CITY
#01 Aprile 2018
EU 7.00 € - GBP 6,11 £
Copenhagen
ATTRAVERSO
A TUTTI QUELLI CHE VIVONO DI CREATIVITÀ E CHE VOGLIONO CAMBIARE IL MONDO
12-21 LIFESTYLE Hygge, la Danimarca e la sua filosofia di vita Christiania - Cultura hippy • Le biciclette a 3 ruote più famose del mondo
11
32-61
START
DESIGN
Il viaggio come esperienza di vita
Kvadrat Showroom - Materiali in primo piano Studio Arhoj • Quando l’artigianato torna a rivere
Arne Jacobsen • Fritz Hansen e i 60 anni di Egg™, Swan™ e Drop™ chair
Kay Bojesen - Il legno che ancora emoziona
62-69 22-27
FOCUS
CITTÀ
Ugo Mulas, Il sogno danese
Copenaghen
sommario
5
72-105 ARCHITECTURE Olafur Eliasson - Percezione, Movimento, Esperienza. Edifici Iconici Arc Agency - The Krane Hotel
114-127
Snohetta - Barr
SLIDESHOW Danish points of view
106-109
FOCUS Danish Design Award 2018
ATTRAVERSO
NUMERO
through.
#01
MESE
aprile
ANNO
2018
nasce per rendere omaggio al bello, all’originale, al
diverso; alle persone che hanno lasciato un segno con le loro idee, alla cultura, al viaggio, all’esperienza; a tutti coloro che vivono di creatività e che vogliono cambiare il mondo. Nasce per rendere omaggio all’arte, in qualunque sua forma e per
VIA GIUSEPPE GIUSTI 42, MILANO
provare ad alimentare l’interesse dei nuovi talenti, insegnandoli a guardare attraverso le cose.
STAMPA
WWW.THROUGH_ATTRAVERSO.IT
DIRETTORE CREATIVO
silvia lauro
PHOTO EDITOR
silvia lauro
ADVERTISING
silvia lauro
GRAPHIC DESIGNER
silvia lauro
REDATTORE
silvia lauro
sef - grafiche mainardi
UN GRAZIE SPECIALE ALLA PROF. MARINA BONANNI, CHE HA CREDUTO NEI NOSTRI PROGETTI E CI HA SEMPRE STIMOLATO E SPRONATO PER MIGLIORARCI.
intro
9
Esperienza, formazione interiore e divertimento.
Il viaggio Viaggio di piacere e di divertimento, viaggio d’avventura, viaggio nella fantasia, viaggio nello spazio, un viaggio per conoscere nuove culture e nuove popolazioni... Il viaggio può essere visto in numerosi aspetti, ma per chiunque lo intraprende rappresenta un’ esperienza di vita, bella o brutta, che apporta dei cambiamenti interiori importanti. Dopo un viaggio ci sentiamo dotati di una nuova ricchezza che influenzerà anche la nostra vita quotidiana. L’uomo ha infatti la bellissima capacità di recepire e assimilare ciò che gli accade attorno. Lo si potrebbe definire come un cassetto aperto, capace di raccogliere al suo interno tanti “pezzetti” di vita vissuta, i frutti delle sue esperienze, e si ritroverà così un uomo colorato, variopinto. Il viaggio, antropologicamente parlando, è un evento importante per la creazione della propria identità e socialità, non è altro che la metafora della vita. Non è solo un’esigenza, ma entra a far parte dalla quotidianità, tanto da investire vastissimi campi della vita dell’uomo, dalla letteratura all’arte,
dalla sociologia all’ antropologia e perfino la scienza. Ognuno ha un motivo personale e intimo che lo porta a scoprire e aprirsi all’avventura. Non ha importanza il posto verso cui si parte o il numero di viaggi, ma è importante essere un viaggiatore consapevole, cioè conscio di ciò che si vuole cercare ed aperto alla scoperta e all’imprevisto. Si viaggia fisicamente, si viaggia mentalmente , si viaggia virtualmente , l’importante è viaggiare con coscienza. Il viaggio è quindi un’esperienza tipica umana, una tendenza che la maggioranza degli individui si porta dentro come caratteristica tipica dell’essere, è un momento di crescita e di acquisizione della consapevolezza di sé. Esso rappresenta la vita, la sete del sapere e dell’apprendimento, ci arricchisce dal punto di vista culturale ed interiore rendendoci cittadini del mondo.
start
11
LIFESTYLE
“Hyggewhat? ” I Danesi sono la popolazione più felice in Europa secondo l’European Social Survey, ma sono anche le persone che stanno più a contatto con la loro famiglia e i loro amici per trarne calma e serenità. Per questo ultimamente si è posta molta attenzione alla ricerca dell’ hygge in tutto il mondo. Ma come si crea un’atmosfera hygge? E che cos’è esattamente? Perchè questo stile di vita viene associato alla felicità? Ecco le domande a cui vogliamo dare una risposta.
Per cominciare, la giusta pronuncia è “HOO-GA”. Questa parola danese può essere tradotta con termini come comodità, intimità, calore. Ma la verità è che più che una parola è una sensazione - è il rituale di godersi i piccoli piaceri della vita, dare un significato più profondo a dei gesti ordinari rendendoli belli e speciali. È per questo che si riesce a conoscere il significato di hygge solo quando lo si percepisce. È come stare sul divando abbracciato alla persona amata o condividere del cibo con i tuoi amici più cari. È la luce
perfetta che entra dalla finestra in una blu e fresca mattinata. Per questo non è solo una semplice parola ma un vero e proprio stile di vita. Come avrete intuito quindi quando parliamo di hygge ci riferiamo più ad atmosfere ed esperienze piuttosto che a cose. Inoltre l’hygge non riguarda solo la Danimarca; questo modo di vivere infatti prende diversi nomi anche in altri paesi europei come i Paesi Bassi, la Norvegia, e la Germania. È importante però far notare come in questi altri paesi i concetti di hygge non siano
gli stessi, anche se condividono a volte le stesse sensazioni legate al calore e allo stare insime. La cosa curiosa è che esistono parole uniche in tante altre lingue che non sempre possono essere tradotte. Il nostro linguaggio quindi riflette semplicemente il nostro mondo, diamo dei nomi a quello che vediamo e che per noi ha importanza. Quando le parole diventano concetti intangibili diventa più difficile riuscire a spiegarli e tradurli, e questo è proprio il caso di hygge.
lifestyle
13
Il manifesto hygge Per provare a farvi entrare e capire davvero a fondo l’atmosfera hygge abbiamo preparato una sorta di manifesto ufficiale, composto da 10 tappe fondamentali per seguire il vero danish style.
