28. Settimana S Internazionale della Critica C di Venezia
Venezia 28 agosto – 7 settembre 2013
Main Sponsor
Sindacato Nazionale Critici Critici Cinematografici Italiani Presidente: Franco Montini la Biennale di Venezia Presidente: Paolo Baratta 70.. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia Direttore: Alberto Barbera
28.. Settimana Internazionale della Critica di Venezia 2 agosto – 7 settembre 2013 28
Commissione di selezione Francesco Di Pace (Delegato ( generale) Nicola Falcinella Giuseppe Gariazzo Anna Maria Pasetti Luca Pellegrini
Coordinamento Claudio Dondi Eddie Bertozzi Palazzo del Cinema – Lungomare Marconi 30126 Lido di Venezia Tel.: 041 2726679 - Fax: 041 2726520 sicvenezia@gmail.com - www.sicvenezia.it
Ufficio Stampa Barbara Perversi barbara.perversi@gmail.com - ufficiostampasic@gmail.com Cell.: 347 9464485
Segreteria Sncci Patrizia Piciacchia Via delle Alpi, 30 - 00198 Roma Tel.: 06 4824713 sncci.info@gmail.com – www.sncci.it Main Sponsor
28. Settimana Internazionale della Critica 28 agosto – 7 settembre 2013 I sette film in concorso: L’Armée du salut alut (Salvation Army/L’esercito L’esercito della salvezza) salvezza di Abdellah Taïa Francia Francia-Marocco, 2013 – World Premiere Återträffen (The Reunion/La riunione) di Anna Odell Svezia, 2013 – World Premiere Las niñas iñas Quispe (The Quispe Girls/Le Le ragazze Quispe) Quispe di Sebastián Sepúlveda Cile-Francia Francia-Argentina, 2013 – World Premiere Razredni s sovražnik (Class Enemy/Nemico Nemico di classe) classe di Rok Biček Slovenia, 2013 – World Premiere White Shadow (Ombra bianca) di Noaz Deshe Italia-Germania Germania-Tanzania, 2013 – World Premiere Zoran, il mio nipote scemo (Zoran, My Nephew the he Idiot) Idiot di Matteo Oleotto Italia Italia-Slovenia, 2013 – World Premiere Film sorpresa
Film di apertura – Evento Speciale Fuori Concorso L’arte della felicità (The Art of Happiness) di Alessandro Rak Italia, 2013 - World Premiere Film di chiusura – Evento Speciale Fuori Concorso Las analfabetas a (Illiterate/Le analfabete) di Moisés Sepúlveda Cile 2013 - International Premiere Cile,
Main Sponsor
I film in concorso della 28.. Settimana Internazionale della Critica concorrono a due premi: 1. Premio del pubblico RaroVideo – 28.. Settimana Internazionale della Critica di Venezia I sette film in competizione partecipano al “Premio Premio del pubblico RaroVideo” del valore di 5.000 Euro. 2. Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi Luigi De Laurentiis” Laurentiis I sette film in competizione concorrono, insieme a tutti gli altri lungometraggi d’esordio presenti nelle sezioni competitive della d Mostra, al “Leone Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis" e a 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore. Da quest’anno, inoltre, la FEDEORA, l’associazione deii critici cinematografici dell’Europa e del Mediterraneo, Mediterraneo, assegnerà due premi collaterali ai film della Settimana:: uno al miglior film, l’altro a scelta tra la miglior sceneggiatura, sceneggiatu la miglior fotografia o la miglior interpretazione. interpretazione
Anche per questa edizione la Settimana Internazionale della Critica è lieta di potersi avvalere del supporto di BNL Gruppo BNP Paribas, una banca da sempre attiva nel sostegno al cinema italiano e alle manifestazioni cinematografiche internazionali. Con il fondamentale contributo della Regione Veneto i film della Settimana saranno riproposti al termine della Mostra in diverse città del Veneto e, grazie ai fondi della Provincia autonoma di Trento e della Provincia autonoma di Bolzano, Bolzano alcuni titoli potranno raggiungere le due città trentine. La Settimana Internazionale della Critica si avvarrà inoltre della preziosa collaborazione di partner importanti come Tiziana Rocca Comunicazione, Comunicazione Istituto Luce-Cinecittà e Maserati. Si consolida infine per il secondo anno consecutivo la media partnership con la web radio multilingue FRED.
