’Isola ad aver ricevuto la stella Michelin – ha sempre più rappresentanti anche sulle guide internazionali. «È un lavoro bello, ma duro, e richiede tanta gavetta – sottolinea Marilena Cantone -. Dopo il diploma all’Alberghiero ho seguito vari corsi, lavorato nel catering come commis di cucina, e sin dall’inizio ho avuto la fortuna di lavorare con maestri che mi hanno insegnato tanto. Penso allo chef Nunzio Ferlito, con
«il mio è un lavoro
BELLO, MA DURO. E RICHIEDE TANTA GAVETTA. MA HO POTUTO APPRENDERE DA MAESTRI CHE MI HANNO INSEGNATO TANTO. E OGGI MI SENTO FORTUNATA A FARE IL MESTIERE CHE MI PIACE»
ricetta FILETTO DI SPIGOLA FARCITO AL FORNO CON MELANZANE E POMODORINO PACHINO Ingredienti per 2 persone: 1 spigola da 400 g circa, 70 g di gamberetti, 2 spicchi d’aglio, 3 cucchiai di mollica di pane grattugiato, 1 cucchiaio di pecorino siciliano grattugiato, 1 melanzana lunga, una manciata di pinoli, due bicchieri di latte, olio extravergine d’oliva, prezzemolo, sale, pepe q. b., 2 grappoli di pomodori Pachino, vino bianco q. b. Preparazione Pulire e sfilettare la spigola; tagliare a rondelle sottili la melanzana senza sbucciarla e lasciarla a mollo nel latte per 20 minuti. Preparare un trito di aglio, prezzemolo e gamberetti crudi; in una ciotola mettere la mollica di pane grattugiata e aggiungere il pecorino grattugiato, mescolare con tutto il trito e inumidire con olio extravergine di oliva. In una padella fare rosolare uno spicchio d’aglio intero in un cucchiaio di olio d’oliva e unire i pinoli; poi rimuovere l’aglio, aggiungere i pinoli nella ciotola con il composto e amalgamare il tutto. Spalmare il composto sulla parte superiore del filetto della spigola. Accendere il forno a 180 gradi; preparare una teglia con carta forno e disporre i dischetti di melanzana (tirati fuori dal latte) uno sovrapposto all’altro formando un ovale, e completarne altri tre. Mettere un po’ di sale e pepe e cuocere in forno per circa 12 minuti. Tirare fuori le melanzane dal forno e lasciare raffreddare. Con l’aiuto di una paletta appoggiare il filetto di spigola farcito su uno strato di melanzane e ricoprirlo con un altro strato e un grappolo di pomodori Pachino. Infornare i due filetti di spigola a 180 gradi per circa 12 minuti, irrorare con vino bianco e olio d’oliva.
cui ho lavorato all’inizio, a Carlo Sichel, che mi ha insegnato tantissimo, e a Barbaro Torcisi, chef pasticcere e pizzaiolo, che per me è stato un maestro di arte e di vita. È stato proprio lui a incoraggiarmi a emigrare per fare nuove esperienze lavorative. E così ho fatto: ho girato tutta l’Italia e mi sono arricchita di esperienze straordinarie». Da Sanremo a Peschiera del Garda, dal Trentino alla Costa Smeralda. Nel 2010 Marilena entra per la prima volta in un hotel 5 stelle in Toscana come chef de partie, lavorando per il pluristellato Antonio Guida e poi torna in Sicilia per lavorare alla corte del maestro Fulvio Pierangelini, «un grande – dice Marilena -. Mi ha insegnato il rispetto per le materie prime e ad evitare gli sprechi in cucina». Poi il volo per l’Olanda, dove la cuoca catanese viene assunta come executive chef, fino alla proposta di volare in Francia. «Nell’estate del 2013 mi hanno chiamato due donne italiane, amiche e appassionate di cucina: Antonia Grasso, ricercatrice per una multinazionale e Alma Fusco, grafica. Mi hanno detto di voler aprire un ristorante italiano a Grenoble. Ed eccomi qui. Ho accolto la sfida con entusiasmo e devo dire che questo primo anno di attività è stato un successo. I francesi, come gli italiani, hanno una tradizione enogastronomica di tutto rispetto, ma la nostra cucina all’estero è tra le più apprezzate, perché è buona e soprattutto salutare, rispetta i sapori degli alimenti senza coprirli o appesantirli. Gli stranieri amano la nostra pasta, fresca, secca o ripiena; e per loro è una novità mangiarla come primo piatto, perché sono abituati ai piatti unici che mettono insieme un po’ di tutto». Sarde alla beccafico, parmigiana di melanzane, pesce alla griglia con caponata: nel menu di Marilena, accanto all’irrinunciabile “spaghetti al pomodoro fresco e
basilico” c’è anche tanta Sicilia. «La cucina italiana – chiarisce - non è una cucina nazionale, accomuna tante tradizioni e culture, direi che è una cucina regionale. Perciò nei miei menu c’è sempre la Sicilia, e da buona catanese non faccio mancare mai la pasta alla Norma; ma ci sono anche tanti piatti di Liguria, Emilia, Veneto, Toscana; tutti territori in cui ho lavorato e appreso tanto. Alma, una delle proprietarie, ama la cucina tradizionale, perciò i
miei piatti, seppure lavorati e presentati con la mia mano e il mio cuore, rispettano l’originalità del gusto unico italiano». Tra qualche giorno “La Bocca Felice” compirà il suo primo anno di vita, con un bilancio in termini di gradimento niente male, almeno a giudicare dalle stelline conquistate su TripAdvisor. Un successo tutto femminile. «Con noi c’è anche Jessica, che si prende cura della cantina dei vini e della sala. Mi sono sempre trovata bene a lavorare con le donne, anche se questa è una situazione particolare, perché di solito nelle cucine siamo in minoranza rispetto agli uomini. E comunque anche lavorare in un ambiente di uomini, con il tempo, diventa normale. Nelle grandi brigate non è difficile per una donna farsi rispettare, ma è difficile diventare Executive chef, arrivare al vertice, specialmente nei grandi hotel. In ogni caso, a prescindere dalla carriera e visti i tempi duri, mi sento molto fortunata: svolgo il lavoro che più mi piace e il mio unico desiderio è continuare a farlo».
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paroladichef di marcello santocchini
UN MONDO DI “SQUISILIA” Luglio 1975 è la data della mia nascita professionale, il luogo è l’hotel Eden Riviera. Quasi 4 decenni passati tra i fornelli e le sale di ristoranti dove ho accolto in tutti questi anni migliaia di clienti che regolarmente continuano a chiedermi “Marcello cosa ci fa mangiare oggi?”. Una lunga e appassionante esperienza che culmina con la voglia di trasferire le mie ricette a casa di tutte le persone che desiderano apprezzarle. Maggio 2014 è la data di nascita di Squisilia un piccolo universo gastronomico fatto di squisiti sughi, succulente salse e saporiti pesti creati per condire le straordinarie paste di semole rigorosamente siciliane sapientemente lavorate con trafile di bronzo. Un’emozione gastronomica che gradirei trasferire ai vostri palati.