Atmosfera
Presenza
Ricordati di spegnere la luce.
Goditi il momento, lascia stare il telefono.
Piacere
Equalità
Caffè, cioccolato, biscotti, torte e dolcetti. Mmmh.
Assieme è più bello. Condividi i bei momenti.
Gratitudine
Armonia
Assaporala. Potrebbe essere meglio di quello che pensavi.
Non è una gara. Ci piaci già!
Comodità
Tregua
Mettiti comoda. Prendi una pausa e goditi il relax.
Niente drammi.
Solidarietà
Riparo
Costruisci relazioni e racconta storie.
Sei nel tuo rifugio. Peace&Love
lifestyle
15
Centra qualcosa l’hygge col design? La risposta è assolutamente sì! Tutti sappiamo che i danesi sono amanti del design e tengono molto all’arredamento dello loro case, che considerano come dei veri e propri rifugi, sia per stare in tranquillità da soli che per stare in compagnia di amici e godersi una buona cena.È per questo che vengono considerate la sede centrale dell’hygge, il punto focale di tutto il benessere. Per essere più chiari, ci sono diverse cose di fondamentale importanza non solo per “sentire” l’hygge ma anche per avere una vera e propria casa a prova di design. Eccone alcune che non dovrebbero mai mancare!
3
1
2
Iniziamo con un grande classico: il camino! Soprattutto nei mesi più freddi, averne uno non soltanto riscalderà la vostra casa ma anche i vostri cuori. Insomma - è un camino! - più hygge di così! (1) Un’altra cosa che ogni casa dovrebbe avere è il cosidetto hyggekrog. Ovvero? Avete presente quelle scene dei film in cui la ragazza pensierosa si mette seduta sotto la finestra della sua camera, in un piccolo altarino allestito con cuscini e coperte, a sorseggiare un the caldo? Ecco quello! Insomma date un’occhiata alla foto e lo capirete subito. (2) Come avrete ormai imparato, i danesi hanno un debole per il design e prediligono le cose semplici e naturali. Dall’arredamento all’artigianato a semplici giocattoli, uno dei materiali che più amano è infatti il legno. Super vintage! (3) Come per il camino, ecco un altro grande classico, che più hygge di così non si può. Avete già capito vero? Candele! L’atmosfera è tutto per i danesi. (4) E a chi non piace una bella libreria stracolma di bellissimi libri? Prenditi un momento per te e iniziane uno, magari sul divano o nel tuo higgekrog. Importante: non dimenticarti cuscini e coperte, i danesi li amano (anche d’estate!) (5,6) Bhè, eccoci arrivati alla fine. Insomma speriamo abbiate capito come questa popolazione può davvero insegnarci come rallentare, goderci le cose semplici e stare in compagnia di chi amiamo possa renderci davvero più felici. Enjoy higgestund!
6
4
5 lifestyle
17
Christiania - culturahippy Sempre colorata e perennemente controversa, Christiania è un luogo unico da visitare. Più che un quartiere, è uno stile di vita. Un’esperienza unica; un miscuglio di magazzini, baracche, case, murales colorati e sculture all’aperto e i turisti possono passeggiare per le sue strade liberi di fermarsi a mangiare e bere nei bar, ristoranti e caffetterie della zona.
Era il lontano 1971, quando un gruppo di persone decise di divellere le recinzioni che impedivano l’accesso a una base militare abbandonata, a poche centinaia di metri dal centro di Copenhagen. Quello è il momento in cui nacque la Città Libera di Christiania, una specie di città stato indipendente che da quasi 50 anni vive e batte nel cuore della capitale danese. Ancora oggi visitare Christiania è come entrare in una dimensione parallela in cui le regole e convenzioni a cui siamo abituati vengono messe in discussione.
Christiania è un luogo in cui per oltre 40 anni è stato realizzato un esperimento sociale unico al mondo,un luogo in cui non è mai stato consentito l’accesso alle auto, in cui le droghe (leggere) sono da sempre tollerate, in cui il concetto di proprietà privata è fortemente messo in discussione e il potere decisionale si basa sul consenso di tutti gli 850 abitanti della comunità. Il risultato è una specie di colorato e vivacissimo villaggio di provincia che trova spazio nel centro di una capitale europea e che col tempo è di-
ventato una delle principali attrazioni turistiche di Copenaghen. Per entrare a Christiania bisogna attraversare un passaggio circondato da aiuole fiorite e murales che evocano alberi, draghi, folletti, angeli e tutto quanto una mente libertaria possa desiderare. Si viene sopraffatti subito da un senso di caos ordinato e alla fine, tutte le scritte sui muri, tutti gli strani oggetti che si trovano in giro e che servono alla vita della comunità locale siano perfettamente al loro posto.
