3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE
28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-14 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-13 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-24 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-7 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 4 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-9 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 7 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-16 3043
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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE
28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-8 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 8 3043
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3043 - ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DEL CLIENTE CHE LO RICEVE
28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-25 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-6 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 17 3043
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28-MAR-2021 Estratto da pag. 1-11 3043
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Provincia 39
L'ARENA Domenica 28 Marzo 2021
VILLAFRANCHESE VILLAFRANCA. L’appello di commercianti e gestoridi locali alla Regione perché tutti rispettino le regole e per indicazioni più omogenee sulle restrizioni alle varie attività
«Zona rossa dura, e poi riapriamo» «Noistiamo chiusi eintantofuori c’èil mondo,cosìsi prolunga l’agoniaec’è chi allafinerischierà dinonrialzare lasaracinesca» Nicolò Vincenzi
Regole più ferree. Decisioni che valgano per tutti, in maniera chiara, per uscire il prima possibile dalla morsa della pandemia. E, soprattutto, per poter riaprire i negozi. In sicurezza sì, ma tutti quanti insieme. E così buona parte dei commercianti di Villafranca si unisce per cercare di trovare una soluzione: «È un momento difficilissimo», dicono, «anzi, drammatico». Ma quelle che proprio non vanno giù, gridano nella loro protesta pacifica, sono le regole messe in campo per limitare i contagi. «Non chiediamo che tutto venga riaperto», spiega Cristina Magalini, una commerciante del centro, «ma, al contrario, che ci siano più controlli. Viviamo in un momento in cui la zona rossa è tutt’altra cosa rispetto al lockdown di un anno fa». Non è autolesionismo il suo, semplicemente la richiesta di far durare il periodo complicato il minor tempo possibile: chiusure dure, vaccinazioni e poi si riparte. Questo il pensiero. Nell’incontro organizzato l’altro giorno una delegazio-
PaoloBissoli,Confesercenti
FelicianoMeniconi, negoziante
ne di commercianti della città si è seduta al tavolo con il consigliere regionale, Thomas Piccinini, e il presidente di Confesercenti Verona, Paolo Bissoli. Ad entrambi i commercianti hanno espresso le loro preoccupazioni per quello che potrebbe succedere da qui a breve. «So che», ha spiegato Feliciano Meniconi, presidente dell’associazione Villafranca shopping, «in centro alcuni titolari fra un po’ faranno fatica a pagare pure gli affitti». «Se muoiono le attività del centro, muore Villafranca», fa eco Magalini. Sono le due facce del mo-
mento: da un lato la necessità, consapevole, che il virus circola e che per contrastarlo serve fermezza. Dall’altro, però, c’è la cassa, i guadagni strozzati da mesi e mesi durissimi. «Quello che non capiamo sono le disparità», aggiunge Magalini. «Ci sono», prosegue la commerciante che vende abbigliamento in centro, «negozi che possono garantire distanziamenti e restano chiusi. Mentre in piazza o in altri luoghi vediamo centinaia di persone. Se siamo in zona rossa, lo siamo tutti». La protesta è stata accolta dal consigliere regiona-
le Piccinini: «Capisco che in questo modo si crei confusione. Diventa anche difficile spiegare perché alcuni esercizi restino aperti e altri chiusi. Non si capisce come mai, ad esempio, estetisti o parrucchieri che lavorano con i clienti uno a uno debbano abbassare le serrande e non altri posti dove magari c’è più flusso». L’ex sindaco di Mozzecane si è impegnato a portare le istanze dei commercianti del villafranchese al presidente Luca Zaia. Critico anche Bissoli di Confesercenti: «Vorrei sapere chi è che si siede ai tavoli nazionali per prendere certe decisioni. Siamo in un momento drammatico e serve competenza. Ormai gli animi sono molto caldi», ha detto appoggiando baristi, gestori e titolari presenti all’incontro. È una questione, hanno aggiunto tutti insieme i negozianti, legata anche all’immagine che questa zona rossa restituisce: «Grandi negozi sportivi rimangono aperti e magari quelli di vicinato, dove gli assembramenti non c’erano nemmeno quando il virus non esisteva, sono chiusi», ha ribadito André Zaccaron, anch’egli commercian-
BUTTAPIETRA. Ilresponsabileidentificato da alcuni documenti, sanzionefino atremila euro
Icommercianti riunitiperprotestare controleregoleche colpiscono il settore FOTOPECORA
te. Tralasciando quelle attività che per assoluta necessità devono rimanere aperte, i commercianti hanno ripetuto: «Siamo in zona rossa? Se sì, chiudiamo tutti». Meniconi, voce dei bottegai del centro e non solo, ha aggiunto: «Così si scatena una guerra fra poveri. Siamo in difficoltà assoluta». «Si deve tener conto della salute», ha sottolineato il presidente di Villafranca Shopping, «ma se si continua così non ne usciamo più
e, ancor peggio, non riapriamo». E quindi: lockdown duro ma più breve, piuttosto che un’agonia, così come è stata definita, prolungata. La Pasqua, ormai quasi andata per i commercianti, è un momento fondamentale dell’anno. «Per chi vende prodotti stagionali è ancora più difficile. Compriamo ma non vendiamo e già questo è un debito», ha concluso Meniconi. C’è poi l’assist che i negozi chiusi fanno ai colossi
dell’e-commerce, chiaro che questa situazione invita a comprare direttamente da casa ricevendo la merce a domicilio. Punto, questo, contrastato con una piattaforma online promossa dall’amministrazione con una sorta di piccola «Amazon» villafranchese, consultabile su www.beeasap.com/villafranca. Senza contare infine, e anche questo è un coro che si alza all’unisono, la critica ai ristori: insufficienti. •
SONA. In corso uno studio sul flusso di veicoli nelle varie vie del comune
Abbandonarifiuti evernici, C’èildispositivoradar deveripulire erischia lamulta peririlievidel traffico Moretto:«Questicasi sonoinaumento, metteremo fototrappole»
Mazzi:«Poiprenderemo provvedimenti adeguati»
Lasciare rifiuti, alcuni dei quali tossici, in uno spazio pubblico di Buttapietra è costato caro a un uomo che è residente in un comune vicino. Oltre ad essere stato costretto a riparare alla sua malefatta, il signore pizzicato ad abbandonare sacchetti e oggetti vari ora dovrà anche pagare una sanzione piuttosto salata. Teatro di queste vicende è la strada che da Buttapietra porta verso Castel d’Azzano: la provinciale numero 51, che per la toponomastica comunale è via Azzano. «A lato della carreggiata», spiega la sindaca Sara Moretto, «una mattina della scorsa settimana sono apparsi due cumuli formati da rifiuti di vario tipo che erano stati abbandonati da una persona che certo ha dato mostra di essere ben poco civile». C’era un po’ di tutto: da un vecchio sedile d’auto, a coperte, materassi e persino materiali pericolosi, come vernici e diluenti. «Gli agenti della polizia locale e gli operai del Comune hanno controllato quel materiale, trovando documenti che hanno consentito di identificare il possibile autore dello scarico, il quale ha ammesso le sue responsabilità», continua la prima cittadina. Mo-
Un dispositivo mobile con tecnologia radar rileva il traffico sulle strade comunali. L’investimento di 4.440 euro concorre all’obiettivo programmatico, più volte ribadito dall’amministrazione guidata dal sindaco Gianluigi Mazzi, di intervenire sulla viabilità per migliorarla, così da rendere più vivibili i centri abitati. Spiega Mazzi: «Dall’ introduzione dei sensi unici alla segnaletica territoriale ed extraterritoriale, tutti gli interventi realizzati per rallentare e alleggerire il traffico non sono stati sufficienti. Al contempo, credo sia arrivato il momento di aiutare i cittadini ad uscire da una visione personalistica, limitata al numero o alla velocità delle auto che passano davanti alla propria porta di casa. Con l’acquisto di questa apparecchiatura mapperemo il traffico di molte vie cittadine con lo scopo di ottenere un’oggettiva visione territoriale». E aggiunge: «Poi agiremo con eventuali interventi strutturali e viabilistici quali nuovi sensi unici, zone a traffico limitato e percorsi alternativi». I sensori dell’apparecchiatura intercettano i dati relativi a velocità e numero di veicoli su due corsie, una per senso di marcia, con la ca-
Lapolizia localeha trovatoi rifiuti,risultati abbandonatida unresidente in unpaesevicino
retto precisa che all’uomo è stato imposto di ripulire e di smaltire correttamente i rifiuti nel suo Comune; inoltre è stata inviata una relazione alla Provincia, cui compete comminare la multa, che può arrivare fino a tremila euro. «Purtroppo queste situazioni si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza, qui come in molti altri Comuni», sottolinea Moretto, la quale rivela che i sindaci del Veronese hanno sul punto interpellato la prefettura, qaf-
fermando che è diventato necessario adottare deterrenti più pesanti, prevedendo anche la possibilità di arrivare a denunce penali. «Per quanto riguarda Buttapietra, noi stiamo lavorando con gli uffici per arrivare a posizionare sul territorio comunale telecamere e fototrappole», aggiunge. «È evidente, però, che serve un’azione ad ampio respiro, perché, da quando c’è l’emergenza Covid, la situazione è peggiorata, nonostante il servizio di raccolta porta a
porta dei rifiuti sia efficiente e comodo per gli utenti», rimarca la sindaca. Moretto invita i cittadini a segnalare gli abbandoni. «Per fortuna», conclude, «ci sono anche persone che svolgono azioni di cittadinanza attiva rilevanti, come i giovani di Marchesino che stanno rendendo più bella la frazione e un gruppo del capoluogo che sta organizzando passeggiate ecologiche che inizieranno non appena l’evolversi dell’epidemia lo consentirà». • LU.FI.
Ilmunicipio di Sona,incorso unostudio deiflussi ditraffico
pacità di archiviare più di cento milioni di mezzi registrandoli uno ad uno, e di renderli accessibili da locale e da remoto. Il sensore rileva il carico di attraversamento di una strada e il software rielabora i dati in tempo reale, registrando l’andamento del flusso veicolare medio giornaliero e settimanale. Il dispositivo non sanziona e non fotografa, ma raccoglie informazioni sul traffico. «Siamo partiti da alcune vie significative», afferma Mazzi, «prima
via Beccarie a Lugagnano e ora via Del Sole a Sona, e continueremo per tutto l’anno, valutando molte altre strade, anche sulla base di segnalazioni pervenute dai cittadini. Ogni rilevamento avrà durata settimanale e potrà essere ripetuto nel caso di rilevazioni eseguite in periodi di restrizioni particolari causate dal Covid». Altre vie interessate dal rilevamento saranno via Da Vinci, via Cavecchie, via Monte Paul, piazza Della Vittoria e via Ciro de Vita. • F.V.
30 Lettere
L'ARENA
Domenica 28 Marzo 2021
L’intervento
Siamo tutti d’accordo che il divertimento è una componente fondamentale dell’essere umano. Di qualunque età. Persino per gli anziani. In se stesso, e generalmente parlando, il divertimento è lo spazio di tempo ritagliato alle occupazioni lavorative, professionali, solitamente connesse con una carica di stress, o anche con una situazione di ozio prolungato, pure stressante. Lo si può fare in mille modi. Anche con una nuotata, con un po’ di giardinaggio, con una passeggiata. Il termine evoca il senso della sospensione di una attività, staccandole la spina, per risollevare la mente da preoc-
cupazioni incombenti e assillanti accumulate nel frattempo. Allora il divertimento è una valvola di sicurezza e di sfogo. Prevista dalla natura dell’essere umano, per equilibrare le sue varie componenti e riportargli armonia. A meno che uno non trovi l’equivalente del divertimento proprio nell’immergersi nella propria professione. Ciò segnalerebbe un dato universalmente auspicabile, ma raramente riscontrabile: vorrebbe dire che il lavoro professionale è fonte di gratificazione. In ogni caso, presto o tardi, anche lui ne avvertirà comunque il bisogno. Se ciò vale per tutti, adulti e anziani compresi, diciamo so-
lo una cosa del tutto scontata quando affermiamo che i giovani, intendendo l’intero complesso arco di età evolutiva, hanno bisogno di divertimento. È per loro una necessità vitale. E non lo affermiamo in riferimento esclusivo ai giovani di oggi. Il dato trascende tempi e luoghi. Generalmente, il divertimento coincide con il gioco e alcuni giochi hanno lontane radici tradizionali, altri si inventano su due piedi. Il gioco è una delle manifestazioni più espressive della natura dell’essere umano, nella sua dimensione relazionale e anche geniale. Non per nulla anche quando si assiste al gioco, specialmente a certi giochi, magari di caratte-
re sportivo locale, nazionale o internazionale, ne sperimentiamo le emozioni proprie del divertimento. Ci si immedesima. Ci si diverte. E ci si scarica di certe tensioni. È vero, non è solo il gioco l’unica fonte di divertimento. Vi si aggiunge lo stare in compagnia. Spensierati. E allegri. O il frequentare la palestra. O il viaggiare. Tutte occasioni propizie per far tornare la serenità nell’animo umano. Specialmente dei giovani. Da queste semplici e quasi banali osservazioni, viene a tutti spontaneo comprendere lo stato d’animo dei giovani, prigionieri della pandemia, assieme agli adulti e agli anziani. Con la differenza che
Per inviare una lettera Corso Porta Nuova, 67 - 37122 - Verona lettere@larena.it
Lettereal Direttore TRASPORTI
Servonogiuste competenze Quando venni ad abitare a Verona, 52 anni or sono, la rete dei servizi di trasporto pubblico era già allora piuttosto vecchiotta, non più consona alle esigenze di una moderna e dinamica città di duecentocinquantamila abitanti. I vecchi tramway di inizio novecento erano stati da tempo sostituiti da filobus elettrici che ne ricalcavano la mappatura di percorso. Le vetture filoviarie erano poi state integrate con autobus di medie dimensioni molto rumorosi, poco capienti ed estremamente inquinanti. Vi erano per contro alcune linee extraurbane supportate da filobus più ampi e confortevoli, di un caratteristico color rosso. In seguito la situazione, se possibile, peggiorò con il generalizzato impiego, cittadino ed extraurbano, di autobus con motore Diesel. Solo più recentemente sono stati introdotti autobus articolati, più capienti con motori a ciclo Otto, ma alimentati a metano, più silenziosi e meno inquinanti. Sembra che ora, dopo molti anni di discussioni ondivaghe, per non dire sterili, si sia deciso per una nuova rete di trasporto cittadino incentrata sull'utilizzo di filobus ad alta capacità di trasporto, che hanno però una gravissima limitazione nel vincolo di percorso causato dalla rete fissa per l'alimentazione elettrica. Ma prima di dare il via ad un programma così impegnativo ed estremamente legato a strutture fisse ed inamovibili, qualche esponente della municipalità non ha pensato di farsi un bel giro per l'Europa Continentale per vedere e soprattutto valutare le scelte tecniche di trasporto che negli ultimi vent'anni sono state adottate, e con grande successo, nelle più svariate tipologie di città europee? Prima ancora di fare le scelte tecniche dei mezzi da impiegare, resta poi sempre di fondamentale importanza un accuratissimo studio, attuale ma anche previsionale, dei flussi e riflussi giornalieri dei cittadini di Verona e delle decine di migliaia di frontalieri che provengono da fuori città, e quasi tutti per ora in auto propria.
Solo dopo aver acquisito le giuste conoscenze si potrà scegliere tra linee tranviarie o filoviarie, classiche o senza linea aerea, con ricarica delle batterie ai capolinea. Ma anche i più semplici autobus, oggi a metano, ma domani a trazione elettrica, alimentati da cellule a combustibile caricate a idrogeno, potranno venir impiegati ad integrazione di un sistema omogeneo di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Giuseppe Perotti VERONA
PICCOLICOMUNI
Alzareil limite di 5milaabitanti Definire ridicole alcune misure anticovid è essere buonisti, perché l'aggettivo più appropriato sarebbe molto più severo. In particolare mi riferisco alla circolazione in zona arancione, dove i residenti nei Comuni con meno di 5mila abitanti sono autorizzati a spostarsi nel raggio di 30 chilometri. Ad esempio, con riferimento alla Valle d'Illasi, chi abita a Badia Calavena, Selva di Progno, San Mauro di Saline, Velo, può recarsi a Tregnago, Illasi, Colognola Ai Colli, San Bonifacio, Lavagno, Zevio, San Martino Buon Albergo. La cosa buffa è che per recarsi nei suddetti Comuni, devono transitare dai Comuni con più di 5mila abitanti. Assurdo! E anche chi abita nelle città ha libertà di spostamento su tutta l'area delle stesse. Invece io che abito ad Illasi non posso recarmi a trovare mia sorella ospite della Casa di Riposo di San Martino Buon Albergo che da Illasi dista solamente 12 chilometri. E' evidente che i "fenomeni" del Comitato Tecnico Scientifico paragonano i piccoli Comuni appena sopra i 5mila abitanti a città come Roma, Milano, Torino, Napoli. Non hanno considerato che nei piccoli Comuni la gente, non avendo quasi niente da visitare, è costretta a trascorrere le giornate davanti alla TV. Mi arrabbio quando penso che se abitassi a Cazzano di Tramigna, 2.500 abitanti, potrei spostarmi in tutti i Comuni dell’Est veronese. Confido nella saggezza del presidente Zaia e chiedo di portare il limite degli abitan-
adulti e anziani hanno necessità di divertimento assai più contenuta rispetto ai giovani. Bene inteso che, quando ricorriamo al termine giovani lo usiamo in senso onnicomprensivo: bambini, ragazzi, preadolescenti, adolescenti, giovani. Da sempre, ma soprattutto da qualche decennio e con particolare intensità, i giovani concentrano dentro di sé una carica di risorse fisiche, che, se troppo e troppo a lungo compresse, implodono. Il “troppo a lungo” corrisponde oggi ad una intera annata, di dodici mesi interi. Salvo qualche sosta, soprattutto estiva o da week end, purtroppo trasformatasi in un boomerang. Poteva essere una valvola di sfogo, cioè un tempo di allentamento delle condizioni di prigionia. Da usare con parsimonia. Dan-
ti almeno a 10mila o anche più. Perché, rimanendo l'attuale limite di 5mila, alla fine della storia ci saranno milioni di italiani che dovranno ricorrere alle cure dello psicologo, per colpa dei "fenomeni" del Cts. Pierluigi Zorzi ILLASI
INCAMPO EFUORI
Calcio,genitori cattivimaestri Scrivo a proposito dell'articolo “I campioni dello sport in piazza contro l'odio” apparso su L'Arena del 20 marzo scorso perché voglio raccontare un fatto capitatomi poco prima delle varie chiusure per il Covid. Ho un amico, persona estremamente seria che, per passione, da molti anni ormai, allena squadre di calcio di giovanissimi. Mai litigioso e sempre pronto ad uscire con una battuta nel caso questa sia necessaria per, come si dice, “tirar sù la coradela”. Lo scorso anno lo incontro al termine di una giornata di allenamenti. Lo guardo in viso e, a differenza del suo solito, lo vedo rabbuiato. Gli chiedo, allora, con tutti i riguardi, se gli fosse capitato qualcosa di grave. Per tre volte si rifiuta, sempre cortesemente, di dirmi il perchè del suo atteggiamento. Vedendo poi la mia insistenza si “confessa” finalmente: «Giovanni, tu sai che io ho sempre allenato bambini a giocare a football e l'ho fatto con tutta la mia passione, perchè reputo che lo sport sia , quando sia vero sport, una palestra di vita che matura come poche altre le persone e le fa diventare adulti responsabili». «Certo!» gli rispondo io. E lui prosegue: «Bene! Da oggi in poi allenerò soltanto squadre di orfani. Perchè non ho mai trovato bambini, che vengono a giocare e ad allenarsi con me, così villani, scorretti e violenti nei confronti degli avversari come quelli che ho quest'anno! Questi loro comportamenti dipendono, purtroppo, da quanto gli “insegnano” i genitori che, mentre loro stanno giocando, dalla tribuna li incitano ad essere scorretti e violenti, non solo fisicamente ma anche con le parole nei confronti degli avversari, con frasi del tipo: Daghe dòso!
Spacheghe le gambe! Sburtelo! Faghe 'l sgambéto! Tireghe ‘na pezatà sui ma... e via discorrendo. Una partita di calcio a quel livello, tra questi giovani termina, di frequente, fuori dal campo, a calci e pugni. Devo, purtroppo, dire anche che alcune madri non sono (Ah! La parità!) meno “infuocate” dei padri ed il quadro complessivo che se ne ricava è, allora, desolante». Il problema, quindi, non investe soltanto i giovani e/o i ragazzi, ma, e qui sta forse l'ostacolo maggiore, la stessa famiglia da cui provengono che, spesso, anziché migliorarlo, peggiora il loro carattere, preparandoli, poi, ad entrare, una volta divenuti “adulti” a far parte di quei cosiddetti “tifosi” che usano i campi di calcio e le partite che vi si giocano evidentemente per scaricare i vari problemi da cui sono afflitti. Giovanni Dallari VERONA
GLIABBONATIPAGANO
Stalli blu gratuiti enoibeffati Il Comune di Verona, sia nella scorsa primavera che in queste settimane, in concomitanza con le misure restrittive alla circolazione connesse al Covid 19, ha concesso la sosta gratuita negli stalli a tariffazione (di colore blu) di varie zone della nostra città, tra cui San Zeno, Veronetta, Cittadella, Borgo Trento, Pindemonte. Tale iniziativa, senza dubbio meritevole, è tuttavia discriminatoria nei confronti di chi, come il sottoscritto e molti altri utenti, è titolare di un permesso di sosta per il quale ha continuato a pagare il canone mensile previsto, nonostante la predetta gratuità: per quale motivo un “normale” cittadino può parcheggiare senza pagare e invece chi è titolare di un permesso deve ugualmente versare il canone? Sarebbe equo che Comune ed AMT prevedessero, in favore dei titolari di un permesso, una forma di rimborso oppure un prolungamento di validità del canone della sosta per un periodo pari alla durata della gratuità della sosta negli stalli blu.
ERRORI
Leonardolitiga con i congiuntivi Nello sceneggiato della Rai su Leonardo, perciò in un’opera importante, certo attentamente curata e studiata con attenzione, il padre di Leonardo, esce in una esclamazione irosa e concitata: «Quell’opera io penso che è uno schifo». Si riferiva alla prima stesura della Adorazione dei Magi, una tra le prime opere. Uno degli infiniti congiuntivi traditi. Il verbo «penso» indica opinione, non certezza. Ci andava “che sia” . La frase certamente può sfuggire nell’impeto, ma resta registrata in un documento che rimarrà. E che è stato diffuso nel mondo. Poco prima un altro attore , ancora rivolto a Leonardo , lo avverte: «Credo che l’abate arriverà quanto prima». Anche qui stesso discorso. Non siamo in presenza di una affermazione certa e perciò è necessario il congiuntivo. Ma ancora ieri mi è capitato davanti un altro fiore. Ho ricevuto la lettera di convocazione per la vaccinazione. Nel foglio informazioni mi chiedono, tra altre notizie, se ho “allergie al Lattice”. Non hanno tenuto presente che l’allergia che può interessare al medico è quella al “ latice” , con una t, che è un succo gelatinoso, di colore biancastro che viene elaborato da certe piante, il quale assomiglia al latte, ma non è il latte e può essere anche velenoso. Vittorio Castagna VERONA
do prova di sapersi contenere dentro i binari del buon senso sociale civile. Invece, richiamati a tam tam dai social, appena si è dischiusa la porta, per una boccata d’aria di libertà di movimento, in troppi gruppi, anche di recente, si sono dati appuntamento, nei luoghi più impensati e nascosti, per ritrovi da assembramento vietato. Da scatenati. Avvinazzati. Impasticcati. Furibondi. Lasciando gli ambienti devastati e insudiciati. Sembra quasi che il demone dello scatenamento, da sballo, precovid, costretto a starsene rintanato a lungo dalla pandemia, si riprenda in mano il gioco. E trasformi il bisogno naturale di divertimento, sano e disinquinante degli animi, in occasione di evasione ingovernabile. E mentre per i bambini e i ragazzi diven-
+Giuseppe Zenti
I PIÙ CLICCATI DELLA SETTIMANA I PIÙ LETTI Covid, a Verona 196 nuovi casi e 2 morti nelle ultime 24 ore Vaccini per anziani: online il sito per la prenotazione. Tre date disponibili per gli over 80 Zaia: «Se torniamo arancioni, scuole aperte anche se solo per 3 giorni. Vaccini, si sperimenta l’accesso diretto» Covid, a Verona in 24 ore 323 nuovi casi e 308 guariti. Un decesso e otto ricoveri in più Zaia: «Restiamo rossi anche la prossima settimana»
I PIÙ COMMENTATI Centinaia di persone in Bra al grido: «La scuola si fa a scuola» Il giudice dà ragione alle case di riposo che hanno sospeso i dipendenti che non si vaccinano Barista picchiato con un manganello da una baby gang: choc in Borgo Trento Vaccini in Fiera: grande adesione, code e disagi. Il racconto della giornata Zaia: «Ricoveri in crescita, ma vediamo la luce in fondo al tunnel». Vaccini, arriva nuovo sistema di prenotazione Dati rilevati dal 21 al 27 marzo 2021
Luca Bertoli: «Conta i sopravvissuti che riescono a superare Viale Piave? Ne servirebbe uno anche in Bassoacquar»
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ESTRAZIONI Combinazione vincente Concorso n. 37 di sabato 27 marzo 2021
BUSATELLO
Iraecondanna perl’incendio
terebbe divertimento anche la stessa scuola in presenza, per quegli adolescenti e giovani, che amano definirsi orgogliosamente liquidi, resi ancor più culturalmente liquidi, libertari e ribelli nella prigionia della pandemia, c’è il pericolo fondato che si trasformino in un torrente impazzito, forsennato e devastante. Sono una bomba ad orologeria. Di fatto, in nome di una libertà individuale, impastata di soli diritti senza doveri, si stanno rifiutando di apprendere l’arte della fatica e della rinuncia ad oltranza in vista del benessere collettivo. Come, invece, stanno facendo molti altri loro coetanei. Senza schiamazzi e follie. Tanto di cappello. Dovrebbero avere il sopravvento.
IL COMMENTO
Se divertimento non significa scatenamento
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Resto esterrefatto e immensamente arrabbiato con chi ha voluto incendiare l'oasi del Busatello. Un autentico patrimonio naturale ed anche culturale della nostra provincia è stato irrimediabilmente compromesso se non annientato. Un’azione delinquenziale che non ha scuse e anche una solenne condanna non ci riporterà in tempi brevi un così grande e meraviglioso habitat di alto pregio.
