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2
ATTUALITÀ
SABATO 30 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi della politica
Fico a Venezia «Sull’autonomia il Parlamento sia protagonista» Il presidente della Camera: «No alla fretta e alle scorciatoie serve un iter forte, importante, strutturale, sostanziale» Enrico Tantucci VENEZIA. L’autonomia delle regioni - chiesta a gran voce anche dal Veneto di Luca Zaia deve passare da un ampio e approfondito dibattito in Parlamento, con possibilità di modifiche, e non semplicemente da un voto di accettazione o di diniego degli accordi raggiunti tra Stato e Regioni.Lo ha detto a chiare lettere il presidente della Camera Roberto Fico, ieri a Venezia per inaugurare il nuovo anno accademico dell’università Iuav nell’Aula Magna della sede dei Tolentini.
«Su questo percorso sto lavorando con la presidente del Senato Casellati» «Su un tema del genere - ha ripetuto Fico – non è possibile pensare di correre o di utilizzare scorciatoie. Ciò significa che il Parlamento non si limiterà a dire solo sì o no, ma sarà protagonista di un percorso ampio e strutturato. Ed è su questo percorso che sto lavorando assieme al presidente del Senato. Il tema è talmente importante da rendere ineludibile l'esercizio di un ruolo centrale da parte del Parlamento. Non è la prima volta che lo dico ma siccome la domanda sul ruolo del Parlamento in questa procedura mi viene spesso rivolta ci tengo a ripeterlo:
non ci sarà autonomia aggiuntiva di una Regione che non passerà per un iter parlamentare forte. Quando si trasferiscono potestà legislative in capo alle Camere alle Regioni è chiaro che questo passaggio deve avvenire solo attraverso un iter forte, importante, strutturato, sostanziale». E il presidente della Camera ha aggiunto: «Stiamo infatti parlando di competenze legislative e funzioni che passano dallo Stato alle Regioni. Una procedura che la Costituzione prevede ma che può incidere profondamente sulla stessa forma dello Stato, e quindi è chiaro che processi del genere non possono che avvenire nell'ambito di un iter strutturato, approfondito e sostanziale nelle Camere, cioè nei luoghi in cui si esprime la sovranità popolare». Una linea che Fico ha sottolineato di condividere anche con la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Concetti ribaditi nel pomeriggio di ieri su Facebook: «Su un tema del genere non è possibile pensare di correre o di utilizzare scorciatoie. Ciò significa che il Parlamento non si limiterà a dire solo sì o no, ma sarà protagonista di un percorso ampio e strutturato. Ed è su questo percorso che sto lavorando assieme al presidente del Senato». Ma il presidente della Camera - che ha incontrato prima della cerimonia anche i dipendenti dell’ateneo che manifestavano sul rinnovo dei contratti - è intervenuto anche sul tema scottante del congresso
merCoLeDì a roma
Prossimo round alla Bicamerale delle Regioni Il prossimo appuntamento importante, in fatto di autonomia, è mercoledì prossimo a Roma. Il governatore veneto Zaia dirà la sua alla Commissione bicamerale per gli affari Regionali, che ha iniziato una serie di audizioni che si concluderanno ad aprile e che si affiancano a quelle della Bicamerale per il federalismo che, come ha spiegato il presidente Cristian Invernizzi (Lega), redigerà entro giugno un documento finale sui Livelli essenziali di prestazione e i relativi costi standard. C'è infatti non solo il tema delle risorse che andranno a Veneto, Lombardia ed Emilia per finanziare i loro servizi, ma anche quello dei livelli essenziali degli stessi servizi erogati in tutte le Regioni italiane, tema che sta a cuore al presidente Sergio Mattarella al pari di quello del corretto iter parlamentare, come ha avuto modo di dire giovedì scorso a Fico e Casellati. In quel vertice infatti c’è stata una riflessione delle maggiori cariche dello stato sul corretto iter parlamentare dell’autonomia.
Il governatore veneto ribadisce che dalla partita dipende il governo «Non potrà avere vita lunga se l’autonomia non sarà approvata»
L’altolà di Zaia: «Parola a Conte per non stravolgere l’intesa» L’INTERVISTA
I
l governatore Zaia ieri era a Verona per parlare di famiglia, ma a quanto pare il suo pensiero dominante è uno solo: autonomia. Se non verrà approvata, ci sarà la crisi di governo, dice Zaia. Presidente, ieri il capo del-
lo Stato Mattarella ha discusso con i presidenti di Camera e Senato l’iter con cui il Parlamento dovrà affrontare le tre bozze di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e non c’è un orientamento condiviso. Lei non teme che si finisca alle calende greche? «Sono un inguaribile ottimista e per me la bottiglia è mez-
za piena. Al Quirinale si è parlato di autonomia, le più alte cariche della Repubblica si sono consultate per dare una risposta ai veneti. Fino all’altro ieri ci dicevano che il referendum era vietato, ora ne sta parlando tutta l’Italia. Io resto dell’idea che un documento riscritto ex novo dal Parlamento sia di difficile attuazione. I co-
sulla famiglia di Verona. «Io dico che la famiglia è fondamentale - ha sottolineato - ma la famiglia, oggi, è anche in continuo cambiamento ed in evoluzione. La famiglia significa volersi bene, al di là del sesso, al di là degli orientamenti sessuali. La famiglia significa curare e voler bene ai propri figli e bambini che vengono adottati. L'evoluzione della famiglia secondo me è quanto di più bello ci sia, perché significa che il
stituzionalisti ci dicono che le intese Stato-Regione vanno ratificate o bocciate, non modificate. Io condivido la proposta della presidente del Senato che ritiene corretta la non emendabilità della bozza elaborata dal ministro Stefani e dalla Regione Veneto». E quindi come se ne esce? «Il dominus resta il presidente del consiglio Conte, io credo sia possibile raccogliere le osservazioni e le raccomandazioni dei parlamentari ma senza stravolgere l’intesa. Io devo fare in conti anche con il mio consiglio regionale, che si dovrà esprimere sulle osservazioni di Camera e Senato. C’è il rischio di non finirla più». Lei mercoledì sarà a Roma, in commissione bicamerale del federalismo: cosa an-
nostro mondo è in movimento, i nostri concetti, anche dell'evoluzione della famiglia, devono andare avanti. Senza dubbio sono molto vicino a tutte le famiglie arcobaleno e quindi è importante comprendere che oggi siamo nel 2019 e di fatto la società è già cambiata. Quindi non è solo importante affermare questo cambiamento, ma anche proteggere e dare diritti a questo cambiamento». Il Parlamento deve es-
Luca Zaia
drà a dire? «Spiegherò la bontà e la legalità del nostro progetto che il Parlamento dovrà analizzare, ma non stravolgere». Nel concreto che scenari ipotizza? «Non ho la sfera di cristallo, dico che l’autonomia è uno dei pilastri di questo governo, 2 milioni 328 mila veneti l’han-
sere un'istituzione che ascolta, ,che pensa, che può fare cose importanti, come organizzare alla Camera - come faremo un grande evento sull'evoluzione della famiglia, per ascoltare le esigenze e i diritti che vanno dati ai bambini e alle loro famiglie». Il sostegno alla cultura e al sistema universitario anche nel suo fare ricerca sono stati gli altri concetti su cui ieri il presidente della Camera ha insisti-
no chiesta con il referendum e quindi siamo nel pieno rispetto del contratto sociale di Rousseau che diceva: quando il popolo ti delega a rappresentarlo devi soltanto obbedire o la delega ti verrà tolta. Questo governo sta in piedi perché si è approvato il reddito di cittadinanza: l’autonomia è altrettanto importante. Se non verrà approvata, il governo non avrà vita lunga». Quindi senza autonomia il governo cade? «Io non tifo per fare cadere il governo, dico solo che senza l’autonomia viene a mancare uno dei pilastri che regge il governo. Ma non sono preoccupato perché dal Quirinale arrivano segnali di grande attenzione». — Albino Salmaso
ATTUALITÀ
SABATO 30 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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I nodi della politica immigrazione
Il premier sdogana lo Ius soli Ma Di Maio pone l’alt: non si fa Il capo del M5S è impegnato nello scontro con la Lega sul tema delle tutele civili Sulla cittadinanza agli stranieri è freddo anche il Pd: misura poco popolare
Carlo Bertini Ilario Lombardo
Il presidente della Camera Roberto Fico accolto a Venezia da uno striscione dei dipendenti Iuav a favore degli investimenti in cultura
to. «La cultura - ha ripetuto - è la più grande risorsa che il nostro Paese può avere, il settore su cui si deve investire a tutti i livelli, a 360 gradi. E le università sono in questi quadro fondamentali anche per i territori e il loro sviluppo. I sindaci devono collaborare con i rettori e gli assessorati con i dipartimenti universitari». Non è mancato un riferimento a Venezia e ai flussi turistici. «Venezia è senza dubbio un
grande centro storico, culturale - ha detto il presidente della Camera - città amata da tutto il mondo. Però è chiaro che noi dobbiamo gestire i flussi turistici, le condizioni che crea un eccessivo turismo. Oggi, siccome sappiamo cosa può avvenire nelle città, dobbiamo in tutti i modi riuscire a progettare una gestione dei flussi turistici, differenti, di alta qualità, sostenibili per la città». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ROMA. E a sorpresa Giuseppe Conte rilancia la palla a sinistra sdoganando lo Ius soli. Forse a futura memoria, non si sa mai, almeno questa è la lettura dei più smaliziati che affollano il Palazzo, convinti che il premier si voglia accreditare come possibile testa di ponte. Oppure - e questa è la lettura che dà l’interessato solo per rimarcare il diritto di esprimere il suo pensiero su un tema sensibile. Fatto sta che il premier da Assisi fa un’apertura di questo tenore: «Lo Ius Soli non è nel contratto di governo, ma auspico che si avvii nel Paese, nelle sedi opportune, una riflessione serena». Con una chiosa che entra nel merito, come a dimostrare che l’inquilino di Palazzo Chigi ci abbia riflettuto in concreto: «Si può valutare la nascita sul territorio italiano, che sia però collegata ad un percorso di integrazione serio che preveda la conoscenza della nostra cultura e la condivisione di valori comuni». Se non è il testo della legge che fu in procinto di esser varata dal centrosinistra, poco ci manca: la tesi di Conte ricalca il principio dello ius culturae approvato dalla Camera nel 2015 e mai tradotto in legge. Secondo cui a beneficiare della cittadinanza sarebbe stato «il minore straniero, che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età....qualora abbia frequentato regolarmente un percorso formativo per almeno cinque anni». Alla luce di questo, l’apertura di Conte è tanto più significativa, non essendovi allo stato alcuna speranza di poter approvare questa legge con il go-
Giuseppe Conte ieri ad Assisi alla consegna della lampada della Pace al Re di Giordania
verno gialloverde. E infatti Luigi Di Maio lo gela. «Conte ha specificato che lo Ius soli non è nell’agenda di governo. E io lo ribadisco: non sarà quindi una misura che questo governo discuterà, anche perché c’è già una normativa in Italia che regola la cittadinanza. La riflessione auspicata dal premier riguarda una sua sensibilità. Legittima, per carità, ma personale». In realtà Conte ha riferito ai suoi collaboratori che l’attuale legge della cittadinanza presenta delle «incongruenze». Un tagliando, dunque, sarebbe auspicabile. Difficile venga fatto assieme alla Lega. Ma neanche Nicola Zingaretti lo segue, troppo scottato dalle polemiche in casa Pd sulla mancata prova di forza che Matteo Renzi rinfaccia a Paolo Gentiloni, reo di non aver posto la fiducia a suo tempo. Polemiche che hanno riaperto una ferita scivolosa in piena
campagna elettorale. E che il leader Pd vuole tenere a freno su un tema così poco popolare. Del resto anche l’affanno con cui dal M5S si precipitano a chiarire che la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia non è tema in discussione tradisce la paura di Di Maio su un argomento considerano «impopolare»: nonostante proprio sui diritti i 5 Stelle stiano incalzando Matteo Salvini e arginando le pretese leghiste. E infatti la frenata stona con la gran voglia di fare le pulci alla Lega attraverso un contrappunto che si è fatto quotidiano e su una varietà di questioni aperte offerte dal lavoro parlamentare. Da una parte la Lega propone leggi sulla castrazione chimica, sull’estensione del possesso di armi, sull’adottabilità del feto, sull’affido condiviso (che attraverso il famoso ddl
