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Tesi di Laurea 01 | 14
azioni, dispositivi (*) modellare /suolo
Relatrice Daniela Moderini
L’azione di scavo e riporto del suolo è alla base dei principali dispositivi utilizzati per innescare processi di fertilizzazione. Uno scavo genera un cambiamento nelle condizioni microclimatiche, produce un habitat diverso in cui può raccogliersi l’umidità.
La Arana | Malaga | Spagna
hoyos
Abstract
Più di un quarto della superficie terrestre è soggetto a processi di desertificazione. Processi legati non solo a fattori climatici,ma anche ad azioni antropiche: impermeabilizzazione dei suoli, disboscamento... L’area de La Arana,sul litorale ad est di Malaga,è il risultato di un processo duplice di desertificazione,dovuto sia al deficit idrico (livello precipitazioni <400mm)sia all’attività estrattiva dell’industria di cementi che opera sul sito da oltre 20 anni. Il risultato è un suolo ferito in cui si aprono i crateri lasciati dall’industria. Ma è anche un vuoto prezioso nel continuum di urbanizzato di Malaga.
accumulare/acqua Se le precipitazioni sono presenti solo in forma sporadica,la prima azione per portare abitabilità è legata all’accumulo idrico. Le superfici impermeabili sono utili per la captazione delle acque che tramite le pendenze sono convogliate in punti di stoccaggio.
acequia
balsa
resaf
generare/umidità, ombra
*stagionale turat
o nt ve
L’acqua non esiste solo in forma liquida,occorre considerare anche le “precipitazioni occulte”,l’umidità. Per questo occorre pensare a dispositivi in grado di generare ombra e limitare l’evaporazione dell’acqua e al tempo stesso raccogliere quella prodotta dalla condensazione.
camera di condensazione
acqua
silvia bachetti | portfolio
*processo
*fragile
parole chiave
*stagionale Arido è mutevole: per lavorare con esso occorre comprendere l’alternanza fra fasi totalmente secche e momenti di piena. *processo Il deserto non è statico. Ciò che appare fermo in realtà è soggettoa trasformazione, acqua e vento erodono le superfici mutandole. *fragile Ogni piccola variazione nelle condizioni iniziali produce grandi variazioni nel comportamento a lungo termine,nel fragile equilibrio di questo sistema vulnerabile.
Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
orientare processi
La Araña 2040 | strategia di progetto
*presidi Dalla ricognizione delle tracce emergono gli elementi che il progetto riconosce come punti stabili,da cui partire nella definizione dei perimetri di escavazione.
**innesti Si introducono nuovi cordoni trasversali, generati a partire dai cammini,prime aree di ripiantumazione per evitare che si costituisca un unico enorme cratere.
Topografie in processo. Il futuro dell’area è incerto,dipendente da molteplici fattori che interverranno negli anni. Per questo il progetto prepara una nuova topografia,un paesaggio variabile. Rispetto alla sezione di scavo dell’industria,si parte dalla rimodellazione durante il processo stesso di escavazione mediante la costruzione di plateaux più ampi rispetto alle terrazze utilizzate nei ripristini ambientali. Così si vengono a costituire nuovi habitat differenti. E’ la topografia stessa ad orientare poi il processo di dismissione e riuso futuro.
step 1 2010>2020 apertura e modellazione della cava A (cava di calcare, ha 68)
step 2 2020>2030 *apertura e modellazione delle cave B (cava di lavagna, ha 35) *resituzione ad uso pubblico della cava A realizzazione del nuovo accesso sud
Tesi di Laurea 02 | 14 Relatrice Daniela Moderini
***nuovi perimetri Dopo il sistema delle interruzioni, ci si sposta sui negativi,cioè gli scavi: a partire dalla matrice si deformano i margini per costruire le nuove topografie.
