RASSEGNA STAMPA DEL 27 MARZO 2021

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

26-MAR-2021 Estratto da pag. 35 6566

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

26-MAR-2021 Estratto da pag. 35 6566

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

26-MAR-2021 Estratto da pag. 35 6566

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 14 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 15 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 16 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 16 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-20 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-20 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

24-MAR-2021 Estratto da pag. 60 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

24-MAR-2021 Estratto da pag. 60 3043

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24-MAR-2021 Estratto da pag. 60 3043

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24-MAR-2021 Estratto da pag. 60 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 35 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

26-MAR-2021 Estratto da pag. 34 6566

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

26-MAR-2021 Estratto da pag. 34 6566

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26-MAR-2021 Estratto da pag. 34 6566

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 15 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-13 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-15 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-15 3043

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

24-MAR-2021 Estratto da pag. 22 6566

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6566 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

24-MAR-2021 Estratto da pag. 22 6566

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-30 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-30 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 5 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 1 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 2 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 12 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 16 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 16 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 13 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 3 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 10 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 10 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-21 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 23 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 17 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 1-19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE

27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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27-MAR-2021 Estratto da pag. 9 3043

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14 Cronaca

L'ARENA

Sabato 27 Marzo 2021

L’incuboCoronavirus Le misurepercontrastare ladiffusionedelcontagio

6,8

ILTASSO DIPOSITIVITÀ STABILEAL6,8 PERCENTO

Sono23.987inuovicontagidaCovid,pressochèstabilirispettoaieri (+291)con354milatamponi(+5mila).SonoidatidelbollettinodelministerodellaSalutecheregistraan-

che 457 decessi (-3) e un tasso di positività, anch'esso stabile, al 6,8 per cento. In Lombardia sono stati rilevati 5.077 casi, in Emilia Romagna 2.391 e in Puglia 2.162. Gli at-

tualmente contagiati salgono a 534.611 con 28.472 ricoverati con sintomi (+48) e 3.628 in terapiaintensiva.Restanoinisolamentodomiciliare 534milapazienti.

LACORSA. L'Ulss9 prolungal’operazione dialtritre giorni, vuole chiudereaiprimi diaprile

Vacciniagliover80 Unanuovafinestra e prenotazioni online

Decinedi personein filaperentrare nel padiglionevaccinazionidellaFiera

Lacampagna riprenderànonsolo inFiera maancheaBussolengo,SanBonifacioe Legnago Dopole festivitàpasquali toccheràai settantenni Maria Vittoria Adami

Nuova tornata di vaccinazioni su prenotazione per gli ultraottantenni. L'Ulss9 conta di completare l'operazione entro la prossima settimana e iniziare quindi dopo Pasqua con i settantenni. Nel frattempo si apre un nuovo canale di informazione e si amplia la rete dei punti vaccinali. Gli aggiornamenti sono continui e già stamattina ci saranno altre novità. La popolazione da vaccinare a Verona è di 784mila persone, sinora sono state somministrate circa 130mila dosi tra prime e seconde dosi. PRENOTAZIONIONLINE. Intan-

to l'Ulss9 ha aperto una nuova finestra di tre giorni, da oggi a lunedì, per le vaccinazioni agli ultraottantenni tramite il sito internet serviziweb.aulss9.veneto.it/covid-

LAPOSTA DELLAOLGA

gest/vax. Le vaccinazioni si terranno non più solo in Fiera, ma anche negli altri centri di vaccinazione della popolazione di San Bonifacio, Legnago e Bussolengo. Quest'ultimo, di solito chiuso il sabato, oggi sarà aperto grazie alla Croce Verde. Fino a lunedì e poi per tutta la settimana prossima continueranno le vaccinazioni degli ultraottantenni. Chi non è riuscito a prenotarsi sarà comunque convocato ed entro Pasqua tutta la popolazione compresa tra 80 e 110 anni avrà ricevuto la prima dose. NUMERO VERDE. È stato atti-

vato, inoltre, il numero verde della Scaligera 800 936 666, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16 e il sabato dalle 9 alle 13, per informazioni organizzative sull'emergenza Covid e sulla campagna di vaccinale. Per riprogrammare le sedute della popolazione gene-

(la posta della olga)

www.larena.it

Spaventapasserisbugiardati Nonsiamodeicriminali Silvino Gonzato

Quante volte - scrive la Olga ho chiesto o mi sono sentita chiedere: «Ghèto l'autocertificassión?». Già, questa odiosa autocertificazione che dovremmo compilare anche se andiamo alla farmacia all'angolo o dal fruttivendolo dietro casa. L'altro giorno, dovendo fare un bel po’ di commissioni, tutte previste dalle deroghe alle misure anti Co-

vid, ho scritto: «Prima vado al supermercato, poi in farmacia, poi in merceria a comprarmi un paio di mutande, poi dal fruttivendolo che ha la verdura meno cara del supermercato, poi dal ferramenta, poi a prendere delle piantine per il balcone e, se mi avanza tempo, metto la testa dentro la chiesa parrocchiale perché dire una preghiera, specie di questi tempi, è sempre meglio che non dirla». Se avessi dichiarato il

rale è attivo, invece, l’indirizzo email vaccinazioni.covid@aulss9.veneto.it. Per informazioni e quesiti di carattere sanitario sempre su Covid e vaccini ci sono anche il numero verde regionale 800 462 340 e l’indirizzo email emergenza.coronavirus@regione.veneto.it. «I cittadini non devono rivolgersi agli ambulatori vaccinali distrettuali e ai centri di vaccinazione né scrivere mail per chiedere di prenotare il vaccino: non sono previste liste di prenotazione», ricorda l'Ulss9 in una nota. «E non si devono inviare email ad altri indirizzi di posta elettronica dell'Azienda». L’Ulls ricorda anche che le fasi del piano di vaccinazione regionale sono disponibili sul sito della Regione Veneto. La programmazione, tuttavia, è indicativa e può subire modifiche.

più frequenti nella popolazione sono due in particolare: c'è chi chiede la vaccinazione per le persone che si curano di soggetti fragili e chi chiede quando toccherà ai settantenni. Questi ultimi potrebbero essere chiamati in massa probabilmente dopo Pasqua, terminata cioè la fase degli Over 80. Alcuni, però, sono stati già convocati: sono aperti a Zevio e a Cerea, ad esempio, i punti vaccinali organizzati tra medici di base che chiamano i loro assistiti appunto tra i 70 e i 79 anni. È un'operazione che procede per gradi man mano che i medici sono in grado di partire. Per tutti gli altri ci saranno le convocazioni come fin qui fatto per gli ultraottantenni. Il programma regionale, inoltre, prevede che la fase tre coinvolga appunto persone tra i 79 e i 60 anni, partendo con la chiamata dei settantenni e proseguendo poi con le persone tra i 60 e i 69 anni. ANNUNCI DISATTESI. Ci sono

SETTANTENNI. Le domande

malumori, però, per la promessa disattesa della Regione sugli accompagnatori degli ultraottantenni. Il presidente Luca Zaia aveva detto che se un anziano fosse stato accompagnato al vaccino da una persona con più di 65 anni convivente anche quest'ultima sarebbe stata vaccinata: «Mio marito», ci scrive, però, una lettrice, «rientra in questa casistica e ha accompagnato mia mamma in fiera per il vaccino. A lui non è stato fatto perché i medici non hanno ricevuto disposizioni in merito. Zaia ha detto anche che chi non veniva vaccinato sarebbe comunque tornato a casa con l'appuntamento, ma non è vero neppure questo. Basta con i proclami, si annunci solo quello che si è in grado di fare». •

falso riguardo a una o più delle mie destinazioni (per esempio, se invece di andare in farmacia, fossi andata a trovare la Elide) e se mi avessero fermato i carabinieri o la polizia o i vigili, avrei potuto rischiare una condanna fino a due anni «per false dichiarazioni del privato in atto pubblico». Adesso il tribunale di Milano ha assolto un commesso di un negozio che aveva dichiarato di essere andato da una parte e invece era andato da un'altra perché «il reato non sussiste». Autocertificando il falso si può prendere la multa ma la fedina penale resta immacolata. Gli spaventapasseri del governo ci avevano terrorizzati dicendoci che se avessimo raccontato una bugia riguardo ai nostri spostamenti, saremmo stati in prati-

ca dei criminali. E nel clima da incubo in cui stiamo ancora vivendo ci avevamo creduto. La nonna che andava a trovare i nipotini fuori Comune dichiarando tutt’altro, poteva incappare in una pena superiore a quella prevista per un ladro seriale di auto. Io di legge non ci capisco un'acca, ma neanche quelli del governo ci capiscono qualcosa se il tribunale di Milano li ha smentiti sancendo che l’autodichiarazione infedele è una marachella, non un crimine. Ci sentivamo tutti delinquenti ma eravamo solo dei birichini. Ci hanno spaventati, e continuano a spaventarci, in tutti i modi. Temiamo il virus, eccome lo temiamo! ma anche i loro metodi che generano spesso panico e confusione. •

Ancoratantianzianie accompagnatoriin codaper il vaccino,la campagnaè continuata ancheieriin Fiera,si è registratoq

INFILACONI «NONNI». Inalcunefasce orarie ilservizio sicongestiona

C’è chi contesta l’attesa echièfeliceperladose «Percompletareilgiro possono servire due ore» C’è chi si lamenta per la troppa attesa, chi per il lungo tragitto da fare a piedi, chi perchè è rimasto senza carrozzina. C’è chi sorride fiero dopo aver fatto il vaccino e qualche signora si è fatta addirittura la messa in piega in casa, per arrivare in ordine all’appuntamento. C’è chi ha le lacrime agli occhi per la gioia e dice che potrà finalmente uscire di casa e rivedere, se non riabbracciare, i figli che fino ad ora salutava dal balcone. Cronaca di una giornata al punto vaccinale in Fiera. Al mattino le cose erano partite spedite tanto che chi aveva prenotato per le 9, in meno di un’ora era già fuori. Poi verso la tarda mattinata, i tempi di attesa hanno iniziato a dilatarsi. In realtà, non sono i nonni a lamentarsi, loro poverini, magari avrebbero preferito scarpinare di meno e non doversi sentire un peso per i familiari, alle volte poco tolleranti dell’attesa. Ma per molti di loro, l’uscita per il vaccino, è stata l’occasione di fare due chiacchiere e di vedere gente, anche se piuttosto assembrati seppur in spazi ampi. Tutto è perfettibile, lo dimostra il fatto che in tre giorni, sono state cambiate tre modalità, cercando di fare sempre meglio. Il sindaco Federi-

Lasituazione ierialle13.30 in Fiera,attesaperil check out VACCARI

co Sboarina ieri è stato al padiglione per due volte per verificare di persona come stesse andando pur non essendo il Comune il responsabile del punto vaccini. Forse è la comunicazione che andrebbe migliorata quando si prenota. Avvisare gli accompagnatori che potrebbero essere necessarie, per la vaccinazione, un paio d’ore così che chi arriva in Fiera si possa organizzare con il permesso dal lavoro, i figli a casa da soli, oppure, ancor più importante con farmaci salvavita come l’insulina da portarsi appresso o una merendina in caso di calo di zuccheri e una bottiglietta d’acqua. Piccoli accorgimenti che chi è abituato ad avere a che fare con gli anziani, o è

previdente, già mette in atto. Necessario prevedere anche che in questo lasso di tempo, tra l’accettazione, l’anamnesi con il medico, la somministrazione e la chiusura della pratica con la prenotazione della prossima dose, ai nostri nonni possa anche servire il bagno e qui le distanze sono enormi rispetto a quelle di casa. Quasi tutte le persone che uscivano verso le 14, ieri sostenevano di averci impiegato un paio di ore, a differenza di quelli del mattino che erano andati via veloci. E infatti, attorno alle 13, la coordinatrice stava cercando di allestire nuove postazioni per accelerare il check out degli anziani. • A.V.


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SABATO 27 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO Coronavirus: il rischio sanitario

Il Veneto deve restare in zona rossa Vaccini, gli immuni salgono a 221.480 Positivi a 254 su 100 mila abitanti, spettro di altre due settimane di stretta. La Regione spera nell’arancio dopo Pasquetta Albino Salmaso / VENEZIA

Il Veneto resta in zona rossa almeno fino al 6 aprile, ma da Roma l’indicazione pare essere quella di altre due settimane di stretta totale. Tutti a casa a brindare in famiglia, con i ristoranti chiusi e niente gite al mare e in montagna. Dopo Natale, anche Pasqua di sobrietà: ciò che conta è preservare la salute. Mai come oggi un valore assoluto da difendere con comportamenti responsabili. Basta dare un’occhiata alle statistiche per raffreddare i teorici di “apriamo tutto” alla Salvini. Il Veneto piange 10.509 morti da Covid in 13 mesi, 376.028 i contagiati dal virus, 326 mila di quali guariti e 38.744 ancora in quarantena a casa e in ospedale. Si guarisce dopo tre-quattro settimane, ma nei reparti si contano 1.562 persone e altre 264 sono attaccate alle macchine delle terapie intensive e ai ventilatori per sopravvivere. Per altri due mesi sarà emergenza vera, anche se la curva dei contagi si sta lentamente abbassando con un trend analogo per i ricoveri. Resta la grande incognita delle scuole chiuse, con pesantissimi disagi per gli studenti e le famiglie che non riescono a conciliare il lavoro con l’assistenza educativa e didattica ai figli. IL VERDETTO DEL CTS

Sarà anche vero, come dice Zaia, che le calcolatrici del Veneto danno risultati diversi da quelle dei ministeri romani, ma il responso del Cts non lascia spazio a dubbi: l’Rt è sceso

LA SITUAZIONE Distretti con incidenza settimanale dei contagi superiore a 250 casi per 100mila abitanti (al 25/3) TASSO PER 100.000 ABITANTI 0-250 oltre 250

CASI

1

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a 1,23 ma con l’indice dei contagi pari a 254 su 100 mila abitanti la zona rossa è confermata. La cabina di regia del ministero della Salute tornerà a riunirsi venerdì prossimo e la speranza della Regione è di tornare in fascia arancione, ma fino a martedì 6 aprile il giro di vite sarà assoluto. Chiusi tutti i negozi, non si può uscire dal proprio comune, bar e trattorie

aperte solo per l’asporto. Ci vuole pazienza. Le sacrosante proteste dei gestori di ristoranti davanti alla sede della Protezione civile di Marghera segnalano il malessere di una categoria che teme la catastrofe perché i ristori del governo sono briciole in rapporto ai costi fissi degli affitti e ai mancati ricavi. Ma in questa fase va tutelata la salute e non resta che spe-

«Sanità, no alla centralizzazione Riformare il Titolo V non serve»

«L

a pandemia è stata uno shock che ci ha fatto capire quanto il sistema sanitario sia importante. Cerchiamo di far tesoro di questa esperienza per modernizzarlo, questo credo si possa fare senza affrontare modifiche costituzionali che non si sa dove ci potrebbero portare». Lo ha detto ieri il direttore generale di Agenas, ed ex dominus della sanità veneta, Domenico Mantoan, tirando le conclusioni del convegno online su “La Riforma del Titolo V: effetti sulla sanità”, organiz-

326 153 450 434 550 544 612 752 150 724 334 222 1036 410 924 449 500 633 701 387 1303 307 785

INCIDENZA ULTIMA SETTIMANA X 100.000 ABITANTI 271,87 186,45 211,85 205,72 257,11 216,72 214,80 275,27 229,92 317,09 201,36 317,38 272,36 345,03 357,20 250,35 277,19 341,16 221,50 215,04 274,55 198,00 261,07

*Venezia, Centro Storico, Isole ed estuario; Venezia terraferma, Marcon e Quarto d Altino

Mantoan (Agenas) in campo sul botta e risposta tra Draghi e Regioni

LA POLEMICA

1 - Belluno 2 - Feltre 3 - Treviso Nord 4 - Treviso Sud 5 - Pieve di Soligo 6 - Asolo 7 - Venezia* 8 - Mirano - Dolo 9 - Chioggia 10 - Veneto Orientale 11 - Rovigo 12 - Adria 13 - Padova Bacchiglione; Padova Piovese 14 - Padova Terme, Colli 15 - Alta Padovana 16 - Padova Sud 17 - Bassano 18 - Alto Vicentino 19 - Vicenza Est 20 - Vicenza Ovest 21 - Verona città; Est Veronese 22 - Pianura Veronese 23 - Ovest Veronese

POPOLAZIONE 2020 (FONTE: ISTAT PRE-CENSIMENTO PERMANENTE) 119.911 82.061 212.416 210.962 213.914 251.017 284.912 273.182 65.240 228.329 165.873 69.947 380.385 118.830 258.677 179.346 180.379 185.544 316.473 179.967 474.597 155.054 300.688

zato da Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). A poche ore dal botta e risposta tra Mario Draghi e le Regioni sulla campagna vaccinale (con il premier che ha bacchettato i governatori

Il governatore rincara «Il venticello contrario all’autonomia esce da menti medievali» che trascurano gli anziani), il dibattito sulla riforma del Titolo V della Costituzione e in particolare sull’assegnazione a Roma della competenza

esclusiva sulla sanità, arriva la presa di posizione di Mantoan. «Non c’è la necessità di una modifica del Titolo V della Costituzione ma c’è necessità di lavorare a normativa vigente per una migliore rideterminazione delle posizioni e dei ruoli tra Stato e Regioni». «Abbiamo ben osservato durante la pandemia, la compresenza dei due livelli di tutela: sanità alle Regioni e salute alla Repubblica», ha sottolineato nella lectio magistralis Renato Balduzzi, ordinario di diritto costituzionale dell’Università Cattolica, Sacro Cuore. «La lungimiranza dei Costituenti - ha aggiunto Balduzzi - è stata quella di inserire il Servizio Sanitario

rare nel nuovo bonus di aprile. IL PIANO DEI VACCINI

Dalla pandemia si esce con i vaccini e il Veneto ha finalmente accelerato, dopo due mesi di stop and go legato alla carenza di fiale perché le big pharma non hanno onorato gli impegni contrattuali, vendendo le dosi del primo trimestre non solo all’Europa ma chissà a

quanti altri Paesi, come ha lasciato intendere il premier Draghi nella sua conferenza stampa con il ministro Speranza. Ora l’orizzonte si sta lentamente rischiarando e il Veneto conta 221.480 vaccinati con la doppia dose, mentre la prima iniezione è stata somministrata a 488.346 persone per un totale di 709.863 dosi, pari al 79% della fornitura ricevuta

dal ministero della Salute. IL RIFIUTO DI ASTRAZENECA

Non è facile ripristinare la fiducia nei confronti di AstraZeneca, che continua a incontrare rifiuti sull’ordine del 50 per cento soprattutto nel Trevigiano. Dalla prossima settimana le forniture sono in forte aumento, con 300 mila dosi di Pfizer e AstraZeneca, mentre Mo-

Nazionale dentro una cornice unitaria che consenta alla Salute di essere tutelata dalla Repubblica, garantendo autonomia alla gestione regionale. Non è un problema di norme ma di attuazione». Per Giovanni Bissoni, già presidente di Agenas, «la leale collaborazione istituzionale ha bisogno di un esercizio pieno e coerente, occorrono azioni incisive su ricerca innovazione, formazione, sviluppare forti strategie, esercizio più chiaro delle funzioni, di uno Stato più forte». Al dibattito è intervenuto anche Mario Bertolissi, ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Padova, che ha puntato il dito contro quelli che definisce «ostacoli strutturali». «Il vero problema - ha detto - non è quello della contrapposizione dello Stato contro le Regioni. Il punto è organizzazione e disorganizzazione». Sul tema è tornato a battere ieri anche il presidente del Veneto Luca Zaia. «In questi giorni sentiamo una costella-


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Coronavirus: il rischio sanitario hanno detto

derna che ha sempre rispettato i contratti sta centellinando le fiale a base di mRna, perché privilegia il mercato americano. Per spegnere le polemiche dei sindacati, Zaia ha ribadito che alle grandi aziende private che hanno arruolato medici e organizzato ambulatori nei loro reparti, saranno garantite le forniture in eccesso, senza penalizzare gli over 80 e le altre categorie protette convocate nei 58 distretti delle Usl. IL PORTALE DELLE PRENOTAZIONI

Funziona tutto a meraviglia? Nel suo tg web Zaia continua a ribadire che non c’è regione più efficiente del Veneto ma è come chiedere all’oste se il Prosecco è ottimo. Il piano per le prenotazioni, dopo il fallimento degli accordi con le Poste, prevede tre canali: il call center con un centinaio di linee destinato a chi ha bisogno di essere rassicurato sulla data e la modalità del vaccino. Poi c’è il portale web che verrà presentato tra qualche giorno. Ba-

Coinvolti anche i farmacisti per somministrare le dosi in aprile

Il dibattito sulla riapertura delle aule tra nuovi studi e il progetto della Regione per lo screening con i test rapidi

Zaia: «Tamponi ogni 7 giorni agli studenti» Il Bo: i contagi non dipendono dalle scuole LA RICERCA

stano due clic, assicura il presidente, non sarà un colossale flop come in Lombardia. Eppure Fontana e la Moratti si sono fidati del sistema Aria ai cui vertici c’è Lorenzo Gubian, che ha lasciato Azienda Zero dopo aver creato le basi dell’app veneta mai decollata per tracciare i contagi. Anche con i clic-day per i bandi Ue i sistemi web vanno in tilt, ma c’è da augurarsi che tutto fili liscio. Non è finita. Perché si potrà andare anche in farmacia a prenotare la vaccinazione. «Siamo pronti a chiudere già lunedì la trattativa con le farmacie, dove si potrà effettuare sia la prenotazione che compilare i vari documenti», conclude l’assessore Manuela Lanzarin. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

zione di dichiarazioni contro le Regioni. Draghi è una persona intelligente, e infatti non ha sostenuto che tutte le Regioni abbiano sbagliato. Siccome il piano nazionale lo devono seguire tutti, non sarebbe male sapere quali siano le Regioni che hanno vaccinato le persone sbagliate». Un incontro chiarificatore tra il premier e le Regioni è atteso per lunedì, chiesto dal presidente della Conferenza dei governatori, Stefano Bonaccini. La differenza «tra noi e Roma è una e sostanziale: noi siamo a bordo campo e abbiamo gli ammalati» ha continuato Zaia. «Per prima cosa bisogna avere i vaccini. In secondo luogo occorre che le Regioni non si trovino sulle montagne russe con ordini e contrordini come invece è accaduto, e poi occorre avere il personale che fa le vaccinazioni». Per poi concludere, «il venticello contro l’autonomia può venir fuori solo da menti medievali che non guardano al futuro». — R.R.

R

iaprire le scuole. Questa è la vera priorità indicata dal premier Draghi. Dopo Pasqua, appena finito il giro di vite delle zone rosse, i bambini degli asili nido, materne, elementari e prima media dovrebbero tornare in classe, mentre per tutti gli altri continuerà la didattica a distanza. Sarà davvero così? Se lo augurano le famiglie e anche i ragazzi, stanchi di pagare un prezzo altissimo: i computer spesso non funzionano, il portale del ministero regala stop and go e le verifiche Invalsi dimostrano cadute verticali di apprendimento che sarà impossibile recuperare. IL RITORNO IN CLASSE

Come si torna a scuola? Con i tamponi rapidi, assicura il ministro Patrizio Bianchi. Resta una sola incognita: ce la farà il Paese a testare 10 milioni di studenti, nello stesso periodo in cui ha avviato la campagna vaccinale? Si accettano scommesse. Ieri Luca Zaia ha ribadito che il Veneto è pronto con i test rapidi di massa, dopo aver avviato lo screening nelle “scuole sentinella” d’intesa con l’università di Padova su un campione monitorato costantemente su base scientifica. I dati vengono utilizzati per il monitoraggio dei distretti da cui ricavare gli indici dei positivi: quando scatta la soglia di 250 casi su 100 mila abitanti si chiude la scuola. PRONTI CON GLI SCREENING

«Noi siamo pronti con un progetto per lo screening con tamponi utilizzando il metodo “fai da te” per poter lasciare le scuole aperte tutto l ’anno. Ma la competenza è dello Stato. Non possiamo pensare che il futuro della scuola sia il surrogato della dad. Sia chiaro, non c’è nulla di scandaloso se si fanno i test “fai da te” tenendo le scuole aperte ogni

Ragazzi delle superiori mentre escono da scuola: per il Bo i contagi non sono legati all’apertura delle aule

settimana. Infatti è impossibile testare i ragazzi con il monoclonale i cui risultati arrivano dopo 48 e 72 ore, per cui non è un caso che a livello mondiale si usino i test rapidi», ha detto ieri Zaia. IL TEST DI RIGOLI

Il presidente i tamponi “fai da

te” li ha sperimentati in novembre con il dottor Rigoli, grande sponsor dell’autosufficienza, ma i risultati dello screening si sono bloccati a Roma, dall’Iss nessun via libera. Eppure in Francia si usano e anche in Germania e Svizzera: si comprano in farmacia e vengono utilizzati con grande

il bollettino

Le vittime sono salite a 10.509 e 284 malati in terapia intensiva Zona rossa in Veneto confermata ancora per almeno una settimana, e curva del contagio che per il momento non accenna a diminuire. Nella giornata di ieri, in base al bollettino delle 17 rilasciato da Azienda Zero, i nuovi casi di contagio sono stati 1.914. Numeri in linea con l’andamento delle ultime settimane, nonostante le restrizioni più rigide che stanno interessando cinque milioni di cittadini. Cresce

Assistenza in Terapia intensiva

efficacia. LA RICERCA UNIVERSITARIA

Ma le scuole sono fonte primaria di contagio o no? Dall’università arriva una risposta rassicurante e porta la firma del biologo e docente Luca Scorrano, dell’oncologa dell’Ieo milanese Sara Gandini e della anche il numero dei decessi: ieri si sono registrate 16 vittime, con il totale dall’inizio della pandemia che ha raggiunto 10.509. Le maggiori preoccupazioni riguardano le strutture ospedaliere. È di ieri il balzo in avanti di altri quindici posti letto occupati in area non critica, dove al momento sono assistiti 1.822 pazienti in tutto il Veneto. Diretta conseguenza degli accessi in ospedale, sale anche il numero di ricoveri in terapia intensiva: al momento sono 284 (+9 nelle ultime 24 ore). La difficoltà è stata ribadita anche nel recente monitoraggio della fondazione Gimbe secondo

Usl 9 di Verona. «Il nostro studio mostra come l’incidenza di Covid 19 tra gli studenti sia stata inferiore rispetto alla popolazione generale» spiega la professoressa Sara Gandini. «Le infezioni secondarie a scuola erano inferiori all’1% e focolai si sono verificati nel 5-7% delle scuole analizzate. L’incidenza tra gli insegnanti era paragonabile a quella registrata nella popolazione di età analoga. Le infezioni secondarie tra i docenti erano rare e si verificavano più frequentemente quando il caso indice era un insegnante rispetto a uno studente. Nel periodo analizzato in Veneto, l’incidenza di Covid 19 è cresciuta non tra gli studenti, ma negli individui di 20-29 e 45-49 anni. Lo sfasamento tra le diverse date di apertura delle scuole nelle diverse regioni e l’aumento dell’indice Rt non è stato uniforme. Infine, le chiusure delle scuole in due regioni prima di altre misure non hanno influenzato il calo di Rt già in atto. Nel loro complesso, queste evidenze non supportano un ruolo degli studenti come “motore” della seconda ondata di Covid 19Z» conclude il prof Scorrano. — ALBINO SALMASO © RIPRODUZIONE RISERVATA

cui il Veneto ha registrato un aumento del 2,2% dei nuovi casi nella settimana tra il 17 e il 23 di marzo. Secondo il monitoraggio, il Veneto ha un tasso del 25% di posti letto occupati in area medica, e del 24% in terapia intensiva. Cruciale, sull’andamento dei nuovi contagi, sarebbe stato il lungo periodo di zona gialla che – a differenza di altre regioni dove le restrizioni sono in vigore da più tempo – sta per il momento continuando a pesare sulla crescita della curva. Bisognerà aspettare ancora del tempo prima di lasciarsi alle spalle il picco della terza ondata. — EU.PE.


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SABATO 27 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: la pandemia nel Bellunese

Ulss, visite e interventi sospesi da lunedì Le prestazioni non urgenti saranno rinviate. Il personale che non assiste pazienti dirottato sul fronte delle vaccinazioni Paola Dall’Anese / BELLUNO

Da lunedì le attività degli ospedali della provincia saranno rimodulate a causa del Covid-19. La comunicazione del direttore sanitario dell’Ulss, Raffaele Zanella è arrivata ieri mattina. Ancora una volta, quindi, si bloccheranno visite e interventi chirurgici non urgenti, andando così ad aumentare le già nutrite liste di attesa che ad oggi devono ancora smaltire gli appuntamenti saltati l’autunno scorso. COSA SARÀ SOSPESO

Saranno sospese le attività am-

bulatoriali, ad eccezione delle prestazioni con priorità U (urgente) e B (breve entro 10 giorni). Verranno garantite sia le prime visite che quelle di controllo per l’area materno-infantile, oncologica, malattie rare, psichiatrica e le attività non rinviabili per il quadro clinico del singolo paziente. Saranno sospese anche le attività chirurgiche programmate per cui è previsto il ricovero in Terapia intensiva post operatoria, ad eccezione degli interventi oncologici. Si raccomanda anche di utilizzare, dove possibile, anche la telemedicina. Nei prossimi giorni quin-

la vicenda

Tre operatori “no vax” lasciati a casa da Sersa Ma con paga garantita BELLUNO

Sono scattate ieri le misure per mettere in sicurezza gli operatori socio sanitari dipendenti della Sersa di Belluno che non si sono vaccinati. A riferirlo è l’amministratore unico della società che gestisce la casa di riposo di Cavarzano, Paolo Santesso. «Da oggi (ieri per chi legge, OES) tre operatori che non si sono

vaccinati, sono in sospensione retribuita, in attesa di valutare l’esistenza di mansioni alternative compatibili con le limitazioni imposte dalla non immunizzazione. Se non si troverà una mansione alternativa, tempo qualche giorno, diventerà non retribuita», precisa Santesso. Degli otto dipendenti che avevano presentato ricorso poi respinto dal giudice del la-

il caso

Vaccinazioni in azienda Le riserve dei sindacati ma la Cisl è possibilista BELLUNO

Via libera del governatore Luca Zaia, ai vaccini in fabbrica, mentre il sindacato chiede la condizione dei piani vaccinali e Confindustria riconosce che proprio questo è il presupposto. «Non togliamo vaccini agli anziani se li diamo alle aziende è perché li abbiamo e li avremo», ha detto ieri. «Abbiamo calcolato che a regime avremo 2-300mila vaccini a consegna. Alle imprese stimiamo 5-10mila dosi al giorno, a seconda delle richieste». Ma quando si partirà nelle 51 aziende disponibili ad ospitare eventuali operazioni di vaccinazione? Confindustria Belluno precisa che, prima di iniziare, ogni tassello dovrà essere al suo posto, perché l’operazione è complessa e delicata. E fa capire, in relazione alle perplessità di qualche sindacato, la Cgil, ad esempio, di voler procedere «nel pieno rispetto dei piani e

Massimiliano Paglini della Cisl

delle disposizioni». Sull’argomento interviene anche la Cisl. «Apprezzo lo spirito di tante aziende del territorio che si rendono disponibili a ospitare le vaccinazioni dei dipendenti, delle loro famiglie e dell’intera comunità», afferma Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, «ma non dimentichiamo che una eventuale campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro va messa in campo nel ri-

di, il Cup avviserà ogni utente della sospensione temporanea delle prestazioni, continuando a prenotare le visite urgenti o quelle entro 10 giorni. PERSONALE IMPIEGATO PER VACCINARE

Inoltre il personale medico e infermieristico degli ospedali che non saranno non direttamente impegnati nell’assistenza ai pazienti, verranno impiegati per garantire la piena operatività dei centri di vaccinazione. LA PROTESTA DEGLI UTENTI

Questa ennesima chiusura delle attività ambulatoriali e chi-

voro di Belluno, quindi, uno si è vaccinato l’altro ieri alla fine delle due settimane di ferie, mentre gli altri quattro devono ancora essere visitati dal medico competente che dovrà stabilire la loro idoneità al servizio. La situazione, quindi, dopo la sentenza del tribunale, sta diventando sempre più incandescente. Ed è per questo che l’amministratore unico di Sersa, ancora una volta, lancia l’appello al governo e al parlamento perché al più presto possa legiferare in materia inserendo l’obbligatorietà del vaccino contro il Covid, «anche per l’incolumità loro ma anche dell’intera comunità in cui operano». — PDA © RIPRODUZIONE RISERVATA

spetto delle priorità definite dal piano nazionale e condivisa sul territorio con tutte le parti interessate: Usl, associazioni datoriali e parti sociali». «Per questo», conferma Paglini, «Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro alla direzione della Usl 1, per avere chiarimenti sulla programmazione e per essere coinvolti nella pianificazione di questo eventuale pezzo della campagna vaccinale». Giovedì, al tavolo tecnico nazionale di confronto per la campagna di vaccinazione sui luoghi di lavoro, la tutela dei lavoratori più esposti e l’aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza, la Cisl ha ribadito ai ministri Orlando e Speranza di essere pronta a dare il proprio contributo al piano delle vaccinazioni in tutti i luoghi di lavoro. «Allo stesso modo», afferma Paglini, «a livello locale un eventuale piano vaccini nelle aziende va condiviso e strutturato assieme a parti sociali e associazioni imprenditoriali. Il piano vaccinale sul territorio deve in primis rispettare le indicazioni fornite dalla programmazione ministeriale riguardo alle categorie prioritarie. Dopodiché, ben venga l’opportunità di avviare vaccinazioni nei luoghi di lavoro». — FDM © RIPRODUZIONE RISERVATA

rurgiche programmate solleva un coro di proteste da parte degli utenti. A farsi interprete del malcontento è Guido Mattera, referente provinciale di Federconsumatori. «Se siamo nuovamente a questo punto, significa che il sistema sanitario è carente di un supporto specialistico sul territorio», spiega Mattera che poi continua: «Questa è l’ennesima botta che subiamo, speriamo che non si continui ad ogni ondata di epidemia in questo modo. Queste chiusure evidenziano chiaramente la carenza di personale sanitario per una errata programmazione delle univer-

sità, delle scuole di specializzazione, ma anche il fatto che sul territorio mancano delle strutture ad hoc che possano supplire a questa situazione. Non è possibile bloccare sempre tutto, le persone devono essere curate. Queste visite che vengono a mancare rappresentano un vero e proprio dramma perché vanno a testimoniare che si sta perdendo il senso della prevenzione. Ci sono patologie subdole che solo una visita in presenza può portare allo scoperto. Credo che la pandemia debba almeno averci insegnato che serve investire sulla sanità, anche del territorio».

