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È in arrivo una pioggia di megabit ma per utilizzarli occorre “formazione”

Umberto De Julio

Presidente di ANFoV

Umberto De Julio, Presidente di ANFoV, disegna un'Italia che affronterà la ripresa dotata di risorse digitali più diffuse e destinate ad aumentare grazie a banda ultralarga e internet 5G. Ma è una crescita che va coltivata con le soluzioni giuste, come un nuovo tavolo aperto a tutti gli operatori, e progetti di installazione fondati su conoscenze realmente acquisite.

di Stefano Ferrio

Sta nascendo una nuova Italia: più agile, più connessa, più integrata con un mondo che, quanto a digitalizzazione, negli ultimi due decenni ha corso più forte del nostro Paese. "E' un ottimismo che ha le sue fondate ragioni, a partire dalla convinzione che si tratta di un'occasione imperdibile, generata dalla pandemia e dal piano per venirne fuori" assicura Umberto de Julio, fresco di conferma alla presidenza di ANFoV, l'associazione che dal 1982 raggruppa i principali fornitori di servizi di comunicazione. Una rielezione attesa, considerando l'autorevolezza e la capacità di visione strategica di De Julio, che ha rivestito cariche come amministratore delegato di Tim e Italtel, direttore generale di Telecom Italia, condirettore generale di Stet. Presidente de Julio, a cosa possiamo ancorare questo ottimismo dopo oltre un anno di traumi e sacrifici? "Innanzitutto a un dato di fatto evidente, ovvero il profondo e rapido cambiamento che dall'inizio della pandemia ha investito l'intero Paese. Con un aspetto concreto che ha prevalso su tutti gli altri, diventando dominante. Parlo della distanza".

Che ha generato cosa, in particolare? "La percezione diffusa e condivisa che possiamo colmarla utilizzando il digitale. Prima del covid, solo una ristretta minoranza di italiani ne era pienamente consapevole. Oggi è qualcosa di acquisito, sulle cui basi possiamo operare per una crescita di tutto il sistema-Paese".

Partendo da dove? "Dalla cronaca, che ci racconta di un Piano Nazionale per la ripresa e la resilienza, noto anche come Next Generation Italia, in procinto di essere attuato per attingere le risorse del Recovery Fund europeo. Balza agli occhi di chiunque che, dopo oltre un anno di pandemia e lockdown, si tratta dell'unica via possibile per la rinascita del Paese". Resta il fatto che al momento attuale il cittadino comune di piani Next Generation sente sì parlare, ma senza avere la possibilità di comprendere quali effetti positivi avranno sulla sua vita quotidiana. "Nel Piano approvato dal governo affiorano dati e notizie concrete a cui fare riferimento. Ad esempio che bisogna formare in tempi brevi un tavolo di consultazione aperto a tutti gli operatori presenti sul territorio, iniziativa che un'associazione come ANFoV può solo benedire".

Guardando a quali prospettive? "Il Piano parla a chiare lettere del 5G diffuso in tutto il Paese e di un gigabit garantito a ogni cittadino entro il 2026. Un obiettivo molto ambizioso, come nasconderselo? Ma risulterà già importante il percorso lungo cui arrivarci".

Che si tradurrà in cosa? "Poche decine di megabit disponibili dappertutto costituiscono un primo step a cui puntare con decisione, e ciò appare fattibile soprattutto tenendo conto di alcuni elementi certi. Uno di questi è il completamento entro il 2023 del piano BUL, per l'arrivo della banda ultralarga in un Paese dal territorio complesso e sfaccettato come l'Italia. L'altro presupposto su cui possiamo contare è il potenziamento tecnologico di Tim, la cui rete resta un riferimento strutturale per tutto il territorio italiano. Ora, se più di un analista di Borsa prevede per fine 2021 una crescita del titolo Tim, significa che ciò avviene per merito di investimenti virtuosi in campi come la fibra ottica e la copertura 5G". Quali opportunità avrà a breve termine un'Italia più digitalizzata e connessa? "Distinguerei fra due tipi di sbocchi. Uno riguarda la società e l'altro il sistema industriale. Ora, per quanto riguarda il primo ambito, più megabit per tutti significa ridare finalmente centralità al cittadino, secondo modalità che lasciano intravedere anche le riforme Brunetta previste per la pubblica amministrazione, dove la qualità del servizio torna l'obiettivo primario".

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