Accumulare l’acqua piovana. La modellazione del suolo di riporto viene determinata in modo da poter accumulare nel punto più in basso della cava l’acqua piovana che,attraverso i cunei, scende da monte a valle. Ogni cava presenta dunque una vasca di raccolta delle acque dimensionata rispetto alla quantità accumulata durante il giorno di alluvione.
step 3 2030>2040 *apertura e modellazione delle cave C (cava di silicio, ha 23) *resituzione ad uso pubblico della cava B realizzazione del nuovo accesso nord
step 4 2040>... *restituzione ad uso pubblico delle cave C * restituzione ad uso pubblico dell’area industriale dismessa e introduzione di quote private
cammini storici intatti cammini storici non intatti punti di interesse archeologico naturalistico zone ripiantumate
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Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
masterplan | step 3
2040 - 2060
aree di esondazione
Tesi di Laurea 03 | 14
ripiantumazioni
Relatrice Daniela Moderini
aree fitodepurazione espansione urbana prevista
Topografie in processo Allo stadio finale l’industria ha terminato l’attività di escavazione e costruito nuove topografie destinate ad accogliere gli usi futuri. La modellazione delle terrazze e dei pendii ha definito un sistema variabile: il futuro dell’area è incerto, il progetto vuole orientare un processo di dismissione e riuso più che stabilire usi univoci. La topografia è generata tenendo conto degli operatori acqua, suolo, vegetazione e in relazione ad usi eventuali che nel tempo possono cambiare. Dopo i 30 anni di attività estrattiva il risultato non è una ferita da sanare a posteriori, bensì un nuovo paesaggio post-industriale.
. modellare | suolo
nuove connessioni, nuovi usi Le cave di ardesia a nord, ora dismesse, si connettono all’innesto con cui possono struire un nuovo sistema lineare di spazi collettivi che giunge fino alla rambla, a servizio delle espansioni urbane previste dalla municipalità negli anni a venire. Parallelamente si rafforzano le connessioni interne tramite i sistemi di trasporto alternativo: oltre ai cammini lenti recuperati fin dalla prima fase, il progetto propone l’uso di bus per la percorrenza interna lungo gli ex-cammini industriali. Dismessa l’industria, si aprono nuove possibilità anche per il litorale. Il progetto volutamente non definisce un’unica soluzione per il futuro di quest’area, essendo strettamente dipendente dai molti fattori in gioco: di nuovo si lavora sulla topografia, prevendendo l’eventuale insediamento di usi turistici più intensivi in grado di portare rendita.
sistema idrico: accumulare acqua piovana
diagramma di mobilità: nuovo nodo di accesso da nord strada carrabile cammini pedonali
cave rese pubbliche nodi di accesso
autostrada
Pubblico | Privato: compresenza di uso pubblico nelle cave dismesse e attività privata sul litorale.
. accumulare | acqua
sistema idrico, cicli autopoietici L’alternanza di lunghi periodi di siccità alle brevi piogge intense è elemento determinante attorno a cui viene generata la nuova topografia del paesaggio in escavazione. Lo scavo viene pensato in relazione alla presenza di acqua stagionale, che oggi agisce solo come fattore di erosione e va perduta. L’acqua pluviale può invece essere conservata attraverso dispositivi di accumulo - bacini impermeabili e cisterne interrate che portano ombra - mentra l’effluente del depuratore può diventare una fonte di acqua dolce perenne attraverso la costruzione dei bacini di lagunaggio. Si costruisce in tal senso un ciclo autopoietico, in grado cioè di autosostenere l’irrigazione degli innesti nei periodi di secca e di volgere a proprio favore le possibili inondazioni.
