PORTFOLIO

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I -U -A -V

Università IUAV di Venezia fAr Facoltà di architettura claSA corso di laurea in scienze dell’architettura

PORTFOLIO

SUTTO NICOLA 249815 AA 2007/2008



“Il destino dell’architetto è il più strano di tutti. Molto spesso mette tutta la sua anima, tutto il suo cuore e passione nel creare edifici nei quali non entra mai di persona.” Johann Wolfgang Goethe


pro get tare


“ ogni mattina mi sveglio nei panni di un imbecille e cerco per tutto il giorno di uscirne.” Le Corbusier

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PROGETTAZIONE 1

12 PROGETTAZIONE 2 22 PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA 28 WORKSHOP 05 32 WORKSHOP 06 36 WORKSHOP 07 42 PROGETTAZIONE DI INTERNI 48 RESTAURO 56 URBANISTICA 62 PROGETTAZIONE URBANISTICA


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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 CASA A PATIO SU LOTTO GOTICO prof. Roberta Albiero

AA 2005/2006

Un edificio lungo e stretto, in cui la luce possa entrare solo dai fronti ci ha costretto a sviluppare un sistema di patii e logge che è divenuto il tema principale del progetto. Avendo posto le dimensioni dei lati lunghi come multipli del lato più breve, siamo stati avvantaggiati nella ricerca di griglie modulari, la prima più elementare era già intrinseca nei punti basilari del progetto. Ulteriore attenzione è stata data per i collegamenti verticali, ovvero la disposizione delle scale all’interno dell’edificio in modo da mantenere una certa sequenzialità metrica e dinamica e coerenza con la disposizione degli spazi interi. Altro punto chiave se non il secondo, a mio avviso in ordine importanza, è stata la ricerca di equilibrio tra pieni e vuoti, un esercizio mentale basilare per la comprensione dello spazio tridimensionale, che ci ha spinto a guardare oltre la semplice bidimensionalità del foglio. Il cardine del progetto è la LUCE: mi sono ispirato ad una frase che dedica Alvaro Siza: negli edifici di Venezia, ogni singola nuvola può mutare gli spazi rendendo al massimo al drammaticità dell’architettura. In tal senso ho creduto che importante fosse, poter illuminare ogni spazio della casa, ma non secondo un apatica omogeneità, ma tenendo conto dei cambiamenti climatici e atmosferici, le diverse inclinazioni del sole durante la giornata, ma anche nell’arco delle stagioni. Particolare attenzione volevo porla su il terzo patio in ordine di grandezza, quello che ho rinominato “piccolo giardino segreto” e che si estende solo per due livelli, (gli altri patii coprono l’intera altezza dell’edificio) e che illumina solo un camera da letto. Forse è quel tocco di irrazionalità, quel superare l’utilitas, per confermarla maggiormente; un piccolo tocco di pennello che può fare la differenza, la propria firma su un lavoro, che pur manifestando incoerenze stilistiche e dubbie soluzioni architettoniche, è frutto di maturazione.


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A+B esercizio di composione e di studio sulla distanza critica.


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MAISON GUIETTE - ANVERSA

STUDIO DEI GRANDI MAESTRI Le Corbusier - Maison Guiette Anversa 1923

PIANO TERRA

SEZIONE AA

PRIMO PIANO


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PROSPETTI


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CASA A PATIO SU LOTTO GOTICO esercitazione difintiva di progetto PIANO TERRA

PRIMO PIANO

Mondrian - composizione n째5

SECONDO PIANO

K. Kuma - Plastic house

COPERTURA

AA.VV. BORNEO SPORENBURG


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PROSPETTI SUI LATI CORTI E SEZIONE AA

PLASTICI DI STUDIO

SEZIONE BB


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DETTAGLIO A

DETTAGLIO ELEMENTO DI ANCORAGGIO

SEZIONE ORIZZONTALE DETTAGLIO

DETTAGLIO B

PROSPETTI

DETTAGLIO C

SEZIONE AA


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PROGETTARE UN COLLEGAMENTO VERTICALE esercitazione difintiva di progetto


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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 2 CASA AGGREGATE AD ASCONA prof. Franca Pittaluga