Tra diritti e codice rosso l’unica opposizione è donna
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BRUNO MANFELLOTTO
LA SETTIMANA
i sono modi diversi di leggere ciò che è accaduto giovedì nell’aula della Camera, con le parlamentari schierate per protesta dinanzi ai banchi del governo in nome dei diritti delle donne e il presidente Fico costretto a rinviare la seduta: si può usare l’ottica della politica così come essa si dispiega al tempo del governo gialloverde; oppure andare alla sostanza dei fatti. Comunque, il quadro non è affatto rassicurante. Dunque si parlava in aula
Pillon non tiene conto della maggiore debolezza economica della donna in Italia). Dall’altra il M5S si concentra sull’eutanasia e - dopo una pasticciata gestione del revenge porn - dice di sì all’emendamento delle opposizioni. Non solo. Ogni volta che un leghista deposita una legge di questo tenore, Di Maio la affossa con una dichiarazione. Non a caso i diritti civili erano stati tenuti fuori dal contratto di governo. Ora tornano utili per la campagna elettorale e per il M5S in cerca di un punto debole di Salvini da colpire. Con una eccezione: lo ius soli. Perché, e Conte questo lo ha ben presente, il tema è doppiamente divisivo. Lo è dentro il M5S e lo è per la convivenza con la Lega. «La coalizione imploderebbe - è la certezza di Di Maio - e ne trarrebbe vantaggio solo Salvini». —
del disegno di legge per inasprire le pene in casi di violenza di genere, il cosidetto “codice rosso”. La bagarre è nata quando è stata messa in discussione la proposta dal ministro Bongiorno – assente, ma dimmi tu – di prevedere la possibilità di punire i colpevoli di stupro con la castrazione chimica. «Roba da Medioevo», l’ha bollata un magistrato come Carlo Nordio. Così, però, la pensano molti altri. Anche nel governo. E mentre le truppe di Salvini e Di Maio si dividevano
tra favorevoli e contrari, le opposizioni guidate da Laura Boldrini chiedevano che il codice rosso prevedesse pene aspre anche contro il “revenge porn”, la “vendetta porno” che consiste nel diffondere in rete immagini intime e private ai danni di giovani donne messe alla gogna alla fine di una storia d’amore. E qui il colpo di scena. Per non portare in piazza l’ennesima spaccatura, Lega e M5S hanno deciso di rinviare tutto. In una corsa sguaiata ad appro-
priarsi del provvedimento. Così ecco Daniela Santanché rivendicare la maternità della castrazione chimica, e i 5S far sapere che di revenge porn si parlerà, ma solo sulla base della loro proposta. Sadica ironia della politica, ad annunciarlo è stata Giulia Sarti, la grillina vittima di revenge porn. Forse sarebbe bastato integrare i due testi, e invece no, perché a impedirlo è la divergenza tra i due dioscuri del governo. Che si aggiunge a un elenco già gonfio: Tav,
flat-tax, sbloccacantieri, rimborsi ai truffati dalle banche, via della seta, legittima difesa (approvata con defezioni a cinque stelle) e pure la kermesse della destra cattosovranista in pieno svolgimento a Verona. La vita dei separati in casa, come li abbiamo chiamati qui, diventa sempre più insopportabile. Ma che ci volete fare, incombono le elezioni. Quando si parla di diritti, in questo caso delle donne, bisognerebbe marciare uniti, e invece si agisce per dividere co-
me se l’obiettivo non fosse una buona legge, ma trovare un’occasione da sfruttare per sé. O riportare indietro di decenni le lancette dell’orologio cancellando ciò che si è ottenuto in anni di battaglie. In fondo è quanto è successo anche a Verona dove un congresso internazionale sui problemi della famiglia si è trasformato in una crociata contro aborto e unioni civili. Con tanto di sostegno di tre ministri. Qui Conte e Di Maio hanno fatto a tempo a dissociarsi, ma questo non basta né a riportare a unità l’alleanza di governo né a salvaguardare diritti sanciti da leggi dello Stato. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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REGIONE
SABATO 30 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
La battaglia sui diritti
Il palco veronese dove si sono succeduti i relatori del congresso mondiale delle famiglia
Verona, attacco alla “194” Sul palco la dissidente M5S Gandolfini: «Con la legge sull’aborto dal 1978 uccisi sei milioni di bambini» Al congresso il blitz della senatrice Drago: «Difendiamo la famiglia naturale» dall'inviato Albino Salmaso VERONA. È un attacco frontale alla legge sull’aborto il collante ideologico del congresso mondiale della famiglia. Dopo la proposta di legge del deputato leghista Alberto Stefani sull’adozione del feto del nascituro, il primo segnale concreto dell’offensiva contro la 194 arriva da Massimo Gandolfini, leader del Family Day. «Da un’unione donna-donna e uomo-uomo non nasce una vita, per cui non possono essere genitori. Siamo convintamente contrari alla maternità surrogata e all’utero in affitto, pratica incivile», ha spiegato Gandolfini. «In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini e ne sono stati salvati solo 200mila. Li ha salvati il Movimento per la vita. Ecco lo Stato ha tradito se stesso». Mezz’ora dopo il senatore Simone Pillon rincara la dose. «A me interessa che venga ap-
plicata tutta la legge 194, che parla di tutela della donna e della gravidanza nella prima parte, spesso dimenticata» spiega il senatore della Lega. Il più illuminato e realista, tra i politici che salgono sul palco, è Luca Zaia: «La legge sull’aborto non si tocca ma non va in scena il Medioevo: qui non si lapidano le donne, ma si difende la natalità. I diritti dei gay? Se in questa discussione c’è una patologia è l’omofobia, non l’omosessualità», spiega il governatore veneto. Parole in perfetta sintonia con l’appello al dialogo del vescovo di Verona Giuseppe Zenti. «La nostra città non ha una cultura omofoba, noi rispettiamo le persone ma gli omosessuali abbiano però la dignità di non fare parate. La famiglia va sostenuta con politiche attive del lavoro, a Verona i matrimoni religiosi superano quelli civili ma la Chiesa rispetta anche quelli celebrati in municipio, ma ci vuole dialogo». E le unioni civili?«È in vigore una
legge che credo sia sufficiente», conclude il vescovo Zenti. Il colpo di scena arriva alle 14, quando sul palco sale la senatrice grillina Tiziana Drago, catanese. Ma come, Di Maio e Fraccaro non avevano detto che nessun esponente del M5S avrebbe partecipato a un congresso che segna il «ritorno al Medioevo per i diritti civili?» Nessun problema. La libertà di parola è sacrosanta e la senatrice Drago mette fine a tutte le polemiche. «Non è stato facile essere qui, sono madre di 4 figli e voglio ribadire che nel nostro partito ci sono idee diverse. Io sono per il dialogo con tutti, ieri sono stata a Modena con le associazioni Lgbt e non bisogna mai mettere in discussione i diritti acquisiti. Nel contratto di governo non sono indicati i temi etici che sono molto divisivi, voglio parlare della violenza alle donne e dei progetti di rieducazione degli uomini. Ci vuole un progetto per il welfare familiare condiviso da tutte le forze poli-
LA SENATRICE DEL M5S TIZIANA DRAGO CHE HA PARLATO A SORPRESA A VERONA
«Non è stato facile per me essere qui Ci vuole un grande progetto di welfare» Il vescovo Zenti: «Qui non siamo omofobi»
tiche, il nostro è uno Stato laico e non si torna indietro». Un blitz di 5 minuti, che fa esultare Toni Brandi e Jacopo Coghe, i due leader del Congresso della famiglia, che salutano con entusiasmo la rottura del fronte grillino. «Siamo aperti alla libertà di opinione, abbiamo ascoltato le tesi di Giuseppe Cruciani e anche della senatrice Drago del M5S, qui il confronto di idee è libero, senza preclusioni». Ma come si aiuta la famiglia, che fatica ad arrivare a fine mese, con i giovani precari a vita che non si sposano e non comprano casa? Se in Francia il contributo al neonato raggiunge i 3 mila euro, in Russia il governo di Putin dà un assegno di 10 mila euro al secondogenito mentre al terzo bebè regala addirittura un discreto podere agricolo, per avviare un’azienda. Insomma, non i kolzov di staliniana memoria ma un contributo concreto a metter su famiglia nella sconfinata Russia, ammette Victor Zubarev, deputato della Duma, che dialoga con il consigliere regionale Valdegamberi. I rapporti tra Putin e Salvini? «Ottimi». Al punto che il leader russo avrebbe garantito di ripianare il buco di 200 mila euro del mega convegno di Verona, che si è visto chiudere la porta in faccia dal governo italiano, dopo il no del M5S al patrocinio di Palazzo Chigi. Ultima questione: i diritti degli omosessuali vanno tutelati? «Ma certo, ho appena scritto su Facebook la mia più ferma condanna al sultano del Brunei che ha introdotto la pena di morte per i gay», ribatte il senatore Pillon. La ventata di dialogo da Piazza Bra è arrivata fino alla Piazza Rossa di Mosca? Zubarev sorride. «Il gay pride in Russia? Il problema non esiste, da noi è vietata la propaganda dei contenuti Lgbt». E negli Usa come la pensano? «Voglio difendere la meraviglia del matrimonio tra un uomo e una donna», ribatte Brian Brown, leader mondiale delle famiglie, un quacchero convertitosi al cattolicesimo, padre di 9 figli e grande amico di Trump. Oggi la parola torna alla politica con il monopolio di tre ministri della Lega: Bussetti, Fontana e Salvini. E il premier Conte? «Non vado a Verona perché non mi hanno invitato» taglia corto il premier in visita ad Assisi.— BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
serata di tensione
Cariche e tafferugli a Padova Tre antagonisti feriti, due fermi Il corteo del centro sociale Pedro contro l’estrema destra di Forza Nuova che sfilava nel centro storico della città contestando la legge sull’aborto PADOVA. Serata di tensione e scontri nel centro storico di Padova, con ripetute cariche della polizia contro il corteo degli antagonisti, scesi in piazza in risposta alla manifestazione an-
ti-aborto indetta dall’estrema destra di Forza Nuovo. Il bilancio (provvisorio) dei tafferugli parla di tre giovani feriti – due ragazze e un ragazzo – e di due militanti dell’ultrasinistra fermati a conclusione di un “corpo a corpo” prolungato che ha visto agenti e carabinieri in assetto anti-sommossa ricorrere al manganello. Sono state due, in particolare, le cariche delle forze dell’ordi-
ne contro i partecipanti al corteo antagonista del centro sociale Pedro, formato da circa 300 persone poi cresciute di numero con l’afflusso di elettori e rappresentanti della sinistra rossoverde di Coalizione civica che è parte della maggioranza in Comune, che stava manifestando in risposta a quello, a poca distanza, composto dai neofascisti di Forza Nuova, decisi a conte-
Le cariche delle forze dell’ordine al corteo degli antagonisti padovani
gli ultrà
Gadget choc: feti in gomma e portachiavi con i piedini
Del Congresso mondiale delle Famiglie di Verona resteranno sì le parole pronunciate durante i lavori, ma saranno ricordati anche i gadget degli sponsor. Alcuni “originali”, forse esagerati, come ci si poteva aspettare. E allora capita di ritrovarsi in mano una bustina trasparente dove all'interno c'è un feto di gomma che ricalca le misure di un embrione di dieci settimane: sembra vero, al tatto (nella foto). Accanto, su un bigliettino di Notizie pro Vita, la scritta «L'aborto ferma un cuore che batte!». Meno emotivamente impattante, la onlus di Novara “Difendere la vita con Maria”, propone una pezzuola per pulire gli occhiali accanto a una foto di papa Francesco e la scritta: «Fede e terapia. Ferite dell'anima, genitori in cerca di guarigione». Nel piccolo depliant, un numero di telefono per avere «un sostegno spirituale, medico, psicologico e pedagogico». E se hai avuto un «aborto spontaneo o uno procurato», «cosa puoi fare? Un gesto d'amore. Onora il tuo bambino col seppellimento». Ma ci sono anche i portachiavi azzurri con la forma dei piedini dei feti e la scritta «10 settimane»: quella è la grandezza che hanno dopo quasi tre mesi; chi al portachiavi preferisce la spilletta, può chiedere quella, sempre con i piedini della “misura” di 12 settimane. —
VERONA.