I TORTELLI nei giorni DI HALLOWEEN n questa numero di Sicilia in Rosa voglio proporvi una ricetta che ho appreso da mia moglie, mantovana doc, che a sua volta ha ereditato la ricetta da sua nonna. Il cuore dlela ricetta è la zucca gialla, ortaggio che insieme alle patate e ai pomodori fu uno dei primi ad essere importato nel “vecchio continente”. I semi più antichi di zucca gialla, infatti, sono stati ritrovati in Messico e risalgono al 7000-6000 a.C. La zucca è un alimento ipocalorico (solo 15 calorie per 100 gr di polpa) e appartiene alla famiglia delle Curcubitacee. Ne esistono molte varietà che differiscono tra loro specialmente nelle dimensioni. La forma in genere è rotondeggiante, dal colore prevalentemente giallo-arancio, ma, in talune varietà, anche verde o biancastro. La buccia può presentarsi liscia o rugosa. Il basso potere calorico è dovuto anche all’elevata concentrazione d’acqua. La principale caratteristica della zucca è l’elevato contenuto in vitamina A (369 mcg_RAE), ma anche potassio (340 mg), ed in generale anche altre vitamine idrosolubili e sali minerali. Generalmente le zucche sono di facile digestione. L’elevato contenuto in caroteni (antiossidanti) e vitamina A contribuisce alla rigenerazione cellulare (specialmente a livello epiteliale) e a migliorare la funzione visiva, specialmente di notte. Inoltre la zucca possiede qualità lassative, diuretiche e rinfrescanti. Oltre ai suoi impieghi alimentari, la tradizione ne ha fatto anche una maschera, caratteristica nella festa di Halloween, il 31 ottobre. Ma questa è un’altra storia.
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la ricetta TORTELLI DI ZUCCA GIALLA ALLA MANTOVANA Ingredienti Per la pasta: 3 uova, 300 gr di farina, un pizzico di sale. Per il ripieno: 300 gr polpa di zucca (meglio mantovana), 40 gr amaretti, 1 cucchiaio mostarda di cremona o mantovana tritata (di mele o pere), 60 gr parmigiano, 2/3 cucchiai pane grattugiato, noce moscata, sale. Per il condimento: burro fuso, salvia, parmigiano
Preparazione Lavate bene una zucca con la buccia (meglio quella mantovana, di circa 800 gr), tagliatela a fette e infornatela a 180°C finchè sarà morbida. Poi eliminate la buccia e passatela al passaverdure. Aggiungete gli amaretti ridotti in polvere, il parmigiano, la mostarda tritata finemente, il sale, la noce moscata e il pane grattugiato necessario ad ottenere un impasto abbastanza sodo (attenzione a non esagerare). Lasciate riposare il ripieno (anche una notte se avete tempo, sarà più buono!) Il giorno dopo impastate bene la farina con le uova e un pizzico di sale. Tirate la sfoglia sottile e ricavate dei rettangoli lunghi. Ponete al centro un cucchiaino di ripieno, ripiegate la sfoglia e sigillate bene i tortelli eliminando tutta l’aria. Quindi tagliate i tortelli con una rotella dentata. Cuoceteli per circa 5 minuti in acqua bollente salata (il tempo dipende dallo spessore della pasta). Scolateli e condirli con burro fuso e parmigiano. Servire subito.
l’artedeldolce*
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a cura dei fratelli neri
FAMIGLIA DI PASTICCERI
Massimo (nella foto), fra tre, è il fratello che ha ricevuto il dono dell'arte della pasticceria dal padre e si occupa della produzione e della conduzione del laboratorio; Salvo cura i rapporti commerciali, Franco immagina e condivide i nuovi progetti, gestisce il marketing aziendale e promuove la “putia” ovunque: il “mokambo diffuso” ne è la prova... Ecco i protagonisti della Alfio Neri srl, marchio che nella pasticceria siracusana è sinonimo di qualità, tradizione e anche innovazione, nato dall’esigenza di riunire la famiglia Neri sotto lo stesso “brand” per mettere a frutto oltre 50 anni di esperienze artigianali e commerciali. Obiettivo conservare un importante campionario di ingredienti, metodologie, saperi e sapori di cui il capostipite, Alfio, era depositario. E intanto, arriva anche la terza generazione: Lorenzo è inserito a pieno titolo, Leandro inizierà tra poco il suo tirocinio, mentre il piccolo Enea dovrà aspettare ancora qualche anno.
LA merenda FATTA AD ARTE cioccolato e marmellata. NOSTRO PADRE,
ALFIO NERI, DICEVA: «NOI FACCIAMO DOLCI E NON ZUCCHERO!». ECCO DUE PREPARAZIONI FACILI E GUSTOSE A CUI È DAVVERO DIFFICILE RESISTERE
ricetta/2 CROSTATA DI PASTA FROLLA Ingredienti Burro gr. 500; zucchero di canna grezzo gr. 350; zucchero a velo gr. 400; uova intere n. 2; rossi d'uovo n. 4; farina gr. 750; fecola di patate gr. 80; vaniglia un pizzico; sale un quasi pizzico; una grattata di buccia di limone.
Preparazione
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PEPITE AL CIOCCOLATO Ingredienti Burro gr. 160; uova intere gr. 75; zucchero di canna grezzo gr. 135; zucchero a velo gr. 140; farina gr. 240; lievito gr. 5/6; gocce di cioccolato puro gr. 350
Preparazione Dopo averlo fatto rammollire fuori dal frigo, impastate il burro con gli zuccheri, prima quello a velo e poi il grezzo, quindi aggiungere le uova, appena sgusciate, e infine la farina già mescolata con il lievito; dopo avere ben amalgamato l'impasto eliminando tutti gli eventuali grumi, aggiungete le gocce di cioccolato puro e finite di amalgamare il tutto. Fate riposare qualche minuto, quindi prendete un sacchetto a poche e modellate i biscottini nella forma che desiderate (ovviamente su una teglia predisposta con un foglio di cartaforno). Mettete in forno a 180 gradi e cuocete per circa 15 minuti.
Impastate il burro, dopo averlo fatto rammollire fuori dal frigo, con gli zuccheri, prima quello a velo e poi il grezzo, quindi aggiungere i rossi d'uovo e le uova, appena sgusciate, infine incorporate la farina setacciata insieme alla fecola, così da evitare grumi; dopo avere ben amalgamato l'impasto, aggiungete lei pizzichi di sale e vaniglia e finite di amalgamare il tutto con anche la grattata di buccia di limone fresco. Fate riposare qualche ora (ne bastano due), quindi prendete una teglia rotonda e mettetevi dentro, dopo averla ben stesa con un mattarello, la pasta; formate pure delle striscette con cui decorerete la crostata prima di metterla nel forno. A questo punto avete due soluzioni possibili di farcitura: la marmellata, di qualsiasi gusto, oppure la nutella o altre creme; nel caso della marmellata nessun timore: versatene una discreta quantità sulla pasta stesa nella teglia e distribuitela per bene su tutta la crostata; nel caso di altra farcitura come nutella, crema oppure cioccolato, bisogna prima cuocere la crostata senza nessuna farcitura, creando comunque il reticolo e/o le decorazioni con l'impasto tagliato a parte, e poi guarnirla al termine della cottura dopo averla fatta leggermente raffreddare; per non avere l'effetto bolla consigliamo di pungere con una forchetta la pasta stesa eviteremo così il formarsi di bolle di cottura. Qualunque farcitura abbiate scelto la cottura fa fatta a 180 gradi, per 15 minuti.