Main Sponsor
28. Settimana Internazionale della Critica 28 agosto – 7 settembre 2012 la Biennale di Venezia e il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani presentano il programma della 28.. Settimana Internazionale della Critica La composizione di una selezione di film può assomigliare miracolosamente a una specie di magica costellazione: se guardiamo con immaginazione al cielo stellato della 28. Settimana Internazionale della Critica si riesce ad individuare un disegno che unisce i nove film presentati quest’anno. Titoli che sembrano rincorrersi attraverso delle linee di percorso, siano esse di carattere geografico, tematico, concettuale o di somiglianza fra fra i caratteri dei personaggi. Non si tratta tanto di individuare a tutti costi una costante nelle storie storie o negli sforzi stilistici e produttivi di registi esordienti o di anime coraggiose che credono in loro: la scelta dei sette film in concorso che si contenderanno tenderanno il “Premio “ del pubblico RaroVideo” e dei due eventi speciali d’apertura e chiusura, è stata ancora una volta ispirata dalla missione di trovare energie espressive fresche e originali nel panorama cinematografico internazionale. La scommessa è quella ella di aver allestito anche quest’anno un programma in grado di suscitare interesse e piacere, piacere portando alla giusta attenzione piccoli film e giovani autori bisognosi di una visibilità che solo una sezione di opere prime inserita in grande festival può garantir loro. Il primo punto di questa costellazione può a buon diritto essere il film italiano scelto per il concorso: Zoran, il mio nipote scemo, scemo, opera d’esordio di Matteo Oleotto, è una commedia delicata e intelligente, in grado cioè di suggerire dietro la maschera del “genere” re” un discorso non banale sui confini e le derive esistenziali, attraverso un continuo travalicamento di quei confini anche territoriali (il film è girato e prodotto tra il Friuli e la Slovenia). Paolo, interpretato da un superbo Giuseppe Battiston qui in un grande ruolo da protagonista, è un uomo incapace di affetti e progetti a lungo termine, che sposa la cultura del vino alla sua insensibilità nei confronti di amici e conoscenti. Ma si imbatte in un’eredità imprevista, imprevista, un nipote candido e quasi autistico, Zoran appunto, di cui vorrebbe subito liberarsi. Per poi scoprire che questo giovane è dotato di un dono da sfruttare: è un superlativo campione di freccette. Il rapporto tra i due si consoliderà in un travaso di esperienze erienze pratiche di vita da un lato, e di sensibilità e generosità dall’altro. La linea che unisce questo film a Razredni sovražnik (Nemico di classe) di Rok Biček è il territorio, la Slovenia appunto: in una classe di un liceo arriva un insegnante autoritario, autorit che sconvolge la routine degli studenti innescando tensioni e conflitti. Quando una na delle studentesse commetterà un suicidio, l’insegnante verrà accusato dagli studenti di aver provocato la sua morte; ma di chi sono veramente le responsabilità e di chi c invece i meriti per aver tentato di capire un mondo giovanile così contraddittorio? Il film, f drammaticamente molto intenso, tocca temi sensibili come l’educazione e la crescita in un contesto complesso come quello scolastico. Le stesse dinamiche fra compagni pagni di scuola le ritroviamo nel sorprendente Återträffen (La riunione) dell’artista/performer svedese Anna Odell. Diviso in due parti, il film mette in scena nella prima una tipica riunione di ex compagni di scuola, una “festen” che diventa uno psicodramma ma quando ad entrare in scena è proprio Anna Odell, nel ruolo principale, che accusa i vecchi compagni di averle rovinato l’adolescenza riservandole un trattamento di sevizie ed Main Sponsor
emarginazione. Nella seconda parte la stessa regista mette in scena, come un documentario, il suo tentativo di far vedere il film che ha realizzato ai suoi veri compagni di classe. classe Ma qual è la realtà e cos’è la finzione in questo affascinante e appassionante esperimento concettuale? E i confini tra verità e finzione costituiscono anche il motivo centrale di un film sorpresa che verrà annunciato successivamente. Scollamento dalla realtà e incapacità incapac di affrontare i cambiamenti per le tre protagoniste del superbo film cileno prodotto dai fratelli Larraín, Las niñas Quispe (Le ragazze Quispe) di Sebastián Sepúlveda: isolate su un arido altopiano, tre sorelle allevano capre e producono formaggio, ripiegate ossessivamente nel ripetersi dei loro gesti quotidiani e impermeabili agli echi provenienti da un mondo lontano tano ma reale. La messa in discussione della loro condizione di vita provocherà un gesto estremo. Un film rigoroso ma sapiente, un titolo che costituirà una sicura sorpresa alla Mostra di quest’anno. Da un film dove ill territorio si fa personaggio ad un altro in cui il senso di un luogo viaggia in simbiosi con uno stile visionario e coraggioso: White Shadow (Ombra bianca) di Noaz Deshe - un regista apolide, nato a Jaffa ma che vive tra la Germania e gli Stati Uniti – racconta, sotto forma di una