stare la legge 194 per l’interruzione della gravidenza nella giornata di apertura a Verona del Congresso mondiale della famiglia, al centro di vivaci polemiche polemiche. Dalla questura, gli antagonisti avevano avuto l’obbligo di organizzare solo un sit-in in piazza delle Erbe ma si sono spostati dando vita ad un corteo che ha fatto il giro del cuore della città, da Piazza dei Signori eaPiazza dei frutti, ed è stato successivamente bloccato da un cordone di poliziotti in via Oberdan. Al tentativo di sfondamento della barriera in divisa, vi sono state le cariche, in rapida successione, accolte da contestazioni e proteste. —
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PRIMO PIANO
Sabato 30 Marzo 2019 Corriere del Veneto
Il Congresso delle famiglie
Gandolfini contro la 194, Forza Nuova preme per l’abrogazione «Milioni di bimbi morti». Reazioni da tutta Italia, Salvini si smarca
Aborto, tradizionalisti all’attacco
VERONA L’attacco
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Sboarina Verona oscurantista e medievale? È vero il contrario
alla legge 194 parte dalla città di Romeo e Giulietta, la «deliziosa» secondo Dickens, come hanno ricordato dal palco gli oratori del XIII Congresso internazionale delle famiglie tradizionali. E l’evento in grado di dividere l’Italia ancora prima di cominciare, che ha tenuto banco per settimane con j’accuse infuocati e incrociati da una parte e dall’altra, si è aperto nella giornata inaugurale di ieri con una bomba mediatica: «In Italia, dal 1978 a oggi, sono stati uccisi sei milioni di bambini» scandisce il neurochirurgo di chiara fama e leader del Family Day Massimo Gandolfini. Non si è fatto cogliere impreparato il vice premier Matteo Salvini che pochi minuti prima aveva messo per la prima volta le mani avanti dicendo «Le conquiste sociali non si toccano, non si discute sulla revisione dell’aborto del divorzio, della libertà di scelta per donne e uomini». E, però, stamattina alle 11, proprio davanti alla Gran Guardia, Forza Nuova pare intenzionata a presen-
tare un comitato referendario per l’abolizione della 194. Verona, nel giorno delle contro manifestazioni, resta una polveriera. Ieri, però, il clima era quasi ovattato in Gran Guardia, con la stampa tenuta a doverosa distanza, confinata in una sala stampa esterna. Il ritmo degli interventi in sala è scandito, quasi ossessivamente da una rosa ristretta di parole: «amore», «fecondità», «mammapapà-bambino» e, ça va sans dire, «famiglia» (nella versione di cui sopra). La lunga infilata di camionette anti sommossa di polizia e carabinieri
sonnecchia inoperosa per tutto il giorno. Non una contestazione. E, forse anche per questo, la deflagrazione è assordante, Gandolfini in un battito di ciglia diventa l’uomo del giorno rubando la scena finanche al governatore Luca Zaia che poco prima aveva scosso la platea con un intervento pepato. A scompigliare ulteriormente la scaletta, sul palco è arrivata, a sorpresa, la senatrice del M5S Tiziana Drago. Sprezzante del pericolo, dopo un Di Maio tranchant «quella di Verona è la destra degli sfigati», Drago cerca solidarietà:
zionale, si segnala l’ennesimo misunderstanding fra Palazzo Chigi e il Congresso con il premier Giuseppe Conte che spiega «Non andrò prima di tutto perché non sono stato invitato». Immediata la risposta degli organizzatori del congresso: «Conte è stato invitato a dicembre scorso». E uno dei mattatori della giornata di ieri, l’ormai celebre senatore leghista Simone Pillon rassicura i suoi: «Conte l’ho incontrato ieri al Senato e mi ha detto “non vi preoccupate, la famiglia naturale è al centro della nostra attenzione”». La comunicazione ufficiale
«Non è stato facile venire qui e voglio dire che è stata una scelta personale. Il M5s non è una realtà politica legata solo alle dichiarazioni di questi giorni,ci sono anche senatori e deputati che hanno apertura verso la famiglia tradizionale». Il M5S non pare averla presa bene con un fuoco di sbarramento che va dal ministro della Salute Giulia Grillo ai sottosegretari Vincenzo Spadafora e Stefano Buffagni, da Roberto Fico «sono vicino alle famiglie arcobaleno» allo striscione srotolato dalle finestre del municipio di Torino. Andando per ordine istitu-
1 prelati in prima fila e la selva di telefonini a riprendere gli interventi dal palco 2 L’arrivo di Luca Zaia con il sindaco di Verona Federico Sboarina sulla scalinata della Gran Guardia in piazza Bra a Verona 3 Il vescovo del capoluogo scaligero Giuseppe Zenti durante il suo intervento 4 La platea del Congresso internazionale delle famiglie 5 Un «gadget» del Congresso: Michele, un modellino di feto di 10 settimane
In platea e in città
«Diamoilviaailavori facciamocil’applauso» Ilpopolodellafamiglia trafetidiplastica efiabe«nogender» VERONA Ada è arrivata dalla Val-
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Ada Dio è grande, basta pregare e anche i gay guariscono
tellina. Rosario al collo, pensionata, si è comprata il «pacchetto completo». Tre giorni di congresso, albergo con pranzo e cena. «La Chiesa è con noi», scandisce convinta. Dove quel «noi» «siamo il popolo della famiglia, quella naturale. Quella che deve figliare. Perché con l’aborto vedi che di bambini non ce ne sono più in giro... Quella che prega per tutti, perché Dio è grande. Anche per gli omosessuali. Ascolta “Luca era gay” e capisci che con la preghiera si può guarire...». Con lei la sua amica di Roma Rosalia. Marito conosciuto «quando festeggiammo a Catania la vittoria a un’elezione politica della Dc». Sei figli in 15 anni, Rosalia. E un lavoro da ricercatrice al Cnr. «E meno male che così ho potuto mantenerli e sistemarli tutti e sei...». Lei al congresso delle Famiglie viene perché «ho una battaglia da combattere per le donne. Quelle delle partite Iva che se restano incinte non hanno alcun sostegno economico, mentre le dipendenti sono pagate per stare a casa...». Come tutti i relatori e gli auditori del congresso anche Ada e
Rosalia ieri sono passate sotto la scritta trionfale, rigorosamente in rosa e in azzurro, che campeggia una volta varcato l’ingresso della Gran Guardia. Quel «Benvenuti eroi delle famiglie» che ha fatto da «varco» tra il «dentro» dei lavori e il «fuori» di «quelle polemiche che ci hanno fatto solo pubblicità», come ha detto Ada. E la «comunicazione» è stata il grande motore del primo giorno di lavori di quel congresso «benedetto» in apertura anche da una Madonna lignea, portata a braccia tra gli astanti da una signora che è stata gentilmente fatta accomodare in disparte. È stato alle 9 precise che Eva Crosetta, giornalista Rai, ha scandito il «diamo il via al congresso, facciamoci un applauso», dando il via alle relazioni per quegli 800 auditori ammessi previo pagamento di biglietto da 15 euro. Per loro, prima dell’ammissione in auditorium, il «viatico» di alcuni stand. E un fiorire di gadget dal messaggio assolutamente univoco. Quello a favore della famiglia naturale e contro l’aborto. Le magliette con la riproduzione dei feti. I portachiavi con i «piedini pre-
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Maria Chiara Nordio Ho scritto una favola per adulti in cui una bambina felice perché ha una mamma e un papà, svela il segreto della sua gioia ai compagni dell’asilo, vestiti uguali e tristi perché hanno famiglie non tradizionali ziosi». Quelli, «fedele riproduzione» dei piedini di un feto di 12 settimane, «quando l’aborto in Italia è ancora legale», spiegavano i volontari. Gli stessi che regalavano Michele. In realtà loro lo chiamano «Michelino». Il pezzo forte, tra i gadget. Copiatura in plastica - assolutamente fedele - di un feto di 10 settimane, in realtà «un residuo di una vecchia campagna dell’associazione Pro Vita», spiegano gli organizzatori. Il sudario di Michele è un foglietto in cui campeggia la
scritta «L’aborto ferma un cuore che batte». Volantini, depliant, ventagli per le signore, cappellini per i signori, calamite per il frigo tutto declinato al «provita». Con tanto di numero verde da «chiamare con fiducia» stampato su un pieghevole del progetto «Fede e terapia» per i bambini non nati da chiamare. Il messaggio è rivolto alle donne intenzionate ad abortire. «Fede e Terapia vuole essere un sostegno adatto a te: spirituale, medico, psicologico e pedagogico». Ma
anche a quelle che lo hanno fatto: «Onora il tuo bambino con il seppellimento...». Con qualcuno che ha fatto «scivolare» anche dei volantini novax. «Si combatte per i diritti delle donne calpestando quelli delle mamme - c’è scritto -. I vaccini obbligatori vengono prodotti usando feti abortiti». Ma non è solo un congresso in grisaglie, quello in Gran Guardia. E ieri c’è stato spazio anche per una favola. La «prima favola no gender fluid». Quella di «Mamma e papà - Il
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Corriere del Veneto Sabato 30 Marzo 2019
del Congresso prosegue sulla linea «ingiustamente perseguitati»: «Gli omosessuali vanno curati, sennò per loro c’è l’inferno? Follie. - scrivono Toni Brandi e Jacopo Coghe in una nota - Questo non è il pensiero degli organizzatori e ci dissociamo». Dal palco, Brian Brown, presidente dell’Organizzazione internazionale della famiglia e capo carismatico di chi sostiene la famiglia tradizionale sillaba ieratico: «All’inizio del mondo: un uomo, una donna, un figlio. Dove c’è un eroe che difende la casa, una madre che nutre un figlio, c’è famiglia. L’uomo, la donna un figlio, vanno oltre ogni cultura e religione, razza, colore, paese. La diversità della nostra coalizione ci fa forti». I toni echeggiano un grande nuovo ordine mondiale ma il sindaco di Verona, padrone di casa e ospite, visto che la Gran Guardia è stata concessa gratuitamente, è conciliante: «Nella nostra città chiunque ha il diritto di esprimere le proprie idee e di confrontarsi. Oggi saremo qui dentro, domani (oggi ndr) qualcun altro sarà fuori per le
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IL DIBATTITO E LE POLEMICHE
strade a esprimere legittimamente un suo pensiero». Sboarina, che ricorda come sia padre di un figlio e mezzo - «la seconda dovrebbe nascere il 25 aprile» - difende a spada tratta la città: «È stata dipinta come oscurantista e medievale. Oscurantisti e medievali sono coloro che impediscono a chiunque di esprimere il proprio pensiero. Verona ha nel suo dna l’accoglienza». Sul palco anche Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e
Zaia come promesso «Omofobia è patologia No agli estremismi»
Coalizione internazionale Capo carismatico del movimento, Brian Brown, spiega che l’ordine naturale di un uomo, una donna e un bambino supera ogni cultura
Governatoresulpalco,duelloadistanzaconilvescovo
alla Formazione che ha esordito così: «La battaglia vera si fa nel silenzio, anche con un congresso come questo. Il Veneto, una delle regioni più produttive d’Europa, poggia la sua forza economica e sociale sulla famiglia». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VERONA «La foto con alle spalle i loghi del Congresso? No, meglio di no». Il governatore Luca Zaia in Gran Guardia, a Verona, ci arriva sull’onda di una lunga intervista al Corriere della Sera in cui dice chiaramente che le leggi sui diritti civili, dal divorzio all’aborto non si toccano. Di più, con uno slogan - «l’omofobia è una patologia» - che ai rappresentanti in sala di Uganda, Ungheria e Russia difficilmente sarà piaciuto. E Zaia mantiene le promesse: dal palco del XIII Congresso internazionale delle famiglie ripete parola per parola. Parte con una succinta captatio benevolentiae: «Mia mamma era l’undicesima figlia ma mia nonna pensò bene di adottare altri 6 figli», prosegue citando Giosuè Carducci: «Da bimbo, per descrivere sua madre scrisse “mia madre è mia madre” punto e basta. Lo stesso vale per la famiglia che non è in discussione». Il resto, invece, ha gelato il parterre internazionale che confidava in una Lega più schierata. Il doge, invece, si smarca senza esitazioni: «Questa regione è aperta alle idee di tutti perché qui funziona così: la tua libertà finisce dove inizia la mia.