lifestyle
19
Le biciclette a 3 ruote più famose del mondo. Christiania è il luogo ideale per tutti coloro che sentono il bisogno di rallentare e di prendere un po’ di tempo per sé stessi godendo di un’atmosfera che fa di tutto per farti sentire a tuo agio, chiunque tu sia, qualunque cosa tu faccia nella vita, comunque tu sia vestito, qualunque sia il tuo credo politico o religioso. Christiania non è un luogo che si visita per vedere qualcosa in particolare ma, piuttosto, per percepire tutte le vibrazioni che un luogo del genere può offrire: i colori, i suoni, gli odori, etc. Però se siete appassionati di biciclette, vale la pena fare una visita al luogo in cui, più di 30 anni fa nacquero quelle che nel mondo sono state destinate a diventare il simbolo delle cargo bike, le Christiania Bikes. La produzione delle famose biciclette tiene impegnati falegnami, fabbri, ingegneri e meccanici. La costruzione si basa su una mission forte, e cioè il rispetto dei più alti standard di etica di business. Ogni prodotto viene realizzato seguendo criteri di sicurezza, qualità, durata e onestà. Tutti i pezzi provengono da materiali trovati già all’interno di Christiania e le cargo bike vengono assemblate in modo tale da non avere bisogno di manutenzione. Questi maestri artigiani sono riusciti così a fondere la funzionalità con il design, senza trascurare i loro valori più importanti.
lifestyle
21
focus
Ugo Mulas Il sogno danese
“Ho sempre avuto, prima istintivamente poi consapevolmente, una tendenza a riprendere quelle cose che sono banali”
Se a “cose banali” sostituiamo “vita quotidiana”, otteniamo il profilo essenziale di Ugo Mulas da giovane: il fotoreporter. Cominciò nel 1954 con la vita degli artisti al Bar Jamaica e quella degli immigrati nelle periferie milanesi, e proseguì metodicamente profittando delle occasioni lavorative ossia delle riviste che gli offrivano nuove, malpagate opportunità. Tra queste “L’Illustrazione Italiana”,
mensile diretto da Livio Garzanti, costituì l’ancoraggio più sicuro e continuo: un centinaio abbondante di servizi a partire dal 1955 fino all’anno di chiusura 1962. In tale contesto, i reportage sui Paesi esteri sono un capitolo a sé, emblematico del modo di operare di Mulas davanti a realtà sconosciute; e ciò soprattutto verso la fine della collaborazione col mensile, quando più consapevole si era fatto il suo approccio.
Così, tra il 1959 e il 1960, Mulas accompagnò nelle due Germanie Giorgio Zampa, accademico fiorentino che volentieri si prestava al giornalismo. La coppia funzionò particolarmente bene, tant’è che nel giugno 1961 venne spedita in Danimarca. L’Italia dell’epoca era quella del boom economico e la Danimarca era un esempio di benessere e sviluppo, un modello a cui ispirarsi, animato da intellettuali. Questi
aspetti spinsero la rivista a chiedere ai due autori di realizzare un reportage sul paese. “L’occhio infallibile di Mulas coglie scrittori e ambienti, fattorie modello e case private, restituendo un mondo allo stesso tempo reale e incantato”, spiegano i curatori del libro Danimarca 1961, pubblicato da Humboldt Books, in onore proprio di quel progetto fotografico.
focus
23
Lousiana Museum of Modern Art, Fredensborg
focus
25
Danimarca 1961
focus
27
focus
29
DESIGN
kvadrat showroom - materiali in primo piano Kvadrat ha guidato il settore dell’innovazione tessile dal 1968, anno in cui è stata fondata. Quest’azienda leader produce da sempre tessuti contemporanei, di alta qualità e prodotti tessili per privati, in particolare architetti e designer per progetti in spazi pubblici e interni domestici. All’interno di Kvadrat si trovano quattro diversi marchi specializzati. Questi sono: Kvadrat; che si occupa di progettrare tappezzerie di alta qualità, Kvadrat Soft Cells; che crea pannelli acustici ingegnerizzati, Kvadrat/Raf Simons; produce invece tessuti e accessori esclusivi per la casa e infine Kinnasand; che progetta tende progressive. Quest’anno Kvadrat inaugura un nuovo showroom a Copenaghen su progetto di Ronan ed Erwan Bouroullec, che segna l’ultimo capitolo di una lunga collaborazione. L’allestimento mette in luce il senso di materialità, volume e tattilità dei tessili Kvadrat. Oltre alle pareti in vetro e mattoni, sono stati realizzati rivestimenti e superfici in rovere naturale, un pavimento in cemento e divisori con Really Solid Textile e pannelli in tessuto tridimensionale. Il tema alla base dell’intervento è “senza colori, solo materiali”: «il concetto che abbiamo sviluppato», spiegano i Bouroullec «è incentrato sulla materialità che è il cuore del marchio Kvadrat. Lo showroom offre una flessibilità totale per creare allestimenti con grandi pezzi di tessuto e tappeti.
Ciò fornisce una visione approfondita della trama, del peso, della trasparenza e della qualità di ciascun disegno». Njusja de Gier, vicepresidente branding & comunicazione Kvadrat, aggiunge: «Abbiamo aperto il nostro primo showroom di punta a Copenaghen quasi 8 anni fa. Sempre in Nordhavn, il nuovo spazio è il simbolo del nostro percorso come azienda e della collaborazione a lungo termine con Ronan ed Erwan. Siamo molto fieri del concept dei Bouroullec perché consente di esplorare l’ambiente e la materialità in nuovi modi. Lo showroom rappresenta anche la trasformazione di questa dinamica area di Copenaghen». Per lo showroom, Ronan e Erwan Bouroullec hanno progettato un sistema di scaffalatura pesante e a sospensione, che si inserisce in un soffitto a binario a griglia appositamente progettato. Realizzato in alluminio anodizzato, il sistema consente a Kvadrat di mettere in mostra grandi pezzi di tessuto e tappeti.
design
33
theshowroom
Il nuovo showroom di punta di Kvadrat nella zona Nordhavn di Copenaghen riflette il rispetto per la materialità che caratterizza i tessuti e i tappeti dell’azienda.
