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LAVOROTURISMO.IT
from Cifo_Nov21
Oscar Galeazzi amministratore Lavoroturismo.it
Quanti lavori perdi a causa del CV senza età?
Il CV senza indicazione dell’età si è diffuso rapidamente, tanto da superare in molti casi quelli che la riportano. Si tratta di un fenomeno inaspettato per rapidità e percentuali di diffusione. Sembrava una tendenza relegata ad alcuni settori, per alcuni ruoli e fasce d’età; non è così. La mia posizione in merito è assolutamente contraria: nel curriculum vitae, l’età deve essere indicata. Sull’altare del politicamente corretto si stanno sacrificando una serie di assiomi che fino a pochi anni fa sembravano fondamentali e indiscutibili. Non si può negare che il sistema vada verso posizioni sempre più restrittive e – teoricamente – rispettose e protettive della persona. Però, troppo spesso, ci si scorda che a subirne gli effetti di certe scelte e comportamenti sono le persone che si vogliono proteggere. Aggiungiamo poi che i selezionatori, adottano strategie per risalire all’età delle persone, in base agli anni dei diplomi, della laurea o altro, che nel contempo possono falsare di molto le informazioni. Quello che più stupisce, è che il CV senza data è molto utilizzato dalle persone giovani, che non solo non hanno nulla da nascondere, ma sono spesso le più esposte agli effetti negativi. Se l’azienda vuole assumere con un contratto di apprendistato, avere 29 anni o 30 fa una differenza enorme, non è discriminazione! Se una persona ha 30 o 40 anni, ci si attende esperienze e competenze molto diverse, oltre a un percorso professionale diverso. E siccome il CV-no età si combina spesso l’altro trend consolidato del CV-mono-pagina, l’enigmaticità delle informazioni aumenta. Avrà scritto tre esperienze
di lavoro perché non c’è spazio o perché sono le uniche?
La motivazione dell’omissione dell’età è legata all’eliminazione di questa informazione come fattore discriminante. Non nego che in alcuni casi questo sia vero, in particolare quando il selezionatore è l’imprenditore stesso o quando non è un professionista del ruolo. Ma molti blocchi e schemi mentali – fortemente presenti nel passato - sono decaduti o fortemente ridotti: l’età è
sempre meno discriminante nella scelta del can-
didato. In passato difficilmente vedevi il responsabile più giovane dei sottoposti; oggi questo tabù è quasi scomparso ovunque. Lo stesso dicasi per profili operativi come il cameriere, il barista… che a 40 anni iniziava a intravedere difficoltà di assunzione. Oggi queste difficoltà persistono, ma non sono tanto legate all’età quanto alla mancanza di competenze delle persone: che non si aggiornano, non parlano le lingue, non possiedono cognizioni tecniche… Il lavoro oggi è complesso, il tempo mai abbastanza: spiegami, quindi, perché dovrei perdere tempo per ottenere un’informazione che dovrei avere in un secondo. Inoltre, il fatto che molti dei CV che vengono spediti sono fuori target, obbligano il selezionatore a leggere velocemente i CV e scartare in pochi secondi quelli non allineati, per dedicare tempo ad approfondire quelli interessanti. Non mettere l’età può comportare: 1. predisporre male il selezionatore, più esposto a perdite di tempo e colloqui inutili; 2. aumentare il rischio di esclusione immediata; 3. aumentare la frustrazione derivante da colloqui inutili e/o svolti in modo rapido e superficiale, nel momento in cui il selezionatore si accorge di parlare con una persona non allineata alla ricerca.
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