Punti 6 Jackpot Punti 5+1 Punti 5 Punti 4 Punti 3 Punti 2 5 stella 4 stella 3 stella 2 stella 1 stella 0 stella
Davide Traspedini
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L'ARENA
Domenica 28 Marzo 2021
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SAN GIOVANNI LUPATOTO. Nella settimana dopo Pasqua, anche il paese si dota di un punto di somministrazione per i residenti dopo aver avuto il lasciapassare dall’Ulss
VaccinazioniallaCasaAlbergoalvia Primaèstato necessariovalutare gli spazi,i posti perleauto eladisponibilità dei medicidibase. Gli anzianinondovranno piùandarea SanBonifacio Renzo Gastaldo
A breve, probabilmente già nella settimana dopo Pasqua, un punto di vaccinazioni anti Covid verrà attivato anche a San Giovanni Lupatoto, dopo che l’amministrazione comunale aveva reso noto di aver messo a disposizione la Casalbergo per anziani di via Cellini e di aver accertato anche la disponibilità dei medici di base. Il placet dell’Ulss 9 è stato dato ed è una buona notizia per San Giovanni, sia per i suoi 25.413 residenti, e soprattutto, nell’immediato, per la cittadinanza over 65, composta di oltre 5100 persone. «Si partirà fra il 6 e il 10 aprile», dichiara il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi, «perché si è dovuto attendere qualche giorno per avere la disponibilità dei medici di base, legata alla sottoscrizione di un accordo a livello regionale. Si è anche reso necessario un sopralluogo, eseguito dai nostri tecnici insieme a quelli del comune, per la verifica degli spazi dedicati». Il sindaco Attilio Gastaldello è pienamente soddisfatto del risultato raggiunto: «Avevamo cominciato a intrattenere colloqui su questo progetto con il dottor Girardi oltre un mese fa, ma c’erano una serie di passaggi organizzativi da risolvere, da quello, basilare, di avere la disponibilità dei vaccini, a quello della loro conservazione, al poter contare sull’apporto dei medici di base che c’è stato e che assicureranno anche i vaccini a domicilio degli anziani o dei malati che non possono uscire di casa».
L’assessoreMaurizioSimonato
A seguire operativamente la questione, su delega del sindaco Gastaldello, è l’assessore a Sanità e sociale Maurizio Simonato che gestisce i rapporti con l’Ulss 9. «Da tempo abbiamo avviato il dialogo con l’Ulss, dando la disponibilità di una struttura comunale e di occuparci di tutta la parte logistica», spiega l’assessore Simonato. «Con alcuni incaricati del Distretto Sanitario 2 abbiamo già fatto un sopralluogo alla Casa Albergo, ritenuta adatta per la presenza del grande salone e delle sale del centro diurno per anziani, ricavato al piano terra. Inoltre, all’esterno c’è un grande parcheggio in grado di ospitare molte decine di auto». «L’amministrazione comunale, per questa evenienza, sta operando in stretta collaborazione con l’Ulss ed in particolare con la dottoressa Gazzola, responsabile del nostro Distretto», aggiunge Simonato. «Le problematiche organizzative sono molte, compresa la presenza di medici ed infermieri, che possono essere superate anche grazie al recente accordo sottoscritto a livello nazionale dai medici di medicina generale che ringrazio per la grande disponibili-
tà dimostrata». «Fin dall’inizio della campagna vaccinale ci siamo confrontati con l’Ulss per ovviare al disagio creato ai nostri anziani dagli spostamenti verso San Bonifacio, sede del nostro Distretto, chiedendo prima di tutto la possibilità di poter recarsi in Fiera e, contemporaneamente, rendendoci disponibili per l’apertura di un punto vaccinale nel nostro comune. Voglio tranquillizzare i nostri concittadini perché l’amministrazione comunale non ha perso un solo minuto». Il punto vaccini locale opererà nel salone della Casa albergo di via Cellini. Gli adempimenti burocratici dovrebbero svolgersi in entrata e sempre qui avverrà, ai punti accoglienza, la valutazione del paziente da parte del medico il quale, in sostanza, vedrà se il soggetto ha le caratteristiche per vaccinarsi o se, per problemi di salute o patologie, debba rinviare l’operazione. In fondo al salone, saranno attrezzati i punti operativi di inoculazione del vaccino. Una volta vaccinata, la persona verrà fatta accomodare in una zona a parte (forse anche nelle sale del centro diurno) per attendere i 15 minuti necessari per la verifica che non ci siano reazioni immediate. Il Comune, sotto il coordinamento dell’assessore Simonato, sta curando tutta la parte logistica. Ha messo disposizione i 1200 metri quadri del piano terra della casa albergo, attrezzati con mobili e sedie, li ha cablati, ha procurato i computer per la registrazione telematica di ogni fase del vaccino e assicurerà anche la presenza di volontari che regoleranno gli accessi. •
Ilpiano terra dellaCasaAlbergodi San GiovanniLupatotodove sarannoallestite abrevelepostazioni per ivaccinianti Covid
Nuovostop alle visitespecialistiche
Personaleaicentrivaccini Bigon:«Cosìsicrea un’ulterioreemergenza» Dadomani gli ospedaliscaligeri dovrannodinuovo sospendere l’attivitàspecialistica ambulatoriale,adeccezione dellerichiestechearrivanocon impegnativecon prioritàU eB edellevisite relativeal maternoinfantile,oncologia, malattierare o comunque ritenutenonrinviabili. Loimponela RegioneVeneto conlettera firmatadal direttoregeneraleareasanità LucianoFlor, perconsentire l’impiegodituttoil personale
disponibileneicentri di vaccinazione.Sull’argomento intervienela consiglieraregionale delPdAnna MariaBigon, vicepresidentedellaQuinta commissioneSanità: «Così sicrea unasecondaemergenza.Eil peso ètuttosullespalle delpubblico». Lacircolareinrealtà si riferisce anchealle struttureprivate accreditate,maBigon portauna testimonianza:«Unarchitetto che causacataratta nonvedeva più,si èsentitodare appuntamentoper aprile2022, cosìsi èrivoltoal
AnnaMariaBigon privatoeharisolto,spendendo 2.500euro». «Sarannosospese dinuovo anchele attivitàchirurgiche programmateper cui èprevistoun ricoveropostoperatorio in terapiaintensivaper recuperare postilettoaggiuntivi dedicati ai pazientiCovid», ricordala consigliera,«È inaccettabilecheil
pesoricadaquasiesclusivamente sulpubblico; allestrutture private andrebbechiesto uncontributo maggioreinquestabattaglia». Bigonsottolinea comeancora unavolta vengamessa instand byl’attività diprevenzione ecura. «Leconseguenzerischiamo di pagarlea caro prezzoin futuro. Farifletterecheil carico chiesto alprivato siapraticamente nullo rispettoal pubblico incui sono ricoveratiquasituttii pazienti in terapiaintensivaeinareacritica; cisono casieclatantiinprovincia diVeronadove i posti lettosono suddivisiquasiequamente con il privato,1.082contro 1.109 del pubblico,manon solo». «Lapandemia haresopiù urgenteilrafforzamento della sanitàterritoriale»,conclude Bigon,«ma a distanza diunannoè cambiatopochissimo.Anzi, restiamoancorainattesa di quantoprevistodalleschede ospedaliere». FR.MAZ.
NEGRAR. L’associazioneche segue lemalattiedell’intestino firma una letteraindirizzata aZaia
Patologieinfiammatorie Mici «Screeningfermi,ègrave» Il dottor Geccherle: «Per questi malati serve in fretta la telemedicina» Camilla Madinelli
Abbandonati, perché senza screening e assistenza da mesi a causa dell’emergenza Covid-19. Preoccupati, perché la loro salute potrebbe peggiorare. Si sentono così i malati di patologie infiammatorie croniche dell’intestino (conosciute come Mici), come morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, che necessitano di assistenza medica e infermieristica costante al pari di stomizzati e incontinenti, pazienti oncologici, malati di Parkin-
son, Alzheimer, diabete o altre patologie gravi che non vengono più seguite come avveniva prima dell’incubo Coronavirus. Per questo la sezione di Verona di Amici, l’associazione nazionale che riunisce i malati di Mici, ha scritto un appello al presidente del Veneto Luca Zaia per sollecitare attenzione e chiedere interventi che ormai, dopo oltre un anno di pandemia, sono diventati più che mai urgenti. La sezione scaligera di Amici ha sede all’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dove esiste un centro
specializzato per le malattie retto intestinali, e la responsabile Nadia Lippa si fa ora portavoce di tutto il gruppo. «Le Mici sono malattie», scrive Lippa a Zaia, «che se non seguite, come purtroppo sta avvenendo visto che il sistema sanitario è tutto impegnato nella lotta al virus, porteranno inevitabilmente ad aggravamenti anche letali, con grandi costi umani, sanitari ed economici nel volgere di pochi mesi». Attualmente, però, screening periodici e contatti medico-paziente sono bloccati o ridotti a rari casi. «Ci sentia-
mo abbandonati», continua Lippa, «e non solo dal sistema sanitario, ma anche da tutta la rete esterna alla sanità fatta principalmente di volontariato che per ovvie ragioni fatica a darci supporto». Il rischio concreto, insomma, è che lo stato di salute di questi pazienti diventi un’ulteriore emergenza nell’emergenza. «È necessario individuare risorse umane, sanitarie e organizzative con le quali garantire livelli essenziali di assistenza», afferma la responsabile di Amici Verona. «Inoltre, sfruttando le opportunità dei sistemi digitali, oc-
Ildottor AndreaGeccherle e Nadia Lippa,responsabile Amicionlus
corre almeno tenere un contatto stabile medico-paziente. La telemedicina, che dovrebbe avere risorse importanti nel Recovery Fund, può e deve essere uno strumento da attivare per sopperire alle difficoltà».
Che questi pazienti stiano vivendo un serio problema lo conferma il dottor Andrea Geccherle, responsabile del Centro malattie retto intestinali dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria e presidente della sezione di Negrar e di
Verona della Federazione associazioni incontinenti e stomizzati. «Le malattie infiammatorie dell’intestino hanno bisogno di attenzioni continue e del supporto della medicina di base per evitare che degenerino e sfocino in situazioni chirurgiche, senza contare l’aspetto psicologico del sentirsi lasciati soli», spiega Geccherle. «Con il virus bisognerà convivere ancora vari mesi e in questo tempo non bisogna abbandonare questi malati. Dobbiamo poter garantire un contatto via web o telefono, ma servono risorse e l’attivazione di piattaforme o applicazioni che ci aiutino in questo». «La Regione, nel maggio 2020, ha approvato una delibera che apre la strada alla telemedicina, ma siamo ancora indietro. Bisogna fare in fretta. Più in fretta possibile», conclude il dottor Andrea Geccherle. • © RIPRODUZIONERISERVATA
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PRIMO PIANO
DOMENICA 28 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il rischio sanitario
«Veneto zona rossa fino a Pasquetta Riaprire le scuole? Draghi ha ragione» L’assessore alla Sanità Lanzarin delinea lo scenario «Ho incontrato le mamme, l’impegno sarà rispettato» Albino Salmaso / PADOVA
«Altre due settimane di zona rossa? No. Spero proprio di no. Siamo già alla terza consecutiva e sono convinta che la penitenza finirà martedì prossimo. Me lo auguro. Ciò che conta è che si possano riaprire le scuole dopo Pasquetta: il Veneto è pronto a fare la sua parte con i tamponi rapidi. La scelta del premier Draghi è pienamente condivisa». Manuela Lanzarin raramente perde il suo bon ton, è appena rientrata da una passeggiata e spiega che il Dpcm che istituisce la classificazione a colori è molto chiaro: quando si passa dal giallo all’arancione e poi al rosso, il giro di vite dura due settimane. Il provvedimento è stato varato in ottobre e rivisto nei 21 parametri qualche settimana fa. IL VERDETTO DEL VENERDÌ
Il verdetto porta sempre la firma del Cts guidato da Brusaferro e viene emesso ogni venerdì. Sono 4 i fattori decisivi: con l’Rt sotto l’1 c’è il giallo, fino a 1,24 l’arancione, oltre il rosso. Per i contagi quando si scende sotto 250 casi su 100 mila abitanti scatta l’arancione. Nella pagella del Cts pesano le terapie intensive: con oltre il 30% di letti Covid si va in fascia rossa e così pure se si supera il 40% dei posti nei reparti. Il Veneto è fermo al 24 e 25 per cento. Gli ospedali sono la vera eccellenza del sistema sanitario, anche se si piangono oltre 10.500 vittime Covid. «I dati di questa settimana dimostrano che la curva dell’e-
pidemia si sta assestando, questo non significa affatto un allentamento delle misure di restrizione, ma spero che venerdì prossimo l’Rt sia ancora sotto l’1,25 e i contagi nettamente inferiori a 250 casi su centomila: me lo auguro nell’interesse generale delle nostre famiglie e sono fiduciosa. Anzi, sono convinta che i sacrifici saranno ripagati» spiega l’assessore regionale alla Sanità. Insomma, si annuncia un’altra settimana di chiusura totale senza bar, ristoranti e negozi ma il governo sta pensando
«Abbiano già avviato lo screening con i tamponi rapidi nelle classi sentinella» di sospendere la zona gialla per l’intero mese di aprile. Cosa vuol dire? Che bar e ristoranti potranno garantire solo l’asporto fino al primo maggio, proprio per evitare la ripresa dei contagi e garantire l’uscita dalla pandemia, con la speranza di riaprire le spiagge e dare fiato al turismo. STOP ALLA ZONA GIALLA
«So che si tratta di una scelta molto delicata, Speranza non ha ancora firmato la sua ordinanza e domani pomeriggio è in programma il confronto tra le Regioni, il ministero della Salute e la Gelmini. Chiudere bar, negozi e ristoranti per un mese comporta un sacrificio pesantissimo che dovrà essere ripagato dal governo con
un nuovo scostamento di bilancio sull’ordine di 30-40 miliardi», spiega Lanzarin. La linea scelta da Draghi è chiara: tutto chiuso tranne la scuola. Che da martedì 6 aprile potrà riaprire i battenti per i bambini da 0 a 11 anni (prima media compresa). Tutti gli altri fino alle superiori continueranno a seguire le lezioni da casa. IL RITORNO IN AULA
«Non c’è dubbio che si tratti di una scelta coraggiosa e necessaria non solo per gli studenti ma anche per le famiglie che lavorano. Ho incontrato le mamme a Marghera e assicurato loro che faremo di tutto per riaprire le aule, ci sono aspetti profondi legati non solo all’apprendimento ma anche al disagio sociale dei ragazzi che vano affrontati. È bene che si torni a fare lezione in assoluta sicurezza e noi abbiamo già attivato lo screening nelle scuole sentinella per monitorare la salute dei ragazzi. Mi pare che il governo abbia rinunciato all’idea dei tamponi rapidi a 10 milioni di alunni, nemmeno tutti i santi del Paradiso riuscirebbero a farli in un giorno. Il Veneto però ha già avviato la sperimentazione per l’autosomministrazione e intendiamo proseguire su questa strada». Ultima questione: come mai il ministro Speranza nel suo sito indica 165 punti vaccinali e il Veneto ne ha attrezzati 58? «Il tema va approfondito: nulla ci vieta di allargare l’offerta degli ambulatori: se è possibile lo faremo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’assessore Manuel Lanzarin durante una sfilata con i gonfaloni dei comuni del Veneto
il bollettino
Ricoveri e contagi in calo Solo metà degli over 80 è stata finora vaccinata VENEZIA
Troppo presto per dire se la curva si sta abbassando. È un dato di fatto però che nelle ultime 24 ore il numero di nuovi infetti sia inferiore, seppur leggermente, rispetto alle giornate precedenti. Sono infatti 1.792 i nuovi casi registrati in base al consueto bollettino delle 17 rilasciato da Azienda Zero. Dati comunque alti, che infatti non hanno evitato al Veneto di rimanere in zona rossa. Il numero dei casi attualmente positivi è salito a 39.379. Sono nove, invece, i decessi di ieri. Il numero totale delle vittime dall’inizio della pandemia è arrivato a 10.519. Altro dato rile-
vante delle ultime 24 ore è la pressione sugli ospedali, che per la prima volta dopo diverso tempo è in calo. Sono infatti 1.801 i pazienti ricoverati in area non critica nelle strutture del territorio. Venerdì sera erano 1.822: 21 degenti in meno. In flessione anche i numeri delle terapie intensive: dai 284 posti letto occupati venerdì si è passati ai 276 di ieri (-8). Impossibile al momento stabilire un nesso, ma merita comunque di essere ricordato l’avvio della sperimentazione degli anticorpi monoclonali da una settimana a questa parte negli ospedali del Veneto a pazienti che presentano una forte sintomatologia.
Io speriamo che me la cavo: il motto che unisce l’Europa
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EUGENIO PENDOLINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
PAOLO GURISATTI
IL COMMENTO
on abbiamo imparato niente! A un anno di distanza dal primo lockdown duro, siamo tornati al punto di partenza. Ciò significa che dell’epidemia non abbiamo capito nulla e non siamo ancora riusciti a mettere in campo un dispositivo di “resilienza” efficace. Né al centro, né in periferia. E non possiamo consolarci perché altri paesi europei soffrono le nostre stesse difficoltà. Siamo complici delle scelte
Nel frattempo, compie passi in avanti anche la campagna vaccinale regionale. Dal monitoraggio quotidiano, il numero di dosi somministrate venerdì è stato di 29.903. Più nel dettaglio, si tratta di 24.502 prime dosi e di 5.357 richiami. In totale, dal 27 dicembre - data di inizio della campagna vaccinale ad oggi - i vaccini somministrati sono stati 739.766 (pari all’82,3% delle dosi fornite): 512.848 prime dosi e 226.837 richiami. Balza poi all’occhio il dato sugli over 80: ad aver ricevuto almeno una dose è poco più di uno su due (51,1%). Come ricordato di recente dalla Regione, l’obiettivo è di vaccinare tutti gli anziani (con almeno una dose) entro metà aprile. Nel confronto tra le Regioni d’Italia, il Veneto ha vaccinato in media 435 persone ogni 100 mila abitanti nell’ultima settimana: è al primo posto, seguita da Lazio (413) e Emilia-Romagna (412). —
comunitarie, responsabili pro-quota dei successi e dei fallimenti conseguiti finora. Nessun partner UE è in grado di competere nella produzione di vaccini e i fondi destinati alla ricerca, secondo le regole e le procedure dei piani settennali, non colmano il gap esistente nei confronti dei grandi distretti bio-tecnologici e farmaceutici delle due Cambridge e delle università ranking top nelle classifiche mondiali, quasi tutte americane e cinesi. Nessuna regione
europea sa come mettere a punto soluzioni efficaci e ciascuna affronta il virus in modo indipendente, senza confrontarsi con le altre. Ripetendo gli stessi errori. La decisione di convivere con il virus, di scommettere sul rapido ritorno alla normalità, di investire solo ed esclusivamente sulle tecnocrazie ospedaliere e sulla tecnologia dei vaccini, e non sulla logistica del distanziamento e della precauzione sociale e culturale, è un errore condiviso.
Non usciamo dall’epidemia perché non abbiamo uno schema di gioco efficace. Nuova Zelanda senza un morto, Australia con 35 decessi in tutto, Cina e Corea in piena ripresa. In Europa abbiamo sostituito l’onda nazionalista e populista con la restaurazione centralista, ma senza sviluppare gli anticorpi federali e popolari, indispensabili a far fronte ai difetti dell’élite. Anche nel Nordest italiano, non abbiamo costruito un sistema di apprendimento col-
lettivo, analogo a quello dei distretti manifatturieri degli anni 80, quello che ha condotto milioni di contadini e tecnici a diventare esperti di tecnologia e ad affermarsi attraverso l’ascensore sociale delle imprese e delle industrie localizzate. Siamo rimasti nella media e nell’ombra. Non abbiamo stupito il mondo e non siamo più modello. E adesso aspettiamo che l’innovazione venga costruita al centro, nel chiuso di qualche ministero, in qualche grande
azienda pubblica, laboratorio universitario o peggio ancora segreteria di partito? Non funziona così! Io speriamo che me la cavo, senza fare i compiti per casa, è una pia illusione. Dobbiamo invece darci da fare, con concretezza e federalismo. Scovare e promuovere una classe dirigente autoctona che sappia attivare processi sociali innovativi, a casa nostra, valorizzando le nostre specificità, le qualità distintive del nostro sistema produttivo, i punti di forza della nostra società. Spiace dirlo, ma in questa fase stiamo perdendo la scommessa dell’autonomia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENETO ECONOMIA
DOMENICA 28 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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Il videoforum di Nordest Economia con i cinque presidenti la grande opera che resta incompiuta
Camere: «Tav, schiaffo al Veneto Noi tagliati fuori dallo sviluppo» No fondi dal Recovery, l’alta velocità si ferma a Vicenza: «Colpe diffuse, ora trovi i soldi lo Stato»
Mario Pozza (Treviso Belluno)
Fabio Poloni
Signori, si scende. Vicenza capolinea della Tav, tagliato fuori il cuore del Veneto nel triangolo Padova-Treviso-Venezia. «Inaccettabile, un danno enorme, è necessario completare l’opera altrimenti la nostra regione, intera, sarà destinata a un futuro di marginalità. Le risorse, se non arriveranno dal Recovery fund, ora le trovi lo Stato». È la rabbia, per nulla dissimulata né ammorbidita nei toni, dei cinque presidenti delle Camere di commercio del Veneto. IL VIDEO-FORUM
Li abbiamo invitati tutti attorno a un tavolo, in videoconferenza, e ne abbiamo parlato con loro: a parte le divergenze su di chi siano le colpe di questo pugno allo stomaco che spezza il respiro allo sviluppo nordestino, sono tutti concordi sulla gravità dell’occasione persa e sulla necessità di trovare un piano B, immediatamente. È mancata la sintesi, la capacità di mettersi d’accordo sulle priorità. Colpa della Regione? Del Governo? Alle domande del direttore di Nordest Economia, Paolo Possamai, i presidenti ci hanno detto come la pensano. E ci hanno dato la lista delle loro priorità: 12 opere irrinunciabili per le imprese del Veneto e di tutto il Nordest. COLPO PESANTE
Rapida cornice: la linea dei treni ad alta velocità si ferma a Vicenza. Almeno nell’orizzonte da qui al 2025 che caratterizza il Recovery fund che il governo Draghi sta per presentare alla Commissione europea al fine di ottenere i fondi per la ripartenza post Covid. Gli interventi proposti sull’asse padano sono «il tratto Brescia-Verona (47 km) e il tratto Verona-Bivio Vicenza (44 km)». Questo perché è già stata realizzata la progettazione, compresa la nuova stazione alta velocità di Vicenza Fiera. L’Europa chiede interventi immediatamente cantierabili, e dopo Vicenza non ci sono: attorno a Padova manca ancora la progettazione sia per il raddoppio e il potenziamento dei binari tra Grisignano e la città del Santo, sia per la nuova stazione del capoluogo. «Siamo costretti a competere con il nostro Paese, non con aziende di altri Paesi – attacca Mario Pozza, presidente di Treviso e Belluno – è imbarazzante che un’opera come la Tav si fermi alle porte di Vicenza, tagliando fuori l’asse Padova Treviso Venezia, cuore produttivo del Veneto, dove ciascuna provincia da sola vale l’economia dell’intero Friuli. Questo è un Governo che sa leggere e scrivere, potevamo avere dubbi su quello precedente
LE 12 OPERE INFRASTRUTTURALI PRIORITARIE PER IL SISTEMA CAMERALE DEL VENETO Alta Velocità Brescia-Verona, Verona-Padova e Padova-Bologna Prolungamento della A27 Alemagna Prolungamento della A31 verso Nord Completamento Superstrada Pedemontana Veneta Ampliamento della A4 Venezia-Trieste con la Terza corsia nella tratta San DonàPortogruaro. Realizzazione del casello autostradale di Bibione Collegamento tra la S.R.308 con la superstrada Pedemontana veneta; potenziamento della S.P.47 Valsugana nell’Alta Padovana e collegamento con la Pedemontana; completamento della S.S.10 nella Bassa Padovana e collegamento con la Valdastico Via del mare “Meolo-Jesolo” Potenziamento dell’Interporto di Verona Quadrante Europa Potenziamento della linea ferrovia Verona-Brennero Miglioramento dell’accessibilità ferroviaria dei porti e degli aeroporti veneti Collegamento diretto tra il porto di Venezia e l’interporto di Padova Potenziamento della linea ferroviaria tra Venezia-Trieste
Giuseppe Riello (Verona)
Antonio Santocono (Padova)
Giorgio Xoccato (Vicenza)
Massimo Zanon (Venezia Rovigo)
le strategie
ma non su questo. E nonostante i ministri bellunesi, di Venezia e di Trieste, il Veneto che produce è tagliato fuori». «Una situazione che potrebbe innescare processi di decadimento economico di tutto il territorio – rincara Antonio Santocono, Padova – emarginando Venezia e i suoi 32 milioni di turisti, Padova e l’università, Treviso e le sue imprese. Lo scorso anno, per la prima volta, l’Emilia Romagna ha superato il Veneto per Pil: l’alta velocità è fondamentale, da Bologna a Milano si viaggia in un’ora e mezza, da Padova a Bologna la rete ferroviaria è ridicola. Restiamo isolati». «Capitali e competenze così si spostano, è un pericolo concreto», denuncia Giorgio Xoccato, Vicenza. LE COLPE
Proprio Vicenza diventa il binario morto della Tav, «ma io non voglio essere la città di frontiera – dice ancora Xoccato – mi sento parte del sistema Nordest». Ma se siamo rimasti fuori non è colpa in primis di noi stessi? «Ci assumiamo le colpe di una mancanza di sinte-
Pozza (Treviso-Belluno) «Mancata una regia a livello regionale Assente il Governo»
Riello (Verona) «Linea importante come Milano-Roma ma meno politica» Santocono (Padova) «Così si innesca un decadimento economico generale» Xoccato (Vicenza) «Soldi e competenze si sposteranno verso l’Emilia»
si – dice Xoccato – ma abbiamo lavorato tanto, spostando l’equilibrio economico da ovest a est. E non si può essere un gigante economico senza un apparato infrastrutturale adeguato a supporto». «È mancata una regia a livello regionale, questo è vero, grosso limite nostro – dice Pozza – ma al pari è mancata al Governo la volontà di imporsi. Se le autonomie locali non danno risposte, è il Governo centrale a dover intervenire. Ma siamo sempre sotto scacco elettorale, e spesso vince la voglia di non scontentare nessuno». «Non vorrei dare la colpa all’amministrazione regionale, e non certo per piaggeria – dice Santocono – nessuno aveva messo in discussione che l’alta velocità sarebbe passata su Padova e poi verso Bologna. Siamo mancati sul progetto cantierabile, Vicenza invece l’ha promosso». Il piano della Regione Veneto sul Recovery plan è composto da 400 pagine: non è marcata alcuna priorità. Non è normale, in queste condizioni, che il Governo dica «io non capisco cosa vuoi»? «Quel piano è fuffa, le cose vanno giocate strada facendo – di-
ce Massimo Zanon, presidente della Camera di commercio di Venezia e Rovigo – i bisogni c’erano già prima, non ci si può giocare tutto sul Recovery. Dobbiamo fare un discorso senza l’emergenza scritta lì». LE SOLUZIONI
Sottolineando che «l’imprenditoria veneta ha sottovalutato il problema di essere scarsamente rappresentata politicamente, e ce ne accorgiamo quando c’è il danno – dice Giuseppe Riello, Verona – ora non so da dove debbano arrivare i soldi per l’alta velocità in Veneto se non dal Recovery, di certo è un’opera incompiuta che va riprogrammata in tempi brevi. Per importanza, pensiamo alle imprese e al turismo da Venezia a Verona, è una linea pari a quella tra Milano e Roma, ma evidentemente è meno politica». «Dove trovare i soldi? Tagliando iniziative demenziali come il cashback e la lotteria degli scontrini, miliardi sprecati», chiude Pozza, «E se serve affidare tutto a un commissario, modello ponte Morandi, lo si faccia». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Chiesto un incontro con Zaia, ministri e parlamentari Con un’azione congiunta, le Camere di commercio chiederanno un incontro al presidente della Regione, Luca Zaia, e ai ministri e parlamentari veneti. E per dimostrare che la sintesi la sanno fare, hanno elencato le loro 12 priorità: le vedete nella nostra infografica, e riguardano reti ferroviarie e stradali. L’intenzione è quella di coinvolgere anche le associazioni di categoria, industriali in primis, in questa battaglia per le imprese del territorio. Al videoforum e al dibattito organizzato da Nordest Economia hanno partecipato tutti i cinque presidenti delle Camere di commercio del Veneto: Mario Pozza (Treviso e Belluno), Giuseppe Riello (Verona), Antonio Santocono (Padova), Giorgio Xoccato (Vicenza) e Massimo Zanon (Venezia e Rovigo).
