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Aprile 2001

Numero 12

AIPE NEWS Notizie dall’ Associazione Italiana Polistirolo Espanso

Ambiente Edilizia-Consumi energetici e Air Pollution Prendendo spunto dalla recente pubblicazione del Rapporto Energia 2000 di ENEA, riteniamo interessante rammentare alcuni dati (parzialmente elaborati)attinenti al settore edilizio. I consumi finali di energia nel 1998 in Italia, al netto di perdite, bunkeraggi, usi non energetici delle fonti (petrolchimica solventi, etc.), sono stati pari ep a circa 121 milioni di T Tep ep, così ripartite per settore: Consumi Finali di Energia in Italia Ripartizione per impiego

27,4%

conteggiati anche i prodotti metallurgici, plastici, tessili, gli impianti, i trasporti etc., utilizzati per la costruzione e non quantificabili. Il settore abitativo, nel suo complesso, risulta quindi il maggior consumatore di energia, più ancora dei tanto vituperati Trasporti. La ripartizione dei consumi per segmento è la seguente: Italia - Ripartizione dei consumi energetici finali nel settore abitativo

27,1%

10,0% 0,5%

33,7%

2,6%

62,4% Materiali da costruzione Sett. residenziale

36,3% Agricoltura e Pesca Trasporti

Industria* Abitativo

al netto di Materiali da costruzione e Edilizia

Nel settore Abitativo sono qui inclusi: Residenziale, Terziario, Industria dei materiali da costruzione ed Industria edilizia. In realtà andrebbero

Industria edilizia Sett. terziario

Si rileva qui come il funzionamento degli edifici abbia una rilevanza preponderante (quasi il 90%) rispetto alla loro produzione. Va inoltre sottolineato che, mentre uno spreco più o meno occasionale di energia nella produzione dei materiali o dell’ edificio resta fine a se stesso e


sul consumo nazionale di energia (come del resto in tutti gli altri Paesi) e, di conseguenza, un altrettanto pesante impatto sulle emissioni in atmosfera, giacchè il settore energetico rappresenta una delle maggiori sorgenti di emissioni di inquinanti atmosferici e di gas clima-alteranti. La tabella qui sotto mostra la situazione 1997 delle emissioni atmosferiche in Italia. Il settore civile è responsabile non solo delle emissioni relative alla combustione negli impianti civili ma anche delle relative quote di emissioni nel settore di produzione e trasformazione dell’ energia e dei combustibili (in particolare energia elettrica e metano)ed in quello dei trasporti e dei beni industriali inseriti negli edifici. Italia 1999-Consumi di energia nel settore civile per segmento e fonte (ktep) Per fornire maggiori elementi di RESIDENZIALE TERZIARIO CIVILE valutazione, nella tabella, oltre ai 5.222 51 5.078 49 10.300 100 Energia elettrica dati relativi al settore energetico 16.570 75 5.430 25 22.000 100 Gas nel suo complesso (Tot. A), sono 85 1.100 15 7.200 100 Prodotti petroliferi 6.100 evidenziati anche quelli attinenti 90 90 10 10 100 100 Carbone solo alla combustione in impianti civili ed alla produzione e distri5.100 80 1.300 20 6.400 100 Legna buzione dell’ energia (Tot. B). 72 12.918 28 46.000 100 Totale usi finali 33.082

può nel tempo essere corretto, migliorando i processi, uno spreco nella gestione, dovuto a malaccorta progettazione, si protrarrà per decenni. In conclusione, il settore abitativo assorbiva nel 1998 circa il 36% dei consumi finali di energia, cioè circa 44 milioni di Tep/anno, di cui più di 39 milioni nell’ utilizzo degli edifici. Nel 1999 questi ultimi consumi (di seguito indicati come Usi Civili) sono stati pari a 40,8 Mtep. Se a questo dato si aggiunge la stima ENEA di consumi di legna da ardere fuori dai circuiti commerciali ufficiali, i consumi nel settore civile, ripartiti per fonte, risultano quelli mostrati nella tabella seguente:

