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Siddhi online Periodico di Buddhismo Mahayana dell’Istituto Lama Tzong Khapa Anno I - n. 1 - Luglio 2015

Buon compleanno al Dalai Lama Tenzin Gyatso!

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Avalokiteshvara, il Buddha della Compassione

Significato e storia della statua Avalokiteshvara (sanscrito), Guanyin (cinese), Kannon (giapponese), Cenresig (tibetano), Nidubarüsheckchi (mongolo), e altri numerosi nomi ed epiteti nelle varie lingue asiatiche, non sono altro che modi diversi di nominare la rappresentazione visiva della compassione di tutti i buddha dei tre tempi. Il Buddha della Compassione è diffusamente venerato il tutto mondo buddhista. Egli è quindi Il Signore che guarda, Il Signore del mondo, Colui che osserva con lo sguardo fermo, e per i tibetani Colui che guarda continuamente gli esseri viventi con l’occhio della compassione (In tibetano, -cen significa occhio; -re, continuità, -sig, guardare). Il suo mantra di sei sillabe, OM MANI PADME HUM, se recitato, purifica le emozioni afflittive degli esseri viventi. Il Buddha della Compassione è rappresentato simbolicamente in varie forme. L’aspetto a quattro braccia simboleggia solo alcune delle sue innumerevoli attività pacificanti. Le due mani unite al chakra del cuore, con il gioiello che esaudisce i desideri, esprimono l’aspirazione che tutti gli esseri siano protetti e liberi dalla sofferenza. L’altra mano destra regge un rosario di cristallo, per ricordarci di recitare il suo mantra. Nella mano sinistra regge lo stelo di un fiore di loto, a indicare la sua immacolata saggezza. La pelle di capriolo rappresenta la natura buona e compassionevole del bodhisattva. Sua Santità il Dalai Lama è considerato l’emanazione dell’essenza compassionevole di tutti i buddha,

la manifestazione di Cenresig in questo mondo. La storia della statua La statua del Buddha della Compassione fu concepita e realizzata nel 1996 dal premio Oscar Dante Ferretti, come parte della scenografia che ricostruiva il Palazzo del Potala a Lhasa, nel film “Kundun” di Martin Scorsese. La pellicola narra gli anni vissuti in Tibet da Sua Santità il Dalai Lama. Terminate le riprese, la statua rimase negli Atlas Studio, a Quarzazate, in Marocco, dove era stato girato il film. Nel 1999 l’artista Sonia Deotto fu incaricata di progettare e realizzare presso la Rotonda della Besana, a Milano, l’installazione artistica che avrebbe fatto da cornice alla visita di S.S. il Dalai Lama in Italia, a celebrazione del decimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. Il progetto consisteva nella realizzazione di uno spazio mandalico che presentasse la cultura sia spirituale che laica del popolo tibetano. Nel corso della progettazione emerse l’idea di utilizzare, come focus centrale del mandala, la statua di Cenresig creata per il film Kundun. Fu con non poca sorpresa che Sonia, avendo contattato Souheil Ben Barka, allora direttore 2 Siddhi online


Vedi http://www. iltk.org/it/istituto/ progetto-cenresig

del Centro Cinematografico del re del Marocco, si ritrovò a ricevere in donazione la statua che intendeva solo chiedere in prestito. Fu poi necessario organizzare un team di professionisti per il trasporto via terra sino a Casablanca e poi via mare sino a Genova e finalmente a Milano. Prima della partenza dal Marocco, la statua fu rimontata, con una calorosa risonanza partecipativa da parte della popolazione locale, in commemorazione del decesso del Re, avvenuto proprio in quei giorni. L’evento di Milano, “Tibet - Arte e Spiritualità” si inaugurò il 21 di ottobre 1999 e si concluse il 9 gennaio del 2000. In seguito, la statua venne custodita in successivi magazzini, mentre si esploravano varie possibilità di trovare un collocamento appropriato. Da ultimo, Beba Stoppani, discepola di Ghesce Ciampa Ghiatso, la ospitò nel deposito di un azienda di famiglia, dove la scultura, in fragile polistirolo e struttura interna in legno, continuò il lento deterioramento delle forme e dei colori causato da vari spostamenti.

Un elenco incompleto dei restauratori All’inizio, uno staff di esperti ha realizzato un pre-allestimento della scultura che, essendo di polistirolo con un’anima di legno, a causa del tempo e degli spostamenti non era affatto integra. Per questo particolarissimo e difficile restauro è stata messa a punto una tecnica ad hoc. Ha condotto ed effettuato il lungo lavoro Alessio Pazzini Di Sangiovanni, professionista scultore ed esperto di materiali moderni, diplomato al Magistero d’Arte, con esperienza ventennale in vari settori delle arti figurative e design, discepolo del ven. Tulku Gyatso Rinpoche e di altri qualificati maestri tibetani. Alessio è stato affiancato, all’inizio, da Franco Foli e Alfredo Alivesi, specialisti in resine e compositi; poi è stato assiduamente assistito da Thubten Sonam del Bum Niym Gompa e da Tashi Gyaltsen di Bylakuppe, tibetani; Elia Mantovani di Pomaia e sua moglie Chiara, insieme al pittore nepalese Ale (di Kathmandu), hanno pazientemente eseguito la difficile pittura arabescata del Buddha della Compassione secondo le regole tradizionali. Ci scusiamo di eventuali nomi dimenticati.

Nel giugno 2012, la statua fu proposta accoratamente all’Istituto Lama Tzong Khapa. La donazione è stata formalizzata dalla stessa Sonia Deotto, fondatrice del movimento per la Pace OraWorldMandala. All’Istituto, iniziò un lento e accurato restauro, arricchito dai consigli di Lama Monlam, esperto delle cerimonie e dell’iconografia tibetana, e fu completato in occasione della visita di Sua Santità il Dalai Lama, nel giugno 2014. Benedetta da chi è considerato dai buddhisti tibetani la manifestazione del Buddha della Compassione, la statua è rimasta nello stesso ampio prato dove era stata eretta la tenda per gli insegnamenti. 3 Siddhi online


I benefici della recitazione del mantra Om Mani Padme Hum di Lama Zopa Rinpoche I benefici di recitare il mantra del Buddha della Compassione sono infiniti, vasti tanto quanto lo spazio infinito. Anche se non avete una grande comprensione intellettuale del Dharma, anche se conoscete soltanto 1 “Om Mani Padme Hum”, la vita più felice è quella vissuta senza gli otto dharma mondani. Se vivete la vostra vita con un’attitudine pura, priva di attaccamento che si afferra alle cose di questa vita, e la trascorrete recitando Om Mani Padme Hum - questo mantra di sei sillabe che è l’essenza di tutto il Dharma - quello è il Dharma più puro. Sembra molto semplice e molto facile da recitare. Ma se pensate ai benefici non è per niente semplice. Qui spiego brevemente l’essenza dei suoi infiniti benefici. Recitare il mantra del Buddha della Compassione, anche solo una volta, purifica i quattro difetti del rompere i volti radice della liberazione individuale e i cinque karma negativi a 2 retribuzione immediata. Nei testi del tantra è detto che chi recita questo mantra otterrà le quattro qualità del rinascere nella terra pura di Buddha Amitabha o in altre terre pure; al momento della morte si vedrà il Buddha e nel cielo appariranno innumerevoli luci; i deva vi faranno offerte; non rinascerete mai più né come spiriti famelici né come animali o negli stati infernali,. Rinascerete nelle terre pure di Buddha o come essere trasmigrante felice. È detto che i discendenti di quella persona non rinasceranno nei reami inferiori fino a sette generazioni, questo a causa dal grande potere del mantra. Il corpo, infatti, è benedetto da chi 4 Siddhi online

Non c’è niente di più sciocco di non approfittare di questa grande opportunità. Di solito siamo continuamente distratti, sprechiamo le nostre vite, e in tutta l’esistenza non c’è niente che riusciamo a fare bene tranne usare questo perfetto corpo umano per creare solo sofferenza.


recita il mantra e visualizza se stesso/a nell’aspetto del santo corpo di Cenresig. In questo modo il corpo diventa molto potente, benedetto così tanto da influenzare la coscienza fino a sette generazioni successive, e ha come effetto che se anche si muore con un pensiero non virtuoso, non si rinascerà in uno stato inferiore. Quando una persona che ha recitato quotidianamente 10 male di Om Mani Padme Hum entra nell’acqua - in un fiume o in un oceano - l’acqua che tocca il suo corpo diventa benedetta e questa acqua benedetta purificherà tutti i milioni di miliardi di esseri senzienti che sono in quell’acqua. Questa persona, perciò, è di incredibile beneficio, perché salva gli animali che sono nell’acqua dalle più incredibili e insopportabili sofferenze dei reami inferiori. Quando una tale persona cammina per la strada, l’aria che tocca il suo corpo poi toccherà gli insetti: il loro karma negativo verrà completamente purificato e potranno avere una buona rinascita. In modo analogo, quando questa persona farà dei massaggi, le persone che vengono toccate purificheranno completamente il loro karma negativo. 1. Attaccamento al guadagno/avversione alla perdita. Attaccamento al successo/avversione all’insuccesso. Attaccamento alle lodi/avversione alle critiche. Attaccamento al piacere/avversione al dolore. 2. Voti della liberazione individuale: Non uccidere. Non rubare. Non tenere condotta sessuale scorretta. Non mentire. Non assorbire inebrianti. 5 karma negativi a retribuzione immediata: Uccidere la propria madre. Uccidere il proprio padre. Uccidere un arhat. Ferire un buddha fino al versamento di sangue. Produrre uno scisma nel Sangha.

Motivazione per la recitazione del Mantra

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Siddhi online Periodico di Buddhismo Mahayana dell’Istituto Lama Tzong Khapa Anno I - n. 1 - Luglio 2015

Cari lettori, ben arrivati! Dal 1983 al 2010 SIDDHI è stato il periodico su carta dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Adesso, con SIDDHI online, vogliamo continuare a offrire un panorama significativo dei temi fondamentali del buddhismo, così come ci sono stati tramandati dai numerosi Maestri qualificati che hanno parlato e parlano al cuore e all’intelligenza di moltissimi occidentali. L’insegnamento senza tempo di Buddha Shakyamuni è centrato sulla liberazione dalla sofferenza, sulla conquista della felicità indistruttibile e sulla realizzazione della natura di buddha che è in noi, tuttavia vi proporremo soprattutto gli argomenti della tradizione buddhista e le meditazioni iniziali che hanno a che fare anche con la conquista della serenità nella nostra vita quotidiana. Il nostro periodico online, inoltre, prevede servizi speciali su argomenti di attualità, interviste, segnalazioni librarie. Potrete consultare varie rubriche su scienza della mente, etica secolare, yoga, alimentazione, ecoambiente e altro. Questo numero 1 è dedicato a Sua Santità il XIV Dalai Lama, che il 6 luglio compie 80 anni!

Sommario Avalokiteshvara, il Buddha della Compassione p.2 I benefici della recitazione del mantra p.4 Presentazione e Fonetica p.6 Buon Compleanno al Dalai Lama Tenzin Gyatso! Omaggio e Breve biografia p.7 14 oceani di saggezza p.10 Canti di amore e di vita del 6° Dalai Lama p.14 Per un’etica secolare p.15 Un approccio etico alla protezione dell’ambiente p.18 La felicità e le sue cause p.19 Dizionario p.21 La FPMT e Lama Yeshe p.22 Chi è Lama Zopa Rinpoche? P.27 Lhungtok Choekhorling, monastero buddhista p.29 PLNPI: Progetto Liberazione nella Prigione- Italia p.31 Unione Buddhista Italiana p.33 NEPAL: la Terra degli Dei p.34 Ricostruire la vita del Nepal p.36 Proteggere i bambini p.40 Yeshe Norbu p.41 Stupa Onlus p.43

In redazione: ven.Siliana Bosa e upasika Adalia Telara Contattateci per commenti e suggerimenti siddhionline@iltk.it

Foto di copertina Piero Sirianni

Fonetica Per facilitarvi la lettura del tibetano e restare ai livelli migliori dell'editoria italiana del buddhismo, abbiamo adottato un sistema approssimativo di trascrizione mutuato da numerose opere anglofone tradotte. La pronuncia più difficile che incontrerete: che (si pronuncia ce, come in cena); ge (si pronuncia ghe, come in ghepardo); gy (si pronuncia ghi, come in ghianda): j (si pronuncia g dolce, come in gesto); w (si pronuncia u); ü (si pronuncia u molto stretto, come la u francese); ö (si pronuncia o molto stretto ,come deux in francese). Dove non sono di per sé leggibili, la trascrizione dei termini sanscriti si baserà su una pronuncia anglofona. 6 Siddhi online


Buon compleanno al Dalai Lama Tenzin Gyatso Che cosa significa esattamente il titolo onorifico “Dalai Lama”? “Per quanto mi riguarda, Dalai Lama indica la carica che ricopro. Io non sono altro che un essere umano e, per caso, un tibetano che ha scelto di diventare monaco buddhista” (Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama)

Breve Biografia del XIV Dalai Lama Leader spirituale del Tibet, Sua Santità il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, si descrive come un semplice monaco buddista.

L'omaggio di Lama Zopa Rinpoche “Sua Santità il Dalai Lama è il grande tesoro d'infinita compassione che abbraccia tutti noi esseri senzienti, una fonte inesauribile di beneficio e felicità, il rifugio perfetto. Noi siamo i fortunati discepoli in grado di vedere il suo santo corpo e ascoltare le sue sante parole ed egli è incomparabilmente gentile nei nostri confronti, più di quanto lo siano stati tutti i buddha del passato, del presente e del futuro. Nel Sutra del Loto Bianco è scritto: Una volta, mentre risiedeva nel Parco della Pianta del Latte, Buddha volse il viso verso nord e sorrise. Cinque raggi di luce emanavano dalle sue sopracciglia. Quando il bodhisattva Significativo da Guardare gli chiese perché, Buddha rispose: “Figlio di nobile lignaggio, c’è una terra del nord, conosciuta come il Paese delle Nevi, dove i buddha dei tre tempi non hanno ancora posato i loro santi piedi. Tuttavia, in futuro, il sacro Dharma vi si diffonderà e splenderà come il sole che sorge. Tutti gli esseri viventi di quelle terre saranno liberati dall’eccelso Avalokitesvara, che ha pregato per poterli conquistare ed educare al sentiero della liberazione e della piena illuminazione, permettendo loro di udire i nomi dei Tre Rari e Sublimi, prendere rifugio e ottenere i corpi di migratori felici. Egli ha pregato di poter conquistare così il Paese delle Nevi, per diffondervi e farvi fiorire tutto il santo Dharma per un lungo periodo di tempo. Il bodhisattva Significativo da Guardare altri non era se non l’attuale Dalai Lama, al quale Buddha Shakyamuni predisse la diffusione del Dharma in Tibet con le parole: In futuro, quando i miei insegnamenti saranno in declino in India, gli esseri senzienti del Paese delle Nevi saranno gli esseri che dovrai conquistare “. (Da una lode offerta a Sua Santità il XIV Dalai Lama da parte di Lama Thubten Zopa Rinpoche)

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E’ nato il 6 luglio 1935, da una famiglia contadina, in un piccolo borgo situato a Taktser, nell’Amdo, a nord-est del Tibet. Alla tenera età di due anni, il bambino, che era stato chiamato Lhamo Dhondup, fu riconosciuto come la reincarnazione del precedente 13° Dalai Lama, Thubten Gyatso. Si ritiene che i Dalai Lama siano manifestazioni di Avalokiteshvara (sansc.) o Chenresig (tib.), il Bodhisattva della Compassione e il patrono del Tibet. Il buddhismo mahayana considera i bodhisattva quali essere illuminati che hanno rinviato il tempo di ingresso nella dimensione del proprio nirvana e scelto di rinascere per servire l'umanità.