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Coronavirus: il rischio sanitario i consiglieri regionali dem
Il Pd : «C’è troppa confusione sui vaccini Cup delle Usl e prenotazioni on line in tilt» Possamai: Zaia ammetta le difficoltà organizzative. Camani: 58 ambulatori sono pochi, il ministero ne ha censiti 165 PADOVA
Il Pd non ci sta e dopo la risoluzione bipartisan con la Lega sul Recovery Plan va all’attacco di Zaia sulla campagna vaccini, un “capolavoro di confusione che ha mandato in frantumi l’efficienza della sanità veneta”, dice il capogruppo Giacomo Possamai. Un caos coperto dagli spot quotidiani del presidente nel suo consueto punto stampa a Marghera, che crea solo aspettative non corrisposte dalla realtà dei fatti, mentre il Veneto da quando ha eliminato l’obbligatorietà di alcune profilassi ha spalancato le porte ai “no-vax” aggiunge Vanessa Camani. Che poi solleva la vera questione: come mai Zaia ha organizzato 58 punti vaccinali mentre sul portale del ministero della Salute ne compaiono addirittura 165? I DATI DEL MINISTERO
Un vero mistero che fa capire come il coordinamento sia tutt’altro che perfetto. Valga per tutti l’esempio della casa di cura di Abano Terme: è una struttura dotata di pronto soccorso indicata nell’elenco dello staff di Speranza ma non effettua vaccini perché non coinvolta dalla Usl 6. C’è tempo per rimediare? Pare di sì. A patto che funzioni il coordinamento tra Venezia e Roma. «Sia chiaro, i 58 ambulatori sono pochi: Padova, Treviso e Verona con un target di 800 mila persone a testa possono contare solo su
6-7 strutture per provincia con gravi disagi per gli anziani che si devono spostare per 20-30 km e poi attendere ore in coda», dice la Camani. Il coro di critiche è unanime e si allarga a Francesca Zottis e Anna Maria Bigon che mette sul tappeto una proposta concreta: il Veneto eroghi i contributi alle case di riposo e alle scuole paritarie sulla base del rating dei vaccini anche non obbligatori effettuati dal personale. Chi offre più sicurezza sanitaria ha diritto a maggiori risorse. Questione che verrà risol-
Zottis: i sindaci coinvolti troppo tardi solo per consegnare le lettere agli anziani Il gruppo del Partito democratico in consiglio regionale del Veneto: da sinistra Bigon, Zanoni, Zottis, Montanariello, Camani e Possamai
ta appena la ministra Cartabia presenterà il provvedimento che obbliga il personale sanitario a vaccinarsi contro il Covid, dopo la sentenza del tribunale di Belluno che ha respinto i ricorsi degli infermieri “no vax”. PARTE L’ATTACCO DIRETTO
Perché il Pd va all’attacco di Zaia? I centralini sono roventi dalle proteste e Giacomo Possamai rincara la dose: «Il presidente Zaia dica la verità, le cose non vanno affatto bene: il Veneto è a fondo classifica per dosi somministrate e la macchina organizzativa non funziona affatto nelle prenotazioni: è difficile acce-
dere ai numeri verdi delle Usl, i Cup vanno in tilt e ci sono diversità nella convocazione perché non esiste un coordinamento regionale. Ciò genera confusione e siamo in ritardo nel patto con i medici di base: l’accordo stipulato è sulla parte economica, mentre su quella operativa ogni Usl deve arrangiarsi», conclude Possamai. I DIKTAT DI AZIENDA ZERO
E per dire pane al pane e vino al vino Vanessa Camani aggiunge che se proprio bisogna indicare al premier Draghi un presidente di Regione in ritardo, allora non resta che chiamarlo per nome: Lu-
ca Zaia. Ciò che non torna è la riorganizzazione a piramide di Azienda Zero, che ha sacrificato sia lo Iov trasferito a Castelfranco che l’ospedale di Camposampiero, mentre Cittadella ha salvato i propri reparti perché resta un baluardo della Lega, spiega la consigliera regionale del Pd. SINDACI NON COINVOLTI
Francesca Zottis propone invece di rivedere la collaborazione con i sindaci che vanno coinvolti «a monte del processo e non all’ultimo giorno utile, trasformandoli in postini con l’obbligo di consegnare centinaia di lettere in poche ore. Così si mette in difficoltà
L’oggi ministro Cartabia bocciò la Regione che chiedeva lo stop alle vaccinazioni obbligatorie
Il no al ricorso del Veneto del 2018 è alla base del decreto anti no-vax IL CASO
«L
a Regione Veneto da un lato dice di non voler mettere in discussione i vaccini, dall’altro poi si diffonde in valutazioni medico scientifiche che si traducono in un tipo di critica che finisce per investire non solo l’obbligo vaccinale, ma anche i vaccini in sé per sé». Ventuno novembre 2017, udienza pubblica in Corte Costituzionale. A parlare è l’allora giudice costituzionale Marta Cartabia, relatrice della sentenza numero 5 del 2018 con la quale fu respinto il ricorso
della Regione Veneto contro il decreto legge 7 giugno 2017 numero 73 che rendeva obbligatorie dieci vaccinazioni per l’iscrizione dei minori fino a 16 anni a scuola. Si parlava di vaccini allora, si parla di vaccini oggi. Certo, diversi i contesti e le urgenze. Ma proprio la sentenza con cui la Corte Costituzionale bocciò l’iniziativa del presidente della Regione Luca Zaia contro la legge voluta dall’allora ministro Beatrice Lorenzin è una delle pronunce sulle quali l’oggi ministro della Giustizia Cartabia (corsi e ricorsi) – assieme ai ministri della Salute e del Lavoro e al premier – sta preparando un decreto legge per introdur-
Il ministro Marta Cartabia e il presidente del Veneto Luca Zaia
tutta la catena decisionale, che spalanca le porte a una conflittualità estrema tra le categorie deboli da proteggere con priorità». CENTOMILA A DOMICILIO
Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità, è tornata sulla lentezza delle vaccinazioni: «Abbiamo 1.300 persone impegnate, se fosse stato fatto prima e meglio l’accordo con i 3.300 medici di base, saremmo in una situazione migliore. Ci sono 100 mila persone fragili a domicilio che avremmo potuto vaccinare in un mese e invece non si riesce ad assicurare loro la prestazione».
re l’obbligo di vaccinazione anti Covid per il personale sanitario a contatto con i pazienti. Altri tempi, nel 2017 del Coronavirus non c’era traccia se non nel saggio Spillover (2014) dello scrittore e divulgatore scientifico statunitense David Quammen. Tempi in cui il presidente del Veneto aveva alzato il tiro contro l’obbligatorietà introdotta dal ministro Lorenzin per far fronte al progressivo calo delle vaccinazioni che aveva portato l’Italia a una copertura media inferiore al 95%, ovvero sotto la soglia minima raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta “immunità di gregge”. «Il Veneto è favorevole ai vaccini» argomentava allora Zaia, «che però vanno diffusi con la corretta e capillare informazione e non con coercizioni che, in quanto tali, potrebbero avere addirittura l’effetto contrario a quello desiderato». Allora la Corte ritenne «non irragionevole» in quello specifico contesto (c’era un’epidemia di morbillo) il sacrificio
Ultime bordate sempre da Vanessa Camani, che ha sottolineato come il target 1 del personale sanitario non sia stato raggiunto. Si tratta di 185 mila persone e i ritardi riguardano una «parte significativa di operatori delle case di riposo che non hanno ricevuto la dose, sia nel pubblico che nel privato». Quanto poi alla “grana” degli amministrativi, in primis i dipendenti del Comune di Padova, «Zaia ha fatto retromarcia per evitare una figuraccia a livello nazionale. Ora per vaccinare le attività turistiche bisogna cambiare passo». — ALBINO SALMASO © RIPRODUZIONE RISERVATA
della libera autodeterminazione individuale in nome della «tutela degli altri beni costituzionali coinvolti», a partire dalla salute individuale e collettiva. «In Italia non è mai accaduto che l’obbligo vaccinale fosse introdotto per decreto», argomentò il professor Luca Antonini, uno dei legali della Regione nel corso dell’udienza. Nulla da fare, dopo il Consiglio di Stato anche la Corte Costituzionale bocciò il Veneto dichiarando non fondate tutte le questioni prospettate nei ricorsi della Regione. Con un salto si arriva ai giorni nostri. Sui vaccini anti-Covid il presidente Zaia apre un fronte per l’acquisto di dosi fuori dal contratto Ue (visti i ritardi e la scarsità delle forniture); il giudice di Belluno respinge le richieste di due infermieri e otto operatori sociosanitari che avevano rifiutato di vaccinarsi e che per questo erano stati sospesi dal lavoro; Cartabia lavora al decreto contro i camici bianchi no vax. Corsi e ricorsi. — MATTEO MARIAN © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 28 MARZO 2021 CORRIERE DELLE ALPI
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BELLUNO la parola ai pendolari
lavori in corso
Puntualità e comfort «I treni elettrificati ci regaleranno un servizio migliore»
Cantieri nelle stazioni di Feltre e S. Giustina
In primavera le prove lungo la tratta tra Belluno e Vittorio Si parte il 13 giugno, con sette corse dirette per Venezia Lavori in corso a Feltre
Marcella Corrà / BELLUNO
Da Conegliano a Belluno, lungo la linea ferroviaria finalmente elettrificata, sono partite da alcuni giorni le prove tecniche per testare gli impianti che sono ora continuamente in tensione. Non si tratta ancora di far correre i nuovi elettrotreni, anche se senza passeggeri. Quest’ultima fase delle prove tra Vittorio Veneto e Belluno dovrebbe iniziare alcune settimane prima del 13 giugno, data in cui l’elettrificazione della linea diventerà una realtà con l’entrata in vigore del nuovo orario estivo di Trenitalia. A Bassano e Montebelluna, dove i primi treni elettrici sono partiti a dicembre, si è fatto così. Ora tocca a Belluno, dopo anni di lavori e un investimento di una ottantina di milioni di euro che ha consentito di elettrificare prima il tratto Belluno – Ponte e poi Ponte – Vittorio Veneto. Per il momento dunque si controllano le linee da remoto: tutti i comuni lungo la ferrovia sono stati avvertiti e di conseguenza anche i cittadini, onde evitare nella maniera più assoluta il contatto con conduttori e isolatori dell’impianto: il rischio è mortale. NUOVI TRENI E NUOVI ORARI
A giugno, è l’annuncio di Za-
ia di qualche giorno fa, ci saranno i moderni elettrotreni Pop, che consentiranno di andare direttamente da Belluno a Venezia e ritorno, senza necessità di effettuare il cambio a Conegliano. «Noi ci aspettiamo che delle tredici coppie di treni (andata e ritorno) che viaggiano attualmente tra Belluno e Venezia, almeno sette o otto siano quelle nuove e più veloci, con convogli che sfruttano l’elettrificazione», spiega Alessandro De Nardi, che insieme con altri pendolari cura il sito www.trenibelluno.it e la relativa pagina facebook. «Nel direttivo siamo in quattro, poi c’è un’altra decina di simpatizzanti e collaboratori che tra l’altro monitora costantemente i ritardi sulle linee da e per il Bellunese». LE ASPIRAZIONI DEI PENDOLARI
L’annuncio sul numero dei treni veloci è stato fatto dallo stesso assessore regionale De Berti: saranno otto tra Belluno e Venezia e sette tra Venezia e Belluno. Per conoscere quali saranno occorre attendere il nuovo orario estivo. Ma cosa si aspettano i pendolari? «Treni più silenziosi, un servizio migliore, il rispetto degli orari. È quanto sta accadendo da dicembre sulle tratte tra Bassano e Cittadella e tra Padova e Montebelluna».
rinnovo del contratto
Logistica e autotrasporto due giorni di sciopero «No al salario ridotto» BELLUNO
I settori di logistica e trasporto merci senza rinnovo del contratto nazionale da 15 mesi. Lunedì e martedì giornate calde di sciopero anche in provincia. È previsto per il 29 marzo lo sciopero di tutti i lavoratori delle imprese del settore logistica e trasporto merci, mentre il giorno successivo
Alessandra Fontana (Filt Cgil)
Meno tempo per arrivare a Venezia e in futuro a Padova? «Attualmente da Belluno a Venezia, con il cambio del treno a Conegliano, si impiegano 2 ore e 9 minuti nell’orario più veloce. A Conegliano si sta fermi circa dieci minuti. Ci possiamo aspettare come minimo di arrivare da Belluno a Venezia in due ore. In linea assolutamente teorica si potrebbe impiegare un’ora e 40 minuti, ma dovrebbe esserci sulla linea solo quel treno, mentre in realtà da Conegliano a Venezia il traffico ferroviario è molto intenso. In periodo no Covid tra Mestre e Venezia viaggiano ogni giorno 400 treni, e non ci sono quelli merci che a Venezia non arrivano. Non è solo questione di linee, ma anche del numero di treni che le percorrono», spiega De Nardi. «Con l’elettrificazione ci aspettiamo che la maggioranza delle corse sia diretta, in orari interessanti. Per le altre, invece, resterà la necessità di fare il cambio a Conegliano». I RITARDI
A guardare quanto riporta ogni settimana il sito di Trenibelluno, la situazione sembra decisamente migliore rispetto al passato sul fronte dei ritardi. Prendiamo come esempio la settimana che va dal 14 al 20 marzo. I collabo-
saranno i lavoratori delle imprese di autotrasporto non soggette all’applicazione della l.146/90 ad incrociare le braccia. Questi lavoratori non hanno mai fermato il proprio servizio durante la pandemia, ma i risultati, al momento delle trattative, non sono stati affatto soddisfacenti: «Le 26 associazioni datoriali, in disprezzo al lavoro e alla dignità delle persone, hanno presentato una proposta di rinnovo del contratto nazionale basata sul taglio dei diritti, sulla riduzione del salario indiretto (abolizione scatti di anzianità e del pagamento delle festività, riduzione delle giornate di permesso retribuito) e sull’inserimento di maggiori flessibilità, soprat-
SI FELTRE
Il treno Pop sarà utilizzato sulla tratta Belluno-Venezia
il progetto
Troppa confusione sul Dolomiti «Ma si può fare» Trenibelluno ci crede, anche se dice De Nardi «siamo a volte esterefatti dal dibattito attorno al progetto. Ci sono slanci in avanti a volte incomprensibili, poi il silenzio. Insomma vediamo una grande confusione. Il collegamento ferroviario sarebbe importantissimo. perché il modello del trasporto individuale su gomma ha problematiche». Nessuna preoccupazione per De Nardi sulle gallerie che sarebbe necessario realizzare, sia verso Cortina che tra Feltre e Primolano: «Dal punto di vista tecnologico si può fare».
tutto per il personale viaggiante, già sottoposto ad un orario di 58 ore settimanali», sottolinea Alessandra Fontana della Filt Cgil di Belluno, «anche in provincia il tema ha una rilevanza strategica perché le aziende di trasporto rappresentano uno snodo centrale per il territorio. In questo anno abbiamo perso aziende e, dato ancora più preoccupante, occupazione. Nel 2020 (dati camera di commercio) le aziende di trasporto in provincia erano 407, l’anno dopo si erano ridotte a 317. Si tratta per lo più di imprese artigiane (217, a fronte di 103 non artigiane, pari al 68,5%) del totale». — F.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ratori del sito riescono a monitorare moltissimi treni: tutti quelli sulla linea Belluno – Conegliano, Belluno – Calalzo, Feltre – Treviso. E poi anche Montebelluna –Padova, Bassano – Padova e altri ancora per un totale di 10 linee. Nella settimana presa in esame sono stati pochi i treni controllati tra Conegliano e Venezia, ma tra il 7 e il 13 marzo anche quella tratta è stata monitorata quasi totalmente. Ebbene la percentuale di puntualità (ritardi inferiori ai 5 minuti) varia tra il 93 e il 98 per cento. «Siamo lontani anni luce da quello che avveniva solo qualche tempo fa», spiega De Nardi, «ormai sono pochi i treni che portano ritardo: e ci siamo accorti che sulle due tratte appena elettrificate i ritardi sono anche diminuiti». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Si sta lavorando nelle due stazioni di Santa Giustina e Feltre, in vista della elettrificazione del tratto tra Belluno e Montebelluna. Ci vorranno alcuni anni per arrivarci con un investimento complessivo di 200 milionidi euro: Zaia è certo che tutto sarà completato prima delle Olimpiadi 2026. Attualmente ci sono gli autobus tra Belluno e Feltre, proprio per i lavori nelle stazioni e quindi i cambi da fare sono diventati due, Feltre e Montebelluna. L’elettrificazione consentirà di toglierli entrambi, guadagnando sicuramente qualche decina di minuti. Attualmente tra Belluno e Padova ci vogliono tra 2 ore e 18 minuti (passando per Mestre) e 2 ore e 40. E verso Calalzo? Se la ferrovia non dovesse continuare oltre Calalzo, con il treno delle Dolomiti non varrebbe la pena di elettrificare la linea tra Ponte nelle Alpi e il Cadore: costi troppo alti per una platea di utenti contenuta. — MA.CO. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere del Veneto Domenica 28 Marzo 2021
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NUMERI UTILI
Vicenza
Comune Polstrada
vicenza@corriereveneto.it
0444221360 0444250811
VigiliUrbani Questura Emergenzainfanzia GuardiaMedica
0444545311 0444337511 114 0444567228
OspedaleCivile 0444753111 SOCCORSO ALPINO AmbulanzaC.R.I. 0444514222 AltopianoAsiago 0424463359
RecoaroValdagno Arsiero
330538683 330538680
FARMACIE AiLaghi AlRedentor
0444922186 0444321951
Accelera il cantiere in viale Milano VICENZA L’intento è chiaro: vaccinare tutti nel più breve tempo possibile. Lo scopo è virtuoso, il metodo, viene da dire, tortuoso. Questa è la sensazione nell’assistere ad una campagna vaccinale che ogni Regione e perfino ogni singola Usl sta gestendo cercando, ormai quotidianamente, di trovare una quadra con i vaccini disponibili. «L’obiettivo – spiega Giuseppina Bonavini, direttore generale dell’Usl 8 Berica – è quello di arrivare a cinquemila vaccinazioni al giorno entro metà aprile. Oggi sono previste 3.880 vaccinazioni, domani 3.600 e martedì 3.900. La-
Lavori in corso e via Calvi chiude in parte VICENZA Un tratto di via Calvi
Vaccinianti-Covid,l’Uslpunta acinquemiladosiognigiorno Il dg Bonavina: «Obiettivo entro metà aprile, lavoreremo anche durante le vacanze di Pasqua». Procede la (tortuosa) prenotazione per classi d’età voreremo anche durante le vacanze Pasquali, con il fine di mettere in sicurezza i vicentini». Parte dei quali ieri hanno riempito i parcheggi della Fiera quasi come durante le esposizioni, impegnando le 21 linee vaccinali predisposte nell’apposito padiglione. Fino a venerdì l’Usl 8 ha somministrato 72.525 dosi suddivise nei tre vaccini per ora disponibili, Pfizer, Moderna e AstraZeneca, vaccinando 49.386 persone, 23.139 delle quali hanno già ricevuto anche il richiamo. Dopo l’accordo siglato nei giorni scorsi sono pronti a vaccinare anche medici di base e farmacisti, ma al momento tutte le fiale disponibili sono 19mila e per raggiungere gli obiettivi preposti ne servono decisamente di più. Da parte sua il governatore Luca Zaia ha dichiarato che ulteriori dosi arriveranno nel corso della settimana. Nel frattempo, ciascuno deve industriarsi per capire dove e quando verrà vaccinato, provando ad orientarsi nel continuo succedersi di nuove
Da gennaio
Nelle farmacie eseguiti 25mila tamponi rapidi VICENZA Oltre 400 tamponi al giorno e 12
mila dall’inizio di marzo. Sono i numeri dei test rapidi eseguiti nelle farmacie vicentine, che dall’inizio dell’anno, complice l’aumento dei contagi da coronavirus, hanno visto crescere anche la domanda da parte dei clienti. Secondo i dati resi noti da Azienda Zero, in 126 farmacie vicentine dal 1 gennaio sono stati eseguiti 25.500 tamponi rapidi, consentendo di identificare quasi 900 positivi al virus. «Il servizio – dichiara il presidente di Federfarma Vicenza Giovanni Battista Scaroni – è complementare rispetto ai punti tampone gestiti dalle Usl ed è utilizzato soprattutto chi ha una bassa probabilità di essere stato esposto al virus ma anche da chi, periodicamente, desidera una rassicurazione sulla propria condizione di salute. In ogni caso questi numeri confermano la grande valenza sociale di questo servizio, che in accordo con la Regione viene offerto ad un costo calmierato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
indicazioni, che rischiano di mettere in difficoltà soprattutto le persone più anziane e spesso anche sole. Non è il caso degli ultraottantenni, ai quali la Berica ha già inviato le convocazioni, bensì di tutti gli altri di inferiore età, molti dei quali si dovranno attivare personalmente. I nati nel 1942, 1948, 1949, 1950 e 1951 possono già prenotarsi online sul sito dell’Usl 8. Le persone residenti nel territorio dell’azienda sanitaria di Vicenza nate tra il 1943 e il 1947 saranno chiamati direttamente dal proprio medico, partendo dai più anziani, come già scritto nei giorni scorsi. Si tratta di circa 22 mila persone, suddivise su 309 medici, una media di 75 pazienti a medico. Le giornate di vaccinazione saranno il mercoledì per il distretto est e il giovedì per quello ovest. A questo proposito lapidario il commento del direttore generale: «Così come ritengo etico che tutti i medici si vaccinino – afferma – allo stesso modo dovrebbero diventare tutti vaccinatori. Se così non fosse prenderemo
Anni ● I nati nel 1942, 1948, 1949, 1950 e 1951 possono prenotarsi sul sito dell’Usl 8 ● I nati tra il 1943 e il 1947 saranno chiamati dal proprio medico di famiglia ● Ormai conclusa la prima vaccinazione a personale scolastico e forze dell’ordine e prosegue quella agli over 80
noi in carico i loro pazienti». Intanto si è quasi conclusa la prima vaccinazione al personale scolastico e alle forze dell’ordine, mentre prosegue quella agli over 80 per i quali ha precisato la Bonavina - si conta di completare la somministrazione della prima dose entro l’11 aprile. Da domani e per tutta la prossima settimana toccherà la prima dose ai nati nel 1930, 1931 e 1937 e saranno completate le seconde dosi per le classi 1939, 1940 e 1941. Ieri è stato anche chiarito che saranno vaccinati solo gli accompagnatori di over ’80 conviventi e di età pari o superiore ai 65 anni. Risolta anche la questione «riservisti»: un elenco di persone stilato secondo regole ben precise, ai quali andranno eventuali fiale rimaste aperte e da consumare entro la fine di giornata. Insomma, un lavoro enorme e incessante, che coinvolge in particolare il Sisp, il servizio igiene e sanità pubblica, diretto da Maria Teresa Padovan, che oltre alla vaccinazione deve occuparsi anche dei tracciamenti dei nuovi pazienti Covid e del monitoraggio di quelli non ospedalizzati. Temi, questi, che rischiano di passare in secondo piano, così come quello del numero di tamponi, visto il numero crescente di positivi di queste ultime settimane. Mauro Della Valle
Entro due mesi il progetto e il comitato di indirizzo per la stesura del dossier della candidatura, che sarà formalizzata, con tutta probabilità, nel 2022. È la road map tracciata dal Comune per la candidatura di Vicenza a capitale italiana della cultura nel 2024. L’obiettivo di portare Vicenza sul palcoscenico delle città meritorie del titolo è noto da tempo, tanto che lo scorso anno l’amministrazione ha avviato il progetto denominato «Vicenza città bellissima» proprio con l’obiettivo di giungere ad una candidatura.
Ora c’è un traguardo preciso fissato ed è il 2024, ovvero la prima data utile: nel 2020 infatti era stata eletta Parma come capitale italiana delle cultura, che in seguito alla pandemia e all’impossibilità di svolgere eventi e iniziative è stata riconfermata anche per tutto quest’anno. Nel 2022 si è già aggiudicata il titolo Procida (nella città metropolitana di Napoli) mentre per il 2023 il riconoscimento è andato alle città di Bergamo e Brescia, come segno di riscatto dalla pandemia da Covid-19, che ha colpito in modo particolare le
Palazzo Thiene Il Pd in Consiglio: «C’è un progetto per la gestione?»
due città lombarde. Dunque ora tocca il titolo del 2024, che la città del Palladio proverà a conquistare: «Il progetto di candidatura – dichiara il sindaco Francesco Rucco – non è da intendersi come un traguardo fine a se stesso, bensì come una preziosa opportunità per mettere a punto un nuovo percorso e tracciare una strada per il futuro della nostra città. Un risultato concreto e perseguibile al di là dell’esito del bando». Il riferimento del primo cittadino va al bando per l’aggiudicazione del titolo relativo al 2024, che
Panorama Il Comune sta lavorando al dossier per la candidatura di Vicenza a città italiana della cultura 2024, dossier che sarà pronto l’anno prossimo
Dopo gli attacchi della maggioranza
Bilancio, il Pd: «I giullari non siamo noi» VICENZA «Il fondo di
dovrebbe uscire nel secondo semestre del 2022, tanto che l’amministrazione punta a completare l’iter di redazione del dossier per la candidatura di Vicenza entro la primavera del prossimo anno. Ma in tema di cultura torna d’attualità il destino di Palazzo Thiene, ex-sede di rappresentanza della Banca popolare di Vicenza e ora di proprietà del fondo statunitense Bain capital credit, che avrebbe l’obiettivo di venderlo. Il Comune chiede da tempo allo Stato di esercitare il diritto di prelazione e acquistare l’immobile e ora 7 consiglieri comunali del Pd chiedono all’amministrazione «se esiste uno o più progetti di gestione – dichiara Cristiano Spiller (Pd) – perché riteniamo che non si possa chiedere a qualcuno di investire risorse ingenti, soprattutto se pubbliche, senza presentare un progetto sostenibile e di qualità». Gian Maria Collicelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Avviato l’iter per la candidatura
VICENZA
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solidarietà comunale per l’emergenza Covid è diventato un modo facile per accontentare a pie’ di lista i consiglieri comunali, di maggioranza in primis, senza disturbare la gestione assessorile». Il centrosinistra tiene il punto sulle polemiche sorte in sala Bernarda – e pure nei giorni successivi – in seguito alla decisione del Consiglio di finanziare alcune iniziative con il fondo di solidarietà Covid-19 da 1 milione di euro. L’amministrazione aveva precisato che «si tratta di iniziative legate all’emergenza, che ha effetti su moltissimi fronti», aggiungendo critiche al comportamento dei consiglieri di minoranza, accusati di essere «giullari» e di un comportamento «strumentale» proprio sul fondo. «Non ci stiamo – è la replica del Pd – anche perché il fondo l’abbiamo proposto noi lo scorso anno e la gestione sarebbe dovuta essere affidata ai tecnici, non ai politici, in collaborazione con associazioni di categoria e con rappresentanti della società civile. Se i giullari stanno a corte, per ricevere piccoli riconoscimenti dal re in cambio dei loro, di certo quelli non siamo noi». Poi una stoccata sui piani per sfruttare i fondi del recovery plan, di cui si è accennato in Consiglio: «Su questo fronte – dichiarano dal Pd – dalla maggioranza assistiamo ad un vuoto pneumatico che ci preoccupa». (g.m.c.)