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cammini pubblici
aree archeologiche
punti di interesse lungo i cammini
espansione dell’urbanizzazione El Candado prevista dal PGOU
Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
Sistema idrico della Cuenca del Sur
Il Rio Totalan è un fiume a regime torrentizio, dunque per un lungo periodo dell’anno il suo letto è secco, ma quando vi sono fenomeni temporaleschi (usualmente due o tre volte all’anno in autunno-inverno) l’acqua del rio esonda. Il progetto lavorando con la stagionalità, intende accumulare l’acqua nei periodi di inondazione in modo da poter mantenere punti di umidità anche nei periodi di secca, in cui il rio diviene spazio pubblico-rambla.
dispositivo:balsa azione: accumulare acqua Attraverso la modellazione del suolo lungo i margini del Rio, si sfrutta l’apertura della cava per realizzare un bacino di raccolta delle acque di esondazione. Terminato il fenomeno di inondazione, mentre il rio torna torna ad essere secco, l’acqua si conserva nella balsa costruendo nuovi punti umidi e dunque fertili.
Rio Totalan: nel periodo di secca
Rio Totalan: nel periodo di piena
Tesi di Laurea 04 | 14 Relatrice Daniela Moderini
Rio Verde
Rio Guadario
dispositivo:boquera azione: deviare l’acqua Le boqueras sono deviatori realizzati attraverso riporti di terreno, che servono a deviare l’acqua dei periodi di piena ai margini del letto del Rio Totalan,dove viene raccolta in vasche laterali; nei periodi di secca l’acqua persiste nelle vasche, creando punti di umidità.
Rio Totalan
Los Reales
Rio Guadalhorce
dispositivo:micro-catchment azione: generare umidità Ogni micro-catchment, mediante una pendenza del 7% crea nella zona più bassa punti di umidità nei quali attecchisce la vegetazione sfruttando la posizione protetta. Il processo di rinaturalizzazione del fiume attraverso questo dispositivo previene la perdita di suolo.
Embalse del Limonero Precipitazioni nella Cuenca del Sur (l/mq) Quantità d’acqua nei fiumi della Cuenca del Sur Inondazioni nella Cuenca del Sur
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Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
fitodepurazione | acque reflue
Tesi di Laurea 05 | 14
Altra fonte di recupero delle acque dolci è il depuratore collocato ad ovest dell’area di escavazione, che tratta giornalmente 20000 m3 di acqua (9000 a.e.). Attualmente le acque reflue, depurate fino al secondo stadio, vengono gettate a mare, tuttavia le amministrazioni locali programmano il potenziamento del depuratore e l’introduzione di una fase terziaria. Il progetto propone dunque di immettere tali acque nella conca della cava in dismissione,luogo di sperimentazione di trattamenti di depurazione per la costruzione di un nuovo paesaggio in cui emerga il ruolo fondante dell’acqua e del suo recupero.
*1 depuratore
*2 fitodepurazione
*3 irrigazione vivaio
Relatrice Daniela Moderini
*1 ripiantumazione innesti
1.0 stagno di sedimentazione all’uscita dal depuratore le acque reflue vengono immesse nel primo bacino del nuovo sistema di fitodepurazione, nel quale subiscono il trattamento di decantazione.
2.0 bacini a flusso sommerso orizzontale sistema costituito da 4 vasche successive contenenti materiale inerte quale supporto delle macrofite emergenti. Il flusso d’acqua rimane sempre al di sotto della superficie e scorre grazie a una lieve pendenza.
3.0 bacini a flusso superficiale sistema costituito da 2 vasche alimentate in modo continuo così da ottenere un deflusso lento dell’acqua attorno alle piante emergenti e radicate galleggianti.
