LA COMUNICAZIONE … IL PERCORSO NEL TEMPO

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SIMONETTA FEDELE DOCENTE DI LETTERE

LA COMUNICAZIONE … IL PERCORSO NEL TEMPO 4 MARZO 2017


�Nascita e sviluppo della comunicazione di informazioni e di idee: il giornale, come nasce, come vive�.


Comunicare: trasmettere e ricevere informazioni e messaggi. Origine etimologica dal latino communis, “che appartiene a tutti�- mettere in comune.


‌processo determinante per l’ uomo, evoluzione e progresso oltre al bisogno vitale di mettersi in relazione con i suoi simili.


…dapprima ha fissato le informazioni con gesti e suoni, poi con i graffiti, messaggi disegnati; la trasmissione orale delle conoscenze, tramandate da padre in figlio, si è avuta con il linguaggio svilupptosi in seguito … tappe fondamentali…


Nei pittogrammi il disegno corrisponde ad un discorso: le pitture rupestri raccontano scene di vita quotidiana.


Su alcuni dei tori e bisonti dipinti sono visibili i segni lasciati da vere frecce. Si può pensare che le pitture rupestri fossero come delle tavole didattiche



Le testimonianze di comunicazione datate 50.000/ 10.000 anni a.C. (utensili di osso, sculture, dipinti rupestri ecc.), sono state interpretate dai primi archeologi come tentativo dei preistorici di usare simboli per registrare informazioni sull’ambiente naturale in cui vivevano, per dare consistenza ai propri concetti… prime testimonianze di scrittura…

VERSO LA SCRITTURA…



‌la scrittura, primo passo importante della comunicazione che l’uomo ha sviluppato. finisce la Preistoria, inizia la Storia.


‌sistemi di scrittura inventati autonomamente da altre civiltà , in tempi diversi e in diverse zone: i geroglifici egiziani (3000 a.C.) come la scrittura indiana, mentre gli Aztechi svilupparono la loro scrittura solo nel 1400 d.C.



LO SCRIBA SCRIVEVA CON LE GAMBE INCROCIATE E PORTAVA SEMPRE CON SE': PAPIRO, TAVOLETTA CON PENNELLI, PORTAINCHIOSTRO, UN MORTAIO, UN FIASCO CON DELL'ACQUA E UNO STRACCIO.



‌i simboli usati per rappresentare le prime sillabe della parola, fanno sviluppare la scrittura fonetica alfabetica in cui i simboli stessi rappresentavano i singoli suoni‌


‌immaginate di essere

minatori che intorno al XIX secolo a.C. lavoravano per gli egizi in miniere di turchese. Vedete spesso dei geroglifici, sapete che sono una scrittura, ma non li sapete leggere, voi parlate una lingua semitica, diversa da quella degli egizi. Volete tracciare delle iscrizioni votive agli dèi perchÊ vi proteggano nel vostro lavoro pericoloso, ma non sapete come fare.

La scrittura alfabetica fenicia


Osservando i geroglifici, vi viene l'idea di usare alcuni di questi simboli per indicare i suoni. Ogni figura indicherà il primo suono del suo nome (acrofonia). Per esempio la testa del bue o del toro (in semitico “alpu”) indica la A (muso orientato verso l'alto, le corna verso il basso), la pianta della casa (in semitico “betu”) indica la b, il palmo della mano (“kappu”) la k, l'acqua (“mayyuma”) indica la m …



…sistema di scrittura con soli 22 segni, semplice, può essere imparata da chiunque, non richiede anni di scuola come per imparare le complesse scritture cuneiforme e geroglifica. I segni usati furono chiamati lettere, l'insieme delle lettere, alfabeto e le scritture che usano segni di questo tipo (acrofonici), vennero definite alfabetiche.

I fenici inventano l’alfabeto…

La stele di Nora, Cagliari, antiche iscrizioni in alfabeto fenicio


Tra i primi popoli a ricevere l'alfabeto fenicio furono i greci, Diffusione geograficamente vicini, in dell‘ alfabeto fenicio commercio attivo con loro e con le altre popolazioni Mediterranee. Essi riconoscevano la derivazione fenicia del loro alfabeto e chiamavano i suoi segni Phoinikeia GrĂ mata, lettere fenicie. Le prime testimonianze della scrittura fenicia risalgono al XII e all' XI secolo a.C., la sua trasmissione ai greci sembra risalire all'VIII secolo a.C.



La lingua fenicia era semitica (degli arabi e degli ebrei) e l'alfabeto rappresentava solo consonanti sufficienti per interpretare correttamente un testo. Durante la lettura, il contesto riduce le ambiguitĂ e si aggiungono piccoli segni per indicare le vocali. Con la lingua greca antica, come in tutte le lingue indoeuropee, non era possibile scrivere usando solo consonanti: si sarebbe incorsi in una eccessive ambiguitĂ . .



Posti di fronte a questo problema, i greci adattarono alle loro esigenze alcune lettere dell'alfabeto fenicio di suono simile a vocali greche, introducendo quindi nell'alfabeto e nella scrittura, l'uso delle vocali.



