INFORMATI E CONSAPEVOLI / LA COMUNICAZIONE PER ACCRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA, STIMOLARE IL SENSO CRITICO E LA RICERCA DI INFORMAZIONI
Tesi di laurea di primo livello in Progetto Grafico e Virtuale Relatore: Paolo Tamborrini Studente: Simone Spedicato
INFORMATI E CONSAPEVOLI / LA COMUNICAZIONE PER ACCRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA, STIMOLARE IL SENSO CRITICO E LA RICERCA DI INFORMAZIONI
Tesi di laurea di primo livello in Progetto Grafico e Virtuale Relatore: Paolo Tamborrini Studente: Simone Spedicato
1A FACOLTÀ DI ARCHITETTURA A.A. 2011/2012 TESI DI LAUREA IN PROGETTO GRAFICO E VIRTUALE
RELATORE / Paolo Tamborrini STUDENTE / Simone Spedicato / 147400 TITOLO TRADOTTO IN LINGUA INGLESE / Informed and aware: the communication to increase awareness, stimulate the critical sense and information research. CONTENUTI, IMPAGINAZIONE E PROGETTO GRAFICO / Simone Spedicato mail: simonespedicato@gmail.com TESTO COMPOSTO IN / Minion Pro, Trade Gothic LT Std IMMAGINE DI COPERTINA / Spencer Tunick, Dead Sea STAMPA E RILEGATURA / Sirea Digital Printing Via Belfiore, 60 10126, Torino.
INDICE
INTRODUZIONE
8
RICERCA /
11 Problema: La mistificazione
13
INGANNO DEI SENSI
14
Illusioni ottiche
18
Inganno nell’arte
20
mito della caverna
22
MISTIFICAZIONE MEDIATICA
24
Il decalogo
26
Psicologia delle folle
28
BEFFE MEDIATICHE
32
Paul Is Dead
34
La guerra dei mondi
36
Le teste di Modigliani
38
Luther Blissett
40
Nike Ground
42
Conseguenze: il complottismo
45
Soluzione: la demistificazione
47
Strumento: il dubbio
53
DUBBIO IN FILOSOFIA
54
Dubbio distruttivo
56
Dubbio costruttivo
60
DUBBIO NELLE RELIGIONI
68
Dubbio cristiano
70
Dubbio buddhista
73
Dubbio nell’Islam
76
Mezzo: la controinformazione Informare con il web
79
82
PROGETTO /
91 Sintesi strumenti
92
Scenario e contesto di riferimento
95
LA TESI REVISIONISTA
96
Approfondimenti
102
Regno delle Due Sicilie
104
Giuseppe Garibaldi
110
Vittorio Emanuele II
112
L’impresa dei mille
114
La conquista del sud
116
Analisi concettuale
121
Obiettivi
122
Concept
123
Tabella esigenziale
124
Target
126
Proposta progettuale
129
ANALISI CONCETTUALE
130
Struttura campagna
132
Riferimenti visivi
134
FASE 1: COMUNICAZIONE
138
Icone
140
Logo
142
AffiancabilitĂ
144
Target 1A / Finta pagina
146
Target 1B / Post-it
150
Target 2 / Manifesto
154
Target 2 / Detournement
156
Target 2 / Post-it
160
FASE 2: COMMUNITY
164
La community
166
Come funziona
168
Interfaccia grafica
172
APPENDICE /
185 Documentazione
187
Bibliografia
189
Sitografia
191
Ringraziamenti
192
8
INTRODUZIONE
Informazione e consapevolezza sono due elementi
canismo si trasferisce a livelli superiori ecco che si
importantissimi che permettono all’uomo di affron-
verificano le mistificazioni ai danni del popolo. La
tare la vita nel migliore dei modi. Fanno parte della
gente non deve sapere cosa accade dietro le quinte
ricerca interiore che ognuno di noi compie grazie
quando ci sono degli interessi economici che detta-
alle esperienze di vita, portano l’essere umano al suo
no il gioco, l’opinione pubblica deve essere formata
compimento esistenziale. Chi affronta una vita spi-
di conseguenza e chi ha il controllo dei media ha la
rituale sa bene cosa voglia dire ciò, riconosce l’im-
possibilità di farlo.
portanza della consapevolezza e tutta la vita si in-
Ne deriva che la lotta per la sopravvivenza del singo-
centra verso un continuo miglioramento di se stessi
lo diventa sempre più ardua, ognuno di noi si deve
alla ricerca della verità. Ma non è solo un’attività
armare di scudi, armature e armi di contrattacco
propria del percorso spirituale, è anche un principio
sempre più potenti per reggere agli attacchi misti-
fulcro che ogni essere umano deve tenere in conside-
ficatori.
razione se vuole districarsi all’interno di una società
Ebbene è necessario capire di quali armi e scudi stia-
sempre più complessa e illusoria.
mo parlando, quali sono i mezzi per metterci in si-
I tempi moderni sono caratterizzati da forti specu-
curezza dal rischio di una vita vissuta nell’inganno.
lazioni; i continui intrallazzi politici, amministrati-
La ricerca effettuata mira a scovare i meccanismi
vi ed economici identificano una società dominata
mistificatori che inducono l’uomo all’annebbiamen-
dagli interessi, che sprona gli individui a piegare,
to, per identificare un modo dal quale uscirne e ave-
quando è possibile, le condizioni a proprio vantag-
re finalmente una visione chiara della situazione.
gio, generalmente ai danni di terzi. Quando il mec-
Lo strumento tenuto in considerazione, l’arma con
9
la quale rimuovere il velo che ricopre la società at-
persone che risiedono in Italia, tutti ne dovrebbero
tuale, è il dubbio, che consente di tenere alto il sen-
essere al corrente.
so critico, unico spiraglio di luce per raggiungere la
La proposta progettuale “Bersaglieri o Briganti”
consapevolezza.
mira a portare la questione davanti al pubblico ita-
In particolare la ricerca sarà indirizzata verso un
liano, stimolando la partecipazione nel trovare una
progetto di comunicazione inerente a un problema
verità che gioverebbe a tutti. Per fare questo è neces-
che riguarda l’Italia e gli italiani da vicino. Si tratta
sario innalzare il senso critico, non fermarsi davanti
della diatriba tra i sostenitori della tesi ufficiale e i
ai preconcetti, aprirsi a nuovi punti di vista e sotto-
revisionisti, sui fatti avvenuti durante il processo di
porre al rigoroso metodo del dubbio qualsiasi cosa,
unificazione del paese nel periodo risorgimentale.
se l’obiettivo è quello di raggiungere la verità.
Gli storici, i giornalisti e gli esperti del settore si scontrano oggi più che mai sulla questione; le tesi portate avanti sono una di tipo “ufficiale” e una di tipo “revisionista”, secondo la quale il risorgimento sarebbe stato un momento drammatico nel quale una potenza straniera ha occupato uno stato sovrano. La questione deve essere di dominio pubblico, gli italiani devono impegnarsi in prima persona a voler risolverla, pochi sono coloro che ne sono a conoscenza, se confrontiamo i numeri con la quantità di
10
11
RICERCA /
13
PROBLEMA: LA MISTIFICAZIONE
Alterare la veritĂ a proprio vantaggio. Riferita alla persona: inganno, imbroglio, abbindolamento, impostura, frode, ecc.. Riferita alla realtĂ : falsificazione, distorsione, alterazione, manipolazione, ecc..
14
MISTIFICAZIONE
L’INGANNO DEI SENSI / “SI INGURGITA A GRAN SORSI LA MENZOGNA CHE CI LUSINGA, MENTRE SI BEVE GOCCIA A GOCCIA UNA VERITÀ PER NOI AMARA.”
L
Diderot - Il nipote di Rameau
’inganno o la mistificazione consistono
boscaiolo, un monaco e un passante si fermano a
nella deformazione a proprio vantaggio
parlare di un caso di omicidio avvenuto qualche
della realtà altrui. Viene spesso usata, da
tempo prima, ma nessuno è in grado di dire cosa
tempo immemorabile, e con disparati fini, in am-
è veramente accaduto perché gli unici testimoni
bito letterario e storico, con il confezionamento di
raccontano storie diverse. Si può avere qualche
opere, documenti e fonti storiche false.
dubbio sulla buona fede dei protagonisti; esistono,
La parola deriva dal francese mystifier, composto
però, infinite circostanze storiche che pongono di
di myst, radicale di mysterium (segreto, mistero),
fronte a processi di mistificazione collettiva.
e ficàre per facere (fare). Di fatto la mistificazione
Nel libro I re Taumaturghi di Marc Bloch viene nar-
può essere intesa come inganno inconsapevole, e
rato un rito francese perdurato fino all’800. Esso
può riguardare un soggetto o più soggetti.
consisteva nell’imposizione delle mani del re sulle
Nel 1950 fu presentato al Festival di Venezia il film
“scrofole”, che, come oggi sappiamo, erano suppu-
Rashomon che vinse il Leone d’Oro. In esso un
razioni di ghiandole tubercolotiche. Al “tocco” del
15 re, secondo le testimonianze dell’epoca, seguiva spesso una guarigione, in nome della convinzione dell’investitura divina, del monarca, che possedeva, dunque, poteri sovrannaturali. Il protrarsi di questo rito nei secoli, fino all’incirca al 1830, ci pone di fronte al fatto che sia il re che il popolo condividevano una comune credenza, che oggi appare del tutto infondata. Essi, insomma, mistificavano inconsapevolmente. Eischer Relatività
Ecco una sintesi dei processi di mistificazione: • La mente tende a semplificare la complessità del reale. • La mediazione della cultura di appartenenza influenza la visione della realtà. • Ogni individuo confonde il suo punto di vista con lo stato di cose esistente al mondo. • Ogni individuo cerca un’immagine coerente al proprio io che lo spinge a non considerare tutto ciò che non c’è.
“LA DIFESA PORTA ALLA MENZOGNA, LA VERITÀ È RELATIVA E SFACCETTATA”
16
17 Il fatto che la mente tenda a semplificare ciò che ritiene complesso è una caratteristica che genera diversi fenomeni. Nell’ambito del complottismo, che tratteremo più avanti, accade spesso che l’eccessiva semplificazione mentale di un meccanismo molto complesso, porti a identificare più problemi in un unico macroproblema, riducendo tutto alla teoria del grande complotto. RASHOMON
Un film del 1950 diretto da Akira Kurosawa. I meccanismi difensivi portano alla relatività e alle mille sfaccettature della realtà. Nel film quattro testimoni (un bandito, il samurai tramite una medium, la moglie, un boscaiolo) narrano l’uccisione di un samurai, ma ognuno racconta una verità diversa, è una tragedia dell’egoismo che si fa menzogna. Soltanto l’illuminazione può salvare l’uomo dalle bugie di questo mondo, ed è nel gesto di incondizionata solidarietà umana del boscaiolo che questa illuminazione si rivela al termine del film.
Anche in riferimento alla percezione sensoriale il cervello si comporta semplificando. In questo ambito sono stati compiuti diversi studi tra i quali quelli che hanno portato alle teorie della Gestalt.
18
MISTIFICAZIONE
ILLUSIONI OTTICHE /
La percezione sensoriale
Di fronte a stimoli indistinti, la proiezione diventa
Noi percepiamo il mondo attraverso gli organi
biguità: essa è programmata per dare una forma
sensoriali, siamo vincolati ai loro limiti dovuti alla
univoca al mondo e agli oggetti. A livello percet-
loro struttura: non possiamo vedere i raggi ultra-
tivo ci sembra di essere in un rapporto immediato
violetti, gli atomi, ecc..
con le cose, ma non è così. Il rapporto con la real-
Degli stimoli che arrivano dal mondo esterno agli
tà esterna è mediato dalle esigenze del cervello di
organi sensoriali, non meno del 90% vengono
semplificare, ordinare, ricondurre l’ignoto al noto.
estinti, non arrivano alla corteccia e quindi non possono essere percepiti. L’attività percettiva categorizza un mondo caotico senza etichette. Essa estrapola figure da un mondo indistinto, mette ordine nel caos e, per fare questo, ci inganna.
I cerchi colorati sono di grandezza identica, ma ce ne rendimo conto solo eliminando i cerchi scuri.
interpretazione. La nostra mente non tollera l’am-
“USCENDO DAL CONDIZIONAMENTO DEI SENSI SI VEDE LA REALTÀ PER QUELLO CHE È.”
Il quadrato A e il quadrato B sono dello stesso colore ma ci sembrano uno più scuro e l’altro più chiaro.
19
La capacità di percepire la realtà per “quello che è”, e non “per quello che siamo abituati a credere che sia”, rappresenta il passaggio di livello che permette di riattivare un processo evolutivo autocosciente. Jean Piaget ha definito due modalità di fondo: Assimilazione:
il soggetto tenta di manipolare la realtà per farla rientrare in schemi già acquisiti.
Accomodamento:
quando la realtà contiene qualcosa che non rientra negli schemi, tenta di produrne di nuovi che consentano di padroneggiarla.
Nell’esperienza di ciascuno di noi, come nella storia dell’umanità, l’assimilazione è il meccanismo di gran lunga dominante. Riconducendo l’ignoto al noto, la nostra mente ci permette di inquadrare e categorizzare immediatamente la realtà esterna., esso però può facilmente indurre a una mistificazione, poiché toglie ad un determinato stimolo un carattere di novità che comporterebbe l’accomodamento degli schemi acquisiti e il loro cambiamento piuttosto che l’assimilazione.
20
MISTIFICAZIONE
INGANNO NELL’ARTE /
Smascherare l’inganno
tazione virtuale, parziale, relativistica e interpreta-
Giotto, ancora allievo in bottega, dipinse un gior-
diamo anche una mistificazione.
no una mosca su una figura affrescata dal maestro
L’inganno nelle arti visive venne definito col termi-
Cimabue; la mosca era tanto ben dipinta che il
ne di Trompe-l’œil (inganna l’occhio) a partire solo
maestro si accorse del trucco solo dopo aver pro-
dal periodo Barocco, epoca in cui trionfava questo
vato a scacciarla con la mano diverse volte. Questo
genere di dipinti e affreschi, i quali erano il frutto
aneddoto è un classico esempio di come l’arte si
degli studi sulla prospettiva divulgati a partire dal
manifesti come inganno, e l’Artista è colui che at-
Rinascimento. I Trompe-l’œil avevano vari intenti:
tua questo inganno al meglio.
far sembrare un ambiente più grande o simulare
In realtà l’Artista è solo un complice di quest’in-
aperture del soffitto verso il cielo grazie a false ve-
ganno, perché ad ingannare in primis è l’immagine
dute; arricchire le architetture con decorazioni più
di per se stessa: l’immagine è inganno, è rappresen-
economiche di quelle scultoree, quali fregi, colon-
tiva. Non per niente con la parola artificio inten-
ne, statue e finestre finti (tecnica tutt’oggi utilizzata che prende il nome di quadraturismo); oppure come scherzi di stampo giottesco; e ovviamente come semplice dimostrazione delle proprie virtù pittoriche. René Magritte tratta l’estetica dell’inganno, detto anche le saboteur tranquille per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso. Il surrealismo mette in luce l’aspetto ingannevole, aiuta l’uomo a capire che non deve accomodarsi a ciò che percepisce. Verso la metà del XX secolo la Optical Art si ocMagritte - La trahison des images
cupò in modo specifico dell’inganno visivo, utiliz-
21
Renè Magritte - Le Blanc Seing
Un Trompe-l’oeil realizzato sfruttando l’anamorfismo.
zando vere e proprie illusioni ottiche per porre l’osservatore di fronte a dei paradossi dimensionali. Nell’Arte moderna questa volontà di smascherare l’inganno dell’immagine si fa sempre più presente, quasi come fosse un’autocritica, una denuncia della propria capacità di ingannare. Ma l’Arte e gli artisti, così come anche Platone col mito della caverna, si preoccupano di rendere cosciente l’osservatore di questo inganno; e per farlo usa lo stesso inganno. Non è quindi un caso se oggi l’Arte contemporanea non lo fa più solo visivamente, ma anche concettualmente, usando quei “pungoli intellettuali” propri dei filosofi.
“L’ARTE È LA MENZOGNA CHE SERVE A CAPIRE MEGLIO LA VERITÀ.”
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MISTIFICAZIONE
MITO DELLA CAVERNA /
Con il mito della caverna, Platone ci aiuta a capire come agisce l’inganno dei sensi. Il mito si può riassumere in quattro fasi di narrazione: • Persone legate e costrette fin dalla nascita a guardare la parete di una caverna dove vengono proiettate ombre, quella è la loro esperienza di realtà. • Un uomo viene liberato ma nonostante possa vedere gli oggetti reali resta scettico e fedele alla vecchia esperienza di realtà. • Uscito dalla caverna e abituatosi alla luce può constatare la vera realtà e capisce il funzionamento del mondo. • Una volta cosciente della situazione il prigioniero vorrebbe tornare a liberare i compagni ma l’aspetto più difficile è riuscire a convincerli che la realtà è un’altra.
I sensi in seguito ad una percezione sbagliata o incompleta ci conducono a una distorsione della realtà. Il significato del mito è duplice: esso può essere letto, infatti, sia in chiave ontologica, sia gnoseologica. La parte iniziale del mito riprende, infatti, la teoria della linea, il mito della caverna diventa quindi la descrizione della faticosa salita dell’uomo verso la vera conoscenza. La tabella nella pagina seguente riassume il parallelismo. Il mito della caverna è stato ripreso come metafora diverse volte nell’ambiente cinematografico. Nel film Matrix il mondo che tutti conosciamo sarebbe in realtà un programma di simulazione
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TEORIA DELLA LINEA
IMMAGINAZIONE
METAFORA UTILIZZATA NEL MITO
SCIENZA
OPINIONE
FEDE
AMBIENTE INTERNO DELLA CAVERNA
L’uomo è prigioniero dell’opinione perché crede passivamente alle immagini delle cose sensibili, cioè le ombre delle forme proiettate sulla parete della caverna.
L’uomo, anche quando osserva direttamente le forme di animali e piante fatte passare dietro il muretto, è ancora legato all’opinione a causa del divenire dell’esistenza.
DISCORSO INTELLETTIVO
INTELLEZIONE
MONDO ESTERNO ALLA CAVERNA
L’uomo entra nell’intelligibile quando passa dallo scorgere oggetti e uomini nel riflesso dell’acqua all’osservazione diretta.
L’uomo volge lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, approdando al mondo della pura intellezione e giungendo a scorgere l’idea del Bene in sé.
virtuale, il protagonista esce dalla “caverna” Matrix e inizia a vivere la realtà affrontando le vere problematiche: il mondo è dominato dalle macchine. The Truman Show è un altro esempio di inganno sull’individuo. Il protagonista si trova attore inconsapevole della sua stesa vita in un grande reality show del quale lui è del tutto ignaro. Egli vive in un mondo di attori da quando è nato e solo da adulto si renderà conto della sua situazione. Anche nel film WALL-E è presente un accenno al tema: gli uomini del futuro si abituati alla tecnologia e non riescono più a notare l’ambiente circoThe Truman Show - 1998
stante vivendo una falsificazione del reale.
24
MISTIFICAZIONE
MISTIFICAZIONE MEDIATICA / ALLE VOLTE UNA GUERRA LA SI INVENTA DAVVERO: NON VIENE MAI COMBATTUTA, MA ALLA TV SI VEDE. PER CUI ESISTE.
N
AA.VV. - Il cinema di guerra americano
ella società della globalizzazione, l’esi-
voglia di “farsi contaminare” dai drammi altrui,
stenza appare sempre più legata all’im-
forse perché il Pakistan non è una meta turistica,
magine diffusa dai mass media e al loro
o forse ancora perché nell’immaginario collettivo
potere di concedere o negare l’accesso a voci dif-
è il rifugio dei talebani che seminano il terrore nel
ferenti. In questo modo avvenimenti importanti o
vicino Afghanistan, o più concretamente perché il
disastri passano talvolta agli occhi del mondo qua-
Pakistan non è uno Stato “importante” sotto il pro-
si sotto silenzio, come è successo nell’estate 2010
filo socioeconomico.
ai pakistani, il cui paese è stato sommerso per più
Le immagini della realtà sono strutturate dai me-
di un mese da un’apocalisse di fango a causa delle
dia rimandando a visioni, concezioni del mondo,
più devastanti inondazioni della sua storia. I mez-
modi di intendere che si “cristallizzano” negli at-
zi d’informazione mediatica se ne sono occupati
teggiamenti del pubblico. L’immagine migliore è
solo marginalmente, forse perché l’emergenza è
quella che colpisce con più forza, che solleva l’emo-
scoppiata durante le vacanze, quando si ha meno
zione più intensa: un bambino che fugge piangen-
25 do da un bombardamento con un biberon sporco di fango in mano s’imprime, infatti, nell’immaginario collettivo più di un villaggio distrutto o di una fossa comune. I media, dunque, indirizzando i riflettori su determinati fatti, che emergono dall’indistinto degli eventi, modellano le nostre percezioni, condizionandoci nell’identificazione delle questioni da essi sentite come più urgenti. Fotografia aerea dell’alluvione in Pakistan - 2010
Noam Chomsky, linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense, ha messo appunto un vero e proprio decalogo della manipolazione sociale attraverso i mass media, evidenziandone la piattezza conformistica. L’obiettivo è un sistema di propaganda estremamente efficace per il controllo e la manipolazione dell’opinione pubblica.
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IL DECALOGO / 1. LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE /
Distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dal “potere” con un flusso continuo di informazioni, spesso insignificanti.