cisterne | acque pluviali
“I pozzi nel deserto sono come una piazza pubblica, è lì che si riuniscono tutti, soprattutto nelle stagioni secche, è lì che si hanno e si trasmettono le notizie, dove si stabiliscono i rapporti umani” (isabelle jarry,théodore monod “Payot et rivages”)
L’Andalucia è soggetta a episodi di pioggia a carattere torrentizio, durante i quali viene riversata la massima parte delle acque pluviali dell’anno. Il tema diventa allora quello di fare in modo che le acque piovane che si riversano sulla superficie scolante della cava possano essere raccolte in un bacino impermeabile (vasca di accumulo) e convogliate in luoghi ombreggiati (cisterne di accumulo) per limitare l’evaporazione. L’acqua piovana che cade durante i temporali sulla superficie della cava viene convogliata attraverso le terrazze nella vasca di accumulo, dimensionata per contenere l’acqua caduta. Attraverso il sistema delle chiuse si decide poi quanta acqua convogliare nella cisterna, quale riserva idrica permanente. Episodio torrentizio del 20 marzo 2008 | apice a La Arana perimetro cava superficie di scolo 32 ha > 20.000.000 l
cisterna accumulo cap. 3.850.000 l
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vasca accumulo sup. 2.1 ha
Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
Investigazione sui paesaggi aridi 06 | 14
(*) arid-scapes
un’investigazione sui paesaggi aridi e la gestione tradizionale delle acque in ambienti in via di desertificazione.
“ L'acqua è il principio di tutte le cose; le piante e gli animali non sono che acqua condensata e in acqua si risolveranno dopo la morte . ” {talete di mileto} La tesi di laurea “Paesaggi Fragili” nasce da una precedente ricerca attorno alle condizioni di aridità e a come far fronte ad essa tramite un’accurata gestione della risorsa idrica. Dalla domanda iniziale su cosa esattamente si intenda per desertificazione, l’indagine si è poi orientata sullo studio degli elementi alla base del funzionamento di tale ecosistema (vegetazione, livello delle precipitazione, suoli...) fino ad approfondire più specificamente le tecniche utilizzate tradizionalmente per poter rendere fertile, e dunque abitabile, un territorio caratterizzato da livelli idrici scarsi > per costruire un’oasi. Il giardino islamico è una delle reinterpretazioni che sono state date al concetto di oasi, e per questo è stato oggetto della ricerca, guidandola nella definizione delle azioni-chiave alla base di ogni intervento su un paesaggio arido. Qui a lato sono riportate alcune delle pagine del paper relative alle tecniche di gestione dell’acqua e al tema del caharbagh.
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Paesaggi fragili: orientare processi di de-aridificazione in un’area di cave sul litorale di Malaga
Laboratorio di urbanistica| Masterplan per la laguna de Venezia | Ferrara 07 | 14
1/ interruzioni
Prof. Giangi Franz, Prof. Maurizio Bonizzi, Prof. Antonio Ravalli
masterplan per Campalto e la barena veneziana. L’osservazione aerea della pianura veneta attorno a Mestre rivela un territorio saturato dalle espansioni edilizie a macchia d’olio, che nel tempo hanno mangiato la campagna. Il nuovo masterplan per l’area compresa fra Mestre, Campalto e Tessera parte proprio dall’individuazione di uno dei pochi macrovuoti alle spalle della laguna, intervallo prezioso nel continuum edilizio. Per questo il progetto decide di metterlo in valore costituendo un nuovo parco agricolo che trova la sua testata nella barena attraverso gli interstizi di vuoto che restano nel tessuto di Campalto. Si generano così nuovi corridoi attraverso una nuova topografia che ospiterà le ripiantumazioni, il programma pubblico, e l’acqua come elemento chiave nella comprensione di tutto questo territorio. Il programma residenziale si concentra proprio lungo gli argini dei canali, nuovi margini spessi in opposizione allo sprawl dominante. campalto
grafemi puntuali / masterplan
+
grafemi verticali
+ margini di intervento/
housing lungo gli argini
grafemi orizzontali
=
margini di intervento
rotture.