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Capitale della cultura, Vicenza guarda al 2024 Rucco: un’occasione per il futuro della città
chiude al traffico per tutta la settimana. A causa di lavori di riparazione di un guasto alla rete elettrica di media tensione, emerso la scorsa settimana, da domani e fino alla conclusione dell’intervento la parte di via Calvi compresa tra viale della Pace e via Rumor sarà chiusa al traffico, mentre in viale della Pace, all’intersezione con via Calvi, si circolerà a senso unico alternato. Nel frattempo, in tema di lavori è in corso il cantiere per il rifacimento del manto stradale di un tratto di viale Milano e della rotatoria di fronte alla stazione ferroviaria di viale Roma. Il cantiere, che procede in ore notturne per non intasare il traffico cittadino, è a buon punto tanto che i lavori, secondo il cronoprogramma del Comune, si concluderanno martedì anziché mercoledì, come annunciato nei giorni scorsi. Per info sulla viabilità in città: vicenza.luceverde.it.
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Corriere del Veneto Domenica 28 Marzo 2021
TV
NUMERI UTILI
Treviso
Comune Provincia
treviso@corriereveneto.it
04226581 04226565
Prefettura Questura PoliziaStradale PoliziaMunicipale
0422592411 0422248111 0422299611 0422658340
GuardiaMedica
0422405100
FARMACIE Calmaggiore DallaZorza
0422545763 0422325365
Vaccino, «d-day» per 5 mila 85enni Oggi il test della chiamata diretta. Benazzi: «Potrebbe diventare un modello veneto». In arrivo migliaia di fiale Se la chiamata diretta per la classe 1936 funzionerà, diventerà un modello per tutto il Veneto: l’Usl 2 ha messo in campo volontari, medici, operatori, protezione civile e perfino servizi in caso di pioggia per la giornata test dei vaccini. Oggi gli 85enni trevigiani saranno chiamati per ricevere la prima dose in base al mese di nascita per 12 ore (alle 8 i nati in gennaio, alle 9 i nati in febbraio, alle 19 i nati in dicembre) nelle quattro sedi vaccinali di Villorba, Riese Pio X, Oderzo e Godega di Sant’Urbano; in base al Comune di residenza dovranno recarsi nella sede territoriale. I convocati sono 4.700, sono loro i protagonisti della giornata, ma l’Usl 2 dà la possibilità anche a un accompagnatore over 65 di ricevere la dose: dovranno essere conviventi, come ad esempio coniugi, figli o badanti; sono a disposizione quasi ottomila dosi, nessuno rimarrà escluso quindi nessuna fretta o corsa ad anticipare l’orario di appartenenza. Oltre alla tessera sanitaria e all’elenco dei farmaci assunti, è utile che i soggetti che sia già compilata o nota l’anamnesi con le patologie, per accelerare le procedure di accesso. Fuori dai centri vaccinali ci saranno i volontari della protezione civile: in caso di notevole afflusso e in caso di pioggia, gli utenti potranno rima-
TREVISO
Le «macchie» Ecco come si presentava ieri sera la situazione nella Marca
12 Le ore di attività dei quattro centri vaccinali, dalle 8 alle 20
nere in auto, riceveranno dei numeri progressivi per l’ingresso e saranno chiamati quando sarà il loro turno. «Ringrazio il presidente Zaia per aver scelto la nostra Usl per questa sperimentazione commenta il direttore generale Francesco Benazzi -. Se risulterà proficua potrà essere estesa ad altre classi di età. Ringrazio, oltre al nostro personale, anche sindaci, volon-
60,3 Le dosi somministrate ogni 10 mila abitanti in provincia
tariato, protezione civile, per il supporto organizzativo. Chiedo alla popolazione uno spirito costruttivo, potrebbe esserci qualche piccolo disagio legato al fatto che sperimenteremo un nuovo modello di convocazione. È importante, a questo proposito, il rispetto delle sedi e degli orari, chi è convocato fra le 9 e le 10 può distribuire l’arrivo durante l’intera ora per evitare assembramenti e attese prolungate». Martedì arriveranno 18 mila dosi di Pfizer e 5 mila di AstraZeneca: con queste fornitura l’Usl 2 conta di programmare fra le 9 mila e 9.500 dosi somministrate al giorno per tutto il mese di aprile, con un fitto calendario che prima completa gli over 80 e poi scende verso gli over 70. «Oggi siamo a 60,3 vaccini ogni 10 mila abitanti, arriveremo a 100 nei tempi programmati - chiude il dg -. Il nostro obiettivo è vaccinare il più possibile, alcuni disagi potranno esserci ma diminuiranno quando avremo otto sedi vaccinali, che ci consentiranno di distribuire le presenze e ridurre le attese». Da lunedì l’Usl 2 raccoglie anche adesioni per chi dà disponibilità per collaborare, da volontario, alla gestione della campagna vaccinale. Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggressivi, cyberbulli, autolesionisti «Così cambia il disagio dei ragazzi» La psicoterapeuta Gallina: «Fenomeni preoccupanti, i genitori vigilino» Il disagio dei ragazzi è cambiato. Prima i problemi erano i rapporti con i genitori, i risultati scolastici, le amicizie e i primi amori. Ora non parlano più di questo agli sportelli di sostegno. Aggressività, solitudine, isolamento: sono questi i fenomeni più frequenti riscontrati dagli psicologi e dagli insegnanti. C’è un vasto spettro di sintomi e cause e lascerà un segno profondo sulle giovani generazioni che si sono trovate a confronto con l’epidemia, la Dad e le limitazioni dell’epoca Covid. Michela Gallina, insegnante e psicoterapeuta, ha analizzato le domande e i dubbi dei ragazzi individuando alcuni problemi in netto aumento: «Internet è stato fondamentale in questi mesi ma le relazioni virtuali e la Dad (la didattica a distanza, ndr.) sono solo un surrogato momentaneo delle relazioni reali e della scuola vera. Notiamo una serie di manifestazioni patologiche come ludo-dipendenza, cyberbullismo, sindrome di Hikikomori, depressione ed isolamento, comportamenti autolesionistici. I ragazzi appaiono più sofferenti, ansiosi e fragili, questo sta rendendo necessario, per la prima volta, l’uso di strumenti clinici anche in fase di semplice colloquio». Le giovani generazioni sono abili con la tecnologia
acchi di alimentari, aperti, tra gli scaffali, piccoli furtarelli di cibo. È quanto sta avvenendo in svariati supermercati della Marca: per alcune famiglie la crisi provocata dalla pandemia ha costretto insospettabili cittadini a trasformarsi in ladri, preferendo questa soluzione al chiedere aiuto. Succede ad esempio al Conad di Paderno di Ponzano. «Non più i furtarelli di dolciumi o prodotti voluttuari - racconta il sindaco Antonello Baseggio - ma pane, formaggio o altri alimenti necessari per sfamare una famiglia. Contro questa situazione sarebbe potuto bastare un vigilante ma è stato preferito un aiuto con delle donazioni alimentari». Paride Pillon e Alex Zanotto, proprietari della cooperativa che gestisce il punto vendita hanno così deciso di aiutare le persone in difficoltà con 120 borse della spesa con latte e biscotti, con pasta e pomodoro. Sono state donate al Comune. La distribuzione avverrà attraverso l’associazione «il Granello di Senapa». (ni.ce.)
ma serve una forma di controllo da parte degli adulti e un’educazione alla prudenza. Se diminuiscono le occasioni di subire bullismo fisico, cresce quello online. «L’anonimato o i falsi profili tendono a disinibire l’aggressività e la crudeltà in alcuni soggetti senza scrupoli. Gli adolescenti sono suscettibili a commenti e giudizi, sono ipercritici, se le fragilità vengono affidate ai social o alle chat possono creare complessi e sensi di inferiorità - spiega Gallina -. Notiamo più disturbi alimentari e autolesionismo, anche con piccoli tagli su polsi, braccia e gambe per soffocare, con il dolore fisico, un malessere non comunicabile». Infine ci sono l’Hikikomori (la parola giapponese che identifica una sorta di ritiro sociale e problemi di socializzazione) e una forte dipendenza dalla messaggistica e dai videogiochi. «Sono comportamenti compulsivi, associano l’uso del videogioco all’esperienza di vitalità, in loro crea piacere ma sono prodromi di una possibile futura ludopatia». Le famiglie possono intervenire quando notano questi sintomi, queste fragilità nei propri figli e rivolgersi a degli specialisti, ai consultori, agli sportelli scolastici. S. Ma.
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TREVISO
Davanti allo schermo La didattica a distanza ha aumentato l’isolamento
Dopo il moltiplicarsi di episodi L’iniziativa del Conad di Paderno
Furti di cibo: borse della spesa donate alle famiglie in difficoltà
P
I dati del Covid
La protesta
Ieri altri 298 infetti: «Focolai causati da amici e parenti»
Dai baristi ai parrucchieri: «Disastroso il mese di stop»
S
L’
econdo giorno di curva piatta per i ricoveri: significa che la differenza fra nuovi ingressi e uscite è pari a zero, non c’è un aumento di posti letto occupati. Non significa assolutamente che il Covid sia in regressione, è un dato positivo ma non definitivo perché guardando la provincia ci sono ancora alcune zone con piccoli e diffusi allarmi. Nella Marca ora a preoccupare sono i distretti di Pieve di Soligo e Treviso Nord (che superano i 200 contagi su 100 mila abitanti) mentre rimangono stabili i distretti di Asolo e Treviso Sud (191 e 194 contagi su 100 mila). L’Usl 2 ha elaborato una mappa della provincia sulla base dei contagi Comune per Comune: le zone più complicate ritenute da allarme rosso sono in sinistra Piave (Ponte di Piave, Motta e Meduna di Livenza, Salgareda, Chiarano, Gorgo al Monticano e Cessalto), un lungo asse fra Paese, Istrana, Quinto e Zero Branco, i piccoli Comuni dell’alta Marca nel Vittoriese, i piccoli centri della Pedemontana nell’Asolano, i comuni del Montello da Farra a Giavera e Nervesa; attenzione anche su sporadiche sacche di contagio a Roncade, San Polo e Mareno di Piave. L’incidenza dei tamponi positivi sul totale effettuato non cresce e questo può significare che le zone rosse, nonostante alcune violazioni, stanno funzionando nel contenere la diffusione del virus. «I cluster sono tutti familiari, dovuti alle visite di parenti e amici spiega Benazzi -. Anche l’impatto della variante inglese è notevole». Per capire se Treviso è già passata per il picco bisogna aspettare la prossima settimana, quando i dati scatteranno una fotografia più completa. Ieri i nuovi contagi censiti dall’Azienda Zero sono stati 298; attualmente risultano positive in provincia di Treviso 3.990 persone. È stata registrata anche una vittima: i lutti nella Marca sono stati 1.651. (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
annuncio di un altro mese di chiusure è stato una doccia fredda per tanti imprenditori. Ristoratori, parrucchieri, estetisti, baristi, sono migliaia i lavoratori trevigiani che rischiano di rimanere a secco fino alla fine di aprile. «Non sono appestati, questa stretta è incomprensibile - si infuria Salvatore D’Aliberti, direttore di Casartigiani -. Un altro mese senza incassi e con sostegni irrisori sarà devastante». E il rappresentante degli acconciatori trevigiani, Vincenzo Dal Zilio, riparte da dove era cominciata la battaglia l’anno scorso: «I saloni sono luoghi sicuri, molto più di altre attività oggi aperte. Molte aziende non riusciranno a sopravvivere con questa scarsità di sostegni. Le procedure sono adatte alle dimensioni dei locali, il personale è formato, i protocolli rispettati, sono aperte attività molto più a rischio». Anche perché gli «abusivi» non mancano: c’è chi viola le regole facendo il lavoro porta a porta, con rischio di contagio, mentre chi rispetta le regole si sente penalizzato. Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato delle riaperture con il 30 aprile, la speranza di tornare a lavorare dopo Pasqua è stata spazzata via. «Le scuole sì, ma non attività come quella dei parrucchieri ed estetisti, bar e pasticcerie, che quest’anno hanno fatto molti sacrifici per riuscire a lavorare in sicurezza – rileva D’Aliberti -. I servizi alla persona sono trattati come attività di serie B. Dovrebbero invece essere tra quelle ritenute indispensabili per la popolazione, anche in zona rossa». Artigiani e commercianti non riescono più a sostenere l’altalena di aperture e chiusure, la programmazione è diventata impossibile, gli incassi sono nettamente calati e gli imprenditori sono preoccupati per i loro dipendenti. La zona rossa, dicono, crea delle disparità di trattamento. (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA COLLOCAZIONE
Portogruaro
Il presidente Michelotto: «Purtroppo l’incertezza sull’avvio della stagione estiva non permette di programmare le assunzioni»
Domenica 28 Marzo 2021 www.gazzettino.it
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«Zaia prenda posizione sulle infiltrazioni criminali nelle località del litorale» `«I soli Comuni
non sono sufficienti a contrastare le mafie» CAORLE
FAME DI LAVORO In 326 si sono candidati per un posto all’Asvo e di questi 288 stanno partecipando alle selezioni
Asvo, in 288 ai colloqui per raccogliere i rifiuti `L’età va dai 19 ai 63 anni, circa 80 le donne: L’azienda sta selezionando i candidati a entrare nella lista delle future assunzioni «Loro dimostrano di avere una marcia in più»
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PORTOGRUARO In 326 per una decina di posti come operatore ecologico. La crisi economica creata dalla pandemia si sta mostrando in tutta la sua gravità anche nel Portogruarese. Non ci sono solo i dati sulla disoccupazione a testimoniare quanto sia stagnante il mercato del lavoro. Lo dimostra anche la mole di persone che hanno presentato la loro candidatura all’Asvo, che, oltre ad autisti, addetti alla manutenzione del verde, operatori cimiteriali e impiegati, sta cercando operatori ecologici, figure dedite all’attività di spazzamento e raccolta, anche con modalità porta a porta e con l’ausilio di veicoli, e all’attività di raccolta
manuale o meccanizzata a servizio degli autocompattatori.
L’AVVISO Era finalizzato alla formazione di una graduatoria da cui attingere per assumere dalle 10 alle 15 persone a cui offrire un contratto determinato, stagionale o indeterminato. Ben 326 persone hanno presentato la domanda, 288 sono state ammesse, 38 quelle non ammesse. Per quanto riguarda le fasce d’età, si va dai 19 ai 63 anni. Tante le donne (circa un’ottantina) che, come spiega l’azienda, stanno dimostrando di avere una marcia in più in questa mansione. «È la prima volta che ci troviamo a gestire una selezione con questi numeri - ammette il presidente di Asvo, Luca Michelutto - Anche
per noi, visto il periodo, non è semplice organizzare i colloqui. Dopo aver scartato alcune ipotesi perché difficilmente realizzabili con le attuali normative, abbiamo deciso di convocare i candidati a gruppi di cinque nella nostra sede operativa di Centa Taglio a Portogruaro. Abbiamo allestito del box prefabbricati in modo da non interessare dal via vai gli uffici».
LE SELEZIONI Sono iniziate lo scorso 24 marzo e termineranno il 7 aprile. Il test, un colloquio tecnico-motivazionale a cui si aggiungerà uno scritto con alcune domande a risposta multipla e aperte, dura circa un’ora. «Le incertezze di questo periodo sulla partenza della stagio-
ne estiva – ha proseguito Michelutto – non ci consentono di fare grandi previsioni sui servizi che verranno avviati nelle località balneari di Bibione e Caorle. Di conseguenza non abbiamo grandi certezze neanche per le assunzioni. A oggi non possiamo garantire nemmeno chi aveva fatto la stagione negli anni scorsi. Alcune delle persone che si sono candidate – ha aggiunto - provengono da settori che a causa dell’emergenza sanitaria sono andati in crisi. Altri sono disoccupati, altri ancora hanno sempre svolto lavori stagionali. Purtroppo la situazione economica non è delle migliori e anche una lavoro umile come questo è oggi ambito». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mafia nel litorale: l’emergenza può portare al riciclaggio. Se ne è parlato ieri nella videoconferenza “Tra Next generation Eu e infiltrazioni mafiose: quali rischi per il litorale di Caorle” promossa da Articolo Uno. L’invito a prestare la massima attenzione sui meccanismi per destinare i fondi europei è la riflessione condivisa da tutti i relatori, tra cui il giornalista e senatore Sandro Ruotolo, il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra e il coordinatore nazionale di Articolo Uno Arturo Scotto. Questi ha sollecitato il presidente della Regione Luca Zaia a prendere posizione, a «dire una parola su quanto sta succedendo a Caorle. I partiti che sostengono questa esperienza di governo hanno il dovere di schierarsi. La battaglia non può essere lasciata solo alla dimensione locale. La legalità passa attraverso la sicurezza, la trasparenza e selezione della classi dirigenti». Marco Favaro, ex consigliere comunale e referente del comitato Difesa del territorio ha ricordato che «i segnali delle infiltrazioni di Eraclea e Caorle si sono colti nelle ultime campagne elettorali, con persone finite sotto inchiesta, interessate a investimenti immobiliari legati al turismo tra Ottava Presa e Caorle». L’emergenza criminalità non è solo del litorale ma anche nell’entroterra, come ricordato dal sindaco di San Donà Andrea Cereser, referente di “Avviso pubblico”: «Il 70% delle risorse europee dovrà essere impegnato entro la fine del prossimo anno. La Conferenza dei sindaci sta cercando di individuare delle priorità, ma il personale dei Comuni fatica a gestire l’ordinario. Non vorrei si scegliessero dei commissari, come in altre situazioni, andando oltre alle norme che dovreb-
bero garantire trasparenza nella concorrenza. Un problema per Comuni, Città metropolitane, Regioni e gli stessi Ministeri. Serve trovare un equilibrio tra la garanzia della concorrenza, evitare l’infiltrazione della malavita e la velocità con cui espletare le gare. È il momento, inoltre, per selezionare progetti che siano un investimento per le prossime generazioni». Altro appuntamento dedicato al tema delle mafie in Veneto si terrà domani alle 18, promosso da Nicola Pellicani, deputato e componente della commissione parlamentare antimafia, sulla propria pagina Facebook. Interverranno il prefetto Vittorio Zappalorto, Paolo Storioni capo della Dia del Triveneto, Pierpaolo Romani coordinatore nazionale di Avviso pubblico e Maurizio Dianese. presidente del centro sulla criminalità organizzata in Veneto. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
San Michele al T. Decreto Ristori, aiuto per ottomila stagionali Una boccata d’ossigeno per i lavoratori stagionali. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 41. La pandemia ha determinato la perdita di posti di lavoro tra gli stagionali che a Bibione nei periodi di piena stagione si arriva a circa 8mila addetti. L’assessore al bilancio Sandro Scodeller ha spiegato che «l’articolo 10 prevede per i lavoratori dipendenti stagionali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro tra l’1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del presente decreto, che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel medesimo periodo, non titolari di pensione ne’ di rapporto di lavoro dipendente né di Naspi alla data di entrata in vigore del decreto (23/03/2021), è riconosciuta un’indennità di 2.400 euro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giovane investito, primi segnali positivi ma la prognosi resta comunque riservata SAN MICHELE AL T. «Un primo miglioramento per mio figlio». Il quindicenne di San Michele al Tagliamento ricoverato in ospedale dopo essere rimasto investito da un furgone sta reagendo al terribile trauma subito. A confermalo è lo stesso papà, che al Gazzettino ha spiegato come si sta evolvendo il quadro clinico del ragazzo, diventato un po’ il figlio di tutta la comunità sanmichelina. «C’è stato un primo miglioramento - spiega il genitore - Il brutto trauma cranico riportato lo ha come bloccato. Il personale sanitario mi ha comunicato che c’è attività cerebrale. È come se
mio figlio si stesse svegliando lentamente».
L’ACCADUTO Il giovane è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine da lunedì scorso, quando è rimasto investito da un furgone dopo essere sceso dall’autobus che
REGISTRATA ATTIVITÀ CEREBRALE, SI VA VERSO UN LENTO RISVEGLIO PER VALUTARE GLI EVENTUALI DANNI SUBITI NELL’INCIDENTE
lo aveva riportato a casa da scuola. Un impatto violentissimo, il ragazzino era stato sbalzato a una decina di metri dopo aver battuto la testa contro il parabrezza del mezzo. L’ematoma che si è formato in testa è stato evidenziato come un “brutto trauma cranico”, tanto che il giovane paziente in ospedale è stato sedato e messo in coma farmacologico. Dopo essere stato sottoposto venerdì a una tracheotomia, per aiutarlo a respirare in caso di possibili crisi, il personale medico ha deciso di diminuire il sedativo per valutare l’evolversi del quadro clinico e la reazione del paziente. «C’è stata una prima risposta - ammette il papà - Mio figlio sta dando
segnali positivi, tanto che è stata rilevata l’attività cerebrale. Ora dobbiamo solo attendere per avere le conferme che noi tutti attendiamo».
I RINGRAZIAMENTI DEI GENITORI Tra Bevazzana e Bibione tutti stanno dimostrando il loro affetto al giovane e alla sua famiglia. Tra momenti di preghiera nella chiesa di Bibione, voluti da don Enrico, quelli degli amici che si sono raccolti la sera, ciascuno nella propria abitazione ma per pregare assieme, e i tanti striscioni appesi fuori delle case, tutti stanno attendendo che il giovane possa svegliarsi dal coma e lasciarsi alle spalle quel brutto incidente. «Questa è un’altra
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DA LUNEDÌ Il quindicenne investito da un furgone dopo esser sceso dalla corriera è ricoverato in ospedale a Udine
partita che vincerai» hanno scritto un gruppi di amici con cui il 15enne aveva giocato a pallone d’estate al Grest di Bibione, dove era impegnato come animatore. «Voglio ringraziare tutti per l’affetto che ci state consegnando - spiega ancora il genitore - Io e mia moglie sentiamo vicina la comuni-
tà. Grazie davvero a tutti. Per noi è importante tutto ciò che stanno facendo i nostri compaesani». Nei prossimi giorni il personale sanitario dovrebbe fornire ulteriori elementi sull’evolversi delle condizioni del ragazzino. Marco Corazza © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Riviera del Brenta
HOSPICE PEDIATRICO Era andata in cimitero dove riposa la figlia e quando è uscita ha scoperto la beffa
Chioggia
Domenica 28 Marzo 2021 www.gazzettino.it
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MIRA Il furto di 65 uova al cioccolato di fronte al cimitero di Malcontenta destinate all’hospice pediatrico di Padova ha mobilitato una gara di solidarietà inaspettata. Oltre 10 mila euro le donazioni registrate nella raccolta fondi on line, attivata il giorno successivo, ma anche i negozi del centro si sono attivati per compensare l’ignobile furto. Lo sconcerto e l’indignazione suscitata non solo dal gesto vile, rubare 65 uova di Pasqua realizzate e vendute a scopo benefico, ma anche dalle modalità con cui è stato compiuto, hanno scosso le conoscenze di molti cittadini di Malcontenta e di Mira.
LADRI I ladri hanno agito in fretta ma in pieno giorno, alle 17 di giovedì, approfittato per compiere il furto delle 65 uova, depositate nell’auto nei pochi minuti durante i quali Federica Toffanin, la mamma di Lavinia la bimba di 8 anni di Malcontenta scomparsa per una malattia rara la scorsa estate, era entrata in cimitero per un saluto ed una preghiera nella tomba della sua piccola. Il video
Furto delle uova di cioccolato Trovati i soldi per ricomprarle Dopo il grave episodio capitato a Federica Toffanin `Alcuni residenti segnalano che negli ultimi tempi in due giorni sono già stati raccolti diecimila euro sono stati registrati diversi danneggiamenti alle auto
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registrato tra le lacrime di Federica subito dopo il furto, quando si è resa conto dell’accaduto tra l’indignazione e lo sconcerto, è stato riproposto nei gruppi social locali e in quelli ancor poi ristetti in whattsapp. Al di là della rabbia e della condanna del gesto, espressa anche da parte dal sindaco di Mira Marco Dori che ha commentato “quanto accaduto è un fatto grave e odioso. Una vergogna”, in tanti hanno contattato la
MALCONTENTA Federica Toffanin durante la registrazione del video, sotto e in alto il cimitero
giovane mamma per capire come poter contribuire alla perdita del ricavato della vendita delle uova al cioccolato. 65 confezioni gialle realizzate dall’associazione “Braccio di Ferro RfE - Ricky for Ever” onlus per sostenere le iniziative dell’hospice pediatrico di Padova a favore dei bambini con problematiche oncologiche o con malattie gravi e rare. «La vostra vicinanza ci ha commosso – ha commentato Federica. - An-
SICUREZZA In molti hanno sottolineato come da diverso tempo si registrino dei furti nelle auto parcheggiate in quella zona di via Foscara, proprio in prossimità del cimitero. Finestrini rotti e porte forzate per rubare una borsa, dei sacchetti, anche dei fiori appena acquistati, qualsiasi cosa sia visibile dall’esterno dell’auto e possa attrarre i ladri che, incuranti del luogo dedicato al dolore e al ricordo, non esitano a rubare. Luisa Giantin
SI MUOVONO CITTADINI ED ASSOCIAZIONI CON LE OFFERTE IL SINDACO DORI: «FATTO GRAVE E ODIOSO UNA VERA VERGOGNA»
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CHIOGGIA Quanto ha davvero “morso” la crisi economica causata dalla pandemia sul tessuto sociale cittadino? La domanda nasce confrontando i numeri relativi agli aiuti alimentari distribuiti dal Comune, la scorsa primavera e in inverno, alle famiglie «in condizioni di disagio». In entrambi i casi i fondi messi a disposizione dal Governo ammontavano a 336mila euro. In primavera furono presentate 1366 domande delle quali 975 erano state ammesse a contributo e 391 erano state respinte. Il contributo statale era stato speso interamente. In inverno, invece, le domande presentate sono state 630, di cui 49 non ammesse e 581 soddisfatte, con la distribuzione di pacchi alimentari per 165mula euro. In altre parole, in sei mesi, il
che stavolta ci avete dato la forza di vedere il lato positivo anche quando sembra non esserci». Federica e il marito Matteo Zandali hanno avviato una raccolta fondi on line che nell’arco di un paio di giorni ha già superato i 10 mila euro. Qualche negozio, in ricordo della piccola Lavinia ha preparato una cassetta per le eventuali offerte dei clienti.