design
35
details
L’essenza e i dettagli sono per Kvadrat fondamentali, ed è quello che hanno voluto trasmettere con l’allestimento di questo nuovo spazio innovativo.
essence
design
37
thestudio
studio arhoj Vasi per i fiori, porta penne, ciotole, tazze, talismani e oggetti da collezione. È così che la ceramica torna in vita. A Copenaghen, proprio vicino al porto, Anders Arhoj e il suo team stanno cercando di rivoluzionare l’idea di artigianato e ci stanno riuscendo con dei prodotti di design belli e allo stesso tempo divertenti. Dopo aver vissuto un periodo a Tokyo come disegnatore di character, Arhoj ha voluto riportare lo spirito giapponese in Danimarca, cominciando a progettare con l’idea di mantenere vive le tradizioni e i mestieri antichi. Ed è così che il suo laboratorio di terracotta inizia a sfornare magnifiche idee; dalle quali nasce la collezione Ghosts, poi diventata quella più famosa in tutto il mondo. L’intento di Studio Arhoj infatti è sempre stato quello di esplorare la relazione visiva che c’era tra la semplicità scandinava e la cultura tradizionale giapponese e fonderle insieme.
Ogni oggetto da lui progettato è realizzato e decorato a mano da grandi esperti ceramisti e questo fa si che ognuno di essi diverti un pezzo originale, da collezione. Quello che per il designer danese è importante non è tanto la funzione degli oggetti che crea, ma la loro forma. Come dice lui stesso: “la sperimentazione sta alla base della nostra produzione giornaliera, dedichiamo molto tempo a cercare di scoprire e testare tutte le combinazioni possibili di smalto e argilla, ma alla fine quando qualcosa funziona allora capisci che ne è valsa la pena”.
thedesign
theprocess
design
41
ghosts
I fantasmi abiteranno tranquillamente il tuo spazio vitale e saranno utili come fortunati talismani, portatori di anelli o oggetti decorativi.
Orange Fun Dip 9 - 10 cm
design
43
tokioseries
inspiration
La collezione Tokio Series, rilasciata la scorsa primavera-estate è un altro esempio ben riuscito dell’unione tra la semplicità del design nordico e le vibrazioni della cultura pop giapponese. design
45
Niagara Falls 4,5 - 5 cm, 50 ml
Con i suoi smalti dai colori brillanti, la collezione vuole prendere ispirazione ed energie dal mondo incantato delle luci al neon, dalla storia del suo popolo e dal suo incredibile e disarmante sviluppo urbano.
design
47
Fritz Hansen e i 60 anni di Egg™, Swan™ e Drop™ chair.
arne jacobsen Republic of Fritz Hansen è un marchio internazionale di design esclusivo, le cui collezioni uniscono prodotti per l’arredamento, luci e accessori classici e contemporanei di fama mondiale. Fondata in Danimarca nel 1872, l’azienda ha una lunga storia di collaborazioni con importanti designer internazionali, questo per poter far si che le loro idee più visionarie e gli spazi che aiutano a trasformare vengano portati alla luce. La prestigiosa collezione di Fritz Hansen comprende alcuni dei pezzi di arredamento più iconici di rinomati architetti e designer danesi, tra cui quelli di Arne Jacobsen; sto parlando della Egg chair, della Swan e della Drop chair: tre progetti di sedute storiche di cui quest’anno si celebra il 60° anniversario. Queste poltrono sono state disegnate infatti nel 1958 e realizzate originariamente per il SAS Royal Hotel di Copenaghen, un
vero Gesamtkunswerk per cui Arne Jacobsen creò non solo gli arredi ma anche tutto quello che andava dai pomelli delle porte all’edificio stesso. Proprio con Egg chair, Arne Jacobsen divenne un pioniere all’interno di Fritz Hansen e della storia del design. Grazie ai suoi molti talenti, Arne Jacobsen ha dimostrato di essere in grado di scolpire praticamente qualsiasi cosa. Da capolavori architettonici al design di arredi realizzati con grande artigianalità. In quanto designer, Arne Jacobsen aveva un approccio minimale e una filosofia di design funzionale. Al tempo stesso, però, la bellezza rappresentava la funzione principale e Jacobsen sfruttava sempre tutte le opportunità che gli si presentavano per applicare controllo estetico a ciò che disegnava.Oggi queste icone rappresentano la sua essenza il suo momento di gloria all’interno del design danese.
design
51
theegg
Per celebrare questa ricorrenza Fritz Hansen lancia ora una collezione realizzata in esclusiva per l’anniversario in materiali esclusivi - è stato scelto di realizzare un’ imbottito in pelle di alta qualità - con una gamma di colori pura e naturale e un rispetto continuo per i modi di lavorare originali di Arne Jacobsen. La Egg Chair contrastava con le linee orizzantali e verticali degli interni del SAS Royal Hotel. Creazione innovativa per quell’epoca, essa si distingue per le sue curve accoglienti e il suo alto schienale (107 cm) che creano un guscio all’interno del quale ci si sente protetti e al riparo dagli sguardi. La Swan Chair ricorda
la forma elegante di un cigno. Linee regali e sinuose, materiali affascinanti e resistenti. Nello stesso prodotto si fondono comodità e design che da cinquant’anni sopravvive a mode e nuove tendenze del settore arredo. Piccola sedia con una grande personalità,è invece la Drop chair, caratterizzata da un design originale che la fa assomigliare a una goccia. Avvolgente come un abbraccio, la forma dello schienale lascia ampia libertà di movimento, e rende la seduta estremamente confortevole.