E poi Mattera conclude evidenziando che «se tutto questo è l’effetto della campagna vaccinale che porta a chiudere prestazioni per concentrare i pochi medici e infermieri che si hanno su questa attività, possiamo dire che la sanità non funziona. Non possiamo trovarci ancora nel 2022 con l’idea di aprire e chiudere gli ospedali come una fisarmonica. È impellente una revisione del sistema della sanità sia nel rapporto con i medici di famiglia, sia anche nell’impiego di certi strumenti tecnologici, come la telemedicina». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Centinaia di auto incolonnate su due corsie per Pfizer e Astra Zeneca: lunghe attese ieri pomeriggio al drive in di Paludi in Alpago

Weekend caldo per la profilassi Pronte 2.500 dosi per gli anziani IL CALENDARIO

unghe code e attese anche ieri al drive in di Paludi in Alpago per la seduta vaccinale straordinaria di over 80 e di settantenni. L’avvio delle somministrazioni di vaccino era previsto, come da comunicazione dell’Ulss alle 14, ma l’attività è scattata soltanto alle 15.15 dopo che, per oltre un’ora e mezza decine di anziani hanno atteso in fila in auto. Una lunga fila di vetture infatti si è presto formata occupando ben due vie della zona. Due le categorie di vaccinandi previsti: circa 400 con età tra i 70 e 79 anni giunti su prenotazione online che sono stati vaccinati, perlopiù, con siero AstraZeneca, e quelli nati tra il 1938 e il 1939 che sono stati vaccinati con il vaccino Pfizer e giunti con accesso libero, cioè senza prenotazione. Per questi l’appuntamento era previsto in base al mese di nascita, ma sempre a partire dalle 14. Qualcuno di loro, per non tardare - tanta è la voglia di immunizzarsi - si è piazzato in coda già alle 13. Il primo medico è arrivato alle 14,30, mentre gli altri due camici bianchi verso le 15. Il personale infermieristico era già presente al drive in prima delle 14 per preparare le dosi di vaccino nelle siringhe. La farmacia ospedaliera, come ci è stato riferito, infatti, in via sperimentale, ieri ha provveduto a scongelare il vaccino Pfizer, quello legato maggiormente alla catena del freddo, per consegnarlo agli infermieri che al drive in hanno preparato le dosi per l’inoculazione. A vigilare, il personale della protezione civile e la polizia locale che dopo quasi un’ora di

L

La lunga coda di vaccinandi ieri al drive in di Paludi

attesa a tutti i vaccinandi in coda che chiedevano spiegazioni del ritardo non sapevano cosa rispondere. Gli anziani comunque, dopo qualche iniziale lamentela, hanno atteso con pazienza. GLI ALTRI APPUNTAMENTI VACCINALI

Oggi alle 10 sono previste altre sedute vaccinali gestite dai medici di famiglia con il vaccino AstraZeneca. Ad Alano, dalle 10 nella sala associazioni del comune saranno vaccinati circa 200 anziani tra i 70 e 79 anni, mentre a Longarone Fiere nel padiglione E la medicina di gruppo locale composta da quattro professionisti somministrerà, dalle 9 alle 14, 150 vaccini a persone tra i 75 e i 79 anni. Si tratta di cittadini chiamati direttamente da personale comunale per aiutare i medici di famiglia impossi-

bilitati a gestire l’attività ordinaria e le telefonate ai pazienti. «Vista la chiusura della farmacia ospedaliera», precisa Ali, «i vaccini saranno consegnati sabato mattina dal personale delle Usca». A Zoldo, invece i due medici del territorio immunizzeranno 150 cittadini sempre tra i 75-79 anni nella sala polifunzionale di Fusine. Prevista anche una lista di riservisti composti da accompagnatori dei vaccinandi o persone del 1947. Tra oggi e domani, infine, entreranno in campo i medici di famiglia di Borgo Valbelluna, e Cortina. Alla fine tramite i medici di medicina generale entro domenica saranno vaccinati, come da previsione, circa 2.500 persone. — PDA © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Sabato 27 Marzo 2021 Corriere del Veneto

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Il virus

La nuova ondata

Superate le 10.500 vittime. Genitori, spettacoli viaggianti e wedding planner in piazza. Dopo Pasqua si torna sui banchi fino alla prima media

LE NUOVE FASCE

Il caso Belluno

Sanitari no vax sospesi Draghi: ora norma ad hoc BELLUNO Avevano rifiutato il vaccino anti – covid, ed erano stati messi in ferie forzate per 15 giorni dalle strutture per anziani Gaggia Lante – Ser.Sa di Belluno e Sedico Servizi. E avevano fatto ricorso, respinto dal giudice del lavoro: le due case di riposo hanno operato correttamente, per tutelare la salute dei lavoratori come previsto dall’articolo 2087 del codice civile. La vicenda dei 10 operatori socio - sanitari bellunesi contrari alla vaccinazione ha fatto il giro d’Italia. Ieri è andato in scena il secondo round: non avendo cambiato idea,

Ancora troppi i contagi, il Veneto resta in area di rischio rossa per altre due settimane. Lo stabilisce una nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che entrerà in vigore dalla mezzanotte di lunedì e che dunque prolunga il divieto di spostamento tra Comuni e regioni, la chiusura di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie (autorizzati solo all’asporto fino alle 18 e alla consegna a domicilio fino alle 22 se dotati di cucina), di parrucchieri, centri estetici, toilettature per animali, gioiellerie, negozi di abbigliamento e calzature (a meno che non abbiano un angolo dedicato al bambino, perché allora possono lavorare). Restano con le serrande abbassate pure le palestre (molte però, ricorrendo all’escamotage del certificato per agonisti, hanno ricominciato ad accogliere clienti) e le piscine. Salta pure la riapertura di cinema e teatri annunciata per oggi. Una situazione che rischia

VENEZIA

Veneto rosso altre due settimane ma le scuole apriranno prima Rsa La Rsa Sersa di Belluno

per alcuni di loro è scattata la sospensione (per il momento retribuita) dal lavoro, perché giudicati non idonei a svolgere mansioni che li mettano in contatto diretto con soggetti fragili. Nel frattempo gli oss ribelli sono rimasti in 9. Uno di loro, dipendente della Gaggia Lante, giovedì ha scelto di farsi iniettare la prima dose di vaccino Pzifer, nell’ultima occasione utile, e potrà così tornare al lavoro. Gli altri 9, che resistono, non potranno invece più assistere gli anziani della casa di riposo dove operano. Dovranno essere spostati in mansioni diverse o sospesi senza stipendio. Ieri sono stati temporaneamente sospesi 3 dipendenti della casa di riposo Gaggia Lante di Cavarzano. «Inevitabile – commenta l’ad di Ser.Sa, Paolo Santesso – in assenza della volontà di farsi vaccinare, come ha sancito anche la sentenza del giudice del lavoro». Ora, questione di qualche giorno, si conoscerà il loro destino. «Per coloro che non potranno essere ricollocati non c’è altra strada, al momento, che quella della sospensione senza stipendio». Intanto, all’orizzonte si delinea la possibilità che il governo imponga l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari. Lo ha detto ieri il premier Mario Draghi nella conferenza stampa in cui ha illustrato i nuovi provvedimenti. «Questa è l’unica, vera, bella notizia» conclude Santesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di protrarsi oltre i 15 giorni citati, poiché il governo ha annunciato l’intenzione di lasciare tutte le Regioni in arancione e rosso fino al 30 aprile. Nessuna passerà in giallo prima di allora. L’unica buona notizia l’ha ufficializzata ieri il premier Mario Draghi: «Dopo Pasqua, anche nelle Regioni rosse riapriremo le scuole fino alla prima media, in modo ordinato. Riattivarle tutte sarebbe un rischio, la situazione rimane critica e preoccupante e le evidenze scientifiche di-

La campagna

Nell’ultima settimana il ritmo delle vaccinazioni nel Veneto è decisamente aumentato: giovedì ne sono state effettuate 22.975, ieri 24.770, il prossimo step è arrivare a 30mila al giorno, per poi veleggiare verso le 50mila. È il cronoprogramma elaborato dalla Regione, che dallo scorso 27 dicembre registra un totale di 709.863 dosi somministrate, l’87,5% di quelle ricevute. Il 10% della popolazione ha assunto la prima e il 4,5% anche il richiamo. Insieme alle sedute cresce l’esercito dei vaccinatori. «Tre mesi fa siamo partiti con 4-5mila somministrazioni al giorno, per poi passare a 8-9mila e arrivare a inizio marzo, prima del blocco di AstraZeneca deciso

mostrano che fino alla prima media le scuole di per sé non sono fonte di contagio. Lo è ciò che gira loro attorno, come i trasporti, e più si alza l’età degli studenti, più il rischio aumenta». Quanto alla proposta del governatore Luca Zaia di sottoporre gli allievi a tampone settimanale, Draghi osserva: «In alcuni casi sarà possibile effettuare il test, ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo». «Dopo sei settimane per la prima volta c’è una decrescita dei casi di

Covid-19, però il quadro resta delicato e va seguito con la massima attenzione — aggiunge Speranza —. Riaprire parte della scuola è un segnale rilevante, sottolinea la funzione sociale che riveste nel nostro Paese». Fatto sta che dalla seconda media si continuerà con la didattica a distanza, nonostante le continue proteste di genitori e alunni, scesi in piazza anche giovedì a Marghera, per manifestare la loro rabbia davanti alla sede regionale della Protezione civile,

Novità Il punto vaccini dell’Usl Berica allestito in uno spazio industriale, la Marzotto di Valdagno. E’ la prima volta, ma dalla prossima settimana saranno diversi i centri per le sedute vaccinali nelle imprese

In campo un esercito di 6.550 vaccinatori «Pronti a trentamila iniezioni al giorno»

VENEZIA

10% E’ la percentuale di veneti che ha assunto la prima dose dell’anti-Covid. Il 4,5% ha ricevuto anche il richiamo. Ieri somministrate 24.770 dosi

il 15 da Aifa, a una media di 1718mila — spiega l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin —. La sospensione del vaccino anglo-svedese ha comportato un calo a 13-14mila vaccinazioni al giorno (il Veneto ha ancora in magazzino 105mila dosi di AstraZeneca, ndr), ma con lo sblocco del 18 marzo sono aumentate a 20mila e continuano a crescere. Tanto che agli attuali 58 Punti vaccinali se ne stanno aggiungendo altri». Per inoculare l’anti-Covid le Usl schierano 600 tra medici, infermieri e assistenti sanitari, ai quali si aggiungono 500 amministrativi e volontari della Protezione civile per la gestione della logistica e della burocrazia e l’accompagna-

mento dei pazienti. Da oggi iniziano a vaccinare pure i 1350 specializzandi (mille a Padova e 350 a Verona) con i quali la Regione ha sottoscritto un accordo per contratti di sei mesi e una retribuzione di 40 euro lordi l’ora, mentre sono già partiti tremila medici di famiglia. «Questi ultimi possono immunizzare i loro pazienti fragili over 80 a domicilio, nel Veneto sono centomila, e trattare gli altri in ambulatorio o nei Punti vaccinali, all’interno di box loro riservati — illustra Lanzarin —. Contiamo poi su 500 dentisti, che hanno appena dato la loro adesione alla campagna, e siamo in trattativa con gli specialisti ambulatoriali interni. Sono 1200, la metà dovrebbe

500 dentisti hanno appena accettato di unirsi all’esercito di vaccinatori. Ora si attende l’accordo con gli specialisti ambulatoriali interni: saranno 600

essere disponibile. Le Usl hanno infine richiamato medici in pensione e ora potranno lanciare bandi per arruolare ospedalieri pronti a fare la loro parte gratuitamente, al di fuori dell’orario di lavoro». Nuove figure che si aggiungono a un esercito di 6550 vaccinatori. E non è finita: lunedì l’assessore firmerà l’accordo con i 1400 farmacisti per consentire loro di prenotare la seduta agli utenti aventi diritto, in attesa di un protocollo nazionale per il coinvolgimento della categoria nelle somministrazioni. Eventualità però contrastata dall’Ordine dei Medici, che con il presidente veneziano Giovanni Leoni motiva: «Anamnesi, vaccinazioni e rilascio del certificato


Corriere del Veneto Sabato 27 Marzo 2021

PRIMO PIANO

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VE

Le aule delle superiori diventano il terreno di battaglia fra Roma e Venezia E LE RESTRIZIONI Palumbo: «Un buon equilibrio sarebbe la presenza al 50% in presenza» Il rilancio

Sotto stress Torna la pressione negli ospedali, di nuovo alle prese con centinaia di ricoveri. Solo i Pronto Soccorso vedono ognuno una trentina di pazienti Covid al giorno

ogni giorno teatro del punto stampa tenuto dal governatore Luca Zaia. Il quale ieri mattina ha ricevuto una delegazione dei lavoratori degli spettacoli viaggianti. «Anche la loro situazione rappresenta la tragedia nella tragedia», ha detto il presidente. Nelle stesse ore a Venezia, in campo Santo Stefano, i wedding planner hanno animato una protesta molto scenografica, apparecchiando un lungo tavolo nuziale e presentandosi con una coppia di sposi e gli invitati. E’ la riprova di una tensione sociale ormai alle stelle, che si scontra con dati inequivocabili: l’Rt, cioè l’indice del contagio sale a 1,23 e se anche il passaggio in rosso scatta con l’1,25, a decretare la medesima sorte è un’incidenza, cioè un numero di tamponi positivi sul totale, superiore a 250 per 100mila abitanti. Quella del

vaccinale sono atti medici, non possono essere delegati ai farmacisti». Possono però dare una mano per la logistica e la burocrazia altri volontari, che il governatore Luca Zaia invita a contattare i direttori generali delle Usl (impresa non da poco). «Una mansione si trova per tutti — dice — anche perché con la bella stagione i centri vaccinali prolungheranno l’apertura alle ore serali. Alcuni chiudono alle 20,

Il protocollo È stato pubblicato ieri nel Bur lo schema di protocollo di intesa per i vaccini nelle aziende quello allestito in Fiera a Padova alle 22. E poi da aprile riceveremo un maggior numero di vaccini, contiamo di arrivare a 300mila a settimana, grazie all’arrivo di Johnson&Johnson». Da lunedì un quantitativo di scorte, nella misura di 510mila al giorno secondo il governatore, sarà assegnato

Veneto, a 7 giorni, è di 250, contro una media nazionale di 247. Emerge dall’ultimo monitoraggio condotto dalla cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, che indicano una classificazione complessiva di rischio «moderata ad alta probabilità di progressione». La regione conta 2448 nuovi focolai, un tasso di occupazione delle Terapie intensive pari al 24% (soglia di guardia al 30%), che sale al 25% in Malattie infettive e Pneumologia, rispetto al 40% di tetto massimo. Ieri i contagi sono tornati a salire, 1.914 contro i 1880 di giovedì, con 16 vittime, che dall’inizio della pandemia superano le 10.500 (10.509). I ricoveri in Terapia intensiva sono 284 (+9) e in area medica 1822 (+15). «E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto non strettamente necessarie con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo e che resti in casa il più possibile», recita il dossier del ministero. «L’età mediana dei contagi è fra i 40 e 50 anni — aggiunge il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss e portavoce della cabina di regia — quella dei decessi resta tra 70 e 80 anni». «Grazie alle vaccinazioni diminuiscono i contagi in ospedale e nelle Rsa — rivela il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione — ma dobbiamo affrontare una terza ondata pandemica legata alla variante inglese del coronavirus (nel Veneto interessa l’80% dei casi, ndr). Quanto a una legge che obblighi gli operatori sanitari a vaccinarsi ora allo studio, non dovrebbe essere necessaria. Il vaccino è un diritto e un dovere per chi lavora a contatto con malati e persone fragili. Non dovrebbe nemmeno nascere il dubbio se assumerlo o meno». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

alle aziende interessate alla vaccinazione «in proprio». «Sgraveranno la sanità pubblica — precisa il presidente del Veneto — perché faranno ricorso a risorse proprie, come il medico interno, e non toglieranno forza lavoro al sistema pubblico». Nonostante i distinguo messi sul tavolo dai sindacati, Palazzo Balbi ha tirato dritto e nel Bollettino ufficiale regionale di ieri figurava proprio la delibera di giunta che approva lo schema di protocollo di intesa. Con tanto di fac simile allegato. Rivolgendosi ai sindacati, il governatore specifica: «Abbiamo chiesto che si parta dagli over 65, rispettando quindi il principio dell’età sancito dal Piano vaccinale nazionale». La Regione lancia infine la campagna informativa «Viral Veneto», con protagonista il supereroe nato dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana, che intervista gli esperti e chiarisce i dubbi più comuni riguardo i vaccini. La campagna si può scaricare da https://we.tl/t-XWwOOUvYtC. M.N.M. - M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Martina Zambon

Ci è mancato un soffio, i tassi d’occupazione di terapie intensive e di aree non critiche erano a posto, pure l’Rt era sceso sotto la soglia che riporta in arancione ma è pesato un numero: 254 positivi ogni 100 mila abitanti che avrebbe dovuto essere 249. Aspetti che il presidente della Regione Luca Zaia elenca con metodo perché, abbassando quel 254, ci sarebbero le basi per una «revisione» del colore già fra una settimana, venerdì santo. «Se ci mettiamo un po’ d’impegno, - spiega il governatore - abbiamo già fatto due settimane in zona rossa, ne faremo un’altra, a quel punto, se i dati saranno buoni, chiederò di rivalutare la collocazione del Veneto, magari possiamo diventare direttamente gialli, lo dico sul serio. Spero che dal 6 aprile torneremo alla normalità». E per «normalità», su questo Zaia e il premier Mario Draghi sono d’accordo, si intende la riapertura delle scuole. Fino alla prima media per il presidente del Consiglio dei ministri «dato che le attività peri-scolastiche tendono ad aumentare le occasioni di contagio», di ogni ordine e grado, superiori incluse, per Zaia. Come? Da Roma si contempla la possibilità, in alcuni casi, «di effettuare alcuni test» ma senza alcuna «azione estensiva e globale», vale a dire niente test di massa settimanali. Il governatore veneto, invece, rilancia proprio sul testing scolastico. La proposta di minima del Veneto al governo, per tentare di riaprire, dice Zaia «le scuole di ogni ordine e grado» è «un progetto per lo screening con tamponi utilizzando il ”fai da te”». Zaia premette: «Pensare di poter fare tamponi rapidi a tutti gli studenti quotidianamente è un’utopia ma su base settimanale, i test in auto somministrazione sorvegliata sono una strada percorribile. Di fatto, si tratterebbe di ampliare la rete di scuole sentinella già attivata prima della chiusura nella nostra regione». Al momento sono quindici gli istituti superiori che hanno aderito. A Trento, invece, dove la scuola è materia concorrente fra Stato e Provincia, il presidente Maurizio Fugatti, ha deciso per la fuga in avanti: da lunedì a mercoledì saranno aperti nidi, asili ed elementari. Le ultime notizie rimettono a soqquadro la scuola. L’elastico delle riaperture comincia a sfilacciarsi. L’ipotesi di dover riaprire in fretta e furia per due soli giorni, martedì e mercoledì, aveva mandato in fibrillazione il sistema tanto che la stessa direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, auspicava misure di buon

Zaia:«Sperolafascia siarivistagiàvenerdì Aumenteremoleclassi contestsettimanali» senso e diceva: «La scuola non è un’organizzazione semplice, è complessa. Penso ai trasporti per le superiori, alle mense, alle comunicazioni alle famiglie e alla riorganizzazione del personale. La continua incertezza è micidiale». Un’incertezza che, nel contrasto fra le dichiarazioni di Draghi e la spinta in avanti di Zaia, resta una costante. «Capiremo se per le superiori ci sarà un prolungamento della Dad. – spiega Palumbo - Io auspicherei, come formula che contempera il diritto alla salute e quello allo studio già ben sperimentata un rientro al 50%. Il piano dei trasporti è già tarato su questa soluzione e ha funzionato molto bene. Infanzia e

Lo studio di Vo’

Sierologico Il test per individuare gli anticorpi contro il Covid è il sierologico

Crisanti: «Nei malati gli anticorpi resistono fino a 9-10 mesi»

Virologo Il virologo Andrea Crisanti è il responsabile della Microbiologia di Padova. Ha anticipato gli esiti di uno studio dedicato a Vo’

PADOVA Lo studio completo fatto sulla base dello screening della popolazione di Vo’ sarà probabilmente pubblicato su Nature tra un mese e mezzo, dopo che il comitato scientifico della prestigiosa rivista avrà validato tutti gli elementi. Intanto però alcuni importanti dati emergono, e cioè che gli anticorpi prodotti dal coronavirus restano in vita nelle persone positive al Covid dai 9 ai 10 mesi. Inoltre, quando le persone con anticorpi incontrano un positivo, gli anticorpi si riattivano, fornendo nuova protezione. Sono queste alcune anticipazioni dello studio su Vo’ fatto dall’Università di Padova e dall’Imperial College di Londra, capofila della ricerca il professor Andrea Crisanti, microbiologo del Bo. «Non posso rivelare nulla di più perché lo studio è sotto embargo, per il momento queste sono le due uniche cose che posso dire in merito alla ricerca su Vo’ – spiega lo scienziato – attenzione però non si tratta solo di persone positive al Covid, ma anche di persone negativizzate ma positive al test sierologico, significa semplicemente che questi soggetti asintomatici avevano contratto il Covid prima che noi andassimo a testarle e nel frattempo sono guarite, anche in loro gli anticorpi restano in circolo molto tempo». Lo studio sembra suggerire che la «barriera protettiva» per i positivi è piuttosto duratura, ma anche che chi si è ammalato l’anno scorso potrebbe ammalarsi di nuovo, tutte valutazioni delle quali tener conto per la vaccinazione. Lo studio su Vo’ coinvolse la stragrande maggioranza degli oltre 3200 cittadini che a più riprese si sottoposero al tampone e all’analisi sierologica. R.Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La fuga del Trentino Trento ha deciso che da lunedì riapre comunque nidi, asili e scuole elementari primo ciclo in presenza e superiori al 50% potrebbe essere una soluzione stabile fino a fine anno scolastico». Nel frattempo, «i dirigenti scolastici sono esasperati» accusa Sandra Biolo della Cisl e Armando Tivelli, associazione dirigenti scolastici, fa un appello ai colleghi insegnanti dato l’alto numero di defezioni su AstraZeneca: «Per chi lavora nella scuola, un po’ come nella sanità, vaccinarsi è un dovere morale e forse qualcosa in più...». A proposito di vaccini, commentando la scelta della Campania di acquistare lotti di Sputnik (fermo restando che dovrà esserci l’approvazione di Ema ed Aifa), Zaia si sfoga: «Ah, quindi non è grappa barricata...Prendo atto che il governo, non dicendo nulla, conferma che tutte le Regioni posso comprare in autonomia i vaccini. La storiella dell’Europa che li compra e li dà all’Italia è una farsa. Hanno rotto le palle a me per niente quando noi abbiamo cercato i vaccini». Nelle stesse ore, Draghi commentava: «Starei attento a fare contratti perché all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi». Le crepe fra Regioni ed esecutivo, dopo la bacchettata di Draghi per le carenze nell’applicazione del piano vaccinale, si approfondiscono. «Il venticello contro l’autonomia può venir fuori solo da menti medievali che non guardano al futuro» ha sentenziato asciutto il governato© RIPRODUZIONE RISERVATA re.


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Le aule delle superiori diventano il terreno di battaglia fra Roma e Venezia E LE RESTRIZIONI Palumbo: «Un buon equilibrio sarebbe la presenza al 50% in presenza» Il rilancio

Sotto stress Torna la pressione negli ospedali, di nuovo alle prese con centinaia di ricoveri. Solo i Pronto Soccorso vedono ognuno una trentina di pazienti Covid al giorno

ogni giorno teatro del punto stampa tenuto dal governatore Luca Zaia. Il quale ieri mattina ha ricevuto una delegazione dei lavoratori degli spettacoli viaggianti. «Anche la loro situazione rappresenta la tragedia nella tragedia», ha detto il presidente. Nelle stesse ore a Venezia, in campo Santo Stefano, i wedding planner hanno animato una protesta molto scenografica, apparecchiando un lungo tavolo nuziale e presentandosi con una coppia di sposi e gli invitati. E’ la riprova di una tensione sociale ormai alle stelle, che si scontra con dati inequivocabili: l’Rt, cioè l’indice del contagio sale a 1,23 e se anche il passaggio in rosso scatta con l’1,25, a decretare la medesima sorte è un’incidenza, cioè un numero di tamponi positivi sul totale, superiore a 250 per 100mila abitanti. Quella del

vaccinale sono atti medici, non possono essere delegati ai farmacisti». Possono però dare una mano per la logistica e la burocrazia altri volontari, che il governatore Luca Zaia invita a contattare i direttori generali delle Usl (impresa non da poco). «Una mansione si trova per tutti — dice — anche perché con la bella stagione i centri vaccinali prolungheranno l’apertura alle ore serali. Alcuni chiudono alle 20,

Il protocollo È stato pubblicato ieri nel Bur lo schema di protocollo di intesa per i vaccini nelle aziende quello allestito in Fiera a Padova alle 22. E poi da aprile riceveremo un maggior numero di vaccini, contiamo di arrivare a 300mila a settimana, grazie all’arrivo di Johnson&Johnson». Da lunedì un quantitativo di scorte, nella misura di 510mila al giorno secondo il governatore, sarà assegnato

Veneto, a 7 giorni, è di 250, contro una media nazionale di 247. Emerge dall’ultimo monitoraggio condotto dalla cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità, che indicano una classificazione complessiva di rischio «moderata ad alta probabilità di progressione». La regione conta 2448 nuovi focolai, un tasso di occupazione delle Terapie intensive pari al 24% (soglia di guardia al 30%), che sale al 25% in Malattie infettive e Pneumologia, rispetto al 40% di tetto massimo. Ieri i contagi sono tornati a salire, 1.914 contro i 1880 di giovedì, con 16 vittime, che dall’inizio della pandemia superano le 10.500 (10.509). I ricoveri in Terapia intensiva sono 284 (+9) e in area medica 1822 (+15). «E’ fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto non strettamente necessarie con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo e che resti in casa il più possibile», recita il dossier del ministero. «L’età mediana dei contagi è fra i 40 e 50 anni — aggiunge il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss e portavoce della cabina di regia — quella dei decessi resta tra 70 e 80 anni». «Grazie alle vaccinazioni diminuiscono i contagi in ospedale e nelle Rsa — rivela il professor Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione — ma dobbiamo affrontare una terza ondata pandemica legata alla variante inglese del coronavirus (nel Veneto interessa l’80% dei casi, ndr). Quanto a una legge che obblighi gli operatori sanitari a vaccinarsi ora allo studio, non dovrebbe essere necessaria. Il vaccino è un diritto e un dovere per chi lavora a contatto con malati e persone fragili. Non dovrebbe nemmeno nascere il dubbio se assumerlo o meno». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

alle aziende interessate alla vaccinazione «in proprio». «Sgraveranno la sanità pubblica — precisa il presidente del Veneto — perché faranno ricorso a risorse proprie, come il medico interno, e non toglieranno forza lavoro al sistema pubblico». Nonostante i distinguo messi sul tavolo dai sindacati, Palazzo Balbi ha tirato dritto e nel Bollettino ufficiale regionale di ieri figurava proprio la delibera di giunta che approva lo schema di protocollo di intesa. Con tanto di fac simile allegato. Rivolgendosi ai sindacati, il governatore specifica: «Abbiamo chiesto che si parta dagli over 65, rispettando quindi il principio dell’età sancito dal Piano vaccinale nazionale». La Regione lancia infine la campagna informativa «Viral Veneto», con protagonista il supereroe nato dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana, che intervista gli esperti e chiarisce i dubbi più comuni riguardo i vaccini. La campagna si può scaricare da https://we.tl/t-XWwOOUvYtC. M.N.M. - M.Za. © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Martina Zambon

Ci è mancato un soffio, i tassi d’occupazione di terapie intensive e di aree non critiche erano a posto, pure l’Rt era sceso sotto la soglia che riporta in arancione ma è pesato un numero: 254 positivi ogni 100 mila abitanti che avrebbe dovuto essere 249. Aspetti che il presidente della Regione Luca Zaia elenca con metodo perché, abbassando quel 254, ci sarebbero le basi per una «revisione» del colore già fra una settimana, venerdì santo. «Se ci mettiamo un po’ d’impegno, - spiega il governatore - abbiamo già fatto due settimane in zona rossa, ne faremo un’altra, a quel punto, se i dati saranno buoni, chiederò di rivalutare la collocazione del Veneto, magari possiamo diventare direttamente gialli, lo dico sul serio. Spero che dal 6 aprile torneremo alla normalità». E per «normalità», su questo Zaia e il premier Mario Draghi sono d’accordo, si intende la riapertura delle scuole. Fino alla prima media per il presidente del Consiglio dei ministri «dato che le attività peri-scolastiche tendono ad aumentare le occasioni di contagio», di ogni ordine e grado, superiori incluse, per Zaia. Come? Da Roma si contempla la possibilità, in alcuni casi, «di effettuare alcuni test» ma senza alcuna «azione estensiva e globale», vale a dire niente test di massa settimanali. Il governatore veneto, invece, rilancia proprio sul testing scolastico. La proposta di minima del Veneto al governo, per tentare di riaprire, dice Zaia «le scuole di ogni ordine e grado» è «un progetto per lo screening con tamponi utilizzando il ”fai da te”». Zaia premette: «Pensare di poter fare tamponi rapidi a tutti gli studenti quotidianamente è un’utopia ma su base settimanale, i test in auto somministrazione sorvegliata sono una strada percorribile. Di fatto, si tratterebbe di ampliare la rete di scuole sentinella già attivata prima della chiusura nella nostra regione». Al momento sono quindici gli istituti superiori che hanno aderito. A Trento, invece, dove la scuola è materia concorrente fra Stato e Provincia, il presidente Maurizio Fugatti, ha deciso per la fuga in avanti: da lunedì a mercoledì saranno aperti nidi, asili ed elementari. Le ultime notizie rimettono a soqquadro la scuola. L’elastico delle riaperture comincia a sfilacciarsi. L’ipotesi di dover riaprire in fretta e furia per due soli giorni, martedì e mercoledì, aveva mandato in fibrillazione il sistema tanto che la stessa direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, auspicava misure di buon

Zaia:«Sperolafascia siarivistagiàvenerdì Aumenteremoleclassi contestsettimanali» senso e diceva: «La scuola non è un’organizzazione semplice, è complessa. Penso ai trasporti per le superiori, alle mense, alle comunicazioni alle famiglie e alla riorganizzazione del personale. La continua incertezza è micidiale». Un’incertezza che, nel contrasto fra le dichiarazioni di Draghi e la spinta in avanti di Zaia, resta una costante. «Capiremo se per le superiori ci sarà un prolungamento della Dad. – spiega Palumbo - Io auspicherei, come formula che contempera il diritto alla salute e quello allo studio già ben sperimentata un rientro al 50%. Il piano dei trasporti è già tarato su questa soluzione e ha funzionato molto bene. Infanzia e

Lo studio di Vo’

Sierologico Il test per individuare gli anticorpi contro il Covid è il sierologico

Crisanti: «Nei malati gli anticorpi resistono fino a 9-10 mesi»

Virologo Il virologo Andrea Crisanti è il responsabile della Microbiologia di Padova. Ha anticipato gli esiti di uno studio dedicato a Vo’

PADOVA Lo studio completo fatto sulla base dello screening della popolazione di Vo’ sarà probabilmente pubblicato su Nature tra un mese e mezzo, dopo che il comitato scientifico della prestigiosa rivista avrà validato tutti gli elementi. Intanto però alcuni importanti dati emergono, e cioè che gli anticorpi prodotti dal coronavirus restano in vita nelle persone positive al Covid dai 9 ai 10 mesi. Inoltre, quando le persone con anticorpi incontrano un positivo, gli anticorpi si riattivano, fornendo nuova protezione. Sono queste alcune anticipazioni dello studio su Vo’ fatto dall’Università di Padova e dall’Imperial College di Londra, capofila della ricerca il professor Andrea Crisanti, microbiologo del Bo. «Non posso rivelare nulla di più perché lo studio è sotto embargo, per il momento queste sono le due uniche cose che posso dire in merito alla ricerca su Vo’ – spiega lo scienziato – attenzione però non si tratta solo di persone positive al Covid, ma anche di persone negativizzate ma positive al test sierologico, significa semplicemente che questi soggetti asintomatici avevano contratto il Covid prima che noi andassimo a testarle e nel frattempo sono guarite, anche in loro gli anticorpi restano in circolo molto tempo». Lo studio sembra suggerire che la «barriera protettiva» per i positivi è piuttosto duratura, ma anche che chi si è ammalato l’anno scorso potrebbe ammalarsi di nuovo, tutte valutazioni delle quali tener conto per la vaccinazione. Lo studio su Vo’ coinvolse la stragrande maggioranza degli oltre 3200 cittadini che a più riprese si sottoposero al tampone e all’analisi sierologica. R.Pol. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La fuga del Trentino Trento ha deciso che da lunedì riapre comunque nidi, asili e scuole elementari primo ciclo in presenza e superiori al 50% potrebbe essere una soluzione stabile fino a fine anno scolastico». Nel frattempo, «i dirigenti scolastici sono esasperati» accusa Sandra Biolo della Cisl e Armando Tivelli, associazione dirigenti scolastici, fa un appello ai colleghi insegnanti dato l’alto numero di defezioni su AstraZeneca: «Per chi lavora nella scuola, un po’ come nella sanità, vaccinarsi è un dovere morale e forse qualcosa in più...». A proposito di vaccini, commentando la scelta della Campania di acquistare lotti di Sputnik (fermo restando che dovrà esserci l’approvazione di Ema ed Aifa), Zaia si sfoga: «Ah, quindi non è grappa barricata...Prendo atto che il governo, non dicendo nulla, conferma che tutte le Regioni posso comprare in autonomia i vaccini. La storiella dell’Europa che li compra e li dà all’Italia è una farsa. Hanno rotto le palle a me per niente quando noi abbiamo cercato i vaccini». Nelle stesse ore, Draghi commentava: «Starei attento a fare contratti perché all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi». Le crepe fra Regioni ed esecutivo, dopo la bacchettata di Draghi per le carenze nell’applicazione del piano vaccinale, si approfondiscono. «Il venticello contro l’autonomia può venir fuori solo da menti medievali che non guardano al futuro» ha sentenziato asciutto il governato© RIPRODUZIONE RISERVATA re.


III

Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Bus privati ancora fermi «Rischiamo di fallire»

«Ritorno in classe? Ma così non basta. Superiori escluse»

L’APPELLO

Una cinquantina di genitori davanti alla Protezione civile di Marghera, incontro con l’assessora Lanzarin: «Perplessi sul prolungamento dell’anno scolastico» `

MESTRE La Dad per tutti non

scena un ricevimento, ascoltando il tenore Rodrigo Trosino e ammirare le sette modelle che indossavano gli abiti di Eleonora Lastrucci ed hanno concluso la manifestazione con il loro elegante defilé. Federica Repetto

ha messo in crisi solo le famiglie. A pagare il conto delle scuole chiuse e degli studenti a casa in “didattica a distanza” sono, infatti, anche i trasporti, e in particolare le imprese private che dopo aver perso i turisti avevano ricevuto un po’ di “ossigeno” supportando le corse scolastiche. «Ci sono centinaia di pullman privati fermi nei piazzali e oltre mezzo migliaio di autisti appiedati, la situazione è drammatica – commenta Marino Gottardo, presidente della Confartigianato Metropolitana di Venezia nel settore Auto-bus Operator –. Dall’inizio della pandemia e del blocco dei flussi turistici intere flotte sono rimaste ferme, immobilizzate. Una prospettiva seppur minima di lavoro arrivava dal supporto al trasporto scolastico, ma ora fin dopo Pasqua non se ne parla, e poi alla fine dell’anno scolastico mancherà poco, troppo poco per poter parlare di occasione di lavoro. Se le prospettive non migliorano, per molte, troppe aziende questo potrebbe essere l’anno del fallimento». In provincia il settore conta 47 aziende con una flotta complessiva di 443 pullman e, guardando solo gli autisti assunti, 699 persone. «Dopo la sospensione anche del servizio di supporto ai trasporti scolastici che, in pratica, era un viaggio andata e ritorno al giorno, ci sentiamo usati e scaricati – prosegue Gottardo – perchè mentre per le aziende di trasporto pubblico locale sono stati previsti ingenti ristori compensativi, per le nostre imprese artigiane, che in alcuni casi hanno subìto un tracollo del giro d’affari anche vicino al 90%, ci sono solo briciole». Gottardo chiede dunque di estendere il supporto dei privati anche ai normali mezzi pubblici «che sono troppo spesso pericolosamente affollati - riprende -. Si potrebbe ricorrere strutturalmente ai privati anche per il trasporto persone, magari sulle linee più critiche da garantire, su Mestre per esempio le tratte che servono la Fincantieri. Da parte nostra, come associazione, rinnoviamo la massima disponibilità a sviluppare possibili sinergie pubblico-privato, ad esempio supportando le corse dei bus di linea negli orari di maggior frequenza o attivare in convenzione con il pubblico, come i servizi a chiamata con qualsiasi tipo di veicolo: autobus, minibus o autovetture. Trovare una soluzione, tra queste proposte, è più che mai urgente per non far fallire troppe aziende – prosegue Gottardo –. I ristori sono fuori target e in certi casi coprono sì e no il 5% delle spese che comunque un’azienda più strutturata e numerosa deve sostenere. Molte flotte sono state rimodernate, e le aziende hanno debiti e leasing aperti, che seppur congelati, dovranno prima o poi essere onorati, ma senza incassi è impossibile capire come». Infine, la Confartigianato chiede alla Regione Veneto di sospendere il pagamento 2021 del bollo sui veicoli con conducente, «come, ad esempio, ha fatto la Lombardia».