AA 2006/2007

Il tema della casa aggregata è stata l’occasione per ricercare la massima distanza concettuale dalla nozione di “condominio”. Il termine, legato alla percezione negativa del vivere collettivo ci ha spinto alla ricerca di un sostituto ideale che potesse rivalutare la qualità del vivere insieme. L’area di progetto occupa un terreno di 4000 mq nei pressi di Locerno, in Canton Ticino. Il lotto si trova immerso in una splendida vegetazione, su un pendio molto esclusivo e silenzioso, nelle vicinanze del centro di Ascona e con una vista sul centro urbano e sul bacino del lao. I terreni circostanti sono caratterizzati da costruzioni residenziali; i negozi di genere commerciale si

trovano a distanza d’uomo, come pure la promenade sul lago, il campo da golf, lo yachtclub, i più importanti alberghi e ristoranti. L’accesso al terreno è costituito da una strada a senso unico; a differenza dei lotti vicini, il terreno non dispone di accesso privato al lago. Il progetto ha dovuto soddisfare una soluzione di alto livello alla scala architettonica e urbanistica, con appartamenti predisposti per un utenza agiata, tenendo conto dell’ambiente circostante, naturale ed edificato. La residenza richiesta è di natura stanziale e sono stati pensati alloggi per singoli, coppie e famiglie. Le abitazioni, di livello esclusivo, hanno trattamento simile alle

case unifamiliari rispetto a comodità di accesso, intimità, trattamento della spazio esterno. Nella zona bassa del lotto, contraddistinta dalla maggiore vicinanza alla strada, si predispongono alcune abitazioni sviluppate su un unico livello, organizzate efficientemente per disabili e anziani. Tutti gli alloggi dispongono di adeguati spazi esterni ben protetti dal sole. Tutte le abitazioni sono raggiungibili dal parcheggio trramite ascensore; i posti auto sono in box individuale o in una rimessa comune, completati da uno spazio per ricovero biciclette.


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PLASTICI DI STUDIO DI ARCHITETTURE SUGGESTIVE


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SEZIONE AA

PLANIMETRIA

SEZIONE BB

SEZIONE CC


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PROSPETTO

SEZIONE AA

PIANTA DEL PARCHEGGIO


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CASA PER COPPIA

PROSPETTO FRONTE

PIANTA CASA PER COPPIA


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SEZIONE BB

SEZIONE CC

SEZIONE AA


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CASA PER SINGOLO


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PROSPETTO FRONTALE

PIANTA ABITAZIONE PER SINGOLO

SEZIONE AA

SEZIONE CC

SEZIONE BB


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PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA COSTRUIRE NEL COSTRUITO prof. Patrizia Montini Zimolo

AA 2007/2008

Il corso della prof.ssa Montini ci ha posto dinanzi un duplice quesito: da una parte ill saper prendere coscenza di cosa si organizza un museo moderno, dall’altra il dover costruire nel costruito, ovvero l’area delle galeazze all’Arsenale. Dopo una prima esercitazione, che consisteva nella realizzazione di un plastico a scala adeguatae ed in sezione, dell’hall di ingresso di un moderno complesso museale, la progettazione è avanzata tenendo conto dei possibili spunti dati dalle opere studiate. Nel mio caso, l’opera scelta è stata il MUVIM di Vasquez Consuegra, museo di arte moderna spagnola, che dal mio punto di vista ben si adattava, all’idea progettuale.

Successivamene, dopo opportune modifiche, sono riuscito a mantenere l’impianto di base del museo spagnolo, alleggerendone la pesante massa in cemento, con un soffito a cassettoni che si ispira al museo berlinese di Mies Van der Rohe. Le altezze diverse della pavimentazione circostante creano una piazza interna, che rappresenta la hall di accesso caratterizzata da una promenade che si arrampica su pilotis, mentre lo spazio è determinato da due grandi masse volumetriche che rappresentano lo spazio per bookshop e biblioteca, e ristorante con sale didattiche e accesso all’ala del museo che penetra all’interno della galeazza.