Aiuti alle famiglie, la tecnologia ha fatto diminuire le domande numero dei nuclei familiari “bisognosi” si sarebbe dimezzato e, di conseguenza, metà dei contributi non sono stati assegnati. «Nella seconda fase – dice Barbara Penzo, consigliera comunale Pd – le domande sono diminuite perché dovevano essere presentate via
web e questo ha “scoraggiato” molti». Secondo gli uffici comunali, però, il fattore “tecnologico” ha pesato relativamente perché, sia pure in un secondo momento, era stata attivata anche la modalità telefonica. Un’altra differenza tra le due distribuzioni è stata il
lockdown completo della primavera che, negli ultimi mesi, è stato sostituito da un alternarsi di zone giallo-arancio-rosse che hanno lasciato qualche spazio in più, ma che le 400 famiglie che mancano all’appello tra prima e seconda distribuzione, siano state prostrate
CHIOGGIA Il nuovo sistema ha fatto calare le richieste
dal lockdown e poi abbiano avuto una “ripresa” economica significativa. L’amministrazione comunale, comunque, intende distribuire anche i 170mila euro rimasti in cassa. «Rischiamo – dice la Penzo – che quelli che hanno avuto la domanda accolta in inverno, vengano riammessi al contributo “in automatico”, avendo già presentato tutta la documentazione, e che gli esclusi, potenzialmente qualche centinaio di famiglie, scoraggiati, non ripresentino domanda e ci troveremo con famiglie “aiutate” due volte e altre mai». Proprio per evitare simili situazioni, all’ultima riunione del Tavolo sociale (organismo di consultazione chiesto e ottenuto proprio dalla Penzo) è stato deciso di procedere ad un confronto delle due liste di beneficiari. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Porto, la ferrovia rimane strategica Foibe, dibattito aperto sulla memoria CHIOGGIA Il salvataggio della linea passeggeri Rovigo–Chioggia non potrà prescindere dalla ripresa del traffico merci. Se ne dichiara convito Alfredo Calascibetta, già presidente del disciolto Comitato per il rilancio del porto, ora portavoce “in pectore” per Chioggia della neocostituita Port community, veneziana, creata dagli operatori internazionali. In questo momento, però, tutto sarebbe nelle mani della politica la quale «purtroppo – dice – parrebbe essersi scordata del fatto che la tratta ferroviaria Rovigo-Chioggia, inaugurata nel 1887, fu realizzata soprattut-
to in funzione del traffico merci». E’ un dato di fatto che i governanti dell’epoca ritennero doveroso collegare Chioggia alle linee ferroviarie principali, via Rovigo, proprio in funzione dell’approvvigionamento dei prodotti ittici e del potenziale sviluppo del suo porto, oltre che per esigenze militari. Dagli atti risulta chiaramente che l’inaugurazione del servizio passeggeri fu secondaria rispetto agli obiettivi primari. «I convogli diretti e provenienti dal porto – afferma Calascibetta – cessarono di percorrerla a causa di incomprensibili complicazioni burocratiche. Ostacoli assurdi, che indussero gli operatori della logistica a dirottare i
traffici altrove oppure ad optare, loro malgrado, per il trasporto su gomma. I politici che in questi giorni dicono di avere a cuore la sopravvivenza di quel ramo obiettivamente secco – riflette, quindi, il portavoce dei professionisti della portualità dovrebbero dunque adoperarsi affinché quegli ostacoli siano finalmente rimossi. Sono convinto che la ripresa del trasporto merci favorirebbe indirettamente anche il mantenimento del servizio passeggeri». Il primo passo dovrebbe consistere nell’avvio di un confronto stabile con i rappresentati del settore marittimo e della logistica. Roberto Perini © RIPRODUZIONE RISERVATA
MIRA Le vittime delle Foibe ed il riconoscimento di uno spazio alla memoria continuan a dividere la politica. La decisione assunta dal consiglio comunale del 2003, con sindaco Roberto Marcato e su proposta dell’allora consigliere di An Enrico Carlotto, infatti, nonostante il voto a maggioranza anche da parte di alcuni consiglieri dei Ds che prevedeva l’intitolazione di una piazza o una strada non fu mai concretizzata. «Un’intitolazione alle vittime di quella vicenda va fatta – afferma l’assessore Maurizio
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Barberini – ma prima è necessario un approfondimento storico-culturale. A Marghera, poco prima dell’intitolazione del piazzale agli esuli giuliano e dalmati ho collaborato attivamente ad un convegno di approfondimento sul tema. E’ tempo di affrontare anche a Mira questa discussione, con un confronto serio e sereno ma soprattutto attraverso un approfondimento storico–culturale. Molti a Mira dovrebbero informarsi meglio». L’ex consigliere Carlotto, oggi Nova Mira, insieme al capogruppo della Lega Nord Stefano Deppieri chiedono l’intitolazione ai “Martiri della Foibe”, mentre invece una parte della sini-
stra mirese come pure l’assessore Barberini sarebbero favorevoli all’intitolazione agli esuli Giuliano-Dalmati. A dividere c’è anche il luogo destinato all’eventuale intitolazione. Il gruppo Fucsia chiede di intitolare la piazzetta del Centro civico di Borbiago in linea con quanto da anni chiede anche il Comitato Combattenti e Reduci della frazione, mentre Carlotto e Deppieri chiedono l’intitolazione della piazzetta di Mira Porte. «I martiri sono vittime individuali, mentre in questa vicenda parliamo di crimini di guerra – sottolinea Tullio Cacco dell’Anpi. – ci sono troppo interessi politici». L.Gia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Agenda
Domenica 28 Marzo 2021 www.gazzettino.it
Religione
Rimorso e pentimento sono barriere di verifica di don Giulio Bernardinello l dramma della Passione di Cristo non cessa di ripresentarsi come manifestazione e sintesi di ogni passione sperimentata dall’uomo. Vissuta nelle dimensioni della più ampia prospettiva sociale, o consumata nella tragedia di una solitudine senza sbocco, la intensità della Passione, di ogni passione, ci rimette in dialogo con le grandi scelte umane. Il tradimento di Giuda, e il rinnegamento di Pietro, vanno a coinvolgere i contenuti, i toni e i gesti di una umanità che si mette a nudo nelle modalità più forti e coinvolgenti delle relazioni che vi si vivono e delle prospettive che vi si coltivano. Amicizia, discepolato, fedeltà, dedizione: tutto viene messo in crisi e posto al vaglio di un discernimento culturale e sociale, che non disdegna la cancellazione di impegni assunti, sostituendoli con l’assunzione di posizioni di presunta sicurezza e stabilità, nell’organizzazione di una compagine sociale, che non cessa di consumare, distruggere, frantumare identità, presenze, partecipazioni, ruoli. Il significato e le interpretazioni possibili, con le quali approcciarsi alle vicende umane di Giuda e Pietro ci fanno sperimentare il senso dell’ambivalenza, della fragilità degli atteggiamenti sottesi alle scelte effettuate. Dietro e dentro la durezza, la rigidità, che un tradimento o un rinnegamento vengono a
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comportare, trapela il bisogno di ritrovare lo spazio perduto, per un cambiamento mai completamente realizzato, perché contrassegnato da interruzioni di percorso, frammentarietà e incongruità di impegno. Rimorso e pentimento arrivano a costituire barriere di verifica di qualità delle scelte effettuate. Gli esiti diversi cui approdano non possono essere imputati esclusivamente alla responsabilità dei protagonisti. Restano aperti interrogativi non marginali sul perché il pentimento di Giuda abbia imboccato il percorso della disperazione, che la restituzione del prezzo del tradimento non poteva di certo lenire. Resta da ricomprendere come e perché a Pietro, che ha rinnegato, venga riconosciuto e affidato il compito di guida e sostegno della comunità ecclesiale. Resta da chiedersi perché il pentimento di Giuda non abbia intercettato l’interesse di nessuno, e la sua uscita di scena sia rimasta affidata alla rappresentazione offerta da una corda segno di disperazione. Restano da riconsiderare tutti i segni in grado di valorizzare la passione dell’uomo abilitato nell’esperienza di Cristo a smarcarsi da immagini standardizzate, per ricercarne e assumerne portatrici di liberazione e speranza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Frmacie
Il circo Busnelli-Niuman ospite del presidente Zaia
Taccuino
LA STORIA ROVIGO
OGGI
`Oggi
`Santi: Stefano, Castore, Ilarione.
diurna e notturna: Tre Colombine - Dottoresse Maddalena e Patrizia Zanetti, via Baruchello, 30 (0425 412038).
MEDIO E ALTO POLESINE `Oggi diurne e
notturne: Costa di Rovigo - Dottoressa Giovanna Buratto, “Delle Grazie”, piazza San Giovanni Battista, 157 (0425 97034); Badia Polesine - Dottoressa Valeria Bonetto, “Madonna della salute”, piazza Salute, 3 (0425 51381); Calto - Dottor Umberto Giri, “Farmacia San Rocco”, via Vittorio Emanuele, 37/43 (0425 804103); Castelguglielmo - Dottor Alessandro Bolognesi, “Aimi”, via Roma, 66 (0425 707041); Polesella - Dottoressa Donatella Benedetti, “Ai due leoni”, via Gramsci, 62 (0425 444148).
BASSO POLESINE `Oggi
diurne e notturne: Porto Viro - (Donada) Dottor Renzo Ferrari - piazza Marconi, 34 (0426 631384); Papozze - Dottor Armando Cioni - via Gramsci, 15 (0426 44221); Cavarzere - Dottor Roberto Tamassia, “San Giuseppe” - via Piave, 17 (0426 51129).
FERRARA `Diurne
e notturne: Fides - corso della Giovecca, 125; Porta Mare corso Porta Mare, 114. Fino al 2 aprile: Amato - via Mazzini, 81.
ROVIGO REDAZIONE: Via Giuseppe Verdi, 19 Tel. (0425) 422246 - Fax (041) 665178 E-mail: rovigo@gazzettino.it
VICE CAPOCRONISTA: Claudio Bertoncin Luca Gigli REDAZIONE: Nicoletta Canazza, Ivan Malfatto, Franco Pavan, Paolo Ponzetto
Il sole: sorge alle 7.00, cala alle 19.36. La luna: piena oggi. Segno zodiacale: Ariete.
QUALITÀ DELL’ARIA `Dati rilevati dall’Arpav il 26 marzo. Pm10: Rovigo centro 37 microgrammi al metro cubo, qualità dell’aria buona; Rovigo Borsea 35, buona; Adria 22, buona; Badia 36, buona. Ozono: Rovigo Borsea massimo 120 microgrammi al metro cubo, Rovigo centro 104; Adria 110, Badia 122.
FIUME PO `Dati dell’Aipo: fiume navigabile da Isola Serafini a Faro Pila con fondale minimo pari a 170. Idrometri: Boretto -225, Pontelagoscuro -502, Papozze +102. Tendenza: fiume in calo.
MAREA `Bassa marea di 13 cm sotto il medio mare alle ore 5,20; alta marea di 65 cm sopra alle ore 11,10; riflusso di 24 cm sotto il medio mare alle ore 17,15; marea montante di 79 cm sopra alle ore 23,35.
Il circo Busnelli-Niuman è stato ospite del Presidente della Regione, Luca Zaia, in occasione della manifestazione nazionale organizzata nelle maggiori piazze italiane dai lavoratori del mondo dello spettacolo. «Siamo stati in piazza Mercato a Marghera - racconta David Busnelli - Oltre ai circensi, c’erano gli operatori del mondo della giostra e anche i burattinai. Eravamo in 150 circa. Con grandissima soddisfazione siamo stati scelti dal governatore Zaia, in rappresentanza del mondo del circo. Prima di farci salire nella sede della Protezione Civile di Marghera, siamo stati tutti sottoposti ai tamponi istantanei. Una volta avuti gli esiti negativi, abbiamo potuto parlare con il presidente, il quale ci ha dato tutto il suo appoggio e apporto, promettendoci che quando sarà finito questo brutto momento, anche il circo, alla pari di tutti gli spettacoli itineranti, avranno più attenzioni da parte delle istituzioni». David Busnelli racconta
com’è cambiata la sua vita e quella della sua famiglia. «Se dovessimo metterci a fare uno spettacolo adesso, non saremmo in grado, visto che tanti sono andati via in cerca di altri lavori. Noi stessi abbiamo dovuto trovare una nuova occupazione. Da ultimo mio fratello Angel, che si occupa dei maiali in un’azienda agricola rodigina. Abbiamo ricevuto un ristoro di 10mila euro, tassato di 400 euro, nel maggio scorso. Con 9.600 euro è difficile andare avanti un anno e mantenere personale, animali e automezzi. Un grazie come sempre alla Casa di Abraham per ospitarci e alla città di Rovigo per l‘aiuto concreto». M.Scar. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RICEVUTI IN REGIONE DURANTE LA PROTESTA ORGANIZZATA NELLE PIAZZÈ ITALIANE DAI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
MERCATI ROVIGO `Rovigo (via Benvenuto Tisi), Adria, Castelmassa, Donada, Lendinara, Occhiobello.
MERCATI FERRARA `Casumaro, Cento, Mesola, Migliarino, San Nicolò..
CAMPOSANTO `Rovigo e frazioni: 8-17. Camera mortuaria ospedale Rovigo 8-12, 14-17; sabato, domenica e festivi 8-12, 15-17; ospedale Trecenta 10-12, 14-17; sabato, domenica e festivi: 10-12, 15-17.
Il giorno 26 marzo è mancato all’affetto dei suoi cari
Il 26 Marzo è mancato all’affetto dei suoi cari
TRIGESIMI E ANNIVERSARI 28 Marzo 1921
Adriano Vanin
Antonio Bozzo
di anni 76
di anni 76
Avv.
Addolorati ne danno il triste annuncio: la moglie Giuseppina, i figli Elena e Francesco, il genero Emanuele, la nuora Cinzia, le nipoti Martina, Beatrice, Sofia e parenti tutti. I funerali avranno luogo mercoledì 31 marzo alle ore 15,30 nel Santuario di Arcella. Padova, 28 marzo 2021
Ne danno il triste annuncio la moglie Annusca, il figlio Carlo, la nuora Maria Elena, il fratello, le sorelle e i parenti tutti. I funerali avranno luogo Mercoledì 31 Marzo alle ore 10 nella Chiesa di S. Bertilla a Spinea. La famiglia ringrazia la Signora Marina per l’assistenza prestata al loro caro. Si ringrazia quanti parteciperanno alla cerimonia. Spinea, 28 marzo 2021
800.893.426
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Il Lions Club di San Donà di Piave si stringe con affetto a Franca e Giovanni per la perdita dell’Amico e Socio del Club
Willy Maccarini persona straordinaria grande Lion.
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San Donà di Piave, 28 marzo 2021
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28 Marzo 2021
Francesco Bonamigo Uomo integerrimo, Padre e Nonno di grande umanità. Oggi celebriamo la Tua vita a 100 anni dalla Tua nascita. Ci manchi tutti i giorni. I Tuoi figli: Mario, Lino e Anna; le Tue nuore: Mariangela e Paola; i Tuoi nipoti: Marco e Isabella, Ursula e Uberta. Conegliano, 28 marzo 2021
La Fondazione Ing. Aldo Gini di Padova ricorda nel quarantaduesimo anniversario della scomparsa l’ Ing. Dott.
Aldo Gini suo munifico benefattore. Una Santa Messa di commemorazione verrà celebrata Lunedì 29.03.2021 ore 9.00 Chiesa Parrocchiale San Giovanni di Motta di Livenza. Padova, 29 marzo 2021
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Primo Piano
Domenica 28 Marzo 2021 www.gazzettino.it
La lotta al Covid a Nordest
IN CODA Gli anziani al centro vaccinale di Godega, uno dei quattro scelti dall’Ulss della Marca per la sperimentazione di oggi ad accesso libero (foto NUOVE TECNICHE)
LA SPERIMENTAZIONE TREVISO Che il test abbia inizio. Oggi nella Marca trevigiana si sperimenta per la prima volta il sistema di convocazione ad accesso libero: 4.700 trevigiani classe 1936 sono chiamati a presentarsi, con orario cadenzato in base al mese di nascita, nei quattro centri vaccinali allestiti dall’Usl 2. Ma non ci saranno solo loro. Verranno vaccinati in massa anche gli accompagnatori, a patto che abbiano più di 65 anni. Che si tratti di un familiare o di una badante, senza distinzioni. Per questo l’Usl ha predisposto circa 8mila dosi. D’ora in poi funzionerà sempre così con chi ha più di 80 anni. «Quello dei “caregiver” è l’unico overbooking previsto: le dosi ci sono per tutti - sottolinea il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi -. Devo ringraziare la Protezione civile e i sindaci che hanno creato una rete capillare per far si che tutte le persone di 85 anni si presentino, è fondamentale. E se possibile, con il modulo di anamnesi già compilato, così da accelerare le operazioni». Proprio il tempo da dedicare alle anamnesi ha causato, ieri mattina, lunghe code fuori dal centro
L’OBIETTIVO: OGNI 30 SECONDI UN’INIEZIONE CON ORARIO CADENZATO IN BASE AL MESE DI NASCITA A PARTIRE DALLE 8
L’OPPOSIZIONE VENEZIA Contributi regionali ad asili, scuole, strutture socio-sanitarie e sociali solo se il personale si è vaccinato. Contro il Covid e anche contro tutti gli altri virus. Se una struttura ha dipendenti non vaccinati a contatto con bambini, anziani e soggetti più esposti a rischi sotto il profilo immunitario, può dimenticarsi gli aiuti regionali. È la posizione del Partito Democratico in consiglio regionale del Veneto che ieri ha presentato una proposta di legge per l’estensione della copertura vaccinale puntando non solo sull’informazione e sulla formazione, ma prevedendo anche “penalizzazioni qualora non si raggiungessero i risultati attesi”. L’articolo 2 del testo inserisce infatti “il tasso di co-
Treviso, vaccino di massa Si parte dalla classe 1936 `Disponibili tutti i sieri - Pfizer, Moderna Il test in 4 centri: assieme agli 85enni immunizzati gli accompagnatori over 65 e AstraZeneca - a seconda delle patologie `
vaccinale di Godega di Sant’Urbano. Un centinaio degli anziani convocati (sui 2mila totali) hanno dovuto attendere all’esterno della struttura. L’Usl è corsa ai ripari convocando d’urgenza altri 4 medici da dedicare alla fase “filtro” delle operazioni. «La fa-
se da dedicare alle anamnesi è importantissima e richiede un certo tempo - ha spiegato Stefano De Rui, direttore del Dipartimento di Prevenzione -, e crea una sorta di “tappo”. Ma grazie agli operatori siamo riusciti a vaccinare tutti».
Padova
AD OGNUNO IL SUO SIERO Nella giornata di oggi saranno disponibili tutti i tipi di vaccino: Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Quest’ultimo verrà somministrato alle persone senza specifiche patologie. Nessuno verrà mandato a casa: nei casi in cui
Venezia
Belluno
Da Burano a Pellestrina weekend per le isole
In Fiera scatta il piano anti-assembramenti Un secondo parcheggio, una tensostruttura esterna per gli anziani e un impiego massiccio dei volontari di Protezione civile. È questo il piano anti-ressa dell’Ulss Euganea e del Comune di Padova dopo il caos e gli assembramenti di venerdì davanti al centro vaccinale della Fiera, dove è stato necessario pure l’intervento della Polizia. In provincia di Padova sono state vaccinate 4.500 persone in un giorno. Oggi apre il decimo centro vaccinale al reparto di Cardiologia dell’ospedale.
non si potrà usare AstraZeneca, si passerà direttamente a Pfizer o Moderna. Saranno i medici a decidere. Si arriverà a eseguire un’iniezione ogni 30 secondi. L’Usl della Marca è la prima in Veneto a sperimentare il sistema ad accesso libero. Se non ci
L’Ulss Dolomiti ha già sospeso l’accesso libero
Venezia vaccina i suoi anziani più «lontani», che risiedono nelle isole . Ha preso il via ieri infatti la campagna dell’Ulss 3 Serenissima rivolta a oltre 400 persone, prima Burano, Mazzorbo e Torcello e oggi Pellestrina. Una iniziativa che ha impegnato Protezione civile e Comune. La Protezione civile ha convocato gli anziani delle quattro isole attraverso il porta a porta, facendo poi una chiamata che ha scaglionato gli arrivi per orario per evitare code e assembramenti.
Primo giorno di vaccini ieri in fiera a Longarone (Belluno). All’appuntamento, destinato a persone di età compresa tra i 75 e i 79 anni, si sono prenotati in 130. In provincia per la stessa fascia d’età ieri sono stati aperti anche i centri vaccinali di Alano, Val di Zoldo e Borgo Valbelluna. L’Ulss Dolomiti è invece orientata a sospendere le vaccinazioni con accesso libero. I primi due esperimenti non hanno funzionato per motivi contrapposti: a Belluno si è presentata troppa gente, in Alpago troppo poca.
Il Pd: «Taglio dei contributi regionali alle strutture con dipendenti no-vax» pertura vaccinale del personale in servizio tra i parametri per la concessione di contributi regionali ad asili, scuole, strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali”. Il gruppo del Pd ha presentato inoltre una mozione per spingere Palazzo Balbi ad attivarsi, in sede di Conferenza Stato Regioni, “per
l’introduzione nella legislazione nazionale dell’obbligo vaccinale contro il SARS-CoV-2, per tutto il personale che opera nei contesti sanitari e socio-sanitari del Paese, pubblici e privati”.
LE ACCUSE Le due iniziative - proposta di
CRITICHE ALLA GESTIONE DELLA CAMPAGNA VACCINALE: «SITUAZIONE CHE È FRUTTO DI SCELTE O DI MANCATE SCELTE DEL PASSATO»
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legge e mozione - sono state presentate ieri in una conferenza stampa via Zoom cui hanno partecipato il capogruppo Giacomo Possamai e le consigliere Vanessa Camani, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon per fare il punto sulla campagna vaccinale in Veneto. Durissime le accuse alla ge-
saranno problemi, verrà adottato anche per le altre classi d’età. Non serviranno prenotazioni ma ci sarà una scansione precisa. Gli 85enni dovranno presentarsi nel centro vaccinale di riferimento in base al loro comune di residenza. Sono in tutto quattro: il Bocciodromo di Villorba per i residenti nell’area di Treviso, il Foro Boario di Oderzo per l’area di Oderzo e Motta, il Campo Fiera di Godega per l’ex Usl di Conegliano e Vittorio Veneto e il centro culturale di Riese per i residenti nel territorio dell’ex Usl di Castelfranco e Montebelluna. L’orario degli appuntamenti andrà per mese di nascita. Le sedi vaccinali saranno operative dalle 8 alle 20. Per 12 ore di fila. Esattamente come il numero dei mesi in un anno.
L’ORGANIZZAZIONE I nati nel mese di gennaio del 1936 sono chiamati a presentarsi dalle 8 alle 9; quelli che compiono gli anni in febbraio dalle 9 alle 10; i nati in marzo dalle 10 alle 11. E così via. Fino ai nati nel dicembre del 1936, che saranno vaccinati dalle 19 alle 20. Non si possono escludere attese o altri disagi. E poi c’è l’incognita maltempo: le previsioni, purtroppo, dicono pioggia. L’Usl distribuirà dei numeri per regolare l’attesa di chi dovesse arrivare con troppo anticipo rispetto all’orario di convocazione. Nel caso di marito e moglie, entrambi nati nel 1936 ma in mesi diversi, possono recarsi alla vaccinazione congiuntamente, nella fascia oraria di uno dei due. Alberto Beltrame Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
stione sanitaria del governatore Luca Zaia: «Non solo ritardi, ma anche confusione e disorganizzazione, la gente è disorientata e preoccupata, non riesce ad avere informazioni chiare, ogni Ulss va per conto proprio, le persone fragili dovevano avere la precedenza e invece non sanno a chi chiedere dove e quando potranno vaccinarsi, altro che l’eccellenza sbandierata dal governatore Luca Zaia, il Veneto è in fondo alle classifiche nazionali». E perché si è arrivati a una situazione del genere? Possamai: «È il frutto di precise scelte o di mancate scelte del passato. Come il Cup unico, lo aspettiamo dal 2016». Camani: «Il motivo è semplice, sono incapaci e irresponsabili, Zaia sa fare solo i punti stampa a Marghera, non è capace di risolvere i problemi». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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Virus, la sanità
La campagna accelera: 24mila dosi in consegna Boom di volontari «Da domani verranno convocati 18mila pazienti diabetici» Adesione di 45 cittadini per aiuto organizzativo e tecnologico `
L’INTERVISTA TREVISO La campagna vaccinale non subirà stop, anzi. Il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi è determinato a farla entrare a regime, arrivando a vaccinare 9mila persone al giorno. Essenziale è però avere in magazzino dosi sufficienti. Fino a venerdì sera, stando ai numeri, con le somministrazioni di domani, lunedì, le scorte sarebbero state azzerate. E invece si apre un altro scenario.
Direttore Benazzi, quale è la situazione sul fronte della disponibilità di vaccini? «Stanno arrivano nuove scorte, per cui non ci saranno problemi, continueremo a vaccinare. Ci stiamo anzi organizzando per evitare che si creino disagi, dei quali ci scusiamo: l’utilizzo dell’sms per convocare i cittadini ci ha portato ad avere delle defezioni, a breve entrerà in funzione il nuovo portale regionale, grazie al quale avremo più certezze e meno disservizi».
IL DG BENAZZI: «STANNO ARRIVANDO NUOVE SCORTE E DA MERCOLEDI’ SI PARTE CON LE PRENOTAZIONI DIRETTAMENTE ONLINE» «TANTI GIOVANI HANNO RISPOSTO ALLA CHIAMATA DI ZAIA: SARANNO UTILI SOPRATTUTTO DURANTE L’ESTATE»
Come aiuterete chi non è pratico di internet? «Abbiamo cercato di creare un’interazione tra noi, i sindaci e le organizzazioni sindacali che rappresentano gli anziani: una rete a maglia stretta per aiutare chi ne avrà bisogno. Poi, da aprile, si aggiungeranno le farmacie, e questa è una cosa straordinaria, ci aiuterà ad agevolare le prenotazioni, dal momento che sono capillari. E poi stiamo attrezzando il nostro call-center, a cui potrà accedere, come ultima soluzione, chi proprio non riesce a prenotarsi via web». Sul fronte tecnologico potrebbero darvi una mano anche i volontari invitati a farsi avanti dal presidente Zaia? «Certamente. Qui a Treviso abbiamo ricevuto in segreteria 45 adesioni in 24 ore. E’ un risultato straordinario. Pensavamo di utilizzarli in due filoni: i giovani, magari realizzando dei giubbini che li identifichino come volontari dell’Ulss 2, ci potrebbero aiutare ad affrontare la seconda dose da somministrare agli anziani, che avverrà in un periodo caldo, tra maggio e giugno. Potranno accompagnare i pensionati, dar loro una bottiglietta di acqua fresca per ristorarsi, aiutando così nel proprio compito la protezione civile. E poi, a livello tecnologico, darci una mano nella registrazione dei dati della persona che si va a vaccinare».