design
53
theswan
thedrop
design
55
kay bojesen - il legno che ancora emoziona Kay Bojesen nasce nel 1886 in Danimarca e sin da bambino viene a contatto con la creatività. Sin ragazzo gli viene offerto un apprendistato presso l’argentieria di Georg Jensen. A quel tempo vigevano le regole dell’ Art Nouveau ma l’attenzione di Kay per la forma e la funziononalità lo resero reattivo alle nuove correnti. Bojesen divenne un grande sostenitore del funzionalismo, ed era affascinato dalle superfici pulite e lisce dell’argento, dove il materiale e i suoi riflessi erano decorazione a sé. Nel 1938, presentò una serie di posate in argento, realizzate con la convinzione che fossero uno strumento che non doveva rubare l’immagine al resto del tavolo. Tutti i pezzi vennero realizzati con forme morbide e armoniose per adattarsi alla mano e alla bocca dell’uomo. Nel 1951, l’argenteria di Kay vinse il primo premio all’esposizione mondiale di Milano, e fu quindi chiamata “Grand Prix”. Kay Bojesen era innovativo e padroneggiava oltre all’argento, l’acciaio, il legno e altri materiali come bambù, melamina, porcellana e stagno. Nell’ultima parte della sua carriera, Kay aveva un laboratorio, a Copenaghen, dove custodiva un miscuglio di oggetti tra argenteria, scimmie, cavalli a dondolo, guardie reali, e carrozzine di bambù.
L’icona per eccellenza del design di Kay Bojesen, fu la scimmia creata nel 1951. Gli era stato chiesto di realizzare un appendiabiti per un’esposizione di mobili per bambini. Le lunghe braccia portavano il gancio ad un’altezza raggiungibile e le gambe corte lasciavano spazio a berretto e sciarpa. “Non essere timido”, ha detto parlando del suo processo creativo; “dev’esserci un po’ di circo all’inteno”. È per questo che Bojesen si considerava un artigiano e non un designer. Gli oggett da lui progettati venivano formati per essere usati, per resistere e per durare. Kay sapeva che le utilità nascevano dalla domanda, non dalle riflessioni estetiche. Era capace di reinventare costantemente il suo lavoro di artigiano. Ha trasgredito le norme del suo tempo ed è stato un pioniere di ciò che oggi conosciamo come design danese. Kay aveva ripensato forme, materiali e l’uso degli oggetti stessi, riuscendo a produrre più di 2.000 oggetti nella sua carriera. Nonostante Bojesen sia morto molti anni fa, le sue creazioni e i suoi disegni sono ancora amati e rappresentano simboli iconici del design danese.
design
59
Abe 20 - 28 - 46 cm
Kay Bojesen ha sempre avuto un talento innato: con lui il legno prende vita, ragion per cui con il tempo diviene famoso a livello mondiale per la creazione di giocattoli in legno dotati di un’anima e di un senso di malizioso umorismo.
hest
sangfugl
fanebĂŚrer
design
61
• ATTRAVERSO •
Copenaghen Il Ritratto
Tranquilla e silenziosa in certi momenti, vivace e incontenibile in altri. Copenaghen, capitale e città più popolosa della Danimarca, è una città armoniosa e ordinata, che alterna scorci quasi deserti a viali, come il centralissimo Strøget, che si animano all’improvviso quando le belle giornate richiamano musicisti, pittori, artisti e una variopinta folla multicolore che si riversa per le strade. I tavolini dei ristoranti di Nyhavn, il porticciolo con le facciate in stile, sono gremiti al tramonto, quando questo angolo di città diventa il punto di ritrovo per un aperitivo. Metropoli internazionale al passo con le mode e in anticipo sui tempi, l’antico “porto dei mercanti” (questo il significato del suo nome) nato in epoca vichinga, aggiunge al fascino delle piccole città il dinamismo e il patrimonio artistico degno dei centri più importanti. Lo fa con la stessa disinvoltura con cui nello spazio di pochi chilometri invita al sogno con le fiabe di Andersen, all’autorità con il palazzo reale o alla trasgressione nel sobborgo di Christiania, nato su una delle sue isole.
city
63
city
65
L’anima
Le tante anime della città vengono fuori attraverso colori, e forme, che mutano e si intrecciano tra i vicoli e i canali della città. È così che la capitale fa innamorare chiunque la impari a conoscere. Copenaghen è dinamica ed eccentrica come il suo popolo: e quando entri a contatto con le persone vieni travolto da un’energia positiva che si dimana nell’ambiente circostante. Nonostante la temperatura non salga di molto anche durante l’estate, non è affatto una città cupa, diversamente da quello che si potrebbe pensare. Le cose da fare in una città come Copenaghen sono tante, ma valgono la pena essere fatte per assaporare tutto il suo spirito. Girando per la città si percepiscono i contrasti: le imponenti architetture barocche si alternano alle recenti costruzioni moderne di design, creando un collegamento tra passato e presente. I caratteristici angoli nei vicoli a Strøget sono popolati da boutique di design e negozi di artigianato che conquistano i turisti e creando un’atmosfera hygge tipica della citta. Per non parlare della magia dei giardini di Tivoli, che durante le feste vengono addobbati e meritano di essere visti.
city
67
city
69
ARCHITECTURE
“The exploration of the centre of the sun”PKM Gallery.
Olafur Eliasson - Percezione, Movimento, Esperienza. Nato nel 1967 e cresciuto tra Islanda e Danimarca, Olafur Eliasson ha studiato la Royal Danish Academy of Fine Artsper per poi trasferirsi a Berlino e fondare il suo studio che ad oggi conta circa un centinaio di collaboratori tra artigiani, tecnici specializzati, architetti, archivisti, amministratori, programmatori, storici dell’arte e cuochi. La mission principale che sta dietro ai suoi lavori è quella di rendere l’arte fruibile alla società. Per lui infatti, è un mezzo cruciale per concretizzare il suo pensiero e le sue idee. Negli anni le diverse opere di Eliasson - che spaziano tra scultura, pittura, fotografia, film e installazioni - sono state esposte nei musei più importanti del mondo: la Biennale di Venezia, il MOMA di New York, la Fondazione Louis Vuitton a Parigi, il Moderna Museet di Stoccolma e molti altri, e non si limitano solo ai confini del museo stesso e delle gallerie ma vengono realizzate a scopo di coinvolgere la più ampia sfera di pubblico possibile, anche attraverso progetti architettonici e interventi all’interno dell’area urbana delle città. architecture
73
“Little Sun Light Swarm”Copenaghen.
