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Un’associazione al servizio dell’innovazione del paese
di Luca Baldin
Domenico Di Canosa
Presidente di Smart Buildings Alliance Italia
Smart Buildings Alliance-Italia, nasce con lo scopo di rendere più facile la transizione al digitale degli edifici, delle città e delle reti.
Smart Buildings Alliance, ben nota associazione francese nel settore della home
and building automation, approda in Italia, con l’intenzione di proporsi come “compentence center” super partes, in grado di favorire un’innovazione tecnologica che veda sempre al centro l’uomo e le sue esigenze. Ne parliamo con Domenico Di Canosa, Presidente della neonata associazione.
Smart Buildings Alliance-Italia è nata da pochi mesi, ma ha una storia significativa, la possiamo ricordare per sommi capi? E perché si è deciso di costituirla ora anche in Italia?
SBA nasce in Francia nel 2012 da possessori ed utilizzatori di immobili per abbattere l’inquinamento migliorando la qualità della vita degli utenti. In breve tempo ha raggiunto una visione organica di quello che dovrebbe essere l’integrazione edificio-ambiente attraverso semplici pubblicazioni orientative. In Italia ci troviamo in una situazione simile: filiere e leggi regionali diverse, poca visione prospettica. Possiamo dunque trarre vantaggio da quella esperienza per cambiare.
Quali sono le caratteristiche che distinguono Smart Buildings Alliance e quali sono i suoi principali obiettivi nel breve e medio termine?
Smart Buildings Alliance è una storia di successo ed anche qui partiamo dai cittadini e dai gestori, creando un ambiente di confronto intorno alle loro necessità. Con Working Group focalizzati redigiamo documenti leggeri e chiari per superare incongruenze e vuoti normativi, rimanendo neutrali rispetto alle posizioni di filiera e degli incumbent.
Come si aderisce all’associazione?
Semplicissimo: basta inviare il modulo, compilato in ogni sua parte e scaricabile dal sito www.smartbuildingsalliance.it all’indirizzo direttivo@sba-it.org.
Nell’immediato vi siete trovati a dover intervenire su un tema molto caldo, come quello delle infrastrutture verticali di telecomunicazione, oggetto di una consultazione pubblica da parte di Agcom. Che posizione avete assunto rispetto alle posizioni espresse nel documento dell’autorità garante?
Abbiamo risposto alle consultazioni sia di AGCOM che di GSE ribadendo che gli operatori devono conferire i propri dati e servizi in un POD sul confine tra la proprietà pubblica e la privata, usando tecnologie aperte, sicure e già largamente disponibili. Al Ministro Giorgetti chiediamo di ripristinare le certificazioni delle competenze per gli impianti digitali in quanto i privati hanno diritto di avere interlocutori terzi, qualificati e capaci di gestire i servizi degli operatori.
Come dovrebbe essere secondo voi l’architettura della rete BUL per evitare i contenziosi e accelerare l’adozione della banda larga da parte degli italiani?
La BUL è il supporto di tutte le altre reti quindi priorità assoluta. La norma 306-2 recepita nella Legge n.164/2014 all’articolo 135-bis dice che il provider deve connettere il ROE e da qui i privati attrezzare un impianto multiservizio fino al Punto di Accesso in casa. I privati ed i condomini lavorando in parallelo realizzeranno altri interventi come: ammodernamento di colonne montanti, predisposizione di impianti per la produzione di rinnovabili e di distribuzione di segnali, senza contenziosi.
Gli organizzatori della Smart City Conference 2021 che si terrà a Milano il 23/24 novembre, hanno affidato a voi la curatela di questa importante edizione, che caratterizzerà una fiera importante come SMART BUILDING EXPO. Come avete pensato di strutturarla?
Tecnologia ed esperienza per la sfida della decarbonizzazione: invertiamo alcuni paradigmi ed analizziamo la prospettiva del cittadino e quella degli amministratori. Gli edifici medieranno alle esigenze di entrambi diventando il fulcro della resilienza della civiltà con l’ambiente protagonista privilegiato. ■