finzione mescolata ad un lavoro quasi documentaristico con attori non professionisti, la crudelissima piaga della persecuzione nei confronti degli albini nei territori africani. Siamo in Tanzania, Alias è un ragazzo albino che dopo aver assistito all’omicidio del padre e alla profanazione del suo corpo, cerca di sfuggire al proprio destino cercando di trovare il suo posto nel mondo. Il film è un coinvolgente viaggio a fianco dei suoi protagonisti, un lungo lavoro che il regista ha compiuto to avvalendosi di una co-produzione co italo-tedesca tedesca ma anche dell’appoggio di un attore sensibile come Ryan Gosling, che funge da produttore esecutivo. L’intolleranza, anche se di carattere diverso, è la linea che ci avvicina al nostro ultimo film in concorso, L’Armée du salut (L’esercito L’esercito della salvezza), salvezza , opera prima dello scrittore marocchino Abdellah Taïa.. Il film, emozionante e raffinato, è tratto dall’omonimo libro dello stesso Taïa, e racconta la vita dello scrittore-regista regista, da quando ragazzino in Marocco co prendeva consapevolezza consapevol della sua omosessualità in un contesto familiare e sociale difficile caratterizzato dal trionfo dei valori tradizionali, fino alla sua fuga in Europa grazie ad una borsa di studio in Svizzera che cambierà profondamente le sue prospettive. pro La letteratura, il linguaggio, il valore dell’arte nelle sue forme più varie, sono le linee che uniscono i film in concorso con i due eventi speciali di quest’anno. L’arte della felicità di Alessandro Rak, che apre fuori concorso la Settimana, Settimana è un film ilm d’animazione realizzato a Napoli da un gruppo di lavoro composto da giovani disegnatori, egnatori, fumettisti, musicisti e da un produttoreproduttore sceneggiatore illuminato.. Una storia che mescola spiritualità, buddismo buddismo e ricerca interiore con il vagabondaggio, in una na Napoli piovosa e invasa dall’immondizia, di un tassista ex musicista deluso che cerca la sua anima fra i ricordi e le presenze fantasmatiche del suo passato. Il valore della parola e l’importanza della cultura li ritroviamo nel commovente film di chiusura, diretto da un altro regista cileno: Las analfabetas (Le analfabete),, di Moisés Sepúlveda, S tratto da un lavoro teatrale interpretato dalle stesse attrici protagoniste del film (tra le quali la magnifica Paulina García di Gloria,, fresco Orso d’oro a Berlino), racconta l’incontro tra due donne d’età diverse, diversamente analfabete: la giovane Jackeline, analfabeta nei sentimenti, prenderà a cuore il reale analfabetismo della solitaria e testarda Ximena, insegnandole a leggere e a scrivere, ma anche a guardare finalmente al suo passato e ad aprirsi al futuro. Francesco Di Pace
Main Sponsor
L’ARMÉE DU SALUT (Salvation Army/L’esercito Army della salvezza) Francia-Marocco, 2013,, DCP, col., 84’
Regia: Abdellah Taïa. Sceneggiatura: Abdellah Taïa. Fotografia: Agnès Agnè Godard. Montaggio: Françoise Tourmen. Suono: Fanny Martin. Interpreti: Said Mrini (Abdellah giovane), giovane) Karim Ait M’hand (Abdellah adulto), Amine Ennaji (Slimane). Produzione: Hugues Charbonneau, Marie Ange Luciani (Les films de Pierre), Philippe Martin (Les ( films pelléas), ), Pauline Gygax, Max Karli (Rita Production), Frantz Richard (Ali N’Films).
A Casablanca Abdellah trascorre le giornate in casa, vivendo vive con il padre un rapporto conflittuale e di complicità, mentre in strada incontra uomini per occasionali rapporti sessuali. Durante una vacanza, il fratello maggiore Slimane, per il quale il ragazzo nutre una venerazione, lo abbandona. Passano dieci anni. Abdellah abita con l’amante svizzero Jean. Lascia il Marocco per Ginevra, ma decide di troncare la relazione e iniziare da solo una nuova vita. Trova riparo in una casa dell’Esercito della Salvezza, dove un ragazzo marocchino gli canta una canzone del suo idolo Abdel Halim Hafez.
L’esordio di Abdellah Taïa,, dal suo romanzo L’esercito della salvezza (Isbn Isbn), è sorprendente per rarefazione narrativa e formale. Descrive, Descrive, in una sorta di quattro atti, l’adolescenza e la prima vita adulta di un personaggio che forma, forma in un contesto sociale problematico, la sua identità e la sua omosessualità. Taïa mette in immagini la propria esperienza (il protagonista protagonist ha il suo stesso nome) in una storia dove i silenzi, gli sguardi, gli abbracci e le carezze, il suggerito e il non visto sono portati in evidenza ben più delle parole. parole Come le ambientazioni, anch’esse scarne fin quasi all’astrazione. I “quattro atti” (nella nella casa della sua famiglia; sulla spiaggia con i due du fratelli; “dieci anni dopo” per accennare la relazione fra lui e Jean; a Ginevra) sono altrettante tappe nella vita di un ragazzo deciso, con tutti i mezzi, a liberarsi del passato. Taïa abbandona Abdellah di fronte a un ri-inizio, mentre un giovane iovane marocchino gli canta cant la canzone che ama e ascoltava in un film di un maestro del cinema egiziano, Henri Barakat. Barakat L’Armée du salut è un mélo prosciugato, ma di quel cinema arabo custodisce tutta la dolcezza e la febbre.