I “materiali” spesso utilizzati per le sue installazioni sono vari: luce, colore, acqua e vetro sono solo alcuni di questi. Questo per far in modo di creare “una relazione tra l’aspetto estetico e la realizzazione di qualcosa di bello e in qualche modo effimero, e sul modo di tramutarla in qualcosa di reale” ha detto Eliasson; “ho sempre pensato al mio lavoro come a qualcosa di strettamente connesso alla realtà, non lontano dalla realtà e tanto meno come una fuga dalla realtà”. Legato alla sua terra, Olafur realizza vari progetti nella sua città natale come ad esempio Little Sun Light Swarm, l’installazione di 33 piccole lampade da lui progettate all’interno dei Giardini di Tivoli. Un’altro importante progetto, questa volta di carattere architettonico, è stato il Cirkelbroen. Questo grande ponte circolare è stato inaugurato nel 2017, nel quartiere di Christianshavn. Cinque piattaforme circolari di diverse dimensioni si alternano da un capo all’altro del canale, ognuna con il suo albero al centro creando un ponte per pedoni
“Tempo junction”Agnelli Foudetion. “Reality projector”Marciano Art Foundetion.
architecture
75
e ciclisti. Sottili cavi d’acciaio si estendono dalla sommità degli alberi, il più alto dei quali sale a venticinque metri, fino alle ringhiere circolari della piattaforma. Accessibili tramite rampe ad ogni estremità, le cinque piattaforme in acciaio hanno un diametro variabile da dieci a quattordici metri e sono disposte in modo da creare un percorso a zigzag per incitare la tranquillità: “il Cirkelbroen - spiega Olafur Eliasson - crea nuovi spazi sul lungomare della città e avvicina le persone al mare, incoraggiando chi lo attraversa a rallentare il passo e prendere un momento di pausa”. Un sistema d’illuminazione permette l’accessibilità anche di notte e rende la vista ancora più suggestiva creando dinamicità. Il ponte ovale Copenaghen.
architecture
77
Edifici ICONICI
L’arte del design nel meglio dell’architettura danese. L’architettura rivoluzionaria e memorabile fa sempre parlare di sé e spesso divide le opinioni. Con l’apertura del BLOX a Copenaghen, programmata per questa primavera, abbiamo pensato che non ci fosse un momento migliore per visitare alcuni dei palazzi più iconici e rappresentativi del design che ci siano in Danimarca. In fin dei conti l’architettura danese è riconosciuta a livello mondiale per essere un perfetto mix tra funzionalità pratica e design d’avanguardia. Per questo abbiamo scelto di farvi conoscere alcuni dei nostri edifici preferiti. Utilizzate queste informazione come una guida per avere un’idea dell’architettura danese e delle sue interpretazioni contemporanee, o semplicemente per scoprire le opere dei grandi architetti danesi, come Bjarke Ingels, Henning Larsen Architects e 3XN; oppure perchè no, se stai organizzando un viaggio proprio in Danimarca crea il tuo tour personalizzato di edifici che vale la pena vedere. Pronti?
architecture
81
The Block
The Blue Planet
Iniziamo proprio dall’edificio citato prima, il Blox
Situato nella costa dell’Øresund, a sud del cen-
di Copenaghen, la quale inaugurazione si ter-
tro di Copenaghen, The Blue Planet, è l’acquario
rà il 6 maggio. La nuova massiccia costruzione
più grande del Nord Europa. Ispirato dal flusso
oltre ad avere lo scopo di ospitare nuove isti-
del mare e dalle correnti, l’acquario nazionale
tuzioni legate alla cultura e alla creatività sarà
danese prende la forma di un grande vortice di
sede dell’esposizione del Centro di Architettura
onde che si infrange tra cielo e terra. La strut-
Danese. Il complesso sarà il fulcro di innumere-
tura esterna è rivestita di placche di alluminio a
voli punti di connessione, costruiti attraverso ed
forma di diamante, le quali si adattano perfetta-
attorno al porto. Dalla città si potrà arrivare alla
mente alla forma sinuosa dell’edificio donandole
piazza centrale del Blox, che ospita inoltre una
un tocca in più di armonia, ed inoltre permettono
palestra, numerosi cafè e ristoranti, attraver-
di riflettere, come l’acqua, i piccoli riflessi di luce.
sando un lungo promenade. Insomma un nuovo centro di condivisione per fondere la vita quotidiano con quella professionale.
The Wave (Bølgen)
Ordrupgaard
Nella piccola città di Vejle, conosciuta per i suoi
Nascosto nei boschi a nord di Copenaghen si
paesaggi idilliaci, sorge un complesso residen-
trova l’Ordrupgaard, un museo d’arte moderna
ziale dall’aspetto sinuoso, che ricorda proprio la
che sporge in modo scenografico nella foresta.
forma di un’onda. Questa sensazionale opera di
Progettato da Zaha Hadid, la nuova estensio-
arte moderna è composta da 100 appartamenti,
ne è stata inaugurata nel 2005. L’esterno è re-
quasi tutti estesi su due piani, distribuiti nelle cin-
alizzato in cemento nero lavico, che favorisce il
que creste dell’onda. All’interno lo stile moderno
cambiamento sia del colore che dell’effetto della
dell’arredamento è quasi totalmente bianco ed
texture in base al tempo ed al vento; cosìcchè
a renderlo ancora più spettacolare ci pensano le
possa risultare sia grigio ed opaco che nero e lu-
immense vetrate di plexiglass e i balconi di vetro
cido. L’andamento delle stanze è costantemente
che rendono l’ambiente luminoso e si affacciano
in relazione alle curve del terreno e le pareti re-
sul fiordo, rendendo la vista mozzafiato.