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e comunque sono un palliativo. Le aziende intanto si indebitano aspettando un’auspicabile pseudo normalità, e se per caso chiudessero definitivamente dall’oggi al domani – si domanda - che prospettiva di lavoro alternativa avrebbero? La questione si risolve esclusivamente con la vaccinazione di massa. Nel frattempo la zona arancio avrebbe consentito almeno un minimo di attività». Costanza Francesconi Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCUOLA VENEZIA Dalla settimana dopo Pasqua lezioni in presenza per scuole d’infanzia e primarie e per le prime classi delle medie. Una notizia accolta con un sospiro di sollievo da alcuni e con delusione da altri: «Gli studenti delle superiori devono avere lo stesso diritto alle lezioni in presenza – commenta una delle organizzatrici del Comitato Scuole Aperte Venezia – Purtroppo a livello nazionale sono stati posti dei paletti che legano le mani ai presidenti delle Regione, ma ci teniamo a ricordare che gli studenti dai 14 anni in su sono quelli che più di tutti hanno subito la didattica a distanza, mentre gli altri continuavano in presenza. Per loro non è stato fatto nulla, come se fossero invisibili. Noi però non molliamo e continueremo a protestare come nei giorni scorsi».

INCONTRO A MARGHERA E a farsi sentire davanti alla sede della Protezione civile a Marghera ieri erano circa una cinquantina, proprio durante la conferenza stampa del governatorte Luca Zaia, tanto che una delegazione di tre genitori è riuscita a incontrare l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin: «È da mesi che i nostri figli sono chiusi in casa davanti a un monitor – spiega Nancy Vidale, mamma di uno studente di seconda superiore –. All’assessora abbiamo espresso la nostra speranza che si possa andare avanti in presenza fino a giugno una volta tornati in zona arancione. Nonostante la disponibilità ad ascoltarci, ci ha però lasciato perplessi l’ipotesi ventilata dall’assessora di proseguire la scuola fino alla fine di giugno ed oltre, una scelta che penalizzerebbe sia gli studenti che gli insegnanti». Ipotesi sulla quale i sindacati su questo hanno posto il veto fin da subito, obiettando che la didattica a distanza di questi mesi non può essere certo considerata come un “periodo di vacan-

I SUPPORTI VENEZIA Da quando il Veneto è entrato in zona rossa alcune scuole non hanno del tutto chiuso i battenti: il Ministero dell’Istruzione ha infatti previsto la possibilità per alcune categorie di alunni di ogni ordine e grado di poter svolgere le lezioni in presenza. Si tratta di bambini e ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali, e di tutti quelli che non hanno la possibilità di seguire la didattica a distanza da casa per mancanza di connessione Internet nella zona di residenza. L’organizzazione della didattica in presenza con questa modalità è stata in alcuni casi piuttosto problematica, non tanto per gli istituti superiori dove i docenti sono ormai abituati alla “didattica mista”, ma soprattutto per quanto riguarda le primarie e le medie. «Non è stato facile organizzare le lezioni per gli alunni rimasti a scuola - spiega la presidente del Consiglio d’istituto del Dante Alighieri, Eva Bassi -. Si sono dovute incastrare le ore di lezione in presenza

IL PRESIDIO La manifestazione dei genitori (con alcuni figli) ieri mattina a Marghera

za”. Dall’ingresso in zona arancione, infatti, gli istituti superiori hanno attivato la Dad al 50%, prevedendo per la maggior parte una rotazione tra studenti della stessa classe: «Anche se dal punto di vista didattico la modalità mista tra presenza e online funziona meno, ci siamo organizzati in modo da garantire una rotazione tra gli studenti spiega la preside dell’Istituto Algarotti Sarpi, Concetta Franco Fino a che siamo stati in zona arancione abbiamo sempre svolto in presenza tutti i laboratori. Speriamo che dopo il 30 aprile si possa tornare in zona gialla, anche per permettere agli studenti di quinta di prepararsi adeguatamente all’esame di Stato».

NUOVA MOBILITAZIONE Nel frattempo, annunciano i genitori, le proteste proseguiranno con altre manifestazioni, tra cui quella di domenica alle 15.30 nel piazzale della stazione di Santa Lucia, a cui dovrebbero

partecipare anche i comitati di Vicenza e Verona. Ma la scelta delle manifestazioni come modalità di protesta sta suscitando polemiche su più fronti, soprattutto per la presenza dei bambini. «Da genitore condivido il fatto che le scuole debbano restare aperte, come è stato fatto in Francia – commenta un papà con figlio alla scuola d’infanzia –, ma non sono assolutamente d’accordo né sulla scelta di organizzare manifestazioni in piena pandemia, né tantomeno sul far partecipare i bambini. Alla manifestazione della scorsa settimana davanti alla stazione ai

CONFERMATA PER DOMENICA UN’ALTRA MANIFESTAZIONE DAVANTI ALLA STAZIONE DI S.LUCIA. POLEMICHE SULLA PRESENZA DEI PICCOLI

«Così abbiamo seguito gli alunni disabili» La sfida delle scuole GIROTONDI CONTESTATI Per alcuni genitori i girotondi durante le manifestazioni danno messaggi confusi ai bambini

GARANTITA LA DIDATTICA IN PRESENZA PER BAMBINI E RAGAZZI CON BISOGNI SPECIALI «FAR COINCIDERE GLI ORARI È STATA UN’IMPRESA»

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con piccoli gruppi di compagni, creati per garantire l’inclusione dei bambini con bisogni educativi speciali, con le ore di didattica a distanza perché era impensabile che le due modalità venissero svolte in contemporanea». Per le scuole d’infanzia l’organizzazione è stata invece più fa-

bambini è stato chiesto di fare un girotondo mano nella mano: credo che questo abbia creato loro molta confusione visto che a scuola devono rispettare rigidi protocolli di sicurezza». Sotto attacco, in particolare, un cartellone utilizzato anche nella manifestazione di ieri: “I nostri figli rinchiusi a casa da soli si stanno spegnendo”. «Vedere le immagini dei bambini a fianco ad uno striscione del genere fa capire a chiunque che c’è qualcosa di sbagliato – commenta un’insegnante della scuola primaria, mamma di una bambina delle medie –. I nostri figli vanno protetti, a maggior ragione in un momento difficile come questo. Tra adulti possiamo dirci che la Dad non va bene, e assicuro che anche noi insegnanti preferiamo mille volte la didattica in presenza, ma ai bambini bisogna trasmettere serenità e positività». Alice Carlon © RIPRODUZIONE RISERVATA

cile, anche se in alcuni plessi l’attivazione delle lezioni in presenza non è certo stata immediata. «Abbiamo dovuto fare più volte richiesta, e con noi anche i genitori dei compagni di classe che hanno dato la disponibilità di affiancare nostro figlio per garantire il diritto all’inclusione - spiega la mamma di un bambino con un disturbo dello spettro autistico che frequenta una scuola d’infanzia del centro storico veneziano -. Per fortuna da questa settimana siamo tornati in classe mentre l’anno scorso, quando la scuola ha chiuso all’improvviso, ci siamo sentiti completamente abbandonati. A scuola nostro figlio è seguito da terapiste, pagate privatamente, che lo aiutano dal punto di vista comportamentale e che non riuscirebbero a seguirlo a casa nostra, anche perché viviamo in un’isola in cui i collegamenti non sono così frequenti. Per un bambino come lui la scuola è un bisogno primario anche solo per scandire il ritmo della giornata e rispettare una routine che è fondamentale». A.Car. © RIPRODUZIONE RISERVATA


VII

Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

«É la morte della scuola» Duecento in piazza per dire no alla Dad Genitori, prof e studenti chiedono l’immediata riapertura L’avvocatessa: «Costretta a portare mia figlia in studio»

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LO SCIOPERO

L’ASSENZA La protesta andata in scena ieri ad Abano di fronte all’ex hotel Orologio. I commercianti di “Ricominciamo Abano” hanno esposto manichini al posto dei turisti che mancano da un anno. Sotto, a sinistra, Giulia Lazzaro di “Murano Glass”

Oggi a Cittadella

Partite Iva esasperate: flash mob in centro storico Dopo genitori e figli per il mondo della scuola, domenica scorsa erano in 350, la centrale piazza Luigi Pierobon a Cittadella, oggi alle 10,30 accoglierà un altro flash mob, quello delle Partite Iva, in rappresentanza di moltissimi settori: dalla cultura al commercio passando per ristorazione, negozi, cinema, teatri, piscine, palestre, sport, colpiti in modo feroce dalla crisi generata dal Covid-19 e che purtroppo non vedono nessuna luce in fondo al tunnel. Una mobilitazione senza nessun colore politico, ma che vuole, come avvenuto lo scorso 31 ottobre con i commercianti in piazza, far sentire la voce contraria al protrarsi delle misure di restrizione previste dal Governo Draghi. Tutto nel massimo rispetto delle norme anti contagio. Alla

manifestazione, non avendo valenza politica, non ci dovranno essere simboli che richiamino a partiti, sindacati, movimenti o associazioni di nessun genere. I partecipanti potranno portare cartelli oppure oggetti, ma nulla che risulti offensivo. Tutto questo per dare alla manifestazione la sola ed unica finalità di espressione della necessità di riapertura delle varie attività che hanno investito nei protocolli di sicurezza. Non ci saranno volantinaggi, discorsi o comizi, e dopo i trenta minuti di presenza statica nello spazio scelto, l’assemblea si scioglierà ordinatamente evitando qualsiasi tipo di assembramento. «Mi sono messo a disposizione e mi prendo la responsabilità della manifestazione - spiega il consigliere comunale

cittadellese Luigi Sabatino di Fratelli d’Italia - Il mondo produttivo è ancora ingessato dai decreti governativi, non vede ristori da mesi, non può certo accontentarsi delle briciole stanziate dall’ultimo Decreto Sostegni e non è nemmeno sicuro di poter riaprire la propria attività chiusa o, nella migliore ipotesi, operativa a singhiozzo da più di un anno. Proposte ci sono, formalizzate da Fratelli d’Italia: permettere alla ristorazione di lavorare fino alle 22 in zona gialla e fino alle 18 in zona arancione. Non c’è stato alcun cambio di passo tra l’ex premier Conte e l’attuale Draghi. Eppure ci era stato raccontato che avremmo vissuto, a breve, un nuovo Rinascimento». Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA «Dad is death», la didattica a distanza è morte. È una delle tante scritte riportate sui cartelli dei manifestanti che ieri mattina si sono riuniti dalle 10 in piazza Cavour. La protesta è stata convocata da Priorità alla Scuola in concomitanza con lo sciopero indetto da Cobas scuola che ha coinvolto oltre 80 città italiane, tra cui Padova. Erano presenti anche dei rappresentanti del mondo dei trasporti e delle maestranze dello spettacolo, in una sorta di connessione di tutto il mondo del precariato. Priorità alla scuola ieri ha invitato a spegnere gli schermi dei computer e fare lo sciopero della Dad. «Vogliamo non solo rientrare a scuola in presenza e in sicurezza – ha detto Davide Guerini, portavoce di Priorità alla Scuola Padova – Vogliamo una scuola migliore. Ora abbiamo l’occasione di ripensare la scuola e trovare una soluzione ai problemi che si sono creati negli anni. E l’opportunità la crea il Recovery Fund, dal quale abbiamo calcolato che si potrebbero prendere 38 miliardi da destinare alla diminuzione del numero di alunni per classe, alla stabilizzazione dei precari, all’assunzione di nuovi docenti e alla sistemazione degli spazi. Tutti elementi che avrebbero permesso, se ci fossero stati, di gestire meglio la situazione alla luce della pandemia».

studio: «Ho due figlie di 8 e 12 anni – ha raccontato – La più grande è già più autonoma ma la piccola no. La porto in studio da me, non posso fare altro. Quando c’è stato il lockdown e tutto era chiuso era già più comprensibile ma ora è praticamente tutto aperto, le mie figlie sono avvilite, mi chiedono “perché gli altri sì, e noi no?”».

LA RICERCA A sostenere la tesi dei manifestanti per cui i contagi non dipendono dall’apertura della scuola c’è uno studio coordinato dal professor Luca Scorrano del Dipartimento di Biologia del Bo e dalla professoressa Sara Gandini, epidemiologa dell’Istituto europeo di Oncologia di Milano. Pubblicata sulla rivista “Lancet”, la ricerca indica come

UNO STUDIO DEL BO RIDIMENSIONA LA TESI DEI CONTAGI IN CLASSE DE POLI DELL’UDC: «HO FATTO APPELLO A DUE MINISTRI»

l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre 2020 non possa essere imputata all’apertura delle scuole e la chiusura totale o parziale non ha avuto effetto sulla diminuzione dell’indice di contagio. «Abbiamo confrontato l’incidenza del Covid-19 tra studenti e personale scolastico con quella della popolazione generale. Il nostro studio mostra che l’incidenza a scuola è stata inferiore» ,ha spiegato Scorrano. Sul tema è intervenuto anche il senatore in quota Udc, Antonio De Poli, che si è schierato a fianco dei manifestanti: «Sto dalla parte di chi come oggi, a Padova, protesta contro la Dad – ha dichiarato – Nei giorni scorsi ho chiesto ai ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e della Famiglia, Elena Bonetti, di riaprire la scuola in quanto servizio pubblico essenziale. A differenza che a marzo-aprile 2020, quando era in vigore il lockdown totale, i genitori continuano a lavorare e, per molti quindi, è materialmente impossibile conciliare il lavoro con la necessità di occuparsi dei propri figli a casa». Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PARTECIPAZIONE In piazza c’erano oltre 200 persone tra genitori, insegnanti e bambini. C’era un’intera classe della scuola elementare Diego Valeri con tre insegnanti. «Mancano solo tre bimbi perché abitano fuori Padova – ha spiegato Barbara Amaru, una delle maestre – Sono davvero bravi ad adattarsi ma li vediamo soffrire, la scuola non è solo studio ma anche socializzazione, imparare a stare con gli altri». E a confermarlo c’era il piccolo Gabriele di 7 anni che al microfono ha detto «Sono stufo della Dad». La situazione pesa molto sui genitori che lavorano, come l’avvocato Francesca Tolomei che porta la secondogenita in

SUL LISTON La manifestazione promossa da Priorità alla Scuola

Colli, lettera a Draghi: «Riaprire i termini per i ristori» di accesso ai contributi statali sottolineato la composita realtà `Iniziativa del gruppo tà di sostegno, è stato cosi l’oggetto dei poli turistici ubicati fra Terme

“Meraviglie Euganee”: «Noi tagliati fuori» L’APPELLO TERME E COLLI Una Pasqua che si prospetta ancora più dura di quella trascorsa nel lockdown un anno fa. Con il rischio di mettere a durissima prova la resistenza degli operatori culturali del bacino euganeo che nel 2020 hanno subito perdite che sfiorano la totalità del fatturato. L’incubo di un tracollo irrimediabile, evitabile soltanto se sarà concessa agli imprenditori culturali la possibilità di rientrare con termini di tempo più dilatati e maggiori opportuni-

della lettera aperta inviata dalle imprese, sia profit che no profit riunite del gruppo delle “Meraviglie Euganee” al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, al Ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, al titolare del Dicastero del Turismo, Massimo Garavaglia e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. L’appello, sottoscritto da nomi di eccellenza delle imprese culturali della provincia, come Armando Pizzoni Ardemagni, Francesca Papafava dei Carraresi, Giordano Emo Capodilista e Marco Moressa, anche a nome degli imprenditori legati all’indotto della filiera culturale, come compagnie di navigazione fluviale, agenzie di viaggi, operatori enogastronomici e albergatori, ha non solo

e Colli, ma ha posto l’accento sui provvedimenti di ristoro finora varati. Giudicandoli «iniqui» e a volte «illogici e burocraticamente incomprensibili».

L’ESEMPIO Un esempio su tutti, secondo gli operatori culturali, è offerto dal fondo reso esecutivo dal Dm 297 del 26 giugno scorso, destinato a dare sostegno ai musei e ai luoghi della cultura non statali. «Sono stati assegnati – si legge nell’appello - 70.000.000 di euro del fondo, suddivisi fra circa 650 beneficiari, a fronte di un numero di potenziali fruitori superiore. Ricostruendo l’iter, i diversi passaggi attuativi non sono stati recepiti da tutti i potenziali aventi diritto». Non tutti, insomma sono

AL VERTICE Il presidente del Consiglio Mario Draghi

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stati in grado di conoscere la dinamica di concessione dei ristori che sono quindi andati a beneficio unicamente di una ristretta parte di aventi diritto. Lasciando in tal modo “scoperte” le esigenze di numerosi imprenditori culturali e turistici che avrebbero potuto recuperare parte del fatturato non percepito e non compromettere i risultati degli investimenti compiuti in passato. Il criterio di attribuzione del contributo a fondo perduto era, del resto, quanto mai semplice incentrato com’era nella differenza fra gli utili percepiti nel 2019 e quelli dei primi mesi del lockdown del 2020. Di qui, allora, la richiesta al Governo di riaprire i termini delle domande previsti dal decreto del giugno scorso. Il motivo non è solo il bisogno di adempimenti chiari e semplici, corredati da procedure

snelle. «Ma di consentire – chiedono i sottoscrittori dell’appello a tutte le entità potenziali destinatarie di quel provvedimento di poter accedere alle risorse a fondo perduto a sostegno delle perdite nei periodi di chiusura forzata». La possibilità di rimettere in circolazione le risorse del fondo, insomma, non solo costituirebbe un solido salvagente per le ristrettezze annunciate da una Pasqua in zona rossa. «Offrirà anche all’intero indotto culturale – conclude l’appello – di continuare ad essere un volano dinamico per l’economia ed il lavoro, nel perseguimento dell’obiettivo di valorizzazione culturale e paesaggistica del patrimonio locale, previsto dai principi sanciti dalla Costituzione». Lucio Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Laguna: economia e salvaguardia Chi attraccherà ancora in Marittima

Chi attraccherà a Marghera

Questa nave potrà transitare a San Marco

Questa nave non potrà transitare a San Marco

AZAMARA PURSUIT Nave da30 mila tonnellate di stazza lorda, lunga 180 metri, può ospitare 777 passeggeri e 380 membri di equipaggio; è stata costruita nel 2001 in Francia nei cantieri di Saint Nazare che da fine 2017 sono per metà di Fincantieri

COSTA DELIZIOSA Nave da quasi 93 mila tonnellate di stazza lorda, lunga 294 metri, può ospitare 2826 passeggeri e 934 membri di equipaggio; è stata costruita nello stabilimento Fincantieri di Marghera a partire dal 2007 e varata nel 2009

Crociere, tempi lunghi per le navi a Marghera

porta container sarà durissimo. E tutte le altre? L’annuncio dei ministri parla, infatti, di grandi navi. In base al decreto Clini-Passera sono “grandi” tutte quelle con stazza lorda superiore alle 40mila tonnellate, anche se più di qualcuno (compresa la stessa provveditrice interregionale alle opere pubbliche e commissaria straordinaria del Porto, Cinzia Zincone) in questi anni hanno ipotizzato di poter arrivare a 60 mila tonnellate.

I NUMERI `Servirà una viabilità per separare il traffico Per attuare il progetto del governo occorrerà attrezzare e riadattare i due terminal Tiv e Vecon delle merci, l’obiettivo è concludere nel 2022

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CROCIERE MESTRE Sulle crociere a Venezia ieri mattina in città è stato tutto un susseguirsi di riunioni negli ambienti del porto e delle istituzioni per cercare di capire che cosa significa, nella pratica, voler dirottare in via temporanea il traffico delle grandi navi da Venezia verso Marghera. Quando? è stata la prima domanda posta sul tavolo delle riunioni. E Come? è stata la seconda. Non a caso il governatore del Veneto Luca Zaia ieri ha ricordato che la legge per togliere le navi da crociera dal bacino di San Marco c’è dal 2012, e si chiama decreto Clini-Passera: «Sono passati 9 anni “de ciacoe”, e adesso parlano di soluzione tem-

poranea, ma temporaneo in Italia ha molti significati... altri nove, dieci, vent’anni?».

GLI OSTACOLI E, oltre ai tempi, sono parecchie le problematiche tecniche provocate dall’annuncio dei ministri della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, della Cultura, Dario Franceschini, del Turismo, Massimo Garavaglia e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Gli operatori sono preoccupati per le navi che prevedono arriveranno a Venezia a partire da luglio: sperano su una quarantina di grandi navi distribuite tra luglio, agosto e settembre, cioè due o tre ogni fine settimana, niente in confronto con le circa 530 all’anno dei periodi

pre Covid, ma già qualcosa per porre le basi della ripartenza attesa per il 2022 quando, sempre gli operatori, calcolano che potranno arrivare in laguna tra le 350 e le 400 navi bianche. Se, dunque, gli armatori non avranno certezze su dove nei prossimi mesi le loro navi dovranno essere ormeggiate, possibile che seguano l’esempio di quelle compagnie che hanno già spostato unità a Trieste o a Ravenna.

le navi container. Per attrezzarli in modo che possano ospitare una nave da crociera ciascuno ci vogliono almeno 6 o 8 mesi se si parte domani mattina coi lavori. Che interventi servono? Bisogna creare una viabilità idonea separata dalle strade per i camion che muovono i container; inoltre il Tiv ha anche un problema di banchina che va sistemata perché ha avvallamenti profon-

GLI INTERVENTI

MA A SAN MARCO CONTINUERANNO A TRANSITARE LE STAZZE SOTTO LE 40MILA TONNELLATE

L’annuncio dei quattro ministri parla dello spostamento delle grandi navi da Venezia a Marghera, ma non dice quando. I due terminal individuati da tempo e indicati dall’ultimo Comitatone dello scorso 21 dicembre sono il Tiv e il Vecon, entrambi per

di in corrispondenza delle rotaie di treni e gru. Se ci vuole tutto questo tempo, di spostare le navi a Marghera nel 2021 non se ne parla, anche perché, secondo ostacolo, con la pandemia ancora in corso, a Marghera non ci sono le strutture per fare i tamponi ai passeggeri prima che si imbarchino. Il buon senso, dunque, dice che l’annuncio dei quattro ministri sarà operativo dal 2022, ma il buon senso è un’interpretazione e non la realtà. E allora come devono regolarsi armatori e operatori portuali? Se si farà in tempo a sistemare i terminal Tiv e Vecon per il 2022, al massimo potranno ospitare due navi alla volta, senza contare che, quando i traffici riprenderanno dopo la pandemia, far convivere navi bianche con navi

VENEZIA Soddisfatto, ma non troppo. È lo stato d’animo del vicesindaco Andrea Tomaello alla decisione del Governo di dar corso all’ipotesi Marghera. «Quello che hanno detto i ministri è quello che era stato deciso al Comitatone del 21 dicembre. Bene comunque che i ministri, in rappresentanza di varie forze politiche e che il nuovo Governo, nonostante sia concentrato sull’emergenza Covid si siano ricordati della situazione di Venezia, delle crociere e del porto più in generale». A questo punto, la strada è l’allestimento dei terminal Tiv e Vecon per poi realizzare il progetto sul canale industriale Nord, come voluto fortemente dal sindaco Luigi Brugnaro. Manca però dalla nota ministeriale la Marittima.

VOGLIAMO LA MARITTIMA «A noi piacerebbe che fosse preso in considerazione l’adeguamento del Vittorio Emanuele e il mantenimento della Marittima e ci batteremo per questo, assieme a Porto e Regione. È l’unica soluzione realizzabile in poco tempo e anche fattibile. Se vogliono fare un concorso di idee per porti fuori laguna, lo facciano, ma sarebbe giusto che tenessero in conto tutti i progetti, anche quelli interni. La Marittima per noi resta centrale.

RICORSO AL TAR DEL PORTO CONTRO L’AMBIENTE ZINCONE IL 21 APRILE SARÀ SENTITA IN COMMISSIONE

Per quanto riguarda Tiv e Vecon bisogna partire subito, invece, se vogliamo che almeno la prossima estate qualche nave arrivi. Comune, Regione e Porto hanno più o meno la stessa linea ed è bene che continuino a collaborare per sollecitare il Governo a trovare soluzioni non temporanee, ma che diano speranza agli armatori ad avere certezze per il futuro» Ferma restando la contrarietà alle soluzioni in bocca di porto, come il progetto Duferco - De Piccoli (unico ad avere una Via positiva) Tomaello ritiene che il concorso di idee sia un modo per prendere tempo. «Come metodo di confronto si può anche fare - continua - ma ci devono essere tutti i progetti, compresi quelli di Marghera. Il Governo sembra buttare un po’ la palla in avanti col concorso di idee, sono passati 9 anni e di pro-

getti se ne son visti pochi». Infine, sul ricorso al Tar del Porto contro in Ministero dell’Ambiente: «Un atto dovuto, con la speranza che facciano presto la discussione e che sia positiva per noi». Anche la presidente della commissione Lavori pubblici, Deborah Onisto concorda con la decisione dell’Autorità di sistema portuale. «Ritengo anzi opportuno dice - che l’amministrazione valuti le forme piu efficaci per intervenire nel procedimento. Nel frattempo il commissario straordinario Cizia Zincone ha dato la sua disponibilità a partecipare alla nostra commissione il 21 aprile».

IL NO DI CAVALLINO Infine il Comune di Cavallino-Treporti chiede un maggiore coinvolgimento e teme che vadano avanti progetti che considera

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VICESINDACO Andrea Tomaello: «Venezia vuole tenere la Marittima»

Tomaello: «Bene, ma per il Comune la Marittima deve restare centrale» LE REAZIONI

Ad ogni modo, delle 530 toccate l’anno prima del Covid, solo 150 (il 30%) sono di piccole navi sotto le 40 o le 60 mila tonnellate; oltre 350 sono quindi di grandi navi che non ci potranno stare tutte a Marghera. E infatti le analisi dei tecnici e lo stesso Comitatone avevano parlato, come soluzione temporanea, di spostare a Marghera un centinaio di grandi navi per il primo anno, in attesa di attrezzare i due ormeggi nel canale Nord (con altre due banchine e quindi portando a Marghera 200 navi l’anno) e, a sua volta, in attesa della soluzione definitiva fuori della laguna. Per i primi anni, allora, tra le 200 e le 250 grandi navi continueranno ad ormeggiare alla Marittima e, siccome il canale Vittorio Emanuele III non è più stato scavato, continueranno a transitare per il bacino di San Marco assieme alle 150 navi più piccole escluse dai divieti del decreto Clini-Passera. Elisio Trevisan

CAVALLINO TREPORTI CONTRO BANCHINE VICINE AL SUO TERRITORIO «VOGLIAMO ESSERE INTERPELLATI»

dannosi. «Anche in questo caso – dice la sindaca Roberta Nesto - la nostra amministrazione non è stata interpellata: il nuovo progetto prevederebbe due banchine galleggianti per accogliere grandi navi e altre due per navi medio grandi, in un’area che si trova vicina alle spiagge di Punta Sabbioni e a tutta la nostra costa. La capitale europea del turismo green, con una Laguna patrimonio ambientale dell’Unesco, non può essere un soggetto con cui non ci si confronta. Il progetto per le grandi navi fuori dalla laguna, che fuori dalla laguna non è dal momento che verrebbe allestito alla Bocca di Lido, con termine all’isola artificiale del Mose, mi consente di ribadire quanto già espresso a proposito del progetto “Venis Cruise 2.0”. Tutta la mia comunità, esige che si studi approfonditamente l’impatto ambientale». Michele Fullin (ha collaborato Giuseppe Babbo) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest IL VERDETTO VENEZIA Gli autorizzati ad arrabbiarsi di più sono i bellunesi di Feltre. Per motivi vari e non ufficiali - hanno usato tutti le mascherine e pedissequamente osservato il distanziamento sociale o, magari, è stata semplicemente fortuna - nel distretto di Feltre l’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti è stata la più bassa di tutta la regione del Veneto in quest’ultima settimana: 186,45 contro il limite di 250. Peccato che per colpa di 4 veneti ogni 100mila abitanti, che sicuramente non abitano a ridosso delle Alpi, l’intero Veneto debba stare per un’altra settimana - la terza consecutiva - in fascia rossa. Significa che in tutto il Veneto durante la settimana santa di Pasqua i parrucchieri saranno chiusi, le botteghe di vestiti e di scarpe avranno le saracinesche abbassate, non si potrà andare al ristorante se non per l’ormai noto asporto, non ci si potrà muovere da casa se non per indifferibili e documentabili motivazioni. Il verdetto della Cabina di regia di ieri dice che, oltre al Friuli Venezia Giulia, anche il Veneto deve restare ancora in zona vermiglia nonostante quasi tutti i parametri siano nella norma: l’indice di contagio Rt che ha un limite massimo di 1.25 è calato a 1.23, il tasso di occupazione nelle terapie intensive è al 24% contro la soglia massima del 30% e quello delle aree non critiche è al 25% e cioè 15 punti percentuali sotto il massimo consentito. E allora perché il Veneto resterà rosso fino a martedì 7 aprile?

I DISTRETTI È come la storia dei polli, c’è chi ne mangia due e chi nessuno, ma la media fa sempre uno. Così il Veneto ha dovuto fare i conti con quei distretti che hanno avuto una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 abitanti per 100mila abitanti: Belluno 271, Pieve di Soligo 257, Mirano-Dolo 275, Veneto orientale 317, Adria 317, tutta l’area padovana con il record dell’Alta a 357, fino all’Est Veronese a 274. Morale: media sopra 250, tutto il Veneto resta in fascia rossa. Ma “rosso” per quanto? Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha detto che non potrà essere più di una settimana: «Venerdì prossimo chiederò la nuova verifica

Promozione sfiorata per solo quattro casi Veneto ancora rosso Superato il limite di 250 contagi su 100mila `Zaia: «Scuole, test fai-da-te per riaprire» abitanti: così fino a Pasqua non si cambia Anche il Friuli Venezia Giulia resta “chiuso” `

La mappa dell’incidenza Distretti

Casi

Incidenza ultima settimana

1 Belluno

326

271,87

2 Feltre

153

186,45

3 Treviso Nord

450

211,85

4 Treviso Sud

434

205,72

5 Pieve di Soligo

550

257,11

6 Asolo

544

216,72

7 Venezia, Centro Storico, Isole ed estuario; Venezia terraferma, Marcon e Quarto d’Altino

612

8 Mirano - Dolo

752

275,27 229,92

14 Padova Terme, Colli 15 Alta Padovana

214,80

9 Chioggia

150

10 Veneto Orientale

724

317,09

11 Rovigo

334

201,36

12 Adria 13 Padova Bacchiglione; Padova Piovese

222

317,38

1.036

272,36

Distretti

Casi

Incidenza ultima settimana

410

345,03

924

357,20

16 Padova Sud 17 Bassano

449

250,35

500

277,19

18 Alto Vicentino 19 Vicenza Est 20 Vicenza Ovest

633

341,16

701

221,50

387

215,04

21 Verona città; Est Veronese 1.303 307 22 Pianura Veronese

274,55

785

261,07

23 Ovest Veronese

198,00

1

TASSO PER 100.000 ABITANTI

2

0 - 250 oltre 250

5 17 6

18

3 10

4 23

15

20

21

19

8 14

7

13

16

22

9 11

IL CASO BELLUNO Una settimana di sospensione. Retribuita. Poi il rischio è di finire a casa, a stipendio zero. Ad anticipare quello che succederà per gli operatori socio sanitari che hanno rifiutato il vaccino è l’amministratore unico di Sersa, Paolo Santesso. Sersa-Gaggia Lante è la casa di riposo di Belluno dove questa settimana è esploso il caso no-vax dopo che un gruppetto di operatori si è rivolto al giudice per contestare la decisione dell’azienda di metterli in smaltimento ferie dopo aver rifiutato di porgere il braccio per il vaccino. Il destino dei 9 operatori (erano 10, ma uno ha deciso di vaccinarsi) è ora appeso a un filo che può essere tagliato da un momento all’altro dal medico competente della struttura in cui lavorano. Durante la settimana di sospensione le rsa (due lavorano per quella di Agordo) valuteranno la possibilità di impiegarli in mansioni differenti, come magazzinieri o centralinisti per esempio, che non prevedano l’assistenza diretta agli anziani. Un provvedimento, quello del giudice del lavoro Anna Travia, che ha acceso il dibattito sulla legittimità, per chi lavora a contatto con gli anziani.

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Fonte: Azienda Zero

L’Ego-Hub

Belluno, scatta l’ultimatum agli operatori sanitari no vax: 7 giorni per mettersi in regola L’ANNUNCIO DI DRAGHI Ieri ad anticipare le intenzioni dell’Esecutivo sul fronte dell’obbligo vaccinale è stato il presidente del Consiglio, Mario Draghi: «Il governo intende intervenire – ha spiegato Draghi – Non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati». A lavorare al provvedimento, ha spiegato sempre Draghi è il ministro Marta Cartabia, insieme a Palazzo Chigi, e ai colleghi del Ministero della Salute e del Lavoro. In queste ore si stanno mettendo a punto le norme che introducano l’obbligo di

vaccinazione per medici e infermieri che abbiano contatti con i pazienti fragili, ma è molto probabile che ad essere inclusi siano anche gli operatori socio sanitari. Una norma basata su diversi pronunciamenti della Corte Costituzionale e sull’articolo 32 della Costituzione che prevede la tutela dell’interesse della collettività l’obbligo di un trattamento sanitario per legge.

L’ATTESA BELLUNESE Ma se il dibattito romano è appena cominciato a Belluno già si guarda a cosa succederà nei

prossimi giorni. «Dio benedica Draghi se ha detto questo – ha spiegato ieri pomeriggio Santesso, pochi istanti dopo la pronuncia del presidente del Consiglio – Sono felicissimo. Questo era l’unico obiettivo. Tutto il resto è un bailamme di litigi e bracci di ferro che possono andare in un modo o nell’altro. Se fosse davvero così, sarebbe una meraviglia». Una cosa è certa. Se la proposta verrà approvata, il reclamo dei 9 oss bellunesi, contrari al vaccino anti-covid, potrebbe diventerebbe superfluo. «A me stupisce che vadano avanti nel ricorso – ha

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Falso positivo: nessun rischio di contagio dai microfoni IL CASO VENEZIA È risultato negativo al tampone molecolare l’operatore di Tva Vicenza che l’altro giorno, quando ancora pensava di essere positivo al Covid come accertato dal test antigenico rapido, aveva portato nella sede della Protezione civile di Marghera le attrezzature per la diretta del governatore. L’operatore non era entrato nella sala dove era in corso il punto stampa del presidente della Regione, ma, come dichiarato dal responsabile della produzione di Tva, aveva chiesto alla guardia che era all’ingresso di prendere dal borsone i due microfoni da posizionare poi davanti a Zaia. Così la guardia aveva preso i due microfoni di Tva e TeleChiara e, come in una staffetta, li aveva passati a una cronista per consegnarli, tramite il capo ufficio stampa della Regione, a Zaia. Ed era stato proprio Zaia ad alzarsi in piedi per prendere le attrezzature, sistemando infine i microfoni sul tavolo. Solo più tardi si sarebbe scoperto che l’operatore televisivo non era entrato in sala perché risultato positivo al Covid-19. Ieri si è saputo che si trattava di un falso positivo: dopo il test antigenico rapido eseguito al punto di primo soccorso a piazzale Roma, l’operatore è stato sottoposto a tampone molecolare. Ieri, appunto, il referto: negativo. Nessun rischio di contagio, dunque, per il presidente della Regione e per le altre tre persone che avevano toccato i microfoni. «In ogni caso - aveva garantito il responsabile delle troupe - i microfoni era disinfettati dalla sera prima e il nostro operatore non li aveva toccati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

A CASA SENZA SALARIO SE NON SI VACCINANO ANCHE IL GOVERNO PREPARA LE NORME: OBBLIGO PER CHI STA CON PAZIENTI FRAGILI

dei dati, se andremo sotto soglia mi aspetto che da dopo Pasqua, cioè da martedì 7 aprile, le restrizioni vengano tolte, magari potremmo tornare addirittura gialli». Eventualità - quella del giallo - esclusa poi dal ministro della Salute Roberto Speranza, visto che le restrizioni resteranno in vigore in tutto il Paese per tutto aprile. Quindi, ben che vada, da dopo Pasqua il Veneto potrebbe tornare “solo” arancione. La permanenza di una sola settimana in fascia rossa è confermata dallo stesso ministero della Salute: se venerdì 2 aprile i dati dovessero migliorare, da martedì 7 aprile il “rosso” verrebbe abolito.