Abdellah Taïa,, marocchino, 39 anni, è il primo scrittore arabo ad aver pubblicamente dichiarato la propria omosessualità. È l’autore di romanzi tradotti in diverse lingue, fra cui Une mélancolie árabe (2008), Le jour du roi (Premio Premio de Flore 2010) e Infidèles (2010).. L’armée du salut, s tratto dal libro omonimo dello stesso Taïa, è il suo primo prim lungometraggio di finzione. finzione
Main Sponsor
ÅTERTRÄFFEN (The Reunion/La riunione) Svezia, 2013, DCP, col., 83’
Regia: Anna Odell. Sceneggiatura: Anna Odell. Fotografia: Ragna Jorming. Montaggio: Kristin Grundström. Suono: Jan Alvemark, Martin Sandström. Sandstr Interpreti: Anna Odell (se stessa). Produzione: Mathilde Dedye (French Quarter Film). Coproduzione: Gunnar Carlsson (SVT), Mikael Frisell isell (Dagsljus Film Equipment).
Una riunione di ex-compagni compagni di scuola: vent’anni sono trascorsi dalla fine degli studi. Anna Odell, nei panni di se stessa, arriva tardi a quella simpatica cena. Ma le sue parole e accuse sono di fuoco. Contro il bullismo, le gerarchie, le sopraffazioni, le aggressioni, nel ricordo di un periodo doloroso in cui era sistematicamente evitata da tutti. Sarà di nuovo estromessa dal gruppo. Le questioni aperte sono: paura, identità, appartenenza, giustizia. Ma soprattutto, soprattut la verità. Per arrivarci, tutto cambia, perché il film diventa un altro film. In una finzione al quadrato, Anna vuole col secondo spiegare le ragioni del primo.
Mettiamola così: il film che vedete edete non è il film che vedrete. vedrete. Anna Odell chiede una certa cert disciplina emozionale congiuntamente alla curiosità cinematografica per questo suo tentativo di estrema intelligenza psicologica. Partiamo dalla fine, esemplare, bellissima: sul tetto con lei guardiamo altri tetti, e poi i viali alberati e le piazze e gli gli edifici, vestigia della società, della città e della natura. Lì dentro è avvenuta la riunione dei compagni di scuola: nove anni hanno trascorso insieme in classe, vent’anni abbastanza separati nella vita. Fatti spiacevoli si annidano. La stessa Anna dice di se stessa: “Qualcosa non funziona dentro di me, e come tutti voi anch’io volevo evitare Anna Odell”. Perché? Attenzione: questa volta Festen e i suoi derivati non c’entrano. The Reunion non è una confessione collettiva con la conseguente assunzione di torbide responsabilità. A 37 minuti e 57 secondi dall’inizio, Anna ci spinge dentro un altro film. Tutto quello che è stato prima, non è tutto quello che è adesso. E lei riprende il gioco da una diversa prospettiva. Il caos con cui si chiude la sezione 1 viene iene investigato nella sezione 2. La finzione di entrambe serve ad anestetizzare forse il dolore, non la verità di Anna. E le conseguenze che si porta dietro e dentro. Anche noi.
Anna Odell, nata nel 1973,, ha studiato in due delle più prestigiose scuole svedesi: il University College of Arts, Craft and Design e il Royal Institute of Art. Unknown Woman è il suo lavoro di diploma ed è stato presentato diffusamente in Scandinavia e a Parigi nel maggio 2013. Återträffen è il suo film ilm d’esordio e le speculazioni sul suo contenuto hanno attirato una considerevole attenzione già prima della presentazione del film.
Main Sponsor
LAS NIÑAS QUISPE (The The Quispe Girls/Le Girls ragazze Quispe) Cile-Francia-Argentina, 2013, DCP, col., 83’ 83
Regia: Sebastián Sepúlveda. Sceneggiatura: Sceneggiatura Sebastián Sepúlveda. Fotografia: Fotografia Inti Briones. Montaggio: Santiago Otheguy. Scenografia: Cristián Mayorga. Interpreti: Interpreti Digna Quispe (Justa), Catalina Saavedra (Lucía),, Francisca Gavilán (Luciana), Alfredo Castro (Fernando). Produzione: Juan de Dios Larraín, Pablo Larraín (Fabula). (Fabula) Coproduzione:: Marc Irmer, Irmer Diego Urgoiti-Moinot (Dolce Vita Films).
Le sorelle Justa, Lucia e Luciana Quispe conducono una vita solitaria sull’altopiano cileno allevando capre. Un visitatore porta loro notizia di una nuova legge che potrebbe stravolgere stravolge il loro stile di vita: questo fatto le porterà a mettere in discussione la loro stessa esistenza esiste e le trascinerà rà inesorabilmente verso una fine tragica. Basato su una vicenda realmente accaduta nel 1974.
