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Le trasformazioni del suolo e la VAS

documento della Commissione Europea (2016), si precisa che l’azzeramento del consumo di suolo netto significa evitare l’impermeabilizzazione di aree agricole e di aree aperte e, per la componente residua non evitabile, compensarla attraverso la rinaturalizzazione di un’area di estensione uguale o superiore, che possa essere in grado di tornare a fornire i servizi ecosistemici forniti da suoli naturali: “What does ‘no net land take’ mean? Sealing agricultural land and open spaces should be avoided as far as possible and the focus should be on building on land that has already been sealed. This might require greater investment, for example to redevelop land previously used as an industrial site (including decontamination). However, new houses still need to be built and the 2050 goal does not aspire to reduce sealing of new land to zero. When land is taken, the aspiration is to ensure this is no more than is compensated for elsewhere. For example, unused land could be returned to cultivation or renaturalised so that it can once again provide the ecosystem services of unsealed soils” (Commissione Europea, 2016).

LE TRASFORMAZIONI DEL SUOLO E LA VAS

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La VAS è lo strumento chiave per la valutazione delle trasformazioni d’uso del suolo indotte dai piani, e normalmente viene condotta rispetto ai diversi comparti e componenti ambientali, segmentando la valutazione. L’approccio ecosistemico si configura come un importante contributo integrativo alla VAS. L’analisi delle funzioni del suolo e dei servizi ecosistemici (SE) offre una opportunità di valutare gli effetti sul suolo non solo come “componente ambientale soggetta a potenziali contaminazioni”, e dunque in termini di superficie utilizzata a fini urbani e/o stato di contaminazione o ancora come sorgente di rischi, ma anche come sede di interazione tra ecosistemi e uomo, e quindi per la sua valenza ambientale “per sé”. Caratterizzare le trasformazioni d’uso per gli effetti che possono avere sui servizi offerti dal suolo consente anche di migliorare le valutazioni delle conseguenze sulle altre componenti ambientali secondo un approccio olistico, in grado di considerare ad es. l’aria (stoccaggio di carbonio, rimozione di particolato e ozono), il clima (regolazione del microclima), le acque (infiltrazione, purificazione, stoccaggio) nonché sulla qualità ecologica complessiva in termini di biodiversità (Habitat Quality), ed infine sulle capacità dello stesso suolo a garantire funzioni di produzione, in termini di qualità e produttività agronomica, e a prevenire fenomeni di degrado, come l’erosione, la desertificazione o la compattazione del suolo. La valutazione dei servizi ecosistemici, in particolare, ha il vantaggio di unire le diverse variabili in una valutazione complessiva e spazialmente esplicita, di fornire mappe e valori confrontabili con i quadri di riferimento su cui si basano gli strumenti di programmazione urbanistica, che operano sempre per processi di sintesi in chiave spaziale delle variabili socioeconomiche ed ambientali emergenti. L’approccio ai SE mette infatti al servizio della VAS le rappresentazioni sintetiche delle principali caratteristiche qualitative dei suoli su cui i piani o programmi intendono intervenire rendendo evidenti le ricadute delle scelte urbanistiche rispetto ad un sistema di valori direttamente connesso alla scala dell’uomo e del suo benessere. Va considerato che la maggior parte dei piani regolatori contengono previsioni di gran lunga sovradimensionate rispetto alle reali esigenze di sviluppo territoriale e sono stati approvati prima dell’introduzione della normativa VAS e pertanto non sono mai stati sottoposti ad alcuna valutazione ambientale. Per questo motivo è di grande interesse la messa a punto di valutazioni in grado di affrontare il tema del suolo nelle prossime revisioni.

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