Sua Santità il Dalai Lama a Uluru, in Australia

Educazione in Tibet Sua Santità ha iniziato la formazione monastica all'età di sei anni. Il curriculum era composto da cinque materie maggiori e cinque minori. Le materie principali erano la logica, l'arte e la cultura tibetana, il sanscrito, la medicina e la filosofia buddista,


ulteriormente suddivisa in altre cinque categorie: Prajnaparamita , la perfezione della saggezza; Madhyamika, la filosofia della Via di Mezzo; Vinaya, il canone della disciplina monastica; Abidharma, la metafisica e Pramana, logica ed epistemologia. I cinque soggetti minori erano poesia, musica e teatro, astrologia e composizione. A 23 anni, nel 1959, Sua Santità sedette per il suo esame finale nel tempio Jokhang di Lhasa, durante l'annuale Festival delle Preghiere (Monlam). Ha superato la faticosa prova con il massimo dei voti ed ha ricevuto il grado di Geshe Lharampa, il titolo più elevato, equivalente a un dottorato di filosofia buddista.

Responsabilità di leadership Dopo l'invasione cinese del Tibet, nel 1949/50, Sua Santità è stato chiamato ad assumere in pieno il potere politico. Nel 1954 si recò a Pechino, per colloqui di pace con Mao Zedong e altri leader cinesi, tra cui Deng Xiaoping e Chou Enlai. Ma alla fine, nel 1959, con la brutale repressione delle truppe cinesi durante la rivolta nazionale tibetana a Lhasa, Sua Santità fu costretto a fuggire in esilio. Da allora ha stabilito la sua residenza a Dharamsala, nel nord dell'India .

di riunione e di movimento. Fornisce inoltre linee-guida dettagliate sul funzionamento dell'amministrazione tibetana rispetto a coloro che vivono in esilio. I tibetani in esilio, in India e in oltre 43 paesi, hanno eletto i membri del Parlamento in esilio, che a loro volta hanno votato i membri del nuovo Consiglio dei Ministri (Kashag). Nel settembre 2001, l'elettorato tibetano ha votato direttamente il Kalon Tripa , il ministro più anziano, o presidente del Consiglio dei Ministri. Dal momento dell’elezione diretta del Kalon Tripa, il sistema di governo del Ganden Phodrang, istituita fin dal V Dalai Lama, si è conclusa come autorità sia spirituale sia temporale. Da allora, Sua Santità si è lietamente definito come semipensionato. Il 29 Maggio 2011 Sua Santità ha firmato il trasferimento formale del suo potere temporale al leader democraticamente eletto. Questo ha portato a termine l'antica tradizione, durata 368 anni, del Dalai Lama come capo sia spirituale sia temporale del Tibet . Iniziative di pace Fin dal 21 settembre 1987, nel suo discorso ai membri del Congresso degli Stati Uniti a Washington, Sua Santità ha proposto un piano di pace in cinque punti per il Tibet come il primo passo verso una soluzione pacifica che arrestasse il peggioramento della situazione in Tibet. Il piano di pace conteneva cinque componenti di base: 1. Trasformazione di tutto il Tibet in una zona di pace. 2. Abbandono della politica di trasferimento in Tibet della popolazione cinese, che minaccia l'esistenza stessa dei tibetani come popolo. 3. Rispetto dei diritti umani fondamentali del popolo tibetano e delle libertà democratiche. 4. Ripristino e protezione dell'ambiente naturale del Tibet e fine, da parte della Cina in Tibet, della produzione di armi nucleari e dello scarico di rifiuti nucleari. 5. Avvio di seri negoziati sul futuro status del Tibet e delle relazioni tra il popolo tibetano e il popolo cinese.

Processo di democratizzazione Nel 1963, Sua Santità ha presentato un progetto di costituzione democratica per il Tibet, che è stata seguita da una serie di riforme per democratizzare l’organizzazione amministrativa tibetana in esilio. La nuova Costituzione Democratica, promulgata a seguito di questa riforma, è stata chiamata “l’Atto costitutivo dei tibetani in esilio". L’Atto sancisce la libertà di parola, di credo, 8 Siddhi online


Il 15 giugno 1988 in un discorso ai membri del Parlamento Europeo a Strasburgo, Sua Santità ha fatto un'altra proposta dettagliata, elaborando l'ultimo punto del piano di pace in cinque punti nella direzione di un autogoverno tibetano e dell’affido alla Cina della politica estera del Tibet. Riconoscimento universale Sua Santità il Dalai Lama è un uomo di pace. Nel 1989 è stato insignito del Premio Nobel per la Pace per la sua lotta non violenta per la liberazione del Tibet. Ha sempre sostenuto le politiche di nonviolenza, anche di fronte ad estrema aggressività. Inoltre è diventato il primo Premio Nobel riconosciuto per la sua preoccupazione per i problemi ambientali globali. Il Dalai Lama ha viaggiato in più di 67 nazioni di 6 continenti. Ha ricevuto più di 150 premi, lauree ad honorem, cittadinanze onorarie e altro, in riconoscimento del suo messaggio di pace e non-violenza, della comprensione interreligiosa, della responsabilità universale e compassione. E’ anche autore o co-autore di oltre 110 libri.

che devono decidere se il lignaggio delle reincarnazioni del Dalai Lama debba continuare anche in futuro. Tuttavia è vero che, in assenza di chiare linee-guida, anche se le persone interessate esprimeranno un intenso desiderio che il lignaggio dei Dalai Lama continui, vi è comunque un rischio evidente di interessi politici acquisiti, che abusano del sistema delle reincarnazione per assecondare i propri programma politici. Pertanto, il 24 settembre 2011, sono state redatte delle linee-guida chiare per riconoscere il prossimo Dalai Lama, in modo che non ci sia spazio a dubbi o inganni. Sarà chiaro che, a parte la reincarnazione riconosciuta attraverso tali metodi legittimi, nessun riconoscimento o accettazione deve essere dato a un candidato scelto per fini politici da parte di chiunque, compresi quelli della Repubblica Popolare Cinese. (Libero adattamento dalla biografia ufficiale in www.dalailama.com. La lunga lettera su questo ultimo argomento, scritta personalmente da Sua Santità, verrà pubblicata prossimamente su Siddhi Online).

Mantra di Sua Santità il Dalai Lama OM AH GURU VAJRADHARA BAGTARAK MANJUSHRI VAGINDRA SUMATI JNANA SHASANA DHARA SAMUDRA SHRI BHADRA SARVA SIDDHI HUM HUM

Sua Santità ha tenuto dialoghi con i capi delle diverse religioni ed ha partecipato a numerosi eventi che promuovono l'armonia e la comprensione interreligiosa. Dalla metà degli anni 1980, ha avviato un dialogo con gli scienziati moderni, soprattutto nel campo della psicologia, la neurobiologia, la fisica quantistica e la cosmologia. Questo ha portato a una collaborazione storica tra i monaci budhisti e scienziati di fama mondiale nel tentativo di aiutare le persone a realizzare la pace della mente. Questo ha anche portato all'introduzione della scienza moderna nel curriculum tradizionale delle istituzioni monastiche tibetane ricostruite in esilio. Il futuro Fin dal 1969, Sua Santità ha chiarito che sono le persone sinceramente interessate 9 Siddhi online


Quattordici Oceani di Saggezza Che cosa significa esattamente il titolo onorifico di Dalai Lama? “Il termine Dalai Lama si presta a diverse interpretazioni. Per alcuni significa che io sono un buddha vivente, la manifestazione terrena di Avalokitesvara, bodhisattva della compassione. Per altri un ‘re divino’. Verso la fine degli anni cinquanta significava che ero un vicepresidente del Comitato permanente della Repubblica Popolare Cinese. Quando poi andai in esilio, fui definito un controrivoluzionario e un parassita. Per quanto mi riguarda, Dalai Lama indica la carica che ricopro. Io non sono altro che un essere umano e, per caso, un tibetano che ha scelto di diventare monaco buddhista” (Dall’autobiografia La Libertà nell’Esilio, la mia vita. Sperling & Kupfer Editori) “Lama, letteralmente, significa ‘ricco di qualità spirituali’ e può indicare il guru, il Maestro. Dalai è un termine mongolo che significa all’incirca ‘oceano’. Il titolo onorifico venne offerto a Sonam Gyatso, e Gyatso in tibetano significa ‘oceano’. Sonam Gyatso diventò quindi III Dalai Lama. Questo appellativo è generalmente tradotto in modo approssimato come Oceano di Saggezza.” (Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama) Le due reincarnazioni precedenti al terzo furono insignite dello stesso titolo onorifico, per questo Sonam Gyatso è conosciuto come terzo. I Dalai Lama rappresentarono un’autorità esclusivamente religiosa fino al Grande Quinto, che per la prima volta assunse anche il comando temporale. Fotografie di Igor Yanchoglov e Andy Melnic Pareti del tempio “Dimora Dorata di Buddha Shakyamuni” a Elista capitale della Federazione Russa della Kalmykia

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I. Gendün Drüp (1391-1474) sarà uno dei discepoli principali di Lama Tsongkhapa. Nato in un accampamento di nomadi, è protetto dagli attacchi dei briganti da un corvo (i corvi avranno una presenza predittiva alla nascita di molti dei Dalai Lama). Alla morte del padre viene condotto nel monastero di Narthang. A 15 anni chiede l’ordinazione di novizio e a 20 quella completa. Nella sua vita manifesta presto alti livelli di intelligenza, capacità di applicazione negli studi canonici e alte realizzazioni spirituali. Nel 1415 diviene discepolo di Tsongkhapa e ottiene da lui una profezia riguardo alla sua futura importanza nella preservazione del Vinaya. Insegnerà a folle di discepoli e fonderà l’enorme università monastica di Tashilunpo, nel Tibet meridionale, che diventerà in seguito la sede dei Panchen Lama. Desideroso di preservare e trasmettere il messaggio buddhista, dota il monastero di una stamperia, che pubblicherà il Kangyur e il Tengyur, e fa erigere da artisti nepalesi una statua del Buddha Maitreya alta 26 metri. Gendün Drüp è autore di numerosi saggi ispirati agli insegnamenti kadampa, di preghiere e poemi, come una bellissima lode a Tāra Verde e un commentario alla sua lode in ventuno omaggi. Al momento della morte gli viene chiesto se vuole rinascere in una Terra Pura, ma con decisione conferma il suo profondo e autentico desiderio di rinascere sulla Terra per il bene degli esseri viventi.

II. Gendün Gyatso.(1475-1542/1543) Nel 1475 nasce un bambino speciale, in una nobile famiglia di yogi nyngmapa del Tibet centrale. Appena in grado di parlare, l’infante rivela di essere la reincarnazione di Gendün Drüp ed esprime il desiderio di tornare nel proprio monastero. Fino a undici anni, tuttavia, resterà in famiglia, dove riceverà dal padre numerosi insegnamenti, sia della tradizione antica (nyngmapa) sia della tradizione dei tantra nuovi. Arrivato a Tashilunpo, riceve i voti di novizio con il nome di Gendün Gyatso e comincia gli studi scolastici, rivelando grandi capacità intellettive. Dopo un ritiro di Manjushri che accresce moltissimo le sue capacità mnemoniche, si reca a Drepung per approfondire la sua conoscenza dei sūtra e dei tantra. In seguito entra in ritiro e viaggia di monastero in monastero perfezionandosi in tutte le tradizioni esistenti. Passando molti anni della sua vita in ritiro, scrive anche circa 700 opere che trattano del mahayana e del tantra. Durante la vita meditativa, arriva ad un livello spirituale tale da poter ricordare alcune vite precedenti. Fa costruire un monastero che diventerà residenza dei Dalai Lama fino al Grande Quinto, dirige e insegna nel monastero di Sera e lascia il mondo nel 1543. III. Sönam Gyatso (1543-1588). La successiva reincarnazione è riconosciuta in tenera età, avendo dato numerosisegni di spiritualità già acquisita ed evocato avvenimenti della vita precedente. Condotto al monastero di Drepung all’età di 5 anni, il bambino riprende brillantemente l’itinerario spirituale del suo predecessore, studia intensamente per tutta l’adolescenza e visita vari monasteri. La sua fama di saggezza e realizzazioni spirituali ben presto raccoglie intorno a lui molti discepoli e quando riceve l’ordinazione monastica completa diventa anche abate di Drepung. Il suo incarico temporale non gli impedisce di frequentare monasteri nyngmapa, kagyupa e kadampa, ricevendo insegnamenti e iniziazioni. Nel 1576 riceve un invito da parte della delegazione mongola di Altan Khan. La sua fama di essere santo è infatti arrivata tra i mongoli e in particolare ha risvegliato l’interesse del principe della tribù Tumed, insediata nella regione dell’Amdo, a nord del Tibet. Il lungo viaggio verso Altan Khan è caratterizzato da numerosi prodigi, peraltro necessari nelle varie situazioni, che lo fanno precedere da una fama di grande potenza mistica. Dopo molti mesi di ascolto e domande, il principe mongolo si convince a tal punto della bontà del buddhismo da redigere e pubblicare un codice che orienta (relativamente) il comportamento etico dei nomadi mongoli, e praticamente dichiara il buddhismo come religione ufficiale per tutti le popolazioni che vivono e vivranno sotto l’autorità mongola. Altan Khan conferisce a Sönam Gyatso il titolo supremo di Talai, che significa ‘oceano’, che si trasformerà comunemente in Dalai Lama. Per associare all’onore i due predecessori di cui si ritiene la reincarnazione, Sönam Gyatso chiede che siano riconosciuti come primo e secondo Dalai Lama. Nell’Amdo, fonda il monastero di Kumbum, vicino al luogo di nascita di Lama Tsongkhapa e nel Kham il monastero di Lithang. 11 Siddhi online


Declina l’invito di recersi in Cina e torna nel Tibet Centrale, dove è richiesto insistentemente a insegnare. Torna di nuovo in Mongolia per la morte di Altan Khan, accetta un successivo invito di recarsi in Cina, pur sentendosi troppo vecchio per intraprendere il viaggio, ma lascerà il corpo prima della partenza, nell’aprile 1588. IV. Yönten Gyatso (1589-1617). Nella famiglia principesca di un pronipote di Altan Khan, a dieci mesi dalla morte di Sönam Gyatso, nasce un bambino che ben presto manifesta, si dice, varie visioni di divinità e si dichiara successore del terzo Dalai Lama. In un’epoca di fervore buddhista mongolo e rapporti politici e strategici necessari ad entrambe le parti, era nata nel territorio mongolo una vera e propria scuola di buddhismo tibetano, con traduttori, maestri e costruttori di monasteri, in contatto continuo con i monasteri tibetani. Sarà stata la diplomazia tibetana ad avallare la nascente religiosità mongola designando un loro bambino quale IV Dalai Lama? Sta di fatto che il giovane Yönten Gyatso comincia precocemente gli studi buddhisti sotto la guida di Maestri che sorvegliano la preservazione e la diffusione della fede. A circa tredici anni, Yönten Gyatso deve intraprendere il lungo viaggio che lo porterà a Lhasa, lasciando un suo rappresentante religioso, col titolo di Maidari-hutuketu, a tenere coese le popolazioni mongole. Yönten Gyatso, nel corso della sua nomina, rinsalda i legami tra Tibet e Mongolia, ma deve far fronte alle minacce dei capi dello Tsang, alleati alla scuola Karmakagyü, anch’essa sostenuta da un capo di una tribù mongola. Le liti tra scuole Gelug e Karma-kagyü, sospinte dalle continue lotte di potere dei vari principi ‘protettori’ nell’area tibeto-mongola, arrivano perfino ai conflitti armati. Come i suoi predecessori, Yönten Gyatso alterna periodi di istruzione e meditazione a visite agli altri monasteri, che fioriscono un po’ dappertutto in Tibet e in Mongolia. La sua origine mongola è stata determinante all’espansione del buddhismo nell’Asia Centrale, nelle steppe più lontane frequentate dalle tribù nomadi mongole: dal lago di Kokonor al Karakorum, allo Houang-Ho cinese, al corso superiore dello Yang-TseKiang; dai limiti dell’allora mondo islamico fino alla Siberia. Muore ancora giovane, a ventotto anni, e il suo corpo è tumulato nel monastero di Drepung, accanto al I e al II Dalai Lama.