La vita povera e dignitosa di tre sorelle sulle montagne del nord del Cile, allevando capre che conoscono a una a una. Un luogo isolatissimo, dove arrivano le voci voci delle leggi introdotte dalla giunta Pinochet e transita un timoroso fuggiasco dai capelli lunghi. Il lavoro duro e paziente, la semplicità, la consapevolezza, la rassegnata accettazione del loro destino, misero come quello del padre minatore o della sorella rella Maria morta a causa dell’inverno gelido. Il piccolo universo è travolto da eventi che accadono lontanissimo e dei quali giunge solo l’eco. Il tentativo di proteggersi da parte di queste donne, pervase da una spiritualità ancestrale, mentre la paura cresce. c Un racconto essenziale, scarno, partecipe. Un film che è insieme un dramma intimo e un western, calato in una natura forte e impotente. Tre donne che avevano rinunciato a tutto, anche all’amore, che decidono di non arrendersi alla dittatura e all’incombente all’incombente fine del loro mondo e si ribellano in un gesto folle e lucidissimo. Cinema di silenzi, di pochi dialoghi ripetuti come una litania, senza musiche, con un crescendo drammaturgico implacabile e un finale che non si cancella. Un esordio maturo, rigoroso rigor e consapevole.
Sebastián Sepúlveda,, dopo 18 anni vissuti tra Europa e Sud America, ritorna in Cile nel 1990 per studiare Storia. In seguito studia montaggio a San Antonio de los Baños a Cuba e sceneggiatura alla Fémis di Parigi. Oltre a lavorare come sceneggiatore e montatore, nel 2008 dirige il documentario El Arenal. Las niñas Quispe è la sua opera prima.
Main Sponsor
RAZREDNI SOVRAŽNIK (Class Enemy/Nemico di classe) Slovenia, 2013, DCP, col., 112’
Regia: Rok Biček. Sceneggiatura: Sceneggiatura Nejc Gazvoda, Rok Biček,, Janez Lapajne. Lapajne Fotografia: Fabio Stoll. Montaggio: Janez Lapajne, Lapajne Rok Biček. Suono: Julij Zornik, Peter Žerovnik. Interpreti: Igor Samobor (Robert),, Nataša Barbara Gračner Gra (Zdenka), Tjaša Železnik eleznik (Saša), Maša Derganc (Nuša), Robert Prebil (Matiaž), Voranc Boh (Luka), Jan Zupančič (Tadej),, Daša Cupevski (Sabina). Produzione: Aiken Veronika Prosenc, Janez Lapajne (Triglav Film). Film) Distribuzione internazionale: Triglav Film.
Il rapporto tra il nuovo professore di tedesco e i suoii studenti si fa sempre più teso a causa di un’incolmabile differenza fra i loro modi di intendere la vita. Quando una studentessa si suicida, i compagni accusano l’insegnante di essere responsabile della sua morte. La realizzazione realiz che non tutto è bianco o nero arriverà troppo tardi. t
Un film tutto chiuso dentro un istituto scolastico che diventa un microcosmo della società. L’arrivo del professor Zupan, al posto dell’insegnante di tedesco Nuša che va in maternità, destabilizza una quarta superiore. Al posto di una docente comprensiva compr ne subentra uno rigido, severo, impassibile, in apparenza duro, che vuole “creare persone”. Quando la timida Sabina si suicida, il giorno dopo un duro colloquio con il professore dal quale era uscita in lacrime, i compagni accusano Zupan di esserne la causa. La ribellione in classe cresce fino alla resa dei conti, che coinvolge anche i genitori. Un film solido, con una sceneggiatura impeccabile, attori perfetti, con caratterizzazioni molto precise. Una storia sull’adolescenza, con i suoi slanci e le sue contraddizioni, sull’elaborazione del lutto e sulla perdita. Una metafora di una Slovenia incapace di fare i conti con se stessa, refrattaria all’autorità e allo stesso tempo intollerante rispetto ai diversi. Insieme una riflessione sulla scuola, sui modelli odelli educativi, sul ruolo degli educatori, sulla famiglia e anche sul nazismo e ciò che oggi si intende per nazista. Una pellicola che avvolge e coinvolge, dove nulla è di troppo.
Rok Biček nasce nel 1985 a Novo Mesto, Slovenia. Si laurea presso l’Università di Lubiana e entra nel mondo del cinema partecipando a PoEtika, seminario di regia di Janez Lapajne. I suoi cortometraggi – Življenje (Life,, 2004), Družina (The Family, 2007), Dan v Benetkah Bene (Day in Venice, 2008), Lov na race (Duck Duck Hunting, Hunting 2010), Nevidni prah (Invisible Dust,, 2010) – hanno ricevuto premi in numerosi festival. Razredni sovražnik s è il suo lungometraggio di esordio.