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globetrotter
di gi.pi.
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non solo las vegas.
Nevada
LAGHI DALLE SABBIE DORATE, VETTE INNEVATE, PARCHI NATURALI, DESERTI E TANTE . ALTRE BELLEZZE NATURALI CARATTERIZZANO LO STATO AMERICANO FAMOSO NEL MONDO SOPRATTUTTO PER LA CAPITALE MONDIALE DEL GIOCO D’AZZARDO
LO STATO d’argento MINIERE E CONFINI
Il Nevada, chiamato lo stato d’argento, perchè quando gli spagnoli lo colonizzarono ne scoprirono numerosi giacimenti, ancora oggi vive dell’estrazione mineraria, oltre che del turismo. La capitale, poco conosciuta a favore della ben nota Las Vegas, è Carson Bay. Il Nevada confina con l’Oregon, l’Idaho, lo Utah, l’Arizona e la California. Per informazioni su dove e come travelnevada.com/
Uno dei modi migliori per scoprire il Nevada è in auto: basta seguire due strade: la 50 che va da ovest a est, ed è la mitica via per attraversare coast to coast gli Usa, e la 95 che dal nord vi porta verso sud. Fermatevi al Lake Tahoe (www.tahoe.com): un lago incantevole per metà della California e per metà del Nevada, con spiagge cristalline e sullo sfondo montagne innevate e boschi immacolati. Potrete sorvolare la zone per godere del panorama in
ON THE ROAD
Quello con la California è il confine più “discusso” visto che le leggi molto liberali del Nevada - gioco d’azzardo, libertà sessuali e matrimoni e divorzi in tempi record - si scontrano con la rigidità californiana. Cosí a pochi metri di distanza dovrete stare attenti a non trasgredire. Ad esempio nella città di Reno, a Nord del Nevada, vi è un resort storico il CalNeva (www.calnevaresort.com) che sorge esattamente a
CALNEVA A RENO
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elicottero (travelnevada.com/discover/extreme-adventure/air-sports/reno-tahoe-helicopters), oppure (per gli sportivi) lasciarvi trasportare dal vento facendo Sky Dive (travelnevada.com/discover/leisure/airsports/skydive-tahoe). Dedicate poi una giornata allo sci, nella cosí detta SierraNevada, trovate tutti i migliori impianti dello stato su skicentral.com/nevada.html oppure scegliete uno dei numerosi percorsi in bici tra i boschi (travelnevada.com/discover/recreation/cycling-biking/flume-trail). Visitate quindi la città di Reno, con una breve sosta al museo di storia del Nevada (www.nevadaculture.org) cosí da avere qualche cenno storico. Si cambia panorama e si prosegue verso sud dove potrete divertirvi a cercare indizi sulla misteriosa Area 51, zona militare americana avvolta da fitti segreti su possibili UFO e comprovati esperimenti nucleari. Lungo la strada, deserta, sono molti i negozimuseo dedicati.
metà sulla linea di confine. Ciò vuol dire che nel lato californiano non potrete giocare alle slots e pagherete una tariffa diversa rispetto alle camere che sorgono sul versante del Nevada. Questo resort ricco di fascino, è al momento in ristrutturazione, ed è considerato patrimonio sociale del Nevada perchè è stato di proprietà di Frank Sinatra, che vi si recava per cantare con Joseph Kennedy, papà del Presidente e Marylin Monroe, di cui potrete vedere una magnifica galleria fotografica che evoca lo splendore della loro epoca.
ALBERGHI A TEMA
Se ai ritmi della night life preferite la tranquillità della natura, in Nevada vi sono molte aree naturali protette. Non molto lontano dal confine con lo Utah vi è lo splendido parco Great Basin National Park dove la maggiore attrazione sono le Lehman Caves, grotte naturali con percorsi tra antichi stalattiti e stalagmiti (www.nps.gov/grba/planyourvisit/lehman-cavestours.htm). Tra il Nevada e l’Arizona scorre il fiume Colorado e si trova parte del parco del Grand Canyon, molti tour in auto o elicottero partono da Las Vegas. Le rocce multiforme, il colore rosso e la vista infinita sul Grand Canyon vi lasceranno senza fiato (www.canyontours.com). Curioso il Berlin-Icthyosaur State Park che conserva i reperti archeologici dell’ichthyosaurus, fratello “marino” dei dinosauri e custodisce i misteri della città fantasma di Berlin (www.parks.nv.gov/bi.htm). Per chi ama gli sport estremi, da Boulder City si potranno sfidare le acque del Black Canyon River facendo rafting per un percorso di 19 km che inizia dalla famosa diga Hoover (www.grandcanyontourcompany.com/heloraft.htm). Infine per chi vuole metaforicamente perdersi nel deserto, imperdibile una visita alla cosí detta valle della morte, al Death Valley National Park (www.nps.gov/deva).
I PARCHI NATURALI
Ed eccoci arrivati a Las Vegas: semplicemente strabiliante. www.vegas.com oppure www.visitlasvegas.com. Non certo per le sue bellezze naturali, visto che sorge nel deserto, ma per la capacità umana di aver creato un’attrazione milionaria dal nulla. La Strip è la strada principale della zona moderna, con innumerevoli alberghi, ognuno dei quali è dedicato ad un tema o ad un luogo. Ad esempio il Venetian riproduce la nostra splendida città italiana, con tanto di gondole; il Caesar Palace, riproduce il Colosseo e riprende lo sfarzo dell’antica Roma; imperdibile la torre Eiffel, la piramide egizia, e la Statua della Libertà. Anche gli hotel apparentemente standard nascondo una sorpresa come il The Palm con le suite dedicate a PlayBoy con tanto di piscina nel balcone al 30esimo piano. Per scoprire le particolarità potete entrare liberamente o affidarvi ad un tour organizzato, lo storico hotel Bellagio ad esempio a Natale addobba i suoi saloni in modo teatrale e ogni giorno continua la tradizione dei giochi di acqua con le storiche fontane. Inutile dire che ad ogni angolo della città troverete slot machine e tavoli da gioco, a Las Vegas tutto è una attrazione, la musica per strada è h24 cosí come i locali. Ne troverete di svariati, il più cool al momento è il TAO, ristorante fu-
sion e discoteca amata dai vip, a cui potrete accedere prenotando una cena dai costi accessibili. Impossibile poi non andare a vedere uno spettacolo teatrale, quello più gettonato è O (Acqua) del Circque du Soleil (www.cirquedusoleil.com/en/shows/o/d efault.aspx) in esclusiva a Las Vegas al teatro dell’Hotel Bellagio, perchè il palco è un’immensa piscina. Merita poi una passeggiata nella parte antica della città, il Big Bus Tour (eng.bigbustours.com/lasvegas/home.html) vi porterà a vedere i primi casinò e i locali più antichi. Inoltre potrete fare una sosta tra le tante cappelle per matrimoni lampo, una tra le più famose è la White Chapel (www.alittlewhitechapel.com); e al MobMuseum (themobmuseum.org), il museo dedicato alla “malavita” che decenni fa ha dato il via al business del gioco d’azzardo a Las Vegas.