V. Ngawang Lobsang Gyatso (1617-1682) Il successore del IV, colui che stabilirà definitivamente il lignaggio dei Dalai Lama nei suoi poteri temporali e spirituali, nasce in una famiglia di nobili in un villaggio vicino a Yarlung, la capitale del primo regno storico tibetano costituitosi nel VII secolo. Il suo primo maestro spirituale è Thārānata, capo della scuola minoritaria degli Jonangpa, cui apparteneva la madre. Riconosciuto a cinque anni dall’abate del monastero gelug di Drepung, come reincarnazione di Yönten Gyatso, viene condotto al monastero di Ganden, dove riceve l’ordinazione di novizio e studia i testi canonici con l’abate di Tashilhungpo, il grande Lobsang Chökyi Gyaltsen, e con la massima autorità della scuola gelug, Lingme Köntchok Chöpel. Dall’età di sei anni alla fine della sua vita ha esperienze mistiche di visioni e rivelazioni, specialmente nei momenti delle decisioni importanti. Di queste sue esperienze testimonierà con avvedutezza e umiltà nella sua opera autobiografica. Ngawang Lobsang Gyatso non solo affida la propria istruzione ai migliori Maestri gelug, ma chiede insegnamenti anche a Maestri nyingma e sakya, rivelando una grande intelligenza universalistica e unificante. In un periodo di grandi conflitti espansionistici, competizioni per il potere tra le tribù mongole e i regni limitrofi dell’allora Tibet Centrale, tra scuola gelug e scuola karma kagyü nell’accaparramento dei vari vincitori, Ngawang Lobsang Gyatso riesce a mantenersi lontano da tutte le vicende politiche. Nel 1642 Gushri Khan, vincitore degli oppositori temporali e religiosi del Dalai Lama, proclama Ngawang Lobsang Gyatso autorità suprema sull’intero Tibet a Tashilungpo. Tutta la politica di Gushri Khan è un esempio del concetto, tradizionale in Asia centrale, di relazione tra ‘protettore temporale’ e ‘capo spirituale’, dove il sostegno del potere laico viene accordato in cambio del sostegno religioso. Il ‘Grande Quinto’ è il primo a esercitare un potere temporale, rivelandosi subito un abile politico ma anche un eccezionale guida spirituale. Nel 1645 si stabilisce a Lhasa e inizia a edificare un monumentale palazzo, il Potala, sulla collina che era stata un’antica sede di meditazione. Accanto al Potala e dove Tsonkhapa aveva insegnato la materia medica, fa realizzare la prima vera scuola 12 Siddhi online


di medicina tibetana, un ospedale e 76 dipinti su seta che rappresentano, in oltre ottomila immagini, i fondamenti del corpo umano e delle funzioni vitali. Poi conferisce al suo grande Maestro, Lobsang Chökyi Gyaltsen, il titolo di IV Panchen Lama, facendo risalire la sua prima reincarnazione al discepolo più vicino a Lama Tsonkhapa, Kedrub-je. Nel 1653 Ngawang Lobsang Gyatso si reca a Pechino, dietro invito dell’imperatore manciù. Pur dimostrando grande abilità negli affari umani e politici, destreggiandosi tra i Mongoli e i Cinesi, non si allontana mai dalla sua austerità spirituale e resta soprattutto un grande mistico. Nel 1661 accoglie quale discepolo un importante tertön nyingmapa, che diverrà in seguito suo maestro trasmettendogli i terma (tesori spirituali nascosti) e il modo di scoprirli. Il V Dalai Lama contribuisce grandemente alla diffusione del Dharma in Tibet, senza distinzioni di scuole, favorendo anche la costruzione di due grandi monasteri della scuola nyingmapa. La sua morte viene tenuta segreta, per sua volontà, fino alla fine della costruzione del Potala (cioè dopo 15 anni dal decesso), nell’intento di mantenere la pace e la prosperità del Tibet e la sua indipendenza da Mongoli e Cinesi. Dopo il ‘Grande Quinto’, il Tibet entrerà in una fase di sconvolgimenti politici che faranno apparire ancora più grandi i meriti del suo regno spirituale e politico. VI Tsangyang Gyatso (1683-1706 ?) Dei 14 Dalai Lama che costituiscono il lignaggio delle manifestazioni di Cenresig fino ad oggi, Tsangyang Gyatso è l’unico laico della storia. La sua reincarnazione, individuata in una famiglia nyingmapa che viveva alla frontiera del Butan, è tenuta segreta per circa 15 anni dal reggente e fedele Sangyé Gyatso, che teme un vuoto di potere in Tibet, in un momento di minacce di invasione dei mongoli Qoshot, alleati con i Manciù. Tsangyang Gyatso è allevato ed educato in un monastero segreto. Una volta riconosciuto pubblicamente, insediato a Lhasa e investito dei voti monastici, il giovane Dalai Lama rivela una debole motivazione a ricoprire il ruolo temporale e spirituale richiesto dalla situazione. Lascia al reggente i compito gravoso di destreggiarsi con le diplomazie cinesi e mongole e agli studi preferisce il tiro con l’arco, la composizione poetica e le giornate spensierate con amici e amiche nei boschi e nelle taverne di Lhasa. Cinque anni dopo il suo insediamento, nonostante l’invito dell’amato tutore Panchen Lama e le pressioni del reggente a prendere i voti completi, Tsangyang Gyatso sconcerta tutta la gerarchia monastica restituendo i voti di novizio. Le sue poesie invece corrono già sulle bocche del popolo tibetano, che ama e rispetta questa personalità libera, gioiosa, amante dei divertimenti semplici e accessibili, vicina alla sua vita quotidiana. Il giovane Dalai Lama, si dice, è un adepto avanzato dei tantra. Sull’isola di un laghetto dietro il Potala fa costruire ‘il tempio dei nāga’, che diventa luogo dei suoi incontri romantici ma anche delle sue pratiche tantriche più segrete. Compone oltre settanta brevi poemi sulle donne amate, una creazione davvero eccezionale per la letteratura tibetana dell’epoca. Temendo che l’indebolimento dell’ascendente spirituale del Dalai lama avrebbe potuto togliere il freno alle ambizioni di conquista della Cina e dei capi delle tribù mongole, ufficialmente ‘protettori’ del Tibet religioso, fu convocata la Grande Assemblea dei grandi monasteri di Sera, Drepung e Ganden, per sconfessare l’autenticità della reincarnazione del Sesto. Tuttavia la conclusione del dibattito fu che non vi erano elementi validi per dimostrare che Tsangyang Gyatso non fosse la reincarnazione del Grande Quinto. Alla fine Lhabsang Khan, con l’appoggio dell’imperatore manciù Gangxi, uccise il reggente e rapì il Dalai Lama per portarlo in Cina, ma fu dichiarato morto per malattia, durante il viaggio. Secondo la sua biografia segreta invece, Tsangyang Gyatso, grande praticante tantrico, sarebbe scomparso misteriosamente in una sosta notturna lungo un fiume nebbioso, e in seguito avrebbe viaggiato nell’Amdo continuando a praticare e insegnando, da laico. In una sua poesia, il VI Dalai Lama preannuncia il luogo della sua futura rinascita: Lithang. (continua nei prossimi numeri) Fonti: Archivio di Siddhi anni 1997 e 2000 - R.B. 14 Riflessi sul Lago delle Visioni, Ed. Amrita - P.C. Dizionario del Buddhismo, Ed. Bruno Mondadori.

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Canti d’Amore e di Vita del VI Dalai Lama Il viso del lama su cui tento di meditare non appare nella mia mente. Il viso dell’amante su cui non medito mi appare nella mente chiaro e distinto.

I giovani germogli piantati l’anno scorso sono diventati ora fasci di paglia. I corpi invecchiati della gioventù di un tempo sono più curvi degli archi di bambù.

L’amante che incontrai e lasciai per caso è una ragazza dal corpo profumato. E’ come raccogliere un turchese di pallido splendore e noncuranti gettarlo via.

O tu, candida gru, prestami le tue ali, tii prego. Non indugerò in posti lontani ma volerò sopra Lithang e tornerò.

Il luogo d’incontro con la mia amante è dentro la nera foresta nella valle del sud. Tranne il pappagallo ciarliero non c’è nessuno che lo sappia. Ti prego, pappagallo chiacchierone, non raccontarlo alla gente dell’incrociio

Se un uomo non pensa alla transitorietà e alla morte anche se è eccezionalmente intelligente in un certo senso è come uno scemo. (Traduzione e acquerelli di Roberto Moschini, per gentile concessione. Archivio di Siddhi, anno XV - n.1 1997) 14 Siddhi online


Per un’etica secolare Sua Santità il Dalai Lama

L'etica secolare è molto collegata a fattori biologici, ma la fede religiosa è qualcosa che hanno solo gli esseri umani. Tra gli umani si è sviluppata la fede, ma questo non è certamente un fattore biologico. L'etica secolare copre l'intera popolazione di sette miliardi di esseri umani. Come dicevo ieri, tra sette miliardi di persone, un miliardo ha dichiarato ufficialmente di essere non credente e, se pensiamo ai sei miliardi di ipotetici credenti, vi sono tante persone corrotte. Ci sono scandali, sfruttamento, corruzione, raggiri, bugie e prepotenze. Credo che ciò sia dovuto alla mancanza di una genuina convinzione nei principi morali. Quindi, perfino la religione viene usata per scopi

scorretti. Posso averlo già detto ieri, a volte mi sembra davvero che la religione ci insegni a comportarci in modo ipocrita. Parliamo di cose belle come “amore” e “compassione,” ma in realtà non ci comportiamo così e c'è molta ingiustizia. La religione parla di questi bei concetti in un certo modo tradizionale, ma senza creare una connessione con il vostro cuore. Questo è dovuto alla mancanza di principi morali nelle persone o mancanza di convinzione circa il valore dei principi morali. A prescindere che uno sia credente o non credente, bisogna pensare più seriamente a come educare le persone a questi principi morali. Poi, in aggiunta a tutto ciò, si può aggiungere la religione, che così diventa una religione veramente genuina. Tutte le religioni, come dicevo ieri, parlano di questi valori. […] Secolarismo e rispetto per gli altri Ora veniamo all'etica secolare. Conoscevo molto bene l'ex deputato primo ministro indiano Advani. In un'occasione raccontò che era stato intervistato da una televisione canadese e gli era stato chiesto quale fosse la base del successo della democrazia in India. La sua risposta era stata che in India per migliaia di anni la tradizione era sempre stata il rispetto per gli altri, nonostante le discussioni o i punti di vista differenti. Mi disse che circa tremila anni fa, in India si sviluppò la visione filosofica charvaka, o “nichilista.” Sostenitori di altre posizioni filosofiche criticarono e condannarono queste opinioni ma, comunque, a coloro che 15 Siddhi online


abbracciavano la visione “charvaka” ci si continuava a riferire come “rishi”, che vuol dire saggi. Questo mostra che malgrado i dissensi e le discussioni animate, c'era comunque rispetto. Ciò vuol dire che dobbiamo rispettare anche i non credenti. Ieri ho detto che alcuni dei miei amici cristiani e musulmani hanno qualche riserva verso il termine “secolarismo.” Credo che ciò sia dovuto al fatto che durante la rivoluzione francese o la rivoluzione bolscevica, vi fu la tendenza ad essere contro la religione. Voglio però fare una chiara distinzione tra religione ed istituzioni religiose, che sono due cose differenti. Come fa una persona ragionevole ad essere contraria alla religione? Religione vuol dire amore e compassione e nessuno può criticare queste cose. Le istituzioni religiose sono invece una cosa diversa. Durante le rivoluzioni francese e bolscevica, le classi dominanti usarono in entrambi i casi molta violenza sulle masse. Inoltre queste classi dominanti ricevettero il pieno sostegno delle istituzioni religiose e quindi opporsi a quelle classi dominanti includeva di conseguenza l'opporsi alle istituzioni religiose. Da qui nacque una qualche tendenza ad essere contro

temporale che spirituale dei tibetani. L'ho interrotta volontariamente, felicemente ed orgogliosamente. Cose del genere, in realtà, danneggiano il valore della religione, o Dharma. Quindi dobbiamo fare differenza tra istituzioni religiose e vere pratiche e messaggi religiosi. Secondo l'interpretazione indiana del secolarismo, non c'è mai alcun senso di negatività verso la religione, ma invece c'è rispetto per tutte le religioni ed anche rispetto per tutti i non credenti. Credo che questo sia molto saggio. Come facciamo a promuoverlo? Con le prediche? No. Allora certamente attraverso la preghiera? No. Ma attraverso l'educazione, sì. Si riceve educazione sull'igiene fisica, e allora perché non fornire un’educazione sull'igiene mentale ed emotiva, una semplice conoscenza su come prendersi cura di una mente sana? Non c'è bisogno di parlare di Dio o della vita futura, del Buddha o del nirvana, ma semplicemente di come si fa a diventare una persona felice con la mente. Una persona felice fa una famiglia felice, che fa una comunità felice. Penso quindi che vi sia bisogno di lezioni di igiene emotiva.