/ letture, strategie
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vegetazione
/ layers
+ acqua
> Si inspessiscono i margini > Si rafforzano gli interstizi
topografia
+
ogni rottura nel tessuto delle maglie può essere considerata come un’opportunità di comunicazione fra i vacuoli. La chiusura di una maglia sopprime gli scambi naturali fra i vacuoli territoriali, dunque la possibilità di invenzioni biologiche derivanti dall’incontro. (Gilles Clément | Manifesto del terzo paesaggio)
Laboratorio di progetto | Housing nella laguna de Venezia | Ferrara 08 | 14 Prof. Antonio Ravalli
2/ stratificazioni
layers
nuovi modelli di (co)abitazione per la laguna di Venezia.
tipologie
micro - aggregazioni
In un territorio limite fra acqua e terra, lâ&#x20AC;&#x2122;edificio si sviluppa lungo la traccia di uno dei canali che segnano questo suolo, un nuovo margine spesso nel quale si mescolano programma pubblico, semi-pubblico e privato. La figura della medina araba ci guida nella definizione del nuovo complesso di housing. Sopra un livello pubblico totalmente permeabile ssi costruisce il livello piĂš privato della residenza, aarticolata attorno a patii - spazio del vicinato - e infine il suolo-copertura, dove si collocano le stanze e si stabilisce un nuovo spazio di relazione e di co-abitazione.
// sistema degli attivatori pubblici
// sistema delllo spazio pubblico
// spazio pubblico riattivato
// sistema dei patii
A
1 > acqua + canneto 2 > salicornia (Arthrocnemum glaucum) 3 > piante aromatiche 4 > alberi sempreverdi (juniperus virginiana) 5 > alberi da frutto ( prunus avium) 6 > alberi decidui
livello copertura + 6.00 tetto co-abitato
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livello residenziale + 3.00 patii introspettivi
// attivatori sotterranei
nivel publico + 0.00 espacio publico interactivo
// connessioni
il tetto abitato > spazio di co-housing
Laboratorio di Restauro | Ferrara 09 | 14
Palazzo Gulinelli
ri-progettazione del giardino romantico
Prof. Lolli Ghetti, Prof. Alberti
il giardino | stato attuale
>
celtis australis h. 8 - 20 m deciduo crescita lenta
acer negundo h. 6 - 10 m decidua, foglie tendenti al bianco
tilia x europea h. 20 m deciduo proprietà aromatiche
cercis siliquastrum h. 4 - 6 m decidua,fioritura violacea
quercus pedunculata h. 20 m deciduo crescita lenta, longeva
verde pubblico verde privato Palazzo Gulinelli
taxus baccata h. fino a 8 m sempreverde,crescita lenta buxus semprervirens h. fino a 6 m sempreverde,crescita lenta
*isole di luce
il giardino | progetto
*isola dei tigli e dei bossi
* network de barrio | network municipal
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populus nigra h. fino a 30 m decidua, portamento eretto
>
Il giardino di Palazzo Gulinelli nasce come giardino romantico incluso nella corte interna dell’edificio ottocentesco. Tuttavia esso si presenta oggi in uno stato di degrado avanzato. Una parte di esso è stata asfaltata a metà degli anni 60 del secolo scorso per la realizzazione di un parcheggio. Nuove piantumazioni e nessuna manutenzione hanno fatto sì che nel tempo alcuni alberi si trovassero troppo vicini e privi dunque del necessario spazio vitale. Il progetto prevede la rinaturalizzazione di tutta l’area. A tale scopo si considera come primo operatore proprio lo spazio vitale dell’albero singolo, e dunque la massima ampiezza raggiungibile dalla chioma per definire le nuove distanze fra la vegetazione oggi lasciata nell’incuria. Il nuovo giardino parte dalla matrice dell’originario parco romantico per reinterpretarla, in particolare nella zona totalmente snaturata dalla realizzazione del parcheggio. Esso si comporrà allora di “isole”definite solo dalla vegetazione e dai movimenti di suolo, lasciato totalmente permeabile anche nei percorsi interni. Questi sono infatti gli spazi intermedi di erba rasa o terriccio, soggetti però alle evoluzioni che inevitabilmente caratterizzano l’organismo-giardino. Isole di luce/spazi d’ombra Il risultato è un suolo in cui le piantumazioni a medio e alto fusto si concentrano in alcune zone definendo così spazi d’ombra: qui la topografia si inclina lievemente e il tempo si concretizza nei cambi di colore della vegetazione. Ogni isola di vegetazione raggruppa specie diverse, selezionate in base all’aspetto cromatico/sensoriale. Il “negativo” è lo spazio di luce, dominio delle erbacee.
