VEDERE L'INVISIBILE
PARTE II
PROPOSTA PROGETTUALE
APPROCCIO PROGETTUALE
L’approccio progettuale non e’ sistemico solo dal punto di vista territoriale, ovvero un sistema di piu’ borghi, ma anche a livello organizzativo: infatti l’intervento prevede piu’ tipologie di azioni e quindi l’interazione di piu’ attori. In particolare esso si puo’ sintetizzare in tre strumenti principali, gli uni fondamentali per gli altri. Il primo di informazione e divulgazione: esso prevede la realizzazione di un portale web, strumento espositivo tecnologico, che permette di ampliare, attraverso una diffusione capillare delle informazioni, il numero di possibili fruitori. Questo archivio on-line costituisce un museo del sistema diffuso dei beni materiali e immateriali legati ai borghi e un servizio di supporto all’offerta turistica locale. Il secondo di promozione e sensibilizzazione, si traduce in un sistema di eventi guidati da creativi ed artisti in grado di fare da volano al progetto di valorizzazione.
Tali episodi, in un rinnovato accordo con lo spazio urbano, innescano processi di ibridazione tra arte e spazio urbano, tra arte e vita quotidiana, una “messa in scena” in grado di “fare spazio”, “fare cultura” dimostrando non solo la possibile convivenza tra manufatti artistici contemporanei e contesti storici, ma anche la possibilita’ di una valorizzazione dei luoghi attraverso la lettura dell’esistente, l’interpretazione creativa e la trasformazione del reale. Infine Il terzo strumento di fruizione ed esperienza ovvero dispositivi minimi, “stanze” che si siedono nel paesaggio e guidano il fruitore nella sua lettura. Dei tre strumenti, informazione e divulgazione, promozione e sensibilizzazione, fruizione ed esperienza la presente ricerca privilegia il terzo punto proponendo delle soluzioni progettuali di micro-infrastrutture capaci di insediarsi nel territorio e instaurare con esso una relazione intima e poetica.
Per intervenire nel paesaggio in modo compatibile con le caratteristiche ambientali dei luoghi si e’ ricorso ad una attenta e approfondita lettura per cogliere, rilevare e valorizzare quel palinsesto di orme e memorie “incise” nel territorio, segni detentori dell’identita’ dei luoghi stessi e della popolazione che vi abita: “Interrogare il genio del luogo richiede un ipotesi interpretativa, in qualche caso gia’ il presupposto di un intenzione progettuale. Significa indagare i luoghi come fossero mappe iniziatiche o volti: un’indagine quasi fisiognomica ne evoca i caratteri e il paesaggista ne trova i punti giusti da mettere in tensione, come un geoamante o un agopuntore, cercando di comprenderne la potenziale vocazione per aiutarla ad emergere, se necessario, mediante interventi il piu’ possibile discreti.” (18) A partire dalla lettura del territorio le soluzioni progettuali mirano ad abitarlo, a interagire con esso, a farlo proprio e a diventarne parte integrante. Abitare come ri-siedere, sedersi nel paesaggio, far sedere l’architettura. Un oggetto inserito in relazione col territorio diventa esso stesso paesaggio.
Abitare come ri-siedere, sedersi nel paesaggio.
Se l’intervento e’ all’ interno del borgo, un territorio denso, in cui si e’ circondati da una moltitudine di segni, segni soprattutto del “fare umano”, le stanze sono minime, occupano una porzione di suolo circoscritta, instaurano un dialogo col preesistente. Cosi’, ombre, luci, incavi, pieni e vuoti danno vita ad una sorta di architettura silenziosa, costituiscono un racconto fatto non di parole ma di forme e materia che fa immaginare qualcosa che c’era prima. Il fruitore e’ invitato a sostare su aspetti della realta’ che lo circonda che altrimenti passerebbero inosservati, lo guida a costruire relazioni tra l segni visibili e quelli invisibili. Gli interventi pero’, non mirano a congelare le condizioni del passato, si approcciano alla memoria “non come fonte di nostalgia o mezzo di costruzione mitica di una presunta identita’, ma semmai come strumento per ristabilire un rapporto sofferto con il proprio passato da riacquisire e rielaborare come fonte di forza e di immmaginazione, coscienza dei traumi, momento di autocritica e responsabilita’.” (19) Essi promuovono un’evoluzione in rapporto con le esigenze del presente, dimostrano la possibile convivenza tra opere contemporanee e contesti storici.
se l’intervento si rapporta con una scala piu’ grande, l’intero borgo diventa un seDifferentemente,
gno tra tanti altri, la visuale si dilata, ci si trova immersi in un paesaggio piu’ ampio, in cui spesso e’ la natura a fargli da protagonista. Nuove stanze si siedono nel territorio, offrono pause e guidano il viaggiatore a cogliere l’anima del posto. A suggerire il tipo di intervento e’ la specificita’ del luogo, la natura disegna il progetto. Stanze a cielo aperto che si modellano a seconda del rapporto che si vuole instaurare con esso: contemplazione, interazione, rievocazione. “Guardare il paesaggio non e' mai mera contemplazione, ma e’ un processo altamente selettivo nel quale l’ attore raccoglie indicazoni sul modo in cui, nel suo rapporto con il mondo, deve agire per soddisfare i suoi bisogni o interessi” (20) Charles Morris
STANZA come pensatoio come osservatorio come contenitore come quinta come pausa come guida come traccia come nido come intermediario come attore come spettatore come gesto come ...
OSPITI INASPETTATI
nel borgo abbandonato di Frattura vecchia
Piccole stanze che offrono lo stretto indispensabile per soffermarsi, riscoprire il piacere dell’abitare, dei gesti semplici, come direbbero gli Smithson, “the pleasure of use”. Architetture semplici e misurate, in cui i protagonisti sono le piccole cose di cui l’uomo si circonda, gli affetti, le abitudini, l’ambiente nel quale si inserisce.
FRATTURA VECCHIA
Frattura Vecchia e’ un piccolo borgo facente parte del comune di Scanno. Conta poco piu’ di una trentina di case completamente abbandonate. Immersa nella natura e punto di incontro di molti sentieri, e’ luogo di sosta per escursionisti che spesso si accampano con semplici tende.
A guidare l’intervento e’ la realta’ fisica del borgo che attraverso un’attenta lettura, viene fatta propria. Esperienza diretta, rilievi, e fotografie, ricostruiscono le sequenze, i ritmi, le ripetizioni, che definiscono la sintassi del costruito.
COSTRUITO
RUDERI
VUOTI
La lettura testuale, come prassi di osservazione in grado di interpretare i diversi segni, e’ strumento fondamentale per cogliere il genius loci del luogo, e per porsi nei suoi confronti in modo rispettoso. I nuovi volumi quindi si inseriscono occupando parzialmente lo spazio delimitato dai vecchi muri perimetrali. Non li soffocano, li lasciano liberi di raccontare la loro storia: i muri, con i suoi pieni, vuoti, ombre diventano il testo per leggere il passato. Il visitatore diventa come l’uomo di Munari descritto da Umberto Eco: “L’uomo di Munari e' costretto ad avere mille occhi, sul naso, sulla nuca, sulle spalle, sulle dita, sul sedere. E si rivolta inquieto, in un mondo che lo tempesta di stimoli che lo assalgono da tutte le parti...” (21)
Il borgo, scatola di memoria, diventa contenitore nel quale inserire piccoli volumi, i nuovi suoi abitanti. Questi offrono un rifugio e un’esperienza per tutti i sensi alle persone che, nel loro cammino nella natura e alla ricerca di memoria si imbattono in Frattura Vecchia. I nuovi “ospiti inattesi” rispondono alle necessita’ base: una stanza dove stendersi e potersi abbandonare al mondo onirico, una dove rilassarsi e poter sognare ad occhi aperti e una dove poter andare in bagno e godere di un panorama straordinario, ma senza pero’ rinunciare alla propria intimita’. Unita’ minime e modulari, che si possono assemblare a seconda dell’esigenza, si spargono all’interno del borgo e lo ripopolano. A loro volta ospitano il viaggiatore offrendogli un appoggio dove poter sostare, riposare, fargli recuperare le energie per il nuovo tratto di strada che dovra’ compiere.
IL PIACERE DI RIPOSARSI
0,20
4,90
0,00
PIANTA copertura scala 1: 50
0,20
0,00
PIANTA livello 0 scala 1: 50
SEZIONE A-A’ scala 1:50
la scatola, nonostante sia autonoma e indipendente rispetto al contesto in cui e’ inserita, fa interagire visivamente il visitatore nei confronti di cio’ che c’e’. Internamente la struttura in pannelli autoportanti viene lasciata a vista, offrendo al visitatore un ambiente accogliente.
A
C
C’
B
B’
A’
SEZIONE B-B’ scala 1:50
Le nuove e le vecchie architetture dialogano tra di loro, niente e’ lasciato al caso, un’ apertura davanti al muro come finestra sull’arte del fare, sulla materia del costruire; un’apertura invece che traguarda oltre il recinto di pietra, verso una vista.