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ESERCITAZIONE INTERMEDIA l’esercizio intermedio prevedeva lo studio e la realizzazione di un plastico che valorizzasse la hall di ingresso di un’architettura di rilievo.


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PLANIVOLUMETRICO


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PIANO TERRA

PROSPETTO SUD

PROSPETTO NORD


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PRIMO PIANO

SEZIONE SULL’AUDITORIUM

SEZIONE SULLA SALA MUSEALE


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COPERTURA


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WORKSHOP 05 LO SPAZIO LASCIATO DA MIRALLES prof. Montuori

AA 2004/2005

Come colmare lo spazio di Miralles? Il workshop della prof.ssa Montuori ci ha spinti a rinnovare le idee per l’area dinanzi i magazzini frigoriferi, pensando a costruzioni a secco, che possano “smontarsi con un cacciavite”. Tenendo conto questa caratteristica costruttiva non indifferente, abbiamo dovuto riflettere anche su un architettura utile agli studenti, che possa fungere da biblioteca, spazio di studio o qualsivoglia altro utilizzo per scopo didattico e ricreativo. La nostra scelta è ricaduta sullo studio di una piazza ad altezze diverse che permettesse la percezione di un ambiente a se stante ma che si rapporti con il resto della città. Ad integrare la planimetria abbiamo inserito due piccoli oggetti con struttura metallica, che fungessero da bar/ stuzzicheria e aula studio per studenti, annessa al bar come internet cafè.

PROSPETTO DAL CANALE DELLA GIUDECCA


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PIANTA ATTACCO A TERRA


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PROSPETTO EST

PROSPETTO NORD

SEZIONE AA

PIANTA

PROSPETTO SU SAN NICCOLO DEL MENDICOLI


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WORKSHOP 06 INSTALLAZIONE AL LIDO DI VENEZIA prof. Fernando Pessoa

AA 2005/2006

Workshop anomale quello del prof. Pessoa che ci ha posto dinanzi ad un installazione di tipo paesaggistico, allontanandoci così dalla progettazione tipica dei laboratori. Inizialmente compito arduo, lo scopo è stato quello di creare piccoli episodi nella spiaggia del lido, con materiali poveri e a secco, che potessero dare al bagnante e al turista l’idea di collegamento tra spiaggia e dune. Una prima esercitazione in gruppo, con durata giornaliera ci ha posti di fronte al problema di dover realizzare una “non architettura” ma un segno tangibile della nostra presenza con materiali del luogo. Questo ha portato ad una prima comprensione di quanto il workshop ci chiedeva. Successivamente a piccoli gruppi ci siamo dovuti confrontare con un linguaggio diverso dal solito, che non parlava di solai o fondazioni, ma di suggestioni date anche da pochi segni, talvolta segni che nella grande scala si perdono e si confondono con il paesaggio. La nostra idea è stata quella di una spirale lignea, di portali, che non si trasformasse in un oggetto edilizio, ma che garantisse la visibilità anche dall’interno del paesaggio circostante, una sorta di potenziamento delle sensazioni, una macchina per osservare, per ascoltare, per odorare il mare e le dune.


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SCHIZZI DI PROGETTO

PIANTA

PROSPETTO LATERALE

PROSPETTO FRONTALE

SEZIONE AA


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WORKSHOP 07 SOTTILI DIFFERENZE prof. Massimo Carmassi

AA 2006/2007

L’area prescelta per l’esperienza del Workshop è il vuoto prodotto dalla demolizione dei magazzini frigoriferi, già destinata ad accogliere un ampliamento dell’attuale sede della vicina Facoltà di architettura, secondo un progetto non attuato di Eric Miralles, vincitore di un concorso. Su tale area oggi è prevista la costruzione di residence per studenti, la cui progettazione è il tema del workshop. Lo scopo è stato disegnare case per universitari, dagli interni piacevoli e realizzabili con tecnologie povere , capaci di garantire una lunga durata degli edifici e una forte compatibilità ambientale, sia per quanto riguarda le relazioni urbane che le caratteristiche climatiche. Ci è stato suggerito di adottare due schemi preferenziali a struttura portante in muratura di mattoni di 75 cm di spessore, che possano sopravvivere alla perdita degli elementi di finitura: sequenze di muri tra loro paralleli, ortogonali al Canale della Giudecca o, in alternativa, serie serrate di edifici a pianta quadrangolare. L’altezza delle due tipologie sarà proporzionata e compatibile con gli edifici vicini. Le soluzioni distributive, scelte liberamente, hanno consentito di ottenere risultati complessi e diversi tra loro, nonostante l’omogeneità delle scelte tipologiche.