Prime testimonianze di brevi scritture in Italia risalgono anch'esse all'VIII secolo, ma soltanto verso il 700 a.C. le iscrizioni etrusche si fecero numerose. Anche gli etruschi adattarono l'alfabeto greco alla propria lingua, compiendo modifiche anche nella forma dei segni.


Successivamente, l'alfabeto etrusco passò ai latini che lo modificarono. L'alfabeto latino venne poi esportato a tutti i paesi dell'impero romano, ma le regioni orientali mantennero l'uso dell'alfabeto greco


Lettere maiuscole


DIVERSITA’ NEI SIMBOLI ALFABETO…

DELL’

I simboli che rappresentano l’alfabeto latino sono fonogrammi, rappresentano un suono (non sono oggetti o idee); altri sono logografici (cinesi, maya, antico egizio), altri pittograficosillabici (giapponesi), altri consonantici (arabi, ebraici), sillabici (sanscrito, hindi), ecc.


Inizialmente, l'alfabeto latino consisteva delle sole lettere maiuscole (24), ma con l'uso si sviluppò una scrittura corsiva e nel M.E. dalla scrittura corsiva derivarono diverse scritture minuscole che ai tempi di Carlo Magno trovarono compimento unitario, nella nitida scrittura minuscola carolina.


I monaci Cluniacensi vi introdussero ben presto la liturgia romana, insieme con numerosi libri copiati in minuscola carolina che servirono da modello agli amanuensi spagnoli.


Dopo una lunga transizione, una forma più compatta e veloce della scrittura carolina originò lo stile di scrittura “gotico antico” (o “protogotico”, XI–XIII sec.). Dall’inizio del XIII sec. il gotico antico si evolse in calligrafia “textura” (o “littera moderna”), la quale, per la sua meticolosa regolarità di spaziatura ed altezza dei caratteri, la sua compattezza e l’ uso di abbreviazioni, permetteva di eseguire un lavoro veloce oltre ad un risparmio di costoso materiale.


Il nascente mecenatismo, l’accesso alla cultura delle fasce di popolazione più ricche, l’istituzione delle prime università, l’ aumento di richiesta di testi, favorì l’uso della “textura” che omogeneizzava le differenze calligrafiche di un lavoro di copiatura eseguito spesso da diversi scrivani per uno stesso manoscritto.


Versioni più sciolte e veloci (“corsive”) della “textura” si utilizzavano per i lavori più correnti, distinguendosi, con il nascere degli stati nazionali, da regione a regione: sono le cosiddette scritture “bastarde”, la cancelleresca, la rotonda (una “textura” meno spigolosa e più aperta).


La “textura” e tutte le sue derivazioni “corsive” e regionali sono definite “gotiche”, e gotica è la tendenza artistica che si sviluppò in tutta Europa dal XIII al XV sec., con le sue caratteristiche di ricerca di luce e colore, di elementi decorativi carichi di simbologie, di gusto per il bizzarro ed il fantastico, che si rispecchia anche nelle miniature e nei margini dei manoscritti, con caratterizzazione di stile ed influenze reciproche da stato a stato.


Il termine “gotico” fu in realtà un aggettivo dispregiativo (gotico=barbaro), attribuito a queste tendenze artistiche (che nulla avevano a che fare realmente con i Goti, popolazioni che si infiltrarono entro i confini occidentali dell’impero romano quasi mille anni prima della fioritura del “gotico”) dagli Umanisti italiani del XV secolo, i quali riscoprirono e rivalutarono i valori della cultura classica, mai dimenticati in Italia, sviluppandoli in uno stile proprio in ogni aspetto della cultura e dell’arte (“Rinascimento”).


Nel frattempo ECCO il Libro a stampa con il sistema della XILOGRAFIA (riproduzione di libri introdotto in Germania, seconda metĂ del Quattrocento). Si utilizzavano matrici in legno duro incise a rilievo o a incasso, poi inchiostrate e impresse su carta o pergamena. Tecnica utilizzata soprattutto per operette brevi causa dei limiti tecnici: stampini difficili da realizzare con incisione, rapida usura del legno.


LA XILOGRAFIA usata giĂ dai Romani mediante rudimentali punzoni in legno per contrassegnare le stoffe. Secondo alcune fonti, intorno al 1040 il cinese Pi-Cheng avrebbe realizzato un primo esempio di libro a stampa xilografica.


In Europa l'uso sistematico della tecnica xilografica viene introdotto nel XIII secolo per la stampa dei tessuti, per la produzione di immagini religiose, di carte da gioco e illustrazioni di vario genere Un calendario a tabella, xilografia.


La xilografia europea all’inizio del 400 in Germania, Paesi Bassi e Francia, venne utilizzata per la produzione di libri illustrati: testo e

illustrazioni erano incisi a mano, ogni pagina stampata da un unico blocco.

“Il libro dei pianeti“ – Basilea, 1460 circa.


‌raccolta di immagini e testo, con semplici didascalie, istruiva un pubblico analfabeta su insegnamenti morali/ religiosi contenuti nella Bibbia. Non erano libri ad uso popolare perchÊ il popolo non poteva nÊ leggerli nÊ acquistarli, ma servivano ai predicatori, i quali, aprendoli nel punto corrispondente alla liturgia del giorno, trovavano in questo prezioso strumento tutto quello che occorreva per la retorica della predicazione.


