Volume 1, Numero 1 Novembre 2014, Mensile
Ben arrivato Autunno!
NOVEMBRE NELLA VALLATA
LA
VALLE
DI
CHE NALE
ITINERA RI
TRA
ARTE,CULTURA,FEDE
E
NATURA
Come ogni anno, l’autunno è arrivato puntuale nella nostra Vallata con il mese di Novembre. Questa stagione è ormai posticipata di qualche mese dopo un settembre e un ottobre dal sapore più estivo che autunnale… Da qualche settimana Chenale ha cambiato abito e dal verde lussureggiante che indossava da questa primavera e passato al giallo, rosso, arancione e marrone. Come sempre suggestiva e affascinante. Gli abitanti della Valle si accorgono del cambio di stagione osservando la sua trasformazione e assaporando i suoi odori...primi fra tutti quello della pioggia e dei cammini che iniziano lentamente a funzionare davanti ai primi freddi. Il Novembre nella Vallata offre una serie di appuntamenti. Si inizia con la festività di tutti i Santi e dei Defunti con la preparazione dei dolci tipici,i pabassini. Si prosegue ad Abbasanta con i festeggiamenti della patrona, Santa Caterina da Alessandria fra riti religiosi e civili, esposizioni agroalimentari, incontri di cultura. Con la festa di Santa Caterina si chiude il mese di Novembre e la Vallata si prepara al mese più magico di tutto l’anno, Dicembre. Sommario: Il calendario di Novembre Il vino nuovo per Sant’Andrea
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Gli antichi riti per ricordare i defunti
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La ricetta: sos Pabassinos
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Il monumento: la chiesa di Santa Caterina ad Abbasanta
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La festa: Santa Caterina da Alessandria
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La Prima Guerra Mondiale a Chenale
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Giù le mani dall’Omodeo
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I prodotti dell’autunno
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L’itinerario del mese
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Programma • 8/11: presentazione libro “Sardegna Nursery del Neolitico” di Ulisse Piras presso la Torre Aragonese di Ghilarza, ore 16:30 a cura dell’Associazione Archeologica Orgono • 15/11: incontro “Kurdistan, una ferita aperta. La resistenza e la costruzione della democrazia” presso la Torre Aragonese di Ghilarza, ore 17 a cura dell’Associazione Casa Museo di Antonio Gramsci. • Dal 21 al 26/11: mostra “Santa Caterina d’Alessandria. Storia del culto della Santa” presso il META c/o Case Aragonesi via Santa Caterina ad Abbasanta dalle 16.30 alle 19.00 a cura del Comune di Abbasanta e Cooperativa Paleotur. • Dal 22 al 25/11: festeggiamenti in onore della patrona Santa Caterina d’Alessandria lungo la via Santa Caterina ad Abbasanta.
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• 23/11: passeggiata a cavallo “Lungo le sponde del Lago Omodeo” ore 9:30 a Sorradile a cura del Comune di Sorradile.
• 30/11: festività di Sant’Andrea
“Zucamus siu Inu” dalle ore 15 nelle cantine di Sorradile.
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NOVEMBRE NELLA VALLATA
Il vino nuovo per Sant’Andrea Da dove nasce la tradizione sarda che ricorre in questo giorno Novembre, tempo di vino nuovo dopo la vendemmia settembrina. Leggendo qua e là sulle tradizioni ancora in vita riguardo a questo avvenimento che si ripete anno dopo anno sono saltate fuori diverse cose interessanti.
novembre, festività di San Martino si assaggi il vino nuovo. Ma in altre zone italiane, tra cui la nostra Vallata, questo rituale
Prima fra tutte, la confusione che spesso si fa tra il vino nuovo e il vino novello. Gli esperti del settore ci tengono a precisare che il vino nuovo è quello che, concluse le varie fasi di vinificazione, è in attesa di essere imbottigliato mentre il vino novello è il prodotto di uve sottoposte a una particolare tecnica di vinificazione chiamata macerazione carbonica.
il buon esito di un anno di lavoro in
Il novello non può essere immesso sul mercato prima del 6 novembre di ogni anno e se ne consiglia un consumo nei primi sei mesi perché poco stabile. Un accoppiamento ottimale e tipico del vino novello è con le castagne, e conseguentemente con gli alimenti a base di farina di castagne, come necci e castagnaccio. Se il 6 novembre è una data canonica che tutti rispettano lo stesso non si può affermare riguardo il giorno fissato per assaggiare il vino nuovo. A tal proposito parlano diversi proverbi facenti parte del repertorio italiano. Per citarne alcuni: a San Martino ogni mosto diventa vino; a San Martino castagne e vino; per San Martino cadon le foglie e si spilla il vino. La tradizione in buona parte dell’Italia vuole infatti che l’11 VOLUME 1, NUMERO 1
È autunno. C'è odore di terra e di vino nuovo, e la voglia di festeggiare vigna ed in cantina .
è spostato a fine novembre ed esattamente al 30 novembre, Sant’Andrea. Che questo Santo occupi un’importante posizione nella cultura sarda è testimoniato dal nome che lo stesso mese di novembre prende in dialetto sardo, ovvero Sant’Andria. E’interessante cercare le radici di questa usanza fissata per il 30 anziché per l’11 di novembre. Una possibile osservazione è quella che fa Dolores Turchi, studiosa di tradizioni popolari, affermando che il nome non è altro che una sovrapposizione cristiana operata su un termine arcaico. Fu scelto proprio il nome dell’apostolo Andrea a copertura di una festa che aveva ben altri contenuti.
In molti affermano che il mese di novembre era dedicato nell’Antica Grecia ai festeggiamenti in onore di Dioniso, dio del vino ma dopo un’accurata
ricerca risulta che il mese ad esso dedicato corrispondeva a dicembre-gennaio. Durante questo periodo si celebravano le Dionisie Rurali, le feste minori contrapposte alle Grandi Dionisie organizzate nei mesi di marzo-aprile. Chiarito questo punto, un’altra ipotesi sul binomio Sant’Andrea /vino nuovo è proposta dal glottologo Salvatore Dedola: “Santu è basato sull’akk. (lingua accadica) šātû ‘grande bevuta’; è pure in relazione ai campi (‘essere irrigati’) ed ai coltivatori (‘avere accesso ai diritti d’irrigazione’); quindi questo mese era particolarissimo per la doppia manifestazione del ‘bere’: quella dell’uomo che assaggia il vino maturo, quella della natura che riceve le grandi piogge di Novembre. Quanto ad Andrìa, è un composto sard i a n o b a s a t o sull’akk. Anu ‘Dio sommo del Cielo’ + dīru ‘mese intercalare’ (si sa che il calendario babilonese aveva un mese intercalare usato per far quadrare l’anno); poiché quasi tutti i termini accadici in -u nella lingua sardiana terminano in a, abbiamo dīra, con successiva metatesi: drīa. Il significato complessivo è ‘Mese intercalare di Anu dedicato al bere”. Qualche dubbio rimane ancora ma l’aspetto positivo è che si è conservata questa tradizione legata al 30 novembre senza che sia stata inglobata e assorbita da quella più diffusa dell’11 dello stesso mese.
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Gli antichi riti per ricordare i defunti La festività di Tutti i Santi prima di Halloween C’era una volta un tempo in cui l’America e il mondo esterno erano molto lontani. Un tempo in cui esistevano solo le tradizioni e i riti locali e non arrivavano le ondate di moda che di colpo spazzano via quello che è stato ieri. Un buon esempio è fornito dalla festa di Halloween, festa pagana importata dal mondo anglosassone in una realtà come la nostra che poco ha che vedere con il frenetico Nuovo Mondo. In realtà Halloween non ha portato una nuova ricorrenza da festeggiare in quanto sin dai tempi più remoti i nostri antenati rendevano omaggio ai cari defunti. Lo facevano nella semplicità e nel profondo raccoglimento che contraddistingue la nostra isola attraverso rituali di cui oggi si è perso molto. Per prima cosa si preparavano almeno una settimana prima i dolci tipici di questa ricorrenza, sos pabassinos. Questa preparazione già annunciava qualcosa nell’aria...il cambio della stagione e l’arrivo dell’autunno.
La notte tra il primo e il secondo di Novembre si preparava la tavola con una cena apposita per le anime dei defunti. Si diceva che quella notte avrebbero transitato nelle case dei loro cari e per accoglierli nel migliore dei modi era prassi lasciare loro una pastasciutta accompagnata da un bicchiere di vino. Sarebbero così tornati nell’aldilà appagati. L’indomani, quando ovviamente il cibo era ancora lì sulla tavola, si regalava il tutto ai più bisognosi .
un grande fuoco. Oggi di questi rituali rimane poco e nulla. Semplici usanze sono la preparazione dei pabassini, la pulizia e l’addobbo delle tombe dei cari defunti e i lumicini accesi dal primo di Novembre.
A Chenale non esisteva invece la tradizione di andare di casa in casa a chiedere i dolci per le anime del purgatorio come era abitudine nel Nuorese. Tuttavia, nella stessa sera della vigilia giravano per i paesi i bambini che bussavano di porta in porta chiedendo dolci o altro da mangiare con la formula “a sos chi addoppianta”, cioè per quelli che suonano le campane. Infatti le campane suonavano per tutta la notte, ossia per tutto il tempo che le anime transitavano nel paese. I campanari era circondati da un piccolo gruppo di amici che si davano il cambio e si riscaldavano con
È quindi giusto continuare a osservare la commemorazione dei nostri defunti ma sarebbe bene farlo riprendendo i nostri antichi riti piuttosto che adottare quelli lontani ed estranei importati dall’America.
La ricetta: Sos Pabassinos I dolci tipici di Novembre Ingredienti:
Procedimento:
finché il lievito faccia il suo effetto.
Per l’impasto:
Il giorno prima si consiglia di dorare le mandorle in forno e di tritare le noci per avere tutto pronto. Per i pabassini è infatti necessario un lavoro lungo!
Infornate a 190° per circa 12 minuti.
1 kg di farina 350 gr di zucchero 250 gr di strutto 5 uova 200 gr di noci tritate 200 gr di uva passa (uva sultanina) 200 gr di mandorle tritate 1 bicchiere di latte 2 bustine di lievito 1 limone
Versate la farina a fontana sulla spianatoia, unite le uova, lo strutto, lo zucchero, il lievito, il latte e la buccia del limone. Impastate bene il tutto (se fosse necessario aggiungete un po’ di acqua) fino ad avere un composto omogeneo Incorporatevi le noci precedentemente tritate cosi come per le mandorle e l’uva passa.
200 gr di zucchero vanigliato a velo
Lavorate ancora per amalgamare bene. Formate dei rotoli, che schiaccerete (dovranno essere alti meno di 1 cm) tagliateli a forma di rombo e disponeteli sulla teglia ricoperta di carta forno.
Codette colorate
Lasciateli riposare per circa un ora af-
Per la cappa (glassa): Acqua
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Preparate la cappa amalgamando lo zucchero e l’acqua. Spalmate la glassa sui pabassini e cospargete di codette.
NOVEMBRE NELLA VALLATA
Il monumento La chiesa di Santa Caterina ad Abbasanta Sarà per il paesaggio sul quale si affaccia...sarà per la sua imponente architettura...sarà per il contesto urbano storico nel quale è inserita, ma la chiesa di Santa Caterina è a giudizio di molti una delle più belle in tutta la regione del Guilcier. Una chiesa che colpisce da ogni angolatura la sia guardi: dalla via Santa Caterina appare maestosa con la sua facciata ricca di dettagli architettonici e il campanile che svetta alla sua destra; dalla Valle di Chenale dove si può scorgere nel suo insieme circondata dalla natura e dal susseguirsi dei suoi colori; dalla via Mannu si può invece osservare la sua fiancata e la sua conclusione.
presenta una navata a croce latina e lo spazio è scandito da tre cappelle per lato. Queste sono dedicate a diversi santi, rappresentati con antiche statue contenute in altari policromi, alcuni provenienti da Cagliari. La cappella della Vergine del Rosario offre uno spunto interessante che ci mostra come doveva essere l’edificio prima dei lavori dell’Ottocento, diverso da quello attuale. È un’importante testi-
monianza di fronte a numerosi restauri che nei secoli scorsi hanno cancellato le traccia di monumenti antichi dei quali possiamo solo immaginarne l’aspetto. Riccamente decorato è l’altare principale in onore della Santa Caterina, la cui statua ricorda il suo martirio con la caratteristica ruota spezzata simbolo della sua fede cristiana. La chiesa ospita anche la tomba del rettore Paolo Ponti che nella seconda metà dell’800 promosse gli importanti restauri di cui la parrocchia necessitava e che ancora oggi ammiriamo. L’edificio religioso è situato nella centrale via Santa Caterina, nella parte storica del paese, incorniciata da altri due patrimoni: davanti le Case Aragonesi, dietro la Vallata di Chenale.
L’edificio è dell’Ottocento e ha un’ispirazione rinascimentale nelle sue forme architettoniche. Al suo interno
La festa Santa Caterina da Alessandria Alla fine del mese di Novembre si ripetono ogni anno ad Abbasanta i festeggiamenti in onore di Santa Caterina d’Alessandria patrona del paese.
scuole medie (fronte Municipio) si terrà quella di disegno curata da Valentina Rota dal titolo “Ti racconto una storia” .
Tanti gli eventi musicali: sabato 22 diSolitamente le condizioni metereologirettamente da Rimini arrivano i Marsh che non sono quasi mai a favore della Mallow, gruppo punk hardcore seguiti festa ma l’organizzazione dei festeggiada bands locali. Il concerto si terrà in menti prosegue attivamente soprattutto Piazza Santa Caterina dalle ore 22. Spada qualche anno. Infatti è ormai prassi zio anche per la musica sarda con il che si occupino della festa civile due gruppo etnico Galusè, il 23 sera, mentre comitati. Il primo permanente di Santa martedì 25 dalle ore 18 si esibirà Tore Caterina, il secondo invece vede Nieddu con il suo trio etno - pop. Lul’incontro tra due generanedì 24 alle ore 18 si zioni diverse, messe a esibirà il coro di voci Ricco il cartellone di quest’anno, confronto, quella dei cinbianche Baraonda. quantenni e quella dei dopo la solidarietà scattata l’anno L’intrattenimento proseventicinquenni. Da questa passato nei confronti degli gue con una guest star sinergia è inevitabile un amata da grandi e piccialluvionati e che ha portato cartellone di manifestazioall’annullamento dei festeggiamenti. ni, Gigi, il pupazzo venni vario. triloquo animato da Per gli amanti della cultuDaniele Contu. Direttara presso il META, il Museo Etnografimente da La Pola domenica 23 dalle co Abbasantese in via Santa Caterina 17,30. Sempre domenica arriveranno presso le Case Aragonesi, dal 21 al 26 dalle 15,30 gli artisti di strada Vitaminanovembre sarà aperta una mostra dedicirco. Da Arduali la compagnia teatrale cata al culto della Santa. Sarà Ammentos et Bissos allieterà la serata l’occasione per visitare il nuovo museo del 24 con la commedia Imboligos et che ospita nei suoi ambienti la ricostruTrassas. Infine il giorno della festa, zione della società agropastorale sarda martedì 25 novembre, esibizione dei secoli scorsi. Sempre a proposito di dell’illusionista Alfredo Barrago. mostre, presso l’edificio delle vicine Per gli appassionati sportivi, e in parti-
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colare della montain bike, appuntamento la mattina del 23 novembre presso Sas Piras (Bar The Pears) ad Abbasanta per una escursione sulle due ruote. Il percorso è di facile impegno, lungo circa 30 km. Incontro alle ore 8.30 e partenza alle 9.30. Per chi volesse è previsto anche un pranzo a pagamento organizzato dal Comitato dei festeggiamenti. Il 25 novembre, giornata clou, si potrà passeggiare tra espositori di prodotti artigianali e gastronomici e gustare le castagne arrosto e la carne tipica locale, Sa Petza Imbinada, polpa di maiale imbevuta nell’aceto. Un evento immancabile nei festeggiamenti di molti paesi della Sardegna è Sa Ditta in onore del Santo. Si tratta di un’asta di prodotti tipici locali durante la quale un banditore dalla voce grossa e squillante svetta sul pubblico vendendo dei prodotti al miglior offerente. L’asta si svolge rigorosamente in limba, e attira numerose persone desiderose sia di aggiudicarsi un buon formaggio, vino, maiale, o un oggetto di artigianato sia di onorare il santo al quale verrà devoluto il ricavato. Appuntamento con Sa Ditta il 25 novembre.
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La Prima Guerra Mondiale a Chenale Le manifestazioni in occasione del centenario Il centenario della Prima Guerra Mondiale viene ricordato anche nella nostra Vallata dove numerosi furono i suoi abitanti che partirono al fronte e non fecero mai più ritorno nei loro paesi. A Ghilarza l’evento è stato già celebrato con una piccola ma significativa occasione. Grazie a uno studio compiuto dalla Dottoressa Maria Palmas siamo venuti a conoscenza della presenza di un gruppo di prigionieri austro – ungarici che nel 1919 furono inviati nel nostro territorio per la costruzione della diga di Santa Chiara sull’Omodeo. Alcuni di loro morirono durante i lavori e pare che furono seppelliti in una porzione di terreno adiacente la chiesa campestre di San Serafino. Qui si è celebrata una piccola commemorazione in loro ricordo, testimoni di una guerra atroce che ha strappato milioni di persone dai loro
luoghi natii e dalle loro vite. Un secondo evento è invece in programma per i prossimi mesi. Si tratta di una mostra curata dalla Dottoressa Francesca Sanna nella quale saranno esposte le fotografie di tutti i ghilarzesi che hanno partecipato alla Grande Guerra. Sarà un’occasione per ricordare i propri cari mentre le nuove generazioni conosceranno i loro nonni o bisnonni dei quali sentono spesso dire che “hanno fatto la Guerra”. Un viaggio stimolante che renderà consapevoli del fatto che un evento così tragico è arrivato persino nei nostri piccoli centri. Abbasanta ha ricordato invece i suoi paesani soldati con la proiezione di un documentario dedicato ai 134 giovani combattenti abbasantesi, curato da Domenico Cabiddu.
Con il centenario della Prima Guerra Mondiale è tornato sulla scena il turismo militare, una scommessa che molti centri italiani, soprattutto quelli di frontiera, stanno vincendo. Nella nostra Vallata non puntiamo a tanto, ci piace semplicemente rendere omaggio ai nostri compaesani coraggiosi e valorosi che cento anni fa vissero e diedero la vita per uno dei momenti più indelebili della storia contemporanea.
Giù le mani dall’Omodeo Proseguono le proteste contro il poligono di tiro presente nel Lago Continuano le manifestazioni di protesta contro le esercitazioni militari sull’area SIC del Lago Omodeo. Questa volta il Comitato Lago Omodeo si è riunito in uno dei paesi simboli fra tutti i comuni rivieraschi, Zuri. Qui si è ancora discusso sull’incompatibilità della presenza di un poligono di tiro con la nascita di un polo turistico che anno dopo anno viene rimandata. Il poligono viene utilizzato dai militari del CAIP di Abbasanta per le loro esercitazioni. Esiste già da diversi anni ma recentemente il problema è venuto a galla a causa delle frequenti ordinanze che vietano di transitare nell’area lacustre adibita alle esercitazioni e soprattutto per il notevole inquinamento che esse stanno provocando. Settimane fa sono stati rinvenuti nella zona quantità enormi di bossoli, visibili per la secca stagionale del Lago assieme ai resti dei materiali utilizzati per simulare le sparatorie. Un’attività che stona rispetto alla pace, al silenzio che evoca normalmente un ambiente lacustre come l’Omodeo. Il quale, al contrario, si trova nel mirino di una guerra: una vera e propria, vista la perenne presenza dei militari, l’altra letterale tra chi sta cercando di liberare
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il proprio territorio e chi usa il lago per usi bellici incuranti di normative e soprattutto di un ecosistema già fragile e provato.