alizzate in vetro aiutano a rafforzare l’esperienza della visita, integrando completamente l’edificio alla natura e favorendo l’entrata di luce naturale.
architecture
83
The Iceberg (Isbjerget)
Moesgaard Museum (MOMU)
Nel piano di sviluppo dell’area portuale di Aahrus,
Sostenibilità economica, energetica ma anche
seconda città per grandezza della Danimarca,
estetica sono i concetti fondativi alla base del-
spicca il complesso residenziale realizzato da un
la realizzazione della nuova sede del MOMU a
grande team di architetti, con lo scopo di riqua-
Højbjerg. Il museo necessitava di uno spazio più
lificare il quartiere e renderlo animato. Un terno
ampio e funzionale in grado di valorizzare la va-
dei 200 appartamenti sono concepiti come resi-
sta collezione archeologica senza però intaccare
denze a basso costo, in moda da integrare al suo
sul contesto dell’ambiente circostante. Lo studio
interno diversi profili sociali. “Vette” e “canyon”
Henning Larsen Architects ha così superato le
articolano l’intero complesso, autenticandone la
aspettative fondendo i due elementi all’unisono.
carica iconica e assicurando allo stesso che tutti
Il museo si sviluppa adattandosi al profilo del
gli appartamenti siano dodati di buona luce e
terreno, che ingloba la struttura sotto un ampio
vista sul mare.
tetto giardino inclinato, interrotto da rampe, accessi e finestre.
ARoS Art Museum
Royal Danish Opera
ARoS Art Museum è il fulcro culturale della città
In soli 10 anni dalla sua costruzione, il Teatro
di Aarhus. Inaugurato nell’aprile del 2004, è uno
dell’Opera di Copenaghen è diventato uno de-
dei più grandi del nord Europa. Nel 2011 l’archi-
gli edifici più rappresentativi della città. L’Opera
tetto Olafur Eliasson ha realizzato la passerella
è suddivisa in due auditorium: il primo, ricorda
denominata “your rainbow panorama”, che ven-
come forma un ferro di cavallo ed è capace di
ne poi installata sulla copertura, in modo che
contenere fino a 1.800 posti. Il secondo, più spe-
permettesse agli spettatori di godersi una par-
rimentale contiene invece un massimo di 200
ticolare vista sulla città.
persone. Il Grande Auditorium è rivestito da un guscio di legno, e le vetrate permettono la vista sul porto anche dall’interno. La grande conchiglia dorata, ha una suggestiva sala d’ingresso dalla quale partono rampe di scale e passerelle luminose che permettono il collegamento dinamico ai balconi lungo la facciata della struttura.
architecture
85
La vista della camera principale sospesa nell’aria.
Rifugio privato, spa e meeting room . Un’esperienza multisensoriale fuori dagli schermi.
The Krane Hotel: rifugiarsi nel lusso in cima ad una gru. The Krane è una vera e proprio oasi estetica in mezzo a un paesaggio industriale ai margini di Nordhavn, uno degli ultimi porti in ristrutturazione nella capitale della Danimarca. La posizione lo rende un vero e proprio rifugio a cinque stelle per due persone. Nel contesto di una vecchia piattaforma per il sollevamento del carbone, l’hotel si affaccia sospeso a mezz’aria creando la sensazione di essere avvolti tra mare e cielo. L’idea ha preso forma dal visionario proprietario Klaus Kastbjerg e dall’architetto Mads Møller di Arcgency, il quale intento era proprio quello di rendere omaggio all’ex location rendendolo un posto all’avanguardia. La struttura è organizzata su più livelli raggiungibili mediante un sistema di scale che conduce alle diverse aree noleggiabili, tutte contraddistinte da interni minimali ed essenziali. Al primo piano si trova la reception. Subito dopo si arriva alla Glass Room, un’area di 40 metri quadri interamente dedicata a riunioni e meeting di lavoro, all’interno della quale proverete un’esperienza totalmente diversa da quella classica del meeting tradizionale. Con vista affacciata sull’acqua, i pavimenti e il
architecture
91
Vista dell’intero stabile dal porto.
soffitto in legno contribuiscono a creare un’atmosfera di calma. All’ultimo piano troviamo invece la Krane Room Sleep. Curatissima negli arredi, e rigorosamente total black, ognuno dei materiali utilizzati spicca per qualità; Kvadrat per tende e tessuti, Bang & Olufsen per impianti audio e televisivi, Duravit per i bagni e Menu per arredi e complementi. Il nero quindi oltre ad essere un rimando al carbone, gioca un ruolo fondamentale nel minimizzare le distrazioni visive, in modo che le persone si sentano quasi avvolte. Allo stesso tempo, il nero crea atmosfera con la luce, cambiandone l’effetto. Per Møller, il nero quindi non è solo nero. “Ci sono centinaia di diverse sfumature, a seconda dell’ora del giorno”. Il contrasto con tutta la struttura, l’unico angolo con un approccio più leggero è quello della Spa. La stanza è interamente realizzata in pietra, mentre per la parete troviamo sempre una grande vetrata con vista mozzafiato su porto e oceano. All’interno tutti i sanitari sono bianchi, per creare più armonia e un senso di pace differente rispetto alle altre stanze.
All’inerno, dettagli della camera e vista dell’immensa sala meeting.
architecture
93
La vista della romantica sala spa.
Dettaglio della vista con finestra sull’oceano.
architecture
95
L’entrata nella nuova sede;un magazzino risalente alla seconda metà del Settecento.