cedrus sp. h. fino a 40 m sempreverde, proprietà aromatiche
Laboratorio di progetto| Concorso per Montblanc | Barcelona 10 | 14
Progetto per una nuova biblioteca a Montblanc La lettura del tessuto del centro di Montblanc ci conduce a considerare lo spazio di progetto come uno dei vuoti più grandi della città e per questo una potenzialità.
1.0 > il vuoto iniziale
// i vuoti della città
// generazione del suolo
2.0 > elementi generatori le pendenze dell’acqua
3.0 > la nuova topografia dello spazio pubblico
Prof. Pere Riera
layer 1 // sottosuolo biblioteca + layer 2 // superficie pubblico + layer 3 // emergenza attivatori pietra + cercis siliquastrum
marzo
// strategia del vuoto A
ug n
o
pianta accesso + caffetteria quota 0.00
gi
in principio il suolo si configura come un vuoto diviso in due quote.
il pieno.
l’edificio si colloca nel sottosuolo approfittando del dislivello esistente.
B il vuoto.
si definisce un nuovo livello pubblico - la topografia della copertura che giunge fino al patio.
pianta biblioteca quota -3.00
B riattivare
fra sotterraneo e superficiale si stabilisce una relazione grazie all’estroversione della parte più pubblica del programma.
A
sezione AA
sezione BB
silvia bachetti | portfolio
workshop ACMA| il paesaggio delle cave | Milano 11 | 14
Il paesaggio delle cave
> 2040
2040
2025 2015
Time - landscapes
Prof. Patricia Perez + Michael Van Gessel
9.5 ha
5.5 ha
2010
2.5 ha
A fronte di una casistica piuttosto estesa di progetti “a posteriori”, legati principalmente al semplice ripristino ambientale e all’inserimento di nuove attività collettive, si vogliono sondare attraverso lo strumento del progetto le possibilità di trasformazione del paesaggio delle cave nel lungo periodo: dall’insediamento di un’attività estrattiva “ex novo”, alla messa a regime, fino alla sua dismissione. Il progetto indaga la possibilità di costruire nel tempo un nuovo paesaggio attraverso l’uso delle stesse macchine di escavazione, e orienta dunque la modellazione. Contemporaneamente si inspessiscono le tracce emerse dalla lettura del suolo, canali e filamenti vegetali che inscrivono l’intervento all’interno delle ampie pianure del parco agricolo milanese.
modellazione del suolo sezioni sui nuovi scavi
silvia bachetti | portfolio
escavazione | fase 0
escavazione | fase 1
la draga estende il bacino attuale di escavazione.
escavazione | fase 2
ulteriore estensione. ripiantumazione dei primi filamenti, modellazione dei suoli semi-emersi.
escavazione | fase 3
estensione e inspessimento dei filamenti. Si completa il corridoio semi-emerso.