però, tira dritto: «Mi sembra necessario che si capisca che gli estremismi non ci portano da nessuna parte. Se da un lato per difendere il sacrosanto diritto di fare le scelte sessuali e sentimentali che più aggradano non è necessario finanziare un gay pride, dall’altro è fondamentale dire che per parlare di famiglia non serve essere in odore di santità». Il riferimento è al precedente intervento del vescovo Zenti che, a latere, ha chiarito: «Di sicuro a Verona non siamo di cultura omofoba. Gli stessi omosessuali abbiano però la dignità di non fare parate. Sei rispettato perché sei persona, nello stesso tempo tutti possono esprimere le proprie opinioni senza essere aggrediti». Il minuetto a distanza fra Zaia e Zenti ha punteggiato l’intera mattinata di ieri. «Non mi piacciono gli “ismi”: non il fondamentalismo cattolico, non il liberismo senza equilibrio. Credo che, dopo le polemiche, il congresso abbia il dovere di essere ancora più chiaro sull’omofobia, sul ruolo sociale della donna e anche sulla legge 194. In Italia c’è una legge e non va toccata. Al vescovo Zenti dico che gli estremismi non ci portano da nes-
suna parte. Il bigottismo rischia di trasformarsi in estremismo». Il registro è ben diverso da quello del vescovo scaligero: «La famiglia originale, doc, divina e pienamente umana, non confessionale, è la più autentica culla della vita, generatrice di civiltà. Dobbiamo focalizzarla in quanto realtà umana per il resto ci pensiamo noi vescovi, che siamo su un altro piano. Auspico un dialogo sereno e obiettivo, con argomentazioni razionali, per far riscoprire la famiglia come valore imprescindibile in cui ci si senta al sicuro come nel grembo materno. Sappia mantenersi sempre di alto profilo nel quadro valoriale senza prestare il tallone d’Achille a chi aspetta la polemica».Le crepe si notano, vistose, anche all’interno del mondo cattolico. Non sono passate inosservate, ad esempio, le parole della senatrice Udc Paola Binetti: «Da certa destra e certa sinistra,noi uomini e donne di centro siamo distanti anni luce. La cultura di Centro deve lanciare la sfida di una nuova politica, all’insegna del dialogo e del rispetto reciproco». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il patrocinio contestato
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Il giallo del logo di palazzo Chigi sparito dalla comunicazione ma ben presente nei cartelloni segreto della felicità», scritta da Maria Chiara Nordio che racconta di una bimba «felice perché ha una famiglia fatta da una mamma e da un papà, ma che ha gli amichetti dell’asilo tristi perché sono vestiti tutti uguali, hanno giochi uguali e molti non hanno una famiglia naturale. Lei li contagia con la sua felicità e gli spiega che è così felice perché ha una mamma e un papà». Integralisti cattolici, Maria Chiara e il marito, referenti a Treviso dell’associazione Traditio, accompagnati dal portavoce anche di Christus Rex Matteo Castagna che ha spiegato come «qui parlano dei moderati. Noi siamo più a destra e vogliamo capire cosa di concreto si farà per le famiglie». Ma a strappare applausi, ieri in Gran Guardia, è stato un «anticristo». Quel Giuseppe Cruciani che sul palco ha spiegato di non condividere nulla dei temi del congresso. Di essere anche a favore dell’utero in affitto. «Ma sono qui - ha detto - perché molti vorrebbero spegnere il microfono da cui sto parlando». E la chiusa: «Viva la libertà». Angiola Petronio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Posto che per me il Medioevo non è discutere dell’importanza della famiglia ma è chi costringe una donna a nascondere sé stessa sotto un burqa, chi la lapida per adulterio, mi auguro parlerete di temi propri e non ho motivo di pensare altrimenti. Quanto a m e s o n o co n v i n to c h e l’omofobia sia una patologia». Il collega di partito Simone Pillon, lo rintuzza: «E allora chi critica il Congresso cos’è? Famigliafobico?». Massimo Gandolfini reduce dalla sortita sulla 194 è più indulgente: «Zaia è un politico, naturale abbia dovuto smussare qualche angolo». La reazione del pubblico in sala, invece, è stata un applauso svogliato, ai limiti della cortesia istituzionale. Zaia,
VERONA (an. pe.) Immortale. Una sorta di «ne resterà uno solo», alla Highlander. In realtà due o tre. Che anche ieri campeggiavano su alcune «vele» al Congresso mondiale delle famiglie. E pure su alcuni pannelli. A «eliminarlo» non ci è riuscito neanche il premier Giuseppe Conte. O, meglio, ci è riuscito in parte. Perché quel contestato logo che faceva da viatico al rinnegato patrocinio della Presidenza del Consiglio, è stato sì tolto dalla «comunicazione ufficiale» del congresso, ma è rimasto stampigliato su alcuni manifesti. «Il patrocinio aveva detto Conte - è stato concesso dal ministro Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del Governo. All’esito di un’approfondita istruttoria e dopo un’attenta valutazione dei molteplici profili coinvolti, ho comunicato al ministro Fontana la opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia
In mostra Il logo contestato
eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta». In particolare il logo «presidenziale» è rimasto su un panello: quello che faceva da sfondo all’esterno della Gran Guardia dove sono stati relegati i giornalisti - al «punto stampa» dove si svolgevano le interviste televisive. E visto che all’evento erano presenti tivù di tutto il mondo, quel logo che non avrebbe dovuto esserci ha praticamente fatto il giro del globo. «Era materiale già stampato - hanno spiegato gli organizzatori - e non avevamo il tempo per © RIPRODUZIONE RISERVATA rifarlo».
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Corriere del Veneto Sabato 30 Marzo 2019
del Congresso prosegue sulla linea «ingiustamente perseguitati»: «Gli omosessuali vanno curati, sennò per loro c’è l’inferno? Follie. - scrivono Toni Brandi e Jacopo Coghe in una nota - Questo non è il pensiero degli organizzatori e ci dissociamo». Dal palco, Brian Brown, presidente dell’Organizzazione internazionale della famiglia e capo carismatico di chi sostiene la famiglia tradizionale sillaba ieratico: «All’inizio del mondo: un uomo, una donna, un figlio. Dove c’è un eroe che difende la casa, una madre che nutre un figlio, c’è famiglia. L’uomo, la donna un figlio, vanno oltre ogni cultura e religione, razza, colore, paese. La diversità della nostra coalizione ci fa forti». I toni echeggiano un grande nuovo ordine mondiale ma il sindaco di Verona, padrone di casa e ospite, visto che la Gran Guardia è stata concessa gratuitamente, è conciliante: «Nella nostra città chiunque ha il diritto di esprimere le proprie idee e di confrontarsi. Oggi saremo qui dentro, domani (oggi ndr) qualcun altro sarà fuori per le
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IL DIBATTITO E LE POLEMICHE
strade a esprimere legittimamente un suo pensiero». Sboarina, che ricorda come sia padre di un figlio e mezzo - «la seconda dovrebbe nascere il 25 aprile» - difende a spada tratta la città: «È stata dipinta come oscurantista e medievale. Oscurantisti e medievali sono coloro che impediscono a chiunque di esprimere il proprio pensiero. Verona ha nel suo dna l’accoglienza». Sul palco anche Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e
Zaia come promesso «Omofobia è patologia No agli estremismi»
Coalizione internazionale Capo carismatico del movimento, Brian Brown, spiega che l’ordine naturale di un uomo, una donna e un bambino supera ogni cultura
Governatoresulpalco,duelloadistanzaconilvescovo
alla Formazione che ha esordito così: «La battaglia vera si fa nel silenzio, anche con un congresso come questo. Il Veneto, una delle regioni più produttive d’Europa, poggia la sua forza economica e sociale sulla famiglia». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VERONA «La foto con alle spalle i loghi del Congresso? No, meglio di no». Il governatore Luca Zaia in Gran Guardia, a Verona, ci arriva sull’onda di una lunga intervista al Corriere della Sera in cui dice chiaramente che le leggi sui diritti civili, dal divorzio all’aborto non si toccano. Di più, con uno slogan - «l’omofobia è una patologia» - che ai rappresentanti in sala di Uganda, Ungheria e Russia difficilmente sarà piaciuto. E Zaia mantiene le promesse: dal palco del XIII Congresso internazionale delle famiglie ripete parola per parola. Parte con una succinta captatio benevolentiae: «Mia mamma era l’undicesima figlia ma mia nonna pensò bene di adottare altri 6 figli», prosegue citando Giosuè Carducci: «Da bimbo, per descrivere sua madre scrisse “mia madre è mia madre” punto e basta. Lo stesso vale per la famiglia che non è in discussione». Il resto, invece, ha gelato il parterre internazionale che confidava in una Lega più schierata. Il doge, invece, si smarca senza esitazioni: «Questa regione è aperta alle idee di tutti perché qui funziona così: la tua libertà finisce dove inizia la mia.
però, tira dritto: «Mi sembra necessario che si capisca che gli estremismi non ci portano da nessuna parte. Se da un lato per difendere il sacrosanto diritto di fare le scelte sessuali e sentimentali che più aggradano non è necessario finanziare un gay pride, dall’altro è fondamentale dire che per parlare di famiglia non serve essere in odore di santità». Il riferimento è al precedente intervento del vescovo Zenti che, a latere, ha chiarito: «Di sicuro a Verona non siamo di cultura omofoba. Gli stessi omosessuali abbiano però la dignità di non fare parate. Sei rispettato perché sei persona, nello stesso tempo tutti possono esprimere le proprie opinioni senza essere aggrediti». Il minuetto a distanza fra Zaia e Zenti ha punteggiato l’intera mattinata di ieri. «Non mi piacciono gli “ismi”: non il fondamentalismo cattolico, non il liberismo senza equilibrio. Credo che, dopo le polemiche, il congresso abbia il dovere di essere ancora più chiaro sull’omofobia, sul ruolo sociale della donna e anche sulla legge 194. In Italia c’è una legge e non va toccata. Al vescovo Zenti dico che gli estremismi non ci portano da nes-
suna parte. Il bigottismo rischia di trasformarsi in estremismo». Il registro è ben diverso da quello del vescovo scaligero: «La famiglia originale, doc, divina e pienamente umana, non confessionale, è la più autentica culla della vita, generatrice di civiltà. Dobbiamo focalizzarla in quanto realtà umana per il resto ci pensiamo noi vescovi, che siamo su un altro piano. Auspico un dialogo sereno e obiettivo, con argomentazioni razionali, per far riscoprire la famiglia come valore imprescindibile in cui ci si senta al sicuro come nel grembo materno. Sappia mantenersi sempre di alto profilo nel quadro valoriale senza prestare il tallone d’Achille a chi aspetta la polemica».Le crepe si notano, vistose, anche all’interno del mondo cattolico. Non sono passate inosservate, ad esempio, le parole della senatrice Udc Paola Binetti: «Da certa destra e certa sinistra,noi uomini e donne di centro siamo distanti anni luce. La cultura di Centro deve lanciare la sfida di una nuova politica, all’insegna del dialogo e del rispetto reciproco». M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il giallo del logo di palazzo Chigi sparito dalla comunicazione ma ben presente nei cartelloni segreto della felicità», scritta da Maria Chiara Nordio che racconta di una bimba «felice perché ha una famiglia fatta da una mamma e da un papà, ma che ha gli amichetti dell’asilo tristi perché sono vestiti tutti uguali, hanno giochi uguali e molti non hanno una famiglia naturale. Lei li contagia con la sua felicità e gli spiega che è così felice perché ha una mamma e un papà». Integralisti cattolici, Maria Chiara e il marito, referenti a Treviso dell’associazione Traditio, accompagnati dal portavoce anche di Christus Rex Matteo Castagna che ha spiegato come «qui parlano dei moderati. Noi siamo più a destra e vogliamo capire cosa di concreto si farà per le famiglie». Ma a strappare applausi, ieri in Gran Guardia, è stato un «anticristo». Quel Giuseppe Cruciani che sul palco ha spiegato di non condividere nulla dei temi del congresso. Di essere anche a favore dell’utero in affitto. «Ma sono qui - ha detto - perché molti vorrebbero spegnere il microfono da cui sto parlando». E la chiusa: «Viva la libertà». Angiola Petronio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Posto che per me il Medioevo non è discutere dell’importanza della famiglia ma è chi costringe una donna a nascondere sé stessa sotto un burqa, chi la lapida per adulterio, mi auguro parlerete di temi propri e non ho motivo di pensare altrimenti. Quanto a m e s o n o co n v i n to c h e l’omofobia sia una patologia». Il collega di partito Simone Pillon, lo rintuzza: «E allora chi critica il Congresso cos’è? Famigliafobico?». Massimo Gandolfini reduce dalla sortita sulla 194 è più indulgente: «Zaia è un politico, naturale abbia dovuto smussare qualche angolo». La reazione del pubblico in sala, invece, è stata un applauso svogliato, ai limiti della cortesia istituzionale. Zaia,
VERONA (an. pe.) Immortale. Una sorta di «ne resterà uno solo», alla Highlander. In realtà due o tre. Che anche ieri campeggiavano su alcune «vele» al Congresso mondiale delle famiglie. E pure su alcuni pannelli. A «eliminarlo» non ci è riuscito neanche il premier Giuseppe Conte. O, meglio, ci è riuscito in parte. Perché quel contestato logo che faceva da viatico al rinnegato patrocinio della Presidenza del Consiglio, è stato sì tolto dalla «comunicazione ufficiale» del congresso, ma è rimasto stampigliato su alcuni manifesti. «Il patrocinio aveva detto Conte - è stato concesso dal ministro Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell’ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del Governo. All’esito di un’approfondita istruttoria e dopo un’attenta valutazione dei molteplici profili coinvolti, ho comunicato al ministro Fontana la opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia
In mostra Il logo contestato
eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta». In particolare il logo «presidenziale» è rimasto su un panello: quello che faceva da sfondo all’esterno della Gran Guardia dove sono stati relegati i giornalisti - al «punto stampa» dove si svolgevano le interviste televisive. E visto che all’evento erano presenti tivù di tutto il mondo, quel logo che non avrebbe dovuto esserci ha praticamente fatto il giro del globo. «Era materiale già stampato - hanno spiegato gli organizzatori - e non avevamo il tempo per © RIPRODUZIONE RISERVATA rifarlo».
