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ACCOGLIENZA
from NIGRO CATERING
Autrice: Simona Vitali
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Case Sottane: nasce una comunità rurale in Alta Val Taro
Una possibilità, aperta a tutti, per tornare alle radici dell’accoglienza e della condivisione
Ci sono parole cariche di significato profondo come accoglienza, condivisione, che ricorrono di frequente nel nostro linguaggio quotidiano in modo trasversale, dalla vita privata al lavoro. Capiamo che hanno un peso importante nel nostro vivere ma spesso non riusciamo a dargli corpo come dovremmo.
Quante volte l’accoglienza che riserviamo o riceviamo è scarica, sbiadita oppure dopata, per-
cettibilmente un po’ finta e la condivisione non riesce così facile perché qualcosa non scorre, come se ci fossero degli intoppi ad una reale apertura... Ci hanno insegnato che ogni volta che perdiamo per strada qualcosa di importante è bene che facciamo qualche passo indietro per recuperarlo, riavvolgendo il nastro. Ciò che stiamo per raccontare è un progetto in corso d’opera, certamente il più estremo, forte e coraggioso fra quelli che sono gravitati da queste pagine e che riteniamo sia utile conoscere,
dato che sarà accessibile a tutti, per quel bisogno di alimentare la nostra vita, personale o professionale che sia, che prima o poi fa capolino e ci chiama a rapporto. L’intenzione è quella di ricreare una comunità rurale in un borgo il cui insediamento originario pare che risalga addirittura al 1400, denominato Case Sottane, nell’alta Val Taro (PR) - composto da nove edifici in pietra, una stalla di 660 mq e una barchessa di 400 mq, senza contare l’estensione dei terreni agricoli e del bosco circostante - abitato fino agli anni ’50 da famiglie di agricoltori, poi parzialmente ristrutturato in tempi piuttosto recenti dalla nuova proprietà, per cadere infine in stato di abbandono, inghiottito da piante e rovi.
Un luogo praticamente dimenticato ma di cui qualcu-
no da alcuni anni stava andando alla ricerca, perché aveva in testa un progetto ben preciso da realizzare, che non ha a che fare col mero ripopolamento di un borgo abbandonato (magari incentivato dalla vendita di case a basso prezzo, iniziativa comunque lodevolissima) ma
con un “disegno” ancora più importante aperto all’intera collettività.
Gioivanni Codeluppi e Alessandra Zerbini
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Un primo passo
Per comprendere questo “disegno” è necessario che partiamo da quella che, 27 anni fa, è stata la scelta di lavoro e di vita di Giovanni Codeluppi e della moglie Alessandra Zerbini, con l’abbandono di un lavoro dipendente, lui come serigrafo e lei come infermiera presso uno studio dentistico, per avviare un’azienda agricola, Terra e sole, a Collecchio (PR), dove dedicarsi alla coltivazione di frutta e verdura, con il metodo dell’agricoltura biologica, a quell’epoca ancora in fase embrionale. Ad animarli anche un desiderio di accoglienza sociale, per cui – già dopo il primo anno di attività - non hanno tardato ad ospitare in diurno un ragazzo di una comunità di minori, perché la sua giornata fosse impegnata. A lui sono seguite altre persone in difficoltà per i più svariati motivi, in accordo con i servizi socio-sanitari del territorio, per un percorso riabilitativo della durata di tre anni. Intanto la produzione di ortaggi e frutta, unitamente a una selezione di prodotti di altre aziende del territorio, ha trovato il suo naturale sbocco in un piccolo spaccio nell’azienda e pure nel mercato settimanale del paese, divenendo nella zona un riferimento di qualità. Il meglio forse non era stato previsto: quell’azienda agricola è divenuta, visti i buoni risultati ottenuti con l’accoglienza, Fattoria sociale e quindi si è dedicata ancora di più all’accoglienza sociale - arrivando ad
ospitare in diurno una quindicina di “persone in difficoltà” (come le definiscono Giovanni e Alessandra, che amano pensare che quella difficoltà, di diversa natura, non le caratterizzerà per un tempo infinito) tutte coinvolte, a seconda delle possibilità, nell’attività della fattoria. E già questo è un passaggio notevole perché siamo bravi a parcheggiare persone in strutture ma è il lavoro in un tessuto di vita ordinario che le nobilita, e sono sempre troppo poche le realtà dedicate a questo. La cosa ulteriormente sorprendente è che Terra e sole si è inoltre palesata come un luogo dove si vivono rela-
zioni positive in senso più ampio. L’accoglienza non è rimasta vincolata solo ai servizi sociali ma si è aperta, in modo naturale, a 360°. “Ci sono persone del luogo, un po’ sole – racconta Giovanni - che hanno iniziato a venire qui con noi per stare in compagnia. Ma anche clienti che si sono veramente affezionati ai ragazzi (in alcuni casi un po’ cresciuti!) con cui si intrattengono, prolungando il momento della spesa. Una sorta di appuntamento atteso da entrambi”.