filamenti
connessione ecologica
acque
continuità
scavi
modellazione dei bordi
urbanistica | Barcelona 12 | 14
spazi residuali / spazi di opportunità
Prof. Carles Llop
strategia di riattivazione per Montcada-i-Reixac
Partendo da un modus operandi diretto, incisivo, che si ispira e prende riferimento dalla nostra cultura visiva contemporanea, dalla pubblicità strategica, dalle logiche partecipative e dalle dinamiche effimere, si tenta di generare spazi collettivi, di incontro, nei quali i cittadini generino intercambio fra loro e con il loro intorno immediato, le strade, il quartiere, la città. Essendo consapevoli e assumendo che le loro azioni sono elemento propulsore di tale cambiamento. In questo modo si dà priorità alle pratiche spontanee, a una indefinizione che lasci il passo alla trasformazione inevitabile, lasciando da parte i pregiudizi, cercando di identificare quello che la società realmente richiede e non quello che si suppone conveniente. Con l’obiettivo di avvicinare la comunità all’architettura e viceversa, si propongono programmi legati all’ozio | sport | consumo | riciclaggio. Attuazioni che segnalino possibili cambi, cambi che suggeriscano nuove pratiche, pratiche che conducano verso nuove strade. In questo senso si cerca di non interferire con il Plan Estratégico Oficial (del quale il Comune si assume come propulsore/coordinatore) lo si appoggia in maniera parallela, focalizzandoci in quei siti di scala minore, ma non meno importanti. “Stimolare” gli agenti sociali (cittadini/e vicini/e) offrendo loro una nuova visione sulla città, e contemporaneamente “invitare” gli agenti economici (pubblici e privati) a dare impulso, eseguire e concretizzare tali cambiamenti. L’opportunità di passare da Spazi Residuali a Spazi Riconvertiti attraverso Spazi di Transizione. *de fi nitivamente ispirato al testo “UN MUNDO LLENO DE POSIBILIDADES” de Susanna Cros, prologo per “OPOP optimismo operativo en Arquitec tura”. AC TAR 2005.
servizi
verde pubblico
spazi residuali
spazi di opportunità
spazi riconvertiti
1.0 strategia per medianeras
spazio residuale
infrastruttura
*spazio residuale temporaneo tipo medianera
*struttura leggera tipo impalcatura
*pelle di protezione/ illuminazione...
* radiografia
2.0 strategia per micro-residui puntuali
*cittadini con volontà di vivere lo spazio pubblico
a) Ambiti del nucleo storico > Operazioni puntuali e localizzate, che operano su spazi residuali di scala minore, come un intervento effimero (leggero, a basso costo) che converta rapidamente uno spazio residuale in uno spazio di transizione generando spazi di incontro e la possibilità di una futura trasformazione.
b) Ambito Municipale Operazioni ad una scala maggiore che convertano quegli spazi di cesura / interruzione in possibili Bande di connessione. Si tratta de frange divisorie fra i quartieri, generalmente materializzate nell’infrastruttura, che sebbene consentano una connessione ad altra scala (Inframunicipale) generano discontinuità nel tessuto laddove passano. QUesto tipo di spazio residuale ci suggerisce operazioni più ambiziose, più legate ad un’attività programmatica che non a un dispositivo fisico e concreto.
silvia bachetti | portfolio
* network di quartiere | network municipale
*imprenditore/proprietario di bar generico interessado nel rischio/ beneficio del progetto
*mobiliario adeguado
*un contenitore che ospiti il MoonBar itinerante
*uno spazio residuale con potenziale
progetto Ri-generazione Urbana | Ferrara 13 | 14 progetto ri-generazione urbana www.rigenerazioneurbana.org
Alias: pratiche urbane in spazi altri workshop internazionale con "Ecosistema Urbano" (Madrid),“ArtKitchen” (Milano) e “Stalker/OsservatorioNomade” (Roma) Ferrara | 22-26 settembre 2010
Ri-generazione urbana è un progetto promosso dall’Associazione di Promozione Culturale "Basso Profilo" con il finanziamento della Regione Emilia Romagna ed il patrocinio del Comune di Ferrara. Ri-generazione urbana parte dal basso e in particolare dallo sguardo della popolazione giovanile. Ri-generazione urbana cittadinanza attiva.
è
una
forma
Abstract.
di ogni organizzazione razionale del territorio produce un residuo
Ri-generazione urbana è un esperimento di ricognizione e ripensamento dei luoghi marginali della città di Ferrara.