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SABATO 30 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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La corsa ai Giochi invernali 2026
Disponibilità posti letto, sprint di Cortina Alverà: «Ormai quasi tutti hanno aderito» Michielli (Federalbeghi Veneto): «Ci sono stati problemi con le mail del Cio e la procedura d’iscrizione era piuttosto ostica» CORTINA. Ultime ore per gli al-
bergatori bellunesi per dare la disponibilità di posti letti per le Olimpiadi 2026: la scadenza è domani sera. A Cortina hanno aderito quasi tutti, a ieri pomeriggio mancavano solo alcune strutture che daranno disponibilità entro i termini. E anche nel bellunese aumentano le adesioni. Dopo il nuovo appello lanciato giovedì dal presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, c’è stato un aumento significativo delle risposte. Sapere il numero esatto non è cosa semplice, e nemmeno aderire. Alcuni albergatori hanno ricevuto la mail in spam, altri hanno pensato fosse un virus in quanto conteneva allegati poco chiari, altri ancora non l’hanno proprio ricevuta. Alcuni si sono bloccati nella procedura di iscrizione. C’è anche chi era scettico, mancando 7 anni all’evento; ma ora è stato convinto a dare l’adesione. «La procedura non è semplice, e va detto», spiega Michielli, «non siamo infatti noi di Federalberghi Veneto a gestire la raccolta. Ogni singolo albergatore deve iscriversi on-line su un portale gestito da una società esterna che segue l’accoglienza per il Cio entro il 31 marzo. Il processo di iscrizione è abbastanza complicato, e per chi non ha dimestichezza con internet risulta effettivamente ostico. Questo ha rallentato le adesioni, ma in queste ore sembra che ci sia stato un aumento. I dati non li abbiamo nel dettaglio, in quanto chi tiene i conti non siamo noi, ma stiamo contat-
Roberta Alverà, presidente dell’Assoalbergatori Cortina e il logo per gli hotel di Mondiali e Giochi 2026 Marco Michielli (a destra) con Walter De Cassan
tando i vari albergatori uno per uno. In Italia vi è poi l’atavico pensiero che ci siano proroghe, ma in questo caso non ci saranno. O ci sono le camere o non si fanno le Olimpiadi. Sembra una frase “terroristica”, ma è così. È evidente che la garanzia di ospitalità è fondamentale per il Cio che dovrà decidere a chi assegnare i Giochi 2026. Speriamo in bene», conclude Michielli, «perché le Olimpiadi, così come sono state concepite, rappresentano un’opportunità enorme per tutto il settore turistico e sarebbe assurdo arenarsi sulla richiesta di posti letto». Roberta Alverà, presidente dell’Associazione albergatori di Cortina, appare oggi sempre più fiduciosa. «A Cortina hanno aderito quasi tutti», sottolinea, «mancano pochi alberghi che lo fa-
ranno nei termini. Noi continuiamo con l’appello e con la spinta verso i nostri colleghi affinché non si perda questa opportunità enorme». Sta invece chiamando personalmente gli albergatori del territorio il presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti, Walter De Cassan. «Sino a giovedì ci hanno detto che l’affluenza era bassa», spiega, «e sinceramente mi sono stupito . Cortina ha vissuto sugli allori delle Olimpiadi del 1956 sino ad oggi e, ora che abbiamo l’opportunità di riavere i Giochi, se non ci fosse la risposta del settore alberghiero sarebbe veramente drammatico. C’è ancora qualche ora, e speriamo che tutti aderiscano. Più che chiamare, sollecitare, appellarci, non possiamo fare». — Alessandra Segafreddo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
l’impegno del vicepremier
Salvini: «Faremo il massimo per avere queste Olimpiadi» La Commissione Cio a Venezia oltre che dal sindaco di Cortina sarà accolta da Malagò, Zaia e dal sottosegretario Giorgetti in rappresentanza del governo CORTINA. Importanti novità alla vigilia dell’arrivo a Cortina della Commissione del Comitato olimpico internazionale che dovrà verificare se Cortina, Milano e gli altri siti italiani candidati ad
ospitare i Giochi olimpici invernali 2026 sono effettivamente nelle condizioni di accoglierli. La Commissione resterà in Italia ben 6 giorni. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si è dichiarato fiducioso. «Si può vincere», ha detto, lasciando capire che le garanzie assicurate da Roma possono rafforzare il successo della candidatura. «Portare le Olimpiadi in-
vernali in Italia è possibile», ha affermato, «ci hanno lavorato e stanno continuando a farlo Comuni, Regioni, Governo, privati, federazioni, associazioni; sarebbe bellissimo avere i Giochi, e io ci credo tanto; dal punto di vista dell’immagine, del turismo e dell’economia, organizzare le Olimpiadi sarebbe qualcosa di importante non solo per Milano e Cortina ma per tutta Italia. Co-
l’onorevole de carlo
«Ci stiamo giocando una grossa opportunità» CORTINA. «Non perdiamo questa occasione». Questo l’appello che il deputato e sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, rivolge agli albergatori bellunesi affinché entro domani diano la disponibilità alberghiera richiesta per la candidatura olimpica. «Si tratta di un’opportunità concreta», spiega De Carlo, «con risvolti più che positivi per l’economia locale e nazionale; visto il momento storico, capisco la disillusione degli operatori;ma ci stiamo giocando una grossa opportunità, e anche
me ministro», ha aggiunto, «e anche come governo faremo di tutto e di più perchè le Olimpiadi invernali 2026 arrivino in Italia». Parole scontate? Nient’affatto. Ed il perché lo spiega Giovanni Malagò, presidente del Coni. « Non penso che gli esiti che arriveranno dalla visita di una Commissione siano decisivi per quella che sarà la valutazione di voto di ogni singolo membro quando tutti si riuniranno a Losanna. Ma se il dossier presenta degli errori, è invece chiaro che le valutazioni saranno negative. Noi siamo molto convinti della qualità del nostro progetto e per due motivi: il primo è il “low budget” che è il più bas-
le istituzioni devono dare un segnale forte». A sostenere l’appello di De Carlo anche i numeri forniti dall’analisi di impatto economico e finanziario prodotta dal Dipartimento di Economia e diritto dell’Università La Sapienza e già presentata a Palazzo Chigi: gli incrementi del Pil tra il 2020 e il 2028 oscillano dai 93 milioni fino ad un picco di 374 nel 2025, per tornare a 81 milioni nell’ultimo anno, per un PIL cumulato massimo di 2, 3 miliardi. Risvolti efficaci anche nell’occupazione
so nella storia; e poi perché sfruttiamo la famosa “Agenda 2020” voluta da Bach dopo l’elezione a presidente del CIO», ha aggiunto. «Abbiamo perso terreno su Stoccolma? Forse c’è stato un momento di impasse per noi, ma ora ho la sensazione che lo abbiamo recu-
Il 24 giugno a Losanna per battere Stoccolma servirà l’appoggio di 42/44 delegati perato. Io sono ottimista, la partita è molto aperta, ma sarebbe un errore sottovalutare gli avversari», ha concluso Malagò. Il presidente
(con un aumento a fine 2026 di oltre 8500 unità), e per le entrate fiscali (per circa 600 milioni, per un risultato positivo netto di 185 milioni). «Ho parlato con il sottosegretario Giorgetti», rileva De Carlo, «al quale ho ribadito l’appoggio di Fratelli d’Italia all’evento;mi ha confermato che non saranno le Olimpiadi degli sprechi, degli scempi e degli abusi, ma sarà una manifestazione eco-sostenibile, senza cattedrali nel deserto. Capisco che le difficoltà della crisi portino gli operatori ad essere disillusi rispetto a questi temi, ma qui le possibilità di portarsi a casa i Giochi sono concretissime, con tutti i risvolti positivi per l’economia illustrati dall’analisi de La Sapienza». — A.S. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
del Coni che ha poi invitato nuovamente tutti «fino al 24 giugno» ad «essere diplomatici, anche evitando di parlare degli altri perché potrebbe essere controproducente». Per ottenere i Giochi, il 24 giugno a Losanna, ci vorranno 44 voti; ma forse il quorum potrebbe calare (magari a 42). Significativo il fatto che ad accogliere la commissione Cio ci saranno, a Venezia, sia Malagò e sia, per il Governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti; oltre naturalmente al governatore Luca Zaia e al sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Nordest
Sabato 30 Marzo 2019 www.gazzettino.it
di Mira, Francesca Spolaor.
POLITICA VENEZIA Perché candidarsi al Parlamento europeo? Per i soldi (circa 15mila euro al mese tra retribuzione e indennità)? Per spirito di servizio? Perché l’attività nei Comuni è troppo ristretta? Una motivazione, decisamente sui generis, l’ha data Sandro Dallavalle, settantacinquenne trevigiano di Montebelluna, uno dei 119 che hanno presentato la propria autocandidatura al Movimento 5 Stelle per poter essere candidati a Bruxelles il prossimo 26 maggio. Ecco cosa Dallavalle - peraltro già iscritto in passato all’Italia dei valori e poi al movimento di Beppe Civati - ha scritto e cosa la Piattaforma Rousseau ha pubblicato: «Il vero scopo della mia candidatura è quello di propagandare sia in Italia che nel Parlamento europeo i misfatti compiuti dal partito di Forza Italia, che ho toccato con mano sino dal 1996”. E ha parlato di una «cricca» con «caratteristiche mafiose» in cui ha inserito due big azzurri e un magistrato. Prove? Documentazioni? La Piattaforma Rousseau del M5s ha preso atto delle dichiarazioni e le ha pubblicate. È vero che per avere accesso al sito bisogna essere registrati, ma da mercoledì, da quando cioè le candidature sono state messe rete, questo è quanto si può leggere.
PRIMA ROMA, POI BRUXELLES
ON LINE La home page della piattaforma Rousseau usata per le consultazioni e le primarie del Movimento 5 stelle
Corsa grillina per l’Europa Ecco i 119 aspiranti veneti Per soldi, per servizio o contro qualcuno `Voto online sulla piattaforma Rousseau Le motivazioni e le ambizioni dei candidati Il più giovane ha 25 anni, tre superano i 75 `
LA PATTUGLIA Comunque sia, agli attivisti e ai simpatizzanti del M5s l’Europa piace, eccome. Sono 119 i candidati al Parlamento europeo per il Movimento 5 Stelle nel solo Veneto su un totale nazionale di 2600. Di questi 119, sarà fatta una scrematura attraverso le “parlamentarie europee” svoltesi ieri, in pratica la base, utilizzando la piattaforma Rousseau, ha votato per scegliere chi davvero dovrà essere candidato. Ma chi sono gli aspiranti eurodeputati? Nella pattuglia degli aspiranti si trovano tanti consiglieri comu-
MOGLIANO Cristina Manes
MESTRINO Flavio Pinton
MIRA Francesca Spolaor
SELVAZZANO Ulderica Mennella
QUALCHE CONSIGLIERE COMUNALE E L’ESERCITO DEGLI SCONOSCIUTI «IL MIO OBIETTIVO? DENUNCIARE I MISFATTI DI FORZA ITALIA»
nali in scadenza o ex consiglieri. C’è Ulderica Mennella di Selvazzano Dentro: «Mi sento pronta e determinata nel sostenere il Movimento ed il suo percorso di cambiamento». Modesta Valentina Borin, 32 anni, consigliere comunale a Salgareda (Treviso), incarico che terminerà a maggio:
«Credo di non avere tutte le conoscenze per poter svolgere appieno un incarico da europarlamentare, ma sono convinta che le competenze possano essere acquisite con il tempo e con la voglia». E ancora Maria Cristina Cavallarin di Albignasego, Flavio Pinton di Mestrino, Cristina
Manes di Mogliano, Simone Contro di Sandrigo. «Penso di aver ricoperto qualsiasi ruolo nei 5 stelle, eccetto quello dell’autocandidato seriale», si autodefinisce il padovano Giuliano Altavilla, già consigliere comunale all’epoca della giunta Bitonci. E ci prova anche l’ex assessore del Comune
ARCHITETTURA Il presidente della Camera Roberto Fico accolto allo Iuav dalla protesta dei lavoratori (FOTOATTUALITÀ)
LA REPLICA La risposta del presidente della regione Luca Zaia arriva pronta da Verona, a margine del Congresso delle famiglie: «Auspico che l’intesa per l’autonomia entri in Parlamento, ma che ci sia un po’ di tutela e di serenità nei confronti del nostro progetto ha affermato Zaia -. Io vedo la bottiglia mezza piena: fino a ieri ci dicevano che non potevamo fare il referendum, adesso siamo al Quirinale a parlare di autonomia. Però credo che un provvedimento che esce dal parlamento stravolto e riscritto sia di difficile comprensione. Del re-
GIOVANI E ANZIANI Il più giovane è Francesco D’Elia, 25 anni di Campagna Lupia in provincia di Venezia. I più vecchi tre settantacinquenne. Tanti attivisti, ma anche neofiti. Il padovano Luca Massimo Andrea Martinazzi è stato per 11 anni all’estero ma assicura di essersi informato con il Blog e il Fatto Quotidiano. Umberto Bassi, di Eraclea, è stato rappresentante di lista nel 2013, ma “poi essendo familiare di dipendente schiava delle aperture domenicali ho potuto partecipare solo a incontri e riunioni infrasettimanali”. Tanti vivono all’estero. Come Enrico Girardi, 58 anni, residente a Madrid, uno che si definisce “ateo, libertario e nonviolento”, nel cui curriculum da attivista figura la presentazione di una proposta di legge per vietare rumori da traffico, tipo clacson, durante le pubblicità radiofoniche. E c’è anche Ignazio Conte, 72 anni, di Venezia, economista che si batte per la giustizia e l’equità retributiva, fratello del presidente del Codacons Franco. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
TRIBUNALE ORDINARIO DI TREVISO II SEZIONE CIVILE ESECUZIONE MOBILIARE N. 3780/2015 G.O.P. – G.E. dott.ssa GIOVANNA CAFIERO AVVISO DI VENDITA COMPENDIO AZIENDALE PIGNORATO
LA VISITA VENEZIA «L’autonomia è un tema molto sentito in Veneto, ma è chiaro che è un tema talmente importante che il Parlamento deve essere centrale. Non c’è niente che non passerà per un iter parlamentare, perché quando si trasferiscono potestà legislative, che sono in capo alle Camere, alle Regioni, è chiaro che questo passaggio deve avvenire tramite un forte passaggio legislativo». Il presidente della Camera Roberto Fico, a Venezia per l’inaugurazione del 92° anno accademico dell’università Iuav, conferma la propria posizione sul tema dell’autonomia: «Le Camere devono avere tutto il potere e il tempo necessario per uno sviluppo sostanziale. È questa la posizione che sto portando avanti insieme al presidente del Senato».
