Metamorfosi

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La metamorfosi Franz Kafka




“E se “E se ancora dormissi dormissi ancora “Eunsepo’? e cercasun po’? e cercassi di dimenticare tutte dormissi ancora si di dimenticare tutte pensò; unqueste po’? esciocchezze?”, cercasqueste sciocchezze?”, pensò; ma il suo proposito era assolutasi di dimenticare tutte ma il suo proposito era mente sciocchezze?”, inattuabile. pensò;assolutaqueste mente inattuabile. ma il suo proposito era assolutamente inattuabile.





Voleva davvero aprire la porta, voleva davvero farsi vedere e parlare con il procuratore; era ansioso di sapere cosa, di fronte al suo aspetto, avrebbe detto quelli che adesso lo assillavano tanto. Se si fossero spaventati Gregor sarebbe stato sollevato da ogni responsabilitĂ e avrebbe potuto starsene tranquillo. Se invece avessero accettato tutto senza scomporsi, allora neanche lui avrebbe avuto motivo per agitarsi e, affrettandosi, avrebbe potuto davvero essere alla stazione alle otto.

VEDERE PARLAR


RE


Gregor si spinse piano verso la porta e si lanciò contro la porta. Poi si accinse a girare la chiave ma non si accorse che si stava procurando una lesione. “Ascoltino - disse il procuratore nella stanza attigua, - sta girando la chiave”. Per Gregor fu un grande incoraggiamento; avrebbero però dovuto incitarlo tutti, anche il

Gregor

padre e la madre: “Dai ”, avrebbero dovuto dire, “forza, avanti con quella chiave!”. Saltellava intorno alla serratura seguendo la rotazione della chiave, ora reggendosi in piedi solo con la bocca, ora, se necessario, premendola giù con tutto il suo peso.

Da fo i qu rza el la avan ch ti ia ve con !

G



Quel mattino, quando le porte erano chiuse a chiave, tutti avrebbero voluto entrare in camera sua, mentre adesso che lui ne aveva aperta una le altre erano evidentemente state aperte nel corso della giornata e le chiavi erano addirittura infilate all’esterno - non veniva piÚ

Nessuno.





Se avesse potuto girarsi, Gregor avrebbe raggiunto subito la sua camera, ma temeva che la macchinosità della rotazione avrebbero fatto spazientire il padre che con il bastone minacciava ogni istante di assestargli un colpo mortale sul dorso o sulla testa. Forse il padre si accorse della buona volontà, perché non ostacolò questi tentativi, anzi di tanto in tanto con la punta del bastone corresse da lontano la rotazione. rotazione. la corresse da lontano to con la punta del bastone tivi, anzi di tanto in tannon ostacolò questi tentadella buona volontà, perché Forse il padre si accorse sul dorso o sulla testa. assestargli un colpo mortale minacciava ogni istante di il padre che con il bastone



Vi trovò infatti una Vi trovò ciotola pieinfatti una na di latte ciotola piezuccherato na di latte sul quale zuccherato galleggiasul quale vano piccogalleggiale fette di vano piccopane bianle fette di co. Quasi pane bianavrebbe riso co. Quasi dalla gioia avrebbe riso - perché dalla gioia rispetto al - perché mattimo la rispetto al mattimo la

fame era ancora aumenfame era antata - e sucora aumenbito immerse tata - e sula testa nel bito immerse latte, quala testa nel si fino agli latte, quaocchi. Ma si fino agli presto la occhi. Ma ritrasse presto la deluso; non ritrasse solo perché deluso; non a causa del solo perché fianco sinisa causa del tro dolente fianco sinisgli era distro dolente gli era dis-

agevole mangiare - poteva farlo agevole mangiasolo se, ansimanre - poteva farlo do, collaborava solo se, ansimantutto il corpo do, collaborava ma anche perché tutto il corpo il latte, che di ma anche perché solito era la sua il latte, che di bevanda preferisolito era la sua ta e che indubbiabevanda preferimente per questo ta e che indubbiamotivo la sorella mente per questo gli aveva, non gli motivo la sorella piacque per nulgli aveva, non gli la: anzi di scostò piacque per nulquasi con disgusla: anzi di scostò to dalla ciotola quasi con disguse strisciò di nuoto dalla ciotola vo verso il centro e strisciò di nuodella camera. vo verso il centro della camera.

Non potendo capire Gre NESSUNO, nemmeno la so immaginava che lui pot capire gli altri.


egor, orella, tesse




Per risparmiarle anche questo, un giorno si caricò sul dorso un lenzuolo e lo trasportò fino al sofà - un lavoraccio che gli costò quattro ore di fatica -, dove lo distese e lo sistemò in modo che lui risultasse coperto del tutto e che la sorella non lo vedesse nemmeno chinandosi. Se avesse ritenuto che quel lenzuolo fosse inutile, la sorella avrebbe sempre potuto toglierlo, perché era scontato che

non poteva essere piacevole n a s c o n d e r s i;

lo lasciò dov’era.

ma lo lasciò dov’era, e quando Gregor una volta con la testa lo sollevò per controllare come avesse accolto il nuovo accorgimento, gli parve addirittura di cogliere uno sguardo di gratitudine.