Con Gutenberg (1455) viene applicato il metodo di produzione libraria più veloce ed economico: stampa a caratteri mobili. Tecnica come modello per i “punzoni” dei caratteri in uso: “gotico” in Germania (dove i libri saranno stampati in caratteri “gotici” fino al 1940), “umanistica” in Italia.

Inizio della tecnica della stampa moderna.


A Gutenberg si deve l’introduzione del processo industriale: -i caratteri mobili forgiati in metallo tenero e fondibile ottenuti in rilievo da una matrice, -il processo di composizione con le relative attrezzature, -la macchina da stampa o torchio. La stampa in rilievo era già utilizzata dai Sumeri, che facevano ruotare dei cilindri sopra i documenti ufficiali, nonchÊ dai Cinesi, che riportavano disegni su tessuto mediante matrici di legno incise a rilievo.


…sul compositoio

(torchio) si allineano i singoli caratteri, per risolvere il problema dell'allineamento delle lettere, che nelle opere di Gutenberg è già perfetto. Il suo livello tecnico si può riscontrare nella stampa della Bibbia in latino (1456).




Sulla vita di Giovanni Gensfleisch, detto Gutenberg (dal nome del villaggio presso Magonza dove nacque) l’ uomo che con l’ uso di caratteri mobili ha cambiato il mondo, notizie scarse. Magonza, città piccola ma importante, governata da un arcivescovo, uno dei sette principi elettori. La sua, una ricca famiglia patrizia, probabilmente da giovane imparò il mestiere dell'orafo.


Tra i pochi dati certi sappiamo che si trova a Magonza tra il 1448 e il 1454, dove costituisce una Societas con il banchiere Johann Fust e che gli garantisce un sostegno economico, e Peter Schรถffer, calligrafo e incisore.


Da questa società nasce la stampa della Bibbia che messa in vendita a Francoforte nel 1455, suscita l’entusiasmo di Enea Silvio Piccolomini. Il raffinato umanista sembra non accorgersi che questa splendida Bibbia, che si può leggere “senza fatica e senza occhiali”, non è un manoscritto: tanta doveva essere stata la cura di Gutenberg nel riprodurne esattamente le caratteristiche.


…la sorte del libro manoscritto era segnata: Riforma e controriforma, con i precetti di austerità, rifiuto del futile e del lusso, produssero effetti sull’arte miniatoria. Con la realizzazione a stampa dei libri, la scrittura smise di evolversi, e si “congelò” nella forma umanistica nei blocchetti di legno…


…poi

di piombo, mantenendo l’identico aspetto nei libri stampati attuali e nei programmi di videoscrittura. Traccia di un illustre passato è data dalle inconsapevoli abbreviazioni, tra le tante largamente in uso nel medioevo – &, @, - che usiamo ancora oggi !!!


Come si arriva al libro? le tappe del processo di nascita ed evoluzione del libro nella forma che noi oggi conosciamo Rotolo o volumen


Byblos e papyros… per indicare la pianta di papiro e il supporto scrittorio, i Greci utilizzavano due termini: il più antico béublos (byblos), citato d Erodoto, derivato dalla città fenicia di Byblos, importante per la diffusione della carta di papiro dall’Egitto al resto del Mediterraneo ed all’Oriente. In epoca ellenistica si affermò péapauros (papyros)…


papiro‌ pianta che cresce lungo le rive del Nilo: cyperus papyrus, dalle cui fibre si ricava il supporto per millenni utilizzato per la scrittura. In molte lingue europee oggi il termine carta presenta affinità col termine papiro: papier in francese; paper in inglese; papel in spagnolo; Papier in tedesco.


Uno dei nomi greci della pianta, byblos ha evidenti nessi nella composizione di parole relative al libro ed al suo mondo: biblioteca, bibliofilia, bibliografia, biblioteconomia‌


Fogli di questa carta (circa 20) venivano incollati l’uno accanto all’altro per formare una lunga striscia, poi arrotolata: volumen. La scrittura era disposta, nel senso della maggiore larghezza del rotolo, in colonne uniformi scritte le une accanto alle altre, il rotolo si leggeva avvolgendolo orizzontalmente. La faccia, su cui le fibre a strisce di papiro erano parallele alla scrittura, veniva detto “recto”, la faccia opposta “verso”.

Il rotolo o volumen


…più fogli di papiro …il volumen, il libro per antonomasia dell’antichità classica nel mondo greco e romano...


…..dove la sua adozione fu più tarda, favorita dall’introduzione della cultura greca e dall’arrivo – come bottini di guerra – di intere biblioteche dall’Oriente ellenistico


La biblioteca - PiĂš rotoli insieme venivamo custoditi in posizione verticale in una scatola cilindrica, chiusa da coperchio e munita di una cinghia infilata in anelli per il trasporto Tale scatola era detta capsa o bibliotheca .La piĂš antica bibliotheca venne rinvenuta ad Ercolano tra il 1752 e il 1754: oltre mille papiri, con rotoli greci e latini .