C’è chi era stato candidato anche un anno fa, alle Politiche, ma non ce l’aveva fatta e ora ci riprova. E’ il caso della vicentina Liliana Zaltron, già consigliera comunale dal 2013 al 2018 nel capoluogo berico, al centro l’anno scorso di una polemica per essere stata esclusa delle parlamentarie, ma poi ripescata. Ci riprova anche Rocco Bianco di Pieve di Cadore, già collaboratore del deputato Federico D’Incà, l’anno scorso candidato all’uninominale di Belluno: come nel 2018 anche stavolta Bianco ha omesso nella sua presentazione di ricordare che nel 2012 era iscritto al Movimento di Oscar Giannino “Fare per fermare il declino”, in compenso ha citato l’incarico avuto dal Governo nel 2018, “nominato nella Commissione Paritetica Stato-Regione Siciliana”.
Fico: l’autonomia in Parlamento Zaia: ma non stravolgere il testo sto, i costituzionalisti ci dicono che quando si firmano le intese, sono le intese a essere approvate, non modificate. Vedremo cosa ci propongono, però resto dell’opinione che potremo accogliere delle osservazioni, dopodiché il dominus resta il Presidente del Consiglio. Basta una virgola spostata e salta tutto». Zaia ha
IL PRESIDENTE GRILLINO DELLA CAMERA A VENEZIA PER INAUGURARE L’ANNO ACCADEMICO DELLO IUAV BOTTA E RISPOSTA CON IL GOVERNATORE
anche anticipato che andrà a parlare della bontà e della legalità del progetto mercoledì prossimo in Commissione bicamerale per le riforme. Nel suo discorso nell’aula magna dei Tolentini Fico ha sottolineato come le università siano «i luoghi più sani del nostri paese, i luoghi centrali della costruzione del sapere che deve essere accessibile a tutti. Università, formazione e ricerca sono i settori strategici in cui è prioritario investire risorse». Fondamentale è la collaborazione tra realtà territoriali e università per costruire città che siano al passo con una politica di rigenerazione urbana sostenibile. «Venezia è senza dubbio un centro storico cultu-
rale amato da tutto il mondo – ha spiegato Fico -, però è chiaro che dobbiamo gestire i flussi turistici e le condizioni che creano un eccessivo turismo. Bisogna progettare e gestire i flussi differenti, di alta qualità e sostenibili per la città. Non dobbiamo far andare via le persone dai centri storici, dove normalmente risiedono, perché i prezzi salgono». Fico ha anche incontrato nel chiostro dei Tolentini i lavoratori dello Iuav in agitazione, raccogliendo la loro richiesta di farsi carico di alcune proposte come il miglioramento delle condizioni di lavoro e del rispetto dei diritti sindacali. Daniela Ghio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Si rende noto che il giorno 15 maggio 2019 alle ore 15.00 presso lo studio del Commissionario dott.ssa Caterina Carrer sito in Treviso, Via Castelmenardo n. 53, si procederà alla vendita all’asta SENZA INCANTO del compendio aziendale pignorato della quota sociale pari al 3,09% del capitale sociale di ciascuna delle seguenti società: «GAMA S.r.l.» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice iscale e numero di iscrizione 02951480173 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-213475, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 145.848; «GAMA CORTINA S.r.l. in liquidazione» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice iscale e numero di iscrizione 04463080269 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-352112, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 189.417; «GAMA VEDELAGO S.r.l. in liquidazione» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice iscale e numero di iscrizione 04463090268 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-352113, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 9.022. La quota sociale viene ceduta nello stato di fatto e di diritto in cui si trova. VENDITA SENZA INCANTO: le offerte di acquisto migliorative, dovranno pervenire, in busta chiusa entro le ore 11.00 del giorno 14 maggio 2019 presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Treviso tramite domanda accompagnata da un assegno non trasferibile intestato alla presente procedura, a titolo di cauzione salvo conguaglio, dell’importo pari al 10% del prezzo base come sopra issato. Il Commissionario procederà il giorno 15 maggio 2019 alle ore 15.00 in Treviso, Via Castelmenardo n. 53, all’apertura delle buste ed alla gara tra pari offerenti. L’aggiudicatario si impegna a versare il saldo del prezzo di aggiudicazione, dedotta la cauzione già versata, in un libretto bancario intestato alla presente procedura, da depositarsi in Cancelleria delle Esecuzioni entro la data che verrà fissata all’udienza del 27 maggio 2019, ad ore 11:30. In caso di mancata vendita si procederà alla vendita ALL’INCANTO il giorno 15 maggio 2019 alle ore 16.00. VENDITA CON INCANTO: è issata per il giorno 15 maggio 2019 alle ore 16.00 presso lo studio del Commissionario dott.ssa Caterina Carrer sito in Treviso Via Castelmenardo n. 53, al prezzo ridotto del 15% con aumento minimo di euro 1.000,00. Il prezzo della vendita sarà corrisposto dal maggior offerente a mezzo assegno bancario non trasferibile intestato alla procedura che il Commissionario provvederà a depositare presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari di Treviso. La perizia di stima delle quote è depositata presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Treviso. Ulteriori informazioni dal Commissionario dott.ssa Caterina Carrer – Via Castelmenardo n. 53 –31100 Treviso – tel. 0415322093 – cell. +39 3392190030 – e-mail segreteria@studiocaterinacarrer.com –PEC caterinacarrer@legalmail.it.
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il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 133- N° 76
VENEZIA MESTRE
Sabato 30 Marzo 2019
Torna l’ora legale Questa notte le lancette dell’orologio devono essere spostate avanti di un’ora
L’ora solare tornerà il 27 ottobre
L’analisi
Perché il crollo dei 5 stelle è un rischio per Salvini Bruno Vespa on era affatto scontato che Matteo Salvini accettasse il candidato di Silvio Berlusconi per le elezioni del 26 maggio in Piemonte. Alberto Cirio, collaudata macchina da voti, l’ha spuntata su Paolo Damilano, importante industriale del vino (ma politicamente più debole) che aveva colpito il leader della Lega. Cirio ha buone probabilità di farcela portando a 11 su 19 le regioni controllate dal centrodestra (la ventesima è la Valle d’Aosta). Segue a pagina 27
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Scatti & riscatti Fosse Ardeatine Kappler e quell’eccidio senza pace
L’anniversario Prosecco, mezzo secolo di bollicine di Marca
Nordio a pagina 17
Collodet a pagina 19
Banche, i paletti di Mattarella Via libera del Colle alla commissione d’inchiesta `Bankitalia nel mirino di Lega e Cinquestelle ma con avvertimento: «No a controlli sul credito» La Consob multa gli ex vertici di Veneto Banca `
Il giallo Padovano trovato morto in casa
Il commento
Sull’istituzione della Commissione d’inchiesta sulle banche arriva il via libera condizionato del Quirinale. Sergio Mattarella ha dato l’ok accompagnando la controfirma con una lettera inviata ai presidenti di Senato e Camera, dove si chiede di vigilare sull’attività della Commissione affinché non inneschi un conflitto tra poteri dello Stato: «No a condizionamento politico e controllo del credito». I 5Stelle insistono per Paragone presidente ma Giorgetti teme gli eccessi. Intanto arrivano le maxi multe della Consob per gli ex vertici di Veneto Banca. Cifoni, Crema e Gentili alle pagine 2 e 3
Il riciclaggio della Swedbank
Svezia, trema il sistema bancario piegato dai conflitti di interesse Mario Ajello e Andrea Bassi ngmar Bergman, il grande regista, diceva che lo svedese è un «diabolus absconditus». Ossia nelle pieghe di una presentabilità di facciata c’è un grumo oscuro. A pagina 11
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Verona, gadget e polemiche Zaia: «No agli estremismi»
L’incapacità di affrontare il dramma dei migranti
Congresso delle famiglie: attacco all’aborto. Oggi contro-corteo
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Luca Ricolfi ei giorni scorsi un mercantile turco, che aveva tratto in salvo oltre centro naufraghi al largo della Libia, è stato dirottato (verso Malta) da alcuni di coloro che aveva messo in salvo. Ora, grazie all’intervento delle forze armate maltesi, i dirottatori sono agli arresti, mentre gli altri naufraghi sono ospitati nei centri di accoglienza maltesi. Non appena si è capito che la vicenda non avrebbe interessato direttamente l’Italia ma avrebbe toccato solo Malta (...) Segue a pagina 27
www.gazzettino.it
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Ucciso nelle Filippine: voleva aprire un resort TRE COLPI DI PISTOLA Un imprenditore padovano, Andrea Guarniero, 49 anni, è stato freddato nella sua villa nelle Filippine: si era trasferito per aprire un resort di lusso. Lucchin a pagina 9
È iniziata tra le polemiche la prima giornata del Congresso mondiale delle famiglie a Verona, dalla condanna dell’aborto («Sei milioni di bambini uccisi») all’esaltazione dei figli nati all’interno di un matrimonio tradizionale, senza contare i singolari gadget distribuiti dagli sponsor, come quello di un feto in gomma. E mentre il governatore del Veneto Luca Zaia invita a non lasciarsi andare in «estremismi», il vicepremier Matteo Salvini, che oggi sarà a Verona, assicura: «Le conquiste sociali non si toccano». Oggi la manifestazione degli antagonisti all’evento: attese a Verona 20mila persone. Vanzan a pagina 4
Scuola
Le primarie
Al concorso per presidi bocciato uno su 2
Ecco i 119 grillini veneti in corsa per Bruxelles
Il 50% in Friuli Venezia Giulia e addirittura il 40% in Veneto. Queste le percentuali di coloro che sono riusciti a superare la prova scritta del concorso per dirigenti scolastici. Così il prossimo anno non ci saranno abbastanza presidi per le scuole del Nordest.
Sono 119 i grillini veneti che aspirano a un posto nel Parlamento europeo. Di questi, sarà fatta una scrematura attraverso le “parlamentarie europee” svoltesi ieri: la base, utilizzando la piattaforma Rousseau, ha votato per scegliere i candidati.
Ianuale a pagina 12
Vanzan a pagina 13
Rovigo
Jesolo
Eleonora, la bimba nata handicappata: dottoressa colpevole
Targa, assicurazione e niente minori: è guerra ai risciò
Riconosciuta la responsabilità di una delle due dottoresse dell’ospedale di Rovigo che avevano assistito al parto. Si chiude (a metà) in Cassazione il caso della piccola Eleonora, venuta alla luce nel 2008 con gravi problemi neurologici. Respinti dalla Corte di Cassazione i ricorsi di una ginecologa e dell’Ulss (già condannata a risarcire alla famiglia 5 milioni di euro), mentre per l’altra dottoressa coinvolta è stato disposto il rinvio in appello per rivalutare la posizione. Campi a pagina 8
Jesolo dichiara guerra ai risciò: il consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento che prevede che le biciclette a 4 ruote siano dotate di targa, assicurazione, non possano essere guidate da minori e non possano transitare nella ztl. Il sindaco: «Avevamo avuto molte proteste». I noleggiatori: «Ricorriamo al Tar, così ci fanno chiudere» Babbo a pagina 10 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Storia della Serenissima Illustrata” - vol. 4 € 6,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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REGIONE
SABATO 30 MARZO 2019 IL MATTINO
La sanità del Veneto tra vuoti in corsia e richiamo in servizio dei pensionati
I medici settantenni reclutati “a gettone” per coprire le guardie notturne in reparto
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comcepito come soluzione transitoria. Capisco lo stupore in presenza di un settantenne in sala operatoria ma si tratta di professionisti preparati e ancora dinamici: un articolo di Time riferisce che un italiano di 75 anni equivale, biologicamente, ad un europeo di 65». L’ALLARME DI PLEBANI
LO SCENARIO
Filippo Tosatto i-comincia a settant’anni la vita dei medici, reclutati a gettone (500 euro per coprire la guardia notturna 20-8) nei punti nascita ospedalieri in debito d’ossigeno: è successo a Piove di Sacco, accade a Mestre, San Donà, Portogruaro... È l’extrema ratio dei manager sanitari sull’orlo di una crisi di nervi, che ora il governatore Zaia – emulo del Molise e imitato dal Friuli – autorizza a richiamare dalla pensione gli specialisti, sanando, en passant, incarichi già conferiti qua e là alla chetichella per scongiurare la paralisi.