Sebbene Gregor si ripetesse di continuo che non stava accadendo nulla di straordinario, che Gregor stavanosisolo spostando qualSebbene ripetesse di continuo che mobile, ben presto dovette ammettere che non stava accadendo nulla di straorche il continuo delle donne, qualdinario, cheandirivieni stavano solo spostando le loro sommesse esclamazioni, il che mobile, ben presto dovettegratammettere tare che dei il mobili sul pavimento avevano continuo andirivieni delle donne, su dilelui l’affetto di esclamazioni, un tumulto cheillogratloro sommesse investiva da ogni lato, per quanto ritare dei mobili sul epavimento avevano traesse le zampe e appiattisse a terra il lo su di lui l’affetto di un tumulto che corpo, dovette da inevitabilmente dirsi che riinvestiva ogni lato, e per quanto non avrebbe retto a lungo la situazione. traesse le zampe e appiattisse a terra il Stavano sgombrando sua camera; gli to- che corpo, dovette la inevitabilmente dirsi glievano tutto ciò che gli era caro; lanon avrebbe retto a lungo la situazione. voravano senza dire una la parola, si sentiStavano sgombrando sua camera; gli tova solo un greve risonare dei loro glievano tutto ciò che gli era passi. caro; lavoravano senza dire una parola, si sentiva solo un greve risonare dei loro passi.

NESS

Così fece irruzione, cambio quattro volte direzione della sua corsa senza davvero sapere quale oggetto mettere in salvo per primo, poi alla parete ormai spoglia vide il il ritratto: così salì su veloce e si strinse al vetro, aderendovi e traendone sollievo per il suo ventre infuocato. Almeno quel ritratto, che adesso Gregor ricopriva del tutto, nessuno glielo avrebbe tolto.

UNO



Mentre ormai barcollava e nel tentativo di raccogliere le forze necessarie alla fuga quasi non riusciva a tenere gli occhi aperti; mentre intontito com’era non vedeva altra fonte di salvezza se non la corsa; mentre aveva quasi dimenticato di avere a disposizione anche le pareti che in questa stanza erano però occupate da mobili riccamente intagliati, pieni di spigoli e punte - qualcosa lo sfiorò, dopo un leggero volo, e poi gli ruzzolò davanti. E r a u n a m e l a .



Gregor si fermò per lo spavento; era inutile proseguire la corsa perchĂŠ il padre aveva deciso di bombardarlo: le scagliava una dopo l’altra, senza per ora mirare alla precisione. Le piccole mele rosse rotolavano sul pavimento urtandosi come

cariche di elettricitĂ .





Una gettata debolmente, lo sfiorò, deviando poi senza far danni. Quella immediatamente successiva invece gli penetrò letteralmente sul dorso; Gregor cercò di trascinarsi avanti, come se spostandosi avesse potuto far cessare il sorprendente inaudito dolore; ma gli parve di essere inchiodato al suolo e si stirò in un completo scompiglio di tutti i sensi.

penetrò letteralmente sul dorso



La mela rimase conficcata nella carne come un visibile ricordo - e parve rammentare anche al padre che, nonostante il suo attuale aspetto misero e disgustoso, Gregor era un membro della famiglia e non poteva essere trattato alla stregua di un nemico: il dovere famigliare imponeva di reprimere la repulsione e di sopportare, sopportare e basta.

sopportare e basta.



La sorella iniziò a suonare, il padre e La sorella iniziò a suonare, il padre e la madre ciascuno dal proprio posto, la madre ciascuno dal proprio posto, osservavano concentrati sui movimenti osservavano concentrati sui movimenti delle mani. Attratto dalla musica, delle mani. Attratto dalla musica,

Gregor aveva osato avanzare un po’ con la testa era già in soggiorno. Non si stupiva quasi dello scarso

Gregor aveva osato avanzare un po’ con la testa era già in soggiorno. Non si stupiva quasi dello scarso

riguardo che mostrava per la sensibilità riguardo che mostrava per la sensibilità degli altri: in passato di questa attenzi- degli altri: in passato di questa attenzione era andato orgoglioso. one era andato orgoglioso.



Era un animale, se la musica lo toccava così? Gli parve di vedere davanti a sé la via verso quel nutrimento ignoto e agognato. Era deciso di avanzare sino alla sorella, a tirarla per la gonna, affinché capisse che con il violino doveva andare in camera sua, dove lui l’avrebbe ricompensata per la sua musica come nessuno poteva fare.

Dalla camera non l’avrebbe più fatta uscire, almeno finché fosse stato in vita.



“Cari genitori, - disse la sorella e come preambolo battè la mano sul tavolo, - così non si può andare avanti. Se non lo capite voi, lo capisco io. Non voglio pronunciare il nome di mio fratello davanti a questo mostro, quindi dico solo:

dobbiamo cercare di disfarcene.

Abbiamo fatto ciò che era possibile per curarlo e sopportarlo, credo che Nessuno possa rimproverarci niente”.



Memoria “Devi solo riuscire a pensare che non è Gregor! La nostra sciagura vera è averci creduto per tanto tempo. Ma come può essere Gregor? si sarebbe ormai reso conto che gli esseri umani non possono convivere con una bestia simile, e se ne sarebbe andato da sé. Noi non avremmo più un fratello, ma potremmo continuare a vivere e onorare la sua memoria.”



Alla sua famiglia pensava con amore e commozione. Della necessità che dovesse scomparire era forse ancora più convinto della sorella. Restò in questo stato di vacua e tranquilla meditazione sino a quando l’orologio della torre suonò le tre del mattino. Fece ancora in tempo a vedere che fuori dalla finestra tutto rischiarava. Poi, senza che lui ne fosse cosciente, la testa reclinò del tutto e dalle narici fluì tenue il

suo ultimo respiro.




“Ebbene, - disse il signor Samsa, - ora possiamo ringraziare Iddio”. Si fece il segno della croce e le tre donne seguirono il suo esempio. Poi lasciarono tutti insieme l’appartamento, cosa che non avveniva da mesi, e presero il tram per andare all’aperto appena fuori città.


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