Un altro passo: il più grande
È il 2012 quando Giovanni e Alessandra sentono che è giunto il momento di fare un altro passo:
condividere la propria esperienza quotidiana insieme ad alcuni amici, in una dimensione più grande,
una comunità, per cui iniziano a perlustrare l’appennino parmense alla ricerca del posto giusto. “Dopo diverse valutazioni finalmente cinque anni fa arriva la soluzione, grazie all’amico Guido Sardella – racconta Giovanni - che ci porta a visitare un borgo rurale in stato di abbandono vicino a Porcigatone, frazione di Borgotaro (PR). Ricordo ancora l’energia che ho avvertito entrando in quel luogo, con un panorama che mi ha stregato e fatto dire ‘questo è il posto giusto’. È arrivato così il momento di strutturarci, per cui creiamo l’As-
sociazione di Promozione Sociale e culturale Case
Sottane, potendo contare sul supporto di persone, che pure entrano in associazione, mettendo a disposizione la propria professionalità ed esperienza per la causa. A quel punto prendiamo contatto con la proprietà di Case Sottane, una famiglia di Mantova, che anni prima aveva iniziato un’operazione di ristrutturazione, per un progetto di accoglienza turistica poi interrotto per cause di forza maggiore. Dopo un anno di trattative concordiamo un contratto d’affitto per 36 anni.
La visita a Case Sottane: un progetto che si concretizza sotto gli occhi
Ci portiamo in quota, in Alta Val Taro e saliamo per una dozzina di km fino a Porcigatone per poi prendere una strada stretta che scende costeggiando poche case abitate e poi un prato verdissimo, dove pascolano cavalli bardigiani con tre cani che gli fanno la guardia, un quadretto inusuale e bellissimo. Più oltre, dove la strada finisce e regna incontrastata la natura, troviamo un cancello con affissa a lato una grande mappa, che ritrae, in modo naif, il complesso di Case Sottane: quadrotti rossi, ben nove, che stanno per gli edifici, numerati in bianco e dislocati lungo un asse intorno a cui sono distribuite macchie verdi (le piante) come a dire “ecco cosa state per vedere”. Una legenda a lato spiega la funzione di ciascuna struttura, dando già percezione di come il progetto sia multiforme. Giovanni scende dell’auto e ci indica con il dito un complesso di case più in alto, in lontananza “vedete, quello è Porcigatone, l’abitato principale, a cui questo sta sotto, ecco il perché di Case Sottane” e poi volge lo sguardo agli edifici in pietra che ci appaiono davanti agli occhi: “il primo sarà adibito all’accoglienza turistica, il secondo a residenza, quello accanto a biblioteca e sala studio, il quarto è una sala comune bellissima che possiamo mettere a disposizione, oltre che per noi, anche per incontri/ iniziative esterne. Naturalmente avremo anche qui, come a Terra e Sole, un punto vendita con i nostri prodotti. Quella che vedete più oltre è un’altra struttura adibita all’accoglienza. E poi arriviamo a ciò mi ha fatto innamorare davvero di questo luogo: l’edificio che diventerà refettorio, con una terrazza che guarda al crinale appenninico, dove si distingue bene passo della Cappelletta e passo del Bocco: appena oltre c’è la Liguria. Laggiù invece ci verrà un magazzino per gli attrezzi. Non va dimenticato che c’è poi una stalla di 600 mq, 60 ettari di terra e 120 ettari di bosco”.