2. CREARE IL PROBLEMA E POI OFFRIRE LA SOLUZIONE /
Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico, in modo che sia questa la ragione delle misure che si desidera far accettare.
3. LA STRATEGIA DELLA GRADUALITÀ /
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi.
4. LA STRATEGIA DEL DIFFERIRE /
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, guadagnando in quel momento il consenso della gente per una sua applicazione futura.
5. RIVOLGERSI ALLA GENTE ADULTA COME A DEI BAMBINI /
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse un bambino di pochi anni o un deficiente.
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6. USARE L’ASPETTO EMOZIONALE MOLTO PIÙ DELLA RIFLESSIONE /
Sfruttare l’emotività per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e del senso critico.
7. MANTENERE LA GENTE NELL’IGNORANZA E NELLA MEDIOCRITÀ /
Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e il suo asservimento.
8. STIMOLARE IL PUBBLICO AD ESSERE FAVOREVOLE ALLA MEDIOCRITÀ /
Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.
9. RAFFORZARE IL SENSO DI COLPA /
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile delle proprie disgrazie per insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In poche parole, indurre alla non-azione.
10. CONOSCERE LA GENTE MEGLIO DI QUANTO ESSA SI CONOSCA /
Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca se stesso. Con la conseguenza di avere un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, superiore a quello che la gente esercita su se stessa.
28
MISTIFICAZIONE
PSICOLOGIA DELLE FOLLE /
Per comprendere meglio i meccanismi di mistifi-
hanno una parte preponderante. Proprio gli ele-
cazione occorre porre un accento sul comporta-
menti incoscienti accomunano gli individui che
mento della massa, intesa come grande quantità
compongono l’anima di una popolazione. Tra un
indistinta di persone che agisce in maniera unifor-
celebre matematico e un calzolaio può esistere un
me. Un qualunque caso che riunisca parecchi indi-
abisso sotto il rapporto intellettuale, ma dal punto
vidui basterà allora perché la loro condotta subito
di vista del carattere e delle credenze la differenza è
rivesta la forma particolare agli atti delle folle.
spesso nulla o lievissima.
Caratteristiche delle folle
Scontri in piazza Navona - Roma 2010
Nelle folle avviene un annullamento della personalità cosciente per dare spazio a quella incosciente; l’individuo che isolato sarebbe forse colto, nella
La folla è un’anima collettiva, forma un solo essere
folla è un istintivo.
(legge dell’unità mentale delle folle) provvisorio,
Ne consegue che la massa è un essere più regredito
composto da elementi eterogenei per un istante
dell’individuo che ne fa parte, priva di spirito criti-
uniti fra loro. Accade proprio come le cellule di
co e di una credulità eccessiva.
un corpo vivente, che con la loro unione formano
Allo stesso tempo però l’autoritarismo e l’intolle-
un essere umano il quale manifesta caratteri assai
ranza sono caratteristiche di tutti i generi di folle,
diversi da quelli che ognuna di quelle cellule pos-
anche se in gradi diversi in base alle popolazioni.
siede. L’individuo che fa parte della folla differisce
Esse rispettano la forza e sono mediocremente im-
dall’individuo isolato, questo perché nel funzio-
pressionati dalla bontà, che è facilmente conside-
namento dell’intelligenza, i fenomeni incoscienti
rata come una forma di debolezza.
29
Spencer Tunick - Mexico City
Le cause che determinano l’apparizione dei caratteri delle folle sono diverse. La prima consiste nel conferire agli individui di una folla, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile che permette loro di cedere agli istinti, che individui isolati avrebbero saputo frenare. Una seconda causa è il contagio mentale. In una folla, ogni sentimento, ogni atto é contagioso, a tal punto che l’individuo sacrifica il suo interesse personale all’interesse collettivo. Una terza causa determina dei caratteri speciali a volte opposti a quelli dell’individuo isolato. Si tratta della suggestionabilità, il cui contagio, sopra menzionato, non é del resto che un effetto.
Agire sulla folla in maniera dura stimolando i sentimenti, suscitare la suggestionabilità.
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Agire sulla folla evocando immagini, esaltare la presentazione del fatto, insistere su fattori immediati.
Il pensiero di una folla
Influenzare una folla
La folla pensa per immagini, e l’immagine evoca-
Si può dire in modo assoluto che le folle non sono
ta ne evoca essa stessa molte altre che non hanno
influenzabili con ragionamenti. Il modo in cui ra-
nessun nesso logico con la prima. Tramite la sug-
gionano le folle è basato sulle associazioni, anche
gestione può accadere che la folla non veda l’in-
se le idee associate delle masse non hanno tra di
coerenza di simili immagini, si creano così delle
loro che legami apparenti di rassomiglianza e di
illusioni che sfociano in una cristallizzazione che
successione.
invade il campo dell’intelligenza e paralizza ogni
Non potendo pensare che per immagini, le folle
facoltà critica. I fatti di cui bisogna maggiormente
non si lasciano impressionare che dalle immagini.
dubitare sono quelli osservati dal più gran numero
Soltanto queste le spaventano o le entusiasmano e
di persone.
regolano i loro atti. Il potere delle parole è stretta-
Da ciò evince che i libri di storia andrebbero con-
mente legato alle immagini che evocano, e com-
siderati come opere di pura immaginazione. Tra-
pletamente indipendente dal loro reale significato.
mite le illusioni i popoli si sono evoluti nell’errore
Non sono i fatti in se che colpiscono l’immagina-
e mai nella verità.
zione popolare, bensì il modo in cui vengono pre-
Le idee delle folle si possono dividere in due classi.
sentati.
In una vengono incluse le idee accidentali e pas-
Per convincere le folle, bisogna prima rendersi
seggere, nate sotto l’influenza momentanea, come
conto dei sentimenti da cui sono animate, finge-
ad esempio il fanatismo per un individuo o una
re di condividerli, poi tentare di modificarli pro-
dottrina. Nell’altra si possono considerare le idee fondamentali e stabili, che si ricevono tramite l’eredità, come le idee democratiche. Anche i fattori che determinano le opinioni e le credenze sono di due tipi: i fattori lontani, che servono per preparare il terreno, sono il risultato di un lungo lavoro anteriore; i fattori immediati, che sovrapposti a quelli lontani provocano la persuasione attiva nelle folle.
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vocando, per mezzo di facili associazioni, certe immagini suggestive, saper tornare, al bisogno, sui propri passi, e soprattutto indovinare in ogni momento, i sentimenti che si suscitano. Un’opinione passeggera facilmente si stabilisce nell’anima delle folle, ma una credenza duratura risulta difficilissima da innestare, così come è difficile distruggerla quando è formata. Le rivoluzioni che cominciano sono in realtà credenze che finiscono. I media presentano le opinioni che si suppone siano della maggioranza, facendo così si tende a conformare le minoranze (fenomeno dell’ignoranza pluralistica). Le influenze dei diversi gruppi sociali sui comportamenti e sulle scelte degli individui possono essere suddivise in due livelli. • Influenza della maggioranza: insieme di azioni che soggetti appartenenti alla maggioranza di un gruppo compiono e tendono a influenzare i comportamenti di altri soggetti appartenenti al gruppo stesso o esterni al gruppo. • Influenza della minoranza: si costituisce come fattore discordante rispetto alle azioni operate dalla maggioranza: piccoli sottogruppi minoritari, portatori di innovazione, creano un tipo di influenza che viene portata avanti dalla forte determinazione e coerenza. Per quanto concerne invece l’influenza personale si può effettuare una distinzione tra influenza normativa e influenza informazionale. • 1 Influenza normativa: messa in opera per incoraggiare la conformità alle attese degli altri, la norma infatti è una decisione collettiva su un comportamento da adottare. Ci si può conformare quindi verso azioni e attività che il gruppo richiede. L’influenza normativa può comprendere azioni di condizionamento operativo, quali ad esempio, fornire premi o punizioni in relazione a un comportamento. Chi percepisce tale possibilità da parte del gruppo sarà più motivato ad aderire. • Influenza informazionale: la quantità di informazione che un mittente offre a un destinatario per aiutarlo o influenzarlo a prendere una decisione. Le fonti d’influenza possono essere distinte in base al controllo dell’informazione fornita e in base alla veicolazione. La comunicazione diretta disinteressata è molto persuasiva, non viene vista come tendenziosa. Talvolta può assumere la forma di “rumore” coinvolgendo più gruppi. Un mezzo che coniuga la veicolazione di massa e la comunicazione diretta è sicuramente internet.
Influenzare con determinazione in maniera diretta stimolando le opinioni, scaturire il “rumore”, sfruttare il mezzo internet.
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MISTIFICAZIONE
BEFFE MEDIATICHE / “QUELLO CHE È SEMPRE STATO CREDUTO DA TUTTI, DOVUNQUE, È QUASI SICURAMENTE FALSO.”
S
Paul Valéry - Tel Quelamericano
i parla di beffa mediatica quando attraver-
avere il controllo totale ed eterno degli avvenimen-
so un mezzo di comunicazione di massa si
ti e delle conseguenze che questi scatenano, dun-
mette a segno una manipolazione scardi-
que non è possibile avere il pieno controllo delle
nante, un’azione il cui significato sfugge ai più al
conseguenze di una beffa mediatica.
momento della sua epifania e che una volta sco-
Se una bufala è stata architettata così bene da non
perta si mostra in tutta la sua carica dirompente.
essere scoperta, allora è da considerare una suc-
La beffa agisce sulla sensibilità di un pubblico ab-
cessione naturale al normale svolgersi degli av-
bastanbza vasto che con garbo o ironia, con spirito
venimenti, fatta di casualità e premeditazione, da
iconoclasta o irriverente, viene stimolato a riflet-
assimilare al normale svolgersi della storia. Ciò che
tere sulla veridicità di certi aspetti della vita reale.
non si conosce è cosa potrebbe accadere se questa
Una beffa mediatica deve avere un suo scoop, deve
venisse scoperta.
avere la capacità di cambiare il corso degli eventi.
Il falso e l’inganno fanno parte della nostra quoti-
Niente e nessuno nella realtà può essere in grado di
dianità da sempre, siamo in grado di credere fino
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in fondo a chicchessia o a un suo prodotto. Delle volte il falso è più vero del reale. Un esempio può essere il programma striscia la notizia, un falso notiziario più vero del vero. In questo caso si attua uno degli scopi di molte beffe mediatiche: usare il falso per comprendere meglio la realtà. 01.org Nike Ground
“BISOGNA USARE IL FALSO PER COMPRENDERE MEGLIO LA REALTÀ”
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PAUL IS DEAD /
La leggenda riguardante la morte di Paul McCartney (PID, Paul Is Dead) iniziò a circolare nel 1969. La tesi sostiene che il bassista dei Beatles fosse deceduto in un incidente stradale nel 1963 (anche se alcuni ritengono sia accaduto nel 1965) e fosse stato rimpiazzato da un sosia. Tutto cominciò un giorno in cui il DJ Russel Gibb da Detroit annunciò in radio la notizia per la prima volta. Aveva ricevuto una telefonata la sera prima da parte di un sedicenne che gli avrebbe rivelato il clamoroso segreto. Due giorni dopo appare il primo articolo che tratta il tema su un giornale di Detroit. Passato qualche giorno anche da New York viene trasmessa la notizia in radio, finché non viene pubblicata un’intera rivista dedicata al caso. Ciò che ha alimentato la storia sono i vari “indizi” sospetti nascosti nelle opere della band londinese. I fanatici riescono a trovare prove ovunque e sono stati effettuati anche studi scientifici sul caso che tuttora rimane inconcluso. È bastato suscitare il dubbio che la suggestione e il contagio hanno scatenato la ricerca di ogni indizio, anche improbabile, ampliando il caso.
/ LA NOTIZIA FA IL GIRO DEL MONDO, I FAN CERCANO GLI INDIZI OVUNQUE.
/
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DURATA
POSSIBILI GIUSTIFICAZIONI
Dal 1969
• Interessi politici, economici. • Beatles all’apice del successo. • Evitare suicidi dei fan.
MEDIA
REAZIONE
Radio, stampa. In seguito internet.
• La notizia ha generato parecchio rumore. • Sono incrementate le vendite dei dischi per cercare gli indizi.
ECO
• P. McCartney ha pubblicato nel 1993 un album intitolato Paul Is Live. • La vicenda ha ispirato il film Paul Is Dead del 2000.
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LA GUERRA DEI MONDI /
Nel 1938 l’allora ventitreenne Orson Welles interpreta durante una trasmissione radiofonica un adattamento radiofonico de La guerra dei mondi, romanzo di fantascienza di H. G. Wells. Il romanzo tratta l’invasione degli alieni sulla terra e Orson Welles riesce a interpretarlo come fosse una vera radiocronaca. Welles narrava la vicenda inserendosi di tanto in tanto nella trasmissione. Sceglieva i momenti in cui andava in onda lo stacco pubblicitario sul canale più seguito, la NBC, sapendo che in quel momento normalmente la gente cambiava stazione. Il risultato è fin troppo realistico e va oltre le aspettative dell’autore stesso. La trasmissione scatena il panico in gran parte dell’America, poiché si crede che la Terra stia subendo effettivamente un attacco alieno. In poco tempo le linee telefoniche vengono intasate, le strade vengono invase dalla gente spaventata, le chiese si riempiono, si scatenano gesti di disperazione ed episodi di violenza. L’appello alla paura combinato agli aspetti favorevoli ha generato forte allarmismo, suscitando un grosso impatto mediatico.
/ LA REAZIONE È IMMEDIATA. IL PANICO SI DIFFONDE OLTRE LE ASPETTATIVE.
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PERIODO
30/10/1938
DURATA
Poche ore
MEDIA
Radio.
REAZIONE
Linee telefoniche intasate, strade invase dalla gente nel panico, gesti di disperazione ed episodi di violenza, chiese gremite.
ECO
L’attacco aereo a Pearl Harbour venne preso per uno scherzo.
ASPETTI FAVOREVOLI
• La vicenda viene interpretata come una normale radiocronaca. • Welles sfrutta il momento in cui la trasmissione sul canale più seguito NBC manda lo stacco musicale e la gente cambia stazione. • Nel 1938 c’erano già parecchie tensioni per la guerra che stava per esplodere.
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LE TESTE DI MODIGLIANI /
Nel 1984 ricorreva il centenario della nascita di Amedeo Modigliani e per omaggiare l’artista livornese venne allestita una mostra proprio a Livorno curata da Vera Durbè. Per attirare l’interesse internazionale si decise di verificare se la leggenda delle sculture gettate nel Fosso Reale fosse vera. Vengono ritrovate a pochi giorni una dall’altra tre teste scolpite. La critica conferma l’autenticità e l’attenzione mondiale si sposta sulla piccola Livorno. Dopo alcuni giorni un gruppo di quattro studenti universitari livornesi dichiararono che in realtà una delle sculture era opera loro, realizzata per burla con un Black&Decker. I ragazzi furono invitati in TV, dove mostrarono una foto con la scultura e replicarono la realizzazione in diretta. Poco dopo anche l’autore delle altre due teste uscì allo scoperto, era un artista livornese il quale dichiarò che la sua non voleva essere una burla, ma che si trattava di un’”operazione estetico-artistica”. La beffa ha messo in discussione il mondo dell’arte e la credibilità dei critici, incrementando lo scetticismo.
/ LA BEFFA HA SCOSSO TUTTO IL MONDO DELL’ARTE E FECE IL GIRO DEL MONDO
/
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PERIODO
Dal 12/7/1984 al 13/9/1984
DURATA
2 mesi
MEDIA
TV, stampa.
REAZIONE
• La notizia ha scatenato l’attenzione mondiale. • I critici che avevano confermato l’autenticità e tutto il mondo dell’arte vennero messi in discussione.
ECO
• Accresce lo scetticismo verso le opere di Modì e nel 1991 nessuno si espone • riguardo alle presunte vere sculture di Modigliani.
ASPETTI FAVOREVOLI
• Occasione del 100° anniversario del grande artista. • Leggenda delle teste lanciate nel fosso. • Facilità di riproduzione delle opere di Modì.
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LUTHER BLISSETT /
Uno dei casi mediatici più significativi è stato sicuramente quello di Luther Blissett, nome multiplo utilizzato spesso per denunciare la superficialità e la malafede del sistema mass-mediatico. Lo scopo è creare una mitologia dell’improbabile e generare situazioni al cui interno non esista una responsabilità individuale, chiunque può essere LB. Il nome è preso in prestito da un ex centravanti inglese di origine giamaicana ingaggiato dal Milan a metà anni ottanta. Sono molte le azioni intraprese da LB, la necessità è quella di infettare tutti i networks a cui sia possibile accedere, introducendo nell’immaginario collettivo codici e pratiche destabilizzanti. Hanno aderito al progetto decine di mail-artisti, riviste underground, poeti, operatori del virtuale, performers e collettivi di squatters. Pubblicazioni, video, sabotaggi, performances, manifestazioni, trasmissioni radiofoniche di e su Luther Blissett hanno diffuso il multiple name in tutto il mondo. Sfrutta la tattica del cavallo di Troia, agendo all’interno del sistema mass-mediatico con détournement, beffe, genera rumore.
/ LB DIMOSTRA CHE NON CI SONO LIMITI ALLA CREDULITÀ DELLA GENTE.
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In Italia nel 1994 si compie una delle prime beffe mediatiche di LB assemblando arbitrariamente una serie di elementi veri; sarebbe diventata in seguito il trampolino di lancio del Luther Blissett Project. Venne annunciata la scomparsa di un noto illusionista chiamato Harry Kipper , il cui nome d’arte è Luther Blissett, al confine tra Italia e Slovenia durante il suo viaggio in bici. La notizia si è diffusa fino a coinvolgere il programma televisivo “Chi l’ha visto?”, che per la ricerca ha investito soldi e coinvolto lo staff per mettersi sulle tracce dello scomparso. Poco prima di mandare in onda il servizio girato in Inghilterra, viene smentita l’esistenza del personaggio. Il successo della beffa è rappresentato dalla dimostrazione della permeabilità dei media che per mesi hanno parlato di un illusionista illusorio e lo hanno rincorso fino a concretizzarne quasi per intero il percorso puramente immaginario, che formava, congiungendo le tappe, la scritta ART sulla mappa dell’Europa.
“A DIFFERENZA DI ALTRI NOMI MULTIPLI, LB È UN TERRORISTA CULTURALE.”
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NIKE GROUND /
Nel 2003 i Viennesi si sono ritrovati in mezzo a Karlsplatz, una delle piazze storiche di Vienna, una struttura hi-tech, il Nike Infobox. Secondo il progetto illustrato all’interno, al centro della piazza verrà eretto un gigantesco monumento: uno Swoosh lungo 36 metri e alto 18, realizzato in una speciale lega in acciaio ricoperta da una resina rossa ottenuta dalle scarpe riciclate. Un sito web, realizzato con una grafica che fa il verso al sito della multinazionale, pubblicizza il progetto online, presentandola come la prima di una serie di operazioni analoghe nelle principali capitali del mondo. Per l’occasione sono stati distribuiti migliaia di volantini ed è stata istituita anche una infoline. I viennesi irritati hanno intasato le caselle postali dei giornali locali e nazionali; la Nike ha sporto denuncia, anche se il Tribunale di Vienna ha in seguito respinto l’istanza. La performance iperrealista aveva come obiettivo dimostrare quanto la natura viene trasformata dall’invadenza dei brand commerciali. L’inganno genera rumore, sfrutta l’allucinazione collettiva e contagio e stimola la riflessione.
/ L’INGANNO È STATO GIOCATO SULL’INTERA CITTÀ.
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PERIODO
9/2003
DURATA
Circa un mese
MEDIA
Internet, stampa, telecomunicazioni, direct marketing.
REAZIONE
• Gli abitanti si sono ribellati alla vendita della loro piazza a una multinazionale, hanno intasato le caselle postali dei giornali austriaci locali e nazionali. • La Nike sporge denuncia per 78.000 euro di danni, ma l’istanza viene rifiutata dal tribunale.
ECO
• Viene ritorta contro l’azienda la “brand awarness”, ossia la percezione che il pubblico ha del marchio. • Viene stimolata la riflessione sull’invadenza dei brand commerciali.
ASPETTI FAVOREVOLI
• Celebrità del marchio Nike. • Strategia ben pianificata in puro stile Nike. • Azione svoltasi in un luogo pubblico simbolo.
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CONSEGUENZE: IL COMPLOTTISMO
Il termine viene utilizzato per designare, generalmente in senso dispregiativo, il punto di vista di chi crede alle pi첫 svariate teorie alternative in modo ritenuto acritico e fideistico e senza sentire ragioni di sorta.
46 Manipolazione? Complotto. Se l’informazione viene manipolata, automaticamente si conferma pienamente l’esistenza dei complotti. Gli sviluppi dell’indagine della magistratura hanno rivelato che alcuni giornalisti italiani erano al soldo dei servizi segreti (Sismi), allo scopo di pubblicare notizie opportunamente manipolate; nello stesso tempo altri giornalisti erano sottoposti a sorveglianza occulta ed illegale da parte dei medesimi servizi.
“SE L’INFORMAZIONE VIENE MANIPOLATA, VUOL DIRE CHE I COMPLOTTI ESISTONO.”
Origine delle Tesi Nella mente di ogni essere umano c’è uno schema ancestrale, per il quale l’umanità è divisa in due gruppi: Noi e gli Altri. Per definizione gli Altri sono infidi, disonesti, malintenzionati. La mistificazione porta a sviluppare teorie complottiste, talvolta anche ridicole o paradossali, ma frutto di una conoscenza superficiale o mal comunicata di ciò che accade nel mondo. La fonte è la propaganda da parte degli stessi gruppi che perseguono il potere, e una delle opzioni è sfruttare le teorie complottiste per creare un nemico su cui riversare tutto ciò che non va, per unire il popolo nella guerra contro di esso.