Main Sponsor
WHITE SHADOW (Ombra bianca)) Italia-Germania-Tanzania, 2013, DCP, col., 115’ 115
Regia: Noaz Deshe. Sceneggiatura: Sceneggiatura Noaz Deshe, James Masson. Fotografia: Fotografia Armin Dierolf, Noaz Deshe. Montaggio:: Xavier Box, Robin Hill, Noaz Deshe, Nico Launen. Launen Musiche: James Masson, Noaz Deshe. Scenografia: Scenografia Smith Kimaro, Deepesh Shapreiya. Costumi: Caren Miesenberger, Sandra Leutert. Suono: Suono Elie Chansa. Interpreti: Hamis Bazili (Alias), James Gayo (Kosmos), Glory Madgalena Cyril Mbaywayu (Antoinette),, Salum Abdallah (Salum), Tito David Ntanga (Padre), Riziki Ally (Madre), James D. Salala (Adin), John Samuel Makipunda (Anulla). Produzione: Asmara Films, Shadoworks, Mocajo Film. Produttori: Ginevra Elkann, Noaz Deshe, Francesco Melzi d’Eril. Produttori esecutivi: esecutivi: Ryan Gosling, Stefano Gallini-Durante. Gallini Produttori associati: Matteo Ceccarini, Eva Riccobono, Luigi De Vecchi, Vecchi, Depart Foundation, Andreas Hemmelsheim, Vanessa Ciszwevski, Babak Jalali. Coproduzione:: Chromosom Filmproduktion, French Exit, Phantasma Film, Reel2Real. Coproduttori: Alexander ander Wadouh, Mathias Luthardt.
In Tanzania ania dal 2008 gli albini sono dei perseguitati. Medici “stregoni” offrono ingenti somme per comprarsi parti del corpo degli albini per crearne pozioni magiche. Dal 2008 al 2010 si sono consumati oltre 200 omicidi ispirati a questo tipo di stregoneria. Questa Questa è la storia di Alias, un ragazzino albino che dopo aver assistito all’assassinio del padre viene mandato dalla madre in città, nella casa dello zio Kosmos, a cercare rifugio. Vendendo occhiali da sole, dvd e cellulari, il ragazzo non tarderà a provare sulla ulla propria “pelle” le difficoltà della della vita e dell’essere diverso.
Un berretto, un lenzuolo nero in testa, lunghi guantoni sulle mani. Coperto da capo a piedi, Alias si nasconde: in quel segmento del continente nero nero non c’è spazio per la pelle candida. La sua vita deve tradursi in un’ombra bianca. “Gli albini non muoiono, muoiono, semplicemente scompaiono”, giustifica un detto diffuso in Tanzania dove la barbarie omicida sugli albini non accenna ad arrestarsi. Un rituale efferato quanto misterioso che riesce a imporsi imporsi tra le contraddizioni di un’Africa intimamente caotica. Con macchina a mano, inquietudini sonore, tagli di luci abbacinanti a spaccare oscurità che odorano di eterno, Noaz Deshe penetra il Caos di qualcosa che non pretende di “comprendere” bensì “osservare” servare” mettendosi in gioco fino in fondo. E dunque assume il punto di vista frammentato di Alias, da ombra vagante a sintomo di una diversità che disturba, un essere umano nutrito dalla volontà ferrea di vivere, di resistere oltre il non-senso non di cui è testimone estimone e possibile vittima. White Shadow è un debutto di straordinaria potenza. potenza
Noaz Deshe, artista e filmmaker, vive tra Berlino e Los Angeles. Ha composto la colonna sonora di Frontier Blues, film d’esordio del regista r iraniano Babak Jalali. La sua graphic novel We Never Meet Again è in attesa di pubblicazione. White Shadow è la sua opera prima.
Main Sponsor
ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMO (Zoran, My Nephew the Idiot) Italia-Slovenia, Slovenia, 2013, DCP, col., 103’ 103
Regia: Matteo Oleotto. Sceneggiatura: Sceneggiatura Daniela Gambaro,, Pierpaolo Piciarelli, Marco Pettenello, Matteo Oleotto. Fotografia: Ferran Paredes Rubio. Rubio Montaggio: Giuseppe Trepiccione. Trepiccione Musiche: Antonio Gramentieri per Sacri Cuori. Cuori Suono: Emanuele Cicconi. Scenografia: Vasja Kokeli, Anton Spacapan. Interpreti: Giuseppe Giuse Battiston (Paolo), Teco Celio (Gustino), (Gustino) Rok Presnikar (Zoran), Marjuta Slamic (Stefania), (Stefania) Roberto Citran (Alfio),, Riccardo Maranzana (Ernesto), Jan Cvitokovic (Jure),, Ariella Reggio (Clara). Produzione: Igor Prinčič (Transmedia Transmedia). Produttore esecutivo: Ognjen Dizdarevic. Coproduzione: Miha Cernec (Staragara Staragara), Arch Production. Distribuzione internazionale:: Slingshotfilms. Slingshotfilms Distribuzione italiana:: Tucker Film. Film
Paolo, quarant’anni, inaffidabile e dedito al piacere del buon vino, vive in un piccolo paesino vicino a Gorizia. Trascina le sue giornate nell’osteria del paese e si ostina in un infantile stalking stalk ai danni dell’ex-moglie. Un giorno, inaspettatamente, si palesa suo nipote Zoran, uno strano sedicenne cresciuto sui monti della Slovenia. Paolo dovrà prendersi cura del ragazzino e ne scoprirà una dote bizzarra: è un vero fenomeno a lanciare le freccette. Questa per Paolo è l’occasione giusta per prendersi una rivincita vincita nei confronti del mondo. Ma sarà tutto così facile?