Dal papiro alla pergamena…

Un’ ingegnosa invenzione del Medioevo… gli Exultet I rotoli di Exultet sono rotoli liturgici contenenti la preghiera per la benedizione del cero pasquale recitata dal diacono durante la cerimonia del Sabato Santo che ha inizio appunto con la parola che li definisce. Rotoli di tipologia particolare in quanto presentano delle novità…


-per materia: non più realizzati con il papiro, ma con l’allora più comune pergamena. -Per fattura: fogli non più incollati, ma cuciti . -Per confezione: l’avvolgimento dei rotoli è in senso verticale. -Per ‘veste grafica’ (diremmo oggi): compaiono le illustrazioni in abbinamento al testo.


…IL TERMINE LIBRO… Liber (lat.)= pellicola di albero compresa tra corteccia esterna e il legno, ovvero un primo supporto scrittorio (scrivere da skrb, radice indoeuropea= grattare, inci-dere, tracciare segni su un supporto). Dall'uso antichissimo di scrivere sulla corteccia d'albero, ed esattamente sulla sua faccia interna, si vorrebbe far derivare la parola moderna “libro”. S.Isidoro così nelle “Origini” :liber est interior tunica corticis quae ligno cohaeret, in qua antiqui scribebant”.


Come sappiamo i Romani ne traevano le tavolette cosparse di cera usate per scrivere lettere, appunti e i compiti di scuola dei ragazzi. Oggi usiamo il “libro� per trarne la cellulosa che occorre per fabbricare la carta


E dei CODICI, supporto da sfogliare come un LIBRO, che ne sappiamo? 65


Il termine latino codex deriva da caudex (ceppo, tronco di albero) e significa, per metonimia, "tavoletta per scrivere": l’etimologia conserva cosÏ la traccia del passaggio dal volumen al codex, (tra il I secolo e la fine del IV). I Romani, che utilizzavano delle tavolette di legno ricoperte di cera per gli scritti della vita quotidiana, legarono insieme diverse tavolette (circa una decina) tramite un foglio o delle corregge di pergamena incollate sul bordo maggiore.


Pratica forma per veicolare i testi: IL CODICE supporto a ‘pagine’, da sfogliare e non da svolgere, precursore del libro moderno .


Di codici tracce già nell’antichità, ma solo latina: i libri ‘a soffietto’ di tela di lino, i ‘libri lintei’ del popolo etrusco, fino ad arrivare ai ‘libri lignei’ (codex, termine latino per indicare più tavolette-lamine di legni particolari congiunte per mezzo di un filo passante attraverso fori) . La transizione al nuovo supporto e la sua definitiva affermazione si completerà nel corso del IV secolo.


QUINDI FOGLI in PERGAMENA piegati e riuniti in fascicoli, poi cuciti lungo la linea di piegatura. Ogni fascicolo che compone il CODICE assume la denominazione del ‘cardinale’ dei fogli in cui il fascicolo stesso è piegato e quindi suddiviso: duerno, terno, quaderno, quinterno.

LAVORAZIONE DELLE PELLI PER PERGAMENA


Una curiosità: “è stato calcolato che per l’allestimento di un codice di media grandezza e media consistenza (150 carte di mm 240x160) fossero necessari 12 animali e ben 500 ne sarebbero stati utilizzati per la confezione della celeberrima Bibbia Amiatina)”…



‌da un esemplare, proveniente dal Vivarium di Cassiodoro, l'abate dei monasteri di Wearmouth e di Jarrow in Northumbria (Inghilterra nordorientale), Ceolfrith fece eseguire tre copie, delle quali la Bibbia Amiatina è l'unica sopravvissuta intera.


Scritto fra la fine del VII e gli inizi dell'VIII secolo da almeno 7 o forse 8 copisti, ha dimensioni eccezionali: composto di 1029 carte membranacee, misura mm 540 x 335 e pesa circa 50 chili. Il suo straordinario interesse deriva soprattutto dall'essere il piĂš antico testimone completo della Bibbia nella sua versione latina.


Portato a Roma in dono a papa Gregorio II, intorno al sec. XI, il codice pervenne al monastero di San Salvatore sul Monte Amiata dove rimase per sette secoli dopo breve soggiorno a Roma, qui fu collazionato dalla Commissione incaricata dell'edizione sistina della Bibbia (1590).


Conservato nell'armadio delle reliquie del monastero Amiatino, nel 1784 fu assegnato alla Biblioteca Laurenziana dove i Medici e i Lorena concentrarono i piÚ importanti testimoni librari della cultura occidentale in loro possesso. La struttura imponente del codice, l’ età , il pregio delle grandi miniature (come quella raffigurante Esdra che ricopia le Sacre Scritture), hanno imposto una rigorosa conservazione per mantenerla in ottime condizioni. Ma queste caratteristiche rendono difficili consultazione, esposizione e realizzazione di una riproduzione fedele del manoscritto.


…LA PERGAMENA dal VII sec. si adoperò anche per documenti ufficiali e privati. ESSA era tanto più pregiata quanto più liscia e morbida la pelle con cui era preparata.