IN CLASSE Capitolo scuola. Nella conferenza stampa di ieri a mezzogiorno e mezzo, il governatore Zaia ha detto che basterebbe far fare il tampone rapido, meglio ancora se il fai-da-te, almeno una volta alla settimana ai ragazzi per riaprire le scuole. Tutte. «Le scuole devono essere definitivamente aperte». Ma non c’era il rischio di contagi e focolai? «Siamo pronti con un progetto per lo screening con tamponi utilizzando il “fai da te”. La competenza è dello Stato, ma ritengo che non ci sia nulla di scandaloso se si fanno i test “fai da te” tenendo le scuole aperte». L’esempio arriva dalla Gran Bretagna dove il governo ha offerto 57 milioni di tamponi rapidi a studenti, genitori ed insegnanti affinché si testino due volte alla settimana. In ogni caso la proposta del governatore Luca Zaia è venuta meno, visto che di lì a un paio d’ore il premier Mario Draghi ha annunciato la riapertura della scuola fino alla prima media anche nelle regioni in fascia rossa, mentre in quelle arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori. «Il ministro dell’Istruzione Bianchi — ha spiegato Draghi — sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test». Intanto il Tar del Lazio ha ordinato alla presidenza del Consiglio dei ministri di riesaminare entro il 2 aprile le misure che, sulla base del Dpcm del 2 marzo, comportano l’automatica chiusura di tutte le scuole nelle zone rosse. Ma, da quanto si apprende, il Dpcm resta in vigore. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

commentato l’amministratore unico di Sersa – Nel senso che era stato presentato per le ferie imposte dall’azienda. Un aspetto marginale perché c’è in gioco una questione molto più significativa». Per Santesso si tratta di tutelare i dipendenti, per lo meno quelli che hanno scelto di vaccinarsi, e i pazienti fragili. Uno dei punti su cui insistono i 9 oss è che le persone, vaccinate o meno, possono trasmettere comunque il virus agli altri. Perché, quindi, farlo? «C’è una grande confusione tra potenzialità e probabilità – ha chiarito Santesso – Un conto è dire che una persona vaccinata può trasmettere il virus. Un altro che ha la stessa probabilità di trasmetterlo rispetto a uno che ha ricevuto il vaccino. Questo è falso. Si confonde ciò che è possibile e lo si trasforma in ciò che è probabile». Quanto all’oss che, dopo il provvedimento del giudice, ha deciso di vaccinarsi risponde: «Può averlo fatto per il motivo sbagliato (ossia per paura di perdere il lavoro, ndr) ma è stata una scelta ragionevole. Per lui e per la comunità. Posso assicurare che nessuno, in privato, ha avanzato minacce nei suoi confronti». Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

LA CAMPAGNA Ieri è scattata la vaccinazione di massa per i 1.400 dipendenti comunali di Padova ma è durata meno di 24 ore: 179 somministrazioni nel pomeriggio e poi l’improvviso stop

IL CASO PADOVA Il colpo di scena arriva alle otto di sera, quando i primi 179 dipendenti si sono già vaccinati e altri 379 sono pronti a farlo. Niente da fare: arriva lo stop improvviso per le vaccinazioni dei lavoratori del Comune di Padova. Lo ha annunciato il sindaco Sergio Giordani dopo un confronto con il direttore dell’Ulss Euganea Paolo Fortuna. Il motivo? Quelle dosi del siero AstraZeneca vanno destinate ad altre categorie più bisognose. Il dietrofront arriva il giorno dopo le parole del governatore Luca Zaia: «Abbiamo detto a tutti i direttori di concentrarsi sulle categorie per noi fondamentali. Se andiamo a vaccinare dipendenti comunali andiamo a togliere vaccini a categorie che ne hanno molto più bisogno». Le vaccinazioni dei comunali erano partite comunque perché ormai la macchina organizzativa si era già messa in moto. Padova avrebbe dovuto essere l’unica amministrazione del Veneto con una campagna vaccinale ad hoc per 1.400 dipendenti. È durata poco: un solo giorno, senza certezze sulla possibile ripartenza. Il tam-tam per informare i dipendenti già prenotati è scattato solo ieri sera.

CROCE VERDE La sede dei volontari di via Nazareth era stata messa a disposizione per il Comune di Padova. La campagna è stata sospesa perché questo fine settimana le dosi non bastano

Il Comune si ferma: «Le dosi non bastano» Ieri 179 somministrazioni, poi il colpo Giordani dopo il confronto con l’Ulss: di scena: la campagna è subito sospesa «Disponibilità limitata, noi ci atteniamo» `

LA NOTA «Noi abbiamo sempre seguito le precise indicazioni dell’Ulss e continueremo a seguirle - scrive Giordani - L’11 marzo a seguito delle disposizioni del governo che prevedevano la possibilità di somministrare il vaccino anche nei luoghi di lavoro, a maggior ragione come ente che offre servizi essenziali ai cittadini, abbiamo comunicato la nostra disponibilità alle autorità sanitarie che ci hanno detto di procedere. E’ quindi seguito il protocollo operativo con la Croce Verde». Questa è la premessa, poi c’è la

IN PRIMA LINEA A gestire le vaccinazioni i medici di medicina generale con il sindacato Fimmg: nella foto sopra il dottor Domenico Crisarà mentre somministra una dose AstraZeneca

IN CODA I dipendenti comunali prenotati per ieri hanno potuto vaccinarsi, per gli altri nessuna certezza

spendere le vaccinazioni previste nei prossimi giorni per i nostri dipendenti. Noi stiamo a quanto ci dicono le autorità sanitarie».

LE TESTIMONIANZE Ieri alla Croce Verde di via Nazareth tutto era partito regolarmente con un’adesione del 77 per cento. «Abbiamo messo a disposizione del Comune il nostro know-how dopo aver vaccinato 900 nostri volontari» aveva spiegato il presidente Andrea Franco.

I vaccini sono stati somministrati dai medici di base e in prima linea c’era il sindacato Fimmg con il segretario provinciale Domenico Crisarà. A vaccinarsi, ieri, ecco Patrizia Maurizio Melchiori Giorgio Mantovani Esposito, 61 anni, dell’Ufficio sicurezza edilizia: «Siamo a rischio perché a contatto con l’utenza». Giorgio Mantovani, 45 anni, lavori pubblici: «Non mi sento privilegiato, ho la sensazione che questa Patrizia Esposito Laura Catinella campagna vada svolta delle ultime ore. «La cam- avanti in maniera casuale». La pagna di vaccinazioni è fisiologi- pensa allo stesso modo Maurizio camente soggetta a oscillazioni, Melchiori, 63 anni, del settore seranche pesanti, giorno dopo gior- vizi scolastici: «Hanno diritto al no e noi non solo non facciamo vaccino i lavoratori dei servizi espolemiche, ma come sempre sia- senziali e noi siamo stati ritenuti mo a disposizione. Come ci comu- tali, meglio ora che tra qualche nica l’Ulss per una serie di ragioni mese». «Sono amareggiata - chiucontingenti in questo fine setti- de Laura Catinella pensando al dimana la disponibilità non va oltre battito dei giorni scorsi -, non è quella necessaria a perseguire la giusto far sentire in colpa chi si normale campagna vaccinale per deve vaccinare. Si sta svilendo la gli anziani e le categorie fragili. figura del dipendente pubblico, Per questa ragione e senza dub- non togliamo niente a nessuno». bio alcuno, stasera, dopo aver E.Fa. parlato con il dottor Paolo FortuG.Pip. na abbiamo concordato di so© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riconvertito il centro civico Presca, 600 persone per 3 giorni alla settimana L’ORGANIZZAZIONE SELVAZZANO Lavorerà tre giorni alla settimana con 200 vaccinazioni al giorno: entra nel piena dell’attività il nuovo centro vaccinazioni di Selvazzano, organizzato dall’Ulss 6 Euganea al centro civico Presca di San Domenico, a cui fanno riferimento gli undici Comuni del Distretto sanitario Padova Terme Colli. Ieri mattina in vista alla struttura il prefetto di Padova Renato Franceschelli, il comandante della compagnia carabinieri di Padova Martino Della Corte, il consigliere regionale Enoch Soranzo, i sindaci Maria Elena Sinigaglia di Rovolon e Steve Garbin di Saccolongo, due dei Comuni dell’area che oltre a Selvazzano comprende anche Abano Terme, Cervarese Santa Cro-

ce, Mestrino, Montegrotto Terme, Rubano, Teolo, Torreglia e Veggiano. A fare strada all’interno della struttura pubblica, riconvertita per i prossimi mesi in sede decentrata per le vaccinazioni, il sindaco Giovanna Rossi. In questi giorni si vaccinano i nati nel 1933, 1932 e 1931 e poi via via i cittadini più anziani, convocati dall’Ulss. «Queste postazioni sono la nostra unica vera arma e ora

LA SODDISFAZIONE DEL DIRETTORE DEL DISTRETTO E DEI SINDACI: «FONDAMENTALE LA COLLABORAZIONE»

che i vaccini speriamo non mancheranno, dobbiamo solo trovare tanti posti dove vaccinare – ha detto il prefetto -. Questo è uno dei centri utili ed efficiente, complimenti a chi l’ha pensata e realizzata e soprattutto a chi ci lavora». «Siamo tutti pronti a dire che bisogna vaccinare – ha continuato -, ma dietro ad ognuna di queste iniezioni c’è un’organizzazione di turni e responsabilità, quindi onore anche a chi si presta e lo fa con professionalità». E sulla fornitura dei vaccini il prefetto ha sottolineato: «I vaccini arriveranno sicuramente, se il piano mantiene ciò che ha previsto per l’estate avremmo grandi quantitativi di vaccino quindi io mi preoccuperei più di essere in grado di somministrarli, e questo è lo sforzo che sta facendo tutta la Regione».

La richiesta di decentrare le sedi vaccinali è stata unanime da parte dei sindaci dell’area, e oggi è operativa. «E’ una grande soddisfazione per tutti – ha detto Rossi – essere riusciti a realizzare l’obiettivo di aiutare i nostri anziani evitando loro di arrivare in Fiera a Padova, è un importante servizio per i nostri cittadini fragili, quelli in difficoltà e per tutte le nostre comunità. Un lavoro di rete, e grazie alla disponibilità e alla collaborazione con il nostro Distretto Sanitario è stato possibile raggiungere questo straordinario risultato». «Abbiano lottato anche ieri in Commissione Sanità per rimodulare il piano di vaccinazione sulla base delle modifiche che arrivano dal Ministero e che riguardano la fornitura dei vaccini, la tipologia e le modalità di somministrazione – ha precisa-

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SODDISFAZIONE Carabinieri, prefetto, sindaci e autorità al Presca

to Soranzo -, e stiamo lavorando su tutte quelle sedi che possono essere distribuite sui territori per riuscire a portare il più vicino possibile ai cittadini un punto vaccinale». Il direttore dei Distretto, Piero Realdon, ha sottolineato lo sforzo comune per organizzare in tempi record una sede confortevole, in massima sicurezza e rispondente a tutte

le necessità sanitarie del caso. «La collaborazione tra enti territoriali permette di realizzare servizi efficienti per i cittadini - ha detto -, e ci auguriamo che il centro civico Presca venga utilizzato anche per vaccinare le altre fasce di età in collaborazione con i medici base». Barbara Turetta © riproduzione riservata


II

Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Virus, la sanità La sperimentazione Classe 1936 residenti nell’ULSS2 “Marca trevigiana” Distretti di appartenenza

Distretto Treviso Sud e Treviso Nord

Distretto di Pieve Soligo

Distretto di Asolo

Area Opitergino Mottense

Area Treviso

Area ex Ulss 7 (Pieve di Soligo)

Area ex Ulss8

N° di residenti totali per Area

1.074

1.205

1.325

1.185

Centri Vaccinali Popolazione

CVP Oderzo

Aree territoriali omogenee

CVP Villorba

Orario di appuntamento per mese di nascita Gennaio

Ore 08.00

Febbraio

Ore 09.00

Marzo

Ore 10.00

Aprile

Ore 11.00

Maggio

Ore 12.00

Giugno

0re 13.00

Luglio

Ore 14.00

Agosto

Ore 15.00

Settembre

Ore 16.00

Ottobre

Ore 17.00

Novembre

Ore 18.00

Dicembre

Ore 19.00

CVP Godega

CVP Riese Pio X

N° nati per mese

103 2 72 89 85 8 102 75 88 88 90 92 92 98

102 95 105 99 107 97 88 95 103 105 117 92

125 113 106 107 107 90 96 105 124 126 110 116

113 97 103 82 82 103 82 94 100 106 117 106

Area Opitergino Mottense

Area di Treviso

Area ex Ulss 7

Cessalto Chiarano Cimadolmo Fontanelle Gorgo Mansuè Meduna Motta Oderzo Ormelle Ponte di Piave Portobuffolè San Polo Salgareda

Arcade Breda Carbonera Casale sul Sile Casier Istrana Maserada Mogliano Veneto Monastier Morgano Paese Ponzano Povegliano Preganziol Quinto Roncade San Biagio Silea Spresiano Treviso Villorba Zenson Zero Branco

Cappella Maggiore Cison Codognè Colle Umberto Conegliano Cordignano Farra di Soligo Follina Fregona Gaiarine Godega Mareno Miane Moriago Orsago Pieve di Soligo Refrontolo Revine Lago San Fior San Pietro di F. San Vendemiano Santa Lucia Sarmede Sernaglia Susegana Tarzo Vazzola Vittorio Veneto

COVID-19

Oderzo

Villorba

Godega Sant’Urbano

Riese Pio X

Fonte: ULSS2 Marca Trevigiana

Vax day: la grande scommessa Domani le dosi verranno somministrate a quasi 5mila anziani `Quattro i centri di riferimento, si procede in base al mese di della classe 1936 e a tutti i loro accompagnatori sopra i 65 anni nascita. Zaia: «Se va tutto liscio esportiamo il sistema in altre Usl»

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IL PIANO TREVISO Scatterà domani il Vax-day a libero accesso dedicato agli 85enni. Ma l’Usl non punta solo a somministrare la prima dose anti-Covid ai 4.795 trevigiani nati nel 1936. Per la prima volta verranno vaccinati in massa anche gli accompagnatori degli anziani, a patto che abbiano più di 65 anni. Che sia un familiare o una badante, senza distinzioni. D’ora in poi funzionerà sempre così con chi ha più di 80 anni. L’obiettivo è vaccinare contestualmente anche le persone che stanno accanto agli anziani, in modo da allargare la copertura. Quanti saranno gli accompagnatori over 65? Questa è l’unica vera incognita. «Abbiamo tutti i vaccini necessari: ne sono arrivati anche attraverso la rete regionale e non ci sono problemi -assicura Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl- quello degli accompagnatori è l’unico overbooking previsto (cioè la presenza di più persone rispetto al numero di appuntamenti già fissati, ndr). Per il resto conosciamo il numero massimo di anziani del 1936 che domani potranno presentarsi ai centri vaccinali. E anche se il numero con gli accmpganatori dovesse raddoppiare, siamo pronti».

INIEZIONI OGNI 30 SECONDI Saranno disponibili tutti i tipi di vaccino: Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Quest’ultimo verrà somministrato alle persone senza specifiche patologie. Compresi gli over 80. «È stato visto che stimola in modo maggiore proprio il sistema immunitario meno forte degli anziani» sottolinea il direttore generale. L’altro aspetto è che nessuno verrà mandato a casa: nei casi in cui non si potrà usare AstraZeneca, si passerà direttamente a Pfizer o Moderna. Saranno i medici a

decidere. I tempi sono serrati. Domani si arriverà a eseguire un’iniezione ogni 30 secondi. L’Usl della Marca è la prima in Veneto a sperimentare il nuovo sistema ad accesso libero. Se non ci saranno problemi, verrà adottato anche per le altre classi d’età. Per il Vax-day non serviranno prenotazioni. Ma ci sarà una scansione precisa. Gli 85enni dovranno presentarsi nel centro vaccinale di riferimento in base al loro comune di residenza. Sono in tutto quattro: il Bocciodromo di Villorba per i residenti nell’area di Treviso, il Foro Boario di Oderzo per l’area di Oderzo e Motta, il Campo Fiera di Godega per l’ex Usl di Conegliano e Vittorio Veneto e il cen-

tro culturale di Riese per i residenti nel territorio dell’ex Usl di Castelfranco e Montebelluna. L’orario degli appuntamenti andrà per mese di nascita. Le sedi vaccinali saranno operative dalle 8 alle 20. Per 12 ore di fila. Esattamente come il numero dei mesi in un anno. Funzionerà così: i nati nel mese di gennaio del 1936

PER ACCELERARE I TEMPI L’AUTORITA’ SANITARIA CHIEDE DI ARRIVARE CON IL MODULO DELL’ANAMNESI GIA’ COMPILATO

sono chiamati a presentarsi dalle 8 alle 9; quelli che compiono gli anni in febbraio dalle 9 alle 10; i nati in marzo dalle 10 alle 11. E così via. Fino ai nati nel dicembre del 1936, che saranno vaccinati dalle 19 alle 20. Non si possono escludere attese o altri disagi. Molto dipenderà da come si muoveranno gli anziani e i loro accompagnatori. L’Usl distribuirà dei numeri per regolare l’attesa di chi dovesse arrivare con troppo anticipo rispetto all’orario di convocazione. LA SITUAZIONE Ecco il quadro degli anziani vaccinati nella Marca fino a questo momento in base ai dati dell’Usl

Stop alle liste aggiuntive «Col portale prenotazioni il problema è superato» IL DIETROFRONT TREVISO Stop alle convocazioni aggiuntive. Dopo il caos di giovedì al centro vaccinale di Riese, dove gli anziani sono rimasti in coda per un’ora e mezza e alcuni sono stati mandati via senza iniezione, l’Usl della Marca ha deciso di bloccare l’overbooking. Per evitare buchi legati ai dubbi su AstraZeneca veniva chiamato un numero di persone superiore agli appuntamenti disponibili (non alle dosi di vaccino). Adesso non serve più. A quanto pare le titubanze dei giorni scorsi davanti ad AstraZeneca sono svanite. «A Riese avevamo fatto un overbooking dell’ultimo minuto per scon-

giurare il rischio di sprecare dosi di vaccino. D’ora in poi non si procederà più in questo modo -conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl- ci scusiamo per i disagi. Il punto è che l’unico modo che abbiamo per contattare direttamente gli anziani e le loro famiglie è quello di usare i numeri di cellulare della

BENAZZI: «SVANITE LE TITUBANZE VERSO ASTRAZENECA, CHIAMARE PERSONE IN PIU’ E’ DIVENTATO SUPERFLUO»

banca dati del Cup. E non sempre si trovano le persone. Mentre le lettere non consentono di avvisare tutti in tempo utile. Con l’apertura del portale online per la prenotazione delle vaccinazioni, però, si supererà anche questo problema».

LA PIATTAFORMA La piattaforma sarà raggiungibile dalla pagina internet dell’Usl a partire da metà della prossima settimana. Le iscrizioni verranno aperte per classi d’età. Nel frattempo la campagna vaccinale va avanti senza sosta. Nella Marca sono già state somministrate 127.986 dosi, a fronte di 752.133 trevigiani da vaccinare contro il Covid. Il 41,7% dei 70mila anziani

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RACCOMANDAZIONI «Difficile immaginare che andrà proprio tutto liscio -premette il governatore Luca Zaia- ma abbiamo fatto buttare all’Usl il cuore oltre l’ostacolo. Se ci sarà una buona risposta, il sistema potrà essere adottato a livello regionale». Ieri il presidente della Regione ha fatto chiarezza anche su un caso particolare: come si devono comportare le coppie di conviventi nati nel 1936 ma in mesi diversi? «Possono scegliere una delle due convocazioni».

Non servirà, quindi, presentarsi al centro vaccinale in due momenti distinti. Per quanto riguarda le carte, bisogna portare la tessera sanitaria, l’elenco dei farmaci che si assumono e il foglio dell’anamnesi (quello per evidenziare eventuali patologie). L’Usl ha caricato il modulo sulla propria pagina internet. Il suggerimento è di compilarlo già a casa. «Si raccomanda agli assistiti di presentarsi presso il punto vaccinale di riferimento del proprio comune di residenza

Coperture anno per anno ULSS 2 Pop. Istat Vaccinati con 1 dose Vaccinati con 2 dosi 2020 Totale Copertura Totale Copertura 7.310 6.182 84,6% 5.525 80 75,6% 1941 7.543 5.763 76,4% 2.685 81 35,6% 1940 7.185 6.007 83,6% 191 82 2,7% 1939 6.582 3.105 47,2% 83 189 2,9% 1938 5.809 814 14,0% 84 198 3,4% 1937 5.109 613 12,0% 85 226 4,4% 1936 4.855 577 11,9% 86 224 4,6% 1935 4.318 524 12,1% 87 215 5,0% 1934 3.562 478 88 13,4% 211 5,9% 1933 3.233 558 89 17,3% 222 6,9% 1932 2.859 522 90 18,3% 243 8,5% 1931 2.612 484 91 18,5% 225 8,6% 1930 2.052 1.124 92 54,8% 1929 245 11,9% 93 1.732 587 33,9% 1928 215 12,4% 94 1.445 506 35,0% 1927 201 13,9% 95 1.094 373 34,1% 1926 171 15,6% 96 848 302 35,6% 151 1925 17,8% 97 624 203 32,5% 1924 103 16,5% 98 463 193 41,7% 1923 85 18,4% 99 304 130 42,8% 1922 65 21,4% 465 173 37,2% 1910-1921 100 e più 90 19,4% 70.004 29.218 41,7% Totale 11.680 16,7% Anno

Età

con più di 80 anni (esclusi quelli nelle case di riposo) ha ricevuto la prima dose. Vuol dire oltre 29mila persone. E 11.680 hanno già completato la profilassi anche con il richiamo. Si è sostanzialmente a metà del guado con la popolazione più anziana. E i numeri continuano a crescere. «Puntiamo a somministrare la

prima dose a tutti gli over 80 entro la prima settimana di aprile» è l’obiettivo fissato da Benazzi. Solo ieri sono state vaccinate 4.381 persone. Nel dettaglio, 945 nel centro di Godega, 1.035 a Villorba, 858 a Riese, 643 a Oderzo e 900 al Ca’ Foncello. Per quanto riguarda i vaccini, sono state somministrate 2.488 dosi di AstraZe-


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Primo Piano

Area ex Ulss 8 (Asolo) Altivole Asolo Borso del Grappa Caerano Castelcucco Castelfranco Castello di Godego Cavaso Cornuda Crocetta Fonte Giavera Loria Maser Monfumo Montebelluna Nervesa Pieve del Grappa Pederobba Possagno Resana Riese Pio X San Zenone Segusino Trevignano Valdobbiadene Vedelago Vidor Volpago L’Ego-Hub

TABELLA DI MARCIA Nel grafico i centri vaccinali, i Comuni afferenti a ciascun distretto e gli 85enni che verranno sottoposti alla somministrazione con i mesi di nascita e i relativi orari

nell’orario previsto, possibilmente distribuendosi durante tutta l’ora di riferimento e non solo all’inizio, così da evitare assembramenti e attese -concludono dall’azienda sanitaria- la presentazione della scheda anamnestica già compilata, se possibile, serve a rendere disponibili al medico tutte le informazioni necessarie, velocizzando le operazioni di accoglienza». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

neca, 1.714 di Pfizer e 179 di Moderna.

CONTRATTEMPI Anche ieri non sono mancati alcuni contrattempi. «Sono stato convocato per la vaccinazione a Godega ma sono stato rimandato indietro, in quanto asmatico grave -racconta un 75enne, classe

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Ca’ Sugana telefona agli anziani «Vi portiamo noi a fare i vaccini» I servizi sociali contattano tutte le persone classe ` Conte: «Da lunedì daremo supporto anche per 1936 per organizzare l’appuntamento e il trasporto le prenotazioni attraverso la piattaforma digitale»

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I PROVVEDIMENTI TREVISO Li stanno avvisando tutti, uno a uno, con una telefonata. Gli uffici dei Servizi Sociali di Ca’ Sugana hanno iniziato a contattare tutti gli anziani classe 1936 che, domenica, potranno fare il vaccino senza prenotazione ma solo recandosi al bocciodromo di Villorba. «Li stiamo contattando spiega il sindaco Mario Conte spiegando a che ora presentarsi, che cambia a seconda del mese di nascita. E se hanno problemi ad andarci, il Comune si fa carico di organizzare il loro trasporto attraverso i voucher per il servizio taxi o con l’aiuto di organizzazioni di volontariato». A ieri sera, su 549 anziani classe 1936 residenti in città ne era stati avvisati 320 e organizzati una decina di trasporti. «Come presidente Anci - continua Conte - ho chiesto anche agli altri comuni di fare lo stesso e la risposta dei sindaci è stata eccezionale. La Regione e il governatore Luca Zaia ci stanno dando un aiuto fondamentale». Da lunedì poi la macchina comunale si metterà a disposizione degli anziani in difficoltà a utilizzare la piattaforma digitale per le prenotazioni. Continueranno le telefonate casa per casa e, molto probabilmente, verrà predisposto anche un servizio da contattare. Conte precisa: «Noi, e l’Usl, telefoniamo e ci qualifichiamo. Occhio ai truffatori che tentano di infilarsi: nessuno di noi chiederà mai soldi».

IN PROVINCIA Intanto continua la campagna vaccinatoria. A Godega tutto è filato liscio nell’area della Fiera, dove si sono somministrate le dosi di Astrazeneca. Nessuna coda, nessun ritardo, nessuna protesta. Da domenica si cambia regime e tutte le persone del 1936 potranno recarsi in uno degli hub vaccinali scaglionati a seconda del mese di nascita. L’invito che fanno

1946- mi hanno detto che dovrò fare il vaccino Pfizer o Moderna. E ieri veniva somministrato AstraZeneca. Ma non mi è stato detto né come né quando verrò richiamato». «I pazienti inseriti nel programma di controllo Asma grave dell’ospedale di Vittorio Veneto si trovano in un limbo -aggiunge- perché non rientriamo nelle categorie prioritarie e fragili, ma solo in quelle per età». L’azienda sanitaria, comunque, assicura che tutti i casi simili verranno ricontattati a stretto giro. Oggi si continuerà a vaccinare gli anziani con più di 80 anni, più i soggetti fragili al Ca’ Foncello. Questi ultimi, in particolare, vengono convocati direttamente dagli ospedali. A breve, poi, anche chi ha dei dubbi sul fatto di poter essere considerato fragile per patologia potrà iscriversi al nuovo portale online. Dopo il Vax-day di domenica, per lunedì è previsto proprio il recupero di 7.150 anziani che per vari motivi non hanno potuto rispondere alla prima chiamata. Le dosi a disposizione sono già stata suddivise: 800 al Ca’ Foncello, 1.500 a Villorba, 1.300 a Casale, 800 a Oderzo, 1.500 a Vidor e 1.250 a Godega. (mf) © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA NOVITÀ Ca’ Sugana sta contattando tutti gli i trevigiani classe 1936 per concordare appuntamento e trasporto per la vaccinazione

L’AVVERTIMENTO: «OCCHIO AI TRUFFATORI GLI OPERATORI DI COMUNE E USL SI QUALIFICANO SEMPRE E NON CHIEDONO SOLDI» A GODEGA PROCEDE LA SOMMINISTRAZIONE DI ASTRAZENECA TANTE DOMANDE, MA NESSUNO RIFIUTA DI RICEVERE IL SIERO

L’ATLETA PONTE DI PIAVE Ieri si è vaccinata anche Sara Cardin, l’atleta già campionessa del mondo e d’Europa di karate. Sara è una papabile per le Olimpiadi di Tokyo: proprio ai giochi olimpici in programma quest’anno in Giappone il karate farà il proprio esordio. In quanto possibile atleta olimpica, oltre che nazionale, Sara dovrà seguire un percorso di gare molto intenso per ottenere i punti necessari a qualificarsi alle fasi finali dei Giochi Olimpici. Per lei un sogno che si avvera e per il quale sta lavorando ormai da anni. Un percorso che si sarebbe dovuto concludere nell’estate 2020. Lo scoppio della pandemia per forza di cose ha spostato tutto di un anno. Per gli atleti del gruppo sportivo dell’Esercito in questi giorni c’è però la possibilità di essere vaccinati. Sara, che nei mesi scorsi ha avuto il Covid, dunque ieri si è vaccinata con Astrazeneca. E ha voluto farlo sapere tramite i propri canali social, anche per voler sottolineare la necessità per tutti di sottoporsi quanto prima alla

gli organizzatori è di rispettare gli orari a seconda del mese di nascita. Si eviteranno così assembramenti evitando code e perdite di tempo. L’enorme spazio di cui fa parte l’area della Fiera di Godega garantisce i posti auto e il distanziamento tra persone. Ieri non ci sono stati problemi di code o lunghe attese e le persone che hanno ricevuto il vaccino sembravano soddisfatte. I primi sono arrivati verso le 8.30 e seguendo un percorso disegnato ad hoc per spezzare la file e evitare eventuali assembramenti, sono entrate come al solito, ricevute dalle donne e dagli uomini della Protezione Civile che hanno indirizzato verso l’accettazione. Da qui con ordine le persone giunte dai vicini Comuni della provincia proseguivano fino ai box dove veniva sommi-

nistrata la prima dose.

I QUESITI «Alcuni hanno fatto delle domande per chiarire alcuni dubbi sul vaccino, ma alla fine tutti hanno deciso di vaccinarsi», dice Elisabetta, una tra i tanti specialisti presenti nel grande capannone adibito a hub vaccinale. Mario Gava di Colle Umberto, classe 1946m non nasconde la soddisfazione di aver finalmente potuto accedere al servizio: «Sono contento di essermi vaccinato. Non ho avuto nessun dubbio per AstraZeneca. Dopo tutte le polemiche è stata fatta chiarezza e credo che l’importante sia fare il vaccino, a prescindere dalla marca o dal nome». La pensa così anche Renata Gasperin, classe 1946 di Conegliano: «È la seconda vol-

Cardin immune: «Voglio inseguire il sogno olimpico» CON L’ESERCITO Sara Cardin punta di diamante del karate azzurro vuole strappare a tutti i costi il pass per Tokyo: il vaccino serve a farla lavorare con tranquillità per raggiungere l’obiettivo

LA CAMPIONESSA DEL MONDO DI KARATE HA RICEVUTO LA PRIMA DOSE DI ASTRAZENECA: «MI FIDO DELLA SCIENZA QUESTO PERIODO FINIRA’»

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vaccinazione.

SENSO DI RESPONSABILITA’ Ieri la forte atleta azzurra residente a Ponte di Piave ha spiegato il proprio punto di vista: «Ho avuto la fortuna e l’onere, come militare dell’Esercito, di essere vaccinata. Ne sono grata

ta che vengo. Sono paziente oncologica e otto giorni fa circa ero venuta per vaccinarmi ma non ho potuto farlo, mancavano alcuni dati sulla mia malattia Ho aspettato a lungo. Oggi invece è stato veramente tutto veloce e perfetto, senza una sbavatura. Sono contenta di averlo fatto e mi sento meglio. Non ho nessun pregiudizio contro gli AstraZeneca. Se le persone del comitato scientifico hanno detto che non ci sono pericoli, non perché’ non dovrei credergli». Dello stesso parere anche Cecilia Gatti e Renato Bergamo di Mareno di Piave: «Il personale è gentile e ti mette a tuo agio. L’importante è che i vaccini arrivino. L’incidenza dei problemi con AstraZeneca è bassissima». Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA

perché mi potrà salvaguardare nelle mie gare in giro per il mondo, competizioni necessarie alla qualificazione olimpica. Ma penso che vaccinarsi sia anche una responsabilità verso gli altri. Ho avuto il Covid l’anno scorso e sentirsi un pericolo per la salute delle altre persone è davvero pesante». E spiega anche il tipo di vaccinazione a cui si è sottoposta: «Mi sono vaccinata con Astrazeneca perché mi fido della scienza e perché è importante farlo. Auspico che partano le vaccinazioni capillari e a tappeto. Nel frattempo mando a tutti un po’ di forza e di energia per questo periodo difficile che finirá, perché tutto finisce. Cerchiamo tutti di fare del nostro meglio giorno per giorno con responsabilità, fiducia e ottimismo, per noi stessi e per gli altri». L’ultima gara internazionale Sara l’ha disputata a Istanbul il 12 marzo per la tappa Premier League a Istanbul, in Turchia. Sottoporsi alla vaccinazione era una tappa da portare a termine il prima possibile per riprendere il proprio programma di allenamento in vista di Tokyo. Gianandrea Rorato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Il virus, le nuove misure

Il prefetto: «La gente scende in piazza perché è stanca» `Pancin (Aepe): «Senza lavoro chiudiamo Sei le manifestazioni ieri in città «Non ne possono più di stare a casa» un patto per aprire da mattina a sera» `

ZONA ROSSA VENEZIA Zona rossa, ancora. Il Veneto, come confermato ieri, per altre due settimane rimarrà blindato e il clima, in città, non è certo dei più sereni. Basti pensare che ieri mattina erano ben sei le manifestazioni legate alle chiusure anti contagio: in campo Santo Stefano c’era il mondo del “wedding”, tutto ciò che ruota attorno ai matrimoni, in piazza Mercato a Marghera i rappresentanti dello spettacolo viaggiante (circhi e luna park), doppia manifestazione anti Dad in piazzetta Coin e davanti alla sede della protezione civile di Marghera, al Taliercio la protesta del personale Actv e infine in stazione a Santa Lucia i “No mask” del leader di Forza Nuova Roberto Fiore. Quest’ultima, a dire il vero, era annunciata ma alla fine non si è tenuta o quasi visto che è stata un flop: Sul luogo del ritrovo, soltanto numerosi agenti delle forze dell’ordine, pronti a monitorare la protesta mancata. Tra i bersagli dell’organizzazione politica ci sarebbero stati lockdown e tamponi, parte della presunta illegittimità di restrizioni anti-Covid e Dpcm. Di fatto però, forse a causa dello sciopero generale indetto per la giornata di ieri, la riunione non è avvenuta e dopo un’ora d’attesa, carabinieri e polizia sono rientrati in caserma. Resta il fatto però che an-

LA PROTESTA VENEZIA Il settore wedding protesta con eleganza e chiede “una data certa per la ripartenza in sicurezza”a di un comparto che in Veneto produceva, prima del Covid-19, un fatturato di un miliardo di euro l’anno. In campo Santo Stefano, ieri mattina, c’erano wedding planner, catering, agenzie di viaggio, ditte di allestimenti, noleggi, audio e luci, fioristi, atelier, agenzie di spettacolo e location. Una sessantina sono stati i professionisti che hanno aderito all’iniziativa lanciata su territorio nazionale da “Insieme per il Wedding”, gruppo formato dall’imprenditrice Stefania Vismara, e che a Venezia ha trovato supporto operativo nell’Associazione Venezia DuemilaEventi presieduta da Luigino Cassan e fondata anche da Andrea Longo, Giovanni Bertoli, Gianni Scopece, Claudio Bertoldo, Lorenza Lain, Roberto Palesa, Enrico Spalazzi e Wladimiro Speranzoni.