Igiene emotiva Cos'è l'igiene emotiva? Vuol dire occuparsi dei fattori che distruggono la nostra calma mentale o la nostra pace mentale. Questi fattori sono come una malattia mentale, perché non solo queste emozioni negative distruggono la pace e la salute della mente, ma distruggono anche la vostra capacità mentale di giudicare la realtà. Questo provoca un grande danno, perché quando siete pieni di rabbia non vedete più la realtà e la vostra mente diventa parziale. Anche con l'attaccamento non potete La vera natura della nostra mente vedere la realtà correttamente. Questa è è consapevolezza e ogni fattore una malattia della mente. La vera natura della nostra mente è consapevolezza ed mentale che riduce questa capacità di ogni fattore mentale che riduce questa capacità di consapevolezza è un fatto consapevolezza è un fatto negativo. negativo. Dio o la religione. L'igiene mentale è quindi la diminuzione di questo Anche al giorno d'oggi, se all'interno tipo di emozioni e la conservazione della propria di istituzioni religiose, inclusa la capacità mentale di avere chiarezza e calma, cioè comunità dei buddhisti tibetani, una mente sana. Per poter fare ciò, prima di tutto si verifica una qualche forma di dobbiamo coltivare e sviluppare un interesse per farlo. sfruttamento, bisogna opporsi Senza interesse, non si possono forzare le persone a ad essa. Ciò che ho fatto io, è farlo. Nessuna legge o costituzione può spingere una stato di interrompere due anni persona a farlo. L'unico modo è attraverso l'entusiasmo fa una tradizione che durava da individuale che nasce quando si riconosce il valore del quattrocento anni per la quale fare ciò. E sono questi i valori che possiamo insegnare. il Dalai Lama era il leader sia […] 16 Siddhi online


TOUR E INSEGNAMENTI Per gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama e gli eventi organizzati per il suo compleanno e altre iniziative, vedi settore SCHEDULE in www. dalailama.com Si possono seguire le attività dell’Anno del Dalai Lama sul canale Youtube dedicato e la pagina di Facebook

Riconoscere gli aspetti positivi nelle situazioni negative […] Come diceva Shantideva, se le difficoltà possono essere superate allora non c'è ragione di preoccuparsi. E se ci si trova in una situazione difficile senza alcuna possibilità di superarla, allora non c'è ragione di preoccuparsi troppo! Tutto questo è molto realistico, e io lo metto in pratica. È importante osservare le cose in una maniera più realistica ed anche vedere che tutte le cose sono relative. Qualsiasi cosa accada, possono esserci effetti positivi. Nel mio caso, sono diventato un rifugiato, ma grazie a ciò ho avuto l'opportunità di incontrare molte persone ed imparare tante cose differenti. Ho incontrato mendicanti, leader, accademici provenienti da molti campi differenti e persone antireligiose. Questo è stato molto utile perché se fossi rimasto in Tibet, credo che la mia conoscenza sarebbe stata la metà di quella attuale. Quindi da una parte è una sorta di grande tragedia ma da un altro lato ha portato molte buone opportunità. Se osserviamo le cose da varie angolazioni, allora staremo meglio. Le cose brutte possono accadere, ma possono contenere anche cose buone. […]Una mente calma può persino aiutare a guarire da cose come un intervento chirurgico. Quando fui operato alla cistifellea, ero in realtà abbastanza grave. Più tardi il chirurgo mi disse che normalmente questa operazione dura tra i quindici e i venti minuti ma nel mio caso la situazione era così grave che ci sono volute quasi tre ore, perché la mia cistifellea era quasi raddoppiata di volume ed era piena di pus. Ma poi sono guarito in quindici giorni, proprio così. Quindi una mente calma ed un atteggiamento ottimista aiutano davvero a mantenere il corpo sano e anche se qualcosa va male, si guarirà più presto. La pace mentale è veramente un fattore molto importante per la buona salute. […] La mente e le emozioni come materia di studio La vera pace mentale è essenziale. La base per la pace della mente è la fiducia in se stessi e la forza interiore, che derivano dalla pratica di amore e compassione, con un senso di rispetto per gli altri e preoccupazione per il loro benessere. Stiamo parlando di scoperte scientifiche. Questa è l'etica secolare. Dall'asilo fino all'università possiamo fornire istruzioni sulla mente e su come occuparci delle nostre emozioni. L'argomento è vasto e vi sono molte spiegazioni circa 17 Siddhi online

la nostra mente, le emozioni e le connessioni tra di esse. Possiamo osservare una sorta di causa ed effetto per la quale se in una parte della mente accade qualcosa, qualcos'altro accade da qualche altra parte. Quindi per affrontare questo, dobbiamo esaminare seriamente il modo in cui la mente e l'intero cervello sono interconnessi. Questo vasto argomento è veramente meritevole di analisi accademica. Negli ultimi anni in America alcuni scienziati hanno portato avanti esperimenti sulla base di queste informazioni, e sono emersi alcuni risultati concreti. Grazie a ciò, ci sono ora programmi educativi che insegnano l'etica secolare. Ora siamo anche impegnati a redigere una bozza di curriculum riguardante l'etica morale basata sul secolarismo, che possa essere utilizzata nel campo dell'educazione secolare. Il pubblico e soprattutto gli educatori ed i pensatori qui presenti, dovrebbero riflettere su tutto ciò e, se c'è l'occasione, dovrebbero aprire dibattiti su questo argomento. Attualmente il sistema educativo appare carente di insegnamenti sull'etica secolare, e quindi al suo posto la maggior parte delle persone fa riferimento ad insegnamenti religiosi. Questo va bene naturalmente, ma ci sono anche coloro che non hanno interesse verso la religione e trovano difficile accettare concetti religiosi. Questo crea delle difficoltà. Perciò dobbiamo trovare una via secolare, che possa essere universalmente accettabile. (Brani estratti dalla conferenza: L'etica oltre la religione, Sua Santità il XIV Dalai Lama, Friburgo, Svizzera, Aprile 2013. www. berzinarchives.com)


Un Approccio Etico alla Protezione dell’Ambiente Sua Santità il Dalai Lama

Molte persone, in passato, ritennero anche che la Natura fosse un’inesauribile nutrice, ma adesso sappiamo che è vero solo se ne abbiamo cura. La pace e la sopravvivenza della vita sulla Terra sono minacciate dalle attività umane prive di impegno nei valori umanitari. La distruzione della natura e delle risorse naturali deriva dall’ignoranza, dall’avidità e dalla mancanza di rispetto per le forme viventi del nostro pianeta. Tale mancanza di rispetto, in alcune parti del mondo, si estende perfino alla discendenza umana del pianeta, alle generazioni future, che erediteranno un pianeta largamente degradato, se la distruzione dell’ambiente naturale continuerà al ritmo attuale… e a meno che la pace nel mondo non diventi una realtà. I nostri antenati giudicarono questa terra ricca e generosa, il che è vero. Molte persone, in passato, ritennero anche che la Natura fosse un’inesauribile nutrice, ma adesso sappiamo che è vero solo se ne abbiamo cura. Non è difficile perdonare la distruzione generata in passato dall’ignoranza. Oggi, però, possiamo accedere a maggiori informazioni, ed è indispensabile riesaminare eticamente ciò che abbiamo ereditato, ciò di cui siamo responsabili e ciò che trasmetteremo alle generazioni future. Questa di oggi è chiaramente la generazione decisiva. Oggi è possibile una comunicazione globale, ma i contrasti sono più frequenti dei dialoghi significativi per la pace. Le meraviglie della scienza e della tecnologia sono eguagliate, se non sorpassate, dalle molte tragedie attuali, inclusa la fame degli esseri umani in alcune parti del mondo e l’estinzione di numerose forma di vita. L’esplorazione degli spazi siderali avviene mentre gli oceani, i mari e le zone d’acqua dolce diventano sempre più inquinati, mentre le loro forme di vita sono ancora 18 Siddhi online

largamente sconosciute o non capite. Molti habitat del pianeta Terra – animali, piante, insetti e anche microrganismi rari – forse non saranno affatto conosciuti dalle future generazioni. Poiché abbiamo capacità e responsabilità, dobbiamo agire prima che sia troppo tardi. (Da Tree of Life, Buddhism and Protection of Nature, © Buddhist Perception of Nature, Ginevra 1987. Siddhi Archivio,1989)

Non è difficile perdonare la distruzione generata in passato dall’ignoranza. Oggi, però, possiamo accedere a maggiori informazioni, ed è indispensabile riesaminare eticamente ciò che abbiamo ereditato, ciò di cui siamo responsabili e ciò che trasmetteremo alle generazioni future.


la felicità e le sue cause Sua Santità il Dalai Lama

Stava piovendo quando Sua Santità il Dalai Lama è arrivato al Luna Park -il parco dei divertimenti ai piedi del famoso Harbour Bridge di Sydney - per partecipare alla conferenza “La felicità e le sue cause”. Arrivato sul palco, Sua Santità il Dalai Lama è stato presentato ad un pubblico di 1700 persone da un famoso speaker della radio nazionale australiana, Richard Fidler. Prima di incominciare la conferenza, il presentatore ha chiesto a Sua Santità come facesse a mantenere la tranquillità e pace mentale. Sua Santità ha risposto: “Uso intelligenza e senso pratico. Come rifugiato, la vita ha avuto dei momenti molto tristi, però nello stesso tempo ho avuto l’opportunità di incontrare molte altre persone e imparare moltissimo dalle loro diverse esperienze”.

Quando gli è stata chiesta la differenza tra l’amore la compassione, ha parlato della convinzione abituale che abbiamo dell’amore, che in realtà è un sentimento mischiato all’attaccamento e dipende da come gli altri ci rispondono. Questo amore è molto limitato, non si può estendere agli altri. Tuttavia, anche questo amore è come un piccolo seme perché su quella base, riflettendo ed esercitandosi, è possibile sviluppare un sentimento di compassione che può essere esteso verso tutti.

Fidler ha continuato chiedendo se Sua Santità accettasse le cose che non potevano essere cambiate. Sua Santità il Dalai Lama ha risposto citando il famoso filosofo indiano Shantideva: “Se dovete affrontare un problema, cercate di analizzarlo. Se può essere risolto, non c’è bisogno di preoccuparsi, se invece non può essere risolto, preoccuparsi non serve niente”. “Molto realistico non le pare? Questo è un buon consiglio che cerco di seguire. Per esempio, quando il mio amato maestro è morto, sono rimasto turbato ed ero anche molto triste, però non c’era assolutamente niente che potessi fare. Lui era la roccia alla quale mi appoggiavo. Poi ho capito che da quel momento in poi dovevo impegnarmi nel mettere in pratica quanto lui mi aveva insegnato”. 19 Siddhi online

Shantideva, monaco erudito dell’VIII sec.


Ancora, il presentatore ha chiesto se ogni tanto Sua Santità si irrita, e lui ha risposto che ogni tanto gli succede … Inoltre, il presentatore ha chiesto se fosse stato sorpreso di ciò che aveva trovato in Occidente quando ha cominciato a viaggiare. Il Dalai Lama ha risposto che non era stato molto stupito in quanto il suo predecessore aveva lasciato libri e giornali con immagini di New York, Londra, Berlino e Parigi, per cui aveva abbastanza familiarità. “Inoltre erano arrivatii a Lhasa due austriaci fuggiti dal campo di concentramento degli inglesi in India: uno si chiamava Aufshcnaiter, un ingegnere successivamente coinvolto dal governo per fare impianti idroelettrici e progetti per l’irrigazione, l’altro, più giovane, era Heinrch Harrer che avevo conosciuto quando era venuto a controllare alcuni macchinari nella mia residenza. Di solito mi parlava della cultura occidentale e del modo di vivere in Europa, perciò non sono rimasto sorpreso quando sono andato la prima volta. Una cosa che invece mi ha sorpreso è stata che, quando sono andato in America la prima volta, nel 1979, ho incontrato varie persone con le quali sono diventato amico e ho incontrato anche le mogli e figli. La volta successiva fui stupito nel vedere che alcuni di loro avevano delle nuove mogli, poi quando sono tornato un’altra volta, alcuni avevano addirittura una terza moglie. Poi l’altra sorpresa fu di incontrare persone che avevano lavori importanti e prestigiosi, ma che a causa dello stress e delle preoccupazioni erano infelici. Questo mi ha confermato molto chiaramente che i possedimenti materiali, la buona reputazione, gli alti guadagni, non sono una garanzia per la pace interiore e la felicità. D’altra parte, ho incontrato un monaco cattolico a Montserrat, vicino Barcellona, che per cinque anni aveva vissuto come un eremita sulle montagne, nutrendosi soltanto con tè e pane. Gli ho chiesto che cosa avesse praticato, e mi ha risposto di aver meditato sull’amore. Quando mi diceva queste cose i suoi occhi erano luminosi e il suo volto pieno di gioia. Quasi senza alcuna comodità fisica, era completamente felice. Ci sono dei praticanti così anche in India, che meditano completamente nudi sulle montagne. Durante l’ultima Maha Khumba Mela (grande festival di preghiera induista che si svolge ogni 12 anni) avevo sperato di potere incontrare alcuni di loro per conoscere le loro esperienze, purtroppo non sono potuto andare a causa delle cattive condizioni metereologiche. La moderna educazione è orientata verso uno stile di vita materialistico. Dovremmo chiederci se è veramente la base adatta per avere una società felice. Nella British Columbia è stata introdotta in tutte le scuole un insegnamento sull’importanza del buon cuore”. Sua Santità Dalai Lama ha inoltre aggiunto di aver sentito 20 Siddhi online

che le ultime ricerche hanno scoperto che vivere in una situazione di continua paura, rancore e astio hanno l’effetto di distruggere il nostro sistema immunitario. Ha inoltre suggerito che sarebbe utile investigare la distinzione fra la coscienza sensoriale e la coscienza mentale. Ha sottolineato che le esperienze sensoriali piacevoli hanno un effetto molto piccolo sulla nostra agitazione mentale, mentre se abbiamo una mente calma possiamo affrontare il dolore fisico e anche le difficoltà.

Foto: Sàra Petris

Sua Santità ha quindi incoraggiato a prestare più attenzione alla comprensione della mente e delle emozioni, in quanto lui stesso ha notato che la maggior parte dei problemi che si sperimentano oggi su questo pianeta sono essenzialmente creati da noi. Ci sono addirittura delle guerre nel nome della religione. È veramente molto contraddittorio che tutti quanti vogliamo vivere una vita felice ma nello stesso tempo continuiamo a creare problemi per noi stessi. È importante che ci sia una maggiore etica nell’educazione, un’etica secolare che non sia in contraddizione alle religioni ma che le rispetti tutte. “Sono convinto che attraverso l’educazione sia possibile portare un miglioramento nel mondo. Non ho l’aspettativa di vivere per poter vedere questi risultati nei prossimi 20 anni, però ho molta speranza che questo avvenga”. (Sydney, New South Wales, Australia, giugno 2015 – da www.dalailama.com)


DIZIONARIO

Bodhisattva, (sansc. = Essere dell’Illuminazione, o del Risveglio.) Gianchub Sempa (tib.=eroe della mente dell’Illuminazione, o del Risveglio). “Per noi un bodhisattva è un essere illuminato che rinuncia alla condizione di buddhità, cioè di perfetta illuminazione, per compassione nei confronti degli altri esseri viventi e fino a quando non li ha aiutati a realizzare la liberazione. Un bodhisattva rinasce per sua propria volontà. Egli accetta volontariamente di rimanere nel samsara - il ciclo dell’esistenza e delle rinascite condizionate- per aiutare gli altri, e quindi si fa carico della loro sofferenza. Questa è la pratica del dare e prendere, grazie alla quale carica su di sé le pene degli altri e trasmette loro la propria felicità”. (da Dalai Lama, Salvare il Domani, Oscar Mondadori) Compassione, karunā (sansc.)- nying je (tib.). La compassione, nel significato filosofico occidentale, è un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui provandone pena e desiderando alleviarla. L’empatia è la base da cui sorge la compassioneverso l’altro. Nel buddhismo tibetano, il concetto di nying je contiene idee universali :“implica amore, affetto, gentilezza amorevole, cordialità, bontà d’animo. E’ usato anche nel senso di simpatia e tenerezza. […] Nyin je denota un sentimento di connessione con gli altri che si traduce in empatia”[Dalai Lama, Ancient Wisdom, Modern World. Abacus Ed. 2000]. Nel buddhismo, il desiderio di alleviare la sofferenza dell’altro si estende, con la pratica, da sé a tutti gli esseri viventi. Per essere efficace, la vera compassione deve procedere di pari passo con la saggezza, come due ali di un gabbiano. Etica secolare. In Occidente è definita come una branca della filosofia morale, in cui l'etica è basata solamente sulle facoltà umane come la logica, la ragione e l'intuizione morale e non è derivata da rivelazione o consigli soprannaturali (che è la fonte dell'etica religiosa). La maggioranza di concetti morali secolari consistono a grande scala sull'accettazione del contratto sociale e a scala individuale su alcune forme di attribuzione di intrinseco valore delle cose, derivata dall'intuizione etica o da una logica deduzione che stabilisca una preferenza di una cosa sull'altra. Per Sua Santità il Dalai Lama, etica secolare è un fondamento di valori validi per ogni essere vivente, da puntualizzare e trasmettere soprattutto alle nuove generazioni. Quest’etica dovrà basarsi su solidi principi morali, ma allo stesso tempo trascendere le singole religioni ed essere condivisa anche dai non credenti. Kyabje. Titolo onorifico tibetano riservato ai grandi Maestri e che significa ‘Rifugio Supremo’. Mālā (sansc.) ghirlanda, rosario.