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happyhour TREWQE LET’S GO! EMMA 3.0, IL TOUR PARTE DA ACIREALE
TUTTI I SANTI GIORNI RIPARTE CON IL LIVE DI THE NIRO Sabato 1 novembre, in occasione della festività di Tutti i Santi, ai MercatiGenerali torna “Tutti i Santi Giorni, dal tramonto all'alba”, un happening che si svolge dal pomeriggio alla notte, all'insegna del buon cibo e della buona musica. A concludere l’evento sarà il live di The Niro che, sul palco dei MercatiGenerali, presenterà i brani del suo ultimo LP “1969”, uscito lo scorso maggio.
IL FASCINO DELL’OPERA ARRIVA AL CINEMA
l 2014 live per Emma non è ancora finito. Dopo i concerti estivi di “Emma Limited Edition” l’artista salentina torna in Tour nei Palasport con “Emma 3.0”. La nuova tournée partirà l’8 novembre dal Palasport di Acireale e risalirà l’Italia fino al 25 novembre al Mediolanum Forum di Assago. Nel tour Emma proporrà una scaletta con i suoi successi (da “Amami” a “La mia città”, da “Calore” a “Cercavo amore”, da “Schiena” a “Non è l’inferno”, a molti altri) e anche brani che quasi mai interpreta in tour (da “Sembra strano” a “Meravigliosa”, da “Cullami” a “Con le nuvole”, da “Folle paradiso” a “Non sono solo te”). Intanto, Emma ha lanciato il singolo "Resta ancora un po'" che anticipa l'uscita l'11 novembre del cd e dvd live intitolato "E Live". Il cofanetto testimonia con immagini, suoni e racconti l'ultimo tour "Emma Limited Edition" dello scorso luglio e anche i duetti speciali da Loredana Berté a Rufus Wainwright. Il brano "Resta ancora un po’” è stato scritto da Emma (terzo singolo della sua carriera a portare la sua firma, dopo “Amami” e “La mia città”) ed è l’unico brano registrato in studio tra quelli contenuti in “E Live”.
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A partire dal 16 ottobre il cinema The Space di Belpasso darà spazio al fascino dell’opera trasmettendo in diretta l’intera stagione della Royal Opera House di Londra. Il primo spettacolo in programma (16 ottobre) è il balletto “Manon” con Marianela Nuñez e Federico Bonelli. Si prosegue il 27 ottobre con “I due Foscari” con Plácido Domingo (nella foto), Francesco Meli e Maria Agresta, per la regia di Antonio Pappano.
I FEMMINISMI DEL NUOVO MILLENNIO ALLA LIBRERIA VOLTAPAGINA Alla Libreria Voltapagina di Catania si tornano ad affrontare tematiche legate al mondo femminile con la presentazione, sabato 18 ottobre alle 17, del libro di Barbara Bonomi Romagnoli “Irriverenti e libere. Femminismi nel nuovo millennio” (Editori Internazionali Riuniti). Alla presenza dell’autrice, presenteranno il libro Antonia Cosentino Leone e Clotilde Pecora Caruso. Il testo sarà un’occasione per riflettere sulle molteplici forme ed espressioni del femminismo dell’ultimo millennio, che l’autrice stessa ha attraversato, vissuto, partecipato e visto da vicino.
TEATRO MACHIAVELLI, 17 OTTOBRE FESTA DI APERTURA
IN MOSTRA A CATANIA LE “VERITÀ” DI FILIPPO LIARDO
Torna a vivere il Teatro Machiavelli di Palazzo Sangiuliano, luogo storico della scena artistica catanese, grazie a un progetto di Lamberto Puggelli, promosso dall’associazione Ingresso Libero insieme all’Università degli Studi di Catania. La riapertura sarà celebrata il 17 ottobre dalle ore 18,30 con una kermesse che vedrà la presenza di prestigiosi ospiti. Il clou della festa d’apertura sarà il cammeo concertistico del maestro Sergey Girshenko, a cui faranno da corollario due nuove produzioni: l’opening act della compagnia multietnica Liquid Company diretta da Emanula Pistone, e l’esibizione di due attori particolarmente amati dal pubblico catanese: Anna Malvica e Franco Mirabella.
A partire da venerdì 31 ottobre, la Sala Koinè (presso la Caserma del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza) a Catania ospiterà la mostra “Filippo Liardo. Un pittore tra verità di storia e ‘verità di natura’”. La mostra, realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania con la cura di Luisa Paladino, ripercorre la vicenda umana e artistica di Filippo Liardo, noto come “pittore garibaldino”. In mostra un ristretto ma significativo gruppo di opere di pittura, poco o per nulla conosciute o mai esposte. L’allestimento proseguirà fino all’11 dicembre. L’ingresso è gratuito.
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AGRIGENTO, PREMIO FAM GIOVANI PER LE ARTI VISIVE na lente di ingrandimento puntata sulla nuova generazione di artisti siciliani. Il Premio FAM Giovani, curato dall’associazione fra collezionisti “Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento” che dal 2001 gestisce l’attività delle Fabbriche Chiaramontane presenta trentatrè artisti, selezionati dalla commissione di esperti composta da prestigiosi esponenti del mondo dell’arte, che si “sfidano” a colpi di creatività per farsi conoscere nelle varie discipline in ph Angelo Pitrone concorso: pittura, scultura e i nuovi linguaggi contemporanei dell’arte come video e fotografia, installazioni, performance, street art. Il 15 novembre la premiazione dei tre vincitori. Le FAM sono visitabili dal martedì alla domenica (lunedì chiusi); orari 10-13 e 16-20.
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OGGI COORDOWN AL BORGHETTO
IL FAMILY VILLAGE A PALAZZO MINORITI
Migliorare la qualità di vita delle persone con sindrome di down, offrendo loro le stesse possibilità di chiunque altro. È questo il messaggio della Giornata nazionale delle persone con sindrome di down (Sd), promossa dal CoorDown, che si svolge oggi, al Borghetto Europa di Catania, in contemporanea alle altre piazze italiane. Due persone con sindrome di down saranno coinvolte nelle attività di allestimento della giornata e ci saranno una serie di laboratori rivolti ai tutti i bambini insieme con le loro famiglie.