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PROSPETTO DAI MAGAZZINI LIGABUE

PROSPETTO DALL’EX COTONIFICIO


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ATTACCO A TERRA

SEZIONE AA

PROSPETTO DAL CANALE DELLA GIUDECCA


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SEZIONE BB


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PROSPETTO SUD

PROSPETTO NORD

PROSPETTO OVEST


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SEZIONE AA

SOPPALCO

A

A

PIANO TERRA


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PROGETTAZIONE DI INTERNI VARIAZIONE DI LICE IN UN INTENRO prof.ssa Franca Pittaluga Arch. Giuseppina Scavuzzo

AA 2006/2007

Le attività del corso, svolte in parallelo sono state tre, riassumibili nelle azioni di: sperimentare / osservare / proporre. Uno: sperimentare. In aula, per piccoli gruppi, gli studenti hanno costruito le boites a lumiere: piccoli plastici sperimentali, sempre delle stesse dimensioni, ove nel corso delle successive giornate si è diversmanete lacerato o scomposto l’involucro, osservando e fotografando all’interno della scatola gli esiti dell’ingresso della luce. Due: osservare. In forma individuale, ogni studente ha scelto un’opera architettonica realizzata, tra gli esempi dei maestri o dei contemporanei, ritenuta esemplare per la qualità della luce naturale che ne

permea gli interni. Tre: proporre. In forma individuale, ogni studente ha messo a punto un progetto, manipolando lo spazio già studiato nell’esercizio due. Nel passaggio al progetto, si è mantenuto come vincolante il tipo di captazione della luce, mentre si è liberamente intervenuti sulla dimensione dei nuovi spazi progettati e sulla loro funzione.

STUDIO DEI PROSPETTI DEL MUSEO EBRAICO DI BERLINO


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PROSPETTI

SEZIONI


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ESERCIZIO DUE LE BOITES A LUMIERE


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PROSPETTI LATERALI


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ESERCIZIO TRE PROPORRE


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RESTAURO IL COMPLESSO DI SANTA FOSCA prof. Nullo Pirazzoli

AA 2006/2007

Il complesso monumentale del convento dei Servi di Maria è ubicato a Venezia nel sestiere di Cannaregio e occupa un’isola di vaste dimensioni inserendosi significativamente nel tessuto cittadino, come evidenzia la pianta prospettica pubblicata da Jacopo de Barbari nel 1500. Sorto a partire dal 1318, il monastero dei Servi si estendeva per quasi undicimila metri quadrati comprendendo oltre alla grande chiesa, la Cappella dei Lucchesi, la scuola dell’Annunziata, la scuola dei Tintori, quella dei Barbieri, i tre dormitori, il refettorio, oltre a chiostri orti e cortili interni, tipici degli ambienti conventuali. Tra le mura del grande complesso vissero frati come

fra Paolo Sarpi, Teologi della Serenissima, Sacerdoti, Chierici, Novizi mentre l’attività dei Servi fu sempre molto apprezzata dalla Repubblica che lodava il contributo religioso e culturale dato loro alla città. Il complesso, ricchissimo di opere d’arte, di altari, edicole, mausolei, pale, ecc., fu devastato da un furioso incendio nel 1769. Gli editti napoleonici del 1806 e del 1810, il sequestro da parte del Demanio e la svendita del monastero, portarono alla sistematica spoliazione del patrimonio artistico e storico del convento. In pochi anni i luoghi vennero praticamente distrutti e ad oltre due secoli di distanza non si comprendono le ragioni di tale declino ed abbandono.

Nel 1864 Daniele Canal e Anna Maria Marovich fondarono nell’ex complesso, adeguato con nuovi fabbricati, il “Patronato per le dimesse dal carcere”, diventato poi “Casa della Sacra Famiglia”. Attualmente il complesso è costituito dai padiglioni tardo ottocenteschi e novecenteschi, realizzati in parte sul sedime del precedente complesso conventuale e nei quali trova spazio la Casa studentesca S.Fosca, dagli spazi scoperti all’interno dell’ex convento, dai ruderi delle mura della Chiesa dei Servi, con i relativi portali gotici di valore storico ed architettonico, e dalla Cappella dei Lucchesi.


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RILIEVO ARCHITETTONICO

ANALISI STRATIGRAFICA

SEZIONE AA

SEZIONE BB

SEZIONE CC




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PIANTA PIANO TERRA


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PIANTA PRIMO PIANO


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URBANISTICA VERSO UNA NUOVA OSPITALITA’ URBANA prof. Munarin

AA 2005/2006

Il primo passo da noi compiuto è stato quello di effettuare un’attenta analisi della città di Mestre, partendo da una scala molto estesa per arrivare poi in dettaglio all’area che circoscriveva la parte di città oggetto dell’intervento. Dopo aver appreso le basilari notizie storiche riguardanti la nascita e la formazione del territorio urbano, siamo passati ad osservare in modo minuzioso, quali fossero le caratteristiche e gli elementi di maggior valenza da prendere in considerazione per sviluppare un’idea di progetto quanto meno razionale. La presenza della piscina, dei campi da tennis e della palestra, costituiscono un

impianto sportivo molto rilevante in via Olimpia; il centro culturale Candiani, il vicino complesso commerciale le Barche e Piazza Ferretto sono i poli di maggiore rilievo per il centro della città di Mestre. La fase del “rilevare” è iniziata in locus passeggiando per le vie della città, osservando, discutendo, riflettendo e abbozzando tutto quello che potesse concorrere a tracciare il profilo urbanistico e caratteriale della città stessa. Il primo impatto è stato abbastanza forte e di difficile comprensione: la contatto con un traffico caotico che percorreva via Circonvallazione, lo stazionarsi di nu-

merose auto in doppia fila in via Einaudi e la presenza di una modesta colonna di automobilisti, irritati dall’attesa per parcheggiare l’automobile nel sotterraneo del Candiani, ci ha posto di fronte ai numerosi problemi ai quali, una città come quella di Mestre, deve saper sopperire o almeno contenere. La realtà così identificata ci ha permesso di capire che Mestre è costituita dalla numerosa presenza di piccole entità indipendenti, ma tutte collegate fra loro. Partendo da piazza Ferretto, camminando sotto alcuni porticati e attraversando piccoli spazi anonimi, si arriva nella piazza del centro culturale. Passando attraverso


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ANALISI DEI PERCORSI

piazze strada molto trafficata strada trafficata strada scarsamente trafficata percorsi pedonali

ANALISI DEI PIENI E DEI VUOTI

ANALISI TIPOLOGIE EDIFICI

culturale residenziale ospedale commerciale verde pubblico

FREQUENTAZIONE DEI LUOGHI

scarsamente frequentata poco frequentata abbastanza frequentata molto frequentata


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SEZIONI TIPO


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PLANIMETRIA GENERALE DI PROGETTO

l’area verde situata a nord del Candiani si nota subito che l’asse pedonale è ora interrotta dal perimetro dell’ospedale: da qui per arrivare al centro sportivo si viene deviati in via Antonio da Mestre, la quale poi collega il parco di Villa Querini al centro sportivo. La presenza di questi percorsi ci ha spinto a delineare il progetto basandosi su una griglia che potesse permettere il passaggio pedonale all’interno dell’area di studio, senza però andando a cerare un netto distacco tra la nuova organizzazione e il contesto urbano. La parte a nord invece si avvicinava

ad un contesto differente seppur ben incorporato con il resto della città. Qui si trovano una povera concentrazione di componenti di forte attrazione cittadina, ma è importante la presenza di un forte elemento di collegamento naturale: il fiume Marzenego. L’esistenza di elementi insediativi tipologicamente residenziali e il fiume, inteso come importante elemento paesaggistico, ci ha indirizzato ad immaginare un’area di maggior rispetto dove poter dislocare un più importante numero di abitazioni e attrezzature pubbliche fruibili nelle ore diurne.


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PIANTE EDIFICIO A TORRE


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PIANTE EDIFICIO A C


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PROGETTAZIONE URBANISTICA 1 WATER AND ASPHALT prof. Secchi

AA 2006/2007


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Situazione 2007

Primo intervento

Fra 50 anni

Fra 100 anni

Espansione massima


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planimetria di progetto


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pianta tipo di un lotto

sezioni tipo


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piano terra e primo piano

prospetti frontale e sinistro

prospetti retro e fronte

piano terra

prospetto frontale

piano terra

prospetto frontale


rap pre sen tare


“ il bello di essere architetto è che puoi camminare nei tuoi sogni.” Harold Wagoner

70 GEOMETRIA DESCRITTIVA 74 DISEGNO DELL’ARCHITETTURA 78 TEORIA E TECNICHE DELLA PROGETTAZIONE


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FONDAMENI E APPLICAZIONI DI GEOMETRIA DESCRITTIVA Glasgow School of Art DI Charles Rennie Mackintosh Prof. Tullio Cigni AA 2006/2007

Il corso oltre che a offrire allo studente le basi della geometria descrittiva e quindi, a porlo dinanzi ad esercitazioni in merito, poneva l’attenzione sullo srtudio di un architettura ottocentesca. Tale esercizio prevedeva il ridisegno completo dell’opera in modo da comprenderne i rapporti dimensionali e i ritmi in facciaita. Un opera simbolo dell’ottocento britannico è la scuola che Charles R. Mackintosh costruì a Glasgow nel 1898 ed ampliò nel 1907. L’edificio presenta uno schema planimetrico molto lineare: ai lati dell’ingresso due file di aule prospettano sulla Renfew Street, nella parte posteriore è la scala principale circondata da una galleria adibita a museo, ai lati estremi del fabbricato vi sono due corpi di fabbrica destinati rispettivamente alla direzione e alla biblioteca. Queste due ali hanno entrambe una scala per il collegamento dei due piani coi corridoi che disimpegnano le aule-studio. Nonostante questa schematicità distributiva, la pianta denuncia alcuni caratteri che saranno ancora più evidenti nel prospetto principale. Infatti ai lati dell’atrio di ingresso si aprono rispettivamente quattro e tre aule studio. Ciò non corrisponde solo all’esigenza di avere un numero dispari di ambienti per piano, bensì a quella compositiva di rendere asimettrici gli elementi della facciata, la mancanza di simmetria essendo una caratteristica costante di quasi tutte le opere di Mackintosh. Oltre a ciò la facciata principale è definita dalle grandi vetrate delle aule studio che si aprono su un continuo paramento di pietra, dal corpo centrale ricco di elementi plastici e dalla originale recinzione lungo il marciapiede, dietro la quale, fortemente arretrata e con un piano sotto il livello stradale, si eleva la facciata stessa. Le vetrate sono realizzate con semplici regoli metallici e le piattabande che sormontano denunciano il loro incastro nei conci di pietra. Con lo stesso gusto delle superfici piane, il coronamento dell’edificio è affidato ad un cornicione a lastre fortemente agettante.


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PIANO INTERRATO

PIANO TERRA

SECONDO PIANO


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PROSPETTO NORD

PROSPETTO SUD


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ESPLOSO ASSONOMETRICO


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DISEGNO DELL’ARCHITETTURA VARIAZIONE DI LICE IN UN INTENRO prof.ssa Franca Pittaluga Arch. Giuseppina Scavuzzo AA 2006/2007

Il corso si prefiggeva, attraverso l’analisi di un’architettura classica, di insegnare un uso critico del disegno architettonico. Approfittando del viaggio di studio a Berlino, con il prof. D’acunto ci sono stati suggeriti alcuni temi: nel nostro caso è stato scelta la Schauspielhaus di Karl Friedrich Schinkel. Per la realizzazione di questo edificio, Schinkel, dovette attenersi ad alcuni limiti in parte imposti dal paesaggio e dalle strutture limitrofe e in parte dai muri preesistenti sopravissuti ad un incendio che aveva distrutto il precedente teatro. Trattandosi appunto di un teatro, l’architetto doveva rispondere adeguatamente alle richieste di determinati spazi come i depositi per gli scenari, laboratori per disegnatori, falegnami e carpentieri, spogliatoi, camerini e sale prova, sala per concerti, ristoranti e molto altro. Cercando di realizzare tutti questi luoghi Schinkel capì che era necessario dividere la struttura in tre parti distinte: • Elemento dedicato al teatro e agli scenari; • Elemento dedicato ai locali di servizio a alle attrezzature del teatro: • Elemento dedicato alla sala per i concerti e le feste. Schinkel organizzò questi tre settori in parte secondo la funzione e in parte sulla base


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dell’architettura della piazza sulla quale si doveva erigere l’edificio, in modo che armonizzasse con le due chiese contigue. CosÏ facendo ne derivarono non pochi vantaggi: il centro venne accentuato dalla sua forma triangolare mentre il timpano ed il peristilio del corpo centrale si rivolgevano verso la piazza. Ne risultarono tre edifici distinti, ognuno dotato di tetto proprio cosa che oltretutto ridusse molto il rischio di incendi

PROIEZIONE DI MONGE


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PROIEZIONE ASSONOMETRICA


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SEZIONE PROSPETTICA


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TEORIA E TECNICHE DELLA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA VILLE SAVOYE prof.ssa Patrizia Montini Zimolo

AA 2005/2006

Il corso si è strutturato sullo studio e la ricerca delle architetture dei grandi maestri; attenzione particolare è stata data al ridisegno di piante prospetti e sezioni che hanno poi portato alla realizzazione di un plastico scala 1:50. Nel caso personale, l’architettura studiata è stata Ville Savoye di Le Corbusier. La ville Savoye a Poissy, in Francia, è una delle opere più celebri di Le Corbusie realizzata tra il 1929 e il 1931. Nel 1965 diventa monumento storico e dopo anni di abbandono la villa è stata restaurata ed aperta al pubblico. In questa costruzione Le Corbusier applica integralmente i suoi 5 punti (la pianta libera, i pilotis, il tetto-giardino, la facciata libera e la finestra a nastro) dimostrando allo stesso tempo quanta libertà è possibile ottenere pur rispettando tale guida normativa. Inoltra l’edificio riflette altri suoi parametri progettuali: i legami con la pittura purista, la coesistenza di forme libere e geometriche, l’architettura dei percorsi, il rapporto con l’ambiente naturale, che la rendono tra le più emblematiche del suo pensiero. La pianta della casa nasce da una maglia quadrata di pilotis aventi tra loro una distanza di 4,75 m, dimensionalmente essa deriva dal raggio di curvatura di un automobile che, penetrando nella maglia, gira all’interno di essa e si introduce nello spazio destinato a garage. Sono quindi presenti due motivi, per così dire archetipi di Le Corbusier: la chiocciola ed il quadrato che si trovano in molte altre sue opere.


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PROSPETTO FRONTALE

PIANTA PIANO TERRA

RENDER

SEZIONE LONGITUDINALE


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viag gi / ti roci n i o


“ voglio vedere cose. Questa è l’unica cosa con cui mi riesco a relazionare” Carlo Scarpa

84 VIAGGIO A BERLINO 86 VIAGGIO IN OLANDA 88 TIROCINIO


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VIAGGIO STUDIO A BERLINO

prof. D’Acunto

AA 2004/2005


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VIAGGIO STUDIO IN OLANDA

prof.ssa Patrizia Montini Zimolo

AA 2005/2006


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TIROCINIO CONCORSO PER LA NUOVA SCUOLA EDILE DI TREVISO Arch. Francesco Steccanella