Il ristoratore e chef Thorsten Schmidt, lo chef René Redzepi e lo studio d’architettura Snøhetta concepiscono un nuovo e fresco spazio che ha stoffa per diventare iconico, nella storica sede del pluripremiato ristorante Noma.
A Copenaghen, nel nuovo Barr firmato Snøhetta. Inaugurato nei mesi scorsi e situato proprio sul lungo mare di Copenaghen, Barr è il ristorante che offre ai suoi ospiti un menù che oltrepassa i confini della Danimarca, con proposte che attingono dai principali paesi affacciati al Mare del Nord, senza dimenticare però la tradizione. Aldilà del ristorante, il concept del design di Barr è legato soprattutto ai contrasti. A creare la nuova immagine di questo indirizzo di assoluto riferimento per gli amanti della cucina nordica è stato lo studio Snøhetta, la cui principale sede è fissata proprio nel Nord Europa, a Oslo. Il loro intento era quello di fodere in una sola anima il nuovo col vecchio. Appena entrati nel ristorante si rimane rapiti da un accogliente pavimento realizzato in legno di quercia, che entra subito in contrasto con le grezze pareti in pietra della location originale. Un bellissimo e massiccio bancone di legno intagliato si estende tra due sale, collegandole. Sul soffitto le travi originali si alternano alle nuove in legno scolpito, tenute insieme da viti di ottone sulle quali sono montati architecture
101
Il calore del legno di quercia e le pareti in pietra grezza, all’ingresso di Barr.
dei piccoli faretti per l’illuminazione della sala. I pattern in rilievo del soffitto e dei pannelli sulle pareti sono ispirate alla texture della vista al microscopio dell’orzo, uno dei tre principali ingredienti nella la produzione della birra. Non a caso, Barr in norvegese antico, voleva proprio dire “orzo”. Sia le tecniche di lavorazione che la provenienza locale dei materiali utilizzati, hanno giocano una parte fondamentale per l’identità del locale e contribuiscono ad evocare l’influenza delle terre del nord. Il legno di quercia usato per la maggior parte degli interni, per esempio, è stato raccolto da alberi cresciuti a non più di cinquanta kilometri di distanza dal ristorante e i mobili d’arredo sono stati creati da Malte Gormsen seguendo le tecniche dell’artigianato danese. Oltre ad aver progettato gli interni, Snøhetta si è anche occupata del marchio e dell’immagine coordinata di Barr. Facendo ricerche sull’eredità tipografica delle regioni del Mare del Nord, ha realizzato un carattere originale e unico, chiamato
Il bancone intagliato che collega le due sale con armonia.
architecture
103
proprio Barr Gräbenbach. Modellato attraverso la fusione del patrimonio artigianale e della produzione meccanica, il marchio è stato subito in grado di conferire audacia al locale. Il tutto viene poi unito da una palette colori che fa riferimento alla naturalità - onesta e diretta - e ad una selezione di carte di grande qualità, come quelle usate per il menu, impreziosite da pattern realizzati con la tecnica dell’embossing. «Riteniamo di aver creato una sensazione di informalità formale», ha afferamto Peter Girgis, architetto d’interni senior dello studio Snøhetta. «Insieme allo chef e ristoratore Thorsten Schmidt abbiamo creato nuovi componenti che migliorano l’identità e la filosofia di Barr, fornendo allo stesso tempo una connessione con lo spazio originale di Noma». L’armonia degli interni con i suoi dettagli.
L’originalità della carta dei menu di Barr.
Un particolare piatto del menĂš, in perfetto stile danish.
architecture
105
focus
Danish Design Award 2018 › ABOUT Ogni anno il Danish Design Award riunisce l’industria del design e l’intera Danimarca con lo scopo di sottolineare l’impatto e il valore del design cercando di stimolare soprattutto nei giovani il pensiero progettuale e celebrando aziende e designer in tutto il paese. Il concetto di design subisce cambiamenti sempre più rapidi ed è in continua espansione, per questo l’u-
so dell’arte è uno strumento senza tempo ancora in grando di portare innovazione: e questa è proprio la mission del concorso. › CATEGORIES Le categorie in concorso sono tante e varie ma tutte con uno specifico valore - economico, personale o sociale - da rispettare: risparmiare, comunicare in modo efficace, condividere, ma anche più semplicemente il migliora-
mento della vita quotidiana, la salute e l’apprendimento. › FINALIST Tra le 180 proposte di quest’anno, 50 sono stati selezionati per la fase finale e il vincitore verrà annunciato il 28 maggio. Tra queste ultime ci sono anche due ragazzi italiani: scopriamo insieme il loro progetto.
›››
“Patchwork� di Giulia Pesce e Ruggero Bastita in collaborazione con : Hans Thyge & Co; Politecnico di Torino, Department of Architecture and Design
Un sistema di mobili flessibili per gli spazi di convivenza condivisa.
focus
107
Il progetto parte dall’analisi del contesto dei centri di accoglienza per i senzatetto e, in una prospettiva di design inclusivo, mira a individuare soluzioni ai bisogni che possono essere identificati in una gamma più ampia di situazioni. La sfida di Giulia e Ruggero è stata quella di migliorare in modo inclusivo la qualità della vita delle diverse persone in diversi contesti di convivenza.
“Patchwork” fornisce una soluzione efficiente alle esigenze di privacy, delimitazione di un proprio spazio, personalizzazione e organizzazione di vestiti e oggetti personali. Le soluzioni che hanno progettato sono inoltre adatabili anche per residenze studentesche, ostelli e altri contesti di convivenza.
focus
109
SLIDESHOW
Danish points of view.
@fdwalker slideshow
115
@bobbyanwar
slideshow
117
@gittestark
slideshow
119
@littlemycph
slideshow
121
@s1000
slideshow
123
@nillehalding slideshow
125
@larslarson
@heleneøllgaard
@kontrapunkt
slideshow
127
@michellecarlslund
@erkkituomi