Le Associazioni Agorà Eventi e Artea organizzano per il 1718, 24 e 25 ottorbe il Falily Village. Il Chiostro di Palazzo dei Minoriti, via etnea n.73 a Catania si animerà, dalle 10 alle 21 e diventerà luogo di gioco e conoscenza, un evento gratuito per la famiglia all’insegna del divertimento. Saranno proposti laboratori creativi, musica e spettacoli, corsi per tutta la famiglia, mostre e animazione
MESSINA, TONI SERVILLO LEGGE NAPOLI
I “FOGLI SPARSI” DI CRISTINA AMATO
Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, prende vita nella voce di Toni Servillo, primo ospite della nuova stagione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 16 al 19 ottobre. Un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli.
A un anno di distanza dal fortunato romanzo d'esordio “Ogni tanto mi tolgo gli occhiali” la copywriter e blogger catanese Cristina Amato presenta “Fogli sparsi” (Inkwell Edizioni), un intenso viaggio nella memoria e nella coscienza. La presentazione avverrà il 25 ottobre alle 17.30 alla Libreria Mondadori Diana di Catania. Moderano l'incontro il giornalista Valter Rizzo e la scrittrice Agata Amantia. Il poeta Giovanni Parentignoti leggerà dei brani tratti dalla raccolta
IL MED PHOTO FEST PREMIA IL MAESTRO BRANZI
L’Associazione culturale Onlus Mediterraneum, presieduta da Vittorio Graziano, organizza, la sesta edizione di MED PHOTO FEST 2014, manifestazione turistico-culturale, che si svolgerà a Catania e in altre località della Sicilia Orientale, da venerdì 17 ottobre a domenica 23 novembre. Si tratta di un evento dedicato all’arte fotografica con riferimento alla Fotografia d’Autore. Il MED PHOTO FEST 2014, il cui tema sarà The Contemporary, vanterà un ricco cartellone con mostre ed esposizioni, personali e collettive, con dibattiti e seminari culturali e tecnici, con la partecipazione di illustri esponenti della comunicazione visiva e fotografica. Sono previsti vari spazi dedicati all’editoria fotografica, workshop itineranti tenuti da professionisti del settore, seminari culturali e tecnici, presentazione e lettura dei portfolio. L’apertura è prevista per il 17 ottobre alle 17, nell'Aula Magna dei Benedettini dove sarà consegnato il Premio Mediterraneum 2014 per la Fotografia al maestro Piergiorgio Branzi.
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LIBRI
TRA LE RIGHE di ilenia suma
“FIRME” CONTRO IL DECRETO
HOSTWRITER.IT, UNA RETE PER TROVARE “STORIE, COLLEGHI E... UN DIVANO” toricamente, il giornalista è disincantato al punto da poter apparire cinico, tende a un abuso di alcol e, quando ancora c’era la libertà di farlo, ha sempre una sigaretta accesa all’angolo delle labbra che si consuma da sola, alimentando la barriera naturale di fumo tra un desk e l’altro. Il giornalista è disordinato, veste casual, mangia male, e vivendo, spesso quotidianamente, in rincorsa col tempo, affetto da qualche disfunzionale nevrosi. A queste caratteristiche, il giornalista contemporaneo, oltre a essere internazionalmente riconosciuto come categoria in estinzione e mutamento, è anche, più che in tempi passati, uno spiantato. In questo turbolento scenario si inserisce Hostwriter: rete online per aiutare giornalisti, blogger e realizzatori di documentari di tutto il mondo a “trovare una storia, un collega e un divano” durante i loro viaggi di lavoro all’estero. «In generale l’Europa e il mondo stanno fondendosi sempre di più l’una con l’altro, economicamente ad esempio, ma ci sono anche altre questioni come i rifugiati e la migrazione. Per questo è del tutto naturale lavorare attraversando i confini», spiega la giornalista Tabea Grzeszyk, che insieme alle colleghe Tamara Anthony e Sandra Zistl a Berlino ha dato il via all’operazione. «Ho l’impressione che alcuni giornalisti freelance si chiudono a riccio, nascondendo i loro contatti perché temono di non vendere più le loro storie: c’è isolamento e competizione. Crediamo che non si debba necessariamente sgomitare, ma che si possa al contrario trarre vantaggio gli uni dagli altri. Se si collabora attraverso i confini, non c’è ragione di competere». L’idea nasce da un viaggio, nel 2008, tra Turchia, Libano e Siria, dove, racconta Grzeszyk, «facendo couchsurfing, sono stata ospite di una giovane coppia nella periferia di Damasco, in un’area dove vivono la maggior parte dei rifugiati iracheni. Ho avuto la possibilità di vedere cose che non avrei mai visto soggiornando in hotel». L’iscrizione a Hostwriter è gratuita e aperta a tutti i giornalisti. Il modo più facile è essere membro di una delle organizzazioni loro partner, come DJV e Reporters Sans Frontiere: i giornalisti ricevono un codice d’invito e il loro profilo può essere subito attivato. Tutti gli altri devono fare una richiesta, dimostrando di aver pubblicato qualcosa; dopo la verifica, anche loro potranno usufruire di Hostwriter.
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RAI3, A KILIMANGIARO ARRIVA CAMILA Cambio al timone della trasmissione di Rai Tre. Al posto di Licia Colò, storica conduttrice di Alle falde del Kilimangiaro, arriva Camila Raznovich. La prima puntata di "Kilimangiaro" - questo il nuovo titolo, sottotitolo "Ci divertiremo un mondo" - partirà oggi domenica 12 ottobre e sarà in onda dalle 15 alle 19. In studio Dario Vergassola.
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CD/DVD L’INNOCENZA DEGLI U2
SONGS OF INNOCENCE cd audio U2 13 ottobre
Il 13 ottobre esce il nuovo album degli U2, “Songs of Innocence”, contenente 11 brani, in edizione tradizionale su etichetta Island Records. "Songs of Innocence" - già “donato” agli utenti iTunes da Apple non senza polemiche - incrocia le primissime influenze musicali della band, dal rock e punk-rock anni '70 alla prima elettronica e musica ambient anni '80. L'album affronta tematiche come la casa, la famiglia, i rapporti umani, le scoperte.
LA MALEFICA ANGELINA JOLIE
MALEFICENT Walt Disney Studio home entertainment in uscita il 15 ottobre
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TV
ROTTAMA ITALIA Libro e 13 vignette www.altreconomia.it on line gratis
Sedici grandi "firme" - da Salvatore Settis a Carlo Petrini, da Tomaso Montanari all’ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray - prendono posizione contro il decreto che, nel tentativo di "rilanciare" l'economia italiana, rischia di essere un pesante contributo alla devastazione del paesaggio, e un regalo alle lobby. “Rottama Italia” è un libro, corredato da 13 vignette, disponibile gratuitamente in formato PDF da www.altreconomia.it/rottamaitalia, affinché - mentre il decreto viene discusso in Aula -, si apra il dibattito nel Paese.
multimedia
VIDEOGIOCO EDUCATIONAL CONTRO IL FUMO Un videogioco per insegnare agli studenti italiani tra i 9 e i 19 anni che il fumo fa male. Ideato da Antonio Mistretta e Antonio Sorrentino, entrambi catanesi, “L’isola dei fumosi” è stato sviluppato dall'agenzia Melazeta con testi di Danilo Allegra (divulgatore scientifico), ed è stato adottato dall'Airc che lo porterà nelle scuole. L’educational è disponibile sul sito www. scuola. airc. it ed è scaricabile gratuitamente come applicazione per smartphone e tablet, iOS, Android e Windows Phone.