Quante dosi è previsto che arrivino? «È prevista una consegna di vaccini, sia di Astrazeneca che di Pfizer, in quantità molto robuste: dalle 5 alle 6mila dosi del primo e ben 18mila del secondo. Questo ci dà la tranquillità per pianificare la campagna vaccinale a lungo termine. Quando partirà il portale regionale, ci si potrà programmare per tempo. Elimineremo “l’ansia da vaccino”, con la gente che si chiede legittimamente: quando tocca a me? «Con le slot, caselle a lungo ter-
mine, uno si prenoterà e saprà che quel giorno e a quell’ora sarà vaccinato».
IL DIRETTORE generale dell’Usl della Marca Francesco Benazzi
Qual è la situazione sul fronte della vaccinazione dei sogget-
IN ATTESA Da domani inizieranno le convocazioni per 18mila pazienti che soffrono di diabete
Il bollettino
Altri 298 nuovi contagi e un decesso La terza ondata non è ancora passata, ma i picchi di questi giorni sono rimasti, almeno per il momento, sotto i livelli di guardia previsti. Certo, il ritmo dei contagi continua a far registrare una media di circa 300 nuovi casi al giorno, ma il sistema sanitario sta reggendo e, grazie ai vaccini, non si sono lontanamente raggiunti i livelli della seconda ondata quando, tra novembre e dicembre, si è arrivati a contare oltre 15mila persone alle prese con il Covid. Dall’inizio della campagna sono state somministrate complessivamente 133.199 dosi. Solo nella giornata di ieri sono stati usate 5.079 dosi di AstraZeneca e 4.625 di Pfizer (nessuna di Moderna). A Godega sono stati fatte 1.658 iniezini, a Villorba 958 a Riese 1.166, a Casale 1045 mentre al Ca’ Foncello 252. Oggi i positivi attuali sono 3.990, con 298
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nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore, che fanno salire a 72.219 il numero complessivo dei trevigiani passati, dall’inizio della pandemia, attraverso il Covid. 66.578 quelle guarite, anche se in alcuni casi l’infezione polmonare, specie nei malati gravi, ha lasciato strascichi importanti. Quel che è certo, e confortante, è che il ritmo dei decessi è nettamente sceso rispetto alle prime due ondate, in particolare la seconda, che aveva fatto registrare circa 900 lutti. Ieri è stata comunque registrata un’altra vittima, che ha fatto salire il conto dei decessi, negli ultimi 13 mesi, a 1.651 persone tradite dal Covid-19. Ad oggi, nella Marca, sono infine 36 le persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva, cui vanno aggiunte altri 240 pazienti in area non critica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ti fragili? «Da lunedì chiameremo, per iniziare da martedì, i soggetti diabetici: li contatteremo inizialmente al telefono. Andremo così ad affrontare questa categoria estremamente numerosa, si tratta di 18mila persone, così da mettere in sicurezza chi presenta questa fragilità. Poi continueremo con le malattie rare e altro ancora. Di certo, con l’entrata in funzione del portale di prenotazione, andrà molto meglio». Cosa pensa del decreto che il Governo sta predisponendo in tema di sanitari no vax? «È una cosa buona e giusta, noi direttori generali altrimenti rimaniamo in un limbo. È nostra responsabilità che la persona non contragga il covid, altrimenti si rischia di risponderne penalmente; dall’altra, non vanno contagiate le altre persone. Chi non vuole vaccinarsi non dovrà più lavorare nel sistema sanitario nazionale: è una scelta di vita, ma va bene così». Lina Paronetto © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
LA PRESA DI POSIZIONE BELLUNO «Disordinata e schizofrenica». Non usa mezzi termini il segretario provinciale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) Roberto Sernaglia. E per descrivere il modo con cui l’Ulss bellunese sta organizzando la somministrazione dei vaccini, usa due aggettivi pesantissimi. Lo fa con un comunicato che va subito al cuore del problema. Anche perché i rischi che i medici di questa organizzazione sindacale vedono sono più di uno: lo spreco di vaccini e la discriminazione.
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Medici di base critici: «Piano disordinato» `«Non si capisce perché alcuni colleghi Il sindacato Snami adesso protesta: «Si rischiano sprechi e discriminazioni» possano somministrare Pfizer e altri no»
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LA DENUNCIA «Il sindacato Snami di Belluno – si legge nella nota - si vede costretto ad informare la popolazione delle numerose incongruenze della campagna vaccinale messa in atto dalla Aulss1 Dolomiti, in particolare per quanto concerne l’offerta vaccinale messa a disposizione dei Medici di assistenza primaria (Map). Un’offerta che – appunto riteniamo disordinata e schizofrenica al punto da disorientare non solo la popolazione, ma gli stessi medici vaccinatori». Nodi che vengono al pettine perché nei prossimi giorni verrà affidata proprio a questi medici, cioè ai Map, la vaccinazione delle classi di età compresa fra i 75 e i 79 anni.
«COSÌ SI OTTIENE LA PERDITA DI FIDUCIA DELL’INTERA CAMPAGNA E SI COMPROMETTE LA NOSTRA CREDIBILITÀ»
I TIMORI Perché è chiaro che non è scontato trovare disponibilità per coprire le dosi che eventualmente – anzi: sicuramente – rimarranno libere. Infine, a differenza di quanto previsto, «non ci verranno fornite le dosi promesse del vaccino Moderna – fanno sapere i medici dello Snami - per cui ci vedremo costretti a respingere i numerosi pazienti in cui AstraZeneca è controindicato». Anche questo passaggio non ha bisogno di molti chiarimenti: AstraZeneca, come noto, al contrario di Moderna presenta delle controindicazioni; e le persone a cui esso non può essere inoculato, verranno mandate indietro senza poter essere vaccinate.
DISPARITÀ «A tali criticità si deve aggiungere che si è creata una inaccettabile disparità nella popolazione – prosegue lo Snami - alcuni medici infatti hanno potuto utilizzare il vaccino Pfizer per i loro pazienti in una sperimentazione che evidentemente tale è rimasta, altri hanno avuto dosi di Moderna non si capisce in virtù di quale privilegio per i loro assistiti. C’è chi sta già vaccinando classi di età inferiore ed ha offerto le vaccinazioni in eccesso senza alcun criterio di priorità».
LE INCONGRUENZE Tutto bene? Sì, se, ribadisce lo Snami, non ci fossero appunto delle falle evidenti nella organizzazione. Sono tre in particolare le perplessità evidenziate. «Molti di questi pazienti si sono già vaccinati a nostra insaputa presso i drive-in con prenotazione on-line; la conseguenza è che rischiamo di avere dosi in eccesso». È chiaro che chi è stato già vaccinato non si sottopone nuovamente alla inoculazione del vaccino; ma se il sistema non riconosce che l’anziano è già stato vaccinato, è altrettanto evidente che metterà a disposizione dei medici più dosi di quelle necessarie. E qui nasce la seconda perplessità. Infatti ai medici che si sono resi di-
sponibili per la campagna vaccinale «non è concesso di utilizzare per le dosi in eccesso liste libere di riservisti, ma possono farlo solo secondo un criterio decrescente di età, con il rischio di spreco di vaccini».
CRITICO Roberto Sernaglia (nel tondo) solleva forti critiche sulla gestione del piano vaccinale
del Veneto, Luca Zaia. Il presidente della regione ha suggerito di valutare la strada dei tamponi non invasivi per tracciare i contagi e mettere al sicuro i più piccoli e le loro famiglie. «Penso che le scuole debbano essere riaperte – ha spiegato Zaia – Siamo nelle condizioni di farlo: possiamo introdurre tamponi fai da te, o altre attività di tutoraggio. Così possiamo sorvegliare, potrebbe essere uno screening settimanale. Le armi ci sono».
Amara la conclusione: «In tal modo si ottiene la perdita di fiducia nella campagna vaccinale e della credibilità di molti medici di medicina generale». Aggiunge infine Sernaglia: «Tutto ciò si ripercuote sui pazienti che sono frastornati. E noi veniamo a sapere le cose dai giornali o dal sito dell‘Ulss. Non mi faccia dire altro». Non è la prima volta che lo Snami è severo con l‘Ulss e l‘organizzazione della somministrazione die vaccini. Nello scorso mese di gennaio il medesimo sindacato aveva denunciato la discriminazione che aveva favorito i pazienti ultra ottantenni dei medici del gruppo di medicina integrata di Cavarzano. Ed anche allora i medici avevano detto che la notizia era loro arrivata dai giornali e dai loro pazienti, non in via ufficiale. Giovanni Santin
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La protesta
Le rassicurazioni non bastano, piazza di nuovo piena contro la dad
LA PROTESTA Una scuola di cartone
Nonostante il governo abbia promesso che nel prossimo consiglio dei ministri prevederà una norma per riaprire le scuole fino alla prima media, anche in zona rossa, ieri mattina la piazza di Belluno si è riempita di nuovo. Genitori e bambini uniti a protestare contro la didattica a distanza. Una misura che scontenta sia i primi, costretti a districarsi tra lavoro e insegnamento ai figli, e i secondi: allontanati dai loro amici, privati della socialità e
relegati a imparare dallo schermo del computer. Soltanto 24 ore prima la provincia si era colorata con due proteste, una sempre in città, e l’altra a Val di Zoldo dove qualche genitore aveva chiesto anche maggiori poteri per i primi cittadini. Venerdì pomeriggio poi è arrivato l’annuncio del presidente del consiglio draghi che ha spiegato l’orientamento del governo sul punto. Una misura che ha raccolto anche il favore del presidente della regione
«PERDITA DI FIDUCIA»
Epidemia, i sindaci tracciano la mappa: migliora Livinallongo, peggiora Alleghe I NUMERI E I TERRITORI BELLUNO Qual è la situazione epidemiologica in provincia? Una settimana fa le aree con la più alta incidenza di contagi ogni 100mila abitanti erano il Comelico e l’Alto Agordino. È cambiato qualcosa in questi 7 giorni? Abbiamo provato a chiederlo all’Ulss Dolomiti nella conferenza stampa di ieri mattina al San Martino di Belluno. «Lunedì (domani, ndr) avremo i dati precisi» ha risposto l’azienda sanitaria. Perciò non è rimasto che chiederlo ai diretti interessati. A coloro che hanno sotto mano, quasi ogni giorno, i dati relativi ai positivi nei comuni che amministrano: cioè i sindaci. In provincia, attualmente, ci sono 1.310 positivi (in leggero calo) e 2.500 persone in isolamento o quarantena. La maggior parte abita nel Distretto 1 di Belluno.
LA MAPPA Ma quali sono, ora, le zone più colpite dal virus? L’Alto
Agordino è sicuramente una tra quelle. Anche se la zona rossa istituita a livello regionale e la chiusura delle scuole hanno rallentato il diffondersi del covid-19 congelando o addirittura migliorando la situazione in alcuni (pochi) comuni. È il caso di Livinallongo dove, spiega il sindaco Leandro Grones, «c’è stata una diminuzione dei positivi di circa il 25% in una sola settimana». Ci sono infatti 22 persone con il virus e 29 in quarantena. Ad Alleghe, negli ultimi 7 giorni, c’è stata un’impennata improvvisa: da 12 si è passati a 22 positivi. Ora sono 29 (con 42 isolati). «Per ora il dato è fermo. Speriamo che sia il picco e che poi si cominci a scendere» fa sapere il primo cittadino Danilo De Toni. Anche Rocca Pietore ha fatto un bel salto in avanti da sabato scorso, passando da 13 a 23 positivi. «È stabile adesso – dichiara il sindaco Andrea De Bernardin – mentre le persone in quarantena sono diminuite da 33 a 25. Diciamo che 23 positivi non sono pochi in un comu-
ne con 1200 abitanti». Crescono i contagi anche a Colle Santa Lucia che conta 9 positivi (su una popolazione di 360 anime) e 14 isolati. Il sindaco Paolo Frena: «Purtroppo sono in aumento. Siamo partiti leggermente dopo rispetto agli altri comuni perché eravamo covid free fino a una settimana fa. Per uscirne ci vorrà almeno un mese. L’importante è tenere chiuse le seconde case e limitare movimenti».
TURISTI E SECONDE CASE È un tema ancora caldo, quello sulle seconde case. «Io non posso andare da mia sorella che si trova in un altro comune e arrivano su da Venezia – aggiunge il sindaco di Canale D’Agordo Flavio Corcegnan – eravamo covid free e dopo due sabati questo è il risultato». I positivi sono 14. E continua: «Ci sono cittadini di serie a e di serie b. I turisti sono i benvenuti, sia chiaro, ma hanno fatto una normativa del ca**o. Questo lo scriva». Ad Agordo 20 positivi e 17 isolati.
«È sotto controllo, anche se qualche caso in più rispetto a una settimana fa» confida il primo cittadino Roberto Chissalè. Mentre il sindaco di Cencenighe Mauro Soppelsa parla di «positivi stabili leggermente in calo, sono 8». Giovanni Deon, primo cittadino di Rivamonte: «Abbiamo 1 solo positivo. Erano 2».
IN COMELICO In val di Comelico sta migliorando ovunque tranne che in Comelico Superiore dove il sindaco Marco Staunovo Polacco spiega che «sabato scorso i positivi erano 40, ora 49». E a Danta di Cadore: «Abbiamo 5 positivi
TURISTI E SECONDE CASE ANCORA NEL MIRINO: «L’IMPORTANTE È LIMITARE GLI SPOSTAMENTI»
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CONTAGI IN CRESCITA A Colle Santa Lucia sono 9 gli attualmente positivi
e 2 in isolamento fiduciario – dice Ivan Mattea – Una settimana fa eravamo free». A Santo Stefano, invece, sono 21 le persone con il virus e 11 quelle in isolamento: «Sempre i soliti numeri» fa sapere il sindaco Oscar Meneghetti. Numeri in calo a San Nicolò, 5 positivi (erano 15). Il sin-
daco Giancarlo Ianese: «Stiamo andando bene, mancano i turisti». Infine San Pietro. Dopo la punta di 22 casi, ora il dato si arresta a 8. «Sta scendendo in modo sensibile – riflette Manuel Casanova Consier -Le chiusure hanno influito molto». DP © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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La lettera
La trasparenza sui “riservisti”
È
noto che in alcuni centri vaccinali dell’Ulss 3 sono state chiamate, per lo più con un passaparola, cittadine e cittadini di età diverse, per accedere a vaccinazioni rese possibili dall’esistenza di dosi in sovrannumero. Benissimo ovviamente che i vaccini non vadano persi, altrettanto bene che la vaccinazione possa aumentare il numero delle persone in ‘sicurezza’. Francamente opinabile il metodo e la disorganizzazione che lo sottende e che, nella totale mancanza di trasparenza e di criterio, fa in modo che alcuni cittadini ottengano la speranza, che il vaccino ormai rappresenta, e altri, magari meno conosciuti o “non del giro”, non possano accedere allo stesso servizio. Ci domandiamo come sia possibile che in questo momento così drammatico, doloroso e aspro, in cui parole come sostegno, aiuto reciproco, inclusione, fragilità, vengono evocate da chiunque, ci si debba scontrare con una realtà che permette l’affermarsi di pratiche come quella evidenziata. Chiediamo infatti quali sono i criteri trasparenti, in caso di vaccini in sovrannumero, nella predisposizione di liste di ‘riservisti’? Quali i criteri di chiamata nei diversi territori? Quali i canali a disposizione per poter ottenere informazioni di questo tipo? Quali le modalità di reclutamento del personale per l’esecuzione del piano vaccinale?Infine, quando la calendarizzazione delle fasce d’età, ammesso che i vaccini siano a disposizione? Il servizio sanitario pubblico non può basarsi sul passaparola ma su un’organizzazione che eviti le ingiustizie e rispetti le priorità, per rispetto dei cittadini e per rispetto soprattutto di tutti i lavoratori e lavoratrici del settore che oramai da un anno operano in situazioni davvero complicate e a cui va la nostra gratitudine. Per Venezia Manifesta Stefania Bertelli, Paola Di Biagi, Valentina Fanti, Franca Marcomin, Rosanna Marcato, Maria Teresa Menotto, Anna Messinis, Tiziana Plebani, Mara Rumiz, Barbara Zanon © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CAMPAGNA BURANO In una Burano deserta e drammaticamente silenziosa, svuotata della vivacità che in tempi normali ne ha sempre popolato le vie, ieri mattina è partita la campagna vaccinale dell’Ulss 3 Serenissima rivolta agli over 80 residenti in quelle isole della laguna nord che rendono gli spostamenti più difficili. A fare da sfondo, sono rimasti i suoi colori. Ma le serrande abbassate delle decine di botteghe e locali solitamente pronti ad accogliere i visitatori di passaggio, insieme alla scritta “vendesi” affissa su alcune abitazioni, sono la narrazione di una Burano ferita. Costretta anch’essa a fare i conti con la pandemia. Un’atmosfera surreale, a cui gli abitanti più anziani – custodi preziosi della sua storia – hanno voluto rispondere con la vaccinazione, sinonimo di speranza (e ripartenza) per il futuro. Gli ultraottantenni di Burano, Torcello e Mazzorbo chiamati per l’inoculazione del “Moderna” al Centro Galuppi, nella palestra appositamente ristrutturata, erano 208, ovvero quelli che non erano ancora stati immunizzati al Civile o al Padiglione Rossi del Lido, convocati attraverso il porta a porta – come ricordato da Vittorio Selle, responsabile Sisp dell’Ulss 3 – e scaglionati per orario in modo da evitare file e assembramenti. Il tutto nell’ambito di un’attività vaccinale condotta, in via sperimentale, da Ulss 3 Serenissima in collaborazione con Comune e Municipalità di Venezia, Murano e Burano e del Lido e Pellestrina, con il supporto di Protezione civile (una trentina i volontari ieri presenti) e Gruppo emergenza Burano.
TUTTI IN PALESTRA Chi venuto solo, appoggiato al proprio bastone e con in mano la lettera di convocazione, chi accompagnato dai familiari, gli over 80 sono stati accolti nel cortile dai volontari. Per raggiungere poi, dopo controllo della temperatura e igienizzazione delle mani, la palestra, in cui sono state allestite postazioni per l’attesa e per l’inocu-
Viaggio a Burano tra gli over 80 immunizzati anche a domicilio Su 208 convocati al Centro Galuppi se ne son presentati 170 Le dosi avanzate sono andate comunque agli accompagnatori `
VACCINAZIONE Ieri a Burano, nella palestra del Centro Galuppi sono stati chiamati i 213 ultraottantenni di Burano, Torcello e Mazzorbo. Per alcuni di loro, con problemi di mobilità, si è proceduto a domicilio
lazione. I vaccinati in tutto sono stati 170, di cui 10 a domicilio, oltre a 50 accompagnatori over 65, protezione civile e volontari del soccorso. «Non appena ho assunto quest’incarico – le parole del neo direttore generale Ulss 3, Edgardo Contato – ho detto che non avrei lasciato indietro nessuno. Qui c’è una popolazione anziana disagiata e farla spostare vorreb-
OGGI APPUNTAMENTO A PELLESTRINA, GIOVEDÌ E VENERDÌ DUE SEDUTE RISERVATE PER IL LIDO
be dire sottoporla ad una serie di situazioni critiche, vista l’età. Ecco perché abbiamo deciso di venire a vaccinarli nel loro luogo di vita». E in merito alle eventuali dosi di Moderna avanzate, ha aggiunto: «Faremo quanto detto dal presidente Zaia: immunizzare gli accompagnatori idonei, over 65. I caregiver che ne rimanessero fuori? Ne prenderemo nota e torne-
La verdura gratis per i poveri va a ruba tra i benestanti: il banchetto chiude LIDO
prendere atto che nonostante le limitazioni più strette e nonostante la chiusura delle scuole, i mezzi sono molto più frequentati e non si poteva più restare con l’assetto minimo della zona rossa. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da circa due settimane aveva creato un piccolo banchetto nel suo negozio dove chi è in difficoltà economica può prendere gratuitamente frutta e verdura fresca di stagione che quotidianamente viene donata dai titolari del negozio “A.V. Frutta” in vis Sandro Gallo. L’iniziativa, però, subisce uno stop. In questi giorni, oltre a diverse persone bisognose, hanno fatto tappa al banchetto della solidarietà anche tante altre persone non propriamente in difficoltà. Perciò l’iniziativa è stata sospesa per essere riorga-
nizzata. «Non vogliamo abbandonare l’idea - raccontano i titolari noi facciamo questa piccola cosa col cuore e dispiace constatare se lo stesso spirito non è condiviso dalla cittadinanza. In questi giorni si sono registrate alcune cose antipatiche: c’è chi ha fatto razzia della merce esposta, non lascian-
I PROPRIETARI DELUSI «C’È CHI HA FATTO RAZZIA CHI ARRIVA PIÙ TARDI E NE APPROFITTA ANCHE SE POTREBBE LASCIARLA AI BISOGNOSI»
LIDO Il banchetto che era destinato alle persone più bisognose
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remo qui a vaccinarli nel più breve tempo possibile». Non è mancato poi l’invito, rivolto a tutti gli over 80 (di cui manca ancora all’appello il 30%), a prenotarsi per la vaccinazione. «I posti ci sono. Noi faremo il nostro in tempi velocissimi, perché la priorità è mettere in sicurezza questa popolazione, la più fragile. Chiamino il Cup o utilizzino la piattaforma web». Confidando di arrivare a immunizzare l’intera popolazione ultraottantenne del territorio entro il 10-11 di aprile.
A DOMICILIO Ieri la vaccinazione è stata fatta anche a domicilio. «Uno sforzo collettivo a cui lavoriamo da mesi». Così ha definito la “campagna insulare” l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini, ieri impegnato ad intrattenere i cittadini in attesa del proprio turno. «Siamo pronti anche per la seconda fase che vedrà coinvolti i medici di base. Intanto lunedì aprirà il centro vaccinale a piazzale Roma». «Sembrava una cosa impossibile – dice il consigliere delegato ai Rapporti con le isole, Alessandro Scarpa “Marta” – ma alla fine, grazie ad un bel gioco di squadra, ce l’abbiamo fatta». Contento di essersi risparmiato la scomodità di muoversi dall’isola, Marino D’Este, 83 anni. «Non ci ho pensato due volte a presentarmi – racconta – e mi hanno già dato indicazioni per il richiamo». «Ci siamo appena vaccinati e ci sentiamo bene – il commento a caldo di Giuseppe De Rossi (94 anni) e Arina Bonora (86), presentatisi insieme – Sono stati tutti molto gentili». Un po’ dubbioso all’inizio, il signor Giuseppe si è poi convinto, spinto anche dal timore di ritrovarsi costretto all’isolamento, se non vaccinato, in caso di spostamenti futuri. Tra gli immunizzati, anche Laura, affetta da sclerosi multipla e arrivata in isola da Venezia, sulla sua sedia a rotelle, in quanto «questa era l’unica chance per riuscire a vaccinarmi nei tempi previsti». Affaticata dagli acciacchi dell’età ma contenta, Clara Manzoni, classe ‘33, si è detta convinta della vaccinazione. «Ho sempre fatto anche quella antinfluenzale». «Organizzeremo due sedute anche per il Lido, giovedì e venerdì prossimi», ha aggiunto Contato. Mentre oggi, dalle 10, sarà la volta di Pellestrina, dove le operazioni saranno effettuate al Palazzetto dello sport di Portosecco. Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA
do nulla a chi arrivava più tardi, e, purtroppo anche chi se ne approfitta utilizzando questa possibilità anche se potrebbe farne a meno e lasciarla per chi ha poco. Per questo motivo, per un momento, abbiamo sospeso questa possibilità». Il banchetto della solidarietà, perciò, ieri è rimasto vuoto. «Quanto abbiamo constatato dispiace - proseguono i titolari - ma non ferma la nostra voglia di aiutare chi si trova in un momento di difficoltà. Ma seguiremo un’altra formula. Anzichè un banchetto dove ci si serviva “fai da te” prepareremo delle borse, già riempite, e a chi ci chiederà una mano, consegneremo la borsa già pronta. Anche ieri mattina una persona ci ha chiesto e noi gli abbiamo dato appuntamento nel pomeriggio per venire a ritirare, gratuitamente, la sua borsa». Lorenzo Mayer © RIPRODUZIONE RISERVATA
CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO
DOMENICA 28 MARZO 2021 IL MATTINO
partenza vedono la Lega in pole: punterà a fare l’asso pigliatutto, o quasi. Fra gli addetti ai lavori si mormora di un crescente attivismo dell’ex vicepresidente della Regione Marino Zorzato e circolano i primi nomi che potrebbero essere presi in considerazione dagli amministratori: si parla di Antenore Quaglio, già consigliere comunale azzurro di Vigonza, e di Ruggero Targhetta, recentemente eletto vicepresidente del comitato nazionale di coordinamento territoriale di Confindustria e presidente del Gruppo Servizi innovativi e tecnologici di Assindustria Venetocentro; il fratello, Enzo Targhetta, ha recentemente patteggiato in tribunale l’accusa di istigazione alla corruzione ai danni proprio di Etra e di Levorato.Ma nel calderone del-
verso il rinnovo della governance
Domani l’incontro tra le forze politiche regionali: tra i big Zorzato è il più attivo
I candidati del centrodestra alla presidenza del Consiglio di gestione della multiutility Etra: da sinistra Ruggero Targhetta, Antenore Quaglio e l’ex sindaco di Campodarsego Mirko Patron. In alto la sede
Via alle grandi manovre per la guida di Etra Fi lancia tre candidati
la trattativa – insieme alle poltrone dei consigli – sembra stia per finire pure la direzione generale della società, attualmente in capo ad Andrea Bossola: quest’ultimo ha conquistato il consenso dei fedelissimi di Massimo Bitonci, meno di chi si riconosce nel governatore veneto Luca Zaia. In casa Lega, peraltro, si mormora di crescenti frizioni fra lo stesso Bossola e l’attuale consiglio di gestione, il direttore generale nelle scorse settimane è stato protagonista di un forte scontro con il responsabile del personale. POSSIBILE RITORNO
Silvia Bergamin / CITTADELLA
Al via le grandi manovre per il rinnovo della governance di Etra, le forze politiche regionali si mettono domani al tavolo per il primo giro di consultazioni. Nella mano iniziale del poker emergeranno i nomi, ma già da alcune settimane i big sono in campo per preparare il terreno, con riunioni di varia intensità carbonara. Chi la spunterà? L’uscente Andrea Levorato riuscirà a portare a casa il terzo mandato alla guida del consiglio di gestione? Quanto incideranno le dinamiche nazionali, con Le-
ga, Forza Italia e Partito Democratico insieme a sostenere il governo di Mario Draghi? E il Carroccio – che controlla gran parte delle amministrazioni locali – quanto potrebbero pagare le sfumature interne, tra leghisti di rito zaiano e colleghi di partito di ispirazione salviniana? MULTIUTILITY
La torta su cui i partiti devono trovare la quadra comprende il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza della multiutility di acqua e rifiuti, un bacino di 70 Comuni e circa 600 mila persone spalmato su tre pro-
vince, un territorio che corre da Asiago a tutta l’Alta Padovana, passando per Bassano del Grappa. Cosa c’è in ballo? Nel meccanismo di governance duale il consiglio di gestione è composto da cinque “laici”, che eleggono il presidente; il consiglio di sorveglianza, dal canto suo, vede sedere attorno al tavolo 14 sindaci o assessori dei Comuni soci della partecipata, cui si aggiunge un consigliere revisore. NOMINE POLITICHE
Le nomine sono politiche, a decidere è l’assemblea degli enti locali. Le posizioni di
Trapela dai corridoi pure la possibilità di un ritorno in campo dell’ex sindaco di Campodarsego Mirko Patron, che per arrivare alla presidenza del consiglio di gestione dovrebbe però lasciar decantare il biennio imposto dalla legge Severino e tutto slitterebbe al 2022. Dal canto suo, Andrea Levorato punta sul consenso di Dem e civici non allineati per consolidare la linea della continuità e dei risultati, a partire dai tre milioni di euro di utili distribuiti per l’emergenza sociale Covid-19 e dai 56 milioni di euro di investimenti nel 2020, il doppio rispetto al 2019. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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incidenti a vigonza e villanova
Tamponata da un’auto una sessantenne finisce all’ospedale VIGONZA
In fase di sorpasso tampona un’auto che sta svoltando a sinistra e si schianta nel fossato. Chiara la dinamica dell’incidente accaduto ieri alle 11.30 in via Volta a Pionca, rilevato dalla polizia locale. A provocarlo L. J. , 41 enne di Albignasego al volante di una VW Golf. Arrivava da Villanova quando si è trovato davanti una Fiat Punto in fase di svolta verso un carraio e non è riuscito a evitarla. L’uomo è rimasto illeso. È stata invece trasportata all’ospedale
perché ferita la conducente della Punto tamponata e scagliata in avanti per 50 metri. Si tratta di L. L., 61 enne di Pionca. Sul posto anche i vigili del fuoco di Padova e i carabinieri di Pionca. Nemmeno un’ora dopo un altro incidente in via Caltana a Villanova di Camposampiero, dove un’automobilista ha perso il controllo della sua auto finendo capovolta in mezzo alla strada (in foto). La donna, trasportata col 118 in ospedale per un controllo, ha riportato contusioni varie. — GIUSY ANDREOLI
campo san martino
Schiuma sospetta È allarme per il Brenta CAMPO SAN MARTINO
Una schiuma sospetta che emerge sulla superficie d’acqua del Brenta. A notarla, ieri mattina, è stato il consigliere regionale Luciano Sandonà che vive a Campo San Martino. «Alle 7 stavo attraversando il ponte della Vittoria», racconta, «quando ho notato la schiuma, si estendeva per quasi dieci metri sotto la cascata, ma correva anche lungo il fiume e si è depositata sui sassi. Mi sono precipita-
to, ho incrociato un pescatore, e ho scattato alcune foto che ho girato ai carabinieri di Piazzola. Sembrava inodore. Il pescatore mi ha detto che verso le 6 aveva visto passare tantissima schiuma». Allarme ambientale? «Era una schiuma anomala: non ho dubbi, è stato lo scarico di qualcuno. Deve restare alta l’attenzione per la tutela del nostro fiume, un patrimonio fondamentale», conclude Sandonà. — S. B.