In termini di usi finali, la domanda energetica nel settore residenziale è prodotta da: riscaldamento (68%), usi elettrici obbligati (14%), produzione di acqua calda (12%), cucina (6%). Italia-Settore Residenziale-Ripartizione dei consumi di Energia per Riscaldamento 54,8%

Energia elettrica Carbone

delle emissioni in atmosfera - CORINAIR 1997

CO2

(milioni Ton)

22,4% Gas Legna

0,2% Prodotti petroliferi

La ripartizione per uso finale è diversa per le diverse fonti: il combustibile solido è usato quasi esclusivamente per riscaldamento (99%), mentre l’uso di energia elettrica per riscaldamento è pressoché nullo. Il settore edilizio ha quindi un pesante impatto

Da Settore Energetico

TOTALI Tot. A 438

412

% 94

Tot. B 200

SOx

(Ton)

3.034

963

32

NOX

(Ton)

1.686

1.658

98

358

729

% 46 24 21

CO

(Ton)

7.211

6.555

91

405

6

N 2O

(migliaia Ton)

151

47

31

29

19

CH 4

(migliaia Ton)

2.000

3611

18

311

16

2.276

1.397

61

168

7

COVNM* (Ton)

22,0% 0,6%

Da Inventario nazionale

Attribuire una quota di queste emissioni al settore abitativo risulta difficile. Comunque, ricordando che esso assorbe oltre il 36% (il 39 %, se consideriamo la legna da ardere)dei consumi finali italiani di energia, è evidente che tale quota è di notevole rilevanza. A questo punto, rammentiamo quanto si diceva nel numero scorso di questo notiziario. Questi consumi e queste emissioni possono essere fortemente ridotti senza sacrificare il nostro stile di vita e con vantaggio anche economico. La Danimarca, ad esempio, per il riscaldamento


delle abitazioni consuma 13,25 kgep/m2 contro i 17,75 dell’ Italia (valori corretti con il clima medio europeo). Ha quindi case meglio coibentate ed impianti più efficienti. Ha inoltre il 56 % delle abitazioni servite da impianti di teleriscaldamento, che nell’ 85 % dei casi utilizzano la cogenerazione (che sfrutta circa l’

85% dell’ energia, contro il 58% degli impianti termici ed elettrici separati) o calore recuperato dall’ industria e dall’ incenerimento dei rifiuti. La quota di emissioni di anidride carbonica attribuibile al settore residenziale in Danimarca è il 6%, contro il 14% dell’ Italia. Vogliamo pensarci ?!

Un esempio di uso della LCA nella progettazione L’ Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Analysis LCA) è un sistema di contabilità che tende a determinare il costo ambientale delle attività umane. La Society of Environmental Toxicology and Chemistry (SETAC), che ha impostato le linee guida per redigere una LCA, recepite nelle norme ISO della serie 14040, definisce la LCA come : “un processo oggettivo di valutazione dei carichi ambientali associati ad un prodotto, un processo o una attività, attraverso l’identificazione e la quantificazione dell’ uso di energia e di materiali e del rilascio di rifiuti nell’ambiente, per valutare il loro impatto nell’ambiente e per valutare ed attuare le opportunità di miglioramento ambientale. La valutazione include l’intero ciclo di vita del prodotto, processo o attività, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, la manutenzione, il riciclo e lo smaltimento finale”. L’ utilizzo della LCA, le cui metodologie esecutive si vanno continuamente affinando, insieme all’ analisi economica del ciclo di vita del prodotto o dell’ attività (LCC), consente di ottimizzare le scelte progettuali e produttive in termini sia economici sia ecologici. Un esempio è costituito dalla scelta dello spessore di isolante termico per una tubazione convogliante un fluido termoconvettore (F. Fantozzi e S. Saetta - Istituto di Energetica Università di Perugia). In primo luogo è stata effettuata un’ analisi di costo nel ciclo di vita di un metro di tubazione in