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FPMT

Fondazione per la Preservazione del Buddhismo Mahayana

Da destra: Lama Yeshe, Lama T.Zopa e Ghesce Ciampa Ghiatso a Kopan, Nepal

La FPMT, di cui fa parte l’Istituto Lama Tzong Khapa, è un’organizzazione dedicata a preservare e diffondere il buddismo mahayana in tutto il mondo, per creare l’opportunità di ascoltare , riflettere, meditare e mettere in pratica i validi insegnamenti di Buddha e, sulla base di tale esperienza, diffondere il Dharma agli esseri senzienti . La nostra organizzazione si basa sulla tradizione buddista di Lama Tzong Khapa del Tibet come insegnata dal nostro fondatore, Lama Thubten Yeshe e dal nostro direttore spirituale, Kyabje Lama Thubten Zopa Rinpoce. Tutti i centri, progetti e servizi FPMT accolgono studenti, visitatori e richieste di interventi sociali e culturali. Alcuni centri si concentrano sui servizi comunitari. Monasteri maschili e femminili FPMT offrono opportunità di formazione come monaco o monaca. Editori dell’FPMT rendono il Dharma disponibile in diverse lingue. Oggi esistono oltre 154 centri, progetti e servizi in 37 paesi in tutto il mondo e si trovano sotto la direzione spirituale di Kyabje Lama Zopa Rinpoce e dell’FPMT. Come è nata la FPMT internazionale?

L’eredità di Lama Yeshe: una visione vasta Estratto da Mandala 2015, n.11. Per l’intero intervento vedi Lama Yeshe Wisdom Archive (lamayeshe.com), Archive # 337

Il mandala internazionale FPMT nacque con oltre 50 centri e progetti nel gennaio 1983, quando il Consiglio per la Conservazione della Tradizione Mahayana (CPMT) si riunì presso l’Istituto LamaTzong Khapa di Pomaia. I dibattiti si focalizzarono sulla recente registrazione della FPMT come organizzazione di beneficenza e sulla formulazione del suo statuto. I rappresentanti dei centri e dei progetti FPMT apprezzarono notevolmente la comunicazione e la condivisione che ebbe luogo alla riunione. Durante il lungo incontro di fine settimana, Lama Yeshe tenne un discorso su obiettivi, struttura e funzione della FPMT, discorso che fu poi pubblicato nel precursore di 22 Siddhi online


Mandala: Wisdom n. 2, 1984. Abbiamo estratto il seguente brano dal discorso di Lama Yeshe, come ricordo della sua visione e per creare un’opportunità di riflessione su come stiamo procedendo. “Perché abbiamo fondato la FPMT? Perché abbiamo dato vita a tutte queste strutture nel mondo? Penso che la nostra meta sia chiara e limpida: vogliamo guidare tutti gli esseri viventi ad un più elevato livello di formazione educativa. Siamo un’organizzazione che offre alle persone l’opportunità di ricevere un’educazione superiore. Offriamo alle persone ciò che abbiamo: una conoscenza integrata di insegnamenti di Buddha e di stile di vita moderno. Il nostro scopo è condividere questa nostra esperienza. Sappiamo che la gente è insoddisfatta della vita ordinaria, del sistema educativo-formativo e altro ancora. La mente dualistica è insoddisfatta per natura! Ciò che tentiamo di fare, quindi, è aiutare le persone a scoprire la propria totalità e di conseguenza la soddisfazione perfetta. Ora, la nostra evoluzione non è passata attraverso aver detto, io o voi, “vogliamo fare questo” ma lungo un processo naturale di sviluppo. La nostra organizzazione è cresciuta naturalmente e sistematicamente. Non è “perché Lama Yeshe l’ha voluto”. Non ho mai detto di volere dei centri in tutto il mondo. Piuttosto, è accaduto che io sia entrato in contatto con studenti che volevano fare qualcosa, che manifestavano il desiderio di condividere la propria esperienza con gli altri e che formarono gruppi in vari paesi per condividere e crescere insieme. Dal mio punto di vista, penso che sia una cosa buona. Siamo esseri umani e il buddhismo ci aiuta a crescere. Perciò è logico lavorare insieme per agevolare questo tipo di educazione. Non soltanto i lama lavorano in questo senso, ma anche i ghesce e gli studenti residenti nei centri. In effetti siete proprio voi studenti che potete creare le strutture che permetteranno al Dharma di esistere nel mondo occidentale.

Ovviamente, gli insegnanti sono d’aiuto, ma la cosa più importante per gli studenti è ricevere una buona educazione formativa. Questa è la nostra ragione di esistere. Quando abbiamo iniziato ad aprire i centri, non esisteva un progetto generale: siamo spuntati a caso in varie parti del mondo come funghi, a causa di un processo evolutivo di cui ho parlato e le condizioni cooperanti. Adesso che esistono tutti 23 Siddhi online

www.sangha.it


questi centri, dobbiamo facilitarne lo sviluppo in un modo costruttivo e trasparente, altrimenti tutto quanto diventerà confuso. Dobbiamo svilupparci in modo adeguato sia interiormente, sia in accordo al nostro ventesimo secolo. Per questa ragione ho tracciato alcune linee-guida che indicano come dovrebbero essere i centri: comunità residenziali, centri di città, monasteri e così via. Ora, il modo di portare il Dharma nel mondo occidentale è trasmettere l’aspetto fondamentale, essenziale del Dharma. Ovviamente, non potrete separare immediatamente l’essenza dagli ornamenti della cultura orientale stabilendo: “Questa è cultura, questo no”. Tuttavia, dovreste prendere i punti pratici del Dharma e configurarli secondo la vostra cultura. E’ mia opinione che dovreste strutturare un nuovo tipo di Dharma secondo i luoghi e i costumi sociali differenti. Dal momento che siamo mahayanisti, abbiamo una visione ampia e non ci importa se il Dharma assume forme differenti. Per portare il Dharma in Occidente, dobbiamo avere una visione ampia. Dal momento che abbiamo così tanti centri, io non posso continuare a dirigere i centri. Naturalmente,

all’inizio ho dovuto dirigerli perché gli studenti mi chiedevano continuamente: “Lama, cosa dobbiamo fare?” e i centri erano abbastanza pochi per poter essere in comunicazione diretta con loro. Ma, alla fine, siamo arrivati a un punto in cui ho dovuto pormi la domanda: “Sono un imprenditore, un insegnante di Dharma o altro?” Mi arrivavano centinaia di lettere da tutte le parti del mondo e perciò ho dovuto chiedermi: “Cos’è tutto questo? Dovrei passare la vita a rispondere alle lettere e guidare i centri?”. Mi sono risposto che era sbagliato fare l’imprenditore perché non era il modo migliore di essere d’aiuto ai miei studenti. Ho pensato che il modo più realistico di essere di beneficio e rendere la mia vita significativa sarebbe stato scegliere una via di mezzo. Ho cominciato, allora, a eliminare il lavoro amministrativo. Ho anche scritto a tutti i centri dicendo loro che dovevano essere responsabili nel prendere certe decisione; che non potevo decidere ogni cosa e che era troppo complicato e lento ricevere la corrispondenza in Nepal così ho detto che avrei istituito un ufficio centrale (Central Office) come punto di convergenza delle varie faccende. Ovviamente, potrò essere sempre consultato su argomenti importanti e prendere decisioni su qualunque cosa. Io faccio parte del Central Office e quindi posso esprimere la mia opinione. Ma non è necessario dipendere da me per ogni decisione. Per questo motivo ho fondato il Central Office [attualmente si chiama FPMT International Office e si trova a Portland, Oregon,USA]. A parte il fatto che non ho tempo per occuparmi di tutto il lavoro amministrativo, molte cose che riguardano l’andamento di un centro potete farle meglio di me. Potete comunicare con le persone del vostro background culturale molto meglio di un semplice monaco himalayano. Inoltre, 24 Siddhi online


non posso fare il lavoro finanziario e legale. Ancora, in un centro ci sono molte posizioni da ricoprire e bisogna scegliere le persone giuste per il posto giusto. Voi studenti dovreste fare da soli queste operazioni. Poiché tutto questo lavoro amministrativo mi ha tenuto occupato tanto a lungo, ho affidato molte cose al Central Office. Vi è un’immensa mole di lavoro da fare, per questo il Central Office è importante. Faciliterà la comunicazione tra i centri e me e tra i centri fra loro. Sapete, abbiamo la tendenza umana a chiuderci l’un l’altro: “Non voglio che ti interessi; posso considerare da solo il mio punto di vista e non voglio condividerlo”. Ogni centro ha il proprio orientamento egocentrico: ”Siamo abbastanza bravi, noi; non abbiamo bisogno di prendere il meglio dalle altre culture”. Questo è un atteggiamento sbagliato. Siamo arrivati al nostro stato attuale tramite un processo evolutivo. Alcuni centri più vecchi hanno buone esperienze e hanno imparato come fare bene le cose. Fare le cose bene non è semplicemente un esercizio intellettuale ma qualcosa che nasce dall’agire giorno per giorno e imparare come fare le cose finché non sono per noi azioni automatiche. Per questo motivo è bene che il Central Office abbia un gruppo di esperienze collettive in modo che tutti i nostri centri possano parteciparvi e aiutarsi a rafforzarsi reciprocamente. Dobbiamo essere in grado di mettere a fuoco e integrare la nostra energia e immagazzinare informazioni in un modo chiaro e limpido, in modo che possa essere facilmente accessibile. Dovremmo organizzare una struttura che dia a tutti l’opportunità di conoscere quali informazioni contiene e come procurarsele. Senza una struttura adeguata, andremo fuori testa! Perfino una coppia di conviventi ha bisogno di organizzarsi in modo che la propria casa sia pulita, che ci sia il cibo di cui hanno bisogno, e così via. Nei centri, siamo coinvolti in centinaia di vite umane; per qualche motivo il Dharma ha messo insieme tutte queste persone. Siamo responsabili di assicurare che non sprechiamo l’energia delle persone e per questo motivo dobbiamo essere uniti. Perciò l’organizzazione è molto importante. Per esempio, supponiamo che uno dei più vecchi studenti e io abbiamo avviato un centro. Siamo transitori, moriremo. Cosa accadrà quando saremo morti? Abbiamo fondato un centro ma non è mai stato organizzato come si deve: dovrà morire anche lui? Naturalmente no. Anche quando le nostre ossa saranno scomparse, il centro dovrebbe continuare la sua funzione. Tuttavia, affinché le persone siano in grado di continuare il lavoro, dovrebbero avere un orientamento chiaro su quanto era stato stabilito in precedenza Se le cose sono state impostate bene, le filosofie potranno procedere di generazione in generazione. Questo è un fatto storicamente noto. Se ci pensate, il buddhismo è completamente orientato culturalmente, è una cultura completa, ossia uno stile di vita dalla nascita alla morte. Di conseguenza, abbiamo a che fare con qualcosa di molto serio: stiamo offrendo alle persone qualcosa che dovranno integrare nelle loro vite con molta serietà. Non si tratta dell’entusiasmo di un giorno o di un mese. Stiamo offrendo qualcosa che adotta il metodo e la saggezza di Buddha per 25 Siddhi online

Kyabje Lama Zopa Rinpoche

conseguire una soddisfazione durevole. Stiamo lavorando per questo tipo di pace e felicità durevoli. Dunque, abbiamo un compito molto importante, non si tratta di qualcosa di una sola persona. Per questa ragione dico chiaramente ai direttori di tutti i nostri centri che non devono pensare di stare lavorando per Lama Yeshe: è qualcosa di troppo limitato. Io sono soltanto un semplice monaco e lavorate per me? Un atomo? No, state lavorando per qualcosa di più importante di un solo uomo. State lavorando per tutte le madri esseri senzienti. Questo è importante. Dovreste pensare: “Anche se morissi, sto facendo tutto questo per il bene di tutte le altre madri esseri viventi”. Per questo è così importante avere una struttura e una direzione chiare e trasparenti. Per me è importantissimo. Non credo di essere il capo lavoratore e di dover fare tutto. No. Io credo a quanto ha scritto Lama Je Tsongkhapa nel suo lam-rim: tutto il successo deriva dagli altri. Così ci sono altre persone capaci di continuare il nostro lavoro e ciò che li renderà in grado di farlo sarà una direzione chiara e trasparente, non una direzione-Topolino, ma chiara e trasparente. La nostra meta, perciò, è una struttura delineata perfettamente, tale da mettere in grado i nostri centri di Dharma di continuare l’opera, anche quando saremo morti. Io credo che gli esseri umani siano veramente speciali. Sono intelligenti.


Foto: Bill Kane

Se scriviamo uno statuto intelligente, se delineiamo un intelligente sistema di direzione, altri esseri umani saranno in grado di andare avanti. Questo è il motivo per cui dobbiamo avere una struttura… Il nostro scopo è chiaro: dare educazione formativa alle persone. Ogni centro dovrebbe mettere una forte enfasi sull’educazione. Un sistema di educazione formativa e un programma sono essenziali per avere successo. Perché fondiamo delle comunità? Forse perché non abbiamo una casa? No davvero. Non siamo profughi e non abbiamo aperto dei centri per ospitare profughi. Perciò è importante avere un forte programma educativo e un direttore spirituale che lo svolga. Ciò è una parte essenziale della nostra struttura, deve esserci. Ma non voglio continuare a dirvi cose che già conoscete. Tuttavia, è importante che io chiarisca la ragione della nostra esistenza e di ciò che stiamo facendo. E’ un lavoro, non è un gioco. Siamo autentici. Siamo anche fiduciosi. Ho grande fiducia nel mio coinvolgimento con gli occidentali, ho fiducia in tutto

questo. Penso che vi sono cosec he possiamo capire insieme. Ci capiamo l’un l’altro. Dunque possiamo lavorare insieme. Inoltre, è importante che i direttori abbiano una visione vasta, che non trascurino lo sviluppo dei loro centri. Per essere aperti agli altri, devono avere una visione molto ampia. In molti dei nostri centri vediamo che le attrezzature sono troppo piccole. Naturalmente, costruire strutture adeguate richiede tempo ed energia, tuttavia dovremmo avere una visione ampia e aperta: “Vorremmo le cose in questo modo, senza restrizioni”. Avere una visione ampia non significa forzare un problema, ma semplicemente dirsi che se abbiamo l’opportunità di fare varie cose, le faremo. Non si sa mai se qualcuno verrà da voi e dirà” Mi piacerebbe fare qualcosa di utile con i miei soldi”. In quel momento sarà possibile rispondere : “Beh abbiamo questo progetto pronto per essere sviluppato”, e mostrare alla persona i vostri piani . Se, invece, vi sentite soffocati da quello che c’è già e non avete alcuna visione di come espandervi , non potrete mostrare niente ai potenziali benefattori. Pertanto, è necessario pianificare in anticipo, con un’ampia visione, e avere tutto pronto per mostrare alla gente come si desidera espandere e migliorare le vostre strutture. ... Ricordate: per portare il Dharma in Occidente dobbiamo avere una visione ampia.