Il nuovo decreto: categorie, importi, richieste e tempi
GLI AIUTI ANTI-COVID !
MESTRE
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le scelte del gruppo energetico
«Marcato non ha capito Eni vuole smantellare cracking e chimica» I segretari generali dei sindacati chimici di Cgil, Cisl, Uil chiedono un incontro a Zaia: «Vi faremo cambiare idea» «L’assessore Marcato non ha capito bene, Eni non vuole riconvertire gli impianti chimici della controllata Versalis, ma chiuderli e smantellarli». Lo scrive il segretario generale dei chimici della Cgil Davide Camuccio, in una lettera aperta all’assessore regionale alle Attività Produttive, Roberto Marcato ha affermato, pochi giorni fa: «ho incontrato i dirigenti di Eni mi sono sembrati convinti e rassicuranti rispetto alla strategicità di Porto Marghera nella galassia del gruppo nazionale». «Chiudere gli impianti del cracking e degli aromatici è un grave danno per il mantenimento della chimica di base nel nordest ed è un chiaro segnale di disimpegno da parte dell’Eni» dice il segretario della Filctem-Cgil Camuccio, augurandosi di poter incontrare l’assessore Marcato
e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia «insieme ai miei colleghi di Cisl e Uil e alle rappresentanze sindacali di fabbrica perché, come abbiamo spiegato nella richiesta di essere convocati in Regione, abbiamo la presunzione di farle cambiare idea». «Non condivido l’entusiastica soddisfazione dell’assessore in proposito ai progetti di riconversione proposti dall’Eni e mi permetto di consigliare di sentire prime le ragioni del sindacato prima di dare sfogo alla soddisfazione» insiste Davide Camuccio, spiegando che l’annuncio di Eni di voler chiudere gli impianti del cracking e degli aromatici di Versalis «è un grave danno per il mantenimento della chimica di base nel nord est ed è un chiaro segnale di disimpegno da parte dell’Eni verso le produzioni
chimiche che va in contro tendenza rispetto a ciò che succede in tutto il resto d’Europa dove non solo queste produzioni vengono mantenute, ma innovate e potenziate». «Il piano di riconversione di Eni» aggiunge «ripropone progetti già concordati in passato a fronte di altre ristrutturazioni e perdite di posti di lavoro, riadattano una parte di logistica dismettendone altrettanta e realizzando un polo per il riciclo meccanico avanzato delle plastiche, cioè la trasformazione meccanica di plastica che oggi andrebbe in discarica in piccoli pezzettini di plastica che potranno essere usati in altre lavorazioni. E’ questo il futuro che vogliamo per Porto Marghera? Sono queste le proiezioni industriali di rilancio tecnologico, di innovazione e ricerca?». —
Uno scorcio dell’impianto di cracking e aromatici di Versalis (Eni) a Porto Marghera
i commenti
«Il Governo deve convocare Eni e avere le risposte che non ha dato» Dopo l’annuncio della chiusura del cracking di Versalis al Petrolchimico di Porto Marghera, il segretario regionale Articolo Uno Veneto, Gabriele Scaramuzza, lancia un appello al governo di Mario Draghi: «è indi-
spensabile, a questo punto, che il Governo convochi Eni per ottenere quelle risposte che, fin qui, l’azienda non ha fornito sul futuro della chimica veneziana, come chiede l’interrogazione già presentata dal Capogruppo
di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati, Federico Fornaro». «Non può che destare preoccupazione la fumata era con cui si è concluso l’incontro tra Eni e i sindacati di categoria in merito all’annunciata chiusura dell’impianto cracking di Porto Marghera. Si tratta di una politica inaccettabile, e che nei fatti pregiudica ogni vera riconversione in termini di transizione energetica, filiere sostenibili, innovazione e sviluppo».
i sindacati si mobilitano
università salesiana
processo per tre vittime di mesotelioma
Assemblee in aeroporto «Save vuole cancellare i contratti per sempre»
Enrico Miatto nominato alla direzione di Pedagogia
Amianto nell’ex centrale Enel «Tute coperte di “borotalco”»
riferisco alla società che gestisce in concessione lo scalo, Save spa, che per prima ha scelto la strada della disdetta dei contratti integrativi. Negli altri aeroporti italiani i gestori non lo stanno facendo, anche se la passano peggio del Marco Polo e non godono di una situazione di sostanziale monopolio». «Come organizzazioni sindacali abbiamo cercato di trovare un accordo ed evitare nuovi conflitti in una situazione già di per se grave, ma al tavolo del Prefetto sul taglio del salario, Save Cargo non ha accettato nemmeno la nostra proposta di prevederlo, ma solo per un tempo limitato, vista la situazione. Ma non hanno accettato la nostra disponibilità, per loro la cancellazione del contratto aziendale deve essere definitiva. Per questo ora passeremo alla mobilitazione, con assemblee dei lavoratori e iniziative che metteranno Save spa davanti alle sue responsabilità». —
Il dipartimento di Pedagogia dell'Università Salesiana di Venezia ha un nuovo direttore. Si tratta di Enrico Miatto, che rimarrà in carica nel prossimo triennio. Proseguendo il lavoro svolto finora, il dipartimento sta già progettando nuove attività in termini di corsi di laurea e formazione. «Da sempre il nostro ambito si occupa di inclusione ed educazione» sottolinea Miatto«in questo momento abbiamo aggiornato le competenze dei nostri profili per essere in linea con le esigenze della società. Stiamo anche cercando di dare risposte alla didattica a distanza, anche al sistema dei dopo scuola, per accompagnare nel suo percorso chi ha delle fragilità. Con la dad si sta vivendo una rivoluzione, ma l'auspicio è che si torni alla normalità, perché i ragazzi hanno bisogno di relazioni concrete e di muoversi». Per il dipartimento di Pedagogia è prevista la conferma della nuova laurea magistrale in Welfare e sviluppo di comunità. E’ previsto anche un corso di formazione per la gestione dei nidi in famiglia, con 180 ore di didattica e 60 di stage nei nidi». —
G.FAV.
S.B.
La torre di controllo e gli uffici di Save spa al Marco Polo
Nell’aeroporto semideserto di Tessera, dopo un anno di voli quasi assenti e oltre mille lavoratori a casa con assegni di cassa integrazione che arrivano spesso con troppi ritardi e aziende in difficoltà che tagliano il salario, la tensione è al massimo e cova la protesta. Per la prossima settimana sono convocate assemblee dei lavorato ridi tutte le società che operano al Marco Polo, dal gestore Save spa e le controllate Save Cargo e Triveneta Sicurezza, agli handler dei servizi di terra e tutto il resto dell’indotto. «I lavoratori sono allo stremo» spiega Alessandro Niero della Filt-Cgil «tutti gli aeroporti sono in evidente e grave difficoltà per le conseguenze della pandemia sul trasporto aereo, ma non possiamo tacere il fatto che solo nell’aeroporto di Venezia le aziende chiedono la revisione dei contratti aziendali e tagliare così le buste paga dei dipendenti». «E quando parlo di aziende» sottolinea Niero «mi
«Mio marito portava a casa la tuta da lavoro blu. Sembrava ci avessero messo sopra borotalco: avevo i bambini piccoli, lavavo a mano, non avevo la lavatrice». Quella polvere era amianto. Così racconta la vedova di un ex operaio della centrale Enel di Fusina - tra il 1969 e l’83 - morto per mesotelioma: il tumore tristemente noto per essere legato all’inalazione di fibre di amianto. Il processo è quello in corso davanti a giudice Moretti del Tribunale di Venezia e
vede imputato di omicidio colposo per la morte di tre operai per cancro ai polmoni, l’anziano ex capo dello stabilimento, Nerio Tabacchi, 86enne, originario di Santo Stefano di Cadore e residente a Mestre, con Enel Energia e Enel Impianti chiamate in giudizio per la responsabilità civile, in caso di condanna. Venerdì, il pm Giorgio Gava ha portato in aula la testimonianza di familiari e colleghi dei tre operai morti. «Nessuno ci ha mai detto
che l’amianto fosse pericoloso», dice un operaio, «utilizzavamo le normali mascherine antipolvere, ma con quelle tute andavamo a mangiare anche in mensa». L’uomo spiega che caldaie e turbine erano coibentati con pannelli di cemento-amianto: i lavoratori ne erano circondati. Per l’avvocato difensore Franchini, l’ex capo della centrale non era responsabile di scelte strutturali non sue. Udienze già programmate, fino al gennaio 2022. R.D.R.
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DOMENICA 28 MARZO 2021 LA NUOVA
MESTRE
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Crocieristica e portualità
«Marittima, concessione illegittima» L’Anac al Porto: Vtp non ha i titoli Dopo l’ispezione, per l’Anticorruzione è impossibile la proroga sullo scalo per la società. L’Autorità portuale: «Tutto in regola» Enrico Tantucci
La Marittima nella tempesta. Torna in discussione la concessione sullo scalo crocieristico rilasciata a suo tempo senza gara dall’Autorità portuale a Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) e si allontana definitivamente la possibilità di una proroga di lungo termine di essa - che va in scadenza del 2024, con una estensione al 2025 per la recente normativa sul Covid - chiesta esplicitamente dalla Regione, con il presidente Luca Zaia. L’ente, con la finanziaria regionale Veneto Sviluppo, è l’azionista di maggioranza relativa nella società Avps (che controlla anche Vtp) con il 50 per cento delle quote, dopo aver recentemente ceduto alla società delle compagnie di crociera (Venezia Investimenti), l’uno per cento, facendola salire al 49 per cento, mentre il Porto con la controllata Apv Investimenti detiene l’uno per cento delle azioni. A far saltare probabilmente il banco e gli accordi sotto traccia sul prolungamento della concessione è l’ispezione avviata già nel 2018 dall’Ufficio di Vigilanza dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Che a febbraio ha inviato le sue conclusioni, in cui giudica di fatto illegittima la concessione rilasciata nel 1997 dal Porto senza gara ma con affidamento diretto alla Venezia Terminal Passeggeri. Il comma 5 dell’articolo 23 della legge sul riordino dei porti numero
Cinzia Zincone
84 del 1994, consentiva infatti di assegnare direttamente i servizi, senza gara, se c’erano esuberi di personale e veniva costituita una società a questo scopo con gli operatori portuali e la partecipazione minoritaria del l’Autorità Portuale. Ma la Venezia Terminal Passeggeri, costituita ad hoc, è controllata con il 53 per cento delle quote da Veneto Sviluppo (ora anche con la società delle compagnie di crociera), da Save al 22,18 per cento, da Finpax la società degli operatori portuali(ora in pratica acquisita dalla società delle compagnie di crociera) con la stessa quota e dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo per il 2,6 per cento. I soci di Vtp, rileva l’Anticorruzione, non sono quindi tutti riconducibili a imprese operati nel Porto (come chiede-
Una vedita dall’alto dello scalo croceristico della Marittima
va la legge per evitare la gara), perché ci sono anche la finanziaria regionale, la Save e la Camera di Commercio. Dunque il Porto non avrebbe rispettato i requisiti della legge assegnando direttamente i servizi crocieristici a Vtp e sarebbe dovuta andare a gara. La procedura dell’Anac è ancora aperta. «Ci è stato dato un mese di tempo per le nostre controdeduzioni» spiegano all’Autorità Portuale «ci siamo confrontati in videoconferenza il 10 marzo e il 17 le abbiamo inviate. Veneto Sviluppo non è
un istituto bancario, come scrive l’Anticorruzione e Save è comunque una società che opera a stretto contatto con i servizi portuali. Riteniamo che ci fossero quindi le condizioni per l’assegnazione diretta del servizio a Vtp, essendoci anche gli esuberi di personale indicati dalla legge». Nel mirino dell’Anticorruzione anche l’Apv Investimenti, interamente partecipata dall’Autorità Portuale che gestisce direttamente, anche qui senza gara, diversi servizi connessi al Porto come le
aree adibite a parcheggio, la realizzazione e gestione delle reti informatiche, fornendoli a pagamento agli utenti portuali. Una prassi che l’Anac mette in dubbio possa essere svolta da una società “in house” come in questi caso Apv Investimenti, con il Porto che rivendica invece la sua legittimità, essendo servizi strettamente connessi all’attività portuale. Secondo l’Anac, anche la quota dell’uno per cento dell’Autorità Portuale in Apvs, la società che controlla Vtp, dovrebbe essere ceduta perché non avreb-
be ragione d’essere. Si aspetta ora la risposta dell’Anac che, se non riterrà soddisfacenti le giustificazioni del Porto, ora guidato dal commissario Cinzia Zincone, ha due strade davanti a sé. Potrebbe interrompere immediatamente la concessione di Vtp e invitare il Porto a indire una nuova gara per l’assegnazione dei servizi crocieristici. O potrebbe accettare la scadenza naturale del 2024 - spostata al 2025 - per invitare poi a bandire la nuova gara. Quella che sembra ormai sbarrata è la strada di una proroga della concessione a Vtp dopo il 2025, come chiedeva anche la Regione e come si aspettavano le compagnie di crociera. Se a questo quadro aggiungiamo la recente decisione dei ministri competenti di spostare provvisoriamente lo scalo crocieristico a Marghera, dove alcune compagnie non sono intenzionate ad andare, e di portare le grandi navi fuori della laguna, si capisce come in prospettiva la Marittima rischi di diventare un guscio vuoto, le cui quote in Vtp a Apvs sono state a suo tempo pagate a caro prezzo dalle società crocieristiche pensando di restare qui in pianta stabile. Ora, con l’intervento dell’Anac, sembra liquefarsi anche la possibilità di gestire ancora per diversi anni lo scalo nella fase transitoria della realizzazione dei nuovi terminal, con la proroga della concessione ormai non più ipotizzabile. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’intervista al vicesindaco andrea tomaello
«Il Porto? È l’azienda più importante» Crociere a Marghera, dialogo con Trieste «Cinzia Zincone sta facendo bene il commissario, il governo sulle crociere ha battuto un colpo, il futuro delle crociere sarà il terminal a Marghera, con ingresso dal canale industriale nord, speriamo che dopo nove anni di chiacchiere ora si arrivi a risposte definitive. E con il porto di Trieste bisognerà tornare a dialogare perchè stiamo parlando non del
Porto di Venezia, ma del Porto a Venezia, scalo che serve tutto il Nordest». Andrea Tomaello, vicesindaco di Venezia con delega alla portualità, riassume così il suo pensiero sulla portualità, al centro di un intreccio di scelte che intrecciano il traffico merci, la crocieristica, il futuro di Venezia. «Il Porto è una risorsa strategica, stiamo facendo tutto
quello che serve per disegnare il futuro – spiega Tomaello – . Credo che dopo alcuni anni difficili ora gli enti istituzionali siano allineati nella strategia: Comune, Regione, Autorità di sistema. Pochi se ne rendono conto, ma il porto a Venezia è la più grande azienda della città: ci sono 1.259 imprese, pari al 4% delle imprese attive nel Comune di Venezia (il
44% delle imprese hanno sede o attività esclusiva nel porto) e impiega 19.330 addetti diretti, il 16% dell’intero comune (9.631 impiegati direttamente in porto). Nel 2018 sono state movimentate 26.495.278 tonnellate di merci, il 78% in import, il 22% export. Il 55% della filiera è commerciale, il 30% petrolifera, il 15% industriale».
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PRIMO PIANO
DOMENICA 28 MARZO 2021 LA TRIBUNA
Coronavirus: la situazione sanitaria nella Marca
Vax Day a Treviso, pronte 8 mila dosi esercito di volontari a gestire i flussi Oggi tocca alla classe 1936 e agli assistenti domiciliari: piano per smaltire le code, bottiglie d’acqua e sedie per tutti
TREVISO
Oggi è il super “Vax Day” per i nati del 1936: l’Ulss ha preparato circa ottomila dosi di Pfizer, Moderna e AstraZeneca per 4.500 ottantacinquenni e per i loro “caregiver”, gli assistenti domiciliari, a patto che vivano con loro e abbiano più di 65 anni (valgono anche i coniugi, eventuali dosi in eccesso non saranno sprecate). Si annuncia una giornata campale, perché gestire il flusso ininterrotto, dalle 8 alle 19, di migliaia di anziani, ciascuno con la sua storia clinica, ciascuno da valutare attentamente prima di decidere quale siero somministrare, non sarà una passeggiata. Tanto più che le previsioni meteo non sono buone, e si vorrebbe evitare di tenere migliaia di 85enni in coda sotto la pioggia.
possibile e l’impossibile per non generare confusione, ma è fondamentale che i cittadini collaborino, arrivando all’orario stabilito e rispettando le indicazioni» aggiunge Benazzi, «qualche disagio ci sarà, ma abbiamo tante persone che ci daranno una mano».
LA GUIDA-DOMENICA 28 MARZO - CLASSE 1936 residenti nella Az.ULSS2 “Marca trevigiana”
A che ora devo presentarmi? Dipende dal mese in cui sono nato
L’ESPERIMENTO
Chi è convocato alle 9 può presentarsi anche alle 9.30: quello che conta è la fascia oraria (in questo caso 9-10), anzi, distribuirsi lungo l’ora a disposizione aiuterà a gestire i flussi. La novità di oggi è che ci si può presentare senza il classico
Protezione civile schierata per governare ingressi e uscite dalle 8 alle 19 di oggi
L’ORGANIZZAZIONE
L’Ulss, anche per questo, raccomanda di accedere all’orario previsto, calcolato in base al mese di nascita (nella tabella qui accanto tutte le info necessarie). Meglio non arrivare in anticipo, o sarà il caos. A vigilare sulle operazioni sarà schierato un esercito di volontari. Protezione civile in prima linea nei quattro punti vaccinali di Villorba, Riese, Godega e Oderzo, pronta a intervenire con sedie e bottiglie d’acqua. Chi arriva sarà chiamato in base all’orario calibrato sul mese di nascita (gennaio alle 8, febbraio alle 9 e così via), con un megafono, e prenderà il numero per mettersi in coda. A quel punto potrà aspettare anche in auto, nel caso le condizioni meteo fossero avverse. «Le persone siano comprensive» è l’appello del direttore generale Ulss 2 Francesco Benazzi, che stamattina sarà al Vax Point di Godega (dove a qualche ora arriverà anche il governatore Luca Zaia). «Faremo il
CROMASIA
messaggino dell’Ulss, o senza la lettera: chiunque sia nato nel 1936 è invitato a presentarsi al Vax Point del suo distretto. Basta portare tessera sanitaria, elenco farmaci assunti, scheda di anamnesi compilata se possibile, altrimenti va bene anche un elenco dettagliato, compilato di proprio pugno, dei farmaci che si assumono e della propria situazione clinica (patologie, operazioni, tamponi effettuati, eventuale infezione da Covid, eventuale periodo di ricovero). Questi dati saranno fondamentali, una volta entrati nel Vax Point, per capire quale vaccino si potrà fare: di fatto AstraZeneca sarà il più utilizzato, ma verrà somministrato solo a chi è in buona salute. È un esperimento: servirà pazienza. Se funzionerà, potrebbe essere la svolta per la campagna vaccinale nella Marca e non solo. — ANDREA DE POLO
Nati in gennaio Nati in febbraio Nati in marzo Nati in aprile Nati in maggio Nati in giugno Nati in luglio Nati in agosto Nati in settembre Nati in ottobre Nati in novembre Nati in dicembre
Ore 08.00 Ore 09.00 Ore 10.00 Ore 11.00 Ore 12.00 0re 13.00 Ore 14.00 Ore 15.00 Ore 16.00 Ore 17.00 Ore 18.00 Ore 19.00
Che vaccino mi faranno?
Cosa devo portare?
Uno tra AstraZeneca, Moderna e Pfizer. Si decide in base alle patologie. I soggetti con malattie respiratorie, scompenso cardiaco, Sla, sclerosi multipla, diabete di tipo 1 e altri disturbi catalogati da Aifa NON faranno AstraZeneca. Chi sta bene fa AstraZeneca. Si decide una volta entrati nella struttura, durante l’anamnesi
Tessera sanitaria Documento d’identità Se possibile, scheda dell’anamnesi scaricabile dal sito dell’Ulss Se non si trova o non si può scaricare/stampare, va bene anche un elenco del medico, o scritto di proprio pugno, delle patologie da cui si è affetti Elenco dei farmaci che si prendono.
Chi può venire con me? Chiunque mi può accompagnare. Può vaccinarsi un eventuale caregiver (chi mi fa assistenza) se ha più di 65 anni e vive con me
Nel caso di marito e moglie, entrambi nati nel 1936 ma in mesi diversi, possono recarsi alla vaccinazione congiuntamente, nella fascia oraria di uno dei due Dove sono residente? Cessalto – Chiarano – Cimadolmo – Fontanelle – Gorgo al Monticano – Mansuè – Meduna di Livenza – Motta di Livenza – Oderzo – Ormelle – Ponte di Piave – Portobuffolè – San Polo di Piave – Salgareda devo andare al centro vaccini di Oderzo, ex Foro Boario Arcade – Breda di Piave – Carbonera Casale sul Sile – Casier – Istrana – Maserada sul Piave – Mogliano Veneto – Monastier - Morgano – Paese – Ponzano Veneto – Povegliano – Preganziol - Quinto di Treviso – Roncade – San Biagio di Callalta – Silea – Spresiano – Treviso – Villorba – Zenson di Piave – Zero Branco devo andare al centro vaccini del Bocciodromo di Villorba, in via Nobel
Cappella Maggiore – Cison di Valmarino - Codognè – Colle Umberto – Conegliano – Cordignano – Farra di Soligo – Follina – Fregona – Gaiarine – Godega Sant’Urbano – Mareno di Piave – Miane – Moriago della Battaglia – Orsago – Pieve di Soligo – Refrontolo – Revine Lago – San Fior – San Pietro di Feletto – San Vendemiano – Santa Lucia di Piave – Sarmede – Sernaglia della Battaglia – Susegana – Tarzo – Vazzola – Vittorio Veneto devo andare al centro vaccini di Godega, padiglione della Fiera in via Alpino Guido Da Re
Altivole – Asolo – Borso del Grappa – Caerano San Marco – Castelcucco – Castelfranco Veneto – Castello di Godego – Cavaso del Tomba – Cornuda – Crocetta del Montello – Fonte – Giavera del Montello – Loria – Maser – Monfumo – Montebelluna – Nervesa della Battaglia – Pieve del Grappa (ex Crespano del Grappa ed ex Paderno del Grappa) – Pederobba – Possagno – Resana – Riese Pio X – San Zenone degli Ezzelini – Segusino – Trevignano – Valdobbiadene – Vedelago – Vidor – Volpago del Montello devo andare al centro vaccini di Riese, a Casa Riese in via don Gnocchi
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destramento». L’Ulss sta inoltre perfezionando il calendario per la prossima settimana, quando dovrebbe partire anche il portale web per la prenotazione del giorno e dell’ora del vaccino (sarà la Regione Veneto a curare il progetto). L’Ulss attiverà una linea del Cup dedicata ai vaccini, per chi non riuscisse a prenotarsi dal portale web. Sarà chiesto l’aiuto dei Comuni e delle farmacie per aiutare i più anziani a prenotare il proprio turno. Le sedi diventeranno otto, e l’obiettivo è di arrivare a 9-10 mila vaccini ogni giorno. Complessivamente sono state vaccinate con una dose 128.122 persone in provincia di Treviso. —
ieri pomeriggio
Lunghe attese e file a Godega da lunedì 45 giovani in campo L’Ulss ha spedito 4 medici in più per velocizzare le operazioni Dalla settimana prossima prenotazioni online e una linea del Cup dedicata ai vaccini GODEGA
Code infinite ieri pomeriggio al Vax Point della fiera di Godega. A un certo punto l’attesa è diventata estenuante e l’Ulss ha deciso di mandare i
rinforzi, chiamando quattro medici in più a supporto dei 13 già presenti per effettuare le anamnesi, operazione che stava rallentando troppo i flussi. La situazione si è risolta nel tardo pomeriggio. Da domani, per evitare altri disagi di questo genere, entreranno in campo 45 ulteriori volontari a supporto dei Vax Point trevigiani. «Si tratta di giovani che hanno già inviato la loro candidatura» fa sa-
pere il dg dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, «li spalmeremo nei centri vaccinali, con la pettorina dell’azienda sanitaria, daranno una mano alla protezione civile e a tutte le persone che arriveranno e si metteranno in coda, aiutando i più anziani e offrendo assistenza. I ragazzi saranno tutti reclutati su base volontaria, chi lo desiderasse potrà anche lavorare all’inserimento dati dopo un periodo di ad-
A.D.P.