Le migliori qualitĂ erano prodotte da pelli di vitelli o di agnelli di pochi giorni, e con la tenera pelle di animali nati morti (vellum). Per il prezzo elevato per l'uso corrente si ricorreva a fogli di qualitĂ piĂš scadente da pelli di animali adulti e con procedimento meno accurato


Per documenti piĂš solenni il vellum era immerso in un bagno di porpora e i testi scritti in oro o in argento: i piĂš famosi fra questi codici sono il Codex purpureus di Rossano (Cosenza), contenente una traduzione greca dei Salmi.


A partire dai secc. XII - XIII, con l'introduzione in Europa della carta di stracci e alla scoperta della stampa, la pergamena cadde in disuso, fino a essere riservata quasi esclusivamente a miniature, diplomi e anche ad alcune edizioni di lusso e alla rilegatura di libri di pregio.


Pergamena (gr. pergamene, da Pιrgamon, Pergamo (città dell’ Asia Minore dove oggi sorge la città di Bergama dove ebbe origine, "pelle di Pergamo”). Pelle d'animale (agnello, montone, asino, puledro, vitello, maiale) sottoposta a lavorazione: viene depilata e trattata in calcinaio, lavata con sostanze sbiancanti, o per renderla lucida, a seconda degli usi.


L'uso della PERGAMENA fu introdotto da Eumene II re di Pergamo (197159 circa a.C.), dopo la proibizione di esportare il papiro da parte del re d'Egitto Tolomeo V Epifane. La pergamena risultava piÚ robusta del foglio di papiro e aveva il vantaggio di poter essere scritta da entrambe le parti. Il papiro comunque fu usato per vari secoli e progressivamente sostituito dalla pergamena dal III IV sec., quando si diffuse il codex, le cui pagine erano appunto scritte su entrambe le facce.


‌.MA PAPIRO, PERGAMENA avevano il difetto di essere molto costosi e producibili solo su scala limitata. Ben si comprende pertanto come la comunicazione e l'odierna diffusione della cultura e delle informazioni (oltre alle numerose altre attività economiche, commerciali, politiche o della vita pratica) sarebbero inconcepibili senza l'invenzione della carta, la quale divide il merito con la complementare invenzione della stampa a caratteri mobili.


I cinesi, primi costruttori della carta: sia dagli stracci, sia dalla scorza degli alberi, sia dai germogli di bambĂš. Dalla Cina si diffuse, sia pur lentamente, verso Levante e verso Occidente. Il primo paese “beneficiarioâ€? fu il Giappone (VI secolo d.C.) che divenne abilissimo fabbricante di carta: si otteneva soprattutto dalla parte bianca -lavata, cotta e trasformata in pasta- della corteccia di gelso.



…produrre la carta in Spagna e in Italia intorno al 1000 d.C. con l’arrivo degli Arabi che ne perfezionarono la fabbricazione riguardo la composizione del materiale e grazie alla loro conoscenza delle tecniche idrauliche. La ruota dentata permise di trasformare il moto circolare continuo in moto alternato, grazie al peso di un utensile o a una molla. La lentezza di diffusione fu compensata dalla rapidità con cui la fabbricazione della carta si diffuse nel nostro continente e dai notevoli progressi tecnici apportati dai cartai europei, sotto lo stimolo di una civiltà più pratica, più dinamica, più innovatrice di quelle orientali, essenzialmente contemplative, statiche e conservatrici.



Fabriano In Italia numerose cartiere, tra le altre, quelle di Fabriano, in documenti fabrianesi- 1283, scritti su una carta di fabbricazione locale che testimonia l'elevatissimo livello tecnico raggiunto in quel periodo. Cartiere esistevano allora anche a Prato, ad Amalfi, a Venezia, a Cividale del Friuli e in altri comuni.


I cartai italiani perfezionarono la produzione con la meccanizzazione della molitura degli stracci, prima eseguita manualmente, introdussero la collatura dei fogli con gelatina animale (anzichĂŠ con colle e succhi vegetali), crearono e regolamentarono i diversi tipi e formati di carta e introdussero nella fabbricazione della carta la “filigranaturaâ€? dei fogli.


La stampa e la produzione massiccia della carta sono figlie del tempo‌


…l’apparizione e la diffusione del libro a stampa determinano diverse rivoluzioni che originano l’età moderna, accanto alla scoperta dell’America: •il passaggio dal corsivo a mano al carattere di stampa porta ad una formalizzazione e standardizzazione della lingua scritta che si rivela decisiva per la definizione delle lingue nazionali


quantitativo della produzione •l’aumento libraria e della sua circolazione, anche al di fuori degli ambiti accademici e religiosi, facilita un accesso individuale e libero alla cultura come la diffusione del movimento di Riforma religiosa: il rapporto tra stampa e Riforma è duplice poiché fornisce un mezzo di comunicazione più rapido ed efficace ed amplia la circolazione libraria predisponendo un ambiente culturale più favorevole ad un’appropriazione individuale delle verità religiose o scientifiche


•il sorgere di una nuova autorità, più diffusa ed influente, della lingua scritta rispetto a quella parlata


La rivoluzione della stampa rimane a lungo una rivoluzione inavvertita e la sua invenzione precorre i tempi dell’alfabetizzazione di massa anche se le ricadute sociali delle rivoluzioni del libro rimangono a lungo circoscritte alle Êlite colte. Solo con l’800 la società civile si impadronisce del mondo delle comunicazioni ed il ritmo del progresso tecnico diventa vertiginoso.