Gli alti e bassi delle emozioni sono come nuvole nel cielo; al di là di queste, la reale e primordiale natura umana è chiara e pura. Lama Yeshe

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Chi è Lama Zopa Rinpoche, il Lama di Lawudo Kunsang Yeshe? PROGRAMMA DI Kyabje LAMA ZOPA RINPOCHE 30 giugno-5 luglio 11-20 Luglio

25-26 luglio 05-12 Settembre 18-20 settembre

25-27 settembre Nov / Dic 11-26 Settembre 2016 Questa è una breve biografia del direttore spirituale della FPMT: Per notizie più dettagliate sulla sua vita e sul suo lavoro spirituale e sociale, potete consultare la pagina di Lama Zopa Rinpoche sul sito FPMT. Lama Zopa Rinpoche nasce a Thami, in Nepal nel 1946. All’età di tre anni è riconosciuto come la reincarnazione dello yogi Sherpa Nyingma Kunsang Yeshe, il Lama di Lawudo. La casa dove è nato, a Thami, non è lontana dalla grotta di Lawudo, nella regione del Monte Everest, in Nepal, dove il suo predecessore aveva meditato negli ultimi venti anni della sua vita e verso la quale il bambino insiste ripetutamente di voler andare. Rinpoche, così viene semplicemente chiamato tra i suoi discepoli, ha fatto una descrizione dei suoi primi anni nel libro The Door to Satisfaction (Wisdom Publications). All’età di dieci anni, Rinpoche si reca in Tibet con uno zio, e lì vuole fermarsi, per studiare e meditare nel monastero di Domo Ghesce Rinpoche, vicino a Pagri, fino a quando l’occupazione cinese, nel 1959, lo costringe ad abbandonare il Tibet e rifugiarsi in Bhutan. Successivamente, Rinpoche si trasferisce nel campo profughi tibetano di Buxa Duar, nel Bengala occidentale (India) dove incontra Lama Yeshe, che diviene il suo principale maestro. Nel 1967 Rinpoche e Lama viaggiano in Nepal e negli anni successivi costruiscono i monasteri di Kopan e di Lawudo. 27 Siddhi online

Nel 1971, a Kopan, Lama Zopa Rinpoche guida il primo corso-ritiro di lam-rim, che da allora ha cadenza annuale e continua ancora oggi, divenuto famoso come il “corso di Kopan”. Nel 1974, Rinpoche e Lama Yeshe cominciano a viaggiare nel mondo, chiamati a insegnare e stabilire centri di Dharma in vari paesi. Dopo la scomparsa di Lama Yeshe nel 1984, Rinpoche ha assunto il ruolo di direttore spirituale della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana (FPMT), che ha continuato a crescere sotto la sua impareggiabile guida.


Lama Zopa Rinpoche sulla propria Reincarnazione Ai miei cari amici e studenti, ho sentito dire che ci sono dei fraintendimenti riguardo il mio riconoscimento, per cui vi spiegherò qualche dettaglio. Il principale discepolo del ‘Lama di Lawudo’, Kunsang Yeshe -che si dice fosse la mia nascita precedente- era Ngawang Chopel, che fece molti ritiri e seguì l’esempio del Buddha offrendo il suo corpo agli insetti e agli animali per 7 giorni. Questo fu davvero straordinario perché lui offrì completamente il suo corpo, che fu mangiato tanto che dovette essere portato all’ospedale. Successivamente, Ngawang Chopel costruì il monastero di Maritika, vicino alla grotta di Guru Rinpoche -considerato uno dei posti più sacri di Padmasambhava, perché è detto che lì ottenne l’immortalità. Ngawang Chopel si trovava con il lama di Lawudo al momento della morte, e da lui ricevette la spiegazione dei segni che gli apparivano mentre stava per morire. Ero nato in una famiglia molto povera, e alcuni dubitavano che io fossi veramente la reincarnazione del Lama di Lawudo, Kunsang Yeshe, soprattutto il figlio. Quando Ngawang Chopel sentì parlare di questi dubbi, si recò subito in Tibet per consultare eminenti Lama, e i sei che furono consultati confermarono senza ombra di dubbio che io ero la reincarnazione del Lama di Lawudo. Due di questi sei lama erano Sua Eminenza Tulshig Rinpoche -uno dei maestri di Sua Santità il Dalai Lama- e il suo guru radice, il grande Lama Rongpu Sangye. Così fui riconosciuto ufficialmente quando ero ancora molto piccolo e ancor prima di andare in Tibet nel monastero di Pagri - piccola succursale del monastero principale di Geshe Domo. Prima di partire per il Tibet, il figlio di Lama Kunsang Yeshe mi accettò quale reincarnazione del padre e promise di consegnarmi la grotta e testi che erano appartenuti a suo padre al mio ritorno dal Tibet. Fui portato in Tibet da due zii, entrambi miei insegnanti dell’alfabeto. Perché ebbi due insegnanti? Il primo che si prese cura di me era di Thami, vicino a Lawudo. Quando ero ancora molto piccolo - forse avevo quattro anni - scappavo sempre per tornare a casa, così mia madre mi mandò a imparare più lontano, al monastero a Rolwaling, un posto molto isolato in alta montagna, vicino al Tibet. Lì un altro zio, Ngawang Gendun, si prese cura di me e anche lui mi insegnò l’alfabeto tibetano. Sono stato con 28 Siddhi online

lui a Rolwaling per 7 anni, dove mi impegnai nella memorizzazione e lettura di testi, oltre a fare le puja chiamate “shi-trol”. Questi due zii mi portarono in Tibet e lì rimasi con un altro zio, che era nell’esercito indiano e che si era sposato con una donna tibetana dello Tsang e viveva a Pagri. Pagri era una località molto frequentata dai commercianti provenienti dal Bhutan, Kalimpong, Lhasa, ecc. I tre zii, con alcuni altri sherpa, mi lasciarono alle cure di mia zia, quando si recarono in pellegrinaggio a Lhasa. Non mi presero con loro pensando che il viaggio sarebbe stato troppo difficile e avrei potuto morire, dato che ero ancora molto giovane. Dopo aver vissuto per un certo periodo a Pagri (bighellonando), fuori della mia casa incontrai un monaco molto alto, che sembrava non conoscermi, e che subito mi chiese se volevo essere suo discepolo ci deve essere stato un karma molto forte con lui. Gli risposi subito “sì”. La mattina successiva mia zia preparò un bel thermos di tè e pane in un contenitore di bambù all’interno di un cesto, e mi portò al monastero minore di Domo Geshe Rinpoche, a circa 15- 20 minuti a piedi. Lì incontrai un’altra volta il monaco alto –era il lopon di quel piccolo monastero. Il lopon aveva sentito la mia storia da persone del villaggio, che ero un tulku di Lawudo, vicino a Thami. Così il lopon, per propria soddisfazione, aveva chiesto all’l’oracolo del monastero se questo era vero... With much love and prayer, Lama Zopa Rinpoche January 21, 2008


Lhungtok Choekhorling Monastero Buddhista

L’Associazione Sangha Onlus è un ente benefico registrato, il cui scopo principale è la costruzione di un complesso edilizio su una collina con due monasteri separati, uno maschile e uno femminile, per tutto il Sangha con Kyabje Lama Zopa, Ghesce Jampa Gelek e Ghesce Tenzin sangha monastico. Tenpel, giugno 2014 Il proposito alla base di tale progetto è di creare un ambiente idoneo allo studio, alla meditazione e a uno stile buddhista, profondo e coinvolgente. di vita basato sul Vinaya – la disciplina etica e morale del Con l’apertura dei Centri di Dharma sangha monastico insegnata da Buddha Shakyamuni. nel mondo - su incoraggiamento di La realizzazione di questo progetto permetterà ai monaci di assimilare e praticare l’insegnamento di Buddha in modo adeguato e poter svolgere, in piena competenza, le attività di sostegno didattico e traduzione nei centri di buddhismo tibetano, oltre a rispondere alle richieste di partecipazione a conferenze pubbliche, convegni e ritiri inter-buddhisti e interreligiosi, interventi nelle carceri, assistenza ai morenti, eccetera. Tutte queste funzioni vengono già effettuate attualmente, ma sporadicamente e con non poche difficoltà.

Lama Yeshe con il Sangha, ILTK - 1983

Un po’ di storia Con l’insegnamento dei lama tibetani agli occidentali, è sorto un anche un monachesimo buddhista occidentale. Monaci e monache hanno trovato una loro dimensione e identità inizialmente nei campi profughi del nord e del sud dell’India o in Nepal, dove l’insegnamento del Buddhadharma veniva diffuso per la prima volta ai giovani viaggiatori che, alla ricerca di una nuova dimensione spirituale, accorrevano al richiamo dell’insegnamento 29 Siddhi online

quei grandi lama che comprendevano la necessità di offrire il messaggio buddhista agli occidentali nella loro terra di origine - anche i monaci e le monache si trasferirono in quei luoghi che potevano offrire loro una certa protezione per le esigenze monastiche e la possibilità di studiare, seguire insegnamenti e meditare - attività proprie e fondamentali della vita monastica. Per i monaci e le monache la vita nei centri di Dharma è stata ed è una grande scuola di esperienza.

Corsa di buon auspicio attraverso la porta simbolica del Monastero

Un luogo appropriato alla vita monastica. Senza un struttura a loro propriamente dedicata, il sangha monastico spesso si trova a confrontarsi con tutte le esigenze e le pressioni della vita ordinaria nei Centri, immerso in un ambiente fecondo ma estremamente coinvolgente, con la necessità improrogabile di mantenere integri i


voti monastici e la propria condotta. Un’intensa scuola di vita ma anche una fonte inesauribile di stimoli non sempre appropriati, cause di interferenze e di fatidici stress.

Arrivo di Sua Santità il Dalai Lama giungo 2014

Trasmesso e Realizzato. L’Associazione Sangha Onlus, grazie a numerose donazioni, nel 2007 ha acquistato nel comune di Santa Luce (a Pomaia) una bella collina di 30 ettari, un ex cava che, con interventi ambientali specifici, ritroverà la selvaggia bellezza della macchia toscana e potrà ospitare tutti gli edifici necessari alla vita monastica moderna. Nel giugno del 2014 Sua Santità il Dalai Lama ha benedetto la terra e il progetto, riconfermando così le aspirazioni e l’impegno del sangha monastico e la visione lungimirante di Ghesce Ciampa Ghiatso.

Così, grazie a Ghesce Ciampa Ghiatso (v. foto), maestro residente dell’ILTK per ventisette anni e primo abate designato del complesso monastico, ha preso vita il progetto di una nuova struttura che sia in grado di accogliere tutti i monaci e le monache, in particolare europei, determinati a svolgere una vita coerente con i loro voti. Nel 2011 Sua Santità il Dalai Lama ha dato un nome a quel progetto che sarà una vera abbazia buddhista: Lhungtok Choekhorling, il Luogo dove il Dharma è Il 5 x mille del 2015 sarà devoluto alla popolazione del Nepal

Nel corso della sua ultima visita, in coincidenza con gli insegnamenti del Dalai Lama, Lama Zopa Rinpoche ha scelto un abate, attualmente abate di Sera je, che è stato approvato dal Dalai Lama e che ha accettato di venire a risiedere nel futuro monastero di Pomaia. Lhungtok Choekhorling, che fa parte dell’FPMT, rappresenta l’occasione per dare una sede, un riconoscimento, uno sviluppo, una costanza di pratica, una possibilità di ritiri, un’apertura al mondo, un’opportunità di accoglienza a monaci e monache che si riconoscono nella tradizione del buddhismo tibetano. Perché i meravigliosi valori del Dharma possano esprimersi è importante coltivare il terreno sul quale sono stati seminati. La nostra terra è fertile, essa fa parte del nostro e del vostro patrimonio. Vi preghiamo di aiutarci e potremo raccoglierne copiosi frutti. Associazione Sangha Onlus Lhungtok Choekhorling Buddhist Monastery Via Berlinguer, 28 - 56040 Santa Luce, Pisa, Italia IBAN IT94 L063 7070 9700 0001 0002 367 c/c postale n. 81230138 - CF 90037440501 www.sangha.it info@sangha.it

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Progetto Liberazione nella Prigione ItaliaOnlus Il Progetto Liberazione nella Prigione Italia Onlus è una realtà affermata da diversi anni in vari istituti penitenziari in Italia e in altri paesi del mondo; ha sede legale presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, centro per lo studio e la pratica del buddismo tibetano di Pomaia (PI). PLPI Onlus si ispira alla scuola di pensiero del Dalai Lama e di altri grandi Maestri orientali, nonché a rappresentanti occidentali della psicologia, buddhista e non. In particolare, fa riferimento ad un autorevole filone di studi, rappresentato da autori molto noti, che hanno tradotto in un linguaggio attuale le antiche conoscenze delle varie tradizioni meditative, strutturandole attorno al recupero della consapevolezza e dell’ etica individuale/universale. L’Associazione ha lo scopo di creare, proporre e promuovere un modo di intendere il periodo detentivo come possibilità concreta di trasformazione ed evoluzione personale, in accordo all’art. 27 della Costituzione Italiana, che sancisce la finalità rieducativa della pena. In un luogo di detenzione è possibile liberare la mente del detenuto, offrendo mezzi abili per alleviare la sofferenza mentale ed emotiva, motivandolo ad attuare un cambiamento nella disposizione mentale e nel comportamento esteriore, al fine di trasformare la carcerazione in un percorso di crescita personale. I volontari del Progetto conducono incontri di gruppo ed individuali sullo sviluppo delle qualità positive della mente, utilizzando tecniche di meditazione provenienti dall’incontro tra psicologia occidentale e filosofia e psicologia buddhista, sessioni di yoga di diverse tradizioni, insegnamenti di etica. A seguito di queste attività svolte nelle carceri si è notata nel tempo una netta diminuzione dell’aggressività, minori recidive in patologie depressive, minori difficoltà nella vita di reparto, aumento del senso di responsabilità da parte dei detenuti che frequentano i nostri gruppi. L’intervento trattamentale favorisce il recupero della persona detenuta, rieducandola ai valori fondanti della società civile, che tornerà a ad accoglierla, una volta libera. In tal senso il Progetto si inserisce nel tema della ex detenzione e costituisce un patrimonio per tutti.