TAVOLO IMPERIALE A Santo Stefano è stato allestito un tavolo imperiale di 15 me-

che per questa manifestazione, così come per le altre, è stato necessario predisporre un dispositivo delle forze dell’ordine. «Tutte queste manifestazioni in un solo giorno - commenta il prefetto Vittorio Zappalorto - ci dicono che la gente non ce la fa più a rimanere in casa e non lavorare. Problemi di ordine pubblico? No, non ne abbiamo avuto ma è un dato di fatto che le persone ormai, dopo un anno, sono stanche». La situazione, a dire il vero non cambierà granché: a Pasqua era già previsto che tutta Italia sarebbe tornata in zona rossa. L’estensione riguarda la prossima settimana, che vede sfumare così anche per il Veneziano l’ipotesi di una finestra arancione. «Non ci saranno novità sui controlli, i protocolli ormai sono modelli collaudati e non si cambia: nel giro di un anno abbiamo ampiamente sperimentato come muoverci». E a Pasqua, in particolare, sarà blocco delle gite fuori porta, via terra e via acqua: la prefettura ha annunciato controlli in mare e in laguna per evitare feste e ri-

Certo è, però, che chi sperava di assaporare almeno una boccata di pochi giorni d’ossigeno è rimasto deluso. Una desolazione che riguarda tutte quelle categorie commerciali che fino all’ultimo avevano confidato in una timida ripartenza prima della chiusura nazionale. E invece niente da fare. «Spero abbiano dato una notizia sbagliata a Zaia, così non si può andare avanti – commenta Ernesto Pancin, direttore Aepe Venezia – Facciamo di tutto per impedire assembramenti ma ci devono lasciar aprire le botteghe. Ogni giorno che passa senza lavorare equivale a una realtà in meno che esisterà poi, e se i ristori nel frattempo sono ridicoli, dobbiamo poter quantomeno alzare le serrande e fare il nostro mestiere. Ieri era prevista un’inversione della curva epidemiologica ma si è optato comunque per prolungare la

IL QUESTORE: «I CONTROLLI? IL DISPOSITIVO RESTA LO STESSO, ORMAI ABBIAMO DELLE PROCEDURE RODATE»

BONACINI (AVA): «È LA CONSEGUENZA DI ATTEGGIAMENTI IRRESPONSABILI, COME GLI SPRITZ SENZA MASCHERINA»

trovi in barca. L’altro fronte sarà quello del litorale: per quest’anno nessuna passeggiata preestiva in spiaggia.

LE CATEGORIE

ORDINE PUBBLICO Il prefetto Zappalorto. In parte, una delle sei manifestazioni di ieri

serrata – nota Pancin perplesso - Ci saranno meno contagi, sì, ma sempre più morti tra le nostre aziende».

LA PROPOSTA Il suggerimento è sperimentare un patto su Venezia tra esercenti, forze dell’ordine e clientela, «aprendo dalla mattina alla sera, salvaguardando così salute e lavoro». Il mondo degli alberghi, d’altro canto, non nuota certo in acque più limpide. «Perché stupirsi che ad azione corrisponda reazione? È mancato il controllo sul territorio e l’incoscienza di molti irresponsabili sta facendo pagare lo scotto a tutti – sottolinea Vittorio Bonacini, presidente Ava - Non è ammissibile che gente vada a spritz di pomeriggio e senza mascherina im-

maginando di farla franca. Gli alberghi stanno vivendo una tragedia e questa zona rossa è l’ulteriore mazzata per chi era pronto a riallestire adagio una stagione già di per sé molto complessa. Per riaprire un hotel ci vogliono dai quaranta ai sessanta giorni – spiega Bonacini Non siamo realtà che possano sopravvivere a tira e molla. Oltretutto senza flussi stranieri né di prossimità dove andremo a finire?». Più che ambire a un cambio colore, l’unica valida sicurezza cui aggrapparsi sembre-

rebbe essere la campagna vaccinale, almeno secondo Maurizio Franceschi, direttore Confesercenti Mestre. «Vigono i criteri per cui si passa da una zona all’altra in base all’Rt. Rimanere però in zona rossa, oltre ad ammazzare la prospettiva psicologica di ripresa, sacrifica aziende già in grandissima difficoltà. Da un anno – rileva Franceschi - quest’alternanza di apri e chiudi, nel mondo ristorazione ancor più penosa, porta le imprese allo stremo. I ristori non sono ancora arrivati

GLI ASSESSORI VENTURINI E COSTALONGA: «I RISTORI NON BASTANO, SERVONO VERI AMMORTIZZATORI SOCIALI»

a risolvere questa situazione». Aziende e professionisti hanno così denunciato l’enorme perdita economica con un crollo del fatturato che ha superato, in centro storico, il 90%. Al momento l’unica consolazione, per i professionisti dell’arte del matrimonio, è stata quella di mettere in

Una “festa al contrario” in campo Santo Stefano L’urlo del settore nozze garantito lavoro ad un milione di lavoratori, producendo un giro d’affari complessivo di 67 miliardi di euro – ha spiegato Luigino Cassan – . Abbiamo deciso, tutti insieme, di scendere “in piazza” per chiedere una data certa per la ripartenza perché in questa situazione così non possiamo andare più avanti». «È una realtà articolata - ha detto Venturini - che deve essere tutelata con ristori, ma anche attraverso gli ammortizzatori sociali per salvaguardare le competenze acquisite da molti dipendenti nel corso di anni di formazione ed esperienza».

tri ricoperto da tovaglie in lino bianco, con una trentina di sedie e posate dorate, piatti e bicchieri filo oro, 30 alzate floreali realizzate dalla famiglia Bisetto, due lampadari Swarovski e la torta nuziale. Tra i numerosi interventi anche quelli di Valentina Brero, Claudio Bertoldo, Donatella Mola, Ines Ortiz e degli assessori comunali al Turismo, Simone Venturini, e alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga. «Vogliamo ricordare che questo comparto in Italia coinvolge 90mila aziende e Partite Iva e ha

LA PROVOCAZIONE DELLE IMPRESE E DEGLI OPERATORI PER CHIEDERE DATE CERTE SULLA RIPARTENZA DEGLI EVENTI

PERDITE ENORMI

MODELLE E SWAROVSKI La protesta in campo Santo Stefano

«“Venezia Covid free” - ha rilanciato l’assessore Costalonga è uno degli obiettivi per dare la possibilità di ripartenza alla nostra città che in questo momento è in ginocchio. Venezia chiede di lavorare, i ristori non bastano

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Bus privati ancora fermi «Rischiamo di fallire»

«Ritorno in classe? Ma così non basta. Superiori escluse»

L’APPELLO

Una cinquantina di genitori davanti alla Protezione civile di Marghera, incontro con l’assessora Lanzarin: «Perplessi sul prolungamento dell’anno scolastico» `

MESTRE La Dad per tutti non

scena un ricevimento, ascoltando il tenore Rodrigo Trosino e ammirare le sette modelle che indossavano gli abiti di Eleonora Lastrucci ed hanno concluso la manifestazione con il loro elegante defilé. Federica Repetto

ha messo in crisi solo le famiglie. A pagare il conto delle scuole chiuse e degli studenti a casa in “didattica a distanza” sono, infatti, anche i trasporti, e in particolare le imprese private che dopo aver perso i turisti avevano ricevuto un po’ di “ossigeno” supportando le corse scolastiche. «Ci sono centinaia di pullman privati fermi nei piazzali e oltre mezzo migliaio di autisti appiedati, la situazione è drammatica – commenta Marino Gottardo, presidente della Confartigianato Metropolitana di Venezia nel settore Auto-bus Operator –. Dall’inizio della pandemia e del blocco dei flussi turistici intere flotte sono rimaste ferme, immobilizzate. Una prospettiva seppur minima di lavoro arrivava dal supporto al trasporto scolastico, ma ora fin dopo Pasqua non se ne parla, e poi alla fine dell’anno scolastico mancherà poco, troppo poco per poter parlare di occasione di lavoro. Se le prospettive non migliorano, per molte, troppe aziende questo potrebbe essere l’anno del fallimento». In provincia il settore conta 47 aziende con una flotta complessiva di 443 pullman e, guardando solo gli autisti assunti, 699 persone. «Dopo la sospensione anche del servizio di supporto ai trasporti scolastici che, in pratica, era un viaggio andata e ritorno al giorno, ci sentiamo usati e scaricati – prosegue Gottardo – perchè mentre per le aziende di trasporto pubblico locale sono stati previsti ingenti ristori compensativi, per le nostre imprese artigiane, che in alcuni casi hanno subìto un tracollo del giro d’affari anche vicino al 90%, ci sono solo briciole». Gottardo chiede dunque di estendere il supporto dei privati anche ai normali mezzi pubblici «che sono troppo spesso pericolosamente affollati - riprende -. Si potrebbe ricorrere strutturalmente ai privati anche per il trasporto persone, magari sulle linee più critiche da garantire, su Mestre per esempio le tratte che servono la Fincantieri. Da parte nostra, come associazione, rinnoviamo la massima disponibilità a sviluppare possibili sinergie pubblico-privato, ad esempio supportando le corse dei bus di linea negli orari di maggior frequenza o attivare in convenzione con il pubblico, come i servizi a chiamata con qualsiasi tipo di veicolo: autobus, minibus o autovetture. Trovare una soluzione, tra queste proposte, è più che mai urgente per non far fallire troppe aziende – prosegue Gottardo –. I ristori sono fuori target e in certi casi coprono sì e no il 5% delle spese che comunque un’azienda più strutturata e numerosa deve sostenere. Molte flotte sono state rimodernate, e le aziende hanno debiti e leasing aperti, che seppur congelati, dovranno prima o poi essere onorati, ma senza incassi è impossibile capire come». Infine, la Confartigianato chiede alla Regione Veneto di sospendere il pagamento 2021 del bollo sui veicoli con conducente, «come, ad esempio, ha fatto la Lombardia».

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e comunque sono un palliativo. Le aziende intanto si indebitano aspettando un’auspicabile pseudo normalità, e se per caso chiudessero definitivamente dall’oggi al domani – si domanda - che prospettiva di lavoro alternativa avrebbero? La questione si risolve esclusivamente con la vaccinazione di massa. Nel frattempo la zona arancio avrebbe consentito almeno un minimo di attività». Costanza Francesconi Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCUOLA VENEZIA Dalla settimana dopo Pasqua lezioni in presenza per scuole d’infanzia e primarie e per le prime classi delle medie. Una notizia accolta con un sospiro di sollievo da alcuni e con delusione da altri: «Gli studenti delle superiori devono avere lo stesso diritto alle lezioni in presenza – commenta una delle organizzatrici del Comitato Scuole Aperte Venezia – Purtroppo a livello nazionale sono stati posti dei paletti che legano le mani ai presidenti delle Regione, ma ci teniamo a ricordare che gli studenti dai 14 anni in su sono quelli che più di tutti hanno subito la didattica a distanza, mentre gli altri continuavano in presenza. Per loro non è stato fatto nulla, come se fossero invisibili. Noi però non molliamo e continueremo a protestare come nei giorni scorsi».

INCONTRO A MARGHERA E a farsi sentire davanti alla sede della Protezione civile a Marghera ieri erano circa una cinquantina, proprio durante la conferenza stampa del governatorte Luca Zaia, tanto che una delegazione di tre genitori è riuscita a incontrare l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin: «È da mesi che i nostri figli sono chiusi in casa davanti a un monitor – spiega Nancy Vidale, mamma di uno studente di seconda superiore –. All’assessora abbiamo espresso la nostra speranza che si possa andare avanti in presenza fino a giugno una volta tornati in zona arancione. Nonostante la disponibilità ad ascoltarci, ci ha però lasciato perplessi l’ipotesi ventilata dall’assessora di proseguire la scuola fino alla fine di giugno ed oltre, una scelta che penalizzerebbe sia gli studenti che gli insegnanti». Ipotesi sulla quale i sindacati su questo hanno posto il veto fin da subito, obiettando che la didattica a distanza di questi mesi non può essere certo considerata come un “periodo di vacan-

I SUPPORTI VENEZIA Da quando il Veneto è entrato in zona rossa alcune scuole non hanno del tutto chiuso i battenti: il Ministero dell’Istruzione ha infatti previsto la possibilità per alcune categorie di alunni di ogni ordine e grado di poter svolgere le lezioni in presenza. Si tratta di bambini e ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali, e di tutti quelli che non hanno la possibilità di seguire la didattica a distanza da casa per mancanza di connessione Internet nella zona di residenza. L’organizzazione della didattica in presenza con questa modalità è stata in alcuni casi piuttosto problematica, non tanto per gli istituti superiori dove i docenti sono ormai abituati alla “didattica mista”, ma soprattutto per quanto riguarda le primarie e le medie. «Non è stato facile organizzare le lezioni per gli alunni rimasti a scuola - spiega la presidente del Consiglio d’istituto del Dante Alighieri, Eva Bassi -. Si sono dovute incastrare le ore di lezione in presenza

IL PRESIDIO La manifestazione dei genitori (con alcuni figli) ieri mattina a Marghera

za”. Dall’ingresso in zona arancione, infatti, gli istituti superiori hanno attivato la Dad al 50%, prevedendo per la maggior parte una rotazione tra studenti della stessa classe: «Anche se dal punto di vista didattico la modalità mista tra presenza e online funziona meno, ci siamo organizzati in modo da garantire una rotazione tra gli studenti spiega la preside dell’Istituto Algarotti Sarpi, Concetta Franco Fino a che siamo stati in zona arancione abbiamo sempre svolto in presenza tutti i laboratori. Speriamo che dopo il 30 aprile si possa tornare in zona gialla, anche per permettere agli studenti di quinta di prepararsi adeguatamente all’esame di Stato».

NUOVA MOBILITAZIONE Nel frattempo, annunciano i genitori, le proteste proseguiranno con altre manifestazioni, tra cui quella di domenica alle 15.30 nel piazzale della stazione di Santa Lucia, a cui dovrebbero

partecipare anche i comitati di Vicenza e Verona. Ma la scelta delle manifestazioni come modalità di protesta sta suscitando polemiche su più fronti, soprattutto per la presenza dei bambini. «Da genitore condivido il fatto che le scuole debbano restare aperte, come è stato fatto in Francia – commenta un papà con figlio alla scuola d’infanzia –, ma non sono assolutamente d’accordo né sulla scelta di organizzare manifestazioni in piena pandemia, né tantomeno sul far partecipare i bambini. Alla manifestazione della scorsa settimana davanti alla stazione ai

CONFERMATA PER DOMENICA UN’ALTRA MANIFESTAZIONE DAVANTI ALLA STAZIONE DI S.LUCIA. POLEMICHE SULLA PRESENZA DEI PICCOLI

«Così abbiamo seguito gli alunni disabili» La sfida delle scuole GIROTONDI CONTESTATI Per alcuni genitori i girotondi durante le manifestazioni danno messaggi confusi ai bambini

GARANTITA LA DIDATTICA IN PRESENZA PER BAMBINI E RAGAZZI CON BISOGNI SPECIALI «FAR COINCIDERE GLI ORARI È STATA UN’IMPRESA»

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con piccoli gruppi di compagni, creati per garantire l’inclusione dei bambini con bisogni educativi speciali, con le ore di didattica a distanza perché era impensabile che le due modalità venissero svolte in contemporanea». Per le scuole d’infanzia l’organizzazione è stata invece più fa-

bambini è stato chiesto di fare un girotondo mano nella mano: credo che questo abbia creato loro molta confusione visto che a scuola devono rispettare rigidi protocolli di sicurezza». Sotto attacco, in particolare, un cartellone utilizzato anche nella manifestazione di ieri: “I nostri figli rinchiusi a casa da soli si stanno spegnendo”. «Vedere le immagini dei bambini a fianco ad uno striscione del genere fa capire a chiunque che c’è qualcosa di sbagliato – commenta un’insegnante della scuola primaria, mamma di una bambina delle medie –. I nostri figli vanno protetti, a maggior ragione in un momento difficile come questo. Tra adulti possiamo dirci che la Dad non va bene, e assicuro che anche noi insegnanti preferiamo mille volte la didattica in presenza, ma ai bambini bisogna trasmettere serenità e positività». Alice Carlon © RIPRODUZIONE RISERVATA

cile, anche se in alcuni plessi l’attivazione delle lezioni in presenza non è certo stata immediata. «Abbiamo dovuto fare più volte richiesta, e con noi anche i genitori dei compagni di classe che hanno dato la disponibilità di affiancare nostro figlio per garantire il diritto all’inclusione - spiega la mamma di un bambino con un disturbo dello spettro autistico che frequenta una scuola d’infanzia del centro storico veneziano -. Per fortuna da questa settimana siamo tornati in classe mentre l’anno scorso, quando la scuola ha chiuso all’improvviso, ci siamo sentiti completamente abbandonati. A scuola nostro figlio è seguito da terapiste, pagate privatamente, che lo aiutano dal punto di vista comportamentale e che non riuscirebbero a seguirlo a casa nostra, anche perché viviamo in un’isola in cui i collegamenti non sono così frequenti. Per un bambino come lui la scuola è un bisogno primario anche solo per scandire il ritmo della giornata e rispettare una routine che è fondamentale». A.Car. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XI

Delta

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Barbamarco “appesa” ai fondi europei Il presidente Zaia ha chiesto che i lavori per scongiurare `Il rimprovero del Pd: «Bastava destinarvi il costo della tappa gli interramenti siano pagati con i soldi del Recovery Fund ciclistica del Prosecco e gli interventi sarebbero già conclusi»

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PORTO TOLLE Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha scritto al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini per chiedere di intervenire sull’annosa questione del porto peschereccio di Pila, Porto Tolle. L’interramento della bocca sud di Barbamarco è un evento che avviene ciclicamente mettendo a repentaglio la sicurezza delle imbarcazioni con il proprio equipaggio tant’è che recentemente la Prefettura di Rovigo ha predisposto un nuovo scavo di somma urgenza del canale per ripristinarne la viabilità. «Prevedere nell’ambito delle iniziative connesse al piano ‘Next generation Eu” un sistema di protezione della laguna di Barbamarco la cui bocca a mare è soggetta a frequenti insabbiamenti che mettono a repentaglio la fiorente economia ittica e l’incolumità degli equipaggi di una moderna flotta di pescherecci» questa la richiesta del presidente. «Pur trattandosi di un’esigenza puntuale e molto contestualizzata la questione assume un’assoluta rilevanza in quanto interessa la sicurezza della navigazione e la produttività di un comparto peschereccio di sicuro rilievo – scrive Zaia -. Lo sbocco a mare in questione è l’unica via di accesso al porto di Pila, il cui mercato ittico rappresenta una delle attività più importanti dell’economia di questo territorio». L’infrastruttura, che è tra le più moderne, ospita oltre 60 imbarcazioni adibite a pesca professionale tenendo conto che l’ul-

timo intervento di dragaggio effettuato dalla Regione e conclusosi a gennaio 2021 è stato quasi del tutto annullato da una recentissima mareggiata. Se da un lato è arrivato il grazie del presidente della coop Pila, Giuliano Mazzucco per l’interessamento dimostrato dalla Regione, è dai banchi dell’opposizione che Francesca Zottis, vicepresidente dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini bacchetta Zaia. «Un sistema di protezione per la laguna di Barbamarco non è più rinviabile, ma dov’era la Regione in questi anni? – scrive in una nota l’esponente del Pd -. Zaia adesso scarica il problema sul Governo e chiede di finanziarlo con le risorse del Recovery Fund, definendolo di assoluta rilevanza. Perché allora non ci ha mai ascoltato quando a ogni sessione

di bilancio facevamo proposte con finanziamenti precisi, regolarmente bocciate dalla Lega? Adesso Zaia si ricorda dell’importanza di questo mercato ittico per ilPolesine e perché non si è mosso prima? E se per caso non dovesse rientrare nel Recovery Fund se ne farà finalmente carico o dovremo aspettare un’altra pandemia? Per anni la Regione è andata avanti con provvedimenti tampone e lavori di somma urgenza. Bastava programmare un intervento strutturale e nell’arco di una legislatura, con una spesa equivalente a quella per il passaggio di una tappa del Giro d’Italia dalle Colline del Prosecco e il problema del porto di Pila si sarebbe risolto da un pezzo». Anna Nani PROBLEMA ANNOSO La bocca sud della laguna di Barbamarco

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Ariano nel Polesine

Il Comune ha celebrato il Dantedì su YouTube nel ricordo della Rovra Un viaggio nel mondo di Dante nel ricordo della Rovra, la grande quercia di San Basilio sulla quale leggenda narra sia salito il Sommo Poeta per ritrovare la via smarrita. Un video pubblicato sul canale YouTube del Comune di Ariano ha reso omaggio al Dantedì, la giornata istituita nel 2020 per ricordare Dante Alighieri, annunciando anche che a breve alcuni anelli di crescita del fusto della Rovra saranno oggetto di un esame dendrocronologico per datarne l’età. L’albero

crollò nel 2013. Ad aprire il video l’assessore Martina Boscolo: «Quest’anno la data è particolarmente significativa

perché si ricorda il 700esimo anniversario della morte del Sommo Poeta (settembre 1321). In Italia erano state pensate molte iniziative, anche noi avevamo ideato vari eventi ma purtroppo l’emergenza sanitaria ancora in corso ha portato a proporle in altre forme». Nel breve video si alternano la sindaca Luisa Beltrame con gli assessori Sandro Vidali e Laura Modena tra stralci della Divina Commedia e racconti del territorio arianese che si

fondano sulla leggenda che volle Dante salire sulla Rovra a San Basilio per individuare il campanile dell’Abazia di Pomposa a cui fare ritorno. Un racconto che si tramanda da secoli fin da quando la Rovra faceva parte di una grande foresta planiziale, oggi in via di ricostituzione con la messa a dimora di sette nuove querce per dare vita al “Bosco di Dante” nei pressi degli scavi archeologici della frazione. A.Nan.

La seconda A della media San Domenico Savio ha vinto il concorso nazionale “Testimoni dei diritti” indetto dal Ministero dell’istruzione con il Senato della Repubblica. Un primo posto, condiviso ex equo con le

classi terze B e C della media di Sulmona, che dimostra la validità del progetto portato avanti nel corso dello scorso anno scolastico pur tra tutte le vicissitudini e le difficoltà del periodo pandemico. Il concorso prevedeva una riflessione sui principi della Dichiarazione universale dei diritti umani e una ap-

profondimento da parte dei ragazzi su uno degli articoli a loro scelta, verificandone l’attuazione nel proprio territorio e formulando proposte per assicurarne il rispetto. Seguiti dalla professoressa Monica Caniato, con il progetto “Diventiamo custodi del territorio e della cultura” l’allora pri-

ma A ha lavorato sull’articolo 27, comma 1 (“Ogni individuo ha il diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici”), calandolo sulla realtà del Delta del Po considerato da un punto di vista naturalistico e

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PORTO VIRO È stata posticipata a domani l’uscita a mare del nuovo traghetto Gnv Bridge realizzato dal cantiere navale Visentini su commessa della compagnia omonima che opera nelle acque del Mediterraneo. Inizialmente previste per oggi, le operazioni di discesa verso il mare aperto percorrendo il tratto terminale del Po di Levante si svolgeranno a partire dalle 5.30 di domenica e fino al completamento del transito dello scafo che dovrebbe durare alcune ore. Per tale motivo è stata disposta la sospensione della navigazione nel tratto di fiume che parte dal cantiere navale Visentini fino alle bocche di Porto Levante/Albarella.

NAVE DI GRANDI DIMENSIONI

storico. Attraverso il canto e la recitazione, che in qualche tratto ha assunto anche la forma dialettale, sono stati illustrati il mito di Fetonte, la figura del menestrello-cantastorie Torototela. La premiazione è avvenuta in videoconferenza. Enrico Garbin

La Gnv Bridge, i cui allestimenti saranno ultimati prima nel bacino di Trieste e poi in quello di Venezia, fa parte dell’ultima generazione delle navi-traghetto prodotte dai cantieri navali Visentini che hanno iniziato questo tipo dio costruzioni a partire dagli anni ‘90 con riscontri e apprezzamenti in tutto il mondo. Con la sua capacità di circa mille passeggeri che può ospitare a bordo,i 2.600 metri lineari per trailers più 260 auto e 1.500 metri quadri di aree pubbliche, ristoranti, bar, negozi e aree pullman seats, il traghetto sarà utilizzato dal gruppo Gnv per i propri collegamenti marittimi nel Mediterraneo. E.Gar.

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La 2.A della Savio è “testimone dei diritti” PORTO VIRO

Domani prenderà il mare il Gnv Bridge


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Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA PROFILASSI

Report vaccinazioni

VENEZIA Vaccinazioni a manetta. Con le prenotazioni via Internet, con le telefonate, con gli accessi liberi come quello sperimentale di domani a Treviso. Dalla settimana prossima il Veneto punta ad accelerare la campagna di profilassi contro il Covid-19, non lasciando più fiale in magazzino: «Non voglio più vedere scorte», ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia. Che annuncia il giro di vite: «Dalla settimana prossima potremo contare su una fornitura di 300mila dosi, dobbiamo accelerare». E così sono pronti a entrare in azione i farmacisti, ma anche gli imprenditori. E si cercano pure volontari.

Monitoraggio campagna di vaccinazione anti-Covid 19

Percentuale di popolazione 80+ con almeno una dose 48,7% Dosi somministrate

709.863

488.346

221.480

+24.770

+17.799

+5.975

Dosi somministrate

prime dosi

cicli completati

79,0%

Prime dosi

10,0%

Cicli completati

4,5%

Copertura popolazione Regione del Veneto per età 100.000

Persone con una dose

Totale persone

75.000

AZIENDE Partiamo dai luoghi di lavoro. L’intesa è già stata raggiunta, ma vaccinazioni nelle fabbriche e nelle aziende non se ne sono ancora viste. E non solo perché mancavano vaccini. Da parte sindacale è arrivata infatti l’obiezione: se si vaccinano gli operai, i vecchi resteranno indietro? Ieri il governatore Zaia ha garantito che non ci saranno “sorpassi”, ma che a fronte di forniture importanti bisognerà mettere in campo più vaccinatori possibili. E dunque, anche se «in maniera leggera», si partirà con le somministrazioni nei luoghi di lavoro. «Sia chiaro però - ha detto Zaia - che nessuno toglie i vaccini agli anziani per darli alle imprese. Tra l’altro le imprese potranno vaccinare anche i familiari dei propri lavoratori, ma solo se over 65. E poi, sia chiaro, è il ministero che dice che la vaccinazione nelle aziende deve andare in parallelo».

VOLONTARI Il governatore ha confermato che la settimana prossima, presumibilmente dal 1° aprile, sarà operativo un nuovo portale attraverso cui, «con quattro mosse», si potrà prenotare il vacci-

APPELLO AI GIOVANI: «OFFRITEVI PER DARE UNA MANO NEI CENTRI VACCINALI: RICEVERETE ANCHE VOI UNA DOSE»

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Fonte: Regione del Veneto - Direzione Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria, aggiornato al 25 marzo 2020

In arrivo 300mila vaccini Volontari per fare le dosi Dalla prossima settimana il Veneto `Dal 1° aprile sarà operativo un nuovo portale dove prenotare il proprio turno punta ad accelerare la campagna `

no. Analogamente entrerà in funzione un nuovo call center dove chiedere telefonicamente informazioni. Dopodiché i direttori generali delle Ulss, ascoltandolo parlare da Marghera, devono averlo amato: Zaia ha invitato chiunque voglia dare una mano nella campagna di profilassi come volontario, fosse anche solo per «compilare qualche carta», a chiamare i dg: «Dopo gli “angeli del fango” sono sicuro ci saranno anche gli “angeli dei vaccini”. Mi appello ai giovani

che vogliono dare una mano anche solo per la parte amministrativa, per sveltire le pratiche. Ci sono già molti giovani che vogliono dare un aiuto in questa fase e sono tutti bene accetti. Se siete disponibili, mandate una mail ai direttori delle Ulss, chiamateli, fatevi passare la loro segreteria». Si presume un boom di offerte dal momento che questi volontari saranno tutti vaccinati: «Ma bisogna fare tanto volontariato». Domani, poi, ci sarà l’esperimento trevigiano con la

De Luca: compro lo Sputnik Zaia: il divieto era una farsa E parte la sperimentazione LA POLEMICA VENEZIA La Campania del governatore Vincenzo De Luca può comprare il vaccino russo Sputnik, peraltro non ancora autorizzato, mentre il Veneto non ha potuto acquistare i 27 milioni di dosi di Pfizer perché la competenza era solo europea e statale? «Prendo atto che il Governo italiano, non dicendo nulla, conferma che tutte le regioni posso comprare in autonomia i vaccini», ha ironizzato il presidente del Veneto Luca Zaia rispondendo ieri, durante il punto stampa a Marghera, a una domanda sul vaccino russo Sputnik “prenotato” dalla Campania. «La storiella dell’Europa che li compra e li dà all’Italia è una farsa - ha detto Zaia -. Hanno rotto le palle a me per niente quando noi abbiamo cercato i vaccini».

L’Ego-Hub

IL CONTRATTO Il contratto per l’acquisizione da parte della Campania del vaccino Sputnik diventerà «operativo dopo l’approvazione da parte dell’Ema e dell’Aifa», ha detto il governatore De Luca, auspicando però «che la risposta arrivi al più presto, entro un mese». «Riteniamo che questo contratto possa aprire una strada per l’Italia. Se le cose andranno bene può essere un esperimento al servizio del Paese». Per l’acquisto dei vaccini Sputnik verranno investite

BERTOLASO: «IL COMPITO SPETTA AL GOVERNO, AVRANNO ACQUISTATO UN MODELLINO DEL SATELLITE»

risorse della Regione Campania, ma una volta, ha spiegato De Luca, «coperte le esigenze dei nostri concittadini metteremo a disposizione dell’intero Paese la quantità dei vaccini che dovessimo ricevere dalla casa produttrice».

LE REAZIONI «Se la Campania comprerà lo Sputnik e il governo non avrà nulla da dire, allora tutti potranno comprarlo liberamente e avevo ragione io - ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia -. La Campania fa bene. Ed io sono ancora in attesa di sapere se qualcuno è andato a vedere se chi ci aveva offerto i vaccini li aveva per davvero o meno». E si è fatto sentire anche il capogruppo di Zaia Presidente in consiglio regionale, Alberto Villanova: «Chissà se De Luca riceverà le stesse accuse ricevute da Zaia

Sospesi interventi chirurgici e visite

chiamata diretta dei nati nell’anno 1936, un’idea partorita dal presidente della Regione. Zaia ha già messo le mani avanti: «Non sarà liscia domenica a Treviso, ma se funziona estendiamo il progetto a tutto il Veneto».

L’altro aggiornamento della campagna vaccinale è che anche gli accompagnatori, purché con più di 65 anni, degli over 80 ai Cvp, saranno vaccinati. «Alla peggio torneranno a casa con l’appuntamento in tasca».

I NUMERI Con una fornitura settimanale di 300mila vaccini, il Veneto dovrebbe fare più di 40mila iniezioni al giorno e questo spiega perché ci sarà bisogno anche delle somministrazioni nelle aziende «con 5.000, forse 10.000 inoculazioni al giorno». E quanti vaccini potrebbero essere somministrati dai medici di base? «Ad libitum», a volontà, ha detto Zaia rispolverando il latino. Giovedì il Veneto ha fatto 24.770 vaccini di cui 17.799 prime dosi e 5.975 richiami («Ma nel conteggio mancano i mille di Belluno fatti dai medici di base che non sono stati ancora caricati nel sistema»). Da lunedì, poi, dovrebbe chiudersi anche l’accordo con i farmacisti per le prenotazioni attraverso il nuovo portale.

PUBBLICITÀ Intanto la Regione del Veneto ha deciso di affiancare alla campagna vaccinale una campagna informativa con l’obiettivo di chiarire dubbi e perplessità. «Lo sforzo informativo e divulgativo - recita una nota di Palazzo Balbi - vuole aiutare a rendere facile la scelta di vaccinarsi, agevolando la ricerca di informazioni anche di tipo organizzativo, e indirizzando il cittadino verso riferimenti chiari e scientificamente precisi». Il testimonial di questa campagna d informazione è un supereroe - il vaccino, appunto nato dalla matita di Maria Gianola, disegnatrice veneziana che ha messo a disposizione la sua creatività per supportare l’iniziativa. La campagna si avvarrà della spinta comunicativa e di diffusione di “Viral Veneto”, impegnata fin dall’inizio dell’epidemia a rafforzare i messaggi nella popolazione, in particolare tra i giovani. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CIRCOLARE VENEZIA Il Veneto è entrato in “fase 4”: significa che, a causa dell’aumento dei ricoveri sia nelle aree non critiche che nelle terapie intensive, dalla settimana prossima saranno sospesi tutti gli interventi chirurgici programmati per i quali è previsto il ricovero in rianimazione. Ma saltano anche le attività di specialistica ambulatoriale. In compenso il personale medico e infermieristico sarà dirottato nei centri vaccinali. Lo stabilisce il direttore della sanità veneta, Luciano Flor, che in una circolare ha dato anche una scadenza: entro il 29 marzo va cambiata l’organizzazione al fine di predisporre i posti letto previsti per la Fase 4. L’aumento dei ricoveri, del resto, continua: sono 1.822 i pazienti Covid nelle aree non critiche (+15) e 284 nelle terapie intensive (+9), ma va considerato che nelle rianimazioni ci sono anche malati non Covid e non sono pochi: ieri a mezzogiorno erano 287. Restando al bollettino, i morti in Veneto sono saliti a 10.509 (+16 nelle ultime ventiquattr’ore) e ci sono stati altri 1.914 positivi. L’incidenza calcolata ieri mattina con 2.095 contagi su 42.645 tamponi era 4,91%. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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DALLA RUSSIA Un farmacista mostra una confezione di Sputnik

quando voleva acquistare vaccini autorizzati da Ema e su libero mercato». Sarcastico il commento di Guido Bertolaso, consulente della campagna vaccinale della Regione Lombardia: ad aiutare la campagna vaccinale in Italia potrà essere in futuro «anche il vaccino russo, al di là delle boutade che vengono fatte da alcune Regioni che sostengono di averlo già comprato lo Sputnik. Magari hanno comprato un modellino del vecchio satellite. Sanno tutti molto bene - ha aggiunto Bertolaso - che l’acquisto dei vaccini è compito del Governo centrale e che nessuno a livello locale si può permettere il lusso di comprare i vaccini».

LO STUDIO Intanto nel Lazio, all’Istituto Spallanzani in collaborazione con l’Istituto Gamaleya, dopo Pasqua partirà una doppia sperimentazione scientifica. Lo studio riguarderà l’efficacia dello Sputnik sulle varianti, in particolare quelle brasiliana, sudafricana e inglese, e anche l’uso come richiamo in soggetti che hanno ricevuto la prima dose di un vaccino affine per struttura come ad esempio Astrazeneca. È prevista anche una collaborazione con l’Istituto Sacco di Milano. Nella prima fase di sperimentazione l’istituto russo metterà a disposizione 100 dosi. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

In piazza contro la dad: «Decida il sindaco dove vanno chiuse le scuole» Da Val di Zoldo a Belluno famiglie e bambini protestano e per un giorno addio alla contestata didattica a distanza

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LA PROTESTA BELLUNO/ VAL DI ZOLDO La provincia “no dad” è scesa in piazza. Con zaini, mascherine ben indossate, striscioni e voglia di far sentire la propria voce, non più attraverso lo schermo di un computer. Ieri gruppi di cittadini hanno aderito alla protesta organizzata a livello nazionale da chi, contrario alla didattica a distanza, oggi chiede un ritorno in aula di bambini e di ragazzi. Le piazze della protesta sono state il centro del capoluogo, Piazza dei Martiri, e Forno di Zoldo. Da un capo all’altro della provincia la richiesta è la stessa: il rientro in classe con tutte le misure di sicurezza del caso.

«DECIDANO I SINDACI»

OGGI TOCCA A LONGARONE Tra le 9 e le 14 saranno i padiglioni della Fiera di Longarone ad ospitare la campagna vaccinale. A disposizione 250 dosi di vaccino AstraZeneca, destinate a persone di età compresa tra i 75 e i 79 anni. I posti a disposizione sono stati tutti prenotati.

nezia 273, Verona 251, Vicenza 248, Rovigo 244. Il dato su Belluno fa ben sperare. Non solo quello sui positivi ma anche quello relativo ai vaccini somministrati. Il Dipartimento di Prevenzione, aiutato anche dai medici di medicina generale, ha dato una forte scossa al piano vaccinale nell’ultima settimana. Dosi permettendo, la macchina dell’Ulss ormai è oliata e funziona. L’arrivo, tra circa un mese, del vaccino Johnson&Johnson dovrebbe consentire di accelerare ancora di più la vaccinazione per riuscire a coprire tutti entro settembre. Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ARRIVO, TRA UN MESE, DEL VACCINO JOHNSON&JOHNSON PERMETTERÀ DI ACCELERARE

Il bollettino

Sono 1296 i positivi, 84 i ricoverati Sono 77 le persone positive al virus che sono state individuate nelle ultime 24 ore in provincia di Belluno. Il numero degli attualmente contagiati è arrivato a 1296 ma anche ieri non ci sono stati decessi nel territorio della provincia di Belluno. Una buona notizia che, finalmente, allevia le sofferenze dei mesi scorsi con giorni in cui sono stati registrati anche sei vittime tra le persone positive al virus. Forse si tratta di un primo effetto della campagna di vaccinazione ma, se così fosse, è comunque presto per poter fare delle valutazioni su un campione statistico ancora limitato. Negli ospedali della provincia, due le strutture che al momento accolgono pazienti positivi al virus (Feltre e

Belluno), sono 84 i ricoverati. Otto di loro si trovano in gravissime condizioni nei reparti di terapia intensiva equamente divisi tra le strutture di Belluno e Feltre. Quindici sono invece le persone che sono attualmente ricoverate nei reparti dell’ospedale di comunità: 10 si trovano a Belluno e 5 a Feltre. Nei reparti ordinari invece sono 36 le persone ricoverate al San Martino e 25 al Santa Maria del Prato. Al momento, fortunatamente, non si è resa necessaria l’apertura delle altre strutture in provincia che erano state utilizzate per attutire l’impatto della seconda ondata. Un altro segnale di come la situazione sia migliorata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ma non solo, mamme e papà di Val di Zoldo si sono spinti fino a chiedere più potere decisionale per il sindaco, perché ogni ente locale sia libero di adottare le misure più aderenti alla propria singola situazione. Nel frattempo il Governo ieri ha annunciato la riapertura di asili, scuole elementari e medie fino al primo anno dopo Pasqua, una decisione accolta con soddisfazione dal governatore Luca Zaia ma che ha sollevato qualche critica invece da parte di genitori e dello stesso sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, che vorrebbe una riapertura delle aule anche per seconda e terza media. E così, anche quando si parla di dad si affaccia la grande questione dell’autonomia del Bellunese. «Dovrebbero dare maggiore autonomia ai sindaci, che sulla base dei rispettivi territori dovrebbero poter fare valutazioni sulla apertura o meno delle scuole – le parole del sindaco De Pellegrin -, non si capisce perché le misure di grandi città debbano essere le stesse di un comune piccolo come il mio. Nel momento di maggior picco, quando qui avevamo 90 contagiati, le scuole erano aperte e adesso no, non ha senso. Lasciare a casa i ragazzi delle medie a Zoldo? Non ha nessun senso, cosa mi cambia avere quaranta ragazzi a casa e gli altri in classe qui in Valle? I numeri sono questi. Per me è inaccettabile e va rivista questa differenziazione. Si parla di autonomia e di federalismo, ecco io credo che i sindaci dovrebbero assumersi

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una fetta di responsabilità e far andare tutti i ragazzi a scuola».

LE MAMME Ma torniamo alla manifestazione. Ieri tra le mamme zoldane c’erano Consuelo. Lavoratrice stagionale «a casa da troppo tempo» dice lei, mamma di un bambino di terza elementare e di uno di tre anni. Le sue giornate si dividono tra il gioco con il piccolo e il sostegno nelle lezioni al pc del figlio più grande. Ma così non va e come lei ieri erano in centinaia a dirlo. Nello Zoldano la manifestazione è stata in assenza: di prima mattina i genitori hanno portato in piazza gli zaini dei figli e li hanno appoggiati a terra, poi sono tornati a casa per non creare assembramenti. A fine giornata sono ripassati a prenderli. «Era un modo per di-

«UN MODO PER MOSTRARE COME I NOSTRI FIGLI ABBIANO BISOGNO DI TORNARE IN CLASSE»

mostrare come i nostri figli abbiano voglia di tornare a scuola e all’asilo – spiega Consuelo -. Capiamo la situazione d’urgenza, ma in realtà piccole come le nostre zone di montagna le realtà locali dovrebbero avere più potere decisionale».

IN CITTÀ In piazza dei Martiri tra adulti, ragazzi e bambini sono stati un centinaio a rispondere all’invito diffuso nei giorni dai coordinatori scorsi attraverso la pagina social “Priorità alla scuola Belluno”. L’appuntamento era alle 10 e le indicazioni dell’organizzazione sono state rispettate: tutti distanziati, tutti con addosso una mascherina su cui era stata tracciata a pennarello la scritta “scuola” e con le mani a reggere striscioni inneggianti il ritorno in aula e non solo. “Dad Dimenticati a distanza”, “La dad non è scuola” e, ancora, “La scuola si cura, non si chiude” si leggeva nei cartelloni colorati. Per tutti ieri è stata una giornata di no dad sul serio, perché per partecipare alla manifestazione gli studenti si sono assentati dalle lezioni previste online. Alessia Trentin © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIAZZA MARTIRI A Belluno la protesta con i bambini


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Sabato 27 Marzo 2021 www.gazzettino.it

Profilassi e polemiche IL CASO VENEZIA Si vaccina. “Venghino i dipendenti dei Comuni”, porte aperte all’immunizzazione. Chiamata di massa. Per poche ore però. Contrordine, compagni: tutti a casa, appuntamento rimandato, “venghino” prima gli anziani. Così verso sera il Comune di Padova ha detto basta: fatti i primi 179 dipendenti, le dosi saranno rimesse a disposizione dell’Ulss per gli anziani. Nel frattempo il governatore veneto Luca Zaia aveva preso le distanze dalla vaccinazione nei municipi: «Io non lo farei». Ed erano esplose le polemiche. Con tanto di esposto presentato in procura a Venezia da un avvocato di Jesolo. Così è toccato al sindaco di Padova, Sergio Giordani, precisare: «Noi abbiamo sempre seguito le precise indicazioni dell’Ulss e continueremo a seguirle. L’11 marzo a seguito delle disposizioni del Governo che prevedevano la possibilità di somministrare il vaccino anche nei luoghi di lavoro, a maggior ragione come ente che offre servizi essenziali ai cittadini, abbiamo comunicato la nostra disponibilità alle autorità sanitarie che ci hanno detto di procedere. Una volta avuto il via libera abbiamo aperto le prenotazioni. Fin qui i fatti così come li ha confermati pubblicamente anche il presidente Zaia. La campagna di vaccinazioni è fisiologicamente soggetta a oscillazioni, anche pesanti, giorno dopo giorno e noi non solo non facciamo polemiche, ma come sempre siamo a disposizione. Come ci comunica l’Ulss per una serie di ragioni contingenti in questo fine settimana la disponibilità non va oltre quella necessaria a perseguire la normale campagna vaccinale per gli anziani e le catego-

Padova, comunali vaccinati poi il sindaco fa dietrofront Giordani: «Seguite le indicazioni dell’Ulss» `Veneto orientale, bufera sulle iniezioni Stop dopo 179 dosi. «Ora prima gli anziani» agli amministratori. Zaia: «Io non lo farei»

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rie fragili». Quindi tutto sospeso con effetto immediato. A Padova.

IL POLVERONE Ma un altro polverone nell’Ulss 4 del Veneto orientale si è sollevato quando si è saputo che alcuni amministratori locali, tra cui sindaci, si sono vaccinati senza rientrare nelle categorie “a rischio”. “Furbetti” o solamente pronti a cogliere l’occasione di vaccini che altrimenti sarebbero andati buttati, fatto sta che l’azienda sanitaria vuole andare fino in fondo con una propria verifica interna. E l’avvocato jesolano Alberto Teso ha presentato un esposto in Procura chiedendo di far luce sulla vicenda. Sindaci, assessori e consiglieri comunali hanno ricevuto il siero anti Covid-19 assieme ai dipendenti pubblici e alle altre categorie essenziali. Tutto è accaduto alla ripresa tra dei vaccini AstraZeneca. Ed è stato a questo punto che in mezzo ai dipendenti e alle altre categorie di lavoratori essenziali si sono presentati alcuni amministratori pubblici. Ed è arrivato l’altolà di Zaia: «Sia io che l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin non ci vacci-

neremo finché non avranno la dose tutti i nostri over 80». Poi la puntualizzazione del governatore sul caso specifico: «Anche noi saremo una categoria a rischio ma abbiamo deciso di non farlo. Non do la colpa ai sindaci, magari c’erano delle dosi avanzate e l’hanno fatto. Non li colpevolizzo, ma io non l’avrei fatto». E sulla stessa linea è la posizio-

ne di gran parte dei sindaci del Veneto Orientale, che ieri hanno ribadito che nessun amministratore pubblico, eccetto quelli che rientrano tra le categorie previste per motivi di lavoro, si è vaccinato. Aggiungendo, inoltre, che in questa fase la priorità deve essere garantita ad anziani e persone ammalate. E per lo stesso motivo più di qualche sindaco

VENEZIA «Se ci saranno risultati soddisfacenti, li sosterremo. In caso contrario, e lo dico ai miei amici e compagni del Veneto, bisognerà mobilitarsi». Ieri ha parlato chiaro, Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil, in occasione del confronto on line organizzato da Cgil Venezia sull’emergenza sanitaria e in particolare sul tema dei vaccini, anche in ambito lavorativo. «Bisognerà andare davanti alla Regione per chiedere che faccia il suo dovere – ed implicita è parsa un’accusa, da parte di Pedretti, alla Cgil regionale che ancora non si sarebbe mossa in tal senso – affinché vaccini il prima possibile le persone con più fragilità. Se Zaia riterrà opportuno confrontarsi con noi, bene. Altrimenti ci troverà nelle piazze, anche distanziati». Per il segretario generale molte – troppe, a livello regionale – le persone anziane non ancora immunizzate. «Il problema – ha spiegato Ugo Agiollo, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Venezia – nasce da una regione, al 14° posto nel Paese per percentuali di vaccinazioni, incapace di fare programmazione. Le 9 Ulss stanno agendo ognuna per conto proprio, generando confusione». Dichiarazioni che hanno fatto eco a quelle del professor Andrea Crisanti, convinto di quanto sia inopportuno che persone non vaccinate lavorino nelle Rsa. E il riferimento è al caso di Belluno, dove alcuni Oss no vax rischierebbero un’aspettativa non retribuita. «Pensiamo che il vaccino risolva il problema – ha detto sul-

la questione dei contagi nelle Rsa – ma non è vero: gli anziani, si sa, rispondono meno bene alla vaccinazione. Dunque il loro livello di protezione sarà inferiore rispetto a quella indotta alla popolazione generale». Non ha risparmiato stoccate ai test rapidi antigenici: «Anche quelli di terza generazione fanno schifo. Durante la crisi la Regione ha dimostrato come l’arma

CRITICO Andrea Crisanti

«SE NON ACCELERA LA COPERTURA DEI PENSIONATI DOVREMO MOBILITARCI DAVANTI ALLA REGIONE VENETO»

INDAGINE INTERNA In ogni caso l’Ulss 4 ha confermato che sulla vicenda farà la massima chiarezza e per questo PADOVA Code per la vaccinazione in Fiera

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La Cgil: «Più veloci con gli anziani» Crisanti: «Test rapidi? Uno schifo» IL SINDACATO

non ha gradito la corsa in avanti dei colleghi. In silenzio, invece, i primi cittadini di Jesolo e Cavallino-Treporti, Valerio Zoggia e Roberta Nesto, che si sono appellati alla privacy.

è già stata avviata un’indagine interna. «Ribadisco che la nostra azienda sanitaria – spiega il direttore generale Mauro Filippi non ha convocato sindaci ed assessori. Riguardo ai vaccini effettuati al personale dei comuni, si evidenzia che alcuni di questi rientrano nei servizi primari. Pertanto può essere verosimile che qualche amministratore comunale si sia presentato, in buona fede, insieme al personale del proprio Comune. Stiamo comunque facendo una verifica sui dati dei vaccinati e sulla correttezza delle procedure. Se emergeranno degli errori, chi ha sbagliato se ne assumerà la responsabilità, noi andremo fino in fondo». In questa fase l’Ulss 4 sta valutando anche se avviare delle liste di riservisti. «In genere non avanziamo nulla – aggiunge Filippi – per esigenze tecniche portiamo sempre delle dosi in più, alla fine degli accertamenti faremo tutte le valutazioni del caso. Delle liste di riservisti? Ci siamo pensando, ad oggi abbiamo usato le dosi avanzate convocando gli anziani dei piccoli comuni che erano già stati preallertati». I consiglieri della lista “Jesolo Bene Comune” hanno presentato un’interrogazione chiedendo al sindaco Valerio Zoggia di spiegare la situazione in consiglio comunale: «Visto che ci sono ancora anziani e persone fragili che non hanno ricevuto il vaccino sarebbe utile e necessario che si faccia la massima chiarezza». Analoga iniziativa da parte dell’opposizione a Cavallino-Treporti. E poi c’è l’esposto dell’avvocato Teso: «Chiedo di conoscere se sia stato avviato un ingiustificato trattamento di favore». Anche i tanti anziani in attesa di vaccinazione lo vorrebbero sapere. Giuseppe Babbo

vincente sia stata l’identificazione precoce delle catene di trasmissione e questa si poteva fare solo attraverso il tampone molecolare. Poi si è deciso d’investire oltre 260 milioni di euro in tamponi antigenici, ma non nei laboratori» destinati alla processazione dei molecolari, per i quali ci vogliono più giorni. «Ma la soluzione trovata – i tamponi rapidi, con una sensibilità del 70% e che non riescono ad identificare molte varianti – è peggiore del problema stesso. Utili per lo screening di comunità, non rappresentano un lasciapassare sociale o di filtro per ospedali ed Rsa. Dove, in Veneto, nella seconda ondata si è registrato un terzo dei 7mila decessi. A dimostrazione di come le case di riposo non siano state protette dalla politica». E per il professore ordinario di Microbiologia all’ateneo patavino la causa è da individuare, oltre che nell’uso indiscriminato dei tamponi rapidi, «nell’ossessione della zona gialla». Discorso a parte, l’immunità di gregge per la quale bisognerebbe raggiungere, in Italia, il traguardo di 42 milioni di vaccinati. «Cosa molto difficile se si tolgono, fra gli altri, i 12 milioni di ragazzi da 0 a 18 anni, i senza dimora, gli immigrati senza permesso. Ecco dunque le tre opzioni che ci permetterebbero di tornare ad una vita normale: evitare il rischio d’introduzione di varianti resistenti al vaccino, mascherine e distanziamento, includere nella campagna vaccinale i ragazzi fra i 13 e 18 anni, attuare un sistema di tracciamento e sorveglianza sulla base di tamponi molecolari». Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il virus, il fronte sanitario LA POLEMICA VENEZIA Mentre nell’Ulss 4 infiamma la polemica delle vaccinazioni a sindaci e assessori, gli stessi protagonisti dimostrano di aver recepito i richiami del presidente di Regione, Luca Zaia, e all’unisono dicono di volersi mettere in fila aspettando il loro turno. E dove ci sono state già somministrazioni, è stato per il lavoro e la professione svolta.

MIRANESE E CHIOGGIA Sindaci in attesa: «priorità agli anziani», dicono. Anche nelle loro squadre sono stati vaccinati solo quegli assessori che lavorano nelle professioni sanitarie. È il caso di Mirano dove il vicesindaco Giuseppe Salviato, dipendente Ulss e l’assessore Gabriele Petrolito, medico, rientrano nelle fasce a maggior rischio e quindi vanno sottoposti alla profilassi. «Io non ho urgenza - dice invece la sindaca Maria Rosa Pavanello - e attenderò il mio turno» come il sindaco di Noale Patrizia Andreotti e i suoi assessori e la giunta di Santa Maria di Sala capitanata da Nicola Fragomeni. Nessun vaccinato tra i componenti della giunta comunale di Chioggia. «No, non ho ancora fatto il vaccino - dice il sindaco Alessandro Ferro - Lo farò sicuramente ma per quanto mi riguarda sono pronto a lasciare il posto a chi abbia più necessità di me, di essere vaccinato: se necessario resterò in attesa nell’ultima posizione della lista». A Mira solo tre componenti della giunta si sono vaccinati poiché operano tutti nel settore sanitario, mentre gli altri, compreso il sindaco Marco Dori sono in attesa del proprio turno. «Quando sarà il momento mi vaccinerò sicuramente - afferma - nel frattempo ritengo corretto che le priorità vadano ad altri,

SINDACI E ASSESSORI SI METTONO IN FILA E ASPETTANO IL PROPRIO TURNO «PRIMA VENGONO GLI ANZIANI»

IL CASO CHIOGGIA Completamente privo di licenze commerciali, in piena violazione delle norme anti-Covid e, forse, irregolare anche dal punto di vista edilizio e degli allacciamenti dei servizi. Ma la condizione igienico sanitaria del bar abusivo che le Fiamme gialle hanno trovato sulla riva della Fossetta, erano “perfette”, perfino migliori di quelle che si sarebbero potute trovare in un locale debitamente autorizzato. E’ uno dei paradossi dell’epoca della pandemia, quello rilevato dalla sezione navale di Chioggia della guardia di finanza durante un controllo in riva della Fossetta. In quel luogo, da qualche settimana, erano stati segnalati “strani” assembramenti di persone, soprattutto nelle ore dello spritz, attorno a mezzogiorno e alle sei di sera. Un rito, quello dell’aperitivo, che resiste. In que-

Vaccini, i sindaci si mettono “in coda” «Prima i più fragili» `Un coro di «Io no» alla domanda Iniezioni solo agli amministratori che sono sanitari, poliziotti o docenti sulle immunizzazioni anticoronavirus `

“Assalto” al PalaInvent Organizzazione in tilt JESOLO

anziani e malati in particolare». Nelle scorse settimane sono stati sottoposti al vaccino gli assessori Francesco Sacco, Vanna Baldan ed Elena Tessari poiché operano nel settore sanitario. Sacco è medico, specialista in ostetricia e ginecologia, la Baldan è funzionaria dell’Ulss 3 Serenissima mentre l’assessore Tessari è psicologa e psicoterapeuta.

VENETO ORIENTALE «Nessuno della Giunta si è vaccinato». A San Michele al Tagliamento la Giunta guidata dal sindaco Pasqualino Codognotto

non si è ancora sottoposta alla vaccinazione. Il sindaco Codognotto nel frattempo è ancora in convalescenza per il virus come l’assessore Cristina Cassan. A Concordia Sagittaria solo l’assessore alla Sicurezza Simone Ferron si è sottoposto alla vaccinazione in quanto agente di polizia: «Nessuno si è vaccinato, tantomeno il sindaco Claudio Odorico nonostante sia tra le categorie a rischio per i suoi trascorsi di salute». Stessa situazione a Caorle: «Nessun membro della giunta comunale si è ancora vaccinato» ha detto il sindaco di Caorle Lu-

Mentre divampa la polemica sul caso dei furbetti del vaccino, con alcuni amministratori comunali immunizzati assieme ai dipendenti comunali, a far discutere sono anche le code registrate ieri pomeriggio al PalaInvent con centinaia di anziani in fila all’ingresso del Palazzo del turismo per ricevere la dose di vaccino. Una situazione che nei precedenti “Vax day” organizzati dall’Ulss 4 non si era mai registrata. Ieri il programma vaccinale prevedeva la seconda dose per gli anziani vaccinati nei giorni scorsi e la prima dose per i residenti tra Jesolo e Cavallino-Treporti delle classi 1942 e 1943. Il risultato sono state le code prolungate all’ingresso del Pala Invent per gran parte della giornata, in alcuni momenti senza il rispetto delle distanze e assembramenti. Tantissime le proteste tra gli accompagnatori e le persone in coda, ma in molti hanno anche sottolineato il mancato rispetto degli appuntamenti e il fatto che, nella calca, più di qualcuno abbia anche cercato di spingere le persone in coda cercando di entrare prima di altri. A stigmatizzare l’accaduto è stata anche l’ex sindaca di Quarto d’Altino Silvia Conte, che ha affidato la protesta al suo profilo Facebook: «In piena pandemia – scrive, allegando al “post” una foto delle per-

sone fuori dal Pala Invent questa è la situazione a Jesolo dove persone anziane sono “in coda” su appuntamento per la vaccinazione anti-Covid. Queste persone possono essere sollevate dal fatto che finalmente sia arrivato il proprio turno, ma forse qualcosa nella gestione potrebbe essere migliorato. Anche perché non è stata una sorpresa che ci fossero da organizzare vaccinazioni di massa, o sbaglio?». Diverse le proteste arrivate all’Ulss 4, in molti hanno evidenziato il mancato rispetto degli appuntamenti e i tempi di attesa piuttosto lunghi. Informata della situazione, dall’Azienda sanitaria è stato spiegato che i disagi sono stati legati all’arrivo in contemporanea di molte persone facendo così saltare i piani. Per rendere più agevole l’attesa nel piazzale del palazzo saranno ora installati dei gazebo. Sul fronte degli “amministratori salta code”, va infine registrata la protesta dei gruppi di opposizione di Jesolo e Cavallino-Treporti che, a fronte delle mancate risposte dei rispettivi sindaci, hanno chiesto la massima chiarezza. L’avvocato Alberto Teso ha invece presentato un esposto alla Procura, mentre dal circolo Veneto Orientale di Rifondazione Comunista sono state chieste le dimissioni degli amministratori che hanno anticipato i vaccini. Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

poi, ancora, il cibo confezionato e no, l’affettatrice, un prosciutto per fare panini, ecc. Insomma un bar in piena regola, ma del tutto privo di autorizzazioni. Almeno il controllo sui prodotti alimentari, però, non ha rilevato nulla di anomalo: c’erano gli scontrini d’acquisto e tutto era tenuto in

ALLA VISTA DELLA FINANZA I CLIENTI SONO SCAPPATI “LOCALE” SEQUESTRATO E MULTA SALATA AL PROPRIETARIO

«CI METTIAMO IN FILA» «Io non sono vaccinato e aspetterò la chiamata della mia classe 1956 - ha detto il sindaco di Fossalta di Portogruaro, Natale Sidran - I sindaci non rientrano in nessuna delle categorie prioritarie». «Né io né gli altri amministratori del mio Comune - ha affermato Oscar Cicuto, sindaco di Teglio Veneto - siamo stati vaccinati. Credo sinceramente che non ci sia tutta questa fretta». A San Stino nessun amministratore comunale finora è stato inoculato il vaccino. Unica eccezione x l’assessora ai servizi sociali in qualità di medico della casa di riposo. A Eraclea la sindaca Nadia Zanchin ha spiegato che solo due assessori, per motivi professionali, si sono vaccinati: «Tutti gli altri aspetteranno il loro turno – dice – io per prima. Credo sia opportuno dare la priorità ad anziani e a chi ha problemi di salute». A Noventa, il sindaco Claudio Marian è piuttosto irritato sulla conta dei componenti di Giunta che sono stati vaccinati. «Tre su cinque di noi hanno fatto il vaccino, ma si tratta di assessori che sono stati chiamati a farlo in base alla loro occupazione lavorativa: uno è dipendente dell’Ulss 4, una è dipendente dell’Inps e un altro è un insegnante - precisa Marian - Io ed un altro assessore non siamo stati vaccinati». A Meolo, il sindaco Daniele Pavan ha smentito categoricamente sui social queste voci: «Ognuno aspetta il suo turno, in base all’età e alle prescrizioni decise dall’Ulss competente - ha rimarcato - Anche per quanto riguarda Giunta ed assessori, si attende in coda come tutti». A Spinea il sindaco Martina Vesnaver spiega: «Assolutamente non mi sono vaccinata». Anche nella sua giunta non risultano vaccinati. «Come tutti aspetterò il mio turno», assicura il sindaco di Quarto d’Altino, Claudio Grosso e con lui i suoi assessori: unica ad essere già vaccinata è Cristina Gasparini, che però è insegnante. A Ceggia il sindaco Mirko Marin si è vaccinato: «Sono volontario di Protezione civile da 20 anni e sono entrato nella lista dei volontari del paese». «Seguiremo tutti le indicazioni dell’Ulss e ci vaccineremo quando sarà il nostro turno» spiega il sindaco di Martellago Andrea Saccarola, che il Covid l’ha anche avuto. Ad ora il vaccino l’hanno ricevuto solo il vicesindaco, Alberto Ferri (insegnante) e il consigliere Franco Bragato (protezione civile). (hanno collaborato Filippo De Gaspari, Diego Degan, Luisa Giantin, Marco Corazza, Teresa Infanti, Nicola De Rossi, Melody Fusaro, Emanuela Furlan) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chioggia, un bar abusivo nel garage «Ho perso il lavoro. Mi sono riciclato» sto caso in un quartiere quasi isolato e, comunque, privo di servizi e di occasioni di svago, sembrava essere rifiorita l’abitudine di trovarsi con gli amici, per bere qualcosa in compagnia. I finanzieri sono arrivati a bordo di due imbarcazioni e alla loro vista quasi tutti i presenti si sono dileguati: chi prendendo la barca ormeggiata in riva, chi a piedi. Erano rimasti solo tre “clienti” e il proprietario di un box in lamiera, ma con le pareti coibentate, attorno al quale si trovavano, prima, tutte quelle persone. Un’occhiata all’interno è bastata ai militari per vedere il banco, le sedie, la macchina del caffè, i frigoriferi, persino la tv per l’intrattenimento dei clienti e

ciano Striuli».

CHIOGGIA Il bar abusivo ricavato all’interno di un garage in lamiera

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buone condizioni, non scaduto e non esposto a contaminazioni. «Facevo il pescatore – avrebbe detto il proprietario ai finanzieri – poi, con questa crisi, ho perso il lavoro. Per mantenermi ho pensato di mettere in piedi questa attività. In fondo qui non c’è niente e il bisogno di un locale si sente». Difficile dargli torto, se non ci fosse la pandemia che impone limitazioni alle attività regolari, figurarsi se possono essere ignorati gli abusivi. Così i militari hanno posto sotto sequestro il bar-magazzino e sanzionato il proprietario per cinquemila euro, ma gli hanno lasciato la merce che lui aveva regolarmente acquistato, come comune cittadino, per rivenderla nel suo “negozio”. Ora, pare, che l’uomo stia pensando di riconvertirsi come ambulante: date le premesse potrebbe anche funzionare. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SABATO 27 MARZO 2021 IL MATTINO

Coronavirus: la profilassi dopo le polemiche

Padova, vaccinati 179 comunali poi lo stop Giordani: «Abbiamo sempre seguito l’Usl» La mancanza di flaconi ferma l’operazione. Ma i sindacati vanno all’attacco di Zaia: «Non siamo furbetti, cerchi altrove» Alice Ferretti / PADOVA

Le prime 179 dosi poi lo stop. Si fermano le vaccinazioni ai dipendenti comunali. Ufficialmente per la mancanza di dosi, ma è impossibile non pensare che le polemiche di questi giorni non abbiamo pesato sulla decisione presa di comune accordo dal dg dell’Usl 6 Paolo Fortuna e dal sindaco Sergio Giordani. Era stato netto giovedì scorso l’intervento del presidente della Regione Luca Zaia, che aveva bocciato l’iniziativa. Ma i diretti interessati (e i sindacati che li rappresentano) mettono sotto accusa il governatore: «Noi siamo essenziali, i furbetti sono altrove». STOP COMUNICATO IN SERATA

«Noi non facciamo polemiche e siamo sempre a disposizione», commenta a tarda sera il sindaco Sergio Giordani annunciando lo stop. «La campagna di vaccinazioni è fisiologicamente soggetta a oscillazioni, anche pesanti – spiega – Questo fine settimana non ci sono altre dosi oltre quelle destinate ad anziani e categorie fragili. Per questo abbiamo deciso di sospendere la vaccinazione dei dipendenti comunali, attenendoci a quanto ci comunicano le autorità sanitarie. La nostra macchina organizzativa resta quindi operativa e attenderemo di riavviarla quando ci sarà comunicato», chiude il sindaco. Tutti i dipendenti che erano stati chiamati per oggi, domani e lunedì saranno avvisati dello slittamento nelle prime ore di oggi.

La coda dei dipendenti comunali davanti alla sede di via Nazareth della Croce Verde e a destra una delle vaccinazioni di ieri

Giordani però ha voluto ricostruire tutta la vicenda, per ribattere alle polemiche: «L’11 marzo a seguito delle disposizioni del governo per gli enti che offrono servizi essenziali ai cittadini, abbiamo dato la nostra disponibilità alle autorità sanitarie che ci hanno detto di procedere. È quindi seguito il protocollo operativo con Croce Verde Padova per non gravare sulle linee vaccinali esistenti». Vale a dire: noi ci siamo sempre attenuti alle indicazioni dell’Usl, è Zaia che ha cambiato idea. IN CODA PER L’INIEZIONE

I 179 vaccinati ieri, a questo punto, diventano “fortunati”,

visto che non si sa quando saranno vaccinati i loro colleghi: «Sono stato contento e stupito di essere chiamato. Mi aspettavo continuassero a vaccinare gli anziani e invece stanno vaccinando anche noi», osserva Giorgio Mantovani che per il Comune si occupa di progettazione e direzione lavori. «Non ho paura ma non sono neanche tranquillissimo – racconta Maurizio Melchiori del settore Servizi Scolastici – Nel mio lavoro non ho contatti con il pubblico ma con i colleghi sì e ho sempre continuato a lavorare in presenza. Le polemiche? Il nostro lavoro è essenziale, mi pare chiaro». A inoculare le dosi di siero i medici di medicina

generale (in tutto se ne sono messi a disposizione 15) supportati da un paio di infermieri e dai volontari della Croce Verde.«Questa è una delle nostre missioni, vorremmo solo direttive più chiare – commenta Domenico Crisarà, presidente dell’Ordine dei Medici, impegnato ieri a vaccinare. Nella prima tranche era previsto venissero vaccinati 556 sui primi 720 dipedenti selezionati, gli altri hanno rifiutato. Altri 700 circa avrebbero dovuto essere convocati nella settimana dopo Pasqua. Ma adesso è arrivato lo stop.

lazzo Moroni non ha utilizzato mezzi termini il presidente della Regione Luca Zaia, che ha chiaramente detto: «A Padova si vaccina la categoria sbagliata». Come lui sono in molti a pensarla così, tanto che nelle ultime ore si è sollevato un vero e proprio polverone. C’è chi ha parlato di «discriminazioni ingiustificate», chi ha apostrofato i dipendenti comunali come «arraffa vaccino a scapito di anziani e persone fragili» e chi ha portato a galla il fatto che «i dipendenti comunali da più di un anno lavorano in smart working».

UNA MAREA DI POLEMICHE

I SINDACATI ALL’ATTACCO

Sul vaccino ai dipendenti di Pa-

Nella polemica sono interve-

il personale del palazzo di giustizia

«Le dosi grazie alla Croce Rossa» L’ira degli avvocati: «Noi esclusi» PADOVA

Vaccinazioni completate ieri per tutto il personale del Palazzo di giustizia di Padova: nell’arco di tre giornate circa 250 persone (magistrati, amministrativi e ausiliari, tra cui viceprocuratori e giudici onorari come giudici di Pace) si sono sottoposti alla somministrazione della prima dose di vaccino Astrazeneca nella sede della Croce Rossa di Padova nel quartiere di Padova 1. Oscillano tra le 50 e 60 le rinunce (altrimenti gli iscritti sarebbero stati circa 300). Tra i neo-vaccinati con le dosi di Oxford, anche la presidente del tribunale, il giudice Caterina Santinello:

«Complimenti alla Croce Rossa per l’organizzazione impeccabile: ho ringraziato il presidente Giampietro Rupolo. Gli operatori sono stati gentilissimi, l’ambiente era sereno e disteso. Un grazie anche a Luca ed Ester della mia segreteria con il procuratore aggiunto Valeria Sanzari e la funzionaria della procura, la dottoressa Civolani: hanno organizzato tutto alla perfezione fissando un’agenda che è stata rispettata». Le persone sono state convocate a un orario prestabilito tra mercoledì e ieri e, dopo un quarto d’ora di attesa a somministrazione avvenuta, sono rientrate al lavoro. Il Palazzo di giustizia di

La vaccinazione del personale della Giustizia nel centro della Cri

Padova è stato particolarmente “bastonato” dall’ondata pandemica fin dal marzo 2020 con decine di persone colpite dalla malattia e

(FOTO BIANCHI)

alcune (anche in tempi recentissimi nella terza ondata) finiti in Terapia intensiva intubati. Ma come si è arrivati alla vaccinazione de-

gli operatori della Giustizia? L’attività a “Palazzo” non è stata classificata come attività essenziale al pari di quella sanitaria. «Avevamo chiesto l’inserimento nei piani vaccinali tramite la Corte d’Appello di Venezia che aveva contattato ial Dipartimento di prevenzione regionale» spiega la presidente Santinello, «Tuttavia siamo passati dalla fascia 2 alla fascia 3, non più considerati come servizi essenziali. Allora abbiamo contattato il Dipartimento di prevenzione dell’Usl Euganea che, precisando di non poter provvedere alla somministrazione con i propri medici, ha comunque garantito la fornitura delle dosi di vaccino. E la Croce Rossa si è messa a disposizione. Il medico del lavoro ha valutato fragilità e problematiche e le persone ritenute idonee sono state convocate». La programamzione della vaccino per i lavoratori del Palazzo di giustizia era coincisa con la sospensione del vaccino Astrazene-

nuti anche i sindacati: «Non si usi il tema delle vaccinazioni per alimentare la solita polemica contro i dipendenti pubblici. Le priorità sono dettate dalle Usl. Basta con le guerre fra poveri – dice Enrico Ciligot Magagnin, segretario generale Fp Cgil Padova – Ricordiamo che un’amministrazione comunale è il primo terminale con cui devono rapportarsi i cittadini, soprattutto in una fase di crisi quale quella che stiamo vivendo. E che ci sono servizi essenziali che un Comune deve assicurare», aggiungono Francesco Scarpelli e Salvatore Livorno della Fpl Uil di Padova. «Piuttosto stupisce l’iniziativa di qualche ordine professionale, magari meno essenziale per la collettività. Come la metteremo quando si passerà a vaccinare nelle grandi fabbriche? Altrove vanno ricercate eventuali preferenze, non tra i dipendenti di un Comune». TUTTE LE ALTRE CATEGORIE

Mentre la Croce Verde vaccina i dipendenti comunali, la Croce Rossa nella sua sede della Stanga ieri ha ultimato le vaccinazioni del personale del tribunale e della Procura, mentre con oggi viene ultimata la somministrazione ai vigili del fuoco, altre 250 persone. «Adesso finiamo questa tranche di vaccinazioni – spiega il presidente della Croce Rossa Giampietro Rupolo – Siamo a disposizione. Con il cambio di organizzazione del piano vaccinale aspettiamo di sapere cosa ci dirà di fare l’Usl». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

ca, il che ha imposto una nuova calendarizzazione: prevedibili le defezioni. Tra chi non ha ancora potuto usufruire del vaccino, altri frequentatori del Palazzo di giustizia, gli avvocati. Lo scorso 24 febbraio i presidenti degli Ordini degli avvocati del Veneto avevano scritto a Zaia una lettera, sollecitando l’inserimento dei legali nel piano vaccinale in quanto esposti a rischi. Negativa la risposta. Critico il presidente dell’Ordine di Padova, Leonardo Arnau: «L’Avvocatura padovana non ha mai richiesto e mai richiederà corsie preferenziali, volte a scavalcare le fasce fragili della popolazione, pur contribuendo quotidianamente alla tutela dei diritti dei cittadini e al corretto esercizio del servizio essenziale della Giurisdizione» osserva Arnau, «Non posso, tuttavia, che stigmatizzare la disparità di trattamento che si è perpetrata, non giustificabile nel corso della pandemia in atto». — CRISTINA GENESIN


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SABATO 27 MARZO 2021 MESSAGGERO VENETO

L’emergenza coronavirus in Friuli Venezia Giulia

Fedriga: scelta giusta riaprire nidi, materne elementari e medie Il Pd: giunta incerta Il presidente: «La Regione ha sempre tutelato i più piccoli» Rosolen: non ci sono alternative con le aziende aperte Mattia Pertoldi / UDINE

I mal di pancia, ed eventualmente gli scontri politici con Roma, sono rinviati. Anzi, al momento annullati, quantomeno sul tema della scuola. La decisione di Mario Draghi di riaprire asili, elementari e prime medie dopo Pasqua, in virtù del miglioramento della curva epidemiologica, infatti, trova del tutto d’accordo la Regione. Essenzialmente per due ordini di motivi. Uno porta al recente passato, quando Massimiliano Fedriga, nel periodo che ha anticipato l’ingresso del Friuli Venezia Giulia in zona rossa, a marzo, dispose la

chiusura delle scuole fermandosi, però, alle medie e lasciando aperte elementari e asili nido. La mossa del Governo, quindi, è di fatto in linea con quella della Regione visto che estende l’apertura, dopo Pasqua, soltanto alla prima media. Il secondo, invece, dice che Fedriga pensa e spera di abbandonare la zona rossa dopo il 6 aprile – data di scadenza dell’attuale Dpcm, come è stato fatto notare dal presidente al ministro della Salute Roberto Speranza quando ha comunicato al governatore la permanenza nella fascia di rischio maggiore – senza restarci fino al 13. E l’eventuale ritorno in arancione compren-

derebbe l’apertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado pur con le limitazioni previste per le lezioni in presenza. Non sorprende, dunque, che a differenza di temi come vaccini e riaperture delle attività economiche – questioni al centro del prossimo incontro tra Regioni e Governo di lunedì alla presenza di Draghi – a Fedriga, in sintesi, la scelta del presidente del Consiglio non dispiaccia affatto. «Va bene così – commenta il governatore – anche perché come Regione abbiamo sempre cercato di tutelare la presenza in classe dei più piccoli, soprattutto per oggettive problematiche familiari». Anco-

ra più chiara, entrando nei dettagli della decisione, è l’assessore all’Istruzione Alessia Rosolen. «Penso che a Roma – spiega – si siano resi conto del disastro che si provoca nel tenere chiuse le scuole per i più piccoli mentre restano regolarmente aperte le attività produttive. Certo, permangono alcune perplessità, sempre e soltanto di ordine sanitario, considerato come il contagio anche in quelle fasce d’età non sia nullo, ma ben vengano le riaperture. In fondo, oggi, è l’unica soluzione sia per i problemi che ci possono essere per le famiglie nel tenere a casa bambini così piccoli, sia perché la didattica a distanza, a quell’età, produce effetti diversi rispetto a quello che accade alle superiori. Attendiamo il dispositivo, e non soltanto la conferenza stampa, e mi auguro, comunque, che il Governo inserisca quantomeno alcuni criteri di controllo dell’andamento della curva pandemica dopo il ritorno a scuola». Chiara, dunque, la posizione della Regione con la giunta, però, che finisce nel mirino del principale partito di opposizione, il Pd. «Scuola e istruzione sono il pilastro su cui si regge e cresce ogni società avanzata – sostiene il segretario regionale Cristiano Shaurli –, l’investimento irrinunciabile per il futuro. A Francia e Germania è chiaro,

MASSIMILIANO FEDRIGA PRESIDENTE DELLA REGIONE ORMAI DA QUASI TRE ANNI

L’assessore: penso che a Roma abbiano capito il disastro nel lasciare a casa i bambini mentre i genitori lavorano Shaurli: c’è bisogno di mettersi subito al lavoro per riuscire a farsi trovare pronti nel momento del ritorno in classe

il Governo Draghi l’ha capito e l’ha definito “obiettivo primario”, ma Fedriga sta ancora traccheggiando, fra assurdi richiami a non fare differenze mentre i nostri ragazzi si avviano a perdere un intero anno scolastico. Le conseguenze sono già pesanti e non si dica che la didattica a distanza può essere un sostituto integrale della scuola in presenza: chiunque sa che non è vero». Shaurli, in particolare, si riferisce a una serie di interviste di Fedriga, sui temi della scuola e delle riaperture, in cui il presidente ha chiesto di «non innescare guerre» tra categorie diverse. «Fedriga e la sua giunta – continua il dem – almeno seguano Luca Zaia, si concentrino su questa priorità e si mettano subito al lavoro seguendo le indicazioni del Governo, preparando la riapertura in sicurezza delle scuole, con tamponi e test programmati e trasporti in sicurezza. I numeri della pandemia in questa regione sono drammatici e fra i peggiori d’Italia, ma almeno facciamoci trovare pronti. La ripresa delle attività economiche colpite dalla pandemia è un assillo angoscioso per tutto il Pd, quindi non è davvero il caso che la Lega, con i numeri cui ha portato la nostra regione, si erga a patrona di categorie in sofferenza». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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SABATO 27 MARZO 2021 LA NUOVA

PRIMO PIANO

Coronavirus: la situazione sanitaria

Ressa e code nei centri per fare i vaccini A Dolo intervengono i carabinieri, proteste a San Donà e a Jesolo. Due ore di attesa al padiglione Rama di Mestre MESTRE

Ritardi e malumori ieri fra gli “over 80” e i loro accompagnatori al palasport di Dolo dove, da settimane, sono in corso le vaccinazioni contro il Covid. Nel pomeriggio sono dovuti intervenire anche i carabinieri della locale tenenza, per allontanare gruppi di persone che, pur senza titolo, si erano comunque presentate al centro cercando di imbucarsi fra le categorie protette o le liste di chi fa volontariato. Al mattino, per alcuni disguidi, le vaccinazioni erano iniziate con un’ora di ritardo. «Sono qui con mia mamma 90enne», spiegava un 60enne di Dolo, «e non capisco perché dobbiamo aspettare così tanto tempo per farle il vaccino. Ci sono persone giovani che dicono di voler essere vaccinate. Non capisco più nulla». Altri anziani, alcuni in sedia a rotelle, chiedevano informazioni su quando toccava a loro. Gli operatori, con tanta pazienza, hanno cercato di far rispettare la fila ma, nonostante la polizia che controllava il percorso transennato, in diversi momenti gli assembramenti sono stati inevitabili. I sanitari, con grande professionalità e pazienza, cercavano di districarsi tra mille richieste di chiarimenti degli anziani. «Purtroppo», spiega il sindaco pro tempore di Dolo, Gianluigi Naletto, «la situazione provoca qualche disagio. Ci sono delle liste che affiancano quelle degli ultraottantenni “over 80” che mancano all’appello, ma si tratta comunque di persone che hanno titolo per essere vaccinate». Prosegue Naletto: «Le giornate ad accesso libero sono concluse. Le vaccinazioni riguardano solo chi ne ha diritto. Le nostre liste rispettano esclusivamente questo criterio». L’Usl 3, interpellata, fa sapere che si sta facendo di tutto per affrontare al meglio una situazione straordinaria. Ieri pomeriggio altro caos, come spiega sempre il sindaco: «Si sono formate code con persone che, avendo letto sui social che po-

tevano essere vaccinate aspettando eventuali dosi avanzate, hanno cominciato a inveire, quando hanno capito che non sarebbero state vaccinate. Se ne sono andate all’arrivo dei Carabinieri». Ieri pomeriggio, al padiglione Rama all’ospedale all’Angelo di Mestre, alcuni testimoni riferivano di attese di almeno due ore. Code e assembramenti anche ai punti vaccinali di Jesolo e San

A Dolo si presentano anche persone che non avrebbero i titoli per entrare nelle liste Donà. Il caos è iniziato giovedì pomeriggio, in via Svezia a San Donà, in coincidenza con l’apertura del nuovo punto vaccinale. In fila per oltre 2 ore docenti, farmacisti, personale dei servizi primari, come autisti e personale di servizi pubblici, e anche anziani della classe 1938. Ieri la situazione si è ripetuta a San Donà come al PalaInvent di Jesolo. Anche al lido, dove la struttura si era distinta finora per la celerità in occasione dei “vax days” con quasi 1500 vaccinazioni in una sola giornata, ieri la gente ha protestato. «Situazione inaccettabile», ha commentato un signore di San Donà, che accompagnava il figlio insegnante. «Senza distanze rispettate e con attese di ben oltre un’ora». Una delle cause possibili è stata la prenotazione al Cup, con il servizio online, e il sovrapporsi dei vari appuntamenti. Problemi dunque sia a San Donà sia a Jesolo. «Confidiamo sia stato un problema limitato ai primi giorni» ha detto il vicepresidente Confapi, Roberto Dal Cin. «Ieri la situazione al PalaInvent era quantomeno disagevole, soprattutto per gli anziani». E a San Donà sono in molti a ritenere che il punto di via Svezia non sia sufficiente. — ALESSANDRO ABBADIR GIOVANNI CAGNASSI © RIPRODUZIONE RISERVATA

i direttori generali delle due usl

«C’è il massimo sforzo di tutti cercheremo di migliorare» «Prenotazioni online anche per i caregiver over 65» Nei prossimi giorni aprirà un nuovo centro a Chioggia e lunedì in piazzale Roma DOLO - SAN DONÀ

«Stiamo pensando di aprire le prenotazioni online ai caregiver, così da disciplinare la questione. Resta l’indicazione che, se over 65, si possono vaccinare. Basta che siano caregiver davvero...». A fare chiarezza su quanto avvenuto nei giorni scorsi nel palasport di Dolo è Luca Sbrogiò, diretto-

le polemiche

Scorciatoie per il vaccino Teso fa esposto in procura JESOLO

Vaccinazioni a sindaci, assessori e consiglieri, esposto in Procura. A presentarlo l’avvocato Alberto Teso. «Le conseguenze più gravi di tali ingiustificate e ingiustificabili iniziative è la mancata tempestiva vaccinazione delle categorie effettivamente più a rischio», spiega il legale, «in particolare gli anziani ultrasettantenni e ultraottantenni

che, secondo i dati più aggiornati, rappresentano l’80% dei deceduti totali per Covid». Il caos vaccini e liste interessa anche altri settori. La Cgil ha denunciato che l’Usl 4 ha inserito i dipendenti di Poste Italiane tra quelli da vaccinare con priorità, in quanto servizi essenziali. Nicola Atalmi (coordinatore regionale Slc Cgil) e Marco D’Auria (responsabile regionale Poste Slc Cgil) ribadiscono la posi-

zione del sindacato: «Chiediamo ci si attenga scrupolosamente su tutto il territorio regionale al piano nazionale, che indica come priorità il dato anagrafico, in modo da mettere in sicurezza per prime le persone anziane più fragili». Intanto, sulla questione vaccini agli amministratori comunali di Jesolo e Cavallino Trerporti il direttore generale, Mauro Filippi, è nuovamente intervenuto: «Faremo attente

re del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 3. I direttori generali delle due aziende sanitarie veneziane ammettono che forse, in alcun frangenti, qualcosa non ha funzionato e si dicono pronti a migliorare il servizio. A Dolo, le polemiche riguardano le presunte vaccinazioni di persone che non avrebbero avuto diritto alla dose, ora. «Le nostre indicazioni sono molto precise e in linea con quanto detto dal presidente Zaia» risponde il dg Edgardo Contato. «Chi portava con sé un anziano poteva ricevere il vaccino, purché over 65. Non

verifiche, ma non siamo di fronte a un furto. In buona fede alcuni amministratori si sono presentati con il personale dei Comuni. E alcuni con delle patologie. Nessuna frode o prevaricazione e comunque si tratta di pochissimi casi in un momento in cui le dosi dei vaccini erano avanzate». Ma a Jesolo le reazioni sono state incendiarie. «Il sindaco Zoggia ha affermato che alcuni assessori», ricorda Salvatore Esposito di Rc, «sono stati vaccinati e che era stato comunicato che la vaccinazione era disponibile per i comunali. L’interpretazione di leggi, norme e disposizioni, non dovrebbero essere interpretate dai singoli. Chiediamo vengano resi pubblici i nomi». — G.CA.

siamo carabinieri e, a mio avviso, il senso civico delle persone conta moltissimo. Non possiamo lavorare con il fucile perché ci sono delle persone meno attente alla regole. Probabilmente qualcosa può esserci sfuggita, ma non c’è stata malafede né da parte nostra né, mi auguro, da parte degli utenti». Alla confusione degli ultimi giorni, il dg risponde con l’apertura di nuovi centri vaccinali: «Lunedì apriremo il punto nella futura Banca popolare di Sondrio, a piazzale Roma, e ci stiamo attivando per delle nuove linee a Chioggia. Spero in un flusso

costante dei vaccini». Sarà ampliata l’offerta anche nell’Usl 4 dove, negli ultimi giorni, gli utenti hanno lamentato lunghe attese a San Donà e Jesolo, aspettando dell’immunizzazione. «Stiamo lavorando con il comune di Jesolo per allestire uno spazio esterno coperto, con delle sedute, per ridurre i disagi» spiega il dg Mauro Filippi. «Le attese purtroppo sono fisiologiche. Da un lato, molte persone arrivano con largo anticipo. Dall’altro, stiamo vaccinando i “grandi anziani” e questo rallenta i tempi. Un anziano si muove più lentamente, magari è sulla carrozzina, impiega del tempo anche solo per togliere la giacca e scoprire il braccio per l’inoculazione. Comunque terremo conto di tutto questo e aumenteremo le linee di vaccinazione per alleggerire i tempi». — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA

veneto orientale: il calendario

Dalla classe 1942 a 1945 Ecco le nuove date SAN DONÀ

Vaccini alle classe 1942 e 1943, fino ad arrivare ai nati nel 1944 e 1945. La prossima settimana l’Usl 4 del Veneto orientale vuole imprimere un’ulteriore accelerata al piano dei vaccini anche con i così detti “grandi anziani” ultra 85enni. E poi sono previste anche le seconde dosi dei vaccini. Dovrebbero essere confermate le dosi di questa settimana, circa 8 mila. Si torna nella

maggior parte dei casi alla consegna a domicilio degli inviti a presentarsi nei punti vaccinali di San Donà, Jesolo e Portogruaro. Resta la prenotazione online per le classi 1944 e 1945. Restano gli accordi con i Comuni per la consegna delle lettere agli anziani attraverso le polizie locali e i volontari. I vaccini saranno AstraZeneca e Pfizer, queste ultime in particolare per gli anziani assieme ai vaccini Moderna. — G. CA.


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PRIMO PIANO

SABATO 27 MARZO 2021 LA NUOVA

Coronavirus: le manifestazioni

La piazza colorata di genitori e bimbi «La Dad non è scuola, serve socialità» Oltre centocinquanta contro le lezioni online. I più piccoli vogliono rientrare in classe: «Ci mancano compagni e maestre» Laura Berlinghieri / MESTRE

«Vogliamo tornare a scuola perché ci mancano i compagni e le maestre. Noi continuiamo a vederci, perché siamo tanto amiche. Facciamo lezione al computer, ma non è lo stesso». Viola e Sofia si presentano alla manifestazione insieme, accompagnate dalle loro mamme, Cristina Albanese e Valentina Boattin. Frequentano la terza elementare ma, da un paio di settimane, la loro aula scolastica è tutta nella loro cameretta. Sono due dei volti della manifestazione, l’ennesima, contro la dad, ieri mattina in piazzetta Coin. Una manifestazione partecipata come lo era stata di rado, in questo anno a distanza. Erano circa 150: bambini, studenti delle superiori, genitori, insegnanti, sotto le bandiere del Coordinamento degli studenti medi, dei Cobas e del comitato Priorità alla scuola. Hanno manifestato tutta la loro insoddisfazione tra gli striscioni, le parole gridate al microfono e il colorato girotondo finale, che è diventato ormai simbolo della protesta. «Anch’io sono un genitore. Se oggi non fossi in servizio, probabilmente sarei lì in mezzo a manifestare» dice un agente della Polizia locale, papà. Valentina Boattin trascorre le giornate al fianco della figlia Sofia. «Lavoro al Guggenheim e purtroppo sono in cassa integrazione. La dad occupa tutta la mattinata, le lezioni asincrone l’intero pomeriggio». Mentre Stefania Cassol (Priorità alla scuola), mamma di Zeno, iscritto in seconda elementare: «Io ho la fortuna di lavorare da casa, ma per i bambini è veramente du-

ra». Il comitato ieri si è “sdoppiato”, facendosi sentire anche davanti alla sede della Protezione civile di Marghera, parallelamente al punto stampa del governatore Zaia. «Questa chiusura sta creando danni ai ragazzi a livello cognitivo ed emozionale; danni che vedremo soprattutto in futuro» la denuncia di Chiara Boato, mamma di due ragazzi: uno iscritto in terza elementare alla San Girolamo, uno in prima superiore al Foscarini. Ma la protesta è eterogenea, coinvolgendo gli stessi studenti. Come Nina Mingardi, in quarta al Liceo

L’insegnante: «Stiamo perdendo i nostri ragazzi. Dobbiamo occupare le scuole» Marco Polo+. «Se il problema sono gli assembramenti, perché continuano a essere formate classi con i vecchi parametri?» si interroga la giovane. D’altra parte, sostengono i manifestanti, le soluzioni ci sarebbero. «Screening e tamponi a tappeto» la soluzione di Anna Lombardo (Cobas). Perché tornare a scuola è fondamentale. «Non tanto per noi, che abbiamo gli “anticorpi”, quanto per i ragazzi» spiega Alessandra Regazzi, insegnante di matematica allo Zanetti di Mirano. «Stiamo perdendo i nostri ragazzi. Soprattutto quelli di seconda. L’anno scorso sono rimasti a casa per un intero quadrimestre e adesso questa situazione si sta ripresentando per mesi interi. Dobbiamo occupare le scuole». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’iniziativa organizzata dai genitori con i bambini in piazzetta Coin

a marghera

Il clown non fa più ridere Circhi e giostre in crisi nera MARGHERA

Sono le note di “La vità è bella” di Nicolò Piovani ad accompagnare in piazza Mercato a Marghera la protesta dei lavoratori degli spettacoli itineranti che chiedono alla regione ed ai sindaci di poter tornare sulle strade e nelle piazze. Sono in più di duecento, tra circensi, gestori di giostre e lavoratori dello spet-

tacolo a riunirsi a Marghera, in rappresentanza delle oltre quattrocento imprese del Veneto (sono settemila in tutta Italia) per chiedere al presidente della Regione Luca Zaia di poter tornare al più presto - magari già dal prossimo 25 aprile - al proprio lavoro. Ditte individuali, partite Iva e piccoli circhi di strada riuniti con lo scopo comune di riprendere letteralmente

a vivere, dato che da ormai un anno il lavoro è ridotto al minimo ma le spese e le tassazioni no. «Non vogliamo essere penalizzati - spiega il portavoce Enrico Rossi, rappresentante dell'associazione nazionale degli spettacoli viaggianti - Abbiamo pronto già da settembre un prontuario con le linee guida per l'attività che abbiamo presentato in regione, ma anco-

La protesta di chi lavora negli spettacoli viaggianti

Foto Pòrcile

ra attendiamo una chiara risposta». Enrico Rossi gestisce un tagadà, e per lui i problemi sono in effetti stati molti: «Cito il mio caso come esempio, ma siamo in quasi quarantamila in Italia nelle stesse condizioni. Io in un anno ho lavorato pochissimi giorni, praticamente solo cinque fiere in un anno, nonostante potessi garantire la sicurezza necessaria per proseguire l'attività». « Quello che non capiamo è come si siano potuti tenere due pesi e due misure: noi fermi e invece via libera ai mercati settimanali in molte città - continua - . Non è solo una questione di assembramenti a questo punto, ma una precisa pre-


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SABATO 27 MARZO 2021 LA NUOVA

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Coronavirus: le manifestazioni Ieri a Santo Stefano la manifestazione degli addetti ai lavori tra catering, fioristi, fotografi. Perso il 90% del fatturato, duemila lavoratori a rischio

Sposa, bouquet e banchetto, ma per protesta Il wedding in ginocchio: «Fateci ripartire» IL RACCONTO Manuela Pivato

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a sposa controlla l’ultima volta il trucco, le damigelle palpitano, gli ospiti sono in ghingheri, la torta è a cinque piani e si specchia nei calici di cristallo, nei piatti dorati, nelle alzate di fiori sul tavolo lungo quindici metri, imbandito per un banchetto di nozze che non ci sarà. Finto matrimonio en plein air, ieri mattina in campo Santo Stefano, rappresentazione statica delle centinaia di cerimonie che prima l’acqua alta del 12 novembre e poi il covid si sono portati via, facendo languire un settore che, a Venezia, da lavoro a oltre duemila persone.

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I FATTURATI

Ideata a livello nazionale da Insieme per il wedding, messa in scena in laguna dall’associazione VeneziaDuemilaEventi, la manifestazione (nel rispetto delle norme sanitarie) ha mostrato quello che la città ha perso: un volume d’affari di circa 600 milioni di euro all’anno. Catering, fotografi, truccatori, parrucchieri, fioristi, negozi di bomboniere, wedding planner hanno accusato un calo di fatturato del 90 per cento, al quale va aggiunta la sofferenza dell’indotto, dai palazzi per le feste ai gondolieri, dagli atelier ai motoscafi. LE DIFFICOLTÀ

Tutti in grande difficoltà, qualcuno a rischio chiusura per sempre, gli imprenditori veneziani chiedono di poter avere una data di ripartenza certa. Persa anche la primavera 2021, quasi persa l’estate, i prossimi matrimoni saranno - forse - in autunno, ma per molti l’autunno potrebbe essere tardi. «Ora siamo davvero nei

sa di posizione purtroppo assecondando l'opinione pubblica per la quale le giostre sono più rischiose di altre attività». Intanto, un anno di fermo ha portato conseguenze molto negative senza in cambio quasi nessun aiuto concreto. «Nessuna semplificazione delle norme, nessuno sconto anzi aumenti dei diritti di segreteria per essere riconosciuti come operatori del settore fino a 950 euro annui - continua Enrico Rossi - Noi fermi senza sapere cosa ne sarà delle attività post-pasquali mentre, ad esempio, a Siviglia è in fase di allestimento la più grande fiera europea del settore. Ci basterebbe capire co-

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Il tavolo lungo quindici metri allestito ieri mattina in campo Santo Stefano per la manifestazione organizzata da VeneziaDuemilaEventi nell’ambito dell’iniziativa nazionale Insieme per il wedding (1). La sposa con le damigelle, vestite da Eleonora Lastrucci (2) e un momento della “cerimonia” (3) con gli addetti del settore Foto Interpress

guai - spiega il fondatore di VeneziaDuemilaEventi e titolare de La Dogaressa Catering, Luigino Cassan - abbiamo bisogno che le istituzioni si facciano carico di proporre al Governo una soluzione capace di farci uscire da questa insostenibile situazione socio economica». GLI ABITI

A futura memoria sfilano gli abiti da sposa della stilista Eleonora Lastrucci, il tenore Rodrigo Trosino intona l’Inno a Venezia e la Traviata, le

ragazze di La Dogaressa Flowers, a San Cassiano, sistemano i fiori come se, realmente, la festa avesse inizio. LE CERIMONIE

Invece inizia la conta della disperazione. I matrimoni, per definizione, hanno bisogno di mesi di preparazione, gioia, anche sfinimento, certo. «Questa cerimonia che celebra la bellezza è il nostro grido di dolore - dice ancora Cassan - il nostro fatturato è fatto di programmazione e la mancata comunicazione di una

data certa comporterà un ulteriore fatturato a zero euro, registrando una situazione ancora più drammatica rispetto al 2020». LA CURIOSITÀ

Tra i veneziani incuriositi - è un film? una pubblicità? è un vero matrimonio? date la torta? - e gli imprenditori in abito da sera, l’assessore al Turismo Simone Venturini guarda al futuro. «Ora si deve iniziare a parlare di ripartenza, in sicurezza, con protocolli chiari - dice - ma si deve inizia-

re a parlarne. Non si può pensare di tenere chiusa per altri sei mesi la città. Dobbiamo essere pronti comunicando al mondo che Venezia c'è, è sicura, sotto il profilo delle procedure ma anche sotto il profilo del numero di persone vaccinate». «Venezia covid free - aggiunge l'assessore alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga - è uno degli obiettivi per dare la possibilità di rilancio a una città che in questo momento è in ginocchio. Venezia chiede di lavorare, i

ristori non bastano a risolvere questa situazione. I 1600 anni di Venezia dovranno essere il simbolo del nostro rilancio, Venezia è nel cuore di tutti e può essere una forza trainante per tutto il Paese». Gli sposi, tuttavia, dovranno attendere ancora un po’. Perso l’80 per cento dei matrimoni religiosi nel 2020, c’è ora il rischio di perdere la pazienza. Al terzo rinvio delle nozze, una coppia veneziana ha litigato come nemmeno i Roses e si è lasciata. —

me fare per ripartire garantendo la massima sicurezza, visto che da mesi l'intero settore è pronto e a norma per riprendere una attività che non è un qualcosa di secondario, ma la nostra intera esistenza e fonte di vita». Intanto, dopo una mattinata di protesta ma anche di esibizione in piazza una delegazione dei lavoratori del settore ha incontrato, all'unità di crisi della Protezione Civile a Marghera il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che si è impegnato a sostenere la categoria e a farsi promotore della promulgazione di una legge che la tuteli in tempi brevi. — MASSIMO TONIZZO © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un altro momento della manifestazione indetta ieri a Marghera per far ripartire il mondo del circo e delle giostre

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Coronavirus: le manifestazioni

La piazza colorata di genitori e bimbi «La Dad non è scuola, serve socialità» Oltre centocinquanta contro le lezioni online. I più piccoli vogliono rientrare in classe: «Ci mancano compagni e maestre» Laura Berlinghieri / MESTRE

«Vogliamo tornare a scuola perché ci mancano i compagni e le maestre. Noi continuiamo a vederci, perché siamo tanto amiche. Facciamo lezione al computer, ma non è lo stesso». Viola e Sofia si presentano alla manifestazione insieme, accompagnate dalle loro mamme, Cristina Albanese e Valentina Boattin. Frequentano la terza elementare ma, da un paio di settimane, la loro aula scolastica è tutta nella loro cameretta. Sono due dei volti della manifestazione, l’ennesima, contro la dad, ieri mattina in piazzetta Coin. Una manifestazione partecipata come lo era stata di rado, in questo anno a distanza. Erano circa 150: bambini, studenti delle superiori, genitori, insegnanti, sotto le bandiere del Coordinamento degli studenti medi, dei Cobas e del comitato Priorità alla scuola. Hanno manifestato tutta la loro insoddisfazione tra gli striscioni, le parole gridate al microfono e il colorato girotondo finale, che è diventato ormai simbolo della protesta. «Anch’io sono un genitore. Se oggi non fossi in servizio, probabilmente sarei lì in mezzo a manifestare» dice un agente della Polizia locale, papà. Valentina Boattin trascorre le giornate al fianco della figlia Sofia. «Lavoro al Guggenheim e purtroppo sono in cassa integrazione. La dad occupa tutta la mattinata, le lezioni asincrone l’intero pomeriggio». Mentre Stefania Cassol (Priorità alla scuola), mamma di Zeno, iscritto in seconda elementare: «Io ho la fortuna di lavorare da casa, ma per i bambini è veramente du-

ra». Il comitato ieri si è “sdoppiato”, facendosi sentire anche davanti alla sede della Protezione civile di Marghera, parallelamente al punto stampa del governatore Zaia. «Questa chiusura sta creando danni ai ragazzi a livello cognitivo ed emozionale; danni che vedremo soprattutto in futuro» la denuncia di Chiara Boato, mamma di due ragazzi: uno iscritto in terza elementare alla San Girolamo, uno in prima superiore al Foscarini. Ma la protesta è eterogenea, coinvolgendo gli stessi studenti. Come Nina Mingardi, in quarta al Liceo

L’insegnante: «Stiamo perdendo i nostri ragazzi. Dobbiamo occupare le scuole» Marco Polo+. «Se il problema sono gli assembramenti, perché continuano a essere formate classi con i vecchi parametri?» si interroga la giovane. D’altra parte, sostengono i manifestanti, le soluzioni ci sarebbero. «Screening e tamponi a tappeto» la soluzione di Anna Lombardo (Cobas). Perché tornare a scuola è fondamentale. «Non tanto per noi, che abbiamo gli “anticorpi”, quanto per i ragazzi» spiega Alessandra Regazzi, insegnante di matematica allo Zanetti di Mirano. «Stiamo perdendo i nostri ragazzi. Soprattutto quelli di seconda. L’anno scorso sono rimasti a casa per un intero quadrimestre e adesso questa situazione si sta ripresentando per mesi interi. Dobbiamo occupare le scuole». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’iniziativa organizzata dai genitori con i bambini in piazzetta Coin

a marghera

Il clown non fa più ridere Circhi e giostre in crisi nera MARGHERA

Sono le note di “La vità è bella” di Nicolò Piovani ad accompagnare in piazza Mercato a Marghera la protesta dei lavoratori degli spettacoli itineranti che chiedono alla regione ed ai sindaci di poter tornare sulle strade e nelle piazze. Sono in più di duecento, tra circensi, gestori di giostre e lavoratori dello spet-

tacolo a riunirsi a Marghera, in rappresentanza delle oltre quattrocento imprese del Veneto (sono settemila in tutta Italia) per chiedere al presidente della Regione Luca Zaia di poter tornare al più presto - magari già dal prossimo 25 aprile - al proprio lavoro. Ditte individuali, partite Iva e piccoli circhi di strada riuniti con lo scopo comune di riprendere letteralmente

a vivere, dato che da ormai un anno il lavoro è ridotto al minimo ma le spese e le tassazioni no. «Non vogliamo essere penalizzati - spiega il portavoce Enrico Rossi, rappresentante dell'associazione nazionale degli spettacoli viaggianti - Abbiamo pronto già da settembre un prontuario con le linee guida per l'attività che abbiamo presentato in regione, ma anco-

La protesta di chi lavora negli spettacoli viaggianti

Foto Pòrcile

ra attendiamo una chiara risposta». Enrico Rossi gestisce un tagadà, e per lui i problemi sono in effetti stati molti: «Cito il mio caso come esempio, ma siamo in quasi quarantamila in Italia nelle stesse condizioni. Io in un anno ho lavorato pochissimi giorni, praticamente solo cinque fiere in un anno, nonostante potessi garantire la sicurezza necessaria per proseguire l'attività». « Quello che non capiamo è come si siano potuti tenere due pesi e due misure: noi fermi e invece via libera ai mercati settimanali in molte città - continua - . Non è solo una questione di assembramenti a questo punto, ma una precisa pre-


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CONEGLIANO

SABATO 27 MARZO 2021 LA TRIBUNA

dopo un anno di braccio di ferro

Prosecco Docg, si vota il 13 aprile Giochi aperti per la presidenza Fino all’ultimo contestazioni sui criteri di elezione dei 15 consiglieri Cinque possibili successori a Nardi: nella corsa spuntano Zanon e Dal Cin

PIEVE DI SOLIGO

Dopo un anno di attesa, si terrà il 13 aprile l’assemblea per l’elezione del nuovo Consiglio di amministrazione del consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg. 15 consiglieri dovranno poi nominare il nuovo presidente al posto di innocente Nardi. La decisione è maturata in 4 ore di consiglio di amministrazione tenutosion line, attraversato, ancora una volta, da vivaci contrapposizioni tra gli 8 componenti della maggioranza uscente, capitanata da Lodovico Giustiniani, e i 7 della minoranza, compreso lo stesso Nardi. I problemi si sono evidenziati non tanto nella certificazione dei 33 candidati alla nuova governance, quanto, invece, sul tema preliminare della distribuzione dei seggi. Da parte della minoranza si è obiettato sulla composizione del futuro cda che, secondo appunto la maggioranza, deve essere di 4 viticoltori, 6 imbotti-

Gianfranco Zanon, Gianluca Bisol, Lodovico Giustiniani in corsa per la presidenza

gliatori, 5 vinificatori. In particolare si evidenziava una maggiore rappresentanza per i vinificatori, le cantine cooperative. La Denominazione, dunque, va al voto spaccata. E non è detto che, prima o dopo l’appuntamento elettorale, non arrivino altri pericolosi ricorsi.

Chies stempera le tensioni nel centrodestra

«L’importante è stare uniti e lavorare sui programmi Il candidato viene dopo» L’EX SINDACO

a da pompiere l’ex sindaco Fabio Chies, coordinatore provinciale di Forza Italia, mettendo in stand-by la sua candidatura a sindaco per riunire il centrodestra. «Prima i programmi e poi i nomi dei candidati», ripete da tempo Chies, «la linea guida è quella di un centrodestra unito, come ha ribadito anche il segretario Bof. Con la Lega abbiamo un ottimo rapporto e

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Fabio Chies

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO Per maggiori dettagli www.astalegale.net

Immobile industriale QUARTO D’ALTINO (VE) - VIA ABBATE TOMMASO, 55 - PROPRIETÀ SUPERFICIARIA PER L’INTERO DI UN’UNITÀ IMMOBILIARE, costituita da una porzione autonoma di fabbricato industriale, disposta su due piani fuori terra - piano terra e piano primo -, composta da: area scoperta esclusiva, attività produttiva - vano scala, ufficio, disimpegno, bagno, spogliatoio, anti bagno, bagno e tre magazzini, al piano terra, nonché disimpegno, bagno, ufficio - vano scala, due soppalchi e vuoto su piano terra, al piano primo. Vendita senza incanto 17/05/21 ore 11:00- Prezzo base d’asta: Euro 97.000,00- rialzo minimo: 5% del prezzo base d’asta. Notaio incaricato: Dott. Paone Roberto - Luogo di presentazione delle offerte e di svolgimento delle operazioni di vendita: Camposampiero (PD), via Montegrappa n. 2 presso lo studio del Notaio Paone Roberto. Commissario Liquidatore Andrea Mazzai tel. 0452023676. Rif. LCA 406/2017 *MS751992

Fissata l’assemblea scattano, dunque, le manovre per scegliere chi fra i 33 delegati dovrà occupare i 15 seggi. La categoria degli imbottigliatori sta facendo quadrato e ha raccolto la vicinanza anche dei vinificatori, cioè delle cantine sociali. Con i voti a disposizione si garantirebbero la maggio-

ranza e, quindi, il futuro presidente. Però attenzione: si è candidato, fra gli imbottigliatori, Loris Dall’Acqua di Col Vetoraz, già Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene. Se eletto potrebbe strappare il secondo seggio, dopo quello di Francesco Drusian, all’ala governista degli imbottigliato-

sempre trovato accordi nei Comuni: succederà anche per Conegliano». In questi giorni si è acceso un dibattuto attorno alla sua figura che mette in dubbio la coesione del centrodestra. L’onorevole di Forza Italia, Raffaele Barato era intervento, rispondendo al capogruppo della Lista Zaia, Alberto Villanova, in difesa dell’ex primo cittadino, evidenziando che per gli azzurri il sindaco è Chies. Lorenzo Burgio, presidente di Fratelli d’Italia Conegliano, si era invece definito perplesso dall’uscita di Baratto e nei confronti della candidatura di Chies. «Raffaele ha fatto sempre quello che il partito ha detto», spiega Chies. «È normale che ci sia il mio nome, come ce ne sono altri, ma il dibattito non mi appassiona, lavoriamo sulle cose concrete. Fratelli d’Italia riteniamo sia importante

come lo sono Forza Italia e la Lega. Ogni partito del centrodestra ha le proprie sensibilità, il candidato uscirà dal tavolo di confronto. Per me è primaria l’unità del centrodestra». Gli azzurri chiudono la porta invece ai Popolari: «Non cambio idea sui Popolari», afferma l’ex sindaco, che fu destituito per il voto degli ex alleati e due consigliere di FI. «Per la città l’importante è una compagine coesa e solida, con persone che si fidano tra di loro. L’amministrazione ha ben governato, continueremo con i progetti e i programmi dovranno tenere conto del mondo che è cambiato con il Covid. Il rilancio economico dovrà andare di pari passo con la crisi sociale. Dovremo essere molto attenti all’inclusione e alla vivibilità della città». —

AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE REGIONALE DEL VENETO INDAGINE DI MERCATO IMMOBILIARE ESTRATTO DELL’AVVISO Questa Direzione avvia un’indagine di mercato per l’individuazione di un immobile da condurre in locazione per adibirlo a sede dell’Ufficio Territoriale di Conegliano. L’avviso di indagine è consultabile, insieme agli altri documenti di gara, sul sito http://veneto.agenziaentrate.it/. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 11/07/2021. Amministrazione: Agenzia delle Entrate – sede legale: Via Giorgione n. 106 00147 Roma – Direzione Regionale del Veneto – Ufficio Risorse Materiali – Via G. De Marchi n. 16 – 30175 Marghera Venezia -. Posta elettronica: dr.veneto. rm@agenziaentrate.it - PEC dr.veneto. gtpec@pce.agenziaentrate.it - Telefono +390412904220/33/64. Venezia IL DIRETTORE REGIONALE Maria Letizia Schillaci Ventura

DIEGO BORTOLOTTO © RIPRODUZIONE RISERVATA

ri, a meno che non prenda il posto di quest’ultimo. Determinanti saranno i voti a disposizione di Gianfranco Zanon, della blasonata Valdo. Zanon è candidato alla presidenza della Denominazione, a condizione che riesca a tener unita la categoria e, di conseguenza, ad attrarre il consenso dei vinificatori delle cantine sociali. Se invece si sposterà nell’area della maggioranza uscente tutto si complicherà. Un altro autorevole candidato alla sostituzione di Nardi è Andrea Dal Cin (Canevel), quindi strettissimo collaboratore di Sandro Boscaini, il titolare, che è presidente della potente Federvini. Carte da giocare ne ha pure Gianluca Bisol, dell’omonima cantina. Nel caso, invece, che la maggioranza uscente riuscisse a spuntarla, Lodovico Giustiniani guadagnerebbe quasi certamente la presidenza; oppure, al suo posto, Cinzia Sommariva. Il gruppo conta sui viticoltori, o meglio su 3 dei 4 seggi e sull’eventuale disponibilità degli imbottigliatori, qualora Drusian e dell’Acqua riuscissero a portarne almeno 5 dalla loro parte. Questi, intanto, tutti i nomi dei candidati certificati ieri. Viticoltori: Leonardo Ronfini, Elisa Piazza per le sorelle Bronca, Fabio Piccolin, Cirillo Balliana, Sante Toffoli, Giuseppe Carlet; la principessa Isabella Collalto, Lodovico Giustiniani; Elena Moschetta di Biancavigna, Cinzia Sommariva e Marco Spagnol. Tra i vinificatori ci sono Gianluca Frassinelli, Giovanni Lisi, Norma Possa-

mai, Giuseppe Colatuzzo, Franco Varaschin, Piero De Faveri, Ivo Nardi, Federico Dal Bianco e Gabriella Vettoretti. Infine gli imbottigliatori: Filippo Polegato, Loris Dall’Acqua, Lauro Pagot, Gianluca Bisol, Elvira Bortolomiol, Stefano Bottega, Simone Cecchetto, Francesco Drusian, Andrea Dal Cin, Stefano Gava, Giorgio Panciera, Loris Vazzoler, e Gianfranco Zanon. — FRANCESCO DAL MAS © RIPRODUZIONE RISERVATA

san vendemiano

Suonano i campanelli e si presentano come “giornaliste” «Ci hanno dato il suo nome dal Comune, per fare interviste nei giornali». Due donne giovedì si sono presentate così in diverse abitazioni, in particolare nella frazione di Cosniga. È stato un probabile tentativo di raggiro. Le finte giornaliste hanno riferito che avevano avuto i nominativi dal Comune – e che non ha fornito dati – per non meglio precisate pubblicazioni. Truffe non ne sarebbero andate a segno, perché gli anziani non si sono fidati e hanno avvertito i familiari. Nei giorni scorsi sempre a San Vendemiano era stata segnalata la presenza di addetti che dicevano di operare per conto di Enel e di dover controllare le bollette. Anche in questo caso pare si trattasse di finti operatori. (di.b.)

san vendemiano

Addio Maria, madre di due sacerdoti SAN VENDEMIANO

Maria De Pin vedova Cescon, 98 anni, si è spenta in ospedale a Vittorio Veneto. Era madre di don Bruno, già direttore del settimanale diocesano di Pordenone-Concordia Il Popolo. Era mamma anche di don Luciano, già parroco a Verona, ora sacerdote a Gaiarine. «Mia madre era originaria di Fregona. Nel secondo dopoguerra sposò Narciso Cescon, operaio ed ex combattente, prigioniero di guerra in Polonia. Vissero a San Vendemiano, dove mio pa-

dre fu anche sacrestano e morì il 25 marzo 2001», spiega il figlio don Luciano. Lascia anche i figli Maria Teresa e Cesare, le sorelle Tarsilla e Linda. Funerale oggi alle 10.30, chiesa del paese. — A.V.

san vendemiano

Scontro fra auto Un conducente portato in ospedale Scontro tra due auto, con un’Audi volata nel fossato. L’incidente si è verificato ieri verso le 13, in via Longhena a San Vendemiano. La dinamica in un primo momento sembrava avere comportato gravi conseguenze, ma le condizioni dell’automobilista, che è stato trasferito in ospedale, non sono preoccupanti. Sul posto Suem e vigili del fuoco. Per un’ora vi sono stati disagi alla viabilità tra San Vendemiano e Conegliano.


30

TREVISO

SABATO 27 MARZO 2021 LA TRIBUNA

L’aggressione di Mogliano

Rapina e tentato omicidio: resta in cella L’accoltellatore di Marta interrogato per un’ora e mezza. Il quindicenne ha confermato il movente: voleva denaro Marco Filippi

Rimane in carcere per tentata rapina e tentato omicidio aggravati il quindicenne che, lunedì pomeriggio, ha aggredito Marta Novello, 26 anni, mentre correva lungo la strada di campagna di via Marignana a Mogliano. Lo ha deciso il giudice delle indagini preliminari Valeria Zancan, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto fatto, poco dopo l’aggressione, dai carabinieri della compagnia di Treviso. L’INTERROGATORIO

È durata un’ora e mezza l’udienza al tribunale dei minori e il quindicenne, assistito dall’avvocato Matteo Scussat, ha risposto a tutte le domande del giudice. Un interrogatorio blindatissimo sul quale vige il riserbo più stretto, essendo coinvolto nella vicenda un minorenne. Ma dalle poche notizie filtrate emerge un importante riscontro: il ragazzo avrebbe ammesso di aver compiuto l’aggressione esclusivamente a scopo di rapina. Altro particolare interessante. Pare che il quindicenne abbia anche affermato di non avere mai avuto contatti prima di lunedì con Marta Novello e quindi che la scelta della sua vittima sia stata dettata dal caso: in quel momento, lungo via Marignana, avrebbe assalito con un coltello da cucina la 26 enne moglianese soltanto perché era sola e in zona non c’erano testimoni. IL MOVENTE

Resta ancora avvolta dal mistero la ragione che ha spinto il giovane ad aggredire Marta con una rabbia incontrollabile. Al di là di quello che il quindicenne ha detto al giudice Zancan, i carabinieri contano di avere un riscontro oggettivo dall’analisi del telefonino e del computer sequestrati nell’abitazione del ragazzo dopo l’aggressione. Il quindicenne aveva debiti? È stato indotto da qualcuno ad

aggredire Marta? Che cosa voleva eventualmente comprarsi con i soldi che sperava di ricavare dalla rapina? Per il momento i carabinieri tendono ad escludere che il giovane abbia avuto rapporti con il mondo della droga. Non ci sono prove in questo senso anche se i contatti registrati nel cellulare daranno una risposta definitiva. Intanto, al termine dell’udienza,

Il ragazzo ha parlato 5 minuti con la madre La ragazza sarà sentita la prossima settimana mentre aspettava l’esito della convalida, il giovane ha avuto modo di vedere la madre. L’ABBRACCIO CON LA MAMMA

Al quindicenne è stata data l’opportunità di abbracciare e parlare per cinque minuti con la madre. È stato un incontro intenso, con la madre che in lacrime ha abbracciato il figlio e ha avuto modo di scambiare qualche parola. Il primo incontro dopo il suo arresto. Il legale del giovane non ha chiesto misure alternative al carcere. «Mi sono rimesso alla decisione del giudice», ha precisato Scussat. «Ho degli obblighi che mi impongono di tutelare il mio assistito» - ha ripetuto. «C'è un procedimento in corso e devo mantenere il riserbo». Nessun annuncio neppure sui prossimi passi legali. «Adesso vediamo» aggiunge, sottolineando che il quindicenne «ha iniziato un percorso con assistenti sociali e psicologi». A GIORNI LA VERSIONE DI MARTA

Nel frattempo Marta Novello rimane ricoverata in prognosi riservata e resterà precauzionalmente in terapia intensiva sino a lunedì. I carabinieri la sentiranno soltanto quando sarà trasferita ad altro reparto. Non prima dell’inizio della prossima settimana. — RIPRODUZIONE RISERVATA

il quadro clinico

La giovane migliora ancora lunedì uscirà da Rianimazione MOGLIANO

I parametri sono buoni e le condizioni stabili, ma per precauzione Marta Novello, rimarrà nella terapia intensiva del reparto Covid free di Cardio vascolare dell’ospedale Ca’Foncello, fino a lunedì. La giovane, che è stata risvegliata dal coma farmacologico mercoledì nel tardo pomeriggio, sta piano piano migliorando e riprendendo le sue facoltà. Un lento ritorno alla normalità, anche se la strada è ancora lunga, dal momento che le venti col-

tellate inferte dal suo aggressore, l’hanno colpita in diverse parti del corpo: al volto, alla mano, al torace, ai polmoni, in punti dove si trovano funzioni vitali. «Le condizioni della giovane sono stabili e i parametri buoni» fanno sapere dalla struttura sanitaria. La ragazza, come ha spiegato giovedì il direttore della funzione ospedaliera dell’Ulss 2 Serenissima, Stefano Formentini, è cosciente, presente, orientata e soprattutto ricorda quanto le è accaduto. Nessuno, però, la forza a rivive-

Gli auguri del Rettore e di Zaia Prof e studenti: «Ti aspettiamo» La catena di vicinanza verso Marta Novello e la sua famiglia supera ormai i confini della città. Parole di supporto arrivano anche dal Rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto: «Non vediamo l’ora di poterla rivedere nel suo Ateneo, dove si sta per laureare, ed è con grande gioia che lo possiamo dire» ha dichiarato il rettore «Tut-

ta la grande comunità che forma l’Università di Padova ha seguito con trepidazione le notizie sulla salute di Marta. Sono state ore difficili, di attesa, dopo la vile e insensata aggressione che la nostra studentessa ha subito. Momenti superati ora, col miglioramento quadro clinico. L’Università si stringe a lei: forza Marta, ti aspettiamo presto». Dopo essersi diplomata al liceo classico di Mogliano, Giu-

seppe Berto, la giovane studentessa, residente nella frazione di Marocco, si è iscritta all’università di Padova. In questi anni ha svolto anche diverse esperienze all’estero. Il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, nel quale Marta Novello studia attualmente le manda un incoraggiamento: «Appresa la notizia della terribile aggressione di cui è stata vittima, l’intera comunità (compagni, pro-

MARTA ARTICO © RIPRODUZIONE RISERVATA

fessori, collaboratori linguistici e personale tecnico amministrativo) si è stretta commossa e, al tempo stesso, piena di speranza, attorno a Marta Novello e alla sua famiglia, fiduciosa che possa tornare presto a partecipare» recita una nota dell’Ateneo «come ha fatto con passione e intelligenza poco comuni nel corso degli ultimi anni, alla circolazione di saperi e affetti in cui ha scelto di incanalare i suoi studi. La aspettano con particolare affetto i suoi colleghi e i suoi professori di inglese e di spagnolo». Un augurio a Marta e un encomio all’equipe del Ca’ Foncello che l’ha operata è arrivata anche del presidente della regione Luca Zaia. —

la vicinanza dell’ateneo

MOGLIANO

re i momenti di quella tragica serata. La cosa più importante, ora, è che si ristabilisca. In questo momento non ce n’è stata la necessità, ma l’Ospedale, in caso servisse, è pronto a fornire alla ragazza anche un supporto psicologico, che magari potrebbe servire, anche se non si è reso necessario in un primo momento. Per ora i parametri sono buoni e la 26enne interagisce e parla con medici e infermieri che si prendono cura di lei. Una volta che sarà stata sciolta la prognosi, verrà trasferita nel reparto

di degenza ordinaria. E inizierà il suo percorso verso il ritorno alla vita di sempre, quella di prima, che sarà comunque lungo. I genitori vanno a trovarla, quando l’Ospedale lo consente, poi si richiudono nella loro abitazione, in attesa delle chiamate del Reparto che li tiene costantemente aggiornati. Anche il presidente della Regione, ieri, ha voluto ringraziare tutti i medici, gli specialisti e il personale, dal 118 al Pronto soccorso, che si è preso cura della ragazza sin dalle prime ore. ma anche i due operai che primi l’hanno soccorsa. Il Governatore ha definito il risveglio della giovane «un miracolo, una notizia straordinaria per i suoi genitori e per tutta la nostra comunità». —

Marta Novello a Venezia

MATTEO MARCON


6 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 27 Marzo 2021

L’epidemianelVicentino

Aiutati, aiutaci

Indossala

Lacorsaaostacoli verso l’immunizzazionedimassa LA STORIA. La vicenda paradossale di una consigliera di Schio che non ha ricevuto la convocazione: è giunta invece al partner ma non ha nemmeno potuto andare con lui

«Io,disabiledimenticata:sieroamiomarito» Maura Fontana, 63 anni, trapiantata e cardiopatica «Amenessunachiamata, mailmiocompagno hagiàricevuto ilvaccinoperchéconviveconme» Rubina Tognazzi SCHIO

Trapiantata, cardiopatica, immunodepressa e disabile, ma notizie sulla vaccinazione per lei ancora nessuna. Suo marito, invece, è già stato convocato e ha già ricevuto il siero. Il paradosso accade a Schio, a Maura Fontana, scledense di 63 anni, che giovedì ha assistito alla vaccinazione del marito Antonio, perché convivente con persona disabile - e opportunamente da lei segnalato come tale - ma non alla sua. Fontana, che è anche consigliera comunale di maggioranza del gruppo “Noi cittadini con Valter Orsi”, ma soprattutto attivista per i diritti dei disabili e membro del gruppo “Città senza frontiere” non ci sta e racconta con disappunto e delusione la sua surreale vicenda. «Mi sento dimenticata dalla sanità pubblica».

zione per suo marito ma non per lei. Non appena ricevuta la lettera dell’appuntamento del marito, Maura Fontana ha chiamato il numero indicato dall’Ulss 8 Berica per capire come mai a lei non fosse arrivato ancora nulla. Ma la risposta è stata una delusione ancora più profonda. «Non sono stata vaccinata con mio marito, anzi non mi dovevo proprio presentare con lui giovedì all’inoculazione - sottolinea Fontana - Indicazione molto chiara mandata sia via email che telefonicamente». Morale? «Ad oggi non si sa ancora quando toccherà a me». «DISORDINE». La donna non

riesce a spiegarsi «l’assurdità» del fatto che il suo nominativo di persona fragile non sia stato inserito nella lista delle persone con priorità

IL RACCONTO. Fontana vive a

Schio ed è in cura a Milano, dove ha subito anche un trapianto, ma con l’arrivo dell’emergenza sanitaria legata al Covid è stata spostata per le cure nella Ulss di competenza che, per le sue patologie di trapiantata, è quella di Vicenza. Per una persona nelle sue condizioni l’attesa per il vaccino è ancora più sentita e ovviamente la speranza è quella di una chiamata che possa arrivare prima possibile, per ottenere l’agognata immunizzazione. Sennonché è avvenuto ciò che lei non avrebbe potuto nemmeno immaginare: è arriva la lettera di convoca-

vaccinali Covid. «L’hanno aggiornata, mi hanno detto, ma al momento ancora nulla racconta ancora la consigliera scledense - Mio marito intanto si è vaccinato e io sono qui che aspetto». E le suona come una beffa il fatto che proprio in questi giorni si viene a sapere che, per un disallineamento dei dati anagrifici in possesso delle aziende sanitarie, sono arrivate le lettere di convocazione per persone che sono defunte, mentre una persona come lei è rimasta per ora tagliata fuori. «È triste venire a sapere che si sono dimenticati di me - riprende la donna - C’è stato un gran disordine nelle priorità. Capisco i medici e gli infermieri che sono stati chiamati per primi a ricevere l’immunizzazione, ma alcune categorie che non lavorano a stretto contatto con le persone no. Qualcuno se ne è approfittato». LE CRITICHE. Non senza fasi

C’èstato ungrande disordine nellepriorità vaccinali MAURAFONTANA PAZIENTETRAPIANTATA

di confusione, i vaccini proseguono, anche se al momento per Fontana ancora nessuna notizia: lei resta in attesa della chiamata. Tuttavia, da persona molto attiva e propositiva, non si perde d’animo e anzi a denti stretti combatte con la tenacia che la contraddistingue. «Mi viene da pensare di aver disturbato il buon nome della Regione Veneto - conclude sorridendo avendo evidenziato spesso delle carenze sanitarie nel nostro territorio. Sarà un caso, fatto sta che sono stati dimenticata». • © RIPRODUZIONERISERVATA

LaFiera di Vicenza doveil maritodelladonna trapiantataè stato convocato peril vaccino, maleiè ancora in attesa. COLORFOTO

Ladecisionedell’Ulss8

Sonosospeselevisite aipazientinegliospedali VICENZA

Nientepiù visite deifamiliariai pazientiricoverati nelle strutturesanitarie dell’Ulss8. Torna,sudecisionedella direzionegeneraledell’azienda socio-sanitaria,unadelle misurepiùpesanti tra le moltissimechehanno contrassegnatoecontinuanoa condizionarela vita quotidiana nellapandemia.Nel primo lockdownl’impossibilità didare confortoal propriocongiunto costrettoinospedaleerastata unamisura, perquanto

necessaria,vissuta con molta sofferenza. Ora-si leggeinunanota diffusa ieridall’Ulss Berica«alla luce dell’incrementodeicasiCovid riscontratinel territorio,invia precauzionalesono sospese tutte levisite ai degenti ricoveratinegli ospedalidell’Ulss8Berica». L’intentoèridurrequalsiasi possibilefonte dicontagioche possametterea rischiole vitedei pazienti,eanchecomplicare non pocoil lavorodegli operatori sociosanitari. Cisono delleeccezioni: igenitori possonocontinuare a farvisita ai figliricoverati neireparti di

Sospesele visiteai degentianche all’ospedaleSanBortolodi Vicenza pediatria;sono inoltrepossibili le visiteai malati terminali eper le situazioniparticolari, agiudizio dei direttorideireparti. Inostetricia, spiegaancoral’Ulss, «rimanela possibilitàper i padridi assisterealla fasefinale delparto, conadeguatidispositivi di protezioneepreviaesecuzione di untampone.Dopo il partoi papà

potrannoaccompagnareil neonatoal nidoeassistere alle primeprocedure diassistenza, nelledueore successive, perpoi affidarloalle curedel personalee aquelle dellamadre».L’Ulss invita tutti«allamassima collaborazione alfine dicontribuirea tutelarela salutepubblica». © RIPRODUZIONERISERVATA

LA POLEMICA. Botta e risposta tra Pd e vertici dell’azienda Pedemontana sulla tabella di marcia

«L’Ulss8 èpiùavanti della7» «Siamoin linea, noalle gare» AlPalAngarano intantosonostati convocatiperoggi 400donatori Francesca Cavedagna BASSANO

Caso vaccini e differenze tra le Ulss vicentine. Il Partito democratico pungola: «In queste ore la Ulss 8 Berica ha annunciato che inizierà la campagna vaccinale per i nati dal 1951 in poi. Nelle stesse ore la Ulss 7 Pedemontana dà il via alle vaccinazioni per i nati dal 1941 in poi. Un ritardo sulla tabella di marcia che non trova spiegazioni». Ma l’Ulss Pedemontana replica: «Siamo perfettamente in linea con la programmazione regionale, i target sono sovrapponibili. Non facciamo diventare la campagna vaccinale una gara tra Ulss, l’impegno è massimo da parte di tutti». L’INTERROGATIVO DEL PD. La

segnalazione sulle differenze

delle convocazioni per fasce di età è stata inoltrata nelle scorse ore dai coordinatori di zona del Pd delle aree Bassanese, Scledense e Thienese, che hanno fatto notare come nelle zone vicentine stiano già iniziando a chiamare i settantenni, mentre il settore Pedemontano è ancora alle prese con le somministrazioni agli ottantenni. «Riceviamo lo stesso numero di vaccini delle altre Ulss eppure siamo tremendamente indietro - dichiarano i coordinatori di zona del Pd -. Nonostante abbiamo centri vaccinali funzionanti e avviati, non riusciamo a tenere il passo delle altre province: capiamo che c'è stato un cambio al vertice della Ulss Pedemontana, ma c'è stato in tutte le aziende sanitarie. Forse è il caso che il nuovo dg della nostra Ulss spieghi ai cittadini come mai

siamo così indietro. Zaia dovrebbe dire le cose come stanno invece di maneggiare i dati come fossero un cesto di ciliegie. Troppo comodo togliere quelle ammaccate per poi presentare in conferenza stampa solo quelle che gli fanno fare bella figura. Dice che la campagna vaccinale in Veneto sta andando bene e si dimentica di dire che sta parlando solo degli ultimi 15 giorni, mentre in realtà globalmente andiamo peggio delle altre Regioni. Lasciare quindi i vaccini in frigo come si sta facendo significa mostrare tutta la mancanza di programmazione di cui di nuovo la Regione Veneto è protagonista. Le ciliegie meglio lasciarle alle aziende agricole della pedemontana, che il raccolto è dietro l’angolo». LA REPLICA. Dalla dirigenza

dell’Ulss arrivano immediate risposte e rassicurazioni, che partono dal programma di somministrazione: «Entro il 4 aprile termineremo tutti i gli ottantenni - spiega il direttore sanitario dell’Ulss 7, Antonio Di Caprio -, che vengono convocati via telefono o tramite posta. La programmazione ha subito dei rallentamenti soprattutto per le generali incertezze legate ai riassortimenti dei sieri. Ci hanno promesso che da aprile avremo scorte molto più consistenti e saremo quindi nella condizione di poter avviare la macchina vaccinale con maggior forza. Dal prossimo 11 aprile inizieremo le somministrazioni ai residenti nati dal ’52 al ’56, per un totale di 20 mila persone; la settimana successiva toccherà ai nati dal ’57 al ’61, per un totale di 24 mila utenti. È ve-

L’accettazionedeipazientidavaccinare alPalAngarano di Bassano delGrappa CECCON

ro che il sistema va ancora migliorato, ma questo vale per tutti. I nostri numeri sono in linea con quelli delle altre Ulss. Finora, con tutti gli intoppi a livello nazionale che conosciamo, abbiamo vaccinato 50 mila residenti su 311 mila. Ha ricevuto la prima dose oltre l’11 per cento e la seconda circa il 5,5 per cento degli utenti». LE “SECONDE” LISTE. Il caso

AstraZeneca ha provocato delle defezioni che ancora si

pagano. Il vaccino, com’è noto, è al momento riservato a forze dell’ordine e al personale scolastico. Proprio in quest’ultima categoria gli indecisi sembrano molti, tanto che in centinaia stanno rinunciando alla somministrazione. Questo ha portato la dirigenza dell’Ulss 7 a creare seconde liste di candidati da chiamare in caso di appuntamenti saltati, che permettono di non sprecare dosi preziose: oggi tocca ai donatori di sangue, chiamati in 400 al

PalaAngarano. Poi c’è l’attività dei medici di base, che hanno aderito in massa alla campagna vaccinale con pochissime defezioni. Questa categoria dovrà vaccinare i loro pazienti nati tra il ’42 e il ’51, con convocazione dirette tramite contatto telefonico o lettera postale, somministrazioni che partiranno in modo scaglionato, anche a seconda delle singole organizzazioni, entro la prossima settimana. • © RIPRODUZIONERISERVATA


4 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 27 Marzo 2021

LaRegioneelalottaalvirus Ieriun recorddi vaccini fatti:più di36mila incirca 24ore

«Convocaregliultra70ennitramitefacebook,enonattraversounpercorso istituzionale, è diventata la prassi».Lo segnala Arturo Lorenzoni speaker delle opposizioni in Regione: «L’altra sera senza preavviso l’Ulss 6 Euganea ha pubblicato un post che invita le classi 1942, 1943 e1944aprenotarsi ieri:così sigenera unagrandissima confusione».

LORENZONIATTACCA

«Ulss6,inviti ai vaccini viasocial: è un caos»

QUADROEPROSPETTIVA. Ilgovernatore annunciapiù dosidai prossimigiorni elancia l’appelloaigiovani: «Nonci sonosologli angeli delfango, maanche deivaccini»

IlVenetorestaancorarosso finoal 6aprile Zaiachiedelaverificadeiparametrianchevenerdì prossimo.Ma,intanto,èl’indicedeicasiper100mila abitantiadesserefuoritettomassimo:254su250 Sui due parametri che servono per la valutazione dello scenario, uno solo è fuori limite. Ma tanto basta per piazzare il Veneto in rosso almeno fino al 6 aprile, il giorno dopo Pasquetta, come conferma il governatore del Veneto, Luca Zaia. Poi si deciderà in base all’andamento dell’epidemia. Lo stesso Zaia, ieri all’unità di crisi di Marghera, aveva chiesto pubblicamente che venerdì prossimo, 2 aprile, giorno della Passione prima di Pasqua, si effettui una nuova valutazione. Una richiesta precisa davanti all’ipotesi di nuove indicazioni nazionali che davano la durata della zona rossa in automatico per due settimane, fino al 13 di aprile. Richiesta che è stata accolta. Non solo. L’altra novità emersa ieri riguarda il giorno del cambio di scenario: non partirà più dal lunedì, come era stato fatto fino ad ora, ma, appunto dal martedì. Questo perché l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, entrata in vigore il 15 marzo, ha 15 giorni di validità e, quindi, provoca lo slittamento di un giorno rispetto al passato. IL MOTIVO DEL ROSSO. Ma ve-

niamo al numero che ha infranto le speranze di tanti veneti di poter passare qualche giorno in scenario arancione. Si tratta dell’incidenza di positivi per 100 mila abitanti: il limite di legge imposto a livello nazionale è 250 per scattare nella fascia di massima allerta. Il Veneto è a quota 254. Quindi, resta a pieno titolo in rosso. Per l’altro criterio, l’Rt, il dato si è pure abbassato rispetto alla scorsa settimana fino a 1,23 (il tetto imposto è a 1,25), ma basta solo uno dei due per mantenere in rosso la regione. In ogni caso, non sarebbero stati molti i giorni in arancione: da martedì 30 marzo a venerdì 2 aprile. Perché, come noto, da sabato 3 tutta l’Italia si colora di rosso.

GLI ANGELI DEI VACCINI. Arri-

vano, però, buone notizie sul fronte della campagna vaccinale. Zaia ha confermato: «Dalla prossima settimana avremo a disposizione 300 mila dosi. La nostra capacità vaccinale aumenterà». Come? Si lavora ad un nuovo sistema di prenotazione che sarà presentato a breve. Poi scenderanno in campo sempre più medici di base e anche i farmacisti. Su questa categoria, però, l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, ieri come sempre accanto a Zaia, ha spiegato che per ora le loro mansioni si ridurranno all’aiuto per la prenotazione. Si sta attendendo il via libera all’accordo quadro nazionale per effettuare anche le iniezioni. Non solo. Dice Zaia: «Abbiamo raccolto la disponibilità di tanti medici che si offrono gratis di vaccinare fuori orario di lavoro. Abbiamo dato indicazione alle Ulss di aprire dei bandi. E intanto lancio l’appello ai giovani: «Abbiamo bisogno di un aiuto in tutto: dai moduli da compilare, ai parcheggiatori, a chi indica le postazioni dove entrare e fare l’iniezione. Abbiamo avuto la conferma che sotto il profilo assicurativo possiamo essere coperti. Da noi non ci sono solo i giovani angeli del fango, ma anche quelli per i vaccini». AZIENDE E L’ESPERIMENTO.

«Giovedì abbiamo somministrato 24 mila dosi. Chiediamo pazienza agli over 80: stiamo facendo di tutto per evitare inconvenienti. Ma è difficile in una fase come questa». Accanto ai medici di base, «che dovranno concentrarsi sui loro pazienti fragili e allettati», dice poi Zaia, c’è dell’altro. Si punta a far decollare la linea delle vaccinazioni nelle aziende. «Ma sia chiaro - dichiara - prima dovranno essere garantite le dosi agli anziani». E intanto domani il test a Treviso: a chiamata per i nati del 1936. «Se funzionerà, estenderemo», promette. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Popolazione target

Totale da inizio campagna

Ulss 1 Dolomiti

178.930

35.219

19,6%

Crisanti

Ulss 2 Marca Trevigiana

752.133

123.583

16,4%

Ulss 3 Serenissima

541.781

93.171

17,2%

«Glianticorpi negliexinfetti resistono 9-10mesi»

Ulss 4 Veneto Orientale

197.027

28.566

14,5%

Ulss 5 Polesana

210.353

42.589

20,2%

Ulss 6 Euganea

800.205

116.240

14,5%

Ulss 7 Pedemontana

311.454

49.264

15,8%

Ulss 8 Berica

421.964

68.964

16,3%

Ulss 9 Scaligera

784.077

108.527

13,8%

AOUPD

-

19.363

-

AOUIVR

-

18.804

-

IOV

-

5.573

-

4.197.924

709.863

Prime anticipazioni su studio compiuto su abitanti di Vò: gli anticorpi prodotti dal coronavirus restano in vita nell’organismo delle persone che sono state positive, o sono negative, ma risultano positive al test sierologico, dai 9 ai 10 mesi. È questa l’anticipazioni dello studio sulla popolazione del cluster di Vo’, in Veneto, condotto dall’Università di Padova e dall’Imperial College di Londra, capofila della ricerca il professor Andrea Crisanti, microbiologo dell’Ateneo patavino «Non posso dire ancora nulla di più - ha spiegato ieri il direttore della Microbiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova - perché lo studio è sotto embargo, stiamo attendendo la valutazione del comitato scientifico della rivista “Nature” (che già aveva pubblicato ilprimo studio. Per il momento queste sono le uniche cose che posso dire in merito alla ricerca fatta sui cittadini di Vo’». La valutazione degli esperti di Nature arriverà tra un paio di settimane, ci vorrà un mese e mezzo per rendere pubblico un lavoro che potrebbe dare nuove e preziose informazioni su come combattere il Covid 19. Lo studio su Vo’ aveva coinvolto la stragrande maggioranza dei circa 3200 cittadini del paese che, a più riprese, si sottoposero al tampone e all’analisi sierologica.

Azienda

L’EGO-HUB

Cristina Giacomuzzo

Il numero di vaccinazioni fatte a ieri per ogni Ulss veneta

TOTALE

Dosi fatte rispetto alla popolazione target

Fonte: Regione Veneto

FOCUS. Ilpresidenteaigenitori:«Hannoragione. Èuna tragedia peri piccolifino alle superiori»

Zaiavuoletuttelescuoleaperte «Maconitamponifaidate» «Sonoquellinoninvasivi evannoaffiancaticon itutor.Mailministero non li ha ancora autorizzati» Premessa: la Regione non ha in questa fase alcuna facoltà di decisione sulle scuole. Ma il presidente del Veneto, Luca Zaia, ieri all’unità di crisi di Marghera, ha voluto spiegare come la pensa: «I genitori per me hanno ragione da vendere. Le scuole devono restare aperte. E vanno usati i test fai-da-te. Possiamo tranquillamente avviare a questa pratica i ragazzi anche affiancandoli con un tutoraggio. Certo, ovviamente solo per i più grandicelli. Non si tratta dei tamponi naso-faringei, ma quelli da infilare nella cavità nasale. Insomma, sono innocui e si potrebbero far eseguire a tutti con una scadenza che definirà la Prevenzione. Capiamo la tragedia che stanno vivendo i piccoli delle materne e delle

L’assessoreManuelaLanzarin eil governatore Luca Zaia

elementari, fino agli studenti delle superiori. Loro sono stati i più martoriati: costretti di più alla didattica a distanza e ora stanno affrontando le conseguenze della mancata socialità. Ma un modo di aprire in sicurezza c’è: usare il test. Se avessimo la bacchetta magica avremmo già fatto sparire il Covid. Se avessimo competenza in questo ambito, avremmo già introdotto l’uso del

fai-da-te. La nostra parte l’abbiamo fatta testando il prodotto. Ma il Ministero non l’ha autorizzato. I molecolari? C’è chi se ne è innamorato. Ma alla fine hanno i limiti nella capacità di processazione e nei tempi di risposta che sono lunghi. Non è un caso che a livello mondiale siano più diffusi i rapidi». Eppure anche ieri Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia dell’Università

Padova, ha attaccato le scelte del Veneto: «Questa estate la Regione doveva investire nei laboratori di microbiologia invece che nei rapidi». Sulla scuola, prima di entrare in scenario rosso, quindi due settimane fa, il premier Draghi aveva affidato alle Regioni il compito di gestirne la chiusura in caso di aumento dei positivi oltre i 250 casi per 100 mila abitanti. E il Veneto aveva inquadrato i distretti delle Ulss come aree ottimali dove far calare il parametro. Allora erano stati ritrovati fuori norma in pochi giorni sei distretti su 23 in tutto il Veneto, tra cui anche quello dell’Alto Vicentino. L’indicazione di Zaia allora era di mandare in didattica a distanza solo dalla seconda media in sù, mentre tutti gli altri sarebbero stati in presenza. È lo stesso metro ora scelto da Draghi che verrà adottato da dopo Pasqua in caso di zona rossa. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

IREPORT EL’ESAMEDEL MINISTERO. Riflettoripuntati sugli ospedali.Scopertialtri1914infetti,ma i “positivi attuali”sonostabilida due giorni

Ricoveriancora saliti.L’Iss: «Siete arischio» lecolari e rapidi sono stati scoperti ieri altri 1.914 nuovi infetti. Ma il numero di veneti “positivi attuali” è da due giorni a 38.700 (ieri -5): un mini-segno di speranza di cali futuri.

Neirepartiieri +15ecasigravi+9 Rianimazione: soglia critica vicina Piero Erle

Hanno ricominciato a salire, ieri, i ricoveri Covid negli ospedali veneti. Lo stop registrato l’altra sera è rimasto purtroppo un episodio: l’ultimo report della Regione dice che ieri sera, nonostante ci siano state ben 103dimissioni dalle corsie di pazienti ormai guariti, il saldo coi nuovi ingressi di malati non è andato bene: +15 posti letto occupati, con crescite

soprattutto nel Veronese e nel Padovano. Non solo: anche nelle terapie intensive si è giunti a 284 casi gravi legati al virus, con un +9 nell’ultima giornata in cui secondo il Ministero ci sono stati (a ieri mattina) ben 30 nuovi ingressi, bilanciati solo in parte dalle uscite. Anche la pagina tragica dei decessi indica per ieri +16 vittime, di cui 15 negli ospedali e una crescita dovuta soprattutto al Vicentino (+9). Infine con una 42.400 tamponi mo-

L’ANALISI DELL’ISS. Ieri come

SilvioBrusaferro, presidente Iss,e GianniRezza, dgdelMinistero

noto la Cabina di regia del Ministero ha emesso il suo verdettoche ha confermato la “zona rossa” per il Veneto. Ma colpisce soprattutto il quadro emerso sul fronte ospedaliero. La percentuale di posti letto occupati da casi Covid per il Veneto è ancora sotto le soglie critiche del 30% per le terapie intensive (ieri sera eravamo però saliti al 26%) e del 40%

per i reparti medici (anche lì siamo, a ieri sera, al 26%). Ma l’allerta dato da Silvio Brusaferro presidente dell’Iss Istituto superiore di sanità riguarda le “proiezioni dell’occupazione dei posti letto da qui ai prossimi 30 giorni”: un po’ in tutta Italia, sottolinea, «la probabilità che si saturino i posti disponibili prima di passare a soglie molto critiche di occupazione dei letti ospedalieri è elevata». E a differenza delle precedenti settimane, infatti, per il Veneto è comparsa una lunga “linea rossa” che indica un trend chiaro: abbiamo più del 50% di probabilità di an-

dare ben oltre la soglia critica, addirittura fino al 70% di posti occupati a causa della pandemia. E lo stesso avviene per i reparti di area medica. Solo Calabria, Puglia e Val d’Aosta hanno previsioni peggiori della nostre. «Ecco perché - sottolinea Brusaferro - è importante mantenere le restrizioni attuali. Bisogna cercare di ridurre l’impatto della curva». Perché i “campanelli di allerta”, sono parole di Brusaferro che paiono rivolte proprio al Veneto, sono progressivi: «Le curve quando crescono vedono prima partire l’indice Rt, poi l’incidenza del numero di casi per 100 mila abitanti e la terza fase sono le terapie intensive». Il Veneto deve evitare che scatti la spia rossa anche lì. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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