Qual è stato il primo giornale della storia? Quando sono nati i giornali? Gli acta diurna (cioè “decisioni del giorno”), affissi nel Foro romano e in altri luoghi pubblici a partire dal 59 a.C. Secondo lo storico Svetonio informavano la gente sui grandi avvenimenti politici e privati, l’emanazione di nuove leggi e così via.


La parola giornale si è formata dall’ aggettivo latino

DIURNUS (DIURNALE). In origine giornale era un aggettivo, significava giornaliero, del giorno, quotidiano: la spesa del giorno si chiamava spesa giornale. Questo significato è scomparso alla fine del Settecento. Altri significati antichi invece si sono conservati.


Nel Medio Evo, poichĂŠ pochissimi sapevano leggere, la circolazione delle informazioni era affidata ai banditori, incaricati di gridare agli angoli delle strade il testo di particolari ordinamenti, e soltanto con la stampa si arriverĂ alla nascita di notiziari, fogli economici e avvisi non periodici ma stampati ogni volta che si voleva far conoscere qualche notizia importante come anche i “notiziariâ€? delle compagnie di navigazione.

Giornali vocali


Il primo quotidiano impostato in modo relativamente moderno, Lipsia- primo luglio 1650: pubblicato da Timotheus Ritzsch, Leipziger Zeitung tradotto: “Notizie fresche degli affari della guerra e del mondo”. All’epoca era letto dalle classi borghesi e aristocratiche. Fino al 1921


Gli antenati degli odierni giornali, conosciuti in Francia con il nome canard (dal francese "anatra", per traslato, riferendosi allo starnazzare dell'animale apparentemente immotivato e petulante, venne ad assumere il significato di falsa notizia), iniziarono a circolare, soprattutto tra commercianti, mercanti e banchieri, verso il finire del '400.


…notizie sulla situazione economica, politica, militare e su usanze, costumi e tendenze, con contenuti anche "umanistici" e culturali. Forte l’ espansione nella prima metà del '500. Mancavano di una periodicità regolare, ma rappresentavano un interesse crescente per la diffusione e lo scambio di informazioni e notizie.


In Francia prima delle Gazette, le informazioni sui fatti di attualitĂ di solito venivano diffuse attraverso fogli scritti a mano (nouvelles Ă la main), come si faceva nel resto d'Europa


Il successo delle “gazzette” nell’Europa del XVIII° secolo nasce dal continuo dialogo con i lettori. Anche se per la maggior parte giornali economici o politici, l’obbiettivo era essere aggiornati prima dei propri concorrenti. E quando nel 1631 in Francia nasce la “Gazette”, fondata da Théophraste Renaudot: “la gazzetta – si legge nel primo numero – si limita a riferire le voci che corrono”. Un segnale di ciò che si sarebbe consolidato in seguito.


Nel 1631 il Cardinale Richelieu, che governò la Francia insieme con Luigi XIII dal 1630 al 1643, decide la fondazione di questo giornale di informazione ufficiale, La Gazette de France, rivista settimanale. Il fondatore era medico di re Luigi XIII. Cessò le pubblicazioni nel 1915.


Nel 1665 il 7 novembre usciva il primo numero de “La London Gazette” che esiste ancora. Il più antico giornale britannico, è pubblicata per la prima volta con il nome di Oxford Gazette. A fondarla, durante la Restaurazione inglese, è il giornalista parlamentare Henry Muddiman, redattore del Parliamentary Intelligencer, l’organo ufficiale del Long Parliament.


…mantiene l’originaria impostazione editoriale che è quella di dare le notizie ufficiali provenienti da fonti istituzionali. A questo è dovuto il nome della testata originaria che vide la luce nel periodo in cui la corte reale si era rifugiata a Oxford a causa della peste di Londra.


…al termine dell’epidemia, e quindi al ritorno della corte al Palazzo di Whitehall, la redazione del giornale non era disposta a interrompere le pubblicazioni, dato anche il successo che registrava durante quegli anni. Così, semplicemente cambiando nome – da Oxford Gazette a London Gazette


Nel mondo anglosassone, i primi predecessori del giornale moderno furono i cosiddetti corantos, opuscoli che raccoglievano notizie riguardanti solo determinati eventi degni di rilievo. Ma fu solo nel 1702 che nasce a Londra il primo vero quotidiano: The Daily Courant.


In Italia La Gazzetta di Mantova (in origine titolo di un giornale di Venezia dell’inizio del sec. 17°, La gazeta dele novità, così detta perché costava una gazzetta, moneta dal peso di circa Grammi 0,78 e del valore di 2 Soldi), rintraccia le sue origini fino a un avviso che usciva alla corte di Mantova a partire dal 1664. GIORNALE PIU’ ANTICO-


Il primo grande boom nel senso del giornale moderno per un pubblico di massa avviene in Inghilterra nel ‘700: il Tatler, fondato nel 1709 da Richard Steele‌.


e lo Spectator, fondato nel 1711 dal politico, scrittore e drammaturgo Joseph Addison (in collaborazione con lo stesso Steele) sono i primi due esempi concreti di giornalismo moderno e di massa.