L’Omodeo si trova nel mirino di una guerra:una vera e propria, quella delle esercitazioni militari, e una letterale da parte di chi sta cercando di liberarlo dalle servitù militari.
Al termine della manifestazione di protesta i partecipanti si sono lasciati con una piccola speranza: le esercitazioni potrebbero essere spostate a Macomer presso il Monte Sant’Antonio, dove è disponibile un’area di diversi ettari. Il problema non è comunque risolto. Si elimina da una parte e si trasferisce in un’altra, in una zona altrettanto naturale che non merita di essere deturpata da simulazioni militari. Inoltre, una volta eliminato il poligono sull’Omodeo rimarrà un’ulteriore questione d’affrontare ovvero la bonifica delle sue acque. Un’altra patata bollente che rimbalzerà da un ente all’altro senza che nessuno se ne assuma le responsabilità. E intanto il turismo ben organizzato nell’Omodeo dovrà attendere. Non è ancora il suo momento.
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I prodotti dell’autunno Cosa mettere in tavola nella nuova stagione L’autunno non è solo l’arancione, marrone, giallo e rosso delle foglie degli alberi. I suoi caldi colori li ritroviamo anche sulle nostre tavole attraverso i cibi tipici di questo periodo. Ricordiamo che è importante consumare prodotti di stagione, assecondando così il ciclo della natura e variando la nostra alimentazione, più mirata durante le stagioni fredde. La frutta:
acqua e di potassio, svolgono inoltre un’intensa azione diuretica e disintossicante nel nostro corpo, con un apporto di calorie bassissimo. Per le insalate largo spazio al radicchio, utilizzato ormai anche per numerose ricette, dai risotti alla pizza. Un altro ortaggio che torna a fare capolino in cucina è il carciofo, digestivo e ricco di ferro. Deriva dal cardo, diffusissimo nelle nostre campagne e messo sott’olio seconda la ricetta sarda.
Il colore arancione del caco, del melograno, della zucca, delle arance, dei Discorso a parte meritano i funghi, mandarini ricorda il prezioso contenuadoperati in innumerevoli e gustose to di vitamina A. L’autunno ci regala i ricette. “Andare a funghi” è il passakiwi italiani, prodotti ideali per fare tempo ideale dell’autunno che permetun carico di vitamina C necessaria ad te di coniugare la buona cucina con la aumentare le pratica sportiva nostre difese grazie alle lunimmunitarie. Poi ghe camminate pere e soprattutto I prodotti dell’autunno sono una vera e propria che si fanno per mele che nelle miniera di proprietà nutrizionali che aiutano ad scovarli. diverse varietà S’antunna è il affrontare al meglio la stagione fredda. garantiscono fungo tipico del sapori diversi e territorio di speciali. Un Chenale e si altro frutto tipicamente autunnale è il presta bene a numerose ricette: conditi melograno, le cui proprietà benefiche sott’olio, usati come condimento in sono ormai comprovate anche primi piatti, nelle torte rustiche, nella dall’industria alimentare che ultimapizza, fritti, arrosto con patate. mente propone in commercio succhi preparati del frutto. Non dimentichiaI piatti: mo le castagne, bollite e più spesso Alcuni piatti tipici dell’autunno, semarrosto onnipresenti durante le varie plici e rustici ma gustosi allo stesso sagre autunnali. L’autunno è anche la tempo: agnello in umido con carciofi, stagione in cui matura la frutta secca: carciofi con patate in verde, cavolo al mandorle, noci, noccioline, semi di sugo con olive, lumache al sugo. Con zucca, frutti ricchi di vitamina B1, i primi freddi fanno la ricomparsa vitamina E, magnesio, ferro e calcio. anche i legumi utilizzati nelle zuppe o Da consumare con moderazione per come contorni. Le