“Il vin fa alegria, l’acqua xè il funeral; chi lassa il vin friulan, xè proprio un fiol d’un can”. Il massiccio Paolo Bressan lo sa bene: questi versi intonati dal coro del suo paese, lui li ha messi in pratica tutta la vita. Infatti beve, tanto. Ma la zia Anja, diventata polvere, ha in serbo una sorpresa che si chiama Zoran Spacapan, un nipote che scemo appare, e non sarà. Matteo Matt Oleotto traccia un amabile ritratto di una comunità friulana, in cui ci sono molti bicchieri, tenuti in mano per sedare solitudini e disincanti. In questa “tranche de vie” italo-slovena italo slovena si sorseggia, si gioca, si canta, si cerca. E si fugge: dalla vita, dal passato, dalle responsabilità, dall’amore. Come fa Paolo. Mentre il nipote alla Harry Potter, ma senza bacchetta magica, scivola nella penombra difendendosi con un’innocenza un po’ squilibrata, come il suo parlare italiano, insinuandosi nelle derive quotidiane q dello zio. Oleotto prende spunto dalla polifonia corale delle sue terre per scrivere sul pentagramma della vita una rapsodia che ha il profumo aspro del mosto prima, lo spessore corposo di un buon vino rosso poi. E in questo liquido esserci di Paolo Paolo e di Zoran, ciascuno sente il richiamo di un paesaggio interiore forse perduto, insieme a un desiderio di vivere, di esserci, di sorridere.
Matteo Oleotto,, nasce a Gorizia nel 1977. Nel 2011 si diploma come attore presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nino Nino Pepe” Pepe di Udine e nel 2005 come regista presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. I suoi cortometraggi hanno ricevuto premi in tutto il mondo. Ha lavorato anche come regista per programmi televisivi e spot commerciali; è stato coproduttore, aiuto-regista regista e attore in Nonna si deve asciugare di Alfredo Covelli e attore coprotagonista in Lezioni di Cioccolato di Claudio Cupellini. Sta lavorando al suo secondo film e, nel tempo libero,, si occupa di vino gestendo la vigna di famiglia.
Main Sponsor
Film di apertura – Evento Speciale Fuori Concorso oncorso
L’ARTE DELLA FELICITÀ (The Art of Happiness) Happiness Italia, 2013, DCP, col., 82’
Regia: Alessandro Rak. Sceneggiatura: Sceneggiatura Alessandro Rak,, Luciano Stella. Stella Montaggio: Marino Guarnieri. Character design:: Alessandro Rak, Dario Sansone. Sansone Musiche: Musiche Antonio Fresa, Luigi Scialdone. Suono:: Luigi Scialdone, Giancarlo Rutigliano, Stefano Grosso. Grosso Voci: Leandro Amato (Sergio), Nando Paone (Alfredo), (Alfredo) Riccardo Polizzy Carbonelli (Speaker radiofonico), radiofonico) Renato Carpentieri (Zio Luciano), Jun Ichikawa (Antonia), Lucio Allocca (Padre di Sergio e Alfredo), Alfredo) Patrizia di Martino (Erika) . Produzione: Produzione Luciano Stella (Big Sur srl) in collaborazione con Mad Entertainment, Rai Cinema e Cinecittà Luce, Luce, in associazione con Aleteia Communication e Romagnosi 2000 ai sensi delle norme sul Tax Credit. Produttore esecutivo: Luciano Stella. Distribuzione italiana: Istituto Luce Cinecittà. Due fratelli. Due continenti. Due vite. Una sola anima. Sotto un cielo plumbeo, tra i presagi apocalittici di una Napoli all’apice del suo degrado, Sergio, un tassista, riceve una notizia che lo sconvolge. Niente potrà più essere come prima. Ora Sergio si guarda allo specchio e quello che vede è un uomo di quarant’anni, che ha voltato le spalle alla alla musica e si è perso nel limbo della sua città. Mentre fuori imperversa la tempesta, il suo taxi comincia ad affollarsi di ricordi, di speranze, di rimpianti, di presenze. Prima o poi la pioggia smetterà di cadere ed il cielo si aprirà. E da lì verrà la fine. ine. O tornerà la musica. “Il vivere è soltanto percezione ed il morire solo un modo di cambiare” dichiara Alessandro Rak nelle note di regia di questo suo sorprendente film d’esordio: ma fra la percezione e il cambiamento, fra il vivere e il morire, la nostra felicità risiede nel riscontrare che l’esperienza artistica di un gruppo di giovani fumettisti, disegnatori, musicisti musicisti può essere di altissimo livello anche in una città difficile come Napoli, in un territorio spesso considerato devastato e dove la cultura è esposta all’apocalisse del