Leggiamo nel primo numero del Tatler: “Non fogli di notizie, ma un giornale che riporterà ciò che si dice nei caffè di Londra”. Ciò caratterizza un modo di intendere il giornalismo come “una grande conversazione fra chi scrive e chi legge”. Esattamente (o quasi) come i blog odierni.


LA LIBERTA’ DI STAMPA… Stati Uniti il primo giornale riuscito fu il bollettino di Boston (1704), stampa pieno sviluppo rispetto all’Europa grazie al Primo Emendamento della carta costituzionale….un grado notevole di libertà di stampa…


….....IL GIORNALISMO MODERNO una grande conversazione fra chi scrive e chi legge”


…. l'avvenimento che ha messo a soqquadro il mondo della stampa ed una vera e propria rivoluzione comunicativa…1830… l’avvento della penny press, primo giornale inteso in senso moderno…vera rivoluzione comunicativa. Venduto nelle piazze dagli strilloni…ad un penny ( un centesimo di dollaro)…


‌un modello di stampato informativo che si prestava a divenire uno strumento rivolto al cittadino comune, la cui paga giornaliera era intorno agli ottanta cent e non poteva sostenere il costo di sei centesimi dei giornali venduti mediante abbonamento.


Il primo esempio di penny press nella storia del giornalismo americano fu il newyorkese “The Sun”. Successo immediato: il nuovo giornale in quattro mesi arriva a cinquemila copie…


… piccolo formato, quattro pagine su tre colonne, costi contenuti grazie all’uso di una macchina piano-cilindrica mossa a mano e capace di stampare circa 200 esemplari l’ora. Il sottotitolo del giornale dichiara “It shines for all” (Spende per tutti) e condensa il proposito di una stampa popolare, non solo nel prezzo ma anche nel contenuto


New York Tribune (1859) primo ad inaugurare un nuovo genere giornalistico: l’intervista, ora si può provocare l’evento giornalistico... Lo stesso giornale inaugurerà le edizioni straordinarie in occasione di eventi rilevanti dedicando anche ampio spazio alla cronaca nera, all’informazione economica e sportiva. SUCCESSO IMMEDIATO


‌. importanti cambiamenti all’interno del mondo giornalistico: la crescente presenza della pubblicità , che finisce ad un certo punto per entrare negli stessi articoli di cronaca, la selezione delle notizie secondo la loro natura non piÚ necessariamente politicizzata


Il giornalismo italiano compirĂ sensibili progressi nel periodo successivo alla rivoluzione francese, grazie all'ampliamento dei temi trattati e in pieno risorgimento, nasceranno i primi grandi organi di stampa. La Nazione nel 1859, il Corriere della Sera 1876.


17 marzo 1861, proclamazione a Torino del Regno d’Italia, nel giugno la morte di Cavour. Nel periodo in cui si compie l’unificazione nazionale (1859-1870), l’Italia un paese essenzialmente agricolo, con disparità tra l’agricoltura del Nord e quella delle altre regioni. L’industria ancora debole, circoscritta a Lombardia e Piemonte. Le differenze sociali sono. Progressivamente diminuisce l’analfabetismo anche grazie alla diffusione del giornalismo


In tutta la penisola si diffondono i principi liberali sanciti dallo Statuto Albertino e dall’Editto sulla stampa; si alimenta la lotta politica con la produzione di nuovi giornali. A Milano: “La Gazzetta di Milano”, “La Lombardia”, “Il Pungolo” e “La Perseveranza”


La scena del giornalismo peggiora con il trasferimento della capitale a Firenze Vi è l’ascesa del quotidiano “La Nazione” . A Napoli de “Il Roma” e a Palermo, dopo l’arrivo delle camicie rosse , “Il Giornale di Sicilia”. A Roma continua la sua diffusione “L’Osservatore Romano”, ancora oggi voce ufficiale della Santa sede. È un periodo questo che vede il primato assoluto del “Petit Journal” di Parigi.


Il “Secolo”, Milano 1866, costa 5 centesimi con quattro pagine suddivise in cinque colonne, ricco e tempestivo nell’informazione. “Il Secolo” segue puntuale tutti gli avvenimenti. È il 1870 quando nasce la prima concessionaria della pubblicità…


Con la Breccia di Porta Pia, Roma- 1870-, le truppe italiane del generale Cadorna entrano in città, che diventa capitale del Regno d’Italia: è un episodio importante della storia che viene raccontato dal primo numero de “La Capitale”


1871, il giornalismo comincia a formarsi e a muovere l’anima del giornalismo sono sempre le battaglie politiche tra la Sinistra e la Destra, (1876 – Milano il “Corriere della Sera”)


ALTRI QUOTIDIANI… A Roma sta crescendo “Il Messaggero”, lanciato nel 1878, Il Resto del Carlino” di Bologna di piccolo formato (2 cent) come foglio locale, “Il Secolo XIX” compare a Genova nel 1886, collegamento con le forze economiche della borghesia industriale ed agraria.:


IL NOVECENTO Prospettive di progresso civile, sociale ed economico LA GRANDE GUERRA con la censura L’AVVENTO DEL FASCISMO imitazione della libertà di stampa. LA STAMPA DELLA RESISTENZA la stampa, spesso clandestina, che aveva cadenza quindicinale IL DOPOGUERRA: le autorizzazioni necessarie giornali

per stampare i

Nella seconda metà del 1945 escono molti giornali, 1948 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola”, Nascono le prime concentrazioni: “Il Resto del Carlino” nel 1952 rileva “ La Nazione”, famoso quotidiano fiorentino. Confindustria acquista “Sole” e “24 Ore”


ANNI 50 - 60 Rotocalchi soddisfano l’aspirazione ad un’esistenza di benessere. ANNI ’70 UN GIORNALISMO D’ATTACCO


ANNI

80 – 90…..OGGI STAMPA-TV

Le reti televisive commerciali, la legge per l’editoria, fornisce maggiori fondi economici, salva molti quotidiani, consente di compiere le indispensabili riconversioni tecnologiche


PREVISIONI • Secondo alcuni sociologi, entro i primi 50 anni del XXI secolo l’informazione cartacea sparirà. • Rimarranno solo i libri, seppur venduti in misura minore, perché continuano ad essere un supporto migliore per lo studio.


Ma la credibilità ed imparzialità , la presentazione di alcuni editori corrisponde alla prima formulazione di una deontologia professionale del giornalista che nel tempo è stata poi tradotta con la formula di senso comune : fatti separati dalle opinioni.


Si scorge una consapevolezza del mestiere giornalistico destinata a rimanere uno dei tratti caratterizzanti della storia della stampa inglese. Il proposito di aderenza ai fatti implica un’ulteriore raffinazione dello stile giornalistico nel senso della sua concisione ed esattezza


Cominciano a delinearsi le basi di una cultura della notizia ancorata alle cinque W: who (chi), where (dove), when (quando), what (cosa), why (perché). L’utilità e quindi il valore di ogni articolo viene connessa alla precisione e alla tempestività con le quali è in grado di rispondere a queste 5 domande. Tali regole, seguite dal primo quotidiano londinese della sera, il The Evening Post, sono LE STESSE FONDAMENTALI PER IMPOSTARE UN ARTICOLO.


ORGANIZZAZIONE DEL…

…pubblicazione periodica informativa che esce ogni giorno, dall'aggettivo quotidiano, che avviene ogni giorno, riferito alla periodicità. Riguardo alle dimensioni, i giornali possono essere a “lenzuolo” o “tabloid” di dimensioni più ridotte. Sembra che i tabloid siano stati inventati per permetterne la lettura a chi prendeva la metropolitana a Parigi, Londra e New York.



Il redattore capo redige il “timoneâ€? (elenco delle varie pagine, con le loro testate). Prima stesura del menabò (schema su scala ridotta o a grandezza naturale, della pagina da realizzare in tipografia in base alle indicazioni del redattore) Nella prima pagina ci sono solo introduzioni che continuano nelle pagine interne. Le notizie sono disposte a seconda dell’importanza che il giornale attribuisce loro.


Ogni pagina ha un proprio impianto di fondo il cui primo elemento fondamentale è il numero di colonne: 7/9 per il giornale standard, 6 colonne per il tabloid.




Il titolo si compone di quattro parti: il titolo vero e proprio, la frase graficamente in evidenza (dare la notizia) , l’occhiello ( titoletto sopra il titolo, ha il compito di introdurla), il sommario ( simile all’occhiello, redatto su piÚ righe, sotto il titolo, o sotto la foto o anche incassato nel testo per chiarire la notizia), il catenaccio (vero e proprio secondo titolo, sotto il sommario, si mette l’accento su un aspetto importante della notizia).


Numero pari di pagine; ogni pagina e suddivisa in tre tagli: Taglio alto, il piĂš importante; Taglio medio; Taglio basso.


Le notizie sono impostate in modo tematico (un tema per ogni pagina: esteri, interni, cronaca ecc.), tranne la prima pagina che rappresenta una specie di sommario delle notizie che si leggeranno poi nelle altre pagine.


L'ordine di importanza diminuisce dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, cioè segue il normale senso di lettura. Le prime 10, 12 pagine sono tutte tematiche poi iniziano le rubriche fisse: Economia; Cultura e Spettacolo; Sport; Cronaca Locale.


STRATEGIE

LO SPAZIO Le pagine del giornale sono suddivise in genere in 7 colonne. In base allo spazio che occupa l’articolo si comprende la sua importanza, un articolo che occupa 7 colonne sarà più importante di un articolo che ne occupa 4.


IL TITOLO Per capire se un articolo è importante si prende in considerazione la dimensione dei caratteri con cui è scritto il titolo dell’articolo.


LE IMMAGINI In base alla grandezza ed al colore di un’immagine che lo accompagna o lo affianca, l’articolo è più visibile e questo contribuisce ad indurre alla lettura.


Come nasce una notizia Dietro ogni notizia c’è il racconto di un avvenimento. Perché tra i tanti avvenimenti del giorno sono stati individuati proprio quelli ? Si tratta di scelte editoriali(la freschezza della notizia ; l’originalità…


Per giustificare una notizia sono necessari : -la conoscenza di un avvenimento -l’ interesse del pubblico… Senza pubblico, infatti non c’è notizia!


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