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Sui carcerati “Appena il maestro se ne andava, se ero al Potala correvo sul tetto armato di cannocchiale. […] In effetti ero molto più interessato al villaggio di Shöl, molto più in basso, dove si trovava il carcere statale. Quella era l’ora in cui i prigionieri uscivano in cortile a prendere aria; io li consideravo miei amici e osservavo i loro movimenti. Loro lo sapevano e ogni volta che mi vedevano si prostravano. Li riconoscevo tutti e mi accorgevo quando qualcuno veniva rilasciato o se c’era un nuovo arrivo. Controllavo le pile di legna da ardere e le vettovaglie depositate nel cortile”. […]”Mancavano pochi giorni alla cerimonia del mio insediamento. Per solennizzare la circostanza decisi di concedere un’amnistia generale. Il giorno della cerimonia tutti i carcerati sarebbero stati messi in libertà. Questo significava vuotare la prigione di Shöl. Ero felice di avere questa opportunità, anche se in seguito ebbi qualche ripensamento! Infatti mi ero privato del piacere della nostra tenue amicizia e quando puntavo il cannocchiale verso il carcere non vedevo più nessuno, a parte qualche cane in cerca di cibo. Mi sembrò che alla mia vita mancasse qualcosa”. (dall’autobiografia: Dalai Lama, La Libertà nell’Esilio, Sperling & Kupfer).

Se vuoi conoscere meglio il progetto visita il sito ufficiale http://www.plpitalia.org/


Sua Santità il Dalai Lama con Aung San Suu Kyi

Lettera del sangha laico del carcere di Bollate

a praticare i potenti strumenti che il buddismo ci ha messo a disposizione.

Alla Grande Santità il Dalai Lama, Siamo un sangha del carcere di Bollate ( Milano Italia) . Quattro anni fa abbiamo iniziato a studiare Buddismo con l’assistenza di alcuni volontari del “Progetto Chiave per la Libertà” . Molti di noi hanno realizzato da questa molti vantaggi, lo sviluppo di una comprensione di ciò che sono la consapevolezza, l’illuminazione e ottenendo una pace interiore. Attraverso il “Progetto Chiave per la Libertà” abbiamo incontrato molti maestri buddisti che ci hanno dato istruzioni rilevanti. In particolare, nel febbraio 2013, abbiamo avuto il piacere di incontrare un gruppo di monaci che hanno costruito un incredibile mandala che rappresentava il sacro Buddha delle Medicina . Attraverso questo grande evento abbiamo sperimentato i principi di giusta visione, giusta intenzione,giusta parola, giusta azione, rgiusto sforzo, giusto sostentamento, giusta concentrazione e giusta consapevolezza. Con la dispersione del mandala abbiamo sperimentato l’importanza di equilibrare l’attaccamento. Queste profonde esperienze hanno cambiato la nostra vita grazie ad una consapevolezza maggiore del sentiero in otto parti. Vogliamo farle sapere che le siamo grati per la sua saggezza e compassione e che vogliamo sostenerla nel messaggio di pace che offre al mondo . In questi anni abbiamo spesso discusso circa i nostri itinerari della vita e su ciò che ci ha portato qui, e abbiamo imparato 32 Siddhi online

Le nostre vite sono ancora dure e travagliate , ma adesso abbiamo fede nel nostro percorso e sappiamo c’è un significato in tutto che stiamo attraversando . Le chiediamo di dire alcune preghiere per Grazia S. , che e ci fornisce gentilmente una guida e un sostegno nei nostri percorsi: lei è molto importante per noi , la sua luce dalla parte esterna ci aiuta a portare la luce nel nostro interno . Quando sarà a Pomaia, tutti noi le daremo il benvenuto e la incontreremo spiritualmente da lontano via videostreaming . Noi tutti le rendiamo omaggio. Abbia cura di sé. Il Sangha di Bollate (Italia)


L’Istituto Lama Tzong Khapa fa parte dell’U.B.I fin dalla sua fondazione.

interventi umanitari anche a favore di altri paesi.

Grazie all’infaticabile attività di promozione e coordinamento di Vincenzo Piga (1921-1998), un emerito del buddhismo in Italia, l’Unione Buddhista Italiana (U.B.I.) è stata fondata a Milano nel 1985 da centri buddhisti di tutte le tradizioni presenti in Italia che sentivano la necessità di unirsi e cooperare, come era già accaduto in altri paesi europei (Francia, Germania, Austria, Olanda, Spagna, ecc.).

Tutti i fondi verranno impiegati attraverso progetti che potranno essere presentati non solo dai buddhisti ma anche da associazioni, enti, fondazioni e onlus che perseguono finalità affini al Dharma buddhista. I fondi relativi alla dichiarazione dei redditi 2015 saranno disponibili a partire dal 2017.

L’U.B.I. è nata con lo scopo di rispondere alle richieste sempre più numerose degli italiani interessati al buddhismo per aiutare la conoscenza degli insegnamenti del Buddha secondo le varie tradizioni, per sviluppare le relazioni tra i vari centri esistenti in Italia, per stabilire relazioni ufficiali con lo Stato italiano tramite la firma dell’Intesa, come richiesto dall’articolo 8 della Costituzione, per tutelare i diritti dei praticanti, siano essi cittadini italiani che buddhisti provenienti dai paesi asiatici e residenti nel nostro paese. L’U.B.I., che è stata riconosciuta come Ente Religioso con personalità giuridica nel gennaio 1991, riunisce i 47 maggiori centri italiani e i loro affiliati, ha sede amministrativa a Roma ed è associata all’Unione Buddhista Europea. Attualmente si stima che i praticanti buddhisti italiani siano oltre 50.000, a cui si possono aggiungere altre 10.000 persone che saltuariamente frequentano centri e partecipano ad insegnamenti ed altri 10.000 di provenienza extracomunitaria. Nel 2013 l’ U.B.I. ha firmato l’Intesa con lo Stato. Dal 2014 e possibile destinare 8 x 1000 a favore dell’Unione Buddhista Italiana. L’Unione Buddhista Italiana, come è stabilito nell’Intesa con lo Stato, si impegna a utilizzare i fondi ottenuti dall’8 x mille sulla base delle quote espresse per «interventi culturali, sociali ed umanitari anche a favore di altri paesi, nonché assistenziali e di sostegno al culto». Per quanto proviene dalla ripartizione delle quote inespresse, questo verrà destinato unicamente ad 33 Siddhi online

L’8xmille non va confuso con il 5xmille, destinato al sostegno di specifiche Onlus, associazioni di promozione sociale, università ed enti di ricerca ed enti di ricerca sanitaria indicati dal contribuente. Ogni cittadino può dunque esprimere entrambe le destinazioni. Le attività sociali che i vari centri U.B.I hanno messo in atto appaiono in esteso nella sezione del suo sito: http://www.buddhismo.it/8x1000/ attivita/ 1. Adozioni a distanza: nessuna infanzia va dimenticata 2. Hospice: vivere la vita anche quando la vita finisce 3. Carceri: aria per la mente 4. Sostegno ai giovani: una spinta verso un nuovo futuro 5. Sostegno alle popolazioni: tutelare il bene della dignità 6. Sostegno all’integrazione: realizzare il Sangha universale 7. Periferie urbane: il recupero di spazi più umani 8. Cultura: un messaggio centrato sull’essere umano 9. Altri progetti www.buddhismo.it


Nepal: la Terra degli Dei

foto: Andy Melnic

«Qualcuno mi ha domandato che cosa interessa a noi del Nepal. Ed io rispondo: dove c’è un uomo, uno solo, lì siamo anche noi, dove c’è memoria di un passato, lì troveremo la modulazione nuova delle stesse illusioni, l’inveramento diverso, ma non discordante, degli archetipi dello spirito umano». (Giuseppe Tucci, Nepal: Alla scoperta del regno dei Malla)

Il Nepal è chiamato Terra degli Dei forse perché è un paese profondamente religioso dove domina l’induismo con le sue numerose divinità e dove convivono pacificamente altre religioni.

Religioni del Nepal Induisti 80,62% Buddhisti 10,74% Musulmani 4,2% Kiranti 3,6% Cristiani 0,45% Giainisti 0,02% Altri 0,37% Anche se la maggioranza della popolazione professa l’Induismo, attualmente in costante crescita, è diffuso anche il Buddhismo, in particolare della corrente tibetana vajrayana. In alcune aree rurali si praticano anche il Bön(forma di sciamanesimo) e l’animismo (come la religione dei Kiranti). Nessun culto (ad eccezione forse dei monoteismi) ne esclude automaticamente un altro, e talvolta risulta difficile distinguerne le singole caratteristiche. In Nepal la tendenza a conciliare elementi culturali, filosofici o religiosi eterogenei è diffusa in particolar modo tra i culti induisti, buddhisti, animisti e sciamanici.

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Il Nepal è oggi una repubblica federale democratica di 147 181 km², con 29 959 364 abitanti (al 2012), la cui capitale è Katmandu. Confina a nord con il Tibet (invaso dalla Cina fin dal 1959), a sud con l’India ed è uno stato senza sbocco al mare. Il territorio, compreso tra la pianura del Gange e la catena montuosa dell’Himalaya, è prevalentemente montuoso e presenta un dislivello notevole (da 80 a 8 848 m). Geograficamente è parte del subcontinente indiano. Il Nepal era fino al 2006 l’unico Stato al mondo ad adottare l’Induismo come religione ufficiale. In seguito è stata proclamata la laicità dello Stato con risoluzione parlamentare. L’ex sovrano è tuttora considerato da alcuni tradizionalisti una manifestazione del dio Vishnu.


Kathmandu, la capitale, nasce in una valle mitica. Una volta, non si sa quando, forse prima che la falda del subcontinente indiano arrivasse a incontrare il continente asiatico, la valle di Kathmandu era un grande lago. Una delle tante leggende racconta che nel centro del lago sorgeva un’isola, e sull’isola un fiore di loto, dove viveva l’Adi Buddha (= Primo Illuminato), il buddha primordiale. Il bodhisattva Manjushri, per poter incontrare l’Adi Buddha, con la sua spada tagliò in due una montagna vicino al lago, creando la gola di Chobar. L’acqua poté defluire rendendo l’isola raggiungibile e il lago abitabile. Un’altra leggenda racconta che quando i primi abitanti scesero nel lago prosciugato, scoprirono uno stupa di cristallo di un buddha precedente, che emanava un’energia talmente potente e insostenibile che dovettero interrarlo e costruirvi sopra un grande tempio (il tempio di Swayambunath). Siddhārtha Gautama, meglio conosciuto come Gautama Buddha, il Buddha storico - perché il quarto di questo nostro ciclo cosmico - Buddha Śākyamuni (pron. Shakyamuni) o semplicemente Buddha, il Risvegliato, nacque a Lumbini, Nepal, da una famiglia ricca e nobile del clan dei Śākya, nel 566 a.C. circa. Lasciò il corpo a Kushinagara, India, nel 486 a.C. circa, entrando nel parinirvāṇa. Questo grande fondatore di civiltà è stato monaco, filosofo, mistico, asceta indiano, fondatore del Buddhismo, una delle più importanti figure spirituali e religiose dell’Asia.

Il Nepal è veramente il più sacro paese del mondo…Non solo Buddha Shakyamuni è nato in Nepal, ma molti grandi yogi che hanno realizzato l’illuminazione erano nati in Nepal e avevano praticato e attuato completamente il sentiero verso illuminazione… Per questo il Nepal è così incredibile, un luogo così sacro. (Lama Zopa Rinpoche) 35 Siddhi online


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Il Nepal ha bisogno di rinascere, con la ricostruzione e con il turismo Il Nepal è stato colpito da un devastante terremoto il 25 aprile 2015 e successivamente ci sono state diverse scosse di assestamento, tra cui la più forte il 12 Maggio. Si è trattato dell’evento sismico più violento che abbia colpito quest’area dopo il 1934, quando un terremoto di magnitudo 8 provocò la morte di circa 10.600 persone. I dati odierni riflettono la gravità della catastrofe: oltre 8700 vittime, più di 23.000 feriti, migliaia di case distrutte, a Katmandhu e nei villaggi circostanti. Fortunatamente sia la quantità che l’intensità delle scosse, lo sciame, è diminuito di giorno in giorno, così si spera che la probabilità di un altro grande terremoto si allontani sempre più. Gli aiuti ai terremotati sono arrivati e continuano ad arrivare da tutte le organizzazioni no-profit del mondo, sia con la presenza nei vari luoghi sinistrati, sia inviando le donazioni raccolte a riceventi di sicura affidabilità.

villaggi e persone che non sono state colpite dal sisma. Ricostruire, ospitare, tornare al trekking Il Dipartimento dell’Archeologia del Nepal ha disposto la riapertura di tutti i monumenti nella Valle di Kathmandu, patrimonio dell’umanità dell’Unesco danneggiati più o meno gravemente dal sisma di magnitudo 7,9 gradi del 25 aprile scorso. Lo scrive il quotidiano The Himalayan Times. Si tratta, indica il giornale, di sette monumenti protetti che dal giorno del sisma sono stati chiusi ai turisti e al pubblico in generale. Fra questi, le tre più famose „durbar square” nepalesi di Hanuman Dhoka (Kathmandu), Patan e Bhaktapur, gli stupa buddhisti di Swayambhunath e Boudhanath ed i templi indu di Pashupati e Changunarayan.

I nepalesi, le cui attività principali sono il commercio e il turismo, piano piano stanno cercando di riprendere la vita normale e offrire ancora il benvenuto ai turisti. Molti edifici della città di Kathmandu e molte attività commerciali sono state gravemente colpite dal terremoto, molti villaggi isolati hanno subito gravi danni alle case e gli abitanti sono rimasti a lungo senza acqua e cibo, però ci sono ancora numerosi edifici, molti 36 Siddhi online


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Palloncini lasciati volare nel cielo da Basantapur Durbar Square dedicati al ricordo delle persone che hanno perso la vita nel devastante terremoto. Kathmandu, 27 Giugno 2015

In un primo momento il governo aveva fissato la data del 17 agosto per la riapertura dei suoi più famosi siti nella Valle di Kathmandu, ma le autorità turistiche nepalesi hanno chiesto ed ottenuto di poter anticipare la data ad oggi per inviare un messaggio positivo a coloro che volessero tornare inNepal questa estate. Per ragioni di sicurezza, ha reso noto il sottosegretario al Turismo Suresh Suras Shrestha, i turisti non potranno visitare i monumento in questione individualmente ma dovranno farlo in gruppo, sotto il coordinamento di una guida professionista. (da Panorama) Un resoconto della valutazione della situazione attuale in Nepal

In generale possiamo dire che in Nepal si può viaggiare. Alcuni turisti hanno ricominciato a venire. Il governo ha da pochi giorni riaperto al pubblico i siti dell’Unesco come le piazze Durbar di Kathmandu, Patan e Bakthapur, proprio per segnalare al mondo che il tempo non si è fermato al 25 aprile, molto è stato fatto e sono tutti al lavoro: oltre 37 Siddhi online

ai soccorsi sta ricominciando la ricostruzione. Tutti i più importanti luoghi turistici hanno subito danni, particolarmente i templi che non avevano avuto restauri negli ultimi 20 anni; la distruzione è molto evidente in tutta la valle di Kathmandu, anche se in generale possiamo dire che è minore rispetto alle immagini diffuse dai media. In realtà sono stati colpiti soprattutto gli edifici vecchi che non avevano avuto interventi da decenni e gli edifici recenti che erano stati costruiti velocemente,per ragioni commerciali, senza le misure antisismiche. (Dal monastero di Kopan, Kathmandu)

Lama Zopa e gli studenti del Mahamudra Centre in Nuova Zelanda pregano per le vittime del terremoto


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Kopan e i suoi corsi di buddhismo La vita a Kathmandu si sta normalizzando giorno dopo giorno, non c’è più il problema dell’acqua ne’ di cibo o delle altre necessità quotidiane. L’aereoporto è aperto, i trasporti e le comunicazioni sia dei telefoni pubblici che le connessioni internet stanno funzionando normalmente. Abbiamo appena terminato un corso su “La morte e il morire” con la ven. Robina che ha avuto molto successo: 16 persone sono state abbastanza coraggiose da parteciparvi e sono state contentissime, e hanno fatto anche il ritiro di Lam Rim che concludeva il corso. Siamo contenti di comunicare che non ci sono stati problemi. Il sistema di sostegno per i corsi a Kopan ha funzionato perfettamente e anche i prossimi che avevamo programmato si terranno come da calendario. Dopo un intervallo di 12 giorni, durante i quali abbiamo offerto ospitalità
a persone che non partecipavano
ai corsi, daremo il benvenuto ai partecipanti del corso di Introduzione
al Buddhismo, di dieci giorni, tenuto dalla ven. Karin, la nostra insegnante di meditazione residente. Tutto il sistema di accoglienza e di supporto per i corsi funziona perfettamente e gradualmente Kopan si sta rialzando dalle difficoltà del mese scorso. Stiamo già dando il benvenuto ai visitatori.

I monasteri FPMT di Kopan per i terremotati Subito dopo il terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito il Nepal , il 25 aprile 2015, causando ingenti devastazioni, i monaci e le monache del Monastero di Kopan e della Nunnery (edifici entrambi gravemente danneggiati) non hanno esitato 38 Siddhi online


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a entrare in azione organizzando la Kopan Helping Hands per aiutare chi aveva bisogno di aiuti d’emergenza. Qui di seguito condividiamo una sintesi del recente rapporto di Ghesce Thubten Jinpa circa i punti salienti del sollievo offerto fin dai tempi del terremoto iniziale, le scosse di assestamento successive e il secondo grande terremoto del 12 maggio. • Un programma di donazione di sangue è stato condotto subito dopo il primo terremoto dal sangha di Kopan in collaborazione con l’ospedale locale e una banca del sangue a Kathmandu. • Membri del sangha hanno eliminato i detriti e sbloccato la strada attorno Kopan, in modo che potessero essere eseguite le operazioni di soccorso • Ai pazienti e alle famiglie negli ospedali locali che sono stati colpiti dal sisma sono stati serviti piatti caldi. • E’ stata fornito acqua potabile in varie parti della città, dove era stato interrotto il normale approvvigionamento. • Membri del sangha hanno mantenuto le zone colpite libere dall’immondizia, per eliminate rischi per la salute postterremoto. • Ogni sera, presso il monastero, sono svolte sessioni di preghiera speciali per coloro che hanno perso la vita e per i membri della famiglia in lutto. La prima settimana di preghiera è stata guidata da Lama Zopa Rinpoche. • E’ stato possibile fornire aiuti raggiungere agli 11 distretti più colpiti del Nepal, nonostante tutte le difficoltà e il rischio della propria vita, date le frane continue e le strade deformate. Inoltre, durante i viaggi ci sono state forti piogge e i volontari hanno dovuto viaggiare sul retro dei camion a pieno carico, per raggiungere 45 Comitati di Sviluppo dei villaggi, fuori della valle di Kathmandu. • 5.385 famiglie sono state direttamente beneficiate di riparo, coperte, riso, dahl, olio da cucina e altri alimenti. • 100 grandi tende-telone sono state dati alla Comitato Conservazione e Sviluppo Gompa del governo del Nepal, per essere consegnati ai monasteri danneggiati nelle zone rurali. • Sono state date coperte a 580 famiglie. • Sono stati distribuiti indumenti a più di 1.800 individui. • Sono stati organizzati nelle cinque zone rurali più colpite tre giorni di campi medici gratuiti, aiutati dal sangha di Kopan con formazione medica e da altri volontari con esperienza. • Un team di emergenza medica stato trasportato in elicottero a 2,6 miglia (4.180 metri) sul livello del mare, per il trattamento di pazienti in condizioni critiche. Questo aiuto è ancora in corso e continuerà. Si prega di gioire per questo enorme sforzo e gentilezza! L’Ufficio Internazionale FPMT ha istituito negli USA un Fondo di Sostegno Terremoto Nepal [n.b.:valido per i cittadini americani, che potranno detrarre le donazioni dalle loro tasse] per aiutare sforzi come questi e continuerà a sostenere il lavoro di Helping Hands di Kopan. Grazie a tutti i donatori che hanno offerto a questo fondo perché ci permette di contribuire in vari modi. (www.fpmt.org) L’ Istituto Lama Tzong Khapa ha devoluto i fondi di aiuto per i terremotati del Nepal ad Action Aid e a FPMT.org 39 Siddhi online


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Proteggere i bambini Il monastero di Kopan, in Nepal, sta sottoponendo alla nostra attenzione casi di bambini che hanno urgente bisogno di un’adozione a distanza. Sono per lo più bambini nepalesi e qualche bambino tibetano figlio di profughi che vivono in Nepal. Questi bambini sono tutti figli di famiglie estremamente povere, messe ancora di più in uno stato di indigenza e di prostrazione dal recente terremoto. Spesso sono orfani di padre o di madre. Hanno bisogno di tutto: cibo, assistenza sanitaria e educazione scolastica. I loro casi sono giunti all’attenzione dei monaci di Kopan durante il recapito dei recenti aiuti umanitari. Con soli 23 euro mensili possiamo davvero cambiare la loro vita. Vi preghiamo di non abbandonarli! Se vuoi saperne di più sull’adozione a distanza con noi vai su: http://www.adozionitibet.it/…/a…/come-funziona-e-perche. html (da Yeshe Norbu Onlus).

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Perché proteggere i bambini del Nepal Dopo il catastrofico sisma, il governo nepalese ha annunciato che tutti i bambini che escono dal Nepal dovranno essere accompagnati nei viaggi da genitori o dai loro tutori, una decisione che mira a prevenire il pericolo rappresentato dai trafficanti di esseri umani, che potrebbero approfittare del caos che ha seguito il terremoto di aprile. Il provvedimento servirà in particolare a proteggere orfani e bambini che vivono ancora nelle tendopoli allestite dopo il sisma, serbatoio privilegiato per i trafficanti in cerca di ragazze da avviare alla prostituzione e bambini, ai quali spesso sono riservate sorti peggiori. Anche i villaggi più remoti e poveri corrono il rischio di essere esposti agli abili inganni dei trafficanti, che promettono una vita migliore per la famiglia e per le persone che ‘esportano’. Anche le adozioni effettive internazionali sono sospese. Del resto è da tempo che sappiamo che il modo migliore di aiutare i bambini è dare aiuti per farli crescere bene e favorirne l’educazione scolastica nel proprio paese d’origine.


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Due dei fondatori di Yeshe Norbu Appello per il Tibet onlus raccontano: nel 1970 eravamo a Kathmandu, in Nepal, e la vista dei bambini laceri e denutriti che passavano la loro vita in strada ci stringeva il cuore, ma potevamo fare ben poco per loro. Nel 1975, durante il primo corso di meditazione tenuto in Italia da Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoche, chiedemmo il loro aiuto per adottare uno di quei bambini di strada che non avevamo dimenticato. Ci consigliarono di non sradicarli dalla loro cultura e di aiutarli invece a crescere e studiare nel loro ambiente: meno traumi per i bambini e un contributo vero e duraturo allo sviluppo delle risorse umane del loro paese. Quello fu il nostro primo sostegno a distanza presso il Monastero di Kopan a Kathmandu e l’inizio di un lungo percorso... Nel corso degli anni Yeshe Norbu Appello per il Tibet o.n.l.u.s. ha aiutato migliaia di bambini attraverso le adozioni a distanza e sostenuto molti progetti collettivi: mense, centri di cura e scuole situate in India, Nepal, Tibet e Mongolia.

L’associazione Yeshe Norbu in tibetano significa “Gioiello di Saggezza” ed è uno degli appellativi del Dalai Lama, che per la maggior parte dei tibetani è il simbolo stesso della loro cultura basata su non violenza, rispetto per gli altri e per l’ambiente. Lo scopo dell’Associazione è di preservare i valori etici e sociali del popolo tibetano e degli altri paesi buddhisti che hanno subito invasioni o repressioni culturali e religiose dando un sostegno materiale e morale alla popolazione. Yeshe Norbu è associata alla FPMT Vi sono vari tipi di progetti collettivi, alcuni dei quali terminano al raggiungimento di un obiettivo (acquisti di automezzi, di attrezzature, ristrutturazioni di edifici fatiscenti ecc.) altri hanno un carattere continuativo, come il sostegno finanziario alle mense e il contributo al funzionamento di scuole e centri di cura.

E ci sono anche tanti progetti fermi... Recentemente il Ministro della Salute del Governo Tibetano in Esilio ci ha mandato una lista di 28 progetti (programmi per la salute delle madri e dei neonati, potabilizzazione dell’acqua, prevenzione dell’epatite e della tubercolosi, ambulanze, prevenzione della cecità ....) che non possono partire per mancanza di fondi.

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Terremoto in Nepal I sostenitori di Yeshe Norbu e molte altre persone che non ci conoscevano ancora, hanno mostrato un’incredibile generosità facendo donazioni, organizzando eventi e coinvolgendo gli amici per trovare altri fondi. Nei primi 45 giorni dopo il terremoto abbiamo raccolto oltre 100.000 Euro e intendiamo continuare a sostenere i progetti di ricostruzione nei prossimi anni. Il centro spirituale dell’FPMT è il Monastero di Kopan a Kathmandu, con cui Yeshe Norbu collabora da moltissimi anni e che è in grado di portare aiuti dove più servono grazie al suo inserimento capillare nel tessuto sociale delle zone disastrate e all’assoluta correttezza delle persone che lo compongono e lo guidano.Tutte le donazioni fatte a Yeshe Norbu vengono spedite direttamente al Monastero senza l’obbligo di passare attraverso le Autorità nepalesi e sono utilizzate per aiutare le vittime del terremoto a seconda delle necessità più urgenti, che sono in continuo mutamento. Subito dopo il sisma i monaci di Kopan -anche loro vittime del terremoto- hanno donato il sangue e aiutato i feriti tramite la Maya Daya Clinic (dispensario medico creato dal Monastero molti anni fa per i tibetani e i nepalesi della zona), oltre a intervenire in tante altre situazioni d’emergenza.. Il raggio di azione del Monastero si è allargato a 11 distretti nepalesi in cui non erano mai arrivati i soccorsi. Molti villaggi isolati a 4000 metri di quota sono stati raggiunti tramite elicotteri e agli abitanti è stato fornito cibo per un mese, tende e vestiario. Finora Kopan ha distribuito più di 100.000 chili di cibo, oltre a migliaia di tende, teloni e vestiti. I dettagli degli aiuti sono su http://adozionitibet.it/it/cosapuoi-fare/terremoto-nepal.html E i soccorsi continuano…. . 42 Siddhi online

Resoconto sulle attività di Yeshe Norbu Gli importi sono aggiornati al 31/12/2014 Progetti continuativi: -Il Sera-Je Food Fund, mensa gratuita per 2500 monaci del Monastero di SeraJe, nel Sud India (finora più di 300.000 Euro, equivalenti a circa 3,5 milioni di pasti). - due case per bambini disabili in India. (circa 190.000 € finora) - la Maya Daya Clinic per nepalesi e tibetani poveri, gestita dal Monastero di Kopan. (finora circa 20.000 €) - Copertura di tutte le spese del centro medico del campo profughi di Tuting Altri progetti completati: -acquisto di due pulmini nuovi per un campo profughi isolato nel Sud India -acquisto di una nuova ambulanza per il campo di Bandhara in India -campi oftalmici con operazioni di cataratta in tre insediamenti dei rifugiati tibetani (in corso) -contributo a una mensa dei poveri gestita dall’FPMT in Mongolia, contributi per il cibo in vari monasteri in Nepal e una scuola in Tibet, numerosi contributi per ristrutturazioni di edifici. Tutti questi interventi minori si aggirano sui 3-5000 € ciascuno Dal 2000 a oggi Yeshe Norbu o.n.l.u.s. ha distribuito più di 3.000.000 di Euro.


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Stupa Onlus

STUPA Onlus, come è impegnata per aiutare i terremotati per il Nepal?? Dal 25 aprile, giorno della prima tremenda scossa in NEPAL, l’Associazione STUPA Onlus ha raccolto oltre 30.000 €uro. Il denaro raccolto è tutto inviato a Kathmandu, a Lama Ciampa Monlam e alla monaca Tenzin Tsoamo, per essere utilizzato direttamente ad aiutare tutti coloro che hanno bisogno e che vivono nelle montagne, particolarmente isolati e bisognosi. Si stanno distribuendo articoli di prima necessità - cibo, medicine, tende, indumenti - e cominciando a sostenere progetti di ricostruzione di scuole e presidi medici, distrutti dal terremoto. L’Associazione non trattiene alcun costo per spese di ufficio, personale o altro, ma invia tutto il denaro che riceve interamente a Lama Ciampa Monlam, per la popolazione bisognosa, sulla base delle esigenze di volta in volta individuate e richieste dalle famiglie locali.

info@stupa-onlus.org

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STUPA Onlus, di cosa si occupa normalmente, oltre a questa terribile emergenza in Nepal? E’ un’attività utile per aiutare le persone indigenti, persone che possiamo direttamente conoscere e direttamente aiutare. L’attività principale è quella di creare possibilità concrete di sostegno ad antiche culture locali che rischiano di perdersi, a causa del degrado provocato dal tempo e dalle condizioni economiche difficili. L’associazione attualmente è impegnata in progetti di restauro di antichissimi stupa e nell’assistenza umanitaria, sull’Himalaya, nelle zone del nord dell’India, nel Ladakh e nello Zanskar. Il periodo in cui l’Associazione opera è durante l’estate, con assistenza tecnica, economica e operativa, organizzando viaggi di lavoro in questi luoghi dal fascino e bellezza straordinari. Luoghi in cui la vita è semplice e a volte dura, in cui ogni sforzo è premiato da grandi risultati pratici di beneficio sociale e per salvaguardare e proteggere una preziosa cultura antichissima, patrimonio del mondo intero.

costruzione che svolge un’azione di ‘agopuntura’ della Terra, per diffondere energia positiva nell’ambiente circostante. I restauri sono necessari per dare a queste costruzioni la loro forma originaria e riattivare così la loro preziosa funzione energetica. È possibile partecipare a questi viaggi e di cosa avete più bisogno per poter essere di aiuto operativo? Ogni anno, tra giugno e agosto, l’Associazione organizza viaggi di lavoro con volontari da tutto il mondo per svolgere le attività programmate. Questa scorsa estate hanno prestato la loro opera gratuita numerosi italiani, svizzeri, ungheresi, tibetani e ladaky. Insieme a loro abbiamo concluso opere di restauro molto importanti nel paese di Shey. Chi lo desidera può contattare l’associazione e richiedere i dettagli organizzativi per partecipare come volontario già per la prossima estate 2015. Un’altra necessità è quella di raccogliere fondi per sponsorizzare muratori o manovali, per svolgere attività indispensabili per i restauri, utili anche per dare lavoro a queste maestranze locali, alle quali affiancare i volontari.

Cosa è uno stupa, ce lo può spiegare brevemente? E’ una particolare e antica costruzione sacra che simboleggia la mente illuminata degli esseri santi ed è una 44 Siddhi online


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