Arriva il 15 ottobre in dvd e blu ray e blu ray 3d Maleficent, la rilettura della Bella Addormentata dal punto di vista della cattiva. Una bella e giovane donna dal cuore puro con impressionanti ali nere, Malefica (Angelina Jolie) vive una vita idilliaca immersa nella pace della foresta del regno, fino a quando, un esercito di invasori umani minaccia l'armonia di quei luoghi... Regia Robert Stromberg.
cinema
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ELIO GERMANO INTERPRETA UN FAVOLOSO LEOPARDI Esce il 16 ottobre nei cinema “Un giovane favoloso”, il film, di Mario Martone sul grande poeta Giacomo Leopardi (interpretato da Elio Germano). Un bambino prodigio, nato a Recanati nel 1798 e cresciuto a pane e libri sotto lo sguardo implacabile del padre. In Europa il mondo cambia, scoppiano le rivoluzioni e Giacomo cerca disperatamente contatti con l'esterno. A 24 anni lascia finalmente Recanati. Con Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco.
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IL SEGNO DEL MESE
l’oroscopo di OTTOBRE di lucia arena
g bilancia PRIMA DECADE. La voglia di grande movimento non vi mancherà; siete attive e ricche di buoni propositi, non fatevi prendere da un contrattempo, che, se mal gestito, rischierà di rovinarvi le giornate ottobrine. Con Urano opposto, ancor per anni a venire, vi ci dovrete pur abituare ad alti e bassi frequenti, un’instabilità che darà ai nervi e che dovrete portarvi dietro ancora per molto. Prendetevi con serenità qualche cambio repentino di programma e con spirito sportivo cercate di non evitare il problema, prendetelo solo un più alla larga. Inaspettatamente il partner vi farà una confessione. Ammirerete la sua sincerità, rifletteteci, prenderete una decisione. Nell’ambiente professionale peccherete di presunzione, sarà inevitabile, solo così potrete imporre la vostra personalità tra colleghi e superiori, soprattutto eviterete agli altri di fare errori grossolani. Seguite sempre il cuore, rifletteteci un po’ di più, evitate di tornare indietro. Anche a Ottobre ci sarà da pedalare; il mese sarà piuttosto complicato per i rapporti interpersonali. SECONDA DECADE. Mese piuttosto tranquillo, sembrate essere serenamente appagate da una serie di cose che filano per il loro giusto verso, ma non cantate vittoria fino alla fine del mese. Piccoli screzi in famiglia renderanno l’aria tesa, evitate di alimentare fuochi che si accenderanno improvvisamente. Rischierete il divampare di un portentoso incendio se non vi zittirete, anche con le vostre giuste intenzioni; un malinteso rischia di diventare sempre più incontenibile. L’amore del partner è l’unica cosa veramente bella di cui vi potrete “nutrire” dopo una serie d’innumerevoli controversie di ordinaria amministrazione, il pensiero di abbandonarvi tra sue braccia sarà come sentirsi in Paradiso. Avrete stima e affetto in tutti gli ambienti che frequenterete. Attente a un nuovo personaggio che tenterà in tutti i modi di cadere nelle vostre grazie, le sue intenzioni non sono “quelle” che sembrano essere. Un vecchio amore si farà vivo, un nuovo incontro vi farà innamorare, l’attuale partner vi adora e lo dimostra concretamente. TERZA DECADE. Bene, siete così graziose e alla mano che riuscite ad avere le porte aperte ovunque vogliate entrare. La vostra gradevole presenza è sempre richiesta, siete incontrastate oratrici, la vostra diplomazia riesce a districare anche i più indissolubili malintesi, questa è da considerarsi una dote, che grazie alla vostra bella Venere che vi rappresenta, non lascia mai nessun discorso in sospeso. Riuscite sempre ad arrivare, con gradevoli parvenze, fin dove gli altri non oserebbero; questo vostro essere vi sarà utile nella vita di tutti i giorni. Cuore e amore, non sarà retorica, questo è un momento di Amore Stellare per voi care amiche. Il vostro modo d’amare è risaputo, adesso dovrete fare a gara con un partner che sembra ricambiarvi in ugual modo. Soldi in arrivo, un investimento allettante da prendere in seria considerazione. Sarete piacevoli e simpatiche, ecco da dove deriva il vostro successo: non approfittatene delle situazioni, piuttosto sfruttatele.
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Urano opposto non ostacolerà più di tanto un mese che tutto sommato scorrerà tranquillo Per i single si prospettano nuovi amori. Soldi e investimenti in arrivo. Bene anche il lavoro
amore Per chi è single, ottobre è il mese giusto; già dall’estate ci sono state le prime avvisaglie, feste, luoghi di ritrovo, nuovi ambienti sociali, poi il seguito dipenderà da voi.
lavoro Lavorare instancabilmente e con degli specifici obiettivi, questo è il segreto del vostro successo, ma a volte l’ambizione vi fa uscire dalla realtà e confonde le idee.
fortuna Giove dopo l’estate darà più fortuna nel superare quegli intoppi che subentreranno a fine di un laborioso progetto. Inizierete con un cambio radicale di vita
viaggi Non avrete di che lamentarvi, spesso nell’ultimo periodo siete in viaggio; non saranno solo ed esclusivamente spostamenti di piacere, anzi, sono più quelli di lavoro e d’impegni familiari da assolvere. Non mancherà un incontro.
sotto il segno della bilancia
Alessandra Pierelli (showgirl), 28/9/1979 Sezze, Latina Francesca Fialdini (giornalista), 11/10/1979 Massa Giulio Berruti (attore), 27/9/1984 Roma
OTTOBRE SEGNO PER SEGNO
a
ariete
Un mese che si prospetta positivo. Finalmente un bel cielo arriverà a ordinare e dare ottimismo; non solo saranno giornate proficue ma sarete portati a predisporre molti progetti personali, quindi tutto quello che riguarderà casa, vita pratica, famiglia, lavoro, affetti avranno un ruolo predominante. Se considerate anche la benevolenza astrale, vi converrà iniziare sin da subito a prendere atto di come il vostro impegno dovrà essere gestito. Non siete di solito sprovvedute e se sentite intorno a voi, l’atmosfera carica e frizzante, vi muovete di conseguenza, senza rimanere indietro. Nella vita di coppia la situazione migliora
amore Nella vita di coppia siete presenti e disponibili, vi fate in quattro per soddisfare tutte le richieste del partner. Non siate permalose.
lavoro Non mancherà il momento per dimostrare quello che siete. Aspettate pazienti e cogliete l’occasione. Non infilatevi in discussioni contorte.