degrado. Un’altra vita è possibile e un altro cinema è possibile, se questo film d’animazione mazione per adulti emoziona e stupisce, ti conduce per mano in un mondo che mescola realtà e fantasia, spiritualità e materialità metropolitana, partitura verbale e musicale. In una città battuta da una pioggia incessante che sommerge le montagne di immondizia immond che invadono le strade e inasprisce fino alla ribellione gli animi e le anime di chi ancora cerca di opporsi all’ineluttabilità del destino, Sergio, taxi driver ma ex pianista, va alla ricerca della sua, di anima. Un’anima persa quando la sua vita si è fatta rimpianto, ricordo, delusione e attesa di un ritorno. Ma l’irruzione delle presenze fantasmatiche che animano il suo taxi e un’immaginaria quanto paventata eruzione del Vesuvio, lo porteranno forse all’inizio di una nuova vita. Alessandro Rak è un n regista e fumettista napoletano. Direttore artistico dello special tv in animazione prodotto da Rai Fiction Il principe di Sansereno e il mistero dell’uovo di Virgilio, Virgilio è anche autore deii cortometraggi in animazione Va’, Looking Death Window indow e Again, vincitori di numerosi premi. Ha a realizzato i videoclip animati 'O sciore e 'o viento dei Foja, La paura dei Bisca e Kanzone su Londra dei 24 grana. grana È autore dei fumetti A Skeleton Story, Story Bye bye jazz, Zero or One e Ark. L’arte della felicità è il suo primo lungometraggio. Main Sponsor
Film di chiusura – Evento Speciale Fuori Concorso oncorso
LAS ANALFABETAS (Illiterate/Le /Le analfabete) a Cile, 2013, DCP, col., 73’
Regia: Moisés Sepúlveda. Sceneggiatura ceneggiatura: Pablo Paredes, Moisés Sepúlveda. Sepúlveda Fotografia: Arnaldo Rodríguez. Montaggio: Rodrigo Fernández. Fernández Musiche: Cristóbal Carvajal.. Suono: Matías Valdés. Scenografia: Nicole Guzmán. Interpreti: Interpreti Paulina García (Ximena), Valentina Muhr (Jackeline). Produzione: Fernando Bascuñán (Planta). (Planta) Coproduzione:: Florencia Larrea, Larrea Alicia Scherson (Kine Imagenes). Distribuzione internazionale: internazionale Habanero Film Sales. Ximena vive sola per mantenere il proprio analfabetismo segreto. Jackeline, Jackel insegnante disoccupata, si offre di leggerle le notizie della giornata. Vorrebbe anche insegnarle a leggere ma la cosa sembra impossibile fino a quando non trova una lettera che che Ximena ha ricevuto dal padre prima che questo l’abbandonasse. l’abbandonasse Il mistero di questa lettera creerà tra le due donne donn un rapporto molto intenso in cui i ruoli spesso risulteranno invertiti. Una donna e un universo di segni misteriosi. Li vede ovunque, stampati su libri, giornali e cartelli stradali. Persino sui muri, a caratteri cubitali. Ed è consapevole di essere tra i pochi a non saperli decifrare, perché lei, Ximena, è analfabeta. Ha deciso di restare tale praticando una scuola “alternativa”, fatta di immagini, suoni, sapori, sensazioni e solitudine. Perché mettersi in gioco nel dialogo con una giovane letterata tterata ma inesperta della vita e scoprire una verità che potrebbe ferirla? È forse questa la domanda che ha spinto il giovane mago-filmmaker mago filmmaker Moisés Sepúlveda Sep ad esplorare l’immacolato regno di queste due donne, diversamente magnifiche, il cui scambio di “saperi” offre re la reciproca occasione di una nuova visione del mondo. Già pièce acclamata sui palcoscenici in patria per la firma di Pablo Paredes, Las Analfabetas mette in campo i grandi temi esistenziali tradotti in levità da commedia. Protagoniste assolute, anche nella n versione teatrale, la giovane Valentina Muhr e soprattutto Paulina García, star cilena e non solo grazie al trionfo berlinese di Gloria per il quale si è aggiudicata l’Orso d’argento lo scorso febbraio. febbraio Moisés Sepúlveda nasce nel 1984 e si laurea alla Arcis University di Santiago in regia e sceneggiatura. In parallelo agli studi, ha lavorato per dieci anni come prestigiatore professionista, partecipando a diversi convegni nazionali e internazionali. Ha scritto e diretto video musicali, corti e serie tv. Sta lavorando al suo secondo film Sed, la historia detrás del fraude. Las analfabetas è la sua opera prima.
Main Sponsor