AA 2006/2007

L’esperienza del tirocinio è stata svolta presso lo studio dell’Arch. Francesco Steccanella, con sede a Portogruaro (VE). Il periodo di stage è stato breve, scelta concordata tra tutor e studente, in modo da concentrare le forze su un unico progetto qual è stato il concorso per la nuova scuola edile di Treviso. Infatti ragionando sul tempo a disposizione e sulle possibilità di apprendimento, l’architetto ha preferito pormi davanti ad un esperienza che pretendeva una certa rapidità di esecuzione e nel contempo mi permettesse di assistere ad un processo progettuale dalla sua genesi sino al suo completamento. La partecipazione a questo tipo di esperienza, molto simile ai workshop estivi, ha rappresentato uno step tra la vita accademica e quella professionale, concedendomi la possibilità di inserirmi nel processo di ideazione e cosa più importante di interagire in modo del tutto naturale con lo staff dello studio. l’innovazione nel metodo di lavoro è stata una componenten importante della mia esperienza. Infatti per poter lavorare in parallelo agli altri componenti dello studio ho dovuto presto confrontarmi con un nuovo software, che entra nella famiglia di software parametrice molto spesso usati negli studi di progettazione. Dopo le prime difficoltà, molto presto ho preso dimestichezza con il nuovo strumento di lavoro che si è dimostrato comodissimo, sia per il fatto di poter condividere in rete i vari progressi fatti dallo staff, sia per la possibilità di importare file DWG e rielaborare i disegni in modo intuitivo. come si nota dalla pianta il progetto presenta tre importanti blocchi in cui sono collocate le funzioni principale (uffici, aule e laboratori) legati da una copertura verde che sale morbida da in fronte dell’edificio per lasciarne completamente libero un altro, dove verranno collocati gli ingressi. Il progetto, che deve far attenzione ad alcuni fattori climatici, e soprattutto deve rappresentare un ottimo esempio di archi-


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PIANTA PIANO TERRA


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SEZIONE AA

SEZIONE AA

SEZIONE AA

tettura sostenibile, si avvale di un sistema di curtail wall nel blocco delle aule e degli uffici, mentre di pannelli fotovoltaici per quanto corcene la copertura del blocco laboratori. Dal punto di vista della progettazione sostenibile, la partecipazione a questo concorso mi ha permesso di acquisire alcune nozioni di base per quanto concerne il progettare sostenibile, prestando però attenzione anche all’aspetto formale e

compositivo. Le direttrici di base della pianta infatti, partendo da una prima arbitraria scelta sono state presto modificate secondo uno studio attento di prospettive ed equilibrio che si è spinto anche sul piano algebrico. Il permettermi di interagire attivamente al processo ideativo da parte del tutor, mi ha consentito di arricchirmi di consigli ed opinioni altrui e mi ha spinto alla ricerca di riferimenti utili allo scopo. Infatti l’organiz-

zazione del lavoro in questo caso segue uno schema a “tavola rotonda” in cui, ogni elemento dello staff, può contribuire in egual misura al processo compositivo, contrariamente al sistema lineare della progettazione su committenza, dove per garantire l’ordine e la precisione del lavoro, ogni componente dello staff si occupa di un diverso aspetto.


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SEZIONE DD

SEZIONE EE

SEZIONE FF

Ho trovato altresì confortante constatare che quella che credevo essere una preparazione lacunosa, si è dimostrata sufficiente ad instaurare un rapporto di confronto di idee, contrariamente a quanto avevo immaginato prima di iniziare il tirocinio. Principale motivo si soddisfazione è stato il poter confrontarmi con una tipologia edilizia ben diversa da quelle proposte in ambito accademico; infatti la progettazione di un edificio scolastico mette di fronte ad

una serie di interrogative e limiti che non ho avuto modo di incontrare in ambito accademico. Inoltre essendo propenso ad iscrivermi al corso di laurea in architettura della sostenibilità, questa occasione è risultata oltre che utile un motivo in più per perseguire questa scelta, avendomi impressionato in modo più che positivo. Ulteriore giudizio positivo è rivolto al tutor e in generale allo studio che mi ha ospitato

che si è distinto per attenzione e rispetto nei miei confronti aiutandomi nell’integrazione in tempi molto ristretti; conclusa l’esperienza c’è la speranza di poter collaborare in nuovi progetti di questo tipo.


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PRIMO PIANO

PROSPETTO NORD

PROSPETTO OVEST


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PROSPETTO EST

PROSPETTO SUD


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