ricette tradizionali l’alto apporto calorico ma indispensasono i ceci, le lenticchie con guanciale bili nella nostra dieta. di maiale, la minestra di piselli e pataLa verdura: te. Le verdure regine della tavola autunnale sono quelle crucifare (dalla croce che richiamano con i loro petali). Sono una grande famiglia vegetale che comprende tutti i tipi di cavolo, cavolfiore, cavolo verza, cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo nero, cavolo riccio, broccoli, broccoletti, rape, ravanelli, rucola, senape. I finocchi facilitano la digestione e hanno un effetto antifermentativo sull’intestino, quindi aiutano a ridurre i gas intestinali. Sono ricchissimi di
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Dopo il 30 di novembre, ossia dopo Sant’Andrea, i piatti autunnali saranno accomunati da un buon bicchiere del nuovo vino, pronto per essere consumato. Ottimo l’abbinamento con le caldarroste e le lumache al sugo. Il condimento del periodo è l’olio d’oliva novello dei nostri olivetti, numerosi nella Vallata grazie al clima ideale mite.
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La Valle di Chenale è la vostra guida turistica abilitata che vi condurrà alla scoperta di un territorio antico e ricco di L A V AL LE D I CH EN A LE DI M E L E S I M O NA
Via Sassari 6/a 09074 Ghilarza (Oristano) Italy Tel: 389 0143821 Email: info@lavalledichenale.it Email:amm@lavalledichenale.it Partita Iva: 01183670957
Itinerari tra storia, cultura, fede e natura
sfaccettature, da quella artistica a quella storica passando per quella religiosa e naturale… Scoprite la Valle di Chenale attraverso una serie di itinerari a tema o personalizzabili a vostro gradimento.
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L’itinerario del mese Bonorchis—Abbasanta Con l’arrivo dell’autunno è giunto uno dei periodi migliori per fare delle passeggiate, complici le temperature miti, i boschi colorati e tante domeniche libere dal mare. Un’area perfetta per camminare tra boschi di querce, monumenti archeologici e corsi d’acqua è Bonorchis, lungo la SP 15 che da Abbasanta porta a Santulussurgiu. La prima tappa del nostro itinerario sono le Domus de Janas di Mura Iddari, site in terreno privato, e rare nel loro genere. Si tratta di tre monumenti ipogeici che oltre a una accurata lavorazione nei dettagli, presentano il corridoio dolmenico e un richiamo alla stele delle tombe dei giganti. Proseguendo lungo la strada principale e inoltrandosi lungo un piccolo sentiero si arriva all’area sacro funeraria di Mesu Enas, a pochi passi da un piccolo rio. L’area è caratterizzata dalla presenza di un dolmen semplice, da una domo con corridoio dolmenico e dai resti di quella
che doveva essere la cinta di recinzione. Lungo il sentiero è possibile ammirare anche dei purosangue che scorrazzano liberamente nei terreni privati. Ritornando sulla strada principale si incontra la tomba dei giganti di Su Pranu,. Presenta la stele in loco ma spezzata in due parti, il corridoio d’accesso e un abbozzo di esedra. Lasciamo per un momento da parte l’archeologia e tuffiamoci nel periodo medievale visitando la Tanca Regia, centro per l’allevamento equino sorto durante il Giudicato d’Arborea. La Tanca comprende un’area di circa 600 ettari visitabili attraverso un percorso ad anello che tocca le principali strutture presenti al suo interno. Immancabili lungo il tragitto verso Abbasanta le visite ai nuraghi Zuras e Aiga. Il primo perfetto esempio di monotorre, il secondo di polilobato e di villaggio nuragico utilizzato anche nell’età romana.
Luogo ideale per consumare la pausa pranzo è il parco attrezzato del borgo campestre di Sant’Agostino.