SEZIONE C-C’ scala 1:50
Una porta, per uscire in un altro interno, una stanza a cielo aperto, un hortus conclusus definito dagli esistenti muri perimetrali. Legno e pietra, leggerezza e pesantezza. Nuovo e vecchio giocano tra di loro, uno lo sberleffo dell’altro ma sempre nel reciproco rispetto.
SEZIONE D-D’
SEZIONE E-E’
Esternamente la scatola e’ rivestita in CORTEN materiale che resiste agli agenti atmosferici e non ha bisogno di manutenzione. Inoltre il suo particolare romanticismo, in contrasto con il bianco delle pietre le esalta.
G
F
E
E’
D
D’
G’
F’
SEZIONE G-G’
SEZIONE F-F’
DETTAGLIO scala 1:10
isolante in silicato di calcio sp.50 mm pannello strutturale in legno massiccio a strati incrociati (sp. 78 mm).
serramento Forster normal 10 in corten
vite EFG PoerCut (diam. 4 mm) angolare in acciaio (60x70x2) mm
ancoraggio meccanico HB - B
IL PIACERE DI ANDARE IN BAGNO
PIANTA COPERTURA scala 1: 50
-5,80
-5,80
0,10
0,00
PIANTA LIVELL0 -0,50 m scala 1: 50
-5,80
-5,80
-1,30
-0,87
SEZIONE A-A’ scala 1:50
Camminando tra i vicoli del borgo il nuovo ospite quasi non si scorge, sembra nascondersi dietro le vecchie mura preesistenti. In un primo momento sembra solo essere una piattaforma di avvistamento di tutta la vallata, solo un cartello avverte il viaggiatore che non e’ solo un piano, ma ben altro: al di sotto di esso infatti si sviluppa un intero volume che accoglie un bagno. Unita’ minima fatta dei soli elementi essenziali, un water e un lavandino.
B’
C
C’
A
A’
B
SEZIONE B-B’ scala 1:50
SEZIONE C-C’ scala 1:50
la
particolare
posizione,
celato su tre fianchi dalle mura preesistenti e a strapiombo sulla valle, permette al nuovo volume di offrire un piccolo luogo appartato, riservato ma senza rinunciare alla vista panoramica. L’interno in legno, materiale dai colori caldi, permette di creare un ambiente ovattato e accogliente in cui il fruitore riesce a trovare la propria intimita’.
SEZIONE D-D’ scala 1:50
il nuovo volume si innalza su un grande pilastro a recuperare il dislivello del crinale scosceso quasi a diventare “una stanza sull’albero”.
D
D’
F
F’
E
E’
SEZIONE E-E’ scala 1:50
SEZIONE F-F’ scala 1:50
DETTAGLIO scala 1:10
tubolare quadro a spigoli vivi (35x35x3 mm)
tassello in legno piastra in acciaio (70x70x2 mm) traverso in alluminio (40x20x1 mm) rivetto per ancoraggio
corten 2mm
pannello multistrato strutturale ( sp.78 mm)
serramento forster normal 10 in corten oscurante in legno
montante in alluminio ( 70x50 mm) isolante in silicato di calcio sp.50 mm staffa di fissaggio (40x20x1 mm)
vite EFG Powercut (diametro 2 mm) profilo U 140 profilo ipe 140 lamiera in acciaio zincato sp. 2 mm
profilo tubolare cavo (406,4x4000x20)
DUE PAUSE NEL PAESAGGIO nel borgo di Villalago
Lungo il sentiero che dal borgo porta al lago di san Domenico, si adagiano due stanze che offrono al visitatore l’occasione per fare una pausa e ammirare il paesaggio.
VILLALAGO
Vilallago e’ un piccolo borgo fortificato arroccato sulla sommita’ del monte Argoneta, tra i due laghi: di Scanno e di San Domenico. L’attuale centro storico, disposto ad anfitetaro sul versante orientale del monte, e’ caratterizzato da suggestivi scorci con gradinate, stretti vicoli e panoramiche piazzette.
2 1
Lungo il sentiero che dal borgo porta al lago di san Domenico, il viaggiatore incontra due ospiti inattesi. Due stanze in cui lo spazio temporale si dilata, offrendo al visitatore l’occasione per fare una pausa. Lo invitano ad entrare e ammirare il paesaggio che lo circonda, diventandone parte di esso. Le due stanze infatti non sono rigidi recinti impenetrabili, ma, grigliato e listelli in legno permettono un continuo dialogo con la natura. I confini diventano indefiniti, non c’e’ un dentro e un fuori, natura e architettura si fondono. Il primo belvedere si appoggia delicatamente sul terreno, quasi volesse sfiorarlo solo con le punte delle dita, l’altro si adagia su di esso, la sua forma si plasma in base alla conformazione del suolo.