In questo luogo condivideranno un percorso di vita e di lavoro persone che riconoscano la solidarietà, il rispetto della persona umana di qualsiasi provenienza, estrazione sociale e religione, la tutela dell’ambiente, l’accoglienza come valori irrinunciabili di una comunità.
Nello specifico saranno cinque famiglie che vi abiteranno stabilmente. Ci sarà poi un’accoglienza residenziale per otto persone in difficoltà (il residenziale sarà la vera novità rispetto a Terra e Sole) e un’accoglienza diurna per altre 15, impegnate in un tirocinio formativo, finalizzato all’inserimento lavorativo, come da tanti anni fanno a Terra e Sole. “Accoglieremo quello che sarà alla nostra portata - precisa Giovanni - Non siamo una comunità terapeutica
ma una comunità di famiglie che accoglie persone, le quali avranno beneficio dallo stile di vita della comunità stessa”.
Verrà poi attivata un’accoglienza turistica con 23 posti letto. La comunità sarà caratterizzata da uno stile di vita molto ordinario: tutte le persone che vi abiteranno saranno impegnate, a vario titolo, a portare avanti le attività rurali connesse a questo luogo e di questo vivranno (attività agricole di allevamento e coltivazione, laboratorio di panificazione, laboratorio di trasformazione, accoglienza turistica...). Verrà attivato un refettorio comune che funzionerà anche da ristorantino rurale per gli ospiti. Un laboratorio attiguo consentirà la produzione di pane e prodotti da forno e pure di succhi, confetture e infusi.
Succede che una meta tanto agognata su cui non si è mai persa la motivazione, nonostante la consapevolezza
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di un lungo percorso, diventi all’improvviso più vicina, come se si fosse imboccata una discesa, ad accorciare notevolmente le distanze. Sono giorni di gioia grande per tutti i sostenitori di Case Sottane, che hanno appreso da pochissimo che il progetto ha vinto il bando PNRR per le architetture rurali, segno che è stato ritenuto buono e ben articolato. Giovanni Codeluppi lo comunica sul suo profilo Facebook, non mancando di ringraziare le tante persone che hanno saputo esserci, ognuno mettendoci del proprio e assicura “ora continuiamo il lavoro con forza e decisione nel raggiungere il nostro obiettivo”. A partire dal primo step che contempla il completamento di quattro delle strutture per consentire alle prime due famiglie di insediarsi e di ospitare stabilmente due dei ragazzi in residenziale oltre ad attivare l’accoglienza turistica.
Chi potrà beneficiare dell’ospitalità di Case Sottane
Tutti! È un luogo aperto che non si pone alcuna preclusione. Potranno farlo i singoli, desiderosi di vivere qualche momento di stacco in solitaria piuttosto che condividendo il quotidiano della comunità. Alle aziende sarà data l’opportunità di organizzare per i propri dipendenti team building di uno o più giorni, grazie alla possibilità dell’accoglienza turistica, coinvolgendoli nelle attività rurali o nei laboratori di panificazione o trasformazione, per rinsaldare lo spirito di gruppo e rendere più fluide le relazioni, come accade ogni volta che viene lasciato emergere il lato più umano delle persone. Ci sarà inoltre a disposizione una struttura completamente dedicata a riunioni, incontri, corsi di formazione e sempre, in tutti i casi, il momento conviviale condiviso con tutta la comunità lì insediata. I ristoratori, gli osti, gli albergatori potranno invitare il proprio staff a calarsi in una dimensione in cui l’accoglienza nell’accezione più vera la si si respira nell’aria, anche soltanto trascorrendo una giornata nella pace di quel luogo, guardandosi intorno, intrattenendosi a parlare con chi vive lì e sperimentando il piacere della condivisione di un pranzo frugale.
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