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GLI INFERMIERI PERPLESSI
Una misura d’emergenza, forse obbligata, certo divisiva – al sì condizionato degli Ordini dei camici bianchi fa eco l’opposizione dei medici dirigenti di Anaao-Assomed che impugnano la delibera al Tar – tanto che lo stesso Collegio degli infermieri prende posizione
per voce del veterano Luigino Schiavon: «È una scelta che non ci entusiasma, specchio fedele degli errori compiuti dai governi in questi anni. In ogni caso, va contenuta nel tempo e calibrata con cura: un conto è un internista, altro è un chirurgo. Ci sono specialità che premiano il know how e l’esperienza, altre che esigono la raffinatezza del gesto, la prontezza manuale, il pieno possesso delle energie». Duro il giudizio della Federazione medici veterinari: «È la mossa della disperazione, se andrà buca anche questa, saranno costretti ad assumere medici di altre nazionalità dove i titoli di specialista si erogano con più facilità». Èquipe in sala operatoria: negli ospedali pubblici del Veneto cominciano a scarseggiare anche i chirurghi L’IMBUTO FORMATIVO
Tant’è. Le radici della crisi affondano nel fallimento di una programmazione nazionale incapace di dare risposta al fabbisogno di professionalità; la legislazione condiziona l’ingresso nel sistema sanitario pubblico al conseguimento della specializzazione post laurea ma a fronte di circa 10 mila laureati l’anno, le borse di studio ammontano a meno di 7 mila, relegando così ai margini un ter-
dietrofront della maggioranza, il dem gongola
Bloccati la caccia ai lupi e i fuoristrada venatori Zanoni: vince la natura VENEZIA. Lupi e cacciagione
varia tirano un sospiro di sollievo: in Consiglio regionale, i progetti legislativi di maggioranza riguardanti il via libera alla caccia ai grandi carnivori e l’accesso dei fuoristrada venatori nei sentieri di montagna interdetti ai veicoli, sono stati precipitosamente ritirati dalla discussione in aula e rinviati in commissione. Una sorta di congelamento sine die, dettato. sembra, dall’intervento diretto del governato-
re Luca Zaia, insofferente per l’invadenza delle doppiette nella politica veneta e del tutto contrario a consentire l’abbattimento di specie protette, per quanto invise ad allevatori e coltivatori. «Una doppia vittoria per i sostenitori della natura, dell’ambiente e degli animali e una secca sconfitta per la lobby venatoria», gongola Andrea Zanoni, consigliere del Pd «è un successo importantissimo contro provvedimenti ingiusti e sbagliati. Il
Stefano Buccini della Procura di Venezia
Il pm dello scandalo Mose in lizza per guidare l’Anm L’INDISCREZIONE
è anche il sostituto procuratore che ha indagato sullo scandalo della corruzione per il Mose tra i papabili alla presidenza dell’Associazione nazionale magistrati. Il nome di Stefano Buccini, magistrato romano da anni in servizio alla Procura di Venezia, già nella giunta dell’Anm con Magi-
Al fondo, però, c’è anche la disaffezione causata da un trattamento salariale e normativo ritenuto insoddisfacente: «Ci chiedono molto e non concedono nulla, a motivarci sono la passione professionale e la volontà di aiutare chi sta male ma di questo passo la forza d’attrazione della sanità privata, meno impegnativa e ben più remunerativa, si rivelerà irresistibile per molti colleghi», osserva Mario Plebani, il presidente della Scuola medica del Bo; «Ormai è evidente che la crisi nasce dall’insufficienza di specialisti, non di laureati, tuttavia, a Padova, aderendo all’invito del rettore, abbiamo elevato a 400 le iscrizioni alla facoltà nel prossimo anno».
C’
Il pm Stefano Buccini
zo degli aspiranti. Né l’immediato futuro appare roseo: «Nel 2021 si profila un “imbuto formativo” perché cominceranno a laurearsi i quasi 10 mila studenti immatricolati in sovrannumero nel 2014/2015 dopo aver vinto un ricorso al Tar», è il grido d’allarme che arriva dagli Stati generali del giovane medico in corso a Roma «bisogna correre ai ripari e l’unica ricetta è una riforma del si-
stema per cui, d’ora in poi, ad ogni laurea corrisponda una borsa». Intanto, si fa largo la proposta di assumere negli ospedali, con contratti a tempo indeterminato, gli specializzandi all’ultimo anno, così da tamponare le falle crescenti. COSMI E GLI SPECIALIZZANDI
«L’idea mi trova del tutto d’accordo, in quanto i medici in formazione fin dal primo anno so-
primo avrebbe introdotto un privilegio per pochi, i cacciatori, indigesto per tutti coloro che amano, vivono e frequentano la montagna per godere della natura e del suo silenzio, lontani dallo stress e dai rumori delle città o per lavorarvi. Con il secondo si dava la possibilità di sparare ai lupi per contrastare le predazioni agli allevamenti in quota. Una scorciatoia cruenta, tra l’altro inefficace per la protezione delle mandrie, e incostituzionale»; « La soluzione, come abbiamo detto più volte sia in aula che in Commissione, è quella di utilizzare recinti e altri mezzi dissuasivi, cani pastori appositamente addestrati nella vigilanza, informare e formare malgari e allevatori. Il punto è però un altro: le doppiette sono infastidite dalla “concor-
renza” dei lupi che predano la selvaggina a cui vorrebbero sparare». La retromarcia della maggioranza leghista e di centrodestra arriva dopo un’ampia mobilitazione delle associazioni ambientaliste e animaliste, migliaia i cittadini, che negli ultimi mesi si sono impegnati con raccolte di firme, lettere ed email ai consiglierii, sit-in presso Palazzo Ferro Fini, lettere ai quotidiani: «Eravamo pronti ad una martellante ed estenuante manovra emendativa contro questi assurdi progetti», conclude il dem Zanoni «adesso vedremo cosa accadrà: tecnicamente si parla di rinvio in commissione ma in pratica è un vero e proprio affossamento. In caso di colpi di coda, tuttavia, la nostra battaglia ripartirà più forte di prima». —
stratura Indipendente, è spuntato fuori ieri come uno di quelli in pole position per la carica massima assieme a Liana Esposito, sostituto procuratore a Napoli, ed al giudice del tribunale di Genova Pasquale Grasso, che secondo il tamtam delle indiscrezioni potrebbe però essere il favorito. Il rinnovo dei vertici dell’Associazione nazionale magistrati è fissato per sabato prossimo, 6 aprile, quando si riunirà il Comitato direttivo centrale per procedere all’elezione del nuovo presidente e della giunta. Si tratta di una scadenza naturale imposta dal principio della rotazione delle correnti che compongono la giunta nella leadership del sindacato del-
le toghe, ma stavolta potrebbe segnare anche un cambio di passo. Ad assumere il timone dell’Anm sarà infatti Magistratura Indipendente, la corrente che rappresenta le toghe di destra e che, soprattutto da ultimo, ha sempre frenato sugli interventi a difesa dei magistrati sottoposti ad attacchi dalla politica anche per le decisioni assunte, nella convinzione che la difesa delle prerogative della magistratura non debba mai tradursi in “prese di posizione politiche”. Una visione che nei mesi passati ha provocato più di una fibrillazione con le altre correnti che compongono l’associazione dei magistrati. — Rubina Bon BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
no preparati a gestire ambulatori e interventi importanti quali i tagli cesarei», è il commento di Erich Cosmi, il ginecologo che coordina la Scuola di specialità a Padova «faccio notare che all’estero lo specializzando dell’ultimo anno è chiamato chief resident perché capeggia i colleghi, fa le notti e interviene in autonomia. Il richiamo in servizio dei pensionati? Perché no, purché sia
CISL: ESODO DEI GIOVANI
Tasto dolente, quello delle condizioni di lavoro nel pubblico, che torna nella requisitoria della Cisl: «Stipendi fermi da dieci anni, assenza di tutela per la gravidanza e i figli, indennità ridicole e fronte di un lavoro usurante, contenziosi legali e aggressioni, anche fisiche, negli ospedali. Come stupirsi se i giovani medici emigrano in Paesi più accoglienti? Così il nostro migliore patrimonio umano si depaupera». —
TRIBUNALE ORDINARIO DI TREVISO II SEZIONE CIVILE ESECUZIONE MOBILIARE N. 3780/2015 G.O.P. – G.E. dott.ssa GIOVANNA CAFIERO AVVISO DI VENDITA COMPENDIO AZIENDALE PIGNORATO Si rende noto che il giorno 15 maggio 2019 alle ore 15:00 presso lo studio del Commissionario dott.ssa Caterina Carrer sito in Treviso, Via Castelmenardo n. 53, si procederà alla vendita all’asta SENZA INCANTO del compendio aziendale pignorato della quota sociale pari al 3,09% del capitale sociale di ciascuna delle seguenti società: «GAMA S.r.l.» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice fiscale e numero di iscrizione 02951480173 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-213475, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 145.848; «GAMA CORTINA S.r.l. in liquidazione» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice fiscale e numero di iscrizione 04463080269 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-352112, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 189.417; «GAMA VEDELAGO S.r.l. in liquidazione» - con sede legale in 31033 Castelfranco Veneto (TV), Borgo Treviso n. 60, codice fiscale e numero di iscrizione 04463090268 del Registro delle Imprese di Treviso – Belluno, Numero REA TV-352113, con valore nominale di euro 3.087,50 al prezzo base d’asta di euro 9.022. La quota sociale viene ceduta nello stato di fatto e di diritto in cui si trova. VENDITA SENZA INCANTO: le offerte di acquisto migliorative, dovranno pervenire, in busta chiusa entro le ore 11:00 del giorno 14 maggio 2019 presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Treviso tramite domanda accompagnata da un assegno non trasferibile intestato alla presente procedura, a titolo di cauzione salvo conguaglio, dell’importo pari al 10% del prezzo base come sopra fissato. Il Commissionario procederà il giorno 15 maggio 2019 alle ore 15:00 in Treviso, Via Castelmenardo n. 53, all’apertura delle buste ed alla gara tra pari offerenti. L’aggiudicatario si impegna a versare il saldo del prezzo di aggiudicazione, dedotta la cauzione già versata, in un libretto bancario intestato alla presente procedura, da depositarsi in Cancelleria delle Esecuzioni entro la data che verrà fissata all’udienza del 27 maggio 2019, ad ore 11:30. In caso di mancata vendita si procederà alla vendita ALL’INCANTO il giorno 15 maggio 2019 alle ore 16:00. VENDITA CON INCANTO: è fissata per il giorno 15 maggio 2019 alle ore 16:00 presso lo studio del Commissionario dott. ssa Caterina Carrer sito in Treviso Via Castelmenardo n. 53, al prezzo ridotto del 15% con aumento minimo di euro 1.000,00. Il prezzo della vendita sarà corrisposto dal maggior offerente a mezzo assegno bancario non trasferibile intestato alla procedura che il Commissionario provvederà a depositare presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari di Treviso. La perizia di stima delle quote è depositata presso la Cancelleria delle Esecuzioni Mobiliari del Tribunale di Treviso. Ulteriori informazioni dal Commissionario dott.ssa Caterina Carrer – Via Castelmenardo n. 53 –31100 Treviso – tel. 0415322093 – cell. +39 3392190030 – e-mail segreteria@studiocaterinacarrer.com –PEC caterinacarrer@ legalmail.it.
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ATTUALITÀ
SABATO 30 MARZO 2019 IL MATTINO
I nodi della politica
Fico a Venezia «Sull’autonomia il Parlamento sia protagonista» Il presidente della Camera: «No alla fretta e alle scorciatoie serve un iter forte, importante, strutturale, sostanziale» Enrico Tantucci VENEZIA. L’autonomia delle regioni - chiesta a gran voce anche dal Veneto di Luca Zaia deve passare da un ampio e approfondito dibattito in Parlamento, con possibilità di modifiche, e non semplicemente da un voto di accettazione o di diniego degli accordi raggiunti tra Stato e Regioni.Lo ha detto a chiare lettere il presidente della Camera Roberto Fico, ieri a Venezia per inaugurare il nuovo anno accademico dell’università Iuav nell’Aula Magna della sede dei Tolentini.