funzione dello spessore dell’ EPS. Il valore minimo di costo totale (comprendente quindi i risparmi energetici forniti nel ciclo di vita) corrisponde ad uno spessore di 100 mm, ma ledifferenze sono poco significative nell’ intervallo compreso fra i 70 e i 130 mm. E’ stata quindi condotta una LCA, utilizzando banche dati di pubblico dominio (BUWAL, IDEMAT) per valutare le emissioni di inquinanti ed il consumo di risorse. Per convertire i dati di consumi ed emissioni in

impatti ambientali e quindi ponderarli ed assegnare loro dei valori di indicatore ambientale, si è utilizzato il modello Eco-Indicator 95, sviluppato congiuntamente da alcune importanti aziende ed università olandesi. Gli indicatori corrispondenti alle 10 categorie di impatto ambientale considerate (Effetto serra, Degrado strato di ozono, Acidificazione, Eutrofizzazione, Smog estivo, Smog invernale, Pesticidi, Metalli pesanti in aria, Metalli pesanti in acqua, Sostanze cancerogene), raggiungono un minimo


nell’ intervallo di spessore di EPS fra i 110 e i 120 mm, ma le variazioni fra i 70 e i 200 mm sono poco significative. In questo caso quindi, l’ analisi economica e quella ecologica portano a risultati simili. Questo avviene spesso quando si tratta di interventi per il risparmio di energia, che è molto co-

stosa sia economicamente sia ambientalmente. In questo caso si vede addirittura, a conferma delle buone caratteristiche ambientali dell’ EPS, che l’ aumento della quantità di isolante, cioè di consumo iniziale di risorse, ha un effetto positivo anche sull’ ambiente.

Informazioni sulla valutazione di compatibilità ambientale di prodotti e processi sono contenute nel fascicolo AIPE “Il Rispetto dell’ Ambiente”

Leggi e norme Risanamento energetico: Azioni concrete Con il risparmio di interessi derivante dagli incassi per la vendita delle licenze UMTS, Il governo federale tedesco ha deliberato di sovvenzionare, tra le altre cose, il pianodi risanamento energetico del patrimonio edilizio per gli anni 2001-2003. Nei tre anni saranno finanziate, oltre alle 200.000

già previste, altre 250.000 abitazioni. Osserviamo che il consumo di energia per il riscaldamento nel settore Residenziale in Germania nel 1996 era di 15,8 Kgep/m2 contro i 18,8 dell’ Italia (valori normalizzati rispetto al clima medio europeo).

Decisione CEE La commissione CEE, in attuazione della Direttiva 89/106/CEE, ha adottato una decisione riguardo ai prodotti e/o materiali di rivestimento per tetti che possono essere considerati rispondenti a tutti i requisiti relativi alla caratteristica di “reazione all’ azione esterna del fuoco” senza dover essere sottoposti a prove, a condizione che siano osservate tutte le disposizioni nazionali sulla progettazione e l’ esecuzione delle opere di costruzione.

Tra questi, sono compresi i prodotti normalmente destinati ad essere completamente rivestiti dai seguenti materiali inorganici: - Ghiaia sciolta. spessore minimo 50 mm o massa ≥80 kg/m2(dimensione granulometrica fra 4 e 32 mm) - Strato di sabbia/cemento con spessore minimo di 30 mm - Lastre di calcestruzzo o di minerali con spessore minimo di 40 mm

AIPE ASSOCIAZIONE ITALIANA POLISTIROLO ESPANSO VIA M.U. TRAIANO, 7 - 20149 MILANO TEL. 02/33.60.65.29 - FAX 02/33.60.66.04 POSTA ELETTRONICA: “aipe@epsass.it” INDIRIZZO INTERNET: “http://www.epsass.it”



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