1
PLANIVOLUMETRICO scala 1: 100
- 1,00
2,00
1,00
0,00
- 2,00
0,10
PIANTA scala 1: 50
Una grande lama prolunga il piano d’appoggio, diventa un vassoio su cui il viaggiatore puo’ entrarvi e ottenere la visuale migliore da cui leggere l’intero paesaggio.
- 3,00
- 4,00
Dopo aver superato i due setti in legno, lo spazio si dilata improvvisamente, la vista si amplia, il visitatore si ritrova davanti all’immensita’ della natura. La vista mette in evidenzia il borgo, che sembra quasi essere la propaggine del l’altura stessa.
SEZIONE A-A’ scala 1: 50
I due elementi verticali, il parapetto e le due quinte circoscrivono lo spazio e lo rendono sicuro. Allo stesso tempo i materiali con cui sono
realizzati:
grigliato
e listelli in legno, rendono il nuovo intruso leggero e permeabile. La natura non trova una barriera ma puo’ intrufolarsi
attraverso
di
essa.
A‘
B
C
B’
A
C’
SEZIONE B-B’ scala 1: 50
Le due quinte, alte 1.83m, celano la zona di sosta per chi arriva dal borgo assicurando cosi’ una certa intimita’ ai fruitori del belvedere.
SEZIONE C-C’ scala 1: 50
Le due quinte, cosi’ disposte, fanno solo trapelare cosa accade al di la’ di esse, stimolano la curiosita’ del fruitore, lo invogliano a proseguire il suo tragitto al fine di oltrepassarle e scoprire cio’ che si nasconde dietro di esse: un meraviglioso paesaggio frutto del lavoro della natura e dell’uomo.
1,13
1
0,10
3 6 5
SEZIONE A-A’
B’
7 5 2 1
3
A’
A B
PIANTA
2
1
3 6
SEZIONE B-B’
DETTAGLIO scala 1:10
1 grigliato in acciaio zincato (maglia 76x34mm) 2 rivetto ( 4mm) 3 listelli in abete (50x50 mm) 4 angolare spigoli vivi (100x100x8mm) 5 bullonatura in acciaio zincato M-8 6 traverso tubolare cavo (100x100x4mm) 7 tubolare spigoli vivi (25x25mm)
2
PLANIVOLUMETRICO scala 1: 100
I gradino 0,42 II gradino 0,06
III gradino - 0,30
VIII gradino - 1,98
SEDERSI CONTEMPLARE RIEVOCARE APPROPRIARSI
8
-1,9
-2,50
-2,00
6
-1,6
4
-1,3
-1,50
8
-0,9
-1,00
6
-0,6
0
-0,3
0,06 -0,50
0,14
0,28
0,42
0,28
0,14
PIANTA scala 1: 50
0,00
SEZIONE A-A’ scala 1: 50
Il progetto e’ stato disegnato e modellato dalla natura. La stanza, quindi, si adagia sul terreno diventando un teatro. Si siede e fa sedere il visitatore nel paesaggio .
A’ A
C
B’ B C’
SEZIONE B-B’ scala 1: 50
Il paesaggio si fa quadro. Il nuovo volume con le sue pareti incornia la vista spettacolare del lago di San Domenico. Diventa guida per nuovi sguardi.
SEZIONE C-C’ scala 1: 50
Il calore del legno abbraccia il visitatore e lo fa sentire al sicuro ma sempre immerso nella natura: odori e colori entrano in questa stanza all’aperto. Il sole filtrato dalla copertura riproduce i magici giochi di luci e ombre come se trapelasse attraverso i rami degli alberi. Anche l’erba non si arresta ma cresce all’interno del volume. Architettura e natura diventano un tutt’uno.
3,30
1
4
1
SEZIONE A-A’
0,42
2 5 0,28
0,14
8
B A’
A
8
1
6
4 2
B’
PIANTA
1 4
4 SEZIONE B-B’
1 2 5
9
6 7
DETTAGLIO scala 1:10 1 tubolare cavo (40x40x3 mm) 2 grigliato in acciaio zincato (maglia 76x34 mm) 3 rivetto ( 4mm) 4 listelli in abete (1700x70x30 mm) 5 profilo U 120 6 tirafondo 7 piastra in acciaio di base (450x2 mm) 8 blocchi in cemento 9 tubolare cavo (300x100x10 mm)
IL PAESAGGIO SI FA QUADRO
nel piccolo borgo di Castrovalva
L’immagine si fa materia. Una piattaforma che si ripiega a formare due pareti verticali ricostruisce la stessa prospettiva che l’artista M. C. Escher riproduce nella litografia “Castrovalva_1929”. A sua volta la materia si fa esperienza: il visitatore, avvolto da due braccia di cemento, diventa per un attimo l’Escher del suo tempo.