Crimine Organizzato
Il Grande Complotto Quando si parla di complottismo automaticamente emerge il tema centrale della tesi, ovvero che il mondo è governato da associazioni segrete, forse solo una, forse più di una ma in accordo reciproco, o forse almeno due in conflitto, e che comunque esiste un Grande Piano che si snoda nell’oscurità dietro le quinte della Storia, di cui un’organizzazione segreta suprema tira le fila. La tesi del Grande Complotto spinge i complottisti a ricollegare tutto ciò che sa di mistero alla stessa radice, mettendo insieme gli elementi più disparati e collegandoli tramite il più insignificante degli indizi, per mostrare che la trama è comunque una sola.
Il semplice fatto che le mafie esistano e che notoriamente abbiano relazioni con la politica e l’imprenditoria fa sì che l’esistenza di un’attività complottistica a fini criminali non solo sia sospettabile ma anzi certa. Se si considera che è un fatto naturale che ogni persona ed ogni organizzazione che abbia a che fare con un potere di qualche tipo sia incline a mantenerlo e possibilmente accrescerlo, e che gli esseri umani sono capaci di onestà e altruismo ma anche di disonestà, violenza e sopraffazione, non si può evitare che piccoli o grandi elementi operino costantemente dietro le quinte in ogni campo dell’attività umana, per raggiungere i propri fini tramite trucchi e complotti.
47 La Soluzione La soluzione a complottismo e mistificazione è la demistificazione, ovvero l’utilizzo di due strumenti: intuizione e ragione; la prima formula le ipotesi, la seconda le verifica. Molto di quanto si trova su Internet è pattume informativo, ma è pattume libero, quindi lascia la possibilità a chi vuole usare il proprio cervello di raccogliere quel che si trova e valutarlo in modo autonomo, talvolta proseguendo la ricerca al di là di internet. Durante un’intervista Marco Travaglio afferma: “Bisogna andare su internet con gli anticorpi, altrimenti si viene presi da piovre di complotti che circolano, e alla fine si diventa un’ameba, e non più quello che dovremmo rimanere, ovvero cittadini attivi e partecipi.”
Le Conseguenze
“DEMISTIFICARE: FORMULARE IPOTESI E RAGIONARE PER VERIFICARLE.”
Hermann Goering, il numero due del nazismo, afferma: “sia per una dittatura sia per una democrazia per fare una guerra occorre convincere il proprio popolo che c’è una minaccia incombente. Se non è palese, che sia occulta!”. La ferocissima persecuzione del popolo ebraico da parte dei nazisti fu la conseguenza dell’applicazione estrema dello schema, individuando il problema nella presunta congiura giudeomassonica mondiale anziché nel vero complotto in atto quale era il nazismo. Per diffondere le teorie si è utilizzato un falso documento chiamato “Protocollo dei Savi di Sion”. A causa delle teorie complottiste non si distinguono più i buoni dai cattivi, passa la voglia di impegnarsi attivamente e ci si chiude in casa con senso di impotenza.
“IL COMPLOTTISMO RENDE IMPOTENTI O STIMOLA L’IMPROBABILE.”
I Debunker Un debunker (in italiano demistificatore) è un individuo che mette in dubbio e smaschera affermazioni false, esagerate, antiscientifiche o pretenziose. Molti debunker non restano neutrali come dovrebbero ma applicano uno scetticismo tale da obiettare negativamente a priori. In Italia i principali demistificatori sono: / Massimo Polidoro / Paolo Attivissimo / Piero Angela e il CICAP
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SOLUZIONE: LA DEMISTIFICAZIONE
I demistificatori ci tolgono certezze, ma ci abituano a coltivare il dubbio. Possono aiutarci dunque a mantenere una tensione critica che è un antidoto contro la tendenza della coscienza umana alla mistificazione.
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DEMISTIFICAZIONE
Demistificazione e media
del materiale prima di pubblicarlo e di preservare
La demistificazione consente all’uomo di eviden-
sono implicati nella “fuga di notizie”.
ziare gli aspetti reali di un fatto, di un’ideologia, di
“Tutti i governi sono retti da bugiardi” osserva il
un comportamento, svuotandoli dai tratti ingan-
giornalista indipendente I.F.Stone “e non si do-
nevoli.
vrebbe credere a nulla di quello che dicono”. La
Risulta l’unica via per dar luce all’inganno dei
portata e la gravità delle bugie variano da un go-
media, far gettare loro la maschera e svelare ciò
verno all’altro, ma nessuna dichiarazione dalle
che rimaneva nascosto dietro le quinte di un pal-
capitali del mondo dovrebbe essere accettata sulla
coscenico. è proprio quello che è accaduto con la
fiducia.
gigantesca fuga di notizie sui cablogrammi del
Il grosso vantaggio di Internet e dei social media è
Dipartimento di Stato forniti da WikiLeaks, l’orga-
che consentono di demistificare le bufale e gli in-
nizzazione internazionale senza scopo di lucro che
ganni con la prova dei fatti e la libera circolazione
riceve in maniera anonima documenti coperti da
delle idee.
segreto.
Uno dei più grandi esponenti della controinforma-
Tramite WikiLeaks i cittadini di ogni parte del
zione e della demistificazione è sicuramente Noam
mondo possono inviare (sono anzi invitati a farlo)
Chomsky, la cui fama è dovuta, oltre agli studi di
materiale “che porti alla luce comportamenti non
linguistica, alle osservazioni sul sistema politico
etici di governi e aziende” tenuti nascosti.
statunitense.
L’organizzazione dichiara di verificare l’autenticità
Egli procede all’insegna del raziocinio e della do-
l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che
Noam Chomsky
cumentazione. Si sceglie un problema e lo esamina
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a fondo. Traccia un’ipotesi e ne verifica la fondatezza. Acquisisce dati, li confronta, li scandaglia ripetutamente nel tentativo di scoprire che cosa possono, e che cosa non possono, dimostrare. Questo è il giusto atteggiamento che bisognerebbe adottare. La stragrande maggioranza delle persone ha subito, e subisce tuttora, l’incessante bombardamento dei media, essa ha finito col perdere gran parte delle proprie capacità di giudizio. La sua visione demistificante lo spinge a dire: “Vi hanno detto questo? Vi hanno raccontato quello? Bene, vediamo cosa c’è di vero e cosa è falso”. Chiunque voglia confutare una tesi può farlo solo a
Julian Assange - Portavoce WikiLeaks
forza di ragionamenti e a colpi di documentazione.
bieco interesse. Ancora peggio: hanno cercato, e
Avvalendosi anche della progressiva “declassifica-
cercano tuttora, di farci credere che quelle occi-
zione” dei documenti originariamente coperti dal
dentali, e in primis quella statunitense, siano socie-
segreto di Stato, si scava nelle posizioni ufficiali e
tà autenticamente democratiche, in cui la libertà di
se ne verifica il grado di correttezza e di attendibi-
parola assicura un effettivo esercizio della sovrani-
lità. Si evidenziano le contraddizioni, le menzogne
tà popolare.
deliberate, le manipolazioni di piccolo e di grande cabotaggio. Il filo conduttore è preciso: ci hanno mentito, ci hanno fuorviato, hanno tentato in tutti i modi di farci credere che le loro azioni fossero ispirate da convinzioni e finalità di carattere etico, laddove erano mosse soltanto, o prevalentemente, dal più
La soluzione alla mistificazione e al complottismo è la demistificazione, mantenere attivo lo strumento del dubbio, utilizzare l’intuizione e la ragione e così adottare un metodo critico per comprendere il mondo.
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STRUMENTO: IL DUBBIO
Il Dubbio è una condizione mentale, nota sin dall’antichità, per la quale si cessa di credere a una certezza, o con cui si mette in discussione una verità o un enunciato.
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DUBBIO
DUBBIO IN FILOSOFIA / “LA FEDE NELLA VERITÀ COMINCIA CON IL DUBBIO IN TUTTE LE VERITÀ CREDUTE SINO A QUEL MOMENTO.”
I
Friedrich Nietzsche
l dubbio rappresenta una condizione mentale
Il dubbio distruttivo è lo scetticismo abituale. Co-
di incertezza, ma escludendo il dubbio inteso
loro che coltivano questo atteggiamento sono cie-
come esitazione, si può affermare che esso è
chi nel loro non credere, così come il bigotto lo è
uno strumento con cui si mette in discussione una
nella sua bigotteria. Per individui simili l’investiga-
verità o un enunciato.
zione imparziale non ha importanza. Essi vogliono
La prima distinzione da fare è tra dubbio distrutti-
solo l’informazione che nega le nuove idee e che
vo e costruttivo.
concorda con le loro opinioni o con le opinioni
Sebbene lo stato dubitativo sia uno solo, quello che
prevalenti.
varia è il modo in cui viene utilizzato, ovvero se
Si può paragonare questo tipo di scetticismo a
il dubbio rimane fine a se stesso, conservando lo
delle scariche dell’apparecchio radio nella mente.
stato di incertezza, oppure se si sviluppa un’anali-
Impedisce all’ascoltatore di ricevere le trasmissioni
si rivolta a uscire da quello stato per stabilire una
dell’intuizione dal silenzio interiore.
condizione di certezza.
Lo scetticismo si limita in questo caso a creare uno
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scudo che respinge ogni possibilità di accogliere nuove ipotesi, nuove idee. Si fa forte dei pregiudizi ed esclude a priori ogni forma di verità. Il Dubbio scettico esclude quindi la possibilità di conoscenze vere; non è pregiudiziale di ricerca, ma è definitivo; è conclusione. Il dubbio costruttivo o metodico, d’altra parte, è interrogazione intelligente ed esame equo e imparziale. Coloro che seguono questo atteggiamento non badano mai a pregiudizi, ne accettano come valide le vuote opinioni degli altri. Tengono la mente aperta e fondano le loro conclusioni su prove oggettive. Cercano soprattutto di verificare Raffaello Scuola di Atene
queste conclusioni con la loro stessa esperienza. Si tratta quindi di mirare a raggiungere la verità, la certezza, la sicurezza, di uscire da uno stato inconcludente. Non è tanto il dubbio che è bene, ma ciò che scaturisce. Dunque se rimane fine a se stesso si può affermare che il dubbio è uno stato limitativo. Come afferma Piero Angela: “L’uomo deve dubitare: il dubbio è un atteggiamento di ricerca, di esplorazione; la certezza, soprattutto quella ideologica o dogmatica, possono forse renderlo più integrato, e in un certo senso più felice, ma con un costo intellettuale molto elevato, che è quello della sua rinuncia a dubitare, esplorare, e quindi pensare.”
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DUBBIO
IL DUBBIO DISTRUTTIVO /
I sofisti e il relativismo
ed equivalenti. La relatività della verità consentiva
Lo scetticismo ha origini antiche, anche se dei pri-
della retorica, facendo prevalere quella meglio ar-
mi scettici non se ne sa molto. Già alcuni filosofi
gomentata.
presocratici riconoscevano i limiti della conoscen-
Il concetto di relativismo abbraccia tuttavia diverse
za umana.
correnti filosofiche oltre ai sofisti, come l’empiri-
Il primo caso eclatante di dubbio che ci pervie-
smo, il pragmatismo e il criticismo.
ne riguarda il filosofo Socrate. Il suo dubbio ha
La base del pensiero relativista ritiene che gli in-
scaturito il primo passo verso la verità: la consa-
dividui possono ottenere solo conoscenze relative,
pevolezza. Egli si è ritenuto consapevole di non
ogni affermazione è riferita a determinati fattori e
sapere, considerando la difficoltà di ottenere una
solo in riferimento ad essi è vera. Ne deriva che
conoscenza definitiva, che diventa però movente
ogni giudizio è soggettivo e quindi relativo.
loro di far valere le proprie opinioni con la tecnica
fondamentale del desiderio di conoscere. In quel periodo (V secolo a.C.) il suo pensiero risultava decisamente controcorrente rispetto a quello contemporaneo dei sofisti. Essi ritenevano che la conoscenza fosse soggettiva, frutto dell’esperienza. Per i sofisti la verità è scomponibile in una miriade di opinioni, le quali, proprio in quanto relative, finiscono per essere considerate comunque valide
Raffaello - Scuola di Atene, particolare sui sofisti
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Il Pirronismo
affermazioni sulla natura del mondo, e non avesse
Il primo vero scettico fu tuttavia il filosofo Pirrone
sultato molto importante: quello di avere una vita
d’Elide, infatti il termine “pirronismo” talvolta vie-
serena, quieta e felice.
ne utilizzato per sostituire “scetticismo”. Egli pose
Gli antichi scettici ritenevano che la maggior parte
le basi centrali dello scetticismo, indicando la via a
delle preoccupazioni che distruggono la vita de-
tutti gli scettici che seguirono.
rivassero dalle credenze sulla natura del mondo,
Pirrone ritiene che ci sono tre domande fonda-
e pertanto ritenevano che, rinunciando alle con-
mentali che un filosofo si deve porre. La prima do-
vinzioni e all’abitudine a fare affermazioni sulla
manda è: “qual è la natura delle cose?”; la seconda
natura delle cose, si sarebbero evitate le derivanti
è: “che cosa ne possiamo dire?”; e la terza è: “come
preoccupazioni. Naturalmente, riconoscevano che
dovremmo comportarci quando ci viene offerta
la vita avrebbe continuato a presentare degli aspet-
una risposta?”. Egli rispose a questi interrogativi di-
ti spiacevoli, ma si sarebbero evitate le ulteriori
cendo che innanzitutto, la natura delle cose è oscu-
preoccupazioni che affliggono le persone dotate di
ra, nascosta; in secondo luogo, e di conseguenza,
convinzioni.
non dovremmo dire nulla sulle cose, cioè non do-
Questo tipo di pensiero, che prevede l’astensione
vremmo avere opinioni; in terzo luogo, tutto ciò,
della parola, inteso come astensione dal giudizio, si
come risultato, dovrebbe procurarci la tranquillità
chiama aphasia, che vuol dire rinuncia di compiere
dello spirito. Pirrone e i pirroniani pensavano in-
asserzioni sulla natura delle cose.
dubbiamente che, se una persona non avesse fatto
La vita di Pirrone fu coerente con la sua dottrina.
avuto opinioni in merito, avrebbe raggiunto un ri-
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Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione, ma si mostrava in-
Il Probabilismo
differente verso ogni pericolo che gli occorreva,
Una corrente di scetticismo che si è sviluppata nel
fossero carri o precipizi o cani, e assolutamente
II secolo a.C. riguarda il probabilismo, di cui Car-
nulla concedeva all’arbitrio dei sensi. Ma, secon-
neade di Cirene ne fu l’esponente più celebre. Egli
do la testimonianza di Antigono di Caristo, erano
pur ammettendo che niente può essere in senso as-
i suoi amici, che solevano sempre accompagnarlo,
soluto criterio di verità, sosteneva che l’essere uma-
a trarlo in salvezza dai pericoli
no, in quanto tale, non può sospendere il giudizio
Lo scetticismo assunse questa forma negativa e di-
su tutte le cose. A suo avviso infatti c’è differenza
struttiva perché lo scettico, non avendo opinioni
tra il non evidente e il non comprensibile: infat-
proprie da proporre, si preoccupava in primo luo-
ti tutte le cose sono incomprensibili ma non tutte
go di dimostrare che non c’era motivo per ammet-
sono non evidenti. Questa distinzione, che tende-
tere delle certezze; e che, dottrine come quelle che
va a salvare in un certo modo l’evidenza del feno-
gli altri filosofi propugnavano, non avevano fondamento, e come tali andavano accantonate. La maggior parte delle opere degli scettici accademici e pirroniani è dedicata a dimostrare che gli oppositori, detti “dogmatici”, ovvero le persone che accolgono dogmi o dottrine, non hanno motivi per sostenere le loro credenze.
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meno, portò poi Carneade a stabilire comunque un criterio che se non era vero era però probabile. Il numero e la complessità delle connessioni di una rappresentazione mentale costituiscono il criterio di misura della sua attendibilità in quanto “persuasiva e non-contraddittoria”. Si può quindi affermare che un principio fondamentale del probabilismo fosse la non-contraddizione.
Carneade di Cirene
L’Empirismo In tempi più recenti si può riconoscere il pensiero degli empiristi, i quali ritenevano che la conoscenza fosse possibile esclusivamente tramite i sensi, e dunque, considerando la fallibilità di questi, impossibile giungere alla certezza. Normalmente l’empirismo viene presentato come l’indirizzo opposto al razionalismo; infatti quest’ultimo ritiene che la ragione abbia per se stessa la capacità di giungere a conoscenze necessariamente vere. L’empirismo nega tali poteri e ritiene, come sostenne Locke, che “al principio lo spirito sia quel che si chiama un foglio bianco, privo di ogni carattere, senza alcuna idea”. Solo l’esperienza fornisce le idee, attraverso la duplice fonte della sensazione e della riflessione; la prima genera le idee del mondo esterno, la seconda della vita interiore. L’empirismo quindi nega l’esistenza di conoscenze a priori rispetto a qualsiasi tipo di esperienza.
60
DUBBIO
IL DUBBIO COSTRUTTIVO /
Il dubbio di Socrate
arrivando alla consapevolezza di sapere di non sa-
Dopo aver affrontato l’aspetto negativo del dubbio,
che stimola la conoscenza, ed è proprio da qui che
passiamo a considerare il dubbio come strumento
partirà per sviluppare il metodo della maieutica.
per raggiungere la verità. Mentre quello trattato
Il termine maieutica viene dal greco maieutiké
in precedenza rimaneva uno scetticismo fine a se
(sottinteso: téchne). Letteralmente, sta per “l’ar-
stesso, il dubbio costruttivo si avvale di un metodo
te della levatrice” (o “dell’ostetrica”), e nel caso di
per giungere alla certezza, viene così definito scet-
Socrate si riferisce al parto della verità. Come una
ticismo metodologico o dubbio metodico.
levatrice, il filosofo di Atene intendeva “tirar fuo-
Gli scettici greci effettivamente dubitavano della
ri” all’allievo pensieri assolutamente personali, al
possibilità di avere una conoscenza vera della re-
contrario di quanti volevano imporre le proprie
altà. Lo scetticismo metodologico si differenzia
vedute agli altri con la retorica e l’arte della parola
da questa corrente perché usa il dubbio solo come
come facevano i sofisti. Parte integrante di questo
metodo per mettere alla prova le conoscenze che
metodo è il ricorso a battute brevi e taglienti, ovve-
abbiamo. Esso funge da “prova del fuoco” e solo
ro la brachilogia, in opposizione ai lunghi discorsi
le conoscenze che sopravvivono a questa verifica
degli altri e la rinomata ironia socratica.
possono essere considerate assolutamente vere.
Per esercitare il suo metodo Socrate fingeva di ab-
Il primo ad adottare una forma costruttiva di dub-
bassarsi al livello culturale del discepolo ponendo-
bio fu sicuramente Socrate. Come anticipato in
gli domande e rendendolo partecipe delle proprie.
precedenza, egli ha iniziato a dubitare su se stesso
Solo in questo modo e attraverso il dialogo, Socra-
pere. Questo è un punto di partenza fondamentale
61
Jaques Luois David Morte di Socrate
te riusciva a fare il lavoro della levatrice. Come la levatrice porta alla luce il bambino, Socrate portava alla luce le piccole verità dal discepolo. La maieutica quindi non è l’arte di insegnare ma di aiutare. La verità infatti non è insegnabile perché è un sapere dell’anima; per questo Socrate non inculcava nei suoi interlocutori le proprie idee ma aiutava i “discepoli” a “partorire la loro verità”. Il metodo socratico, si basa dunque su domande e risposte tra Socrate e l’interlocutore di turno e procede per confutazione, ovvero eliminando le ipotesi contraddittorie o infondate. In questo modo viene portata gradualmente alla luce l’infondatezza di tutte quelle convinzioni personali che siamo abituati a considerare come scontate, come vere, e che invece rivelano, ad un attento esame, la loro natura di “opinioni”. Possiamo affermare che il metodo di Socrate agisce per sottrazione, la verità viene fuori escludendo ciò che è falso o che è semplicemente un’opinione, un pre-concetto o una convinzione.
62
Il metodo cartesiano
dubbio iperbolico, e per sconfiggere il genio ma-
Lo scetticismo metodologico si sviluppa in manie-
ma pensando a questo si rende conto che se pensa
ra incisiva con Cartesio, in un periodo storico in
necessariamente esiste. Ecco la prima certezza sul-
cui, grazie alla rivoluzione scientifica, nasce una
la quale si basa il pensiero cartesiano. Dopo aver
Scienza moderna.
portato all’estremo l’esercizio del dubbio, egli giun-
Cartesio si accorge di non aver nessun criterio
ge a un primo fondamento sicuro: il principio del
sicuro per distinguere il vero dal falso, necessita
cogito. Si tratta del fulcro su cui far leva, il punto
quindi di un nuovo metodo filosofico basato sul
saldo e immobile a cui si riferiva Archimede per
concetto di una filosofia –matematica universale,
poter sollevare il mondo. E non solo si rende conto
dubitando di quanto non sia solidamente fondato.
che se pensa esiste, ma che egli è necessariamente
Egli parla di un dubbio esteso a tutte le conoscen-
una cosa pensante, spirito, intelletto o ragione.
ze, come unica via per acquistare una certezza, ma
Dall’analisi del cogito Cartesio trae il suo fonda-
non consiste in un atteggiamento scettico mirato a
mentale criterio di verità: l’evidenza.
dubitare e basta, bensì a trovare un punto saldo su
Dapprima egli ritiene che il cogito sia assolutamen-
cui ricostruire il sapere.
te vero e certo, in quanto evidente, poi dichiara che
Cartesio arriva a dubitare di qualsiasi cosa, sotto-
l’evidenza deve assurgere a regola fondamentale
pone al dubbio anche l’aritmetica e la geometria,
per qualsiasi altro tipo di ragionamento. Ne scatu-
ipotizzando l’esistenza di un genio maligno il cui
risce che cogito e regola dell’evidenza fondano con
scopo è ingannarlo. Il suo pensiero lo porta al
reciprocità la loro indubitabile certezza.
ligno decide di non accettare più nessuna falsità,
63
Attraverso questo procedimento di critica, Cartesio vuole pervenire a “conoscenze indubitabili” su cui fondare il suo “metodo” che serve come giuda per l’orientamento dell’uomo nel mondo. Il metodo cartesiano consiste quindi in una messa sistematica in dubbio di qualsiasi affermazione fin quando non se ne trovi una della quale non è possibile dubitare. Ammesso che la si trovi ed appurato che non è possibile su di essa formulare alcun dubbio, allora proprio da quella si dovrà partire per costruire un nuovo spazio per la filosofia.
Cartesio
64
Dubitare dei sensi
Chiaramente il pensiero platonico si scontra quel-
Anche Platone compie qualche secolo prima una
zionalisti con gli empiristi unendo le conoscenze a
ricerca della verità partendo dal dubbio, e asserisce
priori già presenti nella mente con quelle a poste-
che la conoscenza è contenuta nell’anima in manie-
riori derivate dai sensi.
ra innata, bisogna quindi dubitare sempre dei sensi
Quello che compie kant inaugurando il criticismo
e cercare la verità all’interno conoscendo se stessi.
è una sorta di rivoluzione copernicana, nel campo
Platone ricorre al mito quando è consapevole che
della conoscenza filosofica, perché, come Coper-
la sua ricerca della verità lo ha condotto sul ciglio
nico invertì il rapporto tra il sole e la terra, così il
estremo della razionalità, così che solo affidandosi
filosofo tedesco intende ora invertire i rapporti tra
all’esempio mitico egli sa di poter descrivere i suoi
soggetto e oggetto della conoscenza. Mentre prima
pensieri, che più propriamente in questo caso sono
si pensava, in maniera dogmatica, che le forme del
delle vere e proprie visioni.
soggetto si adattassero passivamente alla natura,
Con tale termine si vuole intendere l’autentico si-
col criticismo si inaugura una nuova concezione
gnificato della parola greca, l’idea. Il filosofo per
per la quale è l’esperienza sensibile a venir model-
Platone è colui che trova la verità nella contempla-
lata dalle nostre strutture mentali.
zione delle idee, quegli oggetti di cui lui solo riesce
Il criticismo, in tal modo, da un lato ammette
con fatica e studio ad avere una visione idonea a
che la conoscenza non deriva dall’esperienza, ma
distinguere con correttezza il vero dal falso, il mo-
dall’altro esclude che la nostra ragione possa arri-
dello dalla copia.
vare a conoscere ciò che è oltre l’esperienza stessa.
lo degli empiristi, ma Kant Mette d’accordo i ra-
65
Il metodo di cui si serve consiste nel criticare o analizzare la ragione tramite la ragione stessa, in modo da scoprirne i limiti e poter così giudicare fondati o infondati alcuni dei principi che essa suole affermare. Il criticismo è stato infatti chiamato anche filosofia del limite, in quanto tende a limitare o a circoscrivere le possibilità della conoscenza umana, per quanto in questo modo essa riesca ad approdare a forme di sapere più sicuro. Il criticismo, in fin dei conti, è un’analisi della ragione umana, che diventa insieme giudice e imputato nel tentativo di scoprire cosa può realmente conoscere e affermare con certezza.
Raffaello - Scuola di Atene, particolare su Platone
66
-
Distruttivo
DUBBIO FINE A SE STESSO NON SI ARRIVA MAI A UNA VERITÀ
Scettico
IL DU
Sofistica La verità relativa al soggetto, che la produce in rapporto alla propria esperienza. Non esiste un’unica verità ma una miriade di opinioni. Prevale quella che grazie alle tecniche di dialettica e retorica, riesce ad essere meglio argomentata.
L’UNITÀ D’ITALIA È AVVENUTA BENE! NO, L’UNITÀ È AVVENUTA MALE, ORA TE LO DIMOSTRO...
“VERITÀ SOGGETTIVA”
Pirronismo Non esistono cose vere o false, per la serenità occorre procedere con la sospensione di ogni giudizio. Pirrone d’Elide andava in giro senza guardare o scansare nulla.
L’UNITÀ È AVVENUTA BENE O MALE? NON LO SO E NON MI PREOCCUPO DI GIUDICARE COSÌ RESTO SERENO.
“NESSUNA VERITÀ”
Probabilismo Carneade riteneva che se un criterio di verità non è possibile, è possibile un criterio di credibilità che consente di scegliere certe opinioni come più probabili.
L’UNITÀ È AVVENUTA MALE! CI SONO CONTRADDIZIONI? NO ALLORA È PROBABILE CHE SIA COSÌ.
“VERITÀ PROBABILI MA NON ASSOLUTE”
Relativismo
Gli individui possono ottenere solo conoscenze relative, ogni affermazione è riferita a determinati fattori e solo in riferimento ad essi è vera. Ne deriva che ogni giudizio è soggettivo e quindi relativo.
Empirismo La conoscenza umana deriva dall’esperienza dei sensi, ogni giudizio viene stabilito secondo leggi soggettive derivate dall’abitudine. Poichè le idee sono valide solo in quel momento e in quella situazione particolare, è impossibile conoscere qualcosa con certezza.
L’UNITÀ È AVVENUTA BENE O MALE? SE L’AVESSI VISTA COI MIEI OCCHI POTREI DIRLO, È IMPOSSIBILE SAPERLO CON CERTEZZA.
“VERITÀ SOGGETTIVA”
PER ME L’UNITÀ È AVVENUTA BENE! PER ME È AVVENUTA MALE. ABBIAMO RAGIONE ENTRAMBI.
“VERITÀ RELATIVA E SOGGETTIVA”
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BBIO
+
DUBBIO COME METODO
Costruttivo
PER GIUNGERE ALLA VERITÀ
Metodologico
Dubbio metodologico
Maieutica La maieutica è l’arte di tirare fuori la verità e non di inculcare la propria. Il metodo di socrate si basava su domande e risposte con l’interlocutore, procedendo con l’eliminazione di ipotesi contradditorie o infondate, frutto di convinzioni personali.
Cartesio decide di darsi un metodo per arrivare all’evidenza, ovvero la fine del dubbio. Bisogna passare una fase in cui si dubita di tutto (dubbio iperbolico) per poi escludere tutto ciò che è privo di fondamento. Cartesio esce dal dubbio iperbolico grazie alla prima verità assoluta: se penso esisto.
L’UNITÀ D’ITALIA È AVVENUTA BENE! SEI SICURO? PER ORA L’UNICA CERTEZZA È CHE L’UNITÀ SIA AVVENUTA, DA QUI TROVEREMO LA VERITÀ.
“OBIETTIVO: UNA CERTEZZA ASSOLUTA”
L’UNITÀ È AVVENUTA BENE! LO DICONO TUTTI NO? BEH, IN EFFETTI NON LO DICONO TUTTI..
“IL PARTO DELLA VERITÀ”
Platonismo Secondo Platone la conoscenza è contenuta nell’anima in maniera innata, bisogna quindi dubitare sempre dei sensi e cercare la verità all’interno conoscendo se stessi. I sensi ci ingannano e ci distolgono dalle verità innate .
L’UNITÀ D’ITALIA È AVVENUTA BENE! NON FIDARTI DI CIÒ CHE VEDI O SENTI, RAGIONA E TROVERAI LA VERITÀ.
“I SENSI CI INGANNANO”
Criticismo Si ammette la possibilità di errore della ragione. Kant Mette d’accordo i razionalisti con gli empiristi unendo le conoscenze a priori già presenti nella mente con quelle a posteriori derivate dai sensi. Il soggetto diventa fondamento.
L’UNITÀ È AVVENUTA BENE? POSSO REALMENTE SAPERLO? VEDIAMO DOVE POSSO ARRIVARE COI RAGIONAMENTI.
“LA RAGIONE CRITICA SE STESSA”
metodo
certezza assoluta, dubitando dei sensi
Utilizzare un per raggiungere una consentire alla verità di lasciarsi svelare e delle convinzioni acquisite.
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DUBBIO
DUBBIO NELLE RELIGIONI / “C’È UN TEMPO PER DUBITARE E UNO PER CREDERE, C’È UN TEMPO PER IGNORARE E UNO PER SAPERE”
P
Sébastien Castellion - Fede, Dubbio e ragione
rendiamo ora in considerazione il dubbio
un compito senza essere coscienti di ciò che si sta
dal punto di vista delle religioni più impor-
facendo. La sua utilità infatti, resta limitata ai be-
tanti quali il Cristianesimo, il Buddhismo,
nefici intrinseci del compito stesso. In tal caso il
L’Islam. Sebbene sembri contradditorio parlare di
suo significato perde valore poiché non vi è uno
dubbio in ambiente religioso, dove si presuppo-
spirito interrogativo e bramoso di conoscenza,
ne ci sia un atteggiamento di tipo esclusivamente
dunque non vi è spazio per compiere un percorso
dogmatico, in realtà si può constatare che l’arte del
atto al miglioramento dell’individuo, che è invece
saper dubitare è non solo concessa, ma addirittura
obiettivo fondamentale per tutte e tre le religioni
spronata. L’individuo passivo che non si pone do-
prese in questione. Solo adottando un metodo di
mande si preclude da una possibile ricerca che lo
ricerca basato sul porsi domande si può sperare
porterebbe al compimento della propria esistenza.
di acquisire le capacità per vivere la vita nella sua
Accettare senza sapere, fare senza chiedere, sono
pienezza, comprendere e accettare la fede, capire il
condizioni limitative che equivalgono a svolgere
significato dell’esistenza.
69
Caravaggio IncredulitĂ di San Tommaso
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DUBBIO
IL DUBBIO CRISTIANO /
La sublime realtà della natura umana, si manifesta come apertura al Mistero, come capacità di interrogarsi a fondo su se stessi e sull’origine dell’universo […] La dignità trascendentale della persona, intesa come capacità di trascendere la propria materialità e di ricercare la verità, va riconosciuta come un bene universale, indispensabile per la costruzione di una società orientata alla realizzazione e alla pienezza dell’uomo.
Dalle parole del Papa possiamo capire quanto il rapporto tra fede e ragione nel Cristianesimo sia in realtà molto stretto, a differenza di quanti credono che la religione sia integralista e annebbi la ragione dell’uomo. Secondo quanto afferma Sébastien Castellion “la giustizia si impara e si conosce sia per natura che per dottrina. La natura ha dato all’uomo la ragione, per mezzo della quale egli discerna il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto. La dottrina, sotto la guida della ragione, conferma la natura e insegna che bisogna vivere secondo essa, dunque utilizzare la ragione per giudicare è naturale e giusto […] È la ragione colei che indaga, scopre, interpreta la verità, e se qualcosa nelle scritture sacre o profane è oscuro o corrotto dal tempo, o lo corregge o lo mette in dubbio, finché finalmente la verità riluce o almeno si può più sicuramente considerare incerta la questione”. Sul rapporto tra fede e ragione Tommaso d’Acqui-
Benedetto XVI
71
no riteneva che la ragione fosse subordinata alla fede, e che questa può servirla in tre modi: • Dimostrare i preamboli della fede • Chiarire le verità della fede • Controbattere le obiezioni
Anche S.Agostino si dedica ad analizzare l’importanza della ragione e della fede. Una famosa citazione del santo “crede ut intelligas et intellige ut credas” è quantomai opportuna in questa analisi. Essa sintetizza infatti la sua teoria: credi per capire e capisci per credere, significa che per trovare la verità (cioè capire) è necessaria la fede (credere appunto), ma al tempo stesso, per avere una fede consapevole è necessario l’uso dell’intelletto. Si viene quindi a creare fra regione e fede un rapporto di stretta e diretta connessione, e si configurano come due aspetti di quella realtà esistenziale che è il rapporto fra uomo e Dio. In merito al dubbio S.Agostino ritiene che dubitare di tutto sia impossibile, non si può dubitare del dubbio stesso, ma è un passaggio obbligatorio per approdare alla verità. Dio nel Levitico ordina che si dubiti della lebbra fintantoché consti con certezza che la lebbra ci sia, e questo deve avvenire per tutte le cose incerte, ma ci sono delle cose che è lecito ignorare: Cristo disse che non sta a noi sapere i momenti o i tempi che il Padre ha messo nel suo potere. Non minor numero di mali viene dal non dubitare quando si deve dubitare che dal non credere quando si deve credere. Gli israeliti non avrebbero ucciso tanti profeti e uomini santi, e da ultimo il figlio di Dio e i suoi apostoli, se avessero dubitato. Secondo Castellion “Dio ha voluto che alcune cose fossero oscure affinché l’a-
72
Caravaggio - Sant’Agostino
bilità umana avesse da esercitarsi e procurarsi col sudore questo che è quasi il pane dell’anima non meno che il pasto del corpo. Se dunque qualcuno si lamenta della difficoltà nel trovare la verità, dico che lo fa ingiustamente: come se gli uccelli si lagnassero della difficoltà di procurarsi in qualsiasi luogo il nutrimento, o l’uomo stesso della difficoltà di scavare l’oro o di procurarsi il cibo”. Allo stesso modo in cui una religione troppo sicura di se porta a un totalitarismo, una fede che non lascia spazio al dubbio rischia di essere una rassicurazione comoda.
Eliminare i preconcetti e aprirsi a credere ad una tesi per poterla capire.
DUBBIO
73
IL DUBBIO BUDDHISTA /
Nella filosofia buddhista il dubbio è ritenuto uno
chiese molte volte ai suoi discepoli di porgli delle
dei cinque impedimenti per una chiara visione
domande, nel caso che avessero avuto dei dubbi
della realtà e un progresso spirituale. Questo non
sul suo insegnamento, per non dispiacersi più tardi
vuol dire che il dubbio non debba essere utilizzato
di non poter chiarire quei dubbi.
per giungere alla verità, bensì che per poter vedere
Attraverso il dubbio si prende consapevolezza che
con chiarezza bisogna liberarsi del dubbio.
coi limitati strumenti della mente non si può com-
Il Buddha riteneva fosse giusto avere dubbi o per-
prendere l’infinita complessità del tutto. Si orienta
plessità quando sono relativi ad argomenti con-
lo slancio conoscitivo oltre la mente, connessa al
troversi, ma non bisogna farsi guidare da dicerie,
piano metafisico.
tradizioni o dal sentito dire. Non bisogna farsi
Un grande esponente del buddhismo fu Nagarju-
guidare dall’autorità dei testi religiosi, né solo dal-
na, tanto che venne anche soprannominato il “se-
la logica e dall’inferenza, né dalla considerazione
condo Buddha”. Egli fu considerato uno scettico
delle apparenze, né dal piacere della speculazione,
nella sua stessa tradizione filosofica, sia dai lettori
né dalla verosimiglianza. Quando si capisce auto-
Buddisti che dagli avversari Brahmanici. Nagarju-
nomamente che certe cose sono sbagliate, cattive,
na credeva che il dubbio non doveva essere ca-
non salutari, allora bisogna abbandonarle. Vice-
suale, esso richiedeva un metodo. Quest’idea che
versa quando si capisce che certe cose sono buone
il dubbio doveva essere metodico, che era un’idea
e salutari allora bisogna accettarle e seguirle.
nata nel primitivo Buddismo, fu un’innovazione
Il Buddha era sempre molto disponibile a risolve-
rivoluzionaria per la filosofia in India. Nagarjuna
re i dubbi. Persino pochi minuti prima di morire
porta la novità di questa idea perfino col suggerire
74
Possibile arena di dibattito con regole e giudici.
che il metodo di scegliere il dubbio non dovrebbe
temporaneo di Nagarjuna. Fu lui che formulò ciò
essere il suo, ma dovrebbe piuttosto essere tem-
che allora doveva essere una tradizionale distin-
poraneamente prelevato dalla stessa persona con
zione tra due tipi di dubbio. Il primo tipo è il dub-
cui si sta discutendo. Egli fu convinto che quella
bio casuale su un oggetto che tutte le persone spe-
disciplina, lo scetticismo metodico, porti da qual-
rimentano nella loro vita di ogni giorno, quando
che parte, porti cioè specificamente alla saggezza
nel proprio ambiente è incontrata una qualunque
ultima che stava al cuore degli insegnamenti del
cosa e per varie ragioni la si prende erroneamente
Buddha.
per qualche altra cosa a causa dell’incertezza di ciò
Il suo metodo dubitativo si basava sul prendere in
che l’oggetto precisamente è. L’altro tipo di dubbio
prestito metodi filosofici di ragionamento, in par-
è specificamente il dubbio categorico, esempli-
ticolare quelli designati ad esporre argomenti erro-
ficato da un filosofo che può interrogarsi o avere
nei, per confutare le asserzioni e gli assunti dei suoi
il dubbio sulle diverse categorie dell’essere, come
avversari filosofici. Questa fu la strategia scelta
l’esistenza di Dio, i modi di esistere della sostan-
poiché, se uno provvisoriamente accetta i concetti
za fisica, o la vera natura del tempo. Per chiarire
e le regole di verifica dell’avversario, il rifiuto della
questo secondo tipo di dubbio filosofico il metodo
posizione dell’avversario sarà assai più convincen-
preferito dai Logici era un dibattito formale. Que-
te per lo stesso avversario che non se uno rifiuta il
sti dibattiti offrivano uno spazio in cui i giudici
sistema avversario tout-court.
presiedevano, stabilendo regole per argomenti e
Gautama Aksapada, l’autore del testo fondamenta-
contro-argomenti, riconoscevano gli errori logici e
le dei Logici Brahmanici fu probabilmente un con-
le forme corrette di inferenza. Il dibattito-tipo dei
75
Nyaya, in stile ‘vada’ o “dibattito-verità”, mette due interlocutori uno contro
non avessero potuto cercare o scoprire la verità?
l’altro nel portare opposte tesi (pratijna o paksa) nel dibattito, o su un certo
Per i Nyaya, anche se si può dubitare di tutto e di
argomento; ad esempio, un proponente Nyaya che difende la tesi che un auto-
qualsiasi cosa, qualunque dubbio può essere risolto.
revole testimonianza verbale è una forma accettabile di prova e un proponente Buddista che argomenta che quella testimonianza non è una verità che si autosostiene, ma può essere ridotta solo ad un tipo di inferenza deduttiva. Ognuna di queste opposte posizioni allora servirà come ipotesi di un argomento logico da comprovare o da confutare, e la persona che confuta l’argomento avversario e stabilisce il suo proprio punto di vista vince il dibattito. Tuttavia, c’erano una varieta di tipi di questi formati standard, dai Logici chiamati ‘vitanda’, o “dibattiti-distruttivi”. Nel ‘vitanda’, il fautore di una tesi cercava di stabilirla contro il suo avversario, il quale semplicemente si sforzava di confutare la visione del proponente, senza volerne stabilre o implicare una sua visione propria. Se l’avversario della tesi offerta non riusciva a confutarla, egli perdeva; ma avrebbe perso anche se, confutando la tesi dell’avversario, egli cercava di asserire o implicare una contro-tesi. Ora, mentre i Brahmani Naiyayika consideravano questa forma una buona pratica di logica per i discepoli, essi non consideravano il ‘vitanda’ come una forma ideale di dibattito filosofico, poiché mentre probabilmente poteva esporre false tesi come false, certamente non poteva stabilire la verità, e quale buona ragione o analisi filosofica poteva essere se essi
Nagarjuna
76
DUBBIO
IL DUBBIO NELL’ISLAM /
L’islam è una religione che invita i suoi seguaci ad esercitare il loro intelletto ed avvalersi della propria conoscenza per ricercare la verità assoluta. Mentre nel mondo occidentale c’è differenza tra la conoscenza dell’essere divino e quella che appartiene al mondo fisico, nell’islam no: chi conosce se stesso conosce il suo signore. Nell’Islam c’è spazio per il dubbio e lo scetticismo prima di raggiungere la certezza nella fede. I Sufi ritengono che la fede sia suddivisa in tre stadi: • ‘Ilm al-yaqin” conoscenza certa • “‘ayn al-yaqin” conoscenza attraverso la vista • “haqq al-yaqin” conoscenza data dall’unità del soggetto con l’oggetto.
“‘Ilm”, in molti versetti coranici, è riferito alla luce (“an-Nur”), e Dio è descritto anche come la Vera Luce. Questo significa generalmente che “‘Ilm” è sinonimo di “luce di Dio”. Questa luce non splende sempre per tutti i credenti. A volte essa è nascosta dalle “nuvole” del dubbio proveniente dalla mente umana. Il dubbio nel Corano è spesso interpretato come il buio, cosí come l’ignoranza, in un certo numero di versetti. Dio è considerato una luce, e anche la conoscenza è simbolizzata dalla luce. L’ignoranza è il buio e la conoscenza (ma’rifa) è la luce.
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Secondo Al-Ghazali, la certezza è la chiara e com-
diverse modalità non allontana Averroè dalla orto-
pleta conoscenza delle cose, una conoscenza tale
dossia musulmana, in quanto egli ritiene che, lad-
da non lasciare spazio per il dubbio né per la pos-
dove la dottrina del Corano è chiara, tutti, anche i
sibilità di errore o congettura, in modo tale che
filosofi, devono seguirla.
non sia possibile che un errore possa entrare nella mente. Egli scopre che sia i sensi che l’intelletto sono fallaci, arriva addirittura a negare il principio di “non-contraddizione”. Queste riflessioni lo fecero cadere in una crisi, dalla quale riuscì a uscire esaminando i teologi e i filosofi e ritenendoli vani e falsi. Egli riteneva infatti che non fosse possibile la conciliazione tra filosofia e religione. La sua conclusione fu che nessun aiuto può arrivare dalla ragione, l’unica possibilità rimasta è il ricorso alla rivelazione mediante il misticismo. Averroè, il più eminente rappresentante della “scuola andalusa”, riconosce alla filosofia la possibilità di interpretare allegoricamente i versi coranici oscuri, ambigui o apparentemente contraddittori con la ragione. Tuttavia, proprio dei filosofi è l’argomentare razionale o dimostrativa, che costituisce una delle modalità con cui gli uomini accedono alla verità. Gli altri due tipi di argomentazione, dialettica e retorica, sono proprie, rispettivamente, dei teologi e delle masse. Riconoscere la possibilità di comprendere l’unica verità attraverso
Monfredo de Monte Imperiali- Averroes And Porphyry
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MEZZO: CONTROINFORMAZIONE
Diffusione di notizie e informazioni non ufficiali e taciute che passano attraverso canali e mass-media alternativi, perché i canali di comunicazione convenzionali non partecipano al principio della libertà d’informazione.
80
CONTROINFORMAZIONE
I
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l concetto di controinformazione inizia a diffondersi intorno agli anni sessanta e settanta, in riferimento alla controcultura della conte-
stazione giovanile del Nord America e Europa. L’espressione è stata seguita da informazione alternativa e mediattivismo. L’utilizzo del termine implica necessariamente il fatto che l’informazione normalmente ricevuta sia inadeguata o incompleta, dunque che i media di un certo paese siano sotto il controllo politicoeconomico. Chomsky ritiene che i media non siano affatto al
QUINTO POTERE
“La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, è un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere. Quindi, se volete la verità, andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l’unico posto dove troverete la verità vera! Sapete, da noi non potrete ottenere mai la verità. Vi diremo tutto quello che volete sentire, mentendo senza vergogna. Vi diremo che Nero Wolfe trova sempre l’assassino, e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare, e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete, guardate l’orologio, alla fine dell’ora l’eroe vince... vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire. Noi commerciamo illusioni: niente di tutto questo è vero. Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede. Conoscete soltanto noi. Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui. Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su i bambini come in tv, persino pensate come in tv. Questa è pazzia di massa. Siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni. Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!”.
servizio del pubblico. I media sono al servizio del
“corretta” della società, della politica e della storia
potere. Il fatto stesso che siano imprese a fine di
ignota ai più e osteggiata dalla cultura dominante,
lucro, e che comunque non siano in grado di soste-
e per fare questo deve necessariamente tirarsi fuori
nersi con i soli incassi delle vendite, li costringe a
dal “gioco”.
sottostare ai condizionamenti, espliciti e impliciti,
Quest’ultimo è stato avvantaggiato dagli strumenti
dell’establishment. La parola d’ordine è stare al gio-
tecnologici a basso costo, da internet a strumenti
co, limitando le eventuali critiche ad aspetti speci-
di registrazione.
fici. Per chi sta al gioco, ecco pronti gli enormi introiti della pubblicità. Per chi non ci sta, e pretende di aprire gli occhi alla gente, il rubinetto si chiude. Va da se che chi si propone di effettuare controinformazione intende comunicare una visione
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CONTROINFORMAZIONE
INFORMARE CON IL WEB /
In occasione del vertice dell’Organizzazione Mon-
significative per le manifestazioni possono pubbli-
diale del Commercio (WTO) nel 1999 a Seattle, gli
care i loro materiali sul sito web.
attivisti crearono Indymedia, l’Indipendent Media
Le IMC sono famose soprattutto per i newswire:
Center o IMC, un insieme di media interdipenden-
blog pubblici dove chiunque sia connesso a internet
ti e di giornalisti nata proprio per raccontare fatti
può pubblicare informazioni. La peculiarità infatti
che sarebbero stati distorti dai media mainstream.
è incentivare gli utenti a partecipare alla creazione
“Indymedia è un network di media gestiti collet-
di un mezzo di comunicazione di massa, senza ac-
tivamente per una narrazione radicale, obiettiva e
cettarlo passivamente. Indymedia è un collettivo
appassionata della verità. Ci impegniamo con amo-
super partes, un collante di centinaia di fermenti,
re e ispirazione per tutte quelle persone che lavora-
ed è praticamente impossibile che sia la voce uffi-
no per un mondo migliore, a dispetto di distorsioni
ciale di un movimento spesso definito “dalle mille
dei media che con riluttanza si impegnano a rac-
anime”. Indymedia è un esempio di rete/comunità
contare gli sforzi dell’umanità libera”.
aperta per lo scambio di informazioni di particola-
Le IMC sono centri-stampa di una protesta di massa, situati nelle città nelle quali sono presenti gruppi attivi nel movimento: forniscono in tempo reale un commento critico sugli eventi locali o mondiali e facilitano una copertura giornalistica decentrata e indipendente dalle rivendicazioni. Gli attivisti volontari che scrivono, filmano o scattano fotografie
Logo Indymedia
Fotogramma di una ripresa amatoriale durante gli attacchi dell’11 settembre 2001 - New York 2001
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G8 - Genova 2001
re interesse per gli attivisti di sinistra e no-global. A causa della sua organizzazione aperta e delle sue regole interne (ad esempio l’uso del copyleft, o il fatto che nessun centro Indymedia può diventare una organizzazione commerciale), sarebbe estremamente difficile per chiunque ottenere il controllo dei contenuti. Il G8 di Genova del 2001 è stato segnato dalla comparsa di una gigantesca struttura informativa alternativa ai media dominanti, costituita spontaneamente da un folto gruppo di agguerriti giornalisti non professionisti o semplicemente simpatizzanti, vere strutture giornalistiche che avevano l’obiettivo di informare in tempo reale e di fornire tutto il materiale che poi con calma è andato a riempire i siti di movimento. Insieme a Indymedia a Genova contribuì alla controinformazione anche Radio Gap, il Radio Audio Project nato ad hoc in vista del G8 con l’obiettivo era rispondere ad una domanda diffusa che i redattori riassumono in, “come informare sul G8 di Genova?”. Per rispondere a questa domanda, sette radio libere italiane e un’agenzia stampa su Web decidono di fondersi in un network. A Genova Radio Gap era nel Media Center insieme a Indymedia, trasmettendo fino “e con” l’assalto delle forze dell’ordine nell’edificio. Quello che accadde a Genova e che si verificò anche l’11 settembre a seguito dell’attacco alle Twin Towers, fu uno dei primi casi effettivi di giornalismo partecipativo.
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Citizen Journalism Il giornalismo partecipativo (detto anche giornalismo collaborativo o, in inglese, citizen journalism o open source journalism) è il termine con cui si indica la nuova forma di giornalismo che vede la partecipazione attiva dei lettori, grazie alla natura
Una ragazza filma con lo smartphone durante una manifestazione
interattiva dei nuovi media e alla possibilità di col-
tradizionali come fonte di informazione affidabile
laborazione tra moltitudini offerta da Internet.
ad ampio raggio.
Questo concetto di giornalismo ha riportato la de-
I media convenzionali hanno una comunicazione a
mocrazia nelle mani delle persone. Un esercito di
senso unico con il loro pubblico: non c’è possibilità
singole persone dotate di telefoni cellulari, video-
di fare una controverifica di quello che è stato detto
camere e blog sta sostituendo rapidamente i media
o scritto. Il citizen journalism al contrario, trova la sua vera forza in un continuo processo di controllo da parte di una vasta comunità. E’ possibile condividere facilmente la propria opinione, essere d’accordo o in disaccordo con quello che è stato detto grazie alle nuove tecnologie e al Web. Per questo motivo viene definito giornalismo partecipativo. Tom Curley, il direttore dell’Associated Press, nel discorso di apertura della conferenza dell’Online News Association del 2004 ha detto:
« come abbiamo potuto vedere chiaramente nell’ultimo anno, i consumatori vorranno utilizzare la natura interattiva di internet per partecipare direttamente allo scambio delle notizie e delle idee. L’informazione come lezione sta lasciando spazio all’informazione come conversazione”.
Tom Curley
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Wikipedia La più grande e la più letta enciclopedia al mondo, Wikipedia, è stata scritta da oltre 350 000 autori diversi che hanno prodotto 1.900.000 voci in più di 180 lingue (mediamente 3.758 nuovi articoli al giorno). Si basa sul software MediaWiki che con-
Jimmy Wales il fondatore di Wikipedia
sente a chiunque di scrivere ex novo una voce o di
gine possono essere modificate da chiunque e non
modificare quelle scritte da altri. La collaborazione
c’è un comitato di redazione né alcun controllo pre-
di migliaia di utenti garantisce la qualità del pro-
ventivo sul materiale inviato. Uno dei principi alla
dotto.
base di Wikipedia è il punto di vista neutrale, se-
Wikipedia È curata da volontari seguendo un mo-
condo il quale le opinioni presentate da personaggi
dello di sviluppo di tipo wiki, nel senso che le pa-
importanti o da opere letterarie vengono riassunte senza tentare di determinarne una verità oggettiva. Data la natura aperta di Wikipedia e la sua caratteristica di neutralità, spesso si verificano delle discussioni prolungate quando i partecipanti alla stesura di una voce non raggiungono un accordo, o talvolta delle guerre di modifica o edit war. Esaminando le caratteristiche positive di Wikipedia possiamo sintetizzare:
• L’informazione fornita e controllata da migliaia di utenti è garanzia di qualità del prodotto. • Chiunque abbia conoscenze e voglia condividerle è libero di farlo inserendo nuove voci, ampliandole o modificandole. • È accessibile a tutti. • Su argomenti controversi lo strumento della discussione regolamentata aiuta a trovare un punto di vista condiviso e neutrale.
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I blog Se Wikipedia si propone come mezzo neutrale, contrariamente possiamo trovare nel blog lo strumento che consente al gestore di pubblicare notizie riflessioni e opinioni. Il blog, Il cui termine è la contrazione di web-log, ovvero “diario in rete”, si presenta come un’ottima piattaforma per distribuire informazioni di qualunque genere e di conseguenza anche la controinformazione. Nel mondo esistono oltre 14 milioni di blog e il numero è sempre crescente. Beppe grillo, il suo blog è il più famoso e visitato d’Italia
La figura del blogger assume il ruolo di opinion le-
ader, veicolando un’informazione mediata dal proprio punto di vista e seguita da migliaia di persone.
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Per questo motivo risulta essere un’arma potente anche per la propaganda aziendale. Possiamo identificare diverse tipologie principali di blog:
Blog personale
È la categoria più diffusa. L’autore vi scrive le sue esperienze di ogni giorno, poesie, racconti, desideri ,disagi e proteste. Il contributo dei lettori nei commenti è in genere molto apprezzato e dà vita a discussioni molto personali. Questo tipo di blog è usato spesso da studenti di scuola superiore o universitari, con un gran numero di collegamenti incrociati tra un blog e l’altro.
Social blog
È un tipo di blog dove gli articoli vengono pubblicati da tutti gli utenti del blog. Come dice il nome si tratta di blog “sociali” ovvero scritti dalla massa. Il social blog nasce dall’esigenza di non far disperdere nel Web i contenuti scritti dagli utenti, bensì di raccoglierli in un unico grande contenitore dove tutti possano postare liberamente.
Blog collettivo
Si tratta di un blog nel quale gli articoli vengono scritti da un gruppo ristretto di autori. Di solito questi blog sono orientati verso un campo d’interesse particolare (letteratura, informatica, politica, attualità, ecc.) e sono, proprio per la varietà degli articoli pubblicati, tra i più visitati in rete.
Blog di attualità
Molti giornalisti utilizzano i blog per dare voce alle proprie opinioni su argomenti d’attualità o fatti di cronaca o, più semplicemente, per esprimere la propria opinione su questioni che non trovano quotidianamente spazio fra le pagine dei giornali per i quali scrivono. Altre persone utilizzano il blog per commentare notizie lette su giornali o siti Internet.
Corporate blog
Il blog tenuto da uno o più dipendenti di un’azienda: una voce più informale rispetto al sito internet. I blogger sono tenuti a rispettare un codice aziendale, ma i blog aziendali sono spesso visitati per la semplicità e l’immediatezza delle informazioni che vi si trovano.
Blog tematico
Ogni essere umano ha un hobby o una passione. Spesso questo tipo di blog diventa un punto d’incontro per persone con interessi in comune.
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Il blog tematico deriva in particolare dal format dei forum, piattaforme informatiche di discussione portate avanti da una community di utenti. I forum vengono spesso utilizzati anche come strumento di assistenza online, molti utenti richiedono informazioni nelle aree tematiche dei forum e gli utenti più esperti forniscono il proprio aiuto per risolvere problemi. Nei forum si possono distinguere i ruoli di:
Amministratori
sono i gestori di un forum e possiedono la facoltà di modificare, cancellare o spostare qualsiasi messaggio. Solitamente possono anche chiudere il forum, modificarlo, apportare cambiamenti al software, espellere, cancellare o creare utenti. Possiedono inoltre tutte le funzionalità dei moderatori.
Supermoderatori
aiutano il lavoro degli amministratori, dai quali sono stati scelti, ma rispetto ai quali hanno meno poteri. Il loro scopo è generalmente quello di coordinare l’attività dei moderatori e di assisterli. Possiedono inoltre tutte le funzionalità e svolgono tutti i compiti dei moderatori.
Moderatori
aiutano il lavoro degli amministratori, dai quali sono stati scelti, ma rispetto ai quali hanno meno poteri. Il loro scopo è generalmente quello di mantenere un’atmosfera tranquilla e pacifica nell’area che gli è stata attribuita, evitando che le discussioni degenerino, chiudendo/cancellando quelle contrarie al regolamento, spostando discussioni in aree più consone e facendo rispettare le varie regole. Il moderatore può essere anche un esperto dell’argomento di cui tratta il forum, e può avere la funzione di risolvere dubbi di utenti meno esperti.
Utenti
sono la tipologia più comune. Di norma, l’utente è un soggetto, registrato al forum, che può pubblicare messaggi. I suoi privilegi sono inferiori a quelli dell’amministratore e del moderatore, e di solito gli permettono di: aprire nuove discussioni e pubblicare messaggi, più di usufruire di altre funzionalità accessorie (scegliere una firma personalizzata, caricare un avatar). In alcuni casi è permessa la modifica dei propri messaggi dopo la pubblicazione e la loro cancellazione. Molto spesso le modifiche e le cancellazioni possono essere ripristinate da un membro addetto alla moderazione, ad esempio se l’utente le ha utilizzate in maniera scorretta nei confronti degli altri utenti.
Ospiti
sono quegli utenti che navigano il forum senza aver effettuato la registrazione.
Sulla scia dei forum si può prendere in esame il caso di Yahoo! Answer. Si tratta di una piattaforma realizzata per consentire agli utenti di porre domande e fornire risposte. Chiunque è in dubbio su qualche argomento o ha necessità di informazioni, oppure ha bisogno di risolvere un problema, può rivolgersi alla community che prontamente cercherà di dare la soluzione al quesito. Gli utenti che conoscono la risposta alle domande possono mettersi in prima persona condividendo le proprie conoscenze. Sarà poi chi ha posto la domanda a selezionare la migliore risposta che gli è stata fornita, assegnando un determinato punteggio. L’aspetto anche ludico della community aiuta ad incentivare la partecipazione, spingendo gli utenti a fornire risposte che siano il più possibile complete. Yahoo! Answer prevede una scalata di livelli raggiungibili in seguito ai punti guadagnati tramite l’attività all’interno della community. L’aspetto negativo di Yahoo! Answer è che talvolta le informazioni ricevute non sono di qualità. L’interesse di chi si impegna a rispondere in molti casi è rivolto più al proprio percorso di carriera all’interno del sito, che al voler aiutare qualcuno condividendo le proprie conoscenze, ne deriva che occasionalmente le risposte arrivano in maniera disinteressata e svogliata. Sintetizzando possiamo evidenziare quelli che sono gli aspetti positivi: • Possibilità di porre domande per risolvere problemi, chiarire dubbi, ricevere informazioni. • Partecipazione degli utenti, incentivata dal sistema di punteggi e livelli. • Facile accesso da parte di chiunque.
Le informazioni diffuse sul web tramite i mezzi descritti, possono ulteriormente essere veicolate e condivise attraverso l’utilizzo dei social network, piattaforme informatiche che consentono di gestire una rete di contatti tra utenti o gruppi connessi tra loro da diversi legami sociali. Poter sfruttare queste piattaforme assicura una rapida veicolazione del messaggio a causa della semplicità di accesso e utilizzo dei social media e della loro diffusione capillare. In questo caso la parola d’ordine è condivisione.
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PROGETTO /
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SINTESI STRUMENTI /
OBIETTIVI • Demistificare la
STRUMENTI PER DEMISTIFICARE
mistificazione.
Sfruttare il
falso, l’inganno.
/ Rendere coscienti le persone del
controllo mediatico. / Rendere cosciente l’uomo dell’inganno. / Dare luce alle beffe mediatiche non ancora scoperte
• Stimolare a mantenere alto il
senso critico.
intuizione e la ragione. / Stimolare le opinioni, la riflessione. / Comprendere meglio la realtà. / Eliminare i preconcetti e aprirsi a credere ad una tesi per poterla capire. / Utilizzare l’
• Stimolare a coltivare il
dubbio. scetticismo. / Raggiungere una certezza assoluta. / Dubitare dei sensi / Incrementare lo
e delle convinzioni acquisite.
Identificare e sfruttare la stessa
tecnica
avversario per confutare la tesi.
dell’
arena di dibattito con regole e giudici. Possibile
STRUMENTI PER LE FOLLE Agire sulla folla in maniera incisiva stimolando la
curiosità.
Suscitare la
suggestionabilità. Influenzare con determinazione in maniera
diretta.
rumore”.
Scaturire il “
CONTROINFORMARE Le
folle non sono influenzabili
dai ragionamenti, comprendono solo
grossolane associazioni di idee. personale può avvenire in maniera informazionale. L’influenza
Agire su
due piani in parallelo.
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• Ricondurre alla comunicazione
ufficiale.
• Agire dall’interno del sistema mass-mediatico con .
détournement
• Sfruttare una piattaforma di dibattito e .
condivisione
• Colpire la folla con messaggi .
inaspettati
• Agire sulla folla evocando presentazione del fatto.
• Agire in un luogo
• Sfruttare l’effetto
immagini, esaltare la
pubblico.
sorpresa.
Agire sulle folle utilizzando messaggi
semplici ma di impatto.
Agire sul singolo tramite internet fornendo
informazioni.
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SCENARIO E CONTESTO DI RIFERIMENTO
Analisi del contesto di riferimento e sviluppo di un metaprogetto in relazione alla ricerca effettuata, che abbia come obiettivo quello di accrescere la consapevolezza, stimolare il senso critico e la ricerca di informazioni.
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METAPROGETTO
LA TESI REVISIONISTA / “CHE COSA È LA STORIA SE NON UN GIOCO SU CUI TUTTI SI SONO MESSI D’ACCORDO?”
S
Napoleone - Memorie
ono conclusi da poco i festeggiamenti per i
manico può favorire le sorti a proprio vantaggio,
150 anni dell’unità d’Italia, le iniziative non
ed è ciò che accade da sempre tra vincitori e vin-
sono mancate, i musei hanno saputo acco-
ti. Tutti abbiamo studiato il risorgimento sui libri
gliere turisti e critiche positive, eppure c’era qual-
di storia, ma quanti sono a conoscenza di un’altra
cuno cui tutto questo non entusiasmava. Si dirà,
versione dei fatti, che metterebbe in cattiva luce il
il solito nemico della patria, e invece non è così.
piemonte e gli “eroi” che fecero l’Italia?
L’occasione dei festeggiamenti ha intensificato una
Esiste una tesi revisionista che sostiene una versio-
diatriba che si sta portando avanti da ormai parec-
ne differente di ciò che viene descritto nella storia
chi anni e riguarda proprio gli eventi che hanno
“ufficiale” sui libri di storia. Si tratterebbe di una
caratterizzato l’unità d’Italia.
visione storica che considera le ragioni dei vinti e
La storia insegna che qualsiasi avvenimento porta
rivaluta il risorgimento come un momento dram-
con sé delle conseguenze, nel bene e nel male, ma è
matico nel quale una potenza straniera occupa
condivisibile che chi regge il coltello dalla parte del
uno stato sovrano.
Nonostante prime riletture risalgano già a fine ottocento con l’apporto di studiosi come Alfre-
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do Oriani, Francesco Saverio Nitti e Antonio Gramsci, il revisionismo del Risorgimento diventò una vera e propria corrente culturale dopo la caduta del fascismo, con l’apporto di scrittori come Carlo Alianello, Michele Topa, Nicola Zitara e Tommaso Pedio, per poi diventare oggetto di studio anche nel mondo accademico con Denis Mack Smith, Christopher Duggan e Martin Clark. Oggi, alcune trasmissioni televisive (Superquark, TG2 Dossier, Ulisse) hanno documentato i dati emersi dalla tesi revisionista.
ALCUNI TRA I MAGGIORI SOSTENITORI
TOMMASO PEDIO STORICO / FRANCESCO SAVERIO NITTI ECONOMISTA / GAETANO SALVEMINI STORICO / ELENA BIANCHINI BRAGLIA SCRITTRICE / SERGIO LUZZATTO STORICO / AURELIO LEPRE STORICO / CARLO VILLANI SCRITTORE / DOMENICO DEMARCO STORICO / CARLO AIANELLO SCRITTORE / MICHELE TOPA GIORNALISTA / NICOLA ZITARA GIORNALISTA / LORENZO DEL BOCA GIORNALISTA / GIGI DI FIORE GIORNALISTA / FRANCESCO MARIO AGNOLI MAGISTRATO / PINO APRILE GIORNALISTA / FULVIO IZZO SCRITTORE / ANTONIO CIANO SCRITTORE / DENIS MACK SMITH STORICO / MARTIN CLARK DOCENTE
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Recenti studi stanno confermando le ipotesi sostenute dai dai revisionisti. I punti maggiormente sviluppati dalla tesi sono:
• Le annessioni degli stati preunitari, sarebbero avvenute senza dichiarazione di guerra, e ritenute da costoro principalmente finalizzate al ripianamento del deficit finanziario del Regno di Sardegna. • L’asserita assenza di un sentimento patriottico tra le masse popolari durante il processo di unificazione, poiché solo una ristretta élite culturale avrebbe avuto coscienza ed orgoglio del proprio passato. Secondo la critica revisionista, il valore unitario fu supportato machiavellicamente solo dai ceti benestanti, per mantenere propri privilegi e posizioni sociali. • Rivalutazione delle condizioni socio-economiche del Regno delle Due Sicilie, considerato dalla storiografia “ufficiale” uno stato arretrato. • Il ruolo delle potenze straniere (Gran Bretagna in primis) nel processo di unificazione, considerato un’operazione di complotto contro il regno borbonico per vecchi dissapori diplomatici ed interessi economici. • Rivisitazione della spedizione dei Mille: Giuseppe Garibaldi avrebbe raggiunto il suo obiettivo non tanto per il suo valore militare quanto per i finanziamenti ricevuti da Inghilterra e massoneria, che avrebbero anche permesso la corruzione degli ufficiali borbonici e delle mafie. • Lo svolgimento dei plebisciti d’annessione, eseguiti in maniera illecita secondo questi studiosi. • La rivalutazione del brigantaggio postunitario, visto da alcuni revisionisti come una lotta di resistenza, nonché la sua cruenta repressione, che fu condannata anche da esponenti liberali del neogoverno italiano. • La deportazione degli ex militari dell’esercito borbonico in presidi militari considerati veri e propri campi di concentramento.
I revisionisti inoltre, tendono generalmente a valutare in chiave negativa rispetto alla storiografia più diffusa personaggi-chiave dell’unità nazionale italiana, quali Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II di Savoia. Le divergenze tra gli storici, i giornalisti e gli esperti di settore si stanno sempre più intensificando, ma sorge spontaneo chiedersi se si arriverà mai a una memoria condivisa dell’Italia: come può un paese che non conosce la verità sulle proprie origini fare frutto delle esperienze passate per affrontare le problematiche moderne? Gli italiani devono innanzitutto sapere che esiste il problema storico (neanche i festeggiamenti dei 150 anni sono serviti per comunicare e diffondere la questione), in secondo luogo hanno il diritto di conoscere la verità sui fatti storici, indipendentemente che questa appartenga alla tesi ufficiale o a quella revisionista. Se ci fu mistificazione, che questa venga demistificata, la verità deve emergere e nessun dubbio deve persistere sulla storia d’Italia.
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Ecco come la mistificazione sarebbe stata messa in atto influenzando l’opinione pubblica: • Ridicolizzazione dell’immagine di Francesco II e screditamento. • Memoria di Ferdinando II infangata da accuse di brutalità e ferocia. • Minimizzazione dell’entità della ribellione del sud riducendolo a “volgare brigantaggio”. • Viene diffusa l’idea della “cattiveria” dei Borboni contrapposta alla “bontà” dei piemontesi.
Esistono diverse motivazioni che hanno indotto a mantenere la mistificazione nel tempo: • Si adoperò per sradicare dalla coscienza e dalla memoria delle popolazioni che dovevano diventare italiane, il modo cruentissimo e piratesco col quale si ottenne l’unità. • L’operato dei garibaldini fu ammantato di leggende, sminuendo e tacendo le reazioni delle popolazioni del sud che non volevano essere liberate e reagirono contro gli invasori. • Venne diffusa un’immagine distorta del ‘700 e ‘800 napoletano. (periodo sinistro d’oppressione e miseria). • Nel periodo fascista, legato alla dinastia savoia e proteso a perseguire valori nazionalistici, per ovvi motivi non ebbe nessuna voglia di tipo revisionista, anzi insabbiò ancora di più la questione ritenendola dannosa. • La repubblica italiana, nel dopoguerra, mantenne intatto l’impianto di pubblica istruzione del periodo fascista.
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L’immensa fortezza di Fenestrelle
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INDIETRO SAVOIA
“Si è arrivati a celebrare il centenario dell’Unità d’Italia sul canovaccio dei volumi scritti dai vincitori di allora, i quali, come in ogni tempo e in ogni latitudine, raccontano ciò che fa loro comodo, per celebrare la propria grandezza. Usano gli archivi con intenzioni politiche, piegano i fatti secondo la loro convenienza e, se non basta, li aggiustano, distruggendo fisicamente i documenti scomodi per fabbricarne altri su misura in grado di confortare i loro interessi. I vincitori danno forma a una storia ideologica, popolata di riferimenti sacri, dove le vittorie non possono che essere gloriose e le sconfitte, se non si possono negare, sono immeritate. Un racconto «politically correct» con certezze manichee, scomuniche inappellabili, inclinazione a leggere gli avvenimenti con gli occhiali deformanti dell’ideologia. Proprio per questo, gli storici che vengono dopo dovrebbero imporsi il metodo del dubbio: mettere tutto in discussione, non credere a niente prima di verificarlo, e sforzarsi di immaginare differenti ipotesi. I predecessori possono essere stati meticolosi nello sforzo di cancellare le tracce che li disturbavano ma, da qualche parte, salterà pur fuori una dichiarazione capace di smascherarli. E avranno anche costruito delle argomentazioni con abilità ma, guarda e riguarda, non dovrebbe essere impossibile individuare esagerazioni e omissioni. E bisognerebbe ricordarsi di ascoltare le ragioni dei vinti, che non è onesto liquidare - come il più delle volte accade - come fastidiosi piagnistei o come improponibili nostalgie.” Lorenzo Del Boca
102
METAPROGETTO
APPROFONDIMENTI /
Al Sud si stava bene Francesco Saverio Nitti così descrive in breve la situazione finanziaria delle Due Sicilie nel 1860: “Nel 1860 la situazione del Regno delle Due Sicilie, di fronte agli altri stati della penisola, era la seguente, data la sua ricchezza e il numero dei suoi abitanti: • Le imposte erano inferiori a quelle degli altri stati. • I beni demaniali e i beni ecclesiastici rappresentavano una ricchezza enorme, e, nel loro insieme, superavano i beni, della stessa natura, posseduti dagli altri stati. • Il debito pubblico, tenuissimo, era quattro volte inferiore a quello del Piemonte, e di molto inferiore a quello della Toscana. • Il numero degli impiegati, calcolando sulla base delle pensioni nel 1860, era di metà che in Toscana e di quasi metà che nel Regno di Sardegna. • La quantità di moneta metallica circolante, ritirata più tardi dalla circolazione dello Stato, era in cifra assoluta due volte superiore a quella di tutti gli altri Stati della penisola uniti insieme”.
103 PERCENTUALE MONETE CIRCOLANTI
REGNO DELLE DUE SICILIE / 65,7% PARMA E MODENA / 0,3% LOMBARDIA / 1,2% VENEZIA / 1,9% REGNO DI SARDEGNA / 4%
La Moneta
GRANDUCATO DI TOSCANA / 12,9%
Dopo l’unità d’Italia, nel 1862, venne introdotto definitivamente il corso legale della Lira (moneta
STATO PONTIFICIO / 14%
del Regno di Sardegna), ben presto sostituito dal corso forzoso della moneta (1866). Quest’ultimo provvedimento venne preso per ovviare alle drammatiche conseguenze che la gran mole REGNO DI SARDEGNA REGNO DELLE DUE SICILIE
di debito pubblico, accumulato dal Regno di Sardegna in quegli anni, avrebbe avuto sul valore della Lira. Nel 1862 si stabilì che ogni Ducato, moneta delle Due Sicilie, dovesse essere cambiato
DEBITO PUBBLICO (IN MILIONI DI LIRE)
1.121,4
con 4,25 Lire italiane. Negli altri stati furono fissati 411,5
i seguenti cambi: Lira piemontese = 1 Lira italiana,
261,86
DEBITO PRO-CAPITE (IN LIRE)
59,03
Lira austriaca = 0,87 Lire italiane, Lira toscana = 0,84 Lire italiane.
Il PIL
INTERESSI ANNUI (IN MILIONI DI LIRE)
La spesa pubblica nel Regno di Sardegna in
67,9 22,8
quegli anni era sproporzionata, tanto da causare
2.620
PIL (IN MILIONI LIRE)
1.610
un aumento del debito pubblico del 565%, producendo come effetto un aumento vertiginoso delle tasse, la vendita dei beni demaniali, e la necessità di contrarre grandi prestiti. Al contrario nello stato borbonico il debito pubblico corrispondeva solo al 16,57% del PIL, esistevano solo 5 tasse, e ciononostante le rendite pubbliche aumentarono in quegli anni da 16 milioni a 30 milioni di ducati.
POPOLAZIONE
6.970.018
4.282.553
73,86 16,57
DEBITO/PIL (IN %)
104
REGNO DELLE DUE SICILIE /
UN REGNO ARRETRATO
/ Al momento dell’Unità il Pil del Nord era circa due volte e mezzo quello del Sud. / Dislivello fortissimo nelle principali attività industriali dell’epoca, Nord nettamente più industrializzato. / Nel Mezzogiorno case commerciali e istituti di credito erano totalmente assenti.
/ Nord e Sud avevano due economie che avevano tra loro ben poche relazioni, quella del Sud era arretrata.
/ Scarso sviluppo industriale del Sud.
/ Scarsi commerci del Sud.
/ Il tasso di scolarità primaria, che in Lombardia e in Piemonte toccava già il 90%, nel Sud era appena del 18%. / Rarissimi erano quelli che avevano visitato Napoli e nessuno, praticamente, si era spinto più a Sud.
/ Al Sud abbandono del territorio.
/ Al Sud agricoltura sottosviluppata. / Livello di analfabetismo che superava il 90%.
105 Reggia di Caserta
IL REGNO DEL BENESSERE / Il sistema giudiziario delle Due Sicilie era il più avanzato dell’Italia preunitaria. / Le Due Sicilie erano lo Stato più industrializzato d’Italia ed il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia. / Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata ad indicare l’aumentato benessere, relativamente ai livelli di quei tempi. / Tutto il sistema monetario era garantito in oro nel rapporto uno ad uno, la lira piemontese invece era garantita nel rapporto tre ad uno (ogni tre lire in circolazione erano garantite da una sola lira oro). / Le banche nel 1700 erano sette. Nel 1816 fu completato l’accorpamento con la creazione del “Banco delle Due Sicilie” che successivamente si chiamò “Banco di Napoli” nella parte continentale del regno e “Banco di Sicilia” nell’Isola. / A Napoli era presente una delle uniche quattro filiali europee (le altre erano a Londra, Parigi e Vienna) della banca della famiglia Rothschild. / All’epoca di Francesco II, l’ultimo re, l’emigrazione era sconosciuta, le tasse molto basse come pure il costo della vita, il tesoro era floridissimo. / Il Regno vantava quattro università, a Milano la prima università, il Politecnico, fu fondata solo nel 1863 ed il primo ingegnere si laureò nel 1870. il numero degli studenti napoletani era maggiore di quello di tutte le università italiane messe assieme. / La penisola era considerata quasi una terra promessa per ogni compositore” e Napoli era considerata la Regina mondiale dell’Opera. / Napoli era una meta ambita ed era una delle tappe del Grand Tour. / Pur non avendo le pianure del nord l’agricoltura era molto produttiva.
106
I Primati del regno Le eccellenze del Regno dei Borbone sono tante e crescenti a secondo dell’avanzamento dei relativi studi e ricerche d’archivio, quasi la metà sono continentali e mondiali, di seguito ne sono elencate solo alcune.
Teatro San Carlo - Napoli
Ferdinando I - Prima nave a vapore del mediterraneo
PRIMATO MONDIALE PRIMATO EUROPEO PRIMATO ITALIANO
1735 1737 1739 1741 1743 1748 1751 1755 1755 1762 1781 1783 1783 1786 1790 1802 1806 1818 1820 1827 1831 1831 1832 1832 1833 1833 1833 1835 1836 1837 1839 1840 1843 1843 1848 1848 1852 1856 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860 1860
ORGANIZZAZIONE ECOLOGICA: GIUNTA DEI VELENI PER GLI SCARICHI INDUSTRIALI TEATRO LIRICO DELLA STORIA: SAN CARLO DI NAPOLI TRIBUNALE DI COMMERCIO ABOLIZIONE DEL FEUDALESIMO CON TASSAZIONE ANCHE DEI BENI ECCLESIASTICI LEGGI IGIENICHE PER LA PREVENZIONE SANITARIA ED AMBIENTALE NASCITA DELLA SCIENZA ARCHEOLOGICA CON IL MUSEO ARCHEOLOGICO ALBERGO DEI POVERI ACCADEMIA BELLE ARTI: ACCADEMIA ERCOLANE LEGGI A DIFESA DEL PATRIMONIO CULTURALE E ARTISTICO ACCADEMIA DI ARCHITETTURA CODICE MARITTIMO CANTIERI NAVALI DI CASTELLAMMARE DI STABIA TERREMOTO: RAPIDA RICOSTRUZIONE CON SISTEMI ANTISISMICI ALL’AVANGUARDIA CATTEDRA DI ASTRONOMIA: NAPOLI CON GIUSEPPE CASSELLA OSSERVATORIO ASTRONOMICO: PALERMO OSPEDALE PSICHIATRICO DI PALERMO S.TERESA AI PORRAZZI TELEGRAFO AD ASTA: SICILIA NAVE A VAPORE: REAL FERDINANDO CODICE MILITARE LINEA DI NAVIGAZIONE A VAPORE CON NAVI NAZIONALI AIUTI ALL’AGRICOLTURA: ACCADEMIE AGRICOLE E MONTI FRUMENTARI AIUTI ALL’INDUSTRIA: ISTITUTO DI INCORAGGIAMENTO DI ARTI E MANIFATTURE A PALERMO ORDINANZA A NAPOLI PER LA NETTEZZA URBANA CHE COMPRENDE RACCOLTA DIFFERENZIATA INCENTIVI ALLA MARINA MERCANTILE PER ESPORTAZIONI STAZIONE METEREOLOGICA: OSSERVATORIO VESUVIANO NAVE DA CROCIERA: FRANCESCO I CORPO DEI POMPIERI PONTI DI FERRO SUL GARIGLIANO E SUL CALORE LINEA DI NAVIGAZIONE MARITTIMA SUL MEDITERRANEO ILLUMINAZIONE A GAS NELLE CITTÀ: NAPOLI FERROVIA: NAPOLI-PORTICI INDUSTRIA METALMECCANICA DI PIETRARSA PIROFREGATA ERCOLE: NAVE DA GUERRA A VAPORE FARO LENTICOLARE NEL PORTO DI NAPOLI FORMA DI MONARCHIA COSTITUZIONALE ESPERIMENTO DI ILLUMINAZIONE ELETTRICA: LECCE TELEGRAFO SOTTOMARINO TRA REGGIO E MESSINA ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PARIGI: PREMIO PER SVILUPPO INDUSTRIALE MONOPOLIO MONDIALE DELLO ZOLFO, 90% FLOTTA MERCANTILE (4/5 ITALIA) NUMERO DI TIPOGRAFIE (SOLO A NAPOLI 113) NUMERO GIORNALI E RIVISTE NUMERO MEDICI PER ABITANTI NUMERO SOCIETÀ PER AZIONI NUMERO TEATRI E CONSERVATORI MUSICALI SISTEMA PENSIONISTICO PUBBLICO (COL 2% DI RITENUTA MENSILE) PIÙ BASSA MORTALITÀ INFANTILE BILANCIO PUBBLICO IN PAREGGIO MAGGIOR QUOTAZIONE RENDITA NAPOLETANA A PARIGI (120%) DIFFUSIONE SPORTELLI BANCARI INDUSTRIA DI GUANTI (PELLE DI CUOIO) CON OLTRE 500MILA DOZZINE ESPORTATE INDUSTRIA DELLA SETA (DA S.LEUCIO E DA TUTTO IL REGNO) PER QUALITÀ SALINE (SOPRATTUTTO PUGLIESI E SICILIANE)
107
108
Blu Savoia, attualmente colore nazionale italiano.
Il Regno di Sardegna Lo stemma del Regno di Sardegna mostrato è quello in vigore dal 28 novembre 1848 a seguito della fusione perfetta del 1847. Lo stemma prevede al centro il richiamo all’emblema di casa Savoia, ovvero la croce bianca su fondo rosso. La prima bandiera del regno d’Italia fu adottata mantenendo lo stemma di casa Savoia nel centro con un bordo color blu Savoia, che divenne il colore nazionale italiano.
109
Il Regno delle Due Sicilie Lo stemma dei Borbone di Napoli racchiude diversi punti dell’arme appartenenti alle diverse case tra cui Medici, Asburgo, Borbone, Aragona, Castiglione, ecc.. I colori principali sono il giallo e il rosso. Il tricolore che racchiude al centro lo stemma dei Borbone di Napoli fu adottato nel periodo dal 1860 al 1861, prima della caduta del regno.
Rosso caratteristico dello stemma, richiamo ai colori delle case spagnole.
110
GIUSEPPE GARIBALDI /
EROE DEI DUE MONDI
/ Difensore dei popoli oppressi dai tiranni, difensore della libertà e della vita degli uomini.
/ Il marito di Anita cadde nella battaglia di Curitibanos. / Circolavano numerosi libri e pubblicazioni sul suo conto. / Anita morì per le pessime condizioni di salute e Garibaldi non potè rimanerle accanto perché avrebbe rischiato la cattura. / Sono vere le “operazioni militari” a pagamento, ma non c’era nulla di male all’epoca ad assoldare mercenari.
/ Durante la battaglia di San Pancrazio si guadagna la fama di grande generale a livello internazionale. / Lincoln lo volle al comando delle forze unioniste durante la guerra di seccessione, ma si rifiutò per doveri di patria.
111 Giuseppe Garibaldi
LADRO DI CAVALLI / Rubava i cavalli in Sud America e gli tagliarono un orecchio.
/ Per conquistare l’amore di Anita uccise il marito. / Fu circondato da un alone di leggenda capace di amplificare ogni sua azione. / Strangolò la moglie perché lo intralciava.
/ Combattè prima contro il Brasile poi contro l’Argentina, assaltando e depredando navi, assediando e spogliando villaggi. / Rubò del tessuto rosso destinato ai grembiuli dei macellai e ne fece le divise per la sua “legione italiana”. / Alla gente venne offerto un campionario di improbabili atti di valore e di altruismo esageratamente amplificati ma di facile presa. / Trafficava schiavi cinesi. /Definito spirito miope e ingenuo, incapace di illuminazione e di prospettiva, rozzo e incolto. / Fu nominato Gran Maestro della Massoneria Italiana.
112
VITTORIO EMANUELE II /
UN GENTILUOMO
/ Grazie alla sua determinazione Vittorio Emanuele ottenne un armistizio duro ma onorevole.
/ La sostituzione col figlio del macellaio è una diceria da gossip messa in circolo da Massimo d’Azeglio che ne voleva la delegittimazione. / Fu combattente eccellente e prese parte a tutti i fatti d’arme del regno di Carlo Alberto e suo. Durante la guerra contro l’Austria fu impegnato nelle prime linee con condotta encomiabile. / Il re aveva grandi capacità di comunicazione e di preparazione culturale.
/ Vittorio Emanuele era un ragazzo irrequieto ma non saltava certo da un letto all’altro della corte sabauda o delle campagne piemontesi. / Il re si conquistò il rispetto internazionale, veniva considerato un re modello, un galant’uomo. / Il re investì in infrastrutture per mettersi alla pari con gli altri paesi. / Era intenzionato a risolvere la spinosa questione della Turchia che bloccava i commerci tra Eurpa e Oriente.
/ Fu garante della chiarezza del sistema di gestione nello stato e quando si trovò di fronte episodi di peculato, la sua posizione fu durissima e inequivocabile.
113 Vittorio Emanuele II
UN BARBARO / L’armistizio di Vignale fu cosa semplice, il nuovo re era testimone di nozze del generale austriaco, inoltre l’Austria era preoccupata dalla Francia e non dal Piemonte che serviva da cuscinetto. / Vittorio Emanuele II era in realtà figlio di un macellaio.
/ Mentre i soldati combattevano contro l’Austria, lui ingannava il tempo facendo tiro a bersaglio sui pavoni della cascina di Sommacampagna. / Aveva inclinazioni primitive, cavalli, caccia, duelli d’arma, trascurava lo studio e faceva molti errori grammaticali. / Il re era donnaiolo, gli piaceva approfittare delle grazie delle contadinotte.
/ Veniva considerato un “barbaro” nei salotti internazionali. / Slegato e ignaro dei bisogni del paese. / Aveva deliri di onnipotenza, secondo lui la questione Turca era elementare, bastava cacciare il sultano e una volta fatto Vittorio Emanuele avrebbe concesso alle nazioni di beneficiarne.
/ Il regno d’Italia spendeva più del doppio di tutti gli stati preunitari messi assieme, ma la corruzione era di casa a palazzo e correvano tangenti. / Per un secolo Vittorio Emanuele II ha goduto dello straordinario privilegio di essere raccontato soltanto dagli storici graditi a Casa Savoia.
114
L’IMPRESA DEI I LIBERATORI
/ Il re tiranno reprimeva duramente le rivolte tanto da meritarsi l’appellativo di re “bomba”.
/ Garibaldi sbarcò in Sicilia perché la popolazione era ostile agli occupanti e trovò terreno fertile.
/ Proprio l’inadeguatezza dell’armata dei 1.089 volontari sottolinea la fragilità del regno borbonico.
/ Lo sbarco è avvenuto si grazie alla protezione inglese, ma non spiega come mai nessuno ributtò a mare l’armata. / Garibaldi passò di successo in successo grazie all’aiuto della popolazione che contribuì anche a ingrossare le file.
/ Se ci sono stati dei tradimenti sono indice della fragilità del potere borbonico. / L’aggressione allo stato pontificio non vi fu, anzi fu lo stato pontificio ad aggredire la popolazione di Perugia.
MILLE /
115
L’INVASIONE PIANIFICATA
/ L’impresa fu appoggiata dall’Inghilterra che aveva i suoi interessi nello zolfo siciliano e nella posizione strategica del regno nel mediterraneo, e dalla Francia che era interessata alla posizione favorevole per i traffici che si sarebbero sviluppati con la conclusione del canale di Suez. / La massoneria di edimburgo si assunse l’incarico di radunare la colletta necessaria all’impresa, riempendo le tasche dei generali borbonici per suonare ritirata. / Erano circa mille, di tutte le ombre e di tutti gli splendori, di tutte le miserie e di tutte le virtù, chi scappava dalla giustizia, chi da mogli o amanti, chi cercava l’avventura, chi era senza soldi e cercava una pagnotta, ognuno con diversi obiettivi. / Il Piemonte e il Lombardo non furono assaltati ma furono messi a disposizione da Rubattino garantendo il pagamento delle due navi. / Il governo piemontese appoggiò e finanziò il progetto di invasione, fece finta di volerli ostacolare nei messaggi ufficiali, i quali erano seguiti da comunicazioni che incitavano a fare il contrario. / Si fermarono a Talamone per caricare le armi che erano li pronte per loro. / Il Regno delle Due Sicilie aveva una flotta poderosa, furono mobilitate 12 cannoniere per perlustrare e altre 4 nel possibile luogo dello sbarco, ma i comandanti portarono le navi lontano da possibili incontri coi due piroscafi. / I giornali cominciarono a sollecitare i lettori a favorire l’impresa. / A marsala due navi inglesi proteggevano lo sbarco. Il Piemonte entrò nel porto di Marsala, il Lombardo si incagliò in un cumulo di sabbia, alterando i piani, così il vascello siciliano arrivò troppo presto e fu costretto a trovare una variante. / La battaglia di Calatafimi non fu combattuta, il Generale Landi, che contrattò il suo tradimento per 14 mila ducati, dichiarò la ritirata ancor prima dell’attacco dei garibaldini. / I garibaldini avevano l’appoggio della mafia. / Dal mare venne simulato un bombardamento alle posizioni dei garibaldini. / Liborio Romano, ministro dell’interno, diede potere alla Camorra affidandole il servizio d’ordine di Napoli. / La diplomazia internazionale consentì che uno stato ne invadesse un’altro e i piemontesi si mossero dal Nord attaccando senza complimenti.
116
LA CONQUISTA DEL SUD /
REAZIONE NECESSARIA
/ Il brigantaggio esisteva già prima dell’unità. / Nel Regno delle Due Sicilie la situazione era peggiore del nuovo Regno d’Italia, la pressione fiscale borbonica era assai peggiore. / Alle bande già esistenti si aggiunsero ex ufficiali e soldati borbonici, idealisti e aristocratici delle province napoletane, ma anche venuti dall’estero. / I metodi sanguinari adottati dai reparti deell’esercito furono una forma di reazione contro la ferocia delle bande di briganti.
117 Strage di Bronte
UN MASSACRO / Il caro prezzo della guerra fu pagato per intero dal Sud. / Quella del Nord fu un’invasione coloniale e barbarica.
/ Per chi si opponeva al nuovo re: galera, per chi protestava più vivacemente o sembrava averne voglia finiva direttamente davanti al plotone di esecuzione. / Furono arrestate e violentate mogli, sorelle, madri di ogni presunto responsabile di qualche reato. / Molti videro lo stato come un nemico e si nascosero nei boschi e si difesero con le armi. / Invece di capire le ragioni del malcontento i padroni del tricolore inasprirono le repressioni e, con la “legge Pica” avevano una sorta di licenza di uccidere. / Ciò che avvenne al Sud dopo l’unità fu un massacro, 6 paesi sono stati cancellati dalle carte geografiche, ancora oggi si fatica a calcolare il numero delle vittime. / I contadini vennero privati di tutto, ma se si ribellavano venivano etichettati come “briganti”. / L’emigrazione era sconosciuta al Sud prima dell’unità, dopo invece vi fu un boom. / I forte di Fenestrelle divenne un lager per i reduci dell’esercito borbonico.
118
Il generale dei briganti Carmine Crocco
Brigante N.Napolitano ucciso
119
CRONACA DI UN BRIGANTE
“Merito la morte perchè sono stato assai crudele contro parecchi che mi caddero tra le mani; ma merito anche pietà e perdono perchè contro mia indole mi hanno spinto al delitto. Ero sergente di Francesco II e ritornato a casa come sbandato mi si tolse il brevetto, mi si lacerò l’uniforme, mi si sputò sul viso e poi non mi si diede più un momento di pace facendomi soffrire sempre ingiurie e maltrattamenti: si cercò pure di disonorarmi una sorella, laonde accecato dalla rabbia e dalla vergogna non vidi altra via di vendetta che quella dei boschi, e così per colpa di pochi divenni crudele e feroce contro di tutti ma io sarei vissuto, se mi avessero lasciato in pace. Ora io muoio rassegnato, e Dio vi liberi dalla mia sventura”
Raffaele Riviello
121
ANALISI CONCETTUALE
Analisi del contesto di riferimento e sviluppo di un metaprogetto in relazione alla ricerca effettuata, che abbia come obiettivo quello di accrescere la consapevolezza, stimolare il senso critico e la ricerca di informazioni.
122
METAPROGETTO
OBIETTIVI / 1. RENDERE CONSAPEVOLI DELLA POSSIBILE MISTIFICAZIONE SUL RISORGIMENTO E DIFFONDERE LA NOTIZIA / 2. INSINUARE IL DUBBIO E STIMOLARE LE PERSONE A INFORMARSI /
3. STIMOLARE A UTILIZZARE LO STRUMENTO DEL DUBBIO E A TENERE ALTO IL SENSO CRITICO ELIMINANDO I PRECONCETTI /
4. RAGGIUNGERE UNA VERITÀ CONDIVISA SUI FATTI DEL RISORGIMENTO /
123
CONCEPT /
VERITÀ
PARTECIPAZIONE
COINVOLGIMENTO
124
METAPROGETTO
TABELLA ESIGENZIALE /
Concept
VERITÀ
PARTECIPAZIONE
COINVOLGIMENTO
Esigenze
Requisiti
Consapevolezza
Conoscenza del problema
Conoscenza
Ricerca
Approfondimento
Informazione
Certezza
Dubbio
Senso Critico
Scetticismo
Dibattito
Argomentazione
Collaborazione
Interessi comuni
Demistificazione
Controargomentazione
Diffusione della verità
Accessibilità
Condivisione
Possibilità di informare
Accessibilità
Immediatezza
Interesse
Curiosità
Attivazione
Invito
Sensibilizzazione
Segnalare mistificazione
Passaparola
Interconnessione
125
Prestazioni richieste
Prestazioni fornite
Portare gli utenti sul sito
Comunicazione mirata
Incentivare ricerca informazioni
Fornire un premio per la ricerca di informazioni
Fornire informazioni
Consentire l’esplorazione dei dibattiti e delle verità raggiunte
Possibilità di chiarire i dubbi
Possibilità di porre domande alla community
Mettere in dubbio la storia
Rivalutare entrambe le tesi sul risorgimento
Possibilità di confronto
Area dibattito sul web con regole
Identificare un beneficio comune
Ognuno contribuisce al successo proprio e della squadra
Screditare le tesi non valide
Imporre regole logiche e fonti credibili per le dimostrazioni
Fornire le verità raggiunte
Condivisione tramite social network delle verità raggiunte
Piattaforma di divulgazione
Community
Piattaforma diffusa
Sito web
Incredulità
Frasi compromettenti dei personaggi storici
Presa di posizione
Bersagliere o brigante
Detournement
Contro-comunicazione Esperienza Italia 150
Condivisione del dibattito
Collegamento diretto a social network
126
METAPROGETTO
TARGET /
PRINCIPALE Target 1 Giovani 17-40 anni Propensione cultura
Target 1A
Passione per la lettura
Mentalità aperta Fruitori del web
Interessati alla tradizione
Target 1B
Fruitori di dispositivi mobili Fruitori di mezzi pubblici
Il target principale deve essere in grado di cogliere il messaggio ed essere stimolato ad attivarsi. Per questo motivo è stato scelto un target di persone giovani, generalmente con mentalità aperta, curiose e attente alle novità. Ovviamente è richiesto un utilizzo del web che nella fascia dai 17 ai 40 anni è ormai molto diffuso. È stata creata una ulteriore distinzione tra coloro che sono appassionati alla lettura, che frequentano biblioteche, librerie, e che in qualche modo sono legati maggiormente alla tradizione; e coloro che sono molto attenti alla tecnologia, dunque utilizzano dispositivi mobili e lo fanno anche perché si spostano spesso durante il giorno. Saranno queste persone che veicoleranno il messaggio ricevuto ad un target allargato, scatenando il passaparola.
127
ALLARGATO Target 2 15-70 anni Abitudinari Legati alla patria Suggestionabili
Il target allargato riguarda una fascia molto estesa, racchiude persone giovani e meno giovani, che affrontano una vita generalmente abitudinaria e che sono legati alla patria. Si può definire come la fascia media italiana, persone che si lasciano facilmente suggestionare e coinvolgere anche dal sentito dire oltre che dalla comunicazione istituzionale. Queste persone svolgeranno un ruolo piÚ passivo rispetto a quello del target principale.
129
PROPOSTA PROGETTUALE
Sviluppo di un progetto che faccia frutto delle analisi effettuate e del contesto di riferimento, che raggiunga gli obiettivi prefissati e le promesse, a termine del percorso di progettazione intrapreso.
130
PROGETTO
BERSAGLIERI O BRIGANTI / “METTERE TUTTO IN DISCUSSIONE, NON CREDERE A NIENTE PRIMA DI VERIFICARLO, E SFORZARSI DI IMMAGINARE DIFFERENTI IPOTESI.”
B
Lorenzo Del Boca - Indietro Savoia
ersagliere o brigante, storico ufficiale o re-
tornata sulla scena che mai, ma non esiste un luo-
visionista, nordista o sudista, vincitore o
go in cui affrontare il dibattito ad armi pari, una
vinto, la posizione da prendere è ben de-
piattaforma sulla quale affrontarsi direttamente,
finita, lo scontro di idee che continua a protrarsi
non esiste un mezzo per sottoporre a processo
da ormai parecchi anni può finalmente sperare di
le affermazioni e le opinioni. È proprio in questo
trovare una fase conclusiva, una verità univoca e
contesto che si inserisce il progetto “bersaglieri o
condivisa. Le persone devono essere consapevoli
briganti”.
della possibile mistificazione che è calata sui panni
La struttura del progetto è suddivisa in due fasi.
sporchi dell’unità d’Italia, devono essere coinvolte
La prima delle due è caratterizzata da un aspet-
attivamente e devono poter diffondere ciò che ap-
to comunicativo, destinato a suscitare il dubbio,
prendono.
coinvolgere le persone e portarle alla seconda
Gli storici e i giornalisti continuano a infervorare
fase. Quest’ultima sarà invece una community che
la diatriba, che in questi ultimi anni sembra essere
sfrutta il web, caratterizzata da un aspetto parte-
131 cipativo in cui gli utenti avranno la possibilità di affrontare le argomentazioni chiave del dibattito storico e giungere alla conclusione di ognuna con la verità che ne scaturisce dal confronto. I dibattiti saranno regolamentati e un giudice decreterà la verità in base all’affidabilità delle fonti e alle dimostrazioni di logica che gli utenti riusciranno a compiere. Ognuno allora sarà libero di prendere parte allo Michele Cammarano Scontro tra briganti e bersaglieri
scontro storico tra bersaglieri e briganti, simboli di una lotta che avvenne nelle campagne meridionali durante il processo di unificazione e che tuttora continua anche se a colpi di affermazioni. Chi sosterrà i vincitori e chi sosterrà i vinti, ma entrambi motivati a raggiungere una conclusione. La battaglia deve finire.
132
PROGETTO
STRUTTURA CAMPAGNA /
Target 1A
LUOGO
BIBLIOTECA
MEZZO
VARIANTI
BOOKCROSSING
LIBRERIE
PAGINA FINTA
MESSAGGIO / 1
MESSAGGIO / 2
MESSAGGIO / 3
133 BERSAGLIERI O BRIGANTI
Target 1
Target 2
Target 1B
METRO
TRENO
CITTÀ
POST IT
BERSAGLIERI
POST-IT
BRIGANTI
MESSAGGIO / 1
MESSAGGIO / 2
MANIFESTO
DETOURNEMENT
MESSAGGIO / 3
VERITÀ
COINVOLGIMENTO
COMMUNITY VERITÀ
PARTECIPAZIONE
VERITÀ
134
PROGETTO
RIFERIMENTI VISIVI /
Il cappello come icona
sia un elemento fortemente caratteristico. Il clas-
Le due fazioni dovranno essere contrassegnate da
riconoscibile proprio per la sua caratteristica del
un’icona che le rappresenti, che aiuti le persone a
pennacchio in penne di gallo cedrone che serviva
riconoscerle e a riconoscersi. Analizzando le raffi-
per confondere il nemico. Veniva portato inclinato
gurazioni dell’epoca si può notare come il cappello
sul lato destro del capo in modo da tagliare a metà
sico cappello del bersagliere, in uso ancora oggi, è
il sopracciglio e da passare sul lobo dell’orecchio. I briganti invece portavano diverse tipologie di cappelli, ma quello più diffuso era sicuramente il cappello a cono alto, con le tese strette e cinto da nastri multicolori. In genere il fiocco rosso sul cappello era utilizzato dai briganti come simbolo per identificarsi in quanto tali.
135
136
La comunicazione
si contraddistinguevano per l’utilizzo di caratte-
Riferendoci al periodo che racchiude la secon-
compressed. Questo perché dovevano attirare l’at-
da metà dell’ottocento si può constatare come la
tenzione con il titolo ed essere immediatamente
comunicazione avvenisse ancora prettamente in
riconoscibili. Le forme condensed permettono di
maniera tipografica, le avvertenze e i manifesti
utilizzare un corpo più grande per il titolo aumen-
ri dal corpo molto grande in forma condensed o
137
tandone la visibilitĂ .
stazione grafica risultava molto semplice con gri-
I caratteri utilizzati dalle tipografie erano princi-
glie aperte, allineamenti centrali e giustificazioni
palmente bodoniani, dunque contraddistinti da
epigrafate o a blocchetto.
un forte contrasto tra le aste orizzontali e verticali. Per creare un ordine visivo era diffuso anche l’utilizzo di glifi separatori, ma nel complesso l’impo-
138
PROGETTO
FASE 1: COMUNICAZIONE /
139
140
PROGETTO
ICONE /
BERSAGLIERI
Per la realizzazione delle icone è stata utilizzata una griglia triangolare, riuscendo a mantenere una impostazione geometrica di curve e linee. I cappelli sono stati realizzati entrambi partendo da un’ellisse ruotata di 30°, questo per consentire una giusta angolazione che permettesse di riconoscere le caratteristiche principali di tutti e due. Le campiture si rifanno ai tratteggi tipici delle illustrazioni a china che si usava fare tempo fa, ma tradotte in chiave moderna sfruttando dei rapporti geometrici.
141
BRIGANTI
142
PROGETTO
LOGO /
Il logo è stato progettato riferendosi al concept della linea di separazione che viene tracciata quando si creano due fazioni. Si richiama in questo modo lo scontro tra le due “B” rappresentanti le iniziali di Bersaglieri e Briganti. È stato volutamente lasciato aperto poiché quello progettato è un logo dinamico, che assume il suo significato in base alla fazione di riferimento. Nel caso in cui ci si riferisca ai Bersaglieri, la B a sinistra si espanderà mostrando l’intera scritta, e viceversa quando ci si riferisce ai briganti. Il carattere tipografico utilizzato per le iniziali è l’Univers 49 Light Ultra Condensed
143
144
PROGETTO
AFFIANCABILITÀ /
Sono state previste due possibilità di affiancamento con l’icona corrispondente. L’affiancamento verticale consente un utilizzo del logo e dell’icona associata in un contesto con giustificazione a epigrafe. L’affiancamento orizzontale invece risulta più pratico in contesti che sono svincolati dalla giustificazione centrata, rimarcando anche con la direzione di sviluppo del logo la divergenza delle due fazioni.
145
146
PROGETTO
TARGET 1A / FINTA PAGINA
In riferimento al Target 1A sono stati considerati
IL PAPA? UN METRO CUBO DI LETAME CAPRERA 1869 GIUSEPPE GARIBALDI
gli ambienti di frequentazione, quali ad esempio biblioteche, Librerie e Bookcrossing. Agendo in questo ambito si sfrutta l’effetto sorpresa tramite un flyer che si incastrerà tra le pagine di un qualsiasi libro, come se fosse una finta pagina, e che compare alla vista solo quando si raggiunge la lettura nel punto in cui è presente la pagina. In questo modo la comunicazione arriva a livello individuale e si può agire fornendo alcune informazioni. L’obiettivo è ovviamente, oltre a suscitare il dubbio, quello di rimandare l’interessato al sito web dove è
Sei sicuro di conoscere davvero la storia? Hai mai pensato che il risorgimento non fosse come lo hai studiato? La storia d’Italia ha due versioni, ma la verità dovrà essere una sola. Se i dubbi riguardano la patria riguardano tutti gli italiani. La battaglia tra i bersaglieri e i briganti non è ancora finita, se hai fame di verità visita la community, prendi posizione, vinci le battaglie e scrivi la storia.
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
presente la community. Sfruttando le biblioteche e il Bookcrossing è possibile veicolare il messaggio a 360° mirando sempre ad un preciso target di riferimento.
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Il formato della pagina è A6. Le dimensioni sono state considerate per poter inserire il flyer all’interno della maggior parte dei libri includendo anche i tascabili.
Il messaggio veicolato ha un forte impatto poiché si tratta di affermazioni compromettenti compiute dai tre personaggi storici Cavour, Garibaldi e D’Azeglio, l’ultimo in riferimento a Vittorio Emanuele II. Per coloro che non sono a conoscenza dei lati nascosti delle “star dell’unità d’Italia”, il messaggio è un modo per insinuare il dubbio, genera incredulità e di conseguenza curiosità. Il messaggio differisce in tre varianti in cui cambia l‘affermazione nel titolo.
Nella parte informativa un breve testo mette in luce il problema delle due versioni di un’unica storia, stimola la curiosità e spinge a visitare la community.
IL PAPA? UN METRO CUBO DI LETAME CAPRERA 1869 GIUSEPPE GARIBALDI
Sei sicuro di conoscere davvero la storia? Hai mai pensato che il risorgimento non fosse come lo hai studiato? La storia d’Italia ha due versioni, ma la verità dovrà essere una sola. Se i dubbi riguardano la patria riguardano tutti gli italiani. La battaglia tra i bersaglieri e i briganti non è ancora finita, se hai fame di verità visita la community, prendi posizione, vinci le battaglie e scrivi la storia.
Il claim “La storia la scrivono i vincitori” ha la
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI
doppia valenza: da una parte comunica che chi
WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
partecipa ai dibattiti sulla community scriverà la storia poiché contribuirà a raggiungere la verità; dall’altra insinua una sottile verità, ovvero che la storia ufficiale che conosciamo attualmente è quella scritta dai vincitori.
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VITTORIO EMANUELE II?
IL VERO PADRE È UN MACELLAIO TORINO 1866 MASSIMO D’AZEGLIO
Sei sicuro di conoscere davvero la storia? Hai mai pensato che il risorgimento non fosse come lo hai studiato? La storia d’Italia ha due versioni, ma la verità dovrà essere una sola. Se i dubbi riguardano la patria riguardano tutti gli italiani. La battaglia tra i bersaglieri e i briganti non è ancora finita, se hai fame di verità visita la community, prendi posizione, vinci le battaglie e scrivi la storia.
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
FOLLA AFFAMATA?
SPARATE CON LE BAIONETTE TORINO 1853 CAMILLO BENSO DI CAVOUR
Sei sicuro di conoscere davvero la storia? Hai mai pensato che il risorgimento non fosse come lo hai studiato? La storia d’Italia ha due versioni, ma la verità dovrà essere una sola. Se i dubbi riguardano la patria riguardano tutti gli italiani. La battaglia tra i bersaglieri e i briganti non è ancora finita, se hai fame di verità visita la community, prendi posizione, vinci le battaglie e scrivi la storia.
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
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PROGETTO
TARGET 1B / POST-IT
In riferimento al Target 1B sono stati considerati come ambienti di frequentazione la metropolitana e il treno, poiché generalmente chi li utilizza possiede un dispositivo mobile da utilizzare durante il tragitto. I luoghi presi in esame si prestano bene anche per il fatto che richiedono uno stazionamento per un certo periodo di tempo, che consentono all’utente di prestare attenzione alla comunicazione e immagazzinare il messaggio.
POSTO RISERVATO
La comunicazione per questa tipologia di target doveva prevedere un codice QR da utilizzare con il dispositivo mobile. Una volta scansionato il codice il dispositivo rimanda direttamente al sito web. La curiosità è stimolata dal tipo di messaggio veicolato, il post-it segnala un posto riservato per ognuna delle due fazioni, da utilizzare sui sedili rivolti uno di fronte all’altro. In mezzo ai sedili, sul pavimento o sul tavolino, una striscia di scotch di carta che rimarca le fattezze del logo, rimarca la divisione delle due fazioni, quindi tra i posti presenti su un lato, dedicati ai briganti, e quelli presenti sull’altro, dedicati ai bersaglieri. Il post-it e lo scotch di carta sono due supporti che
POSTO RISERVATO
non intaccano il decoro pubblico, essendo facilmente rimovibili.
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PROGETTO
TARGET 2 / MANIFESTO
Il target 2, essendo molto generalizzato si può definire come “folla”, dunque vanno attivate le modali-
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI
tà di comunicazione adatte ai comportamenti tipici della folla presi in esame nella fase di ricerca. La comunicazione dovrà essere quindi molto semplice, la folla non è influenzabile con i ragionamenti; deve suscitare un interesse per essere recepita, scaturire suggestionabilità. Ecco dunque la prima fase della comunicazione alla folla, utilizzando un mezzo classico quale il manifesto. La comunicazione prevede un messaggio di presa di posizione, che comunichi in maniera diretta ciò che si dovrà svolgere una volta effettuato l’accesso alla community.
TU DA CHE PARTE STAI? WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
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PROGETTO
TARGET 2 / DETOURNEMENT
Il secondo strumento di comunicazione alla folla riguarda il concetto del detournement, ovvero la decontestualizzazione di un messaggio riconosciuto e la ricontestualizzazione con un nuovo significato per avviare un processo di riflessione critica. Il messaggio di riferimento è la comunicazione di Esperienza Italia 150, messa in atto in occasione del 150° anniversario dell’unità e universalmente riconosciuta nella città di Torino. In particolare si andrebbe a colpire i cartelloni di recinzione dei cantieri che mostrano i personaggi del risorgimento, ovviamente quelli decantati dalla storia ufficiale. Tramite la ricontestualizzazione si sfrutta la stessa grafica ma mostrando i personaggi chiave della storia vista dai revisionisti. Dunque i personaggi sarebbero: Carmine Crocco, il generale dei briganti, riconosciuto anche dal nemico per le sue doti in campo di battaglia; Ferdinando II, re del Regno delle Due Sicilie dal 1930 fino al 1859; e infine Francesco II, l’ultimo re del Regno Duosiciliano in vigore fino all’unità d’Italia nel 1861. Il pannello si andrà ad applicare sopra quelli già presenti e avrà un fondo rosso, sia come richiamo ai colori presenti sulla bandiera Duosiciliana, sia come elemento di contrasto rispetto al blu Savoia. Per evidenziare la contrapposizione anche il verso in cui è rivolta la comunicazione (il volto del personaggio e la disposizione degli elementi grafici), è esattamente l’opposto di quello utilizzato nella comunicazione ufficiale di Esperienza Italia.
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PROGETTO
TARGET 2 / POST-IT
L’ultimo strumento di comunicazione per il target allargato sfrutta le potenzialità della comunica-
IL PAPA?
UN METRO CUBO DI LETAME CAPRERA 1869 GIUSEPPE GARIBALDI
zione virale. Il supporto utilizzato è nuovamente il post-it, ma questa volta con un messaggio diverso. Siccome il riferimento è sempre la “folla”, il messaggio veicolato deve essere facile e diretto. Per questo motivo è stato scelto di utilizzare affermazioni già comunicate con la finta pagina, il cui obiettivo è insinuare il dubbio e suscitare curiosità. In basso sarà presente un richiamo al sito, in modo da poter rimandare le persone direttamente sulla
WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
community. Il mezzo del post-it, essendo facilmente removibile, consente a chi fosse interessato di prenderlo e portarlo con se, come promemoria per ricordarsi di visitare il sito e cercare informazioni al riguardo.
VITTORIO EMANUELE II?
IL VERO PADRE È UN MACELLAIO TORINO 1853 MASSIMO D’AZEGLIO
WWW.BERSAGLIERIOBRIGANTI.COM
I luoghi in cui sarà applicato riguardano posti accessibili e che attirino l’attenzione. Anche in questo caso i messaggi saranno tre, gli stessi della comunicazione sulla finta pagina di libro.
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PROGETTO
FASE 2: COMMUNITY /
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PROGETTO
LA COMMUNITY /
Tutta la fase di comunicazione è strutturata in ma-
punteggi per incentivare l’attività sul sito e alcune
niera tale da coinvolgere le persone e condurle sul
linee guida per una buona gestione del comporta-
web, in particolare sulla community brigantiober-
mento da parte degli utenti.
saglieri.com
I forum sono considerati in quanto piattaforme
Brigantiobersaglieri è un luogo per giungere alla
ideali per quanto riguarda il raggruppamento di
verità sui fatti avvenuti durante il risorgimento,
appassionati del settore, in cui è possibile trovare
dove gli utenti mettono in dubbio la storia uffi-
esperti e aprire una discussione sapendo di avere a
ciale e la tesi revisionista, stabilendo attraverso le
che fare con utenti competenti.
risposte documentate della community quali sono
Da Wikipedia ne deriva il sistema partecipativo
le verità definitive.
dell’informazione, la possibilità di affrontare una
Il meccanismo della community prende spunto
discussione regolamentata, quando ci sono scon-
dai dibattiti Nyaya trattati in precedenza nella se-
tri su argomenti controversi, per poter arrivare ad
zione di ricerca, sfruttando il meccanismo del di-
una soluzione condivisa.
battito regolamentato con giudici che decretano il
Nel seguito presenterò nel dettaglio il funziona-
vincitore.
mento con regole, meccanismi e punteggi.
È un sistema ibrido tra il meccanismo di Yahoo! Answer, i forum e Wikipedia. Del primo acquisisce la caratteristica di creare una community che si impegni a rispondere alle domande fornite dagli utenti; il sistema di livelli e
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WEB FORUM
DIBATTITO NYAYA
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PROGETTO
COME FUNZIONA / 1/ 2/
ACCEDI AL SITO SCEGLI SE:
Curiosare tra le discussioni; Registrarti alla community e: • Porre un quesito; • Partecipare alle discussioni prendendo una posizione; • Rimanere neutrale e fare il giudice dei dibattiti.
Successivamente alla registrazione si accede alla propria pagina di profilo in cui è presente: • una sezione principale dove sono presenti le proprie informazioni; • una sezione per tenere sotto controllo le attività. • una sezione in cui sono presenti i punteggi raggiunti nel corso dell’attività sul sito e • i feedback ricevuti dagli altri utenti.
Porre un quesito Per porre un quesito non è necessario prendere una posizione, ma è necessario registrarsi alla community come ospite. Accedi all’area discussioni, scegli la categoria di riferimento più adatta e poni il tuo quesito specificandone l’entità: • bassa (dubbi che riguardano piccole questioni facilmente risolvibili); • media (dubbi che riguardano questioni più importanti); • alta (dubbi di vasta entità che definiscono passaggi importanti della storia).
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Partecipare ai dibattiti Per partecipare alle discussioni è necessario registrarsi alla community e scegliere la posizione (Bersagliere: favorevole tesi storica ufficiale; o Brigante: favorevole tesi revisionista). Accedi all’area discussioni e: • rispondi ai quesiti; • replica gli interventi degli avversari • aggiungi informazioni alle risposte già fornite dai tuoi compagni di squadra.
Le risposte o gli interventi si devono basare esclusivamente sulla condivisione di conoscenze e informazioni citando le fonti di riferimento, non si possono esprimere opinioni personali, tuttavia è consentito effettuare ragionamenti di logica deduttiva esplicitando le premesse e la loro attendibilità: una deduzione valida può non essere vera se una delle premesse non lo è. All’inizio di una nuova discussione avviene una votazione effettuata da entrambe le parti per definire il giudice, che avrà il compito di moderare la discussione e decretare la conclusione del dibattito dichiarando i vincitori. Hai la possibilità di votare gli interventi della tua squadra che ritieni meritevoli o declassare quelli fuori luogo, aiutando il giudice a identificare i migliori.
Fare il giudice Per fare il giudice è necessario registrarsi alla community e specificare il ruolo di giudice. In questo caso bisogna rimanere imparziali, si compie un percorso di carriera partendo dalle discussioni di bassa entità e guadagnando punti che consentono di accedere alle discussioni di entità superiore. Gli interventi vanno giudicati in maniera obiettiva e imparziale in base a: • attendibilità delle fonti citate; • validità delle deduzioni; • correttezza e chiarezza nell’esporre gli interventi; • rispetto delle linee guida della community.
170 Linee Guida Le linee guida hanno l’obiettivo di fornire dei riferimenti su come comportarsi sulla community, per cercare di arginare il più possibile le spiacevoli conseguenze di un comportamento scorretto ai danni di tutti. • Condividi quello che sai. • Comportati correttamente, mantieni le regole di civiltà, educazione e buon senso. • Cita le tue fonti, il giudice valuterà le risposte in base alla loro attendibilità. • Poni quesiti chiari. • Scegli la giusta categoria. • Non dare spazio alle tue frustrazioni, non usare un linguaggio inappropriato che incita all’odio. • Non usare la discussione come chat. • Non essere mediocre o osceno. • La battaglia si fa con le informazioni, non con gli insulti. • Non imbrogliare • Non trasformare le discussioni in risse verbali. • I dibattiti non si basano sulla dialettica ma sull’attendibilità delle informazioni. • Evita di scaldarti e non fare attacchi personali. • L’obiettivo è risolvere i dubbi e giungere alla verità, non sfruttare il portale per fare una guerra di opinioni o insultare l’altra fazione, non è uno scontro tra tifoserie. • I dibattiti devono essere costruttivi e non distruttivi. • Ricordati ce c’è un giudice, se vuoi far vincere la tua squadra devi rispettare le regole della discussione perché il giudice non considera le risposte che si allontanano da esse. • Il giudice ha la facoltà di richiamare e di segnalare chi vìola le regole e le linee guida della community.
171 Punteggio Per promuovere la partecipazione è stato stabilito un sistema di punteggi e di livelli che consente anche di determinare quale fazione è in vantaggio. I punti consentono a tutti gli utenti di comprendere quanto sei stato attivo e utile, determinando la tua credibilità. Ogni punto che guadagni o perdi viene aggiunto o tolto automaticamente al punteggio generale della tua fazione, in questo modo contribuisci con ogni tua azione a portare in vantaggio la squadra.
ATTIVAZIONE DEL PROFILO SU BERSAGLIERI O BRIGANTI / INVIA UNA DOMANDA / RISPONDI A UNA DOMANDA / CANCELLA UNA RISPOSTA / ENTRA SU BERSAGLIERI O BRIGANTI PER OGNI GIORNO / PER OGNI VOTO INVIAT / PER OGNI VOTO POSITIVO RICEVUTO RIGUARDO AL PROPRIO INTERVENTO / PER OGNI VOTO NEGATIVO RICEVUTO RIGUARDO AL PROPRIO INTERVENTO / LA TUA RISPOSTA È LA PEGGIORE / LA TUA RISPOSTA VIENE SCELTA COME LA MIGLIORE / LA TUA FAZIONE HA PERSO LA SFID / SE IL TUO PUNTEGGIO ARRIVA A /
Livelli I livelli accompagnano il punteggio per creare delle barriere virtuali da superare con la propria bravura. Sono delle tappe intermedie al successo che stimolano a proseguire nell’attività.
1 / DA 0 A 299
• possibilità di accesso alle discussioni di bassa entità. • possibilità di esprimere massimo due voti al giorno. 2 / DA 300 A 999
• possibilità di accesso alle discussioni di media entità. • possibilità di esprimere massimo 10 voti al giorno; 3 / DA 1000
• possibilità di accesso a tutte le discussioni. • nessuna limitazione di voti.
UNA TANTUM: 50 5 10 -5 1 1 1 -2 -20 50 -5 A TUTTI I PARTECIPANTI SOSPESO PER 10 GIORNI.
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PROGETTO
INTERFACCIA GRAFICA /
L’immagine identificativa del progetto è stata riportata sulla piattaforma virtuale del web, dunque gli elementi che caratterizzeranno l’interfaccia visiva si rifanno al sistema utilizzato nella comunicazione sul cartaceo. L’impostazione del sito sarà quindi giustificata al centro, non sono previsti ne colori, ne immagini, ne fondi pieni. Le uniche immagini che compariranno saranno le foto profilo degli utenti, rigorosamente in bianco e nero. Nella pagina che corrisponde all’index ci sarà una schermata di accesso al sito, dalla quale è possibile entrare liberamente cliccando sul logo, oppure scegliere di effettuare l’accesso o registrarsi. Al centro un breve testo, ripreso da quello presente sulla finta pagina, esplicherà a grandi linee gli obiettivi della community, fornendo una piccola introduzione al sito. La gabbia grafica utilizzata per il layout è composta da 12 colonne da 70px l’una, per una larghezza massima del sito di 950px.
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Nella zona superiore è
Nell’area sottostante è
La parte centrale della
presente il menù prin-
presente una sintetica
pagina è caratterizza-
cipale di navigazione.
spiegazione delle pos-
ta dal punteggio tota-
sibilità offerte dal sito
le delle due squadre,
utilizzando per i pitto-
è possibile constatare
grammi i segni grafici
immediatamente qua-
del logo.
le delle due si trova in
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vantaggio.
Sulla
sinistra
L’area sottostante con-
Le icone di Facebook
Sulla fascia destra è
sono presenti le discus-
tiene le discussioni re-
e del servizio RSS con-
collocata una lista di
sioni terminate, consul-
centi ancora in corso,
sentono rispettivamente
selezione delle catego-
tabili da chiunque per
alle quali si può parte-
di condividere la pagina
rie di riferimento, per
scoprire le verità già
cipare o semplicemente
oppure di ricevere gli
muoversi in maniera
determinate e condivi-
esplorare.
aggiornamenti costanti
più intuitiva e ordinata
sulle discussioni in cor-
all’interno del sito, se
so o quelle terminate.
qualcosa non si riesce
derle.
fascia
a identificare all’interno della lista è possibile utilizzare la search box.
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Selezionando dal menù
Una lista delle categorie
Se si sceglie di porre un
il tasto “discussioni” si
consente di selezionare
quesito si può inserire
accede a questa scher-
direttamente la discus-
il testo nella casella e
mata, in cui è possibile
sione di proprio inte-
continuare alla pagina
scegliere se porre un
resse.
successiva.
quesito o partecipare ai dibattiti prendendo una posizione.
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Scegliendo di porre un
Selezione della categoria
quesito la schermata che segue richiede di fornire ulteriori dettagli tra cui l’inserimento di un sottotitolo che renda la domanda più chiara e specifica.
selezione dell’entità della domanda.
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La schermata di una
L’area
al
Sulla colonna di destra è
discussione
menù include le “bri-
possibile selezionare l’i-
cen-
ciole di pane” per poter
cona di Facebook e con-
trale, in cui in centro
in qualsiasi momento
dividere la discussione
alla pagina è presente
ripercorrere il percorso
sul social network.
la domanda posta, con
che porta alla pagina vi-
le informazioni sul con-
sitata.
prevede
un’impostazione
sottostante
tatto che l’ha effettuata.
La parte sottostante è
Ogni risposta offre la
caratterizzata dall’area
possibilità di replicare
dedicata alle risposte.
alla stessa e di forni-
Queste saranno dispo-
re o togliere punteggi
ste in base alla fazione
all’utente autore della
di
replica.
appartenenza,
se
briganti a destra se bersaglieri a sinistra, per facilitarne la fruizione e l’immediatezza nel ricostruire la discussione.
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La schermata del pro-
Sul lato destro è presente
filo conserva l’impo-
una lista di contatti asso-
stazione centrale in cui
ciati al profilo.
in mezzo è presente l’immagine del proprio profilo associata all’icona della fazione di appartenenza, a cui seguono le informazioni del contatto.
Sul lato sinistro è pos-
Nella zona sottostante
L’ultima zona in bas-
sibile consultare le do-
sono presenti i progres-
so contiene le risposte
mande effettuate fino a
si ottenuti nella carriera
fornite fino a quel mo-
quel momento.
all’interno della com-
mento.
munity.
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APPENDICE /
DOCUMENTAZIONE
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BIBLIOGRAFIA
Francesca A.M. Caruso - RIFLESSIONI SUI MASS MEDIA TRA MISTIFICAZIONE INFORMATIVA E FUNZIONE CIVICA - 2010 Gustav Le Bon - PSICOLOGIA DELLE FOLLE - TEA - 2004 Davide Vannoni - MANUALE DI PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE PERSUASIVA - Utet - Torino - 2001 Luca Damiani - BUFALE - Castelvecchi - Roma - 2004 Pino Aprile - TERRONI, tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali - Piemme - 2010 Bruno Forte, Giulio Giorello – DOVE FEDE E RAGIONE SI INCONTRANO? - SanPaolo - 2006 Lorenzo Del Boca, Emanuele filiberto di Savoia - MALEDETTI SAVOIA, SAVOIA BENEDETTI, STORIA E CONTROSTORIA DELL’UNITÀ D’ITALIA - Piemme - Milano - 2010 Giovanni Fasanella, Antonella Grippo - 1861, La storia del risorgimento che non c’è sui libri di storia - Sperling & Kupfer - 2010 Severino Colombo - 101 STRONZATE A CUI ABBIAMO CREDUTO TUTTI ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA - Newton Compton - Roma 2011 Sebastien Castellion - FEDE, DUBBIO E TOLLERANZA - Firenze - 1960 Bruno Nardi - LA CRISI DEL RINASCIMENTO E IL DUBBIO CARTESIANO - Roma - 1950 Tesi di Laurea di Maria Teresa Paoli - NUOVI MEDIA E COMUNICAZIONE POLITICA INDIPENDENTE: Indymedia tra attivismo e hacktivismo no global - 2001 MISTIFICAZIONE: trucchi, trappole e trabocchetti della mente - Conferenza tenuta a Roma il 23 maggio 2009 Federico Zamboni - Articolo dal Secolo d’Italia di mercoledì 18 luglio 2007
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SITOGRAFIA
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APPENDICE
RINGRAZIAMENTI /
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Un ringraziamento particolare a: prof. Paolo Tamborrini, per avermi accettato come tesista, per la sua disponibilità e per la serenità e tranquillità trasmessa dopo ogni revisione. Claudio Chiangone, per essere stato il mio Correlatore non ufficiale, per i consigli e le revisioni effettuate fino alla fine, per il supporto fisico e morale. Marco Sartori, per l’aiuto e l’assistenza che mi ha saputo dare nello sviluppo pratico del progetto. Mia zia Glory e Francesco, per l’aiuto nella fase di ricerca, per il materiale fornito e i consigli utili. Mia mamma, mio papà e mio fratello, per avermi sopportato e sostenuto soprattutto negli ultimi giorni di stesura della tesi. Tutti coloro che hanno creduto in me e nel progetto, che mi hanno sostenuto e motivato.
Informati e Consapevoli
a un problema che riguarda l’Italia e gli italiani da
La ricerca effettuata mira a scovare i meccanismi
tesi ufficiale e i revisionisti, sui fatti avvenuti duran-
mistificatori che inducono l’uomo all’annebbiamen-
te il processo di unificazione del paese nel periodo
to, per identificare un modo dal quale uscirne e ave-
risorgimentale.
re finalmente una visione chiara della situazione.
La proposta progettuale “Bersaglieri o Briganti”
Lo strumento tenuto in considerazione, l’arma con
mira a portare la questione davanti al pubblico ita-
la quale rimuovere il velo che ricopre la società at-
liano, stimolando la partecipazione nel trovare una
tuale, è il dubbio, che consente di tenere alto il sen-
verità che gioverebbe a tutti. Per fare questo è neces-
so critico, unico spiraglio di luce per raggiungere la
sario innalzare il senso critico, non fermarsi davanti
consapevolezza.
ai preconcetti, aprirsi a nuovi punti di vista e sotto-
In particolare la ricerca è stata indirizzata verso lo
porre al rigoroso metodo del dubbio qualsiasi cosa,
sviluppo di un progetto di comunicazione inerente
se l’obiettivo è quello di raggiungere la verità.
vicino. Si tratta della diatriba tra i sostenitori della