Situazione costruita “ Momento della vita, concretamente e deliberatamente costruito mediante l'organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di avvenimenti ”. Anonimo, Definizioni, in “Internationale Situationniste” (1958) Nel tessuto urbano contemporaneo esistono degli spazi di evasione, degli spazi altri ? e come potremmo definirli, riconoscerli, immaginarli? Quale utilizzo viene fatto di questi spazi? come sono rappresentati dalle persone che li vivono, dagli abitanti del quartiere e dagli altri cittadini?
Ricette Urbane Ferrara | 19 settembre 2010 “Ricette urbane” è una cena di quartiere in Via Carlo Mayr: un’iniziativa finalizzata a promuovere un uso diverso di un luogo centrale della città, incentivando la socialità tra gli abitanti del quartiere, i suoi fruitori e i giovani che abitualmente la frequentano. Un esperimento che nasce dalla domanda chiave dell’intero progetto: che cosa si intende per spazio pubblico? possiamo incentivarne una riappropriazione attraverso pratiche non abituali che ne consentano una ri-lettura e reinvenzione?
visioni collettive Visioni collettive + Whatifcities.Ferrara Ferrara | 19 luglio - 15 settembre 2010 "Visioni Collettive" è un esperimento di indagine dal basso sulla città di Ferrara: l'idea di fondo è quella di coinvolgere le giovani generazioni nel processo attivo di lettura della città nella quale vivono. Gli strumenti d’indagine di cui ci si serve sono una piattaforma web in cui poter caricare immagini, suggerimenti e proposte urbane e un bando di concorso fotografico finalizzato all’individuazione di tre aree di marginalità fisica o sociale sulle quali agire attraverso un workshop internazionale Il bando di concorso richiede di individuare un’area di marginalità fisica o sociale della città di Ferrara attraverso cinque fotografie, ciascuna accompagnata da un commento di massimo 140 caratteri, da caricare on-line sulla piattaforma Ferrara.what if cities.
alias
Dopo aver individuato con un esperimento di indagine “dal basso” tre aree di marginalità fisica o sociale della città di Ferrara (concorso “Visioni collettive”), con questo workshop vogliamo provare a restituire a questi luoghi una possibile interpretazione condivisa, partendo dal punto di vista delle giovani generazioni e utilizzando l’arte e il design pubblico come propulsori. Gli strumenti utilizzabili sono molteplici: l’evento, l’azione estemporanea, la performance, l’installazione artistica, l’oggetto di arredo urbano, il progetto sociale; questi strumenti, attraverso modalità di progettazione sperimentali, possono diventare un progetto collettivo per lo spazio pubblico o, in altre parole, design pubblico. Si tratta, quindi, di dare forma ad un progetto di rigenerazione urbana a partire dai contesti locali, dai vissuti, dalle pratiche spontanee di appropriazione dello spazio, che - proprio in luoghi marginali o conflittualipropongono all’intera città esempi concreti di spazi altri, facendo riferimento ad un immaginario e ad un “desiderio urbano” in grado di rispecchiare una società in trasformazione. Riconoscere le pratiche sociali della quotidianità, codificarle e sostenerle, significa colmare un vuoto e affiancare con nuovi strumenti una prassi urbanistica sempre più tecnicistica. Ed è qui che entra in gioco l’arte pubblica, per la sua capacità di essere effimera, ma allo stesso tempo determinare aggregazione sociale e radicamento culturale, fino quasi a diventare -attraverso la sua pratica nella città- essa stessa progetto di rigenerazione urbana.
ricette urbane silvia bachetti | portfolio
www.rigenerazioneurbana.org
workshop di progettazione esecutiva del paesaggio | Ferrara 14 | 14 ri-naturalizzare
Bondeno (Fe)| gennaio - maggio 2010
Il workshop ri-naturalizzare si è articolato in due fasi, una iniziale di progettazione dell’ex area agricola antistante Villa Prospera, nella campagna ferrarese, ed una seconda fase operativa, in cui il progetto di trasformazione e rinaturalizzazione dell’area è stato messo in pratica concretamente, nelle tre giornate intensive di preparazione del suolo, piantumazione della vegetazione...
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