fortuna Favoriti i nuovi contatti, ufficio e conoscenze estive saranno fioriere di novità, non dimenticate di appuntarvi email e cellulari.
viaggi Finalmente un gioco di Luna che indurrà a una serie di viaggetti romantici in compagnia di un partner piacevole e brillante. Non esagerate.
b toro
Adesso ci si mette anche la gelosia. Il cielo è contrastato, da metà mese ci sarà anche la Lu-
na ad accendere quella miccia che vi terrà sempre sulle spine e non darà pace. Per le giovani del segno, sorprendente sarà Venere e Marte, un gioco di specchi che incendierà i cuori, ma l’insicurezza renderà confuse e ansiose, facendovi perdere una serie di promettenti opportunità, Un’altra batosta sarà data nell’ultima settimana di ottobre, stelle capricciose accenderanno i nervi in maniera irrefrenabile. Concluderete un affare importante.
da una mirabile energia celeste che darà l’inventiva e la voglia di realizzare qualcosa di nuovo facendovi collaborare da persone di fiducia e delle quali vi fidate incondizionatamente. Il vostro entourage sarà vincente.
amore
lavoro
Non fatevi prendere dallo sconforto, sarete scontrose e alterabili, sarà un calo fisico che non dovrà pregiudicare la vita sentimentale.
Non vi si potrà dire nulla, anche se le vostre ore lavorative saranno la metà di quelle di tutti gli altri colleghi; voi renderete più di tutti messi insieme.
lavoro
amore Guardatevi intorno e mettetevi sulla piazza; l’atmosfera intorno si tinge di rosa fino a diventare, gradualmente, rosso fuoco!
fortuna
Riuscite a mettere la calma anche dove tutto sembra essere un grande caos. Il buon senso sarà necessario anche in famiglia.
fortuna
Energia da vendere, forse anche troppa; le vostre batterie oltre a essere ricaricabili saranno anche lunghissima tenuta.
viaggi Per molto tempo occorrerà conoscere in maniera più approfondita la propria carta del cielo e aspettare. Ottima la seconda parte del mese.
viaggi Tra sfrenati piaceri e storie mordi e fuggi il viaggio sarà galeotto. Non mancherà la relazione seria!
c
gemelli
Siete più ritemprate, da qualche giorno tutto gira come desiderate. Adesso siete soddisfatte dagli ultimi eventi e l’umore riprende tono. Quando vi sentite in pace con voi stesse riuscite a realizzare grandi cose, non mancheranno quelle importanti, poiché nell’ultimo periodo non sempre siete stati all’altezza delle situazioni. Questo sarà un mese di grande riscatto. Nel settore pratico sarete invogliate
Inevitabilmente la tensione accumulata scaturisce in ansia; un bel viaggio da programmare potrà essere taumaturgico a far rilassare i tesissimi nervi.
d
cancro
Giove in Leone porta abbondanza e voi ne beneficerete; non ci sono ostacoli sulla vostra strada, andrete dritte dritte verso la felicità, dopo una serie di dissonanze adesso è arrivata la serenità che meritate. Avete avuto periodi difficili da affrontare soprattutto nel campo sentimentale, non è stato facile digerire una rottura affettiva. Le ferite stentano a cicatrizzarsi ma non bruciano più, l’importante sarà non continuare a guardarsi indietro; i vecchi fantasmi appartengono al passato, rischierete
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l’oroscopo
di lucia arena
di perdere i passaggi fortuiti che sfrecceranno su di voi. Aprite il cuore che l’amore sta per arrivare: un incontro durante uno spostamento, forse un viaggio, a fine del mese, tra amici, sarà galeotto nel farvi innamorare. All’inizio non ne sarete convinte, ma quando sentirete il cuore perdere qualche colpo, allora care cancerine...
passerete sane e salve.
Lavoro Concilierete una serie di situazioni lavorative che tenteranno nel farvi perdere il controllo della situazione. Non sarà facile confondervi.
Fortuna
amore
Il vostro umor è piacevole e delicato, specie nell’ultimo periodo sarà piacevole la vostra presenza. Riuscite a essere brillanti.
Non penalizzatevi, non sarà opportuno rimproverarsi di un sentimento vero, esperienze formative vi arricchiranno.
viaggi
lavoro Non badate alle dicerie, seguite il vostro intuito e non fate compromessi; un progetto, potrebbe essere preda di un collega scorretto.
fortuna Non sarà tutto evocare la fortuna, se ci vorrete costruire sopra le grandi svolte della vita. Potrà esservi utile concedervi un piacere personale.
viaggi Il viaggio sarà un mezzo per innamorarsi, un dolce e ripetuto momento che vi vedrà felici nell’iniziare nuove relazioni.
e \\
leone
Non è Facile con Venere e Marte dissonanti prendere la vita con filosofia, soprattutto per tipe come voi che, in questo periodo, perdete le staffe con estrema facilità. Cercate di essere calme visto che Saturno in Scorpione v’invita a rapporti verbali diplomatici in prossimità di un interloquire con persone autorevoli e di grande spessore. Avete in ballo una serie di progetti importanti, la vostra ambizione sembra essere un fiume in piena, cercate di non demordere davanti a una serie di ostacoli, riuscirete a portare a termine il vostro obiettivo.
amore Sarà il mese delle grandi scelte, un passo importante da fare vi metterà in confusione; non
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Avete organizzato un viaggio tra amiche, state ben accorte non dimenticatene nessuna... volutamente?
f
vergine
Questa è una settimana dove sarete piene di buone maniere, i vostri modi faranno innamorare chi avete intorno; non potete dire di essere stati così nell’ultimo periodo, anzi tutt’altro. Sfruttate la tendenza. Ritornerà il sereno nel settore lavorativo, un Plenilunio di fuoco renderà più tolleranti e meno incisive, il cielo sarà un prezioso supporto, le responsabilità di un inevitabile contrattempo, questa volta, sarà imputato a chi spetta, non occorrerà attaccare, ci penseranno gli eventi, consapevoli ormai di non farvi più carico che d’inutili fardelli.
Amore Per le single le possibilità di non essere più tali ci sono e parecchie. Attente che la forza dei pianeti dell’amore potrebbe essere troppo forte.
voi; perfette e impeccabili, centrerete tutti gli obiettivi, anche quelli più banali, molto sarà dato da un momento di propositiva fortuna.
viaggi Non ci saranno problemi per le finanze occorrerà solo essere parsimoniose, un viaggio sebbene allettante darà qualche dubbio.
h
scorpione
Facendo il resoconto dell’anno, anche se manca ancora qualche mese alla fine, potete dichiararvi soddisfatte. Adesso, da qui alla fine dell’anno, sarà un meraviglioso andirivieni di Stelle che non faranno altro che spingervi verso i sentieri più floridi e produttivi del futuro. Questo mese sarà da mettere nei vostri trofei; in arrivo una serie di gratifiche sia personali sia professionali, ma soprattutto economiche. Adesso metterete in pratica tutto quello su cui avete lavorato nel 2014, godendovene i primi e meritati frutti: nuovi contatti, amicizie, frequenterete ambienti diversi dai soliti.
amore Che mese si prospetta care scorpionesse; ne avrà dell’incredibile, pure voi stenterete a crederci. Carica passionale smisurata.
lavoro Siete riuscite a farvi inserire in un progetto professionale di notevole importanza...
fortuna Non date per scontato tutto; sappiatevi muovere autonomamente, senza affidarvi a signora Fortuna.
lavoro
viaggi
Se siete convinte di essere le più brave della classe, è arrivato il momento di dimostrarlo; attenti a non pestare i piedi a una persona.