CASTROVALVA
Nel 1929 M. C. Escher visita le Gole del Sagittario e, affascinato dal borgo dal piccolo borgo di Castrovalva, gli dedica una litografia. Castrovalva e’ una piccola frazione di Anversa degli Abruzzi, conta poco piu’ di 33 abitanti, ed si erge sulla cresta di Sant’Angelo, a 820 metri sul livello del mare.
M. C. Escher, Castrovalva, 1929
cono visivo che offre la stessa prospettiva del quadro di Escher.
P
41,7 cm
P’
53,6 cm B’
V
PS
A’
C
D
335 cm
B
260 cm
A
PV
260 cm
Q
335 cm
PP
h ( altezza di proiezione) LT (linea di terra)
PO
PT (piano di terra)
Q
PP
V=PS
il piccolo cilindro identifica il punto di osservazione V dal quale e’ possibile avere la stessa vista del quadro di Escher.
PL
Q (quadro di proiezione)
V (centro di proiezione) PP (punto principale)
PS (piano di stazione)
PIANTA COPERTURA scala 1: 50
La forma del nuovo volume non e’ arbitraria, i due muri seguono le stesse direttive dei coni ottici della litografia: offrono al visitatore la stessa visuale dell’artista evitando che elementi estranei interferiscano con essa. Questo “ospite” e’ un’architettura degli interni che rinuncia a chiudersi in un involucro per essere in continua osmosi con la natura, una stanza a cielo aperto. Pioggia, luce e vento la levigano, il volume da statico diventa dinamico, in continuo movimento perche’ soggetto alle intemperie, ai cambiamenti stagionali, sembra acquisire un’anima.
0,00
0,23
-5,00
PS
-6,00
Q
SEZIONE A-A’ scala 1: 50
Il nuovo volume permette di recuperare una scala umana, offre uno spazio ospitale in cui il viandante si sente protetto di fronte all’ immensita’ e alla forza della natura che lo circonda. Pesantezza che si fa leggerezza: un grande blocco in cemento monolitico si stacca dal terreno, vibra nel vuoto, sfidando la forza di gravita’ come il borgo stesso nella litografia dell’artista.
B
A
A’
B’
SEZIONE B-B’ scala 1: 50
Semplici elementi interagiscono tra di loro: due setti in cemento individuano il cono visivo, un piedistallo segna il punto di stazione, il punto esatto di osservazione, un tubolare suggerisce il piano di proiezione in cui si materializza l’immagine di Escher con la giusta proporzione, diventando la cornice del quadro stesso. Nonostante
offriamo
al
viandante un punto di vista specifico, lo lasciamo libero di “sfondare” il quadro e ampliare la vista sulla vallata.
1,13
1
2
0,23
4 3 5
B’
SEZIONE A-A’
2
1
A’
PIANTA
B
A
1
2
3 4
SEZIONE B-B’
DETTAGLIO scala 1:10
1 parapetto in vetro stratificato temperato sp. 15 mm 2 parete in cls. sp. 200 mm 3 soletta in cls. sp. 200 mm 4 armatura: barre longitudinali (fi 12mm), staffe (fi 6mm) 5 ancoraggio in resina tramite borchia
NOTE
17 E.Turri, Il paesaggio come teatro: dal territorio vissuto al territorio rappresentato, Marsilio, Venezia, 1998 18 F.Zagari, L’interpretazione del paesaggio, Testo & immagine, Torino, 2003 19 Donnolo, 1999 20 Morris C.W., Lineamenti di una teoria dei segni. Editore Pensa Multimedia, Lecce, 2009 21 Umberto Eco, Opera Aperta, Bompiani, Milano,1971
BIBLIOGRAFIA
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D.lgs. n°112 del 31 marzo 1998, Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello stato alle regioni ed agli enti lcali D.lgs. n°42, del 22 gennaio 2004, Codice dei beni Culturali e del paesaggio Legge n°1089, 1 giugno 1939, Tutela delle cose di interesse artistico e storico Legge n°1497, 21 giugno 1939, Protesione delle bellezze naturali Legge n°14, 9 gennaio 2006, Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio fatta a Firenze il 20 ottobre del 2000 Operational Guidelines for the Implementation of the Word Heritage Convention, 2005
sitografia
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