«Su questo percorso sto lavorando con la presidente del Senato Casellati» «Su un tema del genere - ha ripetuto Fico – non è possibile pensare di correre o di utilizzare scorciatoie. Ciò significa che il Parlamento non si limiterà a dire solo sì o no, ma sarà protagonista di un percorso ampio e strutturato. Ed è su questo percorso che sto lavorando assieme al presidente del Senato. Il tema è talmente importante da rendere ineludibile l'esercizio di un ruolo centrale da parte del Parlamento. Non è la prima volta che lo dico ma siccome la domanda sul ruolo del Parlamento in questa procedura mi viene spesso rivolta ci tengo a ripeterlo:
non ci sarà autonomia aggiuntiva di una Regione che non passerà per un iter parlamentare forte. Quando si trasferiscono potestà legislative in capo alle Camere alle Regioni è chiaro che questo passaggio deve avvenire solo attraverso un iter forte, importante, strutturato, sostanziale». E il presidente della Camera ha aggiunto: «Stiamo infatti parlando di competenze legislative e funzioni che passano dallo Stato alle Regioni. Una procedura che la Costituzione prevede ma che può incidere profondamente sulla stessa forma dello Stato, e quindi è chiaro che processi del genere non possono che avvenire nell'ambito di un iter strutturato, approfondito e sostanziale nelle Camere, cioè nei luoghi in cui si esprime la sovranità popolare». Una linea che Fico ha sottolineato di condividere anche con la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Concetti ribaditi nel pomeriggio di ieri su Facebook: «Su un tema del genere non è possibile pensare di correre o di utilizzare scorciatoie. Ciò significa che il Parlamento non si limiterà a dire solo sì o no, ma sarà protagonista di un percorso ampio e strutturato. Ed è su questo percorso che sto lavorando assieme al presidente del Senato». Ma il presidente della Camera - che ha incontrato prima della cerimonia anche i dipendenti dell’ateneo che manifestavano sul rinnovo dei contratti - è intervenuto anche sul tema scottante del congresso
mercoleDì a roma
Prossimo round alla Bicamerale delle Regioni Il prossimo appuntamento importante, in fatto di autonomia, è mercoledì prossimo a Roma. Il governatore veneto Zaia dirà la sua alla Commissione bicamerale per gli affari Regionali, che ha iniziato una serie di audizioni che si concluderanno ad aprile e che si affiancano a quelle della Bicamerale per il federalismo che, come ha spiegato il presidente Cristian Invernizzi (Lega), redigerà entro giugno un documento finale sui Livelli essenziali di prestazione e i relativi costi standard. C'è infatti non solo il tema delle risorse che andranno a Veneto, Lombardia ed Emilia per finanziare i loro servizi, ma anche quello dei livelli essenziali degli stessi servizi erogati in tutte le Regioni italiane, tema che sta a cuore al presidente Sergio Mattarella al pari di quello del corretto iter parlamentare, come ha avuto modo di dire giovedì scorso a Fico e Casellati. In quel vertice infatti c’è stata una riflessione delle maggiori cariche dello stato sul corretto iter parlamentare dell’autonomia.
Il governatore veneto ribadisce che dalla partita dipende il governo «Non potrà avere vita lunga se l’autonomia non sarà approvata»
L’altolà di Zaia: «Parola a Conte per non stravolgere l’intesa» L’INTERVISTA
I
l governatore Zaia ieri era a Verona per parlare di famiglia, ma a quanto pare il suo pensiero dominante è uno solo: autonomia. Se non verrà approvata, ci sarà la crisi di governo, dice Zaia. Presidente, ieri il capo del-
lo Stato Mattarella ha discusso con i presidenti di Camera e Senato l’iter con cui il Parlamento dovrà affrontare le tre bozze di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e non c’è un orientamento condiviso. Lei non teme che si finisca alle calende greche? «Sono un inguaribile ottimista e per me la bottiglia è mez-
za piena. Al Quirinale si è parlato di autonomia, le più alte cariche della Repubblica si sono consultate per dare una risposta ai veneti. Fino all’altro ieri ci dicevano che il referendum era vietato, ora ne sta parlando tutta l’Italia. Io resto dell’idea che un documento riscritto ex novo dal Parlamento sia di difficile attuazione. I co-
sulla famiglia di Verona. «Io dico che la famiglia è fondamentale - ha sottolineato - ma la famiglia, oggi, è anche in continuo cambiamento ed in evoluzione. La famiglia significa volersi bene, al di là del sesso, al di là degli orientamenti sessuali. La famiglia significa curare e voler bene ai propri figli e bambini che vengono adottati. L'evoluzione della famiglia secondo me è quanto di più bello ci sia, perché significa che il
stituzionalisti ci dicono che le intese Stato-Regione vanno ratificate o bocciate, non modificate. Io condivido la proposta della presidente del Senato che ritiene corretta la non emendabilità della bozza elaborata dal ministro Stefani e dalla Regione Veneto». E quindi come se ne esce? «Il dominus resta il presidente del consiglio Conte, io credo sia possibile raccogliere le osservazioni e le raccomandazioni dei parlamentari ma senza stravolgere l’intesa. Io devo fare in conti anche con il mio consiglio regionale, che si dovrà esprimere sulle osservazioni di Camera e Senato. C’è il rischio di non finirla più». Lei mercoledì sarà a Roma, in commissione bicamerale del federalismo: cosa an-
nostro mondo è in movimento, i nostri concetti, anche dell'evoluzione della famiglia, devono andare avanti. Senza dubbio sono molto vicino a tutte le famiglie arcobaleno e quindi è importante comprendere che oggi siamo nel 2019 e di fatto la società è già cambiata. Quindi non è solo importante affermare questo cambiamento, ma anche proteggere e dare diritti a questo cambiamento». Il Parlamento deve es-
Luca Zaia
drà a dire? «Spiegherò la bontà e la legalità del nostro progetto che il Parlamento dovrà analizzare, ma non stravolgere». Nel concreto che scenari ipotizza? «Non ho la sfera di cristallo, dico che l’autonomia è uno dei pilastri di questo governo, 2 milioni 328 mila veneti l’han-
sere un'istituzione che ascolta, ,che pensa, che può fare cose importanti, come organizzare alla Camera - come faremo un grande evento sull'evoluzione della famiglia, per ascoltare le esigenze e i diritti che vanno dati ai bambini e alle loro famiglie». Il sostegno alla cultura e al sistema universitario anche nel suo fare ricerca sono stati gli altri concetti su cui ieri il presidente della Camera ha insisti-
no chiesta con il referendum e quindi siamo nel pieno rispetto del contratto sociale di Rousseau che diceva: quando il popolo ti delega a rappresentarlo devi soltanto obbedire o la delega ti verrà tolta. Questo governo sta in piedi perché si è approvato il reddito di cittadinanza: l’autonomia è altrettanto importante. Se non verrà approvata, il governo non avrà vita lunga». Quindi senza autonomia il governo cade? «Io non tifo per fare cadere il governo, dico solo che senza l’autonomia viene a mancare uno dei pilastri che regge il governo. Ma non sono preoccupato perché dal Quirinale arrivano segnali di grande attenzione». — Albino Salmaso
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CONGRESSO DELLE FAMIGLIE. Oggi arrivano il vicepremier, due ministri e migliaia di manifestanti. A Padova scontri con la polizia
Eccezionali misure di sicurezza. Scontro sull’aborto. Zaia: «Rispettare la legge». Il vescovo difende i nuclei doc
Ifiglisifanno quandoc’èlavoro di ANTONIO TROISE
È
sicuramente un bene che si parli della famiglia, istituzione cardine della nostra società, crocevia di contraddizioni e di forti cambiamenti. Ma è sicuramente un male che se ne parli al di fuori di quei confini dettati dal rispetto reciproco e dalla normale dialettica fra posizione contrapposte. Per questo è davvero importante il segnale che arriverà nel week end da Verona e, soprattutto, dai cortei e le manifestazioni previsti in una città, suo malgrado, blindata. In piazza deve prevalere il rispetto delle idee diverse, l’affermazione pacifica delle proprie posizioni e soprattutto dovrà esserci tanto buon senso, da tutte le parti in causa. Detto questo, però, c’è un aspetto che il Congresso mondiale della famiglia ha fino ad ora messo in sordina. Subissato dalle polemiche che hanno avuto come bersaglio i temi etici. E ignorando, ad esempio, che l’Italia da due trimestri a questa parte, ha smesso di crescere. Siamo in recessione. Rispetto al 2008 la situazione è addirittura più grave: 11 anni fa il Paese reale ha potuto reggere anche perché le famiglie erano solide, avevano accumulato una montagna di risparmi ed hanno funzionato egregiamente come ammortizzatori sociali. Ora, però, le risorse si sono esaurite, il Paese è mediamente più povero e il tessuto produttivo ha perso per strada il 25% delle sue capacità. Con queste premesse, forse varrebbe davvero la pena proporre un supplemento di dibattito al Congresso di Verona. Provate a chiedere un mutuo per l’acquisto di una casa portando, in banca, soltanto la dichiarazione Isee e l’assegno mensile del reddito di cittadinanza. Troppo poco perfino per ottenere un prestito a un mese. Figuriamoci a vent’anni. Se davvero si vuole dare una prospettiva ai giovani, l’unica risposta concreta è quella della crescita, del rilancio degli investimenti e della creazione di posti di lavoro veri. Per salvare la famiglia si deve discutere anche di economia e non solo di etica.
Il vicepremier Salvini sarà oggi, con i ministri Fontana e Bussetti, al Congresso delle famiglie alla Gran Guardia. A Verona saranno organizzate iniziative e cortei di associazioni, movimenti ed esponenti di forze politiche contrari alle posizioni del forum. Attese migliaia di persone provenienti dall’Italia e dall’estero. Le misure di sicurezza messe in campo sono ecceziona-
li e l’allarme è cresciuto dopo gli scontri e le cariche di polizia di ieri sera a Padova con antagonisti che manifestavano in difesa della legge 194 e contro Fn. E sull’aborto il dibattito si è acceso. Gandolfini (Family Day) attacca: «È un delitto». Il governatore Zaia: «Rispettare la legge». Il vescovo Zenti invece sottolinea: «Insostituibile la famiglia originale». > PAG12a 15
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Soddisfazione perl’econazionale Applausiepreghiere Lepolemiche sulfetodigomma
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> PAG12,13 e14
CALCIO. Pari dei gialloblù a Cremona. Chievo ko: Serie B più vicina
LACITTÀ CHECAMBIA. Ilsindaco:una rivoluzione
Viaal Central Park Confermadalle Fs: pianoda50milioni Via libera dalle Ferrovie dello Stato alla riqualificazione dell’ex scalo merci di Verona per creare l’area verde del Central Park. L’intervento è stato annunciato ieri dall’ad di Fs, Gianfranco Battisti, intervenuto alla giornata inaugurale del Festival Città Impresa a Vicenza. Il progetto collegherà l’area della fiera con la stazione di Por-
Hellasavantimaconilfreno OCCASIONEPERSA. Tuttointre minutie sulfinaleun lampodi Pazzini cheperò non riesceafar spiccareal Veronaun passodecisivoin classifica.L’Hellas pareggiasulcampo della Cremonesegrazie adun rigore trasformatodaDi Carminemalapartita allafine hailsaporedi un’occasionemancata. Pesante invece lasconfitta subìtaalBentegodi dalChievo:ilCagliari allenato daMaran, exdella squadradellaDiga, vince per3-0 espinge la formazionescaligera semprepiù verso laretrocessioneinB. MaDiCarlo non molla: «Lottare». > PAG44 a50
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Queipochiminuti indirettaaTelearena Non faceva certo caldo, qualche sera fa. E si sapeva che il preannunciato collegamento con Telearena sarebbe durato soltanto una manciata di minuti. Eppure i cittadini di due importanti quartieri veronesi, Ponte Crencano e Montorio, sono scesi in massa in strada per fare sentire la loro voce. In questo caso la protesta era per
edilizia ed odori mefitici. Ma già in passato le maggiori mobilitazioni, tra persone che il più delle volte quando si incontrano si salutano appena, ha riguardato le tematiche ambientali. Come non ricordare le proteste contro traffico e inquinamento a Borgo Roma e in molti paesi della provincia. Su questi temi la rispo-
ta Nuova: «È un investimento da circa 50 milioni di euro», ha detto Battisti, «dobbiamo chiuderlo dal punto di vista dei tempi». Il sindaco Federico Sboarina aggiunge: «Il Central park cambierà il volto di Verona. Sarà un’altra città. Per i residenti di Verona sud sarà tutta un’altra vita e avremo verde per tutte le esigenze urbane». > PAG19
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LADENUNCIA
CRIMINALITÀ
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«Mesidiattesa eun’operazione perunaprotesi sbagliata» > GASTALDO PAG30
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Gli abiti più belli per la prima comunione
Unadonna con unostriscione ela statua dellaMadonna all’ingressodella GranGuardia Grandefolla alForum delleFamiglie Eoggi arrivano gliesponenti delgoverno
INGRANGUARDIA
sta delle amministrazioni è sempre stata tiepida: o si rimanda, o si evoca la mancanza di fondi o, il più delle volte, si scarica la responsabilità sul passato. In realtà è sempre più la tematica ambientale (dopo la sicurezza ed il lavoro) il tema che può far vincere o perdere le elezioni. E presto alle urne vanno 48 Comuni scaligeri.
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