A fine mese sentirete il bisogno di ricaricare le pile; organizzatevi un viaggio, vi ci vuole.
fortuna Siete in un momento dove, chi vi sta vicino, non potrà fare a meno di complimentarsi con
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sagittario
Quello che noterete sin dai primi giorni del
leggi l’oroscopo anche su www.siciliainrosa.it mese sarà il continuo riscontro positivo di tutto l’ambiente circostante, che nell’ultimo periodo, sembrava esservi contro in tutto e per tutto. Quindi arriverete alla conclusione che il vento è cambiato. E’ arrivato il momento del grande riscatto e partirà proprio in questi giorni dove una Luna Piena d’inizio settimana darà la scintilla a quella che sarà la grande energia fisica e mentale. Non occorreranno particolari impegni, tutto vi verrà fluido. Il settore professionale prenderà smalto.
tacolare mano che arriverà sia dal settore delle amicizie, avrete sia da Venere e Marte, strepitosi e fedeli alleati di un Mercurio svelto e intraprendente.
amore
Pensate a sistemare le ultime documentazioni e passate tutto in rassegna a fine mese. Non avrete di che lamentarvi...
Le giovani donne sentiranno il bisogno di voler vivere in coppia, e se ci sarà da dovere prendere una decisione seria, non avranno remore.
lavoro Anche qui darete il vostro indispensabile apporto, oramai in ufficio, gira tutto intorno a voi Mese caratterizzato da molti appuntamenti.
fortuna La fortuna assiste le finanze, Giove, la grande fortuna, in Leone, annuncia entrate di cassa e se vorrete, potete anche spendere...
viaggi Un lavoro vi porterà sempre in viaggio, del resto molto favorito il settore degli spostamenti, unirete l’utile al dilettevole.
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capricorno
Care Capricorno questo per voi sarà un mese importante e risolutivo, soprattutto per tutte quelle signore del segno che hanno una serie di rogne legali che si trascinano da anni. Plutone, nella prima casa, ormai non è più un fatto nuovo, vi sentite sballottate a destra e sinistra e alla fine, inevitabilmente prenderete quella scelta che vi cambierà la vita. Se sarete ben oculate nello scegliere chi vi dovrà affiancare nel districo dei mille nodi, i risultati saranno ottimi e risolutivi. Un amico, con la sua professionalità sarà, servirà a darvi aiuto. Quindi se considerate che molti dei problemi lavorativi potranno essere risolti da una spet-
amore Un amore nuovo arriverà a darvi quella leggerezza che vi mancava da tempo, il pensiero di sentirvi desiderate vi renderà radiose.
fortuna La fortuna vi assiste ma gran parte del lavoro lo farete voi. Un colpo di genio ha risistemato una problematica difficile.
viaggi Godetevi questo mese, un viaggio sarà galeotto per accendere una passione.
lavoro
fortuna Non sempre ci accorgiamo subito degli errori commessi, quindi non siate legate a strani messaggi che solo voi “costruite”...
viaggi Programmatevi il fine mese come cura per il benessere psicofisico, organizzatevi un viaggio piacevole, in una località che vi affascina.
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quelle situazioni che non volete prendere in seria considerazione o che vi hanno stancato.
acquario
Ancora più pazienza sarà richiesta in questo mese di ottobre; siete al culmine di una serie di risonanze che v’infastidiscono. Le discussioni non mancheranno nella vita pratica come nel lavoro, in famiglia e nella vita sentimentale. I rapporti interpersonali sembrano scorrere sempre sul filo del rasoio e non mancheranno quelle discussioni banali che vi faranno saltare i nervi. Venere sarà dispettosa, oltre a farvi disamorare da un partner che non merita tutto il vostro interesse vi renderà insicure e poco motivate. Non sarà un periodo florido per la vita del cuore ma servirà alla vostra evoluzione interiore,
amore Una nuova conoscenza è in arrivo...
Lavoro Mercurio tende a mettervi in ginocchio solo in
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pesci
Sempre più splendore sulle vostre vite; dall’entrata di Venere in Scorpione tutto traboccherà di grandiosità eccellente per rendere l’atmosfera ancora più brillante e sfiziosa. Venere e Marte rendono sicure, l’amore è un faro che v’illumina, rendendovi partecipi di una storia importante. Non saranno pochi le pescine che cominceranno ad accarezzare sempre di più l’idea di un matrimonio o di una convivenza. Le giovani del segno non aspetteranno altro che qualche minima certezza economica e lavorativa per convolare. Quelle un po’ più’ mature o che provengono da una separazione o da una rottura dopo anni di tormentate relazioni, aspetteranno qualche altro mese prima di decidere definitivamente.
amore Adesso siete di nuovo voi stesse, con tutte le emozioni che provate quando siete veramente innamorate …
lavoro Siete agli sgoccioli, un altro progetto da varare, e tanti altri da dover iniziare …
fortuna Non siete delle vere e proprie fortunelle ma spesso una mano fatata, anche se sul rotto della cuffia, vi viene a sollevare...
viaggi Ad ottobre sarà difficile concretizzare il desiderio di evasione ma, si annunciano una raffica di piacevoli e romantici viaggetti tutto pepe.
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indirizzi Collistar www.collistar.it
INSERZIONISTI. In questo numero:
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pag. 27
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pag. 47
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Centro commerciale San Giorgio
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pag. 61
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pag. 30
L’Oréal Paris www.loreal-paris.it
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pag. 6
Fuori Giri
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Lancôme www.lancome.it
Gruppo d’arte Sicilia Teatro
pag. 65
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Make Up For Ever www.makeupforever.com
La Cantina del Sole
pag. 20
La Sicilia Store
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Michael Kors Beauty www.michaelkors.com
La Caverna del Mastro Birraio
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pag. 68
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pag. 45
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Palmeri pneumatici
pag. 4
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Caporaso Design www.caporasodesign.it
Teatro Tezzano
pag. 17
The Panthers
pag. 63
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Trattoria Verga
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gerenza SICILIA INROSA Mensile Anno IV - N. 26 12 ottobre 2014 Testata indipendente Reg. Trib. di Catania N. 6 del 23 gennaio 2012 www.siciliainrosa.it redazione@siciliainrosa.it Il prossimo numero in edicola il 9 novembre 2014 DIRETTORE RESPONSABILE
Mario Ciancio Sanfilippo
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Domenico Sanfilippo Editore v.le O. da Pordenone, 50 Catania STAMPA
Etis 2000 S.p.A. Viale O. da Pordenone, 50 Catania REDAZIONE
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