La coda al Vax Point alla fiera di Godega ieri pomeriggio alle 17
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Primo Piano 7
IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 28 Marzo 2021
“Dizionario virale”
Confusione generaleperfetta
Innegabile che la pandemia ci abbia mandato in confusione (dal latino “confusio-onis”, derivazione di “confundere” confondere). Siamo entrati tutti in una sorta di girone dantesco di “confusi”. Perché la confusione ha la capacità di rimestare le
carte. Creare confusione è un’arte militare che serve a mettere in difficoltà il nemico. Può essere una condizione dettata da tumulti interiori. Quando poi siamo disordinati, sguazziamo nella confusione, che per molti può essere una soddisfazione. La
pandemia a modo suo ha “fuso” molte situazioni, uniformandole in una confusione planetaria perfetta. Nel tentativo di uscirne, grazie ai vaccini, riecco che la confusione è tornata sovrana. Antonio Gregolin
LAPOLEMICA. A Schioil presidentedell’Ascom alzail tirorilevando duepesie duemisure
«Assembratiperilsiero macastiganoi negozi» Xoccato, Confcommercio: «Noi super controllati, e poi si vedono certe scene: così non va». E gli anziani sbottano vedendo tanti giovani in fila Rubina Tognazzi SCHIO
Negozi, bar, parrucchiere, estetiste e ristoranti ancora chiusi, intrappolati nelle strette maglie della zona rossa anti contagio, ma il centro vaccinale alla ex palestra Marconi di via Marconi pieno di gente. Un «assembramento vaccinale», ma pur sempre un assembramento. La fotografia è rilanciata dal presidente dell’Ascom Confcommercio di Schio, Guido Xoccato, in un post polemico in cui mette a confronto le due realtà - quella del commercio e quella immortalata dallo scatto fotografo - e sbotta: «Ridicoli». Complice anche il giorno di mercato, con i parcheggi pieni e la gente a passeggio, ieri una sessantina di persone convocati i donatori di sangue - erano radunate davanti al punto vaccinale, in pochi metri quadrati, e il fatto non è passato inosservato. Numerose le segnalazioni di cittadini che hanno chiamato la redazione del Giornale di Vicenza per lamentarsi di quella che ritenevano essere una situazione caotica, e molti che constatavano la presenza di tanti giovani, «quando gli anziani ancora non sono stati messi tutti al sicuro». Uno spaccato di realtà che ha provocato anche nel presidente di Ascom del mandamento scledense una reazione. «A noi ci fanno chiudere dice Xoccato - ma davanti al-
la postazione del centro vaccini, il problema degli assembramenti non si pone. Non voglio puntare il dito né sull’amministrazione, né tanto mento sull’Ulss, ma dopo le notizie dell’altro giorno, che con tutta probabilità ci lasceranno chiusi per altre due settimane, quando le nostre realtà sono sempre molto controllate, con limite di un paio di persone che possono entrare in negozio, non posso stare zitto». Durante le mattinate, non solo ieri che c’era il mercato ed era sabato, in attesa di essere vaccinati ci sono giovani, meno giovani, persone immunodepresse e con fragilità, tutte ammassate in pochi metri quadrati dove molto spesso non viene mantenuta
“
Pernoila chiusuracontinua: civuoleattenzione eprudenzanei comportamenti
GUIDOXOCCATO PRESIDENTEASCOMSCHIO
nemmeno la distanza di sicurezza. «Facciamo i seri? Bene, ma facciamolo ovunque – continua il presidente Guido Xoccato - Niente di specificatamente accusatorio, è una constatazione da condividere specialmente quando ieri ci hanno confermato che la chiusura continua. Ci vuole maggiore attenzione e senso di educazione. Non accuso nessuno, però obiettivamente a molti ha dato fastidio la bolgia di ieri mattina». Non un caso isolato quello di ieri in centro a Schio, molto spesso negli ultimi 15 giorni al mattino si notano file importanti di persone in attesa al punto vaccini di via Marconi. «L’attenzione deve essere mantenuta in qualsiasi momento, ma ciò che molti commercianti non capiscono è sul perché vengono usati due pesi e due misure – conclude Xoccato -. La critica è un fatto comportamentale». Intanto ci sono anziani che lamentano la nutrita presenza di persone giovani, in fila per i vaccini perché insegnanti o appartenenti ad altre categorie convocate dall’Ulss 7, mentre una fetta di ultraottantenni deve ancora essere immunizzata. «Io e mia moglie soffriamo di varie patologie e non abbiamo ricevuto nulla dall’Ulss quando dovremmo essere fra i primi», spiega un residente nell’hinterland scledense, 70 anni, che ieri ha visto la fila e chiamato il nostro giornale. •
I“riservisti” UNWEEKEND PERI DONATORI Sonostati convocatiieri edoggiidonatoridi sanguedell’Ulss 7 per sottoporsialla vaccinazioneantiCovid. L’iniziativaèun’altra conseguenzadel caso AstraZeneca,simile a quellacheha visto convocareidipendenti comunalineigiorni scorsi. «Dopoil blocco di AstraZenecanon avevamo piùfattoprenotazioni spiegail dottorLiviano Vianello,direttoredel dipartimentodi prevenzionedell’Ulss7 -. Poi,conil vialibera, le abbiamoriaperte, ma servedeltempo primache lelistesipopolino e restanocosìdellegiornate privediappuntamenti». Di qui, l’ideadi convocare i donatoridi sangue.Non sarebbestato possibile, però,reclutare conlo stessosistema, ad esempio,gliinsegnanti, ai qualiè destinato prioritariamenteil vaccino AstraZeneca?«No, non siamostatiingradodi farlo,nonc’era questa possibilità- spiega il dottorVianello-. Abbiamo convocatopersone che potevanoesserearruolate velocemente». MA.CA.
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Unafoto scattata ierimattina davantial puntovaccinidellapalestra diviaMarconi aSchio. R.T.
Coalizionecivica invoca: primagli anziani
«Over80,copertoil21% Checaosnellechiamate» SCHIO
«InVenetoal 26 Marzosolo il 21,3%degliover 80 ha ricevutole due dosi delvaccino, quandoinBasilicata siamoal 34%,inEmilia al30%, in Campaniaal 27%enellavicina provinciadi Trentoal 41%. Esprimiamoperplessità nella decisionedelleregioni di vaccinarecertecategorie, e anchei giovani,dal momentoin cuila mortalità degliover 80 è al7,6% edegliunder40 praticamentenulla, statisticamenteirrilevante».
Loaffermano inunanota i consigliericomunalidiSchio di Coalizionecivica GiorgioDeZen e CarloCunegato, cheèanche portavoceregionale dellaCivica. «IlcasoAstraZenecanonha aiutatoafarechiarezza, ma dauna settimanaquel sieroservirebbea vaccinarefino ai 79anni, a mettereinsicurezzaunafascia d’etànotoriamente piùa rischio. Sembrache ilmessaggio diAifa nonsiastato recepitoda chi dovrebbeorganizzare la campagnavaccinaleeche in Venetola confusioneregni sovrana.LaRegione, guidata dalla LegaedaZaia, pare nonaver
diffusodellelinee guidachiare, perchéogniUlsssegue strade diverse.Perché nellaUlss 7non sonostati vaccinati i famigliariei caregiverdeitrapiantati edei disabili,mentrenellaUlss 8sì? PerchénellaUlss 2si lasciachele personepossano accedere ai centrivaccinali senza prenotazioneenelle altreUlssno? Oggiapprendiamo della estemporaneaconvocazioneper domania Marano dei69enni senzaalcuna prenotazione: perchéle dosidovrebbero restare nelcassetto?Non si riesconoa trovareneilorosistemicosì efficienti500persone fragili da vaccinare?Eancora: perchénella UlssBericaper i settantenni si cominciaachiamare lepersone dallaclasse dinascitapiùbassa mentrenellaUlssPedemontana daquellapiùalta? Avere distonie cosìevidenti nellastessa provinciaèimbarazzante». MA.CA. © RIPRODUZIONERISERVATA
ILCASO. Invista delraddoppiodelle linee divaccinazione decisoil trasferimentodel servizio
Parcheggiintiltespazistretti Bassano cambia già palazzetto APasquailtrasloco dalPalaAngarano all’impiantovicinoall’ospedale Francesca Cavedagna BASSANO
PalaAngarano a Bassano già non più idoneo per le ondate di vaccinazioni in arrivo. Dopo una decina di giorni dall’avvio delle operazioni di profilassi nel palazzetto dello sport di quartiere XXV Aprile, amministrazione comunale e Ulss 7 hanno deciso di cambiare. È imminente il trasloco delle linee di somministrazione nella struttura sportiva di un altro impianto sportivo, il PalaUbroker di via Ca’ Dolfin. Il cambio avverrà a partire da Pasqua, ed è stato dettato da diverse “lacune” strutturali che avrebbero portato disguidi legati alla viabilità e alla sicurezza riscontrate negli scorsi giorni, quando non sono mancate le reazioni esasperate dei cittadini in attesa di ricevere il vaccino: ve-
nerdì un paziente che attendeva da oltre due ore ha afferrato una transenna scagliandola nel piazzale per la rabbia, costringendo la polizia a intervenire per calmarlo. A parte questo gesto isolato i problemi gestionali legati al PalaAngarano sarebbero diversi, evidenziati anche in un tavolo tecnico organizzato dal questore di Vicenza insieme ai vertici del commissariato cittadino, i cui esiti sono stati immediatamente comunicati all’amministrazione comunale. I parcheggi si sono rivelati inadeguati ad accogliere le centinaia di auto dei fruitori del servizio, per lo più anziani, che spesso raggiungono l’impianto accompagnati dai famigliari. Decine le lamentele arrivate dai cittadini che sono stati costretti a parcheggiare l’auto in doppia fila o a molta di-
stanza dal centro. A questo si aggiungono gli incolonnamenti di vetture in accesso alla struttura vaccinale, che hanno prodotto ripercussioni collaterali sulla viabilità. Si è riscontrato inoltre il rischio di problemi per l’accesso delle ambulanze che potrebbero essere chiamate a intervenire d’urgenza in caso di malori o effetti collaterali improvvisi da parte dei pazienti appena vaccinati. Con il parcheggio completamente bloccato dalle auto, spesso posteggiate anche in zone non autorizzate, gli accessi di fatto sarebbero tutt’altro che agili per i mezzi di soccorso. Tutti questi inconvenienti si sono manifestati con la somministrazione giornaliera di circa 6-700 vaccini. Per inizio aprile si punta a raddoppiare le convocazioni e si è capito che la gestione degli
accessi sarebbe impossibile. E allora bisogna cambiare, e pure alla svelta, una struttura che solo dieci giorni fa era stata presentata come perfetta per l’uso. L’alternativa, confermata anche dalla dirigenza dell’Ulss, è stata individuata nel più ampio palazzetto che tra l’altro ha il pregio della vicinanza all’ospedale San Bassiano. Inizialmente l’impianto era stato scartato sia per ragioni “sportive” che per la presenza di scale che potrebbero creare disagi agli ingressi degli utenti. Ci sono però capienti ascensori che collegano le aree di accesso a quelle adibite al centro. La convenzione deve ancora essere siglata, ma la scelta ormai sembra fatta, anche perché i vantaggi di questa opzione sono tutt’altro che trascurabili. Il PalaUbroker, infatti, può
L’internodelPalaAngarano diBassano, dove levaccinazioniproseguiranno finoa Pasqua. FOTOCECCON
IlPalaUbroker destinato a ospitarela campagna. CECCON
contare su capienti parcheggi esterni, su strade di accesso più comode e meno centrali e sull’immediata vicinanza dell’ospedale, che consentirebbe interventi in emergenza più veloci e riassortimenti immediati delle dosi vaccinali nel caso dovessero andare esaurite. Il cambio sarà operativo a partire dal 4 aprile, così da non creare disguidi ai cittadini già convocati al PalaAngarano, i cui inviti restano validi. • © RIPRODUZIONERISERVATA
IL GIORNALE DI VICENZA
4 Primo Piano
Domenica 28 Marzo 2021
IlVenetoelalottaalvirus
ALTROPICCO GIORNALIERO
Altri 31 mila vaccini iniettati in circa 24 ore, dall’altra sera a ieri alle 19,30, per il Veneto, che adesso è salito così a circa 762 mila dosi fatte (oltre l’85% di quelle ricevute). Sono più di 227 mila i cittadini che hanno già ricevuto la seconda dose. Con 435 dosi per 100mila abitanti,èlaregione chehavaccinato dipiùnell’ultimasettimana.
Ieriai veneti iniettate 31 miladosidisiero
Inegativizzati-guaritisono salitiaquota 328 mila
IDATI DELLAPOPOLAZIONEGENERALE EQUELLI DELLAPANDEMIA. A finedicembresiamo scesia 4milioni e 852 milaresidenti.Equasi uno sudieci hapiùdi 80 anni
Eccesso di morti: cifre pari a quelli da Covid InVenetoil2020hachiusoconcirca9miladecessipiù dell’annoprecedente.Quellidelvirusorasono10.500 Ec’èilcalodinascite.Persi27milaabitanti:unacittà I numeri impressionano, perché c’è una corrispondenza chiara. Certo, spetta agli esperti di statistica certificare come stanno esattamente le cose. Ma l’ultimo “bilancio demografico” appena pubblicato dall’Istat con i dati anche di dicembre sulla popolazione del Veneto dice che nei dodici mesi del 2020 rispetto all’anno precedente c’è stato un surplus di mortalità di circa 9 mila vite umane perse in più: quasi 58 mila l’anno scorso, contro quasi 49 mila l’anno prima. E il risultato finale è questo nonostante che nei primi due mesi dell’anno, quel gennaio e febbraio 2020 in cui l’epidemia da coronavirus sembrava ancora una questione cinese, la mortalità veneta fosse calata rispetto alla media dei 5 anni precedenti. Da marzo, invece, è stato tutto un altro racconto. Tragico. Se lasciamo da parte i conti della mortalità generale e andiamo invece a vedere il conteggio dei decessi legati all’infezione da Sars-Cov2, il Veneto ha appena superato quota 10.500. Nei primi dodici mesi di pandemia, dal 21 febbraio 2020 al 21 febbraio 2021, il conto per questa regione dei decessi legati alla pandemia è di 9700 vittime. Stesse cifre. Sembra la risposta più evidente a chi sosteneva che diffondere i dati quotidiani sui lutti legati al SarsCov2 non aveva senso perché la mortalità generale era poco più della stessa degli altri anni. USCIRE DA UNA GUERRA. È il
bilancio di un bollettino di guerra. «Il quadro demografico del nostro Paese - scrive l’Istat nel suo report “L’epidemia accentua la crisi demografica” - ha subìto un profondo cambiamento a causa dell’impatto che il numero di morti da Covid-19 ha prodotto sia in termini quantitativi che geografici. Nel 2020 i decessi in totale ammontano a 746.146, il numero più alto
mai registrato dal secondo dopoguerra». Per il Veneto, come noto, la prima ondata di primavera di un anno fa la mortalità generale aveva registrato “solo” un +19,4%, contro l’abnorme aumento del +111% in Lombardia. Poi però è arrivato il terribile ultimo trimestre dell’anno, la “campagna d’autunno” del virus, che ha portato al +44% di decessi in Veneto. Alla fine, nell’arco dell’anno, siamo a un +19% circa. Un conto drammatico che purtroppo non è finito, anche se la campagna di vaccinazione, più altre armi come gli anticorpi monoclonali, sarà sicuramente quella che porterà il Veneto a uscire dalla guerra via via che immunizza soprattutto i soggetti più a rischio di danni letali da Covid. A ieri sera, come detto, le vittime venete legate all’infezione sono salite a 10.519, delle quali 7.052 sono le persone che hanno perso la vita negli ospedali. Il conto più tragico lo paga di sicuro il Veronese, con 2.417 vite perse: quasi una su quattro del totale. Segue il Vicentino con 1.967 lutti, il Veneziano quasi a 1.800 (ieri sera era a 1.798) e poi il Trevigiano a 1.651 e il Padovano a 1.563. Anche i poco popolati Bellunese e il Polesine pagano un conto alto. IL CALO DELLA POPOLAZIONE.
L’aumento della mortalità si sposa anche all’altro effetto storico che viviamo da ben prima del Covid: il calo delle nascite. Per anni sono stati gli stranieri giunti a vivere qui a sostenere la natalità, adesso non è più così. L’anno scorso le nascite in Veneto sono state in tutto 32.635, cioè circa mille in meno di quelle dell’anno precedente. Non solo: anche il saldo migratorio tra nuovi arrivi e partenze nel 2020 è stato in deficit di circa 1.500 presenze. Morale: il Veneto passa da 4,879 milioni di residenti a 4,852 milioni (e 406 mila sono over80). Abbiamo perso un’intera città da 27 mila abitanti. •
Programmazione subordinata alla disponibilità di dosi di vaccino POPOLAZIONE TARGET
1° DOSE
1941
15 febbraio
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
1940
22 febbraio
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
1939
8 marzo
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
15 marzo
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
1937 e 1932, 1931, 1930
22 marzo
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
1936, 1935, 1934, 1933
29 marzo
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
Achiledosi?
1938 e 1929, 1928, ... 1908
Oltreall’etàe isuper-fragili eccolealtre “categorie”
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Astra Zeneca
SERVIZI ESSENZIALI Personale scuole e Univ.
15 febbraio
Astra Zeneca
1 marzo
Astra Zeneca
FEB 1
8
15
MAR 22
Fibrosi Cistica
22 febbraio
Pfizer-Moderna
Trapiantati (o in lista)
22 febbraio
Pfizer-Moderna
Pazienti oncologici
22 febbraio
Pfizer-Moderna
15 marzo
Pfizer-Moderna
Malattie respiratorie
15 marzo
Pfizer-Moderna
Tutte le altre
22 marzo
Pfizer-Moderna
1942-1946
29 marzo
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
1947-1951
26 aprile
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
5 aprile
Astra Zeneca
1
8
APR 22
29
5
12
19
MAG 26
3
10
17
GIU 24
31
7
14
21
LUG 28
5
12
19
26
SERVIZI ESSENZIALI
CATEGORIA 1
Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
CATEGORIA 2
15
POPOLAZIONE 80+
Pfizer-Moderna
CATEGORIA 1
Talassemia e anemia falc.
Chi può fare il vaccino in Veneto? Nel nuovo Piano del 18 marzo appena pubblicato dalla Regione si ricorda che lo Stato ha suddiviso le priorità in 5 categorie, dopo i sanitari e gli over 80 anni. La prima è la “elevata fragilità e la disabilità”, con un elenco di ben 17 condizioni specifiche di malattia o di condizione di disabilità. Seconda e terza categoria sono le persone di 70-79 anni e 60-69 anni. La quarta categoria è di chi ha meno di 60 anni ma è certificato con più morbilità, non gravi, come malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, cerebrovascolari, autoimmuni, diabete-endocrinopatie, Hiv, insufficienza renale, ipertensione arteriosa, malattia epatica, patologia oncologica. La categoria 5 sono tutti quelli sotto i 60 anni. Ma c’è il sotto-settore delle “altre categorie prioritarie”. Sono il personale scolastico e universitario, docente e non docente. E le forze armate, di polizia e del soccorso pubblico: militari, agenti, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, polizia locale, protezione civile. Poi i Servizi penitenziari: polizia penitenziaria, personale carcerario, detenuti. E infine le Comunità residenziali: socio-Sanitarie, civili, religiose e altre. In parallelo, via alle vaccinazioni nelle aziende con apposito protocollo d’intesa. •
VACCINO Pfizer-Moderna o Astra Zeneca
POPOLAZIONE 80+
L’EGO-HUB
Piero Erle
Ecco il calendario ufficiale dei vaccini pubblicato dalla Regione Veneto
CATEGORIA 2
Fonte: Regione Veneto, delibera 308 del 18 marzo 2021
L’ESAMEDELMINISTEROEIL REPORT DELLAREGIONE. C’è statoun aumentoanche difocolai
Raddoppiatiitamponipositivi maorac’èuncalodiricoveri MENO RICOVERI. Un altro
Sianei repartimediciche nelleterapieintensive(elì non succedeva da un mese) ieriserameno pazienti In 4 settimane è praticamente raddoppiata la percentuale di casi positivi trovata dal Veneto nella valanga di tamponi molecolari e rapidi fatti. Lo certifica la pagella settimanale della Cabina di regìa del Ministero della salute, che come noto è quella più attendibile perché «esclude per quanto possibile tutte le attività di screening e re-testing degli stessi soggetti». Nella settimana dal 15 al 21 febbraio il Ministero aveva individuato per il Veneto poco più del 4% di casi positivi, ma è iniziata la crescita e in quella dal 15 al 21 marzo invece risulta positivo l’8,3% dei tamponi. Va anche detto, peraltro, che il 18 marzo la Regione ha varato un “aggiornamento indicazioni di testing” che ad esempio impone
Untamponeeseguito inun’ambulanza
che non si usino più test rapidi sotto una sensibilità al 90% e una specificità al 97%, e indica che nel caso si usino ancora tamponi rapidi di 1a generazione «è consigliabile confermare la negatività dei test» quando vengono fatti su un paziente con qualche sintomo oppure che sono contatti di un caso positivo. Ma è difficile che questi cambi risultino già nei dati dal 15 al 21 marzo. PIÙ FOCOLAI. Sempre l’esame
del Ministero indica anche che la scorsa settimana i nuovi focolai di virus in Veneto sono saliti a quasi 2.450: erano meno della metà un mese fa. E in 4 settimane si sono anche triplicati i casi di nuovi contagi non collegati ad altri: 3.326. È comunque nettamente diminuito il trend di crescita dei nuovi contagi (12.300 circa nell’ultima settimana, 11.990 nella precedente) è questo è di sicuro un buon segno.
buon segno arriva dal bollettino diffuso ieri sera dalla Regione. I nuovi contagi sono stati 1.792, che non è poco ma una settimana fa erano 700 in più, segno che la trasmissione del virus è in calo grazie alle restrizioni. Anche se va detto che è cresciuto di 635 unità il numero di “positivi attuali”, che ora sono oltre 39.300 dei quali circa 20 mila con sintomi. Ma soprattutto ieri, come era accaduto giovedì, sono scesi i ricoveri Covid negli ospedali. Nei reparti medici ora si + a 1.801, cioè come cinque giorni fa (ieri -21 casi, anche grazie a 54 dimissioni dalle corsie). E c’è da notare che sono scesi di 25 unità gli “attualmente positivi”. Nelle terapie intensive, e non succedeva da un mese, si è scesi di 8 unità a quota 276, dei quali 257 sono i casi attualmente positivi. Mini-segnali che forse anche in Veneto l’ondata frena. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
ILPD REGIONALEALL’ATTACCO. «Non vieneattuatobene il Piano nazionale».Pronte 2iniziative pro-sieroobbligatorio
«Vaccini, questo caos penalizza i deboli» «In5 anninonsi è fatto il Cup unico Medicidibaselasciatinellimbo» «Vaccini, è evidente che in Veneto c’è una confusione, denunciata anche dalle categorie economiche, che di fatto va a penalizzare proprio le fasce di cittadini più deboli che avrebbero diritto a essere protette per prime». Va all’attacco il gruppo regionale del Pd, anche se il capogruppo Giacomo Possamai (e spunta chiara anche una dialettica interna tra i suoi toni e quelli più bellicosi della vice Vanessa Camani) mette le mani
avanti: «Nessuno vuole fare opposizione fine a se stessa, ma il governatore Zaia dovrebbe parlare il linguaggio della verità invece di dire che va tutto bene». È chiaro che la situazione è difficile di per sè, ma per il Pd ci sono alcuni errori di base che hanno portato a questo, come sottolineano anche le consigliere Francesca Zottis e Anna Maria Bigon, mentre Camani senza mezzi termini attacca: «Bisogna dire chiaro
che in Regione non sono capaci di gestirla. Spesso non viene seguito bene il Piano nazionale». Un primo errore madornale, punta il dito il Pd, è stato non aver attuato la decisione proclamata già 5 anni fa di unificare a livello regionale il Cup Centro unico prenotazioni. E si è fatto di peggio: «Esistono Ulss, come la Berica, in cui in realtà non è mai stato unificato il Cup tra le ex aziende di Vicenza e di Arzignano, con difformità di risposte tra l’uno e l’altro. Servirebbe semplicità e organizzazione in un momento già difficile come una vaccinazione di massa, e invece ci
troviamo con 9 Ulss che procedono ognuna per conto suo con evidenti differenze di trattamento delle persone. E in tutta la regione ci sono solo 58 centri vaccinali, con concentrazioni di richieste e disagi. Tutto questo va a scapito soprattutto dei più deboli, come i malati iper-fragili che non trovano risposte nei centri a cui vengono indirizzati». Secondo errore: per carenza di fondi è stata fermata la riorganizzazione dei medici di base di tutto il Veneto in “medicine di gruppo”. «E a distanza di un mese dall’accordo siglato tra Governo e organizzazioni dei medici di base
per le vaccinazioni, qui in Ve- GiacomoPossamai neto è il caos. Qesto anche perché la Regione ha siglato un accordo economico con i sindacati dei medici, scaricando però sulle singole Ulss l’organizzazione reale del servizio. E così sono senza risposta 100 mila persone anziane e invalide che non possono AnnaMariaBigon muoversi da casa e avrebbero bisogno di sicuro di essere ve di carattere politico. Una vaccinate quanto prima. An- mozione perché il Veneto e il che perché molti di loro non governatore Zaia «sostengaposso fare il vaccino AstraZe- no nella Conferenza Staneca, sconsigliato in caso di to-Regioni l’obbligo di vaccifragilità: bisognava coinvol- no anti-Covid per chi lavora gere fin dall’inizio i medici nel campo sanitario e sociosanello stabilire cosa fare». nitario». E un progetto di legIl Pd annuncia due iniziati- ge per una cultura pro-vacci-
FrancescaZottis
VanessaCamani
ni che ad esempio obblighi tutte le realtà scolastiche e sociali che ricevono contributi dalla Regione, e operano a contatto con minori o soggetti deboli, a comunicare quanti dei